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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Luglio 2012
35.900.000 € SOSTEGNO DELL´UE PER LA PROMOZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI NELL´UNIONE EUROPEA E NEI PAESI TERZI  
 
Bruxelles - La Commissione europea ha approvato 20 programmi di promozione dei prodotti agricoli nell´Unione europea e nei paesi terzi. Il bilancio totale dei programmi, che si protrarrà per un periodo di tre anni, è 70.700.000 € di cui l´Ue contribuirà € 35.900.000. I programmi selezionati riguardano freschi e trasformati di frutta e verdura, latte e prodotti lattiero-caseari, Dop (Denominazioni di origine protetta), Igp (indicazioni geografiche protette) e Stg (Specialità tradizionale garantita), olio di semi, vino e carne. Nell´ambito del programma di informazione e promozione, i servizi della Commissione hanno ricevuto da metà febbraio 2012, 41 programmi mirati al mercato interno e nei paesi terzi. Di questi, 20 programmi sono stati selezionati attraverso una procedura di valutazione per il co-finanziamento, di cui 17 l´obiettivo del mercato interno e 3 paesi terzi di destinazione. Quattro dei programmi selezionati sono stati proposti da più di uno Stato membro, mentre i programmi di paesi terzi mirare alla Ucraino Cinese, Norvegese, Russo, Svizzera, ed i mercati del Nord America.  
   
   
SEQUENZIATO IL GENOMA DEL MOSCERINO DEI PICCOLI FRUTTI  
 
Trento - Dopo il sequenziamento del genoma della vite, del melo e della fragola a San Michele all’Adige è stato raggiunto un altro importante risultato in questo campo. Un team multidisciplinare di ricercatori della Fondazione Edmund Mach, infatti, ha sequenziato il genoma di Drosophila suzukii, il moscerino che preoccupa da qualche anno i produttori di piccoli frutti in tutto il mondo. La scoperta è stata illustrata oggi in conferenza stampa dal presidente della fondazione Edmund Mach Francesco Salamini e dal direttore del centro ricerche e innovazione Roberto Viola, alla presenza del presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai. Accanto a loro anche il ricercatore del Mach Omar Rota-stabelli e il presidente della cooperativa Sant´orsola Silvio Bertoldi. Per raggiungere l’obiettivo si è partiti da alcuni insetti raccolti in Valsugana, la zona più importante per la produzione di piccoli frutti in Italia e che ha fronteggiato le conseguenze più gravi dagli attacchi dell’insetto. Si è fatto uso delle moderne tecnologie di sequenziamento che rispetto ad un recente passato sono molto più efficaci ma anche di gran lunga meno dispendiose. I dati sono stati depositati in una banca dati internazionale al fine di condividerli con la comunità scientifica mondiale che si occupa di questa problematica. Il progetto dei ricercatori della Fondazione Edmund Mach di San Michele prevede di utilizzare questi dati per chiarire gli ancora numerosi punti oscuri sull’origine dell’insetto ed accelerare la messa a punto di metodi di controllo innovativi, sfruttando anche l’enorme mole di conoscenze prodotte su Drosophila melanogaster, il moscerino dell’aceto, parente stretto di Drosophila suzukii e organismo modello per eccellenza. Questa scoperta potrebbe quindi contribuire a capire come contrastare in maniera efficace il moscerino dei piccoli frutti, favorendo l’attività agricola dei produttori. Originario del sud-est asiatico, Drosophila suzukii si è diffusa contemporaneamente negli Stati Uniti e Canada, ed in Europa nel 2008-2009. Attualmente è segnalata nella maggior parte delle regioni d’Italia, in Francia, Spagna, Svizzera, Austria, Germania, Belgio, Slovenia e Croazia. Questo insetto può infestare un’ampia gamma di piante e le sue femmine, a differenza delle altre drosofile che attaccano frutti già in deperimento, inseriscono l’uovo direttamente nella polpa dei frutti sani prima che essi giungano a completa maturazione, portandoli al disfacimento in pochi giorni. Finora l’efficacia dei trattamenti chimici è risultata insufficiente e la mancanza di adeguate strategie di controllo alternative in particolare per le colture di piccoli frutti sta destando sempre più preoccupazione tra i produttori del settore. Alla Fondazione Mach un gruppo di lavoro composto da ricercatori e sperimentatori del Centro Ricerche e Innovazione e del Centro di Trasferimento Tecnologico è impegnato in numerose indagini volte a individuare mezzi di controllo sostitutivi o integrativi alla difesa chimica. Risultati incoraggianti si sono ottenuti utilizzando trappole e reti anti-insetto. Promettenti su lungo periodo sembrano essere anche le metodiche biologiche che sfruttano l’azione di limitatori naturali o che operano interferendo con il comportamento riproduttivo e sul rapporto con le piante ospiti. “Il sequenziamento del genoma di Drosophila suzukii – ha affermato il direttore del Centro Ricerca e Innovazione, Roberto Viola - rappresenta un ulteriore tassello che contribuirà allo sviluppo di biotecnologie mirate al controllo di questa nuova specie invasiva. E’ un’occasione per stabilire anche un ponte più diretto tra la ricerca di base e l’applicazione e per creare una task force pronta ad intervenire nei confronti di altre specie esotiche invasive, problematica sempre più d’attualità in campo agricolo e sanitario. Il raggiungimento di questo risultato – ha concluso Viola – è stato possibile anche grazie al recente accordo di collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, che ha consentito un rapido assemblaggio del genoma”. Un team multidisciplinare di ricercatori della Fondazione Edmund Mach (Fem) ha sequenziato e reso pubblico il genoma di Drosophila suzukii, il famigerato moscerino che sta destando preoccupazione tra i produttori di piccoli frutti in Trentino e in tutto il mondo. Il genoma della Drosophila suzukii nuove opportunità per il controllo sul territorio. La Drosophila suzukii Originario del sud-est asiatico, negli ultimi 4 anni la D. Suzukii si è diffusa contemporaneamente negli Stati Uniti e in Europa. A differenza dei comuni moscerini della frutta (Drosophila melanogaster) che troviamo nelle nostre case, questo insetto predilige un’ampia varietà di piccoli frutti freschi, soprattutto fragole e lamponi, ma anche alcune varietà di uva. Le femmine utilizzano un ovopositore robusto e seghettato per inserire l’uovo direttamente nella polpa dei frutti sani prima che essi giungano a completa maturazione, portandoli al disfacimento in pochi giorni. Finora l’efficacia dei trattamenti chimici è risultata insufficiente e un gruppo di lavoro composto da ricercatori del Centro Ricerche e Innovazione e del Centro di Trasferimento Tecnologico della Fem è già ora impegnato in numerose indagini volte a individuare mezzi di controllo sostitutivi o integrativi alla difesa chimica. Risultati incoraggianti si sono ottenuti per esempio utilizzando trappole e reti anti-insetto. Promettenti su lungo periodo sembrano essere anche le metodiche biologiche che sfruttano l’azione di limitatori naturali o che operano interferendo con il comportamento riproduttivo e sul rapporto con le piante ospiti. L’efficacia e lo sviluppo di queste metodiche sono però fortemente legate alla conoscenza dettagliata della biologia dell’animale e del suo corredo genetico. Un genoma per la ricerca Il genoma di D. Suzukii è un’occasione unica per stabilire un ponte diretto tra la ricerca di base e quella applicativa. In particolare Il genoma di D. Suzukii rappresenta il punto di partenza per lo sviluppo di biotecnologie mirate al controllo di questa nuova specie invasiva. Questa iniziativa è anche il punto di partenza per la creazione di una task force pronta a intervenire nei confronti di altre specie esotiche invasive, problematica sempre più d’attualità sia in campo agricolo che sanitario. Non saranno solamente vari gruppi di ricerca in Fem a giovare dal sequenziamento del genoma. Infatti, come afferma il direttore del Centro di Ricerca e Innovazione della Fem, Roberto Viola, un “rilascio” pubblico del genoma consentirà a decine di gruppi sparsi per il mondo di aver un valido compendio per la ricerca e lo sviluppo di nuovi sistemi di lotta per quello che è un problema per l’agricoltura di molti paesi. Il gruppo di lavoro - L’avvento di moderne tecnologie consente oggi di sequenziare piccoli genomi come quello di D. Suzukii a fronte di un minimo investimento. Rispetto a qualche anno fa, quando il lavoro di sequenziamento rappresentava la maggior parte del lavoro, oggi è fondamentale avere macchine di calcolo e personale in grado di decifrare correttamente il genoma. È proprio mediante l’uso di queste risorse computazionali, in parte fornite anche dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento e dall’Università di Edimburgo (Uk), che è stato possibile ottenere in tempi molto brevi questa prima “versione“ del genoma. I bioinformatici del centro di Biologia Computazionale hanno poi lavorato in sinergia con i genetisti del gruppo di Ecogenomica e con gli entomologi del gruppo di Chimica Ecologica, che hanno guidato e coordinato il progetto. Dice Gianfranco Anfora coordinatore del gruppo di Chimica Ecologica nel Dipartimento Agroecosistemi Sostenibili e Biorisorse “la sfida che pone questa specie invasiva a tutti coloro che lavorano in agricoltura è molto complessa. Riteniamo che non sarà possibile mettere a punto una unica strategia di contenimento ma sarà necessario integrare tutte le armi a disposizione. Il sequenziamento del genoma di D. Suzukii in Fem si inserisce nella stessa ottica, la collaborazione tra le diverse discipline scientifiche e l’integrazione delle conoscenze”. Un parassita venuto da lontano - L’analisi del genoma è appena cominciata nei laboratori Fem e si è concentrata inizialmente a capire dove e come si è evoluta D. Suzukii. Omar Rota Stabelli e Lino Ometto, che hanno guidato le analisi evolutive, dicono: “L’areale di distribuzione suggerisce che la specie si sia originata nel sud della Cina, a ridosso delle catene montane che confinano col Tibet. Le nostre ricostruzioni evolutive suggeriscono che ciò sia avvenuto circa 7 milioni di anni fa, durante un forte periodo di raffreddamento del pianeta. D. Suzukii è pertanto una specie perfettamente adattata ai climi temperati con inverni freddi: ecco perché si è ambientata così bene al clima trentino ed è possibile trovarla fino a 2000 metri. Analisi di evoluzione molecolare hanno inoltre rivelato una serie di geni importanti per questa specie, che potranno darci informazioni utili sulle basi genetiche del suo successo di invasione”. Sviluppi futuri Un valido approccio per utilizzare a fini applicativi le informazioni presenti nel genoma è la comparazione con altre specie. Parte del lavoro degli scienziati del Centro di Ricerca e Innovazione della Fem sarà quindi rivolto a un’analisi comparata del genoma e delle reti di geni di D. Suzukii con quelle di altri insetti non pericolosi, quali il comune moscerino della frutta D. Melanogaster. Gli studi del Dipartimento Agroecosistemi Sostenibili e Biorisorse guidato da Ilaria Pertot e del Centro di Biologia Computazionale si concentreranno sul definire quali reti di geni siano associate all’olfatto, al comportamento e allo sviluppo dell’organo ovopositore e come questi differiscano fra D. Melanogaster e D. Suzukii. Dice Duccio Cavalieri, coordinatore del Centro di Biologia Computazionale: ”Dallo studio comparativo dei network genici e dei pathway metabolici ci aspettiamo di individuare dei bersagli specifici per i metodi di lotta integrata, andando per esempio ad interferire con le capacità olfattive di D. Suzukii o riducendone la fertilità”. Dettagli tecnici - I genomi di D. Melanogaster (il comune moscerino) e D. Suzukii sono risultati essere molto simili: circa 9 000 geni su 15 000 risultano chiaramente omologhi fra le due specie, così come le dimensioni dei due genomi sono comparabili (quello di D. Suzukii è di circa 167 milioni di basi, contro i circa 180 milioni per D. Melanogaster). Il numero delle proteine individuate per D. Suzukii è 24 000, alcune delle quali mancano in D. Melanogaster, mentre altre sembrano divergere in maniera significativa. Sarà proprio dall’analisi delle famiglie geniche divergenti e dalla loro classificazione funzionale che inizieranno gli studi tesi allo sviluppo di nuove strategie di lotta a questo insetto. Quest’analisi comparativa e funzionale consente, infatti, di comprendere come indirizzare strategie di lotta biologica mirata, inibendo quei meccanismi genetici che rendono questa specie così pericolosa. L’analisi dei genomi e lo studio di come questi si traducano in caratteri morfologici e comportamentali può fornire quindi un importante contributo allo sviluppo di applicazioni biotecnologiche utili al contenimento di questa minaccia in modo rispettoso dell’ambiente.  
   
   
GENOMA DELLA DROSOPHILA SUZUKII, LA SODDISFAZIONE DI DELLAI  
 
“La scoperta presentata oggi dai ricercatori della Fondazione Mach ci dimostra come il campo delle biotecnologie, che s’inserisce nel sistema trentino dell’alta formazione e della ricerca, sia una realtà nella quale possiamo porci mete ambiziose. Per farlo dovremo integrare e rafforzare ancora i rapporti tra le Fondazioni, l’Università ed i Centri di ricerca che operano in questo settore per essere sempre più un Polo della conoscenza a livello nazionale ed internazionale”. Con queste parole il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ha commentato il sequenziamento del genoma del moscerino dei piccoli frutti. Il lavoro sul genoma della Drosophila suzukii è stato portato avanti da un team interdisciplinare di ricercatori della Fondazione Edmund Mach di San Michele ed ora sarà disponibile a tutta la comunità scientifica attraverso una banca dati internazionale. “Siamo orgogliosi di questo risultato – ha esordito il presidente Dellai - perché dimostra ancora una volta quanto la Fondazione Mach di San Michele sia riconoscibile nel panorama internazionale delle realtà scientifiche. Siamo orgogliosi perché vediamo come, tappa dopo tappa, questo impegno trovi il giusto successo e bisogna quindi dire grazie al presidente Francesco Salamini, al direttore del Centro Ricerca e Innovazione, Roberto Viola, e a tutta la struttura”. “Negli ultimi anni – ha proseguito Dellai – San Michele ha potenziato il capitale umano a propria disposizione, andando a cercare le persone giuste a livello internazionale e questa è l’unica strada possibile per conquistare risultati importanti ed essere attrattivi”. Il presidente della Provincia ha anche sottolineato l’abilità della Fondazione Edmund Mach di unire l’attività di ricerca alle necessità espresse dal territorio. “Più San Michele diventa forte e riconoscibile a livello internazionale nel campo della ricerca, più può essere d’aiuto nel miglioramento delle attività pratiche”, ha detto Dellai. “In questa direzione vanno esperienze importanti, come i Consorzi con i produttori. Un esempio è quello della vite che intende trasformare le conoscenze scientifiche in miglioramento della produzione, con risvolti significativi sulla nostra economia”. “Insomma – ha concluso il presidente – non siamo di fronte solamente ad un risultato scientifico, che già sarebbe sufficiente per dirci soddisfatti, ma questo sequenziamento del genoma della Drosophila suzukii è la premessa per dare risposte al mondo dei piccoli frutti, com’è stato fatto col mondo della vite e del melo. Non è un episodio, ma una strategia che bisogna coltivare e portare avanti con costanza e coerenza”  
   
   
PUGLIA: SU TRUFFA OLIO EXTRAVERGINE INTERVENGA IL GOVERNO ANCHE IN SEDE UE  
 
L’assessore alle Risorse agroalimentari Dario Stefàno, sollecitato dalla interrogazione del vice presidente del Consiglio Regionale Nino Marmo interviene in merito alla operazione della Guardia di Finanza che ha portato alla luce un sistema truffaldino che spacciava per olio vergine ed extravergine d’oliva italiano miscele di oli provenienti dall’estero: “Condividiamo la preoccupazione per gli effetti sul mercato dell’olio, anche pugliese, che il sistema scoperto dalla Guardia di Finanza ha potuto determinare nel corso degli anni. Sul piano strettamente giuridico, subito dopo la notizia di qualche giorno fa, ho dato mandato di verificare la possibilità che la Regione Puglia possa costituirsi parte civile, essendo i produttori pugliesi ad avere avuto un danno, anche se in modo indiretto e non dimostrabile. Degli esiti dell´approfondimento in corso informerò la Giunta regionale perché si assume insieme la decisione più giusta, ma appare chiaro sin d´ora che si tratterebbe di una azione di valore politico certamente da condividere nelle finalità. In aggiunta, proprio per le stesse ragioni di profilo politico, porterò l’argomento anche nella prossima riunione della Commissione Politiche agricole, per condividerlo con tutte le Regioni italiane e per chiedere un’azione forte del governo centrale in sede europea affinchè si dia una stretta alle regole comunitarie e alla rete dei controlli, per tutelare con maggior vigore le nostre migliori eccellenze produttive che ci rappresentano come brand in tutto il mondo”.  
   
   
AGROALIMENTARE, 2,1 MILIONI DI EURO DALLA REGIONE PER FINANZIARE 13 PROGETTI DI PROMOZIONE DEI PRODOTTI TIPICI. CONTRASTARE LA PIRATERIA AGROALIMENTARE INFORMANDO I CONSUMATORI ITALIANI E STRANIERI SULLE CARATTERISTICHE DI PRODOTTI ECCELLENTI PER QUALITÀ, TRADIZIONE, LEGAME CON IL TERRITORIO  
 
Bologna - I Vini Doc di Romagna, dei Colli Piacentini,di Rimini e di Imola. Ma anche la patata di Bologna Dop, l’Aglio di Voghiera Dop, il Parmigiano Reggiano, i Salamini italiani alla cacciatora. Sono in tutto 13 i progetti vincitori del bando per la promozione dei prodotti tipici dell’Emilia-romagna, per altrettante specialità che rappresentano il meglio della produzione regionale. A disposizione ci sono 2,1 milioni del Programma regionale di sviluppo rurale, ma l’investimento complessivo supererà i 3 milioni di euro. L’entità dell’aiuto infatti è pari al 70% della spesa ammissibile, mentre gli interventi proposti hanno una dimensione economica che va dai 50 mila ai 300 mila euro. “E’ un intervento con cui la Regione vuole sostenere in Italia e all’estero l’acquisto di prodotti eccellenti per qualità, tradizione, legame con il territorio – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - vogliamo combattere la pirateria agroalimentare che tanto danno fa ai produttori, ma anche ai consumatori. Per questo finanzieremo in particolare gli interventi di informazione sugli aspetti nutrizionali, sulle caratteristiche chimiche, fisiche e organolettiche, sugli specifici metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, sulla tracciabilità delle materie prime. E’ importante che il cittadino sappia cosa sta acquistando”. Il bando prevede che possano essere finanziate oltre alle iniziative rivolte ai consumatori, le attività di promozioni pubblicitarie e nei punti vendita, la partecipazione a manifestazioni, fiere, eventi di importanza nazionale ed europea.  
   
   
CIBO TOSCANO DA OGGI NELLE MENSE DELLA TOSCANA  
 
Mangiare cibi prodotti dalla filiera agroalimentare toscana nelle mense pubbliche della Toscana. Questo l’obiettivo del protocollo firmato il 2 luglio dall’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori, insieme alle organizzazioni dei produttori agricoli (Cia, Coldiretti, Confagricoltura) delle cooperative (Legacoop, Confcooperative, Cooperativa agricola di Legnaia, Terre dell’Etruria coop. Agricola) e della ristorazione (Alisea ristorazione e Cir Food Divisione Eudania). Soddisfatto l’assessore Salvadori. “E’ molto importante – sottolinea – che tutti i protagonisti della filiera: le organizzazioni professionali agricole, il mondo cooperativo, quello della ristorazione nelle mense pubbliche, abbiano sottoscritto questo accordo che ci consentirà di fare un passo avanti fondamentale nella promozione del consumo di prodotti toscani. Grazie a questo accordo si crea infatti una rete virtuosa che permetterà di consumare prodotti agricoli toscani nelle mense pubbliche della Toscana.” Il protocollo farà sentire i suoi effetti in maniera immediata. “Parte subito – spiega Salvadori – una fase sperimentale che durerà fino al 15 settembre e tutti i firmatari si sono impegnati a sostituire nelle mense pubbliche toscane i prodotti che vengono da altre zone con prodotti coltivati in Toscana. Questo sarà il primo passo per creare la rete che noi vogliamo diventi permanente e che proseguirà l’operatività, ne siamo assolutamente certi, ben oltre il 15 settembre. Siamo convinti che le mense pubbliche, basti pensare agli ospedali, alle scuole, a quelle del diritto allo studio universitario, ma anche a quelle dei vari enti pubblici della regione, possano diventare un motore di sviluppo locale se si approvvigionano localmente. Sempre esemplificando – continua Salvadori – basterà pensare che solo le mense del Diritto allo studio Universitario erogano in Toscana circa 5 milioni di pasti all’anno, questo dà la misura del valore di questo patto, che ci consentirà di mettere insieme due cose importanti: migliorare la qualità dei pasti e dare una mano all’economia locale. Alla Regione – conclude Salvadori – il compito di coordinare sul territorio l’applicazione di questo accordo, anche con progetti specifici e iniziative pilota che potremo sostenere anche dal punto di vista finanziario.” Il protocollo firmato oggi rientra nell’ambito del progetto regionale “Filiera Corta” avviato dalla Regione fin dal 2007 all’interno del quale è compresa la specifica misura “Mense più sane”, che ha consentito di inserire nelle mense pubbliche i prodotti biologici, quelli tipici e quelli tradizionali. “Oggi – conclude l’assessore Salvadori – a questo aggiungiamo un valore in più: prodotti toscani”.  
   
   
RACCOLTA STRAORDINARIA DEI PRODOTTI FITOSANITARI VIETATI  
 
Parma - Il più famoso è il Ddt ma l’elenco dei prodotti fitosanitari dichiarati da una direttiva europea non più utilizzabili è lungo e in evoluzione, basti pensare che nell’ultimo decennio oltre il 70% delle sostanze attive sono state vietate e di conseguenza è stata revocata la vendita e l’uso dei prodotti fitosanitari che le contengono. Molte aziende agricole però detengono ancora in giacenza nei loro magazzini alcuni di questi prodotti che, così come prescrive la legge, devono essere ora smaltiti come rifiuti speciali pericolosi. In aiuto arrivano la Provincia di Parma e il Consorzio Fitosanitario Provinciale di Parma, che hanno promosso finanziandola una raccolta straordinaria di agrofarmaci. L’avvio di questa iniziativa è stato dato oggi nel corso di un incontro, svoltosi nella sede dell’ente di piazzale della Pace, con le associazioni di categoria, Iren e Cascina pulita (smaltimento e raccolta) l’Ausl, il Corpo forestale dello Stato. A illustrare le modalità con cui si intende procedere Vittorio Romanini funzionario del servizio provinciale agricoltura e Valentino Testi del Consorzio Fitosanitario. Le motivazioni che sottintendono la scelta della Provincia sono state espresse in apertura dell’incontro dal vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari. “Vogliamo dare un segnale e lo diamo se ognuno farà la propria parte – ha detto il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari - l’iniziativa che lanciamo con il Consorzio Fitosanitario vuole aiutare le aziende agricole a fare bene quello che è un obbligo di legge, salvaguardando l’ambiente. Uno smaltimento scorretto infatti potrebbe rappresentare una reale minaccia per l’ambiente e in particolare per i corsi d’acqua, dunque per la salute di persone e animali”. La raccolta sarà effettuata direttamente presso le aziende agricole. Alle associazioni professionali agricole si è chiesto un impegno per sensibilizzare tutte le realtà affinché si raccolga il più possibile di questi prodotti. Le aziende interessate, in collaborazione con le proprie Associazioni sono invitate a segnalare (tramite l´invio di un modulo) al Consorzio Fitosanitario (tel. 0521 292910 – fax. 0521 291233 - mail: fitosanparma@regione.Emilia-romagna.it) la tipologia di prodotto e le eventuali quantità che si intendono smaltire operazione questa, insieme alla raccolta diretta, che sarà svolta con il supporto di Iren Emilia e della ditta specializzata Cascina Pulita. Per ulteriori chiarimenti e informazioni è possibile contattare il Consorzio Fitosanitario che è a disposizione nel caso di dubbi o chiarimenti. La Direttiva 91/414/Cee Alla base della scelta compiuta dall’Europa c’è il fatto che i prodotti fitosanitari possono contaminare il suolo, l’aria e le acque superficiali e sotterranee. Questo tipo di inquinamento, che coinvolge anche aree extra-agricole è detto inquinamento diffuso dell’ambiente. Ad esempio, il Ddt si è così diffuso nell’ambiente, tanto da contaminare persino le regioni polari. Tracce di Ddt si sono ritrovate anche nel latte materno. I prodotti fitosanitari purtroppo non agiscono selettivamente solo sugli organismi nocivi, ma si accumulano lungo la cosiddetta catena alimentare. Per esempio, si accumulano nel corpo degli uccelli che si nutrono di insetti, nel corpo degli animali che si nutrono di quegli uccelli e così via, con gravi conseguenze per la loro sopravvivenza. Questo effetto, che raggiunge anche l’uomo, è detto bioamplificazione. La Direttiva 91/414/Cee ha imposto una approfondita revisione di tutti i prodotti fitosanitari, attraverso l’esame di più rigidi parametri chimico-fisici, ecotossicologici ed ambientali.  
   
   
NICOLA LEVONI NUOVO PRESIDENTE DELL’ ISTITUTO SALUMI ITALIANI TUTELATI (ISIT)  
 
Milanofori - L’assemblea dell’Istituto Salumi Italiani Tutelati (Isit) - Istituto che raggruppa i Consorzi dei salumi Dop e Igp - ha nominato lo scorso 21 giugno a Modena come nuovo Presidente Nicola Levoni, che subentra a Francesco Negroni. Levoni ha già una vasta esperienza nel mondo Consortile e Associativo. E’ Vicepresidente del Consorzio Salame Cacciatore e dell’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (Ivsi), è membro del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo del Consorzio del Prosciutto di San Daniele. E’ membro del Consiglio Direttivo nonché membro di Giunta di Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi). E’ stato inoltre Presidente di Ivsi dal 2006 al 2012. Nicola Levoni è anche Presidente della Levoni Spa e Consigliere di Mec-carni Spa. “´Essere il nuovo Presidente di Isit è per me un grande onore e una grande opportunità, sia dal punto di vista professionale sia personale. Sono pronto a mettere a disposizione dell’Istituto il mio impegno e le mie competenze per consolidare il lavoro svolto da Franco Negroni in questi anni e per far fronte ai continui cambiamenti dello scenario in cui operiamo” ha affermato il neo Presidente Nicola Levoni” “Tra le funzioni che caratterizzano maggiormente l’Istituto vi è il coordinamento strategico dei Consorzi aderenti, fondamentale per affrontare il mercato compatti. Isit svolge inoltre da anni la vigilanza collettiva per quanto riguarda le possibili contraffazioni di salumi Dop e Igp. Un’azione di contrasto che cresce di anno in anno: nel 2010 Isit ha operato oltre 1.000 controlli in 700 punti vendita. Nel 2011 i controlli sono stati più i 3.600, in 958 punti vendita. Dobbiamo continuare in questa direzione: la lotta alla contraffazione è per noi prioritaria” ha continuato il Presidente. “Rappresentiamo 19 dei 36 salumi tutelati che vi sono nel nostro Paese, tra i più diffusi sul mercato. Auspico che nel prossimo futuro Isit incrementi ulteriormente la propria rappresentatività, aggregando nuovi consorzi e divenendo punto di riferimento per le azioni coordinate e collettive delle produzioni tutelate della salumeria italiana” ha concluso Levoni.  
   
   
BOLZANO: PROGRAMMA DI SVILUPPO DELLO SPAZIO RURALE: PROGETTI ENTRO IL 23 AGOSTO  
 
Bolzano - È in corso un bando di finanziamento per iniziative nel quadro del programma di sviluppo dello spazio rurale, periodo 2007-2013, focalizzato sulle misure di formazione professionale e di informazione. Sono a disposizione 200mila euro, i progetti vanno inoltrati entro il prossimo 23 agosto. Rafforzare le competenze imprenditoriali degli agricoltori, migliorare la competitività del settore, contribuire allo sviluppo sostenibile dello spazio rurale: questi, sottolinea l´assessore provinciale Hans Berger, sono gli obiettivi della misura Ue relativa alla formazione professionale e all´informazione. Le iniziative previste variano dai corsi per la gestione dell´impresa ai gruppi di lavoro sulla formazione continua, dai progetti di comunicazione agli aggiornamenti sulle procedure della produzione. Unione europea, Stato italiano e Provincia di Bolzano hanno messo a disposizione allo scopo complessivamente un milione di euro, finora sono state impegnate risorse per 19 progetti. Il nuovo bando mette a disposizione un finanziamento di 200mila euro per iniziative di cui possono farsi promotori enti pubblici e privati. Le proposte di progetto vanno presentate entro il 23 agosto, ore 12, alla Ripartizione provinciale formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica in via Brennero 6 a Bolzano (2° piano), tel. 0471 415066 o 415075.  
   
   
GIORNATA DELLA BIODIVERSITÀ: RILEVATO UN MUSCHIO RARO IN ALTO ADIGE  
 
 Fontinalis squamosa, questo il nome del (raro) muschio segnalato per la prima volta in Alto Adige nel corso della 13° Giornata della biodiversità, svoltasi sabato 30 giugno in Val Ridanna. L’azione scientifica ha coinvolto oltre 60 scienziati portando al campionamento di 949 specie animali e vegetali. La prima segnalazione in assoluto, per l’Alto Adige, di una rara specie di muschio, la Fontinalis squamosa: è uno dei risultati di maggior rilievo della 13.Ma Giornata della biodiversità, svoltasi lo scorso sabato 30 giugno 2012 nella parte più interna della Val Ridanna, tra la località Masseria e l´“Aglsboden”, nel comune di Racines. La Fontinalis squamosa vive dal piano montano a quello alpino e necessita di acqua corrente molto pulita. Obiettivo della giornata, che ha coinvolto oltre 60 esperti da Italia (Alto Adige e Verona), Austria (Tirolo) e Svizzera (Zurigo), era quello di campionare nell’arco di 24 ore quante più specie animali e vegetali possibili sull’area prescelta realizzandone una mappatura aggiornata. L’edizione 2012 della Giornata della biodiversità ha portato al rilevamento di 949 specie appartenenti a 13 gruppi animali e vegetali. Altro rilevamento degno di nota effettuato è quello del Licopodio inondato (Lycopodiella inondata). Si tratta di una pianta vascolare estremamente rara sul territorio altoatesino, per la quale è stata individuata una nuova località di crescita in Val Ridanna. Nel corso della giornata gli esperti hanno inoltre campionato esemplari di Nidularia farcta, fungo difficilmente visibile sul campo e munito di caratteristici nidi ovoidali contenenti le spore. Particolare è anche il ritrovamento a quota elevata (1.800 metri) dello zigolo muciatto (Emberiza cia), volatile passeriforme proprio del bacino del Mediterraneo e potenzialmente minacciato anche in Alto Adige. Lo zigolo muciatto preferisce di solito zone aperte con vegetazione bassa, pendii rocciosi con cespugli e boschi radi su versanti asciutti. Sempre nel gruppo degli uccelli, interessante è la constatazione che nella Val Ridanna interna vivono ben sette delle nove specie di rapaci nidificanti in Alto Adige (cioè aquila reale, falco pecchiaiolo, poiana, gheppio, lodolaio, astore e sparviere). In sintesi, tra i 949 taxa campionati nel corso di questa edizione 2012 della Giornata della biodiversità, 100 fanno capo al gruppo dei funghi, 80 a quello dei muschi, 400 alle piante vascolari, 120 agli acari oribatidi, 60 ai ragni, 5 alle libellule, 6 agli ortotteri, 83 agli imenotteri (di cui 23 alle formiche, 30 api e 30 vespe), 40 ai coleotteri stafilinidi, 9 ad anfibi e rettili e 46 agli uccelli. Per i campionamenti di altri gruppi bisogna attendere le analisi di laboratorio: saranno pubblicati, insieme ai risultati definitivi, a fine 2013 su Gredleriana, rivista specializzata del Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige. Il rilevamento effettuato non ha coperto tutti i gruppi presenti nell’area investigata (mancano per esempio i lepidotteri e i mammiferi), anche per l’assenza dei rispettivi esperti. Nata nel 1999 su impulso della rivista naturalistica tedesca “Geo”, la Giornata della biodiversità – nel frattempo diventata la più ampia azione di ricerca sul campo in diversi Paesi - ha luogo dal 2000 anche sul territorio altoatesino dove è organizzata dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige e dall’Ufficio provinciale Parchi naturali. Il suo significato scientifico è notevole, con la frequente rilevazione di specie nuove per l’Alto Adige o l’Italia.  
   
   
CALICI DI STELLE 2012 IN PUGLIA  
 
Estate, tempo di vacanze, tempo di “Calici di stelle”. Anche quest´anno la Puglia è pronta ad accogliere l´evento enogastronomico che, sotto la pioggia di stelle di San Lorenzo, coinvolge migliaia di residenti e turisti nella grande festa dedicata ai migliori vini e oli extravergine d´oliva della regione. Due gli appuntamenti in programma per questa quattordicesima edizione, come sempre ideata e organizzata in tutta Italia dal Movimento Turismo del Vino in collaborazione con l´associazione nazionale Città del Vino: martedì 7 agosto a Trani, incantevole località sull´Adriatico che, dopo lo straordinario successo delle scorse edizioni, si conferma punto di riferimento per il centro-nord della regione; venerdì 10 agosto a Copertino (Le), splendida cittadina famosa per il culto di San Giuseppe, detto il Santo dei voli, e per il maestoso castello rinascimentale, importante esempio di architettura militare. Dopo Lecce, Galatina e Otranto, i tantissimi turisti presenti nel Salento avranno così l´opportunità di scoprire un nuovo volto del Salento, trascorrendo una piacevole serata fra brindisi, degustazioni e visite guidate. In entrambe le città, infatti, i visitatori potranno degustare le etichette delle migliori cantine dalla Daunia al Salento, visitare i principali monumenti, partecipare a minicorsi di degustazione. Ad ogni azienda sarà riservato un banco d´assaggio presidiato da sommelier e degustatori dell´Ais Puglia. Imperdibile anche lo spettacolo che, sia a Trani che a Copertino, accompagnerà la serata esaltando il gusto dei vini di Puglia con il ritmo travolgente della musica etnico-popolare: protagonisti del palcoscenico saranno “I Bottari”, un gruppo musicale originario della Campania che, dopo innumerevoli concerti in Italia e all´estero, affascinerà anche la Puglia con un trionfo di botti, tini e falci, usati come percussioni. Un´importante conferma è la possibilità di prenotare gratuitamente i “Winebus Calici di stelle”, progetto rivolto a tutti i turisti e gli appassionati di vini di Puglia che vorranno partecipare alla manifestazione in piena comodità e sicurezza. Saranno infatti messi a disposizione bus navetta per godersi la serata senza problemi di parcheggio ed evitando ogni rischio per sé e per gli altri. Ad accogliere i visitatori in corrispondenza dei principali ingressi delle due città ci saranno appositi infopoint dove sarà possibile acquistare il “Kit Calici di stelle” (10 euro) contenente un calice in vetro con la comoda tasca portabicchiere, un carnet con 10 ticket-degustazione, una confezione di taralli e la guida al percorso. La notorietà e l´ottimo gradimento dell´evento fanno sperare anche quest´anno in un successo pari a quello delle scorse edizioni. Nel 2011, per esempio, sono stati oltre 60.000 i visitatori, con quasi 10.000 bottiglie di vino e oltre 170 etichette degustate. Il successo di Calici di stelle conferma, ancora una volta, un crescente interesse da parte di enoturisti, appassionati e intenditori nei confronti dei vini di Puglia, ormai conosciuti e apprezzati sia dal pubblico italiano sia dai tanti stranieri, con evidenti e positive ricadute sul territorio da un punto di vista culturale e socio-economico. La manifestazione è resa possibile grazie al contributo dei produttori di vino e di olio, della Regione Puglia-assessorato alle Risorse Agroalimentari, dell´Agenzia del Turismo Pugliapromozione, del Gal “Terre d´Arneo” e di altre istituzioni locali. Www.mtvpuglia.it  
   
   
IL PREMIO AMBASCIATORI DEL GUSTO 2012 DE L’UNIONE ITALIANA RISTORATORI VA A FEDE & TINTO DI DECANTER RADIO2  
 
Il prestigioso Salone delle Feste del Casinò di Campione d’Italia ha ospitato lunedì 25 giugno la Ix edizione del premio “Ambasciatori del Gusto” istituito dall’Unione Italiana Ristoratori. Quest’anno il premio è andato a Fede & Tinto che si sono saputi distinguere nella promozione della cultura enogastronomica italiana nel nostro paese e nel mondo. Visti i gravi disagi causati dal terremoto in Emilia, l’Associazione ha deciso di dare il suo contributo di solidarietà donando in premio una forma di Parmigiano Reggiano di 38 Kg acquistata direttamente dal consorzio. Oltre a questo gesto, anche quest’anno la U.i.r., che unisce l’arte culinaria all’arte pittorica, ha premiato gli “ambasciatori” con le opere fatte realizzare per l’occasione dall’artista milanese Laura Fiume. Nelle precedenti edizioni, il Consiglio Direttivo dell’Unione Italiana Ristoratori, ha assegnato il riconoscimento ai giornalisti Alberto Schieppati, Bruno Gambacorta, Nicola Dante Basile, Paolo Marchi, Mariella Tanzarella, Anna Scafuri, Gianluigi Spoto, Carlo Ottaviano, Stefano Girotti, Lello Naso, e tanti altri prestigiosi nomi del mondo enogastronomico italiano. Nel corso della serata, presentata da Elisabetta Del Medico, gli ospiti, hanno potuto degustare le specialità preparate dagli chef dell’Associazione e dallo chef del casinò, Lorenzo Staltari. L´unione Italiana Ristoratori, è l’associazione più antica che lega cuochi e ristoratori di tutta Italia. Fondata nel 1971, unisce più di cento ristoranti dove l´arte della cucina, della cantina e della tavola, sono nobilitate dall´arte figurativa in un´unità di intenti mirata ad offrire al cliente tutto quanto si aspetta di trovare fuori dalle mura domestiche. Dal 2010 Uir ha creato Chef for Events: un gruppo di cuochi Uir che fanno conoscere la loro cucina in l’Italia e il mondo durante eventi di grande importanza. Qust’anno sono stati i protagonisti di tante manifestazioni tra cui il Salone Del Mobile a Milano, le Mille Miglia a Ferrara e l’Umbria Jazz a Perugia  
   
   
‘EN PRIMEUR’ XXI MERANO WINEFESTIVAL GRANDI NOVITÀ PER LA 21ESIMA EDIZIONE DEL MERANO WINEFESTIVAL CHE DAL 9 AL 12 NOVEMBRE 2012 SI RIPROPONE COME L’EVENTO ENOGASTRONOMICO PIÙ ESCLUSIVO D’EUROPA  
 
Una 21esima edizione che non vuole tradire gli appassionati con novità d’eccezione come “En primeur Bordeaux 2011”, per la prima volta nel mondo al di fuori dei confini di Bordeaux: solo a Merano 50 Châteaux proporranno in degustazione vini di grandi annate, 2011 e 2009, in un confronto che lascerà spazio all’immaginazione. Ian Domenico D´agata, winewriter e Helmuth Köcher, patron del Merano Winefestival Grandi aspettative per le straordinarie degustazioni che saranno coordinate da Ian Domenico D’agata, winewriter, corrispondente per Decanter, collaboratore di Le Figaro, grande esperto di vini internazionali. Spicca su tutte la verticale di Château Lafite Rothschild, un dominio che dal 1234 alimenta la leggenda portando vini sulle tavole di Re e Regine, seguita nell’interesse da Champagne 1996, il millesimo dall’andamento climatico più pazzo dello scorso millennio e che, secondo gli esperti, ha prodotto vini che necessitano dai 15 ai 30 anni per la maturazione ottimale. L’italia sarà invece degnamente rappresentata da una verticale di Masseto, solo sette ettari di vigneto per un vino che raggiunge sempre le massime quotazioni nelle aste internazionali. Questi i numeri che anticipano un’edizione che si preannuncia di tutto interesse: più di 700 le aziende vitivinicole italiane che hanno inviato i loro prodotti, per un totale di 3000 campioni di vino da selezionare, 8 le commissioni di assaggio al lavoro già da aprile per arrivare ad una selezione definitiva di 370 produttori nazionali e 150 internazionali. Venerdì 9 si parte con Bio&dynamica, la selezionata rassegna di cantine che praticano viticoltura naturale e/o biodinamica. Saranno 80 i vignaioli presenti in questa edizione, a sottolineare la crescente sensibilità di produttori che scelgono di convertirsi alla filosofia ‘steineriana’, adottando una viticoltura sostenibile e rispettosa della natura. Tra le possibili aziende della sezione New Entries troviamo proprietà di personaggi molto noti, come lo stilista Cavalli, il fotografo Oliviero Toscani e il cantante Sting. L’alta gastronomia sarà presente come ogni anno in Culinaria, lo spazio dedicato a gourmand e gourmet: da aprile ad oggi una commissione di assaggio composta da tre Chef ha già selezionato oltre 60 delle 100 aziende che porteranno a Merano prodotti golosi e curiosi. Piatti spettacolari alla Gourmet Arena Da non dimenticare la Gourmet Arena, il palcoscenico del talento e delle esperienze culinarie di qualità: 11 Chef di cui 5 stellati Michelin, 5 emergenti e un ospite d’eccezione formeranno il “dream team” che farà sognare gli appassionati foodies sul tema scelto per il 2012, l’Ecosostenibilita’. Partner d’eccezione della Gourmet Arena sarà il kitchen truck Arca by Inoxpiu’  
   
   
ESTATE AL NATURALE FEUDO ANTICO PORTA NELLA DOC TULLUM, UNA TRA LE PIÙ PICCOLE D’ITALIA, LO STILE DEI VINI A FERMENTAZIONE SPONTANEA E NON FILTRATI. E RIVOLUZIONA IL CONCETTO DI BIANCO E ROSATO.  
 
Ritorno alla tradizione, passando per il futuro. E’ quanto proposto da Feudo Antico, primo produttore a investire nella doc Tullum, che lancia il Rosato e il Bianco “naturali”. Vini prodotti da uve biologiche, ottenuti con fermentazione spontanea e non filtrati, capaci di evolvere in modo positivo negli anni. Il ritorno alla tradizione è dato dal metodo di vinificazione, che recupera l’eredità secolare del territorio. Un tempo, infatti, non si usavano lieviti selezionati né si filtrava il vino. La proiezione al “futuro” è data invece dall’opportunità di offrire al mercato un vino naturale, verso il quale negli ultimi anni il consumatore ha dimostrato un interesse crescente, nella consapevolezza che rispettare l’ambiente e la salute dell’uomo saranno sempre più gli imperativi per il futuro. Il Rosato e il Bianco Tullum sono prodotti con uve da coltivazione biologica, provenienti dai 6 ettari di vigneti dedicati, di età non inferiore ai 15 anni. Qui si usano solo concimi organici naturali ed è promossa la conservazione della biodiversità della flora spontanea limitando le operazioni agli sfalci delle erbe. La difesa dalle malattie della vite si basa soprattutto sulla prevenzione e il trattamento, quando necessario, prevede solo le sostanze naturali di zolfo e rame. I vigneti dedicati a questi vini producono basse rese per ettaro, limitate ad 80 quintali contro i 90 previsti da disciplinare. Dopo la vendemmia manuale, le uve arrivano in cantina, dove avviene la pressatura. Segue la fermentazione, innescata esclusivamente dai lieviti presenti naturalmente sulle bucce degli acini. Per il Rosato, la fermentazione avviene direttamente nelle barrique di terzo passaggio di rovere francese e acacia austriaca. Segue l’affinamento, in cemento per il Tullum Bianco, in barrique per il Rosato. Per preservare l’integrità del vino, non viene fatta né stabilizzazione né filtrazione prima dell’imbottigliamento. Questo permette di ottenere un vino “vivo”, diverso ogni anno, più completo e longevo, ricco di sostanze antiossidanti. La filtrazione, infatti, implica l’asportazione di elementi importanti, che nel Rosato e Tullum Bianco vengono preservati. Ne risulta un prodotto capace di evolvere e migliorare negli anni, sfatando così il pregiudizio che vini rosati e bianchi vadano consumati esclusivamente giovani  
   
   
RON MILLONARIO SOLERA 15 RESERVA ESPECIAL E IL CANADA PROSEGUE IL CONNUBIO PERFETTO  
 
Continua lo straordinario successo sul mercato canadese di Ron Millonario Solera 15 Reserva Especial. Dopo l’iniziale start – up di circa 1000 bottiglie ad ottobre 2011, infatti, già a marzo di quest’anno l’azienda Rossi&rossi di Treviso aveva implementato la fornitura di altre 600. E sono 1200 quelle già in procinto di partire per lo stesso mercato, in vista dell’imminente estate. In Canada Ron Millonario Solera 15 Reserva Especial si sta ritagliando una preciso panel di consumatori, interessati e appassionati. Esperti e non, desiderosi di scoprire le note intense di questo spirito, affascinati dalla sua dolcezza, cosi distante dalla rude asprezza del più tradizionale whiskey. Sono le inconfondibili caratteristiche organolettiche di Ron Millonario Solera 15 Reserva Especial, giudicato il Miglior Rum al mondo nel 2012, a farlo uscire vincitore rispetto ai competitor nella personale classifica di ogni acquirente. Il suo originale packaging in fibra di Toquilla, inoltre, non può far altro che affascinare tutti coloro che sanno riconoscere, anche nella presentazione di un distillato, la maestria e la passione con cui esso viene realizzato. Secondo Lance Surujbally, noto blogger della città di Calgary, nella regione canadese dell’Alberta, esperto di distillati internazionali: “Il mercato in Canada è particolarmente attratto dall’aura esotica che circonda il rum, in netto contrasto con il clima rigido del paese. Anche lungo la costa, nelle province di tradizione più marinaresca, questo distillato rimanda a vecchie storie di pirati e navigatori che tanto lo apprezzavano, ammaliando i canadesi che frequentano gli altolocati club di canottaggio di quelle zone”. Il pubblico sembra saper dare a Ron Millonario Solera 15 Reserva Especial la giusta considerazione, riconoscendogli il prestigio che merita attraverso un consumo domestico, intimo o durante occasioni speciali tra amici. L’acquirente dimostra di apprezzare in particolar modo il nobile rito della degustazione del prodotto liscio e pulito, mai mixato né abbinato con cibi. “E’ importante che a Ron Millonario corrisponda un’idea precisa di prodotto, con tutto ciò che ne consegue da punto vista del consumo” – afferma Fabio Rossi, titolare della Rossi&rossi – “questo significa non solo differenziarsi rispetto ai propri concorrenti, ma soprattutto riuscire a guadagnare una clientela entusiasta e fedele nel tempo, consapevole di aver trovato il miglior rum che si possa desiderare”. In questo scenario il consumatore tipico e ideale di Ron Millonario Solera 15 Reserva Especial è sicuramente un uomo adulto, benestante, capace di riconoscere e assegnare il giusto valore a un prodotto indipendentemente dal nome che porta. Per questo motivo i principali luoghi adibiti all’acquisto sono le enoteche specializzate del paese, gestite da esperti che sanno educare il pubblico a una vera cultura del rum e consigliare sulle migliori marche in commercio, tra cui spicca, ovviamente, Ron Millonario Solera 15 Reserva Especial. Lance Surujbally ama definirsi un semplice “critico” del rum. Colto e appassionato, è tra i fondatori del blog Liquorature.com. Grazie al suo stile di scrittura quasi letterario, le sue recensioni vanno ben oltre la semplice descrizione delle note organolettiche di un prodotto, per esprimere invece i sentimenti e le emozioni che ogni rum genera nella sua mente. Ron Millonario Solera 15 Reserva Especial Zona di provenienza Perù Scuola spagnola Metodo solera Invecchiamento 15 anni Titoli • 2008 Polished palate International Rum Festival (Usa) Categoria Premium rum invecchiati oltre i 15 anni (quella massima): Medaglia d’oro e Migliore di Categoria a pari merito con Ron Zacapa centenario 23yo ( Guatemala) • 2009 Polished palate International Rum Festival (Usa) Categoria Premium rum invecchiati oltre i 15 anni (quella massima): Medaglia d’oro e Migliore della fiera “Best of the show award” • 2009 Isw International Spirits Awards (Germania) Medaglia d’oro • 2009 Rum Master 2009 (Uk) Categoria Super Premium rum: Medaglia d’oro • 2012 Rum Master 2012 (Uk) Categoria Gold rum invecchiati oltre i 12 anni: Master Profumo frutta candita, prugna secca e note tenui di chiodi di garofano Gusto dolce, graduale Confezione artigianale, in fibre di paglia Toquilla Prezzo al pubblico suggerito: Euro 42,00 circa Distribuzione: nelle migliori enoteche, top bar e ristoranti italiani e esteri