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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Maggio 2011
RICERCATORI SVELANO COLLEGAMENTO TRA GENI E CARENZA DI MAGNESIO  
 
Bruxelles, 12 maggio 2011 - Scienziati in Europa, guidati dalla Charité - Universitätsmedizin Berlin e dal Centro Max Delbrück per la medicina molecolare in Germania, hanno scoperto un collegamento tra i geni e la carenza di magnesio. Presentato nella rivista American Journal of Human Genetics, lo studio potrebbe portare allo sviluppo di nuovi trattamenti per le carenze di magnesio innescate geneticamente. La ricerca è stata in parte finanziata dal progetto Eunefron ("European network for the study of orphan nephropathies"), che ha ottenuto quasi 3 milioni di euro nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7°Pq) dell´Ue per indagare sulla storia naturale e sulla fisiopatologia delle malattie ereditarie rare che colpiscono le strutture chiave dei reni. I ricercatori hanno scoperto dei cambiamenti in un gene che aiuta a regolare i processi del magnesio. Chi soffre di carenza di magnesio solitamente dice al proprio medico di sentirsi molto stanco e di avere i muscoli molto deboli. Possono essere riportati anche disturbi al ritmo cardiaco e gravi convulsioni. Anche i pazienti a cui viene diagnosticata un´elevata pressione sanguigna o il diabete possono avere una carenza. Quanto è importante il magnesio? Gli esperti dicono che i nostri corpi ne hanno bisogno poiché contribuisce alle attività enzimatiche e muscolari e alla trasmissione neuronale. La normale concentrazione del magnesio nel siero varia tra 0,7 a 1,2 mmol/l negli adulti, e livelli bassi di magnesio nel siero possono passare inosservati poiché i sintomi non si manifestano per molto tempo. Generalmente gli esperti tirano in ballo dieta e nutrizione nei casi di carenza di magnesio. Ma questo ultimo studio getta nuova luce su come dei cambiamenti nel gene Cnnm2 innescano delle modifiche nel modello umano e, a sua volta, nella struttura e funzione del sequenziamento di proteine. Secondo il team, il cambiamento influenza una proteina che è fissata nella membrana sia dei reni che delle cellule intestinali, e che determina l´assorbimento del magnesio nel flusso ematico. Poiché questo processo smette di funzionare nella proteina difettosa, il flusso ematico non riesce ad assorbire il magnesio, che viene espulso attraverso l´intestino e l´urina, e quindi perduto. "I nostri risultati ci forniscono una serie di nuove intuizioni sul metabolismo del magnesio nel corpo," spiega il dott. Dominik Müller del Dipartimento di nefrologia pediatrica alla Charité - Universitätsmedizin Berlin. "Alla fine, in seguito a ulteriori ricerche e sviluppi, noi vediamo la possibilità di affrontare tali carenze dal punto di vista medico." A questo studio hanno contribuito ricercatori provenienti da: Università Cattolica di Lovanio Scuola Medica in Belgio, Istituto di Fisiologia e Zurich Center per la Fisiologia umana integrativa all´Università di Zurigo in Svizzera, Dipartimento di Pediatria, Ospedale regionale Pardubice nella Repubblica Ceca e Centro medico universitario Utrecht e Radboud University Nijmegen Medical Centre nei Paesi Bassi. Per maggiori informazioni, visitare: Charité - Universitätsmedizin Berlin: http://www.Charite.de/en/charite/  American Journal of Human Genetics: http://www.Cell.com/ajhg/    
   
   
MENOPAUSA: IDENTIKIT E CURRICULUM  
 
Milano, 12 maggio 2011 - La menopausa [dal greco "μήν-μηνός/’mese’ e "παuσις"/‘cessazione’] è una fase di vita della donna che comporta l’esaurimento della funzione ovarica: le ovaie cessano di produrre follicoli ed ormoni estrogeni. A fronte di questa situazione insorgono nella donna una serie di sintomi, estremamente soggettivi, ma che nella maggioranza delle donne si manifestano con una diminuzione dei fluidi ed un periodo di climaterio/menopausa. Mentre le vampate di calore e le sudorazioni notturne si risolvono spontaneamente nel tempo, la sintomatologia legata all´atrofia di tratto urogenitale e vagina peggiora progressivamente. Si stima che circa la metà/50 per cento delle donne in postmenopausa lamentino sintomi correlati all´atrofia vaginale, che incidono in maniera determinante sia sulla funzione sessuale sia sulla qualità di vita femminile. Ritrosie Col Medico - Questa situazione di malessere è in termini clinici sottostimata a causa sia di una certa ritrosia della donna nel manifestare al proprio medico questo intimo stato di disagio fisico sia per una sorta di fatalistica rassegnazione legata al pensiero che il maturare dell´età non può apportare benefici ma solo “malesseri”. È indubbio che una maggiore apertura della donna verso il proprio medico nel comunicare questi problemi e una maggiore attenzione da parte del medico stesso ad indagare sulle problematiche della postmenopausa, porterebbero ad una migliore gestione di tutta questa sintomatologia: che investe, ricordiamolo, assieme alla donna pure tutto il suo entourage. Sempre meno ‘Intrattabile’ - Esistono trattamenti più o meno efficaci nella prevenzione e nelle terapie della secchezza e dell´atrofia vaginale. La terapia ormonale sostitutiva ha mostrato d’essere estremamente efficace nel controllare l´intera sintomatologia correlata a pre e post menopausa; sebbene - ad onor del vero - ha pure dato prova di non essere del tutto priva di effetti collaterali importanti: donne trattate per bocca con questi ormoni sostitutivi hanno accusato nel tempo una maggiore predisposizione a sviluppare tumori al seno o all´utero e una maggiore incidenza di patologie vascolari. Proposte vegetali - Per questo motivo negli ultimi anni hanno avuto un certo sviluppo terapie a base di fitoestrogeni/ormoni vegetali che, a fronte sì di una maggiore tollerabilità, non hanno invece dimostrato di parimenti possedere questa estrema e provata efficacia clinica. Terapia ormonale ‘sul posto’ - Sicuramente, nell´ambito delle problematiche legate al tratto urogenitale della donna, le terapie ormonali topiche/’applicate sul posto’ rappresentano la migliore soluzione al problema, potendo utilizzare principi attivi (molecole) efficaci (estriolo ed estradiolo) per uso locale, che riducono così l´assorbimento generale in tutto il corpo e conseguentemente l´incidenza di eventi avversi correlati. La terapia ormonale topica, allo stato attuale delle conoscenze mediche, può essere definita la prima scelta sia per efficacia sia per tollerabilità nel trattamento dell´atrofia vaginale e nelle situazioni di destratificazione dell´epitelio squamoso vaginale. Un ulteriore passo avanti della Ricerca medica può essere rappresentato da farmaci topici/’locali’ che posseggano uguale efficacia clinica pur utilizzando sempre più ridotti dosaggi di principio attivo, col risultato di ridurre ulteriormente i possibili eventi avversi. Ed è proprio in questo filone di Ricerca che è stato sviluppato in questi mesi un farmaco topico a base di estriolo (il primo e più efficace principio attivo), che utilizza addirittura un decimo/10 volte meno di “farmaco” rispetto agli altri prodotti simili, mantenendone tuttavia lo stesso profilo di efficacia e la stessa risposta terapeutica nella riduzione dei sintomi e nel ripristino dell´epitelio trattato. Inoltre il nuovo farmaco si presenta in una formulazione gel ad alto assorbimento che, idratando maggiormente la mucosa vaginale, migliora la compliance (complicità terapeutica) della donna. Una simile terapia – presentata ufficialmente in diverse relazioni del prossimo Congresso Mondiale sulla Menopausa in giugno a Roma - una volta a disposizione del medico, rappresenta ora un nuovo ed efficace strumento terapeutico nel trattare, anche a medio e lungo termine, la donna in post menopausa, migliorandone la qualità della sua vita e gli aspetti della vita di coppia.  
   
   
MENOPAUSA: TROPPO PRESTO PER LE DONNE DI OGGI.  
 
Milano, 12 maggio 2011 - Le donne oggi arrivano alla menopausa ancora giovani e attive, sia dal punto di vista sociale che sessuale. La menopausa è quindi inattesa e a volte difficile proprio per il gap tra la percezione di sé della donna ed i cambiamenti in corso. E’ come se il corpo non seguisse più il pensiero. Anche se la menopausa è una condizione “normale”, in questo periodo ci si può ritrovare a non dormire bene, avere le vampate, sentirsi più deboli, ingrassare, avere cistiti frequenti e anche dal punto di vista sessuale, la secchezza vaginale non aiuta. Questi sintomi sono molto fastidiosi, proprio perché rendono più difficile la vita di relazione ed affettiva e quindi facilitano anche il calo del tono dell’umore fino alla vera e propria depressione. Naturalmente non tutte le donne sono uguali, i sintomi possono essere più o meno evidenti ed anche il vissuto è diverso. Tutto questo tra l’altro avviene in una fase in cui i figli stanno diventando grandi, a volte sono adolescenti, ed il confronto tra la loro instabilità che prelude alla vita adulta e la instabilità che invece prelude alla terza età è davvero faticoso per la donna. In questo periodo riuscire ad avere una buona sessualità è fondamentale, proprio perché aumenta anche l’autostima! Certo, non è detto che il problema sia solo femminile, a volte un buon rapporto con il partner non dipende solo dalla donna. Magari anche il partner ha dei problemi, e se la donna ha paura di sentire male durante i rapporti (dispareunia) si entra facilmente in un circolo vizioso che porta ad una diminuzione dei rapporti anche in una coppia consolidata. Quindi il corretto approccio alla menopausa deve essere personalizzato e partire dalla comprensione dei problemi specifici. Il primo consiglio valido sempre è l’attenzione allo stile di vita, sia come consiglio nutrizionale che per l’attività fisica. Inoltre, l’eventuale terapia sostitutiva deve considerare non solo la sintomatologia ma anche le caratteristiche somatiche della donna e il suo rischio eventuale di altre patologie. Last but not least, bisogna ascoltare le preferenze della donna stessa: infatti la menopausa comunque non è una malattia, e per molte donne è importante non vivere questo momento come tale. Proprio per ridurre i rischi e gi effetti collaterali, dosaggi sempre più bassi e la via locale di somministrazione possono essere preferibili in alcuni casi alla via sistemica. Inoltre, l’utilizzo di estrogeni naturali come l’estriolo, in particolare, la nuova formulazione dell’estriolo a basse dosi somministrato in gel per via locale vaginale è un ulteriore passo avanti per una terapia sempre più a misura di donna. Da appunti della Prof. Irene Cetin Direttore Clinica Ostetrica e Ginecologica Ospedale “Luigi Sacco" Università degli Studi di Milano  
   
   
MENO ORMONI PIU’ FEMMINILITA’  
 
Milano, 12 maggio 2011 - Menopausa oggi, menopausa domani: soluzioni sempre più interessanti sono a oggi a disposizione del medico ginecologo per il trattamento dei disturbi della menopausa. Meno legato a classificazioni statiche, l’approccio alla menopausa è sempre più personalizzato, adeguato alla singola paziente e volto non soltanto ad una terapia sintomatica ma e soprattutto di prevenzione. Da questo l’idea di meno-pausa, meno-ormoni… ma più femminilità. Questo è anche il messaggio principale del prossimo Congresso Mondiale sulla Menopausa che si terrà a Roma in Giugno, organizzato dalla International Menopause Society. L’utilizzo di dosaggi sempre più bassi con vie di somministrazione differenti da quella orale rappresenta una nuova visione del trattamento della sintomatologia menopausale volta a massimizzare gli effetti benefici e contemporaneamente ridurre al minimo gli effetti collaterali. L’estriolo a bassissime dosi in gel, somministrato per via vaginale, costituisce uno degli ultimi esempi più interessanti e verrà peraltro presentato in sede congressuale agli addetti ai lavori. Secchezza vaginale associata a dispareunia e disuria [difficoltà nel coito e nell’urinare; ndr] spesso viene riferita anche da pazienti in menopausa definite “non sintomatiche” e per questo poco ‘trattate’ ma che in realtà fortemente penalizzano la vita di relazione inficiando appunto la qualità di vita. L’estriolo a basse dosi può costituire un’utile e promettente opzione terapeutica e proprio durante il Congresso Mondiale di Menopausa vengono presentati gli ultimi dati a disposizione su questa molecola. Ma il congresso di Roma non è solo questo. Ogni due anni, l’International Menopause Society organizza il Congresso Mondiale sulla Menopausa in cui si cerca di fare il punto sull’argomento sulla base degli ultimi studi e dati pubblicati in letteratura. In tre giorni full immersion, i partecipanti al Congresso avranno l’opportunità di aggiornarsi sugli argomenti ‘più caldi’ inerenti la menopausa e il suo trattamento: l’impatto della terapia ormonale su cancro, sulla patologia cardiovascolare, sull’osteoporosi; gli effetti della menopausa sull’umore e sul sistema nervoso centrale; opzioni terapeutiche e controindicazioni; le ultime novità in termini di diagnostica e trattamento. Il tutto sarà presentato e discusso dai massimi esperti internazionali sull’argomento con relatori di levatura mondiale provenienti dai cinque continenti. Inoltre per rendere il Congresso fruibile a livello internazionale, sarà possibile seguire le varie sessioni mediante l’accesso internet comodamente dal proprio studio in tutte le parti del Mondo. Insomma un evento di straordinaria importanza non soltanto per gli addetti ai lavori ma anche per medici e pazienti che quotidianamente si trovano a fronteggiare problematiche correlate alla menopausa ed alla medicina dell’invecchiamento. Da appunti del Prof. A.r. Genazzani Direttore Clinica Ostetrica e Ginecologica "P. Fioretti" Università degli Studi di Pisa Presidente del Congresso  
   
   
LA SECCHEZZA VAGINALE: UN COMUNE PROBLEMA SPESSO NON CURATO DELLA MENOPAUSA – MA ORA DAL CONGRESSO MONDIALE UNA SOLUZIONE OTTIMALE  
 
 Milano, 12 maggio 2011 - Oggi la menopausa non è più il momento conclusivo della vita attiva, momento che accompagnava la donna verso la vecchiaia. Oggi la donna ‘va’ in menopausa verso metà della propria vita, quando è invece in piena attività. In Italia l’età media alla menopausa spontanea è pari a 51 anni. I figli spesso sono ancora adolescenti e la donna si sente nel pieno della propria vita ed è impegnata in famiglia e sul lavoro. La menopausa si accompagna spesso ai sintomi tipici legati alla fisiologica diminuzione, s carenza, dei suoi ormoni estrogeni, propria del periodo post menopausale. Sintomi: 6 donne su 10 Il sintomo più tipico sono senza dubbio le vampate di calore. Un altro comune sintomo è la secchezza vaginale. Gli estrogeni infatti stimolano le secrezioni della cervice e della mucosa vaginale, mantenendo la normale elasticità dei tessuti. Oltre alla menopausa altre condizioni che sono associate alla secchezza vaginale sono il fumo di sigaretta, l’uso eccessivo di lavande vaginali e i severi stress psico-fisici. Sulla base dei dati del Progetto Menopausa Italia, un vasto studio epidemiologico nazionale, che ha visto il coinvolgimento nel nostro Paese di oltre 250 Centri per la menopausa e 40.000 donne, possiamo affermare che ben il 60 per cento/6 su 10 delle donne italiane ha sintomi climaterici/menopausali. A livello internazionale risulta che circa il 40 per cento delle donne tra i 55 ed i 65 anni accusa secchezza vaginale e circa la metà d’esse ritiene questa condizione importante nella vita di coppia.  
   
   
SUL FRONTE DEI GINECOLOGI: LA SECCHEZZA VAGINALE È ANCHE UN RILEVANTE MOTIVO DI CONSULTO GINECOLOGICO.  
 
Milano, 12 maggio 2011 - Due indagini condotte da Aogoi-associazione Ostetrici Ginecologi Italiani, che hanno visto la partecipazione d’una compagine di 350 ginecologi che ha indagato proprio tale aspetto: circa il 5 per cento di tutte le donne che richiedono una visita ginecologica riportano dispareunia/’coito doloroso’ associata a secchezza vaginale, e tale percentuale diventa circa 3-4 volte maggiore nelle donne in post menopausa e cresce con l’età della donna. Cosa si può fare? La terapia più efficace della secchezza vaginale tuttora senza dubbio l’uso degli estrogeni sistemici e topici/’locali’. Dopo la pubblicazione dello studio Women Health Initiative nel 2002, tuttavia molte preoccupazioni si sono diffuse rispetto all’uso degli estrogeni: in particolare quando assunti per via orale/sistemica. Le preoccupazioni maggior sono legate ai rischi di carcinoma mammario associati all’assunzione degli estrogeni e progestinici, di carcinoma dell’endometrio legati all’assunzione di estrogeni da soli, e di eventi cardiovascolari. Oggi non è l’occasione per discutere sui reali od enfatizzati rischi associati all’uso di terapia estrogenica in post menopausa: di certo tali preoccupazioni sono il motivo per cui oggi la larga maggioranza delle donne con sintomatologia climaterica preferisce non curarsi. Infatti attualmente meno del 10 per cento delle donne assume terapia estrogenica sistemica o topica. E comunque la via topica/’locale’ per l’uso di estrogeni non è stata associata a particolari rischi. Pertanto la disponibilità adesso di un preparato efficace e con nessun impatto sui livelli ormonali circolanti di estrogeni rappresenta una opportunità terapeutica che permette di ottenere risultati clinici con la piena compliance/adesione della donna. Da appunti del Prof. Fabio Parazzini Clinica Osterico Ginecologica Mangiagalli & Università degli Studi Milano Studi selezionati che hanno valutato la frequenza di atrofia vaginale.
Autori Nazione Anno di raccolta dati Età Popolazione studiata Prevalenza
Dennerstein et al Australia 1991 45-55 Popolazione generale Donne in post menopausa 47
Gold et al Usa 1995-97 52-55 Popolazione generale 20
Willams et al Usa 2005 40-65 Popolazione generale 7
Nappi et al Svezia Finlandia Uk Usa Canada 2010 55-65 Popolazione generale Post menopausa 39
 
   
   
EPILESSIA E MOBILITÀ SABATO 14 MAGGIO PRESSO IL DIPARTIMENTO DI PEDIATRIA DELL’OSPEDALE DI PADOVA GIORNATA DI STUDIO DEDICATA A EPILESSIA E PATENTE DI GUIDA.  
 
Padova, 12 maggio 2011 - Sabato 14 maggio 2011 alle ore 9:30 presso l’Aula P160 del Dipartimento di Pediatria dell’Ospedale di Padova, Aice (Associazione Italiana contro l’Epilessia) e Lice (Lega Italiana contro l’Epilessia) dedicano una giornata di studio al tema “Epilessia e mobilità”. Organizzato con il Patrocinio di Comune di Padova, Sin, Aopd, Unipd, Ordine dei Medici, Ulss 16, Fimmg e Snami, Pediatri di libera scelta, Associazione Uniti per Crescere, il convegno vuole fornire un approfondimento, sulle modifiche introdotte nel quadro normativo riguardante l’ottenimento della patente di guida per le persone affette da epilessia a seguito dell’entrata in vigore del Decreto Ministeriale 30/11/2010 (G.u n.301 del 27/12/2011) e del Decreto Legislativo n.59 del 18 aprile 2011 che recepiscono la Direttiva Ce 112/09 sulla patente per persone con disabilità visiva, diabete mellito ed epilessia. Il decreto consente di conseguire tempi e criteri più adeguati per la concessione e rinnovo della patente e per la definizione delle limitazioni. Altro aspetto importante è l’obbligo di segnalazione della condizione di non idoneità. Inoltre, il Decreto Legge, pur riguardando specificatamente le patenti di guida, ha un valore simbolico molto più alto in quanto sancisce l’importante traguardo del riconoscimento della guarigione dall’epilessia, obbiettivo ottenuto dall’Aice a fronte di oltre dodici anni di ricorsi ordinari e giudiziari contro disposti anticostituzionali e discriminanti. Si legge infatti nell’allegato Iii del Decreto che “Le persone che sono considerate clinicamente guarite su certificazione rilasciata da uno specialista in neurologia (o disciplina equipollente) e non hanno presentato crisi epilettiche da almeno 10 anni in assenza di trattamento farmacologico non sono più soggette a restrizioni o limitazioni”. L’entrata in vigore del Decreto è, dunque, "un traguardo storico - spiega Giovanni Battista Pesce, presidente dell´Aice - Finora la burocrazia non riconosceva i casi di guarigione, nonostante fossero certificati da medici, e imponeva limitazioni ingiustificate: la guarigione in pratica era negata a vita, con l´obbligo di revisione della patente ogni 2 anni". Un importante passo avanti per l’integrazione sociale e la piena cittadinanza delle persone affette da epilessia. Al Convegno sono stati assegnati 2 crediti Ecm per le figure professionali di Medico, Infermiere, Tecnico di Neurofisiopatologia. Www.aice-epilessia.it/    
   
   
INAUGURAZIONE NUOVO SERVIZIO PSICHIATRICO: PRESIDENTE REGIONE UMBRIA “VERA E PROPRIA RIORGANIZZAZIONE ALL’ALTEZZA DELLA TRADIZIONE UMBRA NELLA CURA DEL DISAGIO MENTALE”  
 
Perugia, 12 maggio 2011 - “Qui, più che altrove, era necessario che la politica mettesse al centro della sua azione la persona, prima ancora di pensare alla composizione di altri, seppur legittimi interessi”. E’ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, intervenendo alla inaugurazione della nuova sede del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Perugia, che lascia così definitivamente i vecchi locali di via Del Giochetto, “non più idonei – come ha ricordato la presidente – sia sotto il profilo dei servizi e della logistica, che soprattutto da un punto di vista di appropriatezza delle prestazioni che un servizio sanitario moderno, e con l’antica tradizione della psichiatria in Umbria, deve offrire a quanti hanno un disagio mentale”. “Questa inaugurazione – ha aggiunto la presidente - non rappresenta solo il semplice trasferimento di un reparto, ma la riorganizzazione del servizio di psichiatria così come il Piano sanitario indicava. Lo abbiamo fatto in tempi davvero non comuni, perché vi è stato un lavoro di squadra tra le istituzioni, l’Università degli Studi, le direzioni delle aziende ospedaliera e sanitaria, il personale e le associazioni dei familiari degli ammalati. Ciascuno, in questa circostanza, ha saputo anteporre a tutto l’esigenza di offrire agli ammalati un servizio che fosse all’altezza della grande tradizione della cura del disagio mentale nella nostra regione”. La presidente ha infatti ricordato come “obiettivo della Giunta regionale è quello di avviare una concreata riorganizzazione dei servizi psichiatrici conl´istituzione della “rete” regionale che permetterà di rispondere in maniera più efficace ai bisogni dei malati e delle loro famiglie attraverso il coordinamento dei percorsi clinico-assistenziali e diagnostico-terapeutici, degli standard di appropriatezza delle prestazioni, delle "migliori pratiche" e dei modelli organizzativi”.  
   
   
BOLZANO: LISTE D´ATTESA: GRUPPO DI LAVORO DISCUTE IL PACCHETTO DI MISURE PER RIDURLE  
 
Bolzano, 12 maggio 2011 - Medici, infermieri, associazioni, sindacati: tutti attorno ad un tavolo con l´assessore alla sanità Richard Theiner per discutere il pacchetto di misure che sarà presentato prossimamente in Giunta provinciale per ridurre le liste d´attesa. "L´obiettivo comune è quello di accorciare i tempi d´attesa - sottolinea Theiner - e lo potremmo raggiungere solo lavorando tutti assieme". "Dobbiamo garantire un´assistenza sanitaria adeguata - prosegue l´assessore Richard Theiner - non solo nei casi cosiddetti acuti, ma anche in quelli di routine". Ciò significa impegnarsi a fondo per ridurre i tempi d´attesa, in alcuni casi ancora eccessivi, che i pazienti devono osservare prima di effettuare una visita o una terapia. "Si tratta di una grande sfida per tutta la sanità altoatesina - commenta Theiner - anche perchè le cause principali delle liste d´attesa troppo lunghe non sempre dipendono da chi opera nel settore. Mi riferisco ad esempio, all´aumento delle malattie croniche, oppure al moltiplicarsi di trattamenti e terapie". La Giunta provinciale è conscia del problema, che è già stato affrontato di recente con l´approvazione di un primo pacchetto di misure al quale farà seguito prossimamente un secondo pacchetto. Questo provvedimento è stato discusso nei giorni scorsi dall´apposito gruppo di lavoro riunitosi per la prima volta. Ne fanno parte, oltre alla Provincia e all´Azienda sanitaria, medici, infermieri, esperti del settore nonchè rappresentanti di associazioni e sindacati. "Sono convinto - spiega l´assessore Richard Theiner - che tutti i provvedimenti sulle liste d´attesa che verranno sottoposti alla Giunta provinciale debbano prima essere discussi e valutati da chi quotidianamente sarà chiamato a metterli in pratica". Secondo l´assessore provinciale alla sanità, per risolvere il problema delle liste d´attesa "ci vuole l´impegno e la consapevolezza di tutti gli attori della sanità altoatesina. L´obiettivo è comune, e lo potremmo raggiungere solo lavorando assieme: sono convinto che questo gruppo di lavoro potrà dare un contributo costruttivo alla risoluzione di questo e di altri problemi, ed ecco perchè continuerà periodicamente ad incontrarsi anche dopo il via libera della Giunta provinciale. Il feedback di chi lavora nella sanità ci potrà consentire di valutare le misure prese dalla politica ed eventualmente correggerle per renderle ancora più adeguate".  
   
   
DONDENA LECTURE: L´INVECCHIAMENTO NON E´ SOLO PER VECCHI, PEARL DYKSTRA, ERASMUS UNIVERSITY ROTTERDAM, ALL’UNIVERSITA’ BOCCONI DI MILANO PER UN INTERVENTO SUGLI EFFETTI DEL PROCESSO DI INVECCHIAMENTO SU TUTTA LA POPOLAZIONE  
 
Milano, 12 maggio 2011 - Giovani e anziani vivono in mondi separati. Per questo l’invecchiamento della popolazione è percepito come un fenomeno che riguarda solo gli anziani. Per questo gli stereotipi sugli anziani abbondano, come ad esempio la percezione che la solitudine sia un problema serio per gli ultrassessantacinquenni. Solo nella famiglia giovani e anziani interagiscono. Ma i legami intergenerazionali all’interno delle famiglie sono sempre più complessi. L’aumento della longevità rende possibile la presenza di più generazioni, ma la fecondità tardiva aumenta la distanza tra di esse. Chi supporta chi in famiglia? Perché la coabitazione è così diffusa in molti Paesi? Le leggi e le politiche sociali rafforzano e cambiano i rapporti tra generazioni e influenzano la divisione tra stato e famiglia nella responsabilità di giovani e anziani. Quanto è efficiente il modello di “familismo”, in cui ci sono poche alternative pubbliche alla cura familiare e scarsi trasferimenti, rispetto al modello del “supporto”, dove la famiglia è aiutata a mantenere le proprie responsabilità grazie ai trasferimenti o alla “defamilizzazione”, dove i bisogni sono risolti direttamente dai servizi pubblici? Non possiamo più parlare di “politiche familiari” come rivolte alle famiglie giovani e “politiche per l’invecchiamento” rivolte agli anziani. Le generazioni sono interdipendenti. Siamo di fronte a una sfida nuova: policymakers e studiosi sono chiamati a concepire politiche che tengano conto delle interdipendenze tra generazioni, senza rafforzare le disuguaglianze sociali e le disparità di genere. All´incontro con Dondena Lecture ‘Aging Is Not Only about Old People’ (in inglese) di Giovedì 12 maggio, alle 14,30, in Aula N35, Velodromo Bocconi, p.Zza Sraffa 13 partecipa: Pearl Dykstra, professore di sociologia empirica, Erasmus University di Rotterdam; introducono: Guido Tabellini, rettore Università Bocconi; Vincenzo Galasso, direttore Centro Dondena.  
   
   
WELFARE: RISULTATI PROGETTO INTERREG A.DRI.A ITALIA-AUSTRIA  
 
 Udine, 12 maggio 2011 - La presentazione dei risultati ed il confronto a livello transfrontaliero ed europeo sul tema del disagio giovanile e dei problemi alcol correlati saranno al centro della conferenza finale di A.dri.a., progetto finanziato dal programma Interreg Iv Italia- Austria, che dal 2009 vede le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto condividere assieme al Land Kärnten strumenti di analisi, strategie di prevenzione a carattere transfrontaliero sul tema. La conferenza è in programma a Villa Manin di Passariano (Codroipo) il 17 e 18 maggio. La mattinata del 17 sarà dedicata alla presentazione dell´attività di ricerca e della raccolta dei dati sul fenomeno, che in Friuli Venezia Giulia ha visto coinvolti l´Isis Malignani di Cervignano del Friuli e l´Isis Linussio di Codroipo. A partire dalle ore 9 interverranno i coordinatori del progetto ed il responsabile scientifico, Francesco Piani. Le conclusioni della mattinata saranno affidate a Christian Ragger, assessore alle politiche sociali del Land Kärnten, a Remo Sernagiotto, assessore ai servizi sociali della Regione Veneto e a Vladimir Kosic, assessore alla salute, integrazione socio sanitaria e politiche sociali del Friuli Venezia Giulia. Il momento di confronto istituzionale proseguirà nel pomeriggio, nella seconda sessione di lavori, che dalle 15 prevede una tavola rotonda tra i rappresentanti delle istituzioni a livello locale, regionale e sovra regionale e che sarà dedicato al ruolo e alle responsabilità delle Istituzioni e della politica nel campo della promozione della salute, della prevenzione del disagio e della fronteggiamento dei problemi alcol correlati. La terza sessione di lavoro, in programma il 18 maggio, a partire dalle 9, prevede la riunione plenaria del Comitato 2 "Politiche sociali e salute pubblica" dell´Assemblea delle Regioni d´Europa (Are), attualmente presieduto proprio dall´assessore Kosic.