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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Dicembre 2014
PARLAMENTO EUROPEO: ANTEPRIMA DELLA SESSIONE DEL 15-18 DICEMBRE 2014, LE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA DI LAVORO DELLA COMMISSIONE PER IL 2015  
 
Strasburgo, 15 dicembre 2014 - I deputati discuteranno martedì pomeriggio con il Presidente Jean-claude Juncker e con il vicepresidente Frans Timmermans il programma di lavoro della Commissione europea per il 2015, che sarà approvato in mattinata dal Collegio dei commissari. Votazione finale sul bilancio 2015 e fondi supplementari per il 2014 - Dopo l´accordo provvisorio sul bilancio raggiunto l´8 dicembre scorso tra le delegazioni del Parlamento e del Consiglio, il Parlamento voterà mercoledì 10 dicembre il bilancio Ue per il 2015 e i fondi supplementari per il 2014. Prima della votazione in Aula, l´accordo dovrà essere formalmente approvato venerdì dal Consiglio e lunedì dalla commissione per i bilanci del Parlamento. Vertice sul piano europeo di investimenti: i deputati discutono le priorità - Alla vigilia della riunione del Consiglio europeo del 18-19 dicembre, i piani della Commissione per la mobilizzazione di 315 miliardi di euro per promuovere crescita, occupazione e competitività saranno al centro del dibattito tra i deputati sul prossimo Consiglio europeo che discuterà, inoltre, gli sviluppi internazionali recenti e gli sforzi per combattere l´epidemia del virus Ebola. Consegna del Premio Lux 2014 a Strasburgo - Durante la cerimonia in programma mercoledì 17 dicembre alle 11:50 nell´Emiciclo a Strasburgo, il Presidente Martin Schulz annuncerà il film vincitore del Premio Lux. I film finalisti in gara quest´anno sono: Class Enemy (Razredni sovražnik) di Rok Biček (Slovenia), Bande de filles di Céline Sciamma (Francia) e Ida di Paweł Pawlikowski (Polonia/danimarca). I deputati potranno votare il loro film preferito entro martedì 16 dicembre. Il Parlamento elegge il Mediatore europeo - Con una votazione a scrutinio segreto, il Parlamento eleggerà martedì il Mediatore europeo. Fin dal 1995, il Mediatore europeo indaga sulle denunce che riguardano casi di cattiva amministrazione in tutte le istituzioni e negli organi dell´Unione europea. L´attuale Mediatore europeo, Emily O´reilly (Ie), è l´unica candidata per tale posizione per la legislatura 2014-2019. I deputati votano sul riconoscimento o meno dello Stato di Palestina - In una risoluzione non vincolante che dovrà essere votata nel pomeriggio di mercoledì, il Parlamento europeo illustrerà il proprio punto di vista sulla questione del riconoscimento della Palestina come Stato. Voto sull´accordo di associazione Ue-georgia - Il Parlamento dovrebbe dare il via libera giovedì all´accordo di associazione Ue-georgia. Tale accordo garantirà una forte associazione politica e un´integrazione economica tra l´Unione europea e la Georgia, nonché la progressiva apertura dei rispettivi mercati. Dibattito sull´uso della tortura da parte della Cia e il ruolo degli Stati membri Ue - Le rivelazioni del Senato statunitense sull´utilizzo della tortura e di altri trattamenti inumani o degradanti sui detenuti da parte della Cia, in seguito agli attacchi terroristici del 9/11 e con la presunta complicità di alcuni Stati membri dell´Ue, saranno discussi mercoledì alle 15:00 con Consiglio e Commissione. Votazione su 35,5 milioni di euro per i lavoratori licenziati in Francia, Polonia, Italia e Grecia - Il Parlamento voterà martedì quattro richieste di aiuti europei per complessivi 35,5 milioni di euro per aiutare nella ricerca o nella creazione di nuovi posti di lavoro i dipendenti licenziati da Air France, Fiat Auto Polonia, Whirlpool e da un rivenditore greco. Le richieste di aiuto al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) devono essere approvate sia dal Parlamento sia dal Consiglio dei ministri. Disastri naturali: il Parlamento voterà per stanziare €126,7 milioni in aiuti - Il Parlamento voterà mercoledì sette richieste per aiuti europei per un totale di 126.700.000 di euro provenienti da Italia, Grecia, Slovenia, Croazia, Serbia e Bulgaria per affrontare le conseguenze dei disastri naturali del 2013 e del 2014. Le richieste per aiuti da parte del Fondo di solidarietà dell´Unione europea (Fsue) devono essere approvate dal Parlamento e dal Consiglio dei ministri. Unione bancaria: il Pe voterà i membri del Comitato di risoluzione unico - Martedì i deputati sono chiamati a votare i candidati del Comitato di risoluzione unico, l’autorità che ha il compito di ristrutturare le banche in fallimento. I candidati dovranno prima ottenere l´approvazione della commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento, che si esprimerà lunedì sera nel corso di una riunione straordinaria. Immigrazione: i deputati chiedono una riflessione congiunta dell´Ue - La risoluzione che sarà votata mercoledì, presenta le proposte dei deputati su come prevenire ulteriori morti nel Mediterraneo e sviluppare un approccio comunitario in materia di migrazione. Il documento chiede che siano garantite la solidarietà e un´equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, adempiendo agli obblighi di ricerca in mare e salvataggio, ipotizzando percorsi sicuri e legali per i richiedenti asilo e contrastando gli scafisti e i trafficanti. Siderurgia: i deputati chiedono una nuova politica industriale europea - In una risoluzione non vincolante che sarà votata mercoledì, i deputati chiederanno una nuova politica industriale in grado di aiutare l´industria siderurgica europea ad affrontare le sfide del mercato globale e che, allo stesso tempo, protegga i lavoratori. Il settore dell´acciaio nell´Ue è alle prese con un calo della domanda e con la dura concorrenza da parte di paesi terzi.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA LA PRIMA DECISIONE DI EQUIVALENZA AI FINI DELLA PONDERAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO AI SENSI DEL REGOLAMENTO (UE) N 575/2013  
 
Bruxelles, 15 dicembre 2014 - La Commissione ha pubblicato il 12 dicembre la sua prima "decisione di equivalenza" ai fini della ponderazione del rischio di credito in base al regolamento (Ue) n 575/2013 adottato ("Capitale", chiamato anche "Crr"). Si tratta di un elenco di paesi terzi determina le disposizioni di vigilanza e giuridici dell´Ue equivalenti sono considerati. "Con questa decisione noi laici per circa il 90% dei prestiti, le banche europee sono in paesi terzi, determinare quanto capitale devono mantenerla. Per gli istituti di credito dell´Ue, ciò significa che essi devono soddisfare a requisiti patrimoniali sproporzionate rispetto a tali esposizioni. La decisione più facile per le aziende globali, la vita europea banche e rafforza il mercato unico bancario ", ha dichiarato il commissario Jonathan Hill. Nella decisione di attuazione è scoperto che alcuni paesi terzi e territori in relazione agli enti creditizi, le imprese di investimento e di scambi si applicano le disposizioni di legge e regolamentari vigenti nella legislazione equivalente dell´Unione europea. Una volta che i termini di tali paesi terzi, sono stati riconosciuti come equivalenti a banche dell´Ue possono esposizioni verso enti che hanno la loro sede lì, applicare una ponderazione del rischio favorevole. Tali servizi includono istituti finanziari, governi centrali e le autorità locali ed enti pubblici. La decisione di oggi è il primo passo in un programma in corso, in base al quale l´equivalenza delle disposizioni di altri paesi terzi sarà valutato regolarmente. Questo lavoro sarà nei prossimi anni, con il sostegno della Autorità bancaria europea effettuata. Sfondo - L ´". Accordo Capital" (Regolamento (Ue) n 575/2013) prevede che alcune categorie di esposizioni verso enti stabiliti in un paese terzo - anche da parte dei governi centrali - possono beneficiare di un trattamento più favorevole in termini di requisiti patrimoniali. Tale trattamento preferenziale sarà considerato solo se la Commissione europea adotta una decisione di esecuzione, sostenendo che i requisiti normativi e legali di un paese terzo sono applicabili nelle norme dell´Unione europea almeno equivalente. Senza una decisione tempestiva adozione esposizioni rilevanti in questi paesi sarebbero, a seconda del livello di rischio sono sproporzionatamente alti requisiti di capitale. In passato, alcuni Stati membri hanno dato normative di paesi terzi riconoscono unilateralmente. Con l´adozione di questa decisione di attuazione, e l´istituzione di un elenco comune di paesi terzi i cui regimi sono riconosciuti in tutta l´Ue, è possibile mossa dell´Ue verso un trattamento unificato di esposizioni verso i paesi terzi. Questo è un passo necessario nel contesto di un mercato unico bancario. La Commissione esaminerà l´elenco a intervalli regolari e, se del caso, che l´aggiunta di più paesi uniscono le modalità di una valutazione di equivalenza positiva in questione. L´atto di esecuzione entra in vigore il 1 gennaio 2015. Una volta che le nuove norme sono applicabili a qualsiasi trattamento preferenziale esistente sulla base di valutazioni nazionali, abrogato.  
   
   
IL COMMISSARIO MOSCOVICI FIRMA UN MEMORANDUM DI ASSISTENZA MACROFINANZIARIA PER LA GEORGIA  
 
Bruxelles, 15 dicembre 2014 – La Georgia può contare sul costante sostegno da parte dell´Unione europea. Pierre Moscovici, il commissario europeo per gli affari economici e finanziari, fiscalità e dogane, ha firmato l’ 11 dicembre il protocollo d´intesa per una assistenza macrofinanziaria alla Georgia di € 46.000.000 (Mfa). L´assistenza sarà distribuita equamente tra sovvenzioni e prestiti e verrà erogata in due quote uguali nel 2015. Il programma di Amf è destinato a rafforzare l´equilibrio della Georgia dei pagamenti e posizione di bilancio e per sostenere le riforme volte a rafforzare la governance economica, aumentando l´inclusione sociale e la promozione più stretta integrazione economica con l´Unione europea. "L´unione europea sta aiutando la Georgia allentare i suoi vincoli di finanziamento pur sostenendo il governo riforma economica Agen a. Sosteniamo gli sforzi della Georgia per mantenere la stabilità macroeconomica, mentre l´attuazione delle riforme che favoriscono la crescita e favorire una più stretta integrazione economica con l´Ue ", ha dichiarato il commissario Moscovici. L´erogazione dell´assistenza sarà subordinata al una serie di misure di politica economica delineate nel memorandum d´intesa e l´efficace attuazione di un accordo stand-by dell´Fmi, approvato dal Consiglio esecutivo del Fmi il 30 luglio 2014. Le misure politiche si concentrano su gestione delle finanze pubbliche, il rafforzamento della rete di sicurezza sociale, rafforzare la regolamentazione bancaria e commerciale e politica della concorrenza misure di sostegno alla realizzazione del globale e approfondita zona di libero scambio con l´Ue. Il prossimo passo necessario per l´attuazione dell´assistenza Amf è la ratifica del memorandum d´intesa e l´Loan Facility dell´accordo da parte del Parlamento georgiano.  
   
   
L’INVESTIRE A LUNGO TERMINE DELL’ EUROPA: RILANCIO, RETE E INFRASTRUTTURE SOCIALI  
 
Bruxelles, 15 dicembre 2014 Buongiorno, signore e signori. E molte grazie a Luigi Abete, a Rintano Tamaki e Franco Bassanini per l´organizzazione di questa conferenza. Vicino a dove vivo, al di fuori della cattedrale della città di Salisbury, vi è una strada lunga e diritta, che taglia dritta come una freccia attraverso la campagna inglese. Mentre guido a volte penso ai centurioni che hanno calpestato la strada e gli operatori che li hanno seguiti. Le infrastrutture romane sono state costruite per durare. Un primo esempio di investimenti a lungo termine in Europa che ancora beneficiano persone quasi venti secoli dopo. La mia ambizione oggi è più modesta rispetto ai Romani - come potrebbe non essere? - Ma voglio parlare di come possiamo ottenere gli investimenti che scorre di nuovo in Europa, portando nella sua scia i posti di lavoro e la crescita di cui abbiamo bisogno. Questa conferenza è uno degli ultimi eventi si svolgano sotto l´egida della Presidenza italiana, così a nome della Commissione, desidero esprimere le mie congratulazioni e grazie a Piercarlo Padoan. Grazie ai suoi sforzi - e quelle di Roberto Gualtieri - abbiamo fatto progressi in una serie di settori. Abbiamo portato i negoziati su europee Long Term Investment Funds a una conclusione positiva. E all´inizio di questa settimana abbiamo messo in atto un altro blocco costruzione della Union Banking relativi ai contributi al fondo di risoluzione. Quindi grazie per gli sforzi che avete messo in questi negoziati a volte difficili, e complimenti a Italia per l´esecuzione di una presidenza di successo. Vorrei iniziare dando un senso della nuova Commissione europea. Vogliamo essere una politica della Commissione, e di perseguire un insieme chiaro di priorità. Presidente Juncker vuole che la Commissione sia grande sulle cose grandi, e piccoli sulle piccole cose, e non ho potuto più d´accordo. Siamo animati da un senso di urgenza, che si deriva dalla portata delle sfide che abbiamo di fronte. Il presidente Juncker ha parlato della Ue essere nel salone ultima chance. A mio avviso, l´Unione europea deve affrontare due grandi sfide: la democratica ed economica. Negli ultime elezioni di maggio, la percentuale di cittadini che hanno votato caduto in 18 dei 28 dei nostri Stati membri. La sfida economica è anche pressante: la competitività è diminuita in varie parti dell´Unione, il 12% dei suoi lavoratori sono disoccupati, e davvero scioccante il 40% dei giovani italiani non riescono a trovare un lavoro. Così offrendo sul nostro impegno per l´occupazione e la crescita non solo è di vitale importanza per le singole imprese e dei lavoratori. E ´anche essenziale per ricostruire la fiducia sia qui in Italia e nell´Unione europea nel suo complesso. Questo spiega perché il presidente Juncker ha impostato un ritmo veloce. La nuova Commissione è a soli cinque settimane di vita, ma abbiamo già lanciato il nostro piano di investimenti e sono in procinto di concordare il nostro programma di lavoro per il 2015. Questo mostrerà come stiamo andando a concentrare i nostri sforzi e concentrare le nostre priorità politiche per l´Unione europea e il cittadino europeo. Di questi, uno spicca sopra tutti gli altri: l´occupazione e la crescita, e che mi porta al piano di investimento € 315.000.000.000. E ´costruita su tre elementi. Il primo di questi è il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici. Il suo compito sarà quello di mobilitare i finanziamenti per gli investimenti senza creare nuovo debito pubblico. Sappiamo che non vi è carenza di finanziamenti privati, ma che il denaro non si sta facendo strada al resto dell´economia. Quindi lo scopo del fondo è quello di togliere alcuni il rischio di investire in progetti a lungo termine e, quindi, incoraggiare gli investitori privati Kick-iniziato con 21 miliardi di euro di finanziamenti, riteniamo che dovrebbe essere possibile sfruttare in investimenti del settore privato su una scala che prende il valore del Fondo a 315 miliardi di euro grazie alla protezione del credito proposto dal Fondo tramite la Bei . Quel rapporto di leva, tra l´altro, è inferiore al rapporto di 1:18 che il 2013 aumento di capitale della Bei raggiunto e il rapporto di 01:20 consegnato dalla Garanzia Loan Facility per le Pmi nell´ambito del programma Cosme. Ma per l´investimento di fluire, che dovrà essere sostenuta dalla seconda tappa del progetto: una riserva di progetti credibile, sostenuto da assistenza tecnica, di collegare gli investimenti con progetti di crescita, generatori mature in settori chiave come l´energia, le telecomunicazioni, i trasporti , servizi e ricerca. Cose come diffusione della banda larga per contribuire a sostenere le piccole imprese nelle zone rurali. Migliorare le reti energetiche nelle aree che soffrono difficoltà di approvvigionamento o la creazione di infrastrutture di trasporto per convincere la gente e merci per cui sono necessari più. La selezione dei progetti da finanziare non può diventare una partita politica in ogni Stato membro per l´inclusione di progetti personali. I criteri di valore aggiunto e la fattibilità dovranno essere applicate con rigore. Questo dovrebbe funzionare in favore d´Italia, con il vostro importante settore delle Pmi e la vostra storia forte di eccellenza nella produzione. I fondamentali ci sono. Il piano di investimenti sarà l´occasione per eliminare gli ostacoli agli investimenti e alla crescita in Italia e per stimolare la ripresa che ha bisogno di così tanto. La terza tappa è quella di eliminare la burocrazia, strozzature e altri ostacoli agli investimenti. Questo potrebbe avere i maggiori benefici a lungo termine per l´economia europea. Vorrà dire eliminando le barriere all´ingresso di taluni settori e rendendo il funzionamento del mercato unico. Le nostre società di servizi, le nostre professioni, il nostro settore digitale, i nostri investitori, inventori e creatori tutti bisogno l´unica cosa che li abbiamo promesso per decenni: un vero mercato unico di centinaia di milioni di persone in cui si può offrire il loro talento, le loro merci, e servizi, le loro idee e le loro invenzioni. E al di là dei nostri confini possiamo offrire nuove opportunità commerciali, per esempio, negli Stati Uniti una volta che otteniamo Ttip adeguatamente spiegato e pienamente in atto. Occupazione e crescita arriveranno dal mercato unico e del commercio, non dai politici. Il nostro compito è quello di fornire le giuste condizioni per l´economia per ottenere di nuovo in movimento. Così come io, in qualità di Commissario per la stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dei capitali unione, sostenere le priorità? In primo luogo, cercherò in ogni cosa che faccio attraverso il prisma di posti di lavoro e crescita. Gli ultimi anni hanno visto una grande fascia di nuove regole in fase di introduzione per governare il settore finanziario. Questi erano essenziali per rispondere alla crisi finanziaria e per contribuire a ripristinare la stabilità finanziaria. E la stabilità finanziaria è la prima parte del mio titolo di lavoro. Ma in questo momento, ci troviamo di fronte un´altra minaccia per la stabilità finanziaria: la mancanza di crescita. Non c´è crescita senza stabilità finanziaria, ma non c´è la stabilità finanziaria senza crescita. Guardando al futuro, io non prevedo che avremo bisogno di qualcosa di simile lo stesso volume di nuove regole in futuro. Alcune persone mi stanno spingendo per avere un falò della legislazione esistente. A loro dico che non ci può essere tornare indietro. Ma io voglio guardare gli effetti cumulativi della legislazione siamo passati. E non penso che dovremmo avere paura di guardare di nuovo regolamento, se scopriamo che non abbiamo sempre avuto il giusto equilibrio. Uno dei compiti principali che ho dato è quello di aiutare a costruire una unione dei mercati dei capitali in modo che il denaro può fluire attraverso l´Ue a dove può essere più produttivo. Io vedo questo come un progetto classico mercato unico - un progetto per tutti 28 gli Stati membri. La mia ambizione è quella di contribuire a sbloccare la capitale in Europa che è attualmente congelato e messo a lavorare a sostegno delle imprese europee, in particolare le Pmi. Un paio di figure rendono il punto. Noi in Europa di risparmiare un sacco di soldi - 2700000000000 € vale la pena, un terzo in più rispetto agli Stati Uniti. Ma le aziende di medie dimensioni negli Stati Uniti hanno circa cinque volte tanto il finanziamento dai mercati dei capitali come le loro controparti nell´Ue. Imprese dell´Ue ottengono circa l´80% del loro finanziamento dalle banche, e il 20% da titoli di debito. Negli Stati Uniti, a seconda di quale serie di statistiche che si sta leggendo, o che gli statistici si sta parlando, i rapporti sono ampiamente parlando viceversa. Al momento, proprietari di piccole imprese qui in Italia che vogliono espandere il loro business è probabile che rivolgersi a parenti e amici o la banca locale. Voglio loro di avere la fiducia di esplorare altre opzioni e per avere un migliore accesso ai mercati dei capitali. Ciò potrebbe essere realizzato attraverso iniziative private valide: il cosiddetto progetto Elite del gruppo London Stock Exchange / Borsa Italiana è un esempio. Ma ce ne sono altri. Forse il proprietario italiano piccolo potrebbe elencare la sua attività in un mercato di crescita per le Pmi, che dà accesso agli investitori ovunque all´interno dell´Ue? Perché lui / lei non pensa di attrarre investitori professionali come venture capitalist o fondi di private equity? Più di cinquanta anni dopo il Trattato di Roma, che ancora non abbiamo la libera circolazione dei capitali. Gli azionisti e gli acquirenti di debito societario raramente vanno oltre i confini nazionali per investire. I risparmi sono essenzialmente compartimentazione negli Stati membri, e sono troppo concentrati nel sistema bancario. Questo frena la dimensione e la profondità dei mercati dei capitali, il che rende difficile per gli investitori a diversificare. Ci sono un certo numero di ovvie ragioni per questa frammentazione. Ci sono delle regole diverse, la documentazione e le prassi di mercato per prodotti come strumenti cartolarizzati e collocamenti privati. C´è la componente fiscale, con un bias in favore sia debito societario e debito ipotecario. La natura del diritto fallimentare. E gli investitori non hanno accesso ad informazioni comparabili su piccole imprese per valutare il rischio di investire in tutti i paesi. Ma ci possono essere altri problemi che abbiamo bisogno di disfare. È per questo che lancerà un´ampia consultazione pubblica all´inizio del nuovo anno. Voglio affrontare questa sfida dal basso verso l´alto. Identificare i problemi, settore per settore e paese per paese, e poi lavorando come li potevamo rimediare. Ascolterò tutti coloro che vogliono contribuire - i parlamentari, gli Stati membri, gli individui, gruppi di consumatori, e, naturalmente, del settore finanziario e dei suoi clienti. Soprattutto, voglio sentire pareri da tutti i 28 Stati membri, perché questo deve essere un progetto per tutti 28. Una volta che abbiamo avuto questo ingresso, ci presenterà un piano d´azione a metà del prossimo anno. Ma possiamo già vedere alcune prime priorità d´azione: un buon esempio è lo sviluppo di europee Long Term Investment Funds. Questi sono progettati per gli investitori disposti a mettere i loro soldi dietro i progetti e le aziende che necessitano di finanziamenti a lungo termine. Fino ad ora, questi progetti potrebbero non sono stati in grado di raccogliere fondi sui mercati azionari o di ottenere credito dalla banca. Ora avranno una nuova opzione. Eltifs dovrebbe permettere di aumentare i finanziamenti disponibili per le infrastrutture, gli altri progetti a lungo termine, e per le Pmi in tutta l´Ue. Essi dovrebbero essere particolarmente attraente per gli investitori, come le compagnie di assicurazione ei fondi pensione che hanno bisogno di stabilità, i flussi di reddito stabile o crescita del capitale a lungo termine. Ma forse si potrebbe innescare un cambiamento un´intera cultura e diventare il go-to strumenti a lungo termine, il debito stabile incoraggiare gli investimenti a lungo termine in altre categorie di investitori troppo. Ancora una volta, i miei complimenti e grazie sia Roberto Gualtieri e il Parlamento europeo, nonché, naturalmente, alla Presidenza italiana. Un´altra area di lavoro che si sta sviluppando rapidamente è quello della cartolarizzazione di alta qualità. Strumenti di cartolarizzazione semplici, trasparenti e sonori, in cui gli emittenti mantengono una parte del rischio e gli investitori sanno quello che stanno investendo in, potrebbero contribuire a migliorare le condizioni di finanziamento. Mercati di cartolarizzazione sono diminuiti drasticamente dal loro picco pre-crisi, con emissione di semplici prodotti Abs nel 2013 raggiungendo meno della metà del livello del 2007. Se questi mercati sono stati fatti rivivere - sicuro - a cartolarizzazioni di alta qualità per portarci solo a metà indietro al pre - picco di crisi, questo potrebbe essere equivalente a compreso tra € 30 e € 70 miliardi di finanziamenti aggiuntivi e bancari bilanci liberare per il prestito. Anche se io non voglio oversell suoi benefici come una sorta di proiettile d´argento, che potrebbe contribuire a formare un ponte tra banche e mercati dei capitali, consentono alle banche di tagliare i loro bilanci e liberare capitale per i prestiti. E potrebbe contribuire a offrire agli investitori buoni prodotti con rendimenti ragionevoli. Ma se gli strumenti cartolarizzati stanno per essere attendibile, dobbiamo specificare criteri e livelli di trasparenza chiare, e inquadrare il nuovo sistema in un modo che è sana e comprensibile per gli investitori. La Commissione ha recentemente adottato norme specifiche che si applicano ai settori bancario e assicurativo per contribuire a promuovere la cartolarizzazione di alta qualità. Questi sono i primi passi verso un più ampio quadro comunitario che voglio sviluppare, sulla base dei lavori già in corso in Europa, come nella Banca centrale europea e la Banca d´Inghilterra che a livello globale. E stiamo esplorando una serie di altre strade per ottenere il Capital Markets Unione va, dal guardare il modo in cui trattiamo le obbligazioni garantite nella nostra legislazione per esaminare come i nostri mercati di collocamento privato confrontare con i loro coetanei internazionali. Se potessimo aumentare annuale delle emissioni attraverso i mercati di collocamento privato in Europa solo la metà, che sarebbe equivalente a circa $ 5-10bn di opportunità di finanziamento supplementari all´anno. Porterò avanti una revisione della direttiva sul prospetto, al fine di sollevare inutili oneri amministrativi per le imprese che vogliono raccogliere capitali in tutta l´Ue. E più a lungo termine, voglio pensare a modi per dare un maggiore accesso alle informazioni sul credito alle Pmi per incoraggiare gli investimenti da un bacino più ampio di investitori. Creare il Capital Markets Unione sarà un multi-disciplinare, progetto intersettoriale; uno che avrà bisogno di sostegno di tutti da parte degli investitori istituzionali per le piccole imprese e per i legislatori alle banche. Credo che sarà un elemento essenziale per ottenere l´Europa al lavoro. Quindi spero di poter contare sul vostro sostegno. Voglio anche dare un´occhiata seria a problemi di vendita al dettaglio. Negli ultimi anni, sul retro della crisi finanziaria, la Commissione si è concentrata sul lato sistemica all´ingrosso. Ora penso che sia un buon momento per girare il telescopio intorno e guardare i servizi finanziari dal punto di vista del consumatore e degli investitori al dettaglio. Io incontrerò un gruppo di rappresentanti dei consumatori di oggi e sarà ascoltare quello che, in concreto, che si aspettano da un settore finanziario ben regolamentato. Dobbiamo lavorare instancabilmente per creare un mercato unico per le piccole aziende e singoli consumatori. Il Capital Markets Unione è un esempio di come il settore finanziario può agire come parte del processo economico; sostenere le imprese e favorire la crescita. Servizi finanziari devono essere l´olio nella macchina economica. E società di servizi finanziari dovrebbero rispettare stessi standard elevati che ci aspettiamo da noi stessi. Questo non è lo stesso di mero rispetto delle norme. La cultura di come si comporta un business è la cosa più importante, non una mentalità box-ticchettio. Se, insieme, possiamo raggiungere questo; può costruire una nuova cultura del rispetto dello spirito e la lettera della legge, allora sarò il campione di quel settore dei servizi finanziari ben regolata e difenderò il suo contributo alla crescita e all´occupazione. Signore e signori, l´entità del danno economico che l´Europa ha sofferto nella crisi è scoraggiante. Quindi dobbiamo ora concentrarci sulla realizzazione di un reale cambiamento. Oltre ad essere insegnato strade romane e bagni a scuola, gli inglesi della mia età anche imparato che Roma non fu costruita in un giorno. Costruire il quadro giusto per investimenti a lungo termine, non sarà fatto in un giorno sia. Ma sono certo che nei prossimi anni si può mettere giù alcune solide fondamenta. E per noi, voglio dire gli Stati membri e le imprese, nonché l´Unione europea. Forte crescita duratura è la chiave per ottenere la gente al lavoro e al miglioramento del tenore di vita. Questi risultati sono ciò che il pubblico ci giudicherà su, sia che siamo responsabili politici, finanziatori o investitori. Abbiamo bisogno di creare l´ambiente giusto business in cui la crescita può prendere piede. Prendi i soldi di nuovo al lavoro per sostenere le imprese e le famiglie che ne hanno bisogno. E fondo per le infrastrutture che renderà più facile fare affari in tutta l´Ue tanto bisogno. Così che, forse, le generazioni di oggi, la gente qui a Roma e in tutta Europa guarderanno indietro e pensare: dopo alcuni momenti difficili, hanno riorientato sulle priorità, hanno fatto le scelte politiche giuste per ristabilire la crescita economica e l´occupazione; hanno trovato il giusto. Grazie.  
   
   
DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO DIMITRIS AVRAMOPOULOS AL FORUM MINISTERIALE DEI BALCANI OCCIDENTALI IN MATERIA DI GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI  
 
Belgrado. 15 dicembre 2014 - E ´un grande piacere per me essere qui a Belgrado e di essere ospitati dai nostri amici serbi. In realtà, la Serbia è il primo paese candidato che sto visitando nella mia nuova veste di commissario per la migrazione, gli affari interni, cittadinanza e vorrei ringraziare i nostri ospiti per la loro eccellente ospitalità. Nel nostro incontro, abbiamo discusso una serie di questioni importanti della migrazione e Securityportfolio e dei progressi compiuti dai nostri partner dei Balcani occidentali nel quadro dei loro programmi di adesione all´Ue. In particolare, abbiamo avuto una discussione molto costruttiva on: La lotta contro il terrorismo, con particolare attenzione al fenomeno di combattenti stranieri, La liberalizzazione dei visti, Tratta di esseri umani, E la lotta contro il traffico di armi da fuoco. Per quanto riguarda la liberalizzazione dei visti, sono felice di dire che rimane una delle conquiste fondamentali dei paesi dei Balcani occidentali; ha rafforzato lo stato di diritto e di maggiori contatti people-to-people. Ma il 2013 ha visto un notevole afflusso di persone che hanno viaggiato senza visti per l´Ue e poi abusato procedure di asilo. 2014 può diventare anche peggio. Pertanto, abbiamo bisogno di un intervento immediato da ogni governo di ridurre l´abuso dell´asilo associati con l´esenzione dal visto. I governi hanno attuato varie riforme per affrontare questo fenomeno: si intensificati i controlli alle frontiere e la cooperazione con l´Ue, facilitatori perseguiti della migrazione irregolare e campagne mediatiche organizzate per i cittadini. Ma i governi devono fare di più. Hanno bisogno di combattere la disoccupazione giovanile; hanno anche bisogno di integrare le popolazioni vulnerabili, come i Rom. Nel complesso, sono lieto di dire che è stato fatto che i progressi in molti regola riforme in tutta la regione di legge relativi nel corso dell´anno passato. Ma ancora una volta, molto resta da fare. Ad esempio, maggiori sforzi dovrebbero essere fatti per la lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione. Inoltre, i risultati operativi, gli sviluppi istituzionali e le modifiche legislative che sono stati raggiunti finora, richiedono continuo impegno politico, al fine di mantenere il processo di riforma in pista. Tuttavia, dalle discussioni di oggi, sono lieto di comunicare che tutti i presenti i ministri hanno espresso il loro impegno chiaro per proseguire le riforme e portare i loro paesi avvicinamento all´Ue. Vorrei congratularmi con i nostri partner dei Balcani occidentali sulla loro duro lavoro e non vedo l´ora di nostra stretta collaborazione nei prossimi mesi e anni.  
   
   
LA COMMISSARIA MARIANNE THYSSEN IN MAROCCO: UN VICINO STRATEGICO INDISPENSABILE D´EUROPA  
 
Rabat, 15 dicembre 2014 – “Eccellenze, illustri ospiti, signore e signori. Questa è la mia prima visita a un paese mediterraneo a partire dall´entrata in carica lo scorso mese di Commissario per la politica europea di vicinato e allargamento negoziati. La mia decisione di visitare il Regno proprio all´inizio del mio mandato riflette l´importanza che attribuisco al partenariato dell´Ue con il Marocco. I paesi ´vicinato meridionale´ in Europa stanno vivendo un periodo particolarmente difficile della loro storia. Ogni paese ha le sue sfide diverse, con l´instabilità cronica, disordini politici e istituzioni deboli particolarmente diffuso. C´è anche una crescente minaccia di estremismo religioso e una tendenza a backslide sulle riforme, compresi i diritti umani. Il Marocco è uno dei pochi paesi che si oppongono questa tendenza regionale. Così, mentre è fondamentale che l´Europa dedichiamo attenzione strategica alle crisi del nostro quartiere, che attualmente ci preoccupante - in Ucraina, in Iraq e in Siria, in Libia, ci sono purtroppo anche molti di loro parlare - dovremmo anche celebrare il successo storie e rafforza i nostri legami con vecchia data, compagni dalla mentalità simile. Questo mi porta al primo dei miei tre messaggi chiari per voi oggi: Il Marocco è un vicino strategico irrinunciabile dell´Europa. Per secoli, ci è stato collegato attraverso il commercio, attraverso la cultura, e attraverso le persone-i contatti. L´anno scorso ha segnato il 50 ° anniversario dei primi negoziati commerciali tra la Cee e il Marocco. La nostra partnership ha fatto molta strada da allora. Più di recente, il vertice Marocco dell´Ue nel 2010 è stato il primo vertice Ue con uno stato arabo e un altro esempio delle nostre relazioni solide. L´unione europea è orgogliosa di essere il primo partner di cooperazione del Marocco. Stiamo già lavorando con voi in aree chiave che vanno dalla formazione, la salute, la pesca, le energie rinnovabili e le infrastrutture a sostegno delle Pmi a diventare più competitiva, aumentare le esportazioni e creare posti di lavoro. Potrei andare avanti: la lista è lunga. I nostri contatti umani sono in crescita anche sempre più stretta. Circa 5 milioni di residenti dell´Ue di origine marocchina hanno già arricchito la diversità della società europea. Ogni anno marocchini in cima alla lista dei cittadini di paesi terzi beneficiari di nazionalità europea. Un numero crescente di europei hanno scelto di vivere e lavorare in Marocco. Centinaia di scambi di studenti ogni anno riunisce gli studenti europei e marocchini. Questo tipo di mobilità, soprattutto per i giovani, dovrebbe essere incoraggiato ulteriormente. La nostra cooperazione si estende anche al crescente fenomeno della migrazione irregolare. Questo pone sfide difficili e complesse per l´Ue ei suoi vicini. Il Marocco ha assunto la sua parte di responsabilità nella gestione di questi flussi migratori, con la firma di un partenariato per la mobilità con l´Ue. La vostra politica migratoria è senza precedenti nella regione e si sta rapidamente diventando un esempio per i vostri vicini. Abbiamo bisogno di lavorare ancora più strettamente con voi nei prossimi anni, per sostenere la vostra politica di integrazione e di garantire che i diritti dei migranti siano pienamente rispettati. Condividiamo anche stretti legami economici. L´unione europea, con il suo mercato interno di 508 milioni di persone, che rappresentano il 24% del Pil mondiale, è di gran lunga il principale partner economico del Marocco, che rappresentano oltre il 50% del commercio estero e più del 70% degli investimenti esteri diretti. E le nostre economie continuano a convergere. Negli ultimi 10 anni, gli scambi tra il Marocco e l´Ue è raddoppiato. Il nuovo accordo commerciale e il piano di armonizzazione normativa attualmente in discussione aiuterà integrare l´economia marocchina più stretto contatto con il mercato unico, di migliorare la capacità dei produttori marocchini per esportare nel mondo e fornire un modello per gli altri paesi dei vantaggi dell´apertura economica . Molte delle sfide sociali e migratorie che si faccia sono le nostre sfide troppo. Molte delle sfide economiche che abbiamo di fronte si influenzano. Oggi, abbiamo bisogno l´uno dell´altro più che mai. Il Marocco è un partner per la sicurezza fondamentale e resiliente per l´Unione europea in un momento in cui ci troviamo ad affrontare le minacce comuni da instabilità nella regione e l´estremismo. Il mio secondo messaggio è che l´Unione europea riconosce i notevoli progressi del Marocco ha fatto negli ultimi riforme yearsin introdurre, soprattutto dal momento che la Costituzione del 2011. Accolgo con favore il vostro spirito pionieristico in firma fino a nuove iniziative. L´unione europea è orgogliosa di essere il vostro partner leader nel sostenere il Piano Nazionale di Parità, il programma di riforma della giustizia, il programma ´Hakama´ (Governance) e la vasta gamma di altre riforme in fase di sviluppo che hanno il potenziale di trasformare la società marocchina. Ci complimentiamo con la vostra determinazione, di cui lo stato avanzato del 2008, per andare più veloce e più lontano. Vi invitiamo ad adottare un approccio aperto e inclusivo, in modo che il dialogo non avviene solo a livello politico, ma anche con le imprese, il mondo accademico, i giovani e la società civile, come previsto dalla Costituzione. E rimaniamo impegnati a lavorare con voi in futuro. Il nostro ambasciatore ha recentemente firmato il quadro di sostegno unico per 2014-17with ministro delle Finanze Boussaid. Questo documento piuttosto tecnico suono delinea una visione comune per la nostra cooperazione nei prossimi quattro anni. Esso impegna l´Ue a sostegno finanziario di 728 tra e 890.000.000 € in Marocco durante questo periodo. Si tratta di una somma considerevole, soprattutto in un periodo di austerità e di stringere la cinghia in Europa. Ma noi crediamo che sarà soldi ben spesi, perché il Marocco ha dimostrato il suo impegno per la riforma. Questo impegno, senza rivali nella regione, è il riconoscimento che le relazioni Ue con il Marocco è speciale. Essa riflette la nostra volontà di fornire un sostegno costante per i vostri sforzi per introdurre riforme di vasta portata che rispondono alle legittime aspirazioni del popolo marocchino per una società più giusta più inclusiva. E ´anche un segno di fiducia dell´Ue nelle riforme rivoluzionarie che il Marocco sta lavorando, come il Piano Nazionale di Parità. Non c´è questione più importante per lo sviluppo di ogni Paese che l´uguaglianza e seguirà il suo corso, tra cui il progetto di legge sulla violenza contro le donne, con grande interesse. Il supporto per la democrazia ei diritti umani è al centro delle priorità dell´Unione europea. Un sistema giudiziario indipendente è essenziale per una fiera, società inclusiva. E ´indispensabile anche per una fiorente economia imprenditoriale. Quindi sono lieto di constatare che la riforma della giustizia è un altro fiore all´occhiello di riforma marocchina sostenuto dall´Ue. E il sostegno dell´Ue alla società civile è un altro elemento importante della nostra partnership. Società civile fiorente del Marocco è un bene prezioso per il paese - un elemento chiave per la transizione democratica e un importante contributo ai dibattiti pubblici. Non vedo l´ora di incontrare i rappresentanti della società civile, riuniti qui oggi. Le convenzioni che firmerà domani con il Ministro Boussaid riflettono sia l´ampiezza e la profondità dell´impegno dell´Ue in Marocco. Essi riguardano: un programma di formazione su un valore complessivo di € 92.000.000 che sosterrà la riforma e la modernizzazione di questo settore chiave, in modo da estendere la sua portata e migliorare ulteriormente i propri standard - sia essenziale per aiutare il Marocco a costruire una stabile, prospero futuro; un supplemento di 9 milioni di euro a nostro programma principale Hakama sulla governance pubblica, volto a migliorare la trasparenza e l´efficienza della finanza pubblica; e supporto per il Noor 2 Energia solare e la Eolien Wind Energy (da confermare) i programmi, per un valore, rispettivamente, 40 e 15 milioni di euro. Insieme con la Banca europea per gli investimenti e finanziamenti da altre banche di sviluppo europee, l´Europa rimane di gran lunga il più grande contributore di ambizioso programma di energia rinnovabile del Marocco. Siamo, come si sa, ambizioso. Sappiamo che siete troppo ambizioso. Pur riconoscendo ciò che il Marocco ha raggiunto, riconosciamo il potenziale per fare di più. Questo è il motivo per cui noi continueremo ad esortarvi a perseverare nei vostri riforme e di rinnovare costantemente il vigore dei vostri sforzi. Il mio terzo messaggio è che io sono qui per ascoltare. La politica europea di vicinato è stato creato nel 2004 per costruire nuove partnership con i vicini diretti dell´Unione europea, sulla base di valori condivisi, stabilità e prosperità. Tali obiettivi fondamentali rimangono oggi come valido come lo erano 10 anni fa; anzi, sono più importanti che mai. Ma la situazione nel vicinato meridionale è cambiata radicalmente da quando la politica europea di vicinato è in vigore e in particolare dal 2011. L´unione europea è cambiato troppo, quasi raddoppiando la sua appartenenza a 28 Stati membri, con una adesione zona euro che si espanderà a 19 paesi dell´Ue prossimi mese. E l´Africa sta cambiando. C´è un ampio riconoscimento sia in Europa che in Medio Oriente e Nord Africa che abbiamo bisogno di aggiornare il nostro impegno nella regione. Il presidente Juncker mi ha chiesto di fare il punto della Pev e suggerire una via d´uscita entro i primi 12 mesi del mio mandato. Il processo di riflessione è già iniziato e sarà importante trovare il giusto approccio che rispecchia le circostanze particolari di ciascun paese. Nei prossimi mesi vogliamo sentire da tutti i nostri vicini. E in particolare, vogliamo imparare dall´esperienza del Marocco, non solo del Maghreb e il Medio Oriente allargato, ma anche del Sahel e l´Africa occidentale, il quartiere dei nostri vicini, se volete. Mi rendo conto che molte delle sfide facce del Nord Africa sono aggravati dalla mancanza di interconnessione e l´integrazione nel Maghreb. L´impatto di questa situazione sul Marocco ei suoi vicini, in particolare in termini di sviluppo economico, è ben nota. Ma questo è un problema che riguarda anche l´Europa. I paesi dell´Unione del Maghreb arabo sono i nostri vicini vicini meridionali. La loro stabilità e prosperità materia per noi. È profondamente nell´interesse dell´Europa di vedere una regione più integrata, con frontiere aperte. L´unione europea si è impegnata a sostenere gli sforzi verso una maggiore integrazione. Rinnovo che l´impegno oggi, e farò tutto il possibile per facilitare questo processo nel corso dei prossimi 5 anni. Mi ha fatto piacere leggere in una recente nell´Ue vicinato Barometro sondaggio che il 91% dei marocchini sentire l´Unione europea ha buoni rapporti con il Marocco, e che l´84% vede l´Ue come un partner importante del Marocco. Ma non dobbiamo riposare sugli allori. Le sfide in questa regione è improbabile che essere più facile nei prossimi anni. Ecco perché voglio che il partenariato Ue-marocco dovrebbe rimanere solida e che continuano a garantire che tutti i cittadini marocchini, in particolare i giovani, a capire perché questo importa partenariato. Insieme, come veri e propri partner, siamo in grado di lavorare per raggiungere la pace, la stabilità e la prosperità non solo in Marocco, ma in tutto il Nord Africa, il Sahel e l´Ue. Grazie.  
   
   
IL COMMISSARIO THYSSEN ACCOGLIE CON FAVORE L’ ACCORDO PROVVISORIO SUL REGOLAMENTO DELLA RETE DI RICERCA EURES  
 
Bruxelles, 15 dicembre 2014 - "Accolgo con favore l´accordo sul regolamento Eures raggiunto oggi dai ministri dell´occupazione e della politica sociale durante il Consiglio Epsco. E ´importante migliorare la rete di ricerca di lavoro pan-europea e facilitare la mobilità della forza lavoro nazionale e transfrontaliero. L´accordo mira alla espansione della portata di Eures. Gli Stati membri dovranno consentire alle organizzazioni private coinvolte in abbinamento lavoro per diventare anche membri della rete Eures, a determinate condizioni. E tutti i posti vacanti pubblicati da un servizio pubblico di collocamento in uno Stato membro devono essere pubblicati a livello dell´Ue su Eures. Si accettano solo eccezioni molto specifiche. Abbiamo anche concordato su più efficienza nella corrispondenza di offerte di lavoro e Cv. Il portale Eures dovrebbe diventare un sistema intelligente, che permette di abbinare automaticamente il diritto Cv con le giuste offerte di lavoro. Infine, i membri di Eures saranno obbligati a fornire servizi di supporto, per entrambi in cerca di lavoro e datori di lavoro. Questo potrebbe variare da per esempio fornire informazioni generali sulle condizioni di vita e di lavoro nel paese di destinazione, per l´assistenza alla redazione del curriculum vitae e di offerte di lavoro per assicurare la conformità tecnica con il portale Eures. Quello che vogliamo creare è un vero strumento di collocamento e di reclutamento europea, sostenendo un mercato del lavoro europeo funzionante meglio integrata e meglio al fine di conseguire una maggiore crescita e più posti di lavoro. La nostra proposta mira a garantire che il portale Eures dovrebbe diventare la prima scelta naturale per qualsiasi cittadino europeo interessato, o considerando di lavoro in un altro paese europeo. Il Parlamento europeo sarà ora l´esame della proposta e non vedo l´ora di sentire la loro posizione. Io fermamente sostenere la Presidenza lettone in arrivo e il Parlamento europeo a trovare un accordo in prima lettura come io credo questo file merita la priorità alla luce del giorno sulla crescita e posti di lavoro che abbiamo creato all´inizio di questo nuovo inizio per l´Europa. "  
   
   
SOSTEGNO UE PER LA RICERCA DELL´IMPIEGO AI LAVORATORI LICENZIATI IN FRANCIA, ITALIA E POLONIA  
 
Bruxelles, 15 dicembre 2014 - La commissione per i bilanci ha chiesto giovedì che gli oltre 5.000 lavoratori licenziati per esubero in Francia, Italia e Polonia dovrebbero ricevere aiuti europei pari a 29 milioni di euro per aiutarli a cercare nuovi posti di lavoro. Il sostegno del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) deve ancora essere approvato dal Parlamento nel suo insieme e dal Consiglio dei ministri. Air France: 25 milioni di euro per 3.886 lavoratori - La compagnia di bandiera francese ha richiesto sostegno dopo aver licenziato 3.886 dipendenti a causa della competizione aggressiva - soprattutto da parte di tre linee aeree nel Golfo Persico - e all´aumento dei costi del carburante. L´impatto di tali esuberi è aggravato dalla chiusura di un´azienda Peugeot nell´Ile-de-france, la stessa regione dove si trova Air France. I 25.937,813 milioni di euro di aiuti del Feg - molti dei quali andranno a rimborsare le autorità francesi per i piani già finanziati per reintegrare i lavoratori licenziati nel posto di lavoro - rappresentano la più alta somma di denaro mai pagata finora dal fondo. Whirlpool: 1,89 milioni di euro per 608 lavoratori - Il calo della domanda di elettrodomestici, generato dalla crisi che ha colpito i consumatori, ha portato al licenziamento di 608 lavoratori della Whirlpool Europe S.r.l e dei suoi fornitori locali nella provincia di Trento. I licenziamenti hanno aggravato ancora di più la disoccupazione in una regione dove il numero delle persone senza lavoro è raddoppiato dall´inizio della crisi, arrivando al 6,1 % nel 2013. Le autorità italiane useranno 1,89 milioni di euro del Feg per aiutare i lavoratori licenziati a trovare un´occupazione. Questa è la terza domanda al Feg per il settore italiano della produzione di apparecchiature elettriche. Fiat Auto Polonia: 1,26 milioni di euro per 777 lavoratori - Un migliaio di lavoratori sono stati licenziati nello stabilimento Fiat a Tychy, nel sud della Polonia, a causa della perdita di quote di mercato in Europa nella produzione di autovetture. Tra il 2011 e il 2012 la produzione a Tychy è scesa di almeno un terzo, colpendo sia lo stabilimento sia i suoi fornitori, in una regione dove la disoccupazione è in costante crescita dal 2011. Questa è la ventiduesima richiesta polacca di assistenza nel settore automobilistico. Il sostegno di 1,26 milioni di euro da parte del Feg contribuirà a coprire i costi per i vari corsi di formazione per aiutare i 777 lavoratori a reinserirsi nel mercato del lavoro. Tappe successive - Il Parlamento nel suo insieme voterà queste richieste durante la sessione plenaria di dicembre. La decisione del Consiglio è prevista per il 15 e 16 dicembre. Contesto - Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è stato istituito per fornire un sostegno supplementare ai lavoratori licenziati per ragioni di esubero a seguito di trasformazioni rilevanti nella struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione o alla crisi finanziaria e per aiutarli a trovare un nuovo impiego. Per il periodo 2014-2020 il massimale annuo del fondo è di 150 milioni di euro. Ai lavoratori licenziati sono offerti strumenti come il supporto per la creazione di imprese, assistenza nella ricerca del lavoro, orientamento professionale e vari tipi di percorsi di formazione. In molti casi le autorità nazionali hanno già iniziato a prendere alcune di queste misure e saranno rimborsate dall´Ue una volta che le loro richieste sono definitivamente approvate.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: LA CORTE PRECISA LA PORTATA DEL DIRITTO DI ESSERE ASCOLTATO DEI CITTADINI DI PAESI TERZI IL CUI SOGGIORNO È IRREGOLARE  
 
Lussemburgo, 15 dicembre 2014 - La direttiva 2008/115 illustra le norme e le procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare . Dopo aver soggiornato in maniera regolare in Francia nel corso dei suoi studi, alla fine del 2012 il sig.K.b. Si è trovato in una situazione di soggiorno irregolare, per aver omesso di presentare richiesta di rinnovo del suo ultimo permesso di soggiorno. Avendo presentato agli inizi del 2013 una domanda di registrazione come auto-impenditore, il sig. B. È stato convocato dalla polizia per discutere di tale domanda, delle circostanze del suo arrivo in Francia, delle sue condizioni di soggiorno come studente, della sua situazione familiare e della sua eventuale partenza dal territorio francese. Lo stesso giorno, il préfet des Pyrénées-atlantiques (prefetto del distretto Pyrénées-atlantiques) ha adottato una decisione con cui intimava al sig. B. Di lasciare il territorio francese, concedendogli un termine per il rimpatrio volontario in Algeria di 30 giorni. Il sig. B. Ha impugnato la decisione in parola dinanzi alla giustizia francese. Il sig. B. Sostiene di non aver beneficiato del diritto di essere ascoltato utilmente prima dell’adozione della decisione di rimpatrio. Egli ritiene di non essere stato in grado di analizzare tutti gli elementi a suo carico, in quanto l’amministrazione francese non gliene ha data previa comunicazione e non gli ha concesso un periodo di riflessione sufficiente prima dell’audizione. Inoltre, la durata della sua audizione da parte dei servizi di polizia (30 minuti) è stata eccessivamente breve, considerato oltretutto che egli non ha potuto usufruire dell’assistenza di un legale. Investito della controversia, il tribunal administratif de Pau (Tribunale amministrativo di Pau) interroga la Corte di giustizia in merito al contenuto del diritto di essere ascoltato. Con la sua odierna sentenza, la Corte rileva anzitutto che la direttiva non precisa se, e a quali condizioni, si debba garantire il rispetto del diritto dei cittadini di paesi terzi di essere ascoltati prima dell’adozione di una decisione di rimpatrio che li riguardi. Per contro, un simile diritto fa parte integrante del rispetto dei diritti della difesa, principio generale del diritto dell’Unione. La Corte ricorda quindi i principi scaturiti dalla recente sentenza Mukarubega e, in particolare, il principio, che ammette eccezioni, secondo cui una decisione di rimpatrio deve essere adottata nei confronti di un cittadino di un paese terzo allorché è stata constatata l’irregolarità del soggiorno di quest’ultimo. Il diritto di essere ascoltato prima dell’adozione di una decisione di rimpatrio ha pertanto la finalità di consentire all’interessato di manifestare il proprio punto di vista sulla regolarità del suo soggiorno e sull’eventuale applicabilità delle eccezioni al principio del rispetto dei diritti della difesa . Allo stesso modo, in virtù del diritto dell’Unione, le autorità nazionali devono tener conto dell’interesse superiore del bambino, della vita familiare e delle condizioni di salute del cittadino interessato nonché rispettare il principio di non respingimento , per cui l’interessato deve essere ascoltato anche a tale riguardo. Infine, dal diritto di essere ascoltato discende che le autorità nazionali competenti devono consentire all’interessato di manifestare il proprio punto di vista sulle modalità del suo rimpatrio (ossia il termine per la partenza e il carattere volontario o coercitivo del rimpatrio), fermo restando che il termine per la partenza volontaria può essere prorogato in funzione delle circostanze specifiche del caso individuale (quali la durata del soggiorno, l´esistenza di bambini che frequentano la scuola e l´esistenza di altri legami familiari e sociali). Peraltro, la Corte dichiara che l’autorità nazionale competente non ha l’obbligo di avvertire il cittadino del fatto che essa prevede di adottare nei suoi confronti una decisione di rimpatrio, né di comunicargli gli elementi sui quali essa intende fondare tale decisione, né di concedergli un periodo di riflessione prima di ricevere le sue osservazioni. Infatti, il diritto dell’Unione non prevede siffatte modalità procedurali in contraddittorio. È quindi sufficiente che l’interessato abbia la possibilità di manifestare, utilmente ed efficacemente, il proprio punto di vista sull’irregolarità del suo soggiorno e sui motivi che possano giustificare la non adozione di una decisione di rimpatrio. Deve peraltro ammettersi un’eccezione qualora il cittadino non possa ragionevolmente prevedere gli elementi che potrebbero essere posti a suo carico o possa obiettivamente contestarli solo dopo aver effettuato talune verifiche o adempimenti in vista, in particolare, dell’ottenimento di documenti giustificativi. Inoltre, la Corte ricorda che le decisioni di rimpatrio possono essere sempre oggetto di ricorso, di modo che la tutela e la difesa dell’interessato sono garantite contro qualunque decisione negativa. Nella presente causa, il sig. B. Sapeva che il suo permesso di soggiorno era scaduto e che si trovava in condizioni di soggiorno irregolare in Francia. Inoltre, i servizi di polizia lo hanno esplicitamente informato del fatto che poteva essere oggetto di una decisione di rimpatrio e gli hanno chiesto se avrebbe accettato di lasciare il territorio francese, qualora nei suoi confronti fosse stata adottata una decisione in tal senso. Di conseguenza, il sig. B. È stato informato dei motivi della sua audizione e ne conosceva l’oggetto nonché le eventuali conseguenze. Inoltre, tale audizione riguardava chiaramente le informazioni pertinenti e necessarie ai fini dell’adozione eventuale di una decisione di rimpatrio nei suoi confronti. Per quanto riguarda la questione se il diritto di essere ascoltato includa il diritto di usufruire dell’assistenza di un legale durante l’audizione, la Corte risponde che la direttiva contempla il diritto all’assistenza legale unicamente nell’ambito dei ricorsi intentati avverso le decisioni di rimpatrio. Tuttavia un cittadino di un paese terzo in soggiorno irregolare può in ogni momento ricorrere ad un legale, a proprie spese, per avvalersi di un’assistenza legale nel corso della sua audizione, purché l’esercizio di tale diritto non pregiudichi il regolare svolgimento della procedura di rimpatrio e non comprometta l’efficace attuazione della direttiva. Gli Stati membri non hanno l’obbligo di assumere l’onere della suddetta assistenza nell’ambito del gratuito patrocinio. Nel caso specifico, la Corte constata che, al momento della sua audizione, il sig. B. Non ha chiesto di essere assistito da un legale. Infine, la Corte dichiara che la durata dell’audizione di un cittadino di un paese terzo il cui soggiorno sia irregolare (solo 30 minuti nel caso del sig. B.) non ha un’incidenza determinante sul rispetto del diritto di essere ascoltato, sempre che che il cittadino interessato abbia avuto la possibilità di essere adeguatamente ascoltato sulla regolarità del suo soggiorno e sulla sua situazione personale (il che è avvenuto nella presente causa).  
   
   
FVG: INCONTRO SERRACCHIANI-AMBASCIATORI PAESI NORDICI  
 
Trieste, 15 dicembre 2014 - Il Friuli Venezia Giulia è un regione dalle grandi potenzialità, d´interesse precipuo per i Paesi del Nord Europa, che potrebbero sfociare nel corso del 2015 nell´avvio di nuove opportunità e sinergie. E´ quanto è emerso, l’ 11 dicembre a Roma, dall´incontro nella sede diplomatica della Danimarca, della presidente Debora Serracchiani con gli ambasciatori in Italia di Danimarca, Birger Riis-joergensen, di Norvegia, Bjoern Grydeland, di Finlandia, Petri Tuomi-nikula, e di Svezia, Ruth Jacoby. La presidente Serracchiani ha in particolare illustrato il sistema Fvg della Ricerca e Innovazione, presentando le attività dei grandi centri scientifici operanti a Trieste e in tutto il Friuli Venezia Giulia. Di particolare interesse per i quattro Paesi nordici, inoltre, il ruolo baricentrico del Friuli Venezia Giulia nelle progettualità infrastrutturali dei trasporti (e della relativa logistica) a livello europeo, in particolare per quanto riguarda l´"asse" Baltico-adriatico, che di fatto già vede la partecipazione della Finlandia: infatti, il progetto baltico-adriatico è stato previsto, nella sua seconda fase, svilupparsi non più solo dai porti polacchi del mar Baltico ma dallo scalo di Helsinki, per raggiungere anche Estonia, Lituania e Lettonia. Nel corso della riunione, che ha fornito anche l´occasione per un giro d´orizzonte sullo scenario politico nazionale, è stato inoltre prospettato per il 2015 l´avvio di scambi e relazioni anche per diffondere in Friuli Venezia Giulia la consolidata cultura delle Nazioni del Grande Nord nel campo della mobilità urbana.  
   
   
LA CITTÀ METROPOLITANA DI FIRENZE HA APPROVATO LO STATUTO IL VOTO NELLA TARDA SERATA DI MERCOLEDÌ SCORSO DOPO UN LUNGO CONFRONTO. IL DIBATTITO  
 
Firenze, 15 dicembre 2014 - Il Consiglio metropolitano di Firenze ha approvato mercoledì sera lo Statuto della Città Metropolitana. Favorevoli i consiglieri del Pd. Hanno votato contro Forza Italia, Territori Beni Comuni e il Movimento Cinque Stelle. La votazione è stata preceduta dalla votazione di emendamenti al testo, già sottoposto al vaglio dell´Assemblea in una seduta precedente. "Dobbiamo rafforzare valore democratico della Città metropolitana - ha detto il consigliere Pd Sandro Fallani - Puntiamo a migliorare la qualità istituzionale e la qualità della vita di ciascun residente nella città. Ogni cittadino di ogni parte del territorio deve avvertrire che la città metropolitana gli è utile". Per Marco Semplici (Forza Italia) "il percorso è stato faticoso. Siamo riusciti ad arrivare a una sorta di conferenza dei capigruppo. Statuto low cost? D´accordo, ma andava fatto bene. Mi sono sempre definito minoranza, senza definirmi forza di opposizione proprio per sottolineare la volontà costruttiva, alla ricerca di uno spirito unanime. Sarebbe stato bello avere avuto un contatto con le altre Città costituenti. Per avere una visione di insieme si è faticato tanto, ma faremo gli stati generali a gennaio, a Statuti approvati". Dunque Semplici ha annunciato voto contrario allo Statuto. Il Sindaco Dario Nardella è intervenuto a riguardo, spiegando che le scadenze sono state indicate dalla legge. Certo il tempo è stato poco, tuttavia questo non ha limitato il dialogo e la libertà di ciascuno nel portare il proprio contributo, consentendo convergenze e anche posizioni unanimi. Questo passaggio è estramente importante ma è il primo punto di una fase costituente che attraverserà i prossimi mesi, per far crescere un nuovo soggetto che si misurerà con problematiche complessissime e strumenti innovativi come il Piano strategico. Questo spirito costruttivo e pragmatico offerto da tutti non deve venire meno. Saverio Galardi (Movimento Cinque Stelle) ha lamentato "una fretta dettata in modo artificioso da una legge creata da un gruppo politico. Si vara un nuovo ente che avrà grande importanza ma si è voluto farlo in tre mesi senza risorse, senza funzioni, dettando tempi ridicoli per un atto fondamentale come lo Statuto. Si sta creando una sorta di oligarchia dei vincitori. Questo ente sancisce l´autoreferenzialità della politica. Non condivido questo percorso e perciò voterò contro l´approvazione di questo Statuto". Alessio Biagioli (Pd) ha sottolineato per parte sua che "ho partecipato a questo percorso sapendo qual era la legge. Non siamo a fare la Costituzione dello Stato ma a redigere uno statuto più vicino a quello di un´Unione dei Comuni piuttosto che a quello un ente eletto a suffragio universale. Non dobbiamo fare l´errore di non comprendere questo. Questo Statuto ci consente di cominciare". Benedetta Albanese (Pd): "Questo Statuto è perfetto nella sua architettura. Non gli mancano braccia e gambe. Abbiamo scelto una strumento snello che ci consentirà di dare corso a una disciplina di dettaglio. Non condivido le critiche. Ci attende responsabilità per quello che dobbiamo fare con un progetto che è in costruzione. Il fatto che i tempi siano stati stretti non ha reso superficiale quello che abbiamo fatto. Tutti qui rappresentiamo una parte del territorio in maniera non autoreferenziale. Non siamo un Consiglio di nominati, ma di persone elette con elezioni di secondo grado". Riccardo Lazzerini (Territori Beni Comuni) ha espresso voto contrario: "Ho trovato interlocutori con idee chiare. Non condivido un´impostazione che limità l´agibilità politica e su questo aspetto non ho trovato risposte concrete". Emiliano Fossi (Pd): "Abbiamo fatto un percorso importante. Capisco la dialettica politica, ma non vorrei che si disperdesse il senso di un lavoro che ha richiesto impegno e capacità di ascolto reciproco. Questo non va sciupato, ma valorizzato. Dobbiamo mettere la testa fuori di qui per evitare corto circuiti con le Istituzioni e con i cittadini. C´è un deficit di fiducia che va superato. La Città metropolitana deve essere sentita, percepita dai cittadini". "I cittadini guardano al futuro", sottolinea Massimiliano Pescini: "Nessuno mi ha chiesto perché non si è votato per la Provincia, ma i cittadini mi chiedono cos´è la Città Metropolitana. Siamo in questo nuovo Ente con un fortissimo spirito di servizio, non perché sentiamo che ci viene tolto tempo, ma per spenderci in una sfida nuova. O si naviga in mare aperto o si finisce per stare in uno stagno chiuso. Noi dobbiamo puntare alla stabilizzazione di un sistema diverso da quello precedente, che è stato superato innanzitutto da una fortissima volontà popolare. Lo Statuto è una base di partenza importante". Http://met.provincia.fi.it/public/misc/20141211105131803.pdf    
   
   
CITTÀ METROPOLITANA FIRENZE. PD: "RISORSE ADEGUATE PER ESSERE CORRETTAMENTE OPERATIVA"  
 
 Firenze, 15 dicembre 2014 - Approvato dal Consiglio metropolitano di Firenze un ordine del giorno, presentato dal gruppo Pd e illustrato dal consigliere Andrea Ceccarelli, con il quale si chiede "di evitare la costituzione di agenzie regionali atte a svolgere le funzioni precedentemente affidate alle Province e di procedere alla riallocazione in capo alle Città Metropolitane delle funzioni relative ai servizi di rilevanza economica". Il Pd della Consiglio Metropolitano di Firenze sostiene anche "la necessità che la Legge di Stabilità assicuri alle Città Metropolitane risorse adeguate all’esercizio delle funzioni ed al perseguimento di politiche in grado di garantire sviluppo, crescita ed investimenti, anche riconoscendo loro un ruolo centrale e strategico nell’utilizzo dei Fondi strutturali della nuova programmazione comunitaria". A questo scopo il Consiglio Metropolitano ha invitato il Sindaco Dario Nardella "a farsi interprete e portavoce di queste istanze presso gli Osservatori Nazionale e Regionale, e presso i Ministeri competenti, in modo da poter svolgere con pienezza il mandato affidato alle Città metropolitane dalla Legge 56/2014". Si tratta di sottolineare i caratteri di innovazione delle nuove Città e di attivarsi "perché esse possano essere correttamente operative nel più breve tempo possibile, dando così definita attuazione al dettato costituzionale ed alle normative di attuazione dello stesso". Il documento è stato approvato con il voto dei consiglieri Pd e di Marco Semplici (Forza Italia). Si è astenuto Riccardo Lazzerini (Beni Comuni) e ha votato contro il consigliere Saverio Galardi (Cinque stelle).  
   
   
NO A SUFFRAGIO UNIVERSALE PER CITTÀ METROPOLITANE  
 
Firenze, 15 dicembre 2014 - Respinto dal Consiglio metropolitano di Firenze, con i voti del Pd, un ordine del giorno presentato dai Consiglieri Riccardo Lazzerini (Territori Beni Comuni), Marco Semplici (Forza Italia), Saverio Galardi (Movimento 5 Stelle) e Anna Ravoni (Liste Civiche per la Città metropolitana) che puntava all´istituzione di un gruppo di lavoro per la reintroduzione del suffragio universale. Nel documento si specificava di dover tenere in considerazione "i limiti della legge vigente in materia" che subordina la reintroduzione del suffragio "alla suddivisione del Comune di Firenze in municipalità".  
   
   
CITTÀ METROPOLITANA. IL PD: "CAPACITÀ DI SPESA RIDOTTA, MA SALVAGUARDARE IL PERSONALE"  
 
Firenze, 15 dicembre 2014 - La Città Metropolitana di Firenze, attraverso il suo nuovo Statuto, garantisce i livelli occupazionali e le funzioni già svolte al 31 dicembre 2014 dalla Provincia di Firenze. Viceversa non sono certe le prospettive per il personale precario. Ad oggi, peraltro, non sono state definite a livello regionale le funzioni da attribuire alla Città Metropolitana e quelle che eventualmente assorbiranno il personale dipendente a livello regionale, così come non sono state individuate le funzioni che eventualmente saranno attribuite ai Comuni. Anche per questo motivo nelle disposizioni transitorie del nuovo Statuto pur sottolineando la garanzia dei livelli occupazionali e le funzioni svolte dalla Provincia di Firenze, l´Assemblea ha cassato dal testo originale l´espressione "con il relativo personale". Tuttavia con un ordine del giorno presentato dal gruppo Pd, illustrato dalla consigliera metropolitana Stefania Collesei, e approvato da tutti i gruppi politici presenti nell´Assemblea, il Consiglio invita il Sindaco, anche in veste di coordinatore delle Città Metropolitane, ad adoperarsi perché a questo livello istituzionale "possano essere garantiti i servizi, i livelli occupazionali e le funzioni già svolte al 31 dicembre 2014, con il relativo personale", pur restando evidenziato "che nella legge di stabilità sono presenti elementi che riducono sensibilimente la capacità di spesa delle Città metropolitane appena istituite".  
   
   
LOMBARDIA PROVINCE, MARONI:LASCEREMO TUTTE LE COMPETENZE  
 
Milano, 15 dicembre 2014 - "La mia convinzione, che ho illustrato oggi, è che Regione Lombardia lascerà alle Province tutte le competenze che sono state date in questi anni, in attuazione del principio di sussidiarietà, previsto anche dallo Statuto". Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nella conferenza stampa dopo la riunione della Giunta regionale, sottolineando che "la decisione sarà formalizzata nella prossima riunione della Giunta, dopo l´incontro, la prossima settimana, con l´Osservatorio regionale". Difficoltà In Vari Settori - "Le Province - ha aggiunto Maroni - sono messe molto male. Ieri ho avuto un incontro a Roma con il Governo sulla Legge di Stabilità, nella quale sono previsti solo tagli per Regioni e Province. Questo metterà in difficoltà le Province in tutte le loro attività, comprese quelle in ambito sociale". "Stiamo rinegoziando - ha concluso - la norma che era prevista per il trasferimento del personale dalle Province alla Regione".  
   
   
LOMBARDIA. MARONI: SU RIMPASTO HO DECISO IO E QUESTIONE È CHIUSA "AD ASSESSORE CANTÙ ATTRIBUITA DELEGA ALLE PARI OPPORTUNITÀ"  
 
Milano, 15 dicembre 2014 - "Questa mattina in Giunta c´è stato l´insediamento dei nuovi assessori e dei nuovi sottosegretari, per cui ho firmato i decreti di nomina e, al riguardo, aggiungo che all´assessore Cristina Cantù viene attribuita anche la delega alle Pari Opportunità. Ieri l´assessore Paola Bulbarelli e l´assessore Alberto Cavalli si sono formalmente dimessi dai loro incarichi, consentendo di procedere alla loro sostituzione con i decreti che ho firmato ieri sera. Ho ringraziato personalmente gli assessori Bulbarelli e Cavalli, e lo rifaccio oggi pubblicamente, per l´ottimo rapporto che abbiamo avuto e per il lavoro svolto in questo anno e mezzo, un lavoro di cui sono molto soddisfatto e di cui li ringrazio". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel corso della conferenza stampa al termine della seduta della Giunta regionale. "Polemiche dentro la maggioranza? Io sono il presidente – ha proseguito Maroni - e decido io: ho preso le decisioni più opportune per migliorare il governo della Lombardia e la questione è chiusa".  
   
   
CALABRIA: LE PRIORITÀ DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA REGIONE MARIO OLIVERIO  
 
Catanzaro, 15 dicembre 2014 - Il Presidente della Regione Mario Oliverio, subito dopo il passaggio di consegne a Palazzo Alemanni con la Presidente f.F. Uscente Antonella Stasi ha incontrato il 10 dicembre i rappresentanti dell’informazione nel corso di una conferenza stampa, durante la quale si è soffermato sulle priorità programmatiche relative alla nuova azione di governo. “Ho preferito un incontro semplice perché ritengo che abbiamo bisogno, innanzitutto, di sobrietà. Le condizioni della Calabria sono drammatiche, abbiamo una condizione sociale ed economica molto grave, difficile, nella quale siamo in presenza di un allargamento della povertà e delle condizioni di sofferenza sociale. Nel corso dei questi giorni, successivi alle elezioni regionali, non ho varcato come ero giusto fosse, la soglia di questa istituzione, ed in silenzio ho lavorato per mettere a fuoco i problemi e per costruire risposte. Ho avuto modo di incontrare, anche informalmente, i vertici del Governo nazionale, il sottosegretario alla Presidenza Del Rio e il sottosegretario Lotti. Ho sentito telefonicamente anche il Ministro Poletti in merito ad alcune questioni che sono particolarmente urgenti che vedono in una condizione di difficoltà oltre 26.000 lavoratori, sia quelli in cassa integrazione e in mobilità in deroga e gli oltre 5000 Lsu e Lpu. Per loro ci devono essere delle risposte. Siamo in presenza di migliaia di persone e lavoratori dietro i quali ci sono altrettante migliaia di famiglie che sono prive di reddito e stipendio da oltre due anni. Una situazione difficile. Una condizione, quella della Calabria – ha aggiunto il Presidente della Regione Oliverio - contrassegnata da una disoccupazione dilagante e da un allargamento della povertà. Le prime misure che noi assumeremo, innanzi tutto, sono quelle di dare risposte a questa grande parte di lavoratori precari, con iniziative a contrasto della povertà. Abbiamo già concordato, anche questo informalmente, con la struttura del dipartimento ella Regione, giovedì scorso, una riprogrammazione delle risorse residue del Fse (fondo sociale europeo), destinando 40 milioni di euro per far fronte ad una quota della cassa integrazione di deroga 2013 che sommati ai 40 milioni di euro che si è impegnato il Governo a trasferire rapidamente all’Insp nei prossimi giorni, consentiranno di dare una prima risposta su questo problema. In secondo luogo abbiamo deciso di utilizzare 40 milioni di euro sempre del Fse per misure urgenti di contrasto alla povertà. Ho avuto modo di sviluppare una iniziativa nei confronti della Commissione Europea – ha successivamente dichiarato il Presidente Oliverio - lo scorso 8 dicembre la Direzione generale compente della Commissione ha già espresso parere positivo e quando sarà comunicata alla nostra Regione avvieremo iniziative conseguenti. E’ chiaro che la prima questione che avremo davanti è quella di fare fronte a questa emergenza. Innanzi tutto sul versante sociale. La seconda questione è quella relativa ad un’altra emergenza, quella dei rifiuti. Anche qui faremo rapidamente, con il Dipartimento competente, una ricognizione della situazione per assumere iniziative tese a fronteggiare l’emergenza e nello stesso tempo per mettere in atto un progetto di costruzione di un sistema virtuoso della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Terza questione, non ultima come impegno, è quella di fare una ricognizione per evitare di perdere consistenti risorse comunitarie del programma 2007/2013 dell’Unione Europea. Pensiamo di lavorare rapidamente per effettuare una ricognizione e di assumere tutti strumenti e le possibili strade per evitare di perdere risorse considerevoli. Lavoreremo contestualmente per mettere sul binario di partenza il programma 2014/2020 che, come sapete, è stato accantonato. Bisognerà affrontare i problemi che stanno alla base di questo accantonamento e lavorare rapidamente per utilizzare le risolse e mettere in campo iniziative finalizzate. Per fare questo – ha ancora detto il Presidente Oliverio - abbiamo bisogno di una macchina amministrativa della Regione efficiente. Il questo senso sarebbe cosa opportuna e saggia che i dirigenti della Regione rimettessero il mandato e l’incarico nelle mani dell’amministrazione nuova che si insedia. Sarà questo il primo momento di valutazione della serenità e della disponibilità dei dirigenti ad assolvere al loro impegno con dedizione e senza visioni particolaristiche. Naturalmente è un atto volontaristico che si chiede, non un atto coercitivo. Questa richiesta la rivolgo non per liberare posti di potere, con me non esiste questa questione. Lo chiedo perché abbiamo un problema di efficientamento della macchina della Regione che non può rimanere quella che è stata finora. Non può essere distratta sul fatto che si perdono risorse europee o rispetto alle risposte da dare ai cittadini in tempi rapidi. Non può essere una ‘macchina’ concentrata sui particolarismi. Non sarà più così. Non ci saranno metri di valutazione sul tema dell’amicizia. La vera amicizia sarà quella con la Calabria, con i suoi problemi. Chi mi conosce sa come lavoro, la mia costanza e il fatto che non me ci si confronta sulla base degli obiettivi che si realizzano. Dobbiamo dare un segnale di svolta, di rottura. C’è un passato che abbiamo alle spalle di cose positive che vano recuperare e valorizzate, non sono animato dalla cultura che dice che il passato è tutto negativo. Ci sono cose vanno utilizzare e valorizzate, ma ci sono tante altre che non vanno e purtroppo sono largamente preminenti su quelli positive. E’ un’opera ardua, un impegno alto, ma questo impegno potrà produrre risultati e li produrrà, se non sarà l’impegno di un uomo solo che oggi guida la Regione, ma invece corale. La prima cosa che farò sarà un incontro con le forze sociali chiamate ad un approccio nuovo con i problemi, non dovrà essere protettivo o contestativo ma un approccio positivo. Questa terra se non avrà un approccio corale non farà passi in avanti. Poi ci sarà un secondo incontro, importante, con la Conferenza Episcopale Calabrese. Anche e soprattutto su quel versante abbiamo bisogno di una spinta e un sostegno, aprendo la vita della Regione ad istanze che possono essere segnalate ed espresse dalla Chiesa. Il terzo incontro che organizzeremo, penso entro la fine dell’anno, lo faremo con tutti gli amministratori locali, con i Sindaci della Calabria che saranno chiamati ad un impegno attivo in questa opera. Tutti dobbiamo avere consapevolezza che la situazione è così grave che solo un impegno corale e uno sforzo straordinario ci può mettere nella condizione di fronteggiare questa condizione e mettere la Regione su un binario di crescita e sviluppo e al passo con altre Regioni del Paese. Questo è l’impegno per il quale mi sono messo in campo. Io starò cinque anni, una sola legislatura. Non ho l’assillo di fare altro in futuro. Quindi mi sento con le mani libere. Lo dico alla prima conferenza stampa. Dobbiamo recuperare una dimensione etica della funzione istituzionale e di rappresentanza. La Regione deve essere un palazzo di vetro, recuperando la fiducia dei cittadini che al momento è largamente relegata in un angolo. Per fare ciò c’è la necessità di agire con la massima trasparenza, con una politica che sia improntata al merito, alle opportunità. Solo attraverso questa impostazione potremmo avere la forza di affrontare la gravità della situazione. Su questo ci impegneremo con la massima determinazione ed energia, facendo anche esprimere al massimo i territori. Sono convinto – ha concluso il Presidente Oliverio – che la Calabria potrà uscire da questa situazione”.  
   
   
PUGLIA: GIUNTA VARA REGOLAMENTO TRASPARENZA PATRIMONIO TITOLARI INCARICHI POLITICI  
 

Bari, 15 dicembre 2014 - Di seguito, i principali argomenti discussi ed approvati dalla Giunta regionale nella seduta dell’ 11 dicembre. I documenti pubblicati, ove presenti, hanno scopo puramente informativo e non rivestono alcun carattere di ufficialità: La Giunta regionale ha approvato lo schema di ddl “ Promozione della Cultura della Legalità, della memoria e dell’impegno. Il testo, suddiviso in 34 articoli, si pone l’obiettivo di “porre in essere un sistema integrato di interventi per la diffusione della cultura della legalità al fine di contrastare ogni fenomeno di infiltrazione del crimine organizzato nel tessuto sociale ed economico regionale”. La Giunta regionale ha approvato le proposte del progetto definitivo per la realizzazione industriale da realizzarsi entro il 2017 presentato da Corvallis spa per un importo complessivo ammissibile di € 5.622.979,11 comportante un onere a carico della finanza pubblica di € 2.067.175,00 e con la previsione di realizzare, con l’esercizio a regime, un incremento occupazionale non inferiore a n. 5 unità lavorative (Ula). La Giunta regionale ha definitivamente adottato il “Regolamento per la trasparenza della situazione patrimoniale dei titolari di incarichi politici e di poteri di indirizzo politico-art.14 del D.lgs 14 marzo 2013, n. 33”. Il Presidente della Regione provvederà all’emanazione. Http://www.regione.puglia.it/web/files/servizio%20stampa%20g.r./allegato_delib._regolamento_sanzioni_vers._26_nov.__copia.pdf

 

 
   
   
LEGGE STABILITÀ: FVG IN RIPARTO INCENTIVI PER PAGAMENTI A IMPRESE  
 
Trieste, 15 dicembre 2014 - Per l´anno 2015 anche il Friuli Venezia Giulia sarà inserito nel riparto statale del cosiddetto "patto verticale incentivato", così permettendo alla Regione di avere maggiori opportunità in ordine all´importante e delicata gestione del patto di Stabilità interno per gli Enti locali del nostro territorio. Lo annuncia la presidente della Regione Debora Serracchiani, la quale aveva presentato un apposito emendamento nella scorsa seduta della Conferenza delle Regioni, poi inserito dalla Conferenza unificata tra gli emendamenti considerati prioritari dalle Regioni, quelli cioè il cui mancato accoglimento comporta l´espressione del parere negativo. Nel merito, si tratta di incentivi destinati finora solo alle Regioni a statuto ordinario che, nella futura legge di Stabilità in corso di approvazione in Parlamento, saranno estesi anche al Friuli Venezia Giulia. La nuova opportunità riguarderà il pagamento dei debiti commerciali dei Comuni e delle Province del Friuli Venezia Giulia, permettendo così l´abbattimento dei crediti delle imprese e uno stimolo all´economia del territorio. In base alla norma, il contributo complessivo nazionale in spazi finanziari ammonta a 1,5 miliardi di euro, da ripartire sulla base dell´Accordo che sarà sancito in Conferenza Stato-regioni.  
   
   
PAR FSC 2007-2013; PER COMITATO DI SORVEGLIANZA "OTTIMO LIVELLO DI PROGRAMMAZIONE DELLA REGIONE UMBRIA"  
 
Perugia, 15 dicembre 2014 - Al 30 novembre 2014, la Regione Umbria ha conseguito un ottimo livello di programmazione del Programma Par Fsc 2007-2013. Per le azioni previste dal Programma sono stati infatti individuati gli strumenti idonei all´identificazione dei beneficiari dei singoli interventi, per un valore di risorse pari all´intera dotazione disponibile (191 mln di euro): sono questi gli esiti del Comitato di sorveglianza del Par fsc 2007-2013, a cui era presente anche l´assessore regionale Silvano Rometti, che si è riunito a Perugia per valutare il lavoro svolto dalla Regione Umbria relativamente al Programma Attuativo Regionale del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (Par Fsc). Nell´ambito delle procedure attivate sono stati individuati 562 progetti, di cui 208 riferiti ad azioni cardine. Il livello di spesa complessivo degli interventi finanziati risulta pari, rispetto alle risorse Fsc al momento nella disponibilità regionale, al 29,9% per il valore delle obbligazioni giuridicamente vincolanti, al 13,6% per il costo realizzato e al 10,5% per i pagamenti. Nell´esprimere "soddisfazione" per l´elevata capacità di programmazione della Regione, Rometti ha ricordato "che il Programma costituisce lo strumento con il quale si definisce la strategia di politica regionale unitaria di coesione per il periodo 2007-2013, in coerenza con le indicazioni fornite dal Quadro strategico nazionale. Il Par Fsc 2007-2013, approvato nel 2008 – ha aggiunto l´assessore -, presentava una dotazione finanziaria di 253,360 mln di euro. Tra la fine del 2012, anno in cui il Programma è diventato operativo, e il 2013 il Governo ha emanato norme che hanno inciso sulla dotazione finanziaria e sulle procedure attuative. Ciò ha comportato notevoli ritardi rispetto al suo avvio e la necessità per la Giunta regionale di adottare un nuovo piano finanziario per un importo di 213,69 mln di euro, di cui 191,06 mln di euro di risorse Fsc utilizzabili e 22,62 mln di euro di risorse congelate e non disponibili. Con i due piani stralci, adottati rispettivamente negli anni 2012 e 2013, le risorse per gli interventi da realizzare sono state destinate a cinque Assi del Programma: Capitale umano e inclusione sociale, Sistema delle imprese e Tic, Tutela e valorizzazione ambientale e culturale, Trasporti, aree urbane, insediamenti e logistica, Assistenza tecnica". "Sulla base dello stato di attuazione del Par, lo scorso novembre, la Giunta regionale ha riprogrammato e riallocato le risorse, sostenendo in modo più consistente – ha concluso Rometti - linee di azione relative ad interventi per l´edilizia scolastica (finalizzati all´ammodernamento e razionalizzazione del patrimonio immobiliare scolastico, anche attraverso l´ottimizzazione e il contenimento delle spese correnti di funzionamento nel rispetto dei criteri di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti); per il miglioramento dell´accessibilità ai centri storici e il rafforzamento della rete di mobilità sostenibile all´interno delle aree urbane; il completamento di opere urgenti e prioritarie per la mitigazione del rischio idrogeologico, ed in particolare alla riduzione del rischio frane e crolli a salvaguardia delle popolazioni residenti; il perfezionamento delle reti e dei circuiti culturali finalizzati al potenziamento dell´attrattività dei territori e funzionali all´interconnessione con il complessivo sistema culturale regionale; al completamento della realizzazione del Polo energetico per la produzione di energia da fonti rinnovabili, a seguito del recupero economico produttivo e la riconversione di siti inquinati". In particolare, nel 2014, sono proseguite le attività relative a provvedimenti emanati ed approvati nel 2013, tra cui: il Bando per i Puc3, il Piano delle Opere per l´approvvigionamento idrico e la raccolta e il trattamento delle acque reflue, il bando per il finanziamento delle infrastrutture e del patrimonio edilizio pubblico, il Master Plan degli interventi di tutela e valorizzazione della biodiversità e dei siti Natura 2000, il bando per l´individuazione dei percorsi formativi nell´ambito degli Istituti Tecnici Superiori, l´Accordo di Programma con il Ministero dello Sviluppo economico per lo sviluppo della banda larga, il Piano di promozione/comunicazione pubblica del brand Umbria. La Regione ha poi proceduto nell´ambito dell´Asse I ad approvare il Programma regionale per l´alta formazione e lo scorrimento totale della graduatoria del bando di servizi di prossimità per le famiglie, già emanato nel 2013. Nell´ambito dell´Asse Ii ha approvato, per quanto riguarda il settore dell´internazionalizzazione delle imprese, sia un Secondo Programma Operativo "Supporto ai Cluster regionali" che i criteri per la definizione di un Terzo Programma Operativo; ha emanato, relativamente al settore turismo, un nuovo bando a sportello riguardante la ricettività extralberghiera e, relativamente al settore commercio, il bando per le imprese commerciali costituite in centri commerciali naturali di Perugia e Terni. Con l´Asse Iii sono stati attivati nove interventi di mitigazione del rischio frane, di cui tre aggiudicati e in corso di esecuzione (Consolidamento e messa in sicurezza strada comunale Villa in Comune di Alviano, mitigazione rischio caduta massi centro abitato di Cesi e consolidamento della rupe di Massa Martana tratto largo Piervisani-via delle Piagge); approvato un secondo Programma Fsc 2014 di undici interventi per la tutela e valorizzazione delle risorse naturali e culturali. Con l´Asse Iv la Regione ha approvato le graduatorie del bando Puc 3 ed incrementato la dotazione di risorse Fsc disponibili. Ha inoltre previsto, per la tipologia di interventi rivolti principalmente alla valorizzazione e al recupero delle infrastrutture e del patrimonio edilizio pubblico, il finanziamento di un Piano di interventi relativi all´edilizia scolastica, al fine di favorire l´ammodernamento e la razionalizzazione del patrimonio immobiliare scolastico ed il completamento di infrastrutture di mobilità che rientrano nella programmazione integrata territoriale.  
   
   
IL CONSIGLIO COMUNALE DI MILANO APPROVA DEBITO FUORI BILANCIO PER 3 MILIONI DI EURO  
 
Milano, 15 dicembre 2014 – Il Consiglio comunale ha approvato l’ 11 dicembre, con 23 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuti, il riconoscimento di 3 milioni di debito fuori bilancio impiegati nel 2013 dall’Amministrazione per le comunità e per i centri diurni a favore di minori. L’intervento del Comune è obbligatorio, come previsto dagli articoli 2 e 25 del D.p.r 616/1977 e dall’art. 22 della legge 328/2000 e permane fino a quando non sono rimosse le situazioni di pregiudizio e ripristinate le condizioni necessarie al benessere del minore. Per adempiere a tali compiti istituzionali, ogni anno il Comune provvede a stanziare risorse economiche stimate sulla base delle risultanze degli anni precedenti. Tuttavia nell’anno 2013 si è verificato un significativo aumento sia del numero dei minori assistiti dal Comune in strutture convenzionate, sia dei giorni di permanenza rispetto agli anni precedenti. In particolare, l’aumento ha riguardato le mamme con bambino, rimaste senza casa a seguito di sfratto da abitazione privata, passate dai 404 casi del 2012 ai 609 del 2013 (+50%) e i minori stranieri non accompagnati passati da 528 casi nel 2012 agli 866 nel 2013 (+64%). I tre milioni di debito fuori bilancio approvati oggi erano previsti già nel bilancio preventivo 2014 approvato lo scorso settembre dal Consiglio comunale. Per il 2013 il Comune di Milano ha speso 4,5 milioni di euro per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e al momento ha ricevuto dallo Stato solo 1,5 milioni di euro. L’intervento del Comune nei confronti dei minori in stato di fragilità, presenti sul territorio comunale, avviene in base alle seguenti modalità: · in esecuzione a un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria che affida al Comune il compito di provvedere al soddisfacimento dei diritti di cura e assistenza del minore, al fine di rimuovere le situazioni di pregiudizio e ripristinare le condizioni necessarie la suo benessere; · a seguito di una valutazione dei Servizi sociali competenti che rilevano una situazione di pregiudizio a carico del minore ed intervengono con gli strumenti di tutela ritenuti più idonei, dandone immediata comunicazione all’Autorità giudiziaria per gli atti di sua competenza; I collocamenti dei minori in strutture sono a volte effettuati direttamente anche dalle Forze dell’Ordine, proprio per tutelare con immediatezza i minori in stato di abbandono; Le tipologie di intervento nei confronti dei minori sono differenziate, a seconda delle situazioni. Si tratta di ospitalità in strutture educative di accoglienza, nel collocamento nella rete dei centri diurni territoriali e in azioni di sostegno al minore ed al nucleo familiare attraverso sussidi economici, interventi educativi e sociali. Le strutture preposte all’accoglienza dei minori sono state individuate dal Comune di Milano, tra quelle in possesso dei requisiti previsti dalla Regione Lombardia con D.g.r. 16 febbraio 2005 n. 7/20762. Le rette di frequenza giornaliere dei minori, diversificate a secondo della tipologia del servizio erogato e della natura del soggetto gestore, sono state definite con provvedimento della Giunta comunale n. 3274/2005, e sono rimaste a oggi invariate, come risulta dalla documentazione agli atti del Settore Servizi Minori, Famiglie e Territorialità. La scelta della struttura in cui inserire il minore dipende dalla tipologia di assistenza necessaria e dalla disponibilità offerta dalle strutture nel momento in cui sorge la necessità di intervento.  
   
   
IL RIORDINO DELLE PROVINCE ALL’ESAME DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI.ASSESSORE MARCHE: “PREOCCUPAZIONE PER SERVIZI E POSTI DI LAVORO”.  
 
Ancona, 15 dicembre 2014 - “L’attuazione della riforma Derio non metta a rischio i livelli essenziali dei servizi e i posti di lavoro dei dipendenti delle Province”. È quanto dichiara il vicepresidente della Regione Marche, Antonio Canzian, dopo la riunione della Conferenza delle Regioni che, giovedì 10 dicembre, ha affrontato la questione del riordino delle Province. La Conferenza, afferma Canzian, ha espresso “grande preoccupazione per gli effetti che potrebbero verificarsi, in particolare per i dipendenti delle Province stesse. Ha quindi presentato alcune proposte di modifica al disegno di legge di stabilità, volte a salvaguardare i livelli occupazionali e precisamente: misure che consentano un maggior accesso al pensionamento con i requisiti pre-Fornero; percorsi di mobilità del personale delle Province verso tutto il sistema della pubblica amministrazione; mantenimento dei principi della legge di riordino, in particolarmente nella parte che prevede la garanzia della piena copertura, per gli Enti destinatari, delle funzioni e delle risorse finanziarie per il personale tutto, anche quello interessato dal percorso di prepensionamento. In sede di Conferenza unificata, il ministro agli Affari Regionali e Autonomie, Maria Carmela Lanzetta, si è purtroppo solo limitato a prendere atto di tali proposte, riservandosi ogni successiva valutazione al riguardo. La Regione Marche continua, pertanto, a svolgere un ruolo attivo e propositivo sulla questione, affinché l’attuazione della riforma Delrio non comprometta servizi e posti di lavoro”..  
   
   
BOLZANO: GETTARE LE BASI PER UN FUTURO CERTO: KOMPATSCHER SUL BILANCIO 2015  
 
Bolzano, 15 dicembre 2014 - "Un futuro certo: può suonare come un banale slogan, ma è proprio questo lo scenario che prefiguriamo." Nella relazione al bilancio di previsione 2015 presentata il 12 dicembre in Consiglio provinciale il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha indicato la rotta del secondo anno di Legislatura. Impegno di fondo: creare le condizioni per garantire ai cittadini più sicurezza e stabilità. Davanti al plenum del Consiglio provinciale il presidente Kompatscher ha esordito ricordando il compito della politica, "che consiste nel creare condizioni quadro ottimali per consentire ai nostri concittadini di modellare responsabilmente la vita quotidiana secondo le proprie aspettative." La crisi economica, i deficit pubblici degli Stati o l´andamento demografico contribuiscono però ad allentare le sicurezze di ogni giorno: "Riuscire a stabilizzare queste sicurezze e dare nuove certezze alla popolazione sono a mio avviso i principali compiti che dobbiamo affrontare nel 2015", ha detto Kompatscher. Si tratta quindi di saper fronteggiare condizioni avverse: l´Alto Adige, ad esempio, si sottrae alle conseguenze più penalizzanti dell´alto indebitamento statale grazie all´aiuto del cosiddetto "patto di garanzia", che crea certezze sul piano della programmazione e dei finanziamenti. Inoltre va aggiornata l´autonomia per creare nuovi punti fermi, recuperare passate competenze e ripartirle in modo nuovo: "Dobbiamo pensare a una riforma che comprenda sin dal suo avvio anche il livello dei Comuni, perché non tutte le competenze che assicuriamo all´Alto Adige devono essere competenze della Provincia", ha chiarito il Presidente. Maggiore sicurezza per cittadini e imprese sarà raggiunta anche attraverso sgravi più ampi, "che creano margini di manovra, aprono nuove prospettive e rendono possibili opzioni di intervento strategiche", ha ricordato Kompatscher riferendosi alle agevolazioni fiscali come la no tax area dell´addizionale Irpef o i tagli all´Irap. Ad accelerare il rilancio della crescita deve contribuire secondo il Presidente anche la prevista riforma del sostegno all´economia, per la quale la Giunta si è data chiari obiettivi: da un lato l´abbattimento dei tempi di attesa negli aiuti agli investimenti aziendali, dall´altro un´impostazione che li renda finanziabili in modo mirato, rapido e sostenibile. Una riforma radicale che abbandona il principio dei contributi a pioggia, degli anni di attesa o del contributo a fondo perduto, "e che mostra chiaramente come la sicurezza non si crei restando ancorati a vecchi meccanismi anche quando le condizioni quadro cambiano repentinamente", ha specificato Arno Kompatscher. Un´ulteriore sfida nel 2015 citata nella relazione riguarda il riordino del sistema sanitario. E la questione non è quella di risparmiare. "Ciò che occorre fare è contenere l´aumento dei costi affinchè il settore resti finanziabile, per non dover tagliare prestazioni e per non risparmiare a spese del cittadino", ha detto Kompatscher. Si tratta di concepire il sistema degli ospedali, delle strutture comprensoriali e di base come una unità che provvede congiuntamente al servizio sanitario: "Si tratta anche qui di sicurezza: della sicurezza dei cittadini di poter contare anche domani su un´efficiente assistenza sanitaria in Alto Adige, che sia capillare, qualitativamente elevata, efficace e a costi ragionevoli." Nella sua relazione il Presidente ha affrontato anche la nuova impostazione della politica dell´energia elettrica che punta alla creazione di un grande player pubblico locale al servizio della collettività. "Un impegno per il bene comune che si deve concretizzare nella sicurezza dell´approvvigionamento, in tariffe accessibili e soprattutto stabili e in nuove risorse non trascurabili per le casse pubbliche." In riferimento al bilancio provinciale 2015 Kompatscher ha ricordato che cresce dell´1,8% rispetto al 2014 ma che l´azione deve essere improntata al risparmio, perché i servizi da finanziare sono in costante aumento: si tratta dunque di fissare delle priorità, perchè "con gli stessi fondi dobbiamo raggiungere risultati migliori." Nel nuovo bilancio crescono gli investimenti, cala la spesa corrente, settori cruciali come istruzione, ricerca, famiglia e sociale, mobilità sono preservati dai tagli. "Oggi l´Alto Adige - ha ricordato il Presidente - è posizionato bene." E se alla fine del prossimo anno, malgrado il periodo difficile, saranno state create le condizioni per consentire ai cittadini di guardare al futuro con maggiore sicurezza e di affrontare con fiducia i propri progetti di vita, "allora avremo raggiunto il nostro obiettivo comune", ha concluso Kompatscher.  
   
   
CAMPANIA: OLTRE 2 MILIARDI DI SPESA CERTIFICATA PER IL PROGRAMMA OPERATIVO REGIONALE 2007/2013.  
 
Napoli, 15 dicembre 2014 - La Regione Campania ha raggiunto un target di spesa certificata (dati al novembre 2014) del valore di 2.154.057.884 euro, pari al 47,07% della dotazione finanziaria del Programma Operativo Regionale 2007-2013. In particolare la Campania è la quarta regione in Italia e la prima nel Mezzogiorno, per gli investimenti in Ricerca ed Innovazione. I dati sono stati presentati nell’ambito dell’evento annuale svoltosi presso Smau, in corso alla Mostra D’oltremare di Napoli. Dario Gargiulo, autorità di gestione Por Campania Fesr 2007-2013, ha spiegato che i risultati sono stati ottenuti attraverso una strategia top-down, che ha sviluppato un’azione di programmazione concentrata su alcuni temi, ed un’attività di bottom-up, realizzata nell´ultimo anno e mezzo, con procedure aperte agli enti locali, alle università, alle imprese e alle scuole. Queste azioni hanno consentito di destinare 971 milioni di euro per la ricerca e l’innovazione, 850 milioni di euro per le scuole (interventi in sicurezza, accessibilità e dotazioni tecnologiche) e produrre un avviso per circa 1,4 miliardi di euro per gli enti locali. “Tutte le azioni realizzate per il sistema di ricerca ed innovazione, compresa la nascita dei Distretti ad Alta Tecnologia – ha detto il vicepresidente della Regione Campania Guido Trombetti - hanno creato i presupposti per la crescita del territorio. L’accelerazione della spesa è una best practice che sarà replicata anche nell’ambito della nuova Programmazione 2014/20120 perché con essa siamo riusciti a dare risposte alle progettualità già disponibili e in tempi brevi”.  
   
   
ABRUZZO: LA GIUNTA HA CONFERITO GLI INCARICHI LE NOVITA´DOPO RIFORMA ENTE VOLUTA DA GOVERNO D´ALFONSO  
 
Pescara, 15 dicembre 2014 - E´ Cristina Gerardis, in servizio presso l´Avvocatura generale dello Stato a Roma, 42 anni, il primo segretario generale della storia amministrativa della Regione Abruzzo, dopo la riforma n. 35 del 2014, voluta dal presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, per velocizzare e riammodernare la macchina burocratica. Gerardis, nata a Genova, e da tre anni patrocinante del Ministero dell´Ambiente nel procedimento penale pendente a Pescara-chieti per il danno ambientale della mega discarica di Bussi, avrà, tra gli altri compiti, quello di avocare a sé i procedimenti in caso di inadempienza dei Capi Dipartimento. La Giunta regionale convocata ieri alle 19.00, nella sede di Pescara, ha conferito gli incarichi ai nove Capi Dipartimento, mentre ha rinviato a martedì prossimo la decisione per il ruolo di Autorità di Audit e controllo ispettivo contabile, e affidato "ad interim" la gestione del Dipartimento Risorse Umane a Gerardis, nelle more di una nuova procedura concorsuale. Ecco gli altri nomi ed i relativi incarichi: Andrea Ciaffi, 48 anni, nato a Macerata, dirigente dei Rapporti con l´Unione europea e internazionali nella Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, avrà il Dipartimento della Presidenza e rapporti con l´Europa; Ernesto Grippo, 41 anni, nato a Pescara, comandante della Polizia municipale del Comune dell´Aquila, guiderà il Gabinetto della Presidenza, Giancarlo Zappacosta, 61 anni, dirigente del Servizio Politiche turistiche e del demanio marittimo della Regione Abruzzo, sarà il nuovo direttore del Dipartimento Trasporti, Mobilità, Turismo e Cultura; Giovanni Farinella, 38 anni, nato a Roma, responsabile del Servizio programmazione economico-finanziaria e controllo di gestione delle Aziende del Servizio sanitario regionale della Regione Abruzzo, ha ottenuto l´incarico di capo Dipartimento per la Salute il Welfare; Vittorio Di Biase, 47 anni, nato a Tocco Casauria, dirigente del Genio civile dell´Aquila, sarà il capo Dipartimento delle Opere pubbliche, Governo e Territorio, Politiche ambientali; Antonio Di Paolo, 60 anni, nato a Pescara, dirigente dell´Economia Ittica, Caccia e Pesca della Regione Abruzzo, guiderà il Dipartimento dello Sviluppo economico e Politiche Agricole; Tommaso Di Rino, 50 anni, nato a Pescara, dirigente delle Politiche del Lavoro e della Formazione della Provincia di Pescara ha ottenuto il Dipartimento delle Politiche del Lavoro, dell´Istruzione, della Ricerca e dell´Università; Stefania Valeri, 47 anni, nata a Teramo, dirigente del Servizio Affari giuridici e legali della Regione Abruzzo sarà la responsabile dell´Avvocatura regionale. "Una potente struttura motivazionale fatta di competenze, di ambizione, di coinvolgimento e di esperienza innovativa" secondo il presidente della Giunta regionale, nel commentare l´avvicendamento ai vertici della Burocrazia regionale. I Capi Dipartimento, che diventeranno operativi subito dopo la firma del contratto, e alla chiusura delle formalità di rito, dovranno elaborare, d´accordo con la Giunta regionale, una nuova configurazione dei servizi e degli uffici "affinché l´Ente amministrativo sia più a disposizione delle imprese, dei cittadini e delle famiglie", come ha spiegato l´assessore alla Rivoluzione della Pubblica amministrazione, Silvio Paolucci. Paolucci ha pure evidenziato che le nomine rivelano un "cambiamento oggettivamente radicale rispetto alle consuetudini del passato, basti solo osservare come si è abbassata l´età media degli incaricati e questo si traduce in entusiasmo, grinta, voglia i fare". "Siamo convinti - ha concluso - che la valutazione del nostro operato dipenderà anche dalla buona qualità della struttura e delle cose che riuscirà a realizzare".  
   
   
IL DIRETTORE GENERALE DEL MINISTERO DEL LAVORO MENZIANI HA SCRITTO AL PRESIDENTE DELLA CALABRIA OLIVERIO  
 
 Catanzaro, 15 dicembre 2014 - Il Direttore generale del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali Ugo Menziani ha scritto al Presidente della Regione Mario Oliverio, relativamente ai pagamenti che autorizzano gli ammortizzatori sociali. "Sulla base degli accordi intervenuti tra il ministero del Lavoro e delle politiche sociali ed il Presidente della Regione Calabria – ha scritto Menziani - l’Inps, nel limite di quaranta milioni di euro posti a valere sulle risorse finanziarie indicate nel Decreto interministeriale n. 83117 del 16.07.2014, è autorizzato a completare i pagamenti relativi ai provvedimenti del 2013 che autorizzano gli ammortizzatori sociali in deroga in favore dei lavoratori della Regione Calabria". Il Presidente Oliverio, commentando con soddisfazione, ha detto che questo è “il primo risultato importante del lavoro fatto nel corso di queste settimane".  
   
   
LOMBARDIA: 2 MILIONI PER APPRENDISTATO DI RICERCA L´ASSESSORE: ALLARGHIAMO OPPORTUNITÀ PER GIOVANI UNDER 29 MARONI:SETTIMANA PROSSIMA PRESENTO I 30 ANGELI ANTIBUROCRAZIA  
 
Milano, 15 dicembre 2014 - "Vogliamo migliorare la competitività delle imprese e facilitare l´ingresso nel mondo del lavoro dei giovani". Così l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea ha spiegato il senso della delibera approvata oggi dalla Giunta regionale, che prevede uno stanziamento di 2 milioni di euro per contratti di apprendistato di ricerca e dottorato industriale. L´apprendistato di ricerca si differenzia dagli altri percorsi di alto apprendistato già sperimentati (lauree, master, dottorati), perché consente una maggiore flessibilità data l´assenza di vincoli formativi imposti dall´acquisizione del titolo di studio. Con Meno Vincoli Più Opportunità - "In questo modo - ha spiegato Aprea - allarghiamo le opportunità di inserimento lavorativo per i giovani under 29 in possesso di diploma di tecnico superiore, laurea o dottorato di ricerca. Potranno aspirare a un contratto di ricerca molto più flessibile del dottorato, con meno vincoli formativi e, proprio per questo, è più facile entrare in contatto con le imprese favorendo, al tempo stesso, una vera e propria alleanza delle reti stabili in materia di occupazione". I Dottorati Industriali - L´assessore ha poi spiegato che la delibera comprende anche dottorati industriali "forme previste dal panorama nazionale, ma mai finanziate da altre regioni". "Sono tipologie contrattuali molto richieste dal nostro tessuto imprenditoriale - ha sottolineato - e che Regione Lombardia ha già portato avanti nell´ambito della ricerca, per favorire un coinvolgimento maggiore di giovani nell´ambito della ricerca applicata con contratti di lavoro". La Durata Dei Contratti - Il contratto di apprendistato di ricerca avrà durata massima di 36 mesi Maroni: Settimana Prossima Presentiamo 30 Angeli Antiburocrazia - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, evidenziando l´importanza delle politiche per "sostenere l´ingresso dei giovani nel mercato del lavoro", ha confermato che, settimana prossima, verranno presentati anche "i 30 angeli antiburocrazia, giovani laureati in Lombardia, che inizieranno a lavorare col nuovo anno". "Siamo pronti per far partire questo progetto sperimentale - ha detto - che, se avrà successo, cosa di cui sono certo, sarà una novità importante su un terreno che le aziende percepiscono come una grande difficoltà, che è la burocrazia".  
   
   
TIROCINI FORMATIVI GARANZIA GIOVANI, L´ASSESSORE REGIONALE AD ALGHERO PER GLI INFO DAYS SUL TERRITORIO  
 
Cagliari, 15 Dicembre 2014 - Gli Info days del programma Garanzia Giovani hanno fatto tappa l’ 11 dicembre ad Alghero per un incontro organizzato dall´Agenzia regionale del Lavoro in collaborazione col Comune algherese e col supporto degli operatori del Centro servizi per il lavoro. All´auditorium dell´Istituto Ipia, l´assessore regionale del Lavoro Virginia Mura, accompagnata dal direttore dell´Agenzia Massimo Temussi, ha incontrato giovani e aziende del territorio per approfondire tutti gli aspetti del programma e rispondere a domande e quesiti di ragazzi e imprenditori locali. "Garanzia Giovani - ha voluto evidenziare l´assessore - è un progetto molto ambizioso, che la Regione ha messo in piedi concentrando tutte le sue forze e mettendo in moto una macchina operativa con un´ampia distribuzione territoriale, per garantire la parità di accesso a tutti i giovani e le imprese della Sardegna alle opportunità previste dal Programma". Tra queste è stata messa in risalto la misura dei tirocini, che con il primo bando ha riscosso un notevole successo, addirittura oltre le aspettative iniziali. Sono infatti più di 2.200 le richieste di voucher. L´assessore ha poi voluto ricordare le altre misure già implementate, in particolare i bandi per la formazione e l´apprendistato, "che coniugano i tre ambiti essenziali: scuola-lavoro-formazione, quale modello di riferimento per il rilancio del mercato del lavoro in Sardegna, fondato su una maggiore correlazione tra fabbisogno di competenze richiesto dalle imprese e la preparazione dei nostri giovani". All´iniziativa erano presenti anche il sindaco di Alghero Mario Bruno, l´assessore dell´Istruzione Gabriella Esposito, il presidente della Camera di Commercio del Nord Sardegna, Gavino Sini, e molti rappresentanti delle associazioni di categoria e datoriali.  
   
   
LOMBARDIA. LAVORO: 3 MILIONI PER ´PONTE GENERAZIONALE´ L´ASSESSORE: VALIDO RIMEDIO ANCHE A CONTENUTI ´LEGGE FORNERO´  
 
Milano, 15 dicembre 2014 - Su proposta dell´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea la Giunta regionale ha rifinanziato con 3 milioni di euro il progetto ´Ponte generazionale´. "L´obiettivo - ha spiegato Aprea - è di sostenere la solidarietà generazionale, attraverso una riduzione dell´orario per il lavoratore vicino all´età pensionabile e la contemporanea assunzione di un giovane". In pratica, la Regione assicura, al lavoratore, l´integrazione contributiva per garantire la piena maturazione pensionistica e, al giovane, un percorso di formazione iniziale. Le aziende avranno, da un lato, la possibilità di garantire il posto di lavoro a dipendenti senior e, parallelamente, di offrire un contratto di lavoro a giovani, che verranno inseriti con percorsi di affiancamento o scorrimento in base ai ruoli e alle professionalità presenti in azienda. Rimedio Alla Legge Fornero - "Si tratta - ha continuato l´assessore - di un´opportunità già costruita con Assolombarda a Milano e oggi l´allarghiamo e rifinanziamo con 3 milioni di euro. È un provvedimento dal grande valore tutoriale, perché consente un vero e proprio passaggio di testimone fra generazioni ed è anche un valido rimedio, seppure parziale, alla ´Legge Fornero´, che impone una permanenza prolungata ai lavoratori. Riguarda sicuramente l´occupazione giovanile, ma anche gli over 50 che rientrano nelle Misure previste appunto dalla ´Fornero´. I Destinatari - Rientrano nella Misura, da una parte, i giovani fra i 18 e i 29 anni e i lavoratori che abbiano più di 50 anni e, dall´altra, le imprese lombarde che aderiscono alle associazioni datoriali firmatarie di contratti collettivi di lavoro e che abbiano sottoscritto accordi con la Giunta Maroni. "Hanno già dato la propria disponibilità - ha concluso Aprea - Confindustria di Como e alcune imprese della Valcamonica. È già pronta anche la Confindustria di Bergamo. Ci auguriamo che possa allargarsi anche a tutte le altre province lombarde".  
   
   
ABRUZZO: 1.6 MLN PER OCCUPAZIONE SVANTAGGIATI  
 
Pescara, 15 dicembre 2014 - Ammontano a complessivi 1,6 milioni di euro le risorse previste nell´ambito del progetto speciale multiasse "Abruzzo Inclusivo", pubblicato sul portale della Direzione Lavoro della Regione Abruzzo www.Regione.abruzzo.it/fil  Si articola su due linee di intervento: sportello di contrasto alla povertà e all´esclusione sociale, finanziata con 500.000 euro e finalizzata all´individuazione, presa in carico e redazione di un progetto individuale di inclusione socio-lavorativa; azioni di inclusione attiva, per la cui attuazione invece sono stati stanziati 1,1 milioni di euro, diretta all´attivazione di tirocini extracurriculari ed all´erogazione di voucher di servizio. "Grazie a questo nuovo avviso pubblico - ha dichiarato l´assessore con delega alle Politiche sociali Marinella Sclocco - intendiamo promuovere percorsi integrati e personalizzati volti a migliorare le condizioni di occupabilità dei soggetti in carico ai servizi sociali abruzzesi minacciati da potenziali fattori di emarginazione, sperimentando una partnership pubblico-privato fondata sull´integrazione tra politiche sociali, sanitarie, formative e del lavoro. Al fine di attuare buone prassi utili per la successiva attuazione del Po Fse 2014-2020 - ha aggiuunto l´Assessore - sperimenteremo altresì un servizio innovativo per l´inclusione sociale multitarget basato su un approccio comunitario". I destinatari degli interventi sono persone residenti in Abruzzo, disoccupati o inoccupati, gravati da una delle seguenti condizioni di svantaggio: disabili, over 45 anni, donne vittime di violenza, persone uscite dalla dipendenza, ex detenuti, immigrati, senza fissa dimora, persone in situazione di povertà certificata Isee inferiore a 6.000 euro. Le candidature, presentate esclusivamente da Associazioni temporanee di scopo costituite o costituende, dovranno pervenire presso la sede regionale mediante raccomandata A/r o inviate tramite l´indirizzo di posta certificata programmazione@pec.Regione.abruzzo.it  entro e non oltre il prossimo 26 gennaio 2015.  
   
   
VILLA UMBRA: OGGI CORSO SU CONTABILITÀ PUBBLICA, I NUOVI ADEMPIMENTI PER REGIONI, ENTI LOCALI ED ENTI STRUMENTALI  
 
Perugia, 15 dicembre 2014 – Nel 2015 partirà Arconet (armonizzazione contabile degli enti territoriali), ovvero il processo di riforma degli ordinamenti contabili pubblici diretto a rendere i bilanci delle amministrazioni pubbliche omogenei, confrontabili e aggregabili. La riforma riguarda le regioni, tutti gli enti locali i loro organismi e gli enti strumentali. "Rispondendo a tali novità normative – ha dichiarato l´amministratore unico della Scuola umbra di amministrazione pubblica, Alberto Naticchioni – abbiamo organizzato per lunedì 15 dicembre, alle ore 9 presso il Centro Congressi Hotel Gio´ di Perugia, un ulteriore Corso rivolto a personale dei servizi finanziari di Comuni e Province, Regioni ed enti strumentali". In particolare il decreto richiede, a partire dal nuovo anno, adempimenti come l´affiancare i nuovi schemi di bilancio di previsione e di rendiconto per missioni e programmi agli schemi di bilancio annuale e pluriennale e di rendiconto adottati nel 2014; l´applicazione del principio contabile generale della competenza finanziaria per l´accertamento delle entrate e l´impegno delle spese; l´adozione del principio applicato della contabilità finanziaria; il riaccertamento straordinario dei residui per adeguare lo stock dei residui attivi e passivi alla nuova configurazione del principio della competenza finanziaria e l´applicazione del principio contabile applicato della programmazione e predisposizione del primo Defr e Dup con riferimento al triennio 2016-2018. Tutti questi temi saranno approfonditi dal relatore della giornata formativa, Patrizia Ruffini – Esperta in contabilità di comuni, province e componente della commissione del Ministero dell´Economia per la sperimentazione della riforma della contabilità di Regioni, Province e Comuni.  
   
   
“SONO CONTENTO DI LAVORARE QUI”: IL BILANCIO DELLA PROVINCIA DI TORINO SULL’INSERIMENTO LAVORATIVO DEI DISABILI  
 
Torino, 15 dicembre 2014 - Sono stati duemilasettecento i lavoratori disabili coinvolti dalla Provincia di Torino nel quinquennio 2009-2014 in percorsi di inserimento lavorativo mirato. Altrettanti i tirocini, quasi tutti in impresa. I contratti di assunzione, nonostante la crisi economica che ha colpito duramente il territorio della nostra provincia, ammontano a oltre ottocento all’anno. Gli interventi per il mantenimento del posto di lavoro sono stati centotrenta. Sono questi i numeri presentati al seminario “Sono contento (di lavorare qui) - Percorsi di formazione e lavoro di persone con disabilità”, che si è tenuto oggi nell’Auditorium della sede di corso Inghilterra dalle Aree lavoro e formazione professionale della Provincia di Torino. Si trattava del momento conclusivo del periodo di programmazione e realizzazione delle attività per la formazione professionale e per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità iniziato nel 2007-2008 Il principale strumento di programmazione per l’inserimento e l’integrazione dei lavoratori disabili è costituito dal Piano provinciale per l’occupazione dei disabili, che per il quinquennio 2009-2014 ha potuto contare su oltre diciotto milioni di euro di fondi regionali: con tali risorse sono stati finanziati oltre quattromila interventi di sostegno all´inserimento lavorativo. Inoltre sono stati utilizzati quasi settecentomila euro del Fondo sociale europeo e una cifra variabile tra uno e due milioni all’anno del Fondo nazionale disabili. “Un’efficace politica del lavoro nei confronti di queste persone” ha commentato l’assessore al Lavoro e alla Formazione professionale della Provincia di Torino Carlo Chiama “è nella maggior parte dei casi l’esito di un insieme di interventi a favore della loro integrazione scolastica, formativa e lavorativa, che devono essere il più possibile coordinati tra di loro e collocati armonicamente nel più ampio progetto di vita del soggetto con disabilità”. Durante il seminario è stato presentato il film “Sono contento”, un cortometraggio di 23 minuti (per vederlo https://www.Youtube.com/watch?v=_ysqqxmrwk8&feature=youtu.be ) che racconta cinque storie di vita e di lavoro di persone che hanno beneficiato dei programmi di formazione e di inserimento lavorativo della Provincia di Torino.  
   
   
GIOVANI: PRESENTATA A PERUGIA RICERCA "DIVENTARE GRANDI IN TEMPI DI CRISI"  
 
 Perugia, 16 dicembre 2014 – Cerca di esplorare come le nuove generazioni affrontano la transizione alla vita adulta in questi tempi di crisi la ricerca "Diventare grandi in tempo di crisi - Il passaggio alla vita adulta in Umbria e in Italia", presentata dall´Agenzia Umbria Ricerche ("Aur") e dalla Regione Umbria al Teatro Morlacchi di Perugia. Alla presentazione del rapporto hanno partecipato la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, il presidente e il direttore di Umbria Ricerche, Claudio Carnieri e Anna Ascani. Le conclusioni dell´incontro sono state affidate all´attore Filippo Timi. "La ricerca – ha spiegato il presidente di Aur, Claudio Carnieri - - ha avuto come obiettivo quello indagare il mondo e le aspettative dei giovani uomini e delle giovani donne che saranno i protagonisti di un domani che è già presente. Si è deciso di fare un viaggio nell´universo dei giovani adulti, quelli di età compresa tra 18 e 34 anni, che vivono la fase di passaggio verso l´assunzione di responsabilità, attraversando quella linea d´ombra che conduce alla conquista della maturità. Venendo al mondo – ha aggiunto Carnieri – i giovani sono portatori di diritti e, in questo contesto, l´accesso alla cultura e il diritto alla formazione è fondamentale". "Con questo volume – ha concluso – l´Aur offre, ancora una volta, alla società regionale, alle sue istituzioni, alla Regione prima di tutto, una visualizzazione della sua contemporaneità, attraverso la lettura della soggettività giovanile, sempre così significativa per leggere le vicende più generali, ancor più in una fase storica come quella attuale che possiamo nominare con le parole di Garcia Marquez...´ai tempi della crisi´. Proprio la crisi, la più lunga dal dopoguerra in Italia e in Europa, rimanda a grandi problematiche: la disoccupazione prima di tutto, che attraversa fortemente le realtà giovanili facendo emergere criticità e contraddizioni del sistema economico nazionale e regionale, con tutte le differenze territoriali". Per la vicepresidente della Regione Umbria, Carla Casciari, "per chi governa il rapporto rappresenta un valido strumento di conoscenza per poi predisporre azioni finalizzate. La Regione - ha aggiunto - ha avviato una profonda interlocuzione con le giovani generazioni raccogliendo suggerimenti e istanze per la stesura della nuova legge regionale in materia ed ha sostenuto in modo convinto l´attività del Forum regionale dei giovani che rappresenta un esempio di partecipazione giovanile dal basso, forti della convinzione che sia questo il modo giusto per dare slancio alle attività che permetteranno ai giovani umbri di riappropriarsi degli spazi di partecipazione". Concludendo la vicepresidente ha menzionato alcune iniziative messe in campo a favore dei giovani: tra queste, oltre alla grande azione "Garanzia giovani", Creativity camp, un percorso di crescita e formazione che valorizza i portatori di idee creative, originali e innovative, e Brain Back Umbria che ha permesso di studiare la fuga di talenti all´estero e proporre strategie per il loro rientro. Infine, Casciari ha ricordato il progetto "Let´s gov", finalizzato ad un percorso di partecipazione e confronto dei giovani con le istituzioni per promuovere opportunità e praticare cittadinanza. L´iniziativa è stata promossa dall´assessorato regionale alle politiche giovanili, e finanziata nell´ambito dell´accordo di programma quadro "I giovani sono il presente". Il progetto è stato gestito con una metodologia partecipativa per evidenziare i bisogni, le riflessioni e le proposte dei ragazzi umbri. La presentazione della ricerca è stata affidata ai due coordinatori del rapporto, Mauro Casavecchia e Elisabetta Tondini, coadiuvati dai ricercatori Mario Acciarri, Marco Carniani, Andrea Orlandi e dall´esperto di tematiche giovanili Riccardo Grassi. E´ intervenuto il portavoce del "Forum regionale dei Giovani dell´Umbria", Gabriele Biccini e infine l´incontro con l´attore Filippo Timi che, con il coordinamento della giornalista Sofia Coletti, ha aperto il dialogo con i giovani. Scheda: "Volano contro vento" i giovani umbri per entrare nel mondo degli adulti: secondo la ricerca dell´Aur "Diventare grandi in tempo di crisi - Il passaggio alla vita adulta in Umbria e in Italia", presentata stamani al Teatro Morlacchi di Perugia, per le nuove generazioni, il cammino verso il raggiungimento della piena maturità, è un percorso ad ostacoli in cui "il contesto dell´oggi ha ben poco in comune con i riferimenti del passato, anche prossimo". Dalla ricerca emerge come nei giovani umbri convivano vecchi e nuovi desideri mescolati con rinnovate prospettive, abilità, opportunità. Il navigare a vista in mare aperto, per loro è una condizione naturale che apre a possibilità altre. Quella dei giovani umbri di età compresa tra i 18 e 34 anni, e una generazione consapevole, forse più generosa di quelle passate, che la consuetudine all´adattamento, alla fatica per raggiungere le piccole tappe della vita, al difficile confronto con un ambiente refrattario, quando non ostile, hanno plasmato e reso più propensa a giocare in campo aperto e a misurarsi con il mondo. L´organizzazione e il governo delle cose stanno loro stretti: in un sistema costruito da altre mani e pensato da altre menti, i nostri giovani, più che impegnarsi collettivamente per cambiarne le regole, cercano di trovare individualmente una via per integrarsi e assumere il proprio ruolo. Nondimeno, sono proprio loro gli inevitabili protagonisti, pur inconsapevoli, di un mondo che, ad oggi, parrebbe orientato ad escluderli. Le domande di fondo da cui l´analisi ha preso le mosse sono: "In che modo, tra le giovani generazioni, si sta trasformando la percezione di quel passaggio verso la condizione di adultità, collegabile in senso oggettivo al raggiungimento di alcuni traguardi cruciali quali trovare un lavoro, creare una famiglia, diventare genitore, e allo stesso tempo riscontrabile, in una dimensione più soggettiva, nel sentirsi individui attivi, abilitati e protagonisti della propria vita?". A rispondere a questi quesiti è stato un campione formato da giovani dell´Umbria (500) e del resto d´Italia (1.000), attraverso un questionario mirato, somministrato dalla società Swg i cui risultati hanno permesso approfondimenti di analisi e, soprattutto, di cogliere affinità o dissonanze tra l´Umbria e il contesto nazionale. L´indagine rivela che la maggior parte degli intervistati, "prevalentemente" lavora (il 45per cento degli umbri e il 50per cento del resto degli italiani), poi "prevalentemente" studia (33per cento contro 27 per cento). Dunque, come era nelle attese, i giovani umbri studiano di più. In un contesto dove la separazione tra tempi di studio e tempi di lavoro ha perso la sua rigida sequenzialità, la condizione personale relativa alle attività che occupano il tempo di vita dei 18-34enni intervistati risulta più articolata: capita spesso che i nostri giovani continuino a studiare anche se non lo fanno in via prevalente, quindi la percentuale di chi studia inevitabilmente sale, nel campione umbro come in quello del resto d´Italia. Le differenze di genere, trascurabili nel resto d´Italia, in Umbria risultano invece rilevanti: le giovani umbre studiano più dei loro coetanei regionali (35 per cento contro 31 per cento), al contrario di quanto emerge su base nazionale, dove le - più basse - percentuali si invertono (25 per cento, contro 28 per cento). Le donne sono meno presenti sul mercato del lavoro sia come occupate (38 per cento), sia nella ricerca di un lavoro (13 per cento) e sono relativamente più numerose come Neet, più dei giovani umbri e più anche degli intervistati e delle intervistate che vivono nel resto d´Italia. In sintesi, la presenza femminile umbra sul mercato del lavoro (tra occupate e alla ricerca di un lavoro, pari a circa il 50 per cento), è di circa una ventina di punti più bassa di quella delle coetanee italiane intervistate. I tempi di attesa dal completamento "ufficiale" degli studi alla conquista di un lavoro di tipo continuativo sono più lunghi tra gli umbri rispetto agli italiani: il 66 per cento degli intervistati umbri con un lavoro continuativo lo ha trovato entro un anno dalla fine degli studi, nel resto d´Italia la percentuale sale al 71 per cento e al Nord al 74 per cento. A fini lavorativi il titolo di studio conta: infatti, al crescere del livello di istruzione aumenta la probabilità di trovare un impiego. Tuttavia il vantaggio competitivo rappresentato da un alto titolo di studio, tra gli umbri si esplica in forma più attenuata rispetto al resto d´Italia, il tasso di occupazione degli intervistati umbri sale dal 63 per cento tra chi ha una licenza di scuola media inferiore al 74 per cento tra i laureati. Nel resto d´Italia si passa dal 58 per cento all´ 81 per cento e al Nord dal 53 per cento all´ 84 per cento. In Umbria, i giovani – pur relativamente più istruiti – hanno profili lavorativi maggiormente tarati verso il basso, per un´accentuazione locale del problema tutto italiano del sottoinquadramento giovanile. Pertanto, i giovani umbri che lavorano alle dipendenze sono, rispetto a quelli del resto d´Italia, più concentrati verso le qualifiche più basse: più operai, meno impiegati e molto meno dirigenti e professionisti (5 per cento contro 18 per cento). Lo dimostra il fatto che, relativamente al tenore di vita, l´appagamento dichiarato dagli intervistati umbri mostra una correlazione inversa rispetto al titolo di studio, ovvero si è istruiti meno si è soddisfatti. Ma gli umbri sono anche più attaccati alla famiglia d´origine:il 68 per cento dei maschi umbri vive ancora con i genitori, una percentuale di 11 punti più alta rispetto a quella riscontrata tra i giovani maschi intervistati che vivono nel resto d´Italia. Differenziali che si ripropongono, considerando entrambi i sessi, anche tra coloro che possono contare su un´autonomia economica garantita da un lavoro continuativo (45per cento in Umbria, contro il 27 per cento del resto d´Italia) e tra gli ultratrentenni (31 per cento, contro 23 per cento). L´autonomia economica invece, ove assicurata dal possesso di un lavoro continuativo, più che incidere sulla fuoriuscita dalla famiglia d´origine, sembra costituire per i giovani umbri intervistati il presupposto necessario e pressoché sufficiente nella scelta di diventare genitori: in particolare, più di 4 maschi con un lavoro continuativo su 5, infatti, hanno figli. Una condizione molto meno stringente tra i giovani italiani (per cui le proporzioni scendono 1 su 2) e tra le giovani donne, in generale. Segnali, questi, che sottendono la persistenza in Umbria di paradigmi socio-culturali di tipo tradizionale riscontrabili anche in un forte legame – rispetto agli intervistati che vivono nel resto d´Italia – con la famiglia d´origine che, nella scala dei valori, è tra le cose che contano di più, quindi al primo posto, con il 95 per cento che la ritiene un valore molto importante, contro il 73 per cento degli italiani. Sui motivi della prolungata permanenza dei giovani italiani nell´alveo familiare originario va segnalato che, la configurazione attuale del sistema del welfare e quella del mercato del lavoro, non favoriscono il processo di autonoma dei giovani, ostacolato per di più dalle conseguenze di una perdurante crisi che ha colpito soprattutto le nuove generazioni. Ed infatti la maggior parte dei 18-34enni italiani che vivono in famiglia dichiara di farlo per necessità, o per ragioni collegate al proseguimento degli studi. Seppure in terza posizione, non è irrilevante tuttavia la quota di coloro che dichiarano di rimanere in famiglia per una deliberata scelta. La ricerca evidenzia inoltre come i giovani non si sentano distanti e poco rappresentati dalla politica, verso cui non ripongono quasi alcuna aspettativa, mentre hanno una percezione delle proprie capacità solida in particolare tra chi ha 30-34 anni. Naturalmente sono giovani connessi: il web rappresenta lo sfondo dei consumi culturali e del tempo libero degli intervistati, ma per i giovani, soprattutto se umbri, non è uno spazio sostitutivo, in quanto vantano una rete amicale con cui ci si relaziona spesso. In linea di massima i giovani dichiarano un alto livello di resilienza, manifestando un atteggiamento positivo nel fronteggiare le difficoltà.  
   
   
PROFUGHI: ZAIA, “TENDOPOLI IDEA ANCHE PEGGIORE DI CASERME FATISCENTI. DICIAMO NO, E BASTA ARRIVI FINCHE’ NON CI SARA’ VERA SOLIDARIETA’ DALL’EUROPA”  
 
 Venezia, 15 dicembre 2014 - “Se poteva esserci soluzione peggiore di quelle precedenti, tipo caserme dismesse e fatiscenti, è stata trovata. Pensare a delle tendopoli per ospitare i profughi equivale a creare veri e propri ghetti, ingestibili e incontrollabili, che offenderebbero la dignità delle persone inviate e non farebbero che aumentare la tensione sociale”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia esprime il suo secco “no” all’ipotesi, in mancanza di altri spazi che si sono oramai esauriti, di ospitare i profughi in arrivo in Veneto dall’Operazione Triton/mare Nostrum in tendopoli. “Se non c’è più posto, non c’è più posto – aggiunge Zaia – e piuttosto che pensare di notte a soluzioni fantasiose quanto precarie e impattanti, Governo e Organi dello Stato dovrebbero prendere atto che, come da me ampiamente previsto, la situazione è arrivata alla totale insostenibilità e comportarsi di conseguenza”. “Mi spiace che, invece – prosegue Zaia – si continui a giocare con i numeri, come se in Veneto, sui territori, sui Sindaci e sui loro cittadini il problema non pesasse in modo oramai insostenibile. Se è vero che i profughi dimoranti oggi in Veneto sono circa 2.000 – tiene a precisare Zaia - è altrettanto vero che qui ne sono già arrivati e passati oltre 7.000, moltissimi dei quali sono ora dei fantasmi che vagano senza speranza, ma anche senza controllo. E questa sarebbe un’operazione umanitaria? Si chiede Zaia. Questo è il caos e al caos diciamo basta”. “Basta – conclude Zaia – significa che non intendiamo più accogliere persone senza poterle trattare con la dignità che meritano in quanto esseri umani fino a quando Renzi e soci non otterranno solidarietà vera da questa Europa razzista e insensibile, con un’equa distribuzione dell’accoglienza in tutti i Paesi Membri”.  
   
   
FVG, NIMIS: FIRMA PROTOCOLLO ACCOGLIENZA RIFUGIATI  
 
Nimis (Ud), 15 dicembre 2014 - "Un´iniziativa importante che coinvolge tutte le istituzioni e i gestori dell´accoglienza per accelerare l´integrazione dei rifugiati e garantire a loro maggiori certezze e prospettive: vorremmo che simili progetti trovassero attuazione anche in altri territori del Friuli Venezia Giulia che ospitano gli immigrati richiedenti asilo". Così ha commentato l´assessore regionale alla Solidarietà, Gianni Torrenti, a Nimis (Udine) la firma del Protocollo d´Intesa - tra la Regione, la Prefettura di Udine, il Comune di Nimis e l´Associazione Caritas diocesana di Udine - per lo svolgimento delle attività di volontariato da parte dei migranti richiedenti asilo che sono ospiti nelle strutture d´accoglienza a Nimis. Il progetto - che risponde alle direttive del Ministero dell´Interno - consentirà di valorizzare, con percorsi condivisi, esperienze ed azioni di partecipazione volontaria e solidaristica con l´intento di rafforzare i processi di socializzazione e di responsabile formazione alla cultura dei valori civili. I trenta rifugiati, che sono stati accolti due mesi fa a Nimis, potranno così dare un senso alla loro permanenza in Friuli ed essere utili alla comunità che li ospita attraverso lavori di giardinaggio e manutenzione di vario tipo. Oltre alla formazione, l´iniziativa prevede anche lo svolgimento delle attività riguardanti la reciproca conoscenza: i rifugiati apprenderanno quindi "le basi e i principi" della società friulana e la popolazione locale i costumi e la storia dei Paesi, dai quali i migranti provengono. Nel ricordare come le situazioni internazionali di criticità hanno colta impreparata inizialmente l´Italia in merito agli arrivi dei rifugiati, l´assessore Torrenti ha evidenziato l´importanza del progetto avviato a Nimis "poichè riguarda - ha spiegato - la prima fase di accoglienza, quando i rifugiati sono in attesa della risposta per l´asilo, che è la più ´delicata´ così per gli ospiti come anche per i residenti". Nello specifico, l´intervento della Regione garantisce la copertura assicurativa relativa alla sicurezza degli immigrati. All´incontro, al quale ha presenziato anche il questore di Udine Claudio Cracovia, è stato valutato che il progetto deve rappresentare un motivo d´orgoglio per la comunità accogliente, capace quindi ad offrire aiuto a chi è costretto ad abbandonare la propria terra in cerca di un prospettiva di vita soddisfacente. La vicinanza alla situazione vissuta dai rifugiati, ha spiegato il sindaco di Nimis, Walter Tosolini, "deriva dalla storia della cittadina friulana che in seguito agli eventi bellici ed al terremoto ha visto emigrare molti dei suoi abitanti". Mentre il prefetto di Udine, Provvidenza Delfina Raimondo, ha commentato la firma del Protocollo "come messaggio di grande significato e dimostrazione di sensibilità", che tutto il Paese dovrebbe coltivare, il direttore dell´Associazione Caritas diocesana Luigi Gloazzo ha spronato le Amministrazioni locali a trasformare "il problema" degli immigrati "in risorsa" e a fare qualcosa di concreto per loro: "Il futuro dell´accoglienza - ha detto - dipende dall´integrazione e dalla promozione sociale".  
   
   
IL NO DI ZAIA A IPOTESI CHIUSURA SCUOLA POLIZIA DI PESCHIERA: “NOTIZIA UFFICIOSA? RIMANGA TALE. NON MI FIDO E SCRIVO AL GOVERNO”  
 
Venezia, 15 dicembre 2014 - “La Scuola di Polizia di Peschiera non deve essere chiusa, perché è un presidio storico e svolge una funzione insostituibile, sia sul piano formativo che su quello dell’integrazione con la città”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto si schiera al fianco della comunità locale contro l’ipotesi, per ora “ufficiosa”, della futura chiusura della storica Scuola di Polizia operante sulla costa veneta del Lago di Garda. “Trattandosi di notizia ufficiosa – prosegue Zaia – mi auguro che tale resti e ragionevolmente si rinunci per sempre ad ufficializzarla, ma siccome con Roma non c’è mai da fidarsi, scriverò al Governo, per ufficializzare la richiesta di soprassedere ad una scelta del tutto inspiegabile e comunque inopportuna e chiedendo formale risposta sull’attendibilità della notizia”. “Non dubito – conclude Zaia – che in ogni settore della gestione pubblica si possa e si debba ottimizzare le risorse, ma in questo caso sono certo che ci sono in giro per l’Italia ben altre strutture su cui intervenire, prima di incidere su una realtà prestigiosa, operativa e significativa come questa”.  
   
   
PROFUGHI, ZAIA A CUTTAIA: IL PIANO NAZIONALE E’ STATO APPROVATO COL PARERE CONTRARIO DELLA REGIONE VENETO E NON CONTENEVA CIFRE SUI FLUSSI  
 
Venezia, 15 dicembre 2014 - Con riferimento alle dichiarazioni a organi di stampa del Prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, secondo cui il flusso di profughi verso il Veneto sarebbe regolato da un piano sottoscritto da Regioni ed enti locali e da una quota fissata a 3.700 persone, l’ufficio stampa della Giunta Regionale fa notare quanto segue: 1 - Nella riunione della Conferenza delle Regioni del 10 luglio scorso, chiamata a dare l’intesa sul “Piano nazionale per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini extracomunitari, famiglie e minori stranieri non accompagnati”, il Presidente Luca Zaia annunciò il parere negativo del Veneto. 2 - Pertanto l’intesa, successivamente approvata dalla Conferenza unificata, e a cui fa riferimento il Prefetto Cuttaia, fu approvata senza il voto della Regione Veneto. 3 - Il “Piano” approvato in Conferenza unificata non prevedeva alcuna ripartizione o quote di profughi destinati ai singoli territori.  
   
   
LOMBARDIA. SALE GIOCO: APPROVATO REGOLAMENTO PER ACCESSO AI LOCALI MISURE VOLTE A PREVENIRE OGNI FORMA DI LUDOPATIA . FONDI AI COMUNI PER PROGETTI DI CONTRASTO  
 
Milano, 15 dicembre 2014 - "Continua l´impegno di Regione Lombardia nel predisporre misure incisive volte a prevenire e contrastare forme di ludopatia legate al gioco d´azzardo lecito. Anche questa misura si inserisce infatti in un contesto più ampio di norme che hanno come obiettivo quello di responsabilizzare i gestori, rendere consapevoli i giocatori, tutelare i minori per prevenire l´altissimo costo sociale che la dipendenza da gioco crea nel tessuto lombardo". Attuazione Legge Regionale - Così commenta l´assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia Mauro Parolini la delibera di Giunta, approvata oggi, su sua proposta, di concerto con l´assessore al Territorio Viviana Beccalossi, che dispone il ´Regolamento per l´accesso alle aree e ai locali per il gioco d´azzardo lecito´ che, nel rispetto della legge regionale 8/2013 e della normativa statale vigente, definisce criteri, regole tecniche, relative modalità attuative, forme di controllo e sanzioni, per l´introduzione di un sistema di regolazione per l´accesso. Assessore Beccalossi - "Questo regolamento - dice l´assessore al Territorio e Urbanistica Viviana Beccalossi, team leader della Giunta in tema di provvedimenti sulla ludopatia - rafforza il nostro pacchetto di misure contro il diffondersi del gioco d´azzardo patologico. La norma approvata oggi, che prevede tra l´altro ´accesso degli psicologi nelle sale, potrebbe trovare applicazione concreta anche grazie al Bando che presenteremo nelle prossime settimane, con il quale metteremo a disposizione dei Comuni risorse importanti per finanziare progetti di contrasto e prevenzione". Carta D´identità - Le nuove regole prevedono che l´accesso nei locali destinati a sala da gioco d´azzardo lecito, vietato ai minori di anni diciotto, deve avvenire mediante l´esibizione di un documento di identità. Deve essere individuata un´unica area dedicata all´installazione degli apparecchi, per consentire la visibilità e sorvegliabilità da parte del gestore. L´area deve essere delimitata con colonnine a nastro o corda e, qualora siano presenti finestre, non devono essere oscurate. È vietata l´installazione di apparecchi per il gioco d´azzardo lecito all´esterno dei locali. All´interno dei locali deve essere esposto, in maniera ben visibile al pubblico, il divieto di utilizzo, per i minori di diciotto anni. Obblighi Dei Gestori - I gestori devono esporre il materiale informativo reso disponibile dalla Regione, tramite le Asl, finalizzato ad evidenziare i rischi correlati al gioco, nonché il decalogo delle azioni sul gioco sicuro e responsabile, inserito nella legge regionale 8/2013. Sono inoltre tenuti a consentire l´accesso agli operatori sociali e sociosanitari, autorizzati dalle Asl, e ad invitare i giocatori ad effettuare il test di verifica per una rapida valutazione del rischio di dipendenza. Controlli - Le attività di vigilanza, accertamento e contestazione delle violazioni, nonché l´applicazione delle relative sanzioni, dove previste dalla legge, sono in capo alla polizia locale.  
   
   
IN 15 MESI LA RETE REGIONALE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI HA GESTITO 93 CASI: RINNOVARE IL PROTOCOLLO D´INTESA REGIONE-PROVINCE DEL PIEMONTE A SOSTEGNO DEI DIRITTI UMANI  
 
Torino, 15 dicembre 2014 - " Lunedì prossimo durante la riunione con i Presidenti di Provincia piemontesi proporrò il rinnovo del protocollo d´intesa che ha permesso la costituzione della Rete regionale contro le discriminazioni e che è in scadenza a fine mese. In questi anni il Gruppo di lavoro del Centro regionale contro le discriminazioni in Piemonte ha fatto un buon lavoro contro ed è nostro compito valorizzare e premiare i loro sforzi " - con un gesto concreto l´assessora regionale alle Pari Opportunità Monica Cerutti ha voluto celebrare nella nostra regione la Giornata internazionale dei diritti umani . La Rete regionale contro le discriminazioni nasce alla fine del 2011 quando viene sottoscritto il protocollo d´intesa tra la Regione e ogni Provincia piemontese , le quali diventano i soggetti chiave con i quali agire per l´attivazione dei Nodi antidiscriminazione. La Rete agisce nei casi di discriminazione di genere, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età, orientamento sessuale. Tutto ciò si inserisce in un contesto più ampio che è quello della costituzione della Rete nazionale Antidiscriminazioni promossa dall´Unar. Ogni nodo provinciale opera in accordo con il Centro regionale contro le discriminazioni e ha il compito di accogliere, orientare e prendere in carico le vittime di discriminazione; costruire e coordinare la Rete territoriale di Antenne; monitorare il fenomeno; informare e sensibilizzare il territorio di riferimento. I risultati di questo lavoro sono messi in evidenza dal report effettuato grazie alla piattaforma Unar. Nel periodo tra l´aprile del 2013 e il luglio di quest´anno la Rete regionale ha gestito e sta gestendo un totale di 93 casi di cui 27 nella provincia di Torino, 15 in quella di Alessandria, 9 in quella di Asti, 2 in quella di Biella, 3 in quella di Cuneo, 11 in quella di Novara, 6 nel Vco e 19 in quella di Vercelli. Un caso è stato affidato al centro. Sempre secondo i dati fornitici dall´Unar dei 93 casi accolti dalla Rete regionale, 62 si sono dimostrati pertinenti, ovvero effettivi casi di discriminazione, mentre 14 casi si sono rivelati richieste di assistenza e aiuto di diversa natura e in 17 casi la natura discriminatoria della segnalazione è ancora dubbia e in fase di valutazione da parte delle operatrici dei Nodi. Rispetto ai canali di segnalazione dei casi di discriminazione, va sottolineato che sul totale di 93 casi, ben 44 casi sono stati rilevati direttamente dalla Rete regionale mentre la restante parte è stata segnalata al Contact center nazionale (tramite il numero verde 800 901010 o il portale www.Unar.it ), oppure rilevata dagli operatori e operatrici dello stesso Contact Center tramite i media o il web. " Non tutto però è stato fatto e molto altro ancora possiamo fare " - ha dichiarato l´assessora Cerutti che poi ha continuato - " È nostro compito pensare a come possiamo adeguare la Rete regionale antidiscriminazioni alle modifiche introdotte dalla legge Delrio garantendone l’operatività e la continuità necessaria senza disperdere le competenze professionali maturate finora; dobbiamo far conoscere il lavoro che i Nodi stanno svolgendo sul territorio; dobbiamo elaborare linee, uniformare i servizi offerti all’utenza e facilitare il lavoro di operatori e operatrici dei Nodi fornendo alcune procedure standard di azione; dobbiamo organizzare attività di formazione e aggiornamento tematiche e metodologiche per operatrici e operatori della Rete antidiscriminazioni. Ma non ci possiamo fermare qui perché dobbiamo lavorare per i diritti e contro le discriminazioni anche sotto il profilo culturale e quondi dobbiamo necessariamente avviare una collaborazione con l’Ordine dei giornalisti per la realizzazione di attività formative in materia antidiscriminatoria e con le organizzazioni sindacali e datoriali per la realizzazione di attività formative in materia antidiscriminatoria, anche a partire da quanto previsto dal protocollo d’intesa nazionale sottoscritto il 19 maggio 2010 tra Unar e parti sociali ".  
   
   
WELFARE PUGLIESE. VENDOLA: "IN DIECI ANNI COSTRUITO INFRASTRUTTURAZIONE"  
 
 Bari, 15 dicembre 2014 - “Il nodo dei tagli non è un problema della Puglia, è un problema di tutte le regioni che dovranno registrare l’entità del taglio che è programmato con la manovra di bilancio del governo nazionale”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola partecipando alla terza Conferenza regionale delle politiche sociali “Il welfare pugliese sotto la lente” svoltosi l’11 dicembre a Bari presso il Padiglione 129 della Fiera del Levante. “I tagli – ha spiegato Vendola – sono quantitativamente così giganteschi che rischiano di essere veramente un colpo durissimo ai servizi sociali e alla rete della protezione nei confronti dei soggetti più poveri. È una nostra grande preoccupazione. Penso che contro la crisi economica bisogna rilanciare il welfare, bisogna fare e inventare le politiche attive per il lavoro. Non è possibile vedere il territorio devastato: mancano i cantieri della messa in sicurezza, che potrebbero essere cantieri che danno il lavoro e recuperano sistemi che oggi sono fragili, devastati e bucati”. Secondo il Presidente della Regione Puglia “occorre accompagnare le persone, da quando nascono fino alla più tarda età, con una rete di servizi sociali. Le persone non possono essere abbandonate. La crisi economica ha bisogno del pubblico, che irrobustisca il presidio nei confronti degli individui. I vecchi abbandonati, i bambini poveri, le famiglie alla deriva sono la geografia di un’Italia che sta precipitando dentro un buco nero. La politica non può accettare che questo sia considerato il costo naturale delle politiche dell’austerity che bisogna fare. Bisogna contrastare Junker, bisogna contrastare la Commissione europea, bisogna andare contro quei mercati finanziari che sono organizzazioni lobbistiche, violente, con le loro ipoteche sulla democrazia. Dobbiamo difendere i diritti delle persone: i diritti ad avere un reddito, un lavoro, il diritto all’istruzione, ad essere curati, il diritto a non essere abbandonati. “Avremmo bisogno davvero di pensare ad una evoluzione del welfare – ha aggiunto Vendola - che renda le persone non dipendenti dai servizi sociali a vita, ma indipendenti e, relativamente alle loro possibilità, autonome per avere progetti di vita autonomi. La povertà senza nessun ammortizzatore sociale è un fattore di rischio per la tenuta della democrazia. La povertà senza reti protettive è una minaccia nei confronti della convivenza perché questa dimensione, questa quantità di povertà muta il rapporto dentro la società tra i diversi soggetti sociali. La povertà è la precondizione delle derive autoritarie”. “Noi – ha concluso il Presidente - dobbiamo lavorare per irrobustire il nostro modello di welfare e le scelte che abbiamo fatto in questi anni. Dieci anni di infrastrutturazione sociale che non ha comparazioni nella storia d’Italia. Dieci anni passati ad inventarci cose che non c’erano, a trasformare un deserto, quale era la Puglia, in un luogo decentemente e territorialmente coperto dal punto di vista delle infrastrutturazioni sociali. Ma non ci si salva rinchiudendosi in una piccola patria. La Puglia non si salva dalla crisi mondiale, noi oltre a fare quello che possiamo fare per mettere in campo una rete sempre più moderna di servizi sociali e di politiche attive per il lavoro sempre più coraggiose, dobbiamo sentirci parte di un movimento di contestazione. L’europa sta morendo di austerity, noi vogliamo che l’Europa continui a vivere e che l’idea proprio di Europa coincidesse con un modello di benessere della vita delle persone”.