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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 22 Giugno 2011 |
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PARLAMENTO EUROPEO: SCORIE NUCLEARI, UNA QUESTIONE DA RISOLVERE IN FRETTA |
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Bruxelles, 22 giugno 2011- Il disastro nucleare in Giappone ha riacceso l´interesse dell´opinione pubblica sulla sicurezza nucleare. Un aspetto importante, oggetto di discussione da decenni, è rappresentato dallo smaltimento dei rifiuti radioattivi. "Chi inquina paga" è il principio guida della proposta di direttiva sulla "gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi", presentata dall´ europarlamentare slovena del Ppe Romana Jordan Cizelj. Il Parlamento discuterà il rapporto mercoledì, per arrivare al voto in Aula giovedì. Abbiamo parlato con la relatrice durante il dibattito preliminare in commissione Industria, ricerca e energia. L´incidente di Fukushima ha riportato il problema della sicurezza nucleare alla ribalta. Crede che ci siano rischi nel modo in cui combustibile esaurito e rifiuti radioattivi sono smaltiti attualmente? Credo che il rischio più grande sia quello sociale. Lo chiamerei "rischio di responsabilità". In Europa ci occupiamo soprattutto dello smaltimento di rifiuti di basso e medio livello, ma non delle scorie altamente radioattive. Non è un atteggiamento responsabile, soprattutto perché possediamo i mezzi tecnici per farlo. Le scorie radioattive sono stoccate in strutture temporanee, che non rappresentano una soluzione definitiva al problema. Il combustibile esaurito, poi, è di solito stipato vicino ai reattori. Si tratta di magazzini sicuri, ma il livello si sicurezza aumenterebbe molto se si passasse allo smaltimento finale. Stabilire standard di sicurezza ancora più elevati per permettere lo stoccaggio definitivo è la nostra principale responsabilità; una responsabilità condivisa con i leader di opinione e con i cittadini, ma sono soprattutto i politici che devono definire un quadro legislativo adeguato. Sembra che non ci sia una vera soluzione a lungo termine per lo smaltimento dei rifiuti nucleari. Quali sono le sue proposte sulle norme di sicurezza? È vero, non abbiamo ancora un sistema di smaltimento definitivo delle scorie. Finlandia e Francia sono le più vicine a una soluzione finale. Per questo è opportuno discutere di una comune legislazione europea, che costringa gli Stati membri ad agire davvero. Le misure di sicurezza che propongo devono basarsi sulle più avanzate tecnologie, su un regolamento forte e indipendente, e su adeguate risorse umane e finanziarie. Naturalmente è fondamentale guadagnare la fiducia dei cittadini. Per farlo, la direttiva prevede la massima trasparenza e modalità di partecipazione pubblica. Secondo lei, chi dovrebbe sobbarcarsi i costi dello smaltimento di combustibile esaurito e rifiuti radioattivi? Sono una sostenitrice del principio generale europeo: "chi inquina, paga". È nostro dovere farlo valere anche in questo settore. Ma sto proponendo un emendamento che chiede ancora di più: la valutazione dei costi, il monitoraggio e la verifica dei risultati, relazioni periodiche alla Commissione europea e la partecipazione dei parlamenti nazionali. Come si può evitare che, elevando le norme di sicurezza in Europa, i rifiuti finiscano nei paesi terzi? La Commissione propone di vietare del tutto l´esportazione dei rifiuti nucleari. Una seconda possibilità potrebbe essere il trasferimento delle scorie solo in quei paesi che hanno standard di sicurezza equiparabili a quelli europei. Infine, e questo dovrebbe essere un obiettivo da perseguire in ogni caso, dovremmo essere più attivi nel cercare di introdurre standard elevati nella comunità internazionale, specialmente presso l´Agenzia Internazionale per l´Energia Atomica (Iaea). Il 26 maggio 2011 la commissione per l´industria, la ricerca e l´energia ha votato la possibilità per i paesi Ue di esportare le scorie radioattive in paesi terzi, se questi rispettano le normative europee sullo smaltimento. |
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CHERNOBYL 25 ANNI FA, FUKUSHIMA OGGI: ATTENZIONE COSTANTE |
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Udine, 22 giugno 2011 - "Chernobyl 25 anni dopo", il convegno che ieri ad Udine è stato promosso da Regione Friuli Venezia Giulia ed Agenzia regionale per la Protezione ambientale (Arpa) era stato immaginato ed organizzato prima del disastro di Fukushima, "per tenere desta l´attenzione di tutti sulla necessità di proseguire gli studi su questo tema, sui suoi effetti e le sue ricadute, anche per scongiurare analoghe situazioni", conferma Giorgio Mattassi, direttore scientifico della stessa Arpa. "A darci la sveglia è invece arrivato l´incidente nucleare in Giappone dello scorso marzo che ci ha fatto capire, 25 anni dopo il 26 aprile del 1986 che la politica, le istituzioni, il mondo della ricerca non possono abbassare la guardia". A maggior ragione anche, ma non solo, in Friuli Venezia Giulia, "che deve essere sempre attrezzato in strutture e competenze" considerata la propria vicinanza con la centrale slovena di Krsko, in Slovenia, ha ricordato Salvatore Frullani, esperto dell´Istituto nazionale di Fisica nucleare, il quale ha presentato alcuni dati sulla ricadute radioattive sull´ambiente nel dopo-Chernobyl. Proprio il Friuli Venezia Giulia, infatti, in particolare l´area montana ed il Maniaghese (assieme al "Triagolo lariano", tra i due rami del lago di Como), risultarono in Italia più colpiti dalla concentrazione radioattiva dovuta al Cesio 137, che presenta un tempo di dimezzamento di 30 anni e dunque "risulta ancora presente ma in concentrazioni non significative in quelle aree", osserva Mattassi. Le concentrazioni di Cesio 137 e di Iodio 131 furono ovviamente più alte nei giorni successivi al disastro (che colpì tra Ucraina, Bielorussia e Federazione Russa una zona grande quanto mezza Italia e che costrinse l´evacuazione di 116 mila persone), anche perché nei giorni del 29 e 30 aprile 1986 soffiarono venti costanti verso l´Italia, che comunque non incisero sullo stato di salute della nostra popolazione, rilevano i responsabili dell´Arpa, anche grazie al ricorso alla somministrazione di Iodio ed ai divieti alla commercializzazione di latte, verdure e frutta imposti dall´allora ministro Giuseppe Zamberletti, dieci anni prima commissario del Governo per la ricostruzione del Friuli terremotato. Arpa che nel dopo Chernobyl riuscì a costituire e sviluppare al suo interno uno staff tecnico di indiscusso valore (tutti esperti provenienti dagli Istituti di Medicina nucleare di Trieste ed Udine) che ancora oggi controllano, monitorano e nel caso segnalano eventi che abbiamo qualche valenza nel campo di emissione di radionuclidi in concentrazioni potenzialmente dannose per l´uomo. "Test che l´Arpa conduce quotidianamente sulla qualità dell´aria - indica Mattassi - o, ad esempio in Carnia ed in Val Canale/canal del Ferro, nei funghi, che hanno la caratteristica di concentrare il Cesio radioattivo ma che ovviamente possono non essere benefici per la salute solo nel caso di un´alimentazione pluriquotidiana di questi prodotti. Un altro costante impegno dell´Arpa è poi indirizzato al controllo alle frontiere, a supporto dei servizi doganali, o ai luoghi di destinazione del legname e dei materiali ferrosi in importazione dall´Est, anche in conseguenza di Chernobyl". "Possiamo però senza dubbio ribadire che nè Chernobyl 25 anni fa nè tanto meno Fukushima sono in grado di influenzare negativamente i terreni, le acque, le produzioni alimentari del Friuli Venezia Giulia", conclude Mattassi, che invece evidenzia per la regione una nuova sensibile causa di inquinamento nello smaltimento fognario di farmaci scaduti. Se Fukushima ha riacceso i riflettori sull´"attualità" delle fughe radioattive, il mondo scientifico internazionale riunitosi oggi ad Udine ha invece ammonito sull´esigenza di non sottovalutare mai questo tipo di rischio, di mantenere sempre costante l´attenzione: il "sarcofago" realizzato a Chernobyl è in grado di trattenere al suo interno al massimo per 15 anni una radioattività ancora oggi 20 volte superiore ai terreni peraltro altamente inquinati attorno alla centrale, ha affermato Volodymyr Riabtsev, del Consiglio nazionale di Sicurezza ucraino, ma è in corso di progettazione il nuovo "involucro", forse però "un po´ troppo leggero per resistere ai forti venti della zona", ha richiamato Gianni Pietrangeli, già esperto dell´Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale. |
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CENTRALE DI PORTO TOLLE. ZAIA: INDIVIDUATA SOLUZIONE CHE RECUPERA IL LAVORO GIA’ FATTO |
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Venezia, 22 giugno 2011 - “Oggi la giunta regionale ha chiuso la partita della centrale Enel di Porto Tolle”. Lo ha detto il presidente della Regione Luca Zaia al termine della seduta di ieri della giunta veneta annunciando che è stato approvato fuori sacco un disegno di legge che va a modificare l’articolo 30 della legge regionale n. 36 del 1997, istitutiva del Parco regionale del Delta del Po, prevedendo la possibilità di riconversione a carbone della centrale. Il presidente Zaia ha ricordato che nelle scorse settimane è stato attivato un tavolo con tutti i soggetti interessati alla questione, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che aveva di fatto bloccato la conversione a carbone della centrale. All’unanimità questo tavolo ha concordato che la soluzione indicata dai tecnici regionali fosse quella da intraprendere. Contatti sono stati avviati anche il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell’Ambiente e la Via nazionale. “Oggi possiamo dire con certezza – ha detto Zaia - che la modifica dell’art. 30, come prevista nel provvedimento che è stato adottato, e che è stato inviato al consiglio regionale per l’approvazione definitiva, ci permetterà di recuperare quasi il 90 per cento del lavoro fatto in questi sei anni e non si esclude, per le intese che abbiamo, una nuova decretazione del Ministero dell’ambiente per non fare più nemmeno il passaggio in Via”. Zaia ha fatto presente di aver già chiesto al presidente del Consiglio regionale una procedura d’urgenza per questo provvedimento. “Noi siamo per la riconversione a carbone della centrale – ha concluso – perché è una grande opportunità che significa ossigeno per tutto per il Veneto”. |
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BOLZANO: PACCHETTO CLIMA E QUARTIERE ECO-SOSTENIBILE |
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Bolzano, 22 giugno 2011- "Dalla Provincia e dal Comune di Bolzano sono arrivate due buone notizie per la tutela dell´ambiente in Alto Adige". Così l´assessore Michl Laimer commenta l´approvazione del pacchetto clima da parte della Giunta provinciale, e l´accordo sottoscritto per la costruzione di un nuovo quartiere a impatto zero nel capoluogo. La tutela dell´ambiente, per non restare uno slogan positivo ma con pochi effetti reali, ha bisogno di atti concreti. Uno di questi è il pacchetto clima approvato ieri (20 giugno) dalla Giunta provinciale su proposta dell´assessore Michl Laimer. "Il nostro grande obiettivo nel lungo periodo - sottolinea Laimer - è quello di abbattere la produzione annua pro-capite di Co2 facendola passare entro il 2050 dalle attuali 5 tonnellate ad 1,5 tonnellate. Per raggiungere questo risultato bisogna puntare con forza non solo sulle energie alternative, ma occorre anche promuovere un uso intelligente delle risorse energetiche e una mobilità eco-compatibile". La seconda buona notizia della giornata di ieri, per l´assessore Laimer, arriva dall´accordo presentato dal Comune di Bolzano, che ha annunciato di voler realizzare, nella zona di espansione in fondo a viale Druso, un quartiere ad impatto praticamente nullo dal punto di vista ambientale. "Il fatto che questi due provvedimenti siano arrivati nello stesso giorno - prosegue Michl Laimer - potrà anche essere frutto del caso, ma dimostra che tutti ci stiamo muovendo nella stessa direzione per quanto riguarda la tutela dell´ambiente. La scelta fatta nel capoluogo non avrà ricadute positive solo per coloro che abiteranno nel nuovo quartiere, ma potrà diventare un esempio virtuoso da seguire anche al di fuori dei confini altoatesini. Questa ambiziosa sfida avrà tutto il sostegno possibile da parte della Provincia". |
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ENERGIA/AMBIENTE E ICT DECOLLANO CON IL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE |
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Trento, 22 giugno 2011- Entro la fine dell´anno arriveranno a conclusione in Trentino ben 200 interventi nei settori energetico/ambientale e della ricerca nel campo delle fonti energetiche rinnovabili e delle Ict finanziati attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. E´ il dato più qualificante contenuto nel Rapporto annuale di esecuzione per l’anno 2010 del Programma operativo provinciale del Fesr, coordinato dall’amministrazione provinciale tramite il Servizio Europa, approvato stamane al termine della quinta riunione del Comitato di sorveglianza. Il rapporto ha messo in evidenza l’importanza che tale programma ha per l’avvio di progetti di sviluppo territoriale grazie all’integrazione di finanziamenti locali, comunitari e nazionali in una logica di gestione unitaria degli interventi di coesione regionale. Anche nel 2010, considerato il complesso dei bandi emanati - 13 tra il 2007 ed il 2010 - si è confermata la tendenza ad incentrare le operazioni da finanziare nei settori energetico/ambientale e della ricerca ed innovazione (in particolar modo nel campo delle fonti energetiche rinnovabili e delle Ict). A fronte dei 28 progetti presentati come conclusi al 31 dicembre 2010, si è rimarcato infatti che circa 200 interventi attualmente in corso arriveranno a conclusione entro il corrente anno. Una particolare enfasi è stata inoltre riconosciuta ad uno dei settori sperimentali del programma, l’asse “nuova imprenditorialità”, che sostiene l’avvio di nuove imprese, in particolare in settori tecnologicamente avanzati, tramite lo strumento del “seed money”, contributi a fondo perduto che consentono ad imprese neocostituite o a persone fisiche desiderose di avviare un’impresa, di ricevere un importante sostegno finanziario e un tutoraggio personalizzato per ovviare alle naturali difficoltà incontrate dai potenziali imprenditori nel momento in cui decidono di avviare una attività. Il primo bando di selezione sul “seed money” ha visto il finanziamento di 23 progetti d’impresa. Alla riunione odierna del Comitato di sorveglianza - composto dai rappresentanti delle varie istituzioni nazionali e provinciali coinvolte nell’attuazione degli interventi del Programma, nonché dai rappresentanti del partenariato economico e sociale locale - hanno partecipato, tra gli altri, anche Francesco Brocani, della Direzione generale “Politica regionale” della Commissione europea, Germana Cavicchioli, della Direzione Generale per la Politica Regionale unitaria comunitaria del Ministero dello Sviluppo Economico, e Paola Pajno del Ministero dell’Economia e delle finanze, i quali hanno manifestato forte apprezzamento per le attività promosse in Trentino attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e per l´efficienza nell´utilizzo delle risorse assegnate, dal momento che è stato non solo raggiunto ma anche superato il target fissato per evitare il rischio di disimpegno automatico delle risorse, rilevandosi così una performance finanziaria più che positiva. "Per il Trentino - conferma Francesco Brocani - la Commissione europea non ha ritenuto di produrre alcun commento, a dimostrazione dell´alto grado di efficienza nell´utilizzo delle risorse. Il Trentino non solo sa spendere ma lo fa promuovendo interventi qualitativamente buoni ed è interessante osservare, in particolare, come sono stati coinvolti i partner nonchè la perfetta sinergia e corrispondenza tra i dati finanziari in possesso della Commissione e i dati di monitoraggio del Ministero del Tesoro italiano. Quando si viene in Trentino, si ha la prova che ciò che si è detto di voler fare si fa e corrisponde alla realtà dei fatti. Devo dire che in Italia sono poche le realtà come il Trentino, un fiore all´occhiello per quanto riguarda la situazione italiana in generale ed anche quella delle stesse regioni del nord." Il Programma 2007-2013 ha una dotazione complessiva di 64.287.142 euro, destinati ad interventi rivolti a sostenere la competitività del sistema economico trentino su 4 "assi": Energia/ambiente e Distretto Tecnologico, la Filiera delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione, Nuova imprenditorialità, Sviluppo locale sostenibile. Le tipologie di intervento finanziate sono eterogenee: realizzazione di edifici a basso consumo energetico e basso impatto ambientale, interventi di risparmio energetico e promozione dell´uso di risorse rinnovabili, progetti di ricerca in tema di energia, ambiente e tecnologie Ict, interventi di innovazione aziendale mediante sistemi informatici, progetti per lo sviluppo del turismo sostenibile tramite gli Ecomusei e gli Enti di gestione dei Parchi naturali della provincia, progetti di promozione dell´iniziativa imprenditoriale mediante "seed money". Tra i progetti finanziati sull´asse Energia/ambiente e Distretto tecnologico, il Comitato si sorveglianza ha giudicato particolarmente significativo quello relativo all´intervento - classificato Gold (A) della scala prevista dal Protocollo Itaca sintetico Tn1, versione adattata a livello provinciale del sistema di classificazione internazionale delle prestazioni energetiche degli edifici Leed - di sistemazione ed ampliamento della scuola materna di Dro (1.094.000 euro il contributo effettivo, pari all´80 % della spesa ammessa), ultimato alla fine dello scorso mese di ottobre. Tra le soluzioni adottate per il contenimento dei consumi energetici vanno segnalati l´installazione di 63 metri quadrati di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria (anche ad integrazione dell´impianto di riscaldamento), l´installazione di un impianto fotovoltaico (20kwp con 52,2 % di copertura) ed infine la messa a regime di un sistema automatico di gestione e controllo degli impianti. L´edificio, inoltre, è caratterizzato dalla presenza e utilizzo di tende e brise soleil domotizzate e da materiali quali legno ed altri materiali rinnovabili per il 98 % della superficie. |
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OSSERVATORIO DEL PAESAGGIO, IL PRIMO FORUM OBIETTIVO: CREARE CULTURA DIFFUSA, L’ARCHIVIO DELLA MEMORIA E ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO |
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Trento, 22 giugno 2011 - Sono 29 i componenti dell’Osservatorio del Paesaggio convocati per un primo confronto sul tema del Paesaggio che “è, come ha detto l’assessore Mauro Gilmozzi (che dell’osservatorio è il presidente), il nostro futuro”. Il proponimento della Provincia autonoma, con l’istituzione dell’Osservatorio del Paesaggio è riuscire a monitorare passo passo il territorio che cambia, costituire un prezioso archivio della memoria e creare una cultura diffusa. “Non a caso - ha detto l’assessore - l’Osservatorio è stato incardinato sulla step, la scuola di governo del territorio e del paesaggio voluta dall’esecutivo provinciale come importante opportunità per fare formazione”. E’ intervenuto il professor Gambino che, qualche anno fa, era stato chiamato come uno degli esperti più qualificati per seguire il Terzo Piano urbanistico della storia dell’Autonomia. Il professore ha insistito molto sul concetto di ripensare la conservazione. Il rapporto fra conservazione e innovazione deve essere inscindibile. Così come deve essere forte il rapporto tra cultura e natura. Il dirigente generale dell’Urbanistica Fabio Scalet ha presentato gli aspetti strutturali e organizzativi dell’Osservatorio e il presidente del comitato scientifico della Step, scuola di governo del territorio e del paesaggio, Ugo Morelli, è intervenuto portando il suo ragionamento all’attenzione della platea. “Con il terzo Piano urbanistico provinciale - ha detto subito l’assessore Mauro Gilmozzi - abbiamo voluto mettere il paesaggio al centro dell’azione politica, perché il paesaggio è l’insieme delle relazioni, siamo noi, è una storia che si sedimenta, è il futuro che stiamo costruendo. Dunque se il paesaggio deve essere fattore di sviluppo, dobbiamo intenderci e capire bene come vogliamo impostare questo passaggio culturale. E’ molto importante che riusciamo a fare sintesi, e lo dobbiamo fare incontrandoci, confrontandosi. L’osservatorio - ha sottolineato l’assessore - serve a questo. L’interesse è realizzare un territorio che cresce armonicamente. Sarà il luogo privilegiato dell’archivio della memoria, un luogo di incontro della comunità trentina, dove c’è spazio per il mondo economico, per le associazioni ambientaliste, per tutti coloro che sono portatori di interesse. L’osservatorio - ha concluso l’assessore - lavorerà sulla conoscenza che rimane l’unico antidoto alla demagogia e al populismo. E’ una grande sfida anche perché l’Osservatorio sarà uno dei soggetti che accompagna il cambiamento istituzionale del Trentino. Ha poi preso la parola il professor Roberto Gambino che ha sottolineato il fatto che la decisione di costituire un Osservatorio del Paesaggio così fatto è un passo molto importante e quello della Provincia autonoma nasce da una base molto forte. “Mi limiterò a proporre un ragionamento per cercar di capire come si passi da una situazione di rischio ad una valorizzazione per ri-articolare il paesaggio della contemporaneità”, ha esordito il professor Gambino. L’esperto ha sottolineato che le ferite del paesaggio sono ferite per noi stessi e il paesaggio è in pericolo per i nostri errori. Nella sua relazione “Il Paesaggio tra coesione e competitività”, il professore ha esposte alcune linee di ragionamento sui Paesaggi in pericolo, su Identità, valori e diritti, sulla Conservazione e innovazione, sulla ri-articolazione della centralità urbane sul nuovo ruolo degli spazi liberi. Il funzionamento dell’Osservatorio del Paesaggio dovrà procedere per gruppi tecnici di lavoro indivduando i temi e le materie sulle quali confrontarsi e interagire. Il dirigente generale Fabio Scalet ne ha proposti alcuni fra cui: la ricerca sulla percezione e rappresentazione del paesaggio, la ricognizione degli enti e dei soggetti da coinvolgere per il reperimento di fonti documentali relative al paesaggio, le misure per la costituzione di un archivio della documentazione relativa al paesaggio, depositario della memoria documentaria; i criteri per l’elaborazione di cataloghi del paesaggio, per promuovere l’integrazione degli obiettivi paesaggistici nelle strategie territoriali e, da ultimo, la configurazione di un sito web. Il professor Ugo Morelli, presidente del Comitato scientifico della step, ha sottolineato la missione dell’Osservatorio che parte dalla ricerca e dalla collaborazione con l’Università degli Studi di Trento e si propone la creazione di una prospettiva culturale in grado di favorire il cambiamento, i processi partecipativi per una dimensione educativa importante che non riguarda solo gli addetti ai lavori. “Sarà importante e fondamentale - ha detto il professor Morelli - gestire le differenze, elaborare i conflitti per fare in modo che si innalzi il livello del confronto”. |
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LA CONSULTA TECNICA DELLA CALABRIA HA APPROVATO IL PROGETTO ESECUTIVO DELLA NUOVA “CITTADELLA REGIONALE” |
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Catanzaro, 22 giugno 2011 - La riunione della consulta tecnica regionale, presieduta dall’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Gentile, si è conclusa con l’approvazione del progetto esecutivo relativo ai lavori di realizzazione della ‘Cittadella’ Regionale, in località Germaneto di Catanzaro. “Lo sforzo profuso dal Dipartimento diretto dal Dirigente Generale Giovanni Laganà – ha dichiarato l’Assessore Gentile - ha reso possibile il superamento di una serie di problematiche di natura tecnico-amministrativa ed il conseguente riavvio dell’iter dei lavori scandito da una puntuale calendarizzazione degli adempimenti necessari alla realizzazione del complesso intervento. L’esame della Co.te.r., infatti, ha definito uno stringente cronoprogamma che prevede la conclusione dell’opera per il settembre 2013. Al fine di individuare le iniziative necessarie ed opportune alla tutela degli interessi dell’Amministrazione, nonchè al raggiungimento della completa realizzazione della nuova sede degli uffici regionali, l’esame puntuale del procedimento da parte della struttura dipartimentale preposta, culminata nell’approvazione del progetto esecutivo, ha riguardato tutti i profili attuativi compresi quelli di reperimento di necessarie risorse economiche aggiuntive. Occorre ricordare – ha aggiunto l’Assessore Gentile - lo sforzo fatto in tal senso dal Governo Regionale voluto dal Presidente Scopelliti che, nell’ambito della Legge Finanziaria Regionale del 2011, ha reso disponibili le risorse economiche necessarie alla realizzazione del complesso intervento”. L’assessore Gentile ha, inoltre, evidenziato che l’importo inizialmente previsto non avrebbe condotto alla completa realizzazione dell’intervento con il rispetto degli standard garantiti, invece, dal progetto esecutivo approvato che prevede aspetti innovativi dal punto di vista della qualità e funzionalità dell’opera in linea con la strategicità e l’importanza che la stessa riveste anche dal punto di vista della rappresentatività istituzionale. |
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PIEMONTE: SOCIAL HOUSING, INTERESSE PER LE CONVERGENZE TRA PUBBLICO E PRIVATO |
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Torino, 22 giugno 2011 - La politica dell’abitare in Piemonte, con particolare attenzione ai problemi delle fasce socialmente deboli, in un’ottica di convergenza tra pubblico e privato per una loro soluzione, è stato il tema del convegno Social Housing: pubblico privato a confronto tra attualità e prospettive, organizzato a Torino venerdì 17 giugno da Finpiemonte Spa con la partecipazione di Ream, Cdp Investimenti, Ance Piemonte e Fondazione Crt. Il vicepresidente della Regione e assessore all’Urbanistica ed Edilizia, Ugo Cavallera, ha evidenziato le misure più rilevanti attivate per l’edilizia sociale: il “Programma Casa: 10.000 alloggi entro il 2012”, che dovrebbe concludersi con la prossima programmazione del terzo ed ultimo biennio, il Piano nazionale di edilizia abitativa, di prossimo avvio, la realizzazione di residenze temporanee (casi pilota di social housing), il Programma di qualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile, le misure destinate al sostegno dell’affitto. Notevoli le risorse messe in campo. Oltre l’impegno finanziario dell’intero Programma Casa, quantificato in circa 750 milioni di euro, rilevante è l’investimento per il Piano nazionale di edilizia abitativa: 168 milioni circa di euro, con contributi dello Stato, compartecipazione della Regione, dei Comuni, delle Agenzie territoriali della Casa e un significativo intervento finanziario dei privati. Ulteriori consistenti risorse sono poi state messe in campo dalla Regione per le altre linee di intervento. “La Regione è particolarmente sensibile al problema del disagio abitativo che coinvolge una fascia di popolazione purtroppo sempre più consistente - ha dichiarato Cavallera - e quindi ben venga una strategia di convergenza tra pubblico e privato per ridurne il grave impatto sociale. Guardiamo con forte interesse a tutte le iniziative che si muovono in questa direzione”. Il convegno ha approfondito in particolare l’ulteriore possibilità di intervento in materia di edilizia sociale, oggi rappresentata dai fondi immobiliari costituiti o in corso di costituzione, promossi anche dalle Fondazioni ex bancarie. La Compagnia di San Paolo, la Fondazione Ccrt e altre Fondazioni delle Casse di Risparmio ne hanno già avviato la costituzione. La Regione è dotata degli strumenti normativi per aderire ad uno o più fondi immobiliari, e a tale scopo nel bilancio regionale figurano impegnati 2,5 milioni di euro. |
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APPALTI PUBBLICI, APPROVATO RAPPORTO 2010: CALANO GLI INVESTIMENTI NAZIONALI, TIENE IL SISTEMA UMBRO |
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Perugia, 22 giugno 2011 - La Giunta regionale dell´Umbria, su proposta dell´assessore alle Opere pubbliche Stefano Vinti, ha approvato il Rapporto annuale sugli appalti dei lavori, servizi e forniture realizzati in ambito regionale, aggiudicati nel 2010, che è stato redatto dall´Osservatorio dei contratti pubblici della Regione Umbria. "Dall´analisi degli appalti dei lavori - sottolinea Vinti - emerge che nel 2010 i lavori appaltati, risultano complessivamente 869, per un importo complessivo a base d´asta di circa 266 milioni di euro (265.931.455,28 euro). Il numero degli appalti rispetto all´anno precedente è diminuito di 39 interventi (4,3%), l´importo totale posto a base d´asta per il 2010 è diminuito complessivamente rispetto al 2009 di quasi 24 milioni e 700mila euro (24.684.389,46 euro), in percentuale l´8,5 per cento". Dall´esame dei dati emerge "che il calo degli investimenti è dovuto alle stazioni appaltanti nazionali mentre gli investimenti delle stazioni appaltanti locali, ossia quelle comunali, provinciali e regionali, si sono mantenuti allo stesso livello dell´anno precedente". La categoria di opera pubblica su cui si è registrato il maggiore valore di investimento è quella "Acquedotti, fognature, gasdotti, pubblica illuminazione, impianti produzione energia elettrica, impianti di smaltimento e recupero rifiuti, depuratori, discariche", per un totale di 57 appalti (24,46%) e un importo complessivo di 91.735.151,46 euro, pari al 47,83% del totale dell´investimento complessivo. Gli investimenti in questa categoria di opere sono aumentati rispetto al 2009 di 67.467.897,14 euro come importo, di 27 come numero. Il forte incremento di questa categoria è dovuto principalmente alla realizzazione di impianti fotovoltaici per un importo di oltre 20 milioni di euro e dall´appalto della società Terni Ena per il "revamping" della centrale di recupero energetico (importo base d´asta oltre 19 milioni e mezzo d´euro). La seconda categoria in ordine di importo risulta quella che attiene alle "Opere stradali, aeroportuali, percorsi meccanizzati, parcheggi, verde pubblico" con 63 appalti (27,04%), per un importo di €28.535.951,40 pari al 14,88% del totale dell´investimento complessivo. Per questa categoria si è invece verificata una diminuzione nel numero di appalti (-18) e una diminuzione per quanto riguarda l´importo di 43.590.245,79 euro rispetto al 2009. La terza categoria risulta quella relativa agli interventi infrastrutturali "Edilizia scolastica, Universitaria, Musei, Biblioteche", con 33 appalti (14,16%) ed un importo complessivo di 16.985.445,55 euro (8,86%). Anche in questa categoria si registra una diminuzione del numero di appalti (-3) e dell´importo complessivo (-5.913.517,21 euro) rispetto al 2009. La modalità di scelta più utilizzata per il numero di appalti aggiudicati risulta per la prima volta la "procedura negoziata" senza previa pubblicazione del bando, con 107 appalti (45,92%) per un importo base asta di 27.800.285,14 euro (17,97%) mentre la "procedura aperta" è quella che registra il maggior importo con 118.389.080,60 euro (76,53%). Il numero di gare per le quali è stata adottata questa procedura è di 94 (40,34%). Da rilevare il forte incremento nell´utilizzo di questa procedura negoziata, che dal 2008, in cui era stata adottata per n.33 appalti (15,35%), nel 2009 è passata a 78 appalti (32,5%), fino ad arrivare nel 2010 a 94 appalti. Tutto questo è "la conseguenza della possibilità di ricorrere all´affidamento secondo la procedura negoziata per lavori di importo fino a 500mila euro stabilita dal dicembre 2008 con il correttivo del Codice dei Contratti". È da registrare inoltre un aumento del valore dei ribassi che arrivano a punte del 58,126 % ed un innalzamento delle medie complessive. Il criterio per la scelta del contraente più utilizzato è sempre quello del prezzo più basso che risulta essere stato scelto per 209 gare (89,7%) per un importo di 79.220.402,99 euro (51,21%) rispetto al criterio dell´offerta economicamente più vantaggiosa scelto in 24 casi (10,30%) casi per un importo di 75.483.886,80 euro (48,79%). Il ribasso medio con cui sono state aggiudicate le gare di lavori che hanno utilizzato il criterio dell´offerta economicamente più vantaggiosa è del 16,65%, mentre i ribassi medi effettuati nelle gare al massimo ribasso vanno da un minimo del 20,27% ad un massimo del 43,70%. Dall´analisi dei dati, inoltre, emerge che l´incidenza media dei costi della sicurezza rispetto all´importo base asta nel 2010 risulta del 6,58 per cento. Per quanto riguarda la provenienza delle imprese che si sono aggiudicate la gara nel 2010, le imprese umbre si sono aggiudicate 159 gare (68,24%), di cui Perugia 116 e 43 Terni, appalti per un importo di 75.424.919,28 euro (48,75%). Le imprese aggiudicatarie provenienti da altre regioni risultano 74 (31,76%) per un importo totale base asta di 79.279.370,51 euro (51,25%). Per quanto riguarda gli appalti dei servizi e forniture, emerge la netta preponderanza dei contratti appaltati da stazioni appaltanti di interesse regionale, provinciale e comunale rispetto ai contratti di interesse statale, e ciò sia guardando al numero dei contratti (contratti di interesse regionale: 84,80%), sia in relazione all´importo complessivo degli stessi (contratti di interesse regionale: 87,59%). "Il raffronto della situazione relativa agli anni 2008, 2009 e 2010 - sottolinea Vinti - evidenzia che gli appalti dei servizi e forniture sono sensibilmente calati nel 2010. Contrariamente a quanto succede per gli appalti dei lavori, negli appalti dei servizi e forniture, emerge una prevalenza di procedure per l´affidamento di appalti dei servizi aggiudicati con il criterio dell´offerta economicamente più vantaggiosa". Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, distinta per provincia e per regione, delle imprese aggiudicatarie degli appalti, per i servizi vede una percentuale del 53,06% del numero dei contratti affidati ad operatori economici con sede in Umbria. Per quanto concerne, invece, gli appalti per la fornitura di beni, si assiste alla prevalenza del numero dei contratti affidati ad operatori economici con sede in Lombardia (38,37%), mentre le forniture affidate ad imprese umbre risultano pari al 18,60 per cento. "Resta invariato l´investimento complessivo dei Comuni, delle Province e della Regione per opere pubbliche - rileva l´assessore regionale -, mentre calano gli investimenti nazionali sull´Umbria. In questo quadro risultano essere positivi gli investimenti a salvaguardia, potenziamento e manutenzione delle reti idriche e per la produzione di energia da fonti rinnovabili". "Permane preoccupante - prosegue - la diffusione della modalità di assegnazione delle gare con il criterio del massimo ribasso che induce ad aggiudicare lavori a ribassi sempre più elevati che rischiano di mettere in discussione la qualità delle opere realizzate, e che comprimono sicuramente le risorse destinate alla sicurezza del lavoro". "A fronte di questa situazione - conclude l´assessore Vinti - la Giunta regionale ha provveduto ad approvare le ´linee guida´ per il calcolo dei costi e degli oneri della sicurezza e per la determinazione del costo presunto della manodopera nell´affidamento dei lavori pubblici, tese ad evitare che i costi per la sicurezza siano oggetto di ribasso". |
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ACCORDO PER PROMUOVERE L’INNOVAZIONE SIGLATO O A NAPOLI DALL’AGENZIA PER L’INNOVAZIONE E DA CONFINDUSTRIA SERVIZI INNOVATIVI E TECNOLOGICI UN PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE. |
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Napoli, 22 giugno 2011 – E’ stato siglato ieri a Napoli, fra il presidente dell’Agenzia per la Diffusione delle Tecnologie per l’Innovazione Davide Giacalone ed Ennio Lucarelli vicepresidente vicario di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, un protocollo di collaborazione per promuovere la cultura dell’innovazione presso le imprese e le istituzioni. L’accordo, in particolare, mira a valorizzare, creando nuove sinergie, il programma dell’Agenzia “Italia degli Innovatori”, volto a far emergere le capacità innovative delle Pmi italiane, e il “Premio per l’innovazione nell’Icmt” di Csit, che assegna riconoscimenti alle best practices delle imprese basate sulla convergenza fra tecnologie informatiche, telecomunicazioni, contenuti multimediali. I primi effetti del protocollo riguardano il Premio Icmt, che ha incassato formalmente il patrocinio dell’Agenzia, la quale partecipa alle fasi di selezione delle candidature e il suo presidente è membro della Giuria. Csit, a sua volta, si impegna a sostenere le iniziative dell’Agenzia presso le imprese, anche invitando i vincitori del Premio a partecipare a “Italia degli innovatori” secondo le modalità previste. “ Attraverso le intese siglate stamani, proseguiamo sulla strada di fornire al mercato tutti i servizi occorrenti alla competizione del Paese, selezionando le migliori energie capaci di imporsi sui mercati internazionali“ ha dichiarato Davide Giacalone, presidente dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione. “Lo Stato deve accompagnare ed aiutare – ha proseguito Giacalone - con azioni a basso costo e burocrazia zero l’innovazione di qualità, senza nessuna azione per tenere artificialmente in vita ciò che non si regge sul mercato della competizione”. A sua volta Ennio Lucarelli, viceopresidente vicario di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici ha sottolineato che “Le Pmi italiane hanno grandi potenzialità di fare innovazione, ma si trovano spesso penalizzate dalla dispersione e dalle difficoltà nel trovare canali di sostegno e fonti di finanziamento. Perciò oggi è fondamentale giungere a un raccordo sistematico ed efficiente fra gli attori promotori dell’innovazione sul territorio quali le Regioni, le rappresentanze delle imprese e le istituzioni nazionali. L’obiettivo è individuare interessi condivisi di ricerca e sviluppo di soluzioni innovative nei settori strategici per il Paese, come la sanità, i nuovi servizi digitali, i beni culturali, la competitività industriale, da rappresentare in sede europea e armonizzare nei programmi comunitari di finanziamento dei progetti di ricerca e innovazione. L’accordo di collaborazione siglato ieri con l’Agenzia nazionale per l’Innovazione rappresenta un passo importante in questa direzione ed è significativo che sia stato siglato a Napoli, come auspicio e incitamento per un ruolo da protagonista delle regioni e istituzioni del Mezzogiorno nella promozione dell’innovazione”. L’occasione per la firma del Protocollo è stata offerta dal convegno “Servizi innovativi e sviluppo dei territori”, promosso dalla Commissione Europea e da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, organizzato con la collaborazione di Confindustria Campania e con il patrocinio dell’Agenzia per l’innovazione. L’incontro si è tenuto nell’ambito della campagna di sensibilizzazione avviata dalla Commissione Europea, che ha scelto Napoli come prima tappa italiana per diffondere sul territorio nazionale i risultati del lavoro dell’ Expert Panel on Innovation Service in the Eu, a cui ha preso parte Csit in rappresentanza dell’Italia. |
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MEDIOCREDITO: POSITIVO INCONTRO PRELIMINARE TRA REGIONE FVG FRIULIA E BCC |
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Udine, 22 giugno 2011 - Positivi gli esiti dell´incontro tenutosi ieri a Trieste fra l´assessore regionale alle Finanze, Sandra Savino, il presidente della Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Friuli Venezia Giulia, Giuseppe Graffi Brunoro, ed il consigliere, nonché direttore generale di Friulia, Gianmarco Zanchetta. Scopo dell´incontro, promosso dalla Regione, una verifica dell´interesse da parte della Federazione delle Bcc a prendere parte al progetto relativo a Mediocredito Fvg. "È presto per parlare di un´intesa raggiunta - ha detto Savino - ma le premesse per portare avanti un discorso ragionato ci sono tutte". D´altra parte le necessità di un riposizionamento strategico della banca sono note già da tempo: la Regione intende convocare prossimamente un incontro anche con tutti i soci di Friulia al fine di verificarne l´approccio nei confronti dell´operazione. "In un´ottica sinergica, stiamo dialogando per trovare insieme un terreno d´intesa che ci consenta di addivenire a posizioni condivise in tempi ragionevolmente brevi", ha concluso Savino. |
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RICERCA E INNOVAZIONE NELLE MARCHE ´ PUBBLICATO IL TESTO SINTESI DI MODELLI E POLITICHE REGIONALI. |
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Ancona, 22 giugno 2011- Il sistema della ricerca e dell´innovazione nelle Marche´ e` il titolo della pubblicazione realizzata da Regione e Universita` politecnica delle Marche, che fa il punto sui modelli di innovazione e sulle politiche regionali. ´Si tratta di un caso virtuoso di collaborazione tra ente pubblico, universita` e imprese ´ osserva Sara Giannini, assessore a Ricerca e innovazione nei settori produttivi ´ realizzato a costo zero, grazie all´apporto di funzionari, tecnici, docenti e ricercatori. Il lavoro, partendo dalle riflessioni maturate al convegno tematico svolto sul finire dello scorso anno all´Abbadia di Fiastra, rappresenta un´analisi approfondita e aggiornata del mondo della ricerca e dell´innovazione nelle Marche. Per la prima volta ogni singolo progetto finanziato dalla Regione e` stato preso in considerazione, non da un punto di vista burocratico ´ amministrativo, o prettamente finanziario, bensi` entrando nel merito, analizzando sia l´ambito tecnologico di riferimento, sia il grado di innovativita` dello stesso. La ricognizione evidenzia che, pur in un contesto dominato da imprese di piccole dimensioni, dove gli investimenti in ricerca sono limitati, si assiste ad un´importante inversione di tendenza, che fa ben sperare per le prospettive competitive del nostro apparato produttivo. Altro segnale importante e` dato dall´accresciuto rapporto tra universita` e imprese, segno che le nostre azioni sono state efficaci e hanno facilitato l´incontro tra domanda e offerta di conoscenza´. Il testo si articola in cinque capitoli: dal distretto al cluster, il sistema regionale, il sostegno della Regione a tale sistema, il cluster della domotica, spunti emersi dal convegno dell´Abbadia di Fiastra. Le dieci azioni realizzate dall´ufficio innovazione della Regione negli ultimi anni, hanno riguardato aspetti diversi: dai giovani tecnologi, alla ricerca e sviluppo, dalle filiere al trasferimento e innovazione tecnologica, dal sistema moda agli spin off. Interventi che hanno portato ad erogare oltre 113 milioni di euro di contributi, che hanno attivato circa 356 milioni di euro di investimenti. Risorse che hanno permesso di finanziare 915 progetti. Pelli, cuoio e calzature e prodotti in metallo sono nel complesso i settori maggiormente interessati, segno questo che anche i comparti tradizionali investono in modo crescente in innovazione. Mentre per quello che riguarda la ricerca i settori piu` coinvolti sono metalmeccanica, elettronica, informatica. ´Conoscere puntualmente i risultati ottenuti dagli interventi realizzati ´ sottolinea la Giannini ´ permette di verificare criticita` e punti di forza del nostro sistema, condizione necessaria per programmare i futuri interventi. Emergono infatti alcune linee strategiche per lo sviluppo nella nostra regione di specializzazioni intelligenti, come nel caso delle applicazioni della domotica´. La Home Automation o domotica, rappresenta una sintesi tra tecnologie dell´abitare e miglioramento della qualita` della vita, realizzata attraverso sistemi di gestione dell´illuminazione, degli apparecchi domestici, dei sistemi di sicurezza, dell´intrattenimento, della comunicazione ed elaborazione dati. Un cluster specialistico e innovativo capace di collegarsi positivamente al Network per la longevita` attiva, che vede le Marche protagoniste a livello nazionale ed internazionale. |
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AUSTRIA, MANCANZA DI PERSONALE QUALIFICATO |
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Trieste, 22 giugno 2011 - In Austria, la scarsità di apprendisti e il sovrainvecchiamento della società si rendono sempre più marcati e le aziende non trovano personale. Le piccole e medie imprese crescono e di conseguenza cresce anche il bisogno di assumere dipendenti qualificati, soprattutto nell´ambito commerciale. Più di 57.000 apprendisti vengono attualmente formati direttamente all´interno delle imprese artigianali austriache e circa 18.700 nel settore commerciale. Seguono industria (16.400) e turismo (12.600). In totale sono attualmente più di 130.000 apprendisti. La retribuzione può essere buona e un apprendistato dà la possibilità di fondare la propria impresa. |
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ALBERTO CAPRARI CONFERMATO PRESIDENTE ASSOPOMPE UN BUON NETWORKING PER IL MIGLIORE KNOW-HOW |
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Milano, 22 giugno 2011 – Nel corso dell’Assemblea Assopompe, Alberto Caprari è stato confermato nel suo mandato di Presidente Assopompe per il biennio 2011-2013 a fronte degli impegni recentemente assunti nell’ambito della Federazione Anima e con l’obiettivo di dare continuità al lavoro svolto negli ultimi 4 anni. Assopompe, l´Associazione Italiana dei Costruttori di Pompe e affini, federata a Anima/confindustria, conta oggi 47 soci con un fatturato di circa 1.600 milioni di euro e 7.500 addetti. Assopompe è socio fondatore Europump - la confederazione europea di settore che annovera tutti i principali operatori specializzati – e che ha scelto l’Italia come sede del Congresso Europump 2012. Negli ultimi due anni Assopompe si è particolarmente dedicata alla direttiva Eup (Energy Using Products), interagendo col Ministero delle Attività Produttive e gli uffici competenti a Bruxelles. Alberto Caprari ha 43 anni ed è coniugato con due figli. Imprenditore di terza generazione, si è diplomato in Italia approfondendo prevalentemente all´estero tematiche industriali, di marketing e finanza. E´ Vice Presidente e Direttore Esecutivo di Caprari Spa, azienda europea leader nella produzione di Pompe e soluzioni avanzate per il Ciclo Integrato dell´Acqua, fondata nel 1945. E´ Amministratore Delegato di Swm Spa, azienda specializzata in motori sommersi per pompe e Consigliere d´Amministrazione di Fondmatic Spa, fonderia di ghise speciali. Caprari è Consigliere d´Amministrazione di Crit Research, consorzio di selezionate imprese ad alta tecnologia che promuove il transfer tecnologico e l´innovazione, in diversi campi industriali. Dal 2009 è nel Comitato Tecnico Scientifico di Asap - Service Management Forum, iniziativa promossa dalle università di Bergamo, Brescia, Firenze, Luigi Bocconi e Politecnico di Milano. Nel 2008 è entrato nel Consiglio Direttivo di Anima, nel 2009 è stato invitato fra i membri della Giunta. Nel 2010 è stato eletto Vice Presidente Anima con delega allo sviluppo. “L’associazione è la testa d’ariete italiana per il mercato, informa le aziende e promuove l’aggregazione di risorse e competenze” – dichiara il neo confermato Caprari – “Un buon networking fra i Soci, fornisce un know-how di informazioni prezioso, che aiuta concretamente le aziende. Ospitare il Convegno Europump nel 2012 a Stresa è un chiaro indice di preferenza verso il contesto industriale italiano e, contemporaneamente, è un’opportunità imperdibile di contatto con i “colleghi / competitor” internazionali. Assopompe, come socio fondatore di Europump, ricopre un ruolo un ruolo di primissimo piano nello sviluppo del settore in Europa e nel mondo, in particolare per gli aspetti normativi legati all’energia”. |
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UN PREMIO INTERNAZIONALE PER START UP INNOVATIVE IN GARA CON I NANO-COMPOSITI E I POLIMERI |
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Bari, 22 giugno 2011- Imast e Veneto Nanotech, in collaborazione con Arti, presentano il 23 giugno a Bari “Nanochallenge and Polymerchallenge 2011”, la business plan competition che premia le start up innovative del settore nano-compositi e polimeri. Farà tappa anche nel capoluogo pugliese il road show nazionale di presentazione della settima edizione del Nanochallenge and Polymerchallenge 2011, la competizione internazionale che premia i migliori progetti innovativi e di business nel settore delle nanotecnologie e dei materiali polimerici e compositi. L’evento si qualifica come un’occasione in cui coinvolgere gli appassionati di nanotecnologie e di materiali polimerici (studenti, ricercatori, dottorandi, imprenditori e chiunque intenda realizzare tecnologie o prodotti potenzialmente commercializzabili) nella creazione di nuove realtà imprenditoriali fortemente innovative, preparandole al confronto con il mercato e offrendo loro la possibilità di presentarsi a potenziali investitori e partner industriali. Nanochallenge and Polymerchallenge 2011 è organizzato dai distretti tecnologici Imast e Veneto Nanotech, pionieri nei settori rispettivamente dei materiali polimerici e compositi e del nanotech, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Start-up Initiative, la prima piattaforma italiana dedicata alle start up e agli investitori che intendano sostenerle. La competizione mette in palio premi cospicui del valore complessivamente di 600mila euro: nello specifico, un Gran Premio da 300mila euro per il miglior progetto nel settore delle nanotecnologie e un altro premio di pari importo riservato al miglior progetto sviluppato nel settore dei materiali compositi e polimerici. Oltre a ciò, i vincitori riceveranno ulteriori benefits: la possibilità di trascorrere il periodo di incubazione presso uno dei due distretti, utilizzandone servizi, consulenze e infrastrutture tecnologiche e multimediali; premi in denaro per investimenti di seed-capital; supporto manageriale allo sviluppo del prodotto e conseguente possibilità di ampliamento della propria rete di contatti. Le modalità per partecipare alla gara e ulteriori dettagli tecnici verranno forniti nel corso della presentazione che avrà luogo a Bari, presso la sala consiglio del Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi “A. Moro” (via Orabona, 4 – ore 15.00). Ai saluti di Giuliana Trisorio Liuzzi, presidente dell’Arti e Anna Maria Fanelli, direttore del Dipartimento di Informatica, faranno seguito: la presentazione generale della competizione da parte di Nicola Trevisan, ad di Veneto Nanotech scpa; un intervento di Evelina Milella, direttore generale e ad di Imast Scarl, che introdurrà le potenzialità del settore dei polimeri e dei materiali compositi; la presentazione del ruolo di Intesa San Paolo, da parte del responsabile dell’ufficio di Promozione della Ricerca, Luca Pagetti. A seguire, esponenti del mondo accademico e del sistema d’impresa regionale porteranno la propria testimonianza e descriveranno le attività realizzate in Puglia nel settore oggetto di discussione. Interverranno, dunque, Aldo Romano, presidente del Distretto tecnologico Dhitech; Francesco Fracassi, direttore del Dipartimento di Chimica dell’Università degli Studi di Bari; Pietro Mastrorilli, del Dipartimento di Ingegneria delle Acque e Chimica del Politecnico di Bari; Andrea Camposeo, del National Nanotechnology Laboratory – Istituto di Nanoscienze del Cnr; Giovanni Sylos Labini, del comitato di indirizzo del Distretto produttivo dell´Aerospazio pugliese; Maria Rita Petrachi, della Direzione Progettazione, Avio S.p.a; Riccardo D’agostino, presidente di Plasma Solution srl; Gianluca Farinola, di Synchimia srl. Concluderà l’evento Adriana Agrimi, dirigente dell’Ufficio Ricerca Industriale e Innovazione Tecnologica della Regione Puglia. Ulteriori informazioni sono disponibili sul portale della competizione, all’indirizzo: www.Nanochallenge.com/ |
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EXPORT, MADE IN ITALY: IN IRPINIA SI PRESENTA L’ENPAI |
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Avellino, 22 giugno 2011 - Si presenta in Irpinia l’Enpai. Sabato 25 giugno alle ore 9.00, presso la sede di Asso-api Avellino in via Colombo, il primo Consiglio direttivo dell’Ente Nazionale Promozione Aziende Italia. L’organismo, braccio operativo della Confederazione italiana che raggruppa le Associazioni territoriali degli Artigiani e Piccoli Imprenditori, ha l’obiettivo principale di promuovere il sistema Italia delle Pmi nei più importanti mercati internazionali. Agricoltura, artigianato e turismo: i tre segmenti produttivi al centro della policy di sviluppo. Qui si concentreranno gli interventi funzionali ad un virtuoso incrocio tra domanda ed offerta di prodotto. Il tutto mediante una capillare attività di conoscenza, finalizzata alla commercializzazione, dei brand interessati nelle piazze d’affari mondiali che meglio si prestano ad un marketing territoriale sovranazionale in grado di stuzzicare l’appeal dei consumatori stranieri. A guidare l’Enpai è stato chiamato l’irpino Nicola Di Iorio con alle spalle un consistente background di competenze legate all’internazionalizzazione dei marchi espressione di un territorio e delle sue ricchezze intrinseche. “La spina dorsale della nostra economia – spiega il presidente – è formata da piccole e medie imprese. Un universo eccessivamente polverizzato dove spesso si registra una difficoltà di approccio ai mercati che contano”. “Da qui – continua Di Iorio – l’esigenza di costituire questo Istituto che, animato da un sano spirito di cooperazione, vuol far interagire culture, risorse e saperi manageriali per un proficuo ingresso dei prodotti nazionali sia nelle aree estere di commercializzazione già consolidate sia in quelle in attuale crescita come, ad esempio, il Sud America e l’Oriente”. Parola d’ordine: associazionismo. “Leva essenziale – aggiunge il numero uno dell’Enpai – per portar avanti un dialogo continuo e costruttivo con tutte le organizzazioni domestiche che rappresentano le imprese”. Sabato, nel primo summit associativo, ci sarà, tra l’altro, all’ordine del giorno l’approvazione delle linee programmatiche che animeranno la governance operativa dell’Ente costituitosi lo scorso maggio. Fari puntati anche sull’Irpinia e le sue eccellenze. “La Campania, in particolar modo la provincia di Avellino, - mette in evidenza Di Iorio – avrà un’attenzione particolare. Pensiamo già ad iniziative tese a valorizzare il vettore imprenditoriale dell’artigianato locale e dell’agroalimentare di qualità. Senza dimenticare l’universo manageriale collegato all’accoglienza turistica che dagli agriturismo arriva fino alle country house”. “Un’azione sinergica – conclude – che a mio avviso non può che non rafforzare l’economia endogena e la sua imprenditorialità con cui vogliamo creare ponti di dialogo quanto più fattivi possibili”. Dodici sono i consiglieri che fanno parte del Consiglio direttivo dell’Enpai con sede a Roma. Sette gli irpini: Basilio Minichiello, presidente di Asso-api Avellino, Carmine Scarano, Francesco Lo Conte, Gaetano Fasolino, Nicola Di Iorio, Fiorentino D’angerio e Antonio Natale Spinazzola. Gli altri soci sono Luciano Fabi (Perugia), Fabrizio Ciarla (Chieti), Luigi Di Domenico (Salerno), Armando Lamberti (Reggio Calabria), Vincenzo Matrone (Napoli). |
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NCA, SU PROPOSTA DELLA REGIONE TOSCANA SOSPESA PER 20 GIORNI LA PROCEDURA DI MOBILITÀ |
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Firenze, 22 giugno 2011 – Una sospensione di 20 giorni della procedura di mobilità appena avviata dall’azienda nei confronti di parte dei lavoratori per consentire il ripristino delle corrette relazioni sindacali e la riapertura del confronto fra le parti. La decisione, proposta dall’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini e accettata dall’azienda, è scaturita nel corso dell’incontro svoltosi ieri in Regione sulle prospettive dei Nuovi cantieri apuania di marina di Carrara. All’incontro, che si è tenuto a Palazzo Strozzi Sacrati hanno partecipato, oltre all’assessore Simoncini, i rappresentanti dei Comuni di Carrara e Massa, della Provincia, le organizzazioni sindacali provinciali di categoria e le rappresentanze aziendali dei cantieri. La riunione è finita con la firma di un verbale di incontro. A fronte della disponibilità dell’azienda a sospendere la procedura di mobilità, le organizzazioni sindacali si sono dette disponibili a confrontarsi sulle “dimissioni incentivate su base volontaria” all’interno di un confronto sulle prospettive industriali ed occupazionali del cantiere. Azienda e sindacati hanno quindi concordato di incontrarsi venerdì 24 giugno per discutere e sulle procedure di mobilità esclusivamente su base volontaria. Si è inoltre concordato sul fatto che, entro l’8 Luglio 2011, Nca presenti ai sindacati un piano di riorganizzazione aziendale avviando su di esso il confronto. Nel testo del verbale d’incontro si ricorda inoltre che Regione e istituzioni locali stanno lavorando con il ministero dello sviluppo economico per arrivare alla stesura definitiva dell’Accordo di programma che prevederà un piano di re-industrializzazione complessiva delle aree di crisi della Provincia di Massa Carrara. Le istituzioni si attiveranno inoltre presso il ministero delle Infrastrutture perchè venga confermata in tempi brevi la seconda commessa Rfi. Su questo fronte , la Regione s’impegna, nell’ambito della privatizzazione di Toremar a verificare ogni opportunità produttiva a favore di Nca. Un nuovo tavolo di confronto sarà convocato entro il 15 luglio. |
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ISI, DALL’INCONTRO L’AUSPICIO CHE VENGA PRESENTATA A BREVE L’OFFERTA |
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Firenze, 22 giugno 2011 – Regione, Provincia di Firenze, Comune di Scandicci e sindacati hanno incontrato il 20 giugno il commissario giudiziale Vincenzo Pilla, che subentrerà come curatore fallimentare della Isi di Scandicci. L’incontro, convocato dall’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, è servito per fare il punto sui tempi e le modalità del procedimento fallimentare. Dal tavolo è arrivata unanime una sollecitazione a concludere il percorso fallimentare il più velocemente possibile. Da tutti è poi venuto l’auspicio che la nuova società Easy Green che si è impegnata a rilevare l’azienda formalizzi quanto prima la sua offerta. Per una verifica sarà convocato un nuovo incontro del tavolo entro i primi dieci giorni di luglio. |
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AUSTRIA, ANNO RECORD PER L´EXPORT |
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Vienna 22 giugno 2011 - La Camera di Commercio austriaca stima una crescita dell´export del 14,1 p.C. A 125 miliardi di euro per il 2011 e si prevede un ulteriore aumento del 9,1 p.C. Nel 2012. Le aziende nazionali non hanno mai venduto così tanto all´estero. Il saldo della bilancia commerciale austriaca resta comunque negativo in quanto anche l´import dovrebbe incominciare a crescere. Per quest´anno si prevede una crescita del 13,1 p.C. A 128 miliardi di euro per il 2011 e un ulteriore aumento dell´8,3 per il 2012. Nella classifica delle regioni destinatarie con i più forti aumenti troviamo l´Asia (+19,5 p.C.), i paesi europei del Csi (+22,6), il Nord America (+22,7) e il Sud America (+30). |
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“DARE FUTURO AL WELFARE PER DARE FUTURO AL PAESE” L’ADESIONE DI LEGACOOPSOCIALI ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 23 GIUGNO CONTRO I TAGLI ALLE POLITICHE SOCIALI |
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Roma, 22 giugno 2011 - Legacoopsociali ha sottoscritto, condividendone i contenuti, l’appello congiunto del Forum del Terzo Settore e del cartello I Diritti Alzano la Voce alla mobilitazione per il futuro del welfare, e parteciperà alla manifestazione del 23 giugno in Piazza Montecitorio a Roma. I tagli ai Fondi nazionali per le Politiche sociali, non autosufficienza, famiglia, infanzia e giovani, inclusione sociale delle persone disabili e svantaggiate, contrasto alla povertà, hanno ridotto le risorse di quasi l’80%. Nei territori ciò sta determinando riduzioni e chiusure di servizi, perdita del lavoro per gli operatori sociali e per tante persone svantaggiate, indebolimento della possibilità di operare proprio dei soggetti, come la Cooperazione Sociale, fondamentali per lo sviluppo di una matura sussidiarietà, e una grave e crescente incertezza sul futuro per le persone e le famiglie, su cui torna a scaricarsi per intero il peso dei problemi. Sappiamo che la situazione economica del Paese impone scelte impegnative, per tenere sotto controllo i saldi di finanza pubblica, procedere sulla strada della riduzione del debito che caratterizza l’Italia, contrastare in modo concreto e non contingente sprechi ed inefficienze. Ma con i tagli lineari e reiterati non si affrontano gli sprechi, non si riducono le inefficienze, piuttosto si impoverisce il welfare in modo sostanziale, in primo luogo togliendogli risorse e futuro proprio sul versante dei servizi a sostegno delle persone e delle famiglie, che già in Italia è sottodimensionato sia rispetto alle medie europee, che alle obiettive necessità di un Paese in cui, come documenta il recente Rapporto Istat, si estendono le situazioni di impoverimento e marginalizzazione, e cresce la sofferenza sociale, in primo luogo nelle regioni meridionali. La scelta di porre in secca alternativa sostenibilità economica e diritti sostanziali dei cittadini ribadisce invece nei fatti una visione di welfare residuale, costo improduttivo e quindi intrinsecamente assistenzialistico, che ci pare di dubbia efficacia sul piano dello stesso risparmio economico, e di brevissimo respiro strategico, mentre questo Paese che è fermo e ripiegato su se stesso ha bisogno di un progetto di futuro per riprendere a crescere. Vogliamo invece riaffermare che proprio nella crisi serve mettere mano ad un forte e duraturo investimento sul welfare, come condizione per la stessa crescita economica, che è impensabile senza adeguati livelli di coesione sociale, senza un concreto sostegno al reddito di persone e famiglie più esposte alle minacce della crisi, senza spostare risorse sullo sviluppo di una adeguata rete di servizi che contestualmente sostengano le responsabilità familiari e incrementino l’occupazione, a partire da quella femminile Per questo obiettivo, le cooperative ed i cooperatori sociali uniscono la propria voce nel chiedere in primo luogo che: si interrompa la politica dei tagli indiscriminati al welfare, e si ripristini un quadro credibile di risorse, a livello nazionale e nei territori; si definiscano i Livelli Essenziali delle prestazioni sociali e sociosanitarie per tutti i territori del Paese; si dia finalmente applicazione anche in Italia a quanto deliberato dall’Unione Europea sulla questione dei ritardi nei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni. Dare futuro al welfare per dare futuro al Paese, significa definire priorità nell’utilizzo delle risorse, agire riconversioni nella spesa, modulare le risposte intorno ad obiettivi di appropriatezza ed efficacia, dando in concreto centralità ai servizi di territorio in una ottica di crescente e piena integrazione socio sanitaria, e sostenendo nei fatti politiche attive del lavoro finalizzate all’autonomia e all’inclusione sociale delle persone. Serve, per questo, che si esprima una rinnovata e ben più concreta volontà e disponibilità al confronto costante e stringente tra tutti i soggetti, a partire da quelli istituzionali, a livello nazionale e nei territori. Serve dare corpo ad una idea di sussidiarietà, tanto verticale quanto orizzontale, che non sia scarico ma convergenza di responsabilità per gli obiettivi che riguardano i sostanziali beni comuni, a partire dal riconoscimento dei fondamentali diritti di ciascuna persona in questo Paese. Le cooperative ed i cooperatori sociali sono pronti a fare la propria parte. |
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CROAZIA, CALCIT AVVIA COSTRUZIONE NUOVO IMPIANTO CALCITE |
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Zagabria, 22 giugno 2011- L´azienda slovena Calcit insieme con la sua azienda figlia di Croazia Calcit Lika ha annunciato che inizierà la costruzione di un nuovo impianto per la produzione della calcite (minerale costituito da carbonato di calcio neutro) nei pressi di Gospic (città che si trova nella Contea di Lika e Senj) nel mese di giugno. Il nuovo impianto per la produzione, del valore di 10 milioni di euro, dovrebbe aprire all´inizio dell´anno 2012. L´impianto esistente, nei pressi di Licko Lesce, ha una capacità di produzione di 50.000 tonnellate annue, che non soddisfa i fabbisogni attuali di calcite. L´azienda Calcit Lika è stata fondata nel 2007 e ha registrato un fatturato di 2,2 milioni di euro con 150.000 euro di profitti. |
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