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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 12 Luglio 2011 |
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LA COMMISSIONE EUROPEA INTENDE RAFFORZARE LE NORME CONTRO LE NUOVE DROGHE SINTETICHE PERICOLOSE |
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Bruxelles, 12 luglio 2011 – Secondo una relazione della Commissione europea pubblicata oggi, sono necessari interventi più incisivi in tutta l’Unione per contrastare il crescente problema delle nuove droghe sintetiche sul mercato. Nel 2010 l´Ue ha individuato una quantità record di sostanze psicoattive (41, contro 24 l´anno precedente), che provocano effetti simili a quelli di droghe pericolose come l’ecstasy o la cocaina e che sono vendute legalmente. Queste droghe, che possono essere altrettanto pericolose delle sostanze vietate, sono spesso vendute su Internet o in appositi negozi. La relazione valuta le norme vigenti nell’Unione per contrastare la diffusione delle nuove droghe psicoattive. La Commissione intende rafforzare le norme vigenti per impedire che tali sostanze pericolose siano vendute liberamente sul mercato. Secondo un nuovo sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi, le nuove sostanze che provocano effetti simili a quelli delle droghe illecite sono sempre più diffuse; il 5% dei giovani europei ha dichiarato di averne fatto uso. La percentuale più alta si registra in Irlanda (16%), seguita da Polonia (9%), Lettonia (9%), Regno Unito (8%) e Lussemburgo (7%). Dal sondaggio risulta che in tutti e 27 gli Stati membri la grande maggioranza dei giovani tra i 15 e i 24 anni è a favore del divieto di tali sostanze. “Mai prima d’ora stanno diventando così ampiamente disponibili in Europa nuove droghe sintetiche. Possono essere tossiche, dare dipendenza e avere effetti nocivi a lungo termine”, ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria europea per la Giustizia. “Dobbiamo attivarci a livello dell´Unione e proteggere i nostri figli. L’attuale sistema di individuazione delle nuove droghe non è adeguato a fronteggiare l’aumento del numero di queste sostanze sul mercato. È quindi necessario rafforzare le norme vigenti per impedire che i giovani cadano nella trappola di tali droghe pericolose. Dobbiamo garantire che il nostro quadro normativo per contrastare queste sostanze sia forte ed efficace.” Relazione di valutazione: combattere le nuove sostanze psicoattive - La relazione odierna valuta il meccanismo istituito dall’Ue per far fronte all´arrivo sul mercato europeo di nuove sostanze psicoattive. Questo meccanismo, creato nel 2005, prevede un sistema di allarme rapido fra Stati membri sulle nuove sostanze, la valutazione dei rischi che esse comportano e, se necessario, il loro assoggettamento a misure di controllo in tutta Europa. Secondo la relazione, il sistema di allarme rapido funziona bene ma il meccanismo nel suo complesso fatica a stare al passo delle nuove sostanze che fanno ingresso sul mercato in numero sempre maggiore. Ad esempio, non è difficile eludere le attuali misure di controllo e fabbricare nuove droghe che possono essere vendute legalmente ma che possono avere effetti altamente nocivi per la salute. L’attuale sistema non prevede quindi sufficienti opzioni efficaci per le misure di controllo. La Commissione sta esaminando il modo in cui rendere più efficaci le norme dell’Ue, ad esempio mediante alternative alle sanzioni penali, nuove forme di monitoraggio delle sostanze che suscitano preoccupazioni e l’allineamento delle misure di controllo previste per le droghe a quelle esistenti nel settore della sicurezza alimentare e dei prodotti. In autunno la Commissione presenterà una serie di opzioni al riguardo. Secondo la relazione, è a un ritmo senza precedenti che stanno diventando ampiamente disponibili in Europa nuove sostanze psicoattive. Nel 2005 ne sono state segnalate 115. Nel 2010 il numero di nuove droghe segnalate è stato record: 41 (contro 24 nel 2009 e 13 nel 2008), tra cui una sostanza di origine vegetale, derivati sintetici di droghe consolidate e le cosiddette droghe di progettazione (designer drugs). Le nuove sostanze psicoattive costituiscono sempre più un problema globale. Secondo il "rapporto mondiale sulla droga 2011" dell´ufficio delle Nazioni Unite per la lotta contro la droga e il crimine, mentre l’uso di droghe tradizionali quali cocaina, eroina ed ecstasy è generalmente stabile, le nuove droghe riforniscono il mercato delle droghe illecite, in quanto i commercianti approfittano delle sostanze chimiche non regolamentate a livello internazionale. Sondaggio Eurobarometro: uso delle droghe tra i giovani - Il sondaggio Eurobarometro pubblicato oggi rivela che il 5% degli intervistati che ha ammesso di far uso di droghe sintetiche si rifornisce da amici (54%), durante feste o in club (37%), in appositi negozi (33%) o su Internet (7%). Dal sondaggio emerge inoltre che un ragazzo su tre (32%) ha fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita, mentre per le ragazze il rapporto è di uno a cinque (20%). Gli europei tra i 15 e i 24 anni fanno una netta distinzione tra cannabis e altre droghe illecite – sia per quanto riguarda la disponibilità che gli effetti sulla salute. In generale, molti più giovani ritengono che la cocaina (95%) e l’ecstasy (92%) comportino elevati rischi per la salute per i consumatori abituali, rispetto alla cannabis (67%) – e all’alcool (57%). L’uso regolare di cannabis comporta un rischio elevato secondo il 75% dei giovani che non ne hanno mai fatto uso e secondo il 36% di coloro che l’hanno usata in passato. Il 57% degli intervistati ritiene che potrebbe facilmente procurarsi la cannabis nel giro di 24 ore, mentre solo il 22% ritiene che potrebbe fare lo stesso per l´ecstasy o la cocaina. Contesto - Per affrontare il problema della tossicodipendenza è necessario un approccio a lungo termine equilibrato che tratti in egual misura la prevenzione, la riduzione dei rischi, il trattamento e la lotta al traffico. La strategia dell´Unione europea in materia di droga per il periodo 2005-2012 e i due piani d´azione in materia di lotta contro la droga (2005-2008 e 2009-2012) che la attuano fissano un approccio coerente ed equilibrato dell´Ue per ridurre la domanda e l´offerta di stupefacenti. La Commissione svolge un ruolo centrale nel coordinamento delle misure per ridurre il consumo di droghe illecite e combatterne il traffico. Ai sensi della decisione 2005/387/Gai del Consiglio, spetta alla Commissione proporre agli Stati membri di mettere sotto controllo le nuove droghe. Tale decisione istituisce un meccanismo per scambiare rapidamente informazioni sulle nuove droghe e una procedura per valutare i loro rischi e sottoporle a controllo in tutta l’Unione. La relazione odierna valuta il funzionamento di detto meccanismo. Per maggiori informazioni Politica antidroga della Commissione europea: http://ec.Europa.eu/justice/anti-drugs |
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SCIENZIATI FINANZIATI DALL´UE SVILUPPANO NUOVI APPROCCI PER COMBATTERE L´ALZHEIMER |
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Bruxelles, 12 luglio 2011 - Una diagnosi più precoce del morbo di Alzheimer è un passo più vicina grazie a un team di ricercatori finanziati dall´Ue che ha sviluppato nuovi approcci per misurare i biomarcatori per la diagnostica e un sofisticato sistema per integrare le informazioni in modo analitico. Questo sistema, che offre ai ricercatori un metodo oggettivo per misurare lo stato di un paziente, è un risultato del progetto Predictad ("From patient data to personalised healthcare in Alzheimer´s disease") che è sostenuto con 2,89 Mio Eur nell´ambito del Tema "Tecnologie dell´informazione e della comunicazione" (Tic) del Settimo programma quadro (7° Pq). "Lo scopo di Predictad è quello di sviluppare un indicatore obiettivo per diagnosticare il morbo di Alzheimer il prima possibile," ha detto il dott. Jyrki Lötjönen del Centro di ricerca tecnologica finlandese Vvt, coordinatore scientifico del progetto. "Le attuali linee giuda diagnostiche sottolineano l´importanza di vari biomarcatori nella diagnostica. Abbiamo sviluppato nuovi approcci per estrarre biomarcatori da dati di diagnostica per immagini, dati elettrofisiologici e campioni di sangue e uno strumento software unico e clinicamente utile per integrare tutte queste misurazioni eterogenee." Predictad è stato lanciato nel 2008 e si concluderà a novembre 2011. Una delle più comuni caratteristiche del morbo di Alzheimer è l´atrofia del lobo mediotemporale. Gli esperti usano la risonanza magnetica per misurare questa perdita di tessuto. Le immagini sono attualmente interpretate principalmente solo attraverso l´ispezione visiva; delle misurazioni oggettive sono però essenziali. I partner di Predictad hanno soddisfatto questa esigenza sviluppando una serie di metodi. "Lo strumento Predictad fornisce una nuova opzione per aiutare il processo decisionale," dice il professor Hilkka Soininen dell´Università della Finlandia orientale, che è a capo della convalida clinica del progetto. Commentando i risultati ottenuti, uno dei partner di Predictad, il professor Daniel Rueckert dell´Imperial College di Londra nel Regno Unito, dice: "Siamo riusciti a sviluppare uno strumento efficace per misurare le dimensioni dell´ippocampo, il tasso di atrofia dell´ippocampo e due metodi moderni basati sul confronto dei dati dei pazienti con casi diagnosticati in precedenza e disponibili in grandi database." Il consorzio di Predictad, che è formato da ricercatori e uomini d´affari di Danimarca, Italia, Finlandia, Regno Unito e Svezia, sta studiando anche un´altra tecnologia di imaging chiamata tomografia a emissione di positroni (Pet). Il team sostiene che un nuovo elemento tracciante creato specificamente per la diagnostica dell´Alzheimer ha le potenzialità per aiutare gli esperti a diagnosticare questa malattia debilitante nelle sue prime fasi. La ricerca sul morbo di Alzheimer è fondamentale, dice il professor Gunhild Waldemar dell´Ospedale universitario di Copenhagen, Rigshospitalet in Danimarca. "Una diagnostica precoce efficace insieme a nuovi farmaci in via di sviluppo e cure psicologiche precoci potrebbero ritardare l´internamento dei pazienti, riducendo le sofferenze e i costi per la società," sottolinea. "È stato calcolato che il ritardo dello sviluppo della malattia di 5 anni dimezzerebbe tutti i costi del morbo di Alzheimer mentre il ritardo dello sviluppo e della progressione di appena 1 anno ridurrebbe il numero dei casi di Alzheimer di circa il 10%." La demenza è considerata una priorità in Europa e negli Stati Uniti e l´Alzheimer è la causa più comune di demenza. I costi collegati a questa malattia equivalgono a circa l´1% del prodotto interno lordo (Pil) mondiale. Gli esperti credono che il numero di persone con una diagnosi di Alzheimer crescerà del doppio entro il 2030. Per maggiori informazioni, visitare: Predictad: http://www.Predictad.eu/ Vtt - Centro di ricerca tecnologica finlandese: http://www.Vtt.fi/?lang=en |
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LA NEUROBIOLOGIA SCOPRE LA BELLEZZA |
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Bruxelles, 12 luglio 2011 - La bellezza sta nell´occhio di chi osserva o nell´oggetto? Una nuova ricerca condotta nel Regno Unito suggerisce che essa si trova in una regione nella parte anteriore del cervello, e cioè la corteccia mediale orbitofrontale. Gli scienziati dell´University College di Londra dicono che questa zona del cervello si "accende" quando le persone incontrano la bellezza in un´opera d´arte o in un brano musicale. Presentati sulla rivista Plos One, i risultati indicano che tutte le forme di arte sono correlate, provocando un´attività nella stessa regione del cervello. Quindi in fin dei conti, la bellezza sta nell´occhio di chi osserva e non nell´oggetto. Scrivendo nel suo articolo "Philosophical Enquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautiful", lo statista e filosofo anglo-irlandese Edmund Burke, disse: "La bellezza è, per la maggior parte, una qualità in corpi che agiscono meccanicamente sulla mente umana per intervento dei sensi." In breve qualsiasi senso può stimolare una facoltà di bellezza unica. Quindi i sensi dell´udito e della vista sarebbero correlati con attività nella stessa o in diverse regioni del cervello? In questo recente studio i ricercatori hanno esaminato 21 partecipanti di diversa provenienza etnica e culturale. Hanno chiesto ai soggetti di definire una serie di dipinti o pezzi musicali come "bello", "indifferente" o "brutto". Tutti e 21 i soggetti sono stati poi messi in uno scanner per risonanza magnetica funzionale per guardare le immagini o ascoltare la musica. I ricercatori hanno misurato l´attività dei loro cervelli. Il professor Semir Zeki del Laboratorio Wellcome di neurobiologia presso l´University College di Londra nel Regno Unito, insieme al suo collega dott. Tomohiro Ishizu, hanno scoperto che la corteccia mediale orbitofrontale, che gli esperti definiscono il centro del cervello del piacere e della soddisfazione, mostrava un´attività più intensa nei cervelli dei partecipanti che ascoltavano musica o guardavano immagini che avevano già definito belle. Hanno anche scoperto che nessuna area specifica del cervello era collegata a un´opera d´arte già definita "brutta". L´esperienza di bruttezza visiva comunque, rispetto all´esperienza di "bellezza", era collegata a un´attivazione in diverse regioni. Sebbene studi precedenti associassero la corteccia mediale orbitofrontale all´apprezzamento della bellezza, questo recente studio ha dimostrato come la stessa area del cervello viene attivata sia per la bellezza visiva che per quella uditiva negli stessi soggetti. Quindi la bellezza esiste come concetto astratto all´interno del cervello, sostengono i due ricercatori. Oltre alla corteccia mediale orbitofrontale anche la corteccia visiva viene attivata da stimoli visivi. I due ricercatori hanno osservato che questa regione era più attiva quando i partecipanti vedevano un dipinto rispetto a quando ascoltavano la musica e vice versa per la corteccia uditiva. Un interessante risultato dello studio è stata la scoperta che l´attività nel nucleo caudato, che si trova vicino al centro del cervello, saliva in proporzione alla bellezza visiva relativa di un dipinto. I ricercatori in passato avevano scoperto che il nucleo caudato era collegato all´amore romantico, suggerendo che esiste un collegamento neurale per il rapporto tra bellezza e amore. "La questione del se ci sono caratteristiche che rendono gli oggetti belli è stata dibattuta per millenni da artisti e filosofi dell´arte ma non si è mai arrivati a una conclusione soddisfacente," dice il professor Semir Zeki. "Lo stesso vale per la questione del se abbiamo un senso astratto della bellezza, e cioè uno che provochi in noi la stessa potente esperienza emotiva a prescindere dal fatto che la fonte sia, per esempio, musicale o visiva. Era ora che la neurobiologia affrontasse questi argomenti fondamentali," aggiunge. "Quasi tutto può essere considerato arte, ma noi sosteniamo che solo creazioni la cui esperienza è collegata a un´attività nella corteccia orbitofrontale potrebbe essere definita arte bella," continua. "Un dipinto di Francis Bacon, per esempio, potrà avere un grande merito artistico ma non è bello. Lo stesso si può dire di alcuni dei compositori classici più "difficili" - e mentre le loro composizioni possono essere considerate più "artistiche" della musica rock, in qualcuno che torva queste ultime più soddisfacenti e belle, possiamo aspettarci una più intensa attività nella particolare regione del cervello quando ascolta Van Halen rispetto a quando ascolta Wagner." Per maggiori informazioni, visitare: University College London: http://www.Ucl.ac.uk/ Plos One: http://www.Plosone.org/home.action |
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OCCHI, A UN MESE DALLE NOZZE TORNA A VEDERE CON LA CHERATOPROTESI
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Milano, 12 Luglio 2011 – Oggi Rosetta, trentenne di Caserta, è pronta per dire ‘Sì’ al suo Yuri, che per la prima volta ha visto e ‘riconosciuto’. Il glaucoma congenito bilaterale che l’accompagna dalla nascita è solo un ricordo. «Grazie alla cheratoprotesi e al prof. Aldo Fronterrè –afferma Rosetta dalla sua casa in Toscana, dove a fine agosto si svolgeranno le nozze- in passato mi sono sottoposta a numerosi interventi in Europa e in Russia ma senza successo, finchè, cercando su internet ho saputo del professore e ho fissato un appuntamento a Milano. Dopo un mese mi sono sottoposta all’operazione e quando ho visto per la prima volta il mio fidanzato mi sono emozionata!». La Cheratoprotesi secondo Boston, di cui il prof. Aldo Fronterrè ( www.Aldofronterre.it/ ) è il pioniere in Europa, arriva dall’Università Harvard e rappresenta una nuova opzione al trapianto di cornea. In alcuni casi infatti il trapianto tradizionale è impossibile o destinato ad un sicuro fallimento. Così la Harvard Medical School ha messo a punto una cornea artificiale, che permette di sostituire quella opaca con una particolare protesi trasparente in materiale sintetico. La sua peculiarità è di non andare incontro a rigetto od opacamento, risolvendo così i vari gradi di cecità del paziente. Oltre duemila persone fino ad oggi hanno avuto giovamento dall’intervento. «Con questa nuova tecnica si ha l’opportunità di riacquistare una buona visione –spiega il prof. Fronterrè, specialista in Chirurgia Corneale, già Primario di Chirurgia Oculistica presso la Fondazione “Salvatore Maugeri” di Pavia- La protesi è costruita in polimetilmetacrilato, un materiale sintetico trasparente con una ottima tollerabilità ed eccellenti proprietà ottiche. La ‘Boston Keratoprosthesis’ consiste nella sostituzione della cornea del paziente con una protesi in titanio e polimetilmetacrilato, inserita in un lembo di cornea di donatore, che funge da supporto, e quindi viene impiantata nell’occhio del paziente insieme a una lente a contatto». Prima dell’intervento il paziente è sottoposto a un’accurata visita oculistica, per stabilire se è un buon candidato per questa chirurgia. L’intervento dura un’ora e quindici minuti in anestesia locale (si ricorre alla generale per i bambini) e viene eseguito in day-hospital. Il paziente quindi può ritornare a casa il giorno stesso. «Il prof. Fronterrè non mi ha mai illuso sulla riuscita dell’intervento e ha preso a cuore il mio caso –conclude Rosetta- i risultati ci sono e per questo voglio spronare a sottoporsi alla cheratoprotesi chi vuole uscire dalla mia stessa situazione ed entrare in un mondo fatto di colori e di emozioni». |
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NUOVO ACCELERATORE LINEARE ALL´SPEDALE DI LEGNAGO (VR). VENETO ALL´VANGUARDIA NELL´MMODERNAMENTO DELLE STRUMENTAZIONI SANITARIE |
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Venezia, 12 luglio 2011 - “Quello che tagliamo oggi è l’ennesimo nuovo importante traguardo per la sanità veneta, che rafforza e innalza i livelli qualitativi delle prestazioni erogate dal nostro sistema regionale di cui l’Azienda Ulss 21 è una delle componenti più attive e attente all’ammodernamento delle strumentazioni”. Lo ha detto l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, che oggi, insieme al direttore generale dell’Ulss 21, Daniela Carraro, ha inaugurato al reparto di radioterapia dell’ospedale di Legnago (Vr) l’Elekta Platform-synergy, l’ultima generazione di acceleratori lineari (detti comunemente Linac), utilizzati per i trattamenti radioterapici dei tumori, modalità di cura che ha indicazione elettiva o in associazione con altre scelte terapeutiche (chemioterapia, chirurgia) nel 50/60 per cento dei pazienti oncologici. Il nuovo acceleratore lineare, il secondo installato e già pienamente in funzione nella radioterapia dell’ospedale di Legnago, sostituisce una precedente apparecchiatura impiegata fin dal 1993 e ormai divenuta obsoleta. Il suo costo complessivo è di oltre 2 milioni e 586 mila euro, quasi interamente finanziati dalla Regione che ha autorizzato un apposito mutuo. All’acquisto ha partecipato anche la Fondazione Cariverona con un contributo di 735 mila euro. Il direttore Cararro ha sottolineato che alla radioterapia dell’ospedale di Legnago arrivano pazienti provenienti dalle province di Verona, Padova, Vicenza e anche da fuori regione , in prevalenza affetti da neoplasie della mammella, della prostata, della vescica, del distretto testa –collo, dell’utero e del grosso intestino. Inoltre sono in costante crescita i malati bisognosi di cure palliative per le quali la terapia radiante rappresenta uno dei presidi più potenti. I pazienti trattati nell’ultimo decennio al “Mater Salutis” di Legnago sono stati circa ottomila. “Da sempre nel Veneto – ha concluso Coletto – l’aggiornamento delle apparecchiature in campo oncologico e diagnostico è parte essenziale della nostra programmazione sanitaria, che contempla, data la costante evoluzione scientifica e tecnica in questo campo, anche adeguate competenze multidisciplinari e un lavoro di equipe. Più in generale, la scommessa da vincere è quella di cercare di capire con anticipo l’evolversi della domanda di salute e modulare di conseguenza le risposte, puntando a un costante e strutturato potenziamento dei servizi, che significa qualità tecnico professionale degli interventi, appropriatezza delle cure, rapporto fiduciario con gli assistiti, miglior accessibilità e corretta tempistica delle prestazioni”. |
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PREVENZIONE DIFFUSIONE HIV E PREVENZIONE SUICIDI. VENETO LEADER PROGETTI EUROPEI |
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Venezia, 12 luglio 2011 - Il Veneto è protagonista di due progetti comunitari nel campo della prevenzione, cofinanziati dall’Unione Europea. “Il primo si chiama Sialon Ii e riguarda la prevenzione della diffusione dell’Hiv nella popolazione più esposta al rischio di infezione – ha annunciato l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto – e del progetto il Veneto sarà coordinatore attraverso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, coordinerà il progetto Sialon Ii”. La ricerca, che potrebbe prendere il via già a settembre per concludersi dopo 36 mesi, prevede un investimento complessivo di circa 1.650.000 euro, dei quali 990 mila cofinanziati dalla Commissione Europea attraverso il programma di salute pubblica 2008-2013. Il Veneto avrà al proprio fianco come partner l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il programma delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids (Unaids), l’Istituto Superiore di Sanità italiano e primari centri di ricerca e organismi responsabili della salute pubblica appartenenti a 11 stati Europei. “Il progetto Sialon Ii è il frutto di un lavoro apprezzato a livello europeo che la Regione Veneto ha intrapreso da diversi anni e che, nel maggio del 2010, è culminato nella presentazione dei risultati del precedente progetto, denominato Sialon, di fronte al Parlamento Europeo a Bruxelles”. E’ prevista la la collaborazione dei servizi sanitari e delle associazioni che, nel territorio della Regione, si occupano in prima fila di Hiv e di malattie sessualmente trasmissibili. Il piano delle attività comporta, per la Regione del Veneto, un’indagine campionaria anonima estesa su 400 persone che ha lo scopo di stimare la prevalenza (ovverosia la frequenza del contagio) delle principali malattie a trasmissione sessuale, così da offrire dati certi da utilizzare per realizzare politiche incisive di lotta alla proliferazione di patologie subdole che devastano il tessuto sociale. Il secondo progetto si chiama Euregenas e riunisce 11 regioni europee animate dall’obiettivo comune di elaborare un programma di prevenzione dei suicidi. Alla base si colloca il tragico dato sul tasso di suicidi, che evidenzia una variabilità molto elevata tra le diverse regioni europee e suggerisce che uno scambio di esperienze in materia possa condurre a risultati apprezzabili. “Lo sviluppo di un programma di prevenzione su larga scala, basato sull’analisi delle evidenze scientifiche disponibili – ha sottolineato Coletto – come obiettivi il rafforzamento dei sistemi locali per l’identificazione, il supporto e la segnalazione delle situazioni di disagio che possono originare comportamenti suicidi; la creazione di reti locali che assicurino la continuazione delle attività di prevenzione alla conclusione del progetto; la riduzione del tasso di suicidi fra i gruppi a rischio, specie gli adolescenti, migliorando l’efficacia dei servizi di sostegno”. Il progetto prevede un costo totale di circa 1,4 milioni di euro, dei quali 750 mila cofinanziati dalla Commissione Europea con il programma di salute pubblica 2008-2013. L’inizio delle attività è previsto per l’autunno 2011 con un incontro che si terrà in Lussemburgo. Con il Veneto collaboreranno come partner, tra gli altri, la Regione di Vasta Gotaland (Svezia), responsabile delle attività di comunicazione; l’Università tecnica di Dresda (Germania), incaricata dell’analisi preliminare dei bisogni dei gruppi target del progetto; la Regione delle Fiandre (Belgio), che si occuperà della definizione dei requisiti del sistema di monitoraggio e prevenzione; l’Università di Gent (Belgio), che si farà carico della redazione delle linee guida per le politiche in materia di prevenzione dei suicidi. |
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FVG, RAPPORTO SANITA´IL CONFRONTO CON LE ALTRE REGIONI ITALIANE |
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Udine, 12 luglio 2011 - Diminuzione dei costi di regia della sanità, miglioramento dell´appropriatezza dei ricoveri ospedalieri e crescita dell´attività territoriale, aumento degli infermieri e degli operatori socio sanitari a scapito del personale amministrativo, contenimento della spesa. Sono questi alcuni dei risultati che emergono, come bilancio del primo triennio di legislatura, dal Rapporto sulla sanità regionale presentato l’ 11 luglio a Udine in occasione del convegno "Conoscere per governare". Due sono stati gli strumenti principali messi in campo dall´Amministrazione regionale per raggiungere questi traguardi: il riassetto della "governance" della sanità regionale, attuato nel gennaio del 2010, e la pianificazione definita nel Piano sanitario e sociosanitario per il triennio 2010-2012, messo a punto nel marzo dello stesso anno. Con il cambiamento della "governance" è stata soppressa l´Agenzia della Sanità e le funzioni di regia del sistema sono state concentrate nella Direzione regionale; è stato inoltre abolito il Centro servizi condivisi, assegnando le sue competenze all´Azienda ospedaliero universitaria di Udine. Questo ha consentito, secondo i dati inseriti nel Rapporto, di contenere i costi degli Enti di "governance", da 10,5 milioni di euro nel 2008 a poco più di 8 milioni nel 2010, con un risparmio di 2,4 milioni pari al 23,1 per cento. Tra gli obiettivi indicati dal Piano sanitario ci sono una riorganizzazione complessiva dell´offerta della rete ospedaliera e la ricerca di una maggiore efficienza complessiva del sistema, attraverso l´eliminazione di inutili sovrapposizioni e la ricerca di sinergie tra le Aziende. Nel Rapporto sono riportati alcuni indicatori dell´attività ospedaliera: tra il 2007 e il 2010 gli accessi al pronto soccorso con "codice bianco" (minore urgenza) sono diminuiti del 4,2 per cento e sono calati anche i ricoveri ordinari del 3,3 per cento; per contro sono aumentati i ricoveri in day-hospital (+ 11,7 per cento) e le prestazioni ambulatoriali (+ 5,2). Sono dati, questi, che indicano una maggiore appropriatezza delle prestazioni ospedaliere. Per quanto riguarda le attività territoriali, sempre tra il 2007 e il 2010 sono aumentati gli utenti dell´assistenza infermieristica domiciliare (+ 14,7 per cento) e quelli dell´assistenza riabilitativa domiciliare (+ 16,4). Anche il personale è cresciuto, raggiungendo nel corso del 2009 il suo picco massimo a 20.607 unità. Negli ultimi anni è cambiata però la composizione degli addetti con un incremento delle figure sanitarie. Tra il 2007 e il 2010 il personale è infatti cresciuto di 246 unità complessive (+ 1,2 per cento) ma gli infermieri sono aumentati di 277 unità (+ 4,2) così come gli operatori socio sanitari (341 unità pari a + 17,1 per cento) mentre sono diminuiti gli amministrativi (57 unità pari a - 2,9 per cento). Sullo sfondo c´è tuttavia la necessità di contenere i costi della sanità, che pesa per più del 50 per cento del bilancio regionale (2,2 miliardi di euro nel 2011) a cui si aggiungono 237 milioni di euro per i capitoli relativi al "sociale". Tra il 2001 e il 2008 la spesa sanitaria era cresciuta mediamente in Friuli Venezia Giulia di circa 100 milioni di euro all´anno, un ritmo insostenibile di fronte ai problemi di bilancio innescati dalla crisi. Al calo delle entrate da compartecipazioni, determinato dal rallentamento di tutte le attività economiche, si sono sommati i vincoli alla riduzione della spesa imposti dal patto nazionale di stabilità: tra il 2009 e il 2012 la contrazione complessiva dovrà essere di 354 milioni, pari a più dell´8 per cento del totale, a cui va aggiunto il contributo del Friuli Venezia Giulia per l´attuazione del federalismo (370 milioni all´anno). Per questo la Regione ha dovuto contenere la spesa sanitaria, con un incremento di solo un punto percentuale nel 2010 e una crescita zero nel 2011. La tenuta economica del sistema è stata assicurata grazie al contenimento del personale, al recupero di efficienza operato dalle singole Aziende, alla centralizzazione dei servizi e al blocco (nazionale) dei rinnovi contrattuali. In prospettiva non si potrà tuttavia abbassare la guardia: solo tenendo conto dell´inflazione e della ripresa della contrattazione collettiva, il fabbisogno della sanità regionale e della spesa sociale dovrebbe crescere di oltre 200 milioni nel 2015 rispetto a quest´anno, prendendo in considerazione soltanto la spesa corrente, per mantenere cioè l´esistente. E tutto ciò in presenza di un progressivo invecchiamento della popolazione, con i relativi costi per il sistema sanitario. Già oggi il Friuli Venezia Giulia è, seconda solo alla Liguria, la regione italiana con la maggiore popolazione con più di 65 anni, che arriva al 23,4 per cento del totale (la Campania, all´ultimo posto, ha il 16 per cento). Le proiezioni demografiche indicano che gli ultra 65enni aumenteranno progressivamente di anno in anno, per arrivare al 32,2 per cento nel 2050. Udine, 11 lug - Con i suoi 20.586 dipendenti (dato di fine 2009), il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana che ha il maggior numero di addetti del Servizio sanitario pubblico rispetto agli abitanti: c´è infatti un addetto ogni 59,95 abitanti contro una media nazionale di 87,58. È quanto emerge dal Rapporto sulla sanità regionale, presentato oggi a Udine in occasione del convegno sul Servizio sanitario regionale "Conoscere per governare". Nel capitolo che il rapporto dedica ai confronti nazionali, i dati vengono in genere paragonati con le sole dieci regioni del Nord-centro (Piemonte, Valle d´Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria) poiché nelle regioni del Centro-sud vi è un maggiore ricorso all´assistenza convenzionata con i privati, e questo incide naturalmente sulle dimensioni e caratteristiche del Servizio sanitario pubblico. Rispetto al Nord-centro, il Friuli Venezia Giulia è la regione che ha avuto il maggiore incremento di dipendenti tra il 2003 e il 2009 (+ 11,4 per cento), contro l´8,8 del Trentino Alto Adige, che è al secondo posto, mentre in alcune regioni (Umbria e Liguria) c´è stata addirittura una lieve diminuzione. Per quanto riguarda l´analisi suddivisa per categorie professionali, risulta che la nostra regione è al secondo posto, appena sotto la Liguria, per infermieri (uno ogni 152,7 abitanti), al primo posto per personale tecnico sanitario (uno ogni 949,3 abitanti) e al terzo posto per personale della riabilitazione (uno ogni 1.743 abitanti). La dotazione complessiva del personale dipende anche da altri fattori: la dimensione dei servizi appaltati all´esterno, la mobilità sanitaria dei pazienti e l´entità delle convenzioni con le strutture private. In Friuli Venezia Giulia è rilevante il ricorso agli appalti che, in valore, incidono per l´8,2 per cento sui costi totali (primo posto rispetto alle dieci regioni di riferimento). Il nostro sistema sanitario è in grado di attirare pazienti da fuori regione: nel 2009 il saldo è stato positivo per 22,2 milioni di euro. Infine, molto bassa è l´incidenza delle convenzioni con i privati: nel 2007 i costi ammontavano a 2,2 milioni di euro, con un´incidenza del 4,3 per cento sui costi totali, ultimo posto nel Nord-centro (la Lombardia è al primo posto, con il 18,7 per cento). Anche tenendo conto di questi fattori di correzione, in Friuli Venezia Giulia il numero di addetti rispetto agli abitanti resta elevato: il rapporto "virtuale" è di un addetto del Servizio sanitario ogni 57,5 abitanti, al terzo posto nel Nord-centro dopo la Liguria (50,7) e la Valle d´Aosta (52,5). Nel rapporto "Conoscere per governare" sono stati anche presi in considerazione altri indicatori, come la Uao (Unità di misura dell´attività ospedaliera), che indica i costi della "prestazione tipo" degli ospedali. I costi della Uao in Friuli Venezia Giulia sono abbastanza elevati, al terzo posto in Italia dopo la Provincia autonoma di Bolzano e la Valle d´Aosta. Questo deriva sicuramente - secondo il rapporto - dall´elevata qualità delle prestazioni ma anche da "maggiori costi strutturali unitamente a un´efficienza non ottimale". Il Friuli Venezia Giulia si trova al primo posto tra le dieci regioni del Nord-centro anche per numero di istituzioni sanitarie (Aziende sanitarie e ospedaliere, Aziende ospedaliero universitarie, Irccs-istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) rispetto alla popolazione. In regione ci sono 11 istituzioni, una ogni 112 mila abitanti, contro una media di 207 mila. Nelle Province autonome di Trento e Bolzano il rapporto è di una ogni oltre 500 mila abitanti. |
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SANITA´VG: TONDO, UNA RIFORMA PER LE PROSSIME GENERAZIONI |
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Udine, 12 luglio 2011 - La sanità del Friuli Venezia Giulia, se confrontata alle altre regioni italiane, ha raggiunto un livello di assoluta eccellenza, in termini di qualità e di servizi ai cittadini. Ma se nel futuro si vuole mantenere questa eccellenza, in un quadro di progressivo aumento dei bisogni e di risorse pubbliche sempre più scarse, "si può e si deve cambiare l´esistente", partendo dai dati concreti e con un´assunzione di responsabilità da parte di tutti. Il presidente della Regione Renzo Tondo lancia il percorso di riforma della sanità del Friuli Venezia Giulia. E lo fa in occasione del grande convegno organizzato l’ 11 luglio a Udine, voluto dallo stesso Tondo e dall´assessore alla Salute Vladimir Kosic, intitolato "Conoscere per governare". La discussione si è basata infatti su un approfondito Rapporto sulla sanità regionale, con dati, grafici e tabelle, e sui risultati conseguiti nel primo triennio di questa legislatura. Al convegno erano presenti anche gli assessori regionali alla Famiglia Roberto Molinaro e alla Funzione pubblica Andrea Garlatti, numerosi consiglieri regionali, sia di maggioranza che di opposizione, dirigenti della sanità pubblica, amministratori locali. E proprio per affrontare il "nodo" della sanità, la Regione ha voluto invitare alla tribuna del convegno, per portare il loro contributo alla discussione, tutti i soggetti interessati al tema della salute: Enti locali, rappresentanti delle imprese, dei sindacati, delle associazioni mediche, professionali e del volontariato. Una riforma necessaria, secondo Tondo, che ha concluso il convegno con un appello rivolto a tutti, indistintamente: "Non preoccupiamoci delle prossime elezioni, preoccupiamoci invece delle prossime generazioni". Quella di oggi, ha assicurato il presidente, è "un´iniziativa aperta, anche se non può rimanere aperta a lungo". Insomma, l´avvio di un percorso che vuole essere il più possibile approfondito e condiviso ma anche da completare in tempi brevi e certi. "Conoscere per governare" vuol dire che il punto di partenza non può che essere "il più alto livello di informazione, di conoscenza e di condivisione dei dati di partenza". E in questo senso, secondo Tondo, il campo deve essere prima di tutto sgomberato da una serie di "luoghi comuni", se non di "vere e proprie mistificazioni" che gravano sul dibattito politico. Come dimostrano i dati contenuti nel Rapporto sulla sanità regionale, non è vero - ha ribadito Tondo nelle sue conclusioni - che ci sia stato un abbassamento dei servizi ai cittadini, che anzi sono dappertutto aumentati; non si sta smantellando la sanità pubblica a favore di quella privata, una prospettiva che "non esiste e che non esisterà"; infine, non c´è stato un calo del personale e in particolare non sono diminuiti gli infermieri, in una regione che mantiene il rapporto più favorevole tra addetti alla sanità pubblica e cittadini. Una quindicina di anni fa, ha ricordato il presidente, il Friuli Venezia Giulia si è sganciato dal Servizio sanitario nazionale, scegliendo una gestione in totale autonomia anche dal punto di vista dei costi, che sono pagati con le tasse raccolte sul territorio. "È stata una scelta giusta - ha rivendicato Tondo - che nei tempi lunghi pagherà, perché vuol dire che siamo noi a decidere, che siamo padroni in casa nostra". Ma appunto per questo, a maggior ragione, è necessario che prevalga in tutti "l´etica della responsabilità" su un tema così importante, che coinvolge l´intera comunità regionale. Il modello della sanità del Friuli Venezia Giulia deve perciò essere sempre di più concepito come un "modello regionale". "Le logiche e le lacerazioni territoriali - ha detto il presidente - non servono a nessuno". La sfida è possibile: con opportune scelte di cambiamento dell´esistente, di "governance" e di programmazione, si può mantenere il livello di eccellenza raggiunto dal Friuli Venezia Giulia. I bisogni sono in crescita, di fronte a una popolazione in progressivo invecchiamento, la crisi economica e le condizioni della finanza pubblica non permettono aumenti di risorse. Ma Tondo si è mostrato fiducioso: "Possiamo ottenere più sanità con gli stessi soldi". "Etica del merito" e "centralità della persona": sono questi i due principi ai quali si dovrà ispirare il percorso condiviso di riforma della sanità del Friuli Venezia Giulia. Lo ha sottolineato l´assessore regionale alla Salute, Integrazione socio sanitaria a Politiche sociali Vladimr Kosic che a Udine, al convegno sul Servizio sanitario regionale "Conoscere per governare", ha illustrato le cifre e le tabelle del documento intitolato "Bilancio del primo triennio di legislatura e prospettive", che ha fornito la base per il confronto. "Oggi è un´importante occasione - ha detto l´assessore - per un bilancio di ciò che è stato fatto nel primo triennio, ma anche per riflettere sulle prospettive che abbiamo di fronte. In questi ultimi tre anni sono aumentati sia l´attività ospedaliera, sia quella sul territorio, assieme allo loro appropriatezza, e vi è stata soprattutto una grande crescita degli interventi in campo sociale". "Questo tuttavia ancora non basta - ha aggiunto - per soddisfare i bisogni dei cittadini più fragili. Bisogna perciò trovare le risorse per farlo. Sono necessarie scelte coraggiose: le difficoltà possono diventare opportunità, occasioni per compiere salti di qualità importanti. Da oggi comincia un percorso di riflessione consapevole assieme alla comunità regionale, che speriamo sia condiviso da tutti". Kosic ha tracciato un quadro positivo della prima parte della legislatura, con risultati tangibili, ottenuti grazie agli interventi dell´Amministrazione regionale, e in particolare la riforma della "governance" della sanità, che ha comportato l´eliminazione dell´Agenzia e del Centro servizi, e il Piano sanitario e sociosanitario 2010-2012. Il confronto con le altre Regioni italiane conferma come la sanità del Friuli Venezia Giulia continui a collocarsi in una posizione di eccellenza. Vi sono tuttavia squilibri su due aspetti, come ha messo in luce Kosic nelle conclusioni del suo intervento: i costi ospedalieri, che sono sopra la media nazionale, e l´architettura istituzionale, vale a dire il numero elevato di Aziende rispetto agli abitanti. In occasione dei 150 anni dell´Unità d´Italia, Kosic ha voluto perciò concludere il suo intervento citando il Conte di Cavour: "Le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l´autorità, la rafforzano". |
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NASCERA´ CAREGGI IL CERT, CENTRO EUROPEO RICERCA TORACE |
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Firenze, 12 luglio 2011 - Nascerà a Careggi il Centro Europeo di Ricerca delle vie aeree, chirurgia toracica generale e rigenerativa e biotrapianti intratoracici. Sintetizzato, Centro Europeo Ricerca Torace, acronimo Cert. Lo istituisce una delibera approvata nel corso dell’ultima giunta, che stabilisce che il centro avrà le caratteristiche di Centro regionale, e sarà rappresentativo delle collaborazioni scientifiche nazionali e internazionali già in atto. Obiettivo del Centro, “sviluppare conoscenza, tecnologia e abilità per la diagnosi, prevenzione e trattamento delle patologie ad alta complessità e non, in ambito toraco-polmonare, vascolare polmonare e non cardiaco, e di sostituzione e rigenerazione degli organi e tessuti in genere”. Nel corposo documento allegato alla delibera si delineano le caratteristiche essenziali del Centro, sia sul piano della ricerca scientifica che sul piano operativo. Sul piano della ricerca, il Centro si occuperà di medicina rigenerativa, che consente, anziché sostituire il tessuto, di rigenerarlo biologicamente, consentendo anche di trattare patologie (benigne e maligne) del sistema respiratorio (laringe, trachea e polmone), altrimenti incurabili; di bioingegneria tessutale, un innovativo approccio al trapianto d’organo; di terapia cellulare, che può rappresentare un’alternativa promettente per la cura di patologie polmonari. Queste linee di ricerca verranno sviluppate nell’ambito del Centro, e tramite collaborazioni con gruppi a livello nazionale (Università di Firenze, Siena, Pisa, Modena, Reggio Emilia, Cnr Istituto per la tecnologia delle membrane di Rende, Cosenza, Università di Roma Tor Vergata) e internazionale (Karolinska Institutet di Stoccolma, Imperial College di Londra, Russian Academy of Science, Università di Lipsia e di Leiden, e varie Università statunitensi: Vermont, Harvard, California, Columbus, Tulane). L’attività clinica e di ricerca che si svolgerà nell’ambito del Cert costituirà il fulcro di numerose attività didattiche teoriche e di formazione pratica a vari livelli. Le attività cliniche e di ricerca del Cert saranno, in base ad accordi con l’università di Firenze, sedi di lezioni e di attività tutoriale per gli studenti della facoltà di medicina e chirurgia. Dal punto di vista organizzativo e operativo, il Centro si svilupperà all’interno dell’azienda ospedaliero-universitaria di Careggi. Avrà un direttore scientifico (di nomina del presidente della Regione Enrico Rossi), che, avvalendosi di un Comitato scientifico, avrà il “compito di produrre idee, indirizzi di trattamento e linee guida innovative, nonché il trasferimento di nozioni ed esperienza intellettuale e tecnica al fine di formare una ‘nuova generazione’ di operatori e di produrre una organizzazione assistenziale ottimale per il cittadino”. Al Cert dovrà essere assicurata dall’Aou di Careggi la disponibilità funzionale delle strutture necessarie a garantire le funzioni, che potranno svilupparsi anche in ambito pediatrico. Il Cert, che ha competenze esclusive nell’ambito dell’attività trapiantologica, concorrerà anche allo sviluppo della chirurgia toracica dell’Aou di Careggi per l’alta complessità. Per assicurare expertise e qualità necessarie alla complessità dell’attività clinico assistenziale prevista dal Cert, l’unità operativa di chirurgia toracica dovrà sviluppare un volume di casistica pari a circa 600-700 interventi l’anno. |
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CALABRIA: LA S.U.A. HA CHIUSO I CONTRATTI DELLA PRIMA GARA DEI FARMACI |
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Catanzaro, 12 luglio 2011 - Il Commissario della S.u.a. (Stazione Unica Appaltante) Salvatore Boemi ha perfezionato integralmente tutti i contratti con gli operatori aggiudicatari della prima gara farmaci, mentre sono in fase di definizione le procedure relative ai contratti della seconda gara farmaci. L’evidente successo in termini economici è stato determinato da una serie di fattori. In particolare, i farmaci vengono ceduti alle farmacie delle aziende sanitarie ed ospedaliere con uno sconto minimo del 50% del prezzo di listino (per alcuni farmaci – ex factory – lo sconto è inferiore ed è stabilito dalla Commissione prezzi del Ministero della salute). In assenza di gare le forniture vengono effettuate con questi prezzi. Con la gara farmaci sul prezzo posto a base di gara, depurato già dello sconto del 50%, è stato praticato un ulteriore ribasso d’asta medio del 13,60957% grazie anche ai notevoli quantitativi posti a base di gara. Tale dato diventa ancora più significativo, se si considera che i prezzi utilizzati a base di gara sono tra i più bassi d’Italia. Grazie a questo è stato possibile registrare un’economia per complessivi euro 67.823.285,84. A tale importo va aggiunto quello relativo alla seconda gara telematica sui farmaci, la cui base d’asta complessiva è stata di € 71.493.321,067 con 302 lotti - dati dalla quasi totalità dei lotti andati deserti della prima gara farmaci. Sono stati aggiudicati complessivamente centocinque lotti per complessivi euro 44.052.503,65, su euro 46.294.366,70 posto a base d’asta, con un’ulteriore economia di altri euro 2.241.863,05. La gara per la farmaceutica ospedaliera ha permesso, inoltre, il conseguimento di importantissimi risultati, mai raggiunti prima d’ora in Calabria, anche in termini di efficienza e razionalizzazione della spesa. Tra essi, l’allineamento definitivo delle date di scadenza dei contratti su base regionale – nove aziende su undici erano in regime di proroga con contratti scaduti; l’uniformità dei prezzi di aggiudicazione su tutto il territorio regionale, tenuto conto che i prezzi di alcuni farmaci potevano sensibilmente essere differenti tra le varie aziende. Grazie, ancora, alle disposizioni contenute negli atti di gara, per cui l’operatore economico aggiudicatario, fornitore di specialità medicinali, non più coperte da brevetto, è tenuto ad adeguare il prezzo contrattualizzato della propria offerta a quella del generico a minor costo, dal giorno successivo alla pubblicazione della lista di trasparenza da parte dell’Aifa. Ad oggi, gli operatori economici che risultano essere aggiudicatari di specialità medicinali non più coperte da brevetto sono: “Sanofi Aventis, Pfizer Italia Srl, Jansenn-cilag (in origine lotti aggiudicati alla Schering-plough S.p.a.), Astrazeneca S.p.a.”. Per effetto del predetto adeguamento è stato possibile registrare economie per un importo complessivo di euro 21.149.180, 89 - fatte salve modeste quantità già fornite prima dell’adeguamento dei prezzi al farmaco generico - per come dettagliatamente illustrato nell’apposita tabella riepilogativa che di seguito si allega. In conclusione alla data odierna, le economie complessivamente conseguite - tra la prima la seconda gara farmaci - ammontano a complessivi euro 91.214.329,78, importo questo che è destinato ad aumentare per effetto dell’obbligo per gli operatori economici aggiudicatari di adeguare il prezzo contrattualizzato a quello del farmaco generico. |
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VENDOLA E FIORE PRESENTANO NUOVI DIRETTORI GENERALI ASL PUGLIESI |
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Bari, 12 luglio 2011 - Il presidente Vendola e l’assessore alle Politiche della Salute, Tommaso Fiore, hanno presentato l’ 8 luglio i nuovi manager della sanità pubblica. Come è noto, Paola Ciannamea alla Asl Brindisi, Giovanni Gorgoni alla Bat, Valdo Mellone a Lecce, Fabrizio Scattaglia a Taranto e Mimmo Colasanto a Bari. “Abbiamo fatto le nomine – ha detto Fiore – i colleghi sono chiamati a responsabilità molto rilevanti. Ringrazio i due nuovi (Gorgoni e Mellone) e i tre che già provengono dal sistema regionale. Con loro e con gli altri direttori generali abbiamo convocato per oggi una prima riunione dei direttori per ricostituire il gruppo di lavoro. Perché il tentativo è quello di lavorare tutti insieme, come un sistema, e non come singole monadi. Le scelte che abbiamo fatto sono di grande qualità e presto avremo un incontro con il Consiglio regionale che tramite la conferenza dei capigruppo sta cercando una modalità di confronto con i nuovi manager. I curricula sono stati trasmessi al Consiglio e ci sarà un’occasione di confronto interessante”. In una breve presentazione, i manager hanno rimarcato le loro maggiori esperienze (“segretario del tribunale dei diritti del malato”, ha ricordato Mellone), (“di origini salentine”, ha detto Gorgoni), (“conoscenza del sistema e di leggerne le dinamiche”, ha detto Colasanto). Alcuni di essi hanno indicato i direttori sanitari e amministrativi (pur nelle more del commissariamento che terminerà con l’incarico effettivo di Dg). Colasanto a Bari ha indicato Gregorio Colacicco Ds e Massimo Mancini Da, Ciannamea Emanuele Vinci Ds e Alfredo Rampino Da, Scattaglia Maria Leone Ds e Paolo Quarato Da. Gli altri devono ancora procedere alle indicazioni. “Io stesso ho scoperto oggi i nomi di alcuni direttori amministrativi e sanitari – ha detto Fiore – le nomine non sono di nostra competenza e spettano ai direttori generali. Lo dico anche a favore della Procura della repubblica”. Fiore ha anche sottolineato che “i Dg hanno uno stipendio inferiore a quello dei primari, un fatto che è frutto di un misto di demagogia e plebeismo che caratterizza parte dei gruppi dirigenti pugliesi. Guadagnare meno di un primario è difficile e rende difficile anche per noi fare le scelte. Dopo l’estate porteremo in Consiglio un provvedimento per adeguare il salario dei Dg a quello del contratto sanità. Potremmo utilizzare leggi come quella del Piemonte che prevede un’indennità di risultato da agganciare al salario”. Per quanto riguarda la questione foggiana, Fiore, rispondendo ai giornalisti ha ricordato che sono stati nominati i Dg delle Asl commissariate e di quella di Bari che aveva visto le dimissioni del proprio Dg. “Tutte le volontà politiche vanno giustificate con il rispetto della legge. Nella storia di questa Regione abbiamo interrotto un solo contratto con un Dg, quello della dottoressa Cosentino, a causa dei noti fatti”. Il contratto del Dg foggiano scade ad ottobre e “cercheremo di procedere con lo stesso discorso di innovazione legato al progressivo riallineamento del sistema delle Asl, garantendo il massimo di stabilità. Perché vogliamo innovare e garantire la continuità del sistema della Pubblica amministrazione”. Fiore ha annunciato che nella riunione odierna con tutti i Dg “affronteremo gli adempimenti immediati da prendere, dopo l’approvazione della manovra finanziaria, che ci auguriamo non sia approvata in Parlamento”. Sarcasticamente Fiore ha poi aggiunto: “Per il cosiddetto “comma Puglia” della finanziaria, sul personale precario della sanità, ringraziamo chi l’ha scritto materialmente e chi l’ha passato al Governo. Cercheremo tuttavia di trovare la dritta per trovare una soluzione per tutelare i lavoratori e i servizi connessi”. |
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VENDOLA AI DIRETTORI GENERALI: "BLINDATE LE ASL DA INAPPROPRIATEZZA POLITICA" |
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Bari, 12 luglio 2011 - “I nuovi direttori generali devono blindare le Asl da qualunque inappropriatezza della politica, da qualunque tentativo di incursione che non sia legittimo. La politica ha il diritto di fare le domande sulla salute pubblica e sull’esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini. La politica non ha invece altri diritti, non ha il diritto di invadere le competenze e i ruoli che sono del management sanitario. La mia esortazione dunque è ad interpretare nel modo più ampio questo mandato. La massima apertura a tutto ciò che è giusto e sacrosanto ascoltare e accogliere, la più militante delle chiusure a tutto ciò che è sgradevole all’udito ed è inappropriato da parte della politica”. Lo ha detto il Presidente della regione Puglia Nichi Vendola presentando alla stampa l’ 8 luglio, insieme con l’assessore alla salute Tommaso Fiore, i cinque neo direttori generali delle Asl pugliesi (Pasl Bari, Domenico Colasanto, Asl Brindisi Paola Ciannamea, Asl Lecce Valdo Mellone, Asl Bat Giovanni Gorgone e Asl Taranto Fabrizio Scattaglia). “I neo direttori assumono questo incarico in un momento di transizione - ha continuato Vendola - e in un momento anche molto duro sia dal punto di vista delle risorse economiche e finanziarie che dal punto di vista delle risorse umane. Devono vivere questo passaggio della sanità pugliese attraverso il sentiero stretto stretto del piano di rientro secondo la logica del far necessità virtù, viverlo come un occasione di riqualificazione del sistema sanitario e contemporaneamente interpretare il loro ruolo nel segno della massima apertura al mondo dell’associazionismo, alle istanze legittime delle forze sociali e del mondo sindacale, all’ascolto della politica”. Alta formazione e selezione (“un doppio movimento” così come lo ha chiamato Vendola) è stata dunque la scelta vincente che ha compiuto la regione Puglia “di fronte ai problemi e alle patologie che si sono squadernate di fronte ai nostro occhi”. A fronte di scandali che riguardano la sanità della Lombardia ma anche del Piemonte e che “non producono rilievo pubblico, né dibattito politico, né le conseguenze che meriterebbero “noi – ha detto Vendola - abbiamo voluto fare fino in fondo la nostra parte e cioè noi ci abbiamo provato e credo di poter dire che ci siamo anche riusciti” abbiamo voluto rispondere al chiacchiericcio diffuso in tutta la politica sulla necessità di professionalizzare i profili di management delle Asl noi ci abbiamo provato e credo di poter dire anche che ci siamo riusciti”. Tra le dimostrazioni della scelta giusta “anche il fatto che io, presidente della regione, ho sentito per la prima volta, in questa sede di conferenza stampa, i nomi dei direttori sanitari e amministrativi. Questo mi sembra il segno di una discontinuità radicale”. Il percorso però che dovranno affrontare i direttori generali sarà segnato anche “da molte nuvole e fulmini che si preannunciano all’orizzonte – ha sottolineato ancora Vendola - se solo pensiamo agli effetti della manovra finanziaria di Tremonti”. In particolare sulla manovra, Vendola ha ribadito i concetti di “profilo di macelleria sociale” e di “insostenibilità, per un qualunque ente, di una manovra economica che è un taglio nella carne viva della vita dei ceti medio bassi”. E ancora la manovra “significa per noi cambiare la natura del proprio lavoro perché diventiamo i curatori fallimentari del nostro ente. Noi dobbiamo essere coloro che mettono nelle proprie mani le forbici che per legge ci impone Tremonti, con il giochino che siamo noi che dobbiamo tagliare le reti protettive nei confronti delle vite soprattutto delle persone più povere”. Di “passaggio drammatico” dunque ha parlato il Presidente che ha portato tutte le regioni, tutti i comuni e tutte le province “ad essere in rivolta nei confronti di questa legge finanziaria che ingloba la secessione e uccide il sud definitivamente ma anche alcune parti del nord”. |
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SANITA´: PRESIDENTI REGIONI,SI´A 30MLN PER MOBILITA´PASSIVA |
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Pescara, 12 luglio 2011 - La Conferenza dei Presidenti, riunita il 7 luglio a Roma, ha ratificato la decisione assunta in sede di Commissione Salute di accollarsi l´onere della mobilità passiva abruzzese, tra il 2008 e il 2009, per un importo pari a 30 milioni di euro. Lo ha comunicato l´assessore al Bilancio, Carlo Masci. "Tutte le Regioni, indistintamente - ha spiegato Masci - hanno riconosciuto ed hanno chiesto allo Stato di riconoscere il peggioramento dei conti della mobilità passiva abruzzese come conseguenza diretta del devastante terremoto e con un grande atto di generosità e di solidarietà hanno deciso di accollarsi il debito". Secondo Masci "questa unanime decisione ricolloca le polemiche tutte abruzzesi sulle cifre della mobilità passiva per quel periodo nel loro giusto alveo, atteso che le Regioni, invece, non hanno avuto difficoltà a riconoscere come il terremoto abbia inciso sul corretto utilizzo delle strutture sanitarie: basti pensare che solo la città dell´Aquila ha avuto un aggravio della mobilità passiva pari a 20 milioni di euro". Per l´assessore Masci "il buon esito della trattativa, grazie alla quale l´Abruzzo può recuperare 30 milioni di euro, dopo un conteggio più puntuale, è anche conseguenza della credibilità e della plausibilità delle motivazioni adotte, alla luce del rigore esercitato sul nostro bilancio sanitario, che ci ha portato ad un riconoscimento delle agenzie di rating". L´assessore ha quindi voluto ringrazie "tutti i Presidenti e la loro grande sensibilità, segnatamente l´assessore alla Sanità della regione siciliana, Russo, che ha sostenuto come proprie le nostre motivazioni. In un momento di ristrettezze - ha concluso Masci - e di pesanti tagli agli Enti locali un risultato come questo è da valutare come un grande risultato per l´Abruzzo". |
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SANITA´ IN SICILIA: ORDINI DEVONO TUTELARE LEGALITA´ E TRASPARENZA |
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Palermo, 12 luglio 2011 - "La legalita´ non puo´ limitarsi ad essere un tema da convegni ma deve essere praticata ogni giorno e spesso comporta sacrifici, scelte e soprattutto responsabilita´. Gli ordini professionali devono promuovere la cultura della legalita´, devono sapere intervenire quando vi sono comportamenti che - a prescindere dal rilievo penale - mettono in crisi il decoro e la dignita´ della loro comunita´ professionale". Lo ha detto l´assessore regionale per la Salute Massimo Russo al convegno ´´La professione medica a tutela della legalita´´´ che si e´ svolto alla societa´ siciliana Storia Patria a Palermo. "Molti ordini dei medici stanno finalmente imboccando questa strada - ha proseguito Russo - ma purtroppo in questo processo di cambiamento registro la grave battuta d´arresto dell´ordine dei medici di Agrigento che ha omesso di adottare i consequenziali provvedimenti nei confronti di Domenico Miceli, in attesa del formale passaggio in giudicato di una sentenza che ne ha gia´ conclamato la responsabilita´ penale ma ha rinviato al giudice d´appello la rideterminazione della pena. Non si puo´ delegare ad altri la responsabilita´ del buon funzionamento di una comunita´ professionale. Gli ordini devono essere custodi di valori importanti per la societa´ civile e devono esprimere con coraggio l´esigenza di tutelare, il rispetto delle regole, la trasparenza amministrativa e l´etica professionale". |
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LIGURIA: AL VIA PIANO DI RIDUZIONE DELLE STRUTTURE COMPLESSE NON CLINICHE DELLE AZIENDE SANITARIE |
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Genova, 12 luglio 2011 - Dopo la proposta della scorsa settimana in cui la Giunta regionale presentava al consiglio il piano di adeguamento della rete ospedaliera ligure sulle strutture complesse, è stato approvata oggi la nuova direttiva alle aziende per la riduzione delle strutture complesse amministrative. La Giunta ha fissato cioè dei criteri a cui le Asl si devono attenere su come si deve rimodulare l’organigramma aziendale per le parti non cliniche, per ridurre il numero delle strutture amministrative. “La nostra direttiva – spiega l’assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo – recepisce gli indirizzi di contenimento degli assetti amministrativi già approvati dal consiglio regionale a cui si uniscono le più recenti normative nazionali in materia di riduzione della spesa pubblica e pone a tutte le aziende dei tetti che dovranno essere rispettati”. La riorganizzazione dovrà essere presentata dalle aziende sanitarie entro la fine del 2011. Per il bilancio, personale, affari generali e legali, relazioni esterne, provveditorato ed economato, ufficio relazioni con il pubblico, pianificazione, programmazione e controllo non potranno esserci più di 9 strutture complesse per azienda, con la precisazione però che le aziende più piccole dovranno avere tetti inferiori. Sarà ammessa non più di una struttura complessa per Asl nell’area dei servizi tecnici edili e impiantistici e non più di 1 nell’area dell’ingegneria clinica e nell’area dei servizi informatici. Per quanto riguarda poi le funzioni non cliniche relative al ruolo sanitario è previsto non più di una struttura complessa per la direzione medica di presidio ospedaliero, non più di una struttura complessa per la farmacia ospedaliera per Asl, una struttura complessa di fisica sanitaria e di Governo clinico, risk management e qualità. “Abbiamo lasciato – conclude Montaldo – degli ambiti di autonomia alle aziende, indicando il numero massimo delle strutture ammesse e prevedendo una riduzione di 60 direttori di struttura complessa che non verranno sostituiti in caso di pensionamento. L’obiettivo è quello di ridurre i costi non assistenziali prima di arrivare ai servizi, risparmiando risorse dove non c’è assistenza. Il personale non perderà chiaramente nulla”. |
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FORMAZIONE IN LIGURIA: AL VIA RIQUALIFICAZIONE OPERATORI SOCIO-SANITARISENZA TITOLO |
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Genova, 12 luglio 2011 - Sono state approvate l’ 8 luglio dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore al bilancio e alla formazione, Pippo Rossetti le linee guida per la riqualificazione degli operatori socio-sanitari. Sono 2000 circa gli Oss che operano in strutture private o convenzionate attualmente senza titolo adeguato che potranno acquisire la corretta qualifica attraverso un percorso di formazione finanziato dai loro stessi datori di lavoro e supervisionato da una commissione pubblica con il controllo regionale. Potranno accedere al percorso formativo gli operatori privi di qualifica con un’esperienza lavorativa di almeno 2 anni in ambito socio-assistenziale o sanitario presso strutture sanitarie private e socio-assistenziali pubbliche. L’intero percorso formativo avrà una durata di 600 ore con la possibilità di una riduzione a seguito del riconoscimento di eventuali crediti formativi valutati da un’apposita commissione. “In questo modo – spiega l’assessore Rossetti – si potrà sanare in tempi veloci una situazione complessa e difficile, attraverso un attestato conferito da una commissione composta da esperti secondo l’accordo Stato Regioni del febbraio 2011. Inoltre è prevista una regolamentazione pubblica del processo di riqualificazione attraverso il coinvolgimento delle parti datoriali private. Questa opportunità risponde alle esigenze espresse dal contesto sociale e alle necessità derivanti dalla nuova normativa in materia regionale. Una riqualificazione importante che non prevede oneri finanziari a carico della Regione”. |
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TONDO INAUGURA NUOVA RESIDENZA ALL´ASP LA QUIETE DI UDINE |
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Udine, 12 luglio 2011 - Una festa della solidarietà: si può definire l´inaugurazione della nuova residenza Morelli-de Rossi all´Azienda pubblica di servizi alla persona (Asp) La Quiete di Udine alla quale è intervenuto, l’ 8 luglio il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, assieme a diversi esponenti del Consiglio regionale ed a rappresentanti delle istituzioni. Una festa della solidarietà perché "nel momento in cui i bilanci pubblici vivono gravi difficoltà - ha affermato Tondo - è bene che il privato si affianchi al pubblico e, quando possibile, che vi siano gesti di filantropia come questo della famiglia Morelli-de Rossi. Un grazie, quindi, alla contessa Anna Maria Frangipane per aver portato avanti e concretizzato la volontà del marito Angelo". "Da parte sua - ha continuato il presidente - la Regione ha scelto di indirizzare le risorse di cui dispone investendo nel welfare, nelle infrastrutture e nella qualità dei servizi ai cittadini, avendo ben presente che il Friuli Venezia Giulia è la seconda regione più anziana d´Italia con il 23,8 per cento di ultra sessantacinquenni. Nei prossimi giorni - ha aggiunto Tondo- presenteremo lo stato dell´arte nella sanità e nell´assistenza perché per governare bisogna conoscere e ogni investimento in questi settori va fatto per rispondere ai bisogni dei cittadini e non alle aspettative territoriali". La gratitudine de La Quiete alla famiglia Morelli-de Rossi e l´illustrazione dei progetti di sviluppo dell´Asp volti a migliorare sempre più i servizi e "dare più vita agli anni", sono stati espressi dal presidente dell´ente, Aldo Gabriele Renzulli. Mentre il sindaco di Udine, Fulvio Honsell, ha da parte sua insistito sul concetto di "aspettativa di vita sempre più avanzata purché sia una vita sana", e il vicepresidente della Provincia di Udine, Daniele Macorig, ha messo in evidenza l´esigenza di "un´assistenza efficiente". La struttura è stata quindi benedetta dall´arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzoccato. La nuova residenza de La Quiete si sviluppa su 5 piani, compresa la parte interrata, e può ospitare complessivamente 90 anziani non autosufficienti. Le camere sono a due letti con bagno esclusivo oltre a due camere singole. Tutti i nuclei di degenza sono dotati di presidi di sicurezza e di moderne attrezzature (bagno assistito, sollevatori, vuotatoi, ecc.). Ogni nucleo ha ampie zone soggiorno, una tisaneria e aree di socializzazione. All´ultimo piano vi sono due palestre di riabilitazione e l´area per il servizio di animazione, una zona lettura ed un salottino per gli ospiti e loro visitatori. La residenza è intitolata all´ing. Angelo Morelli De Rossi che ha voluto legare il proprio nome a una generosa donazione all´Asp La Quiete. La realizzazione di quest´opera è stata nel tempo seguita dalla vedova, contessa Anna Maria Frangipane, che con attenzione e sensibilità si è interessata affinché la struttura fosse realizzata con scrupolosa cura. La progettazione dell´arch. Giuseppe Esposito ha considerato con particolare attenzione la destinazione dell´opera che oggi accoglie gli utenti con il profilo di bisogno più elevato (profilo A ed Astar), prevedendo stanze molto luminose, corridoi ampi e profili di colore in sintonia con la cromoterapia. Gli stessi arredi, dai colori innovativi, sono stati scelti per offrire una condizione abitativa che si distanziasse dai canoni ospedalieri e proponesse una più accogliente formula di degenza. |
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CENTRO SERVIZI ANZIANI FELTRE. INAUGURAZIONE GIARDINO ALZHEIMER A CASA RIPOSO SARANNO RICONOSCIUTE ALTRE QUOTE DI RESIDENZIALITA |
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Venezia, 12 luglio 2011 - L´assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto ha inaugurato stamani il Giardino Alzheimer del Centro servizi per anziani di Feltre struttura, di 146 posti complessivi con un nucleo di assistenza e un centro diurno Alzheimer. La presenza dell’assessore non è stata solo formale poiché egli ha annunciato che la Regione attribuirà al centro servizi/casa di riposo - dopo averle assegnate a Belluno l´anno scorso - altre quote di rilievo sociosanitario per non autosufficienti proprio per la specificità di questo territorio montano. Inoltre, dopo aver visitato una parte del centro servizi destinata ad appartamenti protetti per anziani o coppie di anziani parzialmente non autosufficienti, ha aggiunto che potrà partire da Feltre il primo dei centri sperimentali per la parziale non autosufficienza su cui la Regione ha intenzione di investire dal prossimo autunno e che individuerà i tanti profili assistenziali compresi tra la totale non autosufficienza e invece la totale autonomia degli anziani. Per l´occasione sono intervenuti anche il Presidente dell´Azienda Feltrina per i servizi alla persona Nicolino Pertile, i consiglieri regionali Dario Bond e Sergio Reolon, e l´assessore feltrino Maurizio Zatta e il rappresentante della Fondazione Cariverona. “I tempi sono cambiati – ha detto da un punto di vista generale Sernagiotto - prima si riteneva che le risorse destinate al sociale fossero ´rubate´ alla sanità ora i medici stessi pensano il contrario e che i soldi spesi nel sociale sono soldi spesi bene. Il Veneto continuerà a chiedere al governo che i Lea i livelli essenziali di assistenza siano riconosciuti anche per i servizi domiciliari oltre che per quelli residenziali. La domiciliarità è la nostra priorità; l´anziano/a deve poter restare nella propria casa fino a che è possibile; inoltre, nell’ambito dei servizi alla persona punteremo anche al riconoscimento del profilo di parziale non autosufficienza”. Sernagiotto ha ricordato che il fondo per le politiche sociali quest’anno è salito dai 668 del 2010 a 721 milioni di euro e il fondo di rotazione di 50 milioni di euro (finanziamenti restituibili in 25 anni alla Regione senza interessi) per realizzare progetti innovativi di nuove strutture sociosanitarie o ristrutturare quelle esistenti con particolare riguardo alla non autosufficienza e alla disabilità. |
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LIGURIA: VILLA CATERINA COMUNITA´TEAPEUTICA ALL´VANGUARDIA PRIMA, IMPORTANTE RISPOSTA AL PROBLEMA DEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI |
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Genova, 12 Luglio 2011 - “Siamo di fronte a una struttura è all’avanguardia tra quelle realizzate in Italia, in quanto alla sua progettazione hanno concorso architetti sia esperti dell’eco-sostenibile quanto esperti delle più innovative conoscenze di organizzazione degli spazi in favore dei malati psichici. Ospiterà venticinque pazienti, tra i quali qualche ligure “di ritorno” proveniente dal ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino”. Lo ha affermato l’assessore alla salute della Regione Liguria Claudio Montaldo intervenendo, ieri in mattinata, all’inaugurazione sulle alture di Genova – Prà di “Villa Caterina”, una nuova e modernissima comunità terapeutica psichiatrica. Gestita dalla cooperativa sociale il “Crogiuolo”. “E’ una della strutture - ha aggiunto Montaldo - essenziale per i servizi territoriali destinati ai cittadini. In questo caso specifico abbiamo aperto una comunità terapeutica avanzatissima per strutture e per terapie, che può dare delle risposte fondamentali alle famiglie che affrontano uno dei drammi più duri, la malattia psichiatrica. Questa struttura, alla quale speriamo di aggiungere cinque posti in tempi brevi, darà garanzia di servizio ai pazienti, tranquillità alle famiglie e serenità al territorio. E’ una operazione che si sposa bene con la creazione della casa della salute a Villa de Mari, in un quadro complessivo, quindi, di rafforzamento delle strutture territoriali nel Ponente genovese. Inoltre, con questa operazione, diamo come Regione Liguria il nostro contributo al superamento di tutti gli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia, anche se per raggiungere questo obiettivo, mancano dei fondi del governo, assolutamente necessari.” |
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PREMIO MARIO LUZI CONTRO IL DOLORE INUTILE, ECCO I VINCITORI |
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Firenze, 12 luglio 2011 – Selezionati i vincitori del Premio nazionale “Nottola-mario Luzi” per la lotta al dolore. Quest’anno il Premio, alla sua quarta edizione, ha ottenuto anche un riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica, con la concessione del suo alto patronato. Al bando di concorso, aperto a progetti, tesi di laurea, ricerche sul tema della lotta al dolore inutile, scaduto lo scorso 30 aprile, hanno partecipato complessivamente 28 concorrenti, distribuiti nelle tre sezioni del Premio (progetto innovativo, tesi di laurea, ricerca pubblicata su una rivista scientifica). Nei giorni scorsi si è riunita la giuria, presieduta dal dottor Domenico Gioffrè, per selezionare i vincitori. “La lotta al dolore è uno dei più grandi impegni di civiltà – dice l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, membro della giuria – Le istituzioni e tutti gli operatori hanno il dovere di mettere in atto ogni iniziativa necessaria ad alleviare il dolore dei pazienti. E’ indispensabile che tutti – pazienti, medici, operatori, amministratori, cittadini – capiscano che la sofferenza si può e si deve evitare, con ogni strumento. Questo Premio è un importante contributo alla promozione di un cambiamento che è prima di tutto culturale”. Questi i premi attribuiti per le diverse sezioni: - il premio fuori concorso, che va ogni anno a una personalità delle cultura che si sia distinta per l’impegno alla lotta contro il “dolore non necessario”, è andato ex-aequo all’onorevole Livia Turco (ex ministro della salute) e all’attuale ministro della salute Ferruccio Fazio, per l’impegno profuso da entrambi nelle politiche sanitarie contro il dolore, impegno che ha avuto come risultato la legge 38 del 2010, che riconosce il dolore cronico come malattia e tutela il diritto dei cittadini ad accedere alla terapia del dolore e alle cure palliative; - per la sezione dedicata a progetti innovativi di riduzione, controllo e cura del dolore, presentati da operatori sanitari che lavorano in strutture pubbliche, il premio è stato assegnato a un progetto presentato dall’intero Pain Team del Servizio di anestesia e rianimazione della Fondazione Irccs Istituto Tumori di Milano, project leader l’infermiera Rossella Brambilla: un progetto per il trattamento del dolore post-operatorio con un approccio personalizzato e multimodale, che sottolinea il ruolo fondamentale della figura infermieristica nella gestione degli interventi per la riduzione del dolore; - per la sezione dedicata alla miglior tesi di laurea, il premio è stato vinto da Francesca Jolanda Verga, che si è laureata in medicina e chirurgia all’Università degli studi Milano Bicocca, con una tesi sulla stimolazione elettrica midollare nella sindrome da fallimento della chirurgia alla colonna vertebrale, responsabile in alcuni pazienti di dolori insopportabili e non più controllabili con trattamenti farmacologici a base di oppioidi; - per la sezione dedicata al miglior lavoro di ricerca pubblicato su una rivista scientifica, il premio è stato assegnato a una giovane ricercatrice, Romina Nassini di Bibbiena (Arezzo), che ha svolto uno studio con altri autori di varie Università (tra cui quella di Firenze) sul dolore evocato da stimoli non dolorosi in modelli animali. I premi (a ciascun vincitore una medaglia d’oro che riproduce l’immagine di Mario Luzi) saranno assegnati nel corso di una cerimonia che si terrà il 10 settembre a Montecpulciano, nel teatro ottocentesco Angelo Poliziano. Ai vincitori delle sezioni dedicate alla miglior tesi di laurea e al miglior lavoro di ricerca verrà anche offerta la partecipazione a un congresso nazionale o internazionale a loro scelta, con la copertura di tutte le spese. Tutte le notizie sul Premio “Nottola-mario Luzi” si possono trovare sul sito www.Cittadinanzattivatoscana.it/ |
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UMBRIA, SLA: AD AMMALATI E FAMILIARI ENTRO LUGLIO DEFINITO ASSEGNO SANITARIO DI CURA |
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Perugia, 12 luglio 2011 - "Entro il 31 luglio la Giunta regionale definirà tutta la procedura amministrativa per l´istituzione dell´assegno sanitario di cura per gli ammalati umbri di Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica)". E´ quanto ha assicurato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, titolare anche della delega alla sanità, ad una rappresentanza di ammalati e loro familiari, ricevuto ieri a Palazzo Cesaroni, a Perugia. "La Giunta regionale - ha ricordato la presidente - solo pochi giorni fa aveva assunto importanti provvedimenti per garantire una adeguata risposta agli ammalati di ´Sla´, ed alle loro famiglie, in considerazione della rarità, specificità e particolarità di questa malattia. Mi rendo conto dunque delle gravi difficoltà che mi rappresentate e per questo mi impegno a far sì che la Giunta regionale deliberi già entro la fine di questo mese l´istituzione dell´assegno sanitario di cura, accelerando quindi tutti i passaggi che avevamo già definito". "Nell´immediato - ha proseguito la presidente - dobbiamo procedere alla istituzione del registro degli ammalati di Sla e quindi individuare tutti gli aventi diritto. In ogni caso sin dallo scorso mese di giugno avevamo deciso che sarebbe stata la struttura di Neurofisiopatologia dell´Azienda Ospedaliera di Perugia il centro di riferimento a cui possono rivolgersi i pazienti per la diagnosi e la cura della Sla, grazie all´aggiornamento approvato dalla Giunta regionale del documento vincolante sui percorsi assistenziali e riabilitativi della persona con sclerosi laterale amiotrofica, dando immediato mandato alle Aziende Sanitarie di avviare l´applicazione dei percorsi. Al Centro di riferimento (Cdr) è affidata la stesura dei piani assistenziali comprendenti anche la redazione del Progetto Riabilitativo Individuale e la regia unitaria dell´assistenza, per evitare fratture nella continuità assistenziale e condizioni di improprio abbandono delle famiglie dei pazienti affetti da malattie degenerative neuromuscolari. A livello domiciliare, sulla base dei Piani assistenziali elaborati dal "Cdr", la presa in carico dei pazienti è garantita dai dodici Distretti socio sanitari delle Asl dell´Umbria, che si dovranno avvalere del concorso e della collaborazione dei Servizi di riabilitazione, di palliazione, di emergenza-urgenza, nonché dei Servizi in grado di gestire le numerose complicanze sanitarie e le diverse problematiche sociali. |
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BADANTI, AUMENTANO DEL 25% LE FAMIGLIE CHE VI RICORRONO WELFARE SBILANCIATO SULLE PENSIONI: POCHE RISORSE AL SOSTEGNO DI ANZIANI E DISABILI |
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Roma, 12 luglio 2011 – «Aumenta il bisogno di badanti e colf tra le famiglie italiane. Il loro numero, negli ultimi cinque anni, è cresciuto del 25%. Sommando ai 664.785 lavoratori domestici individuati dall’Istat nel 2008, una consistente quota di sommerso, il loro numero si attesterebbe a oltre 1.400.000 unità». Il presidente dell’Associazione nazionale anziani e pensionati (Anap) di Confartigianato, Giampaolo Palazzi, commenta un’elaborazione statistica prodotta dall’Ufficio studi di Confartigianato, individuando la ragione dell’incremento del fenomeno “badantato” nello sbilanciamento della spesa pubblica a favore delle pensioni, piuttosto che al sostegno alle famiglie, e nel contestuale incremento della popolazione anziana. «L’italia – prosegue Palazzi – destina alla spesa pensionistica il 58,4% della spesa totale per il welfare, pari a 3,7 punti di Pil. Mentre solo l’1,2% del nostro Pil è riservato al sostegno dei nuclei famigliari, voce di spesa, su cui Germania, Francia e Regno unito spendono più del doppio: rispettivamente 2,8%, 2,5% e 2,4%. Stesso trend anche rispetto alla voce “disabilità-invalidità”, per la quale la spesa è tanto esigua da posizionare l’Italia al penultimo posto in Europa». Questo squilibrio comporta un primato della componente privata nella domanda di cura e assistenza. «Nel nostro Paese – spiega ancora Palazzi - ci sono 2.356.000 famiglie con almeno un disabile in casa. Il 12,5% di esse, pari a 294.000 famiglie, è costretta ad avvalersi di un’assistenza che paga di tasca propria. Il bisogno di badanti crescerà ancora proporzionalmente all’incremento del numero di anziani in Italia. La percentuale degli over 65, tra il 2001 e il 2011, è cresciuta infatti dal 18,4% al 20,3%, un’impennata pari a 1.800.000 di ultrasessantacinquenni in più». Così, ricorrere a collaboratrici domestiche e badanti, diventa una pratica sempre più diffusa, che coinvolge in larga parte lavoratori stranieri. «La quasi totalità di essi, l’88,6%, è costituita da donne. Il 78,4% di essi è straniero e proviene per il 47,9%, dall’Est Europa: soprattutto dalla Romania (19,4%), dalla Polonia (7,7%) e dalla Moldavia (6,2%). Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana e la crescente domanda privata di assistenza – conclude Palazzi - dovrebbe far riflettere sull’opportunità di rafforzare la spesa di welfare a favore delle necessità delle famiglie, assecondando le istanze nuove che sorgono da una popolazione sempre più anziana». |
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AL PAC DI MILANO ATERIA PRIMA - ARTE CONTEMPORANEA DALLA RUSSIA |
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Milano, 12 luglio 2011 – Dall’ 8 luglio e fino a domenica 11 settembre 2011, il Pac Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ospita, con ingresso gratuito, la mostra Materia prima. Russkoe Bednoe – “l’arte povera” in Russia, a cura di Marat Gelman. Promossa dal Comune di Milano – Settore Cultura, con il patrocinio del Governatorato della Regione di Perm’ (Federazione Russa), del Ministero della Cultura, delle Politiche Giovanili e della Comunicazione della Regione di Perm’ e dal Consolato della Federazione Russa a Milano, la mostra, organizzata dall’Associazione Italia Russia e dal Museo d’Arte Contemporanea di Perm’, apre a Milano il calendario di iniziative previste per il 2011 in occasione dell’Anno della Cultura e della Lingua Italiana in Russia e della Cultura e della Lingua Russa in Italia. La mostra, ideata da Sergey Gordeev, membro del Consiglio Federale Russo per l’amministrazione di Perm, da anni impegnato in ambiziosi progetti per lo sviluppo culturale e architettonico della Regione, rappresenta una delle più grandi esposizioni collettive di arte contemporanea russa dell’ultimo ventennio. Materia prima. Russkoe Bednoe ha già destato particolare interesse e apprezzamento a livello internazionale; Milano, infatti, sarà la terza città ad ospitare la mostra dopo Mosca (dove a settembre 2009 è stata premiata alla Terza Biennale d’Arte Contemporanea) e dopo Parigi che ha invece ospitato una selezione delle opere a giugno 2010. Dopo Milano è previsto il passaggio al Ps1 del Moma di New York. Materia prima. Russkoe Bednoe “l’arte povera” in Russia presenta grandi installazioni, sculture, lavori di videoarte, fotografia e pittura di 23 artisti contemporanei tra le figure più importanti della scena artistica russa di questi anni con un omaggio al fotografo Aleksandr Sljusarev. Elemento fondamentale comune alla ricerca artistica di ciascuno è l’utilizzo delle risorse naturali della Russia: legno, carbone, ferro e petrolio come nel caso di Vladimir Anzelm e Dmitry Gutov ma anche la passione per i materiali poveri come il cartone, l’argilla, la gommapiuma che accomuna Koshlyakov e Brodsky, o ancora per gli oggetti recuperati/riciclati e restituiti ad una nuova vita nelle opere di Olga & Aleksandr Florenskye. Gli artisti in mostra, pur non essendo accomunati dall’adesione ad un manifesto, riscoprono tutti l’uso di materiali naturali e semplici che diventano arte tornando natura, rompendo così il confine tra artificiale e naturale; questo approccio rivela alcuni aspetti dell’arte contemporanea russa ponendo interrogativi che creano un dialogo con la storia dell’arte, la responsabilità sociale e il desiderio di trovare la bellezza nella semplicità delle cose. Gli artisti che espongono sono: Vladimir Anzelm, Petr Belyi, Aleksandr Brodsky, Sinie Nosy, Olga & Aleksandr Florenskye, Dmitry Gutov, Anna Zhelud, Zhanna Kadyrova, Vladimir Kozin, Irina Korina, Aleksandr Kosolapov, Valery Koshlyakov, Gruppo Mylo, Anatoly Osmolovsky, Nikolay Polissky, Resycle, Yury Shabelnikov, Sergey Shekhovcov, Leonid Sokov, Michail Pavlyukevich & Olga Subbotina, Sergey Teterin, Sergey Volkov La mostra include un omaggio ad Aleksandr Sljusarev (1944-2010), fotografo attivo soprattutto negli anni settanta che ha influenzato molti fotografi russi contemporanei. Sljusarev ha teorizzato e messo in pratica la fotografia analitica o metafisica, nella quale oggetti usuali, prosaici, svelano sensi e significati profondi, mentre la semplicità apparente è il risultato della sua vastissima conoscenza della cultura visiva. Ingresso libero Orari: lunedì dalle ore 14.30 alle ore 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 09.30 alle ore 19.30 Giovedì dalle ore 09.30 alle ore 22.30 Info T. 02 884 46359/46360 www.Comune.milano.it/pac T. 02 80 56 122 - www.Associazioneitaliarussia.it/ |
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MONDIALI DI CICLISMO 2013: OPERE CHE RIMARRANNO |
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Firenze, 12 luglio 2011 - Il primo atto ufficiale dei campionati mondiali di ciclismo, che si terranno nel settembre 2013 in Toscana, si è svolto ieri sera al Circolo del Tennis Firenze alle Cascine con la presentazione dei vari comitati. Al “battesimo” hanno partecipato il presidente del comitato istituzionale Riccardo Nencini, il vicepresidente Dario Nardella, il commissario tecnico della nazionale di ciclismo Paolo Bettini, l’ex ct Alfredo Martini, presidente del comitato d’onore (assieme al ministro Altero Matteoli), il presidente del comitato organizzatore Renato Di Rocco (presidente Federazione Ciclistica Italiana), con il direttore Claudio Rossi. “Questi non saranno i mondiali della Toscana – ha sottolineato Nencini – ma i mondiali dell’Italia e sarà l’unico evento internazionale da qui al 2020, che potrà fare da traino anche per la candidatura alle Olimpiadi di Roma”. Sulle opere infrastrutturali da realizzare, Nencini ha rilevato che “il piano presentato al Governo è stato pensato in modo che gli interventi possano essere utilizzati anche dopo le gare. Stiamo parlando di strade da asfaltare – ha aggiunto Nencini – di nuovi parcheggi, di maggiore sicurezza, di piste ciclabili. Per questo abbiamo proposto al Governo due soluzioni. La prima è quella di di darci una parte delle risorse necessarie a realizzare queste opere; la seconda riguarda la possibilità di sforare, in via eccezionale e limitatamente a questo evento, i rigidi paletti del patto di stabilità”. “La Regione infatti – ha concluso Nencini – possiede un salvadanaio di circa un miliardo e 150 milioni, un ‘tesoretto’ che però non può spendere: rompere quel salvadanaio ci consentirebbe invece di poter utilizzare 50-70 milioni immediatamente, soldi con i quali potremo fare un ottimo campionato del mondo. Abbiamo chiesto al Governo – ha concluso – una deroga al patto per l’evento del 2013. Ho già parlato con Vasco Errani, presidente delle Conferenza delle Regioni, e c’è da parte di tutti, Lega compresa, la volontà di sollevare la questione nella Conferenza Stato-regioni”. Via telefono è arrivata una prima risposta del sottosegretario con delega allo sport Rocco Crimi, che ha ricordato l’impegno e il sostegno del Governo per ottenere questo evento e ha aggiunto: “Nella finanziaria ci sono stati quarantasette miliardi di tagli, per cui in questi momenti bisogna fare quello che si può. Il ministro Matteoli tiene molto, da toscano, agli interventi sulle infrastrutture legate agli eventi e, quindi compatibilmente con le risorse, si vedrà cosa sarà possibile fare”. La composizione dei comitati: Comitato Istituzionale (composto dai Comuni di Firenze, Fiesole, Pistoia, Montecatini Terme e Lucca, le Province di Firenze, Prato, Pistoia e Lucca e la Regione Toscana) presidente Riccardo Nencini, vicepresidente Dario Nardella; Comitato Organizzatore presidente Renato Di Rocco, vicepresidente Antonio De Virgiliis, direttore Claudio Rossi; Comitato D’onore presidenti ministro Altero Matteoli, Alfredo Martini; Advisor Committee presidente Gianfranco Comanducci; Comitato Di Garanzia presidente Giuseppe Mussari. |
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SPORT: MEETING DI LIGNANO VEICOLO DI SOLIDARIETA´ |
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Udine, 12 luglio 2011 - E´ il secondo più importante evento del Paese di atletica leggera il Meeting Internazionale (22ma edizione), che si terrà a Lignano Sabbiadoro, allo stadio Teghil, martedì 19 luglio. Un evento che nel tempo, come ha rilevato l´assessore regionale allo Sport, Elio De Anna, non solo si è consolidato, ma ha saputo rafforzare una rete di sostegno che conta ben 44 soggetti, tra istituzioni, enti, associazioni e aziende. E si propone alla grande platea sportiva nazionale recando con sé anche l´inserimento della telecronaca nel palinsesto della Rai. Nel portare ai convenuti nel palazzo dell´Amministrazione il saluto del Presidente della Regione, Renzo Tondo, recato assieme alle considerazioni positive del Presidente in merito all´abbinamento della comunicazione della manifestazione ai principi della solidarietà, De Anna ha affermato che il Meeting di atletica leggera di Lignano Sabbiadoro è ormai divenuto patrimonio dell´intera comunità del Friuli Venezia Giulia. Per i valori e il messaggio solidale che riesce a trasmettere, e per l´assoluta eccellenza degli atleti che ne saranno protagonisti: dal diversamente abile Pistorius, ai vertici dell´atletica mondiale in tutte le discipline che vi saranno praticate. Così come lo sono altri eventi sportivi ormai consolidati nel Friuli Venezia Giulia: per esempio il mondiale di speedway di Terenzano, l´Italian Bahia, il Rally delle Alpi Orientali, il torneo di pugilato con diversi esponenti mondiali, tra l´altro disputato e trasmesso dalla Rai ieri sera, a Sequals, il trofeo di tennis di Cordenons (2.Per importanza in Italia), il trofeo di calcio giovanile di Gorizia, il Giro del Friuli di ciclismo. Si tratta, tra le altre, di manifestazioni che ormai costituiscono un elemento davvero rilevante nel panorama delle attività sportive della nostra regione, nella quale ben l´11 per cento degli abitanti pratica lo sport. Un movimento di massa, dunque, un fenomeno di costume che evidenzia la presenza di una radicata cultura sportiva, rispetto al quale, come aveva in precedenza puntualizzato il vicepresidente regionale del Coni, Giuliano Gemo, la Regione quest´anno ha finanziato ben 308 manifestazioni sportive. Dopo avere parlato dell´azione dell´Amministrazione a sostegno dello sport, anche attraverso la legge sul Talento sportivo, che ha concorso a generare decine di campioni, e avere ripetuto i contenuti degli ideali sportivi, ma anche gli aspetti che coniugano in maniera indissolubile lo sport alla salute e alla prevenzione, De Anna ha colto l´occasione della vasta platea del Meeting di Lignano per lanciare un messaggio vibrante, mirato a indirizzare il mondo sportivo, e con esso l´intera società, verso un futuro più sano e ancor più disancorato dalle cattive abitudini e dai pregiudizi. Occorre, ha affermato, partendo dalle famiglie, che sia sradicata la erronea consuetudine al ritenere che per raggiungere un elevato gesto atletico, per migliorare le proprie prestazioni, occorra assumere sostanze integranti. E´ questo, purtroppo, il primo passo, ha detto De Anna anche in qualità di medico, verso la tentazione nella vita adulta di arricchire la propria alimentazione con sostanze particolari: il che significa aprire la strada al cammino senza vie d´uscita del doping. E´ un messaggio forte a favore della cultura della integrazione, come aveva sostenuto l´assessore regionale allo Sport, Elio de Anna, quello che reca il Meeting internazionale di atletica leggera di Lignano Sabbiadoro. Fin dalla prima edizione, allo stadio Friuli nel 1990, l´Associazione sportiva dilettantistica Nuova Atletica del Friuli, guidata da Giorgio Dannisi, il quale oggi ha presentato oggi la 22.Edizione nel palazzo della Regione, a Udine, ha coinvolto tra i protagonisti atleti di tutto il mondo. Poi, nel 1994 la manifestazione è stata trasferita a Lignano. E, come, ha ricordato De Anna che era stato preceduto dall´intervento del vicesindaco del centro balneare, Giovanni Jermano, l´iniziativa ha accompagnato la crescita della città nel settore del turismo sportivo. Una forma di turismo poi rafforzatasi, aveva aggiunto Jermano, grazie anche agli interventi della Regione per dotare la grande spiaggia di impianti di eccellenza per la pratica della gran parte delle discipline sportive. Quest´anno, il 19 luglio allo Stadio Teghil, convergeranno per il Meeting circa 150 atleti di 19 Paesi di tutto il mondo. Tra essi, oltre agli assi giamaicani, tra i quali Powell, che hanno optato per Lignano quale sede dei loro allenamenti estivi, gli americani Frater, Carter, Rodgers, Gatlin, le statunitensi, Jeter, Myeres, Felix, le giamaicane, Frazer, Simpson e Rassel. La campionessa mondiale e olimpica, la russa Yelena Isinbayena, e l´etiope Tirunesh Dibaba. Sono soltanto alcuni dei probabili protagonisti della serata di atletica lignanese, che faranno trattenere il respiro al grande pubblico della località balneare, nell´ammirare le loro performance assolute. Assieme al diversamente abile, Oscar Pistorius, che proprio a Lignano è alla ricerca del risultato nei 400 metri che lo possa proiettare come primo uomo disabile alle Olimpiadi di Londra del 2012. Alla presentazione del Meeting sono intervenuti tra gli altri, il consigliere regionale, Franco Iacop, l´assessore provinciale allo Sport, Mario Virgili e Marinella Ambrosio, per il Comitato paraolimpico. |
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PARAPENDIO MONDIALE: ARGENTO PER DONINI - AL VIA I MONDIALI DELTAPLANO IN UMBRIA |
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Sigillo (Perugia), 12 luglio 2011 - La medaglia d´argento di Luca Donini (Molveno, Trento) è il bottino che gli azzurri portano a casa dai campionati del mondo di parapendio a Piedrahita, in Spagna. Il campionato doveva terminare il 16 luglio, ma è stato anticipatamente chiuso a causa di alcuni incidenti. Sotto accusa i parapendio classe competizione, bolidi che schizzano a 70 km/h senza l´aiuto di alcun motore, e dei quali la Federazione Aeronautica Internazionale ha sospeso certificazione ed uso in gara. Con sconforto dei 150 piloti iscritti in rappresentanza di 48 nazioni, restano validi i risultati acquisiti nelle sole due prove disputate. Vince il titolo maschile il francese Charles Cazaux, seguito da Luca Donini e dal tedesco Andreas Malecki; quello femminle è andato a Petra Slivova (Repubblica Ceca) davanti alla svizzera Regula Strasser e Kirsty Cameron (Gran Bretagna). Classifica a squadre, nell´ordine: Francia, Gran Bretagna e Svizzera. Gli altri membri del team azzurro erano Marco Littamè di Gassino Torinese, Christian Biasi di Rovereto (Trento), il Ct Alberto Castagna di Cologno Monzese (Milano), i tecnici Giorgio Corti di Suello (Lecco) e Paolo Zammarchi di Roncadelle (Brescia). Grande attesa a Sigillo (Perugia) per il Campionato del Mondo di deltaplano, che ritorna in Italia dopo 12 anni. Nei cieli dell´Umbria, dal 16 al 30 luglio, 165 piloti di 37 nazioni dispiegheranno ali colorate al vento e tra le nuvole, decollando, secondo le condizioni meteo, dal Monte Cucco, o dal Monte Subasio sopra Assisi, o dal Monte Gemmo, per seguire percorsi in tutta la regione, prima di raggiungere l´atterraggio ufficiale in località Villa Scirca, vicino Sigillo. Pronta la complessa macchina organizzativa e soprattutto gli azzurri a difendere i titoli individuale ed a squadre vinti nel 2009. Il Ct della nazionale, il varesino Flavio Tebaldi, ed il suo assistente Andrea Bozzato di Verbania guideranno il campione del mondo in carica Alex Ploner, 35 anni, di San Cassiano (Bolzano), Christian Ciech (Mornago, Varese), Elio Cataldi di Vittorio Veneto (Treviso) Davide Guiducci di Villa Minozzo (Reggio Emilia), Filippo Oppici di Parma, Karl Reichegger di Falzes (Bolzano), il friulano Suan Selenati e Vanni Accattoli di Macerata. |
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