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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 12 Febbraio 2013
ENERGIE RINNOVABILI - REGIONE SARDEGNA, A GIORNI BANDO PER EFFICIENTAMENTO-RISPARMIO IN PIANI SVILUPPO URBANO  
 
Cagliari, 12 Febbraio 2013 - La Regione Sardegna prosegue sulla strada dello sviluppo sostenibile con l´obbiettivo di ridurre, nell´isola, le emissioni di gas clima alteranti attraverso l’incremento dell´utilizzo di energie rinnovabili e il miglioramento del risparmio energetico per arrivare a conseguire gli obiettivi della strategia "Europa 20-20-20". Entro pochi giorni sarà pubblicato l´avviso per la procedura valutativa a sportello di progetti di efficientamento e risparmio energetico, definiti ed inseriti all´interno di piani integrati di sviluppo urbano sostenibile. Le proposte saranno sottoposte alla verifica di coerenza con i requisiti previsti dal Po Fesr 2007-2013 al fine di potere essere presentate al Fondo di sviluppo urbano (Fsu Ee/) nell’ambito dell’iniziativa Jessica, per la successiva valutazione economico-finanziaria, e l’eventuale finanziamento. L´iniziativa - che si aggiunge a quella da tempo avviata con il progetto Smart City Comuni in classe A e che ha visto l’impegno della Regione nell’accompagnamento di 66 Comuni sardi i quali hanno recentemente approvato e presentato alla Commissione Europea i propri Paes - mira a stimolare la realizzazione di investimenti per l’efficientamento e il risparmio energetico anche con l’apporto di capitale privato attraverso forme di partenariato pubblico e privato. Le risorse finanziarie conferite nel Fondo fanno parte dell’Asse Iii Energia del Po Fesr 2007-2013 e l’avviso si inserisce nel quadro delle azioni messe in campo dalla Giunta per imprimere un´ accelerazione alla spesa dei fondi comunitari. Il Fondo di Partecipazione Jessica Sardegna (Fpjs), istituito a seguito della sottoscrizione nel luglio 2011 di un accordo di finanziamento tra l’Autorità di Gestione del Por Fesr e la Bei (Banca europea degli Investimenti), punta a facilitare la concessione di risorse finanziarie, sotto forma di prestiti, capitale e altri strumenti finanziari equivalenti, verso progetti di sviluppo urbano, inseriti in Paes/piani Integrati o Pisu (progetti integrati di sviluppo urbano) La valutazione dei progetti avverrà secondo le modalità indicate nell’Avviso indetto dalla Presidenza della giunta, Servizio per il coordinamento delle politiche in materia di riduzione dei Co2- Green Economy. I destinatari sono quelli individuati dalla Linea di attività 3.1.2b del Po Fesr e cioè l’Amministrazione regionale, anche attraverso Enti strumentali, agenzie e società in house, gli Enti Pubblici. L´istruttoria e la valutazione di ammissibilità delle istanze avverrà secondo l´ordine cronologico di presentazione.  
   
   
TOSCANA: IMPIANTI FOTOVOLTAICI A TERRA: VIA LIBERA A CRITERI INSTALLAZIONE  
 
Firenze, 12 febbraio 2013 - Via libera alla proposta di deliberazione della Giunta toscana in materia di installazione di impianti fotovoltaici a terra. L’atto è passato con il solo voto di astensione di Giuseppe Del Carlo nella seduta congiunta delle commissioni Ambiente, Agricoltura e Sviluppo economico. La proposta, illustrata dal consigliere Giovanni Ardelio Pellegrinotti che ha svolto un lavoro di sintesi e affinamento oltre che di snellimento delle procedure per favorire l’installazione di impianti, nel rispetto delle normative vigenti e salvaguardando il patrimonio ambientale, detta finalità, campi di applicazione, criteri generali, localizzazione e tipologia distributiva. In estrema sintesi, l’atto intende individuare il corretto inserimento nel paesaggio e sul territorio di impianti fotovoltaici a terra, nel rispetto delle direttive europee 2001/77/Ce e 2009/28/Ce relative alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e agli obiettivi obbligatori da raggiungere entro il 2020 (il 20 per cento per la Comunità, il 17 per cento per l’Italia). Partendo da qui, sono stati individuati criteri per mitigare possibili impatti ambientali e paesaggistici attraverso parametri qualitativi cui fare riferimento. La proposta investe impianti fotovoltaici a terra, ad esclusione di quelli di potenza inferiore a 20 kWp a patto che non interessino aree sottoposte a tutela culturale e/o paesaggistica. Da un punto di vista di localizzazione e tipologia distributiva, per una migliore integrazione, la forma dell’impianto dovrà tener conto delle caratteristiche paesaggistiche, dovrà essere localizzato evitando di interessare coltivazioni storicizzate e le caratteristiche costruttive dovranno essere tali da consentire la massima resa nella minore superficie occupata, un minore ingombro possibile dei moduli fotovoltaici mentre i manufatti a servizio dell’impianto come le cabine di trasformazione, dovranno avere un ingombro contenuto. In tema di localizzazione, saranno privilegiate aree già dotate di rete viaria idonea, eventuali nuovi tratti per l’accesso dovranno comunque rispettare il reticolo delle strade rurali esistenti e comunque una nuova viabilità dovrà essere fatta impiegando materiali drenanti naturali e prestando la cura necessaria alla fauna.  
   
   
FOTOVOLTAICO A TERRA, APPROVATO IL “VADEMECUM” PER IL CORRETTO INSERIMENTO NEL PAESAGGIO  
 
 Firenze, 12 febbraio 2013 – Approvati ieri dal Consiglio i criteri e le modalità di installazione degli impianti fotovoltaici a terra e su frangisole proposti dalla Giunta. Con l’approvazione di questo provvedimento, predisposto dalla Giunta nel febbraio 2012, le regole quantitative previste dalla legge regionale 11/2011 sono completate, per gli impianti superiori a 20kw, con indicazioni di carattere qualitativo. Le indicazioni sul corretto inserimento degli impianti nel paesaggio, sulle misure di mitigazione utilmente applicabili, su caratteristiche costruttive, sistemazioni del suolo, viabilità di servizio e sistemi di sicurezza, sono finalizzate a far sì che i progetti giungano all’istruttoria degli enti competenti avendo affrontato in modo soddisfacente questi diversi aspetti. Secondo l’assessore al governo del territorio, queste indicazioni nel loro insieme forniscono una sorta di “vademecum” sia per i progettisti che per i funzionari pubblici chiamati a valutare i progetti, con l’obiettivo di promuovere buone pratiche di inserimento nel paesaggio e procedure più snelle.  
   
   
LECCE: PIANO PAESAGGISTICO  
 
 Bari, 12 febbraio 2013 - “L’obiettivo di questo Piano Paesaggistico, per la parte di tutela attiva, è cercare di indirizzare di più e meglio, di fornire delle linee guida, degli esempi, dei prototipi per spiegare ai progettisti, alle Amministrazioni, a chi lavora nella trasformazione del paesaggio, che si può fare meglio e come si deve fare”. Così l’assessore Regionale all’Assetto del Territorio, intervenendo ieri mattina al Castello Carlo V di Lecce alla terza conferenza d’area in vista dell’adozione del Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia, organizzata dall’Assessorato alla Qualità del Territorio della Regione e dal Ministero per i Beni e le attività culturali. Lo scopo di questo nuovo ciclo di conferenze è quello di garantire il più ampio coinvolgimento della intera comunità regionale nella definizione degli obiettivi, contenuti e indirizzi che caratterizzano l’ultima fase di formazione del Piano, soprattutto interessata da un’intensa attività di pianificazione congiunta fra Regione e Ministero - Direzione paesaggio e Direzione regionale. “Noi abbiamo troppo lavorato – ha proseguito l’assessore – con vincoli da un lato, e dall’altro, con autorizzazioni spesso rilasciate con la massima discrezionalità, in assenza di indirizzi e prescrizioni da rispettare. L’adozione del Piano, quindi, è anche garanzia di maggiore certezza per i cittadini e di maggiore trasparenza nell’attività della Pubblica Amministrazione”. Oltre al tema della tutela, nel suo intervento l’assessore ha affrontato la delicata questione relativa alla riqualificazione, che comporta, in prospettiva, dei costi notevoli. Tuttavia, ha spiegato l´esponente del governo regionale, “i costi saranno assolutamente inferiori ai benefici che se ne possono ricavare. Pensiamo alla riqualificazione della fascia costiera e a quali benefici può comportare non solo in termini di promozione del turismo, ma anche in termini di riduzione dell’erosione costiera. Si genera in questo modo un risparmio, rispetto ad altri costi ingenti che siamo costretti a sopportare, quando crolla qualcosa. Curare e riqualificare il paesaggio può significare anche risparmiare risorse che noi sovente destiniamo alle emergenze”. “Il caso di Taranto – ha concluso l’assessore – ci insegna che è possibile e doveroso costruire nuovi progetti di futuro; costruire visioni diverse e nella costruzione di visioni e di strategie diverse, non si può non partire da quella sedimentazione di patrimonio ambientale, culturale, materiale e immateriale che anche in una realtà così devastata, resiste ancora”.  
   
   
ISOLA D’ELBA: PROCCHIO, OK ALLA MESSA IN SICUREZZA: ECOMOSTRO GIÙ  
 
Firenze, 12 febbraio 2013 – E’ ormai questione di settimane la messa in sicurezza idraulica di Procchio, all’Isola d’Elba, con conseguente abbattimento dell’ex Cento Servizi, meglio conosciuto come l’ecomostro di Procchio. Regione, Comune di Marciana e società proprietaria dell’area hanno sottoscritto oggi nel primo pomeriggio, a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, l’accordo integrativo che prevede la realizzazione delle opere necessarie per mettere al riparo l’area da situazioni critiche, come quella che si verificò nel novembre 2011. Si tratta dell’ultimo passaggio dell’iter procedurale avviato lo scorso giugno, con l’accordo di programma firmato con Provincia e Comune di Livorno, attraverso il quale la Regione ha impegnato più di 5 milioni di euro. L’accordo integrativo – firmato per la Regione Toscana dal presidente – prevede, oltre all’adozione di tutti gli atti necessari per l’abbattimento delle opere presenti nell’area del fosso di Galea, anche l’individuazione dei tempi per l’adozione di un nuovo piano attuativo, curato della società proprietaria dell’area, per la realizzazione del Centro Servizi. Inoltre individua il termine del 28 febbraio prossimo come quello entro il quale la società stessa dovrà presentare al Comune la Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per poi procedere alla demolizione di tutte le opere costruite sopra e sotto terra.  
   
   
EXPO, APPROVATE LE LINEE GUIDA PER LA SICUREZZA NEI CANTIERI  
 
Milano, 12 febbraio 2013 - Regione Lombardia, con Decreto del 31 gennaio scorso, ha approvato le ´Linee di indirizzo tecniche per la promozione della sicurezza nei cantieri Expo 2015´. Il documento, che nel contrasto al fenomeno degli infortuni sul lavoro si affianca alle azioni previste nel ´Protocollo di Legalità´ sottoscritto tra la Prefettura di Milano e Expo 2015 S.p.a., è stato condiviso con i rappresentanti del partenariato economico-sociale ed istituzionale, così come con i soggetti preposti all´attuazione e alla vigilanza della normativa in materia di sicurezza, come previsto dal Piano regionale 2011-2013 per la promozione della salute e sicurezza sul lavoro. Salute E Sicurezza - Regione Lombardia ha predisposto le ´Linee di indirizzo´, nella consapevolezza che occorra garantire i massimi livelli di tutela della salute e sicurezza sul lavoro all´interno dei cantieri di Expo 2015 e nella convinzione che la responsabilità nella gestione della salute e sicurezza sul lavoro riguarda l´intera organizzazione, dai vertici fino a ogni lavoratore, ciascuno secondo le proprie attribuzioni e competenze e che la salute e la sicurezza sul lavoro e i relativi risultati sono parte integrante della gestione aziendale. I Temi Del Documento - Il documento affronta diversi temi. Tra questi: assegnazione, affidamento di opere e appalti; accettazione di imprese e lavoratori in cantiere; verifica della regolarità contributiva; verifica attività di informazione, formazione e addestramento; attività dei ´Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza´.  
   
   
PRESENTATO A MASSA IL PIANO INTEGRATO PER LA REINDUSTRIALIZZAZIONE E L’OCCUPAZIONE DELLA ZONA  
 
Firenze, 12 febbraio 2013 – Un piano per rilanciare l’area industriale di Massa Carrara e riavviare sviluppo e occupazione sul territorio. L’ha varato la giunta regionale che ha approvato nell’ultima seduta due delibere ad hoc, una delle quali relativa un pacchetto di nuovi incentivi per sostenere l’insediamento di nuove imprese nell’area. Il piano, che è stato presentato il 9 febbraio a Massa, alla presenza dell’assessore regionale al lavoro e alle attività produttive, è l’ultima tappa di un percorso delineato nel Prs 2011-2015, avviato con la richiesta e il successivo riconoscimento di “area di crisi complessa con impatto sulla politica industriale nazionale” da parte del ministero dello sviluppo economico e con i protocolli d’intesa firmati rispettivamente (marzo e novembre 2011) dalla Regione con ministero ed enti locali e con gli enti locali. Uno dei suoi punti di forza è il fatto che si tratta di un piano integrato, che mette insieme, cioè, tutti gli strumenti e le possibili soluzioni per favorire gli investimenti, rendere disponibili le aree, favorire l’occupazione, dare una soluzione ai problemi ambientali. Quanto alle risorse, anche in questo caso la filosofia è quella della massima integrazione. Oltre alle risorse messe in campo per iniziative specifiche (per l’occupazione, per la reindustrializzazione, ecc.), la Regione assicura che verranno messe a disposizione delle imprese che intendono insediarsi nell’area tutte le risorse necessarie a realizzare quello che costituisce l’obiettivo primario del piano. Il piano varato dalla giunta si articola in sette aree tematiche: l’accordo di programma per il Sito di interresse nazionale, lo sviluppo del polo industriale del Nuovo Pignone, la reindustrializzazione dell’area ex Eaton, il consolidamento dei Nuovi Cantieri Apuania, interventi per il settore lapideo, infrastrutture e attrazione degli investimenti, politiche per la competitività e il lavoro. Accordo di Programma sul Sin Bonifica ambientale e ripristino agli usi legittimi dell’area dichiarata Sin dal ministero: questi gli obiettivi, condizione indispensabile per l’avvio di nuove attività, dell’accordo di programma firmato nel 2011 dalle amministrazioni interessate che il piano recepisce e si propone di attuare, anche a partire dalla proposta di deperimetrazione cui la Regione sta lavorando. Nuovo Pignone Sviluppo, industrializzazione e consolidamento occupazionale del polo industriale del Nuovo Pignone sono previsti in attuazione dell’accordo di Programma del 2011 che ha reso possibile, nell’area retroportuale di Marina di Carrara, sviluppo, montaggio e spedizione di manufatti di particolare complessità tecnica e dimensionale, con l’adeguamento delle infrastrutture di collegamento fra zona industriale e porto. Con il cofinanziamento del Progetto Atene, la Regione favorisce il radicamento della Nuovo Pignone nel territorio regionale, promuovendo il potenziamento dei suoi rapporti con il sistema della ricerca pubblico e sostenendo il consolidamento dei rapporti con le Pmi dell’indotto. Reindustrializzazione area Eaton E’ stato avviato un percorso – con uno specifico pacchetto di incentivi per le imprese che si insedino nella provincia di Massa Carrara e l’approvazione di due avvisi pubblici, per la rilevazione delle aree disponibili e, rispettivamente, delle imprese interessate ad insediarsi – con l’obiettivo di arrivare a definire un progetto di reindustrializzazione dell’area, in grado di trovare una soluzione per il ricollocamento dei lavoratori ex Eaton. In particolare, con la delibera approvata dall’ultima seduta di giunta, si è previsto un pacchetto di agevolazioni che consistono in una sezione specifica del Fondo rotativo, che concede finanziamenti a tasso zero per programmi di investimento di imprese artigiane, industriali e cooperative, con un plafond di risorse pari a 6 milioni per il 2013; un’altra linea specifica, all’interno del fondo Emergenza economia, prevede il rilascio di garanzie (da parte di Fidi Toscana) grazie a un plafond per il 2013 di 3 milioni di euro. Il bando per i servizi qualificati prevede, per il 2013, una premialità per i progetti di imprese con sede nella provincia di Massa Carrara. Nuovi Cantieri Apuania La vicenda dei Cantieri, che rischiavano la messa in liquidazione dopo la consegna dell’ultima nave realizzata per le ferrovie, si è conclusa positivamente con la ricerca di un nuovo compratore trovato a seguito di un bando per manifestazione di interesse pubblicato dal ministero per lo sviluppo economico e Invitalia cui ha risposto, fra le altre, l’offerta di Tyg S.p.a, rivelatasi la più adeguata, sia per le prospettive industriali che per gli aspetti occupazionali. L’accordo sindacale per la cessione della totalità delle quote di Nca a Tyg S.p.a. È stato siglato il 17 dicembre 2012. La richiesta di Cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione è stata firmata il 27 dicembre. Interventi per il settore lapideo Il settore, strategico per l’economia locale, ha visto, nell’ultimo decennio, una consistente crescita dell’export di marmi grezzi e una pesante diminuzione, con gravi conseguenze occupazionali, delle esportazioni di lavorati. Gli interventi di sostegno alla ricerca, all’innovazione e al trasferimento tecnologico mirano a un recupero, compatibile con la sostenibilità ambientale, della competitività delle imprese. Interventi infrastrutturali e di attrazione degli investimenti produttivi Essenziali per l’avvio del processo di reindustrializzazione dell’area sono gli interventi infrastrutturali, di incentivazione e di attrazione degli investimenti finanziati o in via di finanziamento da parte delle amministrazioni coinvolte. Fra questi si possono citare quelli previsti dal Piano di intervento urbano sostenibile (Piuss) di Massa e Carrara, che a fronte di un contributo di oltre 13,5 milioni, prevede fra l’altro il recupero di centri storici, di immobili dismessi, la creazione i parcheggi, un nuovo asse viario interventi per traffico e viabilità anche in funzione di una valorizzazione dell’attività lapidea. Politiche per la competitività e il lavoro: l’efficienza del sistema produttivo sarà promossa puntando su innovazione, capacità finanziaria e accesso ai mercati internazionali, attivando forme integrate di sostegno ai processi di collaborazione e aggregazione tra imprese e ancora attraverso il sostegno alle imprese che investono in ricerca e sviluppo, internazionalizzazione, acquisizione di servizi qualificati, sostegno all’imprenditoria giovanile e femminile. Sul fronte lavoro, in campo ci sono tutte le misure anticrisi che un bando, in uscita nei prossimi giorni, rifinanzia per complessivi 13 milioni (incentivi per l’assunzione di donne, giovani laureati, dottori di ricerca, lavoratori provenienti dalla mobilità, stabilizzazione di contratti a tempo determinato, soggetti prossimi alla pensione). La novità di questo bando è costituita dalla “dote”, un pacchetto integrato, pari a circa 12 mila euro per ciascun lavoratore, per favorire l’assunzione di lavoratori licenziati. Si tratta di incentivi pari ad 8000 euro per ciascuna assunzione full time, di un voucher di 3000 euro per la formazione, di deduzioni sulla base imponibile Irap per il 2013. Qualche dato sulla crisi a Massa Carrara La crisi ha colpito più duramente nella provincia di Massa Carrara, il cui comparto manifatturiero era da tempo in difficoltà soprattutto a causa dell’abbandono della grande industria. Oggi il 60% degli addetti è occupato in piccole e medie imprese. Dal 2007 ad oggi il manifatturiero ha perduto il 16% del valore aggiunto. Basso il livello di diversificazione economica, con specializzazione in pochi settori (terziario, attività estrattive, mezzi di trasporto). Il tasso di disoccupazione è del 11,7% a fronte di una media toscana del 6,5; l’occupazione è del 58%, a fronte di una media toscana attestata sul 63,6%. Il Piano di sviluppo e reindustrializzazione delle aree produttive di Massa Carrara sarà il documento fondamentale per la redazione e il perfezionamento dell’Accordo di Programma previsto per le aree di crisi industriale complessa. Queste ultime vengono infatti ora regolate dal decreto attuativo previsto dalla legge di conversione del Decreto Legge “Misure urgenti per la crescita del Paese”. Ai sensi del nuovo Decreto, al momento in fase di pubblicazione dopo l’approvazione della Conferenza Stato-regioni, andrà integrata e aggiornata la documentazione presentata ai fini del riconoscimento di crisi complessa dell’area di Massa Carrara avvenuto nel maggio 2011.  
   
   
TRENTO: IMPRENDITORIA GIOVANILE: IN GIUNTA LE PRIME PROPOSTE CONCRETE E GLI INTERVENTI PER IL 2013  
 
 Trento, 12 febbraio 2013 - Prende corpo il progetto per l´imprenditorialità giovanile, che è tornato al centro dell´attenzione in giunta provinciale, a seguito dei recenti approfondimenti dell’apposito gruppo di lavoro coordinato dal prof. Carlo Borzaga. Dopo il primo step presentato all´esecutivo provinciale il 29 dicembre scorso, l’ 8 febbraio il prof. Borzaga ha relazionato sui successivi e ulteriori momenti di analisi, che hanno fatto emergere alcune concrete proposte. Tra le cose che verranno, un sito web e sportelli territoriali per informare sulle opportunità e sui sostegni per l´imprenditorialità giovanile, mentre entro un mese saranno attivati i Centri di Assistenza Tecnica. In primavera arriveranno poi due bandi "seed money", il primo per una nuova imprenditorialità da estendere ai vari settori individuati dal progetto, il secondo per il sostegno alle attività di servizio impegnate nella valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale locale. Entro giugno 2013 verrà pubblicato un nuovo bando per le Carte Ila (Individual Learning Account); entro agosto i bandi per selezionare tre nuovi Hub/incubatori specializzati in welfare/benessere, cultura, turismo/ambiente. In autunno verranno definite le modalità per la messa a disposizione dei giovani imprenditori di strutture pubbliche in cui ospitare attività di impresa in cerca di spazi per nascere o per crescere. Infine, un fondo per interventi nel capitale di rischio delle imprese sociali e delle cooperative composte da giovani e una riserva di quote dei fondi di partecipazione al capitale di rischio a favore delle altre imprese create da giovani contribuiranno a completare una filiera positiva e costruttiva per favorire il diffondersi dell´imprenditoria giovanile in Trentino. Rispetto ai macrosettori considerati dal Progetto (Welfare, Wellbeing, cultura, educazione, servizi al turismo, valorizzazione/tutela ambientale, attività di comunicazione e gestione di dati e informazioni, green economy e agricoltura), l´analisi di quanto la Provincia autonoma di Trento sta facendo e dovrà fare nel prossimo futuro per sostenere concretamente e positivamente l´imprenditorialità giovanile ha individuato quattro categorie di misure: quelle che creano opportunità di mercato per le nuove imprese; che diffondono la conoscenza e l´informazione sul fare impresa; che rafforzano i servizi di supporto; che integrano gli interventi di sostegno economico. Per quel che riguarda la creazione di opportunità di mercato per le nuove imprese, il gruppo di lavoro propone di stabilizzare le risorse destinate ai voucher di conciliazione (3 milioni di euro per il 2013), individuando al contempo risorse nell´ambito della nuova programmazione europea 2014-2020, prevedendo una prima impostazione programmatica già entro la primavera 2013. Per il futuro molto prossimo, entro febbraio 2013 verrà effettuata una prima individuazione del coinvolgimento del privato nell’offerta di servizi e svolgimento di attività atttualmente offerte dal settore pubblico, aggiornando il Piano di miglioramento, mentre entro aprile 2013 dovranno essere individuati tipo di servizi e ammontare delle risorse finanziarie per i "buoni di servizio" per l´acquisizione di prestazioni di assistenza domiciliare e servizi semiresidenziali a favore dei non autosufficienti. Per la diffusione della conoscenza e dell´informazione sul fare impresa, i corsi post diploma e post laurea Fse (in parte già programmati) saranno reindirizzati verso lo sviluppo della cultura imprenditoriale e connotati da una maggiore specializzazione. Anche i corsi brevi di formazione permanente andranno riorientati in direzione dello sviluppo dell´imprenditorialità, così come i Piani giovani di zona e i Piano giovani di ambito per i quali, entro il giugno di quest´anno, si prevede di attivare momenti formativi per i referenti tecnici dei Piani e costituire lo Sportello informativo Giovani, che raccolga e riproponga attività rivolte ai giovani, con particolare riferimento a quelle che riguardano l´imprenditorialità giovanile. A breve verrà aperto un nuovo sito web che - raccordandosi con il sito già attivato sul sostegno alle imprese - diffonderà informazioni in merito alle opportunità esistenti o via via attivate a sostegno della nascita e del consolidamento delle imprese giovanili. Nel corso del 2013, infine, saranno attivati sportelli territoriali di informazione sull´imprenditorialità, coinvolgendo anche Trentino Sviluppo, le associazioni di categoria e i Centri di Assistenza Tecnica. Per il rafforzamento dei servizi di supporto alla formazione e al consolidamento, accanto alle borse di studio per giovani laureati, laureandi e ricercatori per promuovere idee imprenditoriali, entro il giugno 2013 sarà pubblicato il bando delle Carte Ila (Individual Learning Account) per percorsi di formazione e/o di specializzazione su tematiche specifiche (green economy, sviluppo sostenibile, imprenditorialità ecc.). Altre misure, nel corso del 2013, riguarderanno la valorizzazione delle attività di preincubazione e incubazione già attivate presso soggetti pubblici. Ciò sarà possibile, in primo luogo, creando Hub territoriali per promuovere e sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali, attraverso l’utilizzando dei B.i.c. E di altri spazi che verranno messi a disposizione sul territorio da associazioni di categoria, istituti di credito ecc.. In secondo luogo, si punterà su una maggiore specializzazione e sul coordinamento delle attività di sostegno alle imprese già in essere, con una precisa definizione degli ambiti di operatività di Trentino Sviluppo (settore manifatturiero-meccatronica), di Progetto Manifattura (green economy), di Trento Rise (Ict dal lato dell´offerta), di Fondazione Ahref (comunicazione e media). Tre saranno invece le azioni "nuove": entro agosto di quest´anno sarà pubblicato il bando per la costituzione di 3 Hub/incubatori specialistici privati, con bandi di seed money finanziati da risorse Fesr, nei tre settori del welfare/benessere, della cultura, del turismo/dell´ambiente. Entro la fine di questo mese saranno definiti i criteri per l’attivazione dei Centri di assistenza tecnica alle imprese. Infine, a fine settembre saranno definite le modalità per la messa a disposizione dei giovani imprenditori di specifiche strutture pubbliche da utilizzare per le attività di impresa. Infine, il quarto importante capitolo riguarda gli interventi di sostegno economico. Accanto a quelle già esistenti (e cioè gli incentivi monetari previsti dalla legge 6/99, con aiuti particolari per l´imprenditorialità femminile e giovanile; gli interventi di politica del lavoro, con i sostegno previsti per l´avvio di un´attività - autoimpiego e per lo sviluppo di un´idea imprenditoriale; il Premio Impresa innovazione D2t Start Cup di Trentino Sviluppo; i sussidi per favorire la costituzione e lo sviluppo di nuove forme cooperative; i fondi per promuovere il capitale di rischio delle imprese artigiane e di quelle cooperative), il Gruppo di lavoro propone due iniziative di seed money, la prima per promuovere l’avvio di nuova imprenditorialità, da riorientare ed estendere ai settori individuati dal Progetto, la seconda per il sostegno alle attività di servizio che siano a supporto della fruibilità del patrimonio ambientale e culturale locale, entrambi con bandi che saranno pubblicati entro aprile 2013. Saranno infine costituiti un fondo per interventi nel capitale di rischio delle imprese sociali e delle cooperative costituite e partecipate da giovani, nonché una riserva di quote dei fondi di partecipazione al capitale di rischio già esistente, da impiegare a favore delle altre imprese giovanili.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA TEMPORANEAMENTE GLI AIUTI AL SALVATAGGIO A FAVORE DELLA BANQUE PSA FINANCE  
 
Bruxelles, 12 febbraio 2013 - La Commissione europea ha autorizzato temporaneamente la Francia a concedere la Banque Psa Finance un mercato delle emissioni di garanzia per la somma di 1,2 miliardi di euro, in linea con le norme Ue sugli aiuti di Stato. L´autorizzazione della Commissione è subordinata alla presentazione durante questo periodo di un piano di ristrutturazione per il Psa nel suo complesso. Il piano deve inoltre garantire la sostenibilità della Banque Psa Finance. La garanzia coprirà nuove emissioni del mercato obbligazionario e beneficiare Banque Psa Finance e titoli emessi dalla Banca entro e non oltre sei mesi dalla data della decisione. Questi titoli rappresentano crediti nei confronti della Banque Psa Finance. Scadenza è di tre anni a decorrere dalla data del rilascio. La Commissione ha ritenuto che la concessione di tale garanzia è necessaria per garantire l´accesso di Banque Psa Finance ed evitare distorsioni del mercato contagio al sistema bancario francese che incidere sul costo dei finanziamenti bancari. Orientamenti della Commissione sugli aiuti di Stato alle banche durante la crisi (cfr. Ip/08/1495 e Ip/11/1488 ) prevedono che la Commissione può autorizzare gli aiuti al salvataggio, per un periodo di sei mesi a preservare la stabilità finanziaria. Questo aiuta non solo a beneficio del Banque Psa Finance, ma la Psa nel suo complesso, la Francia deve presentare alla Commissione un piano di ristrutturazione per il Psa. Su questa base, la Commissione adotterà una decisione definitiva sugli aiuti.  
   
   
TUTELA CONSUMATORI, PER UMBRIA DDL APRE NUOVO DIALOGO CON CITTADINI E UTENTI  
 
Perugia, 12 febbraio 2013 - E´ proprio l´individuazione di misure ed azioni utili ad aprire un nuovo dialogo tra Regione e consumatori ciò che caratterizza il ddl a tutela dei consumatori recentemente preadottato dalla Giunta regionale dell´Umbria, proprio per attenuare la tradizionale e strutturale posizione di debolezza del consumatore nei confronti delle imprese e dei soggetti erogatori dei servizi pubblici locali: lo sostiene l´assessorato regionale alla tutela dei consumatori in riferimento alle critiche mosse contro la normativa dal Movimento in difesa del cittadino. Il disegno di legge, muovendosi sulla linea di una tradizione consolidata nella nostra regione che, ricordano dall´Assessorato, ha avuto la prima legge in merito fin dal 1987, cerca di riorganizzare l´intero settore favorendo la diffusione delle associazioni, il loro radicamento nel territorio e la loro rappresentatività. Le dichiarazioni rilasciate alla stampa dalla rappresentante del Movimento in difesa del cittadino, purtroppo porta ad affermazioni ovvie, lontane dal nucleo delle questioni e dalle novità che si vogliono introdurre con la normativa. Compito della Regione non è quello di "fornire un programma alla Consulta", in una vecchia logica accentratrice e dirigista, quanto piuttosto quello di fornire alle Associazioni lì rappresentate tutti gli strumenti utili ad incidere in maniera penetrante sulla complessa materia dei diritti dei consumatori. Per questo, finalità del ddl è favorire il consolidamento delle Associazioni sul territorio regionale, rendendole interlocutrici effettivamente rappresentativi dell´universo dei consumatori e degli utenti umbri. Ad esempio, a differenza del passato, entreranno a far parte della Consulta solo le Associazioni, senza fine di lucro, con un numero di iscritti non inferiore allo 0,5 per mille degli abitanti in Umbria, distribuiti in cinque comuni. Stessa regola per l´accesso ai contributi. Così come viene consolidata la Consulta, oggi intesa come un organismo dove le Associazioni sono investite del compito di rappresentare unitariamente proposte, iniziative e programmi. Ciò proprio per facilitare la concertazione sulle misure da prendere e focalizzare risorse ed interventi dove sono realmente fattori di tutela e sviluppo. Ma è dal punto di vista della strumentazione che la legge consegna nelle mani delle Associazioni che il ddl è particolarmente innovativo. L´art. 7, in particolare, in maniera del tutto innovativa rispetto alle legislazioni di settore, introduce la "Partecipazione dei cittadini al sistema di controllo di qualità dei servizi pubblici locali". Non solo estendendo le disposizioni della finanziaria 2008 ai servizi pubblici gestiti o affidati dalla Regione, ma promuovendo la realizzazione, attraverso appositi protocolli d´intesa settoriali con le associazioni, delle linee guida delle carte di qualità dei servizi pubblici locali erogati sul territorio regionale. E, soprattutto, prevedendo per la prima volta una conferenza dei servizi, con la partecipazione delle associazioni, degli enti locali e dei soggetti gestori dei servizi, per operare controlli e monitoraggi periodici sulla qualità, universalità ed economicità delle prestazioni dei servizi pubblici locali.  
   
   
A GENNAIO DOMANDA DI CREDITO CON LUCI E OMBRE: CRESCONO LE RICHIESTE DI CREDITO DALLE IMPRESE E QUELLE DI PRESTITI DA PARTE DELLE FAMIGLIE. CONTINUA SENZA SOSTA IL CALO DEI MUTUI  
 
Bologna, 12 febbraio 2013 – Il 2013 si è aperto con il segno positivo, +6% rispetto al mese di gennaio 2012, relativamente alla domanda di credito da parte delle imprese italiane, in linea con il trend che si era già delineato nel corso dei mesi precedenti. Ugualmente positivo il dato relativo alle richieste di prestiti da parte delle famiglie che - pur scontando ancora la contrazione dei consumi di beni durevoli, specie quelli di importo più rilevante come auto, moto, arredamenti, elettrodomestici, tipicamente sostenuti dall’accensione di un finanziamento – a gennaio ha fatto registrare un incoraggiante incremento del +5%, che replica il dato di dicembre. Di segno opposto, invece, l’andamento della domanda di mutui, il cui calo non sembra avere fine: -14% nel primo mese dell’anno, un dato che, in termini assoluti, risulta di gran lunga inferiore rispetto alle rilevazioni registrate nel mese di gennaio di tutti gli anni precedenti. Queste evidenze emergono dal Barometro Crif sulla domanda di credito, elaborato sulla base del patrimonio informativo di Eurisc, il Sistema di Informazioni Creditizie di Crif. La Domanda Di Credito Da Parte Delle Imprese Nel mese di gennaio 2013 il numero di finanziamenti richiesti dalle imprese italiane (analizzati sulla base delle anagrafiche censite nel Sic di Crif e riconducibili sia a imprese individuali sia a società di persone e capitali) ha fatto segnare complessivamente un +6%, a parità di giorni lavorativi, rispetto al primo messe del 2012. Domanda Di Credito Dalle Imprese (numero di richieste) a gennaio 2013 – a parità di giorni lavorativi
Domanda Di Credito Dalle Imprese (numero di richieste) - a parità di giorni lavorativi Var. % gennaio 2013 su gennaio 2012 Var. % gennaio 2013 su gennaio 2011 Var. % gennaio 2013 su gennaio 2010 Var. % gennaio 2010 su gennaio 2009
Gennaio +6% -7% +3% +4%
Fonte: Eurisc – Il Sistema Crif di Informazioni Creditizie La rilevazione del Barometro Crif non consente di identificare la finalità dei crediti richiesti ma è plausibile che, in questa fase caratterizzata da una perdurante incertezza, l’esigenza prevalente da parte delle imprese sia riconducibile più al sostegno all’attività corrente che al finanziamento di nuove iniziative e investimenti. Per altro, la rilevazione di gennaio appare significativa non solo perché riporta il segno positivo dopo la parentesi di dicembre, riallineandosi alla dinamica complessiva del 2012, ma soprattutto in quanto, in termini assoluti, risulta il dato più alto registrato nel primo mese dell’anno dal 2007 ad oggi con la sola eccezione del gennaio 2011. Analizzando la domanda di credito da parte delle imprese in funzione dell’importo, dal Barometro Crif emerge che a gennaio 2013 quasi un terzo delle richieste (il 31,26% del totale, per la precisione) si è concentrato nella fascia fino a 5.000 euro ma, nel complesso, il 60% delle richieste presentate presentava un importo inferiore ai 20.000 euro. Questo dato evidentemente è giustificato dal peso preponderante delle richieste effettuate da ditte individuali e società di piccole dimensioni, che rappresentano il segmento più numeroso tra le imprese attive sul territorio nazionale. Le richieste comprese tra 20 e 50.000 euro, invece, hanno rappresentato una quota pari al 20,7% del totale mentre quelle oltre i 50.000 euro il residuale 19,7%. Relativamente all’importo medio dei finanziamenti complessivamente richiesti, però, a gennaio 2013 si evidenzia un consistente aumento (addirittura +25% rispetto al dato di gennaio 2012) che lo porta ad assestarsi intorno ai 64.000 euro. Più dettagliatamente, l’importo medio dei finanziamenti richiesti dalle ditte individuali è stato pari a 31.200 euro contro una media di oltre 69.300 euro richiesti dalle società. “L’andamento delle richieste di finanziamento rappresenta un indicatore di grande importanza per tastare il polso, in modo sistematico e tempestivo, alle nostre imprese – spiega Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di Crif –. Nello specifico, il dato di gennaio offre una importante conferma al fatto che le imprese italiane non abbiano smesso di cercare sostegno anche in questa delicata fase ma la crescente richiesta di finanziamenti si confronta ancora con la selettività da parte degli Istituti di credito, alle prese con il rispetto dei vincoli di capitale e la necessità di tenere sotto controllo la crescente rischiosità dei portafogli”. La Domanda Di Prestiti Da Parte Delle Famiglie Anche la domanda di credito da parte delle famiglie risulta ancora fortemente condizionata dalle incertezze del quadro macroeconomico, con la conseguente fragilità dei bilanci familiari, la crescita del tasso di inflazione e livelli di disoccupazione in continuo e preoccupante aumento. Eppure negli ultimi mesi si cominciano a registrare incoraggianti segnali di ripresa. Nello specifico, confrontando il numero complessivo delle richieste di prestiti rilevato a gennaio 2013 con quello del corrispondente mese del 2012 si registra, infatti, un incremento del +5%, che conferma il dato di dicembre. Domanda Di Prestiti Dalle Famiglie (numero di richieste) a gennaio 2013 – a parità di giorni lavorativi
Domanda Di Prestiti (numero di richieste) Var. % gennaio 2013 su gennaio 2012 Var. % gennaio 2013 su gennaio 2011 Var. % gennaio 2013 periodo anno 2010 Var. % gennaio 2013 su anno 2009
Gennaio +5% -10% -12% -15%
Fonte: Eurisc – Il Sistema Crif di Informazioni Creditizie Per altro, l’andamento della domanda si caratterizza per un segno positivo sia per i prestiti personali sia per quelli finalizzati. Entrando nel dettaglio, nel primo mese dell’anno i prestiti finalizzati hanno fatto segnare un positivo +14% rispetto al corrispondente mese del 2012, che in termini assoluti ha riportato il numero delle domande sui livelli del primo mese 2011. Per i prestiti personali, invece, la crescita è stata più contenuta, comunque pari a +6%, che riporta il numero delle domande quasi sui livelli del 2010 e 2011, comunque ben al di sopra del picco più basso toccato nel primo mese del 2012. Permangono però anche segnali di cautela da parte delle famiglie, che trovano evidenza negli importi medi richiesti: a gennaio 2013, nel complesso dei prestiti personali più finalizzati, l’importo medio delle richieste è stato pari a 7.461 euro, ben al di sotto dei valori registrati in tutti gli anni precedenti. Per i prestiti finalizzati l’importo medio è stato pari a 4.479 euro (-11% rispetto al gennaio 2012) mentre per i prestiti personali la media si è assestata a 11.592 euro (-8% rispetto a gennaio 2012). “In questa delicata fase sarebbe auspicabile che, anche attraverso appropriati interventi legislativi, si determinassero condizioni maggiormente favorevoli per uno sviluppo equilibrato del credito alle famiglie e, conseguentemente, per la crescita del Paese – aggiunge Capecchi -. Del resto, una nuova espansione del mercato attraverso una maggior disponibilità di credito, essenziale per la ripresa dei consumi e dell´economia nel suo complesso, dipende sicuramente dal consolidamento della stabilità degli operatori e da un aumento della loro efficienza, ma anche da un quadro normativo che possa favorire lo snellimento delle procedure gestionali del business e, per questa via, riduca il costo del credito stesso”. La Domanda Di Mutui Residenziali A differenza delle altre forme tecniche analizzate in precedenza, per quanto riguarda la domanda di mutui residenziali, invece, il calo non sembra avere fine e, in termini assoluti, si continuano a registrare record negativi. Per altro, il -14% di gennaio rispetto al corrispondente mese del 2012 non deve trarre in inganno in quanto proprio all’inizio del 2012 era cominciato il crollo delle richieste di finanziamenti per l’acquisto della casa che ha caratterizzato l’intero anno passato. Domanda Di Mutui (numero di richieste) a gennaio 2013 – a parità di giorni lavorativi
Domanda Di Mutui (numero di richieste) a parità di giorni lavorativi Var. % gennaio 2013 su gennaio 2012 Var. % gennaio 2013 su gennaio 2011 Var. % gennaio 2013 periodo anno 2010 Var. % gennaio 2013 su anno 2009
Gennaio -14% -52% -54% -49%
Fonte: Eurisc – Il Sistema Crif di Informazioni Creditizie Per altro, negli ultimi mesi va registrata la sostanziale scomparsa dei mutui di surroga e sostituzione, di fatto oggi non più convenienti per i richiedenti, mentre negli anni scorsi avevano parzialmente sostenuto il mercato, dando la possibilità alle famiglie di rinegoziare le condizioni del proprio finanziamento. A ulteriore conferma della delicatezza di questa fase del ciclo economico va considerata anche la progressiva diminuzione dell’importo medio richiesto per i mutui, che nel mese di gennaio appena concluso ha fatto registrare un ulteriore calo, attestandosi a 127.769 euro contro una media di 131.445 euro del 2012. “Il pesantissimo calo della domanda di nuovi mutui che si registra da oltre un anno a questa parte è spiegabile principalmente con le difficoltà derivanti dalla crisi, che ha indotto le famiglie italiane a posticipare a momenti più favorevoli l’acquisto di un immobile residenziale – conclude Capecchi - e questo atteggiamento di estrema cautela non è stato stimolato neppure dalla diminuzione dei prezzi delle abitazioni registrata nel corso dell’ultimo anno. In altre parole, le famiglie italiane sembrano essersi ‘autocensurate’, evitando di appesantire il proprio indebitamento rispetto al reddito disponibile, in una sorta di deleveraging, nel timore di poter trovare difficoltà nel ripagare nel tempo il finanziamento acceso”.
 
   
   
DIRITTO ALLO STUDIO: I RISULTATI DELLA TRATTATIVA STATO-REGIONI  
 
Roma, 12 febbraio 2013 - Ottimo risultato, quello ottenuto nel confronto tra governo e Regioni sul decreto per il Diritto allo studio universitario. Lo afferma l’assessore al Diritto allo Studio della Regione Puglia. Intanto si è definito che per il prossimo anno accademico i requisiti di reddito e di merito per l´accesso alle borse di studio rimangano quelli esistenti, previsti dal Dpcm del 2001. Poi - fatto di grande rilievo, nell’ultima versione del Decreto presentata alle 13 del 7 febbraio dal Governo - scompaiono le fasce di reddito, che stabilivano criteri di accesso differenziati da Regione a Regione, con una penalizzazione grave di chi studia nel Mezzogiorno: una proposta odiosa e discriminatoria, contro cui si era espresso con forza il movimento di questi giorni. Ma resta molto da discutere e approfondire, a partire dall’ipotesi, contenuta nel decreto ancor oggi, di un inasprimento eccessivo dei criteri di merito, senza neppure la salvaguardia dei bonus, così come richiesto in sede tecnica dalle Regioni. Si è deciso però di inserire questo punto all´ordine del giorno di una seduta straordinaria della Conferenza Stato/regioni il prossimo 21 febbraio. Ora, una volta messo indiscutibilmente in chiaro che le norme su cui interverrà il Decreto saranno valide solo a partire dall’anno accademico 2014-2015, non si capisce perché – e nell’interesse di chi - una questione così delicata debba subire una forzata accelerazione ed essere discussa frettolosamente a solo tre giorni dal voto, senza il tempo necessario per svolgere i doverosi approfondimenti e la valutazione delle ricadute delle norme proposte sulle condizioni degli studenti. Il 12 febbraio il Ministro Profumo infine incontrerà le rappresentanze degli studenti e le regioni.  
   
   
MILANO, LA NEVICATA DELL´ANNO CREA DANNI ALLE IMPRESE PER 92 MLN  
 
Milano, 12  febbraio 2013- I meteo dicono che sarà la “vera” nevicata dell’anno. Gelo e basse temperature sono previste per ieri e oggi su tutta la Lombardia, e la neve sta già causando danni al sistema imprenditoriale del territorio con perdite stimate secondo l’ufficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza, in oltre 92 milioni di Euro per la regione, imputabili principalmente ai costi per il trasporto delle merci, in alcuni casi bloccato in via preventiva (65 milioni di euro). Le perdite dovute ai ritardi o al mancato arrivo sul posto di lavoro sono stimate in più di 27 milioni di euro. Solo le attività imprenditoriali dell’area metropolitana di Milano e Monza e Brianza - area che sarà imbiancata, stando alle previsioni, da 25 cm di neve - risentono della nevicata per oltre 33 milioni di Euro. E’ quanto emerge da una stima dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese, Aci, Istat. Ma la nevicata fa bene allo sci - Secondo la metà delle agenzie di viaggio milanesi, sentite dalla Camera di Commercio di Milano, la scelta preferita per le vacanze di Carnevale sarà la settimana bianca o il week end sulla neve, in linea con le prenotazioni del periodo o in lieve crescita. Ecco le prime località per accoglienza turistica e ristorazione - In pole position i grandi centri non solo sciistici di Bolzano e Trento. Tra le mete specializzate negli sport invernali, secondo un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al quarto trimestre 2012 e 2011, prima Merano con 400 tra alberghi, bar e ristoranti. Seguono Aosta (287), Selva di Val Gardena (257), Livigno (252) e Castelrotto (228). In un anno tra le mete del turismo invernale che crescono di più, esclusi i capoluoghi, Rovereto (+11 imprese, +5,9%), Selva di Val Gardena (+7 imprese, +2,8%), Brunico (+6 imprese,+4,1%) e Marebbe (6 imprese, +4,8%). Per regione, in Val d’Aosta prime per accoglienza e ristorazione Aosta, Valtournenche e Courmayeur, nelle Dolomiti Belluno e Cortina, in Tirolo Bolzano, Merano e Selva di Val Gardena, in Lombardia Livigno, Sondrio e Bormio.  
   
   
MARCHE, SALDO NEGATIVO DI 1.177 IMPRESE  
 
 Ancona, 12 febbraio 2013 - Le Marche. La regione più manifatturiera d’Italia e quella che vanta il primato di imprese artigiane. Punti di forza che nel 2012 si sono rivelati punti di debolezza per il sistema produttivo regionale. Infatti, mentre in Italia il numero delle imprese è aumentato di 18.911 unità, nella regione, secondo i dati diffusi oggi da Unioncamere Marche ed elaborati da Infocamere, le aziende registrate alle Camere di commercio sono diminuite in dodici mesi di 1.177 unità, con la scomparsa di oltre 3 mila posti di lavoro. Un risultato imputabile al fatto che 11.606 imprese hanno cessato l’attività mentre sono stati 10.429 i marchigiani che hanno avviato una nuova azienda. Nel 2011, che è stato pur sempre un anno di crisi, le imprese marchigiane erano invece aumentate di 100 unità. “Peggio delle Marche” sostiene il Presidente Unioncamere Marche Adriano Federici “ hanno fatto solo Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, tutte regioni con una forte e diffusa presenza di piccole e medie imprese. Sono quelle che più hanno risentito della crisi per il crollo del mercato interno, solo parzialmente contenuto grazie alla buona domanda internazionale. Con la chiusura di oltre 11 mila imprese nelle Marche si sono persi anche migliaia di posti di lavoro , per non parlare di competenze e tradizioni importanti. Ora l’obiettivo deve essere quello di rimettere al centro dell’azione politica l’impresa e il lavoro, riducendo su entrambi i fronti la pressione fiscale e favorendo la nascita di nuove imprese ad elevato contenuto occupazionale e tecnologico”. A pesare sul risultato negativo del sistema produttivo marchigiano, è stato il notevole calo delle imprese delle costruzioni (-584), frenate sia dal sostanziale blocco degli appalti pubblici e della nuova edilizia privata, sia dalle perduranti difficoltà di accesso al credito. A ciò, purtroppo, si aggiunge il calo delle imprese in agricoltura e nella pesca (-699) mentre la riduzione dei consumi interni ha pesato sul commercio (-420) e sui trasporti (-68). Pesante il bilancio del settore manifatturiero (-380) dove pesa soprattutto la riduzione delle imprese meccaniche (-115) e calzaturiere (-105). Male anche l’abbigliamento che perde 60 aziende e il mobile che ne lascia per strada 42. Particolarmente negativo il bilancio dell’artigianato che perde 533 aziende e chiude il 2012 poco sopra le 50 mila unità. Un saldo positivo si ha invece per i servizi e le attività professionali mentre sono cresciute anche le attività di alloggio e ristorazione (+152), in particolare agriturismo e bed & breakfast. In crescita anche le imprese cooperative (+41) che alla fine dell’anno erano 2.539. Dall’analisi dell’andamento delle imprese marchigiane in base alla ragione sociale, risulta evidente come siano state soprattutto le imprese individuali a pagare il prezzo più alto della crisi (- 1.416) mentre sono diminuite anche le società di persone (-252). Al contrario, prosegue la crescita delle società di capitali (+487) che, per la prima volta, nella nostra regione, hanno superato il numero delle società di persone (34.977 contro 34.9419). Una dimostrazione di come i neoimprenditori marchigiani siano impegnati a creare forme societarie più moderne e strutturate rispetto ai loro padri. Per quanto riguarda l’andamento delle imprese sul territorio regionale , il calo più consistente è stato nelle province di Macerata (-380) e Ancona (-378). Pesante anche il bilancio del sistema produttivo pesarese (-292). Più limitato il calo delle imprese a Fermo (-106) e ad Ascoli (-21). I mesi più difficili per l’economia regionale, secondo Unioncamere, sono stati quelli tra gennaio ed aprile, con un calo di 1.560 imprese. Ad una illusoria ripresa nel secondo trimestre dell’anno (+990), hanno fatto seguito un terzo trimestre in discesa (-106) ed un quarto trimestre ancora più negativo (-491).  
   
   
EMILIA ROMAGNA: FIRMATO IL DECRETO CHE ASSICURA LA COPERTURA DEL 100% DEI COSTI PER IMPRESE E CITTADINI. LA SODDISFAZIONE DI ERRANI, CHE SOLLECITA GLI ALTRI PROVVEDIMENTI PER LA RICOSTRUZIONE.  
 
Bologna, 12 febbraio 2013 - “Accogliamo con soddisfazione questo risultato, molto importante e non scontato, ottenuto dalla Regione e dalle istituzioni locali”. E’ il commento del presidente della Regione e commissario delegato alla ricostruzione Vasco Errani al Decreto firmato ieri a tarda sera dal presidente del Consiglio che assicura la copertura al 100% dei costi della ricostruzione per abitazioni e imprese. "Le giuste richieste delle zone interessate dal sisma non potevano essere ignorate - sottolinea Errani - Andiamo ora avanti in questa direzione, con le ordinanze conseguenti che saranno emanate la prossima settimana, auspicando rapidità nell’esecuzione degli impegni assunti per definire e perfezionare, da parte del Governo, ulteriori provvedimenti necessari per una completa ricostruzione”.  
   
   
PROGETTO CNCB: COOPERAZIONE DI RETE E CLUSTER PER IL SUCCESSO IMPRENDITORIALE IN EUROPA CENTRALE  
 
Venezia, 12 febbraio 2013 – Distretti, dalla collaborazione internazionale una marcia in più per il loro sviluppo come sistema imprenditoriale nell’Europa Centrale, ma anche per rafforzare i cluster già operativi e radicati nei Paesi. Giunge alle battute finali il progetto Cncb (Cooperazione di rete e di cluster per il successo imprenditoriale in Europa Centrale), finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Central Europe, che coinvolge 10 partner provenienti da Austria, Italia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Slovenia e che mira a sviluppare strumenti transnazionali a sostegno dello sviluppo dei distretti in termini di gestione, ottimizzazione ed internazionalizzazione. La conferenza finale del progetto si terrà mercoledì 13 febbraio al Centro Culturale Don Orione - Artigianelli a Venezia presso le Zattere (Dorsoduro 909/a) con inizio alle ore 9.30. A Venezia si riuniranno tutti i soggetti attivi nel progetto che illustreranno come un distretto (cluster), se organizzato e diretto secondo determinate modalità, può rivelarsi lo strumento ideale per aprire la strada a nuove imprenditorialità o consolidare le esperienze già esistenti. Particolare attenzione verrà data al ruolo del Cluster Manager (coordinatore di distretto), cui compete la gestione della collaborazione tra distretti affini per prodotto. Durante l’evento sarà possibile, per i Cluster Manager, partecipare ad incontri “Cluster to Cluster” focalizzati sui settori energie rinnovabili, Ict e tecnologie; biotecnologie, farmaceutica e cosmetica; agroalimentare, turismo, industria creativa e sviluppo dei beni culturali; meccanica. Tutti settori che in Italia vedono già una significativa e radicata presenza di distretti in grado di rapportarsi con nuove esperienze che stanno prendendo vita in Europa Centrale. «La Conferenza Finale Cncb – spiega Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto, partner italiano del progetto assieme alla Provincia di Milano – si propone da un lato di presentare i risultati finali del progetto e delle attività rivolte allo sviluppo e alla valorizzazione dei cluster, dall´altro di stimolare la discussione sulle prospettive e il futuro dei distretti nei programmi europei favorendo lo scambio di esperienze e buone pratiche». I lavori saranno aperti da Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto, Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto – Eurosportello, Maria Luisa Coppola, assessore all´Economia e sviluppo, ricerca ed innovazione della Regione Veneto, e Werner Pamminger, amministratore delegato di Clusterland Oö Gmbh, Lead Partner del progetto. I temi oggetto delle conferenze della mattinata saranno gli strumenti per il successo dei cluster, una panoramica sulla gestione del cluster di eccellenza e prossimi passi sullo sviluppo del cluster nell’Unione Europea, le prospettive e il futuro dei distretti nei programmi europei. Programma completo della Conferenza finale progetto Cncb http://www.Unioncameredelveneto.it/userfiles/
id169__2013.02.13_cncbfinalconference.pdf
 
 
   
   
MOBILE IMBOTTITO: FIRMATO A ROMA ACCORDO PER INCENTIVI STATALI E REGIONALI  
 
Bari, 12 febbraio 2013 - È stato firmato l’accordo di programma per il mobile imbottito. Via libera dunque al rilancio del comparto di Puglia e Basilicata grazie a 101 milioni di euro di risorse, quaranta del Ministero dello Sviluppo economico (Mise), 40 della Regione Puglia e 21 della Regione Basilicata. Il documento, che è stato siglato oggi, 8 febbraio 2013, dai dirigenti del Mise, della Regione Puglia, della Regione Basilicata e di Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione di investimenti e lo sviluppo di impresa) adesso è alla Corte dei Conti per la registrazione, poi diventerà operativo. Tre le azioni prioritarie: la salvaguardia e il consolidamento delle imprese operanti nel settore del mobile imbottito; l’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali e il sostegno al reimpiego di lavoratori espulsi dalla filiera produttiva. Perché questo avvenga, il ministero, utilizzando i propri regimi di aiuto, promuoverà programmi di investimento e di ricerca e sviluppo delle imprese, privilegiando i progetti in grado di determinare un ritorno significativo in termini di prospettive di mercato e di addetti. La Regione Puglia concorrerà alla realizzazione dei programmi attraverso il ricorso ai suoi incentivi e, in particolare, ai Contratti di Programma, destinati alle grandi imprese, ai Pia (Programmi integrati di agevolazione) per le medie aziende, agli Aiuti alle piccole imprese per progetti integrati di agevolazione (il cosiddetto Pia Piccole Imprese) e agli Aiuti agli investimenti iniziali alle micro e piccole imprese (più noto come Titolo Ii). La Regione Basilicata, invece, concorrerà alla realizzazione dei programmi di investimento localizzati nei comuni di Ferrandina, Matera, Montescaglioso e Pisticci, cofinanziando gli interventi del Mise. Le imprese beneficiarie di tutti gli interventi dovranno assumere “prioritariamente” il personale del bacino pugliese e lucano attualmente in cassa integrazione, in mobilità o disoccupato. La durata dell’accordo di programma è di 36 mesi; il termine però potrà essere prorogato per il completamento delle iniziative avviate. Sarà il Mise a coordinare l’attuazione dell’accordo attraverso la costituzione di un Comitato di coordinamento composto da tre membri, uno per il ministero stesso, uno per la Regione Puglia e l’altro per la Regione Basilicata. “La Regione Puglia è già al lavoro”, ha sottolineato la vicepresidente e assessore allo sviluppo economico che oggi era al Mise con il presidente. “In attesa che l’accordo diventi operativo, infatti, noi continuiamo a lavorare ai tavoli di concertazione che avevamo già attivato prima dell’accordo, a cominciare da quello dedicato al credito bancario. A questo proposito mi fa piacere annunciare che alcune banche stanno proponendo apposite linee di credito proprio per le aziende del polo del salotto. Inoltre, gli strumenti messi in campo dalla Regione Puglia sono già operativi. Questo ci permette di avviare in modo tempestivo gli interventi previsti”. All’accordo è stato aggiunto un Addendum firmato dal sottosegretario del Mise Claudio De Vincenti, dai presidenti delle due Regioni e dai sindaci dei Comuni interessati. “Nell’addendum – ha spiegato la vicepresidente – una specifica attenzione è stata riservata ai lavoratori delle aziende per le quali gli ammortizzatori sociali scadono alla fine dell’anno. Infatti con il Mise e la Regione Basilicata ci siamo impegnati a promuovere un tavolo di confronto con il ministero del Lavoro proprio allo scopo individuare misure utili per questi lavoratori. Così ci stiamo ponendo il problema a 360 gradi: mentre lavoriamo agli investimenti, riserviamo un’attenzione specifica ai lavoratori che vanno incontro alla scadenza degli ammortizzatori sociali”.  
   
   
PANINI SRL, CASSA IN DEROGA BLOCCATA ALL’INPS: REGIONE TOSCANA PREME PER LO SBLOCCO  
 
Firenze, 12 febbraio 2013 – E’ l’Inps, in attuazione della circolare del Ministero del Lavoro, e non la Regione a tener bloccato il pagamento della Cassa integrazione i deroga per i lavoratori dell’azienda Panini srl di Livorno. A ricordarlo è l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione che replica così alle erronee affermazioni dei vertici dell’azienda riportate in questi giorni dalla stampa. La Regione, cui compete l’autorizzazione della Cassa integrazione i deroga, ha infatti regolarmente autorizzato, il 10 gennaio scorso, la sospensione dal lavoro richiesta dall’azienda e pervenuta negli uffici regionali nella prima settimana di novembre, relativamente al periodo primo novembre-31 dicembre 2012. Purtroppo anche la domanda della Panini è, come tutte le altre relative alla parte terminale del 2012 ed inviate all’Inps successivamente al 31 dicembre, oggetto del blocco del pagamento da parte dell’Inps, così come disposto dalla nota del ministero del lavoro del dicembre scorso. Nell’eventualità che siano state inoltrate ulteriori richieste per il 2012 o per il 2013, anche queste sarebbero oggetto di blocco, anche perchè nessuna richiesta relativa al 2013 può essere autorizzata ne erogata fino alla stipula degli accordi Stato-regioni per le risorse 2013. Proprio prevedendo le gravi ricadute sociali evidenziate in questi giorni anche anche per i lavoratori della Panini, la Regione Toscana insieme alle altre Regioni, ha più volte sollecitato il governo ad un intervento urgente per modificare la disposizione per il 2012 e per firmare quanto prima i decreti che permettano le autorizzazioni per il 2013. L’ultimo appello, sollecitato dall’assessore toscano coordinatore delle Regioni per il lavoro, è stato inviato dal presidente della Conferenza delle Regioni qualche giorno al ministro del lavoro. Per quanto riguarda la Toscana il blocco ad oggi riguarda circa 10.591 lavoratori per il 2012 mentre le richieste per il 2013, già pervenute è bloccate dall’assenza del decreto, riguardano 17.686 lavoratori per circa 40 milioni di euro di fabbisogno. L’assessore, che mercoledì incontrerà, a Roma, i segretari nazionali di Cgil, Cisl,uil per concordare eventuali iniziative, auspica che il ministero del lavoro rimuova per quella data il blocco dei pagamenti per il 2012.  
   
   
ELECTROLUX. PRESIDENTE VENETO: “REGIONE FARA’ TUTTO QUANTO E’ IN SUE POSSIBILITA’ E COMPETENZE A PARTIRE DA NUOVO STANZIAMENTO 11 MILIONI EURO PER AMMORTIZZATORI SOCIALI”  
 
 Venezia, 12 febbraio 2013 - In merito allo sciopero che ha interessato ieri i lavoratori dell’Electrolux di Susegana il Presidente della Regione Veneto ha dichiarato: “Siamo al fianco dei lavoratori, come sempre, in un momento delicatissimo per l’economia veneta con 162 mila disoccupati e 1 giovane su 4 senza lavoro. Quando si manifesta nel rispetto della legge si stimolano gli enti locali e le parti sociali ad attivarsi. Per quanto riguarda la Regione, la Giunta sta facendo e farà tutto quanto nelle sue possibilità e competenze a partire dal nuovo stanziamento di 11 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali per arginare una crisi che è di sistema”.  
   
   
BISTEFANI PASSA ALLA BAULI: PRESIDENTE VENETO, “UNA LUCE NEL BUIO DELLA CRISI, ORGOGLIO PER ECONOMIA VERONESE E VENETA”  
 
Venezia, 12 febbraio 2013 - “Una luce in mezzo al buio di una crisi difficilissima e un motivo di orgoglio per i veneti e per l’intera economia della nostra regione”. Con queste parole, il presidente della Regione del Veneto esprime la sua soddisfazione per l’acquisizione da parte dell’Azienda veronese Bauli della piemontese Bistefani, produttrice, tra l’altro, dei noti biscotti “krumiri”. “Questa operazione – aggiunge il presidente – rafforza la leadership veronese e veneta nel settore dolciario, ed in generale nel distretto agroalimentare. Si tratta di uno degli storici punti di forza dell’economia veneta – prosegue – che con l’acquisto della Bistefani da parte della Bauli conferma le capacità imprenditoriali e la qualità produttiva che i veneti sanno esprimere”.  
   
   
PARMA, È ANCORA RECESSIONE I DATI DELL’OML PER IL TERZO TRIMESTRE 2012. PERSI 853 POSTI DI LAVORO, TIENE L’AGROALIMENTARE E LA FARMACEUTICA.  
 
Parma, 12 febbraio 2013 – Continuano gli effetti negativi della nuova fase recessiva della crisi. Anche nel Parmense i segni della depressione si fanno evidenti: diminuisce la produzione industriale, per il secondo trimestre cala l’export e continua l’emorragia di posti di lavoro. Nel terzo trimestre 2012 se ne sono persi 853 (soprattutto maschi adulti) di cui 285 nel manifatturiero. Sono 1634 i rapporti di lavoro perduti complessivamente nei primi nove mesi del 2012, 675 nel manifatturiero la metà dei quali nella meccanica generale. Un impatto che, se confrontato con altre realtà, risulta più contenuto solo grazie alla tenuta del settore agroalimentare, sempre più una ricchezza strategica per il territorio, a cui si affianca la farmaceutica. Lo ha sottolineato Manuela Amoretti, assessore al Lavoro e Politiche sociali della Provincia, intervenuta questa mattina alla presentazione, alle due Commissioni di Concertazione, dei dati del terzo trimestre 2012 dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro. “ Sono dati pesanti che confermano anche nel nostro territorio una congiuntura negativa e che evidenziano la necessità di robuste politiche nazionali per rilanciare la crescita e dunque l’occupazione. – ha detto Amoretti – E’ dunque necessario che i territori continuino gli interventi a sostegno dello sviluppo. La Provincia di Parma si è messa subito al lavoro, avuta la certezza che avremmo continuato a operare, per aggiornare insieme a tutti i soggetti sociali e economici un pacchetto di interventi anche per il 2013 ”. Due le novità del rapporto che Pier Giacomo Ghirardini, responsabile dell’Osservatorio della Provincia, ha elaborato insieme a Monica Pellinghelli. “E’ questo il quinto trimestre di recessione monitorato – ha spiegato – e mentre nei mesi precedenti la crisi si era accanita su manifatturiero e costruzioni, nel terzo trimestre 2012 è dilagata anche nelle attività del terziario. In più nel periodo esaminato si è avvertito per la prima volta, e non solo a Parma, il forte impatto della riorganizzazione a seguito della riforma del lavoro”. La perdita infatti, oltre che nell’industria e nelle costruzioni (-117 nel solo trimestre 539 nei 3 trimestri 2012), intacca anche i servizi ( -513 in totale) e in particolare settori fino a ora indenni ovvero commercio (-107 unità) , alberghi e ristoranti (-224). A questi si aggiungono 59 posti di lavoro persi nelle attività finanziare e 84 negli altri servizi pubblici, sociali e personali. Unico dato in crescita è nell’agricoltura con + 52 unità e, nel terziario, l’area del lavoro somministrato (+134 unità). Aspetti che segnalano ulteriormente la sofferenza del territorio sono: il calo dei rapporti di lavoro a tempo determinato (-400 unità) mentre crescono quelli a tempo indeterminato (+ 352 unità) e crolla il lavoro intermittente (-805 unità) questo per il probabile effetto della nuova normativa; la creazione netta di 2.632 posti di lavoro a tempo parziale a fronte di una parallela distruzione di 2.680 posti di lavoro a tempo pieno. Si rileva inoltre la mancata e insufficiente creazione di posti di lavoro per i giovani: nel terzo trimestre 2012 gli avviamenti al lavoro nella fascia 15-24 anni si sono ridotti di più di quelli riferiti agli adulti. Torna a crescere (125,2%) la Cig ordinaria (complessivamente 1576 le unità lavoro congelate) a segnalare l’aumento della platea di imprese in crisi, mentre si riduce quasi della metà il ricorso a quella in deroga. La progressione dei flussi di mobilità permane preoccupante (+17,7%) compreso il fatto che si tratta per lo più di mobilità individuale. “Sono dati da prendere con realismo, pensando agli strumenti che possiamo mettere in piedi, ancora una volta come abbiamo fatto in questi anni difficili – ha detto Pier Luigi Ferrari chiudendo l’incontro – Dobbiamo però anche chiederci se l’Europa, Italia compresa, intenda lavorare per un nuovo new deal. E’ importante che a Parma esistano settori che hanno una funzione drenante della crisi, ma il vero tema è come fronteggiare l’emergenza sociale che comunque questa crisi genera. Su questo si gioca la sfida dei prossimi mesi e dobbiamo fare fronte comune per poterla vincere”.  
   
   
AREA TORRESE, REGIONE: SOSTIENE I SINGOLI TERRITORI E LE LORO SPECIFICITÀ  
 
Napoli, 12 febbraio 2013 - "Con l’incontro di stamattina che, unitamente al consigliere Martusciello e al consigliere Sentiero, abbiamo scelto di svolgere direttamente a Torre Annunziata, confermiamo la ferma volontà di impegnarci sempre di più per sostenere i singoli territori con le loro specificità. Accanto a questo, proseguiamo il confronto costante con le parti sociali, nell’ambito di tavoli pubblici, aperti e nella logica della concertazione e della trasparenza, con cui saranno prese tutte le decisioni." Così l’assessore al Lavoro e alla Formazione Severino Nappi, al termine del tavolo sull’Area di Crisi Torrese che si è svolto l’ 8 febbraio presso il Comune di Torre Annunziata. "In un´area difficile come quella Torrese, che negli anni ha assistito a troppi soprusi e a forte rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, abbiamo il dovere di stare al fianco delle amministrazioni locali, di sollecitare il tessuto produttivo del territorio, molto spesso fatto di piccole e medie imprese e di impegnarci al massimo per salvaguardare i livelli occupazionali delle tante aziende in crisi e programmare le future opportunità di sviluppo. Accanto alle misure già previste dal Piano di Azione Coesione, abbiamo ribadito la nostra disponibilità a rendere immediatamente fruibili ulteriori risorse previste nel Piano di Azione “Campania al Lavoro!” che, dopo un ulteriore approfondimento con le associazioni datoriali, saranno a disposizione della comunità Torrese."  
   
   
CALABRIA: SOTTOSCRITTO PROTOCOLLO D’INTESA CON LE CONCESSIONARIE DI ACQUE MINERALI  
 
Catanzaro, 12 febbraio 2013 - L’assessore regionale alle attività produttive Antonio Caridi ha promosso e sottoscritto, in rappresentanza della Regione Calabria, un protocollo d’intesa con le ditte concessionarie di acque minerali che impegna le parti a mantenere il posto di lavoro di tutta la forza lavoro occupata. L’atto è stato firmato, nella sede dell’assessorato regionale, con la “Mangiatorella S.p.a.”, “Calabria Acqua Minerale S.a.s.”, “Sila S.p.a.” e “Fontana della Salute S.r.l.”. Il protocollo nasce in seguito alla delibera adottata dalla Giunta regionale in merito all’istituzione di un canone a carico dei concessionari di acque minerali e termali per l’imbottigliamento e la commercializzazione delle stesse, commisurato alla quantità di risorsa idrominerale emunta. Le società concessionarie hanno esposto all’assessore Caridi le problematiche economiche, di mercato e sulla concorrenza, derivanti dall’applicazione del canone concessorio nella misura stabilita. “Pertanto – ha dichiarato Caridi - abbiamo provveduto ad apportare nella delibera di Giunta di approvazione dei canoni la possibilità di una riduzione del imposta del 60% per i concessionari che sottoscrivono protocolli d’intesa con la Regione Calabria che stabiliscono patti sulla difesa dei livelli occupazionali. Ciò – ha evidenziato Caridi – consente di evitare prevedibili riflessi sul piano degli investimenti occupazionali, considerate le condizioni sociali ed economiche del territorio calabrese, con particolare riferimento alle note problematiche occupazionali già critiche ed oggi aggravate dalla crisi economica in atto, ed anche di poter trarre il maggior profitto dal bene demaniale a beneficio della collettività sia di rispettare il principio comunitario di libera concorrenza del mercato”. Dal canto loro i rappresentanti delle quattro società firmatarie hanno espresso apprezzamento e plauso per l’assessore Caridi, la cui attenzione ha consentito di produrre un mantenimento dei livelli occupazionali, che costituisce un risultato di grande rilevanza in questo specifico momento di crisi. Secondo i concessionari, inoltre, la prosecuzione di questi positivi rapporti e di questa sinergia permetterà la realizzazione di attività improntate ad etica e legalità, con l’avvio di un circolo virtuoso a vantaggio delle aziende ed a favore dei consumatori e dell’intera economia calabrese.  
   
   
COMMISSIONE PROVINCIALE ARTIGIANATO NAPOLI: OLTRE TREMILA PRATICHE SBLOCCATE. CALDORO: "IMBOCCATA GIUSTA DIREZIONE".  
 
 Napoli, 12 febbraio 2013 - La Commissione Provinciale per l´Artigianato di Napoli (Cpa), insediata il 21 gennaio scorso, ha sbloccato dall’insediamento ad oggi 3560 pratiche. In particolare, ha definito 1560 iscrizioni, 1000 modifiche, 1000 cancellazioni, Entro il 28 febbraio 2013 la Cpa prevede la chiusura delle restanti pratiche 2012, per arrivare ad un totale di 4800 pratiche sbloccate. "Le commissioni provinciali per l’artigianato – sottolinea il consigliere del presidente Caldoro per le Attività Produttive e lo Sviluppo Economico Fulvio Martusciello - sono state ricostituite lo scorso 17 gennaio 2013. Questo passo ha dato il via allo sblocco di migliaia di pratiche tra iscrizioni, variazioni e cancellazioni dall’Albo delle imprese artigiane. "Come promesso, in poco tempo abbiamo rimosso l’ostacolo che bloccava l’avvio di nuove attività, e riattivato un importante e significativo comparto dell’economia e dell’occupazione campana, che consentirà un rilancio del tessuto produttivo della Campania", conclude Martusciello. "Abbiamo imboccato - dice il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro - la direzione giusta. Stiamo facendo un ottimo lavoro con risposte concrete in un settore che ha pagato un prezzo altissimo per la crisi. L´artigianato rappresenta una risorsa per Napoli e la Campania. La Regione nei limiti delle sue possibilità è in prima linea per sostenere e rilanciare il settore."  
   
   
TRENTO: PORFIDO, 278 AZIENDE SCOMMETTONO SULLA FILIERA DI QUALITÀ  
 
Trento, 12  febbraio 2013 - Sono 278 le aziende trentine ammesse a far parte della Filiera del porfido di qualità. Rappresentano quasi il 90% delle imprese attive nel settore e si impegnano a seguire un insieme di regole che non ha eguali nel panorama italiano. Rispetto di standard di qualità per i singoli prodotti, prezzi minimi di riferimento per evitare fenomeni di concorrenza sleale, divieto di affidare le lavorazioni di grezzo a soggetti esterni alla filiera, formazione del personale e rigorose misure per la sicurezza: questi i punti cardine dell’accordo che rappresenta le fondamenta sulle quali innestare i progetti di rilancio e valorizzazione del settore che nel 2012 ha pagato pesantemente gli effetti di una doppia crisi, congiunturale e strutturale, facendo registrare un calo medio di fatturato pari al 5%. Gli aderenti alla Filiera si sono incontrati giovedì 7 febbraio presso la Mensa delle cave di Albiano, per la loro prima assemblea generale, alla presenza di tutti i soggetti coinvolti: Provincia autonoma di Trento, Distretto del porfido e delle pietre trentine, Confindustria, Associazione artigiani, sindaci dei comuni interessati e rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Lanciata esattamente un anno fa con la prima presentazione pubblica a Fornace, la “Filiera del porfido di qualità” è ora pienamente operativa. Raccolte le adesioni da parte delle aziende, messo a punto il regolamento nella sua ultima versione, si è concluso anche il meticoloso lavoro di raccolta e verifica dei dati aziendali: dati di produzione, informazioni sul personale, controllo delle fatture di vendita e dei registri Iva; passati al setaccio anche i meccanismi di interscambio di grezzi e materiali finiti tra soggetti della filiera. Un’attività che ha permesso per la prima volta di catalogare quasi l’intera totalità delle attività legate al porfido – dall’estrazione in cava alla prima e seconda trasformazione, dalla collocazione sul mercato alla posa in opera - classificandola secondo i parametri di qualità massima e minima. Complessivamente sono 278 le aziende aderenti, così suddivise: 76 concessionari di cave, 86 imprese di trasformazione, 98 posatori, 18 ditte impegnate nel settore commerciale e nei servizi. L’elenco degli iscritti è disponibile sui siti web del Distretto (www.Pietretrentine.it) e dell’Ente Sviluppo Porfido (Espo) al quale è affidata la funzione di segreteria operativa. Nel corso dell’Assemblea generale pubblica da parte di Distretto, Provincia, Comuni, Associazioni di categoria si è alzata una voce unanime nel sottolineare l’importanza dell’accordo che rappresenta la base per la nascita di ulteriori e specifiche collaborazioni, potendo anche contare sulle incentivazioni finanziarie che legislazione provinciale offre in tal senso: contratti di rete, aggregazioni funzionali e dei lotti, fusioni, specifiche collaborazioni per rafforzare la presenza sui mercati esteri, saranno la misura sulla quale si misurerà la volontà delle aziende del settore estrattivo trentino di uscire da una crisi che sta pesando in modo pesante su imprese e lavoratori. Ma ecco, nel dettaglio, alcuni dei passaggi strategici codificati dal regolamento. Qualità aziendale. Rispetto delle normative ambientali, normative sociali e contributive ed ad un orientamento sempre più forte all’adeguamento a normative ambientali di tipo volontario, tra cui Emas ed Ecolabel; è raggiunta anche attraverso la formazione permanente di lavoratori ed imprenditori. Qualità della materia prima. Rispetto dei criteri identificativi della qualità della materia prima e delle tolleranze, con i relativi controlli. Ad ogni categoria di grezzo viene assegnato un prezzo che determina a sua volta il prezzo del prodotto finito. Qualità di prodotto. Marcatura Ce e rispetto delle regole del marchio “Porfido trentino controllato”. Qualità di posa in opera. Rispetto delle regole in materia di lavoro, verificato anche mediante appositi controlli, rispetto dei prezzi minimi. Qualità dei servizi. Creazione di un apparato di servizi tecnici e logistici coordinato ed efficiente. Accesso alla Filiera. Obbligatorio impegnarsi a lavorare i semilavorati con propri lavoratori o, in alternativa, cedere il materiale solo ad aziende facenti parte della Filiera. Per farlo le aziende adottano un sistema (software) per equilibrare il rapporto prezzo/qualità di grezzo e prodotto finito, garantiscono la correttezza della circolazione del materiale grezzo ed adottano i prezzi di riferimento indicati nello stesso regolamento. Controlli sulle caratteristiche minime di semilavorati e grezzo. Effettuati con cadenza almeno annuale dall’organo di controllo, ammettono una tolleranza del 5% rispetto agli standard minimi del materiale. Tavolo operativo di garanzia. Organo di controllo composto da quattro persone esterne al mondo produttivo diretto del porfido, composto oltre che dal rappresentante di Espo, soggetto gestore della Filiera, da un rappresentante delle Amministrazioni Comunali più rappresentative del porfido, da un rappresentante di Confindustria e da un rappresentante dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese. Le nomine saranno convalidate dal Tavolo di Coordinamento. Segreteria operativa. Ruolo svolto dall’Espo (Ente sviluppo porfido) che dovrà verificare periodicamente il rispetto del regolamento e dei requisiti da parte delle aziende aderenti. Al Tavolo di Filiera spetta il potere sanzionatorio nei confronti di quanti disattendono le regole. L’identificazione di anomalie e irregolarità porterà a puntuali e tempestive diffide e ad eventuali espulsioni, con il rischio anche di perdere anni di concessione delle cave. Fondamentale inoltre il coinvolgimento delle associazioni di categoria, con Confindustria e Associazione Artigiani chiamati a garantire il supporto alle azioni del Tavolo e della segreteria operativa, i Comuni che garantiranno le verifiche del rispetto dei disciplinari di cava e sull’interscambio di grezzo, le organizzazioni sindacali impegnate nell’attività di monitoraggio e controllo sul territorio. Per quanto riguarda i contributi per i macro-investimenti la Provincia autonoma di Trento ha più volte ribadito che riserverà particolare attenzione alle aziende iscritte alla filiera. Tra gli altri vantaggi che tale sistema può portare al ciclo produttivo del porfido trentino, oltre ad una maggiore credibilità nei rapporti con istituzioni e ordini professionali, ci sono anche un’autoselezione del comparto secondo principi etici e virtuosi, il riconoscimento della qualità dei materiali e della posa, la definizione dei costi aziendali sostenibili per la materia prima e per i prodotti finiti con stabilizzazione della remunerazione del lavoro dipendente o autonomo, un migliore accesso alle linee di credito, basi per accordi di rete di impresa, ricerca tecnologica coordinata, maggiore forza contrattuale e precise indicazioni di mercato.