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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Dicembre 2012
ANTITRUST: LA COMMISSIONE EUROPEA AVVIA UN PROCEDIMENTO CONTRO RUMENO POWER EXCHANGE  
 
 Bruxelles, 12 Dicembre, 2012 - La Commissione europea ha aperto una formale procedura antitrust contro Opcom e Transelectrica di indagare se l´operatore della borsa elettrica solo in Romania può essere abuso di posizione dominante. La Commissione teme che Opcom possono essere discriminante nei confronti delle imprese sulla base della loro nazionalità o luogo di stabilimento, in violazione dell´articolo 102 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea (Tfue). L´apertura della procedura non pregiudica l´esito delle indagini, ma significa solo che la Commissione procederà ad un esame approfondito. La Commissione sta indagando Opcom requisito che tutti i partecipanti sui mercati spot sulla borsa elettrica in possesso di un rumeno di registrazione Iva e di conseguenza, sono stabiliti in Romania. Questa prassi può aumentare il costo per i commercianti stranieri di fare affari sulla borsa elettrica e scoraggiare gli operatori stranieri di entrare nel mercato all´ingrosso dell´energia elettrica rumeno, riducendo in tal modo la liquidità del mercato e l´efficienza. Gli scambi di potenza sono fondamentali per la formazione trasparente e affidabile dei prezzi dell´elettricità. Essi forniscono un indice pubblico prezzo che può essere utilizzato per il mercato intera potenza.  
   
   
LO ZAMBIA OTTIENE IL SOSTEGNO DELLA BEI EUR 50M PER INFRASTRUTTURE DEDICATE ALL´ENERGIA SOSTENIBILE  
 
 Bruxelles, 12 Dicembre 2012 - La Banca europea per gli investimenti fornirà 50 milioni di euro per il progetto che prevede la costruzione di una centrale idroelettrica presso l´esistente Itezhi-tezhi Dam e la linea di trasmissione di 291 km a Lusaka che collegherà la centrale alla rete elettrica nazionale e la Piscina Southern African Potenza L´accordo di finanziamento messa a punto europeo di sostegno per gli investimenti per il progetto Zesco è stato firmato ufficialmente a Lusaka Zambia da ministro delle Finanze, Alessandro Chikwanda, Amministratore Delegato di Zesco Cipriano Chitundu e rappresentanti della Banca europea per gli investimenti. "Il Itezhi-tezhi progetto idroelettrico aumenterà la capacità di generazione di energia elettrica sulla rete nazionale, oltre ad aumentare l´affidabilità e la qualità della fornitura di energia elettrica in Zambia. I 120 Megawatt progetto è stato sviluppato da Itezhi-tezhi Power Corporation, con Zesco e Tata ciascuno con una quota del 50%. Energia dal Itezhi-tezhi Power Station sarà trasmessa attraverso il Tezhi-mumbwa-lusaka linea di trasmissione Itezhi occidentale alla rete elettrica nazionale. Evacuazione del potere attraverso questa linea ridurrà notevolmente le sfide Zesco e contribuire a soddisfare la domanda enorme di energia derivanti dalla espansione della base clienti e la crescita nel settore minerario, l´agricoltura, i settori commerciali e domestici ". Ha detto Cipriano Chitundu, Amministratore Delegato di Zesco. "Supporto per l´energia è un obiettivo chiave di impegno europeo in Zambia. Investimenti per migliorare le infrastrutture energetiche e aumentare l´offerta è essenziale per la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e ridurre la povertà. La delegazione Ue a Lusaka si è impegnata ad aumentare il suo contributo al miglioramento dell´accesso all´energia, come indicato dal prossimo Fondo europeo di sviluppo Fes e lavorando a stretto contatto con la Banca europea per gli investimenti per garantire un sostegno efficace per il settore ", ha dichiarato Gilles Hervio, ambasciatore dell´Unione europea a Zambia. Il Itezhi-tezhi progetto idroelettrico utilizza una diga esistente sul fiume Kafue, che ridurrà al minimo il costo del progetto e limitare l´impatto ambientale. Questo è stato costruito nei primi anni 1970 per regolare il flusso d´acqua per il Kafue Gorge Power Station più a valle. Questo è uno di una serie di progetti destinati ad aumentare la produzione di energia idroelettrica per la rete elettrica regionale, la Piscina Southern potenza africana, migliorare i collegamenti energetici tra i paesi della regione, ridurre il deficit di potenza dello Zambia e la dipendenza da energia elettrica importata a partire dal carbone a base di centrali elettriche. Produzione di energia elettrica da Zesco in Zambia è quasi interamente basato su centrali idroelettriche sui fiumi Zambesi e Kafue. Ulteriori finanziamenti per il progetto Usd 375m, saranno fornite anche dall´Agenzia francese di sviluppo (Afd), Banca africana di sviluppo, Fmo, Proparco, Banca di sviluppo del Sud Africa, Repubblica dello Zambia, Tata e il governo indiano. Un contributo in conto interessi e concessione di assistenza tecnica saranno a carico del Fondo infrastrutture Ue-africa Trust. Il progetto dovrebbe essere completato entro il 2015, di fornire significativa dell´occupazione in fase di costruzione e di creare 60 posti di lavoro permanenti per terminarla.  
   
   
RICERCA IDROCARBURI MAR IONIO, DA REGIONE BASILICATA ENNESIMO “NO”  
 
Potenza, 12 dicembre 2012 - La costa ionica lucana presenta una elevata valenza ambientale che non può e non deve essere messa a rischio. Con questa motivazione l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata Vilma Mazzocco e il direttore del Dipartimento Donato Viggiano, hanno ribadito il “no” del governo regionale alla concessione di nuovi permessi di ricerca di idrocarburi in mare, incontrando questa mattina i sindaci e gli amministratori dei Comuni di Bernalda, Pisticci, Scanzano Jonico, Policoro, Rotondella e Nova Siri, alla presenza dell’assessore all’Ambiente della Provincia di Matera, Giovanni Rondinone. Nell’incontro è stata sottolineata la volontà di avviare un’azione comune di forte contrapposizione all’attività di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nel Mar Ionio. Nello specifico è stato espresso parere negativo per i progetti relativi alle istanze permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in mare denominati “d 73 F.r.-sh” e “d 74 F.r.”- presentati dalla Società Shell E&p S.p.a. E per la richiesta di ripresa del procedimento di V.i.a. Proposto dalla Società Appennine Energy S.r.l. Per il permesso di ricerca denominato “d 148 D.r.- C.s.”. “La linea da seguire, più volte indicata dal presidente della Regione Vito De Filippo, è chiara e definita: la Basilicata ha già dato il proprio contributo al bilancio energetico nazionale”. Lo ha detto l’assessore Mazzocco motivando il diniego alla richiesta di nuove concessioni. “I permessi in atto – ha aggiunto - hanno saturato quella che riteniamo la soglia di sostenibilità di questo tipo di attività per la regione e riteniamo che altri territori debbano giocarsi la partita dello sviluppo puntando su altre chance. Lo sfruttamento degli idrocarburi, pur costituendo una risorsa rilevante del territorio lucano, va inserito nell´ambito di una visione complessiva di programmazione e sviluppo in coerenza con la valorizzazione degli altri beni e delle altre risorse esistenti. La valorizzazione e la protezione dell´ambiente – ha concluso l’esponente della giunta – costituiscono per noi obiettivi primari”. La posizione espressa dall’assessore Mazzocco e dal direttore Viggiano troverà riscontro formale in una delibera di Giunta che sarà inviata al Ministero dell’Ambiente nell’ambito della procedura di Via nazionale.  
   
   
MILANO: ARREDO URBANO. RESTAURATO IL COMPLESSO MONUMENTALE DEI ‘SIRENEI’  
 
Milano, 12 dicembre 2012 - Si è concluso ieri il restauro conservativo del complesso monumentale dei ‘Sirenei’, nel quartiere Affori, in Zona 9. Il portale, risalente a un periodo tra fine Settecento e il primo ventennio dell’Ottocento, fungeva da accesso al viale prospettico che collegava Villa Litta alla Postale Comasina (oggi via Astesani). La struttura monumentale era caduta in disuso già a partire da metà ’800 e definitivamente abbandonata dopo la realizzazione del tratto della Ferrovie Nord Milano che porta ad Asso. La prima parte dell’intervento di restauro, ultimata a ottobre, è stata oggi completata con la realizzazione di cornici in pietra intorno alle quattro opere del complesso. La pavimentazione in ciottoli di colore verde è stata posata elemento per elemento e sigillata con quarzi fini per proteggerla e per impedire la crescita di erbacce a ridosso delle strutture monumentali. Entro metà gennaio, infine, sarà inviato al Consiglio di Zona 9 il progetto della targa identificativa dell’opera, che permetterà a tutti i cittadini di conoscerne la storia e il restauro. L’area resterà recintata fino alla prossima primavera, per permettere al prato, appena riseminato, di crescere e di rafforzarsi. “La nostra zona torna oggi a beneficiare di un grande bene architettonico, posto proprio all’ingresso della città”, dichiara la Presidente del Consiglio di Zona 9 Beatrice Uguccioni. “Grazie al lavoro che il Consiglio di zona sta facendo con questa Amministrazione, ha avuto inizio un percorso virtuoso di riqualificazione e valorizzazione dei quartieri”. “Un’importante testimonianza della nostra città torna a disposizione dei cittadini”, ha commentato l’assessore alla Mobilità, Ambiente, Arredo urbano e Verde Pierfrancesco Maran. “Il grande lavoro che sta facendo il settore Arredo urbano sta riportando in vita monumenti e fontane in tutta Milano, per restituire ad ogni zona i propri simboli”. Il restauro del complesso monumentale dei ‘Sirenei’ si inserisce in un più ampio piano di rinnovamento dei monumenti e delle fontane simbolo della città in diverse zone, dal centro alla periferia: dalla trasformazione, a fine maggio, della fontana di cristallo del parco Verga al consolidamento della statua equestre dedicata a Vittorio Emanuele Ii in piazza Duomo, terminato a luglio, fino alla ricollocazione e ricostruzione, a settembre, del cippo monumentale dedicato ai Caduti del quartiere Ponte Lambro. Sono in corso, inoltre, i lavori di restauro conservativo del monumento “Ago, Filo e Nodo” di Claes Oldenburg e Coosje Van Bruggen, in piazzale Cadorna, e del monumento a Sandro Pertini, in via Croce Rossa. A breve, infine, partirà la cantierizzazione della fontana storica di Pinocchio, in corso Indipendenza. Tutti questi lavori vengono eseguiti attraverso l’appalto aperto di manutenzione per la conservazione delle fontane e dei monumenti, che comprende sia riqualificazioni e restauri sia una serie di interventi manutentivi: da agosto 2011 a oggi sono stati portati a termine oltre 500 lavori.  
   
   
LAVORI PUBBLICI: REGIONE SARDEGNA STANZIA TRE MILIONI PER ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE  
 
Cagliari, 12 Dicembre 2012 - Approvato dalla Giunta nella seduta odierna, su proposta dell’assessore dei Lavori pubblici, Angela Nonnis, il programma per il finanziamento delle opere per l’eliminazione delle barriere architettoniche. Il provvedimento prevede per l’anno in corso lo stanziamento di 3 milioni di euro a fronte di 245 domande presentate dai Comuni e sulla base di 812 richieste dei privati. Di queste, a seguito delle verifiche amministrative, si potranno soddisfare 737 istanze di contribuzione per un totale di 2,758 milioni di euro. "Eliminare le barriere architettoniche è un atto di civiltà inderogabile - ha commentato Nonnis - che consente a centinaia di cittadini sardi disabili, che a volte non sono in grado nemmeno di uscire dalle proprie case, di poter svolgere una vita normale"  
   
   
EDILIZIA: FVG REGOLE DI CIVILTÀ PER DISABILI IN DDL MANUTENZIONE  
 
Trieste, 12 dicembre 2012 - "Regole di civiltà", come ieri in Consiglio regionale le ha identificate l´assessore ai Lavori pubblici del Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi, "a favore di quella parte più debole della nostra popolazione alla quale noi dobbiamo riservare più attenzione e considerazione". Riccardi ha infatti proposto oggi al Consiglio regionale, impegnato nella discussione e nell´approvazione della cosiddetta legge di manutenzione dell´ordinamento regionale, alcuni emendamenti a tre leggi regionali in vigore nell´intento di dare maggior "voce", ha osservato l´assessore, al sistema regionale della disabilità. Emendamenti approvati nel pomeriggio dal Consiglio regionale che l´assessore Riccardi ha voluto ringraziare - esprimendo la sua soddisfazione per la positiva votazione - per la complessiva attenzione al tema prestata dall´aula. Si tratta di modifiche alle leggi regionali 14 del 2002 ("Disciplina organica dei Lavori pubblici"), 25 del 2004 ("Interventi a favore della sicurezza e dell´educazione stradale") e 19 del 2009 ("Codice regionale dell´Edilizia") che in un unico articolo, e con una decina di commi, del ddl di manutenzione indicano in particolare l´esigenza di intervenire con riqualificazioni edilizie adatte a favorire i cittadini disabili del Friuli Venezia Giulia ed a prevedere un più forte coinvolgimento della Consulta Fvg delle Associazioni dei disabili. A modifica della 14/2002 l´assessore Riccardi ha pertanto richiesto l´introduzione del "supporto" della Consulta nella fase di progettazione di edifici, spazi e servizi pubblici, nonché nell´attività di controllo sul rispetto delle norme in materia di superamento delle barriere architettoniche (gli articoli della legge 14 che fissano l´erogazione di finanziamenti pubblici). In merito invece al Codice regionale dell´Edilizia (Lr 19/2009), Riccardi ha proposto l´introduzione di alcuni commi che dispongono l´obbligatorietà nei progetti d´interventi di nuove costruzioni o di ristrutturazione, restauri e risanamenti in edifici con destinazione d´uso residenziale realizzati e gestiti da soggetti pubblici o privati (in immobili di almeno due livelli fuori terra), dell´installazione di un ascensore o di una piattaforma elevatrice raggiungibile mediante rampe prive di gradini e, per gli immobili di almeno tre livelli fuori terra, la possibilità di installare un ascensore raggiungibile mediante rampe prive di gradini. Analogamente, la progettazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici e degli spazi aperti al pubblico deve includere ogni accorgimento possibile che migliori la fruibilità dei locali o degli spazi oggetto di un nuovo intervento edilizio. Sempre al riguardo della legge regionale 19, è stato poi inserito un comma che indica la presenza di un rappresentante della Consulta nella commissione edilizia comunale, nel caso in cui il Comune stesso abbia deciso di istituire tale organismo. Viene infine previsto che ai lavori della Consulta regionale della Sicurezza stradale (Lr 25/2004) partecipi anche un rappresentante della Consulta Fvg delle persone disabili.  
   
   
L´UE ACCOGLIE CON FAVORE LA PROSSIMA ADESIONE DEL TAGIKISTAN L´ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO  
 
 Bruxelles, 12 dicembre 2012 - La Commissione europea sostiene pienamente la decisione del 10 dicembre da parte dell´Organizzazione mondiale del commercio (Omc) per preparare l´ adesione del Tagikistan. Una volta completato il processo di adesione, il Tagikistan è diventato il 159 ° membro del Forum mondiale commercio. "L´ Ue attende per darvi il benvenuto all´interno della famiglia Tagikistan Wto ", ha dichiarato il commissario europeo per il Commercio Karel De Gucht. "E ´mia ferma convinzione che l´adesione del Tagikistan sarà un fattore chiave dello sviluppo economica in Asia centrale. " Dopo il Kirghizistan, il Tagikistan è il secondo dei paesi dell´Asia centrale per aderire all´Omc. Promuovere la diversificazione economica del paese, l´Unione europea ha preso l´iniziativa e accompagnato Tagikistan in tutto il suo processo di adesione . In futuro, l´Ue continuerà a promuovere e rafforzare le relazioni con il Tagikistan nei settori del commercio e degli investimenti, e garantire la piena integrazione dei paesi del sistema commerciale multilaterale. Conformemente alla decisione del Consiglio generale dell´Omc, il Tagikistan deve ratificare tutti i testi adesione entro il 7 giugno 2013. È diventato un membro a pieno titolo dell´Organizzazione mondiale del commercio trenta giorni dalla data di ratifica.  
   
   
IMPRENDITORI ITALIANI, INNOVATIVI MA TARTASSATI, PERPLESSITÀ SULLA CLASSE POLITICA ITALIANA.  
 
Monza, 12 dicembre 2012 - Tra crisi di governo e crisi economica, gli italiani della rete vedrebbero bene per rappresentare il Paese gli imprenditori. Nonostante le primarie, gli italiani continuano ad essere sfiduciati verso la politica e soprattutto verso i politici. Secondo una indagine della Camera di commercio di Monza e Brianza, condotta sulla rete da Voices from the Blogs attraverso l’analisi di 160mila tweet postati sull’argomento nella settimana tra il 1 e l’8 dicembre, oltre 9 italiani su 10 (92,7%) sono perplessi sulla classe politica italiana. A rappresentare il Paese gli italiani preferiscono gli imprenditori, che vengono giudicati sul web onesti (6,2%) e innovatori (7,8%) e sono visti come la parte sana del Paese (14,2%), spesso tartassati (20,7%) dalle tasse e dai vincoli burocratici imposti dalla politica, anche ora, in un momento in cui molti soffrono per le difficoltà economiche (13,5%). Solo 1 commento su 3 è negativo nei confronti del sistema imprenditoriale italiano, tra chi vede gli imprenditori soprattutto portatori di interessi egoistici (22,7%). Meno complimenti dal web per i politici: in generale circa 3 italiani su 10 chiedono un rinnovamento. Giudicato positivamente invece “l’effetto primarie” che porta il 20% a chiedere maggiore democrazia all’interno dei partiti, anche se resta un 12,2% che ritiene la politica comunque incapace di modificare effettivamente in meglio la vita di tutti i giorni. Nota stonata è la meritocrazia: il “merito” nel mondo delle imprese private viene percepito come meno premiante rispetto al passato (le imprese sono meritocratiche per il 35,8% degli italiani), sia quando questo rinvia alla competizione tra imprese, dove merito ed innovazione sembrano essere soffocati da altri fattori per spiegare il successo di una impresa (i legami con il mondo politico, ad esempio, o la semplice difesa di posizioni consolidate), sia quando si tratta di fare carriera dentro la struttura di un’impresa. È quanto emerge da Moire - Monitoraggio Opinioni Indipendenti sulla Rete - iniziativa della Camera di Commercio di Monza e Brianza attraverso Voices From the Blogs, che ha analizzato 160mila commenti pubblicati su Twitter durante la prima settimana di dicembre rilevando il dato italiano e quello delle città di Milano, Roma e Napoli. L’iniziativa “Moire - Monitoraggio Opinioni Indipendenti sulla Rete” La Camera di commercio di Monza e Brianza, attraverso Voices From the Blogs (http://www.Voicesfromtheblogs.com), osservatorio dell’Università degli Studi di Milano sui social-media, lancia l’iniziativa Moire. Attraverso le metodologie innovative di Voices From the Blogs, è possibile stimare l’opinione dell’intero universo di chi scrive su internet (post), raccogliendo informazioni da tutti i blog presenti in rete e coperti dai principali motori di ricerca, nonché da tutti i post di Twitter, creando quindi un osservatorio permanente delle opinioni espresse in rete su alcuni argomenti di attualità e di interesse per il sistema economico e sociale. L’analisi per Milano, Roma, Napoli - Gli imprenditori vengono giudicati onesti (6,2%) e innovatori (7,8%) e sono visti come la parte sana del paese (14,2%), spesso tartassati (20,7%) dalle tasse e dei vincoli burocratici imposti dalla politica, anche ora, in un momento in cui molti soffrono per le difficoltà economiche (13,5%). Tra i milanesi è più alta la percentuale di chi vede gli imprenditori come l’avanguardia dell’innovazione (10,1%), mentre a Napoli sono più forte le critiche verso gli imprenditori disonesti (12,8%) e a Roma prevale l’idea che il mondo dell’impresa sia una casta di privilegiati (28,1%), dato più alto rispetto alla media nazionale. Comunque sia, i giudizi negativi si attestano a poco più di 1 opinione su 3 (dato italiano: 37,6%, Milano: 38,6%, Roma: 41,8%, Napoli: 40,8%). A maggioranza (53,5%) gli italiani esprimono fiducia nei confronti delle imprese, un dato che tocca la sua punta più elevata tra i romani (56,7% di fiducia), seguiti dai i napoletani (50,5%). A sorpresa, invece, il dato dei milanesi non supera il 50% (fermandosi al 49,5%), pur registrandosi proprio a Milano la percentuale più elevata di chi ha “molta” fiducia nell’impresa (13,4%). È quanto emerge da Moire - Monitoraggio Opinioni Indipendenti sulla Rete - iniziativa della Camera di commercio di Monza e Brianza attraverso Voices From the Blogs, che ha analizzato 160mila commenti pubblicati su Twitter durante la prima settimana di dicembre rilevando il dato italiano e quello delle città di Milano, Roma e Napoli.  
   
   
ESPORTAZIONI PIEMONTESI: NEI PRIMI 9 MESI DEL 2012 LE VENDITE ALL’ESTERO CRESCONO DEL 3,4% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2011  
 
Torino, 12 dicembre 2012 - Nei primi nove mesi del 2012 il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 29,4 miliardi di euro, manifestando un incremento del 3,4% rispetto al dato registrato nello stesso periodo del 2011. La crescita è di poco inferiore rispetto a quella riscontrata a livello medio nazionale (+3,5%). Valutando le singole performance trimestrali si osserva, tuttavia, come la dinamicità delle vendite regionali all’estero si sia progressivamente ridotta nel corso del 2012: alla variazione del +5,2% e del +2,7% registrata rispettivamente nel I trimestre e nel Ii trimestre dell’anno, ha fatto seguito un ulteriore rallentamento del ritmo di crescita nel periodo luglio-settembre 2012 (+2,2%). A livello italiano, nei primi nove mesi del 2012 l’aumento delle esportazioni ha riguardato tutte le ripartizioni territoriali, risultando più sostenuto per l’Italia insulare (+17,1%) e superiore al dato nazionale anche per le regioni dell’Italia centrale (+6,6%). L’incremento è risultato, invece, meno intenso per le regioni nord-occidentali (+3,4%) e nord-orientali (+1,1%), mentre le regioni dell’Italia meridionale si sono contraddistinte per una situazione pressoché stazionaria (+0,1%). Il Piemonte si conferma, anche nel periodo gennaio-settembre 2012, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,1% delle esportazioni complessive nazionali: tra le principali regioni esportatrici solo la Lombardia e l’Emilia Romagna hanno registrato una performance lievemente migliore rispetto a quella piemontese, con una crescita, rispettivamente, del 3,7% e del 3,6%. L’incremento concretizzato dal Veneto è, invece, risultato più contenuto (+1,5%). “Le imprese piemontesi cercano di resistere alla crisi, seppur con un trend di poco inferiore a quello nazionale. In un contesto così fragile, però, dobbiamo continuare a lavorare per evitare che il peso degli ostacoli strutturali e la mancanza di credito limitino ulteriormente le nostre aziende. Dobbiamo inoltre pensare a programmi di sviluppo che permettano al nostro export di trainare la ripresa, così da poter incrementare ordini, produzione e occupazione – commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte –. Per continuare a essere credibili sui mercati esteri, grazie alla qualità che da sempre caratterizza i prodotti, il nostro tessuto imprenditoriale ha bisogno di politiche efficaci di internazionalizzazione e linee di intervento pensate ad hoc. E proprio su questo punteremo nei prossimi mesi". La crescita dell’export piemontese non ha, tuttavia, interessato tutti i principali comparti delle vendite all’estero. Il settore dei mezzi di trasporto, che genera il 20,4% delle esportazioni complessive, ha infatti registrato una contrazione del valore delle merci esportate (-1,9%), scaturito dalla diminuzione sia dell’export di componenti autoveicolari (-5,5%), sia delle vendite all’estero di autoveicoli (-1,3%). Negativa anche la performance del settore del tessile-abbigliamento dei prodotti (-0,7%). Il comparto dei metalli e prodotti in metallo (terzo per importanza rivestita sulle esportazioni complessive), ha realizzato, invece, un incremento particolarmente sostenuto (+11,5%). Anche la meccanica, primo settore per quota detenuta sull’export complessivo, ha manifestato una dinamica brillante, incrementando il valore delle esportazioni del 10,9% rispetto ai primi nove mesi del 2011. Superiore alla media regionale anche l’aumento registrato per l’alimentare (+6,1%). Per quanto riguarda i mercati di sbocco delle merci piemontesi, il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 59,8% dell’export regionale, contro il 40,2% dei mercati extra-comunitari. Anche se i Paesi dell’Unione europea continuano a costituire la principale area di destinazione delle vendite all’estero dei prodotti piemontesi, la quota detenuta dall’area comunitaria appare in ulteriore ridimensionamento rispetto al periodo gennaio-settembre 2011, quando le esportazioni destinate ai mercati dell’Unione europea rappresentavano il 62,5% di quelle complessive. Tale ridimensionamento è il frutto dell’andamento negativo manifestato dalle vendite piemontesi dirette ai partner comunitari (-1,0%). È risultata, invece, decisamente più brillante la crescita dell’export verso i Paesi extra Ue-27 (+10,6%).  
   
   
VENETO INTERNAZIONALE: EXPORT +1,9% NEL PRIMO SEMESTRE, MA PER IL 2012 PREVISIONI STABILI FRENANO L’ECONOMIA (PIL STIMATO -2,1%) E LE ESPORTAZIONI VERSO I PRINCIPALI PARTNER COMMERCIALI  
 
 Venezia, 12 dicembre 2012 - Dopo un 2011 che ha registrato un +10,3% del fatturato estero raggiungendo un valore di oltre 50 miliardi di euro – oltre i livelli ante-crisi –, nel primo semestre 2012 il Veneto ha evidenziato una debole crescita del +1,9% vendendo prodotti per quasi 27 miliardi, pari al 13,1% dell’export italiano. Pur restando l’unica componente del Pil a tenere nella difficile congiuntura economica, specie a fronte del crollo della domanda interna, il fatturato estero non rappresenta un fattore determinante del ciclo economico regionale: il contributo positivo del saldo commerciale, con un surplus di 6,6 miliardi di euro, dipende infatti dalla caduta delle importazioni, che hanno registrato un -10,6% rispetto ai primi sei mesi del 2011 toccando i 19 miliardi. Per quanto riguarda le previsioni per l’intero 2012, le esportazioni rimarranno pressoché stabili su un valore stimato pari a 50,4 miliardi di euro, mentre le importazioni, condizionate dall’indebolimento dei consumi, diminuiranno marcatamente e scenderanno a 38 miliardi di euro. Tali aspettative sono confermate dai dati diffusi oggi dall’Istat: nei primi nove mesi del 2012 il fatturato estero del Veneto ha segnato un debole incremento tendenziale del +1,5%, un aumento inferiore alla media nazionale (+3,5%), in particolare per la flessione dei flussi verso i Paesi Ue (-1,9%), mentre crescono quelli diretti verso i Paesi extra Ue (+6,5%). All’auditorium Santa Margherita dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto, e Carlo Carraro, rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia hanno partecipato alla presentazione del Rapporto Veneto Internazionale 2012, realizzato dal Centro Studi di Unioncamere del Veneto in collaborazione con le Camere di Commercio del Veneto. Il Rapporto è stato presentato nell’ambito del convegno “Proiezione internazionale e attrazione di investimenti: quali strategie per il Veneto?”, chiuso dalla tavola rotonda “Come attrarre e fare investimenti diretti all’estero: esperienze imprenditoriali a confronto” che ha accolto le testimonianze delle aziende Iris di Fiesso d’Artico (Ve), Keyline di Conegliano (Tv), Rigoni di Asiago (Vi), Nidek Technologies di Albignasego (Pd) e Papp Logistics di Nogarole Rocca (Vr). Nel 2012 l’interscambio con l’estero dovrebbe continuare a sostenere l’economia veneta restando l’unica componente del Pil a contribuire positivamente (per oltre 2 punti percentuali). Tutte le altre voci della domanda daranno invece apporto negativo, decretando una brusca frenata dell’economia regionale (si stima una contrazione del Pil del -2,1%), appena sopra la media nazionale (-2,3%). «Sul versante dell’attrazione degli investimenti diretti esteri la situazione regionale non appare confortante. Le fasi produttive localizzate in Italia fanno fatica a competere con quelle presenti in altre economie sviluppate. Esiste ancora un vantaggio nei confronti delle economie emergenti, in particolare nella produzione di beni strumentali e beni intermedi, anche se negli ultimi anni si è progressivamente ridotto – commenta Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto –. In un quadro che vede il nostro Paese perdere attrattività in ambito internazionale, il Veneto evidenzia maggiori difficoltà, rispetto alle principali regioni italiane, nell’attrarre nuovi capitali dall’estero (nel periodo 2008-2011 il Veneto ha attratto solo il 4,2% degli investimenti esteri in Italia contro il 20% del Piemonte, il 19% dell’Emilia-romagna, il 16% della Lombardia). Nel momento in cui le esportazioni sembrano insufficienti a rilanciare il sistema economico, diventa essenziale l’attrazione degli investimenti esteri, soprattutto se destinati all’avvio di nuove attività economiche o al potenziamento di quelle precedenti, ovvero capaci di contribuire all’innalzamento del livello tecnologico delle produzioni locali». Dal punto di vista merceologico, nei primi sei mesi del 2012 la debole crescita delle esportazioni regionali è stata influenzata dalla decrescita di alcuni importanti comparti. Tra i settori che hanno inciso sull’andamento del fatturato estero si trovano i macchinari, prima voce dell’export veneto, il cui valore a metà anno è sceso a quasi 5 miliardi di euro (-4,9% su base annua). Soffrono anche altri prodotti importanti per l’economia regionale: le altre apparecchiature elettriche, le calzature, i prodotti in gomma o plastica e i filati e tessuti. Alcuni dei principali settori ad alta specializzazione della manifattura veneta hanno invece registrato una crescita seppur lieve dell’export: la metallurgia, la carpenteria metallica, l’occhialeria e l’abbigliamento. «Preoccupa osservare come anche l’export lasci intravedere le prime screpolature rispetto alla tendenza rimasta decisamente positiva anche nel periodo di crisi. Quello che era un baluardo forte per le nostre imprese è oggi meno saldo – sottolinea Carlo Carraro, rettore dell’Università Ca’ Foscari –. È necessario porsi immediatamente il problema di come rilanciare la spinta di internazionalizzazione sia rispetto all’attrattività sui mercati esteri dei nostri prodotti, sia rispetto a quella di attrarre investimenti stranieri. Il Veneto deve dunque saper fare un salto di qualità nelle sue capacità di apertura internazionale, trasformandosi da area di esportazione di beni a territorio aperto a flussi di conoscenze, investimenti e personale sempre più globale. L’università in questo senso gioca un ruolo fondamentale attraverso la capacità di formare persone qualificate, di attirare talenti e di favorire la circolazione dei saperi e del capitale umano». Nella prima metà del 2012, il principale mercato di riferimento per i beni manifatturieri veneti, sebbene in rallentamento, si conferma l’Unione europea attraendo il 58,1% delle merci, mentre si amplia la quota destinata ai mercati extra-Ue27 col 41,9%. Frena l’export verso i Paesi “motori” delle vendite venete (Germania +1,8% e Francia -1,5%) e altri mercati promettenti (Cina, Hong Kong e India), mentre si sono mantenute dinamiche verso Stati Uniti, Russia, Giappone, Canada, Australia e Arabia Saudita. Alcuni Dati 2011: Nel 2011 il Veneto è la seconda regione in Italia sia per fatturato estero sia per numero di operatori all’esportazione (+5,8% rispetto al 2010, portandosi a 29.398 unità). Sul fronte dell’interscambio commerciale dei servizi, il bilancio per il Veneto si è chiuso con 5.628 milioni di entrate (+3% rispetto al 2010), 3.201 milioni di uscite (-6,1%) e un saldo di 2.427 milioni, segnando una delle migliori performance a livello italiano. La forte diminuzione dell’interscambio dei “servizi alle imprese” ha determinato un’espansione della quota della componente “viaggi”. Dopo il grave calo avvenuto nel 2010, gli investimenti diretti netti hanno presentato un andamento in ripresa sia nei flussi in entrata (oltre 3 milioni di euro, il 12,5% del totale italiano) che in quelli in uscita (quasi 3 milioni di euro, il 7,6% sul totale italiano). Gli investimenti cumulati nel quadriennio 2008-2011 hanno evidenziato una situazione migliore per il Veneto, anche se i flussi in entrata rappresentano meno della metà di quelli in uscita. A fine 2011 le imprese multinazionali venete risultano 1.304, pari al 15,3% del totale nazionale. Le imprese estere partecipate sono state quasi 3.700 (il 13,5% di quelle italiane) ed hanno occupato poco meno di 152.300 dipendenti (9,8% del totale nazionale) con un giro d’affari aggregato di circa 25 miliardi di euro (4,2% del totale nazionale). Per quanto riguarda l´internazionalizzazione passiva, alla fine del 2011 le imprese con sede in Veneto partecipate da multinazionali estere risultano 698, contano oltre 47.700 dipendenti e un fatturato aggregato pari a 25,9 miliardi di euro (un contributo al Pil regionale di quasi 4,2 miliardi di euro).  
   
   
MILANO - CONVEGNO SULLE NUOVE FRONTIERE DEL DESIGN LOMBARDO  
 
Milano, 12 dicembre 2012 - Giovedì 13 dicembre, alle 17.00, nella sala Consiglio della Camera di Commercio, a Palazzo Turati, si terrà il convegno “Design a New Way”. 6 protagonisti a confronto sul tema delle nuove frontiere del design lombardo, nel passaggio tra artigiano tradizionale e digitale, tra video, cake, fashion, event, jewel e game design. Se ne parlerà alla presenza di Marco Accornero, consigliere della Camera di Commercio di Milano, Claudio Cattaneo, consigliere della Camera di commercio di Monza e Brianza, e Arturo Dell’acqua Bellavitis, presidente Fondazione Triennale Design Museum. Lombardia regina del design, soprattutto di mobili. L’export lombardo di mobili nel 2011 ha superato infatti i 2 miliardi di euro, registrando un +5,6% rispetto al 2010. Crescono in percentuale soprattutto i Paesi dell’America Centromeridionale (+30,2%), dell’Asia orientale (+20,5%) e Medio oriente (+19,7%). E se oltre metà dell’export lombardo proviene da Monza e Como (prima Monza con circa un terzo dell’export lombardo, complessivamente 57,3%) Milano è terza, confermandosi anche la maggiore importatrice di mobili stranieri (oltre 214 milioni di euro, il 55% del totale lombardo). Emerge da un’elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati registro imprese 2011 e 2010 e su dati Istat 2011 e 2010. Lombardia prima in Europa per produzione. Con oltre 6 mila imprese nel settore della fabbricazione di mobili, 1 su 6 a Milano, la Lombardia è la prima regione in Europa. Una importanza che va oltre il livello regionale: se considerassimo anche i singoli stati, la Lombardia risulterebbe superata solo da 6 nazioni, risultando al settimo posto in assoluto, con il 5% del numero complessivo di imprese attive nel settore nell’intera Europa. Il peso dell’Italia sale a ben il 22% (1 impresa ogni 5: oltre 26 mila), seguita dalla Spagna (con 17 mila imprese) e dalla Francia (ferma a quasi 16 mila). Al quarto posto la Polonia. Seguono Regno Unito e Portogallo. A Milano sono 1.032 le imprese del settore. Ma oltre ad essere tante, sono anche innovative: la Lombardia è al terzo posto tra le regioni europee per numero assoluto di brevetti Epo nel settore dei mobili, preceduta solo dai due Land tedeschi Nordrhein Westfalen e Baden-württemberg, mentre è al quarto posto se pesiamo il numero di brevetti europei per il totale della forza lavoro, preceduta solo dal Land austriaco del Vorarlberg, dal Veneto e dalle Marche. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Eurostat 2010 su oltre 200 regioni europee.  
   
   
PORFIDO, 300 AZIENDE HANNO ADERITO ALLA FILIERA DI QUALITÀ  
 
Trento, 12 dicembre 2012 - Quasi 300 aziende, pari all’80 per cento delle imprese attive, equamente divise tra concessionari di cave, trasformatori e posatori. Un’adesione importante per la “Filiera del porfido di qualità”, sulla quale oggi il Tavolo di coordinamento ha fatto il punto, approvando alcune modifiche al regolamento. Rispetto di standard di qualità codificati per i singoli prodotti, prezzi minimi di riferimento per evitare una concorrenza “sleale” sul prezzo, diffida alle lavorazioni di grezzo affidate fuori dai confini provinciali, ma anche formazione del personale e rigorose misure per la sicurezza: questi i punti cardine dell’accordo che vincola, senza sconti, le aziende che l’hanno sottoscritto. L’elenco degli iscritti è disponibile sui siti web del Distretto, www.Pietretrentine.it, e dell’Ente Sviluppo Porfido (Espo) al quale è affidata anche la delicata funzione di segreteria operativa. «Quello che entra ora a regime - spiega Mariano Gianotti, presidente del Distretto del porfido e delle pietre trentine – è uno strumento unico nel panorama della pietra sia a livello nazionale che mondiale. Le aziende della filiera sono finalmente entrate in un sistema in grado di attribuire da una parte un peso e una misura alla qualità aziendale ed alle metodologie di produzione e posa in opera, dall’altra un metodo per verificare il comportamento leale ed etico nei confronti delle aziende concorrenti». «Sono stati avviati una serie di controlli – anticipa Gianotti – da parte del Tavolo di Garanzia e sui quali sarà fatta una valutazione rigorosa. D’ora in avanti chi non sarà in grado di raggiungere i requisiti richiesti dal programma qualitativo aziendale e di comparto sarà raggiunto da provvedimenti di diffida ed eventualmente di sospensione e/o espulsione, ratificata dal Distretto stesso. Il che significa chiamarsi fuori da un sistema al quale sono agganciati i criteri per la concessione di commesse e finanziamenti pubblici, con conseguenze importanti anche per quanto riguarda i rapporti con banche e gli ordini professionali». Si conclude quindi un iter avviato nello scorso mese di febbraio, con la presentazione a Fornace della prima versione del regolamento per la “Filiera del porfido di qualità” che prevedeva, per le adesioni, una prima scadenza alla fine di giugno. Termine poi prorogato per dar modo di aderirvi al maggior numero possibile di imprese. E’ quindi partito un meticoloso lavoro di raccolta e verifica dei dati aziendali: dati di produzione, informazioni sul personale, controllo delle fatture di vendita e dei registri Iva ed una meticolosa ricostruzione dei meccanismi di interscambio di grezzi e materiali finiti tra soggetti della filiera sono stati passati al setaccio, anche al fine di creare un Osservatorio di comparto il più possibile completo ed aggiornato. Nei confronti delle aziende associate sono scattati anche una serie di controlli di qualità sulla produzione ed eventualmente sul grezzo da trasformazione, applicando il regolamento del Marchio Porfido Trentino Controllato. Un’attività che ha permesso, per la prima volta, di catalogare quasi l’intera totalità della produzione in porfido, classificandola secondo i parametri di qualità massima e minima; dati che potranno essere utilizzati da un apposito software che sarà pronto dal 2013 e permetterà di avere per ciascuna azienda la precisa indicizzazione della qualità produttiva. Tra le modifiche al regolamento approvate oggi c’è quella che pone in capo al Tavolo di Coordinamento – al quale siedono 26 soggetti, dalla Provincia di Trento al Distretto, passando per Confindustria, Confartigianato, Comuni e rappresentanze sindacali – il potere sanzionatorio nei confronti di quanti disattenderanno le regole da loro stessi sottoscritte. L’identificazione di anomalie e irregolarità, è stato ribadito più volte al Tavolo, porterà a sicure diffide ed eventuali espulsioni con tutte le conseguenze del caso, tra le quali anche il rischio di perdere anni di concessione delle cave. Per quanto riguarda i contributi per i macro-investimenti la Provincia autonoma di Trento ha più volte ribadito, tramite l’assessore Alessandro Olivi, che riserverà particolare attenzione alle aziende iscritte di filiera. Notevoli poi le potenzialità insite nel sistema di qualità integrata che potrebbe portare all’istituzione, nell’ambito della filiera di qualità, di un albo dei progettisti specializzati nell’uso della pietra. Tra gli altri vantaggi che tale sistema può portare al ciclo produttivo del porfido trentino, oltre ad una maggiore credibilità nei rapporti con istituzioni e ordini professionali, ci sono anche un’autoselezione del comparto secondo principi etici e virtuosi, il riconoscimento della qualità dei materiali e della posa, la definizione dei costi aziendali sostenibili per la materia prima e per i prodotti finiti con stabilizzazione della remunerazione del lavoro dipendente o autonomo, un migliore accesso alle linee di credito, basi per accordi di rete di impresa, ricerca tecnologica coordinata, maggiore forza contrattuale e precise indicazioni di mercato.  
   
   
FROSINONE: 50 MILIONI ALLE IMPRESE LAZIALI CHE FANNO RETE, PRESENTATO NUOVO BANDO  
 
Frosinone, 12 dicembre 2012 - Lunedì 10 dicembre 2012 alla Camera di Commercio di Frosinone è stato presentato dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e dal presidente dell´ente camerale ciociaro, Marcello Pigliacelli, il nuovo bando della Regione Lazio ‘Insieme per vincere’. Di seguito l´intervento del presidente camerale nel corso dell´evento. "Oggi presentiamo il nuovo Bando che consente alle imprese della nostra regione di accedere al finanziamento, a fondo perduto, per realizzare progetti imprenditoriali in rete. Il finanziamento di 50 milioni di euro, messo a disposizione dalla Regione Lazio, è un´importante strumento di politica industriale che dà la possibilità alle imprese di aumentare la dimensione strategica per competere sui mercati senza rinunciare alla propria autonomia. Le imprese italiane hanno riconosciuto l’importanza della rete e dei vantaggi che essa comporta, discostandosi dal modello tradizionale di business per orientarsi verso questa nuova forma di organizzazione produttiva e gestionale, la Rete appunto. Le Pmi che scelgono di partecipare ad una rete possono dar vita a collaborazioni tecnologiche e commerciali con aziende della stessa filiera produttiva, per acquisire maggiore forza contrattuale, agevolazioni amministrative, finanziarie e per attività di ricerca e sviluppo. Attraverso la Rete, inoltre, le Pmi vedono accrescere la loro massa critica sui mercati internazionali rafforzando la propria forza contrattuale e quindi la competizione internazionale. La Rete non rappresenta unicamente uno strumento per promuovere maggiori sinergie tra le Pmi e migliorare l’accesso alla conoscenza attraverso una maggiore condivisione delle informazioni e delle competenze: essa deve diventare parte integrante e trasversale di una strategia di sviluppo e di innovazione, non solo in termini tecnologi ma anche e, soprattutto, organizzativi, gestionali e culturali. La Rete, infatti, presuppone un profondo cambiamento culturale in quanto deve superare le resistenze dovute all’individualità dell’imprenditore che spesso preferisce operare da solo anziché in una logica di rete. In tale ottica la Camera di Commercio di Frosinone, attraverso l´Azienda speciale per l´Internazionalizzazione Aspin, ha aderito al progetto Siri – Servizi Integrati per le Reti di Impresa: un progetto che prende avvio negli ultimi mesi del 2011 grazie alla spinta dell’accordo di programma Mise – Unioncamere che vede finanziare l’iniziativa promossa da Aspin e dalle Aziende Speciali delle Camere di Commercio di Pordenone e Trieste. La Camera di Commercio di Frosinone crede fortemente nello strumento delle reti come leva per il potenziamento della competitività internazionale. E´ alla luce di ciò che l´Azienda Aspin ha deciso di investire su Siri, predisponendo nuovi strumenti ed attivando servizi mirati alle esigenze del sistema imprenditoriale locale. Un sistema che, nonostante la grave crisi internazionale ha sempre mostrato un buon livello di dinamicità e di adattamento, dovuto principalmente all’alto grado di apertura delle nostre imprese verso l’estero. Presso l´Azienda Aspin è stato istituito uno sportello Siri dove le imprese hanno potuto richiedere incontri con professionisti e consulenti nonché ricevere le informazioni tecniche, normative ed organizzative sulla creazione di reti di impresa. E´ stato, inoltre, possibile avviare un percorso di sensibilizzazione e assistenza tecnica che hanno portato alla definizione progettuale di 5 contratti di rete. Le Reti rappresentano un tassello strategico per individuare, sostenere e consolidare il sistema di relazioni da cui le imprese dovranno saper trarre importanti occasioni di sviluppo. Sono sicuro che il finanziamento, che presentiamo oggi, sarà un importante elemento di detonazione affinché il contratto si affermi anche nella nostra Regione".  
   
   
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “ACCELERATORE DI IMPRESA” DEL POLO TECNOLOGICO DI PAVIA”  
 
Pavia, 12 dicembre 2012 - Mercoledì 12 dicembre alle ore 17 nell’aula 4 (Polo nuovo) dell’Università di Pavia – Via F.lli Cuzio, 42 - verrà presentato il progetto “Acceleratore di Impresa” del Polo Tecnologico di Pavia. Il progetto ( http://www.Polotecnologicopavia.it/acceleratore_imprese/), sviluppato in collaborazione con “Mind the Bridge” si prefigge di valutare e selezionare attraverso una “call for ideas” le migliori “business ideas” provenienti da studenti e giovani ricercatori universitari per poi avviarle ad una possibile concretizzazioneattraverso un apposito “stage” presso il Polo Tecnologico. Selezionare l´intuizione più concreta, valutare le idee più brillanti, premiare i progetti più promettenti: ecco cosa fa in concreto il Polo tecnologico di Pavia attraverso l´Acceleratore d´Impresa. Call For Ideas Trimestrali Su base trimestrale verranno valutate e selezionate, attraverso una call for ideas dedicata, le migliori business ideas provevienti da studenti, ricercatori universitari e giovani imprenditori. Incubazione Ed Accelerazione I progetti selezionati verranno accolti per un periodo di tre mesi nel programma di accelerazione del Polo Tecnologico di Pavia che garantirà office space, supporto amministrativo e servizi di mentorship. Mind The Bridge Startup School Tra i progetti ammessi al programma di accelerazione i progetti migliori avranno la possibilità, attraverso una borsa di studio offerta da Durabo, di partecipare alla Mind the Bridge Startup School, la prestigiosa scuola di imprenditorialità che Mind the Bridge organizza presso il proprio Gym a Sanfrancisco. Per ulteriori informazioni rimandiamo alla sezione dedicata del sito: http://www.Polotecnologicopavia.it/acceleratore_imprese/  
   
   
EXPORT PUGLIA, + 8,3%. VENDOLA: UN ALTRO SEGNALE DI FIDUCIA"  
 
Bari, 12 dicembre 2012 - “Dopo i dati sul Pil e sull’occupazione registriamo un nuovo segnale positivo. La percentuale di crescita della Puglia, più del doppio rispetto a quella italiana, ci colpisce per la differenza con l’Italia meridionale dove la crescita è solo dello 0,1%. È il segnale di come la Puglia stia lottando tenacemente ed efficacemente contro una delle crisi più buie dell’economia mondiale”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commentando il report Istat sulle esportazioni delle regioni italiane, pubblicato ieri. I dati evidenziano, ancora una volta, la crescita dell’export pugliese con un +8,3% da gennaio a settembre del 2012, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La Puglia fa meglio dell’Italia, che cresce del 3,5%, del Mezzogiorno che incrementa l’export del 6,5% mentre nel Nord-centro l’aumento delle esportazioni si ferma al 3,1%. Ma il dato pugliese spicca ancora di più se paragonato alla performance dell’Italia meridionale dove la crescita è solo dello 0,1%. “I mercati esteri – ha continuato Vendola - sono diventati uno sbocco sempre più accessibile e sempre più sfruttato dalle nostre imprese, che si fanno apprezzare perché hanno imparato ad innovare e così sono diventate sempre più competitive. Le abbiamo accompagnate con le nostre iniziative all’estero e con i nostri incentivi per l’innovazione. Le abbiamo accompagnate con la nostra capacità di spesa dei fondi strutturali. Così oggi la Puglia – ha concluso Vendola - benché abbia una strada ancora lunga da percorrere, nel panorama italiano e del Mezzogiorno riesce a raccontare una storia differente: di forza, di resistenza, di lotta, di fiducia”. Le esportazioni della Puglia hanno un valore di 6,599 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2012 contro i 6,096 dello stesso periodo dell’anno scorso, una differenza in termini assoluti di 503 milioni. L’incremento più rilevante si conferma nel settore dei prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere (+117,6%) e nel settore della meccanica, in particolare macchine e apparecchi (+37,3%), mezzi di trasporto (+17,2%). Crescono anche i prodotti più tecnologici come computer, apparecchi elettronici ed ottici (+31,8%) e apparecchi elettrici (+17%). Buona la performance dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (+8,8%). La Puglia si classifica quinta tra le regioni italiane. È preceduta dalla Sardegna (+17,7%), dalla Sicilia (+16,8%), dalla Toscana (+8,6%) e dall’Umbria (+8,4%). Sardegna e Sicilia si distinguono per l’exploit nel settore dei rifiuti dove l’incremento è, per la Sardegna, del 309,4% e per la Sicilia dell’86,8%. Per la Toscana la prima voce di crescita è rappresentata dal settore dei prodotti petroliferi (+45,2%), per l’Umbria il maggior incremento è legato invece ai prodotti dell’agricoltura (+50,1%). Nell’italia meridionale, a parte Puglia (+8,3%), Calabria (+6%) e Campania (+0,6%), le altre regioni hanno tutte un segno negativo: Abruzzo (-4,5%), Molise (-9%) e soprattutto Basilicata, che con -24,5% segna la performance peggiore in Italia. Tra le dieci province italiane che contribuiscono maggiormente alla crescita delle esportazioni nazionali, spicca Taranto che segna un +23,9%, terza in Italia dopo Arezzo (+28,4%) e Piacenza (+25,2%). Le altre sono Siracusa (+20,3%), Cagliari (+20%), Firenze (+7,5%), Monza e Brianza (+7%), Bergamo (+5,8%); Varese (+5,7%) e Milano (+3,5%).  
   
   
LA REGIONE PUGLIA APPROVA IL DISTRETTO PRODUTTIVO “PUGLIA CREATIVA”  
 
Bari, 12 dicembre 2012 - Con delibera di Giunta n.2476/2012, la Regione Puglia ha concesso il riconoscimento definitivo al Distretto Produttivo “Puglia Creativa”. L’atto amministrativo giunge a conclusione di un iter avviato da oltre 200 imprese del territorio e dall’intero mondo della creatività regionale agli inizi del 2011, un lavoro intenso e particolarmente fruttuoso che oggi riparte con maggiore impegno nella direzione della costituzione formale del Distretto. L’affiliazione a “Puglia Creativa” ha visto l’adesione di oltre 150 fra imprese, enti ed organizzazioni, che hanno fin dall’inizio creduto nelle potenzialità dell’iniziativa e partecipato alla stesura del Piano di Sviluppo Strategico. Sarà proprio sulla base di questo documento che verrà sviluppato il lavoro del Distretto, un impegno che vedrà i temi della formazione, dell’innovazione, e dell’internazionalizzazione al centro delle sue future iniziative. La Puglia è l’unica regione italiana ad aver riconosciuto formalmente un Distretto delle industrie culturali e creative, dando corpo alle qualità professionali del territorio e in coerenza con la visione europea di innovazione e sviluppo economico. Con riferimento alla Legge Regionale n. 23 del 3 agosto 2007, le aziende del settore creativo della regione hanno costituito un Nucleo Promotore che ha ricevuto un primo riconoscimento il 22 dicembre 2011. A seguito della costituzione di un Comitato di Distretto, è stata presentata il 7 luglio 2012 un’istanza di riconoscimento definitivo, alla quale è stato allegato il Programma di Sviluppo al Servizio Ricerca e Competitività corredato delle schede di sottoscrizione e dal Regolamento interno di funzionamento. Il 19 novembre 2012 il Nucleo Tecnico di Valutazione si è pronunciato positivamente sull’approvazione definitiva del Distretto Produttivo “Puglia Creativa”, passando il testimone alla Giunta Regionale per la deliberazione del successivo 27 novembre. Le iscrizioni restano aperte a tutti soggetti che vogliano condividere questo processo di crescita e sviluppo comune nell’ambito della produzione culturale e creativa. Il distretto sta adesso muovendo i primi passi nello sviluppo di idee progettuali condivise che saranno oggetto del prossimo appuntamento fissato per il 16 gennaio 2013. Informazioni supplementari, documenti ufficiali e schede di adesione sono disponibili all’indirizzo www.Distrettocreativo.wordpress.com    
   
   
SISMA/LOMBARDIA: RIAPERTO IL BANDO PER LE AZIENDE MANTOVANE  
 
Milano, 12 dicembre 2012 - Nuovi aiuti dalla Regione per le aziende agricole del Mantovano danneggiate dal terremoto. L´assessorato regionale all´Agricoltura riapre i termini del bando per il ripristino dei fabbricati e degli impianti, abbassando da 200.000 a 75.000 euro la soglia minima di spesa. Fondi Per Opere Di Minore Entità - "Abbiamo voluto rimettere subito a disposizione degli agricoltori mantovani - ha spiegato l´assessore all´Agricoltura Giuseppe Elias - 2 milioni di euro ancora disponibili sulla misura 121 del Psr, riducendo la soglia minima di spesa da 200.000 a 75.000 euro. E questo per agevolare le numerose aziende agricole che devono affrontare investimenti di minore entità e che per questo motivo erano rimaste finora escluse dalla possibilità di usufruire dei fondi comunitari". Percentuale Più Alta Per I Giovani- Dal 14 dicembre 2012 al 31 gennaio 2013 le aziende agricole che ricadono nei 50 Comuni della provincia di Mantova per i quali è stato riconosciuto lo stato di calamità naturale per il sisma dello scorso maggio potranno presentare la domanda ai sensi della misura 121 del programma di sviluppo rurale 2007/2013. Il contributo pubblico, in termini percentuali, coprirà da un minimo del 35 per cento della spesa ammessa fino a un massimo del 40 per cento per le aziende condotte da giovani imprenditori. Finanziamenti Per L´impiantistica - Tra le opere che possono essere finanziate, la ristrutturazione di fabbricati rurali, la sostituzione degli impianti di trasformazione e commercializzazione danneggiati, interventi agli impianti irrigui finalizzati alla riduzione dei consumi idrici aziendali, l´adozione di serre tecnologicamente avanzate a risparmio energetico, l´adeguamento degli impianti a sistemi igienico sanitari e di sicurezza dei lavoratori non obbligatori per legge, come ad esempio lo smaltimento dell´amianto. 11 Milioni Per Aziende Terremotate - "Complessivamente sono oltre 11 milioni le risorse della misura 121 che abbiamo indirizzato in via esclusiva alle aziende agricole colpite dal sisma. Questi fondi, di cui 9 milioni già impegnati e 2 milioni ancora da assegnare, - ha concluso Elias - si vanno ad aggiungere all´anticipo del 90 per cento della Pac, erogato lo scorso agosto, e alle agevolazioni sul fronte dell´accesso al credito e al sistema delle garanzie". Per consultare il bando, approvato con decreto della Direzione generale Agricoltura n. 11527 del 6 dicembre 2012, si rinvia al sito www.Agricoltura.regione.lombardia.it    
   
   
FIRMATO IL PROTOCOLLO DELLA LEGALITÀ TRA LE PREFETTURE E LE CAMERE DI COMMERCIO DEL PIEMONTE  
 
Torino, 12 dicembre 2012 - Le Prefetture del Piemonte e Unioncamere Piemonte, in nome e per conto delle Camere di Commercio del Piemonte, avvertendo l’esigenza di incrementare sempre di più la tutela della sicurezza e della legalità, hanno firmato l’ 11 dicembre 2012, presso la sede della Prefettura di Torino di Piazza Castello 205, il Protocollo della legalità tra le Prefetture e le Camere di commercio del Piemonte. L’obiettivo del Protocollo è assicurare sul piano investigativo alle Forze dell’Ordine e alla D.i.a. La possibilità di utilizzare i più avanzati programmi informatici per la gestione delle informazioni sulla titolarità e l’attività delle imprese, così da consentire una più efficace opera di prevenzione e contrasto dei fenomeni di illegalità in campo economico, con particolare attenzione alla possibile infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti per lavori, servizi e forniture. “Il sistema camerale piemontese grazie alla sua radicata presenza sul territorio e alla capacità di essere interlocutore privilegiato rispetto al mondo delle imprese, può promuovere iniziative volte a contenere la diffusione dei fenomeni criminali e a incrementare gli strumenti di sostegno delle piccole e medie imprese in momentanea difficoltà, nella consapevolezza che tali fenomeni costituiscono una grave minaccia alla libertà degli operatori economici, agli equilibri del mercato e alla permanenza delle normali regole di concorrenza” ha commentato il Presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello. Ai fini dell’attuazione del presente protocollo, Unioncamere Piemonte, in nome e per conto delle Camere di Commercio del Piemonte, si impegna a mettere a disposizione delle Forze dell’Ordine i più avanzati strumenti di informazione e monitoraggio delle imprese resi disponibili da Infocamere - Società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane; a sperimentare strumenti di monitoraggio degli appalti che, utilizzando le banche dati camerali, possano assicurare una puntuale verifica sulle imprese partecipanti; e infine a promuovere incontri di informazione e di sensibilizzazione per diffondere la cultura della legalità. Le Prefetture del Piemonte si impegnano a promuovere l’utilizzo degli strumenti di informazione sulle imprese messi a disposizione da Unioncamere Piemonte, a promuovere la sperimentazione degli strumenti di monitoraggio sugli appalti pubblici e a promuovere incontri di informazione e sensibilizzazione per diffondere la cultura della legalità.