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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Marzo 2013
UE ANNUNCIA NUOVI FONDI PER STIMOLARE LA CRESCITA E L´ACCESSO ALL´ENERGIA NEL PACIFICO  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - Il Commissario europeo per lo Sviluppo, Andris Piebalgs, ha annunciato il 21 marzo nuovi finanziamenti che ammontano a € 10 milioni per promuovere l´accesso all´energia sostenibile nelle isole del Pacifico. Alla vigilia del vertice di Energia del Pacifico, che si terrà ad Auckland, in Nuova Zelanda, il 24 - 25 marzo, il Commissario ha sottolineato che il finanziamento avrebbe fornito l´accesso all´energia a prezzi accessibili e sicuro per i più poveri che vivono in alcune delle zone più remote del il Pacifico, contribuendo ad aumentare in modo significativo le opportunità commerciali e di crescita nella regione. Il nuovo supporto si traduce in un impegno precedente dal Fondo investimenti per il Pacifico (Ifp), che mira a colmare le lacune di finanziamento per i progetti dal taglio di borse con i fondi delle istituzioni finanziarie e del settore privato. La dotazione iniziale del Ifp è di € 10 milioni di euro, annunciato lo scorso anno, e più finanziamenti potrebbero essere forniti in futuro (fino a € 10 milioni in più). Pertanto, l´Ifp contribuirà a incentivare finanziamenti supplementare essenziale, concentrandosi sugli investimenti infrastrutturali in aree diverse quali l´energia, il cambiamento climatico e l´acqua. Parlando l´annuncio, il commissario Piebalgs ha dichiarato: "Al momento, il Pacifico è trattenuto per la sua posizione isolata e la mancanza di accesso all´energia. E ´chiaro che non ci può essere sviluppo senza energia sostenibile e conveniente. Allo stesso tempo, ci sono notevoli opportunità per il settore privato in questo campo. Ecco perché la nostra funzione di nuovi investimenti è così importante ed è un momento di incontro privilegiato per i donatori, le istituzioni finanziarie e le imprese allo stesso modo di riunirsi e di ridurre la povertà, investendo in progetti sostenibili e ambientali. Facciamo il massimo enorme potenziale di questa regione e ottenere il Pacifico ancora di più sulla strada della crescita ". La posizione isolata delle isole del Pacifico e successive elevati costi di importazione di combustibile porta ad una reale mancanza di accesso all´energia a prezzi accessibili e sostenibili. Questo influisce notevolmente le opportunità di salute, istruzione e commercio nella regione. Circa il 46% delle persone nel Pacifico, si pensa di essere svantaggiati. Più tardi (3 - 4 aprile), il commissario Piebalgs parteciperà a una riunione ad alto livello che riunisce autorità comunitarie e nazionali delle isole del Pacifico a Samoa, per discutere le priorità della cooperazione Ue-pacifico per i prossimi anni.  
   
   
COMMISSARIO OETTINGER ACCOGLIE CON FAVORE L´ADOZIONE DEL CONSIGLIO, DEL REGOLAMENTO DI INFRASTRUTTURE ENERGETICHE  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - Günther Oettinger, commissario europeo per l´Energia ha detto il 21 marzo: "Questa è davvero una svolta e darà una grande spinta alle infrastrutture tanto necessaria: Invece di aspettare fino a 12 anni o più di permesso, gli sviluppatori di cruciale infrastrutture transfrontaliere - come gasdotti o reti elettriche - avrà una decisione circa 4 anni questo modo di risparmiare tempo e denaro -.. E ci aiuterà a creare un vero e proprio mercato europeo in cui i sistemi di energia sono fisicamente collegati tra loro i consumatori e le imprese trarranno vantaggio perché la concorrenza mantiene i costi verso il basso.´´ Oggi il Consiglio ha adottato il regolamento sugli orientamenti per le reti transeuropee delle infrastrutture energetiche. Il Parlamento europeo ha già formalmente approvato il regolamento. Per sfruttare gli investimenti tanto necessari di 200 miliardi di euro per le reti elettriche e reti del gas entro il 2020, il regolamento istituisce un nuovo quadro normativo per le infrastrutture cruciali: Si prevede un nuovo permesso più trasparente e accelerata la concessione di procedura che in genere non supera i 3 anni e 6 mesi. La procedura di ridurre i costi amministrativi per un determinato progetto in tutta Europa, in media, del 30% dalla parte dei promotori. Questa procedura accelerata si applica solo per le grandi infrastrutture, i cosiddetti "progetti di interesse comune". In base al regolamento, si tratta di progetti che sono transfrontalieri o avere benefici per due o più Stati membri. I progetti possono essere ammissibili al finanziamento comunitario nell´ambito del meccanismo per collegare l´Europa. Per ulteriori informazioni: http://ec.Europa.eu/energy/infrastructure/strategy/2020_en.htm  
   
   
ENERGIE RINNOVABILI: LA COMMISSIONE EUROPEA DEFERISCE LA POLONIA E CIPRO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA PER IL MANCATO RECEPIMENTO DELLA NORMATIVA UE  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - La Commissione Europea assegna la Polonia e Cipro alla Corte di giustizia dell´Unione europea per il mancato recepimento della direttiva sulle energie rinnovabili. La presente direttiva mira a garantire che la quota di energia da fonti rinnovabili nell´Ue è del 20% entro il 2020. Doveva essere recepita dagli Stati membri entro il 5 dicembre 2010. "Siamo impegnati a raggiungere i nostri obiettivi del 2020 di energia e clima. A tal fine, è indispensabile che tutti gli Stati membri applicare la legislazione in materia di energia rinnovabile. Queste energie è una soluzione problemi della lotta contro il cambiamento climatico, stimolare la crescita economica in Europa e la sicurezza dell´approvvigionamento. ", ha detto Oettinger, commissario europeo per l´Energia. La Commissione propone una multa giornaliera di 133,228.80 € per la Polonia e 11,404.80 € per Cipro. Le sanzioni proposte rispecchiano la durata e la gravità dei reati. In caso di giudizio favorevole della Corte, la penalità giornaliera è versata alla data della sentenza fino al completamento del recepimento. La Corte deciderà il loro importo finale. Mancata trasposizione della direttiva in Polonia e Cipro hanno indotto la Commissione ad inviare lettere di diffida ai due paesi, rispettivamente in gennaio e novembre 2011. Lei ha inviato un parere motivato alla Polonia nel marzo 2012 e Cipro nel giugno 2012. Nonostante queste azioni, questi due Stati membri non hanno ancora completato la trasposizione. La Commissione esamina anche la situazione in altri Stati membri a cui sono state inviate lettere di costituzione in mora e / o pareri motivati ​​per il mancato recepimento della direttiva sulle energie rinnovabili. Le misure adottate oggi dalla Commissione potrebbe essere seguita nei prossimi mesi, altri rinvii alla Corte di giustizia.  
   
   
MERCATO INTERNO DELL´ENERGIA: LA COMMISSIONE EUROPEA DEFERISCE LA ROMANIA ALLA CORTE PER NON AVER RECEPITO INTEGRALMENTE LE NORME UE  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - La Commissione europea si riferisce la Romania alla Corte di giustizia dell´Unione europea per non aver recepito integralmente le regole del mercato dell´energia interne dell´Ue. Ad oggi, la Romania ha recepito solo parzialmente le direttive elettricità e gas. Tuttavia, gli Stati membri dovrebbero già essere pienamente recepito queste direttive entro il 3 marzo 2011. "Mercato interno è fondamentale per affrontare energetica europea e le sfide del clima e di garantire l´approvvigionamento energetico a prezzi accessibili e sicure a famiglie e imprese. Ritardi nella applicazione delle regole di mercato interno dell´energia dell´Ue hanno effetti negativi su tutti i giocatori e quindi non sono accettabili ", ha dichiarato Günther Oettinger, il Commissario per l´energia dell´Ue . " La Romania ha già adottato una serie considerevole di norme previsto dalla direttive elettricità e gas. Tuttavia, alcune disposizioni devono ancora essere recepita nel diritto nazionale. In particolare, tali disposizioni riguardano la protezione dei consumatori e alcuni doveri per regolamentazione del settore energetico. Garantire un´adeguata tutela per i consumatori di energia così come chiaramente scritto-compiti per la regolamentazione del settore energetico sono le priorità per la Commissione. Per ogni parzialmente recepita la direttiva, la Commissione propone una penale giornaliera di € 30.228,48. Il livello di questa sanzione, tenendo conto della durata e della gravità dell´infrazione. In caso di sentenza favorevole della Corte, la penalità giornaliera deve essere pagato a decorrere dalla data della sentenza fino a che il recepimento è stato completato. L´importo finale delle sanzioni giornaliere sarà deciso dalla Corte. La Commissione ha inviato le lettere di messa in mora della Romania in materia di recepimento delle due direttive nel mese di settembre 2011. Pareri motivati ​​seguita nel mese di febbraio 2012. Nonostante questo procedimento, il pieno recepimento è tuttora pendente. L´azione di oggi è in linea con l´obiettivo della Commissione di garantire la piena conformità degli Stati membri con le regole del mercato interno dell´energia. Un certo numero di altri Stati membri sono già state sottoposte alla Corte per il recepimento parziale nel corso del 2012 e precedenti nel 2013 (cfr. Ip/12/1139 , Ip/12/1236 e Ip/13/42 ). La Commissione sta inoltre esaminando la situazione in altri Stati membri, ai quali pareri motivati ​​per recepimento incompleto sono state affrontate.  
   
   
PUGLIA: GOVERNO NAZIONALE RIVEDA POLITICHE ENERGETICHE  
 
Bari, 25 marzo 2013 . “La Puglia ha già più volte detto come la pensa sul tema della coltivazione di idrocarburi nel nostro mare. Nonostante questo però registriamo atteggiamenti del Governo nazionale che sono distanti anni luce dalla volontà dei pugliesi di immaginare uno percorso sostenibile per lo sviluppo energetico ed economico della nostra regione. Perfino sulle cosiddette fonti rinnovabili, attraverso la legge sugli impatti cumulativi, abbiamo inteso ricondurre le installazioni ad esigenze di governo del territorio e delle sue naturali ispirazioni non ragionando a compartimenti stagni”. Così l´assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro sul recente allargamento ad est di Malta dell´area aperta alle coltivazioni di idrocarburi. “Nonostante determinazioni delle amministrazioni locali, dinieghi e ricorsi opposti dalla Regione, parere negativo della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative italiane, a Roma si decide in direzione ´ostinata e contraria´. Rischio di apparire ripetitivo – prosegue Nicastro – ma il tema centrale restano le scelte di politica energetica nazionale, la strategia di sviluppo del nostro paese nei prossimi anni e la volontà di farne un progetto ad ampio respiro. In queste ore delicati passaggi istituzionali preludono al futuro politico del paese: il prossimo Governo deve avere necessariamente nella sua agenda la visione strategica del paese”. “L´italia rischia di avere il fiato corto su molte questioni, i temi ambientali, di sviluppo sostenibile, di politica energetica, sono tra queste. E´ l´effetto delle scelte degli ultimi decenni che hanno sempre puntato all´immediato e mai pensato al futuro. Oggi, purtroppo, non abbiamo più possibilità né risorse, ambientali ed economiche, per inseguire i miraggi della crescita continua che hanno predato quanto avevamo a disposizione. E´ urgente intervenire su questi temi – conclude Nicastro – e siamo pronti a portare le istanze dei territorio sui tavoli istituzionali deputati reclamando però una maggiore attenzione e sensibilità per le aspettative delle comunità locali”.  
   
   
WORKSHOP INTERNAZIONALE SULLE COOPERATIVE E LE ENERGIE RINNOVABILI A BOLZANO  
 
Bolzano, 25 marzo 2013 - Si è tenuto il 21 marzo il workshop internazionale ”Energia in cooperativa – Cooperative con nuova energia”. Relatori tedeschi, polacchi ed italiani si sono riuniti nell’ambito del progetto del Fondo Sociale Europeo “Egon” per elaborare nuove strategie di azione per lo sviluppo economico e cooperativo della regione tedesca Uckermark-barnim. Scopo del progetto nato nel 2012, è quello di diffondere le idee della cooperazione e di invogliare gli abitanti della regione a fondare nuove cooperative: in particolare si intendono sviluppare delle strategie per la costituzione di nuove imprese nel settore delle energie rinnovabili, capaci di creare anche nuovi posti di lavoro. L’incontro a Bolzano è stato organizzato da Legacoopbund in collaborazione con i promotori del progetto “Egon”. “Siamo molto fieri di poter riunire qui a Bolzano diverse esperienze europee”, afferma Heini Grandi, Presidente di Legacoopbund. Anche il dott. Bruno Busacca di Legacoop Nazionale, coordinatore del progetto delle cooperative di comunità, ha partecipato al workshop: “Caratteristica comune di queste cooperative, è che esse sono costituite dalle persone di una specifica comunità”. In particolare, si tratta di comuni, dove il soddisfacimento dei bisogni della comunità non viene più garantito dalle istituzioni pubbliche o da imprese private. “Comuni strutturalmente deboli possono essere tenuti in vita da cooperative che offrono servizi di base”, spiega Heini Grandi, Presidente di Legacoopbund. Le cooperative di comunità riescono ad arginare l´esodo dai comuni isolati e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Come afferma Bruno Busacca: “Sono numerosi i bisogni che le cooperative di comunità possono soddisfare: dai servizi scolastici, ai servizi commerciali, ambientali e di animazione culturale, alla produzione di energia rinnovabile. Le ricadute positive sono una rottura dell’isolamento delle piccole comunità per lo più montane, la diminuzione della disoccupazione giovanile, il recupero delle produzioni tradizionali e della cultura locale e lo sviluppo del turismo”. Gli altri relatori, provenienti dalla Polonia e dalla Germania, hanno descritto la situazione delle cooperative e delle energie rinnovabili nei rispettivi paesi. Il politologo Tomasz Rózniak ha illustrato la grande potenzialità delle energie rinnovabili nella regione polacca Lublin, ancora poco sfruttata: in Polonia il carbone e il gas naturale sono ancora oggi le materie primarie più importanti per la produzione dell’energia elettrica. In Germania, invece, le energie rinnovabili sono sfruttate al meglio, grazie anche alle numerose cooperative di energia presenti in questo Stato. “Nell’anno 2011 c’erano 586 cooperative di energia in Germania e nel 2012 in media ogni due giorni ne è stata costituita una“, afferma il relatore Winfried Haas. Lo scorso febbraio una delegazione tedesca aveva fatto visita in Alto Adige per studiare il modello cooperativo ed ora il progetto proseguirà con un ulteriore workshop in Polonia e una conferenza finale nella regione Uckermark-barnim.  
   
   
DA REGIONE VENETO COMPATIBILITÀ AMBIENTALE FAVOREVOLE A CONVERSIONE DA AMMONIACA A GPL E PROPANO IMPIANTO STOCCAGGIO REFRIGERATO ENI DI MARGHERA  
 
Venezia, 25 marzo 2013 - La Giunta veneta, su iniziativa dell’assessore Renato Chisso di concerto con il collega Maurizio Conte, ha espresso giudizio favorevole di compatibilità ambientale, con prescrizioni e raccomandazioni, sul progetto di conversione da ammoniaca a Gpl e propano dell’impianto di stoccaccio refrigerato dell’Eni di Marghera. “La decisione – ha spiegato Chisso – si riferisce ad una iniziativa di “Eni S.p.a. Divisione Refining & Marketing – Raffineria di Venezia”, attivata nell’ambito della riqualificazione dell’area industriale di Porto Marghera, ed è un passaggio fondamentale nella procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale di competenza statale”. “Nell’approvare la compatibilità ambientale del progetto – ha aggiunto l’assessore – la Giunta ha fatto proprio il parere favorevole, appunto con prescrizioni e raccomandazioni, formulato all’unanimità dei presenti dalla Commissione Regionale di V.i.a. Nella seduta del 14 febbraio scorso dopo la conclusione dell’istruttoria tecnica”. Il progetto riguarda l’attivazione, presso il polo petrolchimico multisocietario di Porto Marghera, di un impianto per lo stoccaggio refrigerato di Gpl e propano a pressione atmosferica, del volume nominale di 50 mila metri cubi complessivi. L’iniziativa è volta a rispondere alle richieste locali del mercato per questa tipologia di combustibile, e prevede una movimentazione di prodotti stimata di circa 100 mila tonnellate l’anno. Per realizzare l’impianto, Eni div. R&m ha chiesto di modificare la destinazione d’uso delle strutture di stoccaggio e movimentazione di ammoniaca anidra, già installate presso il Parco Serbatoi Ovest (del petrolchimico, previa la loro acquisizione dalla precedente proprietà di Syndial. “L’iniziativa – ha ribadito Chisso – si inserisce nel quadro delle iniziative di riqualificazione dell’area di Porto Marghera, prevista dagli strumenti programmatici e di pianificazione insistenti sul territorio, tra i quali il recente “Accordo di programma per la bonifica e la riqualificazione ambientale del Sin di Venezia – Porto Marghera ed aree limitrofe” dell’aprile dell’anno scorso, che prevede “agevolazione di programmi di investimento e sviluppo produttivo che consentano in via prioritaria il riuso dei siti produttivi”. L’accordo identifica inoltre i settori “dell’energia, dell’industria, della logistica, della portualità” come “aree strategiche sulle quali sviluppare l’integrazione dell’azione delle parti aderenti all’accordo, favorenti in tal senso i progetti d’investimento”. La tipologia di attività non ricade nel campo di applicazione degli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale, né l’impianto di stoccaggio refrigerato del Gpl e propano è tecnicamente o funzionalmente connesso a tali impianti”.  
   
   
ENERGIA. UN PREMIO PER L´AMMINISTRAZIONE FIORENTINA CHE PUNTA ALL´INNOVAZIONE EOLICA IL BANDO PER OTTENERE LA PALA PRODOTTA DALLA START UP SESTESE WINDKINETIC WIND SYSTEMS SCADE IL 19 APRILE 2013  
 
Firenze, 25 marzo 2013 - Promuovere le energie rinnovabili in tutta la provincia. E´ lo scopo di Magellano, una pala eolica innovativa che l´Agenzia Fiorentina per l’Energia mette in palio con un bando a cui possono partecipare tutte le amministrazioni pubbliche del territorio con l´obiettivo di sensibilizzare cittadini, imprese ed enti alla produzione di energia non fossile. Il bando, che scade il prossimo 19 aprile, è stato realizzato grazie alla disponibilità della start up sestese Windkinetic Wind Systems, produttrice di sistemi energetici innovativi, con la donazione di un generatore eolico da 3kW per connessione di rete interamente prodotto a Sesto Fiorentino. Possono partecipare al bando tutte le amministrazioni pubbliche della Provincia di Firenze come Comuni, Unioni di Comuni, Aziende Sanitarie, altri enti e le amministrazioni fuori dal territorio provinciale se socie dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia. Le amministrazioni interessate dovranno presentare apposita domanda esclusivamente tramite invio di posta certificata all’indirizzo tecnico@pec.Firenzenergia.it  entro e non oltre le ore 12.00 del 19 aprile 2013, pena l’esclusione dal bando di gara. Le proposte delle amministrazioni saranno valutate da una commissione formata dai tecnici dell’Agenzia Fiorentina per l’Energia, da un funzionario della Soprintendenza e da personale dell’azienda Windkinetic. I vantaggi per le amministrazioni, sia per la vincitrice del bando che per tutte quelle che sceglieranno di dotarsi di questi innovativi impianti eolici, sono vari. Sul palo di sostegno è applicabile un´insegna luminosa pubblicitaria adatta anche alla comunicazione istituzionale. Dato il suo basso impatto visivo e la sua silenziosità può essere posizionata nelle aiuole all’ingresso di città, in piazze, luoghi di incontro, centri commerciali e stazioni benzina. Altra innovazione permessa da Magellano è l´applicazione alle stazioni di ricarica per veicoli elettrici come bici, motocicli e autovetture. La pala Magellano può essere naturalmente utilizzata con successo in altri ambiti quali: antenne remote di telecomunicazione, abitazioni e fattorie non raggiunte dalla rete elettrica nazionale, stazioni di pompaggio acqua, ecc. Per Sergio Gatteschi, amministratore unico dell´Agenzia Fiorentina per l’Energia: "L´economia verde è ormai in grado di proporsi con forza sul nostro territorio, ed è importantissimo che a farlo siano aziende locali. Impianti eolici di piccola taglia, che non hanno forti impatti visivi, possono aiutare a raggiungere quote importanti di produzione di energia da fonte rinnovabile senza nessuna controindicazione. Sono felice che come Agenzia possiamo offrire questa ulteriore opportunità agli Enti Locali della Provincia di Firenze, di cui almeno uno riceverà in dono l´impianto eolico, e sono grato a Wind Kinetic per avercelo offerto." Claudio Lombardi di Windkinetic ha ricordato l´azione innovativa dell´azienda che produce impianti ad alta resistenza: "Abbiamo progettato e prodotto una piccola turbina da 50W a supporto di esperimenti scientifici per la National Science Foundation con sede in Alaska. Abbiamo gloriosamente superato due inverni polari a -40 e da tale esperienza è nata proprio Magellano 3kW, una macchina più grande e con elevata sicurezza operativa, bassissimo impatto visivo (può essere customizzata nei colori), manutenzione facile e a bassa frequenza e assolutamente affidabile. Essa produce quantità record di energia sulle coste atlantiche irlandesi da due anni senza alcuna interruzione, oggi presente con diverse installazioni anche in Toscana ed in Italia. Magellano 3kW è stata ideata, progettata e prodotta a Sesto Fiorentino. Dal costo ridotto e la facilità d’installazione essa è composta da un limitato numero di componenti e realizzata in materiali di pregio quali carbonio, acciaio inox, leghe leggere. “Si tratta di un’opportunità per i comuni del territorio – ha detto Renzo Crescioli, assessore all’ambiente della Provincia di Firenze – per promuovere il mini eolico, una delle fonti di energia rinnovabile che non ha trovato nella nostra provincia una grande diffusione. Quando si parla di eolico c’è sempre la paura di installare grandi impianti dall’impatto visivo notevole, in questo caso invece si tratta di impianti abbastanza piccoli che potrebbero trovare per le amministrazioni pubbliche, così come per i privati cittadini, una valida e sostenibile opportunità di utilizzo”. Informazioni sul bando: 055/219641 Agenzia Fiorentina per l’Energia Provincia di Firenze: http://www.provincia.fi.it/   Agenzia fiorentina per l´Energia: http://www.firenzenergia.it/   Windkinetic srl: http://www.wind-kinetic.com/  info@wind-kinetic.Com  
   
   
MARCHE: EMERGENZA ABITATIVA: INCONTRO CON AMMINISTRATORI COMUNALI E CON SINDACATI DI CATEGORIA.  
 
Ancona, 25 marzo 2013 - Misure adeguate per fronteggiare l’emergenza abitativa in atto, confronto sui provvedimenti già adottati dai singoli Comuni e modalità di utilizzo dei fondi regionali destinati al sostegno alla locazione. Sono stati gli argomenti discussi, in Regione, nel corso di un incontro tra gli amministratori degli enti locali, i sindacati di categoria e l’assessore regionale all’Edilizia Antonio Canzian. Canzian ha aperto la riunione ricordando le risorse che la Regione - “nella perdurante assenza di fondi statali” - è riuscita a mettere in campo nel 2013 per contribuire a far fronte all’emergenza abitativa: 1,25 milioni di euro per il fondo sostegno alla locazione e 2 milioni di euro per un fondo di garanzia per la locazione e l’accesso alla prima casa. L’assessore ha poi introdotto il tema del prossimo Piano triennale di edilizia residenziale pubblica, da costruire nel rispetto di tre principi guida: recupero del patrimonio edilizio esistente, senza ulteriore consumo di suolo urbano; fattibilità e cantierabilità degli interventi. Gli amministratori locali intervenuti, sottolineata la gravità dell’emergenza abitativa, hanno illustrato le diverse iniziative messe in campo per dare risposte alle situazioni di maggiori criticità (sfratti): agenzie per la casa, tavoli di lavoro costituiti presso le Prefetture, alloggi d’emergenza dati in uso temporaneo, agevolazioni fiscali (Imu) per alloggi concessi in locazione a canone concertato. I rappresentanti sindacali hanno espresso soddisfazione per l’occasione di confronto con gli amministratori locali, e hanno fornito indicazioni per il più efficace utilizzo delle risorse disponibili. L’assessore ha concluso la riunione assicurando un impiego tempestivo dei fondi per il sostegno alla locazione sulla base delle indicazioni ricevute e invitando gli amministratori a collaborare con la competente struttura regionale alla predisposizione del prossimo piano triennale Erp, cominciando con il fornire dati sulla disponibilità di immobili da recuperare, anche di uso non residenziale e di interventi da completare di pronta cantierabilità.  
   
   
VIVERE FUORI CASA. UNA REALTÀ PER 2.300 GIOVANI CON IL CONTRIBUTO AFFITTO DI GIOVANISÌ  
 
Firenze, 25 marzo 2013 – “Sono 1.400 i giovani toscani tra i 25 e i 34 anni che andranno a vivere fuori casa grazie al contributo affitto triennale erogato dalla Regione Toscana nell’ambito del Progetto Giovanisì. E’ infatti appena uscita la graduatoria del bando 2012. Considerato che con il precedente bando si erano resi indipendenti dalla famiglia altri 860 giovani, sono dunque 2.300 le persone che complessivamente possono vivere da sole, con il proprio partner o con altri amici”. Lo ha annunciato con soddisfazione il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Proseguendo in questa direzione abbiamo anche deciso d’ora in poi di abbassare da 25 a 18 anni il limite di età ammissibile per la richiesta”, ha continuato Rossi. “La novità sarà introdotta nel prossimo bando affitto che stiamo preparando. Misure che collocano di diritto la Toscana a livello europeo, e segnano una scelta vera di civiltà. Promuovere l’autonomia dei giovani, emanciparli dalla famiglia, è un aiuto importante al loro sviluppo, a farli diventare indipendenti e responsabili. Altro che bamboccioni”. Questo per il presidente Rossi è un altro dei risultati rilevanti del progetto Giovanisì, cui ha dato vita e in cui si è impegnato in prima persona, facendolo apprezzare anche in Europa, nella convinzione che bisogna puntare sui giovani e sul loro futuro per ripartire e dare slancio alla Regione, per riaccendere il motore dello sviluppo e della competitività. Sono 1.092 le domande ammesse al contributo (per un totale di circa 1.400 persone), su 1.243 domande presentate nel secondo bando lanciato dalla Regione Toscana (scaduto lo scorso 21 dicembre 2012) per sostenere l’autonomia abitativa dei giovani nell’ambito del Progetto Giovanisì. Il terzo bando che sarà pubblicato nei prossimi mesi conterrà l’importante novità dell’abbassamento dell’età da 25 a 18 anni per poter essere ammessi ai benefici della misura di Giovanisì. E’ ora consultabile sul sito di Giovanisì la graduatoria approvata al termine dell’istruttoria condotta dagli uffici competenti della Direzione generale diritti di cittadinanza e coesione sociale, Settore politiche abitative. Il contributo affitto varia da 150 a 350 euro mensili per la durata di tre anni (da 1.800 a 4.200 euro annui), suddiviso in tre scaglioni commisurati al reddito e tenendo conto di presenza e numero dei figli. Le domande escluse perché sprovviste dei requisiti richiesti sono 148, mentre 3 sono state ritirate dai rispettivi richiedenti. Sulle 1.092 domande ammesse al contributo il 64,8% riguarda giovani single, il 19,3% sono nuove coppie, il 10,2% è costituito da coppie coniugate, e il 4,7% da “nuclei monoparentali”, per lo più giovani donne con figli. La distribuzione per province vede il 18,8% delle domande ammesse in provincia di Firenze più il 4,9% nell’empolese, il 13% in provincia di Pisa, il 10,8% in provincia di Livorno, seguito dal 10% in provincia di Lucca, dal 9,4% in provincia di Arezzo, dall’8,4% in provincia di Prato e dall’8,2% in provincia di Pistoia. In provincia di Grosseto si registra il 6,2% di domande ammesse, in provincia di Massa Carrara il 5,9% e in provincia di Siena il 4,4%. Per la prima annualità, relativa a quest’anno, la Regione mette a disposizione 3 milioni e 111 mila euro. Per i due anni successivi, 2014 e 2015, 6 milioni e 222mila. L’impegno finanziario della Regione sul primo bando è di 6 milioni di euro. Per le condizioni e modalità di erogazione del contributo affitto si può consultare il sito http://www.giovanisi.it/  email: info@giovanisi.It  numero verde: 800 098 719, indirizzo: Ufficio Giovanisì – Piazza Duomo 10, Firenze.  
   
   
TERREMOTO/EMILIA ORDINANZA DEL COMMISSARIO ERRANI CHE STANZIA ULTERIORI 15 MILIONI E 107 MILA EURO PER REALIZZARE INTERVENTI PROVVISIONALI INDIFFERIBILI ED URGENTI DI MESSA IN SICUREZZA. COMPLESSIVAMENTE SONO 1393 GLI INTERVENTI REALIZZATI DOPO GLI EVENTI SISMICI, FINANZIATI CON 155,5 MILIONI DI EURO  
 
Bologna, 25 marzo 2013 – Stanziati ulteriori 15 milioni e 107 mila euro per realizzare 105 nuovi interventi provvisionali indifferibili ed urgenti di messa in sicurezza per mitigare le conseguenze degli eventi sismici del 20 e del 29 maggio 2012. Questo è quanto stabilisce l’ordinanza (la numero 36 del 21 marzo 2013) emanata il 21 marzo dal Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani. Con questa ordinanza salgono a 1393 gli interventi provvisionali complessivi realizzati dopo gli eventi sismici mentre le risorse stanziate ammontano complessivamente a oltre 155,5 milioni di euro. Il provvedimento è consultabile sul sito www.Regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione ‘Atti per la ricostruzione’. Il provvedimento, in allegato, elenca ciascuno degli interventi, la relativa, l’ente attuatore e la previsione di spesa le cui risorse provengono dal Fondo per la ricostruzione (l’art. 2, comma 1, del D.l. 74/2012 convertito nella legge n. 122/2012). Tra gli interventi finanziati: 157 mila euro per sede e fabbricati Consorzio di Bonifica Burana; 372 mila euro per la chiesa di S.martino di Tours a Cento; 361 mila euro per Ex Monastero di S. Bartolo sede centro diurno e residenza psichiatrica a Ferrara; 216 mila euro per cimitero in via Iv Novembre a Bastiglia; 418 mila euro per il Torrione degli Spagnoli del Castello dei Pio di Carpi; 200 mila euro Ex scuola elementare di Fossili a Carpi; 366 mila euro per la chiesa di S.martino (località Ponticelli di Carpi); 156 mila euro per impianto sportivo di via Allende a Cavezzo; 511 mila euro per chiesa della Conversione di S.paolo di Concordia; 581 mila euro chiesa di S. Luca Evangelista di Camura di Medolla; 1 milione e 222 mila euro per impianti e strutture idrauliche del Consorzio di Bonifica Burana a Mirandola; 347 mila euro per il Castello Pio in località Antonio in Mercadello di Novi; Chiesa di S.michele Arcangelo a Novi; 612 mila euro per Santuario e campanile del Santuario Beata Vergine delle Grazie a Ravarino; circa 1,1 milioni di euro per cimitero e 221 per tetto scuole medie di di S.felice sul Panaro; 150 mila euro per impianto idrovoro di Pratizzolo a Soliera; 453 mila euro per Rocca di piazza Martiri e 411 per la chiesa S.maria Assunta a Reggiolo; 348 mila euro per Teatro Comunale di Rolo; circa 2 milioni e 323 mila euro per interventi a impianti e strutture idrauliche del Consorzio Bonifica Emilia Centrale a Moglia e 480 mila euro a Carpi. L’ordinanza e i suoi allegati saranno pubblicati sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-romagna (Burert).  
   
   
TERREMOTO - DONAZIONI PRO RICOSTRUZIONE: ECCO COME VERRANNO IMPIEGATI I QUASI 31 MILIONI RICEVUTI CON SMS SOLIDALI, CONCERTI (CAMPOVOLO E BOLOGNA) E ALTRE EROGAZIONI CONFLUITE NEL CONTO CORRENTE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA.  
 
Bologna, 25 marzo 2013 – Teatri, scuole, municipi, strutture sanitarie rinascono anche grazie agli oltre 30 milioni e 679 mila euro provenienti da donazioni finora raccolte con Sms solidali, concertoni, erogazioni liberali provenienti da una miriade di gesti di generosità, grandi e piccoli, che hanno reso disponibili i fondi necessari per la copertura, parziale o totale, di decine di progetti di ricostruzione nelle aree colpite dal sisma dello scorso maggio. Tali risorse, portate a oltre 32 milioni con soldi provenienti dal fondo nazionale per la ricostruzione, con un’ordinanza varata dal commissario Vasco Errani sono oggi attribuite a 65 progetti individuati in seguito a un’approfondita ricognizione sulle priorità di intervento da parte dei Comuni interessati. La Regione Emilia-romagna ha selezionato quelle maggiormente rilevanti (e rispondenti alle finalità indicate da molti donatori), secondo principi di equa e trasparente ripartizione delle risorse sulla base del livello di danneggiamento del patrimonio pubblico. Il tutto nell’ambito di un programma di piena informazione circa l’impiego delle risorse che la Regione Emilia-romagna ha ricevuto come erogazioni liberali, continuando nell’opera di comunicazione e informazione attraverso un sistema quale il sito “Open ricostruzione”, realizzato per garantire la trasparenza e la tracciabilità delle risorse provenienti da erogazioni liberali; Alcuni dei progetti selezionati trovano copertura totale con le risorse provenienti dalle erogazioni liberali, altri parziale: per questi ultimi la copertura finanziaria sarà assicurata attraverso i risarcimenti assicurativi, altre fonti di finanziamento o altre donazioni e, laddove tali risorse non dovessero risultare sufficienti ad assicurare il finanziamento completo dell’opera, saranno collocati nel programma delle Opere Pubbliche e Beni culturali, in corso di formazione, che indicherà le priorità di intervento. L’ordinanza commissariale (è la numero 37, già disponibile sul sito www.Regione.emilia-romagna.it/terremoto, nella sezione dedicata agli “atti per la ricostruzione”), prospetta il quadro complessivo del fabbisogno finanziario emerso per i progetti selezionati, pari a 32 milioni circa di euro, e prende atto che le erogazioni liberali ricevute pari oltre 30 milioni e 679 mila euro provengono: - 14.371.000 euro dal numero 45500 con gli Sms solidali; - 4.305.000 euro dal concerto di Campovolo; - 12.002.000 euro da erogazioni liberali sul conto corrente della Regione, nel quale sono confluiti 1.162.000 euro raccolti con il concerto di Bologna. In particolare, il fabbisogno finanziario complessivo (come riportato nella tabella allegata) è stato ripartito con circa 5 milioni assegnati a Comuni della Provincia di Bologna, 3,5 milioni a Ferrara, quasi 19 milioni a Modena e 4,5 milioni a Reggio Emilia. Parte dei fondi raccolti e resi disponibili è a destinazione vincolata, in base alle indicazioni rese note dai soggetti donatori. Nel dettaglio, i vincoli sono relativi a: - 1.700.000 euro, provenienti dai fondi dell’Italia dei Valori, al Comune di Finale Emilia per interventi di edilizia scolastica; - 1.473.000 euro, provenienti da Carrefour, al Comune di Camposanto per la ricostruzione della scuola elementare; - 259.000 euro, provenienti da Conad, al Comune di Crevalcore per il polo scolastico; - 1.500.000 euro, agli ospedali di Mirandola e Carpi, con risorse provenienti dal concerto di Bologna per 1.189.000 euro e per 310 mila euro da altre erogazioni liberali; - 1.000.000 euro provenienti da Unipol, al comune di Finale Emilia per la Casa della salute; - 31.000 euro provenienti dal concerto di Abbado, al Comune di Ferrara per il Teatro comunale; - 65.000 euro provenienti dal Comune di Milano, al Comune di San Pietro in Casale per la realizzazione della sede della cooperativa sociale onlus Campi d’arte.  
   
   
CONDIZIONI DI LAVORO: LA COMMISSIONE EUROPEA SOLLECITA GLI STATI MEMBRI AD ATTUARE LA CONVENZIONE DELL´OIL SUI LAVORATORI DOMESTICI  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - La Commissione europea ha presentato una proposta di decisione del Consiglio che autorizza gli Stati membri a ratificare la convenzione del 2011 dell´Organizzazione internazionale del lavoro sul lavoro dignitoso per i lavoratori domestici (Convenzione n. 189). I paesi che ratificano la convenzione dell´Oil si impegnano ad assicurare condizioni eque e dignitose ai lavoratori domestici, tutelando i loro diritti fondamentali in materia di lavoro, prevenendo gli abusi e le violenze e predisponendo salvaguardie per i giovani lavoratori domestici. "Migliorare le condizioni di lavoro nell´ambito dei servizi alla persona è un obiettivo importante per la Commissione" ha affermato László Andor, Commissario responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, e ha aggiunto "Sollecito gli Stati membri a ratificare questa convenzione quanto prima poiché ciò servirà anche a implementare la strategia dell´Ue contro la tratta di esseri umani". La proposta di decisione del Consiglio presentata dalla Commissione è necessaria poiché gli Stati membri non possono ratificare autonomamente le convenzioni dell´Oil senza esservi stati previamente autorizzati dal Consiglio per le parti della convenzione che rientrano nelle competenze dell´Ue. L´ue stessa non può ratificare nessuna convenzione dell´Oil perché soltanto degli Stati possono esserne parte. Gli Stati che ratificano la convenzione devono prendere misure per assicurare condizioni lavorative eque e dignitose e per prevenire l´abuso, la violenza e il lavoro minorile nei lavori domestici. Essi devono assicurare la parità di trattamento tra i lavoratori domestici e gli altri lavoratori per quanto concerne la retribuzione e le prestazioni, ad esempio in caso dio maternità. La convenzione introduce anche l´obbligo di informare i lavoratori sui termini e sui particolari del loro rapporto di lavoro. Altre clausole assicurano che i lavoratori domestici siano protetti contro la discriminazione, abbiano condizioni di vita decenti e abbiano facilmente accesso a meccanismi di denuncia. La convenzione stabilisce inoltre regole per quanto concerne l´assunzione di stranieri. La legislazione dell´Ue tratta già alcuni degli aspetti coperti dalla Convenzione dell´Oil. Le disposizioni della convenzione seguono lo stesso approccio di tale legislazione e sono essenzialmente coerenti con la stessa. Su diverse questioni la normativa dell´Ue assicura una protezione maggiore della convenzione. La convenzione, tuttavia, è più precisa della normativa Ue per quanto concerne la copertura legale dei lavoratori domestici e su altri aspetti particolari del lavoro domestico. Contesto - L´ue promuove, in tutte le sue politiche, la ratifica e l´effettiva attuazione delle convenzioni dell´Oil sulle norme fondamentali del lavoro e di altre convenzioni che l´Oil ha classificato quali aggiornate. Nel suo pacchetto Occupazione del 2012 la Commissione ha ribadito il ruolo dell´attuazione della convenzione sui lavoratori domestici al fine di migliorare le condizioni di lavoro nell´ambito dei servizi alla persona. Nel giugno 2012, nel contesto della strategia dell´Ue per l´eradicazione della tratta degli esseri umani, la Commissione ha sollecitato gli Stati membri a ratificare tutti i pertinenti strumenti, accordi e obblighi legali internazionali atti a contribuire ad affrontare la piaga della tratta di esseri umani in modo più efficace, coordinato e coerente, compresa la convenzione sui lavoratori domestici. I sindacati e le organizzazioni non governative stanno inoltre portando avanti una campagna internazionale per promuovere la ratifica della convenzione sui lavoratori domestici. Diversi Stati membri hanno segnalato l´intenzione di ratificare celermente la convenzione sui lavoratori domestici. È quindi necessario rimuovere a livello di Ue gli impedimenti legali alla ratifica da parte degli Stati membri. Per quanto concerne tre altre convenzioni dell´Oil adottate nell´ultimo decennio, parte delle quali rientrava nelle competenze dell´Ue, il Consiglio ha autorizzato gli Stati membri a ratificarle, nell´interesse dell´Unione, in relazione a quelle parti che rientrano nelle competenze dell´Unione. Il 20 novembre 2012 la Commissione ha inoltre adottato un´analoga proposta di decisione del Consiglio per quanto concerne la Convenzione n. 170 sulle sostanze chimiche  
   
   
PICCOLE IMPRESE: CAMPAGNA DELLA COMMISSIONE EUROPEA A SOSTENERE IL RECUPERO DEI CREDITI TRANSFRONTALIERI  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - Molte piccole e medie imprese (Pmi) possono essere riluttanti a operare al di fuori dei confini del proprio paese , in quanto hanno paura di incorrere in procedure onerose quando si cerca di rivendicare i pagamenti per i loro prodotti e servizi. Piccole e medie imprese spesso troppo scoraggiante, complicato o costoso - a causa di spese di consulenza, consulenti legali, traduzione di documenti, ecc -. Di proseguire l´azione legale contro aziende o privati ​​di altri Stati membri questo è particolarmente dannoso per l´attuale crisi economica, quando si va all´estero per fare affari non è più soltanto un opzione, ma in molti casi è diventata un obbligo per diventare più competitivi. Pertanto, la Commissione europea Commissione oggi ha dato il via una campagna per aiutare le Pmi recuperare i debiti attraverso le frontiere. La campagna sarà informare le Pmi su come usufruire di leggi e strumenti per più facilmente e con successo perseguire i debitori in altri paesi. A tal fine, gli eventi saranno organizzati in tutti i 27 Stati membri dell´Ue più Croazia. La campagna è fortemente supportato da signora Monika Hohlmeier, Membro del Parlamento Europeo. Vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per l´industria e l´imprenditoria, ha dichiarato: " Con questa campagna vogliamo incoraggiare le piccole imprese di operare al di là dei loro confini Facilitare il recupero dei crediti transfrontalieri è la chiave per risolvere il problema nel momento in cui in Europa. 21000000 Le Pmi incontrano ostacoli particolari per toccando mercati transnazionali. Loro incertezze sono dovute principalmente alla mancanza di conoscenza dei meccanismi esistenti per ridurre il rischio che comporta nei contratti transfrontalieri, insufficienti i processi di gestione del credito, o anche le differenze culturali nel fare business tra i diversi Gli Stati membri. " Leggi comunitarie per aiutare le Pmi recuperare i debiti esteri - L´ue ha già un sistema di leggi in vigore progettati per aiutare le aziende a controversie transfrontaliere. La legislazione riguardante le obbligazioni contrattuali e la giurisdizione competente, nonché strumenti procedurali per semplificare il recupero transfrontaliero dei crediti sono già in atto: Diritto delle obbligazioni contrattuali - Il principio della libera scelta della legislazione rimane uno . Se non legge scelta dalle parti, la legge applicabile ai contratti di vendita in materia di beni mobili, servizi, franchising o contratto di vendita sarà determinato dal domicilio della parte che fornisce la prestazione caratteristica. Foro competente - I tribunali di giurisdizione del caso sono in genere i giudici di tale Stato membro 2 , in cui il convenuto è domiciliato 3 . Se si verifica una situazione in cui le Pmi devono far rispettare a livello transfrontaliero appellarsi alla giurisdizione, il giudice competente è fondamentalmente il tribunale in cui è domiciliato il cliente. In alternativa, in alcune circostanze è anche possibile presentare un ricorso contro la controparte davanti a un giudice di un altro Stato membro. Controversie transfrontaliere e semplificato il recupero transfrontaliero dei crediti - Il vantaggio di tutto quanto segue Ue procedure è che nessuna esecuzione in altri Stati membri, è necessario: Il titolo esecutivo europeo per i crediti non contestati: Questo processo facilita il semplice riconoscimento e l´esecuzione di una sentenza nazionale relativa ad un credito non contestato in un altro Stato membro 4 (ad eccezione della Danimarca) 5 . Il titolo esecutivo europeo può essere eseguita dalle autorità di controllo dello Stato membro senza ulteriori formalità. Il procedimento europeo di ingiunzione di pagamento: N ordine del tribunale o di pagamento nel senso classico viene richiesto, ma un ordine di pagamento europeo 6 . Il vantaggio di questa procedura è la sua convenienza: una sola applicazione è necessario. Il risultato può anche essere eseguita in altri Stati membri dell´Ue, ad eccezione della Danimarca. Al contrario per il procedimento europeo per controversie di modesta entità applicabile solo per i crediti non superiore a € 2.000 in questa procedura non vi è alcun importo massimo numero di richieste 7 (vedi punto successivo). Il procedimento europeo per le controversie di modesta entità: Lo scopo di questa procedura 8 è quello di semplificare e accelerare l´esecuzione di piccoli crediti transfrontalieri inferiori a € 2.000. Una sentenza resa nel contesto di questo processo è anche riconosciuto come legale ed eseguita negli altri Stati membri (ad eccezione della Danimarca), senza l´obbligo di una dichiarazione di esecutività. Maggiori informazioni sulla campagna nel vostro paese - La Commissione europea organizza una serie di eventi nazionali, il cui scopo è quello di fornire alle Pmi che operano a livello transfrontaliero delle Pmi e delle parti interessate, con informazioni su credito e di gestione dei sinistri. Gli eventi si terranno in tutti i 27 Stati membri dell´Ue più Croazia e si terrà dal marzo 2013 al giugno 2014 . Il loro scopo è quello di aiutare le Pmi a ottimizzare le proprie procedure aziendali in materia di strumenti di gestione dei sinistri e per migliorare l´utilizzo, la comprensione e la consapevolezza degli strumenti giuridici disponibili per l´applicazione transfrontaliera della normativa dei crediti, con un focus sulla legislazione Ue in materia. Consigli e trucchi per il recupero del debito delle Pmi transfrontaliere - Gli eventi saranno diffondere le prassi basate su linee guida per introdurre il tema e la metodologia del credito e di gestione dei sinistri e spiegare l´applicazione degli strumenti giuridici vigenti nazionali ed applicazione transfrontaliera domanda. Essi forniranno una guida facile, consigli e materiali su come gestire il credito e la fatturazione. Problemi di pagamento saranno trattate fin dall´inizio del rapporto commerciale con un nuovo cliente, fino alla sua ultima fase (ad esempio fatturazione e pagamento). Guida per i formatori di imprenditorialità - Il progetto pilota prevede anche lo sviluppo di moduli didattici il cui contenuto può essere integrato e utilizzato in formazione professionale avanzata e formazione avanzata di giovani imprenditori. Questi moduli saranno disponibili a partire dall´autunno 2013. F o ulteriori informazioni sulla Commissione croce campagna di recupero crediti bordo: http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/sme/business-environment/cross-border-enforcement/  
   
   
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER "CLUSTER E IMPRENDITORIA A SOSTEGNO DELLE INDUSTRIE EMERGENTI"  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare proposte per "Cluster e imprenditoria a sostegno delle industrie emergenti." Sullo sfondo di un ruolo in declino dell´industria nella crescita europea, cresce la necessità di modernizzare le strutture industriali regionali e di costruire nuove competenze industriali. La crescita sostenibile, la creazione di posti di lavoro ad alto valore e trovare soluzioni alle attuali sfide sociali sono alcuni degli obiettivi principali della Commissione europea a questo riguardo. Basandosi sui principi delineati nel "Small Business Act", questo invito a presentare proposte ha lo scopo di sostenere le regioni nell´adattamento e nel cambiamento delle loro strutture industriali, con una prospettiva intersettoriale. Si spera di sbloccare il potenziale dei raggruppamenti di attività e dell´imprenditoria per lo sviluppo economico regionale e di affrontare le sfide sociali come ridurre le emissioni di Co2, migliorare l´efficienza delle risorse e la protezione dell´ambiente. Più in particolare, l´obiettivo è capitalizzare meglio tutte le forme di creatività, le nuove tecnologie e il potere di trasformazione dell´innovazione per formare nuove catene di valore competitive a livello globale che potrebbero contribuire a promuovere lo sviluppo di industrie emergenti in Europa. I candidati dovranno elaborare una strategia regionale o un piano direttivo che dimostri in modo chiaro la volontà politica di sostenere l´implementazione di tali attività. Per leggere l´annuncio ufficiale dell´invito, consultare: Portale dei partecipanti http://ec.Europa.eu/research/participants/portal/page/call_cip;efp7_session_id=61jkrlqm3nrg87p9dmwnzgrjqs8bc55dnryrjns2vgy91zzp22kl!1563113187?callidentifier=64-g-ent-cip-13-c-n04c02&specificprogram=eip   Per vedere le richieste di partenariato per questo invito, consultare: Servizio Partner di Cordis https://cordis.Europa.eu/partners/web/guest/calls  
   
   
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE PER LO "SCHEMA PER UN´INDUSTRIA SOSTENIBILE A BASSO CARBONIO (SILC I)"  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - Combattere i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di gas sono due importanti priorità dell´Unione europea e il Sistema di scambio di quote di emissione (Ets) è una delle sue iniziative faro. Attraverso un meccanismo basato sul mercato per lo scambio di gas serra sulla base di concessioni, si prevede di creare un incentivo per le industrie ad alto consumo di energia per ridurre le emissioni di gas serra, principalmente Co2. In questo quadro, il Silc (Sustainable Industry Low Carbon) è uno schema di sovvenzioni Ue che ha lo scopo di trovare provvedimenti di innovazione tecnologica e non tecnologica che permettano alle industrie manifatturiere e di trasformazione ad alto consumo di energia di ridurre le emissioni di gas serra mantenendo allo stesso tempo la propria competitività. Silc I si concentra sul breve termine (dal 2011 al 2013) mentre Silc Ii è la seconda fase che si concluderà nel 2020. L´invito a presentare proposte Silc I vuole identificare e selezionare progetti industriali specifici di un settore o intersettoriali per migliorare le prestazioni riguardo le emissioni di gas serra di installazioni nell´ambito dell´Ets dell´Ue. Per leggere l´annuncio ufficiale dell´invito, consultare: Portale dei partecipanti http://ec.Europa.eu/research/participants/portal/page/call_cip;efp7_session_id=lx9crlqhhnnvvfq0fkjvbqv2yv1pl5cxxjxlssj46pxrttb5gmgm!225141917?callidentifier=67-g-ent-cip-13-d-n03s02&specificprogram=eip Per vedere le richieste di partenariato per questo invito, consultare: Servizio Partner di Cordis https://cordis.Europa.eu/partners/web/guest/calls  
   
   
SULCIS, AL MISE IL PUNTO SULLE DUE VERTENZE-SIMBOLO, LA MINIERA DI NURAXI FIGUS E ALCOA CARBOSULCIS, OK L’ATTIVITA’ ORDINARIA. PORTOVESME, FA PASSI AVANTI LA TRATTATIVA CON KLESCH  
 
Roma, 25 marzo 2013- Le vertenze simbolo del Sulcis, quella della miniera di Nuraxi Figus e quella di Alcoa, sono state oggi al centro di due riunioni distinte che si sono svolte al Ministero dello Sviluppo Economico. Le ha presiedute entrambe il Sottosegretario Claudio De Vincenti. Una doppia occasione per fare il punto delle due situazioni, alla presenza della Regione (rappresentata dal neoassessore all’Industria Antonello Liori), della Provincia del Sulcis Iglesiente (rappresentata dal Presidente Salvatore Cherchi), di alcuni sindaci del territorio, delle organizzazioni sindacali e delle loro rappresentanze aziendali. Il Ministero ha apprezzato l’impegno, manifestato dalla Regione Sardegna (proprietaria della miniera) a fare in modo che Carbosulcis prosegua nella sua attività ordinaria, pur entro i limiti dettati dalla procedura d’infrazione per aiuti di Stato aperta della Commissione Europea. E ha confermato la volontà del governo di sostenere, in sede comunitaria, il ricorso- presentato dalla Regione- contro tale procedura. Contestualmente, però - ha sottolineato De Vincenti- sarà molto importante “proseguire l’attivazione di nuove iniziative imprenditoriali che diano attrazione al Piano tecnologico dell’energia pulita previsto dal Piano Sulcis”. Quanto all’impianto di Portovesme, per la prima volta il Mise ha discusso pubblicamente della trattativa in essere tra Alcoa e il gruppo Klesch, illustrandone il contenuto e i passi avanti registrati nelle ultime settimane. “La distanza tra le parti- ha osservato il Sottosegretario- si è via via ridotta”. Tuttavia- ha aggiunto- restano “aspetti di rilievo ancora da chiarire e molti passaggi da affrontare”. Il primo passaggio da affrontare- nel caso di ulteriori avanzamenti della trattativa - è quello di un confronto tra i sindacati e il potenziale acquirente. Un nuovo tavolo Alcoa sarà convocato nella seconda metà di aprile. Infine, è stata data notizia che a stretto giro verrà convocata la prima riunione della Cabina di Regia del Piano Sulcis, così da poter discutere delle problematiche inerenti le politiche attive del lavoro per l’area.  
   
   
AIUTI UE PER €5 MILIONI PER GLI EX LAVORATORI DELL´ANTONIO MERLONI SPA  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - Aiuti per più di € 5 milioni nel Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per aiutare a trovare nuovi posti di lavoro per i 1.517 lavoratori licenziati alla chiusura della Antonio Merloni Spa (Italia) sono stati approvati dalla commissione per i bilanci mercoledì. Merloni era una volta il quinto maggior produttore di elettrodomestici dell´Ue. Crisi economica, nessun credito - Gli impianti di produzione della Merloni nelle province di Ancona e Perugia (Marche e Umbria) sono stati chiusi dopo che le difficoltà dovute alla crisi economica mondiale poi aggravate da un inasprimento delle condizioni di accesso al credito finanziario. Misure di reinserimento - L´aiuto del Feg può essere utilizzato per misure destinate a facilitare il reinserimento nel mercato del lavoro, quali l´orientamento professionale, l´assistenza alla ricerca attiva, l´assistenza all´autoimprenditorialità, il voucher formativo, misure di sostegno orientamento per i lavoratori oltre i 50 anni, l´assunzione di benefici e contributi per le spese di pendolarismo o di trasloco. Italia ha presentato la richiesta di fondi del Feg nel dicembre 2011, ma la valutazione finale della Commissione europea è stata possibile solo nel febbraio di quest´anno, per la mancanza di una serie d´informazioni supplementari necessarie. La commissione bilanci ritiene tuttavia che si sia perso troppo tempo per rispondere alla candidatura. Contesto - Il Feg prevede aiuti per i lavoratori che si sono trovati in esubero a causa di cambiamenti strutturali nei flussi commerciali mondiali. Questa è la prima domanda Feg a essere approvata nel quadro del bilancio 2013. La decisione è stata approvata con 30 voti a favore, 2 contrari e un astenuto. La plenaria dovrà ora confermare gli aiuti affinché possano essere erogati. La votazione è prevista il 16 aprile a Strasburgo.  
   
   
PMITALIA SU DEBITI P.A.: PARLAMENTO APPROVI SUBITO SBLOCCO PAGAMENTI  
 
Roma, 25 marzo 201 - 3 ”Siamo molto soddisfatti della recente decisione della Commissione Europea di autorizzare l’Italia a liquidare i debiti della Pa verso le imprese. E’ una decisione molto importante, che riguarda una delle più urgenti emergenze, se non la più urgente, che il tessuto delle imprese e l’intero sistema economico si trovano oggi dinanzi”. E’ quanto afferma Giovanni Quintieri, Segretario Generale di Pmitalia (Associazione delle Pmi italiane), il quale però mette anche in guardia contro l’eventualità che decisioni di questo genere, come non di rado accade in Italia, restino sulla carta perché non seguite dagli atti amministrativi indispensabili alla loro attuazione. A tal riguardo Giovanni Quintieri ammonisce: “La situazione economica non consente più di ‘giocare’ con i tempi della burocrazia. E’ per questo che rivolgiamo un accorato appello al Governo Monti e al nuovo Parlamento, perché si adoperino con tutti gli strumenti a loro disposizione al fine di accelerare l’emanazione dei provvedimenti necessari a dare efficacia alla decisione della Ue. Le imprese oggi non possono più attendere i tempi della politica, le consultazioni e la formazione del nuovo Governo (che peraltro potrebbe richiedere tempi lunghi). La politica ha oggi la possibilità di dimostrare di aver pienamente compreso i segnali provenienti dall’elettorato, adottando immediatamente, per mano del Governo attualmente in carica, quelle misure necessarie a far arrivare alle imprese realmente e in tempi i più rapidi possibile, la liquidità di cui esse hanno un vitale bisogno”. “Al tempo stesso – conclude il Segretario Generale di Pmitalia – invitiamo anche quelle grandi imprese che utilizzano strumentalmente l’alibi della crisi per procrastinare i pagamenti ai subfornitori, ad adottare il medesimo comportamento che si richiede alla P.a.”.  
   
   
POLI INNOVAZIONE:ASSEGNAZIONE RISORSE BLOCCATA DA RICORSI RITARDI RELATIVI A BANDI COMUNITARI POR FESR  
 
Pescara, 25 marzo 2013 - Sul Burat del 16 maggio 2012 è stato pubblicato un Bando comunitario Por Fesr, con una dotazione di 4 milioni di euro, finalizzato ad individuare cinque poli d´innovazione che vanno ad aggiungersi agli otto già individuati in precedenza. "Il forte ritardo che accompagna l´individuazione dei nuovi poli - ha spiegato il vice presidente della Regione ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione - è dovuto al fatto che su questo provvedimento amministrativo pesano alcuni ricorsi proposti al Tar abruzzese. Questo fatto ha notevolmente ritardato i lavori della commissione la quale riprenderà a breve i propri lavori di esame, con conseguenziali tempi stretti per la chiusura della procedura di valutazione. Ci sarà così un quadro completo dei domini produttivi regionali con quelli già individuati con il primo bando per il finanziamento di otto Poli di innovazione rappresentativi di altrettanti domini come l´Agroalimentare, l´Automotive, l´Ict/elettronica, l´Edilizia Sostenibile, i Servizi Avanzati, il Tessile-abbigliamento-calzaturiero ed il Turismo, con circa 700 aziende aggregate. Ad esso hanno fatto seguito due bandi: uno per la ricerca e uno per i servizi destinati alle aziende aggregate agli otto poli sopra menzionati. Essi sono stati da tempo chiusi e si sta procedendo con l´erogazione delle risorse relative in atto. "Mi auguro così che entro breve tempo si possa addivenire all´atto definitivo di assegnazione delle risorse ai cinque domini produttivi, - ha auspicato Castiglione - per poi procedere al recepimento e alla successiva valutazione delle domande che le imprese associate ai nuovi poli faranno in relazione ai nuovi bandi ricerca e servizi, i cui termini sono stati prorogati, per i problemi sopra menzionati, al 31 maggio 2013. Ancora una volta il nostro sistema istituzionale - ha proseguito - è legato inevitabilmente a ricorsi che bloccano l´iter amministrativo di importanti riforme o di importanti strumenti finanziari indispensabili per il nostro sistema economico. La nostra Regione, molto spesso bloccata da ricorsi anche pretestuosi e privi di fondamento, - ha continuato Castiglione - non potrà mai avere una tempistica certa nelle risposte ai propri bisogni. Con ciò nuocendo alla necessità di dare risposte concrete ed immediate ad un mondo economico in continua evoluzione che ha bisogno di strumenti rapidi e necessari al superamento del difficile momento".  
   
   
TRIESTE - PRIMO FORUM DEGLI INVESTIMENTI IN FVG  
 
Trieste, 25 marzo 2013 - Le opportunità di insediamento in Friuli Venezia Giulia in termini di spazi, innovazione, infrastrutture, agevolazioni: attorno questo tema si svilupperà il Primo Forum degli Investimenti in Friuli Venezia Giulia, in programma lunedì 25 marzo 2013 a partire dalle ore 9.00 nella Sala Tergeste dello Starhotels Savoia Excelsior. Interverranno rappresentanti di Consorzi industriali, Agenzie di distretto, Distretti tecnologici, e verranno presentati casi di successo di aziende che hanno investito in Friuli Venezia Giulia, mettendo in evidenza i motivi della scelta e le opportunità riscontrate. Infine, i presidenti delle Camere di Commercio Italiane all’estero di Paesi di potenziali investitori, quali Turchia, Emirati Arabi Uniti, Russia e Svizzera, si soffermeranno su cosa cercano gli investitori stranieri. Il forum sarà occasione di confronto fra gli operatori del Friuli Venezia Giulia, con l’obiettivo di individuare linee guida per l’attrazione di investimenti da parte di realtà imprenditoriali estere in regione.  
   
   
ROMA: PIANO CONDIVISO PER LA RIPARTENZA DI MEMC  
 
Bolzano, 25 marzo 2013 - Nuovo passo avanti nella vicenda Memc: il 22 marzo a Roma nella sede del Ministero per lo sviluppo economico l´azienda ha presentato il programma con le varie fasi di ripartenza della produzione, a seguito del protocollo d´intesa raggiunto due settimane fa tra il Ministero, la Provincia e la multinazionale. "Il piano e´ stato condiviso, fino alla definitiva ripresa dell´attivita´ dell´azienda di Sinigo abbiamo deciso di chiedere la proroga della cassa integrazione straordinaria", sottolinea l´assessore provinciale Roberto Bizzo, presente all´incontro con il sottosegretario De Vincenti. L´accordo del 5 marzo scorso tra Ministero, Provincia e Memc prevede la realizzazione, oltre a quella di Terna, di una seconda linea di interconnessione fra Italia e Austria. "Si tratta di una cosiddetta merchant line - ricorda l´assessore Bizzo - che consentirà a Memc di acquistare energia dall´estero a prezzi decisamente inferiori rispetto a quelli praticati sul mercato italiano". Nell´incontro odierno a Roma con il sottosegretario Claudio De Vincenti, alla presenza delle rappresentanze sindacali, sono stati precisati i passi successivi: l´azienda ha illustrato il programma delle varie fasi di ripresa della produzione, "un piano condiviso da Ministero e sindacati", informa Bizzo. Parallelamente il tavolo tecnico attivato con il Ministero si occupera´ di chiarire con Terna e Tiwag gli aspetti legati alla piena e sollecita operativita´ dell´interconnessione transfrontaliera. L´assessore Bizzo ha ribadito l´impegno della Provincia per tutelare i circa 330 lavoratori e le loro famiglie e garantire una certa sicurezza: "In tal senso abbiamo deciso di chiedere la proroga della cassa integrazione straordinaria per i lavoratori fino alla ripresa della produzione dello stabilimento di Sinigo."  
   
   
VCO, INVESTIMENTI DELLE IMPRESE DEL MANIFATTURIERO NEL 2012  
 
Baveno, 25 marzo 2013 - Sei imprese su dieci nel Vco non hanno effettuato investimenti nel corso del 2012 (dato in linea con il risultato 2011). Il risultato resta più critico rispetto alla media regionale (51%), segnale che si ripercuote sulla capacità di innovazione e internazionalizzazione delle imprese locali. Pochi investono e molti, 3 su 10 nel Vco, hanno investito meno di 100.000 €. La sostituzione di impianti obsoleti risulta essere la spesa principale sostenuta nel 2012 ed in previsione per il 2013. Il 30% delle imprese intervistate rileva un inasprimento delle condizioni di indebitamento che si manifesta in un aumento dello spread su prestiti già concessi. È quanto emerge dell’indagine congiunturale delle industrie manifatturiere, realizzata dalla Camera di commercio del Vco in collaborazione con Unioncamere Piemonte, in cui si è chiesto alle imprese di fornire anche alcune notizie riguardanti gli investimenti effettuati nel corso del 2012 e su quelli previsti per il 2013. Il 22% degli intervistati a livello provinciale dichiara di aver fatto investimenti di importo inferiore a 25 mila €. Per meno del 19% dei casi, gli investimenti superano i 25 mila €, di cui il 9% tra i 25-100 mila €. L’8% delle imprese intervistate hanno investito tra i 100 e i 500 mila euro e solo l’1,3% oltre i 500 mila €. Il risultato è inferiore alla media regionale (2,6%) dove però cuba il dato registrato nella provincia di Torino (4,4%). A livello regionale sono le imprese sopra i 250 addetti quelle che investono le cifre più elevate. In linea con quanto speso nel 2012, la maggior parte degli investimenti 2013 saranno rivolti alla sostituzione degli impianti obsoleti (50% la media piemontese, 54% quella del Vco). Segue, tra gli intervistati della provincia, il miglioramento dell’efficienza e della flessibilità dei processi produttivi (40%) ed il miglioramento della gestione aziendale (33,5%). Solo il 2% delle imprese dichiara di investire in politiche di risparmio energetico (oltre l’8% la media regionale) anche se gli scorsi anni si registrano a livello locale percentuali più alte di questo indicatore. Credito bancario (54%) e autofinanziamento (33%) risultano i canali di finanziamento maggiormente utilizzati dalle imprese locali nel 2012. La richiesta di credito bancario da parte delle nostre imprese risulta la più elevata rispetto alle altre province piemontesi (43% la media regionale). Per quanto riguarda i rapporti con le banche il 68% delle imprese intervistate dichiara che nulla è cambiato nel rapporto di fiducia tra istituto di credito e impresa. Tra le imprese che invece segnalano l’aumento delle criticità, la metà dichiara una maggiore richiesta di garanzia per l’ottenimento di nuovi finanziamenti, oltre che un aumento del margine della banca sui prestiti già concessi. Una stretta sul credito che però non blocca totalmente gli investimenti: solo il 10% delle imprese del Vco che hanno partecipato alla rilevazione segnala un aumento degli investimenti non accettati dalle banche, contro una media regionale del 31%. L´analisi completa dei dati è disponibile sul sito internet della Camera di commercio all´indirizzo: http://www.vb.camcom.it/  / Vco economia / congiuntura economica/ investimenti 2012  
   
   
50.000 ITALIANI EMIGRATI VANNO A RINFORZARE LE FILA DEI 4 MILIONI E 200MILA GIÀ RESIDENTI ALL´ESTERO. SI EMIGRA PER CERCARE UN POSTO DI LAVORO. LA MAGGIORANZA RIMANE IN EUROPA  
 
Lecce, 25 marzo 2013 - L’assenza di qualsiasi prospettiva d’uscita da una crisi che attanaglia sempre più il Nostro Paese aggravata anche dall’incertezza di veder nascere un governo, stanti i risultati usciti dalle urne ci costringe a lanciare un ennesimo grido d’allarme. Perché dopo i Paesi più a rischio dell’Ue come Grecia, Portogallo, Spagna e la piccola isola di Cipro abbiamo il dovere di denunciare come preannunciato in alcuni nostri interventi negli scorsi mesi, ma adesso con dati ufficiali alla mano, il riavvio dopo anni dei flussi migratori da parte di Nostri connazionali verso l’estero alla ricerca di un posto di lavoro. Perché se ci sono almeno tre milioni di disoccupati, molti sono costretti a fare le valigie ed un biglietto di sola andata oltre confine perché per molti appare davvero come l’ultima spiaggia. Come detto l’avevamo percepito ed avevamo diffuso i primi dati ma il Xviii rapporto Ismu (Fondazione che si occupa di Iniziative e Studi sulla Multietnicità) parla chiaro: solo l’anno appena trascorso sono emigrati all’estero ben 50mila italiani che vanno a rinforzare le fila dei 4 milioni e 200mila gli italiani che già risiedono fuori dai confini nazionali con una crescita, quindi, del 9% rispetto all´anno precedente. La differenza principale con i flussi migratori dei decenni passati sta nelle categorie di Nostri concittadini che scelgono di emigrare: se prima erano padri di famiglia alla ricerca di un lavoro da manovale o da operaio oggi la tendenza riguarda soprattutto i giovani e qualificati, la gran parte laureati. La maggioranza, sceglie di restare in Europa in particolare cerca fortuna in Francia, Germania, ma anche Inghilterra e Svizzera. Di fronte a dati come questi, rileva Giovanni D´agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, non si può più restare inermi. È ora di dire basta all’assenza di politiche del lavoro in questo Paese ed al silenzio che avvolge il tragico tema della disoccupazione  
   
   
CONGIUNTURA COMMERCIO AL DETTAGLIO E RISTORAZIONE A CUNEO  
 
Cuneo, 25 marzo 2013 - Unioncamere Piemonte, in collaborazione con le otto Camere di commercio provinciali, ha deciso di affiancare alla consueta indagine sull’industria manifatturiera un’analoga analisi congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione, avviata in via sperimentale ad inizio 2012, e volta ad analizzare l’andamento dei principali indicatori economici delle imprese piemontesi del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione. Le difficoltà che contraddistinguono l’attuale fase congiunturale trovano conferma nell’andamento dei principali indicatori relativi ai settori di attività economica oggetto di studio. Nel Iv trimestre 2012, infatti, il fatturato (valori correnti, Iva esclusa) delle imprese cuneesi del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione ha registrato un incremento di soli 0,5 punti percentuale rispetto al periodo ottobre-dicembre 2011. Nello stesso intervallo di tempo, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) della provincia di Cuneo ha registrato un aumento dell’1,7% rispetto al Iv trimestre del 2011. Valutata al netto della componente inflativa la variazione del volume d’affari generato dalle imprese cuneesi si tramuterebbe, dunque, in flessione. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al Iv trimestre 2012, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio 2013 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2012, e ha coinvolto 1.073 imprese piemontesi dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione, per un volume d’affari complessivo pari a 3,3 miliardi di euro. A livello locale, la rilevazione ha riguardato 213 imprese della provincia di Cuneo, per un fatturato complessivo pari a 661 milioni di euro. “Oggi diffondiamo per la prima volta i risultati della nuova indagine congiunturale sui settori del commercio al dettaglio e della ristorazione. In un momento critico come quello che stiamo vivendo, ci è sembrato, infatti, doveroso estendere il campo di osservazione a questi settori di attività, per osservare lo stato di salute del nostro sistema economico nel suo complesso. Le difficoltà congiunturali che anche le imprese della nostra provincia stanno fronteggiando risultano, purtroppo, evidenti anche per i settori del commercio e della somministrazione” ha dichiarato Ferruccio Dardanello, presidente della Camera di Commercio di Cuneo. Così come rilevato in occasione dell’indagine congiunturale sull’industria manifatturiera, anche i settori del commercio al dettaglio e della somministrazione della provincia di Cuneo sembrano manifestare una migliore capacità di tenuta rispetto ai corrispondenti comparti piemontesi. A livello regionale, infatti, il volume d’affari generato dalle imprese del commercio e della ristorazione è diminuito dello 0,5% rispetto al Iv trimestre 2011. Per quanto concerne le altre realtà provinciali, Alessandria e Novara hanno realizzato incrementi tendenziali del volume d’affari generato dalle rispettive imprese dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione dell’1,5% e dello 0,8%. Asti ha registrato una variazione nulla, mentre nelle restanti province il fatturato è diminuito rispetto al Iv trimestre 2011: si va dal -0,8% di Torino e Vercelli al -4,3% del Verbano C.o. Passando per il -3,3% di Biella. Alla debole dinamica del fatturato si accompagna il giudizio tutt’altro che positivo fornito dagli imprenditori intervistati in merito all’andamento degli ordini ai fornitori: quasi il 62% delle imprese cuneesi ne ha dichiarato una flessione nel trimestre in esame (rispetto allo stesso periodo del 2011), solo il 5% un aumento generando, così, un saldo di opinione negativo per ben 56 punti percentuale. Il 28% delle imprese intervistate lamenta, inoltre, difficoltà nell’accesso al credito bancario, quota inferiore rispetto a quella registrata a livello regionale, dove la percentuale di imprese che riscontra questo genere di criticità ammonta al 34%. Tra le imprese che denunciano tali difficoltà, i problemi più rilevanti riguardano tassi più onerosi e limitazioni nell’ammontare dei crediti erogabili.  
   
   
RALLENTAMENTO DELL´EXPORT PER REGGIO EMILIA NEL 2012  
 
Reggio Emilia, 25 marzo 2013 - Nonostante il tasso di crescita dell’export reggiano abbia segnato un forte rallentamento nel corso del 2012, l’esportato dalle aziende reggiane ha raggiunto gli 8,4 miliardi di euro, ritornando ai livelli del 2008. Secondo i dati recentemente diffusi dall’Istat ed analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di commercio, il rallentamento, se si fissa l’attenzione sui dati trimestrali, appare progressivo. Si passa infatti dai 2.158.204.718 euro del 1° trimestre ai 2.016.119.140 del 4° trimestre. Dopo il +13,6% registrato nel 2011, periodo in cui l’economia pareva riprendersi, il 2012 segnala un incremento dell’export reggiano contenuto in un +1,2%, quasi due punti percentuali in meno rispetto alla media regionale e al di sotto delle performance registrate a Modena (+3,3%) e a Bologna (+2,1%), province con le quali la nostra abitualmente si confronta sia per l’analogia delle produzioni, sia perché Bologna, Modena e Reggio Emila sono le province della regione più orientate all’export. Nel corso dell’intero 2012, le imprese reggiane hanno venduto all’estero prodotti per un importo pari a 8,4 miliardi di euro con un calo verso i mercati d’Europa (area in cui confluisce il 71,3% dell’export reggiano) e andamenti in aumento verso l’Africa, l’America, l’Asia e l’Oceania. Se si approfondisce l’analisi per i singoli Paesi, si osserva un tendenziale incremento del 18% delle esportazioni verso la Russia ed un calo del 13,7% verso la Turchia (che lo scorso anno si era rivelato un mercato emergente: +43,7% il 2011 su 2010). In Africa si osservano incrementi in Sud Africa, Tunisia e Marocco, mentre nel continente americano, a fronte di aumenti dell’export negli Stati Uniti ed in Canada, si riscontra, dopo la crescita del 2011, una contrazione del 16,3% del mercato brasiliano. Andamenti diversificati si osservano per i mercati asiatici: da un lato l’ulteriore crescita delle vendite verso la Cina e dall’altro il calo del 25,5% verso l’India. Fra i nuovi mercati reggiani compaiono Arabia Saudita (da 50 a 76 milioni di euro) con un incremento del 56,2% e Giappone (da 121,7 a 125,9 milioni di euro) che segna un +3,4% mentre Hong Kong segnala un -6,6%. Fra i prodotti, i metalmeccanici continuano a rappresentare oltre la metà del totale export. Le vendite oltre frontiera, pari a 4,3 miliardi di euro sono cresciute dell’1,1%, mentre quelle riferite ai prodotti elettrici ed elettronici (606,2 milioni nel 2012) sono diminuite del 2,2%. In aumento, poi, l’export degli altri prodotti tipici della nostra economia: +4,4% i prodotti ceramici (da 793,6 a 828,9 milioni di euro); +1,2% quelli del sistema moda che hanno raggiunto quota 1,4 miliardi di euro; +5,5% gli alimentari che hanno superato i 600milioni di vendite oltre frontiera. Nel 2012 le importazioni registrano, invece, un tendenziale calo del 10,4% (3,3 miliardi nel 2012 a fronte dei 3,6 miliardi del 2011), segnale che, per una realtà quale quella italiana e reggiana, trasformatrici di materie prime di cui non dispongono, conferma la progressiva riduzione dei ritmi produttivi.  
   
   
BRESCIA, TENDENZE DEL MERCATO DEL LAVORO NELLA PROVINCIA  
 
Brescia, 25 marzo 2013 - Nel 2012 si registrano segnali di miglioramento nella situazione del mercato del lavoro della provincia di Brescia, pesantemente colpita negli scorsi anni dagli effetti della crisi. I dati della Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro mostrano un miglioramento del tasso di occupazione, che si attesta al 62,1% (vs il 64,7% regionale) superiore di 0,6pp rispetto al 2011, corrispondente a quasi 4mila occupati in più. L’aumento dell’occupazione è totalmente ascrivibile alla componente femminile che aumenta del 6,1% (12mila occupate in più rispetto al 2011) mentre si contrae del 2,5% l’occupazione maschile. Il tasso di occupazione femminile sale così al 50,3% (+2,9pp) mentre quello maschile scende al 73,3% (-1,7pp). L’aumento dell’occupazione si associa ad una crescita (+1pp) del tasso di disoccupazione, sebbene sia tra le più basse registrate a livello regionale (+1,7pp). Cresce sia la disoccupazione maschile che sale al 4,8% (+0,04pp) sia quella femminile che si attesta al 9,7% (+1,6pp). Il tasso di disoccupazione complessivo raggiunge il 6,8%, un valore più contenuto del 7,5% lombardo. Il numero di disoccupati è pari a 38mila unità (+19%), con un aumento del numero di disoccupati uomini del 7,3% a fronte del 29,1% femminile. Se da un lato l’aumento della disoccupazione è certamente dovuta alla perdita dei posti di lavoro, dall’altro nel corso del 2012 si è registrato un aumento della partecipazione al mercato del lavoro delle donne, che prima non cercavano “attivamente” un’occupazione ma si trovano ora nella necessità di lavorare per sostenere il reddito familiare indebolito dall’andamento delle retribuzioni reali, dalle politiche fiscali e dalle incerte prospettive economiche. Il tasso di attività femminile sale infatti al 55,8% (+4,2pp) mentre quello maschile si riduce di 1,5pp, probabilmente per via un effetto scoraggiamento legato alle difficoltà a reperire una occupazione. Complessivamente il tasso di attività della provincia di Brescia è pari al 66,6% (+1,2pp dal 2011). Tuttavia, nel Iv trimestre 2012 i dell’Indagine Congiunturale Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Confindustria Lombardia rivelano saldi e trend negativi in tutti i comparti, ad eccezione dei servizi dove il saldo è positivo, presumibilmente per il consueto picco di attività a fine anno. Segnali positivi si registrano in riferimento al ricorso alla Cig che nel Iv trimestre 2012, risulta in diminuzione del 5,5%, a fronte di un aumento regionale del 12,8%; si rileva un aumento dei provvedimenti ordinari pari al 27,6% (vs +44,2% medio regionale), una contrazione per la Cig straordinaria del 25% (vs 3,2% regionale) e un incremento del 4% della Cig in deroga in controtendenza rispetto al dato regionale (-13,9%). Complessivamente nel Iv trimestre 2012 le ore autorizzate sono 11,2 milioni. Insieme a Milano, Brescia è inoltre l’unica provincia della Lombardia a registrare un calo delle ore complessive di Cig nel 2012 rispetto al 2011, con un -6,3% (vs +7,5% medio regionale), soprattutto per via della contrazione della Cigs (-33,1% vs -21% regionale) e un aumento della Cigo più contenuto rispetto alla media regionale (+41,7% vs 51,9%). Nel corso del 2012 sono state autorizzate circa 44 milioni di ore di cui 17,4 a carattere ordinario, 17,8 straordinario e 8,8 in deroga. Le riduzioni più rilevanti di Cig si registrano nella meccanica (-18,5%) e nel tessile (-19,7%), mentre è ancora in aumento nel comparto edile. Le situazioni di crisi (Cig + Mobilità) nel 2012 in provincia di Brescia corrispondono al 5,8% dell’occupazione dipendente in aumento di 0,3pp rispetto al 2011, l’incidenza più elevata a livello regionale (4%), soprattutto per via del marcato aumento dell’incidenza della mobilità che sale al 2,7% dell’occupazione dipendente: nel 2012 si registrano 11.152 lavoratori approvati sulle liste di mobilità, in aumento tendenziale del 37,1% (vs 23,8% medio regionale), con un incremento più elevato nelle imprese con meno di 15 dipendenti (+39,4%). Le Comunicazioni Obbligatorie segnalano per il Iv trimestre 2012 una diminuzione tendenziale sia degli avviamenti che delle cessazioni più marcata della media regionale: gli avviamenti sono pari a 36.177 unità (-10,7%) mentre le cessazioni si attestano a 50.292 movimenti (-3,8%); il saldo risulta negativo (14.115 unità) e in peggioramento rispetto al Iv trimestre 2011. Il peggioramento dell’economia registrato nel corso del 2012 e l’incertezza per gli andamenti futuri si ripercuotono sulle prospettive occupazionali degli imprenditori che rimangono negative in tutti i comparti.  
   
   
BARBIERI E PARRUCCHIERI, AL VIA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE  
 
Firenze, 25 marzo 2013 – La nuova disciplina dell’avvio e dell’esercizio dell’attività di acconciatore in Toscana sarà affidata ad una legge regionale che la giunta ha licenziato su proposta dell’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini. La nuova legge, che andrà ora all’esame del consiglio, si propone di dare certezze agli operatori, realizzando il passaggio definitivo al nuovo regime introdotto dalla legge nazionale del 2005 che, fino ad oggi, ha convissuto con il vecchio regime, definito da una norma del 1963. E’ sulla base della legge nazionale del 2005 e del successivo decreto dell’agosto 2012 che erano state superate le vecchie qualifiche professionali di parrucchiere per signora e barbiere, per lasciare il posto alla nuova qualifica di acconciatore. La normativa però non era diventata pienamente operativa. “Con la legge regionale – spiega l’assessore Simoncini – viene superata ogni residua incertezza, offrendo agli operatori un quadro chiaro, che prende in considerazione anche una fase transitoria, in modo da non penalizzare nessuno e, nello stesso tempo, valorizzare al massimo le competenze professionali, garantendo condizioni di accesso al mercato uguali per tutti”. Nella proposta regionale si recepisce, fra l’altro, la nuova qualifica di acconciatore, che prende il posto delle vecchie qualifiche di barbiere e parrucchiere per uomo o donna e si prevedono norme transitorie per regolare il passaggio dal vecchio al nuovo sistema di accesso all’attività. La legge del 2005 rende infatti obbligatoria l’abilitazione professionale, acquisita con il superamento di un esame al termine di un periodo di formazione teorica e pratica. Le norme transitorie si preoccupano di tutelare coloro che, già da tempo, esercitano l’attività, avendo maturato un’esperienza lavorativa pluriennale prima dell’entrata in vigore della legge regionale. In particolare la norma transitoria specifica che assumono la qualifica di acconciatore tutti coloro che, all’entrata in vigore della legge regionale, risultano in possesso della qualifica di acconciatore o parrucchiere per uomo o donna. Inoltre, per venire incontro a chi ha già maturato un’esperienza consolidata ma non possiede la qualifica, si è introdotto un esame teorico-pratico che potranno superare, senza dover seguire il corso di formazione, tutti coloro che, al 12 settembre 2012, hanno svolto attività presso un’impresa di acconciatore, per un periodo non inferiore a tre anni, oppure hanno svolto attività lavorativa a seguito di regolare contratto di apprendistato. “La Regione con questa legge – conclude l’assessore – offre al settore uno strumento per valorizzare e rilanciare su nuove basi questa professione e dare sicurezza e nuovo sviluppo alle imprese di acconciatura, imprese, nella stragrande maggioranza dei casi di piccole e piccolissime dimensioni ancorchè diffuse capillarmente sul territorio”.  
   
   
2012, ECONOMIA IN GRIGIO PER LA PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA  
 
Forlì-Cesena, 25 marzo 2013 - Pesanti e perduranti difficoltà connotano la situazione economica locale, riflesso della crisi più ampia che investe non solo il nostro Paese, ma si allarga a tanti Paesi del mondo. I dati raccolti evidenziano diffuse criticità che interessano tutti i settori economici e, seppure in misura diversa, tutte le tipologie di imprese accomunate da gravi problemi, fra i quali la forte pressione fiscale, l’accesso al credito sempre più problematico, il forte calo della redditività, che risulta progressivamente erosa dall’aumento dei costi, dal contemporaneo calo dei volumi d’affari e delle vendite. Questa è la situazione messa in evidenza dal “Rapporto sull’Economia della provincia di Forlì-cesena nel 2012” realizzato dalla Camera di Commercio in collaborazione con Unioncamere Emilia-romagna. Il Rapporto, che sarà disponibile anche on-line sul sito dell’Ente camerale, è stato presentato ufficialmente mercoledì 20 marzo da Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio, Guido Caselli, Direttore dell’Area Studi e Ricerche di Unioncamere Emilia-romagna, Stefano Zamagni, Professore ordinario di Economia dell’Università di Bologna e Professore aggiunto di Economia Internazionale alla Johns Hopkins University. I relatori nei loro interventi hanno affrontato varie problematiche: in particolare Alberto Zambianchi, coadiuvato dal Segretario Generale, Antonio Nannini, ha illustrato i principali indicatori provinciali alla luce anche delle dinamiche e delle prospettive; Guido Caselli ha contribuito a completare il quadro con riflessioni sulla competitività delle imprese della nostra provincia in questo particolare momento; Stefano Zamagni è intervenuto con considerazioni che, partendo dall’analisi della situazione presente, hanno messo in luce il complesso di relazioni tra imprese, società civile e territorio, possibile “motore dello sviluppo” locale. Al termine delle relazioni è stato proiettato un breve filmato, anteprima di una iniziativa che si svolgerà il 23 aprile prossimo, dal titolo “2013 l’impresa di esserci: quando vincono le idee”, voluta dalla Giunta camerale con la finalità di valorizzare e far condividere le “best practices” poste in atto da alcune aziende, - che si sono dimostrate competitive anche in questa situazione di crisi - segnalate dalle Associazioni di Categoria. “Una situazione molto difficile appare evidente dalle analisi sviluppate nel Rapporto economico 2012 - dichiara Alberto Zambianchi, Presidente della Camera di Commercio di Forlì-cesena – ogni settore purtroppo presenta indicatori negativi: dall’agricoltura, che non riesce a garantire livelli di redditività soddisfacenti, al manifatturiero, dove non si attenua la spirale recessiva, dal comparto delle costruzioni, in gravissime difficoltà, al commercio, in cui si registrano le flessioni più intense degli ultimi dieci anni. E infine, anche il settore turistico, che da sempre contribuiva alle performance positive del mix economico provinciale, ha evidenziato un calo consistente. Forte la diminuzione della redditività, progressivamente erosa da aumento dei costi, crescente pressione fiscale e calo dei volumi d´affari. A fronte di questo stato di cose, l’impegno profuso dalla Camera per sostenere il nostro tessuto imprenditoriale si è intensificato, sia con azioni strutturali, sia con azioni congiunturali, definite attraverso il coinvolgimento delle Associazioni di Categoria e degli stakeholder. Continueremo, inoltre, a intervenire sulle criticità più acute: sostegno al “credito” attraverso i Confidi; “infrastrutturazione” del territorio, a partire da ciò che riesce a renderlo più competitivo ed attrattivo; ampliamento dei processi di “internazionalizzazione”. Ma occorre fare di più, infatti è facile prevedere che purtroppo nei prossimi mesi le difficoltà diventeranno ancora più acute e che la tendenza, ormai strutturale, di contenimento della spesa pubblica renderà il nostro sistema di welfare sempre meno inclusivo. Dovremo quindi affrontare problemi nuovi, almeno per le dimensioni con cui si presenteranno e per le soluzioni percorribili. Nuove iniziative mirate a creare occupazione e benessere per la collettività andranno ricercate “insieme”. L’esperienza ci insegna che anche problemi difficili e complessi, come quelli che ci aspettano, possono essere affrontati e superati a condizione di un rinnovato impegno nella coesione e nella solidarietà. Per questo mi rivolgo alle Istituzioni, alle Fondazioni delle Casse dei Risparmi, a tutte le Banche, ai Sindacati ed alle Associazioni degli Imprenditori, ripetendo un invito, urgente e improcrastinabile: lavoriamo tutti insieme per individuare ed attivare nuovi modelli di sviluppo fondati su valori etici condivisi e imprescindibili e per rinnovare nel nostro Territorio prospettive di crescita e di benessere diffuso”. “Una metafora, – dice Guido Caselli - molto utilizzata di questi tempi per raccontare la difficile fase che stiamo attraversando, è quella del tunnel. Da un lato vi sono gli ottimisti, quelli che cominciano a intravedere la luce che annuncia l’approssimarsi della fine della galleria. Dall’altra parte si schierano i pessimisti, anch’essi intravedono la luce ma ci avvertono che non è quella dell’uscita, bensì quella di un treno che sta arrivando in senso contrario. Infine, vi sono altri che non vedono alcuna luce e ci dicono che dobbiamo prepararci ad arredare il tunnel perché ci resteremo dentro ancora a lungo. Credo siano vere tutte e tre le cose. È però altrettanto vero che vi sono imprese che dal tunnel sono già uscite, altre che non vi sono mai entrate e continuano a creare ricchezza e occupazione. Fuori dal tunnel vi sono le imprese che si rivolgono ai mercati internazionali. Se si esce dai confini nazionali si scopre che c’è un mondo che continua a crescere e a offrire opportunità. Fuori dal tunnel si trovano le imprese che creano nuova occupazione. Fuori dal tunnel vi sono le imprese resilienti, quelle che hanno saputo adattarsi ai cambiamenti investendo innanzitutto sulla propria struttura organizzativa e, in particolare, sulle persone, sia in termini di formazione che di benessere sul posto di lavoro. Allora, qual è il filo rosso che unisce chi si trova fuori dal tunnel? Prima di tutto la costruzione di un forte sistema relazionale all’interno dell’impresa e con la comunità di appartenenza e poi il fatto che in questo percorso di costruzione del sistema relazionale le imprese vanno accompagnate da tutto il territorio. Perché come comunità ne veniamo fuori solo se ne escono le nostre imprese. E le nostre imprese possono uscirne solo se la comunità riprende il suo cammino di benessere diffuso.” Rapporto sull’economia della provincia 2012: l’andamento dei settori in sintesi Il 2012 è stato un altro anno di recessione per l’economia, non solo della nostra provincia, ma anche della nostra Regione e del Paese. Dopo cinque anni di crisi con fasi di diversa intensità, l’economia mondiale si sta nuovamente indebolendo e c’è il rischio di un’ulteriore forte contrazione. L’economia degli Stati Uniti sta crescendo con ritmi al di sotto delle aspettative. Una nuova recessione è in corso nell’Area Euro e il suo impatto ha causato un forte rallentamento in molti Paesi emergenti. L’europa fatica ad individuare e porre in atto iniziative che riavviino la crescita. L’italia ha risentito in misura particolarmente accentuata dell’evoluzione negativa dell’economia globale e delle turbolenze sui mercati. Nonostante la sostanziale solidità del sistema bancario e il ridotto livello di indebitamento delle famiglie, il nostro Paese è stato investito dalla crisi con particolare intensità a causa dell’elevato debito pubblico, della forte dipendenza dall’andamento del commercio internazionale e a causa delle deboli prospettive di crescita nel medio termine. Le previsioni sono orientate al proseguimento della fase di contrazione dell’economia che continuerà, anche nel 2013, a condizionare negativamente i livelli occupazionali. Dall’esame dei dati, a livello locale, si rileva che la struttura imprenditoriale nella provincia di Forlì-cesena presenta 39.763 imprese attive (variazione al 31/12/2012, rispetto al 2011 con esclusione dell’agricoltura, -1,4% in provincia, -0,8% in regione, -0,4% in Italia), di cui 8.703 sono imprese “femminili” (-0,6%) e 2.705 (+2,8%) con titolari stranieri. Sono 9,8 gli abitanti per ogni impresa attiva (10,2 in Regione e 11,3 in Italia). Stabili, rispetto al 2011 e con valori al netto dell’agricoltura, le società di capitale (0,0%). In calo le imprese individuali (-2,2%) e le società di persone (-1,3%). In agricoltura continua il calo generalizzato del numero delle imprese (-2,8%), calo in atto da diversi anni; La Produzione Lorda Vendibile provinciale, pari a 667 milioni di euro nel 2012, rispetto all’anno precedente ha evidenziato una crescita complessiva del + 12,6%, anche se, in termini reali, il valore della produzione agricola è inferiore rispetto a 16 anni fa (-9,5%); criticità nei comparti delle coltivazioni erbacee, (nonostante la buona performance dei cereali) e in quello delle coltivazione legnose (con particolare riferimento alla frutta, pesche soprattutto); in ripresa quello zootecnico, soprattutto relativo alle produzioni avicole e delle uova. Per l’industria manifatturiera a livello locale, che conta 3.869 imprese attive (-3,2% rispetto al 2011), il 2012 ha portato a risultati molto deludenti, con indici negativi negli ultimi cinque trimestri. Le previsioni per il primo trimestre 2013 sono pessimistiche. Rispetto al 2011, quando tutti i settori avevano ridotto i tassi di crescita, nel 2012 quasi tutti i comparti hanno evidenziato una decrescita. Andamento negativo per l’edilizia, dove continuano a calare le imprese attive (-3,4%) e in cui è in forte calo l’occupazione, la domanda e la produzione, mentre crescono le difficoltà finanziarie. Dai dati delle Casse Edili risulta, fra gli altri cali, una flessione notevole delle ore lavorate: -12,2%. Un altro anno molto difficile anche per il commercio, (le imprese attive sono 8.595, -1,5% rispetto al 2011) comparto che soffre per il protrarsi del calo dei consumi dovuto alla crisi: a livello provinciale, nel Iv trimestre 2012, le vendite sono in calo del 10,5% (-14,9% n ella piccola distribuzione). La contrazione delle vendite, in atto anche nelle Gdo, l’aumento dei costi e la diffusa mancanza di liquidità determinano la caduta generalizzata della redditività che compromette la tenuta stessa della base imprenditoriale. Il movimento commerciale con l’estero nel 2012 ha fatto rilevare, rispetto al 2011, un aumento delle esportazioni pari al +3,1% (Emilia-romagna +3,1% e Italia +3,7%). Le importazioni sono calate in tutti i livelli territoriali: -8,8% in provincia, -5,4% in Emilia-romagna e -5,6% in Italia. Calzature, macchinari, prodotti per l’agricoltura e prodotti alimentari sono i più esportati, mentre le principali destinazioni sono l’Unione Europea, l’Europa extra Ue e l’Asia Orientale; in forte crescita le esportazioni in Medio Oriente e America Settentrionale. Negativo, nel complesso, anche l’andamento turistico, con arrivi e presenze in diminuzione (rispettivamente -6% e -7,4%); flessione delle presenze straniere (-1,4%). Nel 2012 sono in calo i comparti marittimo, termale e città d’arte; turismo “ambientale” in crescita nelle località dell’Appennino forlivese e cesenate. Trasporti in forte discesa (calano del 3,2% le imprese attive), con criticità specifiche, tra cui concorrenza sleale e con vettori esteri, appalti dei servizi di trasporto al massimo ribasso. Il credito rappresenta senza dubbio un elemento cruciale per lo sviluppo della nostra economia: la raccolta bancaria è in crescita, +8,3%, il rapporto “depositi per abitante” è di 20.886 euro, contro i 23.357 dell’Emilia-romagna, in linea però con l’Italia, euro 20.534. Calo netto degli impieghi “vivi” delle imprese (-4,8% in imprese fino a 19 addetti, e -2,6% in imprese da 20 addetti e oltre), soprattutto nel comparto delle costruzioni (-4,6%). Le imprese artigiane attive (13.315) risultano in calo (-2,6%) al 31/12/2012, rispetto ad analogo periodo 2011. Tutti i settori del sistema artigianale soffrono, per l’aggravarsi delle problematiche soprattutto in edilizia e trasporti; difficoltà, in generale, per le imprese che lavorano in conto terzi. Si riscontra, come già negli anni passati, una buona capacità di reazione da parte della cooperazione (543 imprese attive;+2,3% rispetto al 2011) che ha continuato a far leva sui propri fattori distintivi, come lo spirito solidaristico. Le criticità maggiori si riscontrano nelle aree cultura, servizi, sociale, edilizia, autotrasporti. Le cooperative sociali sono 94, 4 in meno rispetto al 2011, segno di difficoltà per un settore che è punto di riferimento per il welfare locale. La dinamica occupazionale registra un tasso di occupazione, nel 2012 (media dei primi tre trimestri), pari a 66,3%, leggermente inferiore a quello regionale (67,7%), ma superiore a quello nazionale (56,8%). Il tasso di disoccupazione è invece pari a 7,4%, per maschi e femmine, tasso più alto rispetto alla media regionale (6,7%), ma inferiore a quello nazionale (10,4%) e che, a livello provinciale, ha coinvolto pesantemente la componente femminile (9,9%). Da notare che prosegue l’aumento sostenuto (+11,2%) dei disoccupati, rilevato dai Centri per l’Impiego (+15,2% uomini, +8,3% donne). Gli iscritti nelle liste di mobilità a fine anno sono risultati in aumento del 23% rispetto al 2011. Riguardo alle misure di integrazione salariale, la Cig ordinaria è in aumento del 69,3%, quella straordinaria del +6,3%, quella in deroga è diminuita del 4,5%. Gli ultimi scenari di previsione disponibili, delineati da Prometeia e Unioncamere Emilia-romagna e riferiti a febbraio 2013, stimano una flessione del valore aggiunto, nell’anno corrente per Forlì-cesena, dello 0,7%, leggermente maggiore rispetto alla regione (-0,5%) e rispetto all’Italia (-0,6%). Per il 2013 è prevista una riduzione del Prodotto Interno Lordo italiano pari a -0,6%, rispetto all’anno precedente, (Ue27 +0,2%, Germania +0,4%, Mondo +3,4%).  
   
   
MONTE DEI PASCHI DI SIENA - SEDE LECCESE: REGIONE SCRIVE A VERTICI BANCA  
 
Bari, 25 marzo 2013 - Rivedere il progetto aziendale per evitare le esternalizzazioni. Intraprendere un nuovo cammino di dialogo e confronto all’insegna del rispetto reciproco tra tutte le parti coinvolte. Queste le richieste che l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Loredana Capone rivolge ai vertici della banca Monte dei Paschi di Siena in una lettera inviata a seguito delle numerose preoccupazioni che i lavoratori dell’unità territoriale salentina hanno rimostrato in occasione dell’ultimo incontro avvenuto lo scorso sabato. “I lavoratori salentini hanno paura – ha dichiarato l’assessore. Hanno paura per il loro futuro e per quello delle loro famiglie. È indispensabile, dunque, aprire ancora al confronto e chiarire, in modo definitivo, se può esserci una possibilità di evitare le esternalizzazioni”. Lo scorso 4 marzo, 2.360 lavoratori avevano ricevuto comunicazione circa il loro inserimento nella nuova divisione da cui attingere per definire il futuro perimetro delle esternalizzazioni. L´accordo del 19 dicembre 2012 aveva stabilito, attraverso lo strumento dell´accesso al Fondo, un numero di uscite volontarie, fino al 31 dicembre 2017, pari complessivamente a 1.000 risorse. “I lavoratori segnalano – continua Loredana Capone - che, dalle domande di adesione volontarie formulate, il numero delle unità è superiore di 660 rispetto alle esigenze dichiarate dall´Azienda e che, entro il 2019, le adesioni al Fondo raggiungeranno picchi di 3.500”. “Si rende davvero necessario, insomma – conclude l’assessore - valutare soluzioni alternative al progetto iniziale delle esternalizzazioni anche perché, in un territorio già fortemente penalizzato in cui, ogni giorno, migliaia di lavoratori, pensiamo ad Adelchi, a Filanto, bussano alle porte della Prefettura per rivendicare i propri diritti, un progetto del genere impatterebbe in misura decisamente più pesante rispetto che in altri”.  
   
   
BIELLA, SEGNI DI DEBOLEZZA PER IL COMMERCIO NEL II SEMESTRE 2012  
 
Biella, 25 marzo 2013 - Nel secondo semestre 2012, in linea rispetto a quanto si è verificato nel più ampio panorama nazionale e regionale, le conseguenze negative della nuova fase recessiva si sono ripercosse anche nel territorio biellese. Il settore commerciale della provincia di Biella ha manifestato dei segnali di debolezza per quanto concerne il fatturato, gli ordini effettuati ai fornitori e il saldo occupazionale. Questo quadro emerge dalle due indagini relative all’andamento congiunturale delle imprese biellesi appartenenti al settore del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione, riferite al Iii e al Iv trimestre del 2012, effettuate dall’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, in collaborazione con la Camera di Commercio di Biella, su un campione di circa 60 unità. “Il rallentamento economico che si è manifestato nell’anno 2012 ha avuto delle ripercussioni anche sul settore commerciale della provincia di Biella: infatti, nel corso del secondo semestre, sono emersi segnali di sofferenza sia per quanto concerne il volume di affari che gli ordinativi effettuati ai fornitori. Purtroppo, in questo contesto critico, gli scenari risentono di un atteggiamento di particolare cautela, che si riflette anche sulle previsioni negative per quanto concerne il fronte occupazionale. Risulta, quindi, inevitabile effettuare interventi urgenti per sostenere le imprese commerciali, nell’attesa che l’economia si rimetta in moto”, dichiara Andrea Fortolan, Presidente della Camera di Commercio di Biella. Sintesi Dei Risultati Dell’indagine Iii trimestre 2012 - Per quanto concerne il terzo trimestre 2012, l’andamento del fatturato (in confronto al Iii trimestre dell’anno precedente) si è rilevato in incremento per il 47% delle aziende interpellate e in calo per circa il 40%, realizzando un saldo di opinione (ottimisti meno pessimisti) positivo corrispondente al +7%. Effettuando un’analisi degli altri indicatori economici, si è, invece, registrato un andamento negativo sia sul lato degli ordini effettuati ai fornitori che sul fronte occupazionale: infatti, entrambi i saldi di opinione sono negativi e pari, rispettivamente, al -42% e al -41%. Andamento delle principali variabili economiche del settore commercio e somministrazione in provincia di Biella nel Iii trimestre 2012 rispetto allo stesso trimestre dell´anno precedente (valori in percentuale, opinioni qualitative) Fonte: Unioncamere Piemonte - Cdc di Biella – Indagine congiunturale Iii trimestre 2012 Iv trimestre 2012 - Nel quarto trimestre 2012, l’andamento del fatturato (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) è risultato in aumento per il 36% delle imprese intervistate e in riduzione per il 39%, dando, pertanto, origine ad un saldo di opinione negativo pari al -3%. Focalizzando l’attenzione sull’analisi delle altre variabili economiche si rivela un andamento negativo: infatti, sia il saldo di opinione riferito agli ordini effettuati ai fornitori, sia quello riscontrato sul fronte dell’occupazione, si mostrano negativi e pari rispettivamente al -66% e al -48%. Le previsioni - Il clima delle aspettative degli imprenditori commerciali della provincia biellese per il breve periodo (gennaio-marzo 2013) si caratterizza per un certo pessimismo: infatti, per quanto concerne il fatturato, il saldo di opinione registrato è pari al -79%, per quanto riguarda gli ordinativi effettuati ai fornitori corrisponde al -71% ed, infine, il saldo ottimisti-pessimisti relativo all’occupazione è pari a -43%.  
   
   
LAVORATORI LICENZIATI: TAVOLI IN REGIONE BASILICATA  
 
Potenza, 25 marzo 2013 - Le vertenze dell’ex Mahle e dell’Eurodoor sono state oggetto il 21 marzo di incontri al Dipartimento regionale alle Attività produttive. Al tavolo per discutere della situazione dell’ex stabilimento della Mahle, erano presenti rappresentanti della task force regionale per l’occupazione, organizzazioni sindacali, rsu aziendali e Confindustria. Per i 25 lavoratori licenziati dalla Mahle, la cui mobilità ordinaria è in scadenza il prossimo 23 marzo, potrà essere concessa la mobilità in deroga in quanto è in atto il processo di reindustrializzazione del sito dismesso a condizione che vi sia la disponibilità finanziaria. Inoltre i sindacati hanno chiesto che sul processo di reindustrializzazione del sito ex Mahle è necessario un apposito incontro per verificarne l’andamento. Per gli oltre 30 lavoratori licenziati dalla Euroddor, azienda di Tito scalo che produceva porte e finestre, a cui scade la mobilità ordinaria nei prossimi giorni, invece, non sarà possibile concedere la Cig in deroga in assenza di piani e programmi di ricollocazione. Le Organizzazioni sindacali si sono impegnate a verificare la possibilità che l’attuale proprietà subentrata alla fallita Eurodoor abbia previsto un programma di ampliamento della base occupazionale e la disponibilità alla ricollocazione dei lavoratori.  
   
   
PISTOIA, I DATI DELL´INDUSTRIA MANIFATTURIERA DEL 4° TRIMESTRE 2012  
 
Pistoia, 25 marzo 2013 - L’indagine congiunturale svolta nel 4° trimestre del 2012, ha evidenziato il perdurare della situazione di criticità in cui versano le imprese industriali manifatturiere della provincia di Pistoia. Ancora una volta gli indicatori trimestrali non sembrano voler invertire le tendenze dei trimestri precedenti. Sia la produzione che il fatturato mostrano un aumento tendenziale negativo rispetto allo stesso trimestre 2011 pari a -4,9%. Negative anche le variazioni congiunturali. Rispetto al trimestre precedente si registra una sostanziale diminuzione sia della produzione (-0,7%) che del fatturato (-0,8%). Scendendo nel dettaglio dimensionale di impresa, nel quarto trimestre 2012 si conferma l’andamento a due velocità delle imprese di piccola dimensione rispetto alle più grandi. Per quanto riguarda la produzione, le piccole imprese hanno registrato una flessione di -6% rispetto al quarto trimestre 2011, le imprese oltre 50 addetti hanno mostrato una variazione pari a -1,3%. Per quanto riguarda il fatturato, esso è in aumento nelle imprese più grandi (+0,9%) ed ha subito un’importante decrescita nelle imprese con addetti da 10 a 50 (-6,8%). Grado di utilizzo degli impianti - Il grado di utilizzo degli impianti nel trimestre in esame è stato pari al 79,8% della capacità totale. Per questo indicatore il risultato delle imprese di più piccola dimensione, rispetto alle imprese più strutturate, è analogo, riportando le prime una percentuale di utilizzo delle potenzialità dell’impresa pari a 79,7% e le seconde pari a 80,3%. Settori economici - I risultati disaggregati per settore economico mostrano comportamenti diversificati. Con l’eccezione del settore alimentare e del settore legato alla lavorazione delle pelli e alla produzione delle calzature che aumentano rispettivamente il primo nella produzione (+0,4%) e il secondo nel fatturato (+0,5%), tutti gli altri settori hanno riportato variazioni tendenziali negative. Pesante è il risultato conseguito dal comparto tessile (-7,4% la produzione e -11,2% il fatturato), male anche i settori della carta (-2,5% la produzione e -1,6% il fatturato), della metalmeccanica (-1,8% la produzione e -0,4% il fatturato) e dell’industria chimica e delle materie plastiche (-5,1% la produzione e -2,3% il fatturato). In ulteriore peggioramento le performance dell’industria del mobile (-15,3% la produzione e -15,8% il fatturato). Ordinativi - Pesantemente negativa, nel 4° trimestre 2012, risulta anche la stima dei nuovi ordinativi che, rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, sono diminuiti in media per un valore pari a -3,9%, con una disarticolazione per classe dimensionale che evidenzia grandi differenze: gli ordinativi ricevuti dalle piccole imprese sono diminuiti per un valore pari a -4,9% mentre gli ordinativi registrati nelle imprese più strutturate sono diminuiti dello 0,4%. Incide fortemente alla costruzione del dato la flessione degli ordinativi nel settore dei mobili (-16,1%). Positiva la variazione degli ordinativi solo nel settore alimentare (+2,4%). In media risulta negativa anche la variazione della componente degli ordinativi dall’estero (-4,7%). A incidere fortemente sul dato è il risultato delle piccole imprese (-7,8%), mentre le imprese con oltre 50 addetti hanno registrato una variazione positiva epari a +4,7%. A livello settoriale gli ordinativi dall’estero sono diminuiti con riferimento all’industria del mobile (-42,7%) e nell’industria metalmeccanica (-8,3%), per gli altri settori le variazioni sono tutte positive. In particolare per l’industria alimentare che ha visto aumentare gli ordini dall’estero del 7,6%. I risultati dell’indagine congiunturale sono confermati anche dai dati Istat sul commercio estero appena diffusi. Nel 4° trimestre del 2012 si inverte infatti l’andamento positivo delle esportazioni registrato nei trimestri precedenti. La variazione totale del trimestre è di -9,9% sullo stesso trimestre del 2011. Unico valore positivo è la variazione export dell’alimentare (+2,6%). Occupazione - Dal punto di vista occupazionale la variazione tendenziale del numero di addetti nel 4° trimestre 2012, rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, è pari a -0,3%. Nella disaggregazione dimensionale, si attesta sul –0,4% la variazione tendenziale per le imprese sotto 50 addetti, mentre risulta positiva (+0,2%) per le imprese più grandi. Fra i settori economici, ad incidere sul valore medio negativo sono quasi tutti i settori. Fanno eccezione l’industria della lavorazione delle pelli e della produzione di calzature (+0,6%) e dell’industria chimica farmaceutica +0,3%. Confronto regionale - Nel confronto territoriale, i risultati della provincia di Pistoia sono peggiori della media regionale e il nostro territorio si colloca al sesto posto sia per quanto riguarda la produzione sia per quanto riguarda il fatturato. Anche la media regionale è comunque negativa, sia per la produzione -3,1% che per il fatturato -4,5%. Come negativi sono gli indicatori in tutte le altre province. Per la produzione si passa dalla situazione meno grave di Firenze (-0,2%) a quella più difficile di Massa Carrara (-11%). Nella variazione tendenziale del fatturato, è Arezzo (-1,7%) che ha la flessione inferiore, mentre la peggiore tocca a Livorno (-11,54%) Per quanto riguarda l’occupazione il dato della provincia di Pistoia (-0,3%) risulta meno grave della media regionale (-0,5%). La situazione più critica è registrata a Grosseto (-2,5%). Previsioni per il trimestre gennaio – marzo 2013 - Le previsioni fatte dagli imprenditori per il 1° trimestre del 2013 sono state all’insegna del pessimismo. Il saldo fra chi prevede un aumento e chi invece una diminuzione risulta negativo per tutte le variabili, anche se di misura più lieve di quanto registrato nei 3 mesi precedenti. La produzione -7,3%, la domanda estera -1,8%, la domanda interna -17,4% e la previsione sulla produzione annuale -14,9%. Per quanto riguarda l’occupazione scende all’88,7% la quota di imprese che non prevede variazioni (era oltre il 90% nel trimestre precedente), il 3,8% ne prevede un aumento contro il 7,5% che invece ne prevede una diminuzione. Per quanto riguarda la produzione, le previsioni più negative sono state espresse dal settore alimentare (25,6% delle imprese prevede una forte diminuzione della produzione, e un ulteriore 25,6% ne prevede una lieve diminuzione, mentre solo il 2,6% ne auspica un lieve aumento). Critica è anche la posizione dei settori dell’abbigliamento tessile e maglieria e della produzione dei mobili Positivo è invece il saldo fra chi prevede un aumento e chi una diminuzione della produzione nell’industria dell’elettronica e dei mezzi di trasporto e nel cartario.