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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 06 Dicembre 2010 |
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11º SIMPOSIO SULLE TECNOLOGIE SPAZIALI AVANZATE NELLA ROBOTICA E L´AUTOMAZIONE |
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Noordwijk, 6 dicembre 2010 - Dal 12 al 15 aprile 2011 si terrà a Noordwijk (Paesi Bassi) l´11º Simposio sulle tecnologie spaziali avanzate nella robotica e l´automazione. Aumentano le esigenze tecnologiche nel settore dell´automazione e robotica (Ar) e delle tecnologie spaziali. Alla guida dello sviluppo in questo campo ci sono missioni quali "Exomars rover" e il programma Mrep (Mars Robotic Exploration Programme), recentemente avviato. Ulteriori opportunità sono create dall´interesse in una missione europea di esplorazione lunare e il prolungamento della Stazione spaziale internazionale. La conferenza intende essere un forum in cui vengono presentati gli sviluppi più recenti nella comunità dell´automazione spaziale e robotica europea. I partecipanti avranno l´opportunità di ottenere le più recenti informazioni su: le missioni spaziali attualmente in programma e gli scenari di applicazione in cui l´Ar potrebbe giocare un ruolo importante; le esigenze della tecnologia Ar che possono essere dedotte da tali scenari di applicazioni; lo stato attuale della ricerca e dei programmi di sviluppo europei nel settore delle Ar spaziali; nuove tendenze tecnologiche per le Ar spaziali. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Congrexprojects.com/11a06/ |
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2º WORKSHOP INTERNAZIONALE SULL´ANALISI DEL CANALE COLLATERALE COSTRUTTIVA E LA PROGETTAZIONE SICURA |
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Darmstadt, 6 dicembre 2010 - Il 24 e 25 febbraio 2011 si svolgerà a Darmstadt, in Germania, il 2º workshop internazionale sull´analisi del canale collaterale e la progettazione sicura. L´analisi del canale collaterale (side-channel analysis, Sca) e gli attacchi nell´implementazione sono ormai importanti campi di ricerca sia nelle università che nelle industrie. Di particolare interesse è l´analisi del canale collaterale, dal momento che gli attacchi riusciti si basano su processi di progettazione associata mirati. Per migliorare la resistenza delle implementazioni crittografiche nella fase di progettazione, gli attacchi e le tecniche di analisi possono servire come parametro di qualità per ottimizzare il processo di progettazione e sviluppo. Il worksop fornirà una piattaforma per ricercatori, universitari e rappresentanti dell´industria di per presentare il loro lavoro e i loro attuali argomenti di ricerca. Esso fornirà anche la possibilità di incontrare esperti, avviare nuove collaborazioni e scambiare informazioni a livello professionale. Per ulteriori informazioni, visitare: http://cosade.Cased.de/ |
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NASCE LA RETE MOBILE PRIVATA DI NUOVA GENERAZIONE: IL SOFTWARE DIVENTA LA RETE |
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Trieste, 6 dicembre 20010 - Athonet e Nokia Siemens Networks trasformano il modo di intendere le reti private portando la larga banda mobile in strutture industriali, aziende, aeroporti, ospedali, campus universitari e zone soggette al digital divide Area Science Park di Trieste, uno dei principali parchi scientifici e tecnologici multisettoriali d’Europa, ha sperimentato con successo la tecnologia Primo (Private Mobile) Hspa per reti mobili private a larga banda di Athonet e Nokia Siemens Networks. Grazie a Primo, le aziende avranno ora accesso alle applicazioni tradizionali e ai servizi dati innovativi in modo più efficiente e veloce, rispettando l’ambiente e con un significativo abbattimento dei costi di installazione e gestione. “Le esigenze di comunicazione di Area Science Park hanno rappresentato un’ideale banco di prova di questa tecnologia realizzata da Athonet e da Nokia Siemens Networks. E la prova è stata brillantemente superata - afferma Giancarlo Michellone, presidente di Area Science Park - . Come parco scientifico siamo impegnati a favorire lo sviluppo di tecnologie innovative e siamo pronti anche a testarle, in particolare quando sono il frutto del lavoro di nostri insediati, come nel caso di Athonet. Nello specifico, siamo convinti che Primo rappresenti un considerevole passo in avanti nell’ambito delle reti private, dove maggiore è la necessità di un sistema di comunicazione affidabile, flessibile ed economico.” Primo è una rete mobile completa e compatta, che può essere installata direttamente nella rete fissa aziendale e che permette accesso locale prioritario ad applicazioni tradizionali quali e-mail, video, voce su Ip, ecc. Ed abilita servizi innovativi utilizzando terminali Umts/hspa standard in commercio. Primo è in grado di offrire capacità aggiuntiva e copertura dedicata in aree d’interesse specifico senza gravare sulle reti mobili tradizionali degli operatori. In questo modo, la soluzione risolve i problemi di congestione delle reti mobili causati dall’adozione di massa di cellulari, smartphone e chiavette dati che richiedono costante accesso ad Internet. Inoltre, la soluzione può offrire un servizio privilegiato e un accesso radio dedicato agli utenti dove più ne hanno bisogno. Primo diventa così la rete mobile ideale per aziende, aeroporti, ospedali, campus universitari, zone industriali a forte automazione, piattaforme petrolifere e campi di estrazione, navi, aerei, hotspot ed anche intere aree territoriali soggette al digital divide. L’estrema facilità d’installazione, la trasportabilità e i consumi energetici minimali fanno di Primo una soluzione privilegiata anche per operazioni di pubblica sicurezza e per l’affidabile copertura di aree disastrate dove è opportuna la messa in opera di una rete Umts/hspa in pochi minuti. La soluzione tecnologica comprende 2 elementi: l’innovativo Primo Mobility Gateway di Athonet e la compatta “future-proof” Flexi Base Station in configurazione Internet Hspa (I-hspa) di Nokia Siemens Networks. Il Primo Mobility Gateway smaterializza la rete mobile proiettandola verso il cloud computing dove "il software diventa la rete” e fornisce servizi mobili a larga banda e ad alte prestazioni in modo efficiente e a costi significativamente ridotti. La soluzione è compatibile anche con le femtocelle e con un semplice aggiornamento software supporta lo standard mobile di prossima generazione Lte. |
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LIGURIA: ”AL VIA REGIONALIZZAZIONE CENTRO UNICO PRENOTAZIONE” |
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Genova, 6 dicembre 2010. “Verrà portata in Giunta domani per l’approvazione la delibera sulla regionalizzazione del Cup, il Centro unico di prenotazione, offrendo così al cittadino un sistema unitario”. Lo ha comunicato il 2 dicembre l’assessore regionale alla salute Claudio Montaldo intervenendo alla presentazione dell’accordo di partnership tra Datasiel e il gruppo russo Borodino per la distribuzione dei prodotti e dei servizi della società informatica della Regione Liguria sui mercati di riferimento del gruppo russo. “L’accordo siglato – ha detto l’assessore Montaldo – è frutto del riconoscimento internazionale dell’impegno di Datasiel sul fronte informatico e sanitario, grazie al rafforzamento attuato in questo settore”. A questo proposto l’assessore ha preannunciato la riorganizzazione del sistema di governance delle aziende sanitarie della regione, a cominciare dalla stipula di un unico contratto a livello regionale per il Cup che vada a sostituire i contratti esistenti con le Asl. “Si tratta – ha spiegato Montaldo – di un futuro contratto unificato che comprende, oltre alle varie aziende ed Enti beneficiari dei servizi, anche la Asl 4 Chiavarese, migliorando il servizio al cittadino attraverso una gestione semplificata e trasparente dell’offerta delle prestazioni”. Inoltre a partire da gennaio 2011, si consoliderà a livello regionale il sistema dei Pacs (Picture archiving and communication system) per l’acquisizione a livello digitale delle immagini radiologiche, la loro archiviazione ed l’eventuale trasferimento tra i sistemi delle varie aziende sanitarie per essere refertate anche in remoto, dove è presente lo specialista. “Il sistema – ha aggiunto Montaldo – per il quale è stata fatta una gara europea che si è aggiudicata Esaote, dalla Asl 3 e 4 verrà esteso a tutte le realtà regionali e potrà essere operativo nei primi sei mesi del 2011” |
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INNOVAZIONE IN SARDEGNA: INVESTIMENTI IN TELECOMUNICAZIONI GENERANO PRODUTTIVITÀ |
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Cagliari, 6 Dicembre 2010 - "L’innovazione tecnologica, lo sviluppo e l’accesso ai servizi digitali rappresentano elementi cardine per la crescita economica e sociale del nostro territorio". Lo ha sottolineato il 3 dicembre l’assessore degli Affari generali, personale e riforma della Regione, Mario Floris, intervenendo al Convegno Net-cloud, organizzato dalla società Tiscali, a Sa Illetta, per presentare la nuova offerta integrata di servizi per le imprese e la Pubblica Amministrazione. "La Sardegna, oltre ad avere uno degli indici più bassi di divario digitale - ha ricordato l’esponente della Giunta Cappellacci - è stata dichiarata la regione a più alta velocità nell’accesso a internet, superando anche Lombardia e Puglia, confermando così l’orientamento dell’esecutivo regionale di proseguire e rafforzare gli investimenti in materia di innovazione". Secondo quanto rilevato dall´Agenzia Digitale Europea, infatti, il rilancio dell´economia passa attraverso la modernizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione tanto che, ogni euro investito nel settore Tlc, genera come moltiplicatore una produttività sul prodotto interno lordo pari a 1,45 euro. "Dobbiamo guardare con sempre maggior favore al federalismo digitale informatico - ha affermato l’assessore Floris - per essere non solo più veloci nella notizia, ma nel pensiero. Indirizzare risorse verso l’innovazione non è quindi un lusso o un privilegio in danno ad altri settori economici, ma significa guardare a un futuro di maggior efficienza quando, nel 2020, la metà della popolazione italiana sarà raggiunta dalla fibra ottica, garantendo ai cittadini il diritto fondamentale a essere informati". |
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OPEN SOURCE, LICENZIATO DALLA GIUNTA PUGLIESE LO SCHEMA DI LEGGE |
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Bari, 6 dicembre 2010 - Come annunciato nei giorni scorsi, la Giunta Regionale, nell’ultima seduta, ha licenziato lo Schema di Legge relativo alle “Norme in materia di pluralismo informatico, nell’adozione e la diffusione del Free Libre Open Source Software e Open Hardware e nella portabilità dei documenti nella Pubblica Amministrazione Regionale e Locale”. Con questo provvedimento la Giunta avvia con decisione la riconversione della Pubblica Amministrazione regionale e locale verso il cosiddetto Open Source e cioè il software non assoggettato a licenze commerciali ed aperto allo sviluppo collettivo. Lo Schema di Legge sarà portato all’attenzione del partenariato socio-economico e dell’associazionismo impegnato nella promozione del software libero nella Pubblica Amministrazione. |
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CROAZIA, NUOVA COMMESSA ESTERA DA ERICSSON NIKOLA TESLA |
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Zagabria, 6 dicembre 2010 - La società croata Ericsson Nikola Tesla (Ent), operante nel settore delle telecomunicazioni, ha reso noto che ha negoziato nuove commesse con la bosniaca Bh Telecom per un valore totale di 10 milioni di Kune (circa 1,38 milioni di euro). La commessa prevede l´ampliamento della rete fissa con una nuova generazione di servizi Ict (Information & Communication Technology) e l´integrazione del sistema di gestione della rete fissa. |
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TRENTO: MINORI E NUOVI MEDIA, ACCORDO CON SAVE THE CHILDREN INTESA CON LA PROVINCIA PER INSEGNARE ALLE FAMIGLIE COME SI NAVIGA NELLA RETE IN SICUREZZA |
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Trento, 6 dicembre 2010 - L´analfabetismo informatico di molti adulti, soprattutto genitori, li allontana dai propri figli, rendendoli estranei non solo alle potenzialità ma anche ai rischi e ai danni nei quali possono incorrere i minori, non sufficientemente protetti rispetto all´accesso al mondo virtuale. E´ il "digital divide generazionale", un tema sul quale da anni si sta impegnando Save the Children, la più grande organizzazione internazionale indipendente che lavora per migliorare la vita dei bambini nel mondo e che in Italia, uno dei 120 paesi nei quali è presente, gestisce il Centro Italiano per la sicurezza in Internet. E proprio con Save the Children la Provincia ha deciso di collaborare nella progettazione di interventi di sensibilizzazione e formazione sull´uso corretto dei nuovi media, rivolti a ragazzi, genitori, insegnanti ed educatori. Obiettivo dell´accordo di collaborazione - approvato il 3 dicembre dalla Giunta provinciale, su proposta del presidente Dellai e dell´assessore all´istruzione Marta Dalmaso, in forma di schema di un protocollo d´intesa - è riuscire innanzitutto a creare una rete dove condividere le buone pratiche già sviluppate in questo campo, offrendo a scuole e famiglie l´opportunità di avere un supporto significativo nel loro ruolo educativo. In particolare, con il protocollo d´intesa che sarà presto firmato, Provincia autonoma di Trento e Save the Children coordineranno in modo congiunto un tavolo di lavoro che coinvolga i soggetti del territorio che si occupano di questo tema, finalizzato alla predisposizione di un progetto d´intervento. |
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TELECOM ITALIA: AL VIA PRIMO PROGETTO AZIENDALE IN ITALIA PER FAVORIRE LA FORMAZIONE EXTRA-PROFESSIONALE DEI DIPENDENTI L’INIZIATIVA, IN LINEA CON I VALORI CHE HANNO ISPIRATO I RECENTI ACCORDI CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI, METTERÀ A DISPOSIZIONE PER L’ANNO ACCADEMICO 2010/2011 600 ISCRIZIONI A CORSI DI LAUREA E 3.000 ISCRIZIONI PER SINGOLE MATERIE UNIVERSITARIE |
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Roma, 6 dicembre 2010 - Partirà dal prossimo 15 dicembre un progetto con cui Telecom Italia, prima azienda nel Paese a intraprendere questa iniziativa, intende favorire lo sviluppo del patrimonio di conoscenze e competenze extra-professionali dei propri lavoratori. In linea con la volontà di proseguire in un percorso di dialogo sociale e con l’obiettivo di contribuire attivamente alla crescita e alla realizzazione personale dei dipendenti anche al di fuori del contesto lavorativo, Telecom Italia metterà a disposizione, per l’anno accademico 2010/2011, 600 iscrizioni a corsi di laurea e 3.000 iscrizioni a singole materie universitarie presso l’Università Telematica Internazionale Uninettuno. I dipendenti di Telecom Italia potranno scegliere il corso di studio più congeniale alle proprie inclinazioni tra le Facoltà di Economia e Gestione delle Imprese, Giurisprudenza, Ingegneria (Informatica e Gestionale), Psicologia, Comunicazione Media e Pubblicità, e Lettere. I costi di iscrizione e frequenza dei corsi, nei tempi previsti dall’Ordine degli Studi della Facoltà prescelta, saranno a esclusivo carico di Telecom Italia. Il progetto è stato condiviso con le principali Organizzazioni Sindacali di settore - Slc-cgil, Fistel-cisl e Uilcom-uil - che insieme a Telecom Italia ne promuoveranno lo sviluppo e la diffusione. Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia ha affermato: “ispirandoci alla strategia indicata dal Consiglio Europeo di Lisbona del 2000, e in particolare al principio del Life Long Learning, abbiamo deciso di inaugurare questo progetto di Corporate Social Responsibility che conferma Telecom Italia come azienda sostenibile, attenta al benessere delle persone e alla loro soddisfazione come donne e uomini che desiderano migliorare continuamente le proprie esperienze e capacità. Siamo certi che questa iniziativa, condivisa con le Organizzazioni Sindacali, sarà un utile strumento per mettere in circolo energie positive e aumentare la motivazione dei nostri colleghi.” |
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UNO STRUMENTO AL SERVIZIO DELLA CITTADINANZA DIGITALE EUROPEA: LA GUIDA WIKI DEI CDE ITALIANI |
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Roma, 6 dicembre 2010 - La garanzia di un effettivo diritto all’informazione è condizione imprescindibile per lo sviluppo di una cittadinanza europea attiva, per una cultura del dialogo e della partecipazione tra le istituzioni dell’Unione e la società civile. Ma cosa significa oggi nella pratica diritto all’informazione? Come sfruttare e valorizzare le risorse disponibili in rete perché i cittadini, in particolare i giovani, possano più facilmente informarsi e formarsi sull’Unione europea e le sue politiche? La garanzia di un effettivo diritto all’informazione è condizione imprescindibile per lo sviluppo di una cittadinanza europea attiva, per una cultura del dialogo e della partecipazione tra le istituzioni dell’Unione e la società civile. Ma cosa significa oggi nella pratica diritto all’informazione? Come sfruttare e valorizzare le risorse disponibili in rete perché i cittadini, in particolare i giovani, possano più facilmente informarsi e formarsi sull’Unione europea e le sue politiche? L’informazione prodotta dalle Istituzioni e dagli organi dell’Ue è vastissima, e talvolta ancora viziata dall’ “eurogergo”: è pertanto indispensabile facilitare l’accesso degli utenti a documenti informativi di elevata qualità e pertinenza attraverso strumenti agili e flessibili. Queste sono le premesse che stanno alla base della guida wiki dei Centri di documentazione europea (Cde) italiani, rete di informazione della Commissione europea. Rivolta in primo luogo agli studenti universitari e ai giovani ricercatori, la guida sfrutta un formato ben noto ai giovani, quello wiki, (ottenuto attraverso il free software Mediawiki, fornito gratuitamente dalla Wikipedia Foundation) per offrire un ambiente di navigazione familiare, intuitivo e continuamente aggiornato. Obiettivo è quello di favorire il recupero di informazioni efficaci e selezionate sulle tematiche di maggiore interesse per i destinatari della guida (servizi per la ricerca e la formazione, mobilità professionale, diritti culturali e formativi ecc.). Il progetto intende quindi considerare e valorizzare la propensione dei giovani all’accesso diretto alle fonti informative ed all´autonomia nei percorsi di ricerca, coniugandola con gli skill informativi specifici dei documentalisti specializzati che hanno progettato, implementato e redatto il Wiki. La guida è stata presentata alla stampa e a una rappresentanza di studenti universitari e giovani ricercatori il 1° dicembre, presso lo Spazio Europa della Rappresentanza in Italia della Commissione europea (Via Iv Novembre 149, 00187 Roma). Tra i presenti, oltre ai documentalisti dei Cde che hanno progettato il Wiki, Emilio Dal Monte della Rappresentanza in Italia della Commissione europea e Clara Albani, direttrice dell’Ufficio d’informazione del Parlamento europeo per l’Italia. Per maggiori informazioni: Dorotea Lantieri, Rappresentanza in Italia della Commissione europea dorotea.Lantieri@ec.europa.eu ; tel.06 69999251; Isolde Quadranti, Università degli Studi di Verona (coordinatrice dei Cde italiani) isolde.Quadranti@univr.it ; tel: 045 8028847; Magda Sanna, Università di Sassari (vice-coordinatrice dei Cde italiani) magsanna@uniss.It ; tel: 079 228763. |
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ECCO IL "LISC" - LABORATORIO INTERDISCIPLINARE DI SCIENZA COMPUTAZIONALE |
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Trento, 6 dicembre 2010 - Si chiama Lisc ed è il nuovo Laboratorio interdisciplinare di Scienza Computazionale, nato dalla collaborazione fra i ricercatori della Fondazione Bruno Kessler e dell’Università degli Studi di Trento che si occupano di calcolo scientifico e di simulazione basata su modelli matematici. Il 3 dicembre a Povo, negli spazi del Polo Scientifico e Tecnologico intitolato al professor Fabio Ferrari, si è svolta l´inaugurazione di questo nuovo Centro e del Sistema di Calcolo "Aurora". "Credo - ha esordito il presidente Lorenzo Dellai intervenuto alla cerimonia - che questo sia un segnale di grande speranza per il mondo della scienza e dell´alta formazione e vorrei dedicarlo a tutte le persone, in particolare ai ragazzi, che in questi giorni, nel nostro Paese, stanno manifestando in forme più diverse la propria preoccupazione per il futuro". Il presidente Lorenzo Dellai, che ha ringraziato a nome di tutti il rettore dell´Università trentina Davide Bassi e il presidente di Fbk Andrea Zanotti, ha evidenziato come il Lisc rappresenti una fra le più importanti innovazioni degli ultimi anni, rese possibili grazie al grane impegno di tutti gli enti coinvolti. "Voglio dedicare questo momento di speranza proprio agli studenti trentini - ha proseguito il presidente Dellai - perché nella loro protesta leggo radici profonde, che parlano di una diffusa preoccupazione circa il futuro. Vorrei dire loro che se in Trentino la comunità istituzionale e quella scientifica hanno deciso, tra le altre cose, di compiere anche questo importante passo è perché si vuole costruire un domani, si vuole offrire una speranza concreta, si vogliono impostare nuove prospettive. Certo, il percorso è lungo: questo stesso centro e le ricerche che vi si compiono hanno nella loro natura il concetto del "lungo periodo". E proprio per questo ai ragazzi vorrei dire che bisogna tenere duro, essere capaci di scommettere e riuscire a pensare oltre". Non poteva mancare, nelle parole del presidente della Provincia, anche una riflessione attorno alle nuove deleghe ottenute dallo Stato con l´accordo di Milano: "Ci siamo posto nell´ottica di cambiare - ha spiegato Dellai - anche se il nostro "status quo" è comunque già molto positivo. Tuttavia non si può far finta che il mondo non stia cambiando, anzi: esso gira a una velocità sempre maggiore ed è quindi necessario cambiare, alzando l´asticella delle nostre aspettative. Da questa radice, che è di etica civile prima ancora che di ricerca e di alta formazione - ha proseguito il presidente Lorenzo Dellai - sono emerse tante cose: pensiamo alla straordinaria fase di collaborazione fra la Provincia e l´Università, di cui uno dei frutti è proprio questo istituto, esempio di integrazione". "Mi ha fatto piacere - ha concluso Dellai - sentire dalle parole del professor Bassi che la Provincia non viene percepita come semplice soggetto finanziatore. Chiediamo di essere partner - ha concluso Dellai - perché credo che questo sia il ruolo naturale di una politica che sa benissimo quanto siano essenziali per il futuro del nostro territorio gli investimenti in alta formazione e ricerca". Lisc è dunque il Laboratorio Interdisciplinare di Scienza Computazionale nato dalla collaborazione diretta fra i ricercatori della Fondazione Bruno Kessler e dell’Università degli Studi di Trento che si occupano di calcolo scientifico e di simulazione basata su modelli matematici. Con i supercalcolatori in dotazione all’Università e alla Fbk, gli scienziati effettueranno esperimenti innovativi, difficilmente realizzabili in un tradizionale laboratorio. Grazie a un nuovo approccio che prevede la sinergia delle varie competenze presenti nelle due realtà di ricerca trentine, sarà possibile studiare la materia dall’infinitamente piccolo, come nel caso delle particelle elementari, all’infinitamente grande, per comprendere ad esempio fenomeni di livello astrofisico. Gli studi saranno applicati anche alle scienze dei materiali, alla fisica nucleare e delle alte energie e all’ambito biologico, ad esempio per analizzare alcune caratteristiche delle proteine e del Dna, con la prospettiva di estendere in futuro le attività ad altri settori e discipline. Il laboratorio costituirà inoltre un punto di riferimento per gli studenti universitari interessati alle applicazioni scientifiche del supercalcolo e svolgerà di conseguenza un importante ruolo formativo. Il laboratorio sarà co-diretto da Maurizio Dapor, della Fondazione Bruno Kessler, e Francesco Pederiva, dell’Università di Trento, e si avvarrà delle competenze di circa 25 esperti, fra docenti, ricercatori, dottorandi e personale di staff. I responsabili delle principali aree di ricerca saranno Pietro Faccioli (Biophysics and Statistical Mechanics) e Winfried Leidemann (Nuclear Physics and Astrophisics) dell’Università di Trento, Simone Taioli (Solid State and Material Science) e Luigi Scorzato (High Energy Physics) della Fondazione Bruno Kessler. Situato presso gli spazi di Povo (in via Sommarive, 18), il laboratorio avrà in dotazione sia la rete informatica della Fondazione Bruno Kessler che quella dell’Università di Trento. Per affrontare la complessità delle simulazioni fisico-matematiche richieste nelle applicazioni del calcolo scientifico, disporrà di una potenza di calcolo nell’ordine di alcune centinaia di Tflops. In particolare l’hardware a disposizione comprende il cluster di processori Kore della Fondazione Bruno Kessler, il cluster Linux Wiglaf del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento e Aurora, il supercomputer con una delle più alte densità di potenza di calcolo al mondo. |
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UNIVERSITÀ : RISORSE CONFERMATE A COMPARTO STRATEGICO PER FVG |
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Udine, 6 dicembre 2010 - Sala Ajace esaurita (ed almeno un centinaio di studenti rimasti fuori) il 2 dicembre a Udine per il dibattito "Il futuro dell´università. Coloreremo ancora la materia grigia", organizzato dall´Università del capoluogo friulano per mettere a confronto le anime regionali dell´alta formazione e della ricerca in contemporanea con l´approvazione della Riforma Gelmini. I rettori degli Atenei di Udine e Trieste, Cristiana Compagno e Francesco Peroni, ma anche l´ex sindaco di Udine, Sergio Cecotti, in rappresentanza della Scuola superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste, hanno condiviso la preoccupazione e la frustrazione espresse da Edoardo Boncinelli, professore di biologia e genetica presso l´Università Vita-salute di Milano, deciso sostenitore del principio che "la ricerca è fatta dai giovani, va finanziata ed amata se vogliamo sviluppare la società". Allarme totale per l´università italiana secondo Compagno, alla quale "non piace l´incertezza perché in queste condizioni non si può migliorare il prodotto a tutto svantaggio degli studenti. Si parla di università barona - ha aggiunto - ma in realtà è un´università in miseria". L´assenza di risorse è una realtà assoluta anche per Paroni, convinto però che sia "il risultato di un´analisi poco corretta delle risorse nazionali". "I fondi nazionali destinati alla ricerca sono risibili rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei", ha incalzato Cecotti, per il quale "è necessario ridare competitività ed attrattività alle nostre università". In questo contesto, ha spiegato l´assessore regionale ad Università e Ricerca, Roberto Molinaro, la Regione considera il comparto dell´università, dell´alta formazione e della ricerca "qualificante e strategico per il futuro del Friuli Venezia Giulia". "Nonostante le attuali difficoltà - ha garantito l´assessore - sono state confermati per il 2011 gli stessi finanziamenti dell´anno in corso, includendo anche la totale copertura delle borse di studio". "Siamo dentro un processo di cambiamento - ha commentato Molinaro - che pone il sistema regione nelle condizioni di garantire organicità agli interventi molto più che in passato. Università e ricerca sono una priorità in quanto le riteniamo fondamentali per valorizzare il territorio". L´assessore ha infine ribadito che all´inizio del prossimo anno verrà resa operativa la riforma del sistema di finanziamento regionale all´università, nell´ambito del quale sarà creato un fondo unico ed un coordinamento gestionale triennale con la presenza di rettori e direttori delle tre università e dei due conservatori dell´estremo Nordest, offrendo anche l´opportunità di intervento consultivo agli studenti. |
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LE MISSIONI DELLA PIATTAFORMA ´OMAR´ ISTITUITA A NOVARA SCIENZA, TECNOLOGIA E INNOVAZIONE |
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Torino, 6 Dicembre 2010 - Divulgare la scienza, la tecnologia e la cultura sostenibile, avvicinando i più giovani ai temi dell´innovazione e valorizzando allo stesso tempo le eccellenze del territorio. Per raggiungere questi obiettivi è stata istituita il 2 dicembre a Novara la piattaforma “Omar Tec”, nata su iniziativa della Fondazione Omar per promuovere iniziative complementari e integrative dell´iter formativo degli studenti, per creare occasioni e spazi di incontro e per favorire sempre più l´apertura del mondo della scuola e della società civile a questi temi, in coerenza con le finalità formative istituzionali. "E´ fondamentale garantire lo sviluppo scientifico e tecnologico sul territorio locale - dichiara l´assessore allo Sviluppo Economico e Innovazione, Massimo Giordano - anche attraverso la realizzazione di tutte le opportune forme di collaborazione tra enti che lavorano alla programmazione e attuazione di interventi di questo genere. Grazie a questa piattaforma sarà possibile condividere e rilanciare l´innovazione soprattutto presso le nuove generazioni, chiamate a raccogliere le sfide del futuro che vedranno la scienza e la tecnologia sempre più protagoniste. Il fatto che un´intesa di questo tipo venga raggiunta tra importanti realtà del territorio novarese, su tutte la Fondazione Omar che ha promosso con convinzione questa iniziativa, è dimostrazione delle ottime potenzialità su cui possiamo puntare". Sono otto i soggetti che hanno sottoscritto il protocollo d´intesa: Regione Piemonte, Fondazione G. Omar, Provincia di Novara, Associazione Industriali, Ufficio Scolastico Provinciale, Polo Ibis, Fondazione Novara Sviluppo, Nova Res. La Fondazione Omar, in base all´accordo, sarà l´ente coordinatore della piattaforma per il rilancio della scienza e della tecnologia e come “Incubatore” per la formazione e la divulgazione della cultura dello sviluppo sostenibile sul territorio. Nell’ambito della convenzione le parti stabiliscono di dare priorità alla necessità di promuovere iniziative di sensibilizzazione, educazione e formazione rivolte a studenti, insegnanti, cittadini e piccole imprese sulle innovazioni, sulla qualità dello sviluppo, sulla cittadinanza attiva e sul rapporto tra scuola e territorio. Ciò verrà realizzato, in particolare, con nuovi percorsi e materiali divulgativi negli istituti, attraverso progetti di cooperazione con paesi dell’ Unione Europea, con azioni di promozione e divulgazione delle realtà innovative già presenti sul territorio e con la realizzazione di progetti di filiera. Prevista anche l’istituzione di un "laboratorio aperto": si tratta di uno degli strumenti del piano per la competitività, che consiste nella creazione di un luogo di ricerca e sperimentazione realizzato in un contesto reale in cui l’utente finale viene utilizzato come “sperimentatore” dal vivo, monitorando costantemente le sue necessità nell’utilizzo quotidiano di applicazioni e servizi. Tra gli impegni del protocollo c´è anche la previsione di allestire di un museo delle Innovazioni Sostenibili. |
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FONDO SOCIALE EUROPEO: OGGI GIORNATA PER RICERCA E OCCUPAZIONE |
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Perugia, 6 dicembre 2010 – Le azioni della Regione Umbria a favore della ricerca, grazie alle quali molti giovani laureati residenti in Umbria hanno trovato lavoro anche fuori dai confini nazionali o hanno potuto inserirsi nei progetti di ricerca di Università e imprese private, saranno al centro della “Giornata del Fondo Sociale Europeo per la ricerca e l’occupazione” che si tiene lunedì 6 dicembre a Perugia, alla Sala dei Notari (a partire dalle ore 9.30). Nell’ambito della Giornata, alla quale parteciperà la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, verranno presentate alcune esperienze significative di giovani che hanno beneficiato degli assegni di ricerca erogati dalla Regione a valere sulle risorse del Fondo Sociale Europeo. La Giornata si aprirà alle 9.30 con i saluti dell’assessore all’Economia della Regione Umbria, Gianluca Rossi, e dell’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Perugia, Giuseppe Lomurno. Seguirà l’intervento di Alessandra Tomai, del Ministero del Lavoro, dirigente della Divisione Attività di coordinamento del Fondo Sociale europeo, sulla “valorizzazione del capitale umano: un asse strategico del Fondo Sociale Europeo”. Verranno poi illustrate le “azioni a favore della ricerca nel Por Umbria Fse ob.2 competitività regionale e occupazione 2007-2013”, a cura della Direzione regionale allo Sviluppo economico, e le esperienze vissute in prima persona da cinque ricercatori. Al termine (ore 12.25 circa) si terrà la consegna degli attestati ai giovani che hanno concluso il loro progetto di ricerca. |
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IL RITORNO ALLA TERRA? UNA CHANCE PER SUPERARE LA CRISI INCONTRO-DIBATTITO IN TOSCANA PER OLTRE 400 STUDENTI DEGLI ISTITUTI AGRARI |
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Firenze, 6 dicembre 2010 - Il ritorno alla terra? E´ una delle chiavi per superare la crisi attuale. Lo sostiene il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, lo sottolinea il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi davanti a un pubblico speciale, composto da oltre 400 giovani degli istituti agrari della Toscana. L´incontro del teatro Puccini sul tema del rapporto tra le giovani generazioni e le professioni agricole mobilita studenti di tutta la regione (di Firenze, Cortona, Lucca, Pistoia, Siena, Pisa, Grosseto e Cecina, le scuole coinvolte) per offrire loro, accanto a una analisi della situazione attuale del comparto, anche gli strumenti per andare oltre. “Dovete volare alto, appassionarvi, non temere le difficoltà. Perchè in un futuro nel quale il cibo dovrà ritrovare valore tornare alla terra sarà sempre più importante” chiosa Petrini. “Siamo pronti a darvi una mano, se vorrete - sottolinea Rossi - perchè l´agricoltura è la radice del nostro territorio, del suo paesaggio”. Promosso dall´associazione “Quelli del Puccini”, (a far da padrone di casa è il presidente Sergio Staino) con la collaborazione di Regione Toscana (oltre al presidente c´è l´assessore all´agricoltura Gianni Salvadori) e di Unicoop l´incontro si articola su una serie di testimonianze tra cui quella di Roberto Negrini, presidente della lega delle Cooperative agricole e di Stefano Pezzati, presidente della cooperativa “Il Forteto”. Ma al centro della intensa mattinata c´è la “lezione” di Petrini: “Che cosa è successo tra gli anni Cinquanta, quando la metà della popolazione italiana viveva di agricoltura e oggi, quando i contadini sono il 4% una quota residuale, quasi invisibile? E´ successo che è cambiato il ruolo del cibo. Allora era un valore, oggi è solo una merce, u n prezzo. E per il mercato ciò che è merce deve costare poco. E questo è alla base di tutte le distorsioni del sistema alimentare”. Petrini alimenta il suo intervento di immagini forti, nel silenzio attento dei ragazzi: e snocciola dati impressionanti sui cibi che divengono rifiuti: 4.000 tonnellate al giorno in Italia, 40.000 nell´Unione europea . “Folle” definisce senza mezzi termini il sistema che, dati Fao, produce cibo per il doppio della popolazione mondiale, ma ne lascia oltre un miliardo senza. Ma è da questo quadro di crisi, però, che per Petrini si possono attivare le idee di un cambiamento che non può che partire da un diverso valore per il cibo e da un conseguente ritorno alla terra: “In America, la patria dei supermercati, nel 1995 sono nati i primissimi mercati contadini. Oggi ce ne sono ottomila. E questi mercati sono pieni di giovani agricoltori che vanno a vendere i loro prodotti mettendoc i la faccia. E´ una piccola marea, ma sta crescendo, anche in Italia. Ed è questa una delle grandi chance che avete. E ricordate si ritorna alla terra non solo facendo i contadini, ma anche mettendo in atto pratiche responsabili, che ci rendono non più consumatori passivi, ma-coproduttori”. Se Petrini tocca il tasto delle motivazioni per il ritorno alla terra, il presidente Rossi e l´assessore all´agricoltura Gianni Salvadori indicano le possibilità concrete messe in atto dalla Regione. “Un giovane under 40 che avvia un´impresa agricola può ricevere un finanziamento di 40.000 euro – spiega Rossi - In questo modo negli ultimi tre anni con un budget di 43 milioni di euro abbiamo sostenuto 1.080 imprese. E visto il successo di questa misura (le domande erano state 3.000) abbiamo deciso di prorogarla finanziandola con altri 30 milioni di euro. Non solo: sempre nell´ambito delle misure previste dal piano di sviluppo rurale, diamo ai giovani priorità specie per i settori che li vedono in primo piano come quello della filiera corta, per esempio”. Ma l´azione della Regione, in prospettiva si allarga ancora. Il presidente ipotizza di utilizzare fondi europei per sostenere economicamente i giovani che dopo lo studio, effettuano tirocinii e stage fino a oggi in maniera del tutto gratuita. L´assessore all´agricoltura sta a sua volta lavorando a due proposte: la prima riguarda il possibile utilizzo per i giovani delle migliaia di ettari di terreno agricolo di proprietà della regione, la seconda il varo di una vera e propria banca della terra per sostenere le imprese promosse da giovani nell´accesso ai terreni, al credito e alla formazione e all´assistenza tecnica. “C´è una disponibilità forte da parte dei giovani a impegnarsi - evidenzia Salvadori - vogliamo contribuire a creare le condizioni perchè possano aver un reddito e costruire una prospettiva di vita per sé e per la loro famiglia. L´agricoltura toscana ha nei giovani la chiave del suo futuro”. |
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SARDEGNA: PUBBLICATO IL BANDO DELLA QUINTA EDIZIONE DEL CONCORSO "PREMIO DEL PAESAGGIO" |
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Cagliari, 6 Dicembre 2010 - L´assessorato degli Enti locali, finanze ed urbanistica ha pubblicato il bando della quinta edizione del "Premio del paesaggio", il concorso di idee per la promozione di interventi di qualità paesaggistica e sostenibilità ambientale e rappresentazione fotografica del paesaggio. Anche quest´anno il concorso prevede due sessioni: "progetti" e "fotografie". La prima sessione è, a sua volta, articolata in due categorie: categoria A: interventi di realizzazione e/o riqualificazione urbanistica, architettonica e interventi di realizzazione e/o riqualificazione di infrastrutture; categoria B: interventi di realizzazione e/o riqualificazione di spazi aperti e interventi di riqualificazione e/o valorizzazione paesaggistica. La seconda riguarda, invece, progetti fotografici sul paesaggio così come è percepito dalle popolazioni, attraverso la storia, la cultura e le tradizioni locali, il cui carattere deriva dall´azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni . Per entrambe le sessioni sono previste due tipologie di candidature: Sessione "progetti" senior: tale premio è destinato a progetti di opere significative dal punto di vista paesaggistico, già realizzate o da realizzare nel territorio sardo, ed è aperto a qualsiasi persona fisica o giuridica, pubblica o privata, che partecipi alla progettazione degli interventi messi a concorso; junior: questo premio, destinato ad idee progetto capaci di riconoscere e di accrescere la qualità del paesaggio, è invece rivolto a coloro che siano laureati da meno di cinque anni; Sessione "fotografie" senior: premio internazionale rivolto a fotografi professionisti; junior: premio rivolto alle scuole e ai fotografi non professionisti. Le proposte devono essere presentate entro il 14 maggio 2011, a mano, tramite raccomandata o mediante corriere, al seguente indirizzo: Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato degli Enti locali, finanze ed urbanistica, Direzione generale della Pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia, Servizio della pianificazione paesaggistica e urbanistica, viale Trieste, 186, 09123 Cagliari. Http://www.regione.sardegna.it/j/v/55?s=1&v=9&c=389&c1=1376&id=22655 |
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SECONDO L´ESA L´ATMOSFERA RICCA DI ZOLFO DI VENERE CI METTE IN GUARDIA CONTRO LA GEOINGEGNERIA |
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Bruxelles, 6 dicembre 2010 - Nonostante le sue differenze, Venere ha molto in comune con la Terra, e dal nostro vicino planetario più prossimo possiamo imparare moltissime cose, che potrebbero rivelarsi utili in futuro. Un esempio tipico è la recente scoperta fatta dal Venus Express dell´Agenzia spaziale europea (Esa) riguardante lo strato di anidride solforosa ad elevata altitudine su Venere. Gli astronomi hanno finalmente rivelato il mistero dello spesso strato di nubi che da tanto tempo confondeva gli scienziati. Questa ricerca all´avanguardia è presentata nella rivista Nature Geoscience. Questo pianeta serra è avvolto da una cortina di nuvole acide che si muovono rapidamente e ci impediscono di vedere la sua superficie. Le nuvole dense riflettono nello spazio circa l´80% della luce ricevuta dal Sole. L´interpretazione di questo fenomeno da parte degli scienziati è che Venere possiede un´albedo molto alta (la frazione di luce solare incidente che viene riflessa). Ecco perché è così facile da vedere ad occhio nudo ed è stata anche per lungo tempo considerata una stella e non un pianeta. Lo spesso strato di nuvole di Venere si forma a circa 50 kilometri (km) dalla superficie del pianeta, quando l´anidride solforosa proveniente dai vulcani si combina con l´acqua per formare acido solforico, una delle sostanze più corrosive nel mondo naturale. La rimanente anidride solforosa viene rapidamente distrutta dalla radiazione solare oltre i 70 km. Ma rimane un enigma: gli scienziati non sono riusciti a determinare né perché ci fosse anidride solforosa a 90 km né da dove questa provenisse. Le simulazioni al computer eseguite da Xi Zhang presso il California Institute of Technology negli Stati Uniti, assieme a colleghi da Francia, Taiwan e Stati Uniti, hanno mostrato che goccioline di acido solforico vengono trasportate dall´atmosfera più bassa fino alla cima delle nuvole del pianeta. Ad altitudini elevate, alcune di queste goccioline liquide evaporano, liberando acido solforico gassoso che viene quindi fatto a pezzi dalla luce solare, con il rilascio di anidride solforosa. "Noi non ci aspettavamo lo strato di zolfo a una altitudine elevata, ma adesso siamo in grado di spiegare le nostre misurazioni," ha detto Hakan Svedhem, scienziato del progetto Venus Express dell´Esa. "Tuttavia, le nuove scoperte significano anche che il ciclo atmosferico dello zolfo è più complesso di quanto pensassimo." L´importanza che esso riveste per il nostro pianeta è grande, a causa dei controversi piani di mitigare il cambiamento climatico iniettando nell´atmosfera terrestre goccioline di zolfo. Paul Crutzen, vincitore del Premio Nobel, dell´Istituto Max Planck per la Chimica in Germania, è una delle persone che apertamente sostengono l´idea di iniettare anidride solforosa a 20 km dalla Terra per contrastare il cambiamento climatico causato dalle emissioni di anidride carbonica. Importanti scienziati suggeriscono che se il Sole riscalda la Terra in modo pericoloso, potrebbe essere giunto il momento di fare ombra. Questa "ombra" potrebbe essere uno strato di inquinamento deliberatamente immesso nell´atmosfera per aiutare a raffreddare il pianeta. Il dott. Crutzen usa l´eruzione del Monte Pinatubo nelle Filippine come modello per la sua idea straordinaria. L´eruzione vulcanica nel 1991 introdusse particelle contenenti zolfo in profondità nella stratosfera. La maggiore riflessione della radiazione solare nello spazio causata dalle particelle abbassò la temperatura della superficie della Terra in media di 0,5°C nell´anno successivo all´eruzione. Tuttavia, le scoperte del dott. Zhang ci danno un chiaro avvertimento; noi dobbiamo ampliare la nostra comprensione del ciclo dello zolfo prima di poter anche solo immaginare di usarlo per raggiungere obbiettivi legati al clima. Comprendere Venere potrebbe alla fine condurre a una migliore comprensione del nostro stesso pianeta, in particolare se guardiamo agli effetti a lungo termine di un tale esperimento sul clima della Terra. "Noi dobbiamo studiare dettagliatamente le potenziali conseguenze di un simile strato artificiale di zolfo nell´atmosfera della Terra," sottolinea Jean-loup Bertaux dell´Università di Versailles-saint-quentin, Francia, il principale investigatore del sensore Spicav (Spectroscopy for Investigation of Characteristics of the Atmosphere of Venus) su Venus Express. "Venere ha uno strato enorme di queste goccioline, quindi qualsiasi cosa noi impariamo su queste nuvole probabilmente è pertinente a tutte le tecniche di geoingegneria applicate al nostro pianeta." Per maggiori informazioni, visitare: Esa - Venus Express: http://www.Esa.int/esami/venus_express/index.html Nature Geoscience: http://www.Nature.com/ngeo/journal/vaop/ncurrent/full/ngeo989.html |
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LIFE+: CONSULTAZIONE SU UN FUTURO STRUMENTO FINANZIARIO UE PER L´AMBIENTE, 2014 - 2020 |
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Bruxelles, 6 dicembre 2010 - Rivolta a cittadini, organizzazioni ambientaliste e autorità pubbliche, questa consultazione vuole raccogliere idee e opinioni sullo strumento finanziario per l´ambiente per il periodo 2014 – 2020. Il questionario si concentra sugli obiettivi, le attività e le modalità di supporto che caratterizzeranno questo strumento. I risultati saranno tenuti in conto dalla Commissione al momento di proporre il nuovo strumento a Consiglio e Parlamento e saranno inclusi nella sua valutazione di impatto. L´attuale strumento, Life+, è la principale fonte di finanziamento delle iniziative in favore dell´ambiente in Europa, con un budget di 2,7 miliardi. Ha tre campi principali di intervento: Natura e Biodiversità - Politica e governance ambientale - Informazione e comunicazione- Life+ finanzia associazioni pubbliche e private. Le organizzazioni possono essere nazionali o transnazionali, ma le iniziative finanziate devono aver luogo sul suolo dell´Unione. Il contesto - Le consultazioni pubbliche della Commissione sono tra i principali strumenti attraverso i quali si attua la politica di trasparenza dell´Unione europea e si permette la partecipazione dei cittadini al processo decisionale e legislativo. Spesso accompagnate da un "libro verde", vale a dire un documento atto a stimolare il dibattito su un determinato argomento, le consultazioni pubbliche sono rivolte a tutti i cittadini e le organizzazioni che abbiano interesse nei temi che saranno oggetto delle future proposte legislative della Commissione e che vogliano far sentire la propria voce all´interno dei processi decisionali. Tutte le consultazioni aperte sono disponibili al sito "La vostra voce in Europa" http://ec.Europa.eu/yourvoice/consultations/index_it.htm |
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LA PERDITA DI BIODIVERSITÀ METTE A RISCHIO LA SALUTE |
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Bruxelles, 6 dicembre 2010 - Un nuovo studio angloamericano dimostra che la perdita di biodiversità, compresa quella di mammiferi e batteri benefici, pone dei rischi per la salute umana. Pubblicata sulla rivista Nature, la ricerca mette in luce l´importante correlazione tra la conservazione della biodiversità e la malattia: la scomparsa di specie negli ecosistemi, infatti, innesca la proliferazione di agenti patogeni che provocano malattie. Per ridurre la probabilità della conseguente trasmissione di malattie infettive dalla fauna selvatica agli animali domestici e agli umani, gli autori lanciano un appello a monitorare meglio le aree con un´elevata concentrazione di animali domestici. I ricercatori hanno scoperto che la flora, la fauna e i microbi con maggiori probabilità di scomparire, a seguito della perdita di biodiversità, sono spesso quelli che tamponano la propagazione di malattie infettive. Tendono piuttosto a rimanere le specie che amplificano la trasmissione di malattie infettive, come il virus del Nilo occidentale, la malattia di Lyme e l´Hantavirus. "Eravamo a conoscenza di casi specifici in cui il degrado della biodiversità aumenta l´incidenza della malattia", ha detto Felicia Keesing, un´ecologista del Bard College di New York, Stati Uniti. "Ma ora sappiamo che la situazione è molto più generalizzata: la perdita di biodiversità tende a far proliferare la trasmissione di agenti patogeni tra un ampio spettro di sistemi epidemici". La studiosa ha evidenziato che questo schema è applicabile a diversi tipi di patogeni, ovvero virus, batteri e funghi, nonché a molte tipologie di organismi ospite, siano essi umani, animali o vegetali. "Quando il test clinico di un farmaco dimostra che funziona, la sperimentazione viene conclusa in modo da rendere il farmaco disponibile", ha osservato la prof.Ssa Keesing. "In modo simile, l´effetto protettivo della biodiversità è abbastanza assodato da rendere necessaria l´attuazione di misure per preservarla". Richard Ostfeld del Cary Institute of Ecosystem Studies, Stati Uniti, ha spiegato che nel caso della malattia di Lyme, "quando le foreste vengono frammentate le specie che esercitano una forte azione di tamponamento, come gli opossum, si perdono, invece i topi dai piedi bianchi proliferano. Questa proliferazione favorisce la crescita sia delle colonie di zecche dalle zampe nere, il vettore, sia di quelle dell´agente patogeno che causa la malattia di Lyme". Tuttavia, ha ammesso che per il momento gli scienziati non sono in grado di spiegare perché le specie più resistenti, cioè "quelle che resistono quando la biodiversità si perde", sono anche quelle che amplificano i patogeni. L´identificazione delle variabili che intervengono nella comparsa di malattie infettive è difficoltosa, ma cruciale secondo Andrew Dobson della Princeton University, Stati Uniti. La biodiversità è un fattore importante, ma lo sono anche i cambiamenti nel modo di utilizzare la terra e la crescita e il comportamento della popolazione umana, continua. "Quando la diversità biologica viene meno e il contatto con gli umani aumenta, si creano le condizioni perfette per lo scoppio di un´epidemia", ha spiegato il prof. Dobson. Secondo i ricercatori è essenziale un monitoraggio attento delle aree con elevata concentrazione di animali domestici o di allevamenti ittici per arrestare la trasmissione di malattie infettive dagli animali selvatici e dalle piante al bestiame e quindi agli umani. Commentando lo studio, Sam Scheiner della National Science Foundation (Nsf) ha detto: "Il cambiamento globale sta accelerando e si porta dietro uno strascico di conseguenze impreviste. Questa monografia illustra i pericoli del cambiamento globale, mostrando che l´estinzione delle specie potrebbe condurre a un aumento dell´incidenza per esseri umani, altri animali e piante". Dagli anni Cinquanta la biodiversità globale si è degradata a un ritmo elevatissimo. Gli attuali tassi di estinzione sono più alti che in passato di un fattore compreso tra cento e mille e gli esperti prevedono che possano aumentare di almeno mille volte nell´arco dei prossimi 50 anni. L´espansione delle popolazioni umane può incrementare il contatto con nuovi agenti patogeni attraverso diverse attività, tra cui il disboscamento per destinare il terreno all´agricoltura e la caccia. Allo studio hanno contribuito ricercatori della Zoological Society di Londra (Regno Unito) e della Medical School di Harvard, dell´Università della North Carolina a Chapel Hill, della Oregon State University, della Penn State University, della Università della Florida, della Cornell University, del Wildlife Trust e del Virginia Tech (Stati Uniti). Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www.Nature.com/nature/index.html Cary Institute of Ecosystem Studies: http://www.Ecostudies.org/ |
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NUOVA TECNOLOGIA IN AIUTO DEI VIGILI DEL FUOCO |
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Bruxelles, 6 dicembre 2010 - Osservare un edificio in fiamme è un´esperienza terribile. E può essere ancora peggiore se non è possibile stabilire che direzione prenderà il fuoco, specie per coloro che per professione cercano di salvare vite umane e di salvaguardare gli edifici circostanti. Consci del valore della possibilità di prevedere lo sviluppo degli incendi, alcuni ricercatori finanziati dall´Unione europea hanno realizzato una nuova tecnica in grado di prevedere la diffusione degli incendi e l´hanno presentata nella rivista Fire Safety Journal. Messa a punto dai ricercatori dell´Università di Edimburgo (Regno Unito), questa nuova tecnica è in grado di trasmettere i dati rilevati da alcuni sensori sistemati negli edifici in fiamme in modelli computerizzati attraverso i quali le squadre di soccorso possono raccogliere le informazioni a loro necessarie per prevedere come si svilupperà il fuoco. Molte discipline si sono avvicinate a scienza e tecnologia perché fosse possibile prevedere le dinamiche dei sistemi non triviali, anche nell´ambito di astronomia e meteorologia. "Poter prevedere la propagazione del fuoco negli ambienti chiusi sarebbe una svolta e fornirebbero ai vigili del fuoco le informazioni essenziali sul propagarsi del fuoco secondo un dato tempo di risposta (ovvero secondi o minuti prima dell´evento)", scrivono gli autori. "La tecnologia non è attualmente disponibile poiché gli strumenti di simulazione degli incendi oggi non sono in grado di prevedere l´avanzamento del fuoco in modo rapido, preciso ed affidabile". Qui entra in gioco il "´Sensor Assisted Fire Fighting": la tecnologia potrebbe rivelarsi molto utile ai vigili del fuoco che avranno più tempo per determinare il propagarsi dell´incendio, migliorare la gestione dell´evento e minimizzare l´impatto dell´incendio. I sensori impiegati sono semplici e in grado di misurare la temperatura e l´altezza di un fuoco e e adatti ad essere integrati in allarmi antincendio, sensori di temperatura per ambienti chiudi e telecamere a circuito chiuso. I modelli computerizzati più all´avanguardia sono in grado di convertire i dati dei sensori per ricavarne una previsione della dinamica dell´incendio. Questa innovativa tecnologia consente ai vigili del fuoco di seguire da vicino e in tempo reale lo sviluppo di un incendio. I sensori, infatti, garantiscono un aggiornamento costante delle informazioni. I ricercatori sottolineano, inoltre, che nel caso in cui le condizioni dovessero cambiare in misura significativa, come potrebbe succedere per la rottura di una finestra, le misurazioni dei sensori consentirebbero di correggere la previsione. "Spesso i vigili del fuoco sono costretti a seguire il proprio istinto per domare un incendio", spiega il dott. Guillermo Rein dell´Istituto di ingegneria. "Questa tecnologia potrebbe dare loro le informazioni necessarie a valutare un numero maggiore di opzioni in caso di emergenza e aiutarli ad evitare perdite o rischi non necessari, salvando vite umane e minimizzando la portata dei danni. Tuttavia, perché sia possibile mettere in pratica questa tecnologia è necessario rendere il più realistiche possibili le simulazioni attraverso la ricerca". La ricerca è stata finanziata parzialmente da una borsa del programma di cooperazione regionale Ue-alban, volto a rafforzare la cooperazione tra Ue e America latina sotto il profilo dell´istruzione. Per maggiori informazioni, visitare: University of Edinburgh: http://www.Ed.ac.uk/home Fire Safety Journal: http://www.Elsevier.com/wps/find/journaldescription.cws_home/405896/description#description |
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QUALITA´ DELL´ARIA: IN ARRIVO IL NUOVO PIANO A TRENTO PRESENTATI GLI ADEGUAMENTI NORMATIVI ALLA DIRETTIVA UE DA UN LATO LE MISURE ORDINARIE E DALL´ALTRO GLI INTERVENTI PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA |
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Trento, 6 dicembre 2010 - Novità in arrivo in materia di qualità dell’aria: questo pomeriggio il vicepresidente e assessore provinciale all’ambiente Alberto Pacher ha presentato al Consorzio dei Comuni la proposta di adeguamento del Piano di azione alla normativa europea, che sarà oggetto di alcune prossime decisioni della Giunta provinciale. Il nuovo Piano, rispetto a quello in vigore l´anno scorso (per il periodo 1 novembre-31 marzo) sarà in realtà un doppio piano: da un lato, l´insieme delle misure strutturali, riguardanti traffico, riscaldamento e quant´altro, che, essendo risultate molto efficaci, rimarranno in vigore tutto l´anno; dall´altro, il piano pensato per le situazioni di emergenza, che sarà gestito da un comitato all´interno del quale siederanno i rappresentanti di Provincia, Appa, Consorzio dei Comuni, Meteotrentino e di alcune amministrazioni comunali. “La necessità di porre mano a delle modifiche è sopravvenuta negli ultimi mesi – ha spiegato Pacher – e riguarda soprattutto l’impalcatura delle regole. Sul piano dei contenuti il trend relativo alla qualità dell’aria, in Trentino, è positivo; le misure che adotteremo riflettono questa situazione. L’unione europea ha emanato una direttiva, recepita con decreto legislativo dello scorso agosto, che si sostituisce alla normativa precedente prevedendo di fatto una sorta di strategia binaria: da un lato un piano strutturale ordinario, che enumera delle azioni da realizzare in situazioni non emergenziali; dall’altro, a fronte del superamento di determinate soglie di inquinamento, scattano invece delle misure straordinarie, pensate per reagire appunto a situazioni particolari e circoscritte.” Fabio Berlanda, direttore dell’Appa, ha spiegato come gli strumenti in vigore in Trentino - i quali riflettono appunto questo "doppio binario" previsto dall´Europa - siano il Piano per la tutela della qualità dell’aria e il Piano di azione, in vigore dall’anno scorso. Il primo riguarda le misure ordinarie, il secondo quelle straordinarie. Nella nuova legge alcune misure del secondo passeranno però nel primo; il Piano di azione quindi sarà, in maniera ancora più marcata, solo un piano per le situazioni di emergenza. Ma qual è la situazione della qualità dell’aria in Trentino? Innanzitutto, è migliorata moltissimo negli ultimi 30 anni, perché sono cambiati i combustibili, perché sono cambiati i trasporti, con l’introduzione delle marmitte catalittiche e per altre ragioni analoghe. I problemi riguardano oggi le Pm10, soprattutto per gli sforamenti giornalieri, non tanto per le medie annuali; ciò significa che gli andamenti delle polveri sottili dipendono fortemente dalle condizioni atmosferiche. Fino al 2006 si registravano anche 100 sforamenti all’anno, di contro ad una soglia fissata in sede nazionale in un massimo di 35. Oggi la situazione è molto migliorata. Riguardo alla media annuale, invece, essa è sempre stata rispettata, tranne che in un caso (Riva). L’altro inquinante che desta preoccupazioni è il biossido di azoto. In questo caso è la media annuale che fatichiamo a rispettare, non il limite dei superamenti giornalieri, fissato in 18. Per quanto riguarda le fonti, la maggior parte delle Pm10 sono prodotte dalla combustione domestica; per le emissioni di Nox, è il traffico la fonte principale. La delibera varata dalla Giunta provinciale nel 2009 prevedeva, lo ricordiamo, l’adozione di un Piano biennale, destinato a decadere con la nuova normativa. Il nuovo Piano riguarderà anche inquinanti diversi rispetto al passato, e comprenderà i valori dell’ozono. Le emergenze saranno gestite da un apposito nucleo operativo, che dovrà decidere le azioni da intraprendere e coordinare i diversi attori territoriali, a partire dai Comuni. Fra i possibili settori di intervento, in primo piano naturalmente quelli sulle fonti delle emissioni: il riscaldamento o la circolazione dei veicoli. Alcune misure prevederanno il coinvolgimento di più realtà (ad esempio, più regioni per interventi che possano riguardare la limitazione del traffico sulle autostrade). La materia sarà oggetto di alcune delibere di Giunta. |
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PUGLIA: CERTIFICAZIONE ACQUA POTABILE.ILLUSTRATO ALLA STAMPA PROTOCOLLO D´INTESA |
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Bari, 6 dicembre 2010 - L’assessore regionale alle Opere pubbliche e protezione civile Fabiano Amati ha presentato il 2 dicembre alla stampa, con l’assessore all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, ed il Direttore generale dell’Acquedotto Pugliese, Massimiliano Bianco, il protocollo d’Intesa sottoscritto tra Regione Puglia e Aqp per la promozione e l’attuazione di politiche formative e di certificazione ambientale del ciclo dell’acqua in Puglia. L’obiettivo è quello di promuovere politiche di governance ambientale, finalizzate ad un percorso di miglioramento degli aspetti ambientali degli impianti di Aqp, con particolare riferimento agli impianti di potabilizzazione e depurazione. La Regione Puglia dunque, con il management di Aqp e la direzione della scuola Emas ed Ecolabel della regione Puglia (Seep), ha definito un piano operativo di attività di informazione e counselling onthe job finalizzate all’attuazione di politiche per la certificazione ambientale del ciclo dell’acqua in Puglia. Il Piano operativo sarà finanziato per il 50% dalla regione Puglia e si avvarrà della Seep quale struttura tecnica, organizzativa e logistica. Le attività saranno realizzate da un team di esperti da dicembre 2010 ad ottobre 2011 negli impianti di potabilizzazione del Sinni e del Locone e negli impianti di depurazione di noci, Maglie e Castellana Grotte. “ La tutela ambientale è sempre stata una costante in tutte le attività di Acquedotto pugliese – ha detto l’assessore Amati - Basta solo ricordare le innumerevoli accortezze che sono state usate durante i lavori di realizzazione della condotta Sgolgore dell´Aqp per non interferire in alcun modo con la vita della flora e della fauna circostante e permettere così la nascita di due falchi grillai. Negli ultimi anni l’ambiente è al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica ma da sempre l’azienda opera in un contesto costantemente favorevole alla tutela ambientale. Dunque – ha concluso - con la sottoscrizione di questo Protocollo d’intesa, non facciamo altro che rinsaldare ulteriormente lo storico legame esistente tra Acquedotto pugliese e ambiente”. |
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ACQUA LUCANA MIGLIORE D’ITALIA, DE FILIPPO: “ED È PUBBLICA" IL SERVIZIO IDRICO ITALIANO PORTATO AD ESEMPIO NEL CORSO DELLA TRASMISSIONE DI RAITRE AGORÀ CON DATI ISTAT E DI ALTROCONSUMO |
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Potenza, 6 dicembre 2010 - “Quella della Basilicata è acqua buone e sicura”. E’ la conclusione a cui è giunto il servizio trasmesso questa mattina nel corso della Trasmissione televisiva di Rai Tre “Agorà”, condotta da Andrea Vianello dedicata all’acqua potabile, partita, di contro, dai casi di acque a rischio in altre aree del Paese. La trasmissione ha dato notizia del fatto che secondo una ricerca Altroconsumo “in Basilicata c’è la migliore acqua di rubinetto d’Italia” e che “secondo un’indagine dell’Istat i lucani si fidano a bere l’acqua di casa”, come confermato anche da alcune interviste mandate in onda in cui cittadini lucani ribadivano la fiducia, sottolineando anche la qualità dell’acqua lucana per l’alimentazione dei neonati. La stessa trasmissione ha anche sottolineato come Acquedotto Lucano abbia realizzato anche un’etichetta per l’acqua di rubinetto “che riporta i valori delle acque che sgorgano nei 131 comuni della Regione”. “Attestazioni lusinghiere – ha commentato il presidente della Regione Vito De Filippo – non tanto per quello che è un bene naturale per eccellenza, ma per i sistema di gestione. La gestione dell’acqua in Basilicata è antieconomica per definizione: troppi pochi gli utenti su un territorio troppo vasto, un’alta percentuale di abitazioni rurali sparse, enormi dislivelli da superare, con relative spese, per portare l’acqua in montagna. Si tratta di una gestione che nessun privato, per definizione legato al lucro, potrebbe fare se non aumentando in modo esponenziale le tariffe o limitando la qualità del servizio e, quindi, l’affidabilità dell’acqua stessa. Per questo – ha concluso De Filippo - c’è da essere orgogliosi dalla scelta fatta dalla comunità lucana, a partire dalla Regione per arrivare ai comuni, di affermare non solo la proprietà pubblica dell’acqua, ma anche la natura pubblica della sua gestione, e anche su questo il “caso Basilicata” potrebbe servire a far riflettere in merito alle scelte nazionali sulla gestione dell’acqua”. |
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PROTEZIONE CIVILE FVG: INVESTIRE IN FORMAZIONE PERMANENTE |
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Pordenone, 6 dicembre 2010 - "La sfida, che abbiamo davanti e che di sicuro vinceremo, riguarda il mantenimento anche in futuro degli elevati standard qualitativi e professionali del servizio della Protezione civile regionale: l´obiettivo va raggiunto continuando ad investire nei mezzi, nella crescita professionale e nella formazione permanente". Lo ha affermato il vicepresidente e l´assessore regionale alla Protezione civile, Luca Ciriani, alla 13/esima "Giornata del Volontario di Protezione civile" che si è svolta il 4 dicemrbe, con la partecipazione di quasi 3 mila volontari dei vari gruppi comunali ed associazioni provenienti da tutta la regione, presso la Fiera di Pordenone. Al termine di un anno d´intensa attività, la giornata è organizzata per ringraziare i volontari che svolgono un lavoro prezioso d´aiuto alla popolazione in difficoltà: un grazie "da parte di tutte le istituzioni e dei cittadini", ha precisato Ciriani sottolineando come il sistema della Protezione civile regionale rappresenti un modello di riferimento per tutto il Paese. Nell´evidenziare l´operato dei volontari, nello specifico l´assistenza nelle recenti alluvioni nel Pordenonese ed Isontino, il vicepresidente ha ricordato di aver ricevuto due settimane fa dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, la medaglia d´oro, "idealmente appesa al vostro petto", per la grande capacità organizzativa, solidarietà ed il lavoro svolti dalla Protezione civile in Abruzzo. "La grande partecipazione all´odierna festa ci dimostra - ha spiegato Ciriani - che la Protezione civile non appartiene ad una parte politica o geografica della regione, bensì a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia: è un grande bene al quale la Regione dedica la sua massima importanza". Oltre all´aiuto in occasione delle emergenze, Ciriani ha posto l´accento anche "sull´assistenza quotidiana", e quindi insostituibile, data dalle squadre di volontari nell´ambito dell´offerta dei variegati servizi che le amministrazioni comunali conferiscono ai cittadini. Dopo il direttore della Protezione civile regionale, Guglielmo Berlasso, ha parlato al raduno il nuovo capo del Dipartimento della Protezione civile italiana, Franco Gabrielli, il quale, sollecitato dai giornalisti sul futuro dell´organizzazione, ha risposto che "una squadra che vince, non si cambia". "La strada è tracciata - sostiene Gabrielli -: bisogna avere costanza, forza e determinazione, ma è importante non distruggere una realtà concreta come quella della Protezione civile, magari utilizzando strumentalmente certi episodi che possono talvolta accadere al suo interno: è un patrimonio di tutto il Paese e quindi va aiutata a crescere ulteriormente". Nel suo intervento il Capo diparimento si è soffermato sulla tragica vicenda umana del giovane volontario, Pasquale Antonini, morto portando aiuto a chi aveva bisogno: "nei momenti difficili ricordatevi del suo spirito di dedizione ed abnegazione, che simboleggia la grandezza del volontariato della Protezione civile". In conclusione Gabrielli ha messo in rilievo il significativo ruolo dei volontari, che vanno a colmare il vuoto lasciato dall´esercito, fatto oggi di professionisti, nel portare aiuto alla popolazione colpita dalle calamità e ha citato i suoi predecessori: "il padre" dell´organizzazione, Giuseppe Zamberletti; Franco Barberi, "che ha portato la scienza al suo interno" e Guido Bertolaso, "che ha dovuto pagare l´onta della macchia, che il tempo toglierà dal suo orizzonte e da quello dell´organizzazione". |
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A ROZZANO UN BOSCO DI 35.000 ALBERI MANGIA-CO2 A DIMORA PRIMA QUERCIA PER 35 ETTARI DI VERDE |
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Rozzano/Mi, 6 dicembre 2010 - Il primo dei 35.000 alberi che daranno vita al nuovo bosco di Rozzano (Mi) è stato messo a dimora il 3 dicembre dall´assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio della Regione Lombardia, Alessandro Colucci. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Rozzano Massimo D´avolio e il presidente di Ersaf Roberto Albetti. Il progetto sottoscritto da Regione Lombardia, Comune di Rozzano, Ersaf e dalla casa editrice Editoriale Domus di Rozzano prevede la realizzazione di 25,8 ettari a bosco e 10,2 ettari a infrastrutture (piste ciclabili, punti di avvistamento per animali d´acqua e un edificio in bio architettura da adibire a Punto parco). Il costo complessivo è di 2.140.000 euro. "Regione Lombardia - ha spiegato l´assessore Colucci - sta promuovendo un ampio percorso di riqualificazione delle aree rurali che, allineandosi agli orientamenti comunitari, mira a valorizzare l´ambiente, gestire il territorio e offrire servizi e benefici alla popolazione". "I Sistemi verdi - ha continuato Colucci - rappresentano un´azione avviata da Regione Lombardia, che intende realizzare una vera e propria infrastruttura verde a vantaggio dell´intero territorio regionale e della collettività". Grazie alla messa a dimora dei nuovi alberi si stima un assorbimento annuo di circa 195 tonnellate di Co2. Ogni albero ad alto fusto, infatti, nel corso del suo ciclo di crescita, assorbe e converte tra i 280 e i 400 chili di anidride carbonica all´anno. "Ersaf - ha aggiunto Albetti - ha il compito di gestire, tutelare e valorizzare per conto della Regione il grande patrimonio boschivo e forestale lombardo. A questa mission si affianca una competenza altrettanto importante: il saper creare verde, progettando e realizzando nuovi spazi ed offrire così un ulteriore contributo al miglioramento della qualità di vita dei cittadini dell´hinterland milanese". Rozzano, attualmente, ha circa un milione di metri quadrati di verde pubblico (ai quali si aggiungono 400.000 metri quadri di verde dell´Aler) e quasi 27.000 alberi, di cui diverse centinaia ad alto fusto. A questi si aggiungeranno i 35.000 della nuova area verde. |
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MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO: PRESENTATO NEI CINQUE CAPOLUOGHI CALABRESI L´APQ FIRMATO CON IL MINISTERO DELL´AMBIENTE |
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Catanzaro, 6 dicembre 2010 - Come preannunciato, il 4 dicembre alle 11,30, in contemporanea nei cinque capoluoghi di provincia, è stato illustrato l´accordo di programma quadro tra Ministero dell´Ambiente e Regione su "Programmazione e finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico". A Reggio Calabria l´Apq , con riferimento alla provincia di Reggio, e´ stato illustrato dal Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, assistito dal dirigente generale del Dipartimento regionale "Lavori pubblici" Giovanni Lagana´; a Catanzaro gli assessori regionali, all´Urbanistica, Piero Aiello ed al "Personale" Domenico Tallini; a Cosenza l´assessore ai "Ll.pp:" Giuseppe Gentile; a Crotone la vicepresidente della Giunta Antonella Stasi e l´assessore all´Ambiente Francesco Pugliano ed a Vibo Valentia il sottosegretario alla presidenza della Regione con delega alla Protezione civile Francesco Torchia. Il piano prevede, complessivamente, un investimento di 220 milioni di euro, attraverso un cofinanziamento. A Reggio, il Presidente Scopelliti ha ribadito che i fondi previsti dall’Accordo sono sufficienti per partire e per dare una risposta importante al territorio. “A questi fondi - ha detto il Presidente della Regione - si aggiungo altre risorse e fondi comunitari che saranno impegnate, circa cinquantacinque milioni di euro”. Scopelliti ha aggiunto che si sta lavorando per riavviare, con il Governo, il dialogo al fine di giungere presto ad un altro Accordo di Programma Quadro sull’erosione delle coste. A Catanzaro gli Assessori Aiello e Tallini, nel presentare il documento, hanno sottolineato lìimpegno che la Giunta Scopelliti ha già profuso in questi primi sei mesi di attività a favore delle popolazioni calabresi e per esse delle Province e dei Comuni calabresi. Nello specifico è stato evidenziato che non esisteva alcun progetto d´intervento concreto per il grave problema idrogeologico del territorio calabrese. A Cosenza l´Assessore Giuseppe Gentile ha sottolineato che "si tratta di una serie di interventi urgenti per le maggiori criticità da affrontare con immediatezza per ridurre il rischio idrogeologico.Ritengo che sia comunque importante riflettere sui rapporti tra i Comuni, le Province e la Regione, per rafforzare l´interlocuzione con il Governo Nazionale". L´assessore al Bilancio Giacomo Mancini ha detto come "il lavoro di squadra che contraddistingue la Giunta Scopelliti in tutti i settori, sta permettendo di raggiungere quotidianamente nuovi traguardi nel segno del cambiamento e della discontinuità con il passato.” L´assessore all´Agricoltura Michele Trematerra ha evidenziato l´importanza "degli interventi mirati al fine di ridurre il rischio idrogeologico e di isolamento del territorio, viste le numerose difficoltà create dalle alluvioni.” A Crotone la Vicepresidente Stasi ha detto che "Si tratta di un piano radicale e strutturale concepito in un´ottica di sistema e non di singole distinte iniziative. Con i fondi immediatamente disponibili si interverrà, ovviamente, nell´immediato, sulle urgenze, ma stiamo lavorando ad un progetto in grado di dare risposte definitive ed, in tal senso, il presidente Scopelliti ha dato disponibilità ampia". L´assessore all´Ambiente Pugliano ha illustrato, nel dettaglio tecnico-finanziario, l´Apq ed ha sottolineato che "per la prima volta viene realizzato un piano che interviene sulla prevenzione incidendo sulla salute e l´incolumità". A Vibo Valentia il sottosegretario Torchia ha illustrato tecnicamente l´importanza degli interventi previsti dall´Apq che certamete daranno un´adeguata risposta sull´intero territorio regionale che è stato fortemente provato in questi mesi dalle calamità naturali. L´assessore al Lavoro Francescantonio Stillitani, ha sottolineato l´importanza di tali fondi e "la grande coesione tra enti preposti, auspicando una velocizzazione per l´avvio degli interventi a difesa del territorio". |
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BRESCIA/BERGAMO:ALLARMI EMERGENZE CON SMS E MAIL FIRMATA INTESA PER MONITORAGGIO VALANGHE NELLE VALLI OROBICHE |
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Bergamo, 6 dicembre 2010 - Dal primo gennaio cambia il metodo di allertamento delle sezioni di Protezione civile della Lombardia. Non saranno più infatti le Prefetture ad inviare per fax gli avvisi, ma la Sala operativa della Regione, che sfrutterà servizi di messaggistica via sms e mail. E´ questa una delle principali novità illustrate a Brescia e Bergamo dall´assessore regionale alla Protezione civile, Polizia locale e Sicurezza, Romano La Russa che, affiancato in mattinata dal prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace, e nel pomeriggio, da quello di Bergamo, Camillo Andreana, ha incontrato gli assessori provinciali alla Protezione civile (Fausto Carrara per Bergamo e Fabio Mandelli per Brescia) e gli amministratori locali delle due province. "Abbiamo messo a punto un sistema - ha spiegato La Russa - che permetterà a ciascun sindaco di essere avvisato in tempo reale. Nessuno quindi potrà dire di non sapere o di non essere stato allertato in tempo utile. Riteniamo che sia proprio questo il modo migliore per raggiungere davvero tutti, evitando spiacevoli incidenti di percorso che ancora oggi, talvolta, si presentano quando si ricorre al fax. Oltretutto, visto che i sindaci sono i responsabili ultimi della Protezione civile, quello che partirà a breve è un ottimo sistema per evitare anche eventuali ripercussioni penali". E´ già attivo anche un sito web riservato (www.Allerte.protezionecivile.regione.lombardia.it), dove sono pubblicati tutti gli Avvisi, cui ogni sezione potrà accedere previa verifica delle credenziali. Gli allarmi diramati sono relativi a rischi dovuti a fenomeni idrogeologici, idraulici, nevosi, di pioggia e vento forte, valanghe, incendi boschivi e ondata di calore. "Questa grande attenzione - ha sottolineato La Russa - è fondamentale per prevenire episodi che potrebbero rivelarsi spiacevoli. E guadagnare anche solo qualche minuto nell´allertamento spesso può rivelarsi fondamentale". Attenzione che sembra non mancare anche dagli amministratori bresciani e bergamaschi, che hanno partecipato ai Tavoli di lavoro. La Russa si è detto "felice" per la grande partecipazione, "ennesima dimostrazione dell´importanza che gli stessi amministratori riservano alla salvaguardia del territorio, priorità assoluta anche per Regione Lombardia". "Ho sempre definito la Protezione civile - ha detto La Russa - il fiore all´occhiello della nostra attività, un Corpo unico, fatto di persone capaci di ottenere riconoscimenti in tutta Italia per le qualità tecniche, morali e umane dimostrate in ogni circostanza nella quale sono chiamati ad intervenire. A tal proposito è necessario che tutti gli Enti e le Istituzioni collaborino per garantire le condizioni di vivibilità e di sicurezza ambientali". A Bergamo è stato anche siglato, con Prefetto, Provincia di Bergamo, Comunità montane della Val Brembana, Val di Scalve e Valle Seriana, Corpo forestale dello Stato e Arpa Lombardia, un Protocollo d´Intesa per il monitoraggio del rischio valanghe. "La prevenzione - ha aggiunto Romano La Russa - da sempre è un cardine dell´azione regionale. E´ necessario prevedere le eventuali criticità tipiche di un territorio e predisporre in anticipo modalità di intervento e collaborazioni sinergiche tra enti diversi, superando logiche personalistiche e modi di ragionare obsoleti, legati unicamente allo svolgimento delle proprie specifiche mansioni". Il Protocollo sottoscritto oggi prevede che tutti i soggetti coinvolti mettano a disposizione risorse non solo finanziarie ma anche sotto forma di competenza, esperienze e conoscenze tecniche. Tutti i dati relativi alle precipitazioni saranno condivisi, ed in particolare la Regione e l´Arpa garantiranno agli enti locali tutto il supporto tecnico necessario, anche attraverso la Sala operativa regionale. Regione Lombardia, inoltre, assicurerà la possibilità di utilizzare un elicottero in caso di necessità. Altro tema "scottante" affrontato è stato quello relativo alle risorse. "Non ci possiamo nascondere dietro a un dito - ha sottolineato l´assessore La Russa - anche a noi saranno imposti tagli pesanti, che potrebbero avere effetti anche sul trasferimento di risorse ai Comuni, soprattutto in ambito di Protezione civile. Ci stiamo impegnando su più fronti per far sì che non venga mai meno il livello qualitativo del servizio che garantiamo da sempre. E´ quindi quanto mai necessaria una maggior assunzione di responsabilità da parte dei sindaci, che sono chiamati a razionalizzare e gestire al meglio le risorse a loro destinate". |
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SCOPERTA IN PUGLIA L´ORIGINE DELLE POLVERI SOTTILI LA REGIONE ANCORA UNA VOLTA UN CASO INTERNAZIONALE NEL MONDO DELLA RICERCA |
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Bari, 2 dicembre 2010 - Pesanti, a volte pesantissime, ma spesso non pericolose come al Nord perché generate dal deserto e non dal traffico. È questa la vera identità delle polveri sottili - o fini, come preferiscono dire i ricercatori – presenti in Puglia e in tutte le regioni europee del Mediterraneo. Viene svelata per la prima volta da una ricerca finanziata dalla Regione Puglia con un progetto strategico coordinato dall’Università di Bari (Dipartimento di Chimica) e svolto con l’Università del Salento (Dipartimento di Fisica) attraverso la collaborazione di due imprese (Lenviros srl e Fai Instruments srl). Una ricerca sulla quale mezza Europa sta tentando di mettere le mani perché ha realizzato strumenti e metodi di misurazione innovativi, che fanno luce per la prima volta sul mistero delle provenienza delle polveri fini e potrebbero risolvere una volta per tutte il problema della multe comminate dall’Ue per il superamento del livello massimo di polveri. La ricerca durata 48mesi è costata in tutto 1milione 168mila euro ed è stata possibile grazie a finanziamenti pubblici pari a 800mila euro erogati dalla Regione Puglia. Si tratta di uno dei 53 progetti strategici sostenuti dalla Regione Puglia (Area Politiche per lo Sviluppo economico, il Lavoro e l?innovazione) con 45 milioni di euro complessivi (disponibili nell’Apq accordo di programma quadro sulla ricerca). Dopo l’esperimento del tonno rosso grazie al quale nacquero per la prima volta al mondo 20milioni di larve da esemplari tenuti in cattività, la realizzazione del diamante artificiale capace di intercettare più di altri prototipi i raggi ultravioletti, e la scoperta del segreto dell’Acquaporina che ha segnato un enorme passo avanti nella ricerca mondiale sulla sclerosi multipla e sulla neuromielite, la sperimentazione su “La vera identità delle polveri sottili” entra a far parte della campagna “I Doni della Scienza”, ideata dall’Area Politiche per lo Sviluppo economico, il Lavoro e L’innovazione per valorizzare la ricerca e rendere noti a tutti i pugliesi i risultati ottenuti dai progetti sviluppati con risorse pubbliche. “Gli esiti di questo progetto – ha detto la Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone – rappresentano per la Regione Puglia il ritorno, moltiplicato, di un investimento rilevante per la ricerca, che quota 1miliardo 762milioni per la programmazione 2007-2013. Siamo la Regione che ha puntato di più in Italia su un binomio vincente: ricerca e giovani. In questo progetto vediamo all’opera un team di 23 ricercatori (più due docenti) con un’età media di ternt’anni, per la maggior parte donne, che volano davvero alto per qualità delle idee e per la carica innovativa del loro approccio alla soluzione dei problemi. A questi giovani cervelli abbiamo fornito gli strumenti per alzare il livello di competitività della Puglia, valorizzando attraverso le loro idee, il nostro stesso territorio. Grazie a loro la Puglia ancora una volta si distingue come un caso internazionale nel mondo della ricerca”. La scoperta La ricetta vincente di questa scoperta è nell’integrazione di metodiche e macchine non nuove ma usate in modo differente, combinando cioè dati e strumenti, integrando modelli, mettendo insieme misure da satellite e misure al suolo. Così i ricercatori pugliesi sono riusciti a realizzare un nuovo prototipo servendosi di tecnologie innovative ma già esistenti. Questo è un approccio originale applicato per la prima volta in Europa. L’arma vincente è stata mettere insieme un’impresa partner di livello europeo (la Fai Instruments srl, azienda italiana leader nello sviluppo di strumentazione per il rilevamento e la misura dell’inquinamento atmosferico) con le competenze e gli strumenti delle Università di Bari e Lecce. Il risultato è essere riusciti ad identificare l’origine delle polveri, un dato fondamentale perché è la provenienza e non il peso a determinare la pericolosità di queste particelle, che i ricercatori chiamano particolato atmosferico (Pm). Si scopre così che la pericolosità può essere persino inversamente proporzionale rispetto al peso. Se le polveri fini provengono dal traffico, sono leggerissime ma pericolosissime per la salute, se invece sono arrivate fino a noi dal deserto del Sahara sono pesanti ma non nocive. Una differenza sostanziale, da un lato per la lotta all’inquinamento, dall’altro per i risvolti economici che implica. Le Regioni che superano il livello massimo di polveri fini consentito dalle direttive comunitarie sono soggette infatti ad una multa da parte dell’Ue pari a circa 10mila euro al giorno. Ma - spiegano i ricercatori – il parametro che viene preso in considerazione non è la pericolosità delle polveri ma il peso. Per le regioni del basso Mediterraneo, si tratta spesso di un onere notevole, perché le loro polveri spesso sono pesantissime, proprio come avviene in Puglia. Gianluigi De Gennaro è il giovane chimico dell’Università di Bari che coordina la ricerca. “Le polveri fini del Tavoliere – spiega – sono diverse da quelle della Pianura Padana. A Milano le polveri prodotte dal traffico restano lì, come imprigionate in una piccola scatola. Il nostro territorio invece ha capacità disperdenti migliori perché c’è vento, sole, scambi di calore terra-aria. Ecco perché in Puglia siamo più soggetti agli eventi transfrontalieri cioè ad apporti di polveri da altre parti del mondo. Noi abbiamo concentrazioni di Pm10 molte alte. Provengono dal Sahara e dal Nord Est dell’Europa, però per fortuna non sono così pericolose come quelle prodotte dal traffico”. Un aspetto, questo, che l’Ue non valuta imponendo comunque multe salatissime. Il problema riguarda tutte le regioni del Mediterraneo. Per questo l’Italia con Spagna e Portogallo e Cipro ha chiesto invano una deroga. Unica concessione delle direttive comunitarie è scorporare dal limite fissato la porzione di Pm10 dovuta a fonti transfrontaliere, ma i Paesi interessati devono riuscire a provarne la provenienza. E qui entra in gioco la ricerca pugliese. “Gli strumenti tradizionali – dice De Gennaro – misurano il particolato, cioè le polveri, ma ignorano da dove provenga. Noi invece abbiamo sviluppato strumenti e metodi per capire l’origine delle particelle, se sono locali o se provengono dall’estero. Questo ci permette, tra l’altro, di fornire all’Ue le prove richieste per ridurre le infrazioni”. Pochi fino ad oggi infatti i tentativi di individuare tra le particelle quelle provenienti, ad esempio, dall’Africa. Ci ha provato la Spagna, utilizzando un metodo statistico. “Siamo stati noi i primi in Europa”, ribadisce il chimico barese. “Ci siamo serviti di tanti strumenti già esistenti e li abbiamo usati insieme. L’idea vera è stata l’integrazione”. Il prototipo realizzato dai ricercatori adesso si trova a Bari nel Dipartimento di Chimica ed è già richiestissimo da varie regioni italiane per misurare le polveri. Adesso è in partenza per Taranto dove avrà il compito di svelare la provenienza del benzoapirene. Le applicazioni La scoperta dei ricercatori pugliesi ha svariate applicazioni. Serve ad individuare le sabbie sahariane e in generale i trasporti transfrontalieri; intercetta la produzione di benzopirene nelle aree industriali; dimostra che l’Italia è divisa in due per le polveri fini, più leggere e pericolose al Nord, più grosse ma meno pericolose al Sud e che quindi è sbagliato misurare con lo stesso criterio le polveri fini al Nord e al Sud; permette le misurazioni su microaree per pianificare azioni come il blocco del traffico; individua zone più ampie di misurazione attraverso l’uso del satellite. Tante le ricadute del progetto sul territorio. I laboratori delle Università di Bari e di Lecce oggi sono tra i più importanti in Italia per le strumentazioni implementate, la stessa Puglia è diventata una delle regioni di riferimento per la misurazione delle particelle in atmosfera. Qui infatti sono state organizzate tre scuole nazionali e la prima scuola nazionale della Ias (Italian Aerosol Society) oltre ad essere stato pubblicato il volume “Particelle in atmosfera. Conosciamole meglio”, curato dal team di ricerca. I protagonisti Il progetto strategico (il suo nome per intero è Simpa, Sistema Integrato per il Monitoraggio del Particolato Atmosferico), coordinato dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Bari, ha visto il coinvolgimento di due Unità di Ricerca e di due imprese. In particolare: Unità di Ricerca 1: Dipartimento di Chimica, Università di Bari; Responsabile Scientifico: dott. Gianluigi de Gennaro / prof. Maurizio Caselli; Staff: Martino Amodio, Eleonora Andriani, Isabella Cafagna, Paolo R. Dambruoso, Barbara E. Daresta, Annamaria Demarinis Loiotile, Alessia Di Gilio, Pierina Ielpo, Miriam Intini, Annalisa Marzocca, Jolanda Palmisani, Claudia M. Placentino, Livia Trizio, Maria Tutino; Unità di Ricerca 2: Dipartimento di Fisica, Università del Salento; Responsabile Scientifico: prof.Ssa Maria Rita Perrone; Staff del Dipartimento di Fisica, Università del Salento: Ilaria Carofalo, Ferdinando De Tomasi, Adelaide Dinoi, Gianandrea Mannarini, Anna Tafuro; Staff del Dipartimento di Scienza dei Materiali, Università del Salento: Riccardo Buccolieri, Silvana Di Sabatino, Laura S. Leo. Hanno inoltre partecipato al progetto Fai Instruments s.R.l, azienda italiana (con sede a Roma) leader nello sviluppo di strumentazione per il rilevamento e la misura dell´inquinamento atmosferico e Lenviros s.R.l, società spin off dell’Università di Bari che fornisce servizi ambientali ad alto contenuto scientifico. |
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LOMBARDIA - RIFIUTI, BELOTTI: GESTIONE CORRETTA SE A KM ZERO L´ASSESSORE: REGIONI SIANO AUTOSUFFICIENTI NELLO SMALTIMENTO |
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Milano, 6 dicembre 2010 - "Un´occasione di confronto che ha offerto un contributo informativo importante su un tema, quello delle emissioni dei termovalorizzatori, troppo spesso oggetto di strumentalizzazioni". E´ quanto ha detto l´assessore al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti, intervenendo il 2 dicembre nel corso della presentazione della ricerca "Emissioni di polveri fini e ultrafini da impianti di combustione", al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano. "Per quanto ci riguarda - ha spiegato Belotti -, il concetto fondamentale su cui si deve basare una corretta politica di gestione dei rifiuti è quella del ´km zero´: ogni regione deve essere responsabile per ciò che produce e deve mettersi nelle condizioni di poter smaltire in modo autosufficiente i propri rifiuti, in modo da non lasciare spazio a imprese spregiudicate, magari legate alla criminalità organizzata, che, attraverso il business dei rifiuti, cercano guadagni facili a scapito dell´ambiente e della salute dei cittadini". "Federalismo, dunque, - ha ricordato Belotti - anche nella gestione dei rifiuti: un traguardo per raggiungere il quale è indispensabile la collaborazione e il senso civico di tutti, perché non si può produrre rifiuti e poi pretendere che quegli stessi rifiuti che noi produciamo vengano smaltiti a "casa" di qualcun altro". "Nella nostra regione - ha detto l´assessore regionale con delega ai Rifiuti -, e siamo fieri di poterlo affermare, grazie ad una grande sensibilità delle amministrazioni comunali, alla professionalità delle società incaricate nella raccolta e nella gestione dei rifiuti, ma soprattutto alla partecipazione dei cittadini, la raccolta differenziata ha raggiunto risultati eccellenti, da primato nazionale e anche europeo e siamo quasi del tutto autonomi. Vogliamo proseguire in questa direzione e migliorare ancora. È bene, però, che tutti si facciano una ragione del fatto che, per quanto si possa e si debba ridurre la quantità di rifiuti prodotti, questa quantità non si potrà mai azzerare. Dunque, il problema della gestione si porrà sempre". "Gli obiettivi che come amministratori ci dobbiamo porre - ha sottolineato ancora Belotti - sono, da una parte, quello di incrementare sempre più la raccolta differenziata e, dall´altra, di cercare di azzerare quella percentuale di rifiuti (per quanto riguarda la nostra regione pari solo al 4 per cento) che ancora va in discarica. Questo, realisticamente, si può fare solo migliorando i processi di riciclo, da una parte, (in modo che percentuali sempre maggiori di quanto raccolto in modo differenziato vengano effettivamente riciclate) e affidandoci alle moderne tecnologie per la distruzione di quanto, per un motivo o per l´altro, non sia riciclabile, dall´altra". "Grazie allo studio presentato questa mattina - ha concluso l´assessore - ora sono disponibili dati scientifici e tecnici affidabili che dimostrano come un termovalorizzatore moderno e tecnologicamente all´avanguardia, produca emissioni inquinanti molto contenute e ben al di sotto di quelle da caldaie a gasolio e dalla circolazione veicolare. Questo significa che i centri commerciali che tanti, troppi sindaci vogliono sul proprio territorio, generano, a causa del traffico, emissioni inquinanti di gran lunga superiori a quelle di qualsiasi termovalorizzatore moderno". |
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UNA SETTIMANA SUI RIFIUTI: SEGNATE TAPPE IMPORTANTI PER IL FUTURO DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN VALLE D´AOSTA |
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Aosta, 6 dicembre 2010 - La Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti per la Valle d’Aosta ha avuto un significato particolare. L’assessorato del territorio e ambiente sottolinea infatti che l’iniziativa di sensibilizzazione si è conclusa con un bilancio molto positivo e che, contestualmente alle attività di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sulla necessità di ridurre la produzione di rifiuti, la Giunta regionale ha approvato tre importanti deliberazioni che danno attuazione alle decisioni assunte dal Consiglio regionale con deliberazione n.1117 del 2010. Tre gli atti che hanno portato il Governo regionale a dare applicazione al progetto: l’avvio di una gara per la predisposizione e la realizzazione di un Programma di azioni volte alla riduzione e alla prevenzione della produzione dei rifiuti in Valle d’Aosta; l’approvazione dello Studio di fattibilità per l’affidamento in concessione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani della Valle d’Aosta predisposto sulla base degli indirizzi approvati dalla Iii Commissione consiliare e la pubblicazione della gara d’appalto per l´affidamento in concessione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani della valle d’Aosta che comprende la realizzazione del nuovo impianto basato sulla pirolisi e gassificazione e la gestione del ciclo di trattamento e smaltimento dei rifiuti presso il centro regionale di Brissogne per un periodo di 23 anni. Questi atti sottolineano come la politica regionale di gestione dei rifiuti sia centrata sulle priorità di azione indicate dall´Unione Europea: grande importanza agli interventi che favoriscono la riduzione dei rifiuti attraverso la prevenzione e il loro corretto riuso e riciclo, massima attenzione per la realizzazione di un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti sempre più efficiente che raggiunga i livelli richiesti dalla Direttiva 98/2008, maggiore responsabilità nell’individuazione delle soluzioni che risolvano il problema del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti non differenziabili all’interno della Regione, senza condizionamenti esterni che possano metter in crisi il sistema. Il bando di gara per l´affidamento in concessione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani della valle d’Aosta, che comprende la realizzazione del nuovo impianto basato sulla pirolisi e gassificazione, è disponibile sul sito della Regione ed è stato pubblicato il 30 novembre 2010 sulla Gazzetta Europea (Guce). L’importo dell’appalto è stabilito in 225 milioni di euro, per i ventitré anni di concessione previsti. Il termine di scadenza per la presentazione delle offerte è fissato per il giorno 6 maggio 2011. Anche il bando per la predisposizione e l’attuazione del Programma di azioni volte alla riduzione e alla prevenzione della produzione dei rifiuti in Valle d’Aosta è reperibile sul sito della Regione ed è stato pubblicato il 1° dicembre 2010 sulla Gazzetta Europea (Guce). L’importo dell’appalto è stabilito in 192 mila euro per ogni anno, pari a complessivi a euro 576 mila euro per il triennio 2011/2013. Il termine di scadenza per la presentazione delle offerte è fissato per il giorno 18 febbraio 2011. Per ulteriori informazioni, si può consultare la documentazione dell’appalto sul sito: www.Regione.vda.it/bandidigara. |
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BASILICATA, OLA: "AUTORIZZAZIONI SCADUTE PER L’INCENERITORE FENICE"
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Potenza, 6 dicembre 2010 - L’organizzazione Lucana Ambientalista ha appreso "dall’ultimo rapporto rifiuti che l´Autorizzazione Integrata Ambientale per l’inceneritore Edf-fenice spa é scaduta il 19 ottobre 2010. Nonostante ciò - sostiene - l´impianto continua a bruciare ingenti quantitativi di rifiuti urbani ed industriali, mentre non sono stati resi ancora noti i motivi del recente passaggio di competenza, dalla Procura di Melfi a quella di Potenza, dell’inchiesta sull’inquinamento ambientale provocato dall’inceneritore". Ad avviso degli esponenti della stessa Ola, "gli ultimi dati sull’inquinamento provocato da Fenice metterebbero in luce, a distanza di due anni, il perdurare di un grave stato di contaminazione delle falde idriche e del suolo. La Ola denuncia all’opinione pubblica, alle amministrazioni locali del Vulture Alto-bradano ed alle Autorità competenti come si intenda oggi far passare sotto silenzio questa grave situazione che, oltre a mettere a rischio l’ambiente, costituisce una minaccia per la salute delle maestranze e delle popolazioni". |
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RIFIUTI CAMPANIA: FIRMATO PROTOCOLLO PER SMALTIMENTO IN PUGLIA |
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Bari, 6 dicembre 2010 - E’ stato firmato il 3 dicembre il protocollo d’intesa con la Regione Campania per lo smaltimento di rifiuti in tre discariche del Tarantino, dopo la richiesta di solidarietà espressa dal Governo nazionale alle Regioni per superare la crisi del Napoletano. Alla firma hanno partecipato l’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro e il suo omologo campano Giovanni Romano. La firma è stata preceduta da una riunione tecnica con la Provincia di Taranto, rappresentanti dei Comuni interessati, i Carabinieri per la tutela dell’ambiente, l’Esercito e l’Arpa, oltre ai tecnici dell’assessorato. L’assessore Romano ha ringraziato la Regione Puglia perche “non ci sono state preclusioni: siamo grati alla Puglia. Non si può essere sempre vittime dei giochi politici. Il protocollo che abbiamo firmato oggi garantisce tutti, a partire dai cittadini che accoglieranno i nostri rifiuti. I loro amministratori saranno giustamente vigili e rigidi. Onoreremo la grande disponibilità della Regione Puglia nei nostri confronti, ad esempio ci saranno circa 500mila euro per il ristoro ambientale”. Nicastro lo ha confermato : “Il protocollo tiene conto delle norme cautelari richieste dai sindaci dei comuni pugliesi interessati dallo smaltimento”. In tre siti (Italcave, Ecolevante e Vergine) saranno smaltiti – dopo la gara bandita dal Commissario di governo per l’emergenza campana – meno di cinquantamila tonnellate di rifiuti trattati provenienti dagli impianti campani. Si tratta di circa 500 tonnellate al giorno per 90 giorni, ovvero di sei camion in più al giorno per ciascuna discarica. Normalmente – hanno assicurato i tecnici – in quei siti arrivano dai 20 ai 50 camion al giorno e solo sei saranno quelli in più dalla Campania. Anche il rischio saturazione è piuttosto lontano, potendo quelle discariche accogliere ancora oltre un milione di metri cubi a fronte delle meno di 50mila tonnellate previste. Il protocollo definisce rigidamente i controlli all’atto del carico, gli itinerari da percorrere, il controllo gps dei carichi, la tipologia dei cassoni (stagni per evitare percolazioni e cattivi odori). A Napoli i rifiuti saranno caricati sotto la sorveglianza dell’Esercito e dell’Arpa Campania, a Taranto saranno controllati da Arpa Puglia e dalla Polizia Provinciale. Si tratterà di rifiuti urbani stabilizzati e trattati negli impianti della Campania, non sarà quindi il tal quale raccolto e portato in Puglia. Nelle discariche il materiale sarà coperto da inerti più volte al giorno per evitare dispersioni e i flussi saranno monitorati anche grazie ai Carabinieri. Dalla prossima settimana sono previsti i primi arrivi. |
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RIFIUTI CAMPANI: NESSUNA RICHIESTA FORMALE DI RICEVERLI IN UMBRIA |
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Perugia, 6 dicembre 2010 – “Non è più possibile continuare a tollerare che per una vicenda così delicata, come la questione raccolta dei rifiuti e l’emergenza in atto in Campania, si continuino a rendere dichiarazioni e veicolare informazioni che sono prive di qualsiasi fondamento. Il senso di responsabilità e il rigore istituzionale devono appartenere a tutti, nessuno escluso”: è quanto afferma Franco Arcuti, il 3 dicembre, portavoce della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. “Vorrei ribadire per l’ennesima volta – prosegue Arcuti, qualora ciò fosse sfuggito all’attenzione di qualche consigliere regionale, quanto già ieri la presidente della Regione Umbria ha chiaramente riferito in una sua nota: alla Regione Umbria il Governo, né altri soggetti istituzionali, hanno mai rivolto alcuna formale richiesta di ricevere nella nostra regione alcun quantitativo di rifiuti provenienti dalla Campania. E’ quindi ancor più fantasioso questo ricorrersi di cifre di tonnellate, quale quota di rifiuti che ipoteticamente dovrebbe essere smaltita in Umbria. Inoltre – conclude il portavoce, il Piano regionale di raccolta e smaltimento dei rifiuti ha un suo programma di realizzazione che è in corso nei tempi stabiliti e indicati; gli Ati stanno adempiendo ai loro obblighi relativi alla gestione delle discariche, alla programmata chiusura di alcune ed ampliamento di altre, non solo nei tempi indicati, ma con una considerevole accelerazione; tutti i Comuni umbri sono impegnati nell’aumento della loro capacità di effettuare la raccolta differenziata, mentre alcuni grandi Comuni sono impegnati in una anticipazione già in questi mesi degli obiettivi prefissati per il 2011”. |
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