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Notiziario Marketpress di Lunedì 17 Ottobre 2011
POLITICA DI SVILUPPO DELL´UE: LA COMMISSIONE POTENZIERÀ L´IMPATTO DEGLI AIUTI CONCENTRANDOLI SU UN MINOR NUMERO DI SETTORI E VERSO I PAESI PIÙ BISOGNOSI.  
 
Bruxelles, 17 ottobre 2011 – L´ue rivedrà le sue priorità in materia di fornitura di aiuti ai paesi in via di sviluppo per garantire il massimo impatto sulla riduzione della povertà. Il commissario Ue per lo Sviluppo, Andris Piebalgs, ha presentato il "Programma di cambiamento" della politica dell´Ue in materia di sviluppo, e una nuova politica dell´Ue in materia di sostegno al bilancio. In queste comunicazioni è delineato un approccio più strategico dell´Ue alla riduzione della povertà, che verrà messo in atto anche attraverso un´assegnazione di fondi più mirata. In futuro, la spesa dell´Ue si concentrerà su settori fondamentali per la crescita a lungo termine e inclusiva e sarà mirata ai paesi più bisognosi di aiuti esterni, nei quali gli aiuti possono produrre risultati effettivi. "Con oltre il 50% degli aiuti globali, l´Ue è già il primo donatore a livello mondiale. Tuttavia voglio essere certo che l´Ue resti anche il donatore più efficace", ha dichiarato il commissario europeo Piebalgs. Ed ha aggiunto: "Dobbiamo restare al passo con l´evoluzione della realtà mondiale ed adeguare il nostro modo di combattere la povertà. Per questo oggi propongo che le nostre priorità in materia di aiuti siano ridefinite per accompagnare i paesi che ne hanno bisogno verso una crescita sostenibile ed inclusiva. Voglio essere certo che ogni singolo euro vada a favore di chi più ne ha bisogno. Combattere la povertà nei paesi terzi è per l´Ue una "polizza assicurativa" a garanzia di un mondo più stabile e prospero. " Buona governance, agricoltura e sicurezza alimentare, energia pulita Gli aiuti dell´Ue devono essere mirati ai settori che sono alla base di una crescita inclusiva e sostenibile. Tra questi: la buona governance, compresi il rispetto dei diritti umani e della democrazia; la parità tra i generi, il ruolo della società civile e la lotta alla corruzione, la protezione sociale, la sanità e l´istruzione, il sostegno ad un clima imprenditoriale favorevole e ad una più profonda integrazione regionale, ´agricoltura sostenibile e l´energia pulita, aiutando a costituire salvaguardie contro gli shock esogeni e a trasformare le sfide in materia di sicurezza alimentare e di clima in opportunità per la crescita. Al fine di generare maggiori risorse, l´Ue esplorerà sistemi innovativi di finanziamento dello sviluppo, come la combinazione di sovvenzioni e prestiti. La Commissione incoraggerà inoltre l´Ue e gli Stati membri ad elaborare insieme strategie e programmi (per una cosiddetta "programmazione congiunta") e a meglio ripartirsi i compiti in modo da potenziare l´efficacia degli aiuti. Un nuovo approccio contrattuale per il sostegno dell´Ue al bilancio - Una consistente quota degli aiuti dell´Ue è erogata in forma di sostegno al bilancio: trasferimenti finanziari ai bilanci dei governi dei paesi in via di sviluppo, accompagnati da un dialogo politico, da una valutazione delle prestazioni e dal rafforzamento delle capacità. La Commissione propone per l´Ue un approccio che, rafforzando i partenariati contrattuali con i paesi in via di sviluppo, renda il sostegno al bilancio più efficace ed efficiente in termini di realizzazione di risultati in materia di sviluppo. Saranno istituiti "contratti di buona governance e di sviluppo" per fornire sostegno al bilancio generale a paesi partner che possano dimostrare un impegno nei confronti dei valori fondamentali. L´ue porrà un maggiore accento sui diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto potenziando il dialogo con i paesi partner, creando incentivi per le riforme e chiedendo ai paesi partner di impegnarsi nei confronti dei valori fondamentali. Mediante "contratti di riforma settoriale" verrà promossa la fornitura di servizi a livello settoriale. Il sostegno settoriale al bilancio resta un utile strumento quando non sussistono le condizioni per un contratto di buona governance e sviluppo. Per i paesi fragili il sostegno al bilancio, cui si ricorrerà sulla base di una valutazione caso per caso, mirerà a garantire le funzioni vitali dello Stato e a sostenere la transizione mediante "contratti di potenziamento istituzionale". Si ritiene che il sostegno al bilancio contribuirà a combattere la corruzione e la frode e aiuterà i paesi che ne beneficiano a costituire le proprie risorse finanziarie, in modo da ridurre, nel lungo termine, la loro dipendenza dagli aiuti. Contesto e prossime tappe - Nell´autunno 2010, la Commissione europea ha lanciato una consultazione sul futuro della politica di sviluppo e sullo strumento del sostegno al bilancio. Le proposte odierne nascono dall´analisi delle risposte fornite dai partner globali, dai governi, dalle Ong e dal settore privato. Le proposte sono contenute in due comunicazioni: Potenziare l´impatto della politica di sviluppo dell´Ue: un programma di cambiamento Il futuro approccio al sostegno dell´Ue al bilancio dei paesi terzi I principi fondamentali del programma di cambiamento, che si sviluppa su 12 punti, si rifletteranno gradualmente sull´ultima parte degli attuali cicli di programmazione e, successivamente, sulla futura programmazione dell´Ue. Nella primavera 2012 la Commissione chiederà ai ministri degli Esteri dell´Ue di approvare il nuovo approccio per il sostegno al bilancio dell´Ue. L´ue come donatore - L´unione europea nel suo insieme (gli Stati membri più Europeaid, fondi gestiti dalla Commissione) è a livello mondiale il più importante donatore di aiuti ufficiali allo sviluppo. Nel 2010 l´Ue ha fornito 53,8 miliardi di euro (più del 50% degli aiuti globali). La Commissione europea è responsabile della gestione di 11 miliardi di euro di aiuti all´anno, occupando così il secondo posto tra i donatori a livello mondiale.  
   
   
UE: LA COMPETITIVITÀ DELL´INDUSTRIA È LA RISPOSTA PER ASSICURARE LA RIPRESA ECONOMICA  
 
Bruxelles, 14 ottobre 2011 – La Commissione europea ha presentato il 14 ottobre la sua comunicazione "Politica industriale: rafforzare la competitività", che esamina in modo specifico i risultati dell´industria sul piano della competitività nei vari Stati membri. La ripresa economica dell´Ue è stata relativamente lenta e rimane fragile. Ciò si rispecchia nel pessimismo riscontrabile nel sistema economico europeo. Vi sono inoltre chiari rischi di una flessione della crescita dovuti ai mercati finanziari, all´aumento dei prezzi energetici e delle materie prime e alla necessità di un consolidamento dei bilanci. L´industria dell´Ue è però un´industria sana ed ha le potenzialità per riportare l´economia europea sui binari della crescita. Tra gli Stati membri si riscontrano notevoli differenze: la produttività media del lavoro nel settore manifatturiero va da quasi il 125% del valore aggiunto lordo per persona occupata in Irlanda a meno del 20% in Bulgaria. La percentuale delle imprese innovatrici varia dall´80% in Germania al 25% in Lettonia. Le regolamentazioni business-friendly sono maggiormente sviluppate in Finlandia, mentre l´Italia si situa all´ultimo posto. Innanzi a questa situazione la comunicazione pubblicata oggi incoraggia gli Stati membri a attuare celermente le politiche necessarie per arrivare ad una convergenza su livelli di competitività coerenti con la partecipazione alla zona dell´euro e al mercato interno. Gli Stati membri devono pertanto attuare politiche forti e coordinate all´indirizzo dell´industria e delle Pmi. A tal fine, la Commissione è pronta a promuovere e a monitorare i miglioramenti strutturali poiché l´economia europea deve ritornare quanto prima sulla via della crescita. Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l´industria e l´imprenditoria, ha affermato: "L´industria europea è un´industria sana ed è pronta ad affrontare le sfide della concorrenza. Il rallentamento della ripresa dovrebbe però indurci ad attribuire alla competitività e alla crescita una priorità ancora maggiore sull´agenda politica. Abbiamo bisogno di riforme strutturali in grado di sprigionare le potenzialità dei nostri imprenditori, che sono gli attori principali per la ripresa". La comunicazione pubblicata oggi è corredata della "Relazione 2011sulla competitività europea " e della relazione su "I risultati e le politiche degli Stati membri in materia di competitività 2011". Per ulteriori informazioni si rinvia a Industrial Competitiveness: "An Industrial Policy for the Globalisation Era" Principali ambiti d´intervento - Il potenziamento della competitività globale dell´industria europea è un elemento essenziale poiché il 75% delle esportazioni dell´Ue è ascrivibile al settore manifatturiero che assicura anche l´80% della R&s dell´industria. La comunicazione ha identificato i seguenti ambiti chiave in cui si potrebbe ulteriormente rafforzare la competitività dell´Ue al fine di progredire in modo significativo verso gli obiettivi della strategia Europa 2020: (1) incoraggiare i cambiamenti strutturali nell´economia, per passare a settori più innovativi e basati sulle conoscenze che presentano una maggiore produttività e risentono meno della concorrenza globale (come, ad esempio, le ecoindustrie, il settore delle apparecchiature elettriche e ottiche); (2) incoraggiare l´innovazione nelle industrie, in particolare mettendo in comune le risorse altrimenti limitate, riducendo la frammentazione dei sistemi a sostegno dell´innovazione e concentrando maggiormente i progetti di ricerca sugli sbocchi di mercato. I mercati per le tecnologie abilitanti fondamentali (ad esempio, le nanotecnologie, i materiali avanzati, la biotecnologia industriale), ad esempio, dovrebbero crescere addirittura del 50% entro il 2015, creando migliaia di nuovi posti di lavoro ad elevato valore aggiunto; (3) promuovere la sostenibilità e l´efficienza nell´uso delle risorse, in particolare dando impulso all´innovazione e all´uso delle tecnologie pulite, assicurando un accesso equo alle materie prime e all´energia senza che vi siano distorsioni nei prezzi nonché assicurando il potenziamento e l´interconnessione delle reti di distribuzione dell´energia; (4) migliorare il contesto imprenditoriale, in particolare riducendo gli oneri amministrativi che gravano sulle imprese e promuovendo la concorrenza tra i fornitori di servizi che usano la banda larga, l´infrastruttura energetica e quella dei trasporti; (5) valorizzare le potenzialità offerte dal mercato unico, sostenendo i servizi innovativi e attuando appieno il regolamento sul mercato unico, in particolare la direttiva "Servizi". La piena attuazione della direttiva "Servizi" potrebbe produrre su scala Ue un beneficio economico pari a 140 miliardi di euro corrispondente a un potenziale di crescita dell´1,5% del Pil; (6) sostenere le piccole e medie imprese (Pmi), in particolare favorendo l´accesso ai finanziamenti, agevolando l´internazionalizzazione e l´accesso ai mercati e assicurando che le amministrazioni pubbliche riducano i tempi per i pagamenti. I principali risultati delle relazioni - La produttività del lavoro (per persona occupata nell´industria manifatturiera): il tasso di produttività è superiore alla media Ue in Irlanda, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Belgio, Lussemburgo e Svezia, mentre è al di sotto della media in Slovacchia, Polonia, Slovenia, Cipro, Ungheria, Repubblica ceca, Portogallo, Estonia, Lituania, Romania, Lettonia e Bulgaria. L´ue dispone di un minor numero di giovani imprese innovative: le imprese dell´Ue presentano risultati inferiori, in termini di applicazioni e di commercializzazione della ricerca e dell´innovazione, rispetto agli Usa e al Giappone. La percentuale di imprese innovative tra tutte le imprese è particolarmente elevata in Lussemburgo, Germania, Belgio e Portogallo, mentre è bassa in Ungheria, Polonia, Lettonia e Lituania. L´industria è sempre più interconnessa con i servizi: in particolare, i servizi alle imprese ad elevata intensità di conoscenze vengono usati in misura crescente dall´industria quali input diretti e indiretti e corrispondono fino al 9% delle esportazioni dell´Ue-12 e al 18% di quelle dell´Ue-15. L´industria Ue sta migliorando l´efficienza delle materie prime: essa fa un uso crescente di materiali riciclati e di succedanei innovativi, ma l´accessibilità e l´abbordabilità delle materie prime non energetiche sono essenziali per la competitività di diverse industrie manifatturiere ad alta intensità di materie prime nell´Ue. Efficienza industriale: L´ue si trova in generale su posizioni più avanzate rispetto agli Usa e sta colmando il divario con il Giappone. Si registrano però notevoli differenze in termini di risultati tra Stati membri e settori industriali nell´Ue. La business-friendliness della regolamentazione pubblica: il gruppo di paesi in cui la regolamentazione è meno onerosa per le imprese comprende Lussemburgo, Finlandia, Estonia, Cipro, Danimarca e Svezia, mentre le imprese denunciano una situazione meno favorevole in Belgio, Portogallo, Grecia, Ungheria e Italia. Per ulteriori particolari si rinvia al Memo/11/702.  
   
   
ANTONIO TAJANI: VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA RESPONSABILE PER L´INDUSTRIA E L´IMPRENDITORIA “RAFFORZARE LA COMPETITIVITÀ  
 
 Roma, 17 ottobre 2011 – Di seguito il testo del discorso del vicepresidente Ue Antonio Tajani: “Con questa Comunicazione la Commissione europea intende rafforzare la sua spinta per il rilancio della competitività e della crescita e rendere più efficace la governance economica europea. Il testo, adottato oggi, indica chiaramente che per difendere l´euro e il mercato interno e lasciarci la crisi alle spalle servono riforme strutturali. I settori chiave su cui bisogna agire subito sono sostenibilità dello Stato sociale e mercato del lavoro, ricerca e innovazione, uso efficiente delle risorse, eliminazione di ostacoli e barriere al mercato interno e alle potenzialità delle imprese e sostegno alle Pmi. La Comunicazione è accompagnata da dati e "pagelle" sui diversi livelli di competitività degli Stati membri dell´Unione. Tali dati sono contenuti in due documenti allegati alla Comunicazione: 1) Rapporto sulla Competitività Europea; 2) le Politiche e Performance sulla Competitività negli Stati Membri. Emerge un quadro a luci e ombre con forti disparità tra i risultati dei diversi Stati. Ad esempio, la produttività del lavoro nel settore manifatturiero va da quasi il 125% del valore aggiunto in Irlanda a meno del 20% in Bulgaria. La percentuale delle imprese innovatrici varia dall´80% in Germania al 25% in Lettonia. La Finlandia è il paese con procedure amministrative e regolamentazione più business friendly mentre l´Italia è maglia nera. Riguardo alla competitività industriale l´Europa si divide sostanzialmente in quattro gruppi: il primo, con Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito con struttura industriale dominata da settori tecnologici avanzati capaci di produrre un forte valore aggiunto. Nel secondo gruppo, che comprende Cipro, Grecia, Italia, Lussemburgo, Portogallo e Spagna, la specializzazione industriale riguarda settori meno avanzati sul piano tecnologico, malgrado la presenza di alcune industrie molto competitive. Nell´ambito del secondo gruppo, l´Italia è quella che si caratterizza per maggiore capacità d´innovazione e qualità. Il terzo gruppo, con Repubblica Ceca, Ungheria, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia, comprende paesi che stanno recuperando il ritardo in termini di Pil per abitante e la cui specializzazione riguarda settori a forte intensità d´innovazione tecnologica, come i paesi del gruppo uno. Il quarto gruppo, con Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania e Romania, è in fase di recupero, ma con specializzazione in settori meno avanzati sul piano tecnologico. Il Rapporto conferma che per recuperare la fiducia dei mercati non basta il rigore ma è essenziale tornare a crescere ed essere competitivi; e questo è possibile soltanto mettendo al centro dell´azione politica le imprese e le loro potenzialità e rafforzando gli strumenti di coordinamento economico. Il nuovo pacchetto di sei misure sulla governance appena approvato attribuisce alla Commissione strumenti più efficaci per il rispetto del Patto di Stabilità e di Crescita, non soltanto riguardo a debito e deficit, ma anche per spingere gli Stati verso una reale convergenza dei rispettivi livelli di competitività. La crisi ha difatti evidenziato che anche paesi con i conti in regola potevano mettere a rischio la solidità dell´euro per livelli di performance inadeguati. La comunicazione di oggi intende rafforzare questa governance nell´ambito dell´esercizio del semestre europeo e delle relative Raccomandazioni della Commissione, indicando in maniera precisa quello che ogni Stato è chiamato a fare, da subito, per migliorare la propria competitività. Due giorni fa abbiamo presentato al Parlamento un piano di azione per la stabilità e la crescita che sarà presentato al Consiglio europeo del 23 ottobre. Il piano è articolato in cinque punti strettamente interconnessi tra loro: 1) un´azione decisiva per evitare il default della Grecia e rimetterla sulla strada della sostenibilità economica; 2) l´attuazione delle misure decise il 21 luglio per rafforzare l´efficacia dell´Fesf (cd Fondo Salva Stati); 3) una strategia coordinata per rinforzare le banche europee ed evitare che loro eventuali debolezze si ripercuotano sull´economia reale; 4) l´ulteriore rafforzamento della governance economica centrata sul metodo comunitario; e, appunto, 5) l´accelerazione di politiche di sostegno a stabilità e crescita in settori chiave quali l´efficienza delle risorse, il commercio internazionale, il fisco, l´industria e le Pmi. Malgrado le difficoltà, resto ottimista. Sono convinto che la nostra industria sia solida, le Pmi ricche di potenzialità e capaci di affrontare le sfide del mondo globale. Ma la politica ha il dovere e l´urgenza di fare pienamente la sua parte. “  
   
   
BRUXSELLES: LA PLENARIA DISCUTE LE ULTIME MISURE PROPOSTE PER USCIRE DALLA CRISI DELL´EUROZONA  
 
 Bruxelles, 17 ottobre 2011 - Durante il dibattito in Aula sulle misure proposte dal Presidente della Commissione Barroso per uscire dalla crisi, inclusi la ricapitalizzazione delle banche europee e ulteriori misure di governance economica, un senso d´urgenza è prevalso negli interventi dei deputati. Alcuni hanno sostenuto a pieno le proposte, altri ne hanno sottolineato la mancanza di ambizione. Ci sono state anche molte domande sul previsto processo di ricapitalizzazione. Joseph Daul (Ppe, Fr): "Accolgo con favore le proposte di Barroso. Dobbiamo ora smettere di lavorare col contagocce e adottare un approccio più ambizioso". Martin Schulz (S&d, De): "Sapevamo ciò che bisognava fare con le banche già tre anni fa, ma non è stato fatto nulla. Se i contribuenti pagheranno per salvare le banche, allora le banche dovranno essere subordinate agli stati". Guy Verhofstadt (Alde, Be): "La ricapitalizzazione bancaria deve essere effettuata secondo un piano europeo e non attraverso piani nazionali. Abbiamo anche bisogno di introdurre gli Eurobond al più presto possibile e di rimuovere la regola del voto all´unanimità nel Fondo salva stati". Rebecca Harms (Verdi/ale, De): "Prima di procedere con la ricapitalizzazione delle banche, vediamo di capirne il costo. Se le ricapitalizziamo, allora bisogna fermare le pratiche attuali di bonus e pagamenti". Jan Zahradil (Ecr, Cz): "La soluzione non è più Europa e ricapitalizzazione, ma bancarotte controllate e fallimenti consentiti". Lothar Bisky (Gue/ngl, De): "Il problema è che ci sarà una battaglia per applicare le misure proposte da Barroso. Inoltre, le misure che sono in vigore stanno colpendo i cittadini e non chi ha causato la crisi. Nigel Farrage (Efd, Uk): "Il tentativo di salvare l´Euro è uno schema Ponzi".  
   
   
CRISI DELLA ZONA EURO: I DEPUTATI CHIEDONO RISPOSTE COMUNI E RIFORME  
 
 Bruxelles, 17 ottobre 2011 - Il Parlamento chiede la preparazione di una "road map" per uscire dalla crisi, in una risoluzione approvata giovedì che propone, fra l´altro, la ricapitalizzazione delle banche europee, un´ulteriore armonizzazione dei sistemi fiscali nazionali, l´emissione di Eurobond e una governance comunitaria per la zona euro più forte. I deputati, in una risoluzione approvata giovedì, chiedono alla Commissione di presentare un piano Ue, con una precisa tabella di marcia, per ripristinare la fiducia nei mercati finanziari. Il piano dovrebbe essere basato sul metodo comunitario, inserito cioè nella struttura decisionale dell´Unione, ed evitare l´utilizzo di strumenti intergovernativi. Il Parlamento ritiene che la ricapitalizzazione delle banche debba avvenire a livello europeo e non essere attuata secondo priorità nazionali. I deputati propongono anche di completare la riforma del regolamento comunitario sul mercato finanziario, per rendere l´Ue più forte nel caso di una crisi futura, e chiedono ai governi nazionali di armonizzare i sistemi fiscali e prendere misure comuni per combattere la frode. Eurobond e "project bond" - Sul fronte della crescita, i deputati vogliono l´emissione di obbligazioni destinate al finanziamento di progetti (project bonds) e la messa a punto di un meccanismo che permetta alla Commissione di imporre con rapidità il rispetto delle regole del mercato comune agli Stati membri. Per affrontare al meglio la crisi finanziaria della zona euro, il Parlamento chiede alla Commissione di presentare, entro la fine di quest´anno, un piano per la creazione di un sistema di emissione comune di titoli sovrani europei (Eurobond), sottolineando che ciò aiuterebbe a garantire una maggiore disciplina di bilancio e più stabilità nei mercati. Infine, il testo approvato consiglia il rafforzamento della governance economica a livello Ue. Prossime tappe - La risoluzione rappresenta il contributo del Parlamento alle discussioni che si terranno fra i Capi di Stato e di governo al prossimo Consiglio europeo del 23 ottobre.  
   
   
SCHENGEN: "BULGARIA E ROMANIA NON DEVONO DIVENTARE OSTAGGIO D´ISTANZE POPULISTE"  
 
Bruxelles, 17 ottobre 2011 - Gli Stati membri dovrebbero evitare populismi nazionali e consentire l´ingresso di Bulgaria e Romania nell´area Schengen, prendendo in considerazione esclusivamente i criteri esistenti. Questa è la posizione del Parlamento approvata giovedì scorso in una risoluzione che invita il Consiglio europeo ad adottare le misure necessarie per consentire a entrambi i paesi di entrar a far parte dell´area senza frontiere. In seguito alla decisione dei governi olandese e finlandese del 22 settembre di bloccare la richiesta di Romania e Bulgaria di far parte della zona Schengen, il Parlamento ha votato a larga maggioranza per ribadire il sostegno a includere entrambi i Paesi nell´area Schengen. Bulgaria e Romania "hanno entrambi soddisfatto tutti i criteri" per aderire, insistono i deputati e hanno pienamente attuato le regole di Schengen, che è "l´unico prerequisito alla loro adesione" all´area. Il Parlamento sollecita tutti gli Stati membri a decidere sulla loro adesione "sulla sola base dell´acquis e delle procedure di Schengen". Criteri addizionali non possono essere imposti a questi due paesi, sottolinea sempre il Pe, chiedendo ai governi nazionali di onorare i propri impegni e di "non dare la priorità al populismo nazionale". I deputati hanno invece respinto un emendamento che chiedeva alla Commissione di presentare proposte per rafforzare la zona Schengen incorporando nella legislazione comunitaria nuovi criteri d´adesione su criminalità e corruzione. Sicurezza dei confini: Bulgaria e Romania sono partner affidabili "I due paesi hanno ridisegnato e riorganizzato in modo sostanziale i propri sistemi di gestione integrata delle frontiere, investendo considerevolmente nelle autorità incaricate dell´applicazione della legge (...) ed hanno visibilmente rafforzato il proprio quadro istituzionale e giuridico", sottolinea la risoluzione. Il Pe nota infine "il sostegno e la solidarietà regolarmente dimostrati dalla Bulgaria e dalla Romania quali partner affidabili" dell´Europa sud-orientale, nonché il loro costante contributo alla sicurezza delle frontiere in questa parte dell´Unione. "La Bulgaria e la Romania meritano di far parte dell´area Schengen. Hanno soddisfatto tutti i criteri. I loro confini sono sicuri. Chiedo a tutti gli Stati membri i prendere la decisione di allargare Schengen a Romania e Bulgaria solo sula base dell´aquis comunitario e le procedure esistenti. La Bulgaria e la Romania dovono poter contare sulla solidarietà e la correttezza dei partner europei", ha detto il Presidente del Pe Jerzy Buzek.  
   
   
NUOVI POTERI D´ INCHIESTA PER GLI EURODEPUTATI  
 
Bruxelles, 17 ottobre 2011 - La Commissione Affari Costituzionali ha approvato il 13 ottobre nuove norme per rafforzare l´esercizio del diritto d´inchiesta del Parlamento europeo includendovi il diritto di condurre indagini sul campo, citare testimoni, richiedere documenti e relazioni di esperti. Traendo spunto dalle nuove competenze politiche conferitigli dal Trattato e dalle sue precedenti commissioni d´inchiesta, i deputati ritengono che gli attuali poteri d´inchiesta del Parlamento siano limitati e che, quindi, dovrebbero essere estesi per permettergli di esaminare approfonditamente le presunte violazioni o i casi di cattiva amministrazione nell´applicazione del diritto comunitario. Il rapporto, redatto da David Martin (S&d, Regno Unito), invita il Consiglio e la Commissione a concordare una serie di modifiche dell´attuale diritto di inchiesta del Parlamento europeo, includendo nuove disposizioni in materia di sanzioni e di cooperazione con le autorità locali. Testimonianza sotto giuramento e altri nuovi poteri - Il diritto d´inchiesta è un elemento importante dei poteri di sorveglianza e, a tal fine, secondo gli eurodeputati, alle commissioni d´inchiesta dovrebbe essere consentito di condurre indagini sul campo, anche ricevendo aiuto e assistenza da parte delle autorità nazionali, chiedere documenti, citare testimoni, sentire funzionari e altri agenti dell´Unione o degli Stati membri e chiedere relazioni di esperti. Se lo ritiene necessario, la commissione d´inchiesta deve poter citare come testimone chiunque sia residente nell´Unione europea. Ai testimoni, preventivamente informati dei loro diritti e obblighi, potrà essere richiesto di prestare giuramento pur mantenendo sia il diritto di rifiutare, sia le altre forme di tutela garantite, in casi analoghi, dalla propria legislazione nazionale. Sanzioni per il rifiuto ingiustificato e per falsa testimonianza - Secondo le nuove norme, gli Stati membri dovranno prevedere sanzioni per chi si rifiuta di testimoniare o di fornire, senza giustificato motivo, i documenti richiesti, chi fornisce falsa testimonianza e chi corrompe i testimoni. I prossimi passi - Secondo le nuove disposizioni introdotte dal Trattato di Lisbona, la nuova proposta di regolamento del Parlamento europeo, per entrare in vigore deve ricevere l´approvazione della Commissione europea e del Consiglio. Una volta completata tale procedura, il regolamento diviene immediatamente applicabile in tutti i Paesi membri. Background - Dal 1995, quando l´esercizio del diritto di inchiesta è stato introdotto, il Parlamento ha istituito tre commissioni di inchiesta: per indagare sulle frodi in materia di Iva e di dazi doganali in regime di transito comunitario (1995), per la crisi dovuta alla malattia della mucca pazza (Esb) (1997), e per la debacle finanziaria della compagnia di assicurazione "Equitable Life".  
   
   
BRUXELLES: UNA RIFORMA DELL´IVA PER COMBATTERE LA FRODE E AIUTARE LE PICCOLE IMPRESE  
 
Bruxelles, 17 ottobre 2011- Fra le proposte più rilevanti approvate giovedì dal Parlamento ci sono forti interventi per combattere la frode fiscale, esenzioni per le piccole imprese e le Ong e tassi ridotti per i prodotti "verdi". I deputati chiedono anche un ruolo più forte per la Commissione nel processo di armonizzazione dei regimi Iva per ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese. La risoluzione è la risposta del Parlamento europeo al Libro verde della Commissione sul futuro dell´Iva, pubblicato a dicembre 2010, e costituisce un contributo alla preparazione della futura strategia europea sul futuro dell´Iva, attesa per la fine di quest´anno. Il relatore del provvedimento David Casa (Ppe, Mt), durante il dibattito di giovedì mattina, ha dichiarato: "Alcuni imprenditori, con i quali ho parlato, mi hanno spiegato che preferiscono fare affari con paesi non Ue perché hanno un regime Iva più semplice. Questo non deve più succedere. Dobbiamo semplificare e migliorare le infrastrutture e allo stesso tempo dare priorità anche alla lotta alle frodi fiscali che incidono ogni anno per diversi miliardi". Maggiori entrate ma anche più incentivi per le imprese - L´obiettivo principale della risoluzione è trovare un equilibrio tra il mantenimento del gettito Iva ai livelli necessari per fornire una fonte importante di entrata e, al tempo stesso, assicurarsi che tale gettito non soffochi le attività imprenditoriali. Ciò potrebbe essere realizzato principalmente grazie alla lotta contro la frode (che costa attualmente all´Ue 100 miliardi di euro in entrate mancate) e riducendo la sovrabbondanza di esenzioni e tariffe diverse. Inoltre, l´elaborazione intelligente a livello europeo di nuovi regimi Iva semplificherebbe la vita degli imprenditori onesti e aiuterebbe le organizzazioni non-profit nella fornitura di beni e servizi. Il settore del volontariato e delle piccole imprese - La risoluzione invita la Commissione a proporre un meccanismo che consenta agli Stati membri che desiderano rafforzare la società civile introdurre un´esenzione Iva generale per tutte o per la maggior parte delle attività svolte da organizzazioni no-profit, con particolare riferimento alle Ong più piccole. Si chiede inoltre alla Commissione e agli Stati membri di considerare l´introduzione a livello europeo di una soglia di esenzione Iva per le Pmi, al fine di ridurre la burocrazia e costi e per facilitare l´accesso al mercato interno. Strategia verde in materia di Iva - La risoluzione chiede una "strategia verde in materia di Iva" che preveda aliquote ridotte sui prodotti eco-compatibili per renderli più competitivi rispetto a quelli non-ecologici più a buon mercato.  
   
   
UE: SICILIA GUIDERA´ PARTECIPAZIONE REGIONI A FASE LEGISLATIVA  
 
Roma, 17 ottobre 2011 - La Conferenza dei Presidenti delle Regioni il 13 ottobre ha definito un primo elenco di materie e i relativi rappresentanti regionali per partecipare alla fase ascendente, ovvero quella fase che vedra´ gli enti locali e territoriali partecipare alla formazione degli atti comunitari dell´Unione Europea. Le leggi vigenti prevedono, in applicazione dell´articolo 117 della Costituzione, che le Regioni "co-decidano" la posizione italiana da sostenere d´intesa con il governo in sede di Unione Europea. Tale partecipazione verra´ avviata dopo l´ufficializzazione alla Conferenza Stato-regioni, sede nella quale si concerta la posizione italiana, e riguardera´ i settori di maggiore interesse per le Regioni, gia´ in discussione a Bruxelles, quali il bilancio pluriennale 2013-2020 e le principali politiche dell´Ue: coesione, agricoltura e sviluppo rurale, rete transeuropea dei trasporti, prossimita´ mediterranea, etc. La Regione Siciliana, che coordina la commissione per gli Affari Europei e Internazionali delle Regioni italiane, guidera´ la partecipazione regionale ai negoziati fra i 27 paesi membri nell´ambito della delegazione italiana . Gli esperti designati dal Presidente della Regione Siciliana per assolvere a questa nuova e delicata funzione sono: il dirigente generale per gli Affari Europei e Internazionali, Francesco Attaguile, i dirigenti della Programmazione, Felice Bonanno e Giuseppe Scorciapino e il dirigente generale delle Infrastrutture e Trasporti, Vincenzo Falgares. Attaguile, che ha condotto per conto delle Regioni le lunghe trattative con le Amministrazioni centrali per avviare l´applicazione di quanto previsto dalla Costituzione e dalle Leggi di attuazione di questa importante Riforma, ha dichiarato che "si tratta di un rilevante salto di qualita´ del ruolo delle Regioni italiane nella governance europea, che comportera´ nuove responsabilita´ e rafforzera´ notevolmente la posizione italiana".  
   
   
MACROREGIONE ADRIATICO IONICA: RICADUTE CONCRETE SUL TERRITORIO. IL CORRIDOIO BALTICO-ADRIATICO SARA` ESTESO ANCHE ALLE MARCHE.  
 
Ancona, 17 Ottobre 2011 - Infrastrutture, ambiente, politica marittima integrata, sicurezza, trasporti: queste alcune delle aree su cui interverra` il ´piano di azione´ che nasce dalla macroregione adriatico ionica, il cui parere presentato dal presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca e` stato approvato il 12 ottobre all´unanimita` a Bruxelles dalle 275 Regioni d´Europa. Non solo strategie ma anche risultati concreti. Il primo e` l´emendamento all´indirizzo della Commissione in materia di infrastrutture inserito nello stesso parere, approvato ieri dall´assemblea, che prevede il prolungamento a sud del Corridoio baltico-adriatico Helsinki-ravenna, con l´inserimento delle Marche e di Ancona nel tracciato. ´La macroregione adriatico ionica ´ ribadisce Spacca ´ non implica solo strategie geopolitiche e opzioni rispetto alla programmazione finanziaria europea 2014-2020 e alla rimodulazione di quella 2007-2013: ci sono gia` effetti concreti, per esempio quelli inseriti nel parere del Comitato delle Regioni. Il piu` importante riguarda il Corridoio baltico-adriatico per il quale la Commissione europea ha approvato a giugno un indirizzo per il Parlamento europeo ed il Comitato delle Regioni, prevedendo che il Corridoio stesso si estenda da Helsinki a Ravenna. Nel documento approvato ieri dal Comitato delle Regioni il Corridoio, e con esso le previste connessioni intermodali, viene prolungato verso sud interessando l´intera area adriatica italiana e quindi le Marche, Ancona e il suo porto´. Le strategie macroregionali del Baltico, del Danubio insieme a quella adriatico ionica e alle future strategie dell´Ue - e` scritto nel documento - possono creare interconnessioni e sinergie, anche infrastrutturali. Esse dovrebbero costituire un asse ideale fra nord e sud dell´Europa e, in questo contesto, la macroregione adriatico ionica rafforzerebbe e decongestionerebbe l´accesso sudorientale dell´Europa, potendo comprendere anche l´area del Mediterraneo centro orientale attraverso l´allungamento del Corridoio baltico-adriatico, previsto dalla comunicazione della Commissione del 29 giugno 2011, e la sua connessione con le reti intermodali.  
   
   
SEDUTA COSTITUTIVA DEL GECT EUREGIO: PROGETTI SU CORRIDOIO VERDE, PEDAGGI, APPRENDIMENTO LINGUISTICO  
 
 Bolzano, 17 ottobre 2011 - Diventa operativo il nuovo organismo di collaborazione transfrontaliera attorno all’area del Brennero: i tre governatori Luis Bolzano.durnwalder (Alto Adige), Lorenzo Dellai (Trentino) e Günther Platter (Tirolo) hanno riunito il 13 ottobre a Castel Tirolo il Direttivo e l’Assemblea generale del Gruppo europeo di cooperazione tranfrontaliera – Gect, il soggetto giuridico che avvia progetti comuni nell’Euregio. Approvato il programma di lavoro: priorità al corridoio verde lungo il Brennero, con la richiesta di aumento uniforme dei pedaggi, a apprendimento linguistico, ricerca, unione delle infrastrutture nell’energia. Dal 13 settembre il Gect "Euregio Tirol-alto Adige-trentino" è iscritto ufficialmente nello specifico registro e figura come 21mo Gruppo europeo di cooperazione territoriale nell´Ue. Sulla base di questo quadro giuridico si può quindi avviare il concreto lavoro di collaborazione tra i tre territori alpini. Castel Tirolo ha ospitato la seduta costitutiva degli organi del Gect dell´Euregio: il direttivo composto dai tre Governatori e l´assemblea allargata ai Presidenti dei Consigli provinciali, a tre assessori (per la Giunta provinciale anche l’assessore Florian Mussner) e a tre consiglieri. I governatori Durnwalder, Dellai e Platter hanno ricordato che il Gect è una forma strutturata di cooperazione, dotata di personalità giuridica e quindi in grado di agire direttamente in nome e per conto dei suoi membri. Il Gect si configura quindi come il braccio operativo dell’Euregio. "Assieme possiamo fare molto di più che non da soli - ha sintetizzato Durnwalder la filosofia del nuovo organismo – cercando soluzioni fattibili e pragmatiche alle questioni che lungo l’asse del Brennero interessano le nostre popolazioni. Con l’Euregio abbiamo creato un coro, oggi non è più possibile cantare da soli." Durnwalder, presidente di turno, ha ribadito che "il Gect non sposta i confini ma può proporre una regione europea che offre prospettive ai giovani e si fa sentire anche a Bruxelles." Dellai ha ribadito questa tesi ricordando che “l’Euregio può dare più stabilità alle nostre autonomie e favorire l’azione di un’Europa dei popoli e dei territori, in un momento di crisi dell’Europa degli Stati nazionali.” Anche il Landeshauptmann Platter ha ribadito che “l’Euregio è l’unica via del futuro.” In concreto l’Assemblea ha approfondito molte piste di lavoro e approvato il programma di attività per il 2012. Confermata l’intenzione di creare un Corridoio verde del Brennero, sia per il traffico che per la politica energetica. In questo contesto uno degli obiettivi che il Gect vuole perseguire è un aumento uniforme dei pedaggi autostradali da Monaco a Verona: “Un aumento delle tariffe ha una logica solo se viene esteso a tutto il corridoio e in tal senso va la decisione approvata oggi, che verrà trasmessa ai due Stati nazionali”, ha spiegato Durnwalder. Le indicazioni in tema di energia puntano ad accelerare il passaggio dall’attuale management a un sistema a più basse emissioni di Co2, a sfruttare risorse locali e rinnovabili e ad avvicinarsi gradualmente all’obiettivo dell’autonomia energetica. Tra le misure concrete le tre Giunte elencano la rapida realizzazione del tratto di completamento della linea elettrica transfrontaliera al Brennero, a Passo Resia e San Candido, grazie a elettrodotti in cavo, nonché la crescita delle sinergie tra le principali imprese energetiche, le principali municipalizzate e le aziende elettriche comunali dell’Euregio. Sul piano della ricerca, si punta a istituire un Comitato strategico per sviluppare attività di ricerca congiunte e giungere alla costituzione di centri di ricerca secondo tematiche specifiche. Con il Gect si vogliono potenziare anche gli scambi di docenti e studenti delle tre Università. Attenzione massima, nelle intenzioni dei tre Governi, anche alle collaborazioni in campo culturale, puntando ad accrescere la conoscenza delle lingue parlate nell’area euroregionale, a mettere in rete le istituzioni culturali più importanti di Alto Adige, Tirolo e Trentino, a sviluppare iniziative di valorizzazione della cultura giovanile. Uno dei primi passi sarà ovviamente quello di dare visibilità al Gect (“con un logo, un sito Internet e un’informazione moderni, eventualmente anche con una unica bandiera”, ha spiegato Durnwalder), ma soprattutto “a farlo entrare nella testa della popolazione e a convincere 1,7 milioni di cittadini di Alto Adige, Trentino e Tirolo che l’Euregio porterà benefici concreti.”  
   
   
COMMERCIO ESTERO: POLIDORI, CONCEPITE PROPOSTE PER STATI GENERALI ANCHE BAULI E DAMIANI SI AGGIUNGONO AL GRUPPO DEI BIG  
 
Roma, 17 ottobre 2011 - Prendono forma le proposte legislative da portare al tavolo dei lavori dei prossimi stati generali del commercio con l´estero, a Roma il 28 e 29 ottobre. Le idee sono state presentate il 14 ottobre dai sei imprenditori a capo dei rispettivi tavoli made in Italy, e faranno parte del documento finale che sarà il manifesto per il rilancio del settore. I tavoli di lavori si sono riuniti nella sede del dicastero di viale Boston, alla presenza del sottosegretario al Commercio con l´Estero, Catia Polidori. "Siamo in dirittura d´arrivo: i tavoli settoriali stanno ultimando le proposte da presentare all´Assemblea di fine ottobre" - ha dichiarato il sottosegretario - " Non posso anticiparne i contenuti, ma sicuramente sono state concepite misure legislative per dare incisività alla proiezione internazionale dell´Italia e per contribuire al dibattito relativo alla creazione di un nuovo soggetto per accompagnare più efficacemente le imprese sui mercati internazionali. Questo e´ il momento di agire sull´unica voce positiva del nostro pil - ha concluso Polidori - Come anche oggi ci confermano i dati Istat, nel mese di agosto le esportazioni italiane nel mondo tornano infatti a registrare una crescita a due cifre (+16,2%) evidenziando un balzo in avanti più favorevole nei paesi dell’U.e (+17,1%) e contemporaneamente notevole anche nei paesi extra-Ue (+15,2%). Si tratta, ancora una volta, del valore più alto che risulta dalle serie storiche dell’Istat". Le misure citate, che faranno parte del documento finale, verranno inviate in anticipo ai partecipanti finora iscritti agli stati generali dando la possibilità, dunque, ad ognuno di fornire le proprie osservazioni da discutere nella due giorni finale. Il sottosegretario Polidori ha infine annunciato l´arrivo di due nuovi big dell´industria, in aggiunta ai nomi già in campo: Michele Bauli (Bauli spa) e Guido Grassi Damiani (Damiani Spa ). Si ricorda che i sei imprenditori, presidenti di altrettanti tavoli di lavoro settoriali sono Simone Bettini, Maurizio Marinella, Rodolfo Ortolani, Luca Poncato, Gianluca Rana, Roberto Snaidero. I tavoli riguardano i sei comparti principali del Made in Italy (Agroalimentare; Ambiente/energia; Arredo-sistema casa; Automazione – Meccanica – Mobilità; Abbigliamento – Sistema persona e Servizi) e sono composti da associazioni di categoria, funzionari del ministero sviluppo economico, Unioncamere e Assocamerestero. A questi nomi si erano aggiunti, nei giorni scorsi, altrettanti big del calibro di Francesco Divella (pasta Divella); Gaetano Maccaferri (Gruppo Maccaferri) ; Antonio Moretti ( Arfango /Tenuta Sette Ponti); Carlo Palmieri ( Carpisa/ Yamamay); Ettore Riello ( Riello group Spa ) e Luisa Todini (Todini Costruzioni).  
   
   
LOMBARDIA. 9,3 MLN A 23 COMUNITÀ MONTANE. ECCO IL RIPARTO FORMIGONI: CONTIAMO SULL´EFFICIENZA E LA CORRESPONSABILITÀ  
 
 Milano, 17 ottobre 2011 - Arrivano nuove risorse per le Comunità montane della Lombardia. La Giunta regionale, su proposta del presidente Roberto Formigoni e dell´assessore al Bilancio, Finanze e Rapporti istituzionali Romano Colozzi, il 13ottobre ha approvato il riparto 2011 di 9,3 milioni di euro per le 23 Comunità montane lombarde. Si tratta di finanziamenti in spesa corrente, che garantiranno il funzionamento degli enti territoriali che garantiscono servizi importanti per i cittadini e opere di tutela e valorizzazione del territorio di montagna. "Dopo le ultime disposizioni normative nazionali - spiega il presidente Roberto Formigoni - molte Regioni hanno deciso di abolire le Comunità montane o modificarle geneticamente, trasformandole in Unione di Comuni. Regione Lombardia invece ha deciso di proseguire con la propria riforma varata nel 2002 all´insegna dell´ammodernamento e della responsabilizzazione di questi soggetti istituzionali, attivi nelle aree montane, che costituiscono quasi il 50 per cento del territorio regionale". Le risorse sono state ripartite in base a criteri oggettivi, stabiliti dalle leggi vigenti, quali la popolazione, la densità abitativa, la vastità dell´area ecc. Il riparto 2011 ha registrato il parere favorevole del Comitato per la montagna, riunitosi nei giorni scorsi. "I finanziamenti approvati oggi - sottolinea l´assessore Colozzi - sono particolarmente importanti, a seguito dell´azzeramento delle risorse nazionali per la montagna. La nostra riforma regionale ha previsto innovazioni significative anche a livello finanziario: i bilanci delle comunità montane sono confrontabili fra di loro, perché basati su parametri standard. Abbiamo stabilito criteri di efficienza e trasparenza, che permettono l´ottimizzazione delle risorse e il controllo delle spese, soprattutto in un contesto così delicato nel settore della finanza pubblica". Ecco le risorse assegnate alle Comunità montane. Oltrepo pavese 409.453 euro, Alto Garda bresciano 318.618, Valle Sabbia 391.856, Valle Trompia 385.405, Valle Camonica 660.027, Sebino bresciano 223.846, Laghi bergamaschi 567.094, Valle Seriana 651.393, Di Scalve 327.218, Valle Brembana 421.305, Valle Imagna 184.497, Lario Orientale-valle Sanmartino 418.284, Valsassina-valvarrone-val D´esino e Riviera 311.075, Triangolo Lariano 297.733, Lario-intelvese 227.452, Del Lario e del Ceresio 500.511, Alta Valtellina 592.110, Valtellina di Tirano 351.527, Valtellina di Sondrio 485.483, Valtellina di Morbegno 360.943, Valchiavenna 425.737, del Piambello 355.114, Valli del Verbano 433.319.  
   
   
UNIONE COMUNI, LIGURIA VERSO LO SPORTELLO MULTIENTE TELEFONO-AMICO E MAIL PER I SINDACI ALLE PRESE CON I TAGLI  
 
Genova, 17 Ottobre 2011 - Per favorire l´integrazione e le Unioni fra i piccoli comuni sotto i cinquemila abitanti e gestire in maniera associata i servizi, dopo i significativi tagli della manovra finanziaria agli enti locali, la Regione Liguria dà vita a uno Sportello Multiente. Al nuovo servizio della Regione Liguria i sindaci potranno chiedere pareri, quesiti, informazioni legislative e organizzative in vista della scadenza del 31 dicembre 2012, quando la Regione Liguria dovrà definire l’istituzione dell´unioni dei comuni sul territorio. L´iniziativa è stata resa nota dall´assessore alle Infrastrutture Raffaella Paita che, su indicazione del presidente Claudio Burlando, segue il progetto del quale ha informato i sindaci della Liguria, invitando i comuni che ancora non hanno fornito una serie di dati richiesta dalla Regione Liguria, a usufruire del nuovo servizio. "L´obiettivo di questo servizio, così come per gli incontri che stiamo organizzando sul tema, è quello di costruire una riforma dal basso, nei limiti stabiliti dalla norma nazionale, coinvolgendo i comuni nell´impostazione." - spiega l´assessore Paita - "Abbiamo creato un gruppo di lavoro dedicato e trasversale, nella convinzione che questa possa essere una grande opportunità se impostata con la necessaria flessibilità. Purtroppo la norma nazionale, così come è, consente pochi margini, ma noi cercheremo di sfruttarli tutti mettendo al primo posto le esigenze di un territorio molto complesso come il nostro." Lo sportello, attivo da lunedì 17 ottobre, è composto dai funzionari Adriana Bottero, contattabile il lunedì e il martedì dalle 9,30 alle 13 al numero telefonico 010-5485406 e Maurizio Masnata, il giovedì e il venerdì, dalle 9,30 alle 13, al numero telefonico 010-5484637. I comuni potranno; anche scrivere all´e-mail: comuniassociati@regione.Liguria.it Investita dal governo del compito di definire il nuovo assetto istituzionale locale incentrato sulle forme associative intercomunali, la Regione Liguria coinvolgerà nel nuovo servizio i diversi assessorati competenti per materia, dal patto di stabilità, al bilancio, ai distretti sociali, alle ex Comunità Montane.  
   
   
L’IMPATTO DELLA CRISI IN PIEMONTE  
 
Torino, 17 ottobre 2011 - Un attento monitoraggio sull’andamento della crisi in Piemonte, condotto tramite ricerche specifiche ed effettuato dal Sistema informativo delle Attività produttive della Regione in collaborazione con l’Ires, ha permesso di approfondire l’impatto della congiuntura economica e di indagare su alcuni fattori che potrebbero essere rilevanti nella fase di ripresa. Tra i risultati più significativi, il fatto che le imprese della componentistica auto hanno fatto registrare un netto recupero in termini di fatturato nel 2010, soprattutto grazie agli investimenti effettuati. Il settore ha contribuito così alla ripresa produttiva con una crescita delle esportazioni superiore a quella rilevata per le autovetture, testimoniando la rilevanza del comparto in Piemonte, caratterizzato da un’elevata presenza di imprese medio-piccole. “Il governo regionale ha già messo in campo le sue ricette contro la crisi attraverso i piani fin qui attuati - ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico, Massimo Giordano, durante la presentazione delle ricerche, svoltasi il 13 ottobre a Torino - e concentrerà gli sforzi nei prossimi tre mesi sulle seguenti priorità: credito, internazionalizzazione, giovani e ricerca industriale. Partiranno infatti le misure sulla nuova regolamentazione del sistema dei condifi e lanceremo il piano per l’internazionalizzazione, per intercettare le opportunità del mercato estero. Inoltre, nei prossimi giorni verrà dato il via all’attuazione delle misure del Piano giovani e alle piattaforme dell’aerospazio e dell’automotive. Quest’ultima ha l’obiettivo di diventare di carattere nazionale, così come abbiamo concordato con il ministro Gelmini”. Un primo studio si concentrava sull’andamento della componentistica automotive. Fra le imprese del campione (200) si avverte nel 2010 un netto recupero in termini di fatturato (oltre la metà ha segnalato l’aumento), che interessa soprattutto le più grandi. In generale si osserva una certa reattività, in quanto la metà delle imprese ha effettuato investimenti negli ultimi due anni (2009 e 2010), soprattutto le maggiori. Si tratta in prevalenza di investimenti in macchinari, in un terzo dei casi per ampliamento della capacità produttiva e non semplicemente sostitutivi. Nel complesso un buon numero segnala l’adozione di specifiche strategie: fra le principali, oltre alla diversificazione del mercato, rivestono una certa rilevanza l’innovazione, soprattutto di processo, la riduzione dei costi (anche del personale) ma anche la collaborazione con altre imprese ed il rafforzamento patrimoniale. I giudizi sulle prospettive dell’investimento a Mirafiori mettono in evidenza come fra le piccole e medie imprese della componentistica vi siano differenti opinioni sulle opportunità che ne possono derivare per il futuro produttivo a livello locale, ma tendono a prevalere le attese ottimistiche. Anche sul fronte dell’occupazione si constata una certa ripresa, ma non nelle microimprese, dove il numero degli addetti continua a diminuire. Pur nel breve lasso temporale considerato dall’indagine, l’uscita dalla crisi sembrerebbe avvantaggiare le imprese più strutturate. Un secondo studio ha approfondito l’impatto della crisi attraverso l’analisi di un campione di bilanci di imprese a livello nazionale, per testare, nei limiti dei dati a disposizione, alcuni fattori ritenuti sensibili nel determinare le performance delle imprese nella crisi, che potrebbero essere rilevanti anche nella fase di ripresa. Si confermano andamenti settoriali differenziati (alimentare con andamento più positivo, tessile, notoriamente un settore in crisi da molto tempo, più negativo) e si evidenzia un impatto della crisi più forte nelle aree più industrializzate e vocate all’export del paese. Se si osservano le grandezze in questione, la dimensione dell’impresa, misurata dal numero di addetti, sembra giocare meno favorevolmente sulla dinamica dell’attività, sia nella fase di espansione sia nella fase di crisi. Avere un ciclo produttivo più integrato o l’aver internalizzato fasi produttive esterne ha avuto un impatto positivo sul livello di attività, divenuto più accentuato nella fase di crisi. Inoltre, a proposito del ruolo delle banche, è stato ricostruito il punto di vista degli esperti di banca rispetto alla situazione dell’economia regionale e le sue prospettive, la loro visione dei punti di forza e debolezza del sistema produttivo regionale e il loro atteggiamento nei confronti delle imprese. Come già indicato da precedenti analisi, le banche hanno, nel periodo immediatamente antecedente la crisi, allargato le opportunità di credito. Le imprese si sono trovate di fronte alla necessità di finanziare la gestione corrente con minor autofinanziamento: quelle che hanno aumentato il credito bancario spiegano come ragioni principali l’insufficienza del ciclo attivo-ricavi e i ritardi negli incassi. E’ stato infine realizzato un approfondimento su alcune imprese in amministrazione straordinaria nel contesto delle nuovo atteggiamento emerso con la riforma del diritto societario nell’affrontare la crisi d’impresa, che ha dato maggior impulso all’obiettivo della continuità dell’impresa in situazioni di crisi, nel bilanciamento con l’obiettivo della tutela dei creditori (storicamente preponderante nel diritto fallimentare italiano). Emergono le difficoltà nell’utilizzo dello strumento, che dimostra le sue possibilità di maggior successo nella tempestività dei meccanismi decisionali nella fase acuta della crisi, nella capacità delle reti territoriali (istituzioni, realtà imprenditoriali, mondo bancario) di costruire opportunità per la continuità d’impresa alternative e trova i suoi maggiori limiti nella difficoltà di anticipazione delle crisi.  
   
   
LA REGIONE CALABRIA DECISA A FERMARE L’ESBORSO FINANZIARIO CAUSATO DAI CONTRATTI DI FINANZA DERIVATA ATTIVATI TRA IL 2003 E IL 2007.  
 
 Catanzaro, 17 ottobre 2011 - La Giunta regionale, nella riunione del 14 ottobre, su proposta dell’Assessore al Bilancio Giacomo Mancini, ha approvato un’importante delibera con la quale si autorizza il Dipartimento “Bilancio” ad effettuare una dettagliata analisi delle operazioni di Finanza in cui la Regione Calabria è parte, ricorrendo al supporto di un esperto esterno, specializzato in materia di finanza derivata e ristrutturazione del debito, in grado di fornire all’Ente la stima esatta dei valori attuali dei contratti in vigore, precisandone l’andamento e il flusso futuro. Da tempo la Regione ha affrontato la questione dei derivati. E’ stata intrapresa un’azione civile e penale contro gli istituti bancari che hanno promosso i contratti, sostenuta dalle osservazioni che la Corte dei Conti ha espresso sull’argomento, rilevando l’antigiuridicità dei rapporti tra gli istituti di credito e l’Ente. Proprio le banche chiamate in causa si sono dette disponibili ad aprire un tavolo di discussione per individuare una soluzione transattiva per soddisfare in tempi brevi le pretese risarcitorie avanzate in sede giudiziaria dalla Regione. “La stima del valore dei contratti – ha commentato l’assessore Mancini – è condizione imprescindibile per una valutazione precisa degli aspetti economici della vicenda derivati. L’obiettivo dunque è avere dati certi su condizioni contrattuali di assoluto sfavore per la Regione che continuano a pesare negativamente sul bilancio regionale, a prescindere dagli andamenti dei mercati”.  
   
   
SARDEGNA, CAPPELLACCI: "TAGLIO NUMERO DI CONSIGLIERI APRA NUOVO CORSO DELLA POLITICA"  
 
Cagliari, 17 Ottobre 2011 - "Il taglio del numero dei consiglieri riporta la macchina politico-amministrativa sarda a dimensioni più proporzionate rispetto alla nostra realtà sociale". Così il presidente Cappellacci ha commentato la decisione del Consiglio di portare il numero di consiglieri da 80 a 60. "L’auspicio - ha aggiunto - è che questo segnale apra la strada a un nuovo corso della politica in cui cessi la pratica di urlare con le orecchie tappate, di misurarsi sulla base dei decibel e si riscopra la capacità di trovare soluzioni condivise anche attraverso il dialogo tra soggetti che hanno una diversa appartenenza politica. Questo è l´atteggiamento che può aprire non solo la via delle riforme istituzionali, che sono fondamentali, ma anche e soprattutto a quella riforma quotidiana della politica che deve concretizzarsi nei comportamenti di ciascuno, indispensabile per determinare una ripresa non solo economica, ma morale, ideale e culturale del nostro paese e della nostra isola".  
   
   
REGIONI: SICILIA, INVESTIRE PER LA CRESCITA DEL PAESE  
 
 Roma, 13 ottobre 2011 - La Conferenza delle Regioni continua il serrato lavoro per giungere a soluzioni condivise, anche dalle parti sociali, per il rilancio e la crescita del Paese. Alla seduta del 13 ottobre, nella quale e´ stato esaminato il documento sulla crescita economica elaborato insieme ad Anci ed Upi, ha partecipato l´assessore all´Economia della Regione Siciliana Gaetano Armao. "La Sicilia - ha dichiarato a margine della seduta l´Assessore Armao - ha gia´ avviato un programma di misure per gli investimenti e la crescita a partire dal credito d´imposta, che dopo il ritiro dei Fondi Fas da parte del Governo nazionale, abbiamo finanziato con fondi regionali per 120 milioni, agli incentivi fiscali per favorire nuova imprenditorialita´ femminile e giovanile, sui quali proprio oggi, dopo una lunga trattativa, e´ stata sancita l´intesa con lo Stato". "Il credito d´imposta - continua l´assessore all´Economia - parte il 3 novembre prossimo ed e´ diretto tanto alle imprese siciliane quanto alle imprese che vogliono avviare un´attivita´ in Sicilia. Un provvedimento sul quale stiamo puntando molto, ma non l´unico". "Senza investimenti non ci puo´ essere crescita ne´ si puo´ uscire dal pantano della crisi economica, mentre i tagli alla spesa, soprattutto per le Regioni che hanno autonomia finanziaria piena, spingono verso una spirale recessiva che va decisamente contrastata. Ecco perche´ - ha concluso Armao - la Regione Siciliana intende accompagnare, a queste misure gia´ operative, anche altri provvedimenti per la crescita come il rafforzamento dei consorzi fidi, l´istituzione di ingenti fondi di garanzia per gli investimenti che favoriscano l´accesso al credito, lo smobilizzo dei crediti che le imprese hanno verso le pubbliche amministrazioni, regimi di attrazione fiscale per imprese, adesso inseriti nel disegno di legge finanziaria all´esame del Parlamento regionale".  
   
   
LA GIUNTA HA APPROVATO IL “PRIMO PIANO DELLA PORTUALITÀ IN CALABRIA”, BANDA LARGA, FORESTAZIONE E MONTAGNA  
 
Catanzaro, 17 ottobre 2011 - La Giunta regionale si è riunita sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Scopelliti per discutere una serie di provvedimenti amministrativi. Su proposta del Presidente Scopelliti, la Giunta ha approvato l’Accordo per lo sviluppo della Banda Larga sul territorio della regione tra la Regione Calabria ed il Ministero per lo sviluppo economico. Con questa delibera la Giunta ha dato il via alla convenzione con il Ministero per lo Sviluppo Economico per l’attuazione del programma di diffusione della banda larga nella Regione. Il programma prevede la realizzazione di infrastrutture in fibra ottica, necessarie per lo sviluppo dei servizi a banda larga almeno fino a 20 Mbit, e la realizzazione di infrastrutture di dorsale. L´attuazione degli interventi è stata promossa dalla Regione con un impegno finanziario complessivo di oltre 28 mln di euro, di cui 23 a carico dei Fondi Comunitari Regionali. Particolarmente significativo è l’impegno profuso dal Dipartimento Agricoltura che ha destinato al progetto nelle aree rurali oltre tredici milioni di euro. Nei dati, è importante evidenziare come il progetto consentirà la costruzione di 114 dorsali in fibra ottica consentendo il raggiungimento di oltre quarantamila punti di accesso oggi non serviti dalla rete veloce. Quello che fino a pochi mesi fa sembrava una chimera per la nostra Regione, oggi sembra divenire realtà. Soddisfatto il Presidente Scopelliti e l’assessore Trematerra che sottolinea come “con questo intervento il digital divide nelle aree rurali sarà praticamente azzerato. Oggi avere la connessione veloce rappresenta, per chi vive le aree rurali, un importate modello di sviluppo delle opportunità commerciali ma, soprattutto, un elemento qualificante nel concetto più ampio di qualità della vita delle famiglie. Infatti, la banda larga in queste aree significherà anche una maggiore possibilità per i giovani di accedere alle potenzialità della rete ed a tutto quanto ad essa connesso. Lo sviluppo del progetto complessivo della Banda Larga nella Regione Calabria è stato lungo ed irto di difficoltà, ma oggi si può affermare che il processo di modernizzazione è partito e che il digital divide non sarà più un motivo di freno per lo sviluppo della nostra economia”. Su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Piero Aiello, è stato approvato il “Primo piano della portualità in Calabria”, un “Masterplan per lo sviluppo della portualità calabrese”, fortemente voluto dal Presidente Scopelliti e coordinato dal Dipartimento regionale “Urbanistica”. Obiettivo del piano è il potenziamento infrastrutturale e la realizzazione di eventuali nuove opere, privilegiando l’ammodernamento delle infrastrutture esistenti ed in progetto lungo tutto il litorale calabrese. Un piano ambizioso per creare sistema portuale efficiente, che possa determinare e trainare il rilancio dell’economia regionale. Il “masterplan” individua le più idonee configurazioni infrastrutturali ed organizzative dei porti, dei sistemi di trasporto, delle aree di waterfronts e dei territori limitrofi, allo scopo di migliorare la qualità della vita, la mobilità delle persone e dei flussi economici delle aree costiere, con particolare riferimento alla nautica da diporto ed ai correlati flussi turistici di un settore in fase di crescente sviluppo, a testimonianza dell’alto interesse che il tema della portualità e dell’infrastrutturazione delle coste calabresi riveste all’interno del programma di governo dell’Amministrazione Regionale. Il Piano sarà presentato alla stampa nelle prossime settimane. Su proposta dell’Assessore al Bilancio Giacomo Mancini è stata deliberata una variazione di bilancio che consentirà, tra l’altro, di dare corso all’accordo “Jeremie” siglato, nei giorni scorsi, tra Regione e Fei per quarantacinque milioni di euro a sostegno delle Pmi calabresi. Su proposta dell’Assessore all’Agricoltura Michele Trematerra sono stati approvati due Disegni di legge. Il primo parla di “Istituzione dell’Azienda Regionale per la Forestazione e per le politiche della montagna, avente natura di ente pubblico economico”. Il secondo disegno di legge ha come oggetto le “Disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna”. All’art. 1, la proposta di legge prevede che “le Comunità Montane della Regione Calabria, disciplinate dalla legge regionale 19 marzo 1999, n.4 e successive modifiche ed integrazioni, sono soppresse e poste in liquidazione”. La normativa prevede, tra l’altro, che le funzioni delle Comunità e tutte le altre attività previste dalla stessa normativa “sono esercitate dall’Azienda Regionale per la Forestazione e per le Politiche della Montagna, ente pubblico economico già istituito ai sensi dell’Art. 54, comma 3 dello Statuto regionale”. Sempre su proposta dell’Assessore Trematerra, sono state approvate, in materia fitosanitaria, due distinti atti sulla delimitazione delle aree del territorio regionale interessate dalla presenza del “punteruolo rosso” delle palme e del “cinipide galligeno” del castagno. Trematerra ha sottolineato l’importanza dei due deliberati poiché “il lavoro – ha detto – è il frutto delle attività di monitoraggio del Servizio Fitosanitario Regionale operativo al Dipartimento Agricoltura, Foreste e forestazione. Le attività del Servizio consentono di fotografare lo stato fitosanitario della Calabria, rispetto alla presenza di organismi assoggettati a norme di “lotta obbligatoria” e consentono, quindi, di predisporre adeguati programmi di contenimento come quello rivolto al Cinipide del castagno”. Il Servizio fitosanitario, infatti, ha aderito al Programma Nazionale avviato dal Mipaaf di lotta biologica al “Cinipide”. Anche in Calabria, pertanto, sarà possibile attivare un centro di moltiplicazione del “torymus sinensis” antagonista capace di parassitizzare le larve di cinipide e contenerne la sua dannosa attività. Inoltre, verranno effettuati dei lanci di “torymus” sul territorio regionale, non appena la fenologia vegetativa del castagno lo consentirà.  
   
   
VALLE D’AOSTA: RIUNITO A PALAZZO REGIONALE IL TAVOLO DI CONFRONTO PER LE MISURE ANTICRISI 2012  
 
 Aosta, 17 ottobre 2011 - Si è riunito, venerdì 14 ottobre, a Palazzo regionale, il tavolo di confronto convocato dalla Presidenza della Regione e dall’Assessorato del bilancio finanze e patrimonio, con i rappresentanti delle istituzioni, dell’economia e dell’associazionismo per verificare le modalità di intervento, anche per l’anno 2012, a sostegno di famiglie e imprese a fronte della crisi economica perdurante. «L’incontro di oggi – ha sottolineato il Presidente della Regione Augusto Rollandin - ha permesso di valutare le prospettive di aiuto economico per il 2012, alla luce di due elementi centrali: il perdurare della crisi economica e l’impatto di una manovra finanziaria nazionale che incide fortemente sul bilancio regionale. Proporremo anche per il prossimo anno misure di sostegno, nella logica degli anni passati, per famiglie e imprese. Il dibattito di oggi ci ha consentito di ascoltare le impressioni e i suggerimenti del mondo economico e sociale regionale, raccogliendo gli elementi che saranno approfonditi nel corso degli incontri della prossima settimana per la predisposizione del Bilancio della Regione.» «Ci troviamo di fronte al difficile compito – ha aggiunto l’Assessore Lavoyer - di riprendere le misure anticrisi degli anni passati adattandole alle nuove norme del patto di stabilità e alla luce delle riduzioni che ci sono già state imposte dalla manovra. Certamente, non possiamo pensare che queste misure diventino strutturali, ma devono restare interventi temporanei anche se legati al perdurare di una crisi economica che ancora non offre prospettive di ripresa. Una crisi con la quale, peraltro, deve fare i conti anche l’Amministrazione regionale.» Nel corso del confronto tutti gli intervenuti hanno confermato, ognuno nel proprio settore di competenza, la realtà di una situazione economica difficile, accogliendo con favore la riproposizione di misure anticrisi anche per il 2012.  
   
   
FVG: PRONTO DDL DI RIFORMA DELL´ACCESSO AL CREDITO  
 
Trieste, 17 ottobre 2011 - Sostegno alla realizzazione e al consolidamento delle iniziative imprenditoriali in tutti i settori, sviluppo del sistema produttivo e della internazionalizzazione, semplificazione delle procedure attraverso l´eliminazione di sovrapposizioni e sovrastrutture, modulistica unificata e semplificata. Sono questi gli argomenti del Ddl di riforma dell´accesso al credito delle imprese presentato il 13 ottobre a Trieste dall´assessore regionale alle Attività produttive del Friuli Venezia Giulia, Federica Seganti. Un´anteprima che precede di poco l´iter consiliare nell´auspicio, espresso dallo stesso assessore, di una approvazione tempestiva anche perché, ha ricordato, "a partire dall´1 gennaio 2012 entreranno in vigore per le banche le indicazioni di Basilea 3 e ciò aumenterà la difficoltà di accesso al credito per le piccole e piccolissime imprese". "Con questo nuovo strumento normativo saremo in grado di aiutare le piccole imprese - ha confermato Federica Seganti - riducendo i tempi delle istruttorie e consentendo loro di fare alcune cose fondamentali, come smobilizzo crediti, investimenti, internazionalizzazione, innovazione, semplici investimenti a favore della produttività e della promozione e rafforzamento del patrimonio attraverso il prestito partecipativo". Gli argomenti centrali del disegno di legge sono infatti la concessione di finanziamenti a tasso agevolato e il rilascio di garanzie, sempre a condizioni agevolate, per mutui e altre operazioni di finanziamento in sinergia con il sistema dei Confidi, il tutto in un´ottica di razionalizzazione estrema basata sulla fusione delle attività gestionali e l´unitarietà della modulistica. Per l´assessore Seganti quindi "questa riforma consentirà alle imprese di presentarsi al sistema bancario contando sia sulle garanzie di Confidi, che coprono ora il 40-50 per cento del prestito, che su quelle delle Regione, con una riduzione del rischio per le banche ridotto all´80 per cento", uno status vantaggioso che riguarda "tutti i comparti produttivi e tutte le dimensioni aziendali, con un focus sulle piccole e micro imprese del Friuli Venezia Giulia". La riforma prevede la costituzione di un unico Fondo di rotazione per le iniziative economiche con un unico Comitato di gestione e un´unica segreteria organizzativa. In pratica, un Frie ordinario, cui faranno riferimento le iniziative di carattere industriale, del settore manifatturiero artigiano, turistico-alberghiero, portuale e comunque di maggior rilievo economico, come stabilito dalla normativa statale; un Frie - Sezione sviluppo Pmi per il finanziamento, anche tramite prestito partecipativo, di processi e progetti di sviluppo aziendale, di spin off, di acquisizione d´azienda; un Frie - Sezione garanzie, per il rilascio di garanzie sui mutui per investimenti aziendali, consolidamento dei debiti e altre operazioni finanziarie. "Sostanzialmente attraverso questo Fondo, ottenuto riunendo in un unico contenitore gli attuali 9 strumenti regionali di finanziamento, andremo a fare per le piccole e piccolissime imprese quello che in questo momento sta facendo Friulia per quelle grandi e medie - ha spiegato l´assessore - e daremo loro la possibilità di cogliere tutte le occasioni di sviluppo". L´accorpamento consentirà semplicità e rapidità d´intervento, ma servirà anche a migliorare l´efficacia finanziaria del Fondo che, come ha ricordato l´assessore, avrà una dotazione di circa un miliardo di euro. L´effetto moltiplicatore previsto è di 6 e la capacità di sviluppare investimenti ammonta quindi ad oltre 6 miliardi di euro.  
   
   
SCOPELLITI E TREMATERRA SULL’ISTITUZIONE DELL’AZIENDA REGIONALE CALABRESE PER LA FORESTAZIONE  
 
Catanzaro, 17 ottobre 2011 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, commentando le due proposte di legge approvate il 14 ottobre dalla Giunta, che ora passano all´approvazione del Consiglio regionale, una sull’istituzione dell’azienda regionale per la forestazione e l’altra sulle politiche delle montagne, "si tratta di due provvedimenti importanti con cui si passa, dopo i molti proclami fatti nel passato, alla concreta riorganizzazione di un settore, per molto tempo trascurato, ma particolarmente qualificante per lo sviluppo e l’incremento dell’economia regionale, attraverso la valorizzazione del territorio. Una risposta seria ed articolata per quanti attendevano il segno tangibile di una seria attenzione alla politica della montagna”. Secondo l’Assessore all’Agricoltura Michele Trematerra ed il Sottosegretario alla Presidenza della regione con delega alle riforme, Alberto Sarra, le proposte di legge tendono alla costituzione di un impianto organico di riassetto degli enti che in Calabria si occupano delle politiche sulla montagna. Per Trematerra, in particolare, “è necessario che il riassetto sia d’ordine coerente e rigoroso fra le varie competenze ed elimini gli elementi di criticità e debolezza dell’attuale sistema, attraverso la rivisitazione di ruoli e funzioni, il necessario coordinamento per le attività di difesa idro-geologica del territorio montano, la valorizzare al meglio delle professionalità e la realizzazione delle condizioni strutturali più efficienti al dispiegamento di capacità e competenze. L’istituenda azienda si presenta come l’organismo attraverso cui s’intende dare uno sviluppo coordinato al settore delle foreste e della forestazione, conglobando una politica di sviluppo della montagna tesa a perseguire l’effettivo miglioramento delle sottese funzioni produttive e sociali, la reale valorizzazione delle attività ricadenti nelle aree collinari e montane, la tutela dell’ambiente e del territorio, le migliori condizioni di vita e sicurezza delle popolazioni interessate”. La nuova Azienda eserciterà le funzioni già proprie dell’Azienda Forestale della Regione Calabria (posta in liquidazione nel 2007 dalla precedente Giunta), le funzioni regionali in materia di prevenzione e lotta agli incendi boschivi, nonché gli interventi di pertinenza della Regione, volti alla prevenzione ed al risanamento dei fenomeni di dissesto idrogeologico, in coordinamento con gli altri Dipartimenti regionali competenti. Sul presupposto che la gestione aggregata ed unitaria delle funzioni afferenti le politiche della montagna, oltre a costituire evidente elemento d’economicità, sia la via per la migliore efficienza ed efficacia nel settore, è stata prevista la soppressione e la liquidazione delle comunità montane calabresi, le cui funzioni proprie saranno esercitate dalla Regione, attraverso questa nuova Azienda, nel mentre saranno restituite agli enti già deleganti o conferenti le funzioni da questi già delegate o conferite alle Comunità, salva la possibilità di nuova delega all’Azienda per convenzione. L’azienda, nell’esercizio delle suindicate funzioni, impronterà la propria conduzione anche in senso produttivo, valorizzando il patrimonio ed attuando una concreta pianificazione delle attività di amministrazione dei beni ad essa affidati, compresa la valorizzazione della filiera foresta-legno con pratiche improntate alla gestione forestale ecocompatibile. Relativamente alla pianta organica della nuova azienda, è previsto che essa sia coperta, mediante il personale che transiterà dall’Azienda Forestale della Regione in liquidazione, dalle Comunità Montane soppresse e dalla Regione Calabria per trasferimento o comando. Tale personale, già assoggettato a regime pubblicistico, sarà posto in un ruolo speciale ad esaurimento, con salvaguardia dello stato giuridico ed economico, mentre le nuove assunzioni saranno sottoposte a regime privatistico. Tale atto normativo rappresenta il coronamento di un lungo iter istruttorio che ha visto protagonisti oltre che i Dipartimenti regionali interessati, le organizzazioni di categoria e sindacali, i cui importanti contributi sono stati tenuti nella massima considerazione.  
   
   
MILANO: IL SINDACO PISAPIA INCONTRA I SINDACI DEL TERRITORIO VERSO LA CITTÀ METROPOLITANA  
 
Milano, 17 ottobre 2011 - “La presenza dei Sindaci dei 32 Comuni dell’area urbana o dei loro delegati – ha affermato il Sindaco Giuliano Pisapia - ha una valenza straordinaria e contraddistingue il percorso comune verso la Città metropolitana, che auspichiamo da tanto tempo. Ci sono molti temi che ci accomunano da affrontare e sui quali ci confronteremo periodicamente, dallo smog, alla mobilità, dallo sviluppo di iniziative culturali dell’intero territorio, al grande obiettivo comune, quale è Expo, allo scambio di altre esperienze. Questo è un percorso che proseguirà, stiamo già concordando delle date precise – ha aggiunto il 13 ottobre Giuliano Pisapia - anche per quanto riguarda la programmazione delle domeniche senza auto. Non saranno più, infatti, soluzioni emergenziali ma giornate fissate nel tempo. Saranno momenti in cui sarà bello girare nella nostra città, e non solo a Milano, a piedi e in bicicletta; giorni in cui ci saranno tante iniziative. Dall’incontro di oggi – ha concluso Pisapia - è partito un messaggio molto preciso e un percorso condiviso: non c’è solo Milano, ma tanti Comuni che lavorano insieme per rendere le nostre città più vivibili”.  
   
   
INCENTIVI ALL´ESODO PERSONALE CONSORZIO INDUSTRIAL​E NUORO  
 
Cagliari, 17 Ottobre 2011 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Industria, Alessandra Zedda, ha deliberato un programma di incentivi per favorire l’esodo volontario del personale non dirigenziale del Consorzio industriale provinciale di Nuoro, che maturi i requisiti per il pensionamento entro tre anni dall’entrata in vigore della legge regionale 1 del 2011 e che chieda la risoluzione del rapporto di lavoro. "Ai lavoratori interessati al prepensionamento - ha spiegato l’esponente dell’esecutivo Cappellacci - sarà corrisposta un’indennità supplementare per ogni anno derivante dalla differenza tra 65 anni e l’età anagrafica posseduta al momento della cessazione del rapporto di lavoro, per un massimo di quattro anni, più un ulteriore incentivo pari al trattamento economico che gli interessati avrebbero percepito in tale periodo, compresi i relativi contributi previdenziali". "Il provvedimento - ha sottolineato Zedda - fa tempestivamente seguito al verbale d’accordo sottoscritto il 30 settembre a Ottana, tra l’assessorato dell’Industria, il Consorzio industriale di Nuoro, le società Ottana Polimeri e Ottana Energia, la Confindustria e le rappresentanze sindacali con il quale sono stati confermati gli impegni assunti nell’Accordo di Programma del 2007 e nel Patto per il Territorio del 2010 per l’avvio di un piano di ristrutturazione per la gestione dei servizi che prevede l’accompagnamento alla pensione per il personale più anziano".  
   
   
SOTTOSCRITTO UN PROTOCOLLO TRA REGIONE CALABRIA E IL MINISTERO DEL LAVORO PER LA IL SOSTEGNO AI LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE E IN MOBILITÀ  
 
 Catanzaro, 17 ottobre 2011 - L’assessore regionale al Lavoro e alle Politiche sociali Francescanonio Stillitani ha sottoscritto, il 14 ottobre, per l’anno in corso, l’accordo con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, relativo alle risorse assegnate alla Calabria per la gestione, in deroga, dei trattamenti in cassa integrazione ed in mobilità. In termini finanziari, con la stipula dell’atto, sino ad un eventuale aggiornamento dello stesso, la Calabria ha a disposizione, complessivamente, 140 milioni di euro per assicurare i sostegni al reddito a migliaia di lavoratori calabresi che hanno perso il posto di lavoro o che sono stati sospesi in attesa di una potenziale ripresa economica delle aziende di appartenenza. Infatti, l’accordo, siglato nella sede del ministero del Lavoro a Roma dall’assessore Stillitani e dal sottosegretario delegato Luca Bellotti, prevede un primo stanziamento di 95 milioni di euro a valere sul Fondo nazionale, al quale va aggiunto circa il 40% a valere sulle risorse regionali. Inoltre, ai 140 milioni di euro vanno ad aggiungersi ulteriori 50 milioni da utilizzare per le così dette politiche attive, che consentono una riqualificazione dei lavoratori attraverso percorsi formativi, per un loro più probabile reinserimento nel mondo del lavoro. “Quindi – ha dichiarato l’assessore Stillitani – globalmente sono quasi 200 milioni di euro che verranno ad essere riutilizzati a favore di oltre 10mila lavoratori e circa 2mila aziende”. Secondo l’assessore Stillitani “l’utilizzo di tali risorse, concertato con il Governo nazionale, anche se non risolverà il problema del disagio economico sociale calabrese, certamente attenuerà quelli che sono i problemi con cui molte famiglie attualmente devono fare i conti, soprattutto quando al loro interno un componente, magari unico percettore di reddito, ha perso il posto di lavoro per effetto della crisi economica globale”. E nonostante i dati Istat parlino di una crisi occupazionale che si sta sentendo in maniera più attenuata in Calabria rispetto ad altre regioni d’Italia “è dovere della Regione e dell’Assessorato al Lavoro – ha sottolineati Stillitani - utilizzare tutti gli strumenti e le risorse a disposizione per fronteggiare quello che è uno dei problemi principali, cioè la disoccupazione. Spesso non possiamo intervenire come vorremmo per risolvere i problemi di singole aziende o singoli lavoratori che si rivolgono alla Regione per chiedere un aiuto concreto perchè le norme o le risorse vincolate non lo consentono, ma possiamo operare nel contesto generale, creando le condizioni favorevoli per alleviare i disaggi sull’intero territorio, attraverso l’utilizzo delle risorse a nostra disposizione”. L’assessore regionale al Lavoro ha, poi, parlato dell’importanza che riveste l’utilizzo dei quasi 50 milioni “che destineremo – ha specificato - alle politiche attive, le quali consistono principalmente nel concertare assieme alle Province tutta una serie di misure a favore della riqualificazione dei lavoratori che avranno maggiore probabilità di reinserirsi nel contesto lavorativo. Inoltre – ha aggiunto Stillitani – per affrontare la crisi occupazionale stiamo lavorando di concerto con l’Unione europea e lo Stato non solamente per concedere sussidi passivi, ma operando attivamente per migliorare la qualità dell’offerta di lavoro. In tal senso, nella convinzione che chi percepisce un sussidio da parte della collettività debba, dove possibile, rendersi utile ad essa, negli ultimi mesi abbiamo potenziato la campagna di sensibilizzazione sugli Enti pubblici, per fa si che, in base alla legislazione vigente, i lavoratori che percepiscono i sussidi non restino inattivi, ma siano utili alla collettività per svolgere attività lavorativa negli Enti o istituzioni calabresi. Questa operazione – ha spiegato Stillitani – consente di raggiungere anche l’obiettivo di sopperire, senza alcun costo aggiuntivo da parte degli Enti, alla carenza di mezzi e personale causata dalle ristrettezze economiche e dai vincoli imposti dal Patto di stabilità. Molti dei lavoratori percettori degli ammortizzatori sociali in deroga, infatti sono oggi utilizzati presso decine di Comuni della regione, gli uffici giudiziari, l’Inps, l’Inail e le Asp. Quella che stiamo portando avanti – ha rimarcato infine l’assessore Stillitani - è un’azione di sistema nella consapevolezza di incidere nel miglior modo possibile sul tessuto economico e sociale della nostra regione”.  
   
   
FINANZE FVG: APPROVATA DELIBERA CONTROGARANZIE IN FAVORE DI PMI REGIONALI  
 
Trieste, 17 ottobre 2011 - Su proposta dell´assessore alle Finanze, Sandra Savino, è stata approvata il 14 ottobre in Giunta regionale una delibera che autorizza l´assegnazione, a titolo di controgaranzia fidejussoria, di circa centoquarantacinque mila euro (precisamente, 144 mila euro, l´80% dell´importo complessivamente da controgarantire, ammontante a 380 mila euro per un totale complessivo di euro 524.000 €) in favore di alcune imprese aventi sede in regione. Nello specifico, sette gli interventi previsti in delibera, i quali si collocano nell´ambito degli interventi per il sostegno e lo sviluppo competitivo delle microimprese e delle Piccole e Medie Imprese (Pmi) del Friuli Venezia Giulia con lo scopo di ridurre il rischio sotteso ad operazioni da queste poste in essere nel quadro dell´attività d´impresa. Le controgaranzie, rispettivamente richieste dai Confidi convenzionati, dal Congafi e dal Neafidi, intervengono in ultima analisi, nel caso in cui l´azienda sia inadempiente e presenti un credito in sofferenza e garantiscono l´istituto di credito quanto al sicuro rientro delle somme da esso erogate.  
   
   
DALLA SICILIA SECONDO AEREO AIUTI LIBIA  
 
 Palermo, 17 ottobre 2011 - E´ partito, dall´aereoporto palermitano Falcone-borsellino, un secondo aereo dell´Aeronautica militare italiana per trasportare in Libia un carico di aiuti umanitari destinati alla popolazione. Su iniziativa dell´assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari generi alimentari donati da Aziende siciliane, tra pasta, riso, latte, farina e fette biscottate andranno ai bisognosi. "Il ponte virtuale di storica collaborazione tra Italia e Libia - afferma l´assessore Elio D´antrassi - si concretizza attraverso una missione umanitaria utile al sostegno delle popolazioni interessate da un radicale mutamento dell´assetto politico e sociale del loro territorio. La Sicilia, da terra di frontiera e porta d´Europa, rilancia il proprio ruolo strategico nel bacino del Mediterraneo, come punto di riferimento di solidarieta´ e di sostegno verso i paesi rivieraschi africani. Il secondo aereo dell´operazione umanitaria e´ anche occasione - conclude D´antrassi - per rivolgersi in prospettiva e con ottimismo al futuro che attende la Libia, al fine di impegnarsi reciprocamente nel consolidamento e nello sviluppo dei progetti di cooperazione in agricoltura e nella pesca che, con esiti piu´ che positivi, sono stati collaudati in passato". Le aziende partecipanti all´operazione umanitaria sono la Prolat di Caltanissetta, la Coop. Ragusa Latte, la Tomasello s.P.a. E l´Associazione Banco delle Opere di Carita´ - Sicilia. I prodotti trasportati,tra cui latte, farina, pasta sono tutti a lunga conservazione. La raccolta in Sicilia e´ stata a cura dell´assessorato delle Risorse agricole e alimentari e della Protezione Civile e coordinata dal Dipartimento degli affari extra regionali.  
   
   
UNA CASERMA NELLA VILLA CONFISCATA AD ERNESTO BARDELLINO  
 
Napoli, 17 ottobre 2011 - "La firma del protocollo testimonia un impegno molto forte da parte della Giunta regionale della Campania per San Cipriano d´Aversa e il basso casertano. Un impegno che dimostra che qui lo Stato e la Regione ci sono: nonostante la situazione non florida per le casse dell´ente di Palazzo Santa Lucia, siamo riusciti a salvare il finanziamento destinato alla ristrutturazione dell´edificio". Così l´assessore ai Lavori pubblici di Palazzo Santa Lucia Edoardo Cosenza commenta la firma dell´intesa tra Regione Campania, Comune di San Cipriano d´Aversa, Comando provinciale dell´Arma dei Carabinieri di Caserta e Provveditorato alle Opere pubbliche per la Campania e il Molise, avvenuta questa mattina alla presenza del viceprefetto vicario di Caserta Luigi Armogida. Un protocollo che porterà ad insediare una Caserma dei Carabinieri in un bene confiscato alla camorra: la villa di Ernesto Bardellino, fratello di Antonio. "Il finanziamento, pari a 500mila euro - ha detto l´assessore Cosenza - è già pronto: viene concesso al Comune per la ristrutturazione della palazzina a tre piani". A svolgere materialmente le attività sarà il Provveditorato alle Opere pubbliche per conto dell´ente municipale: "Ci prefiggiamo - ha detto il provveditore alle opere pubbliche, Giovanni Guglielmi - di poter concludere i lavori entro l´estate prossima. Si tratta di un risultato importante, al quale si è potuti giungere grazie ad una forte sinergia istituzionale". Anche il colonnello Crescenzio Nardone ha evidenziato che "il protocollo è un passo fondamentale per riuscire ad avere la Caserma entro l´anno prossimo", mentre per il sindaco di San Cipriano, Enrico Martinelli "la caserma rappresenterà un presidio di legalità e avrà un alto valore emblematico proprio perché sorgerà laddove in passato c´era un simbolo di illegalità."  
   
   
IL NOBEL PER LA PACE A “TRE ICONE CAPACI DI DARE VOLTO A TUTTE LE DONNE DEL MONDO”  
 
Parma, 17 ottobre 2011 – “Le donne africane ce l’hanno fatta. La campagna per il Nobel per la pace alle donne africane ha dato i suoi frutti”. Così l’assessore provinciale alle Politiche sociali Marcella Saccani commenta l’assegnazione del Nobel per la pace alla presidentessa della Liberia Ellen Johnson Sirleaf, all’avvocatessa liberiana Leymah Gbowee e all’attivista yemenita Tawakkul Karman. “Tre donne simbolo, a rappresentare tutte le altre, quelle africane e quelle asiatiche che sulle loro spalle portano il destino dei propri continenti Tre icone capaci di dare volto a tutte le donne del mondo, a dare voce a tutte le voci femminili del mondo. Ellen Sirleaf è la prima presidente donna di uno stato africano, Leyman Gbowee è un’attivista pacifista, Tawakkul Karman si occupa di diritti delle donne e democrazia – continua l’assessore Saccani -. Anche la Provincia di Parma ha aderito alla campagna “Noppaw Nobel Peace prize for african women” ( www.Noppaw.org/ ) per l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace 2011 alle donne africane e ha realizzato iniziative per far conoscere il ruolo e l’importanza dell’azione portata avanti dalle donne nel continente africano. Un premio collettivo, quindi, dedicato alle donne portatrici di pace e di non violenza, costruttrici di democrazia, capaci di far camminare, con piedi affaticati e stanchi, intere generazioni. Il Premio Nobel per la pace dell’anno 2011 ha grande importanza nel percorso di rafforzamento del ruolo delle donne e nell’affermazione dei loro diritti: nella parola pace è racchiuso un universo molto grande fatto di lotta per i diritti, cura della famiglia, delle relazioni, delle comunità, rispetto e salvaguardia dell’ambiente, prevenzione della salute. Anche per l’Italia questo riconoscimento ha un significato importante. Dopo quanto accaduto a Barletta, la morte e la vita di giovani donne è finita sotto i riflettori: donne costrette a lavorare per quattro euro all’ora, ad accettare lavori in nero, senza tutele e senza diritti. Queste donne lavoravano per sopravvivere, per pagare gli affitti e i mutui e non, come dovrebbe essere, per assicurarsi una vita migliore e una migliore qualità della vita. Una tragedia nella tragedia: come al solito annunciata. Il Nobel per la pace 2011 – conclude Saccani - ricorda che non si può vivere senza diritti, non si può lavorare senza diritti, non si può essere persone e donne senza diritti. E chiama le istituzioni tutte a collaborare per questo: per creare spazi di libertà e di autonomia, per creare nuove opportunità e alternative ai soprusi, alle discriminazioni, alle violenze.  
   
   
FAMIGLIA: ROMA DIVENTI TRAINO NAZIONALE PER LE POLITICHE FAMILIARI  
 
Roma, 17 ottobre 2011 - «Roma Capitale continua il suo impegno concreto a favore delle famiglie: oggi abbiamo tracciato le tappe di avvicinamento agli Stati Generali del Sociale e della Famiglia, in programma nel febbraio 2012, con l’obiettivo di realizzare finalmente politiche familiari a 360 gradi». Così l’Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale Gianluigi De Palo a margine della Conferenza stampa di presentazione del Piano Regolatore Sociale, tenutasi il 12 ottobre in Campidoglio. «Siamo convinti – sottolinea De Palo – che il Bene Comune della città passi anche e soprattutto attraverso una rimodulazione del welfare cittadino. Lavoriamo perché Roma diventi un traino a livello nazionale per le politiche di sostegno alla famiglia». In riferimento al tema delle famiglie, l’assessore De Palo ha accompagnato poco fa il sindaco Gianni Alemanno in piazza Montecitorio, dove il Primo Cittadino di Roma ha incontrato i membri dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose che manifestavano contro i tagli imposti alle famiglie dalla manovra del Governo. Alemanno si è fermato a colloquio con il Presidente dell’Associazione, Mario Sberna, dal quale ha ascoltato le ragioni della protesta. Il Sindaco di Roma ha evidenziato, nell’occasione, l’importanza del rispetto di quanto previsto dall’Articolo 31 della Costituzione.  
   
   
PARI OPPORTUNITA´: A COMANO IL SEMINARIO DELLE AMMINISTRATRICI LOCALI  
 
Trento, 17 ottobre 2011 - Si è conclusa ieri a Comano Terme presso il Grand Hotel Terme la 6° edizione del seminario residenziale per le donne elette nelle amministrazioni locali della provincia di Trento. Circa 140 le donne amministratrici dei Comuni trentini e delle Comunità di Valle che hanno partecipato alle due giornate di formazione organizzate dall’Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza – Ufficio per le politiche di pari opportunità, a cui sono intervenuti l´assessore Lia Giovanazzi Beltrami e l´assessore all´urbanistica ed enti locali Mauro Gilmozzi. Il grande successo riscosso negli anni scorsi dall’iniziativa ha spinto l’Assessorato ad organizzazione nuovamente un seminario residenziale, proseguendo in questo modo il cammino finalizzato all’approfondimento di specifiche tematiche, alla reciproca conoscenza delle amministratrici locali del nostro territorio ed all’avvio di possibili progetti comuni. L’appuntamento di quest’anno riveste una particolare importanza nell’ambito del processo di riorganizzazione delle istituzioni provinciali e locali; esso vedrà infatti la partecipazione per la prima volta delle donne amministratrici elette nelle Comunità di Valle. L´obiettivo di questi incontri è quello di fornire alle amministratrici un’occasione per confrontarsi e condividere alcuni strumenti utili per la costruzione di relazioni di rete nonché per approfondire modalità di divulgazione delle tematiche relative alle pari opportunità. A tal fine i lavori di sabato sono stati condotti attraverso il metodo innovativo dell’Open Space Technology, basato sull’animazione partecipata, che ha consentito alle partecipanti di essere le vere protagoniste del confronto. Stamani l´intervento dell´assessore Gilmozzi, centrato sugli statuti delle Comunità di Valle ed in generale sugli aspetti giuridico-amministrativi della riforma in atto; forte l´interesse delle partecipanti e molte le domande rivolte all´assessore per far luce sui diversi aspetti connesso al nuovo assetto autonomistico che si va delineando. L´assessore Beltrami a sua volta ha discusso le varie iniziative che l´Assessorato ha messo in campo, sottolineando quindi in particolare il desiderio di collaborazione, condiviso in maniera "trasversale" da tutte le amministratrici, e di mettere a fuoco le tematiche che interessano tutte le donne impegnate in politica, al di là degli schieramenti in cui esse militano. Desiderio di cui si sono fatte portavoci anche le tre consigliere intervenute oggi a Comano, Cogo, Dominici e Ferrari, nei loro indirizzi di saluto. Un´esperienza positiva, quindi, questa dei seminari residenziali, un´esperienza che a detta di tutte le partecipanti dovrà continuare.  
   
   
QUOTE ROSA; TAR NON CONCEDE SOSPENSIVA SU GIUNTA CAPITOLINA  
 
Roma, 17 ottobre 2011 - Il Tar del Lazio ha ritenuto non sussistenti i presupposti per concedere la sospensiva in merito alla composizione di genere della Giunta Capitolina. Ritenendo importante e urgente la questione, il Tribunale ha fissato la discussione nel merito al 25 gennaio 2012. Lo rende noto l’Avvocatura Capitolina.  
   
   
CONCILIAZIONE, MANAGER ´IN AFFITTO´ PER LE PMI BANDO SPERIMENTALE PER IMPRESE DI BG, BS, CR, LC, MN, MB PROGETTO AMBIZIOSO PER MIGLIORARE COMPETITIVITÀ  
 
 Milano, 17 ottobre 2011 - Le piccole e medie imprese delle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Mantova e Monza e Brianza hanno a disposizione un fondo complessivo di 1.135.000 euro per attivare diverse azioni in grado di favorire la conciliazione delle esigenze di vita e di lavoro dei propri dipendenti. In particolare - grazie ai contributi messi a disposizione da un bando che l´Assessorato all´Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia ha lanciato in via sperimentale - saranno aiutate 600 donne che stanno per diventare madri a conciliare i tempi di vita e di lavoro all´interno dell´azienda dove prestano il loro operato e in 200 imprese saranno realizzati ´Piani di flessibilità´, ossia progetti in grado di migliorare l´assetto organizzativo aziendale. Competitività - "Un progetto sperimentale ambizioso - spiega l´assessore Gianni Rossoni -, attraverso il quale la Regione scommette sulla conciliazione come leva per promuovere un circolo virtuoso per incrementare la competitività delle nostre Pmi. Migliorare i processi organizzativi interni, infatti, è una chiave importante per aumentare la produttività aziendale e, conseguentemente, la competitività, determinando anche ricadute positive sui tempi di vita della persona e della famiglia". "Nelle imprese che adottano strategie organizzative sensibili verso le esigenze di conciliazione dei propri dipendenti, infatti - prosegue Rossoni - diminuiscono i conflitti interni e aumenta il benessere dei lavoratori, che sviluppano un maggiore senso di appartenenza all´azienda e sono più motivati. Tutto questo incide positivamente in termini di efficacia, qualità dei processi e dei servizi, produttività e competitività aziendale". Le Azioni - Grazie a un ´Piano di congedo´ studiato da un consulente messo a disposizione da Regione Lombardia - che viene retribuito attraverso i fondi del bando - per ogni lavoratrice-madre, la maternità sarà affrontata in maniera strutturata in tutte le sue fasi, dalla notifica al rientro sul posto di lavoro, per trovare il giusto equilibrio fra esigenze aziendali ed esigenze della madre e riducendo i costi di incertezza e di riorganizzazione del lavoro tradizionalmente legati alla gravidanza. La sperimentazione prevede per le imprese aderenti anche la possibilità di ripensare più in generale al proprio modello organizzativo, grazie alla definizione di un vero e proprio ´Piano di flessibilità´ aziendale - elaborato anche in questo caso da un consulente - con cui verranno individuate le soluzioni organizzative e gli strumenti operativi più adatti a rispondere alle esigenze di conciliazione di lavoratori e lavoratrici, compatibilmente con gli obiettivi e le strategie aziendali. Il Bando - Possono partecipare al bando le micro e piccole-medie imprese, imprese artigiane e micro e piccole-medie cooperative fino a 249 dipendenti. Le imprese devono avere almeno una sede operativa attiva in Lombardia nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Mantova e Monza e Brianza. Questa la distribuzione dei fondi: 600.000 euro serviranno a finanziare 600 ´Piani di congedo´ (100 per ogni provincia), con un contributo dunque di 1.000 euro per ciascun progetto; 535.000 euro garantiranno sostegno a 200 ´Piani di flessibilità´. Le domande di finanziamento possono essere presentate fino alle 12 del 30 novembre. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.Cestec.it/conciliazionevitalavoro.  
   
   
A DIFESA DEI DIRITTI DELLE BAMBINE RIUNITO A BOLZANO UN TAVOLO SULLA PROBLEMATICA DELLE “SPOSE BAMBINE”  
 
Trento, 17 ottobre 2011 - Da tempo anche in Italia è emersa la problematica delle “spose bambine”, un fenomeno spesso sommerso e poco conosciuto. Per affrontare tale situazione in Trentino-alto Adige e per verificare eventuali iniziative da intraprendere si è insediato il 12 ottobre un tavolo di lavoro, nato in conseguenza di una mozione approvata lo scorso marzo dal Consiglio regionale del Trentino-alto Adige, prima firmataria Elena Artioli consigliere della Lega Nord che ha denunciato il caso di una ragazza di 15 anni del Bangladesh frequentante una scuola di Bolzano e costretta a sposarsi nel suo paese con un uomo di 50 anni. Il tavolo di lavoro, di cui fanno parte anche il Difensore civico della Provincia di Trento Raffaello Sanpaolesi ed il Garante per l’infanzia della Provincia di Bolzano Simon Tschager sarà coordinato dall’Assessora regionale Martha Stocker che ha evidenziato come, nonostante ad oggi il fenomeno non sembri particolarmente diffuso in regione, via sia la necessità di affrontare la problematica, almeno inizialmente, facendo informazione e prevenzione, tramite le scuole e le famiglie, permettendo a queste ragazze minorenni di prendere coscienza dei propri diritti. Per queste ragioni fra le prime iniziative che si è valutato di realizzare vi è quella di predisporre alcuni strumenti informativi da diffondere nelle scuole. Alla riunione di oggi erano presenti, oltre ai rappresentanti della Caritas e di alcune associazioni che si occupano dei diritti dell’infanzia e degli immigrati, anche la Presidente del Consiglio Regionale Rosa Zelger Thaler e i consiglieri regionali Rodolfo Borga del Pdl, Ulli Mair dei Freiheitlichen Franca Penasa della Lega Nord, Veronica Veronika Stirner Brantsch dell’Svp e Riccardo Dello Sbarba dei Verdi. In una prossima riunione è stato deciso di coinvolgere anche i rappresentanti delle comunità di immigrati.  
   
   
IMPRENDITORIA: IN SICILIA PRONTA AL VIA LEGGE SGRAVI A GIOVANI E DONNE  
 
Palermo, 17 ottobre 2011 - "Via libera agli incentivi fiscali a favore delle imprese giovanili e femminili. E´ stata, infatti, finalmente espressa alla Regione da parte del Ministero dell´Economia, l´intesa allo schema di attuazione del relativo Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri. Uno strumento che si aggiunge al credito d´imposta e permette di fornire ai giovani e alle donne di Sicilia un piu´ facile accesso al mondo produttivo" Lo dice l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao annunciando il conseguente via libera alla legge regionale 11 del 12 luglio 2011 che introduce sgravi fiscali a favore delle imprese giovanili e femminili. L´articolo 1 al primo comma stabilisce che i giovani, compresi tra 18 e 40 anni e le donne che daranno vita ad una iniziativa imprenditoriale, sono esenti dall´imposta regionale sulle attivita´ produttive (Irap) per cinque anni a partire da quello in cui si avvia l´attivita´. Il quinto comma prevede, inoltre, che tali sgravi si applicano anche alle cooperative giovanili che gestiscono aziende ed immobili confiscati alla mafia. "La decorrenza dei benefici - spiega l´assessore Armao - era affidata all´adozione di un Decreto del Presidente del Consiglio d´intesa tra Governo nazionale e Regione Siciliana. L´intesa giunge al termine di un articolato percorso tecnico che ha visto accogliere interamente le osservazioni all´originario schema di decreto avanzate dall´amministrazione regionale l´8 agosto scorso. Solo adesso e´ giunto il via libera da Roma. Va dato riconoscimento agli uffici del Dipartimento regionale Finanza e credito, al suo dirigente Salvatore Taormina e ai suoi uffici che in breve tempo hanno messo in grado l´amministrazione di portare a compimento l´intera procedura". "Il Governo regionale - prosegue l´assessore - punta sugli investimenti e sulla crescita per reagire alla crisi economica. In tal modo si potra´ sostenere l´economia siciliana anche attraverso questa forma trasparente e concreta di fiscalita´ di vantaggio".  
   
   
CONVEGNO NAZIONALE SULLE COMUNITÀ PER MINORI AD AOSTA IL 21 E 22 OTTOBRE  
 
 Aosta, 17 ottrobre 2011 - Si svolgerà ad Aosta, all’Hostellerie du Cheval Blanc, venerdì 21 e sabato 22 ottobre, il Convegno nazionale sulle comunità di accoglienza per minori e giovani adulti Sentieri possibili verso casa? Che cosa è cambiato nei percorsi di accoglienza nelle comunità per minori, organizzato dall’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali. L’iniziativa vuole essere un’opportunità di scambio, tra operatori della Valle d’Aosta e di altre regioni italiane, nell’ambito delle esperienze di accoglienza di minori in situazioni di difficoltà e del lavoro con le loro famiglie. In un momento particolarmente difficile e complesso per il Paese, anche il settore delle politiche sociali è investito dall’esigenza di sviluppare competenze, efficacia e riduzione della spesa. In quest’ottica, le comunità residenziali sono chiamate a mettere in luce tutti gli aspetti di rilievo e valore per contrastare un giudizio esclusivamente, o principalmente, di natura economica, che enfatizza l’aspetto dei costi elevati e le penalizza. Il Convegno, attraverso uno sguardo attento alle esperienze realizzate nel corso degli anni e alle criticità della situazione attuale, intende concorrere a individuare possibili prospettive future per tali realtà, così come nuove metodologie e orientamenti per far fronte alla maggiore complessità delle situazioni dei ragazzi e delle loro famiglie. Si propone, nello specifico, di dare visibilità e valore alle esperienze di accoglienza nelle comunità, in particolare modo in ambito valdostano, valutare le iniziative degli ultimi trent’anni e avviare un dibattito alla luce di quanto disposto dalle normative in vigore (legge 149/2001); A ciò si aggiungeranno riflessioni sui possibili percorsi di valutazione dei progetti in favore dei ragazzi accolti in comunità e riflessioni sulla professionalità degli operatori socio-sanitari coinvolti nella gestione dei processi di presa in carico, col supporto di riflessioni scientifiche e culturali di elevato livello nazionale e internazionale e del confronto con altre realtà italiane.