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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Novembre 2013
SANITÀ. IN VENETO I FARMACI OSPEDALIERI MENO COSTOSI D’ITALIA. ZAIA: “VISTOSO ESEMPIO DI COSTO STANDARD. CHI SPENDE IL TRIPLO DOVREBBE ARROSSIRE”  
 
Venezia, 28 novembre 2013 - Il Veneto è la Regione italiana che spende meno in assoluto per l’acquisto di farmaci ospedalieri rispetto alla popolazione assistita. Il riconoscimento viene dalla “Analisi territoriale comparativa nell’acquisto dei farmaci ospedalieri”, elaborata dall’Autorità Governativa per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture. Il Veneto precede l’Abruzzo ed il Piemonte e spende quasi tre volte di meno di Umbria, Lazio, Puglia e Campania. Nelle conclusioni del rapporto, si legge che “le migliori performance sono state riscontrate per Veneto, Piemonte ed Abruzzo”, mentre le peggiori “si riscontrano in Puglia, Lazio ed Umbria. Anche i risultati della Campania non appaiono confortanti”. Le tre Regioni “virtuose” sono seguite da un “blocco centrale” composto da sei Regioni: Friuli, Toscana, Vale D’aosta, Emilia Romagna, Liguria e Lombardia. In particolare, nello studio, sono stati selezionati i farmaci non coperti da brevetto (i “generici”) acquistati da almeno 11 delle 39 stazioni appaltanti selezionate. “Questi sono dati ufficiali governativi appena resi noti – commenta il presidente del Veneto Luca Zaia –. Dei quali andiamo orgogliosi e che dimostrano che qui si sta facendo dell’oculatezza l’arma totale per combattere gli sprechi in sanità: i numeri elencati dal rapporto dovrebbero far arrossire chi spendere circa tre volte tanto”. “Ecco l’ennesimo esempio di costo standard – prosegue Zaia – che il Veneto pone all’attenzione del Commissario Cottarelli e del mondo istituzionale nazionale. In questi anni (dal 2011) nei quali tanti hanno molto parlato e poco o nulla fatto – aggiunge Zaia – il Veneto ha lavorato giorno per giorno, studiando dove potevano esserci degli sprechi e tagliandoli senza remore. Il risultato è sotto gli occhi di tutti anche in un settore di grande spesa generale come la farmaceutica ospedaliera”. “Chiedo che i risultati di questo inconfutabile studio – dice Zaia – siano inseriti tra quelli che determineranno i costi standard, perché ormai siamo ai calci di rigore ed è ora di smetterla con la mala pratica secondo la quale sempre e comunque il virtuoso paga per lo sprecone. Se vogliono spendere di più facciano pure, ma l’eccesso rispetto al costo standard dovrà essere coperto non con fondi nazionali, ma con la fiscalità locale, della quale gli amministratori dovranno rendere conto ai cittadini”. “Non smetterò mai di ricordare – prosegue il governatore – che se in tutta Italia una siringa costasse 6 centesimi come in Veneto o un pasto 6 – 7 euro contro vette di 50-60 e via dicendo, lo Stato italiano risparmierebbe circa 30 miliardi l’anno e oggi non si sarebbe costretti a dibattere focosamente su quanti euro si risparmiano o si dovranno pagare in più in forza delle varie tasse dalle sigle impronunciabili che escono dalla legge di stabilita”. Ringrazio l’assessore alla sanità Luca Coletto, il segretario Domenico Mantoan – conclude Zaia – e tutti i tecnici del nostro settore farmaceutico per il lavoro, faticoso e quotidiano, che ci porta a segnare record su record in sanità”.  
   
   
LEGGE DI STABILITÀ: SERRACCHIANI, SPAZI FINANZIARI PER L´EDILIZIA SANITARIA  
 
Trieste, 28 novembre 2013 - ´´Un altro importante risultato per il Friuli Venezia Giulia, che va incontro alle nostre esigenze nella sanità e nel welfare, ma che ha anche grandi conseguenze su tutta l´impalcatura del Patto di stabilità e sul sistema finanziario regionale´´. Lo ha affermato la presidente la presidente Debora Serracchiani, commentando la possibilità, attribuita anche al Friuli Venezia Giulia, di escludere dal Patto di stabilità gli investimenti relativi all´edilizia sanitaria. È questo infatti uno dei contenuti specifici concernenti il Friuli Venezia Giulia, come sottolinea ´´con soddisfazione´´ la presidente della Regione Debora Serracchiani, inseriti nel cosiddetto maxiemendamento che ha ottenuto la fiducia questa notte al Senato. Dopo la ´´conferma´´ delle risorse finanziarie per la realizzazione della terza corsia autostradale, e i finanziamenti a favore della minoranza slovena residente in regione, a decorrere dal prossimo anno, anche per la Regione Friuli Venezia Giulia, analogamente alle altre Regioni e Province autonome, non saranno considerate ´´rilevanti´´ ai fini del Patto di stabilità interno le spese relative alla ´´realizzazione di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico´´ con riferimento ai contenuti dell´articolo 20 della legge nazionale 67 del marzo 1988 (Finanziaria 1988 ), per un ´´Programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e di realizzazione di residenze per anziani e soggetti non autosufficienti´´.  
   
   
OSPEDALI TOSCANI: AL VIA L´INDAGINE MES DI SODDISFAZIONE TRA I PAZIENTI  
 
Firenze, 28 novembre 2013 - Lo scorso ottobre è partita l´indagine di soddisfazione tra gli utenti dei pronto soccorso della Toscana, ora è la volta dei pazienti degli ospedali. Prenderà il via infatti il 1° dicembre l´indagine di soddisfazione tra i pazienti degli ospedali toscani. A condurla anche in questo caso, il Mes, Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant´anna di Pisa, su commissione della Regione Toscana e in collaborazione con tutte le aziende sanitarie. Obiettivo, conoscere l´esperienza e le opinioni dei cittadini a proposito del loro ricovero. Oltre 40 le domande che saranno rivolte ai cittadini ricoverati negli ospedali toscani tra dicembre e gennaio. Eccone alcune: Qual è il suo giudizio sulla qualità dell´assistenza ricevuta? Se è stato ricoverato al pronto soccorso, quanto tempo è trascorso prima che le assegnassero un letto in reparto? Il personale le ha spiegato come si sarebbe svolto il suo percorso di cura in ospedale? La metodologia con cui sarà effettuata l´indagine sarà la stessa in tutte le 12 aziende sanitarie, le 4 aziende ospedaliero-universitarie e la Fondazione Monasterio: in questo modo sarà possibile confrontare i risultati, evidenziando criticità e punti di forza. "Come è già successo per le indagini svolte negli anni passati - commenta l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - i risultati ci sono stati molto utili per conoscere il punto di vista dei pazienti sulla qualità della cure ricevute. Invito quindi tutti i cittadini che riceveranno il questionario a partecipare all´indagine, per darci modo così di migliorare sempre l´assistenza nei nostri ospedali". "Da tempo numerosi studi scientifici - dice Sabina Nuti, direttore del Mes - hanno dimostrato che i livelli di soddisfazione del paziente possono essere considerati un ottimo punto di riferimento ai fini della valutazione della qualità del servizio erogato. Attraverso le sue valutazioni, infatti, è possibile cogliere punti di forza e di debolezza del servizio sanitario e ricevere indicazioni sulle criticità da affrontare e sulle relative azioni da mettere in campo". Come funziona l´indagine - L´indagine verrà svolta tramite molteplici canali: è previsto l´invio per posta di oltre 30.000 questionari, che saranno recapitati a casa di un campione di pazienti estratto tra coloro che saranno ricoverati tra dicembre e gennaio. Il cittadino potrà compilarlo direttamente e restituirlo per posta tramite l´allegata busta preaffrancata. Se lo preferisce, il paziente potrà scegliere l´intervista telefonica, lasciando i suoi riferimenti ad un numero di telefono dedicato: un ricercatore del Laboratorio Mes provvederà a richiamare per effettuare l´intervista telefonica. Oppure ancora, si potrà compilare il questionario su internet, secondo le modalità indicate nella busta ricevuta a casa. Il questionario si compone di oltre 40 domande a risposta chiusa. Le domande prendono in considerazione una serie di aspetti legati all´esperienza del paziente durante il ricovero, dal momento dell´accesso fino alla dimissione: tempi di attesa, cortesia del personale, chiarezza delle informazioni ricevute, gestione delle dimissioni, valutazione della qualità complessiva. I giudizi sono graduati su una scala compresa tra 1 (valutazione pessima) e 5 (valutazione ottima). Per favorire il dialogo con i cittadini, il questionario si chiude con uno spazio aperto, in cui inserire commenti e opinioni. I risultati dell´indagine 2011 - La Regione Toscana svolge dal 2006 indagini di soddisfazione dei pazienti ricoverati negli ospedali toscani. L´ultima è stata effettuata nel 2011 e aveva rilevato che complessivamento oltre l´80% dei cittadini toscani dava una valutazione ottima o buona alla qualità dell´assistenza ricevuta durante il ricovero ospedaliero e avrebbe raccomandato il reparto a parenti e amici, e che solo il 4% si dichiarava insoddisfatto. Dall´indagine emergevano alcuni punti di debolezza, rispetto ai quali l´indagine di quest´anno consentirà di valutare le azioni di miglioramento intraprese dalle aziende: i tempi di attesa per l´assegnazione del posto letto in caso di ricovero avvenuto attraverso il pronto soccorso (nel 36% dei casi superiore alle 4 ore), la conoscenza incompleta da parte dei pazienti del percorso di cura, fondamentale per garantire il loro coinvolgimento, ma ignoto nel 2011 al 18% degli utenti. Poco diffusa anche l´assegnazione di un medico di riferimento, avvenuta nel 47% dei casi. Tutti aspetti che evidenziavano la necessità di sviluppare iniziative mirate, volte a rivedere e snellire i processi organizzativi interni all´ospedale, per garantre la continuità del percorso assistenziale del paziente. Numerosi anche i punti di forza evidenziati dall´indagine 2011. Buona la valutazione del personale medico: oltre l´82% dei pazienti dava una valutazione ottima o buona all´assistenza ricevuta dai medici e l´86% dichiarava una fiducia completa in essi. Positiva anche la valutazione del personale infermieristico, sostanzialmente allineata a quella del personale medico.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: ECCO LE CIFRE DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE. CONTI IN EQUILIBRIO E STRATEGIE DI SVILUPPO  
 
Bologna, 28 novembre 2013 – “Chiudiamo anche il 2013 in equilibrio e senza aver ridotto l’offerta di servizi. Un risultato non scontato nell’anno più difficile, con tagli che hanno toccato i 260 milioni di euro”. L’assessore regionale alle Politiche per la salute Carlo Lusenti sintetizza così la situazione della sanità in Emilia-romagna nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questo pomeriggio in Regione per fare il punto su obiettivi, progetti e linee strategiche del Servizio sanitario regionale, cui hanno partecipato anche il sottosegretario alla Presidenza della Giunta Alfredo Bertelli e il direttore generale alla Sanità e Politiche sociali Tiziano Carradori. “Il sistema regionale ha dimostrato di reggere nelle situazioni peggiori – ha detto l’assessore – ma non è tutto. Abbiamo una chiara visione di sviluppo, innovazione e crescita su cui avvieremo, come sempre, un confronto con tutti i soggetti, per concretizzare i progetti e continuare a dare le risposte ai bisogni dei cittadini”. Tre i punti centrali su cui si concentrerà la Regione: una rete ospedaliera sempre più adeguata ai cambiamenti; un sistema di cure primarie organizzato ed efficiente; una forte rete logistica di supporto trasversale che affianchi e rafforzi il sistema dei servizi sanitari. Per quanto riguarda le cifre relative alla spesa sanitaria pro-capite lorda, nel periodo 2001-2011 questa ha registrato un tasso medio di crescita del 3,1% inferiore all’aumento della media nazionale che è stata del 3,3%. In crescita, invece, il dato delle persone assistite a domicilio in Emilia-romagna che nel 2012 sono state oltre 97 mila e sono quasi raddoppiate rispetto al 2011. Al centro del percorso di ridefinizione dei servizi territoriali ci sono poi le Case della salute: 55 quelle già attive a novembre di quest’anno. Infine sul tema innovazione organizzativa, da segnalare i 38 milioni di risparmi nel 2012 (rispetto ai prezzi medi precedentemente pagati) grazie agli acquisti fatti tramite le convenzioni di Intercent-er, il dimezzamento dei tempi di pagamento dei fornitori della sanità nel 2013 e la recente apertura del magazzino farmaceutico centralizzato dell’Area vasta Emilia Nord. “Il nostro sistema non teme confronti”, ha concluso Lusenti. “Perché è molto governato, controllato, condiviso, verificato e perché è fatto da 60 mila persone che lo fanno funzionare ad alti livelli di performance, garantendo ai cittadini questi alti livelli di esigibilità”. Saranno anche questi i temi al centro degli “stati generali della sanità” in programma il prossimo 29 novembre a Bologna nell’Aula Magna di Santa Lucia. Parteciperanno, oltre al presidente della Regione Vasco Errani e agli assessori regionali Carlo Lusenti e Teresa Marzocchi, anche operatori dei servizi e rappresentanti delle Aziende sanitarie, delle istituzioni, delle autonomie locali, delle forze sociali e dei cittadini (dalle 9.30 in via Castiglione 36).  
   
   
LA REGIONE CALABRIA TRA I PARTNER DEL PROGETTO APPROVATO DAL CENTRO NAZIONALE PER LA PREVENZIONE ED IL CONTROLLO DELLE MALATTIE PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI SALUTE DEI PAZIENTI DETENUTI  
 
Catanzaro, 28 novembre 2013 - La Regione Calabria, in partnership con Lombardia e Toscana e l’Amministrazione Penitenziaria, partecipa al progetto proposto dalla Regione Emilia-romagna “La presa in carico del paziente affetto da patologie complesse negli Istituti penitenziari: profili epidemiologici e contesto ambientale” che è stato approvato dal Ccm, Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie, presso la Direzione Generale Prevenzione del Ministero della Salute, come primo tra i progetti del 2013. Il progetto, che si svilupperà nell’arco di un biennio persegue la finalità di costruire un profilo della salute delle persone detenute e di quei fattori che possono influire negativamente sulle condizioni sanitarie, in particolare di quelle ambientali, e costruire modelli e strategie d’intervento per migliorarne le condizioni di salute, condivisi tra le Regioni partecipanti e l’Amministrazione Penitenziaria, così come previsto dalla normativa di trasferimento delle funzioni della sanità penitenziaria alle Regioni. Le criticità del contesto penitenziario e le precarie condizioni di salute dei detenuti richiedono lo sviluppo di una complessiva risposta organizzativa che, nel rispetto dei compiti dell’Amministrazione Penitenziaria e delle Regioni, può consentire di produrre indicazioni di carattere generale sulla gestione delle patologie croniche anche alla luce delle significative criticità ambientali che caratterizzano il contesto carcerario. Pertanto rientrano tra le attività del progetto la definizione di un modello condiviso tra le Regioni partecipanti, la raccolta e l’analisi dei dati sulle condizioni di salute della popolazione detenuta, la condivisione tra le Regioni coinvolte di software informativo o software gestionale per la raccolta di informazioni sanitarie individuali dei detenuti, la realizzazione di un report sulle condizioni ambientali sfavorevoli per la salute in alcuni Istituti di pena ritenuti rappresentativi degli Istituti penitenziari di ogni Regione, la definizione profili di salute nelle carceri delle Regioni partecipanti; le stesura di linee guida operative sulla riduzione dei rischi e sulla gestione delle emergenze connesse a problematiche legate alle condizioni di salute dei pazienti, e alle sfavorevoli condizioni ambientali; la realizzazione di percorsi formativi rivolte al personale sanitario e penitenziario, ed infine la diffusione dei risultati attraverso documentazione e momenti di presentazione. “Si tratta di un risultato che accogliamo con particolare soddisfazione- ha dichiarato il Presidente Scopelliti – perché dimostra come la Regione Calabria, sebbene in piano di rientro, sia considerata fra quelle che in questo specifico delicato settore di sanità pubblica possono esprimere attività progettuali e prassi operative condivise con regioni storicamente considerate di punta nell’assistenza sanitaria nazionale”.  
   
   
SALUTE FVG: LA RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA NON È RINVIABILE  
 
Trieste, 28 novembre 2013 - "È assolutamente necessaria una riorganizzazione del sistema sociosanitario del Friuli Venezia Giulia che parta dai reali bisogni dei cittadini. Anche la congiuntura economica rende non più rinviabile questa riorganizzazione, che deve portare ad un ulteriore miglioramento dei servizi pubblici e ad una razionalizzazione dell´offerta". Lo ha ribadito l´assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca in visita prima al Comune e poi alle strutture socio-sanitarie di San Vito al Tagliamento (Ospedale, Distretto, Hospice), dove è stata accolta dal sindaco Antonio Di Bisceglie, da Giorgio Simon, direttore del Distretto Est e coordinatore del gruppo interservizi, e da diversi collaboratori, ai quali ha detto che "la riforma deve arrivare su un terreno preparato", esprimendo la convinzione che "le riforme non vanno calate dall´alto ma occorre la collaborazione di tutti operatori". Nel corso dei colloqui si è parlato principalmente di due progetti innovativi, che riguardano le cure palliative e iniziative di promozione della salute e di gestione delle situazioni di crisi, in particolare di tipo psichiatrico, rivolte alle scuole, e quindi ai ragazzi e agli adolescenti. Presenti per il gruppo interservizi Tiziana Martuscelli (Consultorio Familiare), Francesco Brugio (Dipartimento Dipendenze), Nicola Salerno (Dipartimento Salute Mentale) e Laura Breda, della Neuropsichiatria infantile, è stato illustrato un Progetto di prevenzione avviato nelle scuole dell´obbligo, elaborato trasversalmente da tutti i servizi distrettuali dell´Ass 6, dal servizio minori dell´Ambito e dal servizio politiche giovanili del Comune. Il Progetto, denominato "Rispettosa-mente", mira a supportare insegnanti e genitori nel gestire la crescita dei ragazzi ed aiutarli nelle situazioni di conflittualità. Verranno coinvolte tutte le classi, dalle materne alle medie, dell´Istituto comprensivo che conta oltre 1.400 iscritti. È stato affrontato anche il tema di come i servizi si sono organizzati per accogliere le domande degli adolescenti con problemi psichici nella fase di esordio. Per fare fronte a questo problema - è stato osservato - è ormai consolidata una forma di primo accesso facilitato a tutti i servizi territoriali: gli adolescenti vengono presi in carico seguendo un approccio condiviso, secondo linee guida ormai collaudate. L´obiettivo è di creare una rete che eviti il più possibile, nei casi gravi, l´invio in comunità (talvolta in regioni lontane). È allo studio anche la creazione di una struttura che possa accogliere temporaneamente le persone in situazioni di crisi, permettendo ai ragazzi di non essere allontanati dal proprio territorio, supportando nello stesso tempo le famiglie. In proposito gli operatori si sono dichiarati disponibili a svolgere eventuali attività sperimentali o pilota. Manifestando il vivo ringraziamento per l´attenzione della Regione alla realtà sanvitese, il primo cittadino ha sottolineato il valore positivo della collaborazione organica e trasversale tra i diversi servizi, per migliorarne l´efficacia e l´efficienza e ridurre spese e doppioni. I lavori del Cal-consiglio delle Autonomie Locali, riunitosi a Udine, sono proseguiti con l´esame degli altri quattro punti all´ordine del giorno, relativi a tematiche legate al sociale, alla disabilità, al mondo del lavoro. Si tratta di provvedimenti proposti dalla Giunta regionale, presentati nel corso della seduta del Cal dall´assessore regionale a Salute, Integrazione socio-sanitaria, Politiche sociali e Famiglia Maria Sandra Telesca, e approvati unanimemente da tutti i tredici componenti l´organismo consultivo del sistema delle autonomie, presenti al momento della votazione. Il primo provvedimento riguarda il Regolamento recante criteri e modalità per la concessione di contributi per l´integrazione dei servizi e degli interventi sociali e sanitari a favore delle persone disabili, volti all´assistenza e alla tutela dei loro diritti. Il secondo provvedimento è stato motivato dal verificarsi della ripresa dei flussi migratori, con aumento di richieste di accesso al Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale. La delibera dell´Esecutivo era dunque riferita ai maggiori costi verificatisi per l´inserimento in struttura di minori stranieri non accompagnati. Il terzo provvedimento reca un Regolamento per la definizione delle modalità di assegnazione dei contributi agli enti gestori dei servizi dei centri socio-riabilitativi ed educativi diurni per le persone disabili. Tiene conto, ha precisato l´assessore Telesca, delle esperienze di sperimentazione di servizi già effettuate in Fvg, rivolte in particolare ai giovani, e le valorizza. Il quarto provvedimento approvato dal Cal, era incentrato sulle modifiche al Regolamento per la concessione e l´erogazione di incentivi per gli interventi di Politica attiva del lavoro. Ne beneficeranno le imprese o loro consorzi, associazioni, fondazioni, e soggetti esercenti le libere professioni, in forma individuale, associata o societaria; nonché le cooperative o loro consorzi.  
   
   
1 DICEMBRE 2013 - GIORNATA MONDIALE CONTRO L´AIDS  
 
Milano, 28 novembre 2013 – Oltre 30 eventi in città in occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids. Le iniziative sono promosse dal Tavolo di lavoro realizzato dal Comune di Milano, Asl Milano e da tutte le associazioni del terzo settore che nel capoluogo lombardo si occupano di Aids e malattie sessualmente trasmissibili. La ricorrenza è celebrata il 1 dicembre, ma i vari appuntamenti proposti si stanno svolgendo nell’arco di tutta la settimana che precede la Giornata. L’obiettivo è promuovere la salute e la prevenzione, legata a sani stili di vita, per tutta la popolazione e in particolare ai target più a rischio di malattie sessualmente trasmissibili. Nel 2012 le persone che hanno contratto il virus dell’Hiv sul territorio dell’Asl di Milano sono state 572, tre casi ogni due giorni. Il dato delle nuove segnalazioni è in aumento. I neo-infettati nel 2010 e nel 2011 erano stati, rispettivamente, 226 e 289. Il significativo aumento è dovuto a una più stretta collaborazione tra Asl Milano e i reparti e gli ambulatori di Malattie infettive delle aziende ospedaliere del territorio, che ha permesso una più puntuale rilevazione dei dati. Nel 2012, oltre i tre quarti dei nuovi casi sono stati ravvisati nella fascia d’età 26-50 anni, il 10% in quella 16-25 anni mentre il 13% in quella maggiore di 50 anni. Circa il 70% sono maschi e quasi un soggetto su 3 è straniero. Le nuove infezioni sono trasmesse per oltre l’80% dei casi con rapporti sessualmente non protetti. In lieve calo, invece, i casi di Aids. Negli ultimi tre anni, infatti, si è passati dagli 81 del 2010, ai 72 del 2011 per scendere ulteriormente ai 65 del 2012. “I numeri non vanno sottovalutati – ha spiegato Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salute del Comune di Milano –. Le terapie hanno notevolmente ridotto la mortalità per Aids, ma questo non deve farci abbassare la guardia. Un’istituzione ha il dovere di informare i cittadini, senza allarmismi, ma sviluppando corrette e consapevoli campagne di sensibilizzazione. Per questo, insieme ad Asl e alle associazioni del Tavolo di lavoro, vogliamo dire a tutti i milanesi che bastano poche e facili precauzioni per proteggere la propria salute e quella degli altri”. “Rilevo che sia di estrema importanza la massima collaborazione istituzionale quando si tratta di vincere delle sfide di così profonda incidenza sociale – ha affermato il Direttore Generale di Asl Milano Walter Locatelli - . Il coinvolgimento delle associazioni e di tutti quegli attori che quotidianamente svolgono un lavoro importante per la comunità è una preziosa opportunità che consente di raggiungere insieme dei buoni risultati. L’asl – spiegato - è fattivamente impegnata a contrastare l’Hiv e le malattie a trasmissione sessuale, un impegno che parte da lontano, in quel punto della programmazione di salute che va sotto il nome di prevenzione”. Il Tavolo di lavoro è formato, oltre che da Comune di Milano e Asl Milano, da: Ala Milano Onlus, Anlaids Sezione Lombardia, Associazione Archè Onlus, Centro Iniziativa Gay Arcigay di Milano, Asa-associazione Solidarietà Aids, Caritas Ambrosiana, Casa Alloggio 77, Filo d’Arianna Cooperativa Sociale, Comunità del Giambellino cooperativa sociale, Lila Milano Onlus, Nps-network persone sieropositive Lombardia, La Strada Cooperativa Sociale. Il Tavolo sta lavorando a una programmazione concordata per campagne di sensibilizzazione, educazione sanitaria e prevenzione da realizzare nel 2014 e nel 2015. I dati di Asl Milano su altre malattie sessualmente trasmissibili evidenziano, dal 2010 al 2012, un incremento per le segnalazioni di sifilide (208 casi, per il 2012) e per quelle relative a gonorrea (120 casi, nel 2012, +22% rispetto al 2010). Il contesto epidemiologico nazionale, regionale e cittadino suggerisce interventi mirati alla popolazione generale, italiana e straniera, e a target maggiormente a rischio: giovani 19/35 anni e uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini.  
   
   
AREZZO: FORUM RISK MANAGEMENT  
 
Catanzaro, 28 novembre 2013 - La Vicepresidente della Regione Antonella Stasi ha partecipato ad Arezzo all’ottavo Forum “Risk Management in Sanità”, promosso dal Ministero della Salute, dall´Istituto Superiore di Sanità, dalla Regione Toscana e dalla Fondazione Sicurezza in Sanità. Presenti gli assessori alla sanità di tutte le regioni Italiane. I temi trattati nel corso dell’incontro hanno riguardato i contenuti del nuovo “Patto della Salute”, diritto al cittadino a cure sicure e di qualità e direttiva europea sulla libera circolazione dei pazienti e competitività del Sistema Sanitario Italiano. Durante la tavola rotonda, alla quale ha fatto seguito una seduta della Commissione Sanità, la Vicepresidente della Regione Antonella Stasi ha dichiarato: "Oggi in Italia c´è una sanità pubblica regionalizzata e disomogenea per livelli di spesa e servizi erogati, ed il Sud risulta essere fortemente disallineato rispetto alla media nazionale. Le diseguaglianze tra regioni si sono acuite negli ultimi anni a causa dell´attuazione di ‘Piani di rientro’ che hanno provocato forte diminuzione della spesa e di conseguenza una minore allocazione di risorse pro-capite destinate ai servizi sanitari delle regioni in piano di rientro. Ma la cosa più grave – ha aggiunto la Vicepresidente Stasi - è che negli anni oltre alla minore spesa pro capite si é verificata anche una minor destinazione di risorse, con una differenza che per la Calabria e la Campania oggi si attesta a circa 150 euro per cittadino in meno su una media annuale di 1800 euro. Nonostante tutto la Calabria ha fatto passi da gigante. In tre anni di governo Scopelliti, siamo passati da un bilancio economico sanitario di tipo ‘orale’ ad un bilancio certificato, con un deficit annuo controllato che nel 2012 ammonta a soli 70 milioni di euro, contro i 254 milioni del 2009. Se la Calabria potesse recuperare parte dei 150 euro di differenza per ogni cittadino calabrese, non solo avrebbe la possibilità di chiudere a pareggio già nel 2013, ma potrebbe contare su maggiori risorse da investire in tecnologie ed innovazione. Il lavoro portato avanti dal Commissario al piano di rientro Giuseppe Scopelliti ha inoltre fatto registrare anche altri risultati positivi come una misurabile diminuzione di ricoveri impropri, oltre che una consistente riduzione dei costi su beni e servizi. Inoltre, con grandi sacrifici, e nonostante l´impossibilità di fare investimenti, é stato raggiunto un recupero storico sul tema dei Lea che per la prima volta nel 2012 hanno superato la sufficienza raggiungendo un punteggio pari a 132, contro un punteggio di 88 punti del 2009. Sappiamo che tutto questo non basta – ha ancora affermato la Vicepresidente Stasi - e che c´è molto altro ancora da fare, ne siamo convinti, ma da soli e con le risorse disponibili risulta impossibile fare un salto in avanti importante e determinante. Quello che chiediamo é che le nuove regole diano la possibilità di un riequilibrio della quota pro capite sul riparto del Fsn, non per alimentare gli sprechi, ma per allineare ai costi standard anche le dotazioni ed i servizi sanitari standard. Il messaggio chiaro ed inequivocabile che vogliamo dare, dunque, é l´esigenza condivisa di una reale ed epocale riforma della sanità, che pur rispettando l´esigenza di contenimento della spesa, realizzi un modello di assistenza sanitaria uguale da nord a sud. La riforma dei costi standard ed il nuovo Patto per la Salute – ha concluso la Vicepresidente Stasi - devono essere l´occasione irrinunciabile per provare a costruire un unico modello sanitario nazionale che renda l´Italia più competitiva in Europa".  
   
   
POST EXPO: SI LAVORA PER PROGETTO DI QUALITA’. BENE LO SPORT PROTAGONISTA SI PENSA A PARCO TEMATICO E POSSIBILITÀ DI REALIZZARE IMPIANTI SPORTIVI"  
 
 Milano, 28 novembre 2013 - “Domani a Palazzo Reale sarà presentato alla città il Masterplan del Post Expo, messo a punto insieme a Regione, Comune di Rho, Provincia e Fondazione Fiera, sotto il coordinamento di Arexpo. Un piano importante, definito con trasparenza e secondo regole precise, nel rispetto della legalità e del territorio, con l’obiettivo di realizzare un progetto di qualità, in cui il 56% dell’area sarà dedicato al parco tematico”. Lo hanno dichiarato ieri la vicesindaco con delega all´urbanistica Ada Lucia De Cesaris e l´assessora allo Sport Chiara Bisconti. “In questo senso è positivo che si sia aperto anche un dibattito sulla fruibilità dell´area – hanno aggiunto Bisconti e De Cesaris - dove lo sport sia protagonista, come ha detto il sindaco Pisapia, con l’idea di uno stadio e di altri impianti sportivi in fondo al percorso che parte domani con la presentazione del Masterplan e l’illustrazione dei contenuti di alcune manifestazioni di interesse. E’ fondamentale però che ciò avvenga all’interno di un percorso condiviso, che rispetti l´evidenza pubblica, senza spinte in avanti e valutando tutte le proposte che dovessero pervenire. L´obiettivo, lo ripetiamo, deve essere un progetto di qualità che consideri tutta l´area, rifiutando qualsiasi tentazione speculativa. Se poi dovesse prevalere la Cittadella dello Sport, nella definizione del progetto sarà essenziale la collaborazione con i Comuni interessati, al fine di porre la centro le esigenze reali, tenendo conto dei progetti già avviati per riqualificare l’impiantistica in città”.  
   
   
NASCE IL CORSO “ABC GIOVANI” PER ISTRUTTORI: UN NUOVO MODELLO DI FORMAZIONE PER GLI EDUCATORI SPORTIVI  
 
Firenze, 28 novembre 2013 - La Scuola dello Sport Coni Toscana e il Coni Point Firenze organizzano - in collaborazione con la Lilt (Lega Italiana Lotta contro i Tumori - Sezione Provinciale di Firenze), l’Ispo (Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica), l’Asf (Azienda Sanitaria Firenze – S.s. Educazione alla Salute) - il corso “Abc Giovani” per istruttori e allenatori dei settori giovanili non agonistici che operano nelle società sportive della provincia di Firenze. L’iniziativa è stata presentata oggi nel corso di una conferenza stampa alle quale hanno preso parte, tra gli altri, il Delegato Coni Firenze Eugenio Giani e il responsabile della Scuola dello Sport del Coni Toscana Fabrizio Balducci. Il corso - suddiviso in quattro incontri, di cui tre teorici in aula ed uno finale di attività pratiche (84 partecipanti iscritti) - si propone di fornire elementi di base di pedagogia, psicologia e metodologia d’insegnamento per quanto riguarda i Mini Sport e le Scuole Sport. Inoltre, saranno affrontate tematiche inerenti la prevenzione primaria al tabagismo ed al melanoma e la corretta educazione all’alimentazione. “La logica è quella di creare un livello di preparazione per istruttori che operano nelle diverse discipline e quindi non solo nel calcio – ha detto Eugenio Giani – Questo corso, che rilascerà ai partecipanti un attestato utile per l’inserimento nelle società sportive, è anche la conferma che lo sport della nostra provincia si sposa sempre di più con le realtà socio-sanitarie del territorio”. “Si tratta di un primo esperimento che vorremmo poi esportare nelle altre province della Regione – ha aggiunto Fabrizio Balducci – L’obiettivo della Scuola dello Sport è quello di prumuovere un nuovo valore educativo, cambiando i modelli in uso e contribuendo a formare educatori sportivi in grado di costruire l’uomo prima dell’atleta”. Gli incontri sono previsti per i giorni 30 novembre, 11 gennaio 2013, 18 gennaio e 1 febbraio 2014 e si svolgeranno per la parte teorica presso il Salone Multimediale del Museo del Calcio in viale Aldo Palazzeschi 20 Firenze e per la parte pratica presso l’impianto sportivo Assi Giglio Rosso viale Michelangiolo 64 Firenze.