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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Novembre 2013
UN PROGETTO DELL´UE SUI GLOBULI ROSSI PER MIGLIORARE LE TERAPIE PER LE FORME RARE DI ANEMIA  
 
Bruxelles, 18 novembre 2013 - L´anemia è una condizione nella quale il sangue contiene un numero di globuli rossi inferiore al normale. Colpisce 1,6 miliardi di persone in tutto il mondo e circa il 10 per cento di questi soggetti soffrono di una rara forma della malattia. Concretamente, la mancanza di emoglobina nel sangue rallenta la fornitura di ossigeno dagli organi respiratori al resto del corpo, il che ha come risultato meno energia per alimentare le funzioni dell´organismo del paziente. In queste situazioni, si presentano vari sintomi come affaticamento, debolezza e difficoltà di concentrazione. Se l´anemia diventa più grave - in particolare nelle forme rare della malattia - può diventare mortale. Le cause che stanno alla base dei circa 90 tipi diversi di malattie dei globuli rossi non sono ancora state studiate adeguatamente. Il legame tra le cause molecolari e i sintomi clinici delle malattie dei globuli rossi come l´anemia a cellule falciformi e i gruppi di malattie ereditarie - talassemia - non si conosce ancora bene e le cure spesso non sono efficaci. Di conseguenza, c´è una grande richiesta di nuovi strumenti per migliorare la diagnosi e monitorare la progressione delle malattie dei globuli rossi. Qui entra in gioco Commitment, un progetto di ricerca dell´Ue appena avviato, che nei prossimi cinque anni dovrebbe sviluppare tecnologie di diagnosi per immagini affidabili per la cura e il trattamento con farmaci personalizzati delle forme rare di anemia. L´approccio innovativo del gruppo di ricerca internazionale, coordinato dal dott. Lars Kaestner, direttore del Centro di imaging e screening molecolare presso l´Università di Saarland, in Germania, è basato sull´associazione di specifiche tecnologie di imaging (imaging molecolare e funzionale). "Le singole tecnologie, e soprattutto questa fusione unica delle tecnologie, permetterà l´identificazione e lo studio dei fattori molecolari che stanno alla base delle forme rare di anemia. Così facendo, questa tecnologia innovativa fornirà un nuovo strumento diagnostico che porterà a una migliore conoscenza della patofisiologia alla base delle forme rare di anemia. Questo ci permetterà di sviluppare nuovi trattamenti (personalizzati) per questo gruppo di malattie dei globuli rossi accertate, emergenti e ancora sconosciute", spiega il dott. Kaestner. Per realizzare questo ambizioso piano di lavoro, il dott. Kaestner ha riunito un consorzio multidisciplinare che associa le competenze di piccole e medie imprese di successo che fanno largo uso della ricerca e di importanti istituti accademici. Commitment funge da collegamento tra Pmi che usano la tecnologia e partner di ricerca scientifici per sostenere l´obiettivo del Consorzio internazionale per la ricerca sulle malattie rare (Irdirc) di fornire nuove modalità diagnostiche e 200 nuove terapie entro il 2020. Commitment, che si concluderà nel 2018, ha ricevuto 6 milioni di euro nell´ambito del settimo programma quadro dell´Unione europea. Per maggiori informazioni, visitare: Commitment http://www.Rare-anaemia.eu/  Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/110168_it.html    
   
   
"VACCINAZIONE: UN MOTORE EVOLUTIVO PER LE SPECIE?"  
 
Annecy, 18 novembre 2013 - Dal 25 al 27 novembre 2013 si terrà a Annecy, in Francia, un evento intitolato "Vaccinazione: un motore evolutivo per le specie?" (Vaccination: an evolutionary engine for species?). L´obiettivo di questo seminario è riunire esperti e soggetti interessati di varie discipline per esplorare i meccanismi fondamentali che stanno dietro all´evoluzione dei patogeni in un mondo sempre più vaccinato. Coprirà le metodologie necessarie per i modelli dello sviluppo di vaccini e presenterà raccomandazioni mirate alla salvaguardia della salute umana. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Fondation-merieux.org/vaccination-an-evolutionary-engine-for-species    
   
   
GIORNATA EUROPEA DI INFORMAZIONE SUGLI ANTIBIOTICI 2013: L´UE INTENSIFICA LA LOTTA CONTRO I BATTERI FARMACO-RESISTENTI  
 
Bruxelles, 18 novembre 2013 - Da un sondaggio pubblicato in data 15 novembre dalla Commissione europea emergono una diminuzione del ricorso ad antibiotici per uso umano a partire dal 2009 e una crescente sensibilizzazione dell´opinione pubblica sul fatto che gli antibiotici non uccidono i virus. Tale notizia positiva viene tuttavia relegata in secondo piano dai dati pubblicati in parallelo dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cepcm), che rivelano un netto incremento in Europa di batteri Gram negativi multiresistenti, resistenti ai carbapenemi, vale a dire agli antibiotici di ultima linea utilizzati per trattare le infezioni associate alle cure sanitarie. La Commissione sta pertanto intensificando la lotta contro la resistenza antimicrobica (Amr) mediante il finanziamento di 15 nuovi progetti di ricerca (Memo/13/996) e l´adozione di norme armonizzate in materia di raccolta di dati sulla resistenza antimicrobica connessa agli animali e agli alimenti (Memo/13/994). Tonio Borg, Commissario europeo per la Salute, ha dichiarato: "Sono profondamente preoccupato per il fatto che gli antibiotici, che in precedenza ci hanno consentito di curare infezioni batteriche mortali e di salvare molte vite, stanno ormai diventando sempre meno efficaci. Mi preme sottolineare con forza la serietà con cui la Commissione affronta la sfida posta dalla resistenza antimicrobica. La Commissione resta pienamente fedele al suo piano d´azione, che intente perseguire in modo coordinato per far fronte alla resistenza antimicrobica negli esseri umani e negli animali". Máire Geoghegan-quinn, Commissaria europea per la Ricerca, l´innovazione e la scienza, ha aggiunto: "La ricerca e l´innovazione sono essenziali se vogliamo invertire la tendenza in atto e contrastare la resistenza antimicrobica. Questi nuovi progetti andranno ad aggiungersi all´eccellente lavoro che si sta svolgendo per sviluppare nuovi farmaci e nuove cure. Noto con particolare soddisfazione che così tante piccole imprese partecipano a questi progetti: è questo un elemento che vorrei riscontrare nell´ambito di tutto il nuovo programma di ricerca dell´Ue, Orizzonte 2020." Stato dell´arte del piano d´azione - Nel piano d´azione2 della Commissione, del novembre 2011, volto a prevenire l´ulteriore propagazione della resistenza antimicrobica figurano sette settori chiave in cui l´adozione di misure è maggiormente necessaria: 1) garantire un uso adeguato degli antimicrobici negli esseri umani e negli animali; 2) prevenire le infezioni microbiche e la loro propagazione; 3) mettere a punto nuovi antimicrobici efficaci o altri strumenti di cura alternativi; 4) collaborare con i partner internazionali per contenere i rischi associati alla resistenza antimicrobica; 5) migliorare il monitoraggio e la vigilanza nella medicina umana e veterinaria; 6) ricerca e innovazione; e 7) comunicazione, istruzione e formazione. Nel corso di due anni, rispetto ai cinque previsti dal piano, sono stati compiuti notevoli progressi nella maggior parte dei settori e in particolare: Ricerca e innovazione: l´Ue ha investito circa 800 milioni di euro nella ricerca sulla resistenza antimicrobica, anche avviando l´iniziativa in materia di medicinali innovativi (Imi). La Commissione annuncia oggi il lancio di 15 nuovi progetti di ricerca per un contributo totale del bilancio dell´Ue pari a 91 milioni di euro. Tali progetti, ai quali prendono parte circa 44 piccole e medie imprese nonché università e altri organismi di ricerca, consentiranno lo sviluppo di nuovi agenti antimicrobici o di cure alternative come batteriofagi e vaccini. Essi affronteranno inoltre la resistenza agli antibiotici all´interno della filiera alimentare ed analizzeranno le nanotecnologie che potrebbero fornire medicinali antimicrobici. Migliorare il monitoraggio e la vigilanza: è stato profuso un notevole impegno per rafforzare e consolidare i sistemi di sorveglianza sul consumo di antimicrobici e sulla resistenza antimicrobica nel settore veterinario. Una decisione della Commissione, pubblicata questa settimana, stabilisce norme relative alla raccolta armonizzata dei dati sulla resistenza antimicrobica negli animali e negli alimenti. Ciò è importante per la comparabilità dei dati tra Stati membri per il settore umano e veterinario nonché per effettuare una valutazione delle misure adottate. Uso appropriato degli antibiotici negli esseri umani e negli animali: vari progetti finanziati nel quadro del programma per la salute riguardano, ad esempio, l´abuso di agenti antimicrobici nella medicina umana, la sensibilizzazione delle parti interessate (medici, agricoltori, farmacisti e pazienti) e la vendita di antimicrobici senza prescrizione. È inoltre in corso l´ultima fase della revisione, da parte della Commissione, degli strumenti giuridici per i medicinali veterinari e i mangimi medicati, che affronterà la resistenza antimicrobica in questi settori. Prevenire le infezioni microbiche e la loro propagazione: nel maggio di quest´anno la Commissione ha adottato una proposta relativa ad un´unica normativa globale in materia di sanità animale, incentrata sulla prevenzione delle malattie, che ridurrebbe la necessità di ricorrere agli antibiotici. Per quanto concerne la salute umana i progetti in corso e le azioni cofinanziate dal programma per la salute sostengono l´attuazione della raccomandazione del Consiglio sulla sicurezza dei pazienti, comprese le infezioni associate alle cure sanitarie.  
   
   
L´ISTITUTO TOSCANO TUMORI ALLA SUA OTTAVA CONFERENZA ORGANIZZATIVA  
 
Firenze 18 novembre 2013 - Sarà Lucca a ospitare quest´anno l´ottava Conferenza organizzativa dell´Itt, l´Istituto Toscano Tumori, che come ogni anno tiene in estate la sua conferenza scientifica e in autunno quella organizzativa. Venerdì 15 novembre, nell´Auditorium San Romano di Lucca, ha preso il via la Conferenza, dal titolo "I percorsi per la patologia oncologica rara e/o complessa: unità di competenza, volumi, expertise e dotazione tecnologica", che ha visto riuniti tutti gli oncologi toscani per pensare e promuovere nuovi modelli organizzativi per l´oncologia, sempre più modulati sulla complessità dei bisogni. "Il concetto base è semplice - spiega il direttore scientifico dell´Itt, Lucio Luzzatto - In un istituto monocentrico occorre prendere in carico pazienti con qualunque tipo di tumore. In un istituto oncologico a rete come l´Itt, invece, può darsi che per un certo tipo di tumore le condizioni di cura ottimale siano in uno dei nodi della rete; per un altro tipo di tumore, in un altro. E´ questo un esempio di come la struttura a rete possa essere vantaggiosa, e noi dobbiamo riuscire a valorizzarla al meglio". Per le patologie tumorali più frequenti i vari nodi dell´Itt sono già ben attrezzati. Si è già svolto un lungo lavoro preparatorio condiviso, che nel 2012 ha portato alla pubblicazione della seconda edizione delle Raccomandazioni Cliniche Itt che, basate sull´evidenza, prescrivono i percorsi clinici per i tumori più frequenti, e sono di fatto vincolanti per l´intero Itt. Ora l´Itt sta seguendo un approccio analogo anche per i tumori meno frequenti. "La rete oncologica regionale rappresentata dall´Itt - dice Gianni Amunni, direttore operativo Itt - è lo strumento con cui in Toscana sono organizzate la prevenzione, la cura e la ricerca nel campo dei tumori. Un sistema di accessi diffusi nel territorio consente al cittadino di entrare nei percorsi di cura direttamente nel proprio luogo di residenza e di avere una valutazione multidisciplinare che ne definisce le procedure di approfondimento e di terapia". "Per le patologie tumorali più diffuse - spiega ancora Amunni - la disponibilità di raccomandazioni cliniche condivise e il monitoraggio della effettiva omogeneità delle procedure, consentono di garantire al cittadino la gestione appropriata della propria malattia, nelle strutture oncologiche presenti nel panorama sanitario della regione. Questo criterio ha fatto crescere l´intero sistema e ha consentito risultati importanti in termini di appropriatezza e qualità delle cure. Al contrario, per i tumori meno frequenti e di particolare complessità, è opportuno prevedere la centralizzazione dei casi in strutture specifiche per questa patologia, in cui si realizzino volumi significativi di casistica, operino professionisti dedicati con specifica expertise e vi sia la necessaria dotazione tecnologica".  
   
   
DIABETE: GIUNGE DAGLI ITALIANI, SU THE LANCET DE, L’ASSOLUZIONE DELLE INCRETINE  
 
Milano, 18 novembre 2013 – Ancora attuale, in Italia, il dibattito sulle incretine, l’innovativa classe di farmaci antidiabetici, che secondo i risultati di alcuni studi sarebbero implicate nell’aumento del rischio di pancreatite, l’infiammazione del pancreas. Questi risultati sono già stati confutati dalla comunità medica internazionale e, a fine luglio scorso, da una presa di posizione chiarificatrice dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), la quale ha terminato la propria indagine, concludendo che non sussiste alcun nuovo motivo di preoccupazione circa la sicurezza dei farmaci antidiabetici che agiscono sul sistema delle incretine, ovvero i Glp-1 agonisti e gli anti Ddp-4. Ecco arrivare, pubblicato oggi online su The Lancet Diabetes & Endocrinology, lo studio tutto italiano che segna un importante ulteriore punto a favore delle incretine. Il gruppo guidato da Carlo B. Giorda, Direttore Unità diabete e malattie metaboliche Asl 5 Torino e Presidente Fondazione Associazione Medici Diabetologi (Amd), ha analizzato la banca dati di 280.000 persone con diabete assistite dal Servizio sanitario in Piemonte. Da questa ne ha estratte 1.003, con diabete di tipo 2, che erano state ricoverate in ospedale per sintomi di pancreatite acuta tra il 1 gennaio 2008 e il 31 dicembre 2012, e 4.012, confrontabili per età, sesso, caratteristiche della malattia e tipo di cura per il diabete. “Abbiamo condotto quello che tecnicamente si chiama ‘studio caso-controllo’ - spiega Giorda. Si confronta un gruppo di persone, i 1.003 casi, in cui si vuole esaminare un determinato accadimento come ad esempio l’insorgenza di pancreatite causata da incretine, con un gruppo il più simile possibile per caratteristiche, i 4.012 controlli, in cui questo accadimento non si sia verificato.” Dopo avere escluso tutti i possibili fattori esterni che possono confondere l’esito dell’analisi, “come malattie delle vie biliari, alcolismo o impiego di farmaci, tra cui altri antidiabetici orali in passato indiziati di essere possibile causa di pancreatite acuta - puntualizza Giorda - abbiamo rilevato che l’impiego delle incretine, nei 6 mesi precedenti al ricovero per pancreatite acuta, non aveva alcuna relazione con l’aumento del rischio di malattia.” “Un dato estremamente importante - sottolinea Giorda - è che si tratta del primo studio su questo fenomeno condotto in Europa, su popolazione europea, ma soprattutto che è la prima volta al mondo che si analizza una popolazione ‘non selezionata’, ossia il comportamento nella vita reale. Gli altri studi sin qui svolti analizzavano banche dati di farmacosorveglianza o di compagnie assicurative, e quindi gruppi di persone in qualche modo speciali.” “La discussione sulla pericolosità di questa categoria di farmaci si trascina ormai da molti mesi, incredibilmente più nel nostro Paese che nel resto del mondo”, commenta Antonio Ceriello, Presidente Associazione Medici Diabetologi (Amd). “I sospetti si sono sempre basati su evidenze scientifiche estremamente labili. Mi auguro che i risultati pubblicati da Giorda possano contribuire a mettere un punto fermo, che possa tranquillizzare ulteriormente nell’utilizzo di questi farmaci”, aggiunge. “Da ultimo – conclude Ceriello – e lo dico con un misto di rammarico e di orgoglio, si è reso necessario l’impegno di un gruppo di diabetologi indipendenti, e qui sta il mio orgoglio come Presidente Amd, per giungere a dimostrare, in pochi mesi, ciò che la nostra Agenzia del farmaco Aifa avrebbe potuto fare con ben maggiore anticipo, basandosi sui dati delle evidenze raccolte sul campo in questi anni, proprio sull’utilizzo di questi farmaci.”  
   
   
LOMBARDIA. MARONI:CONDIVISIONE PER RIDURRE TICKET PRESIDENTE: DISCUTEREMO CON FORZE IN CONSIGLIO REGIONALE  
 
Milano, 18 novembre 2013 - "Grazie all´accordo raggiunto in Conferenza delle Regioni sull´applicazione immediata dei costi standard nella sanità avremo, come Regione Lombardia, un beneficio di alcune decine di milioni di euro che utilizzeremo per la riduzione dei ticket. Su quali ticket ridurre, su quali ticket intervenire, per abbassare la pressione fiscale sulla più odiosa delle tasse, quella sulla salute, discuteremo in Consiglio regionale, perché voglio avere la condivisione di tutte le forze politiche presenti in Consiglio, anche quelle di opposizione, che hanno già espresso delle loro valutazioni e delle loro proposte, che ritengo molto interessanti". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, intervenendo alla conferenza stampa dopo la riunione di Giunta a Palazzo Lombardia il 14 novembre "Trattandosi della prima volta - ha poi aggiunto il presidente Maroni - in cui si interviene in questo settore, trattandosi di soggetti deboli e fragili, ritengo sia fondamentale avere la maggiore condivisione possibile".  
   
   
SARDEGNA: APPROVATO REGOLAMENTO CONFERENZA REGIONALE DISABILITÀ  
 
Cagliari, 18 novembre 2013 - La Giunta regionale ha approvato il regolamento di funzionamento della Conferenza regionale delle organizzazioni delle persone con disabilità, istituita insieme alla Consulta regionale della disabilità. L´organismo ha il compito di presentare proposte e fare valutazioni sui provvedimenti legislativi e amministrativi o di programmazione e indirizzo delle politiche sociali della Regione. La delibera - presentata dal presidente Cappellacci - recepisce alcune modifiche, introdotte con una successiva legge, alle modalità di elezione di tre rappresentanti delle associazioni regionali e di altri tre di altre associazioni, tenendo conto della diversa articolazione e presenze territoriale.  
   
   
CELLULE “TRANS”: UNO SCUDO CONTRO IL DIABETE SCOPERTO COME ALCUNE PERSONE RIESCONO A DIFENDERSI DAL DIABETE DI TIPO 2.  
 
Roma, 18 ottobre 2013 - Il diabete di tipo 2 ha ormai assunto proporzioni pandemiche e non solo nei paesi industrializzati. Nella sola Italia almeno il 5% della popolazione generale presenta questa condizione. Le cause di questo aumento sono per lo più legate a stili di vita ed alimentazione scorretti, vale a dire alla riduzione dell’attività fisica ed all’aumento delle calorie ingerite, spesso derivanti da alimenti lontani dalla nostra tradizionale e sana dieta mediterranea. Eppure, non tutte le persone che hanno i fattori di rischio per diabete poi sviluppano questa condizione. Questa ricerca getta luce sulla presenza, in alcune persone, di speciali scudi di protezione anti-diabete. “L’idea di questo studio – spiega Andrea Giaccari, professore associato di Diabetologia del Gemelli, Consigliere Nazionale della Società Italiana di Diabetologia (Sid) e coordinatore del gruppo di ricerca italiano – nasce da una domanda postami dal professor Gennaro Clemente, della grande scuola chirurgica del professor Gennaro Nuzzo. Il collega chirurgo infatti, pur eseguendo sempre la stessa tipologia di intervento per asportare i tumori della testa del pancreas, ha avuto modo di osservare che alcuni pazienti escono dalla sala operatoria con il diabete, mentre altri no. Perché?” Il prof. Giaccari ha dunque deciso di studiare in modo approfondito questi pazienti, per scoprire cosa differenziasse quelli che sviluppano il diabete nel post-operatorio, da quelli che mantengono una condizione di normoglicemia. Molti dei pazienti sottoposti all’intervento di pancreasectomia infatti, pur avendo ‘sulla carta’ tutti i fattori di rischio per sviluppare diabete, mantenevano anche dopo l’intervento una glicemia perfettamente normale. Per capire cosa succede nei soggetti che, a dispetto del loro corredo di fattori di rischio, non presentavano diabete dopo l’intervento, la dottoressa Teresa Mezza, giovane ricercatrice del Gemelli e primo nome del lavoro, ha esaminato nei laboratori di Boston, dove si trova grazie ad una borsa di studio della Società Italiana di Diabetologia, la porzione di pancreas asportata chirurgicamente. “In questo modo – afferma il prof. Giaccari – siamo riusciti a scoprire che alcuni pazienti erano in grado di difendersi dal diabete creando nuove cellule produttrici di insulina, attraverso la ‘trasformazione’ (il termine tecnico è ‘trans-differenziazione’) delle cellule del pancreas produttrici glucagone, in cellule che producono insulina. Sono proprio queste cellule ‘trans’ a permettere a queste persone di mantenere la glicemia normale, nonostante la presenza dei fattori di rischio”. Le isole endocrine del pancreas sono composte da due ben distinte popolazioni cellulari, entrambe coinvolte nel metabolismo del glucosio, ma con funzioni diametralmente opposte: le cellule beta producono insulina, l’ormone deputato a ridurre la glicemia; le cellule alfa sono invece deputate alla produzione di glucagone, un ormone che alza la glicemia. In alcune persone, nel momento del bisogno, un tipo cellulare si trasforma nell’altro. “Con questo lavoro – prosegue il professor Giaccari – abbiamo evidenziato che le cellule alfa aumentano di numero, si ‘sdifferenziano’, cioè regrediscono ad uno stato primordiale, perdendo la memoria di quello che sono, e in seguito si ri-differenziano in cellule beta, che producono insulina. In altre parole, le cellule alfa che producono glucagone, seguendo un comando ancora ignoto ma già riprodotto in vitro, cambiano completamente ‘vocazione’, trasformandosi in cellule produttrici di insulina. Con questo meccanismo alcune persone riescono spontaneamente ad evitare il diabete. Ed è anche possibile ipotizzare che la perdita di questo meccanismo sia alla base di alcune forme di diabete. “Il prossimo passo - annuncia il professor Giaccari – sarà di proseguire questo filone di ricerca sul modello animale, per arrivare ad identificare i meccanismi molecolari alla base di questa trans-differenziazione (cioè il misterioso ‘comando’ che porta una cellula a differenziarsi in un altro tipo cellulare) per poi verificarli nell’uomo. L’importanza dei risultati di questo studio ci ha spinto tuttavia a condividerli subito con tutta la comunità scientifica. La ricerca è particolarmente innovativa perché non studia i meccanismi che conducono al diabete, ma come poterlo evitare, nonostante la presenza di fattori di rischio. Capire i meccanismi che permettono di difendersi dal diabete potrà consentire un giorno di riprodurli e di sfruttarli a fini terapeutici. Dobbiamo insistere su questa nuova strada – conclude Andrea Giaccari – sono certo che ora, oltre a noi, molti laboratori nel mondo la seguiranno, e la soluzione si troverà. Nel frattempo, la prima terapia resta sempre il ritorno alle origini: attività fisica ed alimentazione sana”. “Al lavoro hanno partecipato diversi ricercatori del nostro Policlinico, ed è l´esito di un proficuo ‘gioco di squadra´ messo in atto nella nostra Università - afferma il professor Alfredo Pontecorvi, direttore della Cattedra di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo del Policlinico Gemelli e coautore del lavoro - Sappiamo che il diabete influenza l´andamento di molte malattie ed i loro esiti, anche all´interno di un Policlinico come il nostro. Per questo stiamo realizzando un polo diabetologico integrato, sia assistenziale che di ricerca, per far fronte a quella che viene considerata una delle minacce più serie per la salute nei prossimi anni. È altresì importante accrescere la conoscenza del diabete fra tutti i nostri operatori. A cominciare dagli studenti di Medicina che, dal prossimo anno, dovranno svolgere specifiche attività di addestramento professionalizzante per la diagnosi e la terapia del diabete mellito". “L’esito di queste ricerche – commenta il professor Stefano Del Prato, Presidente della Sid – è un successo anche della Società Italiana di Diabetologia, che ha finanziato la borsa di studio della dottoressa Mezza. Per combattere il dilagare del diabete è fondamentale promuovere la prevenzione, la migliore assistenza e l’aggiornamento continuo degli operatori sanitari. Ma la vera soluzione, la cura definitiva del diabete, potrà essere trovata solo attraverso la promozione ed il finanziamento della ricerca. E questo è e rimane il nostro primo obiettivo come società scientifica. I risultati di questo studio rappresentano un ulteriore passo in questa direzione”. Http://diabetes.diabetesjournals.org/content/early/recent    
   
   
CONFERIMENTO ALLA CITTA’ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO DELLA QUALIFICAZIONE DI AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA  
 
Torino, 18 novembre 2013 - Il Consiglio regionale ha approvato nella riunione di martedì 12 novembre, la proposta, presentata dall’assessore alla Sanità, Ugo Cavallera, di conferimento all’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino della qualificazione di Azienda Ospedaliera Universitaria. La qualificazione di un’azienda come ospedaliera universitaria determina l’assoggettamento alla specifica regolamentazione di cui al Decreto legislativo n. 517/1999, sotto il profilo della presenza o meno di alcuni organi, delle modalità di nomina degli organi stessi, oltre che per altri profili. La Regione Piemonte e l’Università degli Studi di Torino avevano siglato il 4 luglio 2012 un accordo preliminare alla revisione del protocollo d’intesa che regola i loro rapporti. Nella prima parte dell’accordo, le due istituzioni avevano convenuto sulla necessità di dare piena attuazione a quanto previsto dall’articolo 2 del Dlgs. N. 517/1999, attribuendo all’azienda Città della Salute e della Scienza – come già in passato per l’Aou San Giovanni Battista- un ruolo preminente nell’ambito dell’integrazione tra attività didattiche, scientifiche ed assistenziali. “Con questo atto che è collegato all’accorpamento del San Giovanni Battista e delle Aziende Ospedaliere Cto/maria Adelaide e Ospedale Infantile Reginamargherita/s.anna nella Città della Salute e della Scienza, avvenuta con delibera del Consiglio regionale il 3 aprile 2012, si rafforza la collaborazione tra Regione e Università di Torino per quanto riguarda la Scuola di Medicina, la ricerca e l’assistenza” - afferma Cavallera. Con l’approvazione, da parte del Consiglio regionale, della delibera 298 che modifica sul punto la delibera consigliare 167 del 2012 si perfeziona un’ulteriore passaggio del complesso iter burocratico per il riconoscimento della qualificazione giuridica alla Città della Salute e della Scienza di Torino: in base alla legge regionale 18/2007, sarà un Decreto del Presidente della Giunta regionale a costituire formalmente l’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute.  
   
   
I COSTI STANDARD DEI RICOVERI A CONFRONTO TRA EFFICACIA ED EFFICIENZA  
 
Aosta, 18 novembre 2013 - Individuare dei parametri di riferimento validi per ogni realtà, avviare una politica di benchmarking tra aziende e migliorare concretamente sia l’efficacia delle prestazioni che l’efficienza delle strutture. Sono questi i temi affrontati il 12 novembre in occasione di un convegno nazionale sui costi standard svoltosi ad Aosta e promosso da N.i.san - il primo network italiano sanitario per la condivisione dei costi standard in ambito sanitario che annovera ad oggi ventuno componenti da dieci regioni italiane - e dall´Azienda Usl della Valle d´Aosta. Antonio Fosson, Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali - <Quand’ero parlamentare, dopo l’approvazione della legge 42 sul Federalismo fiscale, abbiamo lavorato sempre su questi costi standard. Costi standard: cosa vuol dire? Che un processo sanitario deve costare lo stesso in Lombardia come in Sicilia: se togliere l’appendicite con la stessa qualità costa 10 a Milano, deve costare 10 anche a Palermo, se no vuol dire che il processo non è regolare. Purtroppo questo provvedimento, questa divisione del fondo Sanitario Nazionale a seconda dei costi standard, che dovrebbe premiare la regione virtuosa, non è ancora avvenuta e si rimanda sempre.> Il tema era già stato discusso all’ultima Conferenza delle Regioni con l’obiettivo di stabilire la ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale sulla base di costi individuati a priori e valutati come congrui per un determinato tipo di prestazione, come ad esempio il ricovero, da rendere omogenei per tutte le Regioni. Antonio Fosson, Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali - <Purtroppo a Roma, l’altro giorno, nella discussione sul Patto per la Salute, si è deciso che anche per il 2013 ancora i fondi verranno divisi, per densità di anziani, per numero di abitanti, senza tenere conto di chi è stato virtuoso. C’è la promessa del Presidente Errani e del Ministro Lorenzin che finalmente i costi standard saranno applicati dal 2014 in poi. E’ chiaro che chi ha un percorso più costoso ci metterà del tempo per rientrare in un percorso virtuoso. Il Presidente Zaia porta sempre come esempio il costo del pasto: il costo del pasto non può essere in un ospedale 10 euro e in un altro ospedale 60 euro! Così come la siringa, che deve costare la stessa cifra.> Il costo standard rappresenta dunque un obiettivo a cui tendere per aumentare l’efficienza dell’azienda, ma, quel che è più importante, è che non viene calcolato “a tavolino”, ma deriva da una verifica reale sul campo. La sperimentazione di N.i.san vuole contribuire a calcolare questo costo nella realtà. Un aspetto importante in questo ambito è il confronto con le altre realtà nazionali, che rappresenta uno strumento di governo per l’Azienda Sanitaria Regionale in un momento di riduzione delle risorse disponibili, per evitare la politica dei tagli lineari che, il più delle volte, rischia di penalizzare i comportamenti virtuosi. Lorenzo Noto, Controllo di Gestione e Sistemi Informativi Direzionali dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta - <Noi veniamo pagati a quota capitaria, viene sostanzialmente assegnata dalla Regione una quota per ogni abitante mentre le aziende ospedaliere, che rappresentano la maggior parte del campione Nisan, sono pagate a prestazione. Sostanzialmente a fronte di ogni ricovero c’è una tariffa riconosciuta dalla regione. Se noi lavorassimo a tariffa la stessa coprirebbe il 60,5% dei costi. Fortunatamente lavoriamo a costi pro capite e quindi non abbiamo questo tipo di problema. Noi abbiamo anche dei costi più alti, ad esempio sul costo del lavoro essendoci anche l’indennità di bilinguismo che in tante altre realtà non c’è. Da un punto di vista degli indicatori clinici, a livello di outcome il sistema sanitario regionale valdostano risulta essere posizionato nella media del campione nazionale e quindi ci difendiamo bene.> Antonio Fosson, Assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali - <I costi standard sono un parametro di riferimento e non possono essere applicati tout court in Valle d’Aosta perché noi abbiamo una sanità di montagna che costa il 25% di più, tenendo conto del fatto che le economia di scala che non possono essere utilizzate per compensare altre voci di spesa. Curare un malato a Milano o a Palermo costa senz’altro di meno che in Val d’Aosta, dove siamo in 120 mila e con una sanità di montagna. Ci sono dei grandi parametri di riferimento, ma bisogna intervenire modificando anche la scala di equivalenza, che tenga conto della sanità di montagna>.  
   
   
DIABETE: INTERNATIONAL DIABETES FEDERATION (IDF), TRA 20 ANNI SUPERATO IL MILIARDO DI PERSONE CON DIABETE E PRE-DIABETE NEL MONDO  
 
Milano, 18 novembre 2013 - Per la prima volta nella storia, le stime dell’International Diabetes Federation (Idf) superano quota 1 miliardo di persone interessate dal diabete nel mondo. Infatti, i dati del rapporto Idf Diabetes Atlas 2013, reso pubblico oggi in occasione della Giornata mondiale del diabete, riportano che, nel 2035, nel mondo saranno 592 milioni i casi di diabete e 471 milioni quelli di insufficiente tolleranza al glucosio (Igt, Impaired Glucose Tolerance), lo stato di pre-diabete che espone comunque a maggiore rischio cardiovascolare, soprattutto per quanto riguarda la cardiopatia ischemica. Se il 2035 sembra un traguardo lontano, non può consolare il fatto che nel 2013 questo numero sia di poco inferiore a 700 milioni: 382 milioni le persone con diabete e 316 milioni con pre-diabete, secondo Idf Diabetes Atlas. “Il diabete è una pandemia in continua espansione. Ogni volta che Idf aggiorna le proprie stime, i numeri purtroppo crescono”, ha commentato Maria Luigia Mottes, membro del Comitato di coordinamento di Diabete Italia, l’organizzazione che raccoglie le società scientifiche, le associazioni di tutela dei diritti delle persone con diabete e degli operatori sanitari in diabetologia e che, in occasione del 14 novembre, ha organizzato, insieme a Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation, in collaborazione con Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, Comitato Nazionale per i Diritti della Persona con Diabete, Associazione di Iniziativa Parlamentare e Legislativa per la Salute e la Prevenzione e sezione italiana dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb-italia), la tappa milanese del villaggio dedicato all’informazione e alla sensibilizzazione sul diabete - Changing Diabetes Blue Circle Road Show -, iniziativa itinerante sostenuta da Novo Nordisk. Secondo il rapporto Idf, il diabete assorbe ogni anno risorse per 548 miliardi di dollari, l’11 per cento dell’intera spesa sanitaria mondiale “e il nostro Paese non si discosta dalla media, con oltre 10 miliardi di euro, sui circa 100 miliardi di spesa sanitaria nazionale”, ha detto Antonio Cimino, Presidente della sezione Lombardia di Associazione Medici Diabetologi (Amd), al quale ha fatto eco Emanuela Orsi, Presidente della sezione Lombardia di Società Italiana di Diabetologia (Sid), che ha sottolineato come “non solo i costi economici contano, ma anche quelli sociali poiché, calcola Idf, nel 2013 sono morte nel mondo 5,1 milioni di persone a causa del diabete, quasi 14mila ogni giorno, 10 ogni minuto. Un dato che deve far riflettere.” In Italia, la mortalità per diabete riguarda circa 27.000 persone fra i 20 e i 79 anni, ogni anno. Il diabete riduce l’aspettativa di vita di 5-10 anni, ed è responsabile di complicanze serie ed invalidanti: ogni 7 minuti una persona con diabete ha un attacco cardiaco, ogni 26 minuti una va in insufficienza renale, ogni 30 minuti una ha un ictus, ogni 1,5 ore una subisce un’amputazione, ogni 3 ore una entra in dialisi. “Nel nostro paese, il costo medio annuo di una persona con diabete è di circa 3.000 euro per il servizio sanitario, ma esiste una componente del diabete spesso sottostimata sia clinicamente sia per peso economico: l’ipoglicemia”, ha detto Marco Comaschi, membro del Comitato scientifico Ibdo Foundation. “Ipoglicemie ripetute – ha proseguito – sono responsabili di aumentato rischio cardiovascolare, cerebrovascolare, di demenza, di incidenti e cadute; dal punto di vista sociale, il verificarsi di episodi di ipoglicemia ha un impatto negativo su molti aspetti della vita quotidiana, quali attività lavorativa, vita sociale, guida, pratica sportiva, attività del tempo libero, sonno. Da ultimo, le ipoglicemie sono responsabili di costi diretti e indiretti importanti. I costi diretti sono principalmente legati all’accesso al pronto soccorso o al ricovero in ospedale e sono stati stimati, secondo una recente elaborazione del Consorzio Mario Negri Sud sui dati della Regione Puglia, tra i 2.326 euro per ogni singolo ricovero causato da un episodio grave di ipoglicemia e i 3.489 euro se l’ipoglicemia provoca conseguenze gravi come eventi cardiovascolari o cadute con fratture.” Inoltre, la preoccupazione e la paura ingenerate in una persona con diabete che abbia subito un’ipoglicemia grave sono spesso responsabili di scarsa aderenza alle cure, con riduzione della quantità di farmaci assunti, e quindi peggior controllo metabolico. “Diversi studi, tra i quali il Dawn Italia, hanno documentato che le persone che hanno avuto esperienza di ipoglicemie, specie se gravi, tendono a diminuire l’adesione alla terapia e agli stili di vita raccomandati, riportando una peggiore qualità di vita e maggiori preoccupazioni legate alla malattia”, ha concluso Comaschi. L’iniziativa Changing Diabetes Blue Circle Road Show è parte del progetto Changing Diabetes. “Un progetto internazionale, sostenuto da Novo Nordisk, che risponde alle richieste di cambiamento espresse in tutto il mondo dalle persone con diabete: un cambiamento nel modo in cui il diabete viene affrontato e curato e di come viene percepito dalle istituzioni e dall’opinione pubblica”, ha spiegato Federico Serra, Direttore Government Affairs & External Relations di Novo Nordisk. “L’obiettivo principale del Blue Circle Road Show è di sensibilizzare sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del diabete quali elementi imprescindibili di salvaguardia della salute,” ha aggiunto.  
   
   
LA CHIRURGIA TRA TECNICHE SEMPRE PIU´ SOFISTICATE E MININVASIVE, RAZIONALIZZAZIONE DELLE RISORSE E SOSTENIBILITA´ DELLA SPESA  
 
Abano Terme (Padova), 18 novembre 2013 - Sostenibilità dei costi in chirurgia, trattamenti integrati in oncologia chirurgica digestiva ed epatobiliopancreatica, disfunzioni pelviche, nuove indicazioni in colonproctologia, terapia del dolore in chirurgia, malattia diverticolare, chirurgia robotica, protesi biologiche, laparoscopia in urgenza, oncoplastica, orientamenti in chirurgia dell´obesità, tumori del retto, formazione dei giovani chirurghi nelle realtà accreditate. Sono alcuni degli argomenti di scottante attualità che verranno trattati da mercoledì 13 a venerdì 15 novembre ad Abano Terme (Padova), sede del Congresso nazionale della Sicop (Società Italiana di Chirurgia nell´Ospedalità Privata), giunto alla Xiii edizione e presieduto quest´anno dal dottor Gianandrea Baldazzi, direttore dell´Unità operativa complessa di Chirurgia generale e mininvasiva del Policlinico di Abano Terme. Appuntamento dunque al Teatro Congressi Pietro d´Abano. E’ prevista la partecipazione di centinaia di medici chirurghi provenienti da tutta Italia; a latere si terranno corsi per infermieri riguardanti la sicurezza in sala operatoria e la continuità assistenziale. "La ricerca e lo sviluppo continuo di nuove tecnologie con l´aumento dei costi e la loro applicazione nell´attività clinica sono diventati temi di accesi confronti tra i clinici, gli amministratori delle strutture sanitarie e le Regioni”, commenta il dr. Gianandrea Baldazzi. “Anche l´aggiornamento scientifico entra in una politica di razionalizzazione delle risorse ed ottimizzazione dei percorsi. Per la chirurgia il 2012 è stato un anno speciale dove tutte le Società Scientifiche hanno partecipato ad un unico congresso, innovativo sia nei contenuti sia nella realizzazione. Il 2013 è stato e sarà il frutto di un lungo tavolo di concertazione tra le diverse parti, clinici, industria e politica, volto a premiare le Società Scientifiche che hanno saputo dimostrare nei fatti il recepimento degli obiettivi e delle strategie comuni sia nell´ambito dell´organizzazione dei momenti scientifici societari, sia nei modelli organizzativi. In quest´ottica, la Sicop è riuscita ad organizzare il proprio evento a dimostrazione, ancora una volta, di quanto la sanità privata ed accreditata sia una risorsa funzionale ed inalienabile nel panorama sanitario nazionale". Il meeting scientifico sarà occasione di profondo confronto tra tutte le realtà sanitarie - Universitarie, Ospedaliere e Private - volte ad identificare i percorsi di cura più idonei e premianti, in un´ottica tuttavia di razionalizzazione delle risorse e di sostenibilità della spesa.  
   
   
20.000 ASSISTITI DAI PRONTO SOCCORSO ULSS 10 IN ESTATE: ZAIA, “SUCCESSO ORGANIZZATIVO CHE FA SCUOLA IN ITALIA. VALORE AGGIUNTO ANCHE PER LA PROMOZIONE TURISTICA”  
 
Venezia, 18 novembre 2013 - “Quando qualche mese fa presentammo l’operazione Estate Sicura e inaugurammo la nuova elisuperficie dell’Ospedale di Jesolo, feci la previsione che si sarebbe trattato di un successo e di un salto di qualità importante nell’assistenza sanitaria prestata ai turisti italiani e stranieri, oltre che ai residenti. I numeri diffusi oggi sull’attività di pronto soccorso sulle spiagge parlano di un successo che va oltre ogni più rosea previsione e pone il nostro litorale come punto di riferimento nazionale nell’organizzazione dell’assistenza sanitaria in aree turistiche”. Con queste parole il presidente della Regione, Luca Zaia, commenta il consuntivo del lavoro effettuato nel periodo estivo dai pronto soccorso e punti di primo intervento dell’Ulss 10 Veneto Orientale sulle spiagge di Jesolo, Bibione e Caorle, con circa 20.000 interventi attivati. “I miei complimenti a tutti coloro che hanno dato il loro apporto a questa operazione che non esito a definire di scuola organizzativa – aggiunge Zaia – perché hanno mandato al mondo del turismo un messaggio forte e chiaro: chi viene a fare le vacanze in Veneto non trova solo l’attrazione turistica classica ma tutta una serie di servizi indispensabili, primo tra tutti un’adeguata assistenza sanitaria”. “E’ necessario – conclude Zaia – che fin d’ora questo messaggio venga diffuso con forza sui mercati, nelle fiere, nelle brochure, attraverso i singoli siti web di hotels e strutture ricettive, perché costituisce un grande valore aggiunto anche sul piano promozionale”.  
   
   
LEA, RISPOSTA DELLA REGIONE CALABRIA ALLA NOTA DEL GRUPPO CONSILIARE DEL PARTITO DEMOCRATICO  
 
Catanzaro, 18 novembre 2013 - La Regione Calabria, in merito alla nota del gruppo Pd al Consiglio regionale sul miglioramento dei Lea, precisa che è stata giudicata adempiente, come risulterà dal documento ufficiale del Ministero: “adempiente per il mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza”. Non è vero, pertanto, come dichiarano i componente del Partito democratico che il miglioramento riguarda solo i flussi informativi. L´adempienza, infatti, è stata conseguita dopo alcuni anni durante i quali siamo stati giudicati sempre insufficienti. Precisamente, alcuni adempimenti consistono nell´aver fornito informazioni in maniera corretta e tempestiva, altri l´assunzione di provvedimenti da parte della Regione. In questo caso il miglioramento della prestazione sanitaria, così per come è percepito dal cittadino è, ovviamente, diverso. Si sottolinea, infine, che questi provvedimenti sono stati presi in vari ambiti come l´assistenza sanitaria penitenziaria (la Regione è tra quelle che a livello nazionale risultano “virtuose”), le cure palliative e la terapia del dolore ed il rischio clinico.  
   
   
FVG: GARANTITI INCENTIVI ECONOMICI AGLI INFERMIERI  
 
Trieste, 18 novembre 2013- "L´amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia non ha alcuna intenzione di congelare nel 2014 l´incentivazione aggiuntiva economica agli infermieri e a tutto il personale sanitario in genere". Lo ha assicurato l´assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca interverendo questa mattina al convegno "Le nuove competenze dell´infermiere, una chiave per il cambiamento del sistema salute" in Friuli Venezia Giulia così come a livello nazionale, che si è svolto a Grado per iniziativa dei Collegi Ipasvi delle quattro province, che rappresentano oltre 10.000 infermieri, operatori sanitari e vigilatrici d´infanzia. "Mi è dispiaciuto - ha precisato Telesca a margine del convegno - che si sia arrivati a minacciare una mobilitazione sulla base di semplici ´voci di corridoio´ che non hanno alcun fondamento". "Nonostante, come è noto, il prossimo anno le risorse per salute e sociale siano in contrazione, nella revisione del sistema sanitario del 2014 sul quale stiamo lavorando, sicuramente - ha dichiarato - non partiremo dal taglio di quelle risorse economiche incentivanti che consentono l´integrazione dei pagamenti dei turni notturni e festivi del personale sanitario, turni che sono fondamentali per la tenuta del sistema". "L´integrazione a quella indennità non verrà toccata", ha precisato l´assessore, dichiarando la disponibilità al confronto con le rappresentanze sindacali "per studiare assieme a loro le modalità più idonee a destinare parte delle risorse disponibili al raggiungimento di obiettivi che, nella riforma, andranno nella direzione del cambiamento che abbiamo in mente". Riferendosi al ruolo degli infermieri in Fvg, Telesca ha inoltre detto che "le competenze degli infermieri sono centrali anche in un sistema salute che si appresta a rimodellare assetti organizzativi e focus assistenziali. L´infermiere professionale in questi anni ha avuto un´evoluzione dal punto di vista del suo ruolo professionale che non si è ancora completata. Credo che per le importantissime funzioni assistenziali che svolge, che puntano ad una sempre maggiore integrazione con gli altri professionisti della salute, possa essere uno degli elementi chiave nella revisione del nostro sistema sanitario regionale". Per questa ragione "le competenze potranno essere sviluppate anche attraverso una revisione delle procedure concorsuali e nei contratti di lavoro". Al convegno è intervenuta anche la presidente nazionale Ipasvi Annalisa Silvestro, che ha evidenziato gli ostacoli che si frappongono all´evoluzione della proposta normativa sulle nuove competenze infermieristiche, elaborata nell´ambito di un Tavolo tecnico attivato dal Ministero della Salute su richiesta delle Regioni, con il contributo della Federazione Nazionale dei Collegi degli Infermieri. Al confronto, moderato dal coordinatore Ipasvi Fvg Flavio Paoletti, hanno partecipato anche Franco Rotelli, Giancarlo Miglio e Luca Peressoni.  
   
   
CALABRIA: È CONSULTABILE SUL SITO DEL PRESIDENTE SCOPELLITI IL VIDEO SUL FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO  
 
Catanzaro, 18 novembre 2013 - È online il video sul Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse). Si può consultare all’indirizzo http://presidente.Regione.calabria.it/index.php  Il video è stato realizzato dal Centro Nazionale Ricerche (Cnr) al termine dell’attività che ha reso possibile la totale integrazione del sistema informativo e della cartella clinica con il Fascicolo sanitario elettronico già attivato dalla Regione Calabria. Il Fse è operativo nella Casa di cura “Villa del Sole” di Cosenza, inserito nel nell´ambito del progetto “Smart Health”, curato dal Cnr di Cosenza e dalla Regione. Si tratta della dimostrazione pratica di come funzionerà a regime il Fasciolo Sanitario Elettronico che è obbligatorio per legge e che rappresenta la massima innovazione tecnologica della sanità elettronica. Il Fascicolo Sanitario Elettronico è l’insieme di dati e documenti: è la storia della nostra vita sanitaria, dalla nascita alla morte, che permette agli operatori sanitari, specie in situazioni di emergenza, di conoscere tutto ciò che è necessario per intervenire con immediatezza. Le informazioni cliniche di un paziente, infatti, si possono condividere fra i diversi soggetti, medici ed infermieri, che operano per le attività di diagnosi, terapia, cura ed assistenza da ogni parte d’Italia. Ogni soggetto che interagisce con il paziente può accedere alle informazioni pregresse, anche da cellulare o tablet, per confrontarle con quelle generate dalla propria attività sanitaria ed individuare la giusta terapia, trovare la cura migliore, risparmiando soldi e tempo.  
   
   
LOMBARDIA_ MARONI:OBIETTIVO PARCO OLIMPICO IN AREA EXPO IL PRESIDENTE: PER STADIO SPERO DI INCONTRARE PRESTO THOHIR  
 
Milano, 18 novembre 2013 - "Ieri a Roma ho avuto un incontro con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, insieme ai sindaci di Milano e di Roma e al presidente della Regione Lazio, sulla vicenda della candidatura olimpica per il 2024. Un incontro in cui si sono fatti dei passi in avanti. Non si è ancora raggiunto un accordo ma sono ottimista. Il prossimo 3 dicembre il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a cui devo riconoscere una grande sensibilità istituzionale, sarà qui a Milano per firmare un protocollo d´intesa e quella penso possa essere sarà l´occasione giusta per definire una soluzione che sia soddisfacente per tutti. In primis per la Regione Lombardia". Lo ha spiegato il 14 novembre il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervenendo alla conferenza stampa dopo la riunione di Giunta a Palazzo Lombardia, riepilogando, a beneficio dei giornalisti, l´esito del confronto avuto ieri a Roma nella sede del Coni sul tema della possibile candidatura di Milano o Roma per i Giochi Olimpici del 2024. Obiettivo Parco Olimpico Nell´area Expo - "Il nostro sostegno ad un´eventuale candidatura olimpica di Roma? Vedremo. Nell´incontro di ieri al Coni ho colto questa occasione - ha chiarito il presidente Roberto Maroni - per ribadire che a noi interessa principalmente realizzare nell´area Expo il parco olimpico, che significa uno stadio olimpico, una piscina olimpica, un palazzetto dello sport e un velodromo. Se il Governo e il Coni daranno 7 precise garanzie che questo progetto si farà allora, se ci sarà da sostenere una candidatura di una città olimpica, bene la sosterremo. E se questo avverrà vorrà dire che avremo la certezza di ottenere queste strutture che servono a Milano e alla Lombardia. E´ di questo si è parlato nella riunione di ieri al Coni. Ora vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni. Se avremo queste garanzie benissimo, altrimenti ci penserà qualcun altro a candidare una città italiana per le Olimpiadi del 2024. Ma sono ottimista". Entro 22/11 Eventuali Manifestazioni Per Nuovo Stadio - "Il nuovo stadio olimpico di Milano? Il Coni - ha quindi precisato il presidente Roberto Maroni - non è interessato a fare un secondo stadio Olimpico e certo non può realizzarlo il pubblico. Spero che qualche privato voglia farlo e lo sapremo presto perché il 22 novembre ci sarà la riunione di Arexpo che dovrà valutare le proposte pervenute per il dopo Expo e per quel giorno sapremo se arriverà una manifestazione di interesse a realizzare lo stadio da parte di un privato oppure no, se questa manifestazione di interesse arriverà vuol dire che lo stadio si potrà fare, altrimenti non si farà. Uno stadio funziona se è gestito da un privato, come dimostrano stadi come l´Emirates di Londra o il Camp Nou di Barcellona. Non se è gestito dal pubblico. Per questo mi rivolgo anche al nuovo proprietario dell´Inter, Erick Thohir: se è interessato a realizzare un nuovo stadio faccia arrivare la sua manifestazione di interesse alla società Expo, al sindaco di Milano o al sottoscritto, ma lo faccia entro il 22 novembre, perché il 22 vogliamo avere le carte in tavola e sapere se ci sono le possibilità o meno di realizzare il parco olimpico. Incontrare Thohir ? Ho letto sulla Gazzetta dello Sport che voleva incontrarmi entro fine novembre e quindi - ha concluso il presidente della Regione Lombardia - penso che ci incontreremo e a questo punto spero di incontrarlo prima del 22 novembre".  
   
   
OLIMPIADI, LOMBARDIA: ORA NOSTRO SPORT È DI INTERESSE NAZIONALE  
 
Milano, 18 novembre 2013 - "La Lombardia ha centrato l´obiettivo di essere ritornata al centro dell´interesse dello sport nazionale e sono assolutamente soddisfatto per i passi avanti che si stanno compiendo nei diversi incontri per arrivare a soluzioni condivise tra Milano e Roma in tema di Olimpiadi 2024 e di una futura realizzazione di una cittadella olimpica sulle aree di Expo. Un´operazione riuscita grazie soprattutto all´impegno del presidente Maroni". Lo dice Antonio Rossi, assessore allo Sport e alle politiche per i giovani di Regione Lombardia dopo aver ha partecipato al vertice romano al Coni per la candidatura del paese alle Olimpiadi del 2024. "Non posso che essere soddisfatto per il clima di grande collaborazione che si è percepito nel corso dell´incontro con Giovanni Malagò e i sindaci di Roma e Milano" - ha proseguito Rossi. " E sono altresì felice che ci sia stata la comprensione da parte di tutti che non ci sono mai state polemiche improntate al campanilismo ma solo delle valutazioni reali della situazioni". "Ad oggi - ha concluso Rossi - ritengo che le due candidature Milano e Roma possano avere le stesse possibilità. Ma al di là di questo c´e´ l´esigenza per la Lombardia di raggiungere dei risultati concreti per creare strutture sportive di grande rilievo internazionale. Sarà comunque un nostro impegno comune operare con i soggetti privati interessati alla costruzione di un nuovo stadio".  
   
   
LOMBARDIA.PALLA TAMBURELLO: MONDIALI GRANDE VETRINALE GARE DAL 6 DICEMBRE NEI COMUNI DELL´ALTO MANTOVANO CASTEL GOFFREDO, ASOLA, CASALMORO E GUIDIZZOLO LE SEDI  
 
Milano, 18 novembre 2013 - "Ospitare nella nostra regione una manifestazione prestigiosa come i Campionati del Mondo di Palla Tamburello è motivo di orgoglio e testimonia il buon lavoro svolto sia dalla Federazione sia dalle società, ma anche la presenza di un vitale movimento di base, garanzia per il futuro per questa disciplina spettacolare". L´ha detto Antonio Rossi, assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia, presentando la manifestazione sportiva a Palazzo Pirelli. Gare Dal 6 Dicembre - Inizierà il 6 dicembre, in provincia di Mantova, nei Comuni di Castel Goffredo, Casalmoro, Guidizzolo e Asola, la prima edizione del Campionato mondiale Indoor per squadre Nazionali. Alla tre giorni, che si svolgerà nei Palazzetti dello sport dei Comuni coinvolti, parteciperanno ben 16 nazioni, provenienti da quattro continenti. Alla conferenza stampa di presentazione, insieme all´assessore Rossi, erano presenti, fra gli altri, il consigliere regionale Lara Magoni, l´assessore allo Sport della Provincia di Mantova Francesca Zaltieri, il presidente della Fipt (Federazione italiana Palla Tamburello) Emilio Crosato e Dirk Ertel, vice presidente della Federazione internazionale di Palla Tamburello. Le Nazioni Partecipanti - La rassegna, organizzata dalla Federazione italiana Palla Tamburello, su mandato della Fédération internationale de Balle au Tambourin, in collaborazione con la Regione Lombardia, la Provincia di Mantova, il Coni e le Amministrazioni locali, vedrà in campo, per l´Europa: Italia, Francia, Catalogna, Spagna, Germania, San Marino, Ungheria, Lituania, Repubblica Ceca, Scozia e Russia. Per il Centro e Sud America parteciperanno Brasile, Cuba e Ecuador, per l´Asia l´India mentre per l´Africa il Senegal. L´apertura 21 ufficiale della manifestazione sarà venerdì mattina alle 8.30 presso il Palazzetto dello sport di Castel Goffredo, campo centrale della manifestazione, alla presenza delle autorità politiche e sportive. Il via delle gare avverrà con la prima fase di qualificazione alle 9 con le formazioni sia maschili che femminili impegnate nei vari Palazzetti. "Ho scoperto recentemente questo sport - ha detto l´assessore Rossi - e ne sono rimasto affascinato sia per la sua storia plurisecolare sia per il rapporto culturale che esso ha con il territorio". Spirito Ottocentesco - L´assessore Rossi ha spiegato come un aneddoto di metà Ottocento possa illustrare ancor oggi lo spirito della Palla Tamburello. "Nel 1856 - ha detto Rossi -, la Regia delegazione provinciale di Mantova si rifiutò di accogliere la richiesta del parroco di vietare il gioco della ´palla col tamburino´, in quanto si trattava ´non di attività causa di disordini anche a danno del culto, bensì di innocente passatempo che distoglie la gioventù dal passare le ultime ore dei dì festivi nell´osteria, nelle vendite di liquori od in altri giochi meno onesti´". Radicamento Territoriale - "Ancor oggi - ha ricordato l´assessore - questa disciplina ha un radicamento importante nel territorio, specialmente in quello mantovano e, come tutti gli sport, ha una funzione sociale importantissima. Mantova è una provincia molto attiva sia sul piano culturale sia su quello sportivo, il mio augurio è che si possa sviluppare ancora di più la cultura sportiva in questo territorio e in tutta la nostra regione". "Questi campionati - ha concluso Rossi - rappresentano per il territorio mantovano, la nostra regione e tutto il paese, un´importante vetrina, testimonianza concreta del livello di eccellenza del nostro movimento sportivo".