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Notiziario Marketpress di Giovedì 13 Gennaio 2011
VIA LIBERA EUROPEO PER IL BVS, LA PRIMA E UNICA TECNOLOGIA BIORIASSORBIBILE PER IL TRATTAMENTO DELLE CORONAROPATIE  
 
Milano, 13 gennaio 2011 – Abbott ha annunciato di aver ottenuto il Marchio Ce per la nuova tecnologia per il trattamento delle coronaropatie ostruttive, la prima ed unica al mondo ad essere completamente bioriassorbibile. La tecnologia Bvs (Bioresorbable Vascular Scaffold) ripristina il flusso sanguigno riaprendo i vasi ostruiti e sostenendone le pareti per poi dissolversi nel giro di due anni, evitando così al paziente la presenza di una protesi metallica permanente. "La concessione del marchio Ce in Europa per il Bvs rappresenta un significativo successo che premia gli eccellenti risultati osservati con l’uso di questo dispositivo” ha affermato il Prof. Antonio Bartorelli, responsabile dell’Unità di Cardiologia interventistica del Centro Cardiologico Monzino di Milano. “La tecnologia Bvs, che stiamo valutando per la prima volta in Italia nell’ambito dello studio Absorb Extend, ha dimostrato di essere in grado di rivoluzionare il trattamento dei pazienti affetti da coronaropatia ostruttiva, poiché fa quello che nessuno altro dispositivo coronarico medicato è capace di fare – ovvero dissolversi in maniera completa e potenzialmente ripristinare la funzione fisiologica del vaso, cosa che non è possibile con gli impianti metallici permanenti”. La tecnologia utilizza acido polilattico, noto materiale biocompatibile che viene comunemente usato per dispositivi medici quale il materiale per suture riassorbibili. Poiché si evita la presenza permanente di una protesi metallica, il vaso sanguigno del paziente trattato con questa tecnologia bioriassorbibile può eventualmente riprendere la fisiologica mobilità, flessibilità e pulsatilità tipiche dei vasi non trattati. Il ripristino di tali funzionalità vascolari fisiologiche, noto come terapia di ripristino vascolare (Vrt – vascular restoration therapy), rappresenta solo uno degli aspetti che fanno del Bvs una innovazione significativa per i pazienti che necessitano di questo tipo di trattamento non chirurgico della coronaropatia. Inoltre, la ricerca in corso evidenzia come, grazie al completo riassorbimento, potrebbe diminuire la necessità di somministrare ai pazienti una doppia terapia antiaggregante nel lungo periodo. “La tecnologia Bvs è potenzialmente in grado di rivoluzionare il trattamento delle coronaropatie offrendo risultati terapeutici eccellenti grazie alla sua capacità, unica nel suo genere, di trattare i vasi ostruiti, e di ripristinare la fisiologica funzionalità vascolare scomparendo del tutto entro circa due anni dall’impianto,” ha spiegato Fabrizio Greco, General Manager di Abbott Vascular Italia. “La concessione della Marchio Ce rappresenta una pietra miliare significativa nel percorso che ha come obiettivo quello di offrire ai pazienti nuove opzioni terapeutiche per il trattamento della coronaropatia. Abbott è impegnata nello svilippo di solide evidenze scientifiche per dimostrare i benefici clinici ed il potenziale risparmio nel consumo di risorse sanitarie legato all’adozione della nuova tecnologia, prima di renderla ampiamente disponibile in Europa entro la fine del 2012.” La concessione del Marchio Ce per Bvs in Europa è stata supportata da dati scientifici ottenuti da sperimentazioni cliniche che hanno previsto periodi di follow-up dei pazienti di una durata che è arrivata fino a tre anni. Per poter studiare ulteriormente la tecnologia nell’ambito di una popolazione allargata, Abbott ha in programma per quest’anno l’avvio di una sperimentazione clinica randomizzata e controllata in Europa. La sperimentazione arruolerà circa 500 pazienti presso 40 centri. Sempre per quest’anno è previsto uno studio internazionale che coinvolge gli Stati Uniti ed altre aree geografiche. Oltre a Bvs della misura oggetto delle sperimentazioni clinica fino ad ora eseguite e di quelle tutt’ora in corso, saranno in seguito disponibili Bvs di diverse misure, destinati a un numero limitato e selezionato di centri europei nel corso di quest’anno e nel 2012. In tal modo, i medici di questi centri potranno approfondire la propria esperienza clinica con questa tecnologia e potranno continuare a sviluppare l’uso della terapia in pazienti con patologie coronariche più complesse. Il lancio europeo con una vasta gamma di misure è previsto entro la fine del 2012. Lo studio Absorb è la prima sperimentazione clinica a livello mondiale di valutazione della tecnologia Bvs nelle coronaropatie, ed Abbott è l’unica azienda che abbia a disposizione dati clinici a lungo termine, generati in 4 anni, relativi alla sicurezza ed alle prestazioni di una tecnologia vascolare medicata e bioriassorbibile su una casistica completa. La sperimentazione clinica Absorb è uno studio prospettico, non randomizzato (ovvero condotto in aperto), a due fasi che ha arruolato 131 pazienti in Australia, Belgio, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Polonia e Svizzera. Gli endpoint chiave dello studio hanno incluso valutazioni di sicurezza - tassi relativi agli eventi Mace (eventi avversi cardiovascolari maggiori - major adverse cardiac events) ed agli eventi trombotici a carico dei siti rivascolarizzati rilevati 30 giorni e poi sei, nove, 12 e 24 mesi dopo la procedura con un follow-up aggiuntivo con controlli annuali per un periodo massimo di cinque anni, oltre alla valutazione della prestazione in fase acuta di Bvs (inclusa la riuscita della predilatazione e rilascio del sistema). Fra gli altri endpoint chiave dello studio, vi sono le valutazioni mediante angiografia, ecografia endovascolare (Ivus), tomografia ottica a radiazione coerente (Oct), ed altre metodiche per immagini all’avanguardia, di natura sia invasiva che non invasiva, eseguite dopo sei, 12, 18 mesi e dopo 2, 3 e 5 anni. I risultati generati dalla prima fase della sperimentazione Absorb con 30 pazienti hanno dimostrato la capacità di Bvs di Abbott di trattare con successo la coronaropatia e di essere riassorbito nelle pareti delle arterie trattate nel giro di circa due anni. Nei pazienti inseriti in questa prima fase della sperimentazione Absorb e osservati per un periodo massimo di quattro anni, non si sono verificati casi di formazione di coaguli di sangue (trombosi), né sono stati segnalati nuovi episodi di Mace in un periodo compreso fra sei mesi e quattro anni (con un tasso pari al 3,4% al quarto anno). I risultati rilevati dopo nove mesi nei 101 pazienti arruolati nella seconda fase della sperimentazione Absorb hanno dimostrato la stabilità del tasso degli eventi Mace con una percentuale pari al 5% a nove mesi. Non è stato segnalato alcun caso di formazione di coaguli di sangue nei 101 pazienti a nove mesi. La sperimentazione Absorb Extend è uno studio a braccio singolo che si propone di valutare pazienti presso un massimo di 100 centri in Europa, Asia-pacifico, Canada ed America Latina. La sperimentazione arruolerà circa 1.000 pazienti con una patologia coronarica più complessa. Il dispositivo bioriassorbibile della tecnologia Bvs rilascia everolimus, un farmaco antiproliferativo. Everolimus è stato sviluppato da Novartis Pharma Ag e concesso in licenza da quest’ultima ad Abbott per l’utilizzo con i dispositivi vascolari medicati di Abbott. Grazie alle sue proprietà, everolimus ha dimostrato di essere in grado di inibire la proliferazione neointimale a carico dei vasi coronarici rivascolarizzati mediante dispositivo vascolare. La tecnologia Bvs utilizza acido polilattico, noto materiale biocompatibile che viene comunemente usato per dispositivi medici quale il materiale per suture riassorbibili. E’ stata ideata per ripristinare il flusso sanguigno riaprendo i vasi ostruiti e fungendo da sostegno al vaso stesso. Il dispositivo è stato progettato per essere metabolizzato ed infine assorbito dall’organismo quando il vaso è ormai in grado di restare pervio senza il sostegno aggiuntivo dello stent. Poiché si evita la presenza permanente di una protesi metallica, il vaso sanguigno del paziente trattato con la tecnologia Bvs può eventualmente riprendere la fisiologica mobilità, flessibilità e pulsatilità tipiche dei vasi non trattati. Il ripristino di tali funzionalità vascolari fisiologiche, noto come terapia di ripristino vascolare (Vrt – vascular restoration therapy), rappresenta solo uno degli aspetti che fanno della tecnologia Bvs una innovazione significativa per il pazienti che necessitano di trattamento per la propria coronaropatia. La tecnologia Bvs è attualmente in fase di sviluppo e non è in vendita negli Stati Uniti.  
   
   
2ª CONFERENZA DELL´ASSOCIAZIONE INFERMIERISTICA TRANSCULTURALE EUROPEA  
 
Limerick, 13 gennaio 2010 - Il 30 giugno e 1º luglio 2011 si terrà a Limerick (Irlanda) la seconda conferenza dell´Associazione infermieristica transculturale europea. La salute e l´assistenza sociale transculturale è un tema particolarmente importante e una zona di grande interesse se si considerano gli effetti della globalizzazione a livello mondiale. Il Rapporto sulla migrazione nel mondo (2005) rivela che la migrazione globale porta con sé una vasta gamma di benefici e ma anche sfide per i paesi di origine e destinazione. Il tema principale della conferenza è "Impariamo insieme, lavoriamo insieme: Sfide e soluzioni per la salute e assistenza sociale transculturale". Tra i partecipanti vi saranno professionisti sanitari e sociali con un particolare interesse nella pratica, politica, istruzione e ricerca nel settore della salute e l´assistenza sociale transculturale. Gli argomenti trattati riguarderanno tra l´altro: assistenza transculturale e team multidisciplinari, globalizzazione, mobilità europea e cure transculturali, innovazioni nelle competenze culturali applicate in materia di sanità e assistenza sociale, metodi innovativi che promuovono l´istruzione interculturale. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Nm.ul.ie/etna/    
   
   
RIFORMA DELLA SANITÀ IN PIEMONTE: RAZIONALIZZAZIONI, NON TAGLI  
 
Torino, 13 gennaio 2011 - E’ stato il presidente Roberto Cota ad aprire, il 12 gennaio a palazzo Lascaris, la seduta straordinaria del Consiglio regionale dedicata alla riforma sanitaria: "Con la minoranza auspico un dialogo costruttivo, ma se vuole fare un’opposizione sterile faccia pure, noi andremo avanti con la battaglia contro i baronati. Ci sono primariati che hanno meno di dieci posti letto. E’ chiaro che non servono a curare la gente, ma solo per dare un posto al primario. A noi interessa invece razionalizzare le risorse e curare la gente”. Nel suo intervento, Cota ha ricordato che “negli ultimi 15 anni la spesa sanitaria in Piemonte è triplicata, mentre nelle altre Regioni é solo raddoppiata. Oggi ha raggiunto l’82% dell’intero bilancio della Regione. Se non si interviene oggi razionalizzando e tagliando gli sprechi, domani non saremo in grado di garantire i servizi. Questi non sono tagli, sono razionalizzazioni”. Difendendo gli accorpamenti previsti, il presidente ha sottolineato che “le Asl non vengono chiuse. E la riforma prevede un meccanismo nuovo di messa in rete degli ospedali. Quelli piccoli non vengono chiusi, ma inseriti in una rete dove si individua chiaramente chi fa che cosa. Il piccolo ospedale non potrà fare un intervento complesso. Perché una sanità sicura richiede che certi tipi di interventi avvengano in strutture e sotto primari che esaminano un certo numero di casi all’anno. Se un medico vede tre patologie oncologiche all’anno, il suo standard non è sicuro. Ci saranno quindi - ha ricordato Cota - sei grandi reti ospedaliere, più una Asl per ogni provincia tranne Torino, che ne avrà quattro. Tutto questo servirà per due obiettivi: tagliare gli sprechi facendo in modo che la spesa sanitaria non vada fuori controllo e migliorare l’efficienza dei servizi”. L’assessore alla Sanità, Caterina Ferrero, ha quindi evidenziato che “la riforma e il piano di rientro sono un percorso indispensabile per bloccare l’emorragia dei conti della sanità e per garantire ai piemontesi la salvaguardia dei livelli qualitativi dei servizi. Oggi si è cominciato a discutere della nostra proposta di riordino del sistema sanitario, seguendo un metodo di lavoro improntato al confronto ed alla condivisione e smentendo chi si ostina ad affermare che questa Giunta cali dall’alto le proprie decisioni”. “Nessuno ha mai detto che quella piemontese sia una cattiva sanità, non è questo il motivo per cui questa amministrazione ha avviato il percorso di riforma del sistema sanitario - ha continuato Ferrero - L’assetto di oggi è frutto del lavoro di molte persone dalle grandi capacità e certamente se ci sono considerazioni da fare, è bene farle sulla gestione politica, non sui professionisti del settore. Le decisioni prese in passato non hanno prodotto risultati sufficienti a creare un sistema che possa reggere senza la necessita di intervenire per coprire un disavanzo. Tutti gli anni abbiamo infatti 300 -400 milioni di euro di deficit che portano ad una situazione che qualsiasi Giunta in carica sarebbe chiamata ad affrontare. La revisione del modello organizzativo ha come obiettivo quello di migliorare il servizio con un sistema meglio organizzato, che permetta anche dei risparmi. Siamo dunque aperti al confronto”.  
   
   
LISTE D’ATTESA NEI SERVIZI SOCIO-SANITARI IN PIEMONTE  
 
Torino, 13 gennaio 2011 - “Le esigenze del nostro territorio rendono evidente che il sistema socio-sanitario non è in grado di riorganizzarsi con le sole risorse del comparto nazionale. Per questo motivo, la Regione ha messo in campo tutte le risorse finanziarie possibili secondo i limiti previsti dal Patto per la Salute, con 400 milioni di euro a copertura del disavanzo sanitario ereditato dalla precedente amministrazione. È stato garantito inoltre lo stesso volume di risorse del 2009 per il 2010, con oltre 171 milioni di euro previsti per il fondo indistinto agli enti gestori, per le politiche per la famiglia, per gli anziani e per i disabili”: è quanto ha dichiarato l’assessore alla Tutela della Salute e Sanità, Politiche sociali e per la famiglia, Caterina Ferrero, intervenendo l’11 gennaio alla seduta straordinaria in assemblea aperta del Consiglio regionale dedicata alle liste d’attesa per le persone anziane, disabili, minori, con malattie mentali, dipendenti da sostanze stupefacenti, alla quale hanno preso parte e sono intervenuti i rappresentanti di associazioni che si occupano a vario titolo di sociale e di persone in difficoltà, degli enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, delle confederazioni sindacali e della sanità privata. Dai dati forniti da un quadro riassuntivo delle prestazioni residenziali in Piemonte risulta che dal 2008 a oggi, per quanto riguarda le strutture per gli anziani non autosufficienti, il numero dei posti letto disponibili convenzionati è aumentato da 14.000 circa ad oltre 16.000. Anche per quanto concerne le strutture dei disabili risulta che i posti letto in strutture semiresidenziali sono aumentati da 2.882 a 3.980, nelle strutture residenziali il numero invece è rimasto invariato e supera i 3.000. Secondo Ferrero, “la soluzione non può essere la continua rincorsa della spesa. Gli esempi forniti da alcuni consiglieri, durante il dibattito in aula, spiegano come in altri Paesi europei possano essere garantiti maggiori servizi con una spesa sanitaria inferiore alla nostra. Per questo motivo è necessario una riorganizzazione del sistema sanitario che tenga conto di una maggiore razionalizzazione delle risorse a disposizione, al fine di mantenere e migliorare i livelli di assistenza prestati ai cittadini piemontesi abbattendo di conseguenza anche le liste d’attesa. Ovviamente, questa amministrazione è disponibile a un confronto costruttivo, attraverso i momenti istituzionali e le diverse modalità di incontro previste con gli enti gestori e chi si occupa, a vario titolo, di assistenza”.  
   
   
ADOTTATE MISURE PER GESTIRE AL MEGLIO LA FASE DEL PICCO INFLUENZALE RIUNIONE ALL’OSPEDALE SAN MARTINO DI GENOVA DEL GRUPPO OPERATIVO RISTRETTO PER L’EMERGENZA  
 
Genova, 13 gennaio 2011 - Nuove misure per fronteggiare l’emergenza influenza che in questi giorni ha incrementato i ricoveri presso gli ospedali dell’area metropolitana genovese. Sono state decise dal Gore, il gruppo operativo ristretto per l’emergenza nell’area metropolitana genovese che questa mattina si è riunito presso l’ospedale San Martino di Genova alla presenza dell’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo, dei direttori sanitari e dei dipartimenti di emergenza dei nosocomi genovesi. “Abbiamo deciso prima di tutto – ha spiegato Montaldo – il prolungamento dei tempi per l’osservazione breve intensiva che da 24 ore salgono a 36 ore, dopo le quali la persona deve essere ricoverata o dimessa allo scopo di per verificare al meglio le sue condizioni di salute. Inoltre è prevista una revisione di tutte le persone ricoverate negli ospedali dell’area metropolitana per verificare le possibilità di dimissione e rendere più snelle le procedure, in quanto le dimissioni procedono più lentamente degli accessi”. A queste misure si accompagnerà un lavoro insieme ai responsabili dell’area anziani della Asl 3 genovese per favorire in modo omogeneo le dimissioni verso le residenze sanitarie assistenziali o verso l’assistenza domiciliare. “Inoltre – continua Montaldo – abbiamo deciso di comunicare ai medici di famiglia, attraverso sms, che il loro paziente è stato dimesso o di informarli che hanno avuto pazienti ricoverati in questi 20 giorni, allo scopo di favorire il flusso di informazioni”. Nel corso dell’incontro del Gore l’assessore alla salute, Montaldo ha inoltre proposto “una riorganizzazione del sistema dell’emergenza, nell’ambito della revisione del piano per il 2011, che dovrà prevedere nuove forme di collaborazione tra 118, Guardia Medica e continuità assistenziale per utilizzare meglio tutte le risorse presenti sul territorio in particolare il sabato e la domenica”. L’incontro di quest’oggi del gruppo operativo ristretto per l’emergenza era stato programmato per fronteggiare l’incremento dei ricoveri ospedalieri che si è verificato in queste ultime due settimane nell’area metropolitana genovese a seguito del picco influenzale. “Gli accessi ai pronto soccorso degli ospedali dell’area metropolitana genovese in questi giorni – ha spiegato l’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo – sono stati in linea con quelli degli altri anni. Si è registrato invece una crescita nel numero dei ricoveri, pari al 5% in più rispetto allo scorso anno che equivale a 50 pazienti in più alla settimana, la metà dei quali con oltre 85 anni, a dimostrazione della specificità della nostra regione”.  
   
   
SANITÀ IN LOMBARDIA,FORMIGONI A NUOVI DG:LAVORARE IN SQUADRA  
 
Milano, 13 gennaio 2011 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, affiancato dagli assessori Luciano Bresciani (Sanità) e Giulio Boscagli (Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale), ha incontrato ieri in mattinata a Palazzo Pirelli i 45 nuovi direttori generali di Asl, Aziende ospedaliere e Areu. Si è trattato del primo incontro dopo le nomine varate dalla Giunta il 23 dicembre scorso. Secondo quanto ha indicato lo stesso Formigoni, il confronto rappresenta l´avvio di una "collaborazione costante, continua e intensa". "Nessuna azienda - ha detto Formigoni - e quindi nessun direttore generale può pensare di essere indipendente. Noi tutti facciamo parte di un unico, grande sistema sanitario. A ciascuno è stata affidata una responsabilità particolare e specifica ma sempre nell´ottica di un sistema, che è la stessa Regione Lombardia nel suo complesso". "Al di là delle specificità locali e al di là soprattutto delle appartenenze politiche e partitiche - ha aggiunto il presidente - voi siete autorità istituzionali ed è questo il ruolo che dovete esercitare. Il vostro riferimento è Regione Lombardia e in particolare il presidente e gli assessori alla Sanità e alla Famiglia". Formigoni ha quindi indicato come compito fondamentale dei direttori quello di realizzare gli obiettivi e i contenuti del Programma Regionale di Sviluppo (Prs) e del Piano Socio Sanitario Regionale (Pssr), chiedendo "un rispetto rigoroso e puntuale delle procedure previste dalle disposizioni normative e regolamentari, nonché degli indirizzi previsti dalla sede centrale". A cominciare dalla scelta dei diretti collaboratori (direttore sanitario e direttore amministrativo in particolare) l´attività e i comportamenti dei direttori generali, secondo quanto indicato ancora dal presidente, si devono improntare ai principi di "professionalità, legalità, legittimità e trasparenza". Formigoni ha poi sottolineato l´importanza dei rapporti con il territorio e con gli amministratori locali, sempre nell´ottica complessiva di sistema. "Il nostro obiettivo principale - ha aggiunto il presidente - è la prevenzione e la cura della malattie e degli stati di fragilità. L´attenzione alle persone e alle famiglie si manifesta non solo con la prestazione sanitaria di qualità, ma anche con l´attenzione all´accoglienza del malato e della sua famiglia. Questo obiettivo imprescindibile va sempre coniugato con le risorse disponibili e mantenendo le spese sotto controllo". L´assessore Bresciani, dal canto suo, ha sottolineato come i direttori generali siano la "forza operativa di un sistema che è fra gli otto migliori al mondo", ricordando la necessità di lavorare in squadra e in concerto, abbandonando la logica del solismo. "I principi su cui si basa la squadra sono due - ha spiegato l´assessore - e cioè la disciplina e il sostegno reciproco. Da parte nostra ci sarà il massimo impegno e il massimo appoggio per rispettare questi due principi e per proseguire nell´opera di miglioramento continuo della qualità del sistema". L´assessore Boscagli, rivolgendosi in particolare ai direttori delle Asl, suoi interlocutori principali, ha ricordato come sia in atto la sfida del rinnovo del sistema del welfare, che nella sua forma attuale non ha prospettive né risorse sufficienti a mantenersi. "La Regione, con il Prs e il Pssr, - ha aggiunto Boscagli - ha già intrapreso la strada del rinnovamento; vi chiedo di sintonizzarvi fin da subito su questa linea".  
   
   
“REPARTINO” PSICHIATRICO PERUGIA; VISITA PRESIDENTE MARINI: “VA CHIUSO AL PIU PRESTO”  
 
Perugia, 13 gennaio 2011 – La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, accompagnata dal direttore generale della Asl nr.2 di Perugia, Giuseppe Legato, ha effettuato ieri mattina una visita non programmata al reparto di Psichiatria di Perugia, in via Enrico dal Pozzo. Intenzione della presidente era quella di una conoscenza diretta e personale delle condizioni generali del cosiddetto “repartino”, sia per ciò che riguarda i degenti, che per tutto il resto del personale che vi opera. Dalla visita la presidente ha tratto l’ulteriore convinzione della necessità di chiudere quanto prima l’attuale repato, per consentire un rapido trasferimento – anche temporaneo – in altra e più idonea collocazione. Resta confermata l’intenzione di adottare, già nella prossima seduta di lunedì 17 gennaio della Giunta regionale, una delibera con la quale si approverà la proposta di riorganizzazione e trasferimento del reparto.  
   
   
PEGASO, DUE NUOVE ELISUPERFICI A ORBETELLO E MASSA MARITTIMA  
 
 Firenze, 13 gennaio 2011 - “Le due elisuperfici che inauguriamo oggi vanno a consolidare ulteriormente il sistema dell’emergenza urgenza e ci consentono di servire ancora meglio la popolazione della Maremma. Le due nuove piazzole, che si aggiungono alle cinque già esistenti, tutte operative h24, hanno un’importanza strategica in un’area come questa, nel sud della Toscana, con un territorio grande, orograficamente complesso, e anche con le isole”. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha inaugurato ieri le due elisuperfici di Orbetello e Massa Marittima, accompagnata dal direttore della Asl 9 di Grosseto Fausto Mariotti, dai vertici della Asl 9, dai sindaci del territorio e dalle autorità. Le due nuove piazzole si aggiungono alle altre cinque già operative h24 sul territorio provinciale: Grosseto, Casteldelpiano, Isola del Giglio, Giannutri, Follonica, oltre all’area di soccorso della Protezione civile ad Aiole, Arcidosso, e alla rete delle piazzole autorizzate per l’atterraggio solo diurno. Le due piazzole rientrano nel piano di interventi approvato dalla giunta regionale nel 2005 per il servizio regionale di elisoccorso, per la realizzazione di idonee aree di atterraggio e decollo, a servizio di strutture sanitarie e comunità isolate. Sono state finanziate dalla Regione con 250.000 euro ciascuna. “La realizzazione di nuove elisuperfici – ha detto l’assessore – rappresenta un punto di forza per tutto il sistema regionale di elisoccorso, che, anche a seguito dell’ultima gara che si è conclusa nel 2009, dispone attualmente di elicotteri di nuova generazione, capaci di prestazioni sempre più avanzate, a tutto vantaggio del cittadino”. La Asl 9 ha varato un piano di potenziamento dell’intera rete dell’elisoccorso, con l’obiettivo di ottimizzare i collegamenti tra l’entroterra montano e collinare, la costa e l’area urbana di Grosseto, che prevede la realizzazione di 11 nuove piazzole. Sono ora in fase di avvio le procedure per le elisuperfici di Monterotondo Marittimo e Pitigliano. Pegaso 2, il servizio di elisoccorso di Grosseto, effettua in media 200 interventi l’anno in provincia di Grosseto, su un totale di circa 600 effettuati, sempre da Pegaso 2, sull’intero territorio regionale. Queste le richieste di elisoccorso nel 2010: Pegaso 1, con base a Firenze, 761; Pegaso 2, con base a Grosseto, 732; Pegaso 3, con base a Massa, 508. Dei tre operativi per il sistema di soccorso regionale, Pegaso 2 effettua il servizio per tutte le isole dell’arcipelago toscano. Oltre, naturalmente, alle chiamate che arrivano anche da altre aree della Toscana, con il nuovo sistema della centrale unica regionale per l’elisoccorso, in vigore dal 2009. Nel pomeriggio, l’assessore Scaramuccia ha visitato la Casa Famiglia “Il Sole”, a Grosseto, che ospita 14 disabili.  
   
   
A PIER PAOLO PANDOLFI DELL’ITT UNO DEI PIÙ PRESTIGIOSI RICONOSCIMENTI IN CAMPO ONCOLOGICO  
 
 Firenze, 13 gennaio 2011 - Pier Paolo Pandolfi, dell’Università di Harvard a Boston, e membro fondatore dell’International Scientific Advisory Board dell’Itt, l’Istituto Toscano Tumori, ha vinto il premio Pezcoller, uno dei più prestigiosi al mondo nel settore oncologico, anche perché gestito direttamente dalla American Association for Cancer Research. L’annuncio è stato dato ieri dal dottor Gios Bernardi, presidente della Fondazione Pezcoller, che ha sede a Trento. La motivazione del premio cita 3 scoperte importanti. L’origine di una particolare forma di leucemia acuta, detta promielocitica: gli studi in merito hanno contribuito a migliorarne di molto la cura. La comprensione del ruolo di un gene anti-tumore chiamato Pten, la cui perdita rende assai più grave, ad esempio, il cancro della prostata. Lo studio di un gene affine a Pten, in gergo uno pseudogene, ha portato per la prima volta a capire che gli pseudogeni, così chiamati perchè difettosi, possono svolgere un ruolo importante nella regolazione di geni veri, compresi quelli coinvolti nel produrre tumori. La giuria ha voluto premiare Pandolfi anche per la sua eccezionale carriera: a 47 anni, nessun altro ha una bibliografia neppure lontanamente paragonabile e interamente dedicata all’oncologia. “Sono veramente felice di questa notizia – dice il professor Lucio Luzzatto, direttore sicentifico dell’Itt – Ho conosciuto Pier Paolo Pandolfi la prima volta nel 1987 quando, ancora studente, venne dapprima per un breve periodo nel mio laboratorio a Londra, per poi ritornarvi successivamente per qualche anno: da subito colpiva in Pier Paolo l’entusiasmo per la ricerca e l’energia indomabile. Riuscii poi nel 1994 a reclutarlo a New York allo Sloan-kettering come Principal Investigator autonomo nel dipartimento di Genetica Umana: lì ebbi modo di apprezzare il suo rigore scientifico nel capire a fondo i tumori, ed il suo impegno toto corde per riuscire a curarli con approcci nuovi. A nome di tutto l’Istituto Toscano Tumori – aggiunge Luzzatto – ho veramente il piacere di inviare a Pier Paolo le nostre congratulazioni vivissime. Siamo fortunati di averlo nel Consiglio Scientifico del nostro Istituto; e sono lieto di notare che ad una delle ricerche citate nella motivazione del Premio Pezcoller ha partecipato Lucia Poliseno, borsista Itt, recatasi nel laboratorio Pandolfi dopo il suo dottorato sui rapporti tra micro Rna e cancro nel laboratorio di Pino Rainaldi a Pisa. Pier Paolo ha molti amici in Italia e molti fans in Toscana”. Pier Paolo Pandolfi ha studiato a Roma e a Perugia, dove si è laureato/dottorato. Dopo un periodo di formazione post-dottorato a Londra, è stato per 12 anni al Memorial Sloan-kettering Cancer Center, per poi spostarsi a Boston come direttore di un centro di ricerca sul cancro, dove gestisce anche la prima clinica dedicata a topi ammalati – potremmo dire – di tumori umani, allo scopo di ottimizzarne la terapia. Pier Paolo Pandolfi è stato, fin dall’inizio nel 2005 dell’Istituto Toscano Tumori (Itt), membro attivo ed assiduo del suo International Scientific Advisory Board, e all’Itt ha tenuto varie conferenze/seminari. Il Premio Pezcoller è particolarmente prestigioso perché la Fondazione omonima, da quando il premio è stato istituito nel 1998, ha preso l’illuminata decisione di gestirlo insieme con la American Association for Cancer Research, che ha dovuto quest’anno operare la selezione tra ben 46 candidati. Il Pezcoller comincia ad essere annoverato tra il premi di alto livello mondiale e di ottimo auspicio, perchè già due vincitori Pezcoller hanno successivamente avuto anche il Premio Nobel.