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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Giugno 2012
CONOSCERE MEGLIO I RETROVIRUS POTREBBE PORTARE A MIGLIORI CURE FARMACOLOGICHE  
 
Bruxelles, 11 giugno 2012 - Ricercatori provenienti da Repubblica Ceca e Germania hanno scoperto per la prima volta la dettagliata struttura del guscio che circonda il materiale genetico dei retrovirus, nel momento in cui si formano, una fase fondamentale e potenzialmente vulnerabile del loro ciclo vitale. Un retrovirus è un virus di acido ribonucleico (Rna) che si duplica in una cellula ospite usando l´enzima della trascrittasi inversa per produrre acido deossiribonucleico (Dna) a partire dal proprio genoma Rna. Il Dna è poi incorporato nel genoma dell´ospite da un enzima integrasi dopo di che il virus si replica come parte del Dna della cellula ospite. Uno dei retrovirus più conosciuti è il virus dell´immunodeficienza umana (Hiv), parte del gruppo dei lentivirus, un sottogruppo della famiglia dei retrovirus. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature, i ricercatori spiegano che le loro scoperte forniscono informazioni su una parte del virus che potrebbe in futuro essere obiettivo dei farmaci. Il team è affiliato all´Istituto di tecnologia chimica e all´Accademia delle scienze della Repubblica ceca, entrambi con sede a Praga, e al Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) di Heidelberg, in Germania. I retrovirus sono fatti di un materiale genetico racchiuso in un guscio di proteina, che a sua volta è circondato da una membrana. Per quanto riguarda l´Hiv, dopo che un retrovirus entra in una delle cellule del nostro sistema immunitario, il virus si replica, producendo più copie di sé stesso, ognuna delle quali deve essere assemblata da un misto di componenti cellulari e virali in un virus immaturo. Uno dei ricercatori del team, John Briggs dell´Embl, commenta: "Tutti i componenti necessari sono messi insieme all´interno della cellula ospite per formare il virus immaturo, che deve poi maturare in una particella in grado di infettare altre cellule. Abbiamo scoperto che quando lo fa, i cambiamenti del guscio del virus sono più radicali di quanto pensassimo." Sia il guscio del virus maturo che quello del virus immaturo sono reticoli a nido d´ape di forma esagonale. Usando un insieme di microscopia elettronica e metodi computerizzati, il team ha potuto studiare quali parti delle proteine si uniscono per costruire il reticolato del guscio immaturo. Queste si sono rivelate essere molto diverse dalle parti che costruiscono il guscio maturo. I risultati del team ceco-tedesco aiuteranno gli scienziati a capire come il virus immaturo è assemblato nella cellula e come le proteine del guscio si riorganizzano per passare da una forma all´altra. Questo potrebbe rivelarsi fondamentale per coloro che vogliono creare nuovi tipi di terapie con antiretrovirali. Anche se molti farmaci antiretrovirali esistenti bloccano già l´enzima che normalmente separerebbe i componenti del guscio immaturo per permettergli di maturare, attualmente non ci sono farmaci approvati che agiscono sul guscio stesso per evitare che l´enzima si agganci. John Briggs ha continuato dicendo che anche se "servono molte più informazioni dettagliate prima di poter parlare di progettazione di farmaci", essere in grado di "confrontare strutture mature e immature è un passo avanti." Per maggiori informazioni, visitare: Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl): http://www.Embl.de/    
   
   
UN VACCINO PER CURARE IL PARKINSON? IL NUOVO PREPARATO POTREBBE ESSERE SOMMINISTRATO AI PAZIENTI ENTRO QUATTRO O CINQUE ANNI  
 
Lecce, 11 giugno 2012 - Speranze dai test sul vaccino per i pazienti con il Parkinson. E’ in fase di sperimentazione un vaccino terapeutico che potrebbe essere immesso sul mercato tra 4 o 5 anni. E se la sperimentazione andrà a buon fine, il trattamento terapeutico, non mitigherà solo i sintomi come avviene oggi, ma debellerà alla fonte questa malattia neurodegenerativa. Infatti per la prima volta un vaccino è testato ad indurre una risposta immunitaria in modo da renderla incapace di causare la malattia. Nelle vittime del morbo di Parkinson, il cervello è danneggiato da una proteina anomala, "l´alfa sinucleina". E il suo accumulo è causa di sintomi come rigidità o tremori. Oggi, alcuni trattamenti possono ridurre i sintomi, ma non risolvere il problema alla fonte. Con questo vaccino, i ricercatori sperano di affinare l’organismo dei pazienti in modo da renderli incapaci di causare la malattia. Questo stato di immunità che si produce con la vaccinazione fa sì che, quando il soggetto, nel corso della vita, viene a contatto con il microrganismo, le cellule-memoria lo riconoscono e sono in grado di dare un´attivazione più veloce e più potente dell´intero sistema immunitario, tale da impedire lo svilupparsi della malattia. Somministrando il vaccino, il sistema immunitario dell´organismo riconosce come estranee le tossine o i microrganismi anche se inattivati e produce anticorpi specifici e, in particolare, le cellule-memoria (linfociti che "memorizzano" le caratteristiche delle cellule estranee). In buona sostanza prendendo un piccolo frammento della proteina degenerata che ha scatenato la malattia, il medico iniettandola anche nella persona malata, innescherà una reazione con una risposta immunitaria. Questa produzione di anticorpi offrirà una protezione diffondendosi nel corpo compreso il cervello, attaccando la proteina contro la quale si sono sviluppate. La forza di questo vaccino è di consentire al sistema immunitario di superare la malattia con gli anticorpi generati. Per Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” vale la pena ricordare come questa tecnica nota come immunoterapia è già stata testata con successo in vaccini contro la malattia dell’Alzheimer. La sua sperimentazione procede a passi da lumaca poichè l´introduzione del vaccino può avere, anche se raramente, effetti collaterali, di cui non si conoscono i rimedi. Ma se tutto andrà bene, la speranza di arrivare ad un vaccino preventivo contro il Parkinson non è più così lontana. I risultati della sperimentazione del nuovo preparato sono positivi, ma è necessario attendere ancora quattro o cinque anni per avere ulteriori conferme prima della commercializzazione.  
   
   
SALUTE: ASSESSORE MILANESE SCRIVE A 10MILA DICIOTTENNI: “GIOVANI DONATE IL SANGUE PER GLI ALTRI E PER VOI”  
 
Milano, 11 giugno 2012 - Una lettera dell’assessore Pierfrancesco Majorino a diecimila neo diciottenni milanesi, una visita guidata all’Archivio storico della Fondazione Policlinico, una corsa promossa da Avis Milano e Assintel e due “Baobab”, le unità mobili per la raccolta del sangue, in due piazze importanti di Milano: il primo Baobab, dell’Ospedale San Raffaele, sarà in piazza Cordusio, mentre la seconda unità mobile, dell’Avis, sarà allestita in piazza Luigi di Savoia (Stazione Centrale). Obiettivo della campagna: lanciare un appello a donare il sangue, così come è scritto sul manifesto simbolo della campagna che ritrae un gruppo di donatori in piedi in Galleria Vittorio Emanuele a formare una goccia di sangue: “A Milano sono 40.000 eppure non bastano. Diventa anche tu donatore di sangue”. La goccia di sangue sul manifesto è stata ideata dalla Croce Rossa coreana. Il 7 giugno a Palazzo Marino si è svolta la presentazione delle iniziative organizzate in città in occasione del “World Blood Donor Day”, la Giornata mondiale del donatore di sangue che si celebrerà giovedì 14 giugno. Sono intervenuti l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute Pierfrancesco Majorino, il Presidente onorario di Avis Milano Sergio Casartelli, il direttore del Servizio Immunotrasfusionale dell’Istituto nazionale dei tumori Fernando Ravagnani, il direttore del Centro trasfusionale e di immunoematologia della Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena Maurizio Marconi. “Abbiamo scelto di scrivere a tutti i 10mila neo diciottenni milanesi – ha spiegato l’assessore Pierfrancesco Majorino – per chiedere il loro impegno nella donazione del sangue, che non è solo un gesto di generosità utile a salvare la vita di altre persone, ma l’opportunità di beneficiare di un piccolo ma serissimo controllo sulla salute. L’appello che lanciamo a chi vive nella nostra città è di donare il sangue e di farlo specialmente in questo periodo prima dell’estate, quando il fabbisogno aumenta”. “Ringraziamo il Comune – ha detto Sergio Casartelli – che, per la prima volta, ha aderito come istituzione alla Giornata mondiale del donatore di sangue e ha rinnovato l’invito a tutti i diciottenni. Dopo Milano molti altri Comuni hanno spedito lettere ai giovani potenziali donatori, cui è rivolto il nostro invito. Donare sangue è un dovere di tutti, dobbiamo riflettere su questo per il nostro futuro. Il fabbisogno sale anche perché cambiano le esigenze: migliori cure ma anche maggiore necessità di sangue per aiutare chi vive a Milano e chi è curato nelle strutture ospedaliere della città”. In Italia sono donati in un anno 3,1 milioni di unità di sangue ed emocomponenti (unità da 450 grammi). L’italia è al 19° posto in Europa su 33 Paesi. Per quanto riguarda Milano, il fabbisogno di sangue è di 120.000 emocomponenti. Sono donate 65.000 unità, mentre il restante fabbisogno è coperto da donazioni dal resto della Lombardia (45.000, pari al 37,5 per cento). I donatori sono 40.000 (di cui circa 4.000 stranieri), 27.200 uomini e 12.800 donne, così suddivisi per fasce di età (dai 18 ai 60 anni): - 18-35 anni: 13.152 donatori, di cui 8.160 uomini e 4.992 donne; - 36-55 anni: 21.904, di cui 15.504 uomini e 6.400 donne; - oltre i 55 anni: 4.944, di cui 3.536 uomini e 1.408 donne. Si può donare sangue se si è in ottimo stato di salute, in età compresa tra i 18 e i 60 anni, di peso superiore ai 50 chili e non si sono assunti farmaci nelle due settimane precedenti la donazione. Gli stranieri, inoltre, devono avere regolare permesso di soggiorno, risiedere regolarmente in Italia da almeno due anni, essere iscritti al Servizio sanitario nazionale e avere padronanza della lingua italiana. I gruppi sanguigni più comuni sono 0, B e A, più raro il gruppo Ab. Il fabbisogno maggiore di sangue riguarda il gruppo 0 negativo (donatore universale). Per la donazione di sangue intero l’intervallo è di tre mesi per gli uomini e di sei mesi per le donne in età fertile. Si dona per volta 450 grammi. I donatori di sangue, italiani e stranieri, sono sottoposti agli esami clinici standard oltre alla virologia (Hiv, epatite, sifilide).  
   
   
TRAPIANTI, BELATACEPT MANTIENE LA FUNZIONE RENALE LA SFIDA: PROLUNGARE LA VITA DEL NUOVO ORGANO IL FARMACO HA UN INNOVATIVO MECCANISMO DI AZIONE PER LA PREVENZIONE DEL RIGETTO  
 
Boston, 11 giugno 2012 - Belatacept, una nuova molecola biologica per la profilassi del rigetto nei pazienti adulti sottoposti a trapianto di rene, è stata protagonista al Congresso americano sui trapianti (American Transplant Congress), che si è recentemente concluso a Boston. I risultati a quattro anni degli studi Benefit e Benefit Ext su 761 pazienti dimostrano che il farmaco è in grado di mantenere il suo vantaggio in termini di funzione renale rispetto al trattamento standard rappresentato dalla ciclosporina. Belatacept è il primo bloccante selettivo della co-stimolazione delle cellule T approvato per la profilassi del rigetto dell’organo in pazienti sieropositivi al virus di Epstein-barr (Ebv) che hanno ricevuto il trapianto di rene, in combinazione con basiliximab (un antagonista del recettore dell’interleuchina-2 nella fase di induzione), micofenolato mofetile (Mmf) e corticosteroidi. I risultati a 4 anni dei due studi confermano quelli positivi a tre: oltre al mantenimento della funzione del rene trapiantato, non sono stati segnalati nuovi eventi avversi. “Questi dati mostrano che il profilo di sicurezza e tollerabilità di belatacept in pazienti adulti dopo 4 anni di trattamento si attesta sui livelli raggiunti in precedenza e la funzione renale è mantenuta nel tempo - spiega Brian Daniels, senior vice president, Global Development and Medical Affairs, di Bristol-myers Squibb – . I risultati di questi studi ampliano la nostra comprensione del funzionamento di belatacept e aiuteranno i medici ad assumere decisioni consapevoli sulle opzioni terapeutiche disponibili”. Ogni anno in Italia si eseguono circa 1500 trapianti di rene e vi sono più di 7000 persone in lista di attesa (che attendono in media 3 anni prima dell’intervento). Preservare la funzione del rene trapiantato può evitare il ritorno alla dialisi e la necessità di un secondo trapianto. I centri di Padova (Azienda Ospedaliera di Padova), Milano (Ospedale Niguarda) e Roma (Policlinico Gemelli) hanno partecipato ai due studi. Belatacept è stato approvato dalla Food and Drug Administration (Fda), l’ente regolatorio americano per i farmaci, e dalla Agenzia europea per i medicinali (Ema) nel giugno del 2011. Il via libera dell’Fda e dell’Ema si è basato sui dati a tre anni degli studi di fase Iii Benefit e Benefit Ext. Belatacept è ora al vaglio delle autorità regolatorie italiane.
termedia
 
   
   
ARTRITE REUMATOIDE, ABATACEPT CONTROLLA LA MALATTIA FAVORISCE LO STOP AI DANNI ALLE ARTICOLAZIONI  
 
Berlino, 11 giugno 2012 - Per la prima vengono confrontati in uno studio testa a testa due farmaci biologici per il trattamento dell’artrite reumatoide. Ample, che ha coinvolto 646 pazienti, ha dimostrato che abatacept (somministrato per via sottocutanea) e adalimumab, entrambi in combinazione con metotressato, hanno un’efficacia nel controllo dei sintomi e nell’inibizione della progressione radiografica della malattia sovrapponibile nel corso di un anno. In particolare, l’efficacia è stata misurata in base ai criteri dell’American College of Rheumatology (Acr20) e abatacept ha raggiunto una percentuale del 64,8% rispetto al 63,4% di adalimumab associato a metotressato (oltre all’Acr 20, sono stati valutati anche altri parametri come Acr50 e Acr 70, considerati misure qualificate di efficacia). L’interruzione dovuta a eventi avversi è stata del 3,5% nel primo gruppo rispetto al 6,1% del secondo (e quella per eventi avversi gravi di 1,3% vs 3%). I risultati sono presentati al congresso della Società Europea di Reumatologia (European League Against Rheumatism, Eular) chiusosi a Berlino il 9 giugno, con la partecipazione di circa 15mila specialisti. I dati a 12 mesi sono preliminari perchè lo studio Ample, di fase Iii, durerà due anni ed è stato condotto su pazienti adulti mai trattati prima con un farmaco biologico e con una risposta insufficiente a metotressato . “Finora sono stati pochi gli studi basati su un confronto diretto nel trattamento dell’artrite reumatoide – spiega il prof. Michael Schiff dell’Università del Colorado, principal investigator di Ample –. E, fino a oggi, non ci sono stati studi randomizzati e controllati che hanno comparato l’efficacia e la sicurezza di diversi farmaci antireumatici biologici modificanti la malattia, usati in combinazione con metotressato, che costituisce la terapia più utilizzata nell’artrite da moderata a severa. Questo studio rappresenta un progresso significativo per i clinici e i pazienti, perché dimostra che esiste un’altra opzione terapeutica efficace e sicura quanto adalimumab. I dati di Ample evidenziano importanti informazioni nel confronto dell’efficacia fra abatacept e adalimumab, compresa la risposta cinetica”. “Ample – afferma Désirée van der Heijde, della Leiden University Medical Center - è il primo studio testa a testa tra due farmaci biologici che include la progressione radiografica della malattia e dati importanti sul controllo del danno articolare in pazienti trattati con abatacept e adalimumab, entrambi associati a metotressato”. L’artrite reumatoide colpisce l’1% della popolazione mondiale, 2,9 milioni di persone in Europa. In Italia si stimano circa 300mila casi e le donne (in particolare in età fertile, tra i 35 e i 40 anni) sono maggiormente colpite con un rapporto di 4:1. L’impatto della malattia è purtroppo alto, perché il dolore alle articolazioni, la rigidità mattutina, la stanchezza, la fatica di affrontare la giornata con l’eventualità di una disabilità permanente possono comportare cambiamenti significativi nello stile di vita. A ciò si accompagna il rischio di perdere l’occupazione. Entro 10 anni dalla comparsa dei sintomi, la metà dei pazienti non è più in grado di svolgere un lavoro a tempo pieno.  
   
   
SICILIA: PUNTI NASCITA, LA NUOVA RETE GARANTISCE SICUREZZA  
 
Palermo, 11 giugno 2012 - "La rete dei punti nascita in Sicilia e´ il frutto di uno straordinario lavoro di e´quipe condotto insieme ai rappresentanti delle societa´ scientifiche e ai migliori professionisti siciliani. Un lavoro responsabile che ha rispettato gli accordi raggiunti in Conferenza Stato Regioni e che ha guardato soprattutto al tema della sicurezza: quella della madre e del nascituro ma anche degli operatori sanitari che devono poter svolgere il proprio lavoro in un contesto sicuro". L´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha aperto cosi´ il convegno su "la nuova rete del percorso nascita", inserito nel programma della seconda giornata del Forum del Mediterraneo in Sanita´, in corso di svolgimento a Palermo. "La Sicilia - ha proseguito Russo - aveva fatto registrare dati allarmanti sulla mortalita´ perinatale ed era chiamata a mettere mano al sistema con un´azione organica che determinasse un cambiamento in meglio. E´ stato previsto il potenziamento dei servizi di trasporto per le emergenze neonatali (Sten) e del trasporto materno-assistito (Stam), lo sviluppo dell´attivita´ dei consultori e l´implementazione delle metodologie del parto indolore".  
   
   
DOLORE ORTOPEDICO, NECESSARIA UNA RIVOLUZIONE CULTURALE A ROMA LA CAMPAGNA DI FORMAZIONE ‘GESTO’  
 
Roma, 11 Giugno 2012 – Il dolore è una malattia vera e propria, perciò deve essere oggetto di terapie specifiche, come del resto prevede la Legge 38 del 2010. L’ortopedia è tra le branche della medicina maggiormente interessate alla cura del dolore, e proprio agli specialisti ortopedici è rivolto il programma di formazione ‘Gesto’, una campagna itinerante promossa dalla Siot (Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia) con il sostegno incondizionato di Grünenthal Italia, che lavora per divulgare e consolidare la consapevolezza, affermata dalla Legge 38, che il dolore va trattato come una patologia, e non solo come un sintomo. Il Progetto Gesto (Gestione del Trattamento del dolore cronico in Ortopedia) ha dato appuntamento agli ortopedici laziali a Roma, presso l’Una Hotel di via Giovanni Amendola 57. In armonia con gli obiettivi fissati dalla Legge 38 del 2010, la campagna Gesto mira anzitutto ad informare e sensibilizzare gli specialisti del ramo ortopedico sull’importanza e sulla centralità del loro ruolo nell’affrontare le problematiche di chi soffre. Con questa mission il Progetto, nelle complessive 15 tappe inserite nei rispettivi percorsi Ecm, attraverserà tutto il Paese, isole incluse, coinvolgendo la maggior parte degli ortopedici presenti sul territorio nazionale. Compongono il panel dei relatori della giornata di formazione romana il professor Angelo Impagliazzo, docente di Ortopedia e Traumatologia presso l’Università degli Studi di Tor Vergata, il dottor Simone Pelle, del Policlinico Umberto I, e il professor Diego Maria Michele Fornasari, Associato di Farmacologia presso l’Università di Milano, che approfondirà le questioni farmacologiche legate alla corretta individuazione di una terapia antalgica per il paziente ortopedico. Il progetto Gesto mira a fornire un quadro esaustivo della terapia farmacologica del dolore cronico e a puntualizzare il ruolo della terapia con oppiacei, fondamentale per il controllo del dolore cronico moderato-grave, richiamando l’attenzione sulle recenti innovazioni terapeutiche. Dopo la tappa di Roma, nona dall’avvio dell’iniziativa, il Progetto proseguirà il suo viaggio alla volta di Bari, Catania, Palermo, Pisa e Torino.  
   
   
SALUTE, CONVEGNO CGIL, LIGURIA: SISTEMA RISCHIA IL COLLASSO  
 
Genova, 11 Giugno 2012 - "Se il Governo decide di dar seguito agli 8 miliardi di tagli sulla sanità in due anni il sistema è a rischio, salta la sanità per come l´abbiamo conosciuta fino ad oggi". Non usa giri di parole l´assessore alla salute della Regione Liguria, intervenendo il 7 giugno al convegno della Cgil al castello Boccanegra su "sanità: conflitto tra diritti e risorse, cosa fare". È un grido d´allarme quello che lancia Montaldo alla platea degli operatori sanitari. "Nell´ultima conferenza Stato Regioni – ha detto Montaldo – abbiamo chiesto al Governo di rimuovere la previsione di tagli di 8 miliardi in due anni, perché il sistema non ce la fa più. Era la condizione che abbiamo posto per discutere del patto per la salute. A questo si deve aggiungere che anche la riduzione dei posti letto per acuti, che è ormai al 3 per mille, è sotto il livello di guardia, soprattutto in una regione, come la nostra dove si rischia di non sapere più dove ricoverare le persone che si recano al pronto soccorso, in prevalenza anziani che viaggiano intorno agli 80 anni". Montaldo rimarca però che il "tema delle risorse non è più una variabile indipendente, in quanto il sistema sanitario deve essere compatibile con i finanziamenti a disposizione che non sono più a piè di lista come una volta, ma non si può ulteriormente tagliare senza pensare di non intaccare il sistema". "Come Liguria – ha continuato l´assessore alla salute – dal 2006 abbiamo deciso di lavorare per evitare di mettere le tasse, naturalmente è stata la strategia della Regione e qualcuno può anche pensare che debba essere diversa. Per evitare nuove imposizioni abbiamo risparmiato riducendo il numero degli ospedali che sono scesi da 27 a 20 e con la costruzione del nuovo Felettino passeranno a 19. Ma ci sono ancora costi eccessivi nell´organizzazione ospedaliera". L´assessore alla salute ha ricordato il "grande lavoro portato avanti per ridurre le strutture complesse che da 390 sono passate a 110 e anche sul fronte della spesa farmaceutica". Per l’ospedale San Martino, il più grande della Regione "serve un’attenzione particolare anche per la presenza, al suo interno, dell´Università con cui stiamo lavorando per rinnovare la convenzione che prevede un nosocomio-insegnamento dove tutti partecipano all’attività formativa e alla gestione". A questo proposito Montaldo ha preannunciato che "entro l’estate sarà pronto un provvedimento di riorganizzazione che dovrà poi passare al vaglio del consiglio regionale con al suo interno definite le strutture, il loro numero e la loro collocazione".  
   
   
GENERICO ANTIRETROVIRALE: DISPONIBILE IN ITALIA E REGNO UNITO LA VERSIONE EQUIVALENTE DI EPIVIR COMPRESSE RIVESTITE CON FILM  
 
Milano, 11 Giugno 2012 – Mylan annuncia il lancio in Italia e Regno Unito delle compresse rivestite con film di Lamivudina da 150 e 300 mg. Questo prodotto è la versione generica delle compresse Epivir di Glaxosmithkline, indicato come componente delle terapie di associazione antiretrovirale nel trattamento di adulti e bambini con infezione da Virus dell’Immunodeficienza Umana (Hiv). Si tratta del primo prodotto generico per il trattamento dell’infezione Hiv di Mylan disponibile in Europa. Heather Bresch, Ceo di Mylan, ha dichiarato: “Essendo uno dei più importanti fornitori a livello mondiale di farmaci antiretrovirali a un costo accessibile, Mylan può vantare una lunga storia nella lotta contro l’Hiv/aids nei Paesi in via di sviluppo. Siamo entusiasti di poter portare ora la nostra passione ed esperienza in questa importante area anche nel mercato europeo con il lancio di Lamivudina, continuando così il nostro impegno nell’offrire farmaci di alta qualità e accessibili a pazienti in tutto il mondo”. Didier Barret, Presidente Emea di Mylan, ha aggiunto: “Siamo molto orgogliosi di lanciare il nostro primo farmaco antiretrovirale sul mercato europeo, iniziando con le strutture ospedaliere in Italia e Regno Unito. Il nostro forte impegno e la nostra esperienza in questa area farmaceutica supporteranno il continuo sviluppo di un ampio portafoglio di prodotti per il trattamento dell’Hiv in Europa”. Le compresse di Lamivudina hanno registrato vendite di circa 3,4 milioni di Euro (2,6 milioni di Sterline) nel Regno Unito e di circa 12,5 milioni di Euro in Italia nel periodo Aprile 2011-Marzo 2012, secondo le stime Ims Health.  
   
   
LIGURIA: OPERATIVA DA SETTEMBRE NUOVA RETE EMERGENZA  
 
Genova, 11 Giugno 2012 - "Sarà operativa da settembre la riorganizzazione della rete dell´emergenza in Liguria". Lo ha comunicato il 7 giugno l´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo, a margine dell’accordo siglato tra Guardia costiera e 118 Liguria sulla consegna di 14 defibrillatori alla direzione marittima della Liguria. "Siamo pronti ad andare in Giunta – ha detto Montaldo - con il provvedimento sull´unificazione delle centrali del 118 che si prevede passino dalle attuali 5 a 3 e le relative risorse, per concentrare le sedi su Genova, Savona e probabilmente La Spezia". "L´iniziativa – ha continuato l´assessore Montaldo - si inserisce all´interno di un pacchetto di misure sulla sanità che oltre all´emergenza prevede anche la revisione delle centrale degli acquisti che verrà trasformata in agenzia, per rendere obbligatoria la partecipazione delle aziende alle gare unificate".  
   
   
SISTEMA ITACA CON IL SEGNO “PIÙ” OCCUPAZIONE E FATTURATO IN CRESCITA (+8%) IL 29 GIUGNO A PORDENONE ANTEPRIMA NAZIONALE PER IL LANCIO DI “FAB”  
 
Pordenone, 11 giugno 2012 - Il bilancio 2011 della Cooperativa sociale Itaca si chiude con risultati molto favorevoli, positiva la crescita di occupazione che supera le 1300 unità, l’80% è rappresentato da soci lavoratori e l’83% da donne. Positiva la crescita di attività con un valore della produzione che supera i 34 milioni di euro, positiva la marginalità con un utile di 730 mila euro, pari al 2% del fatturato. “Contrariamente al contesto economico generale, il 2011 di Itaca conferma non solo la capacità di ‘tenuta del sistema cooperativo’ rispetto ad altre forme di impresa – spiega il presidente Leo Tomarchio oggi dalla sede centrale in vicolo Selvatico a Pordenone-, ma anche la volontà di Itaca, impegno e capacità nel perseguire le finalità sociali”. Il risultato operativo, prima del ristorno ai soci e della tassa al fondo mutualistico (3%), è pari a 2,2% per un valore di € 738.520. Fondata il 29 giugno 1992 a Pordenone, Itaca è una Cooperativa Sociale di tipo "A" che celebrerà proprio il 29 giugno all’ex convento di San Francesco i suoi primi 20 anni di vita lanciando in anteprima nazionale “Fab”, un progetto di rilancio del territorio. Itaca opera nei campi dell´impegno sociale, sanitario ed educativo, gestendo servizi suddivisi in cinque aree produttive: Domiciliare Anziani, Residenziale Anziani, Disabilità, Salute Mentale e Minori – Età evolutiva. La Coop friulana è impegnata in una vasta area territoriale che comprende il Friuli Venezia Giulia, le province venete di Treviso, Venezia e Belluno e la provincia autonoma di Bolzano. Al 31 dicembre 2011, si registravano 1302 lavoratori dipendenti di cui 1174 con contratto a tempo indeterminato, con una percentuale di occupazione femminile sensibilmente cresciuta superando l’83%. L’occupazione dei 1004 soli soci lavoratori è aumentata del 22%. Non è scontato ribadire la dovuta rigorosità e correttezza nell’applicazione del Ccnl Coop sociali, la regolarità nel pagamento delle retribuzioni (che in tutta la vita di Itaca non ha mai avuto ritardi). “Il valore della produzione e il risultato operativo conseguono ad una politica gestionale di sviluppo che ha sempre voluto comprendere una crescita sostenibile, ancorata al nostro territorio – prosegue il presidente Tomarchio -. L’incremento del fatturato in termini assoluti è stato di 2,5 milioni di euro, dovuto per il 77% a nuove gestioni di servizi in Alto Adige e Veneto”, mentre la differenza è riferita al consolidamento della nostra presenza nel territorio regionale del Friuli Venezia Giulia che concentra il 78,5% della nostra complessiva gestione. “Il radicamento territoriale resta una nostra politica di sviluppo che restituisce valutazioni positive riguardo la nostra regione – spiega il direttore Orietta Antonini - anche in relazione ai nostri committenti i quali, generalmente e diversamente da ciò che accade in altri contesti con regolarità e correttezza nella gestione tecnico amministrativa dei servizi, hanno addirittura accorciato i tempi di pagamento consentendoci un ulteriore rafforzamento finanziario”. L’utile prodotto è pari se non superiore alla teorica tassazione Irap che sarebbe dovuta se Itaca fosse residente, ad esempio, in Veneto (il provvedimento della Regione Fvg di esenzione per le cooperative sociali risale al 2005). “Itaca non ha mai utilizzato l’esenzione come un vantaggio competitivo – sottolinea Antonini -, anzi ci siamo battuti per non trasformarla in un mero sconto di tariffe ma per incrementare la capacità di produrre servizi, innovazione e occupazione”. “Il contenuto indebitamento che oggi abbiamo, in passato riconducibile ai ritardi di pagamento della pubblica amministrazione – evidenzia il direttore di Itaca -, grazie ad azioni sistematiche verso la committenza ed anche al fatto che siamo in una regione virtuosa, consente di non bruciare in interessi passivi la nostra capacità di investimenti futuri”. Il tutto in presenza della consolidata normativa sulla previdenza complementare che ha comportato, a partire dal 2007, l’uscita di un flusso di cassa superiore a 3,5 milioni di euro che è oggi il valore del fondo trattamento di fine rapporto presso la Tesoreria dell’Inps. Anche se non è giuridicamente un sistema, Itaca ha continuato a sostenere il “sistema cooperativo” locale. La condivisione di reti è ampliata a tutte le partecipate come il Consorzio Welcoop o la Cooperativa Hattiva, solo per citare degli esempi, e la solidarietà si estende anche attraverso servizi tangibili forniti alle Cooperative L’agorà e Maciao. I partner con cui abbiamo attività in associazione temporanea di impresa o attraverso consorzi sono tutti del Movimento Cooperativo e rappresentano il 60% circa del fatturato. Questa capillare rete conferma la rilevanza non solo politica ma anche produttiva dei rapporti di collaborazione esistenti (intesa in termini di fatturato e di impostazione organizzativa che ne deriva). Sul totale dei committenti, le pubbliche amministrazioni ne rappresentano il 10%, a fronte di un fatturato pari al 94%, mentre i committenti persone fisiche (550 persone comprensive dei servizi a compartecipazione della spesa) sono il 90% e sviluppano il 6% del fatturato. “Negli anni a venire la deriva verso le voucherizzazioni, le compartecipazioni, le privatizzazioni, riguarderà sempre più non solo i servizi assistenziali, ma come sta già avvenendo investirà prepotentemente l’area sanitaria. Dovremo quindi – concludono all’unisono Tomarchio e Antonini -tentare di rendere coerente la nostra visione con le nuove esigenze dettate dalle nuove povertà e dall’incessante crisi”. Www.facebook.com/cooperativaitaca    
   
   
ANNUAL REPORT 2011 IL BILANCIO DEL GALLIERA DI GENOVA : PROGREDISCE IL PROCESSO DI UMANIZZAZIONE AUMENTANO LE PRESTAZIONI AMBULATORIALI E L´ATTIVITA´ DI RICERCA  
 
Genova, 11 giugno 2012 – Sono 26.855 i pazienti ricoverati in un anno, 13.616 gli interventi chirurgici, circa 55.000 gli accessi in Pronto Soccorso e 1253 i parti. Questi in pillole sono i numeri dell´attività svolta dal Galliera nel 2011. Un bilancio che registra significativi incrementi sulle prestazioni ambulatoriali per esterni, che raggiunge quota 1.855.217, oltre 10.000 in più rispetto al 2010, e sull´attività di ricerca, che si attesta con un impact factor normalizzato delle produzioni scientifiche a 401 (333 nel 2010 e 64 nel 2003) e con 136 pubblicazioni impattanti all´attivo (125 nel 2010 e 32 nel 2003). “I dati del 2011 – spiega Adriano Lagostena, Direttore Generale del Galliera – raccolti nell´ottava edizione dell’Annual Report, sono già il frutto dell´introduzione in alcune aree, come per fare un esempio quella Chirurgica - Gastroenterologica e Ortogeriatria, dell´intensità di cura. Un´organizzazione che esprime al meglio i concetti di qualità dell’assistenza e dell’appropriatezza della cure in ambito sanitario. Numeri significativi che hanno un valore unico perchè generati dal lavoro e dalla dedizione quotidiana dei nostri operatori”. La pubblicazione - curata dalla Direzione Sanitaria, diretta da Roberto Tramalloni, e dall’Ufficio del Coordinatore Scientifico dell´Ente, diretto da Gian Massimo Gazzaniga - rispecchia l´organizzazione funzionale dell´Ospedale suddiviso in due aree: gestionale e sanitaria. Per ciascun dipartimento sono previsti singoli approfondimenti sulle strutture con le principali caratteristiche: attività clinica, sintesi dell’attività in numeri, ricerca e foto degli staff, con un summary in lingua inglese. “Anche nello scorso anno – aggiunge il Coordinatore Scientifico dell´Ente Gian Massimo Gazzaniga – la ricerca ha avuto un forte impulso. E i risultati non si sono fatti attendere sia nella quantità che nella qualità: il numero delle pubblicazioni dal 2003 a oggi è più che quadruplicato e l´impact factor normalizzato, che rappresenta l´indice universalmente accettato per valutare la produttività scientifica, è addirittura aumentato di sei volte”. L´annual Report è disponibile anche in versione on line al sito www.Galliera.it    
   
   
ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI, UNA RICERCA DI CESVOT E REGIONE TOSCANA  
 
Firenze, 11 giugno 2012 – In Toscana gli ultra65enni non autosufficienti gravi sono 55.500, quasi il 7% della popolazione. In Italia, le persone non autosufficienti sono 2 milioni e 600.000, di cui 2 milioni sono anziani, e solo il 4% usufruisce dell’assistenza domiciliare integrata (Adi). E nel nostro Paese la cura degli anziani non autosufficienti ricade in gran parte sulle famiglie: il 50% su familiari conviventi, il 30% su familiari non conviventi, il 20% su servizi pubblici e privati. Sono alcuni dei dati contenuti nel volume del Cesvot “Anziani e non autosufficienza. Ruolo e servizi del volontariato in Toscana”. La ricerca è stata promossa dal Cesvot in collaborazione con Regione Toscana. Il volume, di recente pubblicazione, è curato da Simona Carboni, Elena Elia e Paola Tola, con la premessa di Barbara Trambusti e Antonella Vassalle, della direzione generale diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana. La ricerca ha preso in esame in particolare i servizi a sostegno degli anziani non autosufficienti che vedono la collaborazione tra associazioni di volontariato ed enti pubblici delle 34 zone socio-sanitarie della Toscana. Complessivamente, sono 110 le associazioni di volontariato che in Toscana svolgono servizi per gli anziani non autosufficienti in convenzione con gli enti pubblici locali. Il 72% vede protagoniste le grandi associazioni del volontariato socio-sanitario: il 30% delle collaborazioni è infatti rappresentato dalle Misericordie, il 24% dall’Auser, il 18% dalle Pubbliche Assistenze. Il resto, pari al 18%, vede impegnate associaizoni non affiliate a grandi organizzazioni, ma molto presenti e radicate sul territorio.  
   
   
VDA: MOSTRA DI DOLORES GÉRARD E BRUNO ZANETTI AL FORTE DI BARD  
 
Aosta, 11 giugno 2012 - Mercoledì 13 giugno, alle ore 18, nello spazio espositivo delle Scuderie del Forte di Bard, il Presidente della Regione e dell’Associazione Forte di Bard Augusto Rollandin e l’Assessore all’istruzione e cultura Laurent Viérin inaugureranno la mostra dedicata all’artista di Cogne Dolores Gérard e al pittore aostano Bruno Zanetti. Dolores Gérard si ispira nelle sue opere al calendario Maya e alle profezie legate al 21 dicembre 2012. I suoi sono quadri dalla forte valenza simbolica, che rappresentano il passaggio dell’uomo sulla terra, con contenuti esistenziali di diversa natura ma sempre riferiti all’era in cui viviamo. La pittrice valdostana esplora con la sua tecnica le infinite possibilità del colore proponendo una chiarezza di segno simile ai trompe-l´œil, ma scegliendo anche forme astratte. L’elemento filosofico e metaforico è dominante nella sua ricerca espressiva. Nel 2009 la Gérard ha presentato in Svizzera una mostra interamente dedicata al tema delle “reines”. Le opere pittoriche di Bruno Zanetti si ispirano alle montagne valdostane, dal Cervino alle Grandes Jorasses, che l’autore interpreta dando spazio ad una natura incontaminata. Dal 1998 Zanetti dipinge utilizzando la spatola, mezzo espressivo che gli consente di rappresentare le proprie impressioni attraverso attenti accostamenti cromatici. Le opere di Zanetti rendono omaggio ai magnifici paesaggi della regione, in una sorta di antologia dedicata alla montagna, inquadrata da cornici in larice antico. Nel corso degli anni ha esposto le sue opere in varie mostre personali, in Valle d’Aosta, Piemonte e Francia. “Lo spazio delle Scuderie ben si presta per dare il giusto spazio agli artisti locali che trovano, all’interno del Forte di Bard, una vetrina di promozione straordinaria - commenta il Presidente Augusto Rollandin – Si tratta di un’opportunità di assoluto rilievo che valorizza al meglio la passione con cui ognuno di loro esprime il proprio talento. Il Forte diventa così contenitore privilegiato di queste diverse espressioni artistiche. A Gérard e Zanetti il compito di aprire questo percorso artistico che saprà regalare anche quest’anno al pubblico motivi di grande suggestione”. “Questa doppia mostra personale di Gérard e Zanetti - dichiara l’Assessore Laurent Viérin - invita il pubblico ad esplorare ed interpretare, in base al proprio gusto e alla propria sensibilità, due differenti declinazioni della pittura, in un dialogo sicuramente interessante. Ci auguriamo che questo primo evento espositivo ospitato nelle Scuderie del Forte per l’estate 2012, che rappresenta un esempio di valorizzazione e promozione degli artisti in Valle d’Aosta volto ad incrementare l’offerta culturale e turistica della nostra regione, possa suscitare l’interesse di un numeroso pubblico.” L’esposizione, ad ingresso gratuito, resterà aperta fino al 22 luglio e sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 12 alle 18. La mostra è corredata da un catalogo bilingue edito dalla Tipografia Duc, contenente le riproduzioni delle opere esposte e due testi critici di Deborah Stevenin, posto in vendita al prezzo di 10 euro. Www.fortedibard.it - www.Regione.vda.it  
   
   
PARMA: IN MOSTRA “LE ALI DELLA VITA” FINO AL 7 LUGLIO A PALAZZO GIORDANI LA PERSONALE DI ELENA SAMPERI  
 
Parma, 11 giugno 2012 – Dal mondo della favola, interpretato con colori forti e vivaci, alla realtà di un Sud America compresso dalla dittatura ma che lotta per i propri diritti. Si può trovare questo e tanto altro nelle opere di Elena Samperi, la pittrice di origini cornigliesi scomparsa nel 1987 a soli 36 anni, i cui lavori potranno essere ammirati da anche da parmigiani e parmensi. Ha inaugurato il 7 giugno a Palazzo Giordani la mostra “Le ali della vita”, una personale che raccoglie una trentina di dipinti, scelti tra quelli donati dal padre della pittrice al Comune di Corniglio: tele che appartengono a periodi diversi ma unite dalla volontà della Samperi di raffigurare soprattutto l’esperienza delle donne. La mostra, promossa dalla Provincia nell’ambito della rassegna “Arte a Palazzo Giordani”, è organizzata con la collaborazione del Comune di Corniglio, del Parco dei Cento Laghi, del Parco nazionale dell’Appennino Tosco emiliano e dell’associazione “Amici di Elena Samperi”. All’inaugurazione sono intervenuti l’assessore provinciale alla Cultura Giuseppe Romanini, l’assessore provinciale e presidente dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia occidentale Agostino Maggiali, il sindaco di Corniglio Massimo De Matteis, la curatrice della rassegna Stefania Provinciali e Gabriella Bussandri e Jenny Goodwin dell’associazione “Amiche di Elena Samperi". La mostra rientra in un ampio progetto di valorizzazione del lavoro di Elena Samperi, iniziato lo scorso anno con un convegno di studi dedicato alla pittrice e alle sue opere, che proseguirà nel 2013 con un allestimento permanente in uno spazio espositivo nei locali dell’ex Colonia montana di Corniglio. Allestimento che sarà accompagnato da uno studio critico per ricostruire la storia artistica della Samperi e da interventi per la conservazione preventiva delle sue opere. La mostra a Palazzo Giordani (viale Martiri della Libertà, 15) rimarrà aperta, a ingresso libero, fino al 7 luglio, dal lunedì al giovedì dalle 8 alle 18.30 e il venerdì dalle 8 alle 17. Elena Samperi - Nasce a Genova il 26 febbraio del 1951. Inizia a dipingere a soli 17 anni e frequenta corsi di pittura e grafica presso l’Accademia linguistica di Belle Arti. Negli anni successivi integra la propria conoscenza artistica frequentando gli studi di Arnaldo Bartoli e Cesare Zavattini e con corsi di pittura in Francia e in Inghilterra. Si trasferisce a Londra nel 1975 e successivamente in Brasile nel 1985. Muore, all’età di 36 anni, nel 1987 in un incidente stradale a San Paolo del Brasile.  
   
   
REGIONE: RICEVE DELEGAZIONE UMBRA NAZIONALE JUJITSU  
 
Perugia, 11 Giugno 012 - E´ stata ricevuta Il 7 Giugno pomeriggio a Palazzo Donini dall´assessore regionale allo sport, Fabrizio Bracco, la delegazione umbra della nazionale italiana di Ju Jitzu under 18-under 21. La delegazione, accompagnata dal Direttore generale Maestro Massimo Bistocchi, era composta da Andrea Calzoni, Campione Europeo Under 18 (Fighting System, 50kg), Jessica Scricciolo, Campionessa Europea Under 21 (Fighting System, 55kg) e Alice Bartoccetti, Medaglia di Bronzo Campionati Europei Under 21 (Fighting System, 70kg). La Nazionale Italiana di Ju-jitsu ai Campionati Europei U18 & U21 svoltisi dall´11 al 13 maggio a Genova - è stato ricordato durante l´incontro - ha ottenuto sedici medaglie: due ori, sei argenti e otto bronzi, replicando il bottino conquistato in Belgio al Campionato Mondiale. "Lo sport - ha detto l´assessore regionale Bracco - è, soprattutto per i giovani, una palestra di vita. Abitua al confronto, alla disciplina, al rispetto dell´avversario, alla fatica e alla sana competizione. Chiede uno sforzo ed un impegno soggettivo che raggiunge, però, la sua pienezza solo in uno spirito di squadra. E voi - ha detto Bracco rivolgendosi ai giovani campioni - rappresentate al meglio la faccia pulita dello sport. La regione vi è grata per aver portato in alto, con il vostro impegno, con quelli dei vostri tecnici e dirigenti, il nome dell´Umbria".  
   
   
KIARA FONTANESI VINCE ANCHE IL GP DI SLOVENIA  
 
 Orehova Vas, 12 giugno 2012 - Kiara Fontanesi vince ancora e allunga in campionato dopo avere dominato in Croazia, settimana scorsa, si è ripetuta a Orehova Vas. In Slovenia, nella quinta prova della stagione, la parmense su di un tracciato difficile a causa della pioggia ha di nuovo conquistato il gradino più alto del podio. Non le è riuscita la doppietta, come accaduto nelle ultime due apparizioni, ma vincendo la seconda manche ha piegato la resistenza della Kane, vincitrice della prima sfida di giornata, e in campionato rafforza la leadership, +63 punti nei confronti della rivale. Il weekend è iniziato al meglio con il primo tempo nella sessione di prove ufficiali e nella manche di qualifica, sospesa a metà gara per le avverse condizioni meteo. La superiorità di Kiara era dunque apparsa, fin da subito evidente, ma ancora una volta è stata la pioggia a rimescolare le carte. Nella prima manche della domenica è accaduto tutto in quattro giri. Al via Kiara è stata veloce come al solito, ma è scivolata. Si è ritrovata ultima. Ha iniziato una forsennata rimonta che l’ha portata al secondo posto al quarto giro e al primo nel passaggio seguente. La fitta pioggia e un terreno molto difficile hanno obbligato la direzione gara a esporre bandiera rossa e terminare la manche con tante concorrenti che non riuscivano ad andare avanti, mentre Kiara aveva ormai il ritmo per fare il vuoto alle spalle. La classifica è stata dunque ritenuta valida al quarto giro e la vittoria è andata alla Kane. Nella seconda manche, Kiara, non ha sbagliato nulla. È scattata forte e ha subito staccato le avversarie. Non ha avuto problemi a dominare su di un terreno ostico e ha fare gara a sé, vincendo così il terzo Gran Premio consecutivo della stagione. Kiara Fontanesi: “ Sono felice per questa vittoria e per proseguire la striscia positiva di successi. Non è stata facile la gara di oggi. La pioggia ha reso molto difficile il tracciato e in prima manche è stata sospesa la manche. Peccato abbiano esposto la bandiera rossa al quinto giro, avevo preso un bel ritmo dopo la scivolata e tutto stava andando bene. Nella seconda manche non ho commesso errori e tutto è filato liscio fino alla fine.” Gp Slovenia- Orehova Vas: 1. Manche: 1. Kane (Ktm) 4 giri in 9’33”239 ; 2. Fontanesi (Yamaha) a 8”130; 3. Van Der Vekken (Honda) a 18”383 ; 4. Germond (Suzuki) a 1’38”794; 5. Charroux (Yamaha) a 1’56”097 ; 2. Manche: 1. Fontanesi (Yamaha) 14 giri in 23’40”277; 2. Kane (Ktm) a 27”990; 3. Borchers (Suzuki) a 52”367 ; 4. Van Der Vekken (Honda) a 1’12”312 ; 5. Nocera (Ktm) a 1’20”706; Classifica Gp: 1. Fontanesi 47; 2. Kane 47; 3. Van Der Vekken 38; 4. Charroux 31; 5. Miller 28; Mondiale: 1. Fontanesi 241; 2. Kane 178; 3. Van Der Vekken 172; 3. 4. Charroux 144; 5. Veenstra 143.