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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 05 Febbraio 2013 |
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AOSTA - ENERGIA INTELLIGENTE EUROPA: PROPOSTE FINO A MAGGIO |
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Aosta, 5 febbraio 2013 - L´obiettivo del programma Energia intelligente per l´Europa Ii ("Iee Ii") è di assicurare un´energia sicura e sostenibile per l´Europa a prezzi competitivi, attraverso azioni volte a: incoraggiare l´efficienza energetica e l´uso razionale delle risorse energetiche; promuovere le fonti d´energia nuove e rinnovabili e incoraggiare la diversificazione energetica; promuovere l´efficienza energetica e l´uso di fonti d´energia nuove e rinnovabili nei trasporti. Il programma, in particolare, contribuisce alla realizzazione della Strategia Ue 2020 e facilita l´attuazione del Piano d´azione Ue per l´energia efficiente e della Direttiva sulla promozione dell´uso dell´energia da fonti rinnovabili. Il programma copre azioni nei seguenti settori: efficienza energetica e uso razionale delle risorse energetiche (Save); fonti di energia nuove e rinnovabili (Altener); energia e trasporti (Steer); iniziative integranti vari settori specifici di Save, Altener e Steer o relative ad alcune priorità dell´Ue. Il presente bando, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell´Unione europea, serie C 390 del 18 dicembre 2012, supporta la realizzazione di progetti relativi alle aree prioritarie 2013 sotto riportate: Save: efficienza energetica (bilancio indicativo: 15,6 milioni di euro) Altener: fonti di energia nuove e rinnovabili (bilancio indicativo: 12,6 milioni di euro) Steer: Energia nei trasporti (bilancio indicativo: 9,6 milioni di euro) Iniziative integrate (bilancio indicativo: 27,2 milioni di euro) Tutti i candidati devono essere persone giuridiche, pubbliche o private, aventi sede in uno dei 27 Stati membri dell´Ue, in Norvegia, Islanda, Liechtenstein e in Croazia. Potrà essere firmata una convenzione di sovvenzione anche con soggetti giuridici con sede in Paesi Terzi, purché tali Paesi abbiano già compiuto i passaggi fondamentali per entrare nel Programma "Energia Intelligente per l´Europa". Il Programma Eie è aperto anche alla partecipazione del Centro comune di ricerca della Commissione europea e alle organizzazioni internazionali, in questo secondo caso sempre alle condizioni sopra citate. Le domande devono essere presentate da un gruppo di almeno tre soggetti giuridici indipendenti, ciascuno con sede in un paese diverso. Il budget a disposizione del presente invito è di 65.000.000 di euro. Il tasso di co-finanziamento da parte dell´Unione europea è del 75% delle spese ammissibili. La data di scadenza per la presentazione delle proposte è l´8 maggio 2013. Per tutte le ulteriori informazioni nel dettaglio, consultare il sito ufficiale Intelligent Energy Europe: http://ec.Europa.eu/energy/intelligent/ |
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EUROPA 2020: LA PUGLIA PARTE DA ALTERENERGY |
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Bari, 4 febbraio 2013 - Dagli obiettivi ambiziosi per un’economia intelligente, sostenibile e solidale al Progetto Alterenergy: la Puglia risponde alla Strategia Europa 2020 con un visione di livello internazionale per lo sviluppo delle energie rinnovabili e la promozione del risparmio energetico nelle piccole comunità adriatiche. Sviluppare modelli replicabili di gestione sostenibile delle risorse energetiche nelle piccole comunità adriatiche. Parte di qui il Progetto Strategico Alterenergy – Energy Sustainability for Adriatic Small Communities, e chiama a raccolta tutti i Comuni pugliesi con popolazione inferiore a 10.000 abitanti attraverso un Avviso pubblico di manifestazione di interesse (scadenza: 11 marzo 2013). “Sarà la Puglia, capofila di progetto – ha spiegato l’Assessore regionale Silvia Godelli (Mediterraneo, Cultura e Turismo) nel corso di un Info Day al Cineporto di Bari – a selezionare un Comune leader in tema di sostenibilità energetica, che entrerà a far parte della rete virtuosa Alterenergy ospitando sul proprio territorio interventi mirati, per un importo di oltre 2 milioni di euro. Si tratta di una tappa fondamentale della Cooperazione territoriale, alla vigilia della nuova fase di Programmazione Europea 2014-2020 e dell´attivazione della strategia della Macroregione Adriatico-ionica”. “Occorre sostenere gli enti locali e in particolare i piccoli centri, assai diffusi lungo le sponde adriatiche – ha aggiunto Angela Barbanente, Assessore all’Urbanistica della Regione Puglia – nel sviluppare capacità tecnico-gestionali e pratiche di pianificazione energetica che dimostrino dal vivo i benefici ambientali ed economici per le comunità”. “Il progetto può dare un contributo significativo in questa direzione – ha sottolineato Giuliana Trisorio Liuzzi, Presidente Arti Puglia – perché punta a quelle piccole realtà locali che rappresentano dimensioni ideali in cui sperimentare cambiamenti davvero partecipati dai cittadini, e dunque sostenibili anche da un punto di vista sociale ed economico”. “La partita, finanziata nell’ambito del Programma di Cooperazione transfrontaliera Ipa-adriatico 2007-2013, vede in gioco ben 12,5 Mln di Euro di budget complessivo di progetto” ha tenuto a precisare Bernardo Notarangelo, Dirigente del Servizio Mediterraneo della Regione Puglia. Non indifferente, d’altronde, come ha illustrato il coordinatore di Alterenergy, Claudio Polignano, il processo di generazione del partenariato che oggi conta 18 soggetti istituzionali competenti nel settore energetico di Italia (tutte le regioni adriatiche), Albania, Bosnia Herzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Serbia e Slovenia. Www.alter-energy.eu |
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BOLZANO: AL LAVORO PER UNA HOLDING ENERGETICA PROVINCIALE |
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Bolzano, 5 febbraio 2013 - Verificare se e come sia percorribile la strada che porti alla creazione di una holding provinciale dell´energia: questo il mandato che la Giunta provinciale ha affidato il 4 febbraio all´assessore competente Florian Mussner, incaricato di avviare i contatti con Sel, Ae e le parti interessate. Mentre restano aperti i vari fronti a seguito delle irregolarità ricoscontrate nel rilascio delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, la Giunta provinciale guarda avanti e ha ribadito nella seduta odierna l´intenzione di studiare la possibilità di creare una società unica nel settore dell´energia: la proposta è quella di una futura holding provinciale in cui siano rappresentate in maniera adeguata tutte le società energetiche presenti sul territorio. "Servono ovviamente la buona volontà e l´accordo tra tutte le parti interessate - ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder dopo la seduta di Giunta - ma questa strada consentirebbe di gestire le risorse congiuntamente e garantire una politica energetica unitaria a beneficio dei cittadini e degli enti locali." La Giunta ha quindi incaricato l´assessore competente per l´energia Florian Mussner di approfondire questa proposta di soluzione con la società provinciale Sel e di avviare i contatti con le altre realtà interessate. |
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CERTIFICAZIONE CASACLIMA SEMPLIFICATA PER EDIFICI DI CLASSE ENERGETICA INFERIORE "G" |
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Bolzano, 5 febbraio 2013 - L´assessore provinciale all´ambiente Florian Mussner saluta la nuova offerta dell´Agenzia Casaclima di certificazione semplificata per gli edifici di classe energetica inferiore "G". Questo procedimento consente ai cittadini di risparmiare tempo e denaro. Il certificato energetico di un edificio accerta l´efficienza energetica secondo classi energetiche facenti riferimento ad indici termici avvalendosi di un procedimento di calcolo unitario; tale certificazione aiuta a prevedere i costi di gestione dell´edificio dal punto di vista del consumo di energia. In Italia dal 1° luglio 2009 è previsto che gli edifici che vengono venduti o affittati devono essere provvisti di certificato energetico. Finora esisteva una possibilità di ovviare a quest´obbligo tramite autocertificazione che poneva gli edifici nella classe energetica inferiore "G". Con un decreto ministeriale del 22 novembre 2012 tale possibilità viene a decadere definitivamente; le certificazioni energetiche degli edifici di tutte le classi devono essere emesse da tecnici abilitati. L´agenzia Casaclima offre ora la possibilità di certificazione semplificata per gli edifici di classe energetica inferiore "G" per i quali non sia stato richiesto un contributo per l´incremento dell´efficienza energetica. Per poter avvalersi di questa procedura semplificata i proprietari devono fare richiesta di certificazione eneergetica all´Agenzia Casaclima corredata del calcolo energetico secondo il protocollo Casaclima eseguito da un tecnico autorizzato, allegando documentazione fotografica riferita all´edificio in questione. L´agenzia Casaclima rilascia la certificazione riservandosi di eseguire controlli a campione e sopralluoghi. |
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BOLZANO: RISPARMIO SUI COSTI ENERGETICI GRAZIE AI PANNELLI FOTOVOLTAICI SU PALAZZI PROVINCIALI E SCUOLE
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Bolzano, 5 febbraio 2013 - La Provincia risparmia 150.000 Euro sui costi energetici per mezzo dei pannelli fotovoltaici installati sui tetti di 15 edifici fra palazzi provinciali e scuole a Bolzano e Silandro. Gli impianti consentono la produzione di energia per circa 700.000 Kwh con il risparmio di circa 460 tonnellate di gas serra e di 210 tonnellate di gasolio, come fa presente l´assessore Florian Mussner. Ai primi 15 impianti installati se ne aggiungeranno altri due. Come fa presente l´assessore provinciale Florian Mussner, finora sono stati investiti negli impianti a pannelli fotovoltaici 1,9 milioni di Euro provenienti dai fondi strutturali europei Fesr 2007-2013. Attualmente è stato completato il 1° lotto di 15 edifici pubblici tra scuole e palazzi provinciali per una potenza installata di circa 670 Kw. Gli edifici di questo 1° lotto sono: a Bolzano: Palazzi provinciali in piazza S.magnago 4, in via Raiffeisen 5, in via Brennero 6 ed in via A.alagi 35, e presso gli edfici scolastici di Itc tedesco "H.kunter", Iti italiano "G.galilei", Itc italiano "Battisti", Scuola economia aziendale tedesco "R.gasteiner", Iti tedesco "Max Valier", nonché dell´Istituto Zooprofilattico, della Caserma Vff via Druso, e della Caserma Vff Aeroporto; a Silandro: Palestra polifunzionale, Liceo Scientifico, Scuola Economia Domestica a Corces. Per l´installazione di questi primi 15 impianti fotovoltaici è stato utilizzata una superficie di circa 4500 m². Verrano prodotti circa 700.000 Kwh/anno con una minor emissione di C02 nell´aria pari a circa 460 tonnellate e/o un risparmio di petrolio per circa 210 tonnellate. Questa produzione di energia fotovoltaica andrà a coprire circa il 20 % del fabbisogno dei 15 edifici (1° Lotto) con un risparmio sul costo dell´energia di circa 150.000 euro/anno. Nella realizzazione degli impianti fotovoltaici su scuole o enti pubblici sono state prese tutte le misure di sicurezza necessarie atte a garantire la salute e la sicurezza delle persone presenti nell´edificio, sia antincendio che per quanto attiene l´esposizione a campi elettromagnetici. E´ in procinto di partire la gara per il 2° lotto che comprende ulteriori edifici pubblici a Merano per una potenza di circa 220Kw che saranno conclusi per l´autunno del 2013 anche questi finanziati dai fondi strutturali europei Fesr 2007-2013. Attraverso la realizzazione di questi primi due lotti finanziati con fondi strutturali europei la potenza fotovoltaica installata in Provincia aumenterà di circa 870 kWp. Gli impianti con una produzione annua stimata di 1,2 milioni di Kwh. Inoltre sono stati affidati in concessione ad un pool di ditte la possibilità di installare ulteriori impianti fotovoltaici su altrettanti edifici pubblici (vedi elenco allegato) usufruendo anche degli incentivi statali del conto energia. In tal modo, come sottolinea l´assessore Mussner, non solo puntiamo sull´energia rinnovabile, ma sosteniamo l´imprenditoria privata. |
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STOP ALLA JUNGLA DI CAVI E TRALICCI SUI TETTI. PUBBLICATE IN GAZZETTA UFFICIALE LE REGOLE TECNICHE PER LA REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DELLE ANTENNE CONDOMINIALI CENTRALIZZATE |
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Lecce, 5 febbraio 2013 - Basta tetti pieni di cavi metallici e tralicci che mortificano il decoro delle parti più alte delle nostre città rovinandone l’orizzonte. Almeno per il futuro. È stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 25/13 il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo economico che stabilisce le nuove regole tecniche da applicare per la realizzazione delle antenne condominiali centralizzate in rispetto della normativa Ue. La nuova regolamentazione abroga il precedente decreto ministeriale 11 novembre 2005 e si pone la duplice finalità oltre a quella estetica di eliminare il più possibile l’intreccio di fili e singole antenne, ma anche un migliore segnale che potrà consentire l’accesso a servizi interattivi a patto di evitare interferenze nella visione del programmi televisivi. Il nuovo regolamento è in pratica una vera e propria guida che va dalla progettazione alla manutenzione. Il vademecum, inoltre, stabilisce regole certe. In primo luogo, un particolare accento è dato dal divieto di discriminazioni fra le varie emittenti televisive, che possono penalizzare le piccole stazioni visibili soltanto sul digitale terrestre; in tal senso, il decreto è chiaro: «l’utilizzo di un mezzo trasmissivo non deve comportare l’esclusione di altri mezzi trasmissivi che siano da considerare equivalenti o complementari tra loro». L’installazione di ogni impianto centralizzato, infatti, dev’essere preceduto dalla individuazione di almeno tutti i segnali primari terrestri ricevibili nel luogo individuato e da quelli satellitari prescelti. Tale divieto di discriminazione riguarda ovviamente anche le singole utenze: la realizzazione dell’opera non potrà, pertanto, determinare disparità nella distribuzione dei segnali ai diversi condomini. Per ciò che riguarda gli standard tecnici, per quanto concerne la conformità di progettazione, installazione e manutenzione il riferimento è la direttiva 2004/108/Ce relativa agli aspetti di compatibilità elettromagnetica; quanto alle norme e guide tecniche di impianto, valgono i riferimenti normativi europei Cenelec e in particolare la guida Cei 100-7 e le norme della serie En 50083 ed En 60728 per gli aspetti funzionali e di sicurezza. Rimane, comunque, in vigore la regolamentazione stabilita dal decreto ministeriale 37/08 sulla sicurezza dell’impianto. In ultimo, il Ministero annuncia la convocazione di un tavolo tecnico per definire le misure da adottare per gestire i fenomeni di interferenze nella ricezione del segnale. Se è vero, spiega Giovanni D´agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che tali norme si applicheranno a tutti i nuovi impianti, e che la sostituzione con i vecchi sarà graduale, è opportuno pensare a un sistema d’incentivi che consenta a tutti gli interessati di cambiare la vecchia antenna e contribuire ad eliminare quella jungla di cavi e tralicci da cui non è immune nessuna città o paese italiano ma anche per rendere più equa e migliore la ricezione del segnale per l’universalità degli utenti. |
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TERREMOTO/EMILIA OK DEL TAVOLO REGIONALE PER LA CRESCITA ALLE RICHIESTE AVANZATE DALLA REGIONE AL GOVERNO. IN ARRIVO DPCM CHE RECEPISCE I RIMBORSI AL 100% PER GLI IMMOBILI ADIBITI AD ABITAZIONI E AZIENDE |
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Bologna, 5 febbraio 2013 – «Una valutazione positiva dell’avvio della ricostruzione e piena condivisione con le richieste che la Regione ha avanzato, nei giorni scorsi, al Governo. A breve è in arrivo un Dpcm recepisce i rimborsi al 100% per gli immobili adibiti ad abitazioni e aziende». Lo ha evidenziato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli al termine del Tavolo per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva - convocato oggi in Regione dal presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione Vasco Errani – dove è stato fatto il punto della situazione sugli interventi e le misure per la ricostruzione. Durante l’incontro sono stati illustrati i sette provvedimenti sollecitati al Governo, provvedimenti necessari, e ad oggi mancanti, per far proseguire più spedita la ricostruzione. «Occorre che il Governo – ha sottolineato Muzzarelli - acceleri l’emanazione degli atti di sua competenza affinché proceda più spedita la ricostruzione e la ripresa delle aree colpite. Il Commissario è pronto ad emanare proprie nuove ordinanze per completare l’impianto della ricostruzione: ma questo può avvenire solo alla luce di provvedimenti dell’esecutivo che si è sempre impegnato in questa direzione. Ora restiamo in attesa di atti conseguenti». |
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UMBRIA, SICUREZZA CANTIERI: OBBLIGATORIA COMUNICAZIONE AVVIO LAVORI ANCHE IN FORMA TELEMATICA |
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Perugia, 5 febbraio 2013 - Si chiama Sinpol (“Sistema informatizzato notifica preliminare on line”), ed è il nuovo sistema informatico che dal, primo febbraio, è entrato in vigore e permetterà la trasmissione agli Enti competenti della notifica preliminare di inizio lavori, prevista dal Testo Unico per la sicurezza dei cantieri. La trasmissione sarà gratuita e assolutamente semplificata, grazie al nuovo sistema web predisposto dalla Regione dell’Umbria nella logica della semplificazione amministrativa e della diffusione di strumenti telematici nei rapporti fra i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni. Il programma informatizzato sarà on line all’indirizzo www.Sinpol.regione.umbria.it Ne dà notizia una nota dell’assessorato regionale alla sicurezza dei cantieri. La notifica preliminare di apertura di un cantiere, prevista dall’art. 99 del Testo per la sicurezza, è una comunicazione che il committente o il responsabile dei lavori deve trasmettere in alcune specifiche situazioni, quali cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese, anche non contemporaneamente, nel caso di cantieri che, inizialmente non soggetti all’obbligo di notifica, ricadono nelle categorie con obbligo per effetto di varianti sopravvenute in corso d’opera, oppure per cantieri in cui opera una sola impresa, la cui entità presunta di lavoro non sia inferiore a 200 uomini-giorno. La notifica riporta l’indirizzo di cantiere, i nominativi delle imprese che eseguono l’opera edile, il numero dei lavoratori impegnati, la durata dei lavori, e così via. Il cittadino, tramite l’inserimento on-line dei dati richiesti dalla legge in materia di sicurezza e salute nei cantieri – sottolinea la nota regionale - rende immediatamente fruibili le informazioni relative al cantiere e a chi vi opera agli organi di vigilanza territorialmente competenti, che possono programmare efficientemente i controlli nel comparto delle costruzioni. La notifica on line, inoltre, costituisce un grande un vantaggio per le Amministrazioni competenti, perché le informazioni trasmesse via web risultano immediatamente, facilmente e rapidamente consultabili. La completa dematerializzazione del documento ridurrà così i costi, sia diretti che indiretti, sostenuti dal committente di un’opera edile e azzera quelli derivati dall’invio delle raccomandate all’Azienda sanitaria locale, alla Direzione territoriale del lavoro, al Comitato paritetico territoriale e alla Cassa edile territorialmente competenti. La dematerializzazione dei procedimenti amministrativi, la cooperazione applicativa, l’interscambio di dati e la realizzazione delle “grandi anagrafi” determinano una significativa riduzione della spesa pubblica ed è in questa ottica – rileva la nota regionale - che l’Umbria rende operativo il sistema ‘Sinpol’, che permette di eliminare fisicamente tutta la documentazione cartacea, conseguire obiettivi ambientali, velocizzare i tempi di trasmissione, avere in tempo reale la certezza della compilazione corretta dei documenti, monitorare i dati relativi all’attività edilizia e, infine, migliorare le sinergie con gli Enti addetti alla vigilanza sia in tema di salute e sicurezza che di regolarità contributiva. La realizzazione del sistema è frutto della collaborazione tra l’Assessorato sanità e l’Assessorato Sicurezza nei cantieri della Regione Umbria che hanno condiviso gli obiettivi del sistema. Il progetto è stato inoltre presentato nell’ambito del Comitato di Coordinamento per la prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro che lo ha definitivamente approvato lo scorso 13 novembre. L’utilizzo della modalità di invio informatizzata della notifica è entrato in vigore in via facoltativa dal 20 dicembre scorso e da ieri, primo febbraio è diventato obbligatorio. Alla base di questa iniziativa c’è la convenzione firmata da Regione Umbria Direzione regionale del Lavoro per l’Umbria, Cassa edile di Perugia, Cassa edile di Terni, Centro edile Sicurezza e Formazione di Perugia e Comitato paritetico territoriale di Terni che hanno dato attuazione all’art. 54 del Dlgs 81/08 che prevede che “la trasmissione di documentazione e le comunicazioni a Enti o Amministrazioni Pubbliche possano avvenire tramite sistemi informatizzati, nel formato e con le modalità indicate dalle strutture riceventi”. |
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BOLZANO: INTERVENTI INNOVATIVI NEL SETTORE DELLA CASA |
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Bolzano, 5 febbraio 2013 - La Giunta provinciale apre nuove strade nel settore della politica per la casa in Alto Adige: il 4 febbraio la Giunta provinciale ha avviato la discussione per aggiornare la legge provinciale in materia di edilizia abitativa agevolata. In primo piano il modello del risparmio immobiliare ("Bausparen"), i contributi per edifici risanati dall´amianto, l´anticipazione di agevolazioni fiscali e l´utilizzo della Durp come base di calcolo per gi aiuti nell´edilizia sociale. Tra le novità nella politica provinciale per la casa figura indubbiamente il Bausparen, un nuovo modello di risparmio che può consentire l´acquisto di una casa a mutuo agevolato e con un ulteriore contributo provinciale per il cittadino che negli anni ha accantonato fondi. "Vogliamo aiutare i piccoli risparmiatori a realizzare il sogno di una casa di proprietà", ha ribadito il presidente Luis Durnwalder. Questo sistema pensato per le future generazioni prevede la possibilità di costruire il risparmio da investire poi a condizioni vantaggiose nell´alloggio: è un modello attuato con successo in Germania ma non previsto in Italia. Si vogliono ora verificare tutti i presupposti di un accordo a più livelli, anche con un eventuale coinvolgimento di Pensplan, i cui vertici sono invitati alla prossima seduta della Giunta provinciale. "La Provincia studierà inoltre una misura per concedere un aumento di contributo a fondo perduto e mutui a tassi agevolati, che compensino le agevolazioni fiscali del modello tedesco", ha specificato Durnwalder. La Giunta ha delineato ulteriori misure per incentivare la politica a favore della casa: i privati e non solo gli enti pubblici potranno beneficiare di sostegno nei casi di risanamento di edifici dalla presenza di amianto. Per incentivare le ristrutturazioni la Provincia vuole studiare inoltre la possibilità di anticipare in un´unica soluzione le agevolazioni fiscali decennali previsti dallo Stato. Sostegni sono previsti anche per i risanamenti energetici, con un comma specifico per i Comuni: nei casi di investimenti per nuove aree residenziali potranno ricorrere in futuro al fondo di rotazione con un prestito della durata di quattro anni anziché tre. Il sistema della Dichiarazione unificata di reddito e patrimonio (Durp) sarà esteso anche all´edilizia abitativa, "perché garantisce non solo una valutazione omogenea di reddito e patrimonio del richiedente, ma anche una semplificazione burocratica per il cittadino", ha ricordato Durnwalder. Infine nella riformata legge provinciale sull´edilizia abitativa dovrebbe trovare posto anche un articolo ad hoc con gli aiuti alle famiglie gravemente colpite dall´esteso smottamento di dicembre in val Badia e rimaste senza casa. |
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OCCUPAZIONE: 80MILA DIPENDENTI IN MENO NELLE IMPRESE TRA GENNAIO E MARZO 2013 RISPETTO ALLO SCORSO ANNO CALANO LE ASSUNZIONI MA SOPRATTUTTO L’ATTIVAZIONE DI CONTRATTI PARASUBORDINATI E AUTONOMI |
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Roma, 5 febbraio 2013 - 137.800 assunzioni dirette di personale dipendente tra gennaio e marzo 2013; 218mila uscite programmate, con un saldo negativo dei posti di lavoro con contratto a tempo indeterminato, determinato e apprendistato pari a oltre 80mila unità. Sulle previsioni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi, contenute nell’indagine relativa al I trimestre 2013 del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, continua a regnare l’incertezza, che frena soprattutto la domanda di lavoro alle dipendenze. Tra i contratti per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro, l’apprendistato stenta ancora a decollare; sfruttando invece le novità della recente riforma, gli imprenditori preferiscono utilizzare la formula più semplice del primo contratto a tempo determinato. L’inizio dell’anno, però, favorisce come di consueto l’avvio di rapporti di lavoro a carattere interinale e, soprattutto, la stipula o il rinnovo di contratti parasubordinati e ‘autonomi’ (collaboratori a progetto, con partita Iva o per prestazioni occasionali), la cui numerosità supera quella dei contratti cessati nello stesso periodo: risultano, di conseguenza, quasi 23mila i posti di lavoro interinale in più nelle imprese e +48.500 i lavoratori non dipendenti. Ma il loro utilizzo è fortemente ridimensionato rispetto all’inizio del 2012, con una riduzione del 23% circa nei contratti attivati ex novo o rinnovati tra gennaio e marzo. “Il perdurare della recessione e il timore che essa si prolunghi nei prossimi mesi sta portando le imprese ad assumere un atteggiamento sempre più cauto sul fronte occupazionale”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Ciò non vale, tuttavia, per l’intero sistema imprenditoriale. Vediamo infatti che la propensione ad assumere è doppia nelle imprese esportatrici e in quelle che investono puntando sulla qualità dei prodotti e facendo innovazione. Se vogliamo sostenere l’occupazione è evidente che dobbiamo puntare su questi segmenti imprenditoriali, accrescendone il numero e sostenendole nelle loro strategie di crescita”. Diminuisce l’occupazione nelle imprese private La contrazione maggiore di posti di lavoro nel trimestre in corso riguarderà soprattutto il personale dipendente assunto direttamente dalle imprese, con contratto stagionale e non stagionale a tempo indeterminato, determinato e apprendistato. Il saldo tra entrate e uscite nei tre mesi iniziali dell’anno si attesterà infatti a -80.200 posti di lavoro. I lavoratori interinali, invece, dovrebbero essere 22.600 in più, grazie a quasi 30mila entrate (verosimilmente collegabili in gran parte a contratti già in essere in passato) e a sole 7mila uscite previste. In positivo risulta il bilancio tra entrate e uscite tra gennaio e marzo 2013 anche per le forme contrattuali di lavoro non dipendente: 34.800 i contratti destinati a collaboratori a progetto in entrata e 23.400 quelli relativi a lavoratori a partita iva o per prestazioni a carattere occasionale. La specificità del trimestre - nel quale solitamente si stipulano contratti validi per l’intero anno e risultano più contenute le cessazioni di contratto (poco meno di 10mila in complesso) - comporta un saldo positivo di 48.500 unità per l’insieme dei contratti parasubordinati e ‘autonomi’. Considerando quindi tutte le forme contrattuali di lavoro dipendente e non dipendente, nel I trimestre dell’anno il saldo tra entrate e uscite previste dalle imprese si attesterà a -9mila unità, di cui 1.700 nell’industria e 7.300 nei servizi. 50mila dipendenti in meno nei servizi; l’industria punta sugli interinali Degli 80mila posti di lavoro alle dipendenze ‘dirette’ che le imprese prevedono di perdere nel corso del I trimestre 2013, oltre 50mila sono dovuti alle scelte delle imprese del settore dei servizi, per effetto soprattutto del saldo negativo del commercio e del turismo (37mila le posizioni in meno). Sfiora le 30mila unità, invece, il saldo negativo dell’industria nel suo complesso, determinato in prevalenza dagli oltre 15mila posti di lavoro a carattere stagionale e non stagionale persi nel comparto manifatturiero (compensati però dal saldo positivo relativo a quasi altrettanti contratti interinali). A livello territoriale, la maggior perdita di lavoratori stagionali e non stagionali alle dipendenze interesserà nel I trimestre il Mezzogiorno (-24mila il saldo tra entrate e uscite previste), seguito, nell’ordine, dal Centro, dal Nord-est e Nord-ovest (con saldi negativi che si attestano intorno alle 18-19mila unità). In termini relativi, le variazioni negative più consistenti dell’occupazione diretta alle dipendenze interesseranno il Trentino Alto Adige e la Basilicata, dove i saldi tra entrate e uscite previsti nel trimestre raggiungeranno rispettivamente il -2,1% e il -1,6%. A seguire Val D’aosta e Sardegna (-1,3%), quindi la Calabria e la Puglia (-1,2%). Sul fronte opposto, Lombardia ed Emilia Romagna, dove l’occupazione stabile si ridurrà dello 0,4%. In valori assoluti, però, le più consistenti riduzioni di personale interesseranno il Lazio e la Lombardia (quasi 10mila in meno entro marzo), quindi il Veneto (quasi 8mila) e la Puglia (oltre 6mila). Molise (-330) e Val d’Aosta (-360) occupano in questo caso la parte opposta della classifica. A livello provinciale, è da segnalare la sostanziale stabilità prevista dalle imprese di Salerno e di Isernia, mentre per Enna, Trento, Trapani e Matera il saldo supererà il -2%. In valori assoluti, Roma appare destinata, nella previsione delle imprese, a ridurre l’occupazione dipendente nei primi tre mesi dell’anno di oltre 6.600 unità, seguita da Napoli (-3mila), Trento e Bari (-2.800). Salerno, in controtendenza, potrebbe invece creare 100 posti di lavoro in più. Considerando solo le assunzioni, tra le imprese della manifattura la domanda di personale si concentra soprattutto nelle Industrie alimentari (quasi 5mila) e in quelle del tessile e abbigliamento (oltre 3mila), quindi nel settore elettrico ed elettronico (2.500). Tra i servizi, invece, saranno le imprese legate al turismo ad assorbire la maggior parte del personale in entrata (le assunzioni dovrebbero essere oltre 20mila). Più di 10mila assunzioni verranno effettuate anche dalle aziende che si occupano di Servizi operativi alle imprese ed altrettante da quelle attive nel settore della sanità e dell’assistenza sociale. Rispetto ai primi 3 mesi del 2012, le assunzioni dirette saranno oltre 14mila in meno Guardando la serie storica delle entrate previste dalle imprese dall’inizio del 2012 fino al I trimestre di quest’anno emergono con una discreta evidenza tanto la percezione del contesto economico vissuta dagli operatori economici, quanto alcuni nuovi orientamenti circa le diverse tipologie contrattuali da utilizzare a seguito della recente riforma del mercato del lavoro. Le 225.600 entrate totali, tra lavoro dipendente e indipendente, programmate tra gennaio e marzo appaiono sostanzialmente distanti da quanto preventivato nei primi tre mesi dello scorso anno, quando si era sfiorata la soglia delle 270mila entrate totali. Tra il I trimestre 2012 e il trimestre in corso, le assunzioni dirette di personale dipendente risultano in riduzione di oltre 14mila unità (137.800 quelle attuali, a fronte delle 152mila di gennaio-marzo 2012). La variazione tendenziale negativa interesserà soprattutto i contratti a tempo indeterminato (6.700 in meno, pari al -13%), seguiti dall’apprendistato (-900 ma -9,3%) e, quindi, dai rapporti di lavoro a termine (6.700 in meno, pari al -7,4%). Tra questi ultimi, tuttavia, risultano in aumento i contratti a tempo determinato per i quali non è necessaria l’indicazione delle ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo che giustificano l’apposizione del termine al contratto, utilizzati dalle imprese soprattutto ai fini della “prova” di personale al primo contratto: ne saranno attivati quasi 23mila in questo primo trimestre del 2013, ben 5mila in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno pari al 28,1% in più. La riduzione più sensibile, tuttavia, interessa i contratti interinali, considerati spesso troppo onerosi da parte delle imprese. Le previsioni valide fino a marzo 2013 segnalano infatti 29.600 entrate, 12.700 in meno di quelle messe in cantiere dalle imprese nel I trimestre 2012, con una riduzione, quindi, del 30%. Ancora più evidente è il ridimensionamento nell’utilizzo delle forme contrattuali parasubordinate e autonome: la riduzione per il complesso di queste tipologie è di 17mila unità da un anno all’altro, con un calo pari al 22,6%. Particolarmente netta è la flessione delle collaborazioni a progetto attivate dalle imprese, che passano dalle oltre 46mila del primo trimestre 2012 alle quasi 35mila del trimestre in corso, non solo per motivazioni legate al ciclo economico ma anche per una possibile minore ‘attrattività’ esercitata da questa forma contrattuale. Cala la domanda di giovani: dal 34% del I trimestre 2012 al 28% del I trimestre 2013 Delle 137mila assunzioni ‘dirette’ previste nel I trimestre 2013 con contratto stagionale e non stagionale a tempo indeterminato, determinato e apprendistato, si prevede che quasi 39mila, pari al 28%, siano destinate a giovani fino a 29 anni. La propensione ad assumere under 30 è maggiore nelle regioni del Centro (29,9%) rispetto agli altri ambiti territoriali, nei quali è compresa fra il 25,6% del Mezzogiorno e il 28,9% del Nord-ovest. Le opportunità di lavoro alle dipendenze offerte ai giovani, infine, tendono a crescere all’aumentare delle dimensioni aziendali, dal 24-26% nelle imprese fino a 249 dipendenti a circa un terzo in quelle con almeno 250 dipendenti. Tuttavia, il confronto rispetto alle previsioni effettuate nel I trimestre 2012 per quanto riguarda le assunzioni espressamente destinate a giovani di meno di 30 anni a carattere stagionale e non stagionale rivela una evidente riduzione, all’inizio dello scorso anno i giovani rappresentavano oltre un terzo delle assunzioni programmate. In parte ciò è dovuto anche ad un ricorso ancora contenuto al contratto di apprendistato per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Movimenti occupazionali del I trimestre 2013 per settore di attività, ripartizione territoriale e classe dimensionale. |
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RICERCA E SVILUPPO, PRESENTATI A FIRENZE I PRIMI PROGETTI FINANZIATI DALLA REGIONE. CENTONOVANTA NUOVI POSTI DI LAVORO |
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Firenze 5 febbraio 2013 – C’è un progetto pisano che punta a creare pompe miniaturizzate e ad altissima efficienza per raffreddare chip e circuiti elettronici, assemblate e create interamente in Toscana. C’è chi studia – a Sesto Fiorentino, ma assieme ad altri partner pratesi ed aretini – una nuova piattaforma per la gestione degli aeroporti, che sono oramai qualcosa di più di una semplice stazione di arrivo e partenza. C’è chi, di nuovo a Prato, punta all’infomobilità e ai trasporti intelligenti per le città sostenibili di domani, oppure, a Lucca, su un nuovo ciclo della lavorazione della carta, più efficiente ed anche più rispettoso dell’ambiente. E poi nuove tecnologie per i servizi sanitari, manufatti in gesso con minori emissioni e risparmio di combustibili, il fotovoltaico sui camper, motori ibridi ed elettrici per le macchine da cantieri Sono solo alcuni dei progetti presentati stamani, alla presenza dell’assessore al lavoro e alle attività produttive, nella sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione: 22 progetti dei 97 del bando unico 2012 su ricerca e sviluppo che saranno finanziati con la prima tranche da 125 milioni e 600 mila euro. Piccole e medie imprese che si mettono in rete, si aggregano e fanno squadra con enti di ricerca e imprese di grandi dimensioni, con nomi come Caribel, Dedalus, Colorobbia, Tioxide, Microtest, Trigano, Ihimer, Softec e molti altri ancora. Su 169 progetti complessivamente ammessi a finanziamento, 72 per adesso dovranno aspettare. Ma la volontà riconfermata dall’assessore regionale è di trovare presto ulteriori risorse. Nel salone di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, gremitissimo, stamani non c’era un posto libero a sedere. Un modo per fare squadra tra aziende diverse e condividere il lavoro portato avanti da ciascuno. Stamani è stata la volta dei progetti della linea B, ovvero i grandi progetti sopra i 3 milioni di euro, quelli dove primeggiano l’information & communication technology, la chimica e i nuovi materiali: finanziati con 48 milioni di contributi in conto capitale ed altri 35 da rimborsare. Investimenti e nuovi posti di lavoro L’assessore alle attività produttive l’ha detto e ripetuto più volte. Per aggredire la crisi la Regione continua a muoversi su un doppio binario: un’occhio all’oggi, per frenare la disgregazione del tessuto produttivo, ed uno al domani, per costruire il futuro. E investire sulla ricerca e lo sviluppo appare l’unica strategia vincente non solo per evitare la perdita di altri posti di lavoro, ma anche per conquistare nuovi mercati e in qualche caso dunque creare anche nuova occupazione. Centonovanta circa sono i nuovi posti di lavoro che si creeranno grazie ai progetti finanziati dalla Regione, ha riferito l’assessore, per un investimento complessivo da 300 milioni: un contributo importante in una fase di grande difficoltà, che si accompagna al consolidamento occupazionale presente in più progetti, soprattutto da parte di alcune multinazionali che operano in settori i cui volumi produttivi si sono contratti per la crisi. Per l’assessore i finanziamenti concessi sono un aiuto alla promozione delle sviluppo e al rafforzamento del radicamento di importanti presenze internazionali in Toscana. Dei ventidue progetti presentati stamani 10 facevano capo all’Ict, 5 alla green economy, altri 5 alla meccanica avanzata e due alle scienze della vita. Dopo l’incontro di stamani ce ne saranno altri due, a breve, sulle altre due linee del bando: quella sui progetti fino a tre milioni di euro presentati da aggregazioni di imprese e quelli che fanno capo a singole imprese. |
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107 MILIONI PER LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE LOMBARDE |
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Milano, 5 febbraio 2013 - Ha una dotazione di oltre 107 milioni di euro il nuovo programma d´azione 2013 dell´Accordo di programma per la competitività. Presso la sede di Regione Lombardia, in occasione del Collegio di indirizzo e di sorveglianza dell´Accordo stesso, è stato presentato il quadro finanziario complessivo composto da oltre 75 milioni di fondi regionali e da 28,5 milioni di fondi camerali, cui si aggiungono 3,3 milioni di euro di cofinanziamento da parte di soggetti privati. Aumenta L´impegno Finanziario - L´accordo di programma per la competitività - ha spiegato il presidente - "è lo strumento principale che abbiamo costruito insieme per sviluppare un´azione comune a favore del nostro sistema economico e produttivo. Lo scorso anno, per rispondere all´effettiva evoluzione dei bisogni delle imprese, sono stati approvati interventi per un valore di quasi 100 milioni di euro". Per il 2013 la dotazione finanziaria aumenta a 107 milioni di euro. I Cardini Del Programma - Il Programma d´azione prevede per quest´anno una serie di interventi focalizzati sui fattori trainanti per lo sviluppo, quali l´internazionalizzazione, la ricerca, l´innovazione, il capitale umano e la rimozione degli ostacoli all´accesso al credito. Un ulteriore fattore su cui Regione Lombardia intende investire per stimolare la ripresa è l´attrazione di investimenti sui territori lombardi come volano per la crescita economica. Il Programma 2013 lancia, infine, una serie di interventi orientati a Expo 2015, per coglierne le opportunità in termini di attrattività del territorio. I Tre Assi Di Intervento - Il Programma si articola in tre assi d´intervento. Il primo asse riguarda la competitività delle imprese con una dotazione di oltre 68 milioni di euro, di cui 17 milioni per l´internazionalizzazione, 22,5 milioni per l´innovazione e 28,5 milioni per il credito. Il secondo asse riguarda l´attrattività e la competitività dei territori, con investimenti complessivi di 8,4 milioni di euro (tra le sue linee strategiche il rafforzamento e la qualificazione degli asset a supporto delle reti territoriali, il sostegno e la promozione dei fattori di attrattività del territorio). Il terzo e ultimo asse è rappresentato dai progetti di sistema a supporto delle Pmi e dell´artigianato, finanziati con 30 milioni di euro. Voucher Per L´internazionalizzazione - Regione Lombardia ha approvato i provvedimenti amministrativi necessari ad avviare alcune delle azioni relative al Programma 2013. In particolare, sono stati approvati il nuovo bando per i voucher internazionalizzazione, un´iniziativa sperimentale per l´incoming di buyers esteri e, inoltre, nei prossimi giorni saranno approvati i criteri attuativi per il fondo di rotazione per il sostegno alla partecipazione a fiere internazionali. |
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MILANO, CALA IL NUMERO DEI POSTI DI LAVORO DIPENDENTI |
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Milano, 5 febbraio 203 - Saranno 20.400 i contratti di lavoro attivati dalle imprese in provincia di Milano, nel primo trimestre 2013 a cui si contrappongono circa 15.300 "uscite" (dovute a scadenza di contratti, pensionamento o altri motivi), da cui deriva un "saldo" positivo superiore alle 5.000 unità. La maggior parte sono assunzioni di personale dipendente (11.000 unità, il 54% del totale), poi circa 3.000 contratti in somministrazione (i cosiddetti "interinali"), pari al 15% del totale, circa 3.500 contratti di collaborazione a progetto (il 17%) e altri 2.900 contratti relativi ad altre modalità di lavoro indipendente (il 14%). La componente penalizzata è però quella del lavoro dipendente, per la quale si prevedono, nell´arco del trimestre, 11.000 assunzioni e circa 12.800 uscite, vale a dire circa 1.800 posti di lavoro in meno. Emerge da una elaborazione della Camera di Commercio di Milano, sui dati Excelsior - Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro relativi alle previsioni di assunzioni delle imprese di Milano e provincia per il primo trimestre 2013. In un caso su tre cercasi lavoro qualificato. Circa il 30% delle assunzioni programmate dalle imprese milanesi nel 1° trimestre 2013 (3.300 unità in termini assoluti) riguarderà profili "high skill", ossia dirigenti, specialisti e tecnici. Questa quota risulta superiore alla media regionale (28%) e supera nettamente quella nazionale (20%). Meno opportunità per giovani e donne - In questo trimestre, la quota di assunzioni rivolte ai giovani con meno di 30 anni si attesta attorno al 26% del totale, circa 10 punti in meno rispetto al trimestre precedente. Considerando però le assunzioni per cui l´età non è un requisito importante e ripartendole proporzionalmente fra le due classi di età (meno di 30 anni e più di 30 anni) , le opportunità per i giovani sono in realtà più ampie di quelle indicate, e si stima che potranno raggiungere il 47% delle assunzioni totali (contro il 61% circa del trimestre precedente). Per quanto riguarda il genere, tenendo conto delle assunzioni per cui le imprese considerano uomini e donne ugualmente adatti a esercitare la professione e ripartendole in proporzione a quanto espressamente dichiarato, le "opportunità" per le donne in provincia di Milano risultano pari al 46% del totale, circa 14 punti in meno rispetto a tre mesi prima. Le professioni più richieste - Spiccano i commessi e altro personale qualificato nelle attività commerciali, con 2.110 assunzioni previste. Poi ingegneri e specialisti in discipline scientifiche (1080) e operai metalmeccanici ed elettromeccanici (730), due profili piuttosto difficili da reperire (problemi di reclutamento sono attesi per circa il 40% dei casi). Difficoltà analoghe anche nel reperimento di cuochi e camerieri (710). Per gli specialisti e tecnici amministrativi, finanziari e bancari (640) si registrano ridotte difficoltà di reperimento pur in presenza di un peso significativo riguardante il requisito di una esperienza specifica. |
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COMMERCIO IN LOMBARDIA, STATI GENERALI PER RILANCIARE IL SETTORE |
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Milano, 5 febbraio 2013 - La crisi colpisce anche il commercio. A maggior ragione occorre proseguire con politiche di sostegno del comparto, far leva sui Distretti del commercio e sfruttare l´opportunità offerta da Expo 2015. E´ quanto il presidente della Regione Lombardia e l´assessore al Commercio, Turismo e Servizi hanno sottolineato nei loro interventi agli Stati generali del settore a Palazzo Lombardia. Le Iniziative Della Regione - "Regione Lombardia - ha detto il presidente della Regione - ha sempre lavorato insieme agli operatori del settore, per creare politiche moderne e flessibili per intervenire in un mondo sempre in continua evoluzione com´è quello del commercio". "Abbiamo ideato - ha continuato -, insieme anche ai Comuni, i Distretti del commercio, un esempio virtuoso di buona politica del territorio, che ha permesso alle imprese e alle Amministrazioni locali di fare del commercio un fattore di crescita e di valorizzazione delle eccellenze del territorio". Il successo di questa iniziativa ha dato vita al quinto bando di finanziamento. I Distretti del commercio hanno coinvolto, finora, 200 realtà in quasi 800 Comuni lombardi. Regione Lombardia ha istituito anche un bando dedicato alle aggregazioni del terziario, con 5 milioni di euro messi a disposizione anche dalle Camere di commercio. I Numeri Del Commercio - "I numeri del mondo del commercio - ha detto l´assessore regionale al Commercio, Turismo e Servizi - rispecchiano la crisi economica dell´Italia. Il potere d´acquisto delle famiglie è diminuito del 4,4 per cento, ogni minuto chiude un´impresa e le ore di cassa integrazione, dal 2007 a oggi, sono passate da 572.000 a 4.230.000. Una Pubblica amministrazione ha il dovere di sostenere il settore del commercio, perché ogni luce rappresentata da un negozio illumina la città e ogni luce che si spegne rende il nostro territorio sempre più buio". Un´attività Che Vale Il 22% Del Pil - In Regione Lombardia, secondo i dati dell´Osservatorio del commercio, ogni giorno, negli ultimi sette anni, sono stati inaugurati 554 metri quadrati di nuovi supermercati e centri commerciali con conseguenze negative anche per il territorio. "Gli Stati generali di oggi - ha aggiunto l´assessore - che hanno registrato oltre 300 partecipanti ai tre Focus, servono per fare il punto delle problematiche del mondo del commercio, per lasciare, in eredità, alla prossima legislatura regionale, il resoconto sul quale continuare a lavorare". Sono oltre 200.000 (su un totale di 900.000), in Lombardia, le imprese del commercio che operano sul territorio, una forza che vale, da sola, il 22 per cento dell´intero tessuto imprenditoriale regionale. Un settore, quindi, che merita di essere sostenuto "E´ allo studio - ha inoltre sottolineato l´assessore - un Testo unico del commercio, che prenda in considerazione le nuove forme di vendita come gli outlet, i temporary shop, l´e-commerce e il franchising, per garantire tutela e trasparenza al consumatore". Expo 2015 - "Sono convinto - ha concluso il presidente della Regione Lombardia - che anche l´Expo rappresenti una grande occasione non solo per la Lombardia, ma, in particolare, per il settore del commercio: lavoriamo tutti insieme, affinché l´Expo sia anche piattaforma di lancio di nuovi modelli commerciali integrati". |
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INFRASTRUTTURE: IN CRISI OPERE PUBBLICHE E PROJECT FINANCING |
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Roma, 5 febbraio 2013 - L’aggravarsi della crisi nel 2012 e i tagli alla spesa pubblica colpiscono il mercato delle opere pubbliche: gli importi dei lavori messi in gara scendono dai 30,7 miliardi di euro del 2011 ai 24 del 2012, con una flessione del 21,7%. Nel solo mese di dicembre la flessione è stata del 28%. A differenza di quanto accaduto negli scorsi anni, la flessione colpisce tanto le opere pubbliche di sola esecuzione, sino a ieri principali protagoniste della crisi, quanto anche il partenariato pubblico e privato, il settore su cui tanto si punta per rilanciare la spesa infrastrutturale del paese. Anzi il crollo del partenariato pubblico e privato - in base ai dati dell’Osservatorio Nazionale promosso da Unioncamere, Dipe-utfp e Ance e realizzato da Cresme Europa Servizi - è ancora maggiore: si passa dai 13,3 miliardi di euro di lavori messi in gara nel 2011, agli 8,7 del 2012. Una flessione del 34,7%. E all’origine di questo notevole calo vi è innanzitutto il crollo, dopo un biennio espansivo, delle grandi opere di importo superiore a 50 milioni di euro da realizzare in Ppp che, in un anno, si sono ridotte del 39,7%. Al calo degli importi non corrisponde la flessione della domanda, che al contrario continua a crescere anche nel 2012, spinta soprattutto dai Comuni e da altri soggetti che operano a livello locale. Il problema, però, è che essa fa sempre più fatica a concretizzarsi. Non a caso per le opere in Ppp aggiudicate le cose sono andate ancora peggio: si passa da 796 gare aggiudicate nel 2011 a 642 nel 2012 (-19,3%) e da 8,3 miliardi di euro a 3,8 (-54%). Sviluppare programmi di analisi, assistenza e conoscenza tecnica diventa quindi una variabile strategica in questa difficilissima fase di mercato, per delineare le possibili operatività e le sinergie che possono consentire alla crescente domanda di partenariato pubblico e privato di svolgere un ruolo di volano per il rilancio del Paese. “Il partenariato pubblico-privato – sostiene il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – vive oggi un problema di concretizzazione delle tante iniziative intraprese. Alcuni strumenti sono stati recentemente individuati, ma occorre sostenere questo processo. Già l’anno scorso il sistema camerale ha sostenuto la necessità di procedere con piccoli ma strategici interventi, selezionati con accuratezza. Di fronte alla difficoltà di uno sviluppo basato sulle grandi opere è preferibile infatti investire per rendere più fluidi e tecnologicamente avanzati i sistemi infrastrutturali locali, così da creare micro poli di sviluppo, intorno ai quali costruire la ripresa economica”. “Negli ultimi annii, su questi aspetti, è cresciuto molto l’interesse delle Camere di Commercio per il tema della banda larga e ultra larga”, ha evidenziato il presidente di Uniontrasporti, Antonio Paoletti. “Nella consapevolezza delle grandi opportunità che essa offre, è stato messo a punto un vero e proprio Manuale d’uso che possa supportare le Camere di Commercio e le altre amministrazioni pubbliche nella realizzazione di interventi infrastrutturali in tema di reti a banda larga e ultra larga, finanziando l’intervento in partenariato pubblico privato”. Sintesi dello studio Il mercato del Ppp in Italia nel 2012 - La domanda di Partenariato Pubblico e Privato (Ppp), in base ai dati disponibili dell’Osservatorio Nazionale del Partenariato Pubblico Privato (www.Infopieffe.it), un sistema informativo e di monitoraggio degli avvisi di gara e delle aggiudicazioni sull’intero panorama del Ppp, nel 2012, con il persistere della crisi economica e finanziaria, continua a crescere ma crollano le grandi opere e diventa sempre più difficile il percorso realizzativo. Nel 2012 le gare sono state 3.204 per un volume d’affari di 8.682 milioni. Rispetto al 2011 si rileva una crescita di domanda a cui fa però riscontro un netto calo del valore economico, conseguenza della crisi più generale del Paese, che rende difficile il reperimento di risorse finanziare attraverso il credito anche alle aziende private. Tra il 2011 e il 2012 il numero di gare aumenta del 13,15%, da 2.832 a 3.204 gare, mentre il volume d’affari si riduce del 34,7%, da 13,3 miliardi di euro di importi messi in gara a 8,7. E all’origine di questa notevole flessione vi è innanzitutto il crollo, dopo un biennio espansivo, delle grandi opere di importo superiore a 50 milioni di euro da realizzare in Ppp che, in un anno, si sono ridotte del 39,7%. Nell’ultimo anno non solo sono mancate le opere di importo eccezionale, come le due concessioni di lavori pubblici, indette nella seconda metà del 2011, per il potenziamento e la manutenzione straordinaria dell´autostrada A22 Brennero-modena (3 miliardi di euro) e per la realizzazione del Corridoio Intermodale Roma–latina e collegamento Cisterna–valmontone (2,7 miliardi di euro), ma si è notevolmente ridotto anche il numero di opere di importo superiore a 50 milioni, passato dalle 22 gare annue del biennio 2010-2011 a 14. La domanda di Ppp quindi continua a crescere anche nel 2012, spinta soprattutto dai Comuni e da altri soggetti che operano a livello locale, ma il problema è che fa sempre più fatica a concretizzarsi, non a caso per le opere in Ppp aggiudicate le cose sono andate ancora peggio: si passa da 796 gare aggiudicate nel 2011 a 642 nel 2012 (-19,3%) e da 8,3 miliardi di euro a 3,8 (-54%). Le dinamiche in atto si avvertono anche rispetto al peso del Ppp sull’intero mercato delle opere pubbliche, passato dal 16,9% del 2011 al 19,8% in termini di numero di opportunità - la quota più alta registrata da quando è operativo l’Osservatorio, cioè dal 2002 anno in cui rappresentava meno dell’1% delle opportunità - e dal 43,3% al 36,2% per valore economico. Rispetto alla dimensione delle operazioni di Ppp, nel 2012, come in passato, risulta rilevante il numero di operazioni di importo inferiore a 5 milioni di euro ma il maggiore investimento ha riguardato le iniziative di importo superiore. Le iniziative di importo inferiore a 5 milioni di euro sono state 1.553 per un ammontare complessivo di 974 milioni, quantità che corrispondono a quote, rispettivamente per numero e importo, del 92% e dell’11% del mercato complessivo del Ppp se si escludono le iniziative per le quali non si conosce il valore del contratto. Le iniziative di importo superiore a 5 milioni di euro, invece, sono state appena 127 (solo l’8% della domanda) ma il loro valore economico supera i 7,7 miliardi pari all’89% del mercato complessivo del Ppp (nel 2011 erano state 169 per 12,2 milioni di euro pari al 92% del mercato). Nell’ultimo anno, inoltre, risulta cresciuto in maniera significativa il numero dei bandi senza indicazioni sul valore presunto del contratto. Si tratta di 1.524 bandi (erano 943 nel 2011) in gran parte volti all’affidamento di gare di concessione di servizi (844 bandi) - in particolare per la gestione di impianti sportivi (386 bandi) - o di gare di concessione del diritto di superficie su aree ed edifici pubblici per la realizzazione di impianti fotovoltaici (circa 400 bandi). In termini di dinamica, le iniziative di importo non segnalato crescono del 62%, quelle di importo inferiore a 5 milioni di euro si riducono del 10% in termini di numero e dell’8% per importo, mentre sono più pesanti i tassi di calo delle iniziative più grandi: -25% il numero; -37% l’importo. L’analisi del mercato del Ppp per gruppi omogenei di committenti continua ad evidenziare il ruolo centrale dei Comuni, con tante opere medie, a fronte di un protagonismo più limitato e concentrato su opere di maggiore dimensione degli altri enti pubblici. Il dinamismo dei Comuni emerge osservando sia il numero di gare - 2.688 nel 2012 vale a dire l’84% del mercato - concentrate in interventi di dimensione media pari a 1,4 milioni, meno della metà dello standard delle opere di Ppp (5,2 milioni), che l’investimento, con quasi 2 miliardi di euro pari al 23% dell’intero mercato del Ppp. Rispetto al peso del Ppp sull’intero mercato delle opere pubbliche dei Comuni si rilevano quote del 27,2% in termini di numero di opportunità - la quota più alta registrata da quando è operativo l’Osservatorio, cioè dal 2002 anno in cui rappresentava poco più dell’1% delle opportunità - e del 41% per valore economico (era il 60% nel 2011 per effetto della maggiore incidenza delle grandi opere di importo superiore a 50 milioni). Riguardo ai territori, le regioni in cui il Ppp, in termini di importi, è arrivato a rappresentare oltre il 50% del mercato delle Oopp nel 2012 sono tre: Veneto, Toscana e Campania. Per il Veneto sono state determinanti due concessioni di lavori pubblici del valore complessivo di 2,2 miliardi (il 67% dell’intero ammontare del mercato delle opere pubbliche) per la realizzazione di due tratte autostradali: l´Autostrada regionale Medio Padana Veneta Nogara (Vr) – Mare Adriatico con collegamento ad ovest con la A22 del Brennero; la strada regionale Sr 10 Padana Inferiore. Per la Toscana risulta determinante la concessione di servizi indetta dall’Ato Toscana Centro per la gestione integrata dei rifiuti urbani (1,5 miliardi su 2,4 miliardi relativi all’intero mercato delle opere pubbliche). Per la Campania sono invece determinanti l’insieme delle iniziative di Ppp di importo superiore a 5 milioni di euro (1,1 miliardi su 1,2 totali) tra le quali è compresa la concessione di lavori pubblici per il completamento, la manutenzione e la gestione dell´Autostrada A3 Napoli-pompei-salerno (799 milioni). Il dato diventa ancora più interessante se si guarda all’evoluzione del numero di interventi con regioni quali Marche, Abruzzo e Toscana, dove nell’ultimo anno il Ppp è arrivato a rappresentare oltre il 30% degli interventi in gara. Superano la quota media nazionale del 19,8% altre 7 regioni: Veneto; Emilia Romagna; Lombardia; Liguria; Umbria; Basilicata; Lazio. In relazione ai settori di attività, anche nel 2012 il primato economico assoluto spetta al settore dei trasporti con oltre 3,8 miliardi messi in gara. Buono anche il risultato dell’igiene urbana, con circa 1,7 miliardi in gara (1,5 relativi alla concessione di servizi indetta dall’Ato Toscana Centro per la gestione integrata dei rifiuti urbani), e delle reti acqua, gas ed energia elettrica e termica (941 milioni). Per quanto riguarda il numero di iniziative si evidenziano gli impianti sportivi, con 797 gare, e le reti acqua, gas ed energia elettrica e termica, con 791 gare. Si tratta di due settori in forte crescita spinti dalla domanda dei Comuni. Inoltre, aggregando in tre macro famiglie di interventi i 18 settori del Ppp individuati, emerge la crescente attenzione per la riqualificazione urbana, intendendo l’insieme di interventi di rigenerazione dello spazio costruito, utile al miglioramento della qualità della vita . Si tratta di un mercato, attivato soprattutto dai Comuni, che rappresenta in media, tra il 2002 e il 2012, quote del 70% della domanda e del 17% del volume d’affari complessivo, ed è l’unico a presentare un bilancio complessivamente positivo nel 2012. Dal punto di vista degli importi sono più importanti i settori dei servizi di base (trasporti, sanità e scolastico-sociale) e dei servizi essenziali (acqua, energia, illuminazione, servizi cimiteriali, smaltimento rifiuti), ma nell’ultimo anno registrano entrambi un calo degli importi in gara. |
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NASCE IN TOSCANA CNA WORL CHINA, STRUMENTO UTILE PER VINCERE CONTRO CRISI E GLOBALIZZAZIONE |
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Firenze, 5 febbraio 2013 - La costituzione di ‘Cna World China’ rappresenta un evento importante di fronte alle sfide che stiamo vivendo, in particolare all’intreccio tra globalizzazione e crisi europea ed italiana. A dirlo è stato l’assessore regionale al lavoro, che il 2 febbraio a Prato ha partecipato al ‘battesimo’ del primo raggruppamento di imprese costituite da cittadini cinesi in Italia, inserito dentro la struttura di Cna. ‘Cna World China’, secondo l’assessore, rappresenterà uno strumento utilissimo per sostenere la qualificazione e la tutela del lavoro, oltre che per rafforzare l’export delle produzioni pratesi e toscane sul mercato cinese, fondamentale per il futuro del manifatturiero. L’assessore ha inoltre ricordato che negli ultimi decenni lo scenario sociale, politico ed economio mondiale è completamente cambiato, che si sono aperti nuovi grandi mercati, grandi masse di persone si sono mosse e si stanno muovendo e che ciò determina delle opportunità di sviluppo che devono essere colte, cercando di scongiurare il rischio di chiusura e di rifiuto verso le comunità che vengono a lavorare e produrre sul nostro territorio. Servono politiche ed interventi per favorire l’integrazione sociale e combattere l’illegalità accompagnando l’azione di controllo con iniziative che favoriscano la diffusione della conoscenza delle normative in vigore (così come è avvenuto, proprio a Prato, con i circoli di studio). Infine, l’assessore ha sottolineato l’azione che la Regione sta portando avanti a sostegno dell’area pratese con il ‘progetto Prato’ ed ha richiamato il ruolo del Centro italo-cinese, che sarà costituito a Prato e potrà rappresentare uno strumento importante per garantire una forte presenza dei prodotti italiani sul mercato cinese. |
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VCO, I DATI DELL´INDAGINE EXCELSIOR SUL MERCATO DEL LAVORO |
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Baveno, 5 febbraio 2013 - Il saldo occupazionale, tra entrate e uscite è però ancora negativo, pari a -0,5% (-120 unità), andamento in linea con la media nazionale (-0,7%) e regionale (-0,6%). Saldi negativi in tutte le province del Piemonte: dal -0,4% di Torino al -1,3% di Vercelli. E’ quanto emerge dall’indagine previsionale Excelsior relativa al periodo gennaio –marzo 2013, realizzata dal sistema delle Camere di Commercio in collaborazione con il Ministero del Lavoro e con il contributo del Fondo Europeo. Novità rilevante: Excelsior a partire dal I° trimestre 2013 tiene conto non solo delle assunzioni previste di lavoratori dipendenti ma anche dell’inserimento di lavoratori con modalità contrattuali diverse (interinale, collaborazioni a progetto e con partita iva). Considerando la diversa tipologia di contratti nel Vco si avranno in complesso circa 760 nuove entrate. A livello nazionale il perdurare della recessione e le prospettive che la stessa si prolunghi per buona parte del 2013 continuano a frenare la ripresa della domanda di lavoro che a livello nazionale si mantiene pressoché invariata rispetto all’ultimo trimestre 2012. Considerando sia il lavoro subordinato che il lavoro autonomo, nei primi tre mesi del 2013, le imprese dichiarano che offriranno quasi 226.000 opportunità di lavoro, di cui poco meno di 138.000 (il 61%) assunzioni di lavoratori dipendenti, a tempo determinato e indeterminato. Oltre il 75% delle assunzioni previste nel I° trimestre nel Vco riguarderà contratti a tempo determinato (54% in Piemonte, 58% in Italia), prevalentemente nel comparto dei servizi. Le assunzioni a tempo indeterminato (15% del totale) sono in percentuale la metà rispetto al resto della regione e del Paese (33%). Oltre l’80% delle assunzioni previste (circa 430 unità) si concentrano nei servizi, mentre l’industria (costruzioni comprese) dovrebbe assorbire soltanto il 17% dei nuovi assunti (90 unità in v.A.). Il comparto della ristorazione, con la previsione di 290 assunzioni concentra oltre la metà della domanda di lavoro provinciale, prevalentemente a carattere stagionale. Sulla totalità delle assunzioni previste ad oltre il 70% è richiesta una specifica esperienza nel settore. Delle 520 assunzioni previste, il 41% riguarderanno personale con diploma di scuola secondaria superiore, il 24,5% con qualifica professionale e quasi il 28% senza nessuna formazione specifica, dato che resta sempre superiore alla media regionale (22%) ed in linea con quella nazionale (27%). Basse le richieste di personale laureato: 6% per il Vco a fronte di un 16% del Piemonte e 13% la media nazionale. Il rapporto completo sarà consultabile nei prossimi giorni sul sito internet della Camera di commercio, all´indirizzo: www.Vb.camcom.it / vco economia / previsioni occupazionali indagine Excelsior/ trimestre gennaio –marzo 2013. |
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VENETO: DOMANDE PER PARTECIPARE AI BANDI REGIONALI PER L’IMPRENDITORIA GIOVANILE E FEMMINILE |
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Venezia, 5 febbraio 2013 - A partire da ieri è possibile presentare le domande di partecipazione ai nuovi bandi per l’imprenditoria giovanile e femminile, aperti dalla Regione per iniziativa dell’assessorato all’economia. I bandi sono rivolti alle nuove Pmi, con sede in Veneto, nate dopo l’1 luglio 2011 (imprese individuali, cooperative, consorzi, società di persone, di capitali) e prevedono una disponibilità complessiva di 5 milioni a fondo perduto per investimenti delle nuove Pmi a prevalente partecipazione giovanile e di altri 5 per Pmi a prevalente partecipazione femminile. Il finanziamento coprirà le spese ammissibili al massimo per il 50% (limite minimo 10 mila euro corrispondenti ad una spesa rendicontata e ammessa a contributo pari ad euro 20.000 euro; limite massimo 75 mila euro corrispondenti ad una spesa rendicontata e ammessa a contributo pari a 150 mila euro). La modalità di presentazione delle domande è a “sportello” e l’istruttoria avverrà secondo l’ordine cronologico di arrivo. I bandi, pubblicati sul Bur n. 1/2013, sono consultabili anche dal sito della Regione. |
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VCO - NUOVE ATTIVITÀ PER IL PROGETTO "LAGO MAGGIORE CASALINGHI" |
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Baveno, 5 febbraio 2013 - I casalinghi del Lago Maggiore saranno presenti a Francoforte presso fiera Ambiente dal 15 al 19 febbraio 2013. Fiera Ambiente è la più importante manifestazione internazionale dei prodotti per la tavola, la cucina e la casa. Le principali aziende del mondo si danno appuntamento a questa importante vetrina per presentare le ultime novità del settore. L’aumento registrato dai mercati in espansione dell’Europa dell’est, così come dalla Russia, dagli Usa e dal Giappone ha ulteriormente incrementato l’internazionalità della fiera. L´azienda speciale Fedora e la Camera di Commercio supportano le aziende del Verbano Cusio Ossola nella partecipazione attraverso uno stand collettivo di promozione del marchio Lago Maggiore Casalinghi e delle 14 aziende che partecipano all’Associazione Temporanea di Scopo nell’ambito del progetto “Promuovere l’eccellenza, valorizzare l’innovazione: Lago Maggiore Casalinghi” finanziato a valere sulla Lr 34/2008 da parte della Regione Piemonte. L’edizione 2013 promuove imprese e produzioni locali attraverso uno stand collettivo di 171 metri quadrati, completamente ridisegnato in linea con la collezione “Lago Maggiore Casalinghi” presentata lo scorso aprile al Fuori Salone – in occasione del Salone del Mobile 2012. Dal 2 al 5 marzo inoltre si terrà a Chicago presso il Mccormick Place l’International Home + Housewares Show. L’azienda Speciale Fedora supporta le aziende del settore casalingo prenotando ed allestendo uno stand collettivo di 55 metri quadrati (numero stand S3479) ospiterà 10 aziende aderenti al marchio Lago Maggiore Casalinghi: Casalinghi Sto, Metallurgica Italo Ottinetti, Metallurgica Motta, Calder e Spezie & co., Legnoart, Top Moka, Cerutti Inox, Bb&b Casalinghi, e Eppicotispai. Dopo la fiera di Chicago alcune delle aziende proseguiranno per Miami in Florida dove, in collaborazione con la Camera di Commercio Italo-americana di Miami, giovedì 7 marzo si terranno degli incontri individuali e/o di gruppo presso le sedi di distributori, in cui verrà avviata un’azione mirata nei confronti degli operatori del Sud della Florida. Il marchio “Lago Maggiore Casalinghi” nasce nel 2006 per cogliere l’opportunità di promuovere tutta la filiera sui mercati internazionali in modo coordinato: l’obiettivo condiviso dalle imprese e dalle istituzioni locali è quello di valorizzare le caratteristiche di cultura, tradizioni, creatività, lavoro e design delle imprese e della filiera produttiva locale. Tre sono le “aree” rispetto alle quali le imprese candidate all’utilizzo del marchio vengono valutate dall´ente di certificazione Rina Spa: - specificità territoriali - organizzazione aziendale servizi - prodotti, anche in termini di sicurezza sul lavoro, rispetto dell’ambiente, qualità e innovazione. |
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RIETI - STARTUP INNOVATIVA, ON LINE LA GUIDA INTERATTIVA |
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Rieti, 5 febbraio 2013 - E’ on line, raggiungibile anche dal sito della Camera di Commercio di Rieti, sezione “Registro Imprese e Repertorio economico e amministrativo”, la guida interattiva per le start up innovative realizzata da Infocamere, il braccio tecnologico delle Camere di commercio, all’indirizzo http://startup.Registroimprese.it Di facile consultazione, sintetizza tutto quanto c’è da sapere su queste società di capitali – costituende o già costituite da non oltre 48 mesi – aventi come obiettivo sociale esclusivo o prevalente “lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico”. Per agevolarne la nascita e lo sviluppo, il Governo, con il Decreto Crescita 2.0, convertito in legge il 19 dicembre scorso, ha predisposto una serie di esenzioni ai fini della costituzione ed iscrizione dell´impresa nel Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali, nonché deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell´impresa. In quattro rapidi percorsi, la guida fornisce tutte le informazioni sulla normativa e sui requisiti richiesti per accedere alla sezione speciale del Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio dedicata alle start-up innovative (passaggio fondamentale per poter usufruire del benefici previsti dalla legge). La guida, inoltre, spiega agli aspiranti imprenditori quali sono i passaggi fondamentali per far nascere la start-up, mentre alle società già costituite da non più di quattro anni chiarisce, attraverso un tutorial, come fare per iscriversi nella sezione speciale, quali le informazioni da fornire e la modulistica da compilare e inviare contestualmente tramite web. La nuova normativa sulle startup mira a promuovere la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, in particolare giovanile. La normativa a favore delle startup innovative non riguarda un solo settore ma fa riferimento potenzialmente a tutto il mondo produttivo, dal digitale all’artigianato, dall’agricoltura all’industria culturale nonché alle imprese a vocazione sociale. La legge stabilisce infine che le imprese già costituite da non oltre 48 mesi, aventi i requisiti previsti per accedere alle agevolazioni introdotte dal decreto Crescita, possono iscriversi alla sezione speciale del Registro Imprese fino al 16 febbraio 2013. Ulteriori informazioni presso il Registro Imprese della Camera di Commercio di Rieti, tel. 0746/201364-5. |
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TERREMOTO IN EMILIA, LE SOCIETÀ DI CAPITALI AVRANNO TEMPO FINO AL 30 SETTEMBRE 2013 PER L´APPROVAZIONE DEI BILANCI 2012. |
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Bologna, 5 febbraio 2013 - Posticipato al 30 settembre 2013 il termine per l’approvazione dei bilanci 2012 delle società di capitali che hanno subito danni dal sisma. Lo ha stabilito lo scorso 31 gennaio il Consiglio dei Ministri su richiesta del Commissario straordinario alla ricostruzione Vasco Errani. Il provvedimento dovrebbe essere pubblicato a breve, forse già nelle prossime ore, sulla Gazzetta Ufficiale. “Il nostro obiettivo – ha spiegato l’assessore regionale alle attività produttive Giancarlo Muzzarelli – è lavorare giorno dopo giorno per garantire una rapida e completa ricostruzione del tessuto produttivo e delle comunità colpite dal sisma del maggio scorso”. Lo spostamento della data, decisa dal Governo, consentirà al nuovo Parlamento di disporre del tempo necessario per legiferare a favore della distribuzione, su cinque annualità, delle perdite maturate dalle aziende nel corso del 2012. |
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CRESA, IN ABRUZZO IL SALDO OCCUPAZIONALE È ANCORA NEGATIVO |
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Pescara, 5 febbraio 2013 - Sono 5.040 le assunzioni di lavoratori programmate dalle imprese abruzzesi nel I trimestre 2013, delle quali quasi i due terzi (3.230 pari al 64%) sulla base di contratti di lavoro dipendente e la parte rimanente (36%) con contratti di somministrazione (i cosiddetti “interinali”) e di collaborazione a progetto, e con altre modalità di lavoro indipendente. I dati sono riportati nel Cresa Informa n. 2/2013 che analizza i risultati delle rilevazioni del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e del Ministero del Lavoro. “Le 5.040 “entrate” di lavoratori non riescono a compensare però le 5.460 “uscite”, determinate da scadenza di contratti, pensionamento e altri motivi, cosicchè si determina un saldo occupazionale negativo di 420 unità” evidenzia il presidente del Cresa Lorenzo Santilli. “Risulta particolarmente penalizzato il lavoro dipendente (-1.830 unità) mentre i saldi sono positivi per le diverse forme di lavoro autonomo. A livello territoriale si nota che il maggior numero di entrate totali riguarda le province di Teramo e Chieti (1.360 ognuna), mentre il maggior numero di assunzioni di personale dipendente si verificherà in quella dell’Aquila (960). L’unica provincia con saldo positivo è Teramo (+170)”. Considerando le sole assunzioni di lavoratori dipendenti, rispetto al I trimestre 2012 si nota una diminuzione a livello regionale di circa l’8%. Il calo assume la maggiore entità nella provincia di Chieti (35%) mentre in quella di Teramo si osserva il maggiore aumento (circa +17%). “Riguardo alle tipologie contrattuali la maggior parte delle assunzioni previste (59%) sarà a tempo determinato (1.900 in calo del 9% rispetto al I trimestre 2012). Una quota inferiore (32%) sarà a tempo indeterminato (1.030 in calo del 6%), mentre il 10% (corrispondente a 310 assunzioni, in calo del 10%) avrà altre modalità contrattuali, tra cui l’apprendistato” afferma il direttore del Cresa Francesco Prosperococco. “La composizione riscontrata a livello regionale si ripete approssimativamente in tutte le province, sebbene le assunzioni a tempo indeterminato assumano un peso elevato a Pescara (39% del totale provinciale) e Chieti (35%), le assunzioni a tempo determinato a L’aquila (65%) e le altre modalità contrattuali a Teramo (12%)”. La principale motivazione che spinge le imprese ad assumere a tempo determinato è lo svolgimento di attività o lavorazioni stagionali (21% delle assunzioni totali), seguita dalla copertura di picchi di attività (18%) e dallo svolgimento di un periodo di prova (16%). La sostituzione temporanea di dipendenti ha un peso sensibilmente inferiore (3%). Le attività stagionali prevalgono nella provincia dell’Aquila (44%), la copertura di picchi di attività in quelle di Teramo e Chieti (rispettivamente 23% e 20%) e il periodo di prova in quelle di Pescara e Chieti (rispettivamente 24% e 20%). Relativamente ai settori di attività economica si nota che il 54% delle assunzioni di lavoratori dipendenti programmate in Abruzzo riguarderà i servizi, in crescita di 9 punti percentuali rispetto al I trimestre 2012. Prevalgono le assunzioni nelle attività del turismo e della ristorazione (16%), seguite dagli altri servizi (15%) e dal commercio (11%). L’industria assorbirà il 46% delle assunzioni, con un calo del 4% rispetto al I trimestre 2012. Esse si concentreranno nelle imprese delle costruzioni (18% del totale) e nella metalmeccanica (12%). Nel dettaglio provinciale si osserva che le assunzioni nell’industria sono particolarmente numerose a Teramo (60% del totale) mentre quelle nei servizi a Pescara (71%). In particolare, le assunzioni nel sistema moda a Teramo costituiscono il 14% del totale, nella metalmeccanica e elettronica a Chieti il 23%, nel turismo e ristorazione a L’aquila il 25% e nei servizi alle imprese a Pescara il 26%. Per le imprese abruzzesi diminuiscono le difficoltà di reperimento dei profili desiderati, considerando che la quota di figure professionali difficili da trovare è pari all’11% del totale, in calo rispetto al 21% del I trimestre 2012. A questo proposito è particolarmente difficile la situazione a Chieti (17%) e Pescara (16%). La diminuzione delle difficoltà di reperimento dei profili ha consentito alle aziende una maggiore richiesta di esperienza specifica sia a livello regionale (68% delle assunzioni regionali rispetto al 53% del I trimestre 2012) sia a livello provinciale. L’esperienza viene richiesta più spesso a L’aquila e Pescara (rispettivamente 78% e 70%). Tra i settori economici l’esperienza costituisce un requisito particolarmente importante nelle costruzioni, dove sarà richiesta per il 92% delle assunzioni, e nei servizi del turismo e della ristorazione (85%). Tra le figure professionali più richieste a livello regionale si rilevano cuochi, camerieri (480 assunzioni programmate), seguiti dal personale generico (410), da conduttori di mezzi di trasporto e macchinari mobili (300), operai metalmeccanici ed elettromeccanici (290), operati specializzati in edilizia e nella manutenzione degli edifici (290) e personale di segreteria e servizi generali (270). Nel dettaglio provinciale a L’aquila e a Pescara sono maggiormente richiesti cuochi, camerieri (rispettivamente 240 e 90), a Teramo personale generico (170) e a Chieti operai metalmeccanici ed elettromeccanici (130). Tenendo conto delle assunzioni per le quali l’età è ritenuta indifferente e ripartendole proporzionalmente tra “under 30” e “over 30”, le assunzioni di giovani sotto i 30 anni costituiranno il 51% del totale. Lavoratori giovani sono maggiormente richiesti nella provincia di Chieti (66%) mentre a Teramo raggiungono quote inferiori (37%). Il settore maggiormente disponibile all’inserimento di giovani è l’industria metalmeccanica (dove il 36% delle assunzioni riguarderà esplicitamente i giovani con meno di 30 anni), seguito dal commercio (35%). Considerando le assunzioni per le quali il genere è indifferente e ripartendole tra maschi e femmine, la quota di assunzioni che riguarderà le donne sarà del 32%, in aumento di 3 punti percentuali rispetto al I trimestre 2012. Il dettaglio provinciale mostra maggiori opportunità di assunzione per le donne a Pescara (43%) e Teramo (36%). Relativamente al livello di istruzione le 3.230 assunzioni di lavoratori dipendenti programmate per il I trimestre 2013 riguarderanno circa 420 laureati e 1.120 diplomati (in complesso il 48% del totale rispetto al 52% rilevato in Italia). La parte rimanente è costituita da 870 figure in possesso della qualifica professionale e 820 senza preparazione scolastica specifica. Tra le province spiccano Teramo e Pescara dove la quota di laureati e diplomati è molto superiore alla media regionale (rispettivamente 58% e 57%). Il testo integrale è disponibile sul sito internet del Cresa al seguente link: http://www.Cresa.it/cms/modules/news/article.php?storyid=196 |
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MODENA, I DATI RELATIVI ALLA CESSAZIONE/APERTURA DELLE IMPRESE |
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Modena. 5 febbraio 2013 - La Camera di Commercio di Modena ha elaborato i dati di Infocamere relativi alle iscrizioni e cessazioni al Registro Imprese nell’anno 2012. In provincia di Modena sono presenti 75.389 imprese registrate al 31 dicembre 2012, con una diminuzione rispetto alla stessa data del 2011 del -0,15%. Nel corso dell’anno il saldo tra iscrizioni e cessazioni è stato di +26 imprese, ed è derivato da 4.697 iscrizioni e 4.671 cessazioni (escluse le cessazioni d’ufficio, pari a 191). Rispetto alla movimentazione dell’anno 2011 le cessazioni hanno registrato un incremento del +10,8%, mentre le iscrizioni sono diminuite del -4,4%. Modena si posiziona al quarantacinquesimo posto nella classifica delle province italiane per tasso di crescita, con un valore prossimo allo zero (+0,03%), che rimane comunque superiore alla media regionale (-0,29%). Le imprese artigiane modenesi hanno risentito maggiormente della crisi, infatti mostrano un saldo negativo fra iscritte e cessate di -349 posizioni, con una diminuzione pari al -1,52%. In provincia le imprese attive sono complessivamente pari a 67.778 a fine anno 2012, con una diminuzione di -518 unità rispetto alla stessa data dell’anno precedente, che in termini percentuali si traduce in una variazione del -0,76%. Per ciò che riguarda la forma giuridica, si stabilizza il numero delle società di capitali (+0,4%), mentre diminuiscono del -2,2% le società di persone e del -0,8% le imprese individuali. Continua la crescita delle ‘altre forme giuridiche’ (+3,6%) che comprendono al loro interno cooperative, consorzi e associazioni non economiche. Esaminando l’andamento delle imprese attive a livello settoriale, emerge che quasi tutti i macrosettori sono in diminuzione, in particolare l’agricoltura perde il -1,2%, le attività manifatturiere il -2,0% e le costruzioni il -1,3%, mentre pressoché stabili rimangono i servizi (-0,1%). Più nel dettaglio, quasi tutti i settori del manifatturiero presentano diminuzioni dal 2% al 4%, con in testa la fabbricazione di mobili (-4,4%), la stampa/editoria (-4,1%) e la fabbricazione di carta (-4,0%). Unico settore che registra un incremento è la riparazione e manutenzione di macchinari (+7,0%). I servizi hanno un andamento migliore, con alcuni settori in aumento come la sanità e assistenza sociale (+4,0%) e i servizi di supporto alle imprese (+3,6%), mentre risultano in calo le attività finanziare e assicurative (-2,2%), il commercio al dettaglio (-0,8%) e il trasporto e magazzinaggio (-0,7%). |
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ANCONA, OCCUPAZIONE: 80MILA DIPENDENTI IN MENO NELLE IMPRESE |
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Ancona, 5 febbraio 2013 - Centotrentasettemila assunzioni dirette di personale dipendente tra gennaio e marzo 2013; 218mila uscite programmate, con un saldo negativo dei posti di lavoro con contratto a tempo indeterminato, determinato e apprendistato pari a oltre 80mila unità. Sulle previsioni occupazionali delle imprese dell’industria e dei servizi, contenute nell’indagine relativa al I trimestre 2013 del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, continua a regnare l’incertezza, che frena soprattutto la domanda di lavoro alle dipendenze. Tra i contratti per favorire l’ingresso nel mondo del lavoro, l’apprendistato stenta ancora a decollare; sfruttando invece le novità della recente riforma, gli imprenditori preferiscono utilizzare la formula più semplice del primo contratto a tempo determinato. L’inizio dell’anno, però, favorisce come di consueto l’avvio di rapporti di lavoro a carattere interinale e, soprattutto, la stipula o il rinnovo di contratti parasubordinati e ‘autonomi’ (collaboratori a progetto, con partita Iva o per prestazioni occasionali), la cui numerosità supera quella dei contratti cessati nello stesso periodo: risultano, di conseguenza, quasi 23mila i posti di lavoro interinale in più nelle imprese e +48.500 i lavoratori non dipendenti. Ma il loro utilizzo è fortemente ridimensionato rispetto all’inizio del 2012, con una riduzione del 23% circa nei contratti attivati ex novo o rinnovati tra gennaio e marzo. “Il perdurare della recessione e il timore che essa si prolunghi nei prossimi mesi sta portando le imprese ad assumere un atteggiamento sempre più cauto sul fronte occupazionale”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Ciò non vale, tuttavia, per l’intero sistema imprenditoriale. Vediamo infatti che la propensione ad assumere è doppia nelle imprese esportatrici e in quelle che investono puntando sulla qualità dei prodotti e facendo innovazione. Se vogliamo sostenere l’occupazione è evidente che dobbiamo puntare su questi segmenti imprenditoriali, accrescendone il numero e sostenendole nelle loro strategie di crescita”. Diminuisce l’occupazione nelle imprese private La contrazione maggiore di posti di lavoro nel trimestre in corso riguarderà soprattutto il personale dipendente assunto direttamente dalle imprese, con contratto stagionale e non stagionale a tempo indeterminato, determinato e apprendistato. Il saldo tra entrate e uscite nei tre mesi iniziali dell’anno si attesterà infatti a -80.200 posti di lavoro. I lavoratori interinali, invece, dovrebbero essere 22.600 in più, grazie a quasi 30mila entrate (verosimilmente collegabili in gran parte a contratti già in essere in passato) e a sole 7mila uscite previste. In positivo risulta il bilancio tra entrate e uscite tra gennaio e marzo 2013 anche per le forme contrattuali di lavoro non dipendente: 34.800 i contratti destinati a collaboratori a progetto in entrata e 23.400 quelli relativi a lavoratori a partita iva o per prestazioni a carattere occasionale. La specificità del trimestre - nel quale solitamente si stipulano contratti validi per l’intero anno e risultano più contenute le cessazioni di contratto (poco meno di 10mila in complesso) - comporta un saldo positivo di 48.500 unità per l’insieme dei contratti parasubordinati e ‘autonomi’. Considerando quindi tutte le forme contrattuali di lavoro dipendente e non dipendente, nel I trimestre dell’anno il saldo tra entrate e uscite previste dalle imprese si attesterà a -9mila unità, di cui 1.700 nell’industria e 7.300 nei servizi. 50mila dipendenti in meno nei servizi; l’industria punta sugli interinali Degli 80mila posti di lavoro alle dipendenze ‘dirette’ che le imprese prevedono di perdere nel corso del I trimestre 2013, oltre 50mila sono dovuti alle scelte delle imprese del settore dei servizi, per effetto soprattutto del saldo negativo del commercio e del turismo (37mila le posizioni in meno). Sfiora le 30mila unità, invece, il saldo negativo dell’industria nel suo complesso, determinato in prevalenza dagli oltre 15mila posti di lavoro a carattere stagionale e non stagionale persi nel comparto manifatturiero (compensati però dal saldo positivo relativo a quasi altrettanti contratti interinali). A livello territoriale, la maggior perdita di lavoratori stagionali e non stagionali alle dipendenze interesserà nel I trimestre il Mezzogiorno (-24mila il saldo tra entrate e uscite previste), seguito, nell’ordine, dal Centro, dal Nord-est e Nord-ovest (con saldi negativi che si attestano intorno alle 18-19mila unità). In termini relativi, le variazioni negative più consistenti dell’occupazione diretta alle dipendenze interesseranno il Trentino Alto Adige e la Basilicata, dove i saldi tra entrate e uscite previsti nel trimestre raggiungeranno rispettivamente il -2,1% e il -1,6%. A seguire Val D’aosta e Sardegna (-1,3%), quindi la Calabria e la Puglia (-1,2%). Sul fronte opposto, Lombardia ed Emilia Romagna, dove l’occupazione stabile si ridurrà dello 0,4%. In valori assoluti, però, le più consistenti riduzioni di personale interesseranno il Lazio e la Lombardia (quasi 10mila in meno entro marzo), quindi il Veneto (quasi 8mila) e la Puglia (oltre 6mila). Molise (-330) e Val d’Aosta (-360) occupano in questo caso la parte opposta della classifica. A livello provinciale, è da segnalare la sostanziale stabilità prevista dalle imprese di Salerno e di Isernia, mentre per Enna, Trento, Trapani e Matera il saldo supererà il -2%. In valori assoluti, Roma appare destinata, nella previsione delle imprese, a ridurre l’occupazione dipendente nei primi tre mesi dell’anno di oltre 6.600 unità, seguita da Napoli (-3mila), Trento e Bari (-2.800). Salerno, in controtendenza, potrebbe invece creare 100 posti di lavoro in più. Considerando solo le assunzioni, tra le imprese della manifattura la domanda di personale si concentra soprattutto nelle Industrie alimentari (quasi 5mila) e in quelle del tessile e abbigliamento (oltre 3mila), quindi nel settore elettrico ed elettronico (2.500). Tra i servizi, invece, saranno le imprese legate al turismo ad assorbire la maggior parte del personale in entrata (le assunzioni dovrebbero essere oltre 20mila). Più di 10mila assunzioni verranno effettuate anche dalle aziende che si occupano di Servizi operativi alle imprese ed altrettante da quelle attive nel settore della sanità e dell’assistenza sociale. Rispetto ai primi 3 mesi del 2012, le assunzioni dirette saranno oltre 14mila in meno Guardando la serie storica delle entrate previste dalle imprese dall’inizio del 2012 fino al I trimestre di quest’anno emergono con una discreta evidenza tanto la percezione del contesto economico vissuta dagli operatori economici, quanto alcuni nuovi orientamenti circa le diverse tipologie contrattuali da utilizzare a seguito della recente riforma del mercato del lavoro. Le 225.600 entrate totali, tra lavoro dipendente e indipendente, programmate tra gennaio e marzo appaiono sostanzialmente distanti da quanto preventivato nei primi tre mesi dello scorso anno, quando si era sfiorata la soglia delle 270mila entrate totali. Tra il I trimestre 2012 e il trimestre in corso, le assunzioni dirette di personale dipendente risultano in riduzione di oltre 14mila unità (137.800 quelle attuali, a fronte delle 152mila di gennaio-marzo 2012). La variazione tendenziale negativa interesserà soprattutto i contratti a tempo indeterminato (6.700 in meno, pari al -13%), seguiti dall’apprendistato (-900 ma -9,3%) e, quindi, dai rapporti di lavoro a termine (6.700 in meno, pari al -7,4%). Tra questi ultimi, tuttavia, risultano in aumento i contratti a tempo determinato per i quali non è necessaria l’indicazione delle ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo che giustificano l’apposizione del termine al contratto, utilizzati dalle imprese soprattutto ai fini della “prova” di personale al primo contratto: ne saranno attivati quasi 23mila in questo primo trimestre del 2013, ben 5mila in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno pari al 28,1% in più. La riduzione più sensibile, tuttavia, interessa i contratti interinali, considerati spesso troppo onerosi da parte delle imprese. Le previsioni valide fino a marzo 2013 segnalano infatti 29.600 entrate, 12.700 in meno di quelle messe in cantiere dalle imprese nel I trimestre 2012, con una riduzione, quindi, del 30%. Ancora più evidente è il ridimensionamento nell’utilizzo delle forme contrattuali parasubordinate e autonome: la riduzione per il complesso di queste tipologie è di 17mila unità da un anno all’altro, con un calo pari al 22,6%. Particolarmente netta è la flessione delle collaborazioni a progetto attivate dalle imprese, che passano dalle oltre 46mila del primo trimestre 2012 alle quasi 35mila del trimestre in corso, non solo per motivazioni legate al ciclo economico ma anche per una possibile minore ‘attrattività’ esercitata da questa forma contrattuale. Cala la domanda di giovani: dal 34% del I trimestre 2012 al 28% del I trimestre 2013 Delle 137mila assunzioni ‘dirette’ previste nel I trimestre 2013 con contratto stagionale e non stagionale a tempo indeterminato, determinato e apprendistato, si prevede che quasi 39mila, pari al 28%, siano destinate a giovani fino a 29 anni. La propensione ad assumere under 30 è maggiore nelle regioni del Centro (29,9%) rispetto agli altri ambiti territoriali, nei quali è compresa fra il 25,6% del Mezzogiorno e il 28,9% del Nord-ovest. Le opportunità di lavoro alle dipendenze offerte ai giovani, infine, tendono a crescere all’aumentare delle dimensioni aziendali, dal 24-26% nelle imprese fino a 249 dipendenti a circa un terzo in quelle con almeno 250 dipendenti. Tuttavia, il confronto rispetto alle previsioni effettuate nel I trimestre 2012 per quanto riguarda le assunzioni espressamente destinate a giovani di meno di 30 anni a carattere stagionale e non stagionale rivela una evidente riduzione, all’inizio dello scorso anno i giovani rappresentavano oltre un terzo delle assunzioni programmate. In parte ciò è dovuto anche ad un ricorso ancora contenuto al contratto di apprendistato per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. |
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REGGIO EMILIA - FORMAZIONE SU ORGANIZZAZIONI CRIMINALI E COMMERCIO |
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Reggio Emilia, 5 febbraio 2013 - Prosegue il corso di formazione rivolto agli imprenditori reggiani organizzato dal Centro di Formazione e Analisi della Camera di Commercio di Reggio Emilia, in collaborazione con la Fondazione Antonino Caponnetto, per diffondere la conoscenza degli strumenti di contrasto e di prevenzione delle infiltrazioni mafiose nel sistema economico reggiano. Dopo l’incontro del luglio scorso che ha coinvolto le imprese di trasporto, e l’incontro di novembre sugli appalti, il corso di formazione, gratuito, articolato in tre incontri, propone un approfondimento specifico sul commercio che avrà luogo giovedì 7 febbraio alle 14,30 presso l’Hotel Posta, in Piazza del Monte 2 a Reggio Emilia. L’appuntamento è organizzato dal Centro di Formazione e Analisi della Camera di Commercio, costituito il 5 aprile scorso, che ha tra gli obiettivi principali la diffusione della conoscenza e della sensibilità nei confronti del fenomeno delle infiltrazioni criminali nell’economia locale. Questo terzo incontro rivolto agli imprenditori reggiani vuole offrire una maggiore conoscenza degli strumenti che possono consentire di prevenire e contrastare il fenomeno criminoso nel settore del commercio, consci della sua tragica influenza sul libero e regolare svolgimento delle dinamiche imprenditoriali. Interverranno Lino Busà, Presidente di Sos Impresa, Donatella Prampolini Manzini, Presidente di Confcommercio di Reggio Emilia, Tristano Mussini, Presidente Cna di Reggio Emilia. Sarà moderatore Salvatore Calleri, Presidente della Fondazione Antonino Caponnetto. Concluderà l’incontro Enrico Bini, Presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia. Per ulteriori informazioni rivolgersi all’U.o. Giustizia Alternativa – Tel. 0522796252 – 298; giustizia.Alternativa@re.camcom.it |
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CENTOUNO MILIONI PER RILANCIARE IL MOBILE IMBOTTITO DI PUGLIA E BASILICATA. |
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Bari, 5 febbraio 2013 - L’accordo di programma fortemente voluto e sollecitato dalla Regione Puglia per anni, sarà firmato venerdì 8 febbraio a Roma al dicastero di via Veneto da ministero dello Sviluppo economico, Regione Puglia, Regione Basilicata e Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti). “Dopo i tanti nulla di fatto di tutti questi anni finalmente siamo alla chiusura dell’accordo – ha commentato il Presidente della Regione Puglia - la nostra tenacia espressa con grande energia in questi lunghi cinque anni per il rilancio del mobile imbottito alla fine ha centrato l’obiettivo. Il percorso non è stato semplice. Spesso il disagio degli operatori mal si è conciliato con la disattenzione dei governi che si sono succeduti, più volte sollecitati dal sottoscritto. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta, grazie anche al paziente lavoro svolto sempre in condivisione con le forze sociali e sindacali”. L’impegno della Puglia è di 40 milioni di euro da impiegare nella promozione di progetti legati a investimenti produttivi e di ricerca e sviluppo; altri 40 milioni saranno messi a disposizione dal ministero dello Sviluppo economico (20 destinati alla promozione di investimenti produttivi e 20 alla promozione di progetti di ricerca e sviluppo); ammontano invece a 21 milioni le risorse impegnate dalla Regione Basilicata. “Abbiamo lavorato proficuamente – ha aggiunto la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico - con le parti sociali e con il ministero. L´accordo predisposto è il frutto del comune impegno delle Regioni del sottosegretariato e delle parti sociali. Ora una nuova fase si apre per un settore martoriato dalla crisi ma ancora intriso di imprese che vogliono investire nel settore e nell´area. Dalla loro iniziativa e dalla voglia di innovazione dipenderà il successo dell’accordo”. “L’intesa ha molteplici obiettivi – ha spiegato il ministero dello Sviluppo economico in una nota - la salvaguardia e il consolidamento delle imprese murgiane che operano nel settore del mobile imbottito, l’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali, il sostegno - finalizzato al reimpiego - dei lavoratori espulsi dalla filiera produttiva, in una zona pesantemente colpita dalla crisi delle grandi imprese del comparto”. Sarà un Comitato di coordinamento diretto ministero dello Sviluppo economico – si legge ancora nella nota del Mise - ad assicurare l’organicità degli interventi. Tre i componenti dell’organismo gestionale: uno in rappresentanza del ministero dello Sviluppo economico, uno della Regione Puglia, uno della Regione Basilicata. Invitalia invece avrà il compito di fornire il supporto tecnico. Entro 45 giorni dalla stipula dell’accordo, il Comitato definirà - di concerto con Invitalia e i competenti uffici regionali - il Piano attuativo complessivo dell’intervento pubblico sulla base dell’utilizzo ottimale dei vari strumenti agevolativi. Per il 5 febbraio alle 12.30 la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico ha convocato in assessorato le parti sociali, l’Abi e i sindaci dei comuni interessati, per condividere la bozza di accordo che sarà firmata l´8 febbraio a Roma con il sottosegretario De Vincenti. L’accordo dell’8 febbraio attua l’obiettivo prefissato il 27 luglio, quando la Regione Puglia con il ministero dello Sviluppo economico e la Regione Basilicata sottoscrissero un’intesa per la costituzione di un gruppo di lavoro, che arrivasse in tempi brevi alla definizione dell’accordo. L’intesa di luglio mise fine ad una situazione che si trascinava da cinque anni senza mai giungere ad alcun esito. Cuore del documento la reindustrializzazione delle aree per dare garanzie di lavoro e di sviluppo concreto. I numeri del programma di reindustrializzazione Il programma di reindustrializzazione presentato ad ottobre 2012 contiene 79 proposte indirizzate al territorio della Puglia e 25 a quello della Basilicata, mentre le proposte con localizzazione non precisata sono 3. Le imprese che le hanno presentate sono soprattutto piccole e piccolissime, poche le medie e solo due le grandi. Il valore delle manifestazioni d’interesse per la Puglia supera i 219 milioni per 865 nuovi posti di lavoro. Il 19,5% del totale dell’investimento (42.628 milioni) saranno spesi per ricerca e sviluppo. Il comparto mobili in Puglia Oggi le imprese attive nel settore “Fabbricazione di mobili” in Puglia (che include il mobile imbottito) sono 1.383 e gli addetti 13.653 (il dato è aggiornato al terzo trimestre del 2012 – fonte Camera di Commercio). Le esportazioni di mobili in Puglia nel periodo gennaio-settembre 2012 si sono ridotte dell’11,5 per cento rispetto stesso periodo del 2011, mentre la quota pugliese sulle esportazioni nazionali di mobili è pari al 4,3% (fonte Istat). |
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POTENZA - ARRIVA ANCHE AL SUD IL FONDO “SBLOCCACREDITI” |
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Potenza, 5 febbraio 2013 - La Camera di Commercio di Potenza ha istituito il Fondo rotativo “sbloccacrediti” per un importo pari a 500.000 Euro. Il Fondo vuole favorire lo smobilizzo dei crediti scaduti ma certi, liquidi ed esigibili, vantati dalle micro e piccole imprese del potentino nei confronti dei Comuni della provincia di Potenza. La misura sarà resa operativa da due convenzioni: la prima tra l’Ente camerale e l’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni) di Basilicata, la seconda tra l’Ente camerale e gli Istituti di credito aderenti. La Banca di Credito Cooperativa Montepruno di Roscigno e di Laurino ha già aderito all’iniziativa, mentre per la Banca Popolare di Bari – che ha manifestato la propria disponibilità – occorrerà attendere la definitiva formalizzazione, così come altri Istituti di credito hanno preannunciato. Il finanziamento verrà erogato dalle banche aderenti con rimborso in unica soluzione, per importi non superiori a 10.000 euro per ogni singola impresa che vanti crediti per lavori effettuati o per servizi resi. Va sottolineato che la riscossione non prevede alcun onere per le imprese beneficiarie. «La fase di prolungata e acuta crisi ha messo in grave difficoltà il sistema delle imprese della provincia di Potenza, in particolare sul versante della liquidità, acuendo le difficoltà sul fronte dell’accesso al credito – spiega il presidente della Camera potentina, Pasquale Lamorte -. In particolare, è stata rilevata la situazione critica di molti comuni che sono stati costretti a rinviare i pagamenti alle imprese fornitrici a causa delle norme fissate dal Patto di stabilità interno o da temporanee difficoltà di cassa. Lo “sbloccacrediti” è uno strumento che consente di allentare le tensioni finanziarie, attraverso l’incasso immediato, e di usufruire con semplicità ed immediatezza della liquidità necessaria per prendere una boccata di ossigeno e riavviare la propria attività, elemento indispensabile per la ripresa economica». In termini pratici, come funziona lo sblocca crediti: le micro e piccole imprese creditrici dovranno recarsi presso i Comuni debitori e farsi rilasciare un’attestazione, che dimostri l’esigibilità del credito e la data prevista di pagamento da parte dell’Ente (entro un anno). Con l’attestazione, gli imprenditori si rivolgeranno alle banche aderenti per richiedere l’anticipazione, compilando la domanda di accesso al Fondo. Le banche trasmetteranno i documenti al Comune, che si impegna così a pagare, a scadenza, l´importo certificato direttamente alla banca. Lo stesso importo finirà all’interno del Fondo sbloccacrediti della Camera di Commercio, dando vita alla rotazione che consentirà altre operazioni similari. Si tratta, in definitiva, di una forma di sostegno alle piccole imprese già sperimentata in alcune regioni del Nord e che la Camera potentina – la prima del Sud – ha voluto fare propria. |
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DINAMICA DELLE IMPRESE MANTOVANE NEL 2012 |
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Mantova, 5 febbraio 2013 - I dati relativi alla natimortalità delle imprese in provincia di Mantova per l’anno 2012, elaborati dal Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova, certificano la chiusura di un anno difficile per l’imprenditoria mantovana con un calo di 255 unità, portando la consistenza del Registro Imprese a quota 42.515 imprese registrate. Il tasso di sviluppo di quest’ultimo anno è sceso dello 0,6%, un risultato che cancella il lieve recupero conquistato nel biennio precedente e che fa arretrare lo stock delle imprese al 2009, all’inizio della grande crisi. Crisi che ha investito tutti i territori, ma che a Mantova ha colpito più duramente, complice la struttura economica imperniata sui settori tradizionali che per primi ne stanno subendo le conseguenze, a cui si aggiungono gli effetti del terremoto di maggio che hanno messo a dura prova l’economia della bassa mantovana. Tali fattori hanno inciso sicuramente sulle cessazioni, ma hanno anche scoraggiato l’apertura di nuove imprese, determinando un forte calo delle iscrizioni, più accentuato di quanto avvenuto in ambito nazionale e regionale, dove a fatica, ma anche per quest’ultimo anno, il tasso di crescita è risultato ancora positivo (+0,3% in Italia,+0,6% in Lombardia). Il contesto congiunturale negativo non sembra, tuttavia, condizionare la nascita di nuove società di capitali che segnano un ulteriore aumento annuo del +1,4%, in contrasto con il calo delle imprese individuali ( -1,4%) e delle società di persone (-0,4%). Buona anche la performance delle altre forme (+4,1%) in cui sono annoverati le cooperative e i consorzi. L’analisi delle attività economiche della nostra provincia mette in evidenza ancora una volta la contrazione dei settori più tradizionali: l’agricoltura (-1,8%), la manifattura (-1,3%) le costruzioni (-2%), il commercio (-0,3%) e le attività finanziarie (-1,3%). Al contrario ad accrescere il loro peso nella struttura economica provinciale sono quasi tutte le attività del terziario: alberghi e ristoranti (+2%), servizi di informazione e comunicazione (+1,3%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (+3,1%) e i servizi di supporto alle imprese (+1,7%) e il trasporto e magazzinaggio (+0,5%).Le attività immobiliari invece segnano un -0,1%. In costante crescita sono le attività di servizio alla persona quali: i servizi d’istruzione, i servizi sanitari e le attività culturali e di intrattenimento. Il saldo delle imprese artigiane nel 2012 è stato particolarmente negativo (-2,4%), superiore al dato nazionale (-1,4) e a quello lombardo (-1,3%). Così come si è visto per il totale delle imprese, anche per l’artigianato calano le attività più tradizionali (manifatturiero, costruzioni, trasporti, riparazioni), mentre rimangono pressoché stazionarie le attività artigianali riferite agli altri servizi. In aumento le attività legate alla trasformazione alimentare (gelaterie, gastronomie, pizzerie, ecc.). |
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EX COFA:ACCORDO PROGRAMMA CON COMUNE,PROVINCIA E C.I.A.A. REGIONE ABRUZZO FAVORISCE RIQUALIFICAZIONE AREA DA ANNI IN DEGRADO |
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Pescara, 5 febbraio 2013 - E´ stato siglato, l’ 1 febbraio, a Pescara, in Municipio, tra Regione, Provincia e Comune di Pescara e la locale Camera di Commercio, l´Accordo di Programma relativo alla riqualificazione delle aree Ex Cofa. Sito originariamente di proprietà della Regione che, attraverso il protocollo d´intesa del 31 agosto scorso, è stato ceduto all´Ente camerale pescarese per circa 13 milioni di euro. In particolare, l´Accordo di Programma si propone come finalità di approvare, in variante al Piano Regolatore Generale ed ai suoi strumenti attuativi, lo stralcio dell´area denominata ex Cofa dall´ambito "C" del Piano Particolareggiato n. 2, di individuare nel comparto edilizio (ex art.26 L.r. 18/1983) la forma attuativa maggiormente rispondente alle esigenze delle amministrazioni pubbliche coinvolte, di condividere che la variante al Prg consiste nella perimetrazione di tale comparto, coincidente con le aree di proprietà della Camera di Commercio di Pescara e della Regione inserite nell´ambito "C" del Pp2 del Prg di Pescara, denominate ex Cofa, e di dare concreta attuazione del Comparto edilizio attraverso le previsioni e la procedura stabilite dall´art.26 della L.r. 18/1983. Dal canto suo, il Comune di Pescara assume l´impegno di sottoporre tale Accordo di Programma alla ratifica del Consiglio comunale entro trenta giorni. "Si tratta di un atto politico importante per la città di Pescara - ha dichiarato il capo dell´Esecutivo regionale - poichè consente di attuare un programma di riqualificazione di un´area strategica per la città ma lasciata per molti anni nel più competo degrado. Un atto che, quindi, misura la capacità amministrativa di un´intera classe politica. La Regione, dal canto suo, è lieta di avviare e condividere questo percorso di rinascita di un´ampia zona della parte sud del capoluogo adriatico. Del resto, abbiamo proceduto all´alienazione di una parte del nostro patrimonio immobiliare che non aveva ragione di essere mantenuta. I fondi ricavati dalla cessione dell´ex Cofa - ha spiegato - non saranno impiegati per finanziare la spesa corrente ma per investimenti ed in particolare saranno dirottati sui fondi Fas. Per cui, - ha concluso - serviranno a rimpiazzare parte di quelle risorse che siamo stati costretti ad impiegare per coprire il debito sanitario". |
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MOLISE, TREND NEGATIVO DELLE ASSUNZIONI NEL I TRIMESTRE 2013 |
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Campobasso, 5 febbraio 2013 - In Molise i contratti di lavoro che potrebbero essere attivati nel I trimestre del 2013 potranno superare, nel loro insieme, le 1.000 unità (650 circa in provincia di Campobasso e il restante in provincia di Isernia). E’ quanto emerge dalla consueta indagine trimestrale del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro. Così come accade a livello nazionale, anche in regione la maggior parte di tali contratti riguarderà assunzioni di personale dipendente (690 unità, il 64% del totale). A questi si aggiungeranno poi circa 60 contratti in somministrazione (i cosiddetti "interinali"), pari al 6% del totale, poco più di 200 contratti di collaborazione a progetto (il 19%) e 110 contratti relativi ad altre modalità di lavoro indipendente (l´11%). I programmi occupazionali anche per questo primo trimestre dell´anno si inseriscono, come noto, in un contesto economico ancora difficile. Infatti, il perdurare della recessione e la prospettiva che la stessa si prolunghi per buona parte del 2013 continuano a frenare la ripresa della domanda di lavoro da parte delle imprese. Continua a crescere, inoltre, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni: gli ultimi dati evidenziano che nelle imprese molisane dell’industria e dei servizi, nel trimestre settembre-novembre 2012, gli interventi hanno superato il milione e 200 mila ore. Tenendo conto, oltre che del numero di ore autorizzate, del tipo di intervento, del loro effettivo utilizzo, e della loro distribuzione nel tempo, si può stimare che a novembre gli interventi della Cig corrispondano a una eccedenza occupazionale di oltre 1.800 “occupati equivalenti a tempo pieno” (il 38,7% in più rispetto a un anno prima): 1.200 nell’industria in senso stretto, oltre 400 nelle costruzioni, 200 nei servizi; da un altro punto di vista, due terzi circa in provincia di Campobasso, un terzo in quella di Isernia. Questa eccedenza di manodopera determina nelle imprese una modesta propensione a inserire nuovo personale e, spesso, una tendenza a ridimensionare il proprio organico. Non sorprende quindi che la variazione occupazionale attesa nel primo trimestre dell´anno in Molise sia di segno negativo: alle oltre 1.000 "entrate" di lavoratori (sono stimate circa 1.060 “entrate”), sia subordinati sia autonomi, si contrappongono circa 1.100 "uscite" (dovute a scadenza di contratti, pensionamento o altri motivi), da cui deriva un "saldo" negativo pari a circa 40 unità. La componente penalizzata è quella del lavoro dipendente, per la quale si prevedono, nell´arco del trimestre, poco più di 690 assunzioni e quasi 1.020 uscite, vale a dire circa 330 posti di lavoro in meno concentrati esclusivamente nella provincia di Campobasso (positivo invece il saldo nella provincia di Isernia seppur di 10 unità) . Questa contrazione a livello regionale è però parzialmente compensata da variazioni positive con riferimento alle altre modalità contrattuali, per le quali - come in genere avviene a inizio anno, quando tipicamente si stipulano i nuovi contratti - il numero di contratti attivati dovrebbe superare ampiamente quello dei contratti in scadenza: +30 unità è il "saldo" previsto per i contratti di somministrazione (interinali), +160 quello delle collaborazioni a progetto, e +90 quello degli altri contratti (collaborazioni occasionali e incarichi a professionisti con partita Iva). Delle 690 assunzioni per lavoratori dipendenti programmate dalle imprese molisane nel 1° trimestre 2013 (410 e 280 circa rispettivamente in provincia di Campobasso e in provincia di Isernia), circa il 16% (110 unità in termini assoluti) riguarderà profili "high skill", ossia dirigenti, specialisti e tecnici. La propensione ad assumere questi profili sembra essere, nella regione, inferiore alla media nazionale (dove raggiungono il 20%). Nella regione l´insieme di professioni più numeroso è però quello degli operai specializzati (280 unità, per una quota pari al 40% del totale), seguito da quello dei profili qualificati nelle attività commerciali e nei servizi (190 il 27% ). Le restanti assunzioni riguarderanno profili impiegatizi (90 unità, il 13%) e profili "generici" e non qualificati (30, pari al 4% circa). Dal punto di vista settoriale Il 44% circa delle 690 assunzioni programmate in Molise nel 1° trimestre del 2013 si concentrerà nei servizi, circa 1 punto in meno rispetto al trimestre precedente. Aumenta leggermente, di conseguenza, il peso dell´industria (costruzioni comprese), che raggiungerà il 56% del totale. Tra i servizi, prevalgono le attività legate al commercio, con 90 assunzioni previste, e al turismo-ristorazione (60), mentre il complesso degli "altri" servizi assorbirà circa 160 nuove entrate (pari al 23% del totale). Nell´industria, il comparto che concentrerà una parte significativa delle assunzioni è quello delle costruzioni (260 unità, il 37% del totale regionale). L’analisi per titolo di studio richiesto evidenzia che le 690 assunzioni programmate in Molise nel 1° trimestre 2013 riguarderanno circa 70 laureati, quasi 220 diplomati, 170 figure in possesso della qualifica professionale e poco meno di 230 alle quali non verrà richiesta una preparazione scolastica specifica. La quota dei laureati e diplomati nel loro insieme è dunque pari al 41% del totale, facendo registrare un aumento di circa 22 punti rispetto al trimestre precedente. Essa rimane però ancora inferiore al 52% che si registra in media in Italia. Risulta in aumento anche la quota di assunzioni di qualificati, che passa dal 14% dello scorso trimestre all´attuale 25%, mentre diminuisce quella per cui non è necessaria una formazione specifica (dal 67% al 34%). Continuerà, infine, la difficoltà dei giovani e delle donne ad accedere al mondo del lavoro: in questo trimestre, la quota di assunzioni rivolte ai giovani con meno di 30 anni si attesta attorno al 21% del totale, circa 21 punti in meno rispetto al trimestre precedente. Per quanto riguarda il genere, invece, le "opportunità" per le donne in Molise sempre in questo trimestre risultano pari al 9% circa del totale, circa 12 punti in meno rispetto a tre mesi prima. La versione integrale del testo e le relative tavole territoriali sono consultabili e scaricabili dal sito www.Starnet.unioncamere.it |
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