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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Maggio 2011
ANCHE LE PIANTE HANNO UN SISTEMA IMMUNITARIO!  
 
Anche se noi possiamo essere ben consapevoli della presenza del sistema immunitario umano, ora sembra che anche le piante possiedano delle notevoli strategie di difesa. In uno studio pubblicato su Science Express, ricercatori dall´Università di Wageningen nei Paesi Bassi e dal Lawrence Berkeley National Laboratory negli Stati Uniti hanno identificato per la prima volta in che modo una rete di microbi del suolo possono lavorare assieme per respingere i patogeni che uccidono le piante. Il team ha compiuto la scoperta dopo aver osservato attentamente il suolo proveniente da un campo di barbabietole da zucchero nei Paesi Bassi che era diventato resistente al patogeno Rhizoctonia solani che causa il fungo alla radice delle piante. Anche se i suoli soppressivi sono piuttosto comuni, finora sono stati identificati solo alcuni dei microbi coinvolti in questo sistema immunitario per le piante e precedenti studi hanno portato alla luce solo un numero esiguo di microbi che combattono contro i patogeni. In questo studio, il team ha trovato 17 microbi del suolo impegnati a tentare di sopprimere il patogeno killer, che è in grado di seminare il caos tra barbabietole, piante e riso. Per identificare questi microbi, il team ha usato un chip delle dimensioni di una carta di credito capace di rilevare la presenza di 59.000 specie di batteri e archei in campioni di aria, acqua e suolo senza bisogno di colture. Questo chip è stato sviluppato al Lawrence Berkeley Lab per aiutare a identificare non solo gli organismi più tipici e meglio conosciuti in un campione ambientale, ma anche i tipi più rari che sono meno abbondanti. Esso funziona comparando una sequenza di Dna unica per ciascuna specie di batteri con oltre un milione di Dna target di riferimento sul chip. "Già in precedenza singoli organismi sono stati associati con suoli soppressivi di malattie, ma noi abbiamo dimostrato che una combinazione di molti organismi è associata a questo fenomeno," ha commentato Gary Andersen, uno dei ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory. Tipicamente, le barbabietole da zucchero piantate in un suolo soppressivo della malattia seguono un ciclo che inizia con alcuni anni senza patogeni prima di soccombere alla malattia. Le piante diventano quindi sane una volta che vengono attivati i microbi che combattono il patogeno e il suolo diventa ostile per il patogeno. I campioni di suolo usati nello studio sono stati organizzati per mostrare sei di queste diverse fasi della soppressione della malattia da parte del campo di barbabietola da zucchero. Campioni di Dna provenienti da questi campioni sono stati analizzati e vi sono state trovate oltre 33.000 specie di batteri e archei. Sebbene si siano trovate piccole variazioni tra i microbi presenti nelle sei diverse fasi del ciclo del suolo, quando ogni campione è stato analizzato si è scoperto che all´interno dell´abbondanza di batteri ciascun campione aveva una composizione batterica unica. Tutti i campioni in cui la malattia era soppressa avevano una maggiore abbondanza di 17 tipi unici di batteri. Questi comprendevano ben noti "combattenti dei funghi" come Pseudomonas, Burkholderia, Xanthomonas e Actinobacteria. Si è scoperto che in alcuni campioni erano presenti anche altri tipi di batteri che non possiedono alcuna capacità dimostrata di combattere i patogeni da soli; questo suggerisce che essi agiscono in modo sinergico assieme ad altri batteri per sopprimere la malattia della pianta. Le implicazioni di queste scoperte sono che, affinché il suolo sia adatto a combattere i patogeni, è meglio avere un forte "team" di diversi tipi di batteri piuttosto che avere solo uno o due killer dei patogeni. "Noi ora vediamo che il complesso fenomeno della soppressione delle malattie nel suolo non può essere semplicemente attribuito a un singolo gruppo batterico, ma è verosimilmente controllato da una comunità di organismi," spiega Gary Andersen. Se tutto va bene, questi risultati aiuteranno gli scienziati a comprendere domande rimaste senza risposta proprio su come il suolo soppressivo per una malattia attiri questi microbi protettivi e a sua volta aiuti agricoltori e coltivatori a lavorare per combattere malattie delle piante dannose dal punto di vista economico. Per maggiori informazioni, visitare: Lawrence Berkeley National Laboratory: http://www.Lbl.gov/  Università di Wageningen: http://www.Wur.nl/uk/    
   
   
NOVEL FOODS: IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE DI DISCIPLINARE CON URGENZA LA VENDITA DEL CIBO CLONATO  
 
Secondo il Vicepresidente del Parlamento europeo Ginni Pittella è deplorevole che la vendita di carne derivata da animali clonati possa continuare senza che sia correttamente etichettata. Durante un dibattito in plenaria sul mancato accordo sulla legislazione sui "nuovi alimenti", Pittella ha chiesto alla Commissione di presentare con urgenza una proposta legislativa a riguardo. Pittella ha detto che il fallimento dei negoziati "posticipa così la possibilità per i consumatori di ricevere una chiara informazione sui cibi che mangiamo", sottolineando che il Parlamento non ha mai avuto l´intenzione di "girarsi dall´altra parte accontentandosi delle generiche rassicurazioni che il Consiglio ha avanzato durante il negoziato", poiché "la sicurezza alimentare e le informazioni sui prodotti che arrivano sulle nostre tavole rappresentano principi basilari dell´Unione europea". La relatrice Kartika Liotard (Gue/ngl, Nl) ha rivelato che l´affermazione fatta dalla Presidenza ungherese e dalla Commissione europea che la posizione del Parlamento fosse in contrasto con le regole dell´Omc e avrebbe creato una guerra commerciale non era in linea con l´opinione del servizio giuridico del Consiglio stesso. La relatrice, leggendo un documento interno, ha detto: "Il divieto di cibo derivato da progenie di animali clonati potrebbe essere giustificato sulla base delle considerazioni etiche dei consumatori". Liotard si è poi chiesta se il parere giuridico fosse stato distribuito a tutti gli Stati membri. Un rappresentante della Presidenza ungherese del Consiglio, il Ministro Enikő Győri, ha replicato che c´erano preoccupazioni sincere riguardo al rispetto delle regole commerciali internazionali, anche nell´opinione giuridica citata. Il Commissario John Dalli ha assicurato gli eurodeputati che non ci saranno ritardi ingiustificati nella presentazione della nuova proposta legislativa.  
   
   
RIFORMA AGRICOLA: DURNWALDER A BRUXELLES PRESENTA LE RICHIESTE DELLE REGIONI  
 
Bolzano - Precise misure a tutela di alimenti, risorse naturali e montagna vanno inserite nella riforma della politica agricola comune (Pac) dopo il 2013: gli interventi richiesti dalle Regioni all’Ue sono stati presentati l’ 11 maggio a Bruxelles dal presidente della Provincia Luis Durnwalder nella sua veste di relatore incaricato dal Comitato delle Regioni. La proposta di parere illustrata da Durnwalder nella sede del Parlamento europeo è stata approvata dai colleghi governatori e verrà ora inviata alla Commissione Ue. Nel suo intervento al Parlamentino europeo delle Regioni Durnwalder ha ricordato che in Europa il comparto agricolo fornisce occupazione a quasi 30 milioni di persone nelle zone rurali, che a loro volta ricoprono il 90% del territorio e ospitano il 60% della popolazione. Il Presidente della Provincia ha quindi sintetizzato le richieste delle Regioni alla Commissione: "La Pac riformata deve garantire l´indipendenza e la sicurezza alimentare, la stabilità dei redditi degli agricoltori, promuovere l´introduzione di metodi agricoli alternativi, favorire l´occupazione e l´utilizzo sostenibile dei terreni." Si ribadisce anche la necessità di incentivare sistemi produttivi rispettosi delle risorse naturali, del paesaggio e della biodiversità, di tener conto degli svantaggi naturali e geografici (tra cui le zone montuose), di contribuire a semplificare le modalità di applicazione delle direttive, in particolare tramite un maggiore coinvolgimento degli enti territoriali. Tra le misure di sviluppo rurale, il presidente Durnwalder ha messo in rilievo l´importanza della diversificazione per le aziende agricole di piccole dimensioni in zone di montagna: "È necessario favorire la collaborazione fra gli agricoltori, in particolare per quanto riguarda l´utilizzo in comune dei mezzi di produzione nella commercializzazione dei prodotti o l´organizzazione del lavoro, in modo da ridurre lo svantaggio competitivo delle piccole aziende." Si sostiene quindi la proposta della Commissione di continuare ad offrire l´indennità compensativa come parte del piano di sviluppo rurale. Il Comitato propone al riguardo di mantenere i margini di manovra attuali e di elevare il limite massimo, per venire incontro alle difficoltà delle zone montane. Ma Durnwalder ha ricordato la possibilità di varare un pacchetto specifico di misure: contributi per i costi di raccolta, interventi specifici per i pascoli alpini, un premio per la biodiversità e il riconoscimento dei prodotti di montagna di qualità. Durnwalder ha richiamato l’attenzione anche sull´importanza dell´allevamento in particolare per la conservazione dell´industria lattiero-casearia dopo la scadenza del sistema delle quote latte. "Senza un´industria lattiero-casearia funzionante è impossibile riuscire a conservare i terreni adibiti all´agricoltura, soprattutto per quanto riguarda i prati e i pascoli delle zone di alta e media montagna", ha detto. Maggiore sostegno si chiede anche per l´agricoltura biologica e integrata nel quadro di una politica di sviluppo sostenibile: in futuro tutti gli Stati membri dovrebbero usare almeno il 10% del bilancio agricolo per programmi agroambientali. Il documento inoltre, visto il rapido invecchiamento degli agricoltori attivi in Europa, ritiene necessario introdurre misure aggiuntive a favore dei giovani agricoltori: i finanziamenti finora erogati si sono rivelati insufficienti ad arrestare la tendenza. "Oggi nell´Ue solo il 7% degli agricoltori ha meno di 35 anni, e un terzo ha superato i 65", ha spiegato Durnwalder. Le Regioni propongono anche di introdurre una regolamentazione semplificata al fine di conservare un´agricoltura tradizionale di piccole dimensioni, di fornire un aiuto aggiuntivo a questa tipologia di aziende agricole e di eliminare gli ostacoli burocratici. Durnwalder ha ricordato che l´82% degli agricoltori europei riceve un finanziamento inferiore a 5mila euro, per cui una semplificazione amministrativa significherebbe per i piccoli agricoltori un cospicuo alleggerimento delle procedure e una crescita del consenso verso la Pac. Chiara è stata anche la richiesta di garantire maggiore flessibilità agli enti locali e alle regioni, per corrispondere meglio alle esigenze del territorio e alla gestione del patrimonio forestale: l´attuazione delle misure contenute nel piano di sviluppo rurale sarebbe infatti più facilitata dalla possibilità di un cofinanziamento ad opera di terzi (ad esempio comuni, soggetti economici). Tra le misure sul mercato, si chiede alla Commissione Ue di proteggere gli agricoltori da crolli improvvisi dei prezzi e dalla conseguente perdita di redditi e di limitare la volatilità dei prezzi dei generi alimentari. Osservato che la quota dell´agricoltura nella catena di produzione degli alimenti si sta continuamente riducendo, Durnwalder ha chiesto all’Ue di sviluppare strumenti di mercato per contenere questa tendenza, "adottando nei settori produttivi disposizioni quadro in materia di associazioni tra produttori, rafforzando così anche la posizione degli agricoltori nella filiera." Questi temi saranno illustrati ai media domani (giovedì 12) alle 9.30 nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles in una conferenza stampa con il presidente Durnwalder e altri rappresentanti del Cdr.  
   
   
AGRICOLTURA: POLVERINI NOMINA PASCA RAYMONDO NUOVO PRESIDENTE MOF FONDI IMPEGNO DELLA GOVERNATRICE PER COMMISSARIATO DI POLIZIA ALL’INTERNO DEL MERCATO  
 
 Il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha presentato il nuovo presidente del Mof Michele Pasca Raymondo, nominato dalla Regione Lazio, nel corso di una conferenza stampa tenuta al centro direzionale del Mercato ortofrutticolo di Fondi. Laureato in Chimica con specializzazione nel settore delle Industrie Agroalimentari, Pasca Raymondo è stato per sette anni, fino a marzo 2011 il direttore generale aggiunto della Politica Regionale alla Commissione Europea, raggiungendo il grado più alto della carriera amministrativa europea. “Più di così al Mof non potevamo fare – ha spiegato Polverini -, Raymondo ha l´autorevolezza, le competenze, la professionalità e anche quell´umiltà che serve ogni volta che si inizia una nuova esperienza”. Una scelta “di altissimo profilo istituzionale – ha sottolineato la governatrice – che risponde all´esigenza di un territorio in forte sviluppo che ha al suo interno il mercato ortofrutticolo, la più grande azienda del Lazio”. All´incontro erano presenti anche il neo nominato vicepresidente del Mof Francesco Palese, l’ad del Mof Enzo Addessi, il sindaco di Fondi Salvatore De Meo, gli assessori regionali al Bilancio Stefano Cetica, all´Agricoltura Angela Birindelli e alle Attività produttive Pietro Di Paolo, il senatore Claudio Fazzone. La presidente Polverini, nell’occasione, ha assunto l’impegno ad attivarsi personalmente “grazie al mio ruolo istituzionale affinché nel Mof ci possa essere, in un futuro molto prossimo, anche un commissariato della polizia di Stato. Ciò per dare un segnale importante che le istituzioni sono portatrici di sicurezza”. Nel corso della giornata, Polverini ha poi incontrato dirigenti ed operatori e visitato il Mercato ortofrutticolo, “un polo di eccellenza che deve diventare uno snodo che mette in contatto Nord e Sud Italia ma può servire anche per lo scambio europeo del settore ortofrutticolo”, sottolineando inoltre come nell´agroalimentare la Regione abbia “già deciso di investire altri 100 milioni di euro nel 2011”. “Per noi è una grande industria – ha concluso - sulla quale il Lazio può e deve investire, che può dare rilancio al territorio, alla sua storia, alle sue tradizioni, alla sua cultura. Può rimettere in moto il turismo nella Regione”.  
   
   
AGRICOLTURA: BIOLOGICO È IL FUTURO DEL MONDO RURALE DEL FVG  
 
Udine - Occorre fare compiere un´evoluzione di carattere culturale al mondo agricolo del Friuli Venezia Giulia. Che deve osare intraprendere la sfida delle colture, e soprattutto della zootecnia biologica, per poter assicurare una maggiore redditività alle aziende, e per scongiurare il rischio della ulteriore destrutturazione del tessuto economico produttivo agrario del nostro territorio. Secondo l´assessore regionale alle Risorse Rurali, Agroalimentari e Forestali, Claudio Violino, intervenuto in Regione a Udine, alla presentazione della manifestazione ´le Piazze del Bio´, in programma il prossimo fine settimana a Spilimbergo, momento di festa, approfondimento e degustazione, ma anche di gioco per i bimbi, che come ha detto il direttore centrale delle Risorse Rurali e Agroalimentari, Luca Bulfone, dopo il successo della prima edizione, lo scorso anno in piazza I Maggio a Udine (5 mila visitatori), mira a divenire una consuetudine per la nostra realtà, è indispensabile partire dal mondo della scuola, da quello della formazione, da quello universitario, per far apprezzare ai futuri operatori agricoli le opportunità che l´agricoltura biologica offre. E offrirà in misura maggiore in futuro. Al momento infatti, se è crescente la richiesta di prodotti rurali e derivati di natura biologica da parte dei consumatori, non si incrementa parimenti l´offerta da parte dell´agricoltura regionale. C´è, per esempio, una domanda in crescita esponenziale di yogurt biologico. Ebbene, la produzione di latte biologico da parte della zootecnia del Friuli Venezia Giulia dovrebbe poter sopperire a tale richiesta di mercato. Riuscendo così a far levitare il prezzo di vendita all´origine del latte. Che al momento è addirittura inferiore al costo di produzione. Occorre, secondo Violino smuovere dall´immobilismo, motivato anche da scelte e strategie del passato non solo comunitarie, gli agricoltori e gli allevatori del Friuli Venezia Giulia. E indirizzarli verso le richieste dei mercati, assecondando le attese dei consumatori, per modernizzare le aziende agricole e le loro produzioni. La Regione, da parte sua, ha incrementato nel Piano di Sviluppo Rurale la misura inerente i seminativi con metodo biologico. Portando il premio di produzione da 200 a 280 euro l´ettaro. Tale risultato è stato raggiunto da parte dell´Amministrazione non senza andare in contrasto con le indicazioni della Ue. Ma si tratta di una scelta indispensabile per stimolare l´agricoltura regionale a crescere e a dirigersi verso strategie di filiera consone con l´evoluzione della società e dei mercati, utili anche per restituire economicità al sistema rurale. A tale misura hanno già richiesto di accedere 342 aziende. La presentazione de ´le Piazze del Bio´, da parte del sindaco di Spilimbergo, Renzo Micheloni, il quale ha ricordato che nell´occasione, in prossimità della partenza di tappa del Giro ciclistico d´Italia (dal tale località il 20 maggio) sabato 14 maggio si terrà un convegno su alimentazione biologica e sport amatoriale e dilettantistico, ha dato modo al direttore Bulfone di anticipare che la manifestazione spilimberghese, attuata dalla Regione in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per una spesa di oltre 70 mila euro, sarà rivolta anche alle scuole di Montereale Valcellina, Duino, Monfalcone Mereto di Tomba. L´obiettivo è far conoscere ai ragazzi le valenze del biologico, della filiera corta, delle produzioni ´a km 0´. Graziano Ganzit, presidente dell´Aprobio, il sodalizio dei produttori, ha poi parlato della crescita, a Rauscedo, della produzione delle barbatelle della vite biologiche, e del successo crescente delle aziende agricole sperimentali biologiche e biodinamiche locali. Cristina Micheloni, dell´Aiab, sodalizio nazionale dei produttori, ha affermato che nel Friuli Venezia Giulia l´età media degli agricoltori che seguono il metodo biologico va dai 40 ai 45 anni. Ciò fa ben sperare per lo sviluppo del settore. Mentre crescono le forme di aggregazione e i servizi a domicilio ai consumatori biologici: nella nostra regionale ne fruiscono circa 600 famiglia. Infine, Luchino Laurora, assessore all´Ambiente del Comune di Spilimbergo, ha evidenziato le iniziative di sensibilizzazione di carattere ambientale connesse a ´le Piazze del Bio´, in programma sempre nel prossimo fine settimana.  
   
   
BATTERIOSI DEL KIWI, LE INIZIATIVE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA PER CONTRASTARE LA FITOPATIA. INDENNIZZI AGLI AGRICOLTORI, MONITORAGGIO E UN PROGETTO DI RICERCA.  
 
Bologna - Indennizzi agli agricoltori grazie a un fondo regionale che può contare su risorse pari a 1 milione euro per il 2011 che si aggiungono ai 600 mila euro già erogati per gli interventi fatti nel 2010; accesso prioritario per le aziende colpite ai finanziamenti europei per il reimpianto di nuove piante da frutto nell’ambito dell’Ocm ortofrutta; meccanismi incentivanti per promuovere la sottoscrizione di polizze assicurative. Ma anche un progetto di ricerca cofinanziato da Regione e un piano di monitoraggio a tappeto della malattia in collaborazione con le stesse organizzazioni dei produttori. Sono queste le proposte avanzate oggi a Bologna dall’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni per contrastare la batteriosi del kiwi, nel corso di un incontro cui hanno partecipato le Organizzazioni dei produttori e le Province. “Le indicazioni della Regione sono state accolte positivamente e dimostrano la determinazione con cui stiamo reagendo a questa grave fitopatia – ha detto Rabboni - La Regione Emilia-romagna sta insomma facendo la sua parte in collaborazione con tutto il sistema emiliano-romagnolo, a partire dagli stessi produttori. Purtroppo la batteriosi sta colpendo le colture di kiwi in tutto il territorio nazionale e per questo mi aspetto un analogo impegno da parte del Ministero delle politiche agricole e della stessa Unione europea”. Quanto ai finanziamenti previsti per gli indennizzi Rabboni ha sottolineato: “ si tratta di risorse congrue se consideriamo che in Emilia-romagna attualmente sono stati accertati danni alle piante in un centinaio di frutteti che hanno portato all’abbattimento di una superficie equivalente a circa 15 ettari, mentre in Piemonte, per fare solo un esempio, siamo intorno ai 270 ettari”. Attualmente l’unico strumento per fermare la diffusione del batterio del kiwi è l’eradicazione delle piante colpite non appena si registrano i primi segnali di infezione. Per questo Rabboni ha oggi proposto alle Organizzazioni dei produttori di collaborare insieme ai tecnici regionali e del Crpv (Centro Ricerche Produzioni Vegetali) per realizzare un azione di monitoraggio che sia la più ampia, efficace e tempestiva possibile. In tempi brevissimi inoltre partirà un progetto di ricerca per accrescere le conoscenze sulla biologia del batterio del kiwi e utile a sviluppare l’applicazione di tecniche agronomiche idonee a contrastarne la diffusione. Consapevoli che il problema vada risolto a livello sovra regionale ci si augura che questa azione di ricerca, promossa dall’Emilia-romagna, possa presto essere inserita in un ambito di attività scientifica di livello nazionale e comunitario.  
   
   
PESCA IN VENETO : DECINE DI RICHIESTE INCONTRO A MINISTRO E NESSUNA RISPOSTA  
 
Venezia - “Avrei voluto incontrare a Chioggia il ministro delle politiche agricole Saverio Romano per fare con lui il punto sulla crisi della pesca, che sta investendo in maniera davvero pesante i nostri operatori del settore”. Lo ha detto l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, in riferimento alla presenza del ministro nella cittadina lagunare, per un incontro elettorale con le locali associazioni della pesca. “Da Chioggia – ha aggiunto Manzato – mi sono anche arrivate voci secondo le quali il ministro sarebbe stato anche disponibile, ma avrebbe detto di non essere stato a conoscenza dei miei inviti. Sono certo che c’è stato un fraintendimento. E proprio per ripristinare la verità voglio ricordare che la mia prima richiesta di incontro con Romano risale allo scorso 24 marzo, quando gli ho telefonato il giorno successivo alla sua nomina. A questo primo colloquio sono seguite decine di ulteriori contatti diretti, scritti e telefonici, tramite i quali ho chiesto formalmente di incontrarlo per parlare di alcuni problemi, e in testa a tutti c’è quello del comparto della pesca del bacino nord Adriatico”. “Ho formalizzato anche la mia disponibilità ad incontrare Romano qui in Veneto, proprio in occasione della sua visita a Chioggia di questi giorni – ha continuato Manzato – ma alla mia segreteria una risposta non è mai pervenuta”. “Spero che almeno possa leggere queste mie affermazioni: caro ministro, sicuramente hai potuto toccare con mano la gravità dei problemi del comparto della pesca dell’Adriatico, che vorrei sottoporti dal punto di vista istituzionale il prima possibile. Aggiungo infine che sarebbe bello poter affrontare questo allarme con le nostre forze, ma la mancanza di un federalismo fiscale limita l’operato della nostra Regione a statuto ordinario, e rende indispensabile un lavoro di squadra tra Regione e Governo. E’ sufficiente per questo che il Ministro mi indichi una data e un luogo per incontrarlo”.  
   
   
SARDEGNA: PUBBLICATO IL BANDO PER SOSTENERE GLI INVESTIMENTI NEL SETTORE DEL VINO  
 
L´assessore dell´Agricoltura e riforma agro-pastorale ha pubblicato il bando per la presentazione delle domande di aiuto, per l´annualità 2010/2011, relative alla misura "Investimenti" del programma nazionale di sostegno nel settore del vino. L´obiettivo della misura è favorire il miglioramento del rendimento globale dell´impresa, soprattutto in termini di adeguamento alla domanda del mercato e di raggiungimento di una maggiore competitività. In particolare, è prevista l´erogazione di finanziamenti per la realizzazione di investimenti, materiali e/immateriali, in impianti di trasformazione, in infrastrutture vinicole e nella commercializzazione del vino, relativi a uno o più dei seguenti aspetti: produzione e/o commercializzazione dei prodotti; sviluppo di nuovi prodotti, trattamenti e tecnologie connessi. Possono beneficiare dell´aiuto i soggetti operanti sul territorio regionale che rientrino nella categoria degli imprenditori agricoli, singoli e associati, o delle micro, piccole e medie imprese che producano principalmente vino. Le domande di aiuto devono essere presentate, a mano o tramite raccomandata con avviso di ricevimento, all´organismo pagatore Agea e ad Argea Sardegna entro il 31 maggio 2011, al seguente indirizzo: Argea Area di coordinamento attività ispettive viale Adua, 1 07100 Sassari  
   
   
OCM VINO; A TAVOLO VERDE PRESENTATO BANDO PER PROMOZIONE SU MERCATO PAESI TERZI  
 
Modalità e criteri del bando per la presentazione di progetti per la promozione sui mercati dei Paesi terzi dell’Ocm vino, campagna 2011-2012, sono stati illustrati ieri dall’assessore regionale all’agricoltura al “Tavolo Verde”, convocato in Regione. La quota assegnata alla Regione Umbria per finanziare i progetti ammonta ad oltre un milione 111 mila euro, a cui dovrebbero aggiungersi altrettante risorse da parte dei privati, per un pacchetto complessivo di aiuti superiore ai 2 milioni 200 mila euro. Il bando – ha detto l’assessore all’agricoltura ai rappresentati delle organizzazioni del comparto – può essere un’occasione per fare un salto di qualità nella promozione del vino umbro. Le difficoltà economiche che sconta il settore anche a seguito dei tagli operati dal Governo devono spingerci a migliorare misure e modalità di sostegno. Occorre lavorare su progetti di alta qualità, capaci di aggregare i diversi soggetti interessati, di muoversi in maniera integrata, senza disperdere risorse ed energie. I progetti e le proposte che vanno in questa direzione – secondo l’assessore - hanno maggiori possibilità di pesare nel riposizionamento del settore vitivinicolo umbro sui mercati e di accrescerne la penetrazione. L’inaspettata anticipazione della scadenza del bando al 10 giugno, data in cui devono “fisicamente” pervenire le domande in Regione o al Ministero della politiche agricole, certo non facilita il lavoro da compiere. Insieme alle altre Regioni – ha concluso l’assessore - valuteremo se chiedere al Ministro alle politiche agricole nel prossimo incontro del 19 maggio a Roma una proroga, come accaduto già per la scorsa annualità. Intanto la Regione è impegnata rispettare in pieno la scadenza finora fissata. Beneficiari delle risorse sono i Consorzi di tutela, le loro associazioni e federazioni, i produttori di vino che abbiano ottenuto i prodotti da promuovere dalla trasformazione dei prodotti a monte del vino, propri o acquistati. Rispetto al bando dello scorso anno la Regione ha introdotto alcune novità che dovrebbero meglio rispondere alla strategia di promozione del settore,con particolare riferimento all’individuazione di opportuni criteri di selezione orientati anche in funzione delle presenze sui diversi mercati. Infatti, relativamente alla valutazione delle domande, fino a 20 punti verranno assegnati ai progetti che hanno un impatto prevedibile in termini di sviluppo della domanda dei relativi prodotti, anche in considerazione dell’entità quantitativa e qualitativa proposta . Con ciò si intende stimolare la presentazione di progetti più rilevanti concentrati su specifici mercati. Altra novità rispetto all’annualità 2010 è rappresentata dall’ingresso fra i possibili attuatori delle azioni proposte dei soggetti pubblici, accanto ai privati ed ai Consorzi di tutela riconosciuti. La promozione riguarda tutte le categorie di vini umbri a denominazione di origine protetta e ad indicazione geografica, secondo le caratteristiche dei vini previste dalla normativa comunitaria e nazionale. I vini sono ammessi alle misure promozionali a condizione che siano destinati al consumo umano diretto. Nelle azioni di promozione e di informazione per i vini Docg, Doc, Igt è indicata l’origine dei vini. Tra le azioni ammissibili, da attuare anche singolarmente, in uno o più Paesi terzi, la promozione e pubblicità che, tra l’altro, mettano in rilievo i vantaggi dei prodotti di qualità , la sicurezza alimentare e il rispetto dell’ambiente, la partecipazione a manifestazioni e fiere di importanza internazionale, campagne di informazione e promozione, altri strumenti di comunicazione , da internet a degustazioni guidate. Il bando, che ha carattere integrativo rispetto alle disposizioni contenute nei Decreti Ministeriali N.4123/2010 e 6442/2011, verrà pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Umbria e sarà disponibile già nei prossimi giorni nel sito della Regione Umbria nella Sezione “Bandi” e nelle pagine dedicate all’Agricoltura.  
   
   
DE VINO VERITAS IL 4-5-6 LUGLIO 2011 A ROMA SEDE DEL COMITATO ITALIANO PER L’UNICEF  
 
Si terrà un nuovo Incontro di formazione e aggiornamento - I Vini E I Prodotti Dop-igp-stg Le Attività Di Controllo Per La Certificazione E La Tutela - Consorzi Di Tutela, Organismi e Autorita’ Pubbliche Di Controllo: Tra Fatto, Diritto E Responsabilità Giuridiche. Considerato l’interesse manifestato e gli approfondimenti richiesti dagli operatori del settore Irvea, Istituto per la Ricerca e la Valorizzazione delle Eccellenze Agroalimentari, grazie alla partecipazione dell’Icqrf, Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità e Repressione Frodi mette finalmente l’accento su tutte le questioni legate alle attività di controllo e verifica nei vari settori dei prodotti Dop-igp e Stg, con particolare attenzione al settore vitivinicolo: le palesi diversità tra qualifiche giuridiche e le funzioni operative degli agenti vigilatori dei Consorzi di Tutela del settore vitivinicolo, rispetto agli stessi operatori di altri settori dei prodotti tutelati, creano infatti evidenti difficoltà operative e conseguenti responsabilità oggettive, in capo ai Consorzi di Tutela e ai relativi operatori; particolare attenzione va posta anche sulle problematiche inerenti gli Organismi di Controllo dei vini e le oramai sempre più frequenti sovrapposizioni di competenze nelle varie denominazioni; così come le problematiche legate alle qualifiche funzionali e giuridiche degli ispettori degli Organismi stessi. Di particolare interesse l’approfondimento sui finanziamenti pubblici per la partecipazione degli agricoltori ai sistemi di certificazione di qualità alimentare Dop-igp-bio e la configurabilità di condotte concorsuali nel reato di truffa aggravata ai danni della U.e. L’incontro di formazione ed aggiornamento che si terrà a Roma nei giorni 4-5-6 luglio 2011 è pertanto uno strumento indispensabile e completo per un approfondimento aggiornato di tutta la materia; un’occasione importante dedicata, non solo al settore vitivinicolo, ma a tutti gli operatori delle produzioni Dop-igp-stg, per una maggiore tutela e protezione delle eccellenze alimentari italiane. L’incontro offrirà un approfondimento sulle tematiche afferenti i compiti funzionali, oltre alla gestione dei Disciplinari per la certificazione e la gestione delle Non conformità. Particolare attenzione verrà posta, oltre che sui compiti, le qualifiche funzionali e le responsabilità giuridiche, sulle modalità tecnico-operative per la campionatura legale degli alimenti e sugli adempimenti obbligatori nelle attività ispettive di verifica per la certificazione e vigilanza per la tutela del Marchio. L’incontro è aperto a tutti gli Organismi e le Autorità Pubbliche di Controllo delle Qualità Alimentari, i Consorzi di Tutela dei vini e dei prodotti Dop, Igt, Stg, al personale ispettivo ed agli agenti vigilatori; ai Responsabili Assicurazione Qualità; ai Titolari, Professionisti, consulenti tecnici esterni e stagisti delle varie aziende di tutti i settori agroalimentari (Carni, Salumi, Formaggi, Ortofrutta, Olio, Settore ittico) e in particolare ai professionisti operanti nel settore vitivinicolo. Www.irvea.org/    
   
   
ALPRO È LA PRIMA AZIENDA ALIMENTARE IN EUROPA A ADERIRE AL PROGRAMMA WWF CLIMATE SAVERS  
 
La nuova collaborazione pone l’accento sull’impegno di Alpro in termini di sostenibilità aziendale e riduzione delle emissioni di Co2 Ad oggi, Alpro, pioniere europeo nello sviluppo e nella commercializzazione di alimenti e bevande a base di soia, è la prima azienda alimentare in Europa a aderire al programma Wwf Climate Savers. L’obiettivo di questo prestigioso programma è quello di aiutare le imprese e le aziende d’avanguardia a mettere a punto nuove soluzioni a livello di clima ed energia. L’obiettivo di Alpro nel quadro di questo programma è mantenere le emissioni di Co2 dei suoi stabilimenti entro il 2013 al di sotto dei livelli del 2008, nonostante una crescita di volumi prevista pari a 1/3. Un primato a livello europeo Oggi, la partnership tra Alpro e il Wwf Belgio si è rafforzata ancor di più con l’adesione di Alpro al programma Climate Savers. Nell’ambito di tale programma, aziende leader come Alpro sviluppano insieme al Wwf piani ambiziosi al fine di ridurre significativamente le loro emissioni di gas serra, a testimonianza del fatto che crescita economica e riduzione delle emissioni di Co2 sono perfettamente compatibili. Bernard Deryckere, amministratore delegato di Alpro, spiega: “Siamo molto orgogliosi di questa partnership con il Wwf. Come prima azienda alimentare che entra a far parte del programma Climate Savers, speriamo di stimolare altre aziende europee a ridurre il loro impatto ecologico. Questa partnership non solo testimonia il nostro impegno costante per uno sviluppo sostenibile, ma è anche per noi uno stimolo per continuare a portare avanti i nostri piani già in essere per il clima.” Il programma Wwf Climate Savers è stato lanciato nel 2000 e attualmente conta 25 aziende aderenti, tra cui marchi molto conosciuti come Tetra Pak, Sony, Hp, Volvo e Coca-cola. Alpro - Vlamingstraat 28, 8560 Wevelgem Bruce Haase, direttore pro tempore dell’unità Climate and Business Engagement di Wwf International, dichiara: “Il Wwf è impegnato da anni nel campo dei cambiamenti climatici, lavorando insieme ad aziende che desiderano ridurre drasticamente il loro impatto ambientale. Alpro ha dimostrato di poter operare in modo sostenibile continuando nello stesso tempo a crescere. Inoltre, Alpro produce prodotti a base di soia che hanno un minore impatto a livello di Co2, consumo di acqua e sfruttamento del terreno rispetto ai prodotti di derivazione animale. Una delle molte raccomandazioni contenute nel nostro rapporto sull’energia è il cambiamento delle abitudini alimentari, il passaggio dagli alimenti a base di carne a quelli a base vegetale, in modo da sfruttare meno terreno. Il rapporto dimostra che l’obiettivo di un’energia al 100% rinnovabile entro il 2050 è raggiungibile. Per questo, allargare la nostra partnership era il successivo passo logico.” La promessa di Climate Savers Tra il 2008 e il 2010 le emissioni assolute di Co2 dagli stabilimenti di Alpro sono diminuite dell’11%, nonostante il volume della produzione sia aumentato di più dell’11%, risultando in un miglioramento combinato del 22% nell’arco di due anni. L’impegno di Alpro nel programma Climate Savers è quello di mantenere le emissioni di Co2 dei suoi stabilimenti entro il 2013 al di sotto dei livelli del 2008, nonostante una crescita di volumi prevista pari a 1/3. Ciò equivarrà a emettere 42.000 tonnellate di Co2 in meno rispetto alle normali condizioni operative. L’azienda è inoltre impegnata nel valutare modalità concrete per ridurre ulteriormente le proprie emissioni indirette quali quelle imputabili all’imballaggio e al trasporto, tra cui uno studio di fattibilità sul trasporto intermodale e un caso pilota sulla collaborazione a livello di logistica orizzontale. Infine, Alpro promuoverà attivamente la visione del Wwf sulle energie rinnovabili, diventando ad esempio Ambasciatore Clean Energy dell’organizzazione, e farà leva sul business case della catena del valore, in stretta collaborazione con altre aziende aderenti al Climate Savers. Una visione di sviluppo sostenibile Lo sviluppo sostenibile è parte integrante della cultura di Alpro. L’azienda lavora da alcuni anni a un programma per il clima al fine di ridurre il proprio impatto ambientale. Nell’ambito di tale programma, Alpro ha costruito una nuova banchina di carico sul fiume Lys per il proprio stabilimento di Wevelgem. Ogni settimana almeno Alpro - Vlamingstraat 28, 8560 Wevelgem una nave con 20 container carichi di soia attraccherà al molo. “D’ora in avanti la soia, ingrediente primario dei nostri prodotti, verrà spedita direttamente alla fabbrica per la lavorazione, risparmiando energia, tempo e riducendo le emissioni di Co2,” spiega Bernard Deryckere. “Questo significa che ogni anno ci saranno 1200 autocarri in meno sulla strada.”  
   
   
GRANDE “ALLEANZA DOP” TRA NORD E SUD CONTRO LE FRODI DA FORMAGGIO ASIAGO E MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA  
 
Siglato a Napoli dai presidenti delle due grandi Dop italiane, alla presenza del Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Saverio Romano, l’accordo tra i due consorzi per l’integrazione delle attività di controllo Nel centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, Nord e Sud tornano a stringere un patto nell’interesse dei consumatori e dei produttori di specialità tutelate dalla Denominazione di Origine Protetta. Al culmine del convegno “Innovazione e sviluppo dell’Agroalimentare di qualità: una sfida per i consorzi di tutela”, i presidenti del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, Roberto Gasparini, e del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana, Luigi Chianese, hanno sottoscritto un impegno che vincola le strutture di vigilanza dei rispettivi consorzi ad effettuare verifiche ispettive anche nell’interesse dell’altro prodotto. In particolare, i due consorzi si impegnano ad effettuare uno per conto dell’altro, attraverso i rispettivi agenti vigilatori, verifiche ispettive comuni principalmente nelle regioni dell’Italia settentrionale per quanto riguarda il Consorzio Tutela Formaggio Asiago, e nelle regioni dell’Italia centro-meridionale da parte del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana. I controlli prevedono la possibilità del prelievo presso i punti vendita di un certo numero di campioni al fine di verificare il rispetto delle caratteristiche chimiche e microbiologiche dei rispettivi disciplinari di produzione e riguardano la regolare messa in vendita dei formaggi Dop con tutti i requisiti richiesti e le corrette indicazioni commerciali previste dalla legislatura vigente. «Asiago e Mozzarella di Bufala Campana oggi onorano il patto di fratellanza che unisce le popolazioni di questo nostro meraviglioso Paese. La collaborazione fra Mozzarella e Asiago permetterà di svolgere un’azione di controllo più dettagliata su tutto il territorio nazionale, con notevole risparmio di costi», ha detto Luigi Chianese, presidente del Consorzio per la Tutela della Mozzarella di Bufala Campana. «L’opportunità di iniziare un percorso di collaborazione così importante ci è stata offerta dal Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, oggi rappresentato dal ministro Saverio Romano in persona, che ringrazio anche a nome degli amici dell’Asiago», ha proseguito Chianese. «L’accordo con la Mozzarella di Bufala ci vede nuovamente a fianco di un consorzio amico di lunga data del Formaggio Asiago, insieme al quale abbiamo realizzato finora progetti promozionali rivolti alla ristorazione ed alla formazione professionale degli addetti alla vendita del formaggio», ha aggiunto il presidente del Consorzio per la tutela del formaggio Asiago, Roberto Gasparini. «La nuova intesa ci permette di rinsaldare questo legame autentico con l’obbiettivo di aumentare la forza delle attività di vigilanza sul versante critico del controllo del rispetto delle regole di produzione, conservazione e commercializzazione dei nostri formaggi», ha concluso Gasparini  
   
   
OSSERVATORIO CIBO E SALUTE: CON VIVIUM DI COPAIM S.P.A, ARRIVANO I PRIMI VEGETALI PROBIOTICI.  
 
Nel corso dell’evento “Osservatorio Cibo e salute: La gastronomia guarda oltre”, svoltosi a Milano presso Regione Lombardia, sono stati presentati gli esiti di una ricerca quadriennale che per specificità e innovazione è stata selezionata e finanziata - 1,3 milioni di euro - dal Ministero dell’Istruzione: frutto della ricerca sono i carciofi e le olive probiotiche. Questi alimenti, che rappresentano l’unica alternativa vegetale ai prodotti caseari nell’ambito degli alimenti funzionali con componente probiotica, raggiungono vivi e vitali l’intestino, migliorando l’equilibrio della flora batterica e rappresentano l’incontro fra il gusto della tradizione mediterranea e un’alimentazione finalizzata al miglioramento del benessere fisico. Le aziende coinvolte nel progetto sono Copaim S.p.a, leader nella produzione di gastronomia fresca ittica e vegetale che ha deciso di diversificare la produzione e, prima azienda sul mercato nazionale, ha investito in specialità mediterranee probiotiche che fanno bene alla salute, e La Chiavicella S.p.a. Di Trinitapoli (Fg), controllata direttamente dal Gruppo, che dispone di una superficie produttiva di circa 14 ettari destinati alla coltivazione diretta e di uno stabilimento dedicato alla trasformazione delle verdure. Partner di ricerca è l’Istituto di Scienze delle Produzioni alimentari Cnr-ispa di Bari, protagonista di importanti azioni di ricerca finalizzate al sostegno dell’innovazione nell’agroalimentare. La ricerca è stata coordinata dalla dott.Ssa Paola Lavermicocca, microbiologa alimentare e ricercatrice dell’Ispa, che per questo studio scientifico ha ricevuto il premio “Itwiin Puglia - per l’innovazione al femminile”. “La ricerca alla base di questa nuova produzione ha determinato lo sviluppo del mercato degli alimenti funzionali creando un segmento che registra tassi annui di crescita continua in Europa e nel mondo – spiega la dott.Ssa Lavermicocca - E’ da questa premessa che nasce Vivium, che prende il nome dalla caratteristica principale dell’elemento che lo rende un alimento probiotico: il Lactobacillus paracasei, un fermento probiotico accuratamente selezionato che raggiunge vivo e vitale l’intestino. Per poter esercitare il proprio effetto benefico, i microorganismi probiotici devono sopravvivere innanzi tutto al processo di trasformazione dell’alimento per poi affrontare le aspre e selettive condizioni che incontrano nel passaggio del tratto gastro-intestinale. Nel caso di Vivium – continua la dott.Ssa Lavermicocca - l’operazione è stata facilitata grazie alla componente vegetale della materia prima: olive e carciofi esercitano un’azione protettiva del microrganismo probiotico. Le ragioni della sopravvivenza sono da ricercarsi nelle componenti nutrizionali (fibre probiotiche e vitamine) dei vegetali che contribuiscono alla proliferazione della flora batterica intestinale. Ma più in generale l’architettura della superficie del vegetale offre protezione e garanzia di vitalità alle cellule batteriche ». Al centro della presentazione di stamattina i risultati della ricerca, una scoperta altamente innovativa nel settore gastronomico: Vivium, specialità mediterranee probiotiche. (Un’innovazione basata su metodologie microbiotiche brevettate dall’Epo, dal Japanese Patent Office e dall’Uib e su studi scientifici a valenza internazionale). I carciofi e le olive probiotiche, coperte da 2 brevetti di proprietà di Copaim, sono prodotti che oltre a contenere 1 miliardo di cellule vive del batterio probiotico, conservano i valori nutrizionali della materia prima: i carciofi sono ricchi di fibre attive e antiossidanti, mentre le olive contengono sali minerali, vitamine e i “buoni” acidi grassi monoinsaturi. Copaim avvierà da luglio la produzione e la vendita sul mercato dei prodotti della nuova linea Vivium: olive e carciofi pugliesi coltivati con metodologie brevettate. “I nuovi prodotti sono il frutto di una ricerca quadriennale – spiega Daniele Lombardelli, Presidente Copaim - e rappresentano l’unica alternativa vegetale, nell’ambito degli alimenti funzionali con componente probiotica, ai prodotti caseari”. “Per l’Azienda si tratta di un’innovazione duplice – aggiunge il Vice Presidente, Maurizio Romiti - che se da un lato crea una novità assoluta nel mondo gastronomico unendo sapore e benessere, dall’altro amplia l’offerta raggiungendo anche il target di consumatori intolleranti ai latticini”. Copaim Copaim è il gruppo italiano di gastronomia fresca di alta qualità con la maggiore presenza sui mercati esteri: il settore ha un fatturato internazionale mediamente del 10 %, mentre le vendite estere di Copaim ammontano al 50 % dei ricavi consolidati. I principali mercati di destinazione sono quelli europei, con particolare presenza sui mercati anglosassoni. Il Gruppo, nato 33 anni fa ad Orbetello con un primo insediamento produttivo, oggi conta cinque stabilimenti, situati in Toscana, Sicilia, Puglia e Piemonte. I ricavi consolidati sono nell’ordine dei 36,9 milioni di euro, con una crescita nell’ultimo triennio di circa il 40%.  
   
   
LA NUOVA FATTORIA SCALDASOLE: LA NATURA COME SCELTA  
 
Ricerca della qualità nell’alimentazione ma anche profondo rispetto per l’ambiente. È questa la filosofia che contraddistingue Fattoria Scaldasole fin dalla sua nascita nel 1986 ad Anzano del Parco, pochi chilometri a nord di Milano, e che l’ha resa in poco tempo il player più importante e il principale artefice di un mercato al tempo ancora inesistente: quello del mangiare sano. Sinonimo di biologico e di biodinamico, l’azienda rappresenta un punto di riferimento per chi ha fatto di questi principi una scelta di vita. Che si traducono prima di tutto nella volontà di utilizzare materie prime certificate e di qualità: negli yogurt Fattoria Scaldasole non ci sono edulcoranti, esaltatori di sapidità e additivi del genere. Inoltre il latte impiegato proviene esclusivamente da allevamenti biologici e/o biodinamici, nei quali le mucche ricevono un’alimentazione a base di prodotti biologici ottenuti senza l’impiego di pesticidi, diserbanti chimici o Ogm, e nei quali il benessere degli animali è fondamentale. L’amore per il naturale si traduce anche nei processi tecnologici e nei prodotti studiati per avere il minore impatto ambientale e per promuovere la cultura del riciclo. Molti prodotti infatti hanno speciali confezioni per realizzare le quali l’azienda si impegna costantemente ad utilizzare una sempre minore quantità di plastica. All’interno dell’azienda è presente inoltre un sistema di depurazione delle acque di scarico, in modo da ridurre al massimo l’impatto sull’ambiente. Organismi riconosciuti (Bioagricert, Demeter) vigilano sulla qualità e garantiscono la provenienza esclusiva da allevamenti biologici e/o biodinamici delle materie prime che compongono gli yogurt Fattoria Scaldasole. È un vero e proprio invito alla naturalezza quello che traspare dalla nuova immagine di Fattoria Scaldasole. Un restyling che segna il 2009 come l’anno del rilancio e che ricorda qual è da sempre la fonte d’ispirazione e l’unica strada da seguire per il futuro: la Natura. Intesa non soltanto come sinonimo di genuinità ma anche come stile di vita: alla qualità delle materie prime e dei processi produttivi si accompagna il rispetto di importanti valori quali l’ecologia e il rispetto dell’ambiente, a dimostrazione della consapevolezza raggiunta dall’azienda della propria responsabilità nei confronti del pianeta. A queste caratteristiche Fattoria Scaldasole unisce un atteggiamento fresco, positivo e schietto, in cui l’armonia con la natura è un vero e proprio modo di essere. Un natural behaviour che predilige la spontaneità nelle scelte di ogni giorno: che invita al recupero dei piaceri della vita, al concedersi del tempo, al vivere slow. Uno stile semplice e puro pensato per un consumatore attento non solo alle caratteristiche intrinseche di un prodotto, ma anche al mood che esso evoca. Ne è segno evidente il nuovo marchio: l’albero fino a oggi rappresentato, la cui chioma da vent’anni è sinonimo dell’amore per la Natura, si arricchisce di un vibrante arcobaleno, segno tangibile del nuovo spirito con cui Fattoria Scaldasole invita la rapportarsi con l’ecosistema. Il risultato è la nuova gamma di yogurt biologici Fattoria Scaldasole: quattro tipologie differenti per soddisfare le esigenze di un consumatore moderno, esigente e differenziato. Lo sfondo candido, che richiama la purezza, trasmette un’immagine pulita e lineare resa vivace da un allegro acquarello di frutta  
   
   
FATTORIA SCALDASOLE NOVITÀ 2011: YOGURT INTERO COMPATTO AL LATTE DI PECORA BIOLOGICO  
 
Lo Yogurt biologico fatto con latte di pecora, rappresenta una vera novità per il mercato italiano, da sempre presidiato dal latte di mucca. Lo yogurt compatto al latte di pecora biologico di Fattoria Scaldasole, ha un gusto più delicato e piacevole rispetto a quello prodotto con latte vaccino e quindi è in grado di soddisfare un target più ampio. Grazie alla maggiore digeribilità rispetto al latte vaccino, lo yogurt di pecora è particolarmente indicato per chi soffre di allergie alle proteine del latte vaccino e, in generale, per chi ricerca un prodotto più facilmente assimilabile e digeribile. Il marchio biologico apposto sulla confezione riguarda non soltanto gli ingredienti contenuti, ma sottolinea più in generale il controllo totale della filiera da parte di Fattoria Scaldasole: le materie prime utilizzate per la preparazione, il cibo con cui vengono nutriti gli animali allevati, e l’intero processo di lavorazione, confezionamento e distribuzione rispondono infatti a rigide norme per tutelare il consumatore con la massima trasparenza Le confezioni da 100 grammi, pratiche e leggere, sono naturali nel gusto e nella consistenza e possono accompagnare ogni momento della giornata.  
   
   
BIRRA FORST, LA QUALITÀ DI UNA BIRRA CHE NASCE DALLA NATURA  
 
Riparte la campagna di comunicazione di Birra Forst ideata dall’agenzia Cayenne. Al via a maggio su scala locale e nazionale. Il concept creativo della comunicazione di Birra Forst ruota anche quest’anno intorno al posizionamento unico del brand: una birra buona e di qualità perché nasce dalla natura incontaminata dell’Alto Adige/südtirol. “Buona perché ha sempre vissuto qui” recita la head, sottolineando lo stretto legame con il proprio territorio di provenienza. “Continuiamo sulla strada iniziata lo scorso anno, puntando sul posizionamento chiaro, unico, che differenzia Forst da tutti gli altri brand” afferma Giandomenico Puglisi, Direttore Creativo Cayenne. “I bicchierini di birra animati saranno il simbolo di Forst e vivranno situazioni diverse ma sempre immersi nella natura, ovvero nel contesto reale in cui la Birra Forst viene prodotta”. Ecco quindi che la specie unica creata da Cayenne, viene proposta, oltre che in chiave invernale, anche in versione estiva, solo per la stampa, con i bicchierini immersi nei fiori e nelle montagne dell’Alto Adige/südtirol, dove l’acqua scorre purissima e incontra il luppolo e il malto d’orzo migliori al mondo, gli ingredienti che fanno di Birra Forst una birra di altissima qualità. La campagna è stata pensata e sviluppata su diversi mezzi, Tv, stampa, cinema e web, rivolta sia al consumatore finale sia al trade, per supportare gli obiettivi di comunicazione: aumentare la brand awareness sul territorio nazionale, rafforzarsi nelle regioni chiave e confermare la leadership in Alto Adige/südtirol Lo spot Tv sarà on air dall’8 maggio per 3 settimane, su La 7 e sul digitale terrestre free (La7d, Sportitalia, Iris, La5 e Extra) e pay (Mediaset Premium). A livello regionale Forst rafforzerà la comunicazione in 4 regioni fondamentali per l’azienda, Toscana, Lazio, Veneto ed Emilia Romagna, con una pianificazione areale su stampa quotidiana e cinema (Opus e Moviemedia), in 2 flight a maggio e ottobre. La comunicazione web partirà il 9 maggio con la campagna al trade, con web adv e Dem sui pricipali siti di settore food & beverage. Da giugno la campagna consumer con web Adv sui principali portali entertainmente e food. “Il nostro obiettivo è quello di aumentare ulteriormente la notorietà del marchio e non stancarci mai di far conoscere l’alta qualità dei nostri prodotti”, afferma Margherita Fuchs von Mannstein, Amministratore Delegato di Birra Forst. “La Tv è il mezzo che ci permette di colpire un target molto ampio, senza però tralasciare le altre regioni in cui abbiamo una buona presenza e che vogliamo incrementare. Con il web, infine, vogliamo rafforzare la notorietà del marchio anche presso un target un po’ più giovane ma anche presidiare l’area del trade e dei distributori”