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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Maggio 2012
PRESENTATO DALLA FONDAZIONE DON GNOCCHI IL ROBOT CHE ASSISTE GLI ANZIANI A DOMICILIO  
 
Milano, 7 maggio 2012 - Le tecnologie robotiche stanno aprendo interessanti opportunità per lo sviluppo di ausili innovativi per l’autonomia delle persone anziane nel proprio ambiente di vita, facilitando le famiglie e gli operatori nei compiti di assistenza giornaliera. Il progetto Srs (“Multi–role Shadow Robotic System for Independent Living”, progetto triennale finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro) ha come obiettivo lo sviluppo di un ausilio robotico con possibilità di controllo remoto in grado di aiutare le persone anziane in diverse attività della vita quotidiana. Progetto e prototipo sono stati illustrati il 4 maggio presso il Centro Irccs “S. Maria Nascente” di Milano dalla Fondazione Don Gnocchi. Sono intervenuti: mons. Angelo Bazzari, presidente della Fondazione Don Gnocchi; prof. Paolo Mocarelli, direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi; l’ing. Renzo Andrich, fra i massimi esperti italiani e internazionali di tecnologie per gli ausili a supporto delle persone con disabilità e coordinatore dell’Area “Tecnologie Assistive del Polo Tecnologico della Fondazione Don Gnocchi”; l’ing. Lucia Pigini, ricercatrice del Polo Tecnologico Fondazione Don Gnocchi; il prof. Renxi Qiu, coordinatore del dipartimento di ingegneria del “Manufacturing Engineering Centre” dell’Università di Cardiff (Gb), ente capofila del progetto. Il progetto coinvolge 11 istituzioni in vari Paesi europei (oltre all’Italia: Gran Bretagna, Bulgaria, Germania, Spagna, Austria), tra cui il Polo Tecnologico della Fondazione Don Gnocchi, sotto la guida del Dipartimento di Ricerca Industriale dell’Università di Cardiff (Gb). In questi primi giorni di maggio, tecnici e ricercatori di vari partner del Consorzio si sono incontrati a Milano per mettere a punto e testare un prototipo del robot “Srs” all´interno della “Casa Domotica” del Centro Irccs “S. Maria Nascente” della Fondazione Don Gnocchi. Il Progetto di ricerca Srs “Robot Ombra per la vita indipendente” - Valutare se una tecnologia assistiva di tipo robotico possa essere di supporto all’anziano, permettendo di vivere più a lungo nel proprio domicilio in maniera il più possibile indipendente e sicura, è senza dubbio una sfida interessante. Esistono infatti numerosi progetti di ricerca nell’ambito della robotica motivati ​​dalle problematiche poste dell´invecchiamento della popolazione e dalle conseguenti esigenze di assistenza specifica. Tuttavia l´eterogeneità dei bisogni e le specificità dell’ambiente domestico pongono ancora notevoli ostacoli tecnologici allo sviluppo di un robot in grado di fornire questo tipo di servizio assistenziale in maniera completamente autonoma. Inoltre, nell’ipotesi di essere in grado di sviluppare una nuova soluzione assistiva così tecnologicamente avanzata, non è da trascurare il fatto che la maggioranza della popolazione anziana abbia scarsa dimestichezza con la tecnologia, dimostrandosi spesso prevenuta nei confronti di dispositivi considerati troppo complessi. Per indagare questi aspetti, la Comunità europea ha finanziato un progetto di ricerca della durata di 3 anni denominato “Srs Multi-role Shadow Robotic System for Independent Living” (“Robot ombra per la vita indipendente”) che si propone di sviluppare un dispositivo robotico semi-autonomo con possibilità di controllo remoto (cioè a distanza), che possa essere di aiuto agli anziani e a chi si prende cura di loro. Si pensi ad esempio alla possibilità di monitorare e gestire a distanza situazioni di assistenza o di emergenza quando il familiare si deve assentare dal domicilio dell’anziano; in questo senso, il robot potrebbe rappresentare “l’ombra” del familiare. Il concetto di “semi-autonomo” invece, può essere espresso come il tentativo di aggirare gli ostacoli posti dalle attuali potenzialità delle intelligenze artificiali, supplementando l’intelligenza robotica con l´intelligenza umana. Quando il robot, per esempio, deve rilevare una situazione sconosciuta che non può gestire in autonomia, un operatore umano verrebbe contattato e coinvolto nell’esecuzione dell’operazione, effettuata da postazione remota. Questo bisogno di aiuto da parte di un operatore umano dovrebbe con il tempo e l’utilizzo diminuire grazie alla possibilità di “apprendimento” del robot rispetto al particolare contesto locale. Mobilità, memoria e salute - La Fondazione Don Gnocchi, coinvolta nel progetto insieme ad altri 10 partner europei di stampo universitario, industriale e ospedaliero e provenienti da 6 Paesi differenti, dopo un anno e mezzo di ricerca analitica e ricerca sul campo ha contribuito alla definizione del concept, ovvero chi siano i possibili utilizzatori del sistema, quali caratteristiche presentino, quali siano i bisogni assistenziali irrisolti e per quali di questi gli utenti vorrebbero (o non vorrebbero) assistenza da parte di un robot. In particolare, nonostante alcuni scetticismi emersi nei confronti della tecnologia, soprattutto inerenti la risoluzione di bisogni psicologici e sociali, tutti i potenziali utenti sono stati invece concordi nel definire di elevato interesse il supporto nelle problematiche inerenti la mobilità, la memoria e il monitoraggio periodico dello stato di salute. I suddetti potenziali utilizzatori possono essere suddivisi in “anziani fragili”, soprattutto a causa di problematiche neuromotorie, i loro familiari e il personale specializzato nel servizio di teleassistenza per venire incontro alle esigenze dei familiari, troppo spesso impegnati e non in grado di rispondere tempestivamente ad ogni richiesta del proprio parente anziano. Per consentire a tipologie così differenti di utilizzatori di comunicare tra loro, interagire con il robot, controllandolo ad esempio nella navigazione attraverso gli ambienti domestici, nell’interazione con gli oggetti presenti, verranno realizzate tre differenti applicazioni a complessità crescente, sviluppate su tre differenti interfacce: · semplice applicazione su tablet palmare (tablet Android) dedicata agli anziani; · applicazione su dispositivo tablet computer portatile (tablet iPad) dedicata ai familiari per il controllo della maggior parte delle funzionalità del robot; · applicazione su postazione fissa (ancora in fase di definizione) dedicata ad operatori esperti di centri di teleassistenza, in grado di risolvere situazioni di complessità elevata. I test nella casa domotica - La casa domotica dell’Irccs “S. Maria Nascente” della Fondazione Don Gnocchi di Milano è sede dei test del prototipo sviluppato per una prima valutazione sia da un punto di vista tecnico sia dal punto di vista della percezione dell’utenza cui è rivolto. In stretta collaborazione con gli operatori sanitari del servizio Dat (Domotica, Ausili e Terapia Occupazionale), vengono coinvolti i potenziali utenti del sistema in una serie di esperienze di utilizzo in prima persona, attraverso concreti scenari di utilizzo sviluppati nel corso del progetto.  
   
   
MIGLIORA L´ASPETTATIVA DI VITA DEI PAZIENTI CON HIV  
 
Bruxelles, 7 maggio 2012 - Secondo una nuova ricerca condotta nel Regno Unito, i pazienti affetti da Hiv trattati con farmaci antiretrovirali, oggi considerati percorso comune nel trattamento del virus, possono aspettarsi di vivere una vita notevolmente più lunga. Lo studio è stato in parte finanziato dal progetto Eurocoord ("European network of Hiv/aids cohort studies to coordinate at European and international level clinical research on Hiv/aids"), sostenuto con 12 milioni di euro nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro dell´Ue (7° Pq). Eurocoord riunisce un certo numero di altre reti, che hanno tutte svolto un ruolo centrale nello sviluppo della nostra comprensione, nella progressione e nel trattamento dell´infezione da Hiv. Gli sforzi degli operatori sanitari che trattano i pazienti affetti da Hiv stanno dando i loro frutti. In questo ultimo studio, un team britannico di ricercatori è stato in grado di discernere che i pazienti ventenni con Hiv, che hanno iniziato i trattamenti antiretrovirali 16 anni fa, potrebbero aspettarsi di vivere fino a un´età media di 50 anni. L´aspettativa di vita balza tuttavia a 66 anni per i soggetti appartenenti allo stesso gruppo che hanno iniziato il loro trattamento solo 4 anni fa. Il campione era composto da 17.661 adulti dai 20 anni in su affetti da Hiv, i quali avevano iniziato la terapia antiretrovirale nel Regno Unito tra il 1996 e il 2008. Lo studio ha anche rivelato che i pazienti con Hiv avevano una minore aspettativa di vita quando iniziavano il trattamento antiretrovirale più avanti negli anni. Va notato che la vita media di una persona con Hiv trattata con antiretrovirali era pur sempre più breve di quella di una persona della stessa età della popolazione generale. L´hiv è una questione urgente in Europa, dal momento che attualmente ne sono infettati oltre 1,5 milioni di europei. Si stima che nel 2007 siano state contagiate 100.000 persone dalla malattia, ma l´esito per i pazienti con Hiv è notevolmente migliorato nei paesi in cui i pazienti hanno accesso alla terapia antiretrovirale di combinazione (cArt). Gli operatori sanitari sottolineano, tuttavia, che la cArt non è una cura per l´Hiv e che, una volta iniziato il trattamento, i pazienti devono continuarlo per tutta la vita. I ricercatori hanno sottolineato che le speranze di vita prevista dovranno essere confermate da un più lungo periodo di follow- up. Il loro studio non ha incluso altri fattori esterni che potrebbero influenzare i risultati, come ad esempio i fattori dello stile di vita, che potrebbero aumentare la mortalità per cause diverse dall´Hiv. Con queste riserve in mente, i ricercatori fanno sapere che si sentono sicuri nel concludere che i miglioramenti nel trattamento antiretrovirale sono responsabili di almeno una parte di questo miglioramento. Nel complesso, questi risultati sono incoraggianti e sottolineano i miglioramenti osservati nei trattamenti degli ultimi anni. Tuttavia, le aspettative di vita tra le persone affette da Hiv sono ancora previste essere inferiori rispetto a quelle della popolazione generale. I ricercatori hanno anche escluso i pazienti i cui dati non erano al 100% completi e per i quali mancavano informazioni importanti, tra cui l´età, il sesso o l´etnia. Sono altresì stati esclusi dai campioni i pazienti che, si presume, avevano contratto l´Hiv attraverso l´uso di stupefacenti per via parenterale; il motivo di tale esclusione sta nel fatto che si ritiene che essi abbiano una prospettiva peggiore rispetto ad altri gruppi. Per maggiori informazioni, visitare: Eurocoord: http://www.Eurocoord.net/    
   
   
C´È QUALCOSA DI SANO NELLO STATO DI DANIMARCA  
 
Bruxelles, 7 maggio 2012 - I danesi non solo si preoccupano di cosa mangiano, ma sono disposti a pagare più tasse per mangiare cibo più sano e fare scelte alimentari più informate. I risultati di questo studio arrivano in un momento in cui il mangiar sano e i tassi di obesità in aumento stanno diventando una grande preoccupazione in tutto il mondo. Nonostante tale preoccupazione, però, le azioni politiche dei governi non sono state valutate molto spesso. I risultati sono frutto del progetto finanziato dall´Ue Eatwell ("Interventions to promote healthy eating habits: evaluation and recommendations"), che ha ricevuto 2,5 milioni di euro nell´ambito del tema "Prodotti alimentari, agricoltura e pesca, biotecnologie" del Settimo programma quadro dell´Ue (7° Pq). Eatwell sta esaminando una serie di politiche europee che mirano a ridurre l´obesità e gli sforzi che le persone devono fare per essere sani. I dati dell´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) mostrano che l´obesità è responsabile del 10-13% dei decessi e del 2-8% dei costi sanitari solo in Europa. Nel caso del Regno Unito, si ritiene che il consumo eccessivo di sale, zucchero e grassi saturi, associato a un consumo troppo scarso di frutta e verdura, sia responsabile di 70.000 morti premature. Queste cifre allarmanti hanno portato molti Stati membri dell´Ue a progettare e implementare una serie di politiche che hanno lo scopo di incoraggiare un´alimentazione più sana attraverso la promozione di frutta e verdura e di scoraggiare la pubblicità di certi tipi di alimenti rivolta ai bambini. Tra le altre azioni intraprese ci sono le etichette degli alimenti, la collaborazione con l´industria alimentare per migliorare la composizione dei prodotti alimentari e il regolamento delle mense pubbliche per assicurare che offrano cibi sani. Anche se tutti questi sforzi sono incoraggianti, quello che manca a molte di queste azioni politiche è una valutazione appropriata fatta in maniera sistematica. Qui entra in gioco il progetto Eatwell che sta studiando queste politiche in un periodo di 36 mesi; il progetto si concluderà a ottobre 2012. In particolare ha lo scopo di rivedere le azioni politiche intraprese e identificare le lacune, i fattori di successo e di fallimento di queste campagne. L´obiettivo finale è fornire ai fautori delle politiche degli Stati membri dell´Ue delle linee guida per le migliori pratiche e preziose informazioni provenienti dal settore privato e dalle agenzie di comunicazione per sviluppare appropriati interventi politici che incoraggino il mangiar sano in tutta l´Europa. Durante un recente workshop per discutere i risultati di Eatwell, è stato rivelato che i consumatori in Danimarca desiderano mangiare in modo più sano e sono disposti a pagare di più per farlo. "I danesi hanno l´atteggiamento più positivo verso gli interventi economici nell´ambito del settore nutrizionale e sono anche disposti a pagare di più per mangiare più sano," ha detto Jessica Aschemann-witzel dell´Università di Aarhus di economia e scienze sociali in Danimarca, una dottoranda che ha lavorato al progetto. I partner del progetto Eatwell hanno esaminato oltre 3000 consumatori provenienti da 5 paesi europei e hanno chiesto loro se erano disposti ad accettare "interventi economici nazionali per promuovere abitudini alimentari sane". Quasi il 36% dei danesi ha risposto che erano disposti a pagare più tasse in cambio di politiche che promuovessero il consumo di alimenti più sani e di maggiori informazioni su cosa costituisca un´alimentazione sana (solo il 16% ha auspicato una riduzione delle tasse). Quando i ricercatori sono passati agli altri paesi rappresentati nello studio, la risposta alla stessa domanda è piombata al 30% o meno. Per alcuni provvedimenti specifici, come aumentare le tasse per sovvenzionare il prezzo degli alimenti sani, il divario è ancora maggiore, quasi il 42% dei danesi è a favore rispetto a una media al di sotto del 29% negli altri paesi. Una delle ragioni per questa differenza così grande è che i danesi hanno più fiducia nelle loro istituzioni pubbliche, hanno constatato i partner di Eatwell. "I danesi spesso hanno più fiducia nelle autorità pubbliche e sono abituati a pagare tasse alte e quindi non sono tanto scettici verso i cambiamenti in questi settori quanto le altre nazioni," ha commentato Jessica Aschemann-witzel. Il consorzio Eatwell sta concentrando le sue attività sulla revisione delle azioni politiche di Belgio, Danimarca, Italia, Polonia e Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Eatwell: http://www.Eatwellproject.eu/en/  Improving policy interventions to promote healthy eating in Europe: http://www.Eufic.org/article/en/page/ftarchive/artid/improving-policy-interventions-to-promote-healthy-eating-in-europe/    
   
   
ASL PAVIA, SVOLTE VERIFICHE SU UFFICIO INVALIDITÀ  
 
 Milano, 7 maggio 2012 -  Dal 31 gennaio al 24 aprile di quest´anno Regione Lombardia ha svolto una verifica amministrativa, per accertare la correttezza delle procedure adottate dall´Asl di Pavia nella gestione dell´invalidità civile. Il controllo è stato attivato immediatamente dopo che si è avuta notizia - nello stesso mese di gennaio di quest´anno - dell´arresto di una dipendente dell´ufficio invalidità civile della stessa Asl di Pavia. Questa dipendente, applicando le leggi in vigore, è stata immediatamente licenziata. Nell´ambito dell´inchiesta che ha portato in carcere questa dipendente, il 3 maggio sono state arrestate altre tre persone. Un provvedimento di immediato licenziamento sarà verosimilmente assunto anche nei confronti di queste tre persone, una volta accertate le loro responsabilità. La verifica, svolta dalla struttura di audit di Regione Lombardia, ha permesso di far emergere diversi elementi e di proporre subito le contromisure del caso. Per quanto riguarda l´ufficio invalidità civile sono state già indicate alcune linee di intervento utili a prevenire che si ripetano situazioni di questo genere: revisione del risk assessment, nuovi strumenti di controllo e di sicurezza informatica (segretezza delle password e firma digitale), misure di contrasto a situazioni di incompatibilità e conflitto d´interessi. Regione Lombardia ha già proposto anche all´Inps, cui fanno capo principalmente dal 2011 le pratiche di invalidità, di attuare alcune misure per prevenire comportamenti illeciti. Nella relazione dei tecnici regionali si segnala la possibilità di valutare anche eventuali responsabilità omissive del management dell´epoca dei fatti (tra il 2009 e il 2010) per quanto accaduto.  
   
   
CITTÀ SALUTE,FORMIGONI CHIEDE TEMPI BREVI SU AREA DISPONIBILITÀ SU RICHIESTE PISAPIA, MA OCCORRE ACCELERARE COMUNI DI MILANO E SESTO HANNO INVIATO LA DOCUMENTAZIONE  
 
 Milano, 7 maggio 2012 - Regione Lombardia dà notizia in un Nota che, come era stato concertato nel corso dell´ultimo incontro, è arrivato il 3 maggio in Regione il completamento della documentazione relativa alla Città della Salute da parte dei Comuni di Milano e Sesto San Giovanni. Tale documentazione sarà esaminata dagli uffici tecnici e poi trasmessa alla Giunta regionale per la decisione definitiva sull´area. Il presidente Roberto Formigoni ha ricevuto il 2 maggio una lettera dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia, nella quale, tra l´altro, si chiede di ´soprassedere allo stato nella individuazione definitiva della localizzazione al fine di arrivare, con i tempi dovuti, alla elaborazione di un progetto che tenga conto delle reali esigenze del settore e delle strutture´. Il presidente Formigoni si è dichiarato disponibile a venire incontro a questa ulteriore richiesta del sindaco di Milano, pur segnalando la stringente esigenza di dover decidere in tempi ristretti, anche sulla base delle intese intercorse con gli organi di controllo. Nei prossimi giorni si procederà dunque a ulteriori valutazioni comuni.  
   
   
LOMBARDIA, CERBA: SI ATTENDONO SVILUPPI SULLE PROPRIETÀ DELLE AREE  
 
Milano, 7 maggio 2012 - Presieduto da Roberto Formigoni, presidente della Regione, si è riunito a Palazzo Lombardia il Collegio di Vigilanza dell´Accordo di Programma per la realizzazione del Cerba (Centro Europeo di Ricerca Biomedica Avanzata) alla presenza dei rappresentanti di tutti i soggetti coinvolti: Provincia e Comune di Milano, Parco Agricolo Sud, Fondazione Cerba e società Im.co. La riunione è stata convocata a seguito della richiesta di Im.co. E Fondazione Cerba di rinviare le determinazioni relative al Pii (Programma Integrato di Intervento), alla luce delle mutate circostanze, che riguardano in particolare l´instaurazione di una procedura fallimentare e l´avvio di un piano di risanamento di Im.co., che porteranno al trasferimento della proprietà dell´area oggetto dell´Accordo di Programma. Nel corso della riunione è stata confermata la validità del progetto e la decisione di portarlo avanti. Formigoni, in particolare, ha sottolineato la necessità di "non pregiudicare la realizzazione di questo importante e strategico intervento, che ha lo scopo di sviluppare e migliorare la ricerca in campo oncologico". Proprio per consentire che la realizzazione del Cerba possa proseguire nel migliore dei modi, il Collegio di Vigilanza ha deciso all´unanimità di rinviare in via prudenziale ogni decisione in merito alla stipula della convenzione attuativa del Pii, che contiene la previsione della realizzazione del Cerba a Milano, in attesa degli sviluppi delle vicende relative al passaggio di proprietà delle aree destinate a ospitare il Cerba stesso. La segreteria tecnica dell´Accordo di Programma terrà monitorata la situazione per permettere al Collegio di Vigilanza di assumere tutte le decisioni relative all´attuazione dello stesso Accordo di Programma nei tempi più rapidi possibili. "Il Collegio di Vigilanza - ha concluso Formigoni -, sulla base delle indicazioni della Segreteria tecnica, si è riservato di riunirsi in qualunque momento e quanto prima per prendere le decisioni del caso. D´altra parte la Fondazione Cerba si è impegnata a garantire la continuità nelle gestione delle varie attività relative all´Accordo di Programma".  
   
   
FONDI EUROPEI PER IL SETTORE SANITARIO - CORSO EUROPROGETTAZIONE TORINO 15 MAGGIO  
 
Torino, 7 maggio 2012 - “Il 2012-2013 sarà il biennio con la maggior elargizione di Fondi Europei in vista della chiusura dell’attuale periodo di programmazione: il tema salute rappresenta un’area chiave di intervento nell’ambito sia degli obiettivi di servizio, sia dei programmi operativi regionali che evidenziano una particolare attenzione a progetti legati allo sviluppo dell’e-health, al potenziamento infrastrutturale e dei sanitari pubblici, alla promozione di progetti di riqualificazione in ambito urbano e rurale. Inoltre per alcuni Bandi Europei la posizione di confine del Piemonte rappresenta una condizione privilegiata per l’ottenimento dei finanziamenti” dichiara Michelle Perello, consulente per diversi Enti di ricerca, Associazioni imprenditoriali e per il Governo delle Isole Canarie e Direttrice di Consulta Europa, con sede a Bruxelles. E aggiunge: Migliorare la capacità di partecipare e vincere Bandi: è l’obiettivo per il settore Sanitario che, in un periodo di pesante crisi economica e finanziaria, può fruire di linfa vitale per l’avvio di nuovi progetti” "Questo corso è lo strumento per rendere autonomo e consapevole il settore Sanitario nella richiesta di Finanziamenti sui Fondi Europei” afferma Livio Olivero, Direttore didattico del Campus e Presidente di Campuslab, Agenzia di sviluppo per la promozione del territorio, che si occupa da oltre 10 anni di progetti finanziati tramite Fondi Europei per Comuni, Consorzi, Comunità Montane, Asl e Terzo Settore. Il corso è rivolto alle Aziende Sanitarie, che intendono accedere ai Programmi di Finanziamento Europei (ma anche a Studenti e Neolaureati, Professionisti, P.a., Terzo Settore e Imprese private). Dura 5 giorni e affronta le tecniche di progettazione adottate dalle Direzioni Generali della Commissione Europea (il ciclo di progetto – Pcm -, la metodologia partecipativa, la progettazione esecutiva gestionale e amministrativa), il Biennio 2012-2013 e le Strategie 2014-2020 dell’Unione Europea per rispondere alla domanda: quali fondi per la Sanità? Una intera giornata viene dedicata al Laboratorio, per l’applicazione immediata delle tecniche apprese. Il corso è parte delle attività del Campus, che offre anche una piattaforma e-learning dove fruire anche successivamente del materiale di supporto per lo sviluppo di progetti. Al termine del corso, i partecipanti saranno in grado di individuare le opportunità di finanziamento tramite i Fondi Europei o di altri enti finanziatori, elaborare un progetto e compilare i formulari per la presentazione della richiesta di finanziamento. Www.campuslab.eu    
   
   
LA PRIMA RICERCA ITALIANA SUL DOLORE IN OSPEDALE INTERNISTI: “HANNO DOLORE QUASI QUATTRO PAZIENTI SU DIECI” GRAZIE ALLA FORMAZIONE, IMPIEGO DI OPPIOIDI FORTI CRESCIUTO DEL 16% IN POCHI MESI  
 
Milano 4 maggio 2012 - Quasi quattro pazienti su dieci ricoverati in ospedale provano dolore. Le cause? Molteplici. Il cancro è solo una delle fonti di sofferenza fisica. I malati soffrono soprattutto di dolore alle ossa, alle articolazioni e ai muscoli. Ma anche il dolore addominale fa la sua parte. Il risultato emerge dalla prima ricerca sul dolore negli ospedali, svolta sul campo dai medici internisti della Fadoi (lo studio si è avvalso di un grant di ricerca non condizionato da parte di Mundipharma). Lo studio (Domino) “Dolore in medicina interna No” - che sarà presentato dal Coordinatore Giuseppe Civardi, Direttore Medicina Interna dell´Ospedale di Fiorenzuola d´Arda in occasione del Xvii Congresso Nazionale Fadoi organizzato dal 5 all’8 maggio 2012 al Pala Congressi della Riviera a Rimini - ha messo sotto la lente 5.200 cartelle cliniche di pazienti ricoverati nei reparti di medicina interna di 26 ospedali dislocati sull’intero territorio nazionale. L’indagine è stata effettuata nel periodo tra gennaio 2011 e marzo 2012. Obiettivi: fotografare lo stato dell’arte del dolore cronico, tracciando un identikit dei pazienti che necessitano di terapie ad hoc; capire in che misura fosse sentito e quanto fosse presente questo tema nei reparti di medicina interna; migliorare le performance e l’approccio terapeutico al dolore. Tre gli step attuati: analisi del decorso di 2.600 pazienti ricoverati; intervento formativo sulla gestione del dolore; analisi conclusiva dei dati di altri 2.600 pazienti per valutare i cambiamenti. “Il dolore – ha spiegato Carlo Nozzoli, Presidente della Fadoi – è entrato con più precisione nel mirino dei medici internisti. Con questo studio abbiamo dimostrato che quasi quattro pazienti su dieci fra tutti i ricoverati nei reparti di medicina interna ha una sintomatologia clinicamente rilevante, tale da richiedere un intervento di tipo medico. Si tratta di un’informazione fino ad ora mai definita in maniera così accurata e sistematica, e che conferma la rilevanza del problema. Non solo – ha aggiunto Nozzoli – abbiamo dimostrato che nei medici e negli infermieri il dolore sta diventando un parametro importante, assimilabile ai parametri vitali come la temperatura corporea, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, che vengono monitorati di routine durante la degenza”. I risultati della ricerca. Ma quali sono i numeri emersi dall’indagine Fadoi? Intanto osserviamo le cause del ricovero. Dei 5.200 pazienti assistiti nei reparti di Medicina interna, l’11.2% soffre di una sola patologia (582 ricoverati), il 20.4% è affetto da due patologie e il 24% da tre patologie (in totale 1.064 pazienti). E poco meno di due pazienti su cinque (il 19.5% per un totale di 1.256 persone) sono colpiti da ben quattro patologie. Invece 688 ricoverati (il 13.2%) hanno fino a cinque patologie diagnosticate. L’ipertensione arteriosa è la causa più frequente di ricovero (31.1%) seguita dal cancro (30.3%). Artropatie acute o croniche, connettivopatie e fratture colpiscono il 25.5% dei ricoverati nelle medicine interne. Il 25% delle diagnosi sono relative a infezioni acute, seguite dal diabete (22.4%) e dalle Bpco (18.7%). Scompenso cardiaco e cardiopatia ischemica rappresentano rispettivamente il 15.4 e il 14.5% delle patologie. Passando invece alla rilevazione del dolore si registra che nel 37.5% dei pazienti è stata rilevata in cartella clinica una sintomatologia dolorosa. E se il cancro provoca dolore nel 24% dei casi, la parte del leone la fa però il dolore alle ossa, alle articolazioni e ai muscoli (52.8%). Mentre due pazienti su dieci lamentano dolori all’addome (il 20.5%). L’8,6% dei pazienti soffre di dolori legati a disfunzioni del sistema nervoso centrale e periferico. Il 5% lamenta sofferenza cardiologica. Per quanto riguarda le terapie farmacologiche sul totale di tutti i trattamenti specifici per il dolore somministrati nei reparti di medicina, il 61.1% sono oppioidi forti e deboli anche in associazione con paracetamolo, mentre il 27.2 % sono Fans o paracetamolo in monoterapia. Aumenta del 16% l’utilizzo di oppiacei forti e migliorano le performance nel Sud Italia. Lo studio Fadoi non solo ha contribuito a scattare una fotografia del pianeta dolore, ma ha anche portato ad un deciso cambiamento nel comportamento assistenziale nei reparti di medicina interna che ospitano pazienti “complessi”, anziani e non. Infatti, a pochi mesi di distanza dalle “lezioni sul dolore”, condotte dalla squadra di medici “teacher” che hanno sensibilizzato colleghi e infermieri indicando la rotta da seguire per contrastarlo, gli scenari sono mutati e decisamente in meglio. “Grazie all’azione di sensibilizzazione che abbiamo condotto nei reparti – ha commentato Antonino Mazzone, Presidente di Fondazione Fadoi – è cresciuta in maniera evidente l’attitudine a misurare, e più volte nel corso del ricovero, l’intensità del dolore: dal 47,8% siamo passati al 77,4%. Inoltre una più dettagliata analisi dei risultati ha permesso di documentare come i miglioramenti più evidenti si siano manifestati nei centri localizzati nel Sud Italia, che presentavano una situazione iniziale di maggior sofferenza per quanto riguarda la gestione del problema. I risultati ottenuti confermerebbero che siamo in presenza di un reale e consolidato cambiamento nel comportamento assistenziale. Un’evoluzione – ha aggiunto Mazzone – che si riflette anche in una seppur lenta ma progressiva tendenza a un più diffuso utilizzo degli analgesici maggiori, in particolare dei farmaci oppioidi forti. Nel nostro studio, e in un periodo di pochi mesi, la percentuale di incremento di utilizzo di questi farmaci è risultata del 16%". Obiettivi raggiunti anche grazie alla collaborazione con Mundipharma Italia. “Da diversi anni siamo vicini a Società Scientifiche, Istituzioni e Associazioni pazienti – dichiara Marco Filippini, Direttore Generale di Mundipharma Italia - nel comune obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione sul dolore dirette ai cittadini e interventi formativi volti a supportare l’operato dei clinici. È quindi con rinnovato entusiasmo che abbiamo deciso di essere al fianco di Fadoi in questo nuovo progetto. Oggi i medici hanno a disposizione gli strumenti normativi e terapeutici più opportuni per garantire a chi soffre la migliore assistenza. Il nostro auspicio è che, grazie a iniziative come lo studio Domino e all’impegno corale di tutti gli addetti ai lavori, la Legge 38 possa essere applicata sempre più concretamente nella pratica clinica quotidiana, per la costruzione di un futuro senza dolore”. Certo c’è ancora molto da fare, soprattutto per migliorare l’utilizzo dei farmaci per il dolore. E realizzare un ulteriore avanzamento nell’appropriatezza della terapia potrebbe essere il prossimo obiettivo della Fadoi sul tema del dolore. “Con i risultati dello studio Domino – ha concluso Giuseppe Civardi, coordinatore della ricerca – abbiamo compreso che molto probabilmente vi sono ancora importanti margini di miglioramento assistenziale nella gestione del dolore, ma anche che la formazione e la sensibilizzazione, quando condotte con tecniche adeguate che permettano anche di valutarne gli esiti, possono essere uno strumento molto efficace. Per la rilevanza del problema, e con la consapevolezza che è possibile fare qualcosa di concreto, l’impegno di Fadoi per ottimizzare la gestione del dolore nei nostri reparti continuerà dunque a essere molto forte”. Infatti, come sottolinea Marta Gentili, Presidente dell’Associazione pazienti vivere senza dolore: “Ancora troppi malati non hanno un corretto monitoraggio del dolore e un adeguato trattamento terapeutico. Un altro importante aspetto emerso da questa analisi, e che meriterebbe di essere maggiormente sviluppato, riguarda l’interdisciplinarità delle figure che dovrebbero ruotare intorno al paziente: maggior coinvolgimento dei terapisti del dolore nei reparti e maggior formazione per gli infermieri che, da quanto l’indagine evidenzia, sono le figure professionali deputate alla misurazione e al monitoraggio del dolore”.
Dolore oncologico 23.8%
Dolore oncologico e non oncologico 0.5%
Dolore non oncologico 75.7%
Apparato muscolo-scheletrico 54.9%
Dolore viscerale addominale 20.5%
Sistema nervoso centrale e periferico 8.6%
Dolore cardiologico 4.9%
Dolore misto 3.8%
Dolore viscerale pelvico 2.0%
Non classificato 8.0%
Scheda La terapia del dolore in Italia (Fonte Istat e Relazione al Parlamento del ministero della Salute) Nell’esperienza medica il dolore rappresenta una tra le manifestazioni più importanti delle malattie e, tra i sintomi, è sicuramente quello che incide di più sulla qualità della vita. Secondo stime Istat, la forma di dolore più invalidante – quella cronica – colpisce circa il 25-30% della popolazione. Un valore che potrebbe essere anche inferiore alla realtà, se si considera l’aumento del consumo di oppioidi: il ricorso a questo tipo di farmaci da parte dei medici e del personale per attenuare il dolore dei malati - come emerge dalla Relazione sullo stato di attuazione della legge 38/2010: “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” inviata al Parlamento dal ministero della Salute - ha infatti subito un aumento di circa il 30% solo negli ultimi due anni. Un incremento che la Relazione definisce “decisamente apprezzabile”, ma ancora lontano dalla somministrazione e dal consumo di oppioidi attuato negli altri Paesi che fanno parte dell’Ue e dal quale emerge con chiarezza la distanza tra noi e il resto d’Europa. Eppure capire come trattare i pazienti che soffrono, anche con una regolamentazione dal punto di vista legislativo, è un problema da non sottovalutare. Gestire in maniera errata o non gestire affatto il dolore dei pazienti – sia nella sua forma non permanente, che ancor peggio, quando è cronico – crea infatti non solo conseguenze fisiche e psicologiche sul singolo, ma anche sociali gravi: il calcolo delle giornate lavorative perse, ad esempio, comporta un’importante ricaduta economica che pesa sull’intera collettività. Consumo di farmaci. Gli oppioidi usati più di prima, ma meno che in Europa Ma quanto spende il nostro Paese e a quanto ammonta il consumo pro-capite dei farmaci utilizzati nella terapia del dolore? Dalla Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge 38/2010 emerge che i dati delle prescrizioni dei medicinali per la terapia del dolore, oggetto di monitoraggio ministeriale o ottenuti dai professionisti della Rete di Cure Palliative, sono divisi tra quelli relativi a oppioidi forti, oppioidi deboli e altri farmaci utilizzati nella terapia del dolore. Per quanto attiene al primo gruppo, riguardante gli oppioidi forti, si registra nel confronto con altri Paesi europei un aumento rilevante nei consumi a fronte di un valore in euro pro-capite ancora particolarmente contenuto, pari a € 1,17. Sviluppando l’analisi calcolando i dati regionali dei consumi procapite si registrano i valori più elevati nelle regioni Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Liguria; al di sotto di un euro di consumo figurano le regioni Lazio (0,89), Campania (0,73), Basilicata (0,73) e Calabria (0,75). Si osserva inoltre un consumo maggiore nelle donne rispetto agli uomini per tutti i principi attivi esaminati. Simile è il consumo riguardante i farmaci indicati come oppioidi deboli: il valore medio italiano per il consumo pro-capite è pari a € 0,78, mentre a livello regionale si riscontra un aumento maggiore nelle Regioni del Nord del Paese, con la regione Toscana in testa con un valore pari a € 1,74, e dei valori significativamente più bassi nelle regioni del centro-sud. Anche per questa categoria di farmaci si osserva un consumo decisamente superiore nelle donne rispetto agli uomini. I consumi relativi all’ultima categoria di farmaci in esame, quella riguardante farmaci non oppioidi, continuano a confermare un dato storicamente consolidato per il quale questa categoria di farmaci rappresenta i medicinali maggiormente prescritti nel nostro paese per la lotta al dolore, con una differenza di consumi particolarmente consistente rispetto alle prime due categorie di farmaci. Il valore pro-capite risulta essere 11,7 volte maggiore rispetto al valore registrato per i farmaci oppiacei deboli e 7,8 volte maggiore ai farmaci oppiacei forti. Anche dalla distribuzione regionale si evince che è un comportamento prescrittivo omogeneo su tutto il territorio nazionale con i valori massimi osservati nel dato relativo alla regione Sardegna (€ 12,19) e alla regione Sicilia (€ 11,28).
 
   
   
VACCINI. LA CORTE COSTITUZIONALE: “RISARCIMENTI ANCHE PER QUELLI NON OBBLIGATORI COME MORBILLO, PAROTITE E ROSOLIA”  
 
 Lecce, 7 maggio 2012 - La Corte Costituzionale, con la sentenza 107 del 16 aprile, depositata il 27 aprile, ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1, comma 1, della legge 25 febbraio 1992, n. 210, là dove limita il diritto di indennizzo solo a coloro che subivano danni irreversibili da vaccinazioni obbligatorie escludendolo, invece, quelle raccomandate come morbillo, parotite e rosolia. Ad evidenziarlo è Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”. A sollevare il caso di fronte alla Consulta era stato il Tribunale ordinario di Ancona rispetto al ricorso per ottenere l’indennizzo proposto dai genitori di una bambina la quale, a seguito della vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia (Mpr), che, “ancorché non obbligatoria e, dunque, non suscettibile di dar luogo, ove generatrice delle complicanze previste dalla normativa denunciata, all’indennizzo ivi previsto si presentava, però, fortemente incentivata dalle pubbliche autorità, avendo essa formato oggetto di una intensa campagna di sensibilizzazione, attestata da numerosi atti emanati a tale riguardo dalla pubblica amministrazione”. La sentenza sancisce l’indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati, nella parte in cui non prevede il diritto ad un indennizzo, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla medesima legge, nei confronti di coloro i quali abbiano subìto le conseguenze previste dallo stesso articolo 1, comma 1, a seguito di vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia”. Giovanni D’agata, invita tutti coloro che hanno diritto all’indennizzo per i danni irreversibili subiti in conseguenza di vaccinazioni anche non obbligatorie come morbillo, parotite e rosolia ad avvalersi del supporto degli esperti dello “Sportello dei Diritti”, per avviare tutte le azioni a propria tutela.  
   
   
SERVIZIO DI SMS AI PAZIENTI IN TERAPIA ANTICOAGULANTE ORALE  
 
Biella, 7 maggio 2012 - Il Laboratorio Analisi dell’Asl Biella ha messo in atto un nuovo sistema per trasmettere via sms i risultati di Pt (Tasso di Protrombina) e Inr (la sua normalizzazione a livello internazionale) ai pazienti in terapia anticoagulante orale, consentendo loro un’ampia mobilità e la possibilità di controllare i propri valori anche se si trovano fuori Provincia. Il servizio è attivo da qualche settimana per i pazienti del poliambulatorio di via Fecia a Biella e ha registrato un ottimo gradimento tanto da essere esteso a tutto il territorio biellese. Presso il Centro prelievi di Cossato si stanno acquisendo i relativi consensi da parte degli utenti interessati, che devono semplicemente compilare un modulo di adesione. Www.aslbi.piemonte.it/    
   
   
SICILIA: CONVENZIONE TRA L´ASSESSORATO E L´ENTE NAZIONALE SORDI  
 
Palermo, 7 maggio 2012 - L´assessorato regionale della Salute ha firmato il 3 maggio una convenzione con il Consiglio regionale Sicilia dell´Ente Nazionale Sordi (Ens) per la realizzazione di un programma di intervento sanitario preventivo - riabilitativo per le persone sorde nell´ambito dei "Progetti obiettivo" di Piano sanitario nazionale che saranno finanziati dallo Stato. L´obiettivo e´ quello di uniformare le procedure di tipo diagnostico, clinico riabilitativo e socio-psicologico destinate alla disabilita´ uditiva. Entro tre mesi saranno varate le linee guida che disciplineranno la "presa in carico" e l´attivazione di appropriati percorsi riabilitativi multidisciplinari, l´individuazione precoce della disabilita´ (screening neonatale), la raccolta dei dati epidemiologici dei neonati con diagnosi positiva di sordita´. Inoltre e´ prevista la formazione destinata sia ad operatori del servizio sanitario regionale che ad operatori dell´Ente Nazionale Sordi e la realizzazione di uno sportello informativo regionale multimediale per l´orientamento ai percorsi assistenziali. "Da anni - ha commentato l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo - siamo impegnati per il riconoscimento del diritto alla qualita´ di vita dei cittadini, specialmente quelli che fanno parte delle cosiddette categorie fragili, secondo il principio inderogabile che al centro del sistema sanitario deve sempre esserci la persona umana. Questa convenzione pone le basi per un percorso qualificato a favore dei sordi, condiviso con l´Ens, che affronta tutte le criticita´ connesse alla disabilita´ e che non riguarda soltanto gli aspetti sanitari ma anche quelli sociali e psicologici. Vogliamo rispondere ai bisogni di salute con servizi sempre piu´ idonei e omogenei sul territorio regionale, concepiti secondo l´approccio multidisciplinare e specifico per ogni diversa fase della vita". La sordita´ e´ una disabilita´ particolarmente diffusa in Sicilia: secondo i dati epidemiologici, ci sono in Sicilia ben 8.600 sordi su un totale nazionale di circa 45.000, vale a dire circa il 20%. "E´ la prima sperimentazione in Italia di intervento diagnostico - riabilitativo - educativo basato su un processo continuo, capace di integrare il momento sanitario con l´intervento socio-educativo per la presa in carico globale della persona sorda - ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Sicilia dell´Ens, Antonio Coppola - Nel 2010 abbiamo realizzato una ricerca con una equipe composta da professionisti di livello nazionale, con l´obiettivo prioritario di uniformare gli interventi di tipo sanitario e socio-educativo che finora erano spesso lasciati alla discrezionalita´ e alla volonta´ delle diverse realta´ locali. Questa convenzione rappresenta il primo risultato di una collaborazione costante con l´amministrazione regionale che dara´ una risposta ai bisogni specifici dei sordi in un´ ottica di garanzia della qualita´ di vita dell´individuo".  
   
   
PROGETTO CURA PER L’ASSISTENZA FAMILIARE NEL VCO, I PRIMI RISULTATI  
 
Verbania, 7 maggio 2012 - Sessanta famiglie e 500 lavoratori e lavoratrici in sette mesi agli sportelli del progetto Cura, per l’assistenza familiare nel Vco. Sono i risultati dell’iniziativa di Collaborazione Unitaria Rete Assistenza Familiare che fornisce servizi gratuiti presso gli sportelli attivi nei centri per l’impiego di Domodossola, Omegna e Verbania. Un servizio che mette le famiglie in contatto con assistenti familiari rispondenti alle proprie esigenze. Quanto agli assistenti familiari, vi è l’opportunità di essere inseriti in una banca dati provinciale, da cui attingono i centri per l’impiego. Www.provincia.verbania.it    
   
   
NO A NUOVI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI IN SARDEGNA  
 
Cagliari, 7 Maggio 2012 - "In Sardegna non aprirà nessun nuovo "piccolo manicomio" né ospedali psichiatrici giudiziari, ma strutture in grado di accogliere i detenuti con patologie della psiche, con l´obiettivo di tutelare la loro salute in una cornice di sicurezza per il resto della cittadinanza". Lo chiarisce il 2 maggio l´assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, in merito al dibattito di questi ultimi giorni sul futuro degli attuali Ospedali psichiatrici giudiziari. "Il tavolo con tutti gli attori accreditati, tra cui il Tribunale di sorveglianza e altri soggetti istituzionali giudiziari - spiega l´assessore De Francisci - è al lavoro già da tempo in un clima di assoluta collaborazione fra le parti. È intento di tutti gli organismi e delle istituzioni coinvolte programmare un assetto organizzativo capace di garantire un equilibrio fra gli interventi sanitari e le esigenze di sicurezza, come richiesto dalla normativa nazionale". Nell´ultimo incontro, tenutosi a Nuoro il 5 aprile, è emersa l´esigenza che anche nell´Isola possa essere operativa una struttura attiva 24 ore, ad elevata intensità sanitaria e dotata di adeguati sistemi di sorveglianza, per accogliere quei detenuti che attualmente non possono essere dimessi per la loro pericolosità sociale. È oggetto di discussione anche un´eventuale struttura terapeutico-riabilitativa per l´accoglienza di pazienti dove possano essere attivati specifici progetti in grado di favorirne il reinserimento in società. Quattro pazienti sono già nell’Isola, mentre gli altri 29 torneranno nei prossimi mesi. In accordo con gli specialisti e la magistratura si stabilirà in quale tipologia di residenza dovranno essere assistiti. "Siamo in attesa di ricevere le linee guida dal ministero della Salute, così come previsto dalla legge nazionale 9/2012 - aggiunge l’assessore De Francisci - per decidere quali caratteristiche debbano avere queste strutture. In ogni caso, per i pazienti sardi considerati dimissibili sono stati già attivati progetti terapeutico socio-riabilitativi individualizzati in strutture regionali già accreditate".  
   
   
MOSTRA SARÒ GRATA AI RE, PERSONALE DI MARCO DEMIS MILANO 3 MAGGIO ALL’ 8 GIUGNO 2012  
 
Milano, 7 maggio 201 2- Venticinque opere enigmatiche, fredde e sensuali. Due anni di produzione lenta, maniacale e distaccata. Un vuoto enorme che ci divide da questi quadri. Un catalogo con testi di Viviana Siviero e Ivan Quaroni a raccontarlo. Così si presenta Marco Demis nel sua prima personale da Anfiteatro Arte. Marco Demis nasce a Milano nel 1982, città dove vive e lavora. Dal 2001 frequenta l’ Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo spirito concreto però lo porta a iscriversi ad Architettura e nel 2007 consegue la laurea specialistica al Politecnico di Milano. La passione per la pittura non viene però mai trascurata e, anzi, nel tempo, diventa dominante fino a diventare la sua unica occupazione. Nel 2009 viene scoperto artisticamente da Ivan Quaroni che lo nota al Premio Celeste. Proprio in questo periodo Demis giunge a un punto di svolta nella sua ricerca artistica, punto che lo porta a dipingere con una ridottissima gamma cromatica, dal grigio all’azzurro tenue, realizzando delle “atmosfere” delicate dal sapore nostalgico del bianco e nero. Da questo momento Demis inizia a essere inserito nella compagine di artisti sostenuti dal critico milanese Ivan Quaroni, in quel movimento da lui definito come Italian Newbrow. “Marco Demis è un artista difficile da leggere, finanche enigmatico, perché pone, tra le sue opere e l’osservatore, una distanza incolmabile. I suoi dipinti non rivelano nulla della sua biografia, non esprimono contenuti emotivi. Benché virate in una gamma ridotta di cromie, che spazia dai grigi ai blu filtrando ogni sintagma della sua grammatica attraverso una lente di vaga, opalescente malinconia, essi si offrono al nostro sguardo incantato come gli equivalenti visivi di un enunciato filosofico o di teorema matematico. Demis è un pittore freddo, razionale, direi quasi ossessivo nel reiterare temi e soggetti che solo saltuariamente arricchisce. C’è, infatti, in lui una sorta di parsimonia iconografica, che appare come il segno di una strenua volontà di concentrazione e di focalizzazione su pochi, meditati, lemmi.” Ivan Quaroni in La via delle forme, testo critico di Marco Demis, Vanillapocket # 12. La mostra, curata da Mattia Munari, presenta un percorso di circa 25 opere realizzate tra il 2011 e il 2012. Sarò grata ai Re, titolo della mostra e di un´opera qui presentata per la prima volta, è l´ennesimo gioco enigmistico di Marco Demis. Un altro suo indecifrabile ostacolo posto volutamente tra lo spettatore e la comprensione della sua opera. Durante il vernissage verrà distribuito per la prima volta il nuovo catalogo monografico realizzato da vanilla edizioni dedicato proprio all´artista milanese.  
   
   
CONTEMPORARY LOCUS 1 - HUMA BHABHA E FRANCESCO CARONE PIO COLLEONI, BERGAMO 27 MAGGIO - 22 LUGLIO 2012  
 
 Bergamo, 7 maggio 2012 - Il 27 maggio a Bergamo l’arte contemporanea torna protagonista con un ciclo di mostre allestite in tre diversi luoghi segreti della città: il Luogo Pio Colleoni, la Cannoniera di San Giacomo, l’ex Hotel Commercio. Il progetto, curato da Paola Tognon con la collaborazione di Paola Vischetti, nasce con l’intento di creare connessioni tra arte contemporanea e tessuto urbano aprendo luoghi segreti, dimenticati o dismessi della città. Gli artisti di contemporary locus, italiani e stranieri, interverranno all’interno degli spazi individuati con lavori site specific o con opere appositamente scelte. Nella prima tappa espositiva, contemporary locus 1 gli artisti Huma Bhabha e Francesco Carone si confronteranno, dal 27 maggio al 22 luglio, con gli spazi del Luogo Pio Colleoni, dimora medioevale con giardino pensile di Bartolomeo Colleoni e ancora oggi archivio dell’Istituto e luogo di conservazione di opere d’arte e documenti. Il confronto artistico con la storia e la condizione di segretezza di questo luogo concede una rinnovata connessione tra spazio urbano e arte contemporanea. Le due sale più antiche, caratterizzate da un apparato decorativo con opere d’arte di notevole rilevanza, sono destinate a ospitare i lavori di Huma Bhabha (1962), artista pakistana che vive e lavora a New York e Francesco Carone (1975), artista senese che vive e opera nel territorio d’origine. La scultura primitiva e quasi brutalista di Huma Bhabha si contrappone alla scultura rinascimentale lombarda delle candide figure scolpite da Giovanni Antonio Amadeo e allineate nella prima sala. Mentre alla rigorosa narrazione degli affreschi quattrocenteschi dedicati alle virtù cardinali e teologali nella Sala del Consiglio si contrappone la ricerca poetica e alchemica di Francesco Carone che mira alla costruzione di uno spazio mentale atto ad accogliere e sollecitare le testimonianze del passato. La compresenza di Bhabha e Carone in contemporary locus 1 è testimonianza di culture e pratiche artistiche differenti, unite da un singolare dialogo con il passato e calate in spazi segreti che si aprono alla inaspettata solarità di un antico orto urbano.  
   
   
"SPORT PER TUTTI" IN VALLAGARINA, FIRMATO OGGI L´ACCORDO  
 
 Trento, 7 maggio 2012 - E´ stato sottoscritto il 26 aprile - presso l´Assessorato all´istruzione e sport - l´accordo volontario di obiettivo tra la Provincia autonoma di Trento - Agenzia per la famiglia, natalità e politiche giovanili e l´Agenzia per la promozione dello sport della Vallagarina. Il progetto, denominato "Lo sport per tutti", intende offrire alle famiglie - soprattutto a quelle più fragili nonché alle famiglie numerose con tre o più figli come prevede la legge provinciale sul benessere familiare - la possibilità di inserire i figli presso le associazioni sportive del territorio della Vallagarina a condizioni agevolate. In particolare, su un contributo massimo pari a 250 euro, sarà previsto l´abbattimento totale del costo di iscrizione per le famiglie con reddito di garanzia, mentre per le famiglie numerose l´abbattimento sarà del 50%. A sottoscrivere l´accordo, e a ribadirne l´importanza, l´assessore provinciale Marta Dalmaso e Franco Frisinghelli, presidente dell´Agenzia Promozione Sport Vallagarina. Al momento della firma erano presenti - anche in questo caso a sottolineare l´importanza che questo progetto riveste per il mondo delle famiglie e dello sport nella zona della Vallagarina - Luciano Malfer, dirigente Agenzia provinciale per la famiglia; Francesco Mattè, sindaco di Volano; Andro Ferrari, coordinatore dell´Ufficio Educazione Fisica della Provincia; Elio Grigoletto, consulente Agenzia Promozione Sport Vallagarina; Maria Teresa Voltolini, assessore allo sport del Comune di Volano; Sergio Anesi, direttore Ufficio attività sportive - Agenzia provinciale per la famiglia; Giorgio Torgler, presidente del Coni Trentino e Paolo Rebecchi, direttore del Forum delle Associazioni familiari del Trentino. Prima della firma è stato ricordato come questo accordo sancisca l´impegno da parte della Provincia autonoma di Trento, attraverso l´Agenzia per la Famiglia, a mettere in atto le azioni necessarie per realizzarne i contenuti, stimolando le organizzazioni proponenti ad attivare le azioni necessarie per garantire il mantenimento degli impegno assunti. Si punta poi a mettere in atto le azioni necessarie, nella logica del Distretto famiglia, per individuare percorsi innovativi per proporre alle famiglie servizi, anche inediti, per il mantenimento delle condizioni di benessere delle famiglie residenti; a collaborare con le organizzazioni proponenti per la realizzazione dell´accordo mettendo a disposizione le risorse; a verificare la possibilità di introdurre dei criteri premianti, nell´ambito delle disposizioni previste dalla normativa sullo sport, per le associazioni sportive che aderiscono alle logiche family friendly e ad attivare azioni informative e formative a favore delle famiglie sulle finalità del progetto. L´agenzia per la promozione dello sport della Vallagarina si impegna da parte sua ad intraprendere con la Provincia di Trento un rapporto di collaborazione reciproca finalizzata alla realizzazione del progetto "Lo sport per tutti", con l´obiettivo di agevolare la pratica dell´attività sportiva da parte di bambini e ragazzi; a promuovere e diffondere sul territorio provinciale la comunicazione sulla finalità del progetto; a mettere a disposizione della Provincia l´esperienza maturata nel settore sportivo, collaborando alla predisposizione del disciplinare per l´assegnazione del marchio "Family in Trentino" alle associazioni sportive.  
   
   
L´ESTATE TRENTINA PRONTA A COLORARSI DI BIANCOROSSO  
 
Trento, 7 maggio 2012 - Si è svolta sabato 28 aprile, nella cornice molto suggestiva dell´Allianz Arena, il meraviglioso stadio bavarese, la presentazione ufficiale del ritiro estivo che la prima squadra e le formazioni giovanili del Fc Bayern Monaco svolgeranno in Trentino. Una giornata che ha permesso ad una delegazione trentina incontrare qualche decina di giornalisti tedeschi subito prima del match di Bundesliga fra Fc Bayern Monaco e Stoccarda, per presentare questo evento che vedrà i bavaresi tornare nel nostro territorio dal 15 al 22 luglio. Una partita quella di sabato, per la cronaca, vinta dai ragazzi di mister Heynkes per 2-0, durante la quale la farfalla del Trentino ha continuato a “volare”, grazie alle immagini che si sono succedute sul maxischermo e sui led luminosi a bordo campo. «Siamo orgogliosi di questa partnership con la società tedesca – ha spiegato l´assessore provinciale all´agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini – un legame diventato molto forte con il tempo. Il Trentino ed il Fc Bayern Monaco sono due eccellenze che si sono incontrate, siamo pronti ad accogliervi ed a farvi sentire come a casa vostra anche quest´anno». Un´estate nella quale la novità sarà l´albergo che ospiterà Robben e compagni, visto che quest´anno i giocatori soggiorneranno al nuovissimo Lido Palace Hotel di Riva del Garda, per l´occasione riservato alla truppa biancorossa. Non cambierà, invece, la formula di questo ritiro, dimostratasi vincente: allenamenti al campo sportivo di via Pomerio ad Arco, serate in piazza con i campioni e due partite amichevoli per la squadra allenata da Jupp Heynkes. «In Trentino ci sentiamo davvero come a casa nostra – ha detto Karl Heinz Rummenigge, oggi dirigente di punta della società bavarese – abbiamo fortemente voluto tornare nella vostra provincia, dove abbiamo trovato non solo una grandissima accoglienza, ma anche una ottima macchina organizzativa, che ogni anno ci permette di prepararci al meglio per la stagione successiva». Anche quest´anno non sarà la sola prima squadra a prepararsi in Trentino, ma anche le formazioni giovanili. La nostra provincia sarà coinvolta a 360 gradi, il biancorosso farà bella mostra di sé in ogni angolo: l´Under 23 sarà per la prima volta a Molveno dal 7 al 14 luglio, l´Under 19 tornerà invece in Primiero dal 29 luglio al 5 agosto, mentre negli stessi giorni l´Under 17 suderà nella città di Trento ed in valle dei Laghi, per finire quindi con il ritiro dell´Under 15, che dal 12 al 18 agosto si terrà per la prima volta in Val di Ledro. A margine di questo incontro è stata creata un´occasione per degustare alcuni prodotti enogastronomici trentini. Fra poche settimane il ritiro del Fc Bayern Monaco sarà anticipato dall´amichevole fra la squadra delle All Star bavaresi e l´«Inter 4ever», ovvero le vecchie glorie nerazzurre, altra società che ha scelto il Trentino come sede della propria preparazione estiva. Il 25 maggio, alle 20 al campo sportivo di via Pomerio, l´indimenticato Paul Breitner e i suoi compagni sfideranno i campioni di ieri dell´Inter, una squadra che può contare su giocatori del calibro di Luigi Di Biagio, Francesco Toldo e “Spillo” Altobelli e che sarà capitanata da Luis Figo, fantasista premiato nel 2000 con il Pallone d´Oro. «Per noi – ha aggiunto Maurizio Rossini di Trentino Marketing – è un grandissimo onore poter lavorare con questa società, della quale giornalmente possiamo apprezzare la grande professionalità e la disponibilità nei nostri confronti. La Baviera per noi è un mercato molto importante, ecco perché in questi giorni partirà in tutta la regione una campagna stampa del nostro territorio, che avrà come protagonisti i giocatori del Fc Bayern». L´immagine della nostra provincia sarà così promossa in un bacino di 12 milioni di persone. In tutta Monaco, poi, c´è grande attesa per la finalissima della Champions League in programma proprio all´Allianz Arena il prossimo 19 maggio, nella quale Ribery e soci sfideranno il Chelsea. Una partita che per il Trentino rappresenta un’altra occasione di visibilità.