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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Giugno 2015
DOMBROVSKIS SUL NUOVO SERVIZIO DI SOSTENERE LA RIFORMA STRUTTURALE DELLA COMMISSIONE UE  
 
Bruxelles, 17 giugno 2015 – Di seguito l’intervento del vicepresidente Ue Dombrovskis sul nuovo servizio di sostenere la riforma strutturale della Commissione: “ Buon pomeriggio, Per quanto riguarda il Collegio di oggi, il presidente Juncker interrogato Collegio il gioco allo stato per quanto riguarda i negoziati con la Grecia. Commissario Avramopoulos informato e ci ha interrogato il Consiglio dei ministri della Giustizia e dell´Interno e le proposte della Commissione per la migrazione. Per quanto riguarda sulle decisioni prese, la Commissione ha adottato due decisioni. In primo luogo, sul piano d´azione sulla corretta ed efficace tassazione e Pierre elaborerà su questo più tardi. E oggi, il Collegio ha deciso di istituire un nuovo servizio, il ´Servizio di sostenere la riforma strutturale´. Parlerò il primo punto, il servizio di riforma strutturale, dal momento che sarà responsabile del coordinamento il suo lavoro a favore del presidente. Il nuovo servizio sarà specializzata in assistenza tecnica a favore degli Stati membri per assisterli nell´attuazione delle riforme amministrative e strutturali che promuovano la crescita. Essa si baserà sulle competenze e il know-how della Task Force per la Grecia e il Gruppo di sostegno per Cipro, tra gli altri. Winding giù e ri-creazione di tali gruppi di volta in volta, come per la Grecia o Cipro, si traduce in una importante perdita di competenze, know-how pratico ed efficienza. Questo è il motivo per cui, data la riforma sfida avanti, abbiamo deciso di creare un permanente, ma molto flessibile, la capacità in seno alla Commissione con un mandato più ampio, offrendo competenza su misura e il supporto tecnico pratico per qualsiasi Stato membro che ne faccia richiesta. Il nuovo servizio si baserà sul patrimonio di competenze provenienti da tutta la Commissione, gli Stati membri e gli organismi internazionali. Fornirà sostegno pratico e guida per attuare le riforme chiave, in particolare quelle di cui le nostre raccomandazioni specifiche per paese, che abbiamo proposto su 13May. Ad esempio, l´assistenza tecnica sarà offerto per aiutare gli Stati membri ad assorbire e utilizzare in modo efficace i fondi comunitari, sulla base dei buoni risultati che abbiamo avuto in passato con questo tipo di assistenza. Essa offrirà anche supporto, nelle aree di: Gestione delle entrate e della gestione delle finanze pubbliche; Migliorare il contesto imprenditoriale e aiutare le imprese; Contribuire a facilitare e promuovere le esportazioni; Assistenza in materia di occupazione, l´inclusione sociale e della salute pubblica; Lo sviluppo di efficienti, orientate al servizio delle amministrazioni pubbliche moderne e le pratiche in materia di appalti pubblici; Stato effettiva del diritto e la lotta contro la corruzione. Il nuovo servizio sarà ospitata presso il Segretariato generale e inizierà il suo lavoro sul 1 ° luglio. Vorrei ora invitarvi Pierre a delineare un´altra decisione odierna College, l´adozione del piano d´azione per la corretta ed efficace tassazione aziendale nell´Ue. Grazie.  
   
   
TRASPARENZA DELL´IMPOSTA SULLE SOCIETÀ: PARTE LA CONSULTAZIONE PUBBLICA DELLA COMMISSIONE UE  
 
Bruxelles, 18 giugno 2015 - La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sulla trasparenza dell´imposta sulle società nell´Unione, con la quale intende appurare se il fatto di obbligare le società a una maggiore trasparenza sulle imposte che pagano possa aiutare a contrastare l´elusione fiscale e le pratiche fiscali aggressive nell´Unione. Ad esempio, si potrebbero obbligare le società a dichiarare le imposte che pagano in ciascun paese in cui operano. La lotta contro l´elusione fiscale da parte delle società è una delle prime priorità dell´attuale Commissione. La consultazione rientra nel più ampio piano d´azione su una tassazione delle società equa ed efficiente, presentato anch´esso in data odierna. Il lavoro della Commissione s´iscrive nella scia dell´impegno, assunto dai leader del G20, di allacciare tra le amministrazioni tributarie un libero scambio di informazioni sulle grandi multinazionali, compresa la rendicontazione paese per paese (Cbcr). Attualmente alcune società generano utili ingenti nel mercato unico, ma pagano poco o nulla in tasse nell´Ue. Grazie alla loro presenza in diverse giurisdizioni, alcune multinazionali possono portare avanti una pianificazione fiscale aggressiva e sfruttare a loro vantaggio le incongruenze tra i diversi paesi e le lacune giuridiche. Ricorrono a strutture societarie complesse, pratica che spesso penalizza le piccole e medie imprese (Pmi) e che rischia di falsare la concorrenza, penalizzare i concorrenti più piccoli e mettere le une contro le altre le società dell´Ue e quelle extraunionali nel mercato unico. Attualmente vigono obblighi di trasparenza, sotto forma di rendicontazione paese per paese, per le banche, a norma della quarta direttiva sui requisiti patrimoniali (Crd Iv) (Ip/14/1229), e per le grandi industrie estrattive e forestali, a norma della direttiva contabile (Ip/11/1238, Memo/13/540). Scopo della consultazione che si apre oggi è appurare se l´estensione di tali obblighi di informazione pubblica alle multinazionali attive in altri settori possa aiutare a contrastare l´elusione fiscale. Obbligare le società a comunicare, alle amministrazioni tributarie o al pubblico in generale tramite relazioni annuali, maggiori informazioni sulla loro posizione fiscale aiuterebbe a far luce sulle pratiche fiscali dannose. È altresì possibile che una maggiore trasparenza spinga le imprese a pagare la propria parte di tasse nel paese in cui realizzano utili e che incoraggi gli Stati membri a intervenire ai fini di una maggiore efficienza e equità della concorrenza fiscale. Ma obbligare a una maggiore trasparenza senza offrire tutele sufficienti può anche comportare il rischio che siano divulgate informazioni commerciali sensibili, con possibile danno per le società, in particolare se i concorrenti extra-Ue non sono tenuti a seguire la stessa linea. Per stabilire se siano necessarie ulteriori iniziative si dovranno ponderare attentamente tutti questi fattori. Contesto Il piano d´azione della Commissione su un sistema di tassazione delle imprese più equo, presentato oggi, intende riformare la fiscalità delle imprese nell´Ue. Prevede una serie di iniziative volte a contrastare l´elusione fiscale, garantire entrate sostenibili e promuovere un migliore contesto imprenditoriale nel mercato unico. Insieme, queste misure miglioreranno sensibilmente il contesto fiscale delle imprese nell´Ue rendendolo più equo, più efficiente e più favorevole alla crescita. Nel settembre 2013 anche il G20 ha approvato un piano d´azione volto a garantire che gli utili siano tassati nel luogo in cui sono generati. Inoltre, l´Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (Ocse) sta coordinando i lavori per contrastare l´erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (Beps). L´iniziativa Beps, non vincolante per gli Stati membri, formula raccomandazioni volte a migliorare la trasparenza, tra cui l´obbligo per le imprese multinazionali d´informare le amministrazioni tributarie secondo la rendicontazione paese per paese (Cbcr).  
   
   
DOMANDE E RISPOSTE SUL PIANO D´AZIONE PER UN SISTEMA FISCALE PIÙ EQUO SOCIETÀ NELL´UNIONE EUROPEA  
 
 Bruxelles, 18 giugno 2015 - La Tassazione delle società nell´Ue dovrebbe essere riformato in profondità. I sistemi fiscali applicabili alle società dei paesi europei sono stati progettati nel 1930, in un momento in cui il commercio tra i paesi erano più piccole, dove i modelli di business erano più semplici e che i prodotti erano di beni materiali. Attività economica è cambiata, il sistema fiscale deve anche evolversi. Le norme attuali non sono più adatti sono ora ad affrontare un contesto economico globalizzato, digitale, mobile. Alcune aziende approfittano di questa obsolescenza e inefficienza di questo sistema per mettere in atto sofisticati accordi di pianificazione fiscale e pagano poco o niente tasse nell´Unione quando si rendono conto profitti sostanziali nel mercato unico . Questa evasione fiscale societaria rappresenta una perdita importante per gli Stati membri, aumenta la pressione fiscale sugli individui e distorce la concorrenza a danno delle imprese che pagano le loro quote. Essa mina anche la crescita e la competitività dell´Unione, gli Stati membri viene portato a impegnarsi forte concorrenza per attirare i loro profitti aziendali territorio o tenerli lì. In tal modo, ognuno di loro spesso riduce la capacità degli altri di raccogliere introiti legittimi o per favorire la tassazione favorevole alla crescita. Inoltre, le misure non coordinate contro gli abusi, presi unilateralmente dagli Stati membri al fine di proteggere la loro base imponibile, creano barriere per le imprese sul mercato unico e sono una fonte di controversie. La mancanza di coordinamento tra gli Stati membri in materia di tassazione delle imprese è anche la fonte di incertezza giuridica, la burocrazia e costi di adeguamento per le imprese e gli investitori. Serve obiettivo di un mercato unico europeo più forte e competitiva. È per questo che il piano d´azione definisce un insieme di breve, medio e lungo termine per la riforma fiscale delle imprese per rendere più equa, efficace e più favorevole alla crescita. Qual è lo scopo di questo piano d´azione? Il piano d´azione mira a stabilire un nuovo approccio alla tassazione delle imprese nella lotta dell´Ue contro l´evasione fiscale, assicurare entrate sostenibili e migliorare il contesto imprenditoriale nel mercato unico. Questo significa che: Le aziende dovrebbero pagare le tasse dove fanno i loro profitti. La tassazione dovrebbe essere più favorevole alla crescita, e non deve compromettere il proprio obiettivo la concorrenza fiscale tra i paesi per attrarre imprese. Il trattamento preferenziale di un paese non dovrebbe portare a perdite di fatturato per gli altri paesi. Le aziende che pagano le tasse onestamente non dovrebbero essere svantaggiati nella concorrenza che praticano l´evasione fiscale I paesi terzi non dovrebbero poter incoraggiare le imprese di trasferire i profitti al di fuori dell´Unione. Per raggiungere questi obiettivi, è necessaria modernizzazione delle norme fiscali applicabili alle imprese, e una cooperazione molto più stretta tra gli Stati membri sulle questioni fiscali delle imprese. Quali sono i principali elementi del piano d´azione? Il piano d´azione definisce cinque aree principali di azione che insieme si prevede di migliorare in modo significativo il regime fiscale delle imprese nell´Unione europea. Queste cinque aree di azione sono: 1. Riavviare il imponibile consolidata comune. Il piano d´azione illustra come la Commissione intende far rivivere il comune consolidata per le società imposta di base (Ccctb), con l´introduzione di alcune modifiche per meglio soddisfare le attuali priorità di tassazione delle imprese. La Ccctb, proposta dalla Commissione nel 2011, rappresenta una soluzione completa per la riforma sulle società. I negoziati per gli Stati membri su questo progetto, però, non hanno comportato, a causa della sua portata e ambizione. Tuttavia, vi è una chiara volontà di far rivivere la Ccctb, date le sue potenziali benefici. Lavorare per sviluppare una nuova proposta per l´istituzione progressiva di una base comune inizierà immediatamente. 2. Garantire equità fiscale in cui il reddito è guadagnato Il piano d´azione mira a ripristinare il collegamento tra la tassazione e il luogo di lavoro, eliminando la possibilità di trasferimento dei profitti e rivedere quando e dove un business dovrebbe essere imposta. La Commissione prenderà in esame varie misure con gli Stati membri al fine di garantire che le imprese attive nel territorio dell´Ue siano effettivamente tassati nell´Ue. Si prevede inoltre di migliorare il metodo di determinazione dei prezzi di trasferimento, la fissazione di limiti più severi sulle regimi fiscali preferenziali e armonizzare le regole per proteggere le basi imponibili nazionali. 3. Migliorare il contesto imprenditoriale Una riforma della fiscalità delle imprese in grado di promuovere la crescita e la competitività nell´Unione europea se offre agli investitori e alle imprese la stabilità, la certezza del diritto e sgravio amministrativo che cercano. Il piano d´azione prevede misure volte a rimuovere gli ostacoli fiscali nel mercato unico, che le aziende devono affrontare e rendono più semplice e più attraente per una società di espandere le sue attività oltre confini. 4. Aumentare la trasparenza La Commissione ha fatto migliorare la trasparenza del sistema fiscale nell´Unione una priorità per garantire la tassazione più equa e una lotta più efficace contro gli abusi. Nel mese di marzo 2015, ha presentato un ambizioso pacchetto su trasparenza fiscale , come un primo passo per migliorare il sistema di tassazione delle imprese. Il piano d´azione definisce i prossimi passi per rendere il sistema fiscale più trasparente, sia all´interno dell´Unione ei paesi terzi nei confronti. Esso prevede, in particolare, un approccio comune nei confronti di Stati e giurisdizioni non cooperative, a partire dalla creazione di una lista paneuropea dei paesi interessati. Inoltre, una consultazione pubblica sulla trasparenza fiscale dovrebbe essere avviato nel quadro della riflessione in corso sulla pubblicazione dei dati fiscali da parte delle imprese, che potrebbero ad esempio svolgersi in rapporti nazionali. 5. Migliorare il coordinamento nella Ue Per prevenire l´evasione fiscale, è essenziale che gli Stati membri cooperano tra di loro. Il piano d´azione descrive come gli attuali strumenti di cooperazione potrebbero essere migliorate e presenta alcune nuove idee su come sfruttare il potenziale dei gruppi esistenti. Accanto al piano d´azione, la Commissione ha adottato una decisione che proroga il lavoro della piattaforma sul buon governo nel settore fiscale , un gruppo che coinvolge autorità fiscali europee, le imprese e la società civile. La Commissione proporrà anche una riforma del gruppo "Codice di condotta" , che ha l´obiettivo di lottare contro la concorrenza fiscale dannosa nell´Unione europea (vedere la sezione su questo). Come il piano d´azione si articola con l´azione internazionale contro l´erosione della base imponibile e il trasferimento dei benefici? Le misure del piano d´azione sono allineati in larga misura sulle riforme proposte dall´Ocse nel suo progetto sulla erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (Beps), ma adattandoli le sfide e le esigenze dell´Unione. L´ue sostiene fermamente il progetto Beps, che mira a sviluppare soluzioni internazionali al problema del trasferimento dei profitti. Il miglioramento del quadro internazionale per la tassazione delle imprese sarà di grande beneficio dell´Unione. Tuttavia, è importante che tutti gli Stati membri di applicare tali riforme internazionali in modo coerente e che l´Ue adotti un approccio uniforme alla riforma della tassazione delle imprese, dal momento che 28 diversi approcci potrebbero influenzare il mercato unico. Le specifiche dell´Unione (libertà garantite dai trattati, il mercato unico, zona monetaria, legislazione vincolante) richiedono misure appositamente su misura. (I) Riavviare la base imponibile consolidata comune società (Ccctb) Perché la Commissione ha deciso di lanciare la Ccctb? La Ccctb, se adottata, potrebbe fornire una soluzione globale ai problemi attuali di tassazione delle imprese nell´Ue. Sarebbe di migliorare notevolmente il contesto imprenditoriale nel mercato unico, consentendo a questi ultimi di operare più facilmente ed economicamente in altri paesi dell´Unione. Inoltre, eliminando le attuali disparità tra i sistemi nazionali e stabilendo disposizioni comuni contro l´evasione fiscale, che potrebbe essere uno strumento efficace per prevenire l´evasione fiscale da parte delle imprese. I negoziati sulla proposta relativa Ccctb, presentato dalla Commissione nel 2011, sono attualmente in fase di stallo, in gran parte a causa delle dimensioni della proposta. Nel mese di novembre 2014, il presidente Juncker ha annunciato che la Commissione avrebbe guardato modi per rilanciare il progetto di sbloccare la situazione. Questa idea è stata accolta dagli Stati membri, i deputati, le imprese e molti altri gruppi, i vantaggi della Ccctb ampiamente riconosciuti. La Commissione ha quindi annunciato nel suo piano d´azione che presenterà entro 18 mesi una nuova proposta per rilanciare l´Ccctb. Essa intende proporre la graduale introduzione di una Ccctb obbligatoria. (Ii) Al fine di garantire equità fiscale in cui il reddito è guadagnato Perché la Commissione insiste, nel piano d´azione in materia di tassazione efficace dove i profitti sono fatti? Il principio fondamentale della imposta sulle società è che le aziende dovrebbero essere tassati dove fanno i loro profitti. Ma questo non è spesso il caso. Alcune aziende stanno facendo profitti significativi nel mercato unico, ma non pagano o poco fiscale nell´Unione. Essi stanno approfittando delle libertà garantite dal Trattato, di disparità tra paesi e alcune disposizioni studi legali fiscale europee[1] di trasferire i profitti da uno Stato membro all´altro o al di fuori dell´Unione, senza pagare le tasse. Gli Stati membri devono discutere in modo strutturato al fine di raggiungere un accordo su come garantire un´imposizione effettiva. Il piano d´azione pone le basi per la discussione e la Commissione valuterà quali sono possibili misure concrete per raggiungere questo obiettivo. Come andare avanti sugli aspetti internazionali della Ccctb in attesa della nuova proposta? Fino a quando la nuova proposta è sviluppato, il Consiglio deve continuare il suo lavoro su alcuni aspetti internazionali del progetto Beps relativa base imponibile comune. Un consenso su questi temi dovrebbe essere raggiunto entro 12 mesi ed essere reso giuridicamente vincolante. Così, le nuove norme internazionali del progetto Beps Ocse, essi saranno in serie al più presto a seguito di un approccio coerente. La Commissione ha intenzione di armonizzare le aliquote dell´imposta sulle società? La Commissione non intende interferire con il diritto sovrano degli Stati membri di determinare i loro aliquote fiscali. È tuttavia necessario garantire che i benefici generati nella Ue sono tassati all´interno dell´Ue e gli Stati membri di imporre imposte dovute dalle imprese. Diverse misure possono contribuire a raggiungere questo obiettivo, senza per armonizzare le aliquote dell´imposta sulle società nell´Ue. Il piano d´azione pone le basi per un dibattito sull´efficacia della tassazione nell´Unione, la maggioranza degli Stati membri reclama. Gli Stati membri dovrebbero discutere quello che vedono come un "efficace" sulle società nell´Unione e come arrivarci. Quali altre misure del piano d´azione rafforzerà il legame tra il luogo in cui le aziende fanno i loro profitti e quando vengono imposte? Il piano di azione prevede misure volte a migliorare l´attuale metodo di determinazione del prezzo di trasferimento e garantire che i regimi preferenziali non incoraggiano il trasferimento dei profitti. Circa il 70% di tutti i trasferimenti di profitti stanno giocando sui trasferimenti interni e la localizzazione della proprietà intellettuale aziendale (si veda la sezione sui prezzi di trasferimento). E ´quindi importante migliorare il modo in cui le aziende a determinare la loro prezzi di trasferimento e di garantire che le aliquote più basse applicate alla proprietà intellettuale (marchi e brevetti) sono legate al luogo in cui si svolge l´attività Ricerca e sviluppo (R & S). Che cosa significa il piano d´azione sulle preferenze fiscali? Alcuni regimi fiscali preferenziali consentono alle aziende di trasferire i profitti in un paese diverso da quello in cui si basano in realtà le loro attività, per approfittare di un minore carico fiscale. Si è constatato che le "scatole di brevetti" questi regimi fiscali favorevoli ai brevetti, specificamente applicabili ai redditi da proprietà intellettuale, erano particolarmente problematico in questo senso. Nel 2014, gli Stati membri hanno concordato un nuovo approccio non vincolante a "scatole di brevetti" al fine di creare una concorrenza fiscale più equa. In base a questo nuovo approccio, le aziende dovrebbero beneficiare di un´aliquota ridotta se la loro attività di R & è legata al paese che offre questo tasso. La Commissione fornirà agli Stati membri orientamenti su come attuare questo nuovo approccio e monitorare i progressi compiuti. Se, dopo 12 mesi, il nuovo approccio non viene applicata correttamente dagli Stati membri, la Commissione proporrà una normativa vincolante. Come vengono utilizzati i prezzi di trasferimento di trasferire i profitti e come si gestisce il piano d´azione questo? I prezzi di trasferimento sono i prezzi di beni e servizi venduti fra i soggetti giuridici all´interno dello stesso gruppo. In linea di principio, il prezzo di trasferimento deve corrispondere al prezzo di mercato, vale a dire il prezzo che sarebbe corrisposto nel quadro di operazioni con una parte indipendente. Questo è chiamato il "principio di condizioni di mercato". Tuttavia, è spesso estremamente difficile garantire che tale norma venga rispettata. Le aziende possono dare vari motivi, a volte artificiale, per cui hanno applicato un prezzo di un´operazione infragruppo e spesso, non esiste un prezzo di mercato rispetto al quale confrontare i loro prezzi di trasferimento, ad esempio nel caso di attività intangibile, commissioni di gestione o di premi di rischio. I prezzi di trasferimento sono uno degli strumenti principali che le multinazionali utilizzano per trasferire i loro profitti. Ad esempio, quando l´impresa madre si trova in un paese con alta tassazione, la sua filiale situata in un paese in cui l´aliquota fiscale è basso o pari a zero, si gonfiano l´importo che fattura per beni o servizi che fornisce. In questo modo l´intero gruppo di ridurre il proprio carico fiscale, riducendo i profitti in paesi con tassazione elevata (in quanto la casa madre deve pagare questi importi artificialmente gonfiato la sua controllata) e aumentando i profitti nel paese in cui il La tassazione è bassa o pari a zero (in cui ha sede la società controllata che riceve tali pagamenti). Il piano d´azione si propone di migliorare il quadro comunitario per i prezzi di trasferimento, per farlo funzionare in base alle realtà economiche e di modelli di business esistenti. La Commissione esaminerà con gli Stati membri le varie opzioni, tenendo conto delle nuove linee guida internazionali in materia. Trasparenza e un migliore accesso a prezzi comparabili sono due punti su cui il lavoro può già cominciare. Esempio Una società creata prezzi irragionevolmente alti per una tassa per i quali non esiste un mercato paragonabile. Richiede quindi altre società del gruppo che si basano in paesi con tassazione elevata, a pagare questa tassa in una filiale in un paese in cui la tassazione è bassa o nulla. Il gruppo riduce in tal modo i suoi profitti in paesi con tassazione elevata e aumento dei paesi con aliquote basse o pari a zero, permettendo così di ridurre in modo significativo la sua pressione fiscale complessiva. (Iii) Migliorare il contesto imprenditoriale Come può una riforma della tassazione delle imprese aiuto migliorare l´ambiente imprenditoriale? Qualsiasi riforma del sistema fiscale delle imprese dovrebbe concentrarsi sul miglioramento del contesto fiscale per le imprese. Adottando un approccio coerente di imposizione delle imprese, l´Unione eliminerebbe molti degli ostacoli fiscali, l´incertezza giuridica, i costi di conformità e la distorsione della concorrenza di fronte oggi molte aziende. La Ccctb (l´imponibile consolidata comune) è in primo luogo una iniziativa per le aziende. Una base imponibile comune permetterebbe alle imprese di calcolare i profitti di tutte le loro attività nell´Unione europea secondo un unico insieme di norme, invece di dover applicare a molte norme nazionali diverse. I costi amministrativi sono ridotti e che potevano trovare a fuoco su sviluppare il loro business, invece di dover riempire decine di forme. Il meccanismo di consolidamento, in combinazione con questa base comune, permetterà alle aziende di compensare le loro perdite e profitti in tutta l´Ue, consentendo loro di investire in modo più efficiente nel mercato unico. Il piano d´azione comprende anche altre misure specifiche volte a migliorare il mercato unico per le imprese fino a quando la Ccctb è a posto, compresi i migliori strumenti per la risoluzione delle controversie di doppia imposizione e l´iniziativa per consentire la compensazione transfrontaliera delle perdite. Le azioni contro l´evasione fiscale d´affari possono anche migliorare il mercato unico per milioni di imprese che non praticano la pianificazione fiscale aggressiva e non godono regimi fiscali dannosi giudicati. Questo creerà condizioni eque ed eliminare le distorsioni della concorrenza attualmente esistenti. L´adozione di un approccio comune europeo di imposizione delle imprese dovrebbe anche ridurre la concorrenza fiscale tra gli Stati membri. Saranno più liberi di concentrarsi sullo sviluppo di sistemi fiscali per la crescita e l´occupazione, a beneficio delle imprese. Quali conseguenze delle misure del piano d´azione che hanno per le Pmi? Le Pmi sarà tra i principali beneficiari delle misure per le imprese previste dal piano d´azione. Grazie alla base comune (consolidata) per l´imposta sulle società e altre misure di miglioramento ambientale per le imprese, piccole e medie imprese, soprattutto in fase di avvio, sarà più facile per crescere internazionale. Misure contro l´evasione fiscale dovrebbe anche fare di più l´ago della bilancia a favore delle piccole e medie imprese che potranno beneficiare di condizioni più eque e più eque di concorrenza. Il trasferimento internazionale di utili svantaggio piccole imprese che non hanno i mezzi per una pianificazione fiscale aggressiva. Gli studi dimostrano che le multinazionali pagano in media il 30% di tasse in meno rispetto ai loro concorrenti nazionali. I risultati aziendali di evasione fiscale in un deficit per i governi, che a volte tendono a compensare aumentando il carico fiscale sulle Pmi. La lotta contro l´evasione fiscale delle imprese, migliorare il contesto imprenditoriale, le Pmi dovrebbero beneficiare dell´Unione. Come il piano d´azione non consentire una maggiore crescita imposizione? La trasparenza della tassa favorisce la crescita. Inoltre, diverse azioni mirate elementi specifici della tassazione delle società che dovrebbero stimolare la crescita. La Commissione garantirà, per esempio, nella preparazione la nuova proposta per la Ccctb in quanto contribuisce al programma dell´Unione per la crescita e l´occupazione. Essa esaminerà in particolare il trattamento delle spese di ricerca e sviluppo e di come i costi di finanziamento di capitale sono trattati rispetto al finanziamento del debito attraverso l´unione dei mercati dei capitali. (Iv) Aumentare la trasparenza Quali misure previste nel piano d´azione per migliorare la trasparenza? Nel mese di marzo 2015, la Commissione ha presentato un ambizioso pacchetto sulla trasparenza fiscale (Ip / 15/4610). Lei ha definito misure per incoraggiare gli Stati membri a comunicare più apertamente dei loro sistemi fiscali aziendali e costringono le imprese ad essere più responsabili delle loro pratiche fiscali. Il piano d´azione presentato oggi è questa ambizione oltre e mira ad aumentare la trasparenza per quanto riguarda i paesi al di fuori dell´Unione. Esso prevede, in particolare, una maggiore cooperazione e lo scambio di informazioni tra gli Stati membri per quanto riguarda il loro approccio a Stati e territori non cooperativi per rafforzare la posizione dell´Unione europea nei confronti dei paesi che incoraggiano pianificazione fiscale aggressiva. Il pacchetto sulla trasparenza ha anche annunciato che la Commissione avrebbe lanciato una valutazione d´impatto sulla possibile creazione di un obbligo per le aziende di pubblicare i loro dati fiscali. La Commissione ha avviato oggi una consultazione pubblica per raccogliere opinioni sulla questione. La Commissione intende proporre per obbligare le imprese a nuovi requisiti di trasparenza? La Commissione ha avviato oggi una consultazione pubblica sulle possibili requisiti per la pubblicazione di obblighi di informazione multinazionali. Questa consultazione è parte del lavoro in corso della Commissione di valutare l´opportunità di richiedere la pubblicazione da parte delle imprese di alcune informazioni fiscali. Tali requisiti di trasparenza già imposti alle banche nell´ambito della direttiva sui requisiti di capitale "Crd Iv" (Ip / 14/1229), così come le grandi aziende nelle industrie estrattive e logging nell´ambito della direttiva contabile (Ip / 11/1238), in rapporti di forma di paese. L´estensione di questi obblighi di comunicazione alle multinazionali di tutti i settori potrebbe contribuire a impedire loro di praticare l´ottimizzazione fiscale aggressiva, sottoponendoli a un esame più attento pubblico. Tuttavia, prima potrebbe essere presa una decisione in merito alla fattibilità di tali misure ambiziose, la Commissione valuterà con attenzione gli obiettivi, benefici, rischi e le garanzie necessarie. La consultazione pubblica durerà 12 settimane e verrà preso in considerazione le risposte da parte della Commissione per decidere i prossimi passi. La Commissione ha quindi ha pubblicato un elenco di Stati e giurisdizioni non cooperative e come questo è stato stabilito lei? Questa lista paneuropea di Stati non cooperativi o territori terzi consentirà agli Stati membri di confrontare le loro liste nazionali di modo semplice e trasparente. Non è la Commissione che ha deciso che i paesi devono essere inclusi. Ha semplicemente inoltrato le decisioni prese a livello nazionale, la sua lista è una raccolta di liste nere degli Stati membri. La "Top 30" degli Stati e giurisdizioni non cooperative [2] è composta da paesi sulle liste nere di almeno 10 Stati membri. L´obiettivo finale è che l´Ue adotti un approccio comune per definire gli stati e giurisdizioni non cooperative e perseguirle. Nel corso delle discussioni con gli Stati membri sulle loro liste nere, è chiaro che ogni utilizzati criteri diversi per determinare quali paesi di includere nella lista e che ognuno ha preso (se del caso) delle varie misure nei loro confronti . Gli Stati membri ha chiesto un approccio europeo per combattere le minacce esterne alla loro basi imponibili. Per i profitti generati nella Ue sono tassati in modo efficace, hanno bisogno di misure comuni per impedire il trasferimento di tali benefici al di fuori dell´Unione. Un approccio comune europeo avrà più peso di un mosaico di sistemi nazionali e impedire alle imprese coinvolte in accesso evasione fiscale a Stati e territori non cooperativi sfruttando le vulnerabilità in diversi sistemi nazionali. Gli Stati membri dell´Ue si sono impegnati a garantire la trasparenza, scambio di informazioni e leale concorrenza fiscale (codice di condotta in materia di tassazione delle imprese). Quali sono i prossimi passi per la creazione di un approccio europeo nei confronti di Stati e giurisdizioni non cooperative? La pubblicazione di un elenco Ue di stati e territori non cooperativi è un primo passo importante verso la creazione di una strategia europea coerente in questo settore. Per il passo successivo, la Commissione raccomanda agli Stati membri (all´interno del gruppo "Codice di condotta") vagliare paesi e territori elencati nella "Top 30", al fine di sviluppare una risposta europea adeguata. Il lavoro del gruppo "Codice di condotta" in passato hanno dato risultati positivi su alcuni paesi terzi. Svizzera, per esempio, ha accettato di abrogare alcuni dei suoi regimi fiscali dannosi al termine dell´esame effettuato dal gruppo "Codice di condotta". (V) Migliorare il coordinamento Quali misure sono previste per migliorare il coordinamento tra gli Stati membri in tassazione delle imprese? Il piano d´azione sottolinea la necessità di un migliore coordinamento tra gli Stati membri al fine di garantire un sistema fiscale più equo e più efficiente all´interno dell´Unione. Tutte le azioni previste comprendono elementi che contribuiscono a promuovere la cooperazione, la trasparenza e un approccio comune tra le autorità nazionali al fine di creare una solida base per la tassazione delle società comunitario. Ci sono attualmente diversi strumenti per garantire il coordinamento tra gli Stati membri in materia di imposte sulle società. Questi strumenti potrebbero essere meglio utilizzate, e il piano d´azione descrive come raggiungerlo. Offre audit congiunti, costituiti ad amministrazioni nazionali in una verifica multinazionale. Le autorità nazionali sarebbero così un migliore accesso alle informazioni ed essere in grado di ottenere una panoramica delle pratiche fiscali di una società all´interno dell´Unione. Il piano d´azione propone anche di riformare i principali gruppi che parlano di questioni fiscali dell´Unione. Il gruppo "Codice di Condotta" e la piattaforma sulla buona governance in materia fiscale hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo della politica fiscale dell´Unione. Tuttavia, è necessario rivedere il loro funzionamento in modo che rimangano pertinenti ed efficaci. Qual è il codice di condotta in materia di tassazione delle imprese e perché dovrebbe essere riformato? Gli Stati membri si sono impegnati a rispettare un codice non vincolante di condotta in materia di tassazione delle imprese, che stabilisce i criteri per valutare se le misure fiscali nazionali creano una concorrenza dannosa. Tale valutazione è eseguita dal gruppo "Codice di condotta", che è composto da rappresentanti degli Stati membri. Negli ultimi anni, il codice ha perso la sua efficacia nella lotta contro i regimi fiscali dannose. Questo è, in primo luogo, il fatto che i criteri della non più idoneo codice per valutare alcuni sistemi fiscali moderni e complessi e, in secondo luogo, il fatto che il gruppo "codice di condotta" non ha sufficientemente ampio mandato per agire efficacemente. La Commissione presenterà una proposta di riforma del codice di condotta per consentirgli di agire più efficacemente far fronte a situazioni contemporanee di concorrenza fiscale dannosa. Ciò comprende l´ampliamento del mandato del gruppo e cambiare i suoi metodi di lavoro. Il gruppo "Codice di Condotta" dovrebbe essere coinvolto nella considerazione di situazioni di concorrenza fiscale dannosa nei paesi terzi, come parte di un approccio europeo nei confronti di Stati e giurisdizioni non cooperative.  
   
   
LA COMMISSIONE UE ACCOGLIE CON FAVORE UN ACCORDO SUL MIGLIORAMENTO DELLA TRASPARENZA DI TALUNE OPERAZIONI FINANZIARIE NEL SETTORE BANCARIO OMBRA  
 
Bruxelles, 18 giugno 2015 - La Commissione europea accoglie con favore l´accordo politico di ieri sulla proposta di regolamento sulla segnalazione e la trasparenza delle operazioni di finanziamento tramite titoli (noto come Sftr). L´accordo segue negoziati tra la Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio dell´Unione europea per trovare un terreno comune sul regolamento. La proposta di regolamento mira ad aumentare la trasparenza di alcune operazioni nel settore bancario ombra per evitare che le banche eludere altre norme spostando le attività al settore bancario ombra. L´accordo di oggi migliorerà significativamente la trasparenza delle operazioni di finanziamento in titoli e contribuire a individuare i rischi e la loro grandezza. Operazioni di finanziamento tramite titoli (Sft) consentono agli operatori di accedere ai finanziamenti garantiti, cioè di utilizzare le risorse per garantire il finanziamento delle loro attività. Ciò comporta lo scambio temporaneo di beni a garanzia di una operazione di provvista (ad esempio, il prestito o il prestito di titoli, riacquisto o operazioni temporanee di riacquisto, acquistare, rivendere o vendere-riacquistare operazioni, o le operazioni di marginazione). " L´accordo di oggi rappresenta un importante passo avanti nel portare trasparenza nei mercati di finanziamento tramite titoli ", ha detto Jonathan Hill, commissario europeo responsabile per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e Capital Markets dell´Unione. " Queste attività sono importanti per il finanziamento dell´economia e il giusto tipo di supervisione sarà più facile per monitorare e valutare i rischi . " L´adozione formale della proposta è prevista entro la fine dell´anno.  
   
   
ROSSI A PARLAMENTO UE: "SU POLITICHE COESIONE RIVEDERE ATTRIBUZIONE FONDI A REGIONI"  
 
 Firenze 18 giugno 2015 – Attribuire meglio i fondi di coesione, rivedere i parametri e le statistiche arretrate che oggi determinano ingiustizie fra le Regioni, svincolare la quota di cofinanziamento regionale dal patto di stabilità, ruolo più forte delle Regioni nel piano Juncker. Queste le principali richieste del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che ieri in qualità di vicepresidente della Crpm (conferenza delle regioni periferiche e marittime) ha partecipato al meeting al Parlamento Europeo del Comitato per lo Sviluppo Regionale. Rossi ha portato all´attenzione del Parlamento Europeo le richieste delle 160 regioni, che rappresentano 200 milioni di abitanti europei, che aderiscono alla Crpm. "La crisi - ha avvertito il presidente della Toscana - ha accentuato le disparità regionali, generando un nuovo paradigma "centro contro periferia". A questo si aggiunge il paradosso per il quale l´attuale distribuzione dei fondi per le politiche di coesione è basato sul Pil regionale e su statistiche arretrate, precedenti alla crisi". "Vi sono inoltre - ha aggiunto Rossi - altri elementi, come la "Condizionalità", una sorta di "compiti a casa", che vanno rivisti". Rossi ha richiamato con forza l´attenzione sull´opportunità di un riequilibrio delle risorse. "Attenzione – ha detto – a concentrare le risorse solo sulle aree più forti, trascurando le aree rurali e le piccole e medie città che sono l´ossatura dell´Europa". E in proposito ha annunciato che la Crpm ha costituito una "task force sugli indicatori", con l´obiettivo di lavorare sul tema e condividere le informazioni, aggiungendo che "condivideremo i risultati entro dicembre". Il presidente della Regione Toscana e vicepresidente della Crpm, ha anche chiesto di svincolare la quota di cofinanziamento regionale dei Fondi di coesione dal patto di stabilità. "Noi in Toscana cofinanziamo i fondi europei per 62 milioni all´anno, una somma che in un settennato diventa oltre 400 milioni. Se queste risorse fossero svincolate dal patto di Stabilità potremmo usarle per incentivare l´economia attraverso una accorta politica di investimenti". Infine Rossi ha chiesto che siano accresciuti i margini di intervento delle Regioni in relazione al Piano Juncker e che i fondi siano allocati con una politica di concertazione delle Regioni.  
   
   
ELEZIONI IN TOSCANA: DECADE LA GIUNTA CON PROCLAMAZIONE ELETTI. PRIMA SEDUTA DI CONSIGLIO IL 25 GIUGNO  
 
 Firenze 18 giugno 2015 – La Corte di appello di Firenze ha comunicato ieri la lista dei 40 eletti in Consiglio regionale, dopo aver analizzato i verbali delle quasi quattromila sezioni della Toscana. Con la proclamazione degli eletti il risultato delle urne diventa ufficiale. Decade la vecchia giunta e il presidente della Toscana eletto, Enrico Rossi, assomma a sé tutte le deleghe fino alla nomina della nuova giunta, che sarà di otto assessori: due in meno rispetto all´attuale legislatura. Dal Consiglio hanno già comunicato che la prima seduta del consiglio sarà la mattina di giovedì 25 giugno. Lo statuto concedeva dieci giorni di tempo dalla proclamazione degli eletti: ne saranno utilizzati di meno. Rossi presenterà al consiglio nell´occasione la nuova giunta e il programma. La nuova assemblea di quaranta consiglieri, oltre al presidente Rossi, sarà composta da 24 esponenti del Partito democratico che costituiscono la maggioranza di governo. Sedici seggi spettano alle opposizioni: 6 alla Lega Nord, 5 al Movimento Cinque Stelle, 2 ciascuno a Forza Italia e Sì Toscana, 1 seggio a Fratelli d´Italia. Gli eletti del Pd sono: Antonio Mazzeo (Pisa), Vincenzo Ceccarelli (Arezzo), Stefania Saccardi (Firenze 1), Alessandra Nardini (Pisa), Andrea Pieroni (Pisa), Eugenio Giani (Firenze 1), Stefano Scaramelli (Siena), Stefano Baccelli (Lucca), Ilaria Giovannetti (Lucca), Gianni Anselmi (Livorno), Lucia De Robertis (Arezzo), Francesco Gazzetti (Livorno), Simone Bezzini (Siena), Fiammetta Capirossi (Firenze 2), Serena Spinelli (Firenze 2), Federica Fratoni (Pistoia), Marco Niccolai (Pistoia), Monia Monni (Firenze 4), Paolo Bambagioni (Firenze 4), Giacomo Bugliani (Massa Carrara), Enrico Sostegni (Firenze 3), Nicola Ciolini (Prato), Leonardo Marras (Grosseto), Ilaria Bugetti (Prato). Chi sarà eventualmente nominato assessore dovrà dimettersi da consigliere e il suo posto sarà preso dal primo dei non eletti. La Lega Nord porta in consiglio il candidato presidente Claudio Borghi, Manuel Vescovi, Elisa Montemagni (Lucca), Roberto Salvini (Pisa), Marco Casucci (Arezzo) e Jacopo Alberti (Firenze 1). Roberto Salvini è il consigliere anziano a cui spetterà convocare la prima seduta di consiglio. Entrano per il Movimento Cinque Stelle il candidato presidente Giacomo Giannarelli, Irene Galletti (Pisa), Enrico Cantone (Livorno), Gabriele Bianchi (Lucca), Andrea Quartini (Firenze 1). Il gruppo di Forza Italia sarà composto dal candidato presidente Stefano Mugnai e dal consigliere Marco Stella (Firenze 1). Sì Toscana a Sinistra sarà rappresentata dal candidato presidente Tommaso Fattori e da Paolo Sarti (Firenze 1), mentre Fratelli d´Italia dal consigliere regionale Giovanni Donzelli (Firenze 1).  
   
   
TOSCANA: REGIONALI 2015, ON LINE L´ANALISI DEL VOTO A CURA DELL´UFFICIO ELETTORALE  
 

Firenze, 18 giugno 2015 - Affluenza in calo (e si sapeva). Ma in calo anche i voti solo per i soli candidati presidenti, con l´unica eccezione di Lamioni (candidato di Ncd e Udc) e Chiurli (Democrazia diretta) che rispetto alle liste che li appoggiavano raccolgono il 9,07 e 8,34% di voti esclusivi. Gli altri si fermano tutti attorno al 3 per cento. Sono alcuni dei numeri e delle curiosità che emergono dall´analisi tecnica delle consultazioni elettorali che ci sono state il 31 maggio 2015, curato dall´ufficio elettorale della Regione. Sta tutto in una pubblicazione di quarantadue pagine scaricabile dalle pagine del sito istituzionale, con raffronti con le regionali del 2010 (e in qualche caso con le europee e le politiche fino al 2005), sintesi toscane e dettagli su ciascuna delle tredici circoscrizioni. Al voto un toscano su due - Si parte dall´affluenza, in calo mediamente di oltre il 12 per cento e a Prato e a Firenze addirittura del 15,7 e 15,8 per cento. Alla fine ha votato il 48,28%: cinque anni fa era andato alle urne il 60,7 per cento. Una fuga dalle urne comune a tutta Italia. Voti ai presidenti - In calo anche i voti solo ai candidati presidente, ben oltre quello dell´affluenza in cabina elettorale. Alle regionali del 2010 erano stati circa 248 mila: il 31 maggio sono stati 40.893, con una media del 3 per cento (e senza differenze troppo accentuate tra provincia e provincia) rispetto alle percentuali di cinque anni fa che viaggiavano http://www.Consiglio.regione.toscana.it/ufficio-stampa/comunicati/comunicati.aspxtra il 10 e il 30 per cento. Rossi (centrosinistra) ne raccolse 133.511 (il 12,6%), mentre tre settimane fa sono stati 19.291 (il 2,94%) i voti degli elettori che lo hanno scelto ma non hanno indicato sulla scheda alcun partito. A Chiurli e Lamioni le percentuali più alte di tutti: 9,07 e 8,34 per cento. Più schede nulle - Nell´analisi salta agli occhi anche l´aumento delle schede nulle: 50.876, oltre 11 mila in più rispetto al 2010 nonostante che i toscani che votarono furono allora assai più numerosi. In percentuale pesano il 3,53 per cento, contro al 2,17 delle precedenti consultazioni. >>>Regionali e confronti. L´analisi del voto del 31 maggio 2015 http://www.Regione.toscana.it/documents/10180/1059524/
fascicolo+elezioni+regionali+2015.pdf/08720be0-1dc1-4239-83d1-8fdab9584f20

 

  

 
   
   
ASSESTAMENTO BILANCIO IN LOMBARDIA: RISORSE MESSE IN DIVERSI SETTORI  
 
Milano, 18 giugno 2015 - "Mentre il Governo Renzi taglia e tassa a più non posso la Regione Lombardia nell´assestamento di bilancio mette risorse importanti per tante operazioni. Per esempio abbiamo messo 50 milioni per l´acquisto di nuovi treni perché vogliamo dare la massima attenzione ai nostri pendolari. Abbiamo messo altri 18 milioni per la protezione civile e la sicurezza del territorio, altri 9 milioni per interventi contro il dissesto idrogeologico. Ci sono poi 9 milioni di euro per potenziare il settore turistico, che qui in Lombardia ha dei margini molto importanti, e ci sono altri 8,5 milioni per la cultura. Sono tutte risorse importanti che si vanno ovviamente ad aggiungere a fondi già esistenti". Lo ha spiegato l´assessore regionale all´Economia, Crescita e Semplificazione Massimo Garavaglia, presentando in Sala stampa a Palazzo Lombardia l´assestamento del bilancio. "Siamo riusciti a fare tutto questo - ha rivendicato l´assessore Garavaglia - nonostante la drammatica situazione dei conti pubblici italiani così, mentre da una parte il debito pubblico italiano ha raggiunto il massimo record storico, dall´altra la Lombardia riesce a mettere risorse importanti per aiutare i cittadini, per sostenere la cultura ed il turismo, per comprare nuovi treni e per proteggere e mettere in sicurezza il territorio".  
   
   
FIRENZE, BILANCIO PREVISIONE METROCITTÀ: GARANTIRE SICUREZZA NELLE SCUOLE E SULLE STRADE  
 
Firenze, 18 giugno 2015 - Garantire sicurezza nelle scuole superiori e sulle strade, funzioni strategiche rimaste in capo alla Città Metropolitana di Firenze, il cui Consiglio ha avviato ieri la discussione sulle linee guida del bilancio preventivo 2015 a fronte di un taglio di risorse, deciso dal Governo, pari a 21 milioni di euro. La cifra è peraltro destinata a diventare più del doppio nei prossimi due anni. “Nonostante i conti in ordine dell´ex Provincia, i mutui praticamente azzerati, la pressione fiscale bassissima per l´imposta di trascrizione dei veicoli, l´altrettanto bassa la spesa per il personale e nessun sforamento del Patto di stabilità , sulla Metrocittà gravano in modo paradossale tagli insostenibili - ha detto stamani il Vice Sindaco metropolitano e Sindaco di Empoli Brenda Barnini, delegata al Bilancio - che potrebbero comportare anche la paralisi del nuovo ente. Non possiamo permettercelo – ha continuato Barnini, che presiedeva l´Assemblea - Su due funzioni strategiche come viabilità ed edilizia scolastica noi dobbiamo garantire sicurezza tanto ai cittadini sulle strade quanto ai ragazzi che vanno nelle nostre scuole superiori”. La Città Metropolitana, forte dei conti in ordine, “ha armi di discussione e contrattazione con il Governo, confronto che il Sindaco Nardella ha già portato avanti nei mesi scorsi ottenendo una riduzione del taglio". Rimane aperto il confronto con la Regione Toscana sull´attribuzione delle funzioni. Risposte parziali sono venute del decreto del Governo, peraltro non ancora pubblicato, sugli Enti locali. Se da una parte “si andrà a ridurre al massimo la galassia di piccoli contributi a varie associazioni ed enti che la ex Provincia sosteneva e si analizzeranno tutte le voci per mettere in campo tutto il risparmio possibile e non riprodurre una spesa corrente fine a se stessa, dall´altra dobbiamo dotarci di un strumento finanziario che ci rimetta in linea con le altre Città Metropolitane in Italia che partono da una condizione finanziaria più vantaggiosa, dunque assai diversa da quella da cui partiamo noi. Dobbiamo esplorare con franchezza possibilità e soluzioni, con il pieno coinvolgimento dei Sindaci del territorio”. L´obiettivo della Città Metropolitana, conclude Barnini, "deve essere quello di aumentare il più possibile la sua capacità d´investimento e rappresentare davvero un volano di sviluppo. La Città Metropolitana, rispetto alla ex Provincia, è riuscita ad azzerare i costi della politica; ora però deve dimostrare di saper rispondere ai bisogni del territorio e migliorare i servizi".  
   
   
LIGURIA: TOTO-NOMINE ASSESSORI PRIVI DI FONDAMENTO  
 
Genova, 18 Giugno 2015 - Nessuno più di noi può comprendere l´esigenza giornalistica di fare pronostici sui nomi dei futuri assessori del nuovo governo regionale. A seguito delle continue indiscrezioni che si leggono insistentemente sui giornali precisiamo, però, che tutte le indiscrezioni sul cosiddetto "toto-nomine" della giunta regionale sono da considerarsi prive di ogni fondamento. Lo rende noto la Presidenza della Regione Liguria sottolineando come in questi giorni sia impegnata sui fronti più urgenti, dalla riorganizzazione della macchina regionale agli incontri nazionali. Pertanto, in questo momento, qualsiasi ipotesi sul futuro assetto della giunta regionale è prematura.  
   
   
BOLZANO: AUTONOMIA, KOMPATSCHER A ROMA CON I PRESIDENTI DELLE "SPECIALI"  
 
Bolzano, 18 giugno 2015 - Autonomie speciali protagoniste a Roma: i rappresentanti di tutte le Regioni e Province "non ordinarie" saranno infatti ospiti della Presidenza del Consiglio dei Ministri per discutere di riforme costituzionali. Per l´Alto Adige ci sarà il presidente Arno Kompatscher. La riforma della Costituzione portata avanti dal governo Renzi riguarda anche le autonomie speciali, che in futuro dovrebbero avere una nuova cornice giuridica e istituzionale. Proprio questo punto sarà al centro dell´incontro in programma nel primo pomeriggio del 18 giugno presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, a Roma. Durante il vertice, al quale parteciperanno i presidenti di tutte le Regioni e Province a statuto speciale, compreso l´altoatesino Arno Kompatscher, si discuterà di tempi, metodi e procedure da attuare per mettere in pratica l´annunciata riforma.  
   
   
SARDEGNA: NOMINATO L’ AMMINISTRATORE DELLA PROVINCIA DI NUORO  
 
Cagliari, 18 Giugno 2015 - La Giunta regionale ieri mattina ha nominato il commissario straordinario della Provincia di Nuoro. Accogliendo la proposta fatta dal presidente Francesco Pigliaru, l´Esecutivo ha valutato positivamente il curriculum di Sabina Bullitta, dirigente del Comune di Nuoro con esperienza nell´ambito della pubblica amministrazione. Con questa nomina si chiude il percorso di commissariamento delle otto Province sarde in vista della legge di riforma degli enti locali.  
   
   
AGENZIA SARDA DELLE ENTRATE, ENTRO L´ESTATE DDL IN GIUNTA. UN CAMBIAMO ALLA RADICE LA POSIZIONE DELLA REGIONE RISPETTO AL FISCO  
 
Cagliari, 18 Giugno 2015 - Il disegno di legge per l´istituzione dell´Agenzia Sarda delle Entrate è pronto e sarà approvato in Giunta prima dell´estate. L´ha annunciato in Consiglio regionale, dove il ddl arriverà subito dopo il via libera dell´esecutivo, l´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci rispondendo nell´Aula di via Roma a una mozione dei consiglieri della Sinistra Sarda, Fabrizio Anedda e Alessandro Unali, sulla situazione delle imprese in difficoltà di fronte alle cartelle di Equitalia. "Con il ddl sull´Agenzia Sarda delle Entrate vogliamo cambiare radicalmente la posizione della Regione rispetto al fisco, attribuendole maggiori poteri di controllo e accertamento. Ma non solo: proporremo anche, e su questo dovremo fare prima un accordo con lo Stato, la riscossione diretta delle compartecipazioni erariali, che costituiscono la maggior parte delle nostre entrate". Per quanto riguarda Equitalia, il vicepresidente ha ricordato che la Regione non ha competenze dirette su Equitalia, ma ha garantito che all´Agenzia di riscossione "è stata chiesta una maggiore rateizzazione di quanto dovuto dalle imprese, una dilazione dei pagamenti su tempi più lunghi, perché è chiaro che un´impresa che chiude per fallimento perché non riesce a pagare alcune rate è un danno erariale enorme. Nel frattempo - ha ricordato Paci - la Regione ha già adottato una politica più favorevole alle imprese sarde in termini di riscossione erariale con una rateizzazione per un massimo di 17 anni e con la possibilità di modificare il piano di ammortamento per almeno due volte. Per alleggerire la situazione stiamo poi individuando spazi d´intervento attraverso i confidi e la legge approvata ieri va esattamente in questa direzione: i consorzi fidi possono infatti occuparsi della individuazione e dei contatti con le imprese in difficoltà, mentre un intervento della Sfirs è possibile come operatore di mercato, altrimenti si rischiano gli aiuti di Stato". L´assessore Paci ha infine annunciato l´imminente presentazione in Giunta da parte dell´assessorato dell´Industria del disegno di legge sulla sburocratizzazione e semplificazione. "Dobbiamo liberare le imprese dal fardello eccessivo di controlli e carte, spesso ripetitivi e inutili - ha concluso - È un passo decisivo per far funzionare meglio le imprese e per diventare più attrattivi rispetto a nuovi investitori soprattutto dall´estero".  
   
   
LAVORO IN SARDEGNA, 325 MILIONI DI EURO CON LA PROGRAMMAZIONE UNITARIA 2014-2020. PRIORITÀ: INVESTIRE SULLE PERSONE  
 
Cagliari, 18 Giugno 2015 - Quasi 325 milioni di euro per la priorità Lavoro. È la cifra complessiva delle risorse stanziate dalla Regione nell´annualità 2015 per combattere l’emergenza lavorativa in Sardegna. Somme provenienti da fonti finanziarie diverse - regionali per il 50,8%, europee per il 46,7% e statali per il 2,5% - concentrate verso un unico obiettivo: far ripartire il mercato del lavoro nell’isola. Nella seduta della Giunta, su proposta del Presidente Pigliaru e di concerto con gli assessori della Programmazione Raffaele Paci e del Lavoro Virginia Mura, è stato approvato il quadro programmatico unitario delle risorse finanziarie stanziate nell´ambito della Strategia 1 - Investire sulle persone del Prs 2014/2019 - Priorità Lavoro. Sono due le direttrici fondamentali lungo le quali si sta muovendo la Regione al fine di promuovere l´occupazione e l´occupabilità e sostenere l’inclusione sociale: da una parte la creazione di un sistema di servizi per il lavoro più efficace, dall’altra la promozione e attuazione di politiche attive per il lavoro, che collegandosi a politiche industriali di sviluppo economico e infrastrutturale del territorio, possano contrastare efficacemente la crisi che la nostra regione sta attraversando. La strategia Politiche attive del Lavoro è strutturata su obiettivi generali, declinati su obiettivi specifici e azioni che si rivolgono a diversi target. Riorganizzazione dei servizi per il lavoro: è rivolto a tutti i cittadini e alle imprese. Lo stanziamento è pari a 32,5 milioni. Flessicurezza: misure per i lavoratori fuoriusciti dalla mobilità in deroga e i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali, per un totale di 42,8 milioni. Occupazione giovanile: per il completamento del programma Garanzia Giovani sono stanziati 76,5 milioni. A breve saranno rimodulate le risorse per dare gambe alle richieste più significative (start-up, tirocini, eccetera). Formazione professionale: allineamento con il fabbisogno reale delle imprese, proposte formative di qualità spendibili nel mercato del lavoro, coerenza con il repertorio dei titoli di studio e delle qualificazioni professionali nazionali e regionali: questi gli obiettivi delle azioni previste per un totale di 18,7 milioni. Azioni innovative per l’occupazione: si tratta di interventi mirati, per disoccupati e inoccupati con particolare riferimento agli over 29, lavoratori delle aree di crisi e di settori in difficoltà: Programma Ico, Progetto Edili - per realizzare opportunità di reimpiego e riqualificazione nell’edilizia in Sardegna e Social Impact Investment, per uno stanziamento complessivo di 31,7 milioni. Occupazione femminile: l´obiettivo è quello di aumentare l’occupazione femminile in Sardegna, attraverso misure di promozione del welfare aziendale e percorsi di conciliazione e sostegno alla creazione d’impresa e al lavoro autonomo. L’importo degli interventi è di 10,6 milioni. Sostegno alle iniziative imprenditoriali: 20,9 milioni per la creazione d’impresa, sviluppo del mercato dei fondi di rischio per le start up e sostegno al settore cooperativistico. Sostenibilità occupazionale: sono misure speciali di emergenza rivolte a soggetti svantaggiati. Riguardano la tutela dei diritti previdenziali per i lavoratori espulsi dal mercato del lavoro, in prossimità del raggiungimento dei requisiti per l´accesso al trattamento pensionistico (12-24 mesi). La cifra stanziata ammonta a 91 milioni a cui vanno sommati circa 36 milioni provenienti da programmazioni precedenti. "Continua l´attuazione della programmazione unitaria che sta affrontando i temi più rilevanti dell´azione politica regionale", sottolinea l´assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci. "Abbiamo cominciato da Scuola e Università, oggi ci occupiamo del Lavoro e poi toccherà a Formazione, Infrastrutture e Competitività. È un radicale cambiamento di approccio che, per la prima volta, permette una visione complessiva e dunque un intervento unitario e di grande trasparenza sulle risorse in gioco, quelle europee, nazionali e regionali - conclude il vicepresidente - Procediamo adesso rapidamente con il tema della competitività e degli interventi a favore delle imprese". "Proveniamo da un periodo difficile che ha generato scoraggiamento e nuove povertà. È un periodo che vogliamo lasciarci alle spalle - ha detto l´assessore del Lavoro Virginia Mura - e la Giunta, con questa delibera, dà un segnale chiaro: solo le politiche attive del lavoro possono risolvere le ragioni strutturali della crisi. Stiamo agendo sulle competenze, sulla formazione intesa come strumento per dare risposte al mondo produttivo, sulla valorizzazione del capitale umano, sull’istruzione e sul contrasto all’abbandono scolastico".  
   
   
IMMIGRAZIONE, MARONI: IL TAVOLO VERO PER ME È QUELLO DI PALAZZO CHIGI  
 
Milano, 18 giugno 2015 - "Questo pomeriggio non sarò a Roma al vertice con le Regioni al Ministero dell´Interno perché sarò a Malpensa ad accogliere l´arrivo di Michelle Obama e per conto della Regione Lombardia andrà il nostro assessore Bordonali. Ma confido che il tavolo vero sarà quello a Palazzo Chigi, non quello al Ministero dell´Interno, perché tre giorni fa il premier Renzi mi ha chiamato dicendomi che si sarebbe occupato lui della questione e ci avrebbe convocato a Palazzo Chigi perché quello è il tavolo, perché l´immigrazione non è solo una questione di sicurezza ma ha anche risvolti di carattere sanitario, sociale o di protezione civile che non sono di competenza del Ministero dell´Interno". Lo ha spiegato ieri il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, rispondendo alle domande dei giornalisti al termine della conferenza stampa di presentazione del Festival delle Alpi 2015. "Chiedo al premier Renzi - ha aggiunto Maroni - di convocare quel tavolo che ci ha promesso a Palazzo Chigi e quel giorno andrò e metterò sul tavolo tutte le questioni, facendo notare che l´accordo del luglio 2014 sul piano di riparto non è stato attuato dal Governo, che non ha fatto gli hub e non ha messo a disposizione le risorse, per cui credo che quell´accordo non valga più e vada riscritto con nuovi criteri, il primo dei quali deve essere l´equa ridistribuzione tra le Regioni, perché prima di mandare i profughi qui bisogna mandarli nelle Regioni che ne hanno meno della Lombardia".  
   
   
SARDEGNA: EMERGENZA MIGRANTI, IL PRESIDENTE PIGLIARU IN CONSIGLIO REGIONALE  
 
 Cagliari, 18 Giugno 2015 - "Il mio intervento non può che iniziare ringraziando ancora una volta tutte le persone che hanno lavorato per gestire al meglio la prima emergenza, e oggi posso aggiungere il ringraziamento alle comunità della Sardegna, che in tutti questi giorni hanno mostrato una grande maturità": queste le parole del Presidente della Regione Francesco Pigliaru in apertura del suo intervento in Consiglio regionale sull´argomento migranti. La relazione del presidente Pigliaru, in risposta a una mozione presentata sul tema dall´opposizione, è proseguita citando la grande capacità di accoglienza dimostrata da Carbonia, "un esempio per tutta l´Italia, e la Sardegna ha rivelato il suo volto migliore nel gestire l´emergenza. ", ha detto Francesco Pigliaru. "Ci stiamo interrogando su come vada affrontata questa situazione. Non ci sono ricette facili, scorciatoie, finzioni, soluzioni semplicistiche. Guardiamo in faccia la realtà. I flussi migratori sono imponenti, dureranno a lungo e sono improbabili soluzioni immediate. Altri costruiscono muri. Per noi, circondati dal mare, è impossibile farlo, oltre che eticamente inaccettabile. L´africa soffre una situazione di povertà assurda e tutti dobbiamo essere consapevoli che ci vorrà molto tempo per ridurre le differenze di reddito, come dimostrano gli studi di illustri economisti. Per decenni il mondo occidentale ha finanziato quei Paesi arricchendo solo le classi dirigenti corrotte, aggravando così il problema. Ora noi abbiamo il dovere di comportamenti decenti e dignitosi davanti a ciò che accade. L´europa, come ha detto lo stesso commissario Juncker qualche giorno fa a Bruxelles, sta rischiando di essere inaccettabilmente chiusa ed egoista. Dobbiamo essere uniti e affrontare l’emergenza avendo la consapevolezza che non si tratta di un problema regionale o nazionale ma europeo. La Sardegna sta facendo e farà la sua parte, sia nella fase dell’accoglienza che in quella dell’integrazione. I costi e i problemi di natura organizzativa relativi a questa fase di accoglienza sono già all´attenzione del ministro Alfano, che incontreremo a Roma domani pomeriggio", ha proseguito il presidente della Regione. "Ora dobbiamo concentrare il nostro sforzo sulla seconda accoglienza per evitare che emergano fenomeni di ostilità o di razzismo nei confronti dei migranti. In Italia, i lavoratori extracomunitari sono il 10.5% del totale, in Sardegna siamo al 4%. Siamo in una situazione al ribasso ma non vuol dire che dobbiamo accoglierli disordinatamente. E oltre un certo livello comunque non si potrà andare. Nuovi flussi sì, ma occorre intervenire perché ci sia un’accoglienza più attiva, più strutturata nei diversi territori. Così come bisogna creare opportunità perché queste persone possano svolgere lavori utili nelle comunità ospitanti. Gli extracomunitari arrivano in Italia per trovare lavoro. Se non lo trovano devono poter essere liberi di andare altrove, dove esistono opportunità di lavoro. Crediamo che i flussi debbano essere molto rapidi", ha aggiunto il presidente, "i migranti devono passare attraverso procedure che non possono essere così lente". Il presidente Pigliaru si è quindi impegnato a riferire puntualmente in Consiglio regionale sullo stato delle interlocuzioni col Governo sulla questione.  
   
   
IMMIGRAZIONE: ZAIA IN COMITATO SCHENGEN, “ESODO BIBLICO VA FERMATO A MONTE. PRESTO ACCOGLIENZA SARA’ A CIELO APERTO. NO AD HUB REGIONALE. VOTEREMO UFFICIALMENTE CONTRO A NUOVO ACCORDO IN STATO REGIONI. QUELLO DI LUGLIO 2014 NON ESISTE PIU’”  
 
Venezia, 18 giugno 2015 - “L’immigrazione dal Nordafrica è divenuta un esodo biblico ed è stata colpevolmente sottovalutata dal governo nazionale e dall’Unione Europea, da bocciare su tutti i fronti. Tra non molto verrà saturata tutta Italia, non solo il Veneto che, con 517 mila immigrati regolari già presenti dei quali 40 mila disoccupati, e altri 50 mila irregolari stimati, lo è già. I flussi vanno bloccati, intervenendo a monte del problema, non a valle come si sta facendo, realizzando centri di accoglienza e riconoscimento in Africa: se non in Libia dove c’è la guerra civile, in altri Paesi contermini, con i quali il Governo deve urgentemente aprire il dialogo e stringere accordi. In quel caso il Veneto è pronto a mandare tutti gli aiuti possibili dove serve: sanità, medici, infermieri, medicine, protezione civile”. Lo ha detto stamane il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, intervenendo in audizione alla Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, riunito a Roma a Palazzo San Macuto. Zaia ha duramente criticato l’atteggiamento dell’Europa e del governo nazionale di fronte alla situazione, ed ha ammonito a “non chiamarla emergenza, perché è nota sin dal 2011, ma nessuno ha mai inteso occuparsene seriamente e oggi tutto quello che si fa è ricevere profughi scaricati da navi di Paesi che tengono ben chiusi i loro confini, chiedendo alle Regioni di guidare con gli occhi bendati e pretendendo anche che non facciano incidenti. In questo modo il problema non si risolverà mai e a brevissimo si arriverà all’accoglienza diffusa, se tale si può chiamare: ma a cielo aperto, nelle stazioni, nei giardini pubblici, lungo le strade. In alternativa non restano che le tendopoli, senza il benchè minimo rispetto della dignità umana”. Il Presidente del veneto ha ribadito il “no” della Regione “a nuovi arrivi in Veneto e alla realizzazione di un Hub nella nostra Regione, perché non abbiamo mai sottoscritto l’accordo del luglio 2014. Allora – ha specificato – ufficializzammo il nostro no in Conferenza dei Presidenti delle Regioni. Forse commettemmo l’errore, per comportarci da gentiluomini e non mettere i bastoni tra le ruote alle Regioni che avevano fatto scelte diverse, di non votare esplicitamente contro in Conferenza Unificata. Annuncio sin d’ora che, però, lo faremo la prossima volta quando su mia richiesta sarà riconvocato il tavolo, perché quell’accordo, di fatto non esiste più”. Zaia ha inteso anche “sfatare la leggenda metropolitana che la Regione abbia ricevuto 19 milioni di euro per questa partita: non avevamo e non abbiamo alcuna competenza specifica – ha precisato - quei soldi saranno andati ai prefetti, non certo alla Regione” Il Presidente Zaia ha anche chiesto “spiegazioni ufficiali sulla notizia secondo la quale si starebbe inviando in Veneto 100 profughi dal Friuli, perché avrebbe dell’incredibile. Il Veneto – ha ricordato con forza – è attualmente tra le prime quattro Regioni d’Italia nel rapporto tra popolazione e immigrati residenti con un notevole 11%. Molte altre, compreso il Friuli, hanno un rapporto del 2-3%. Se proprio si deve accogliere si deve cominciare da quelle”. Quanto ai problemi di tipo sanitario, sollevati da alcuni commissari, Zaia ha ricordato che “la Regione Veneto è stata la prima in Italia ad attivare un protocollo specifico di prevenzione e profilassi sanitaria attivando le task force di tutti i Dipartimenti di Prevenzione di tutte le Ulss regionali, che si recano a visitare le persone arrivate per verificarne lo stato di salute. Quelle malate – ha detto – le curiamo tutte, perché in Veneto nessun essere umano è mai rimasto senza assistenza”. Il Governatore ha anche ribadito che è “assolutamente necessario distinguere tra profughi e migranti economici. I dati che abbiamo in Veneto – ha riferito – ci dicono che gli immigrati più numerosi arrivano da Nigeria e Senegal, Paesi dove c’è una discreta situazione economica e non guerre e carneficine. Non è pensabile – ha aggiunto - che si possa immaginare di trasferire tutta l’Africa in Europa, ma è quello che stanno facendo se non si prenderanno decisioni concrete, coraggiose e soprattutto celeri”. “E’ necessario – ha concluso Zaia – che Renzi prenda in mano la situazione con maggior decisione e che, come ho avuto modo di dirgli in una telefonata sabato, vengano evitate rigorosamente situazioni assurde come quelle di Eraclea e delle località turistiche in generale, che rischiano di innescare reazioni forti di tensione sociale”.  
   
   
PROFUGHI A MILANO: 174 NUOVI OSPITI NELLE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA  
 
Milano, 18 giugno 2015 – Sono 174 i profughi che ieri notte sono stati registrati ed accolti nelle strutture di Comune e Terzo Settore. In particolare, 22 persone sono state accolte in via Corelli, 16 in via Betti e 7 in via Salerio, 43 in via Aldini, 2 in via Mambretti, 65 in via Martinelli e 19 nella struttura di Bresso. In totale sono circa 1.300 le persone presenti nei centri di accoglienza distribuiti sul territorio. “Grazie allo straordinario impegno dei volontari e degli operatori – ha dichiarato Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano – siamo riusciti a far fronte all’emergenza, accogliendo e ospitando i profughi nelle 12 strutture operative”.  
   
   
IMMIGRAZIONE: VERTICE AL VIMINALE; ZAIA, “UE INAFFIDABILE ALZA MURI. COSA FA IL GOVERNO? NOSTRA PROPOSTA IN CAMPO DA MESI, CREARE HUB IN AFRICA, SE NON IN LIBIA IN PAESI CONTERMINI”  
 
Venezia, 18 giugno 2015 - Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia è intervenuto a Roma al vertice sull’immigrazione con il Ministro Alfano da poco conclusosi al Viminale. Prendendo la parola dopo l’intervento del Ministro, Zaia ha espresso una “motivata e profonda sfiducia” nell’operato dell’Unione Europea, ricordando tra l’altro che “si stanno addirittura costruendo veri e propri muri, come in Ungheria e in Bulgaria”. “Sembra che la soluzione di tutti i mali sia questo accordo per trasferire 24 mila profughi in Europa – ha aggiunto Zaia – e invece è una presa in giro. Se si obbietta che 70 mila immigrati nel solo 2015, più i 170 mila del 2014 e così via non devono essere un problema per un Paese di 60 milioni di persone come l’Italia, si prenda atto che l’offerta di prenderne 24 mila in tutta Europa è una barzelletta”. Zaia ha chiesto anche di sapere “in concreto che cosa si intende fare in prospettiva nazionale” ed ha ricordato che “noi una proposta seria e realizzabile l’abbiamo avanzata da tempo: creare degli hub in Africa, come si fece nel 2011, dove accogliere i flussi, aiutare i bisognosi e riconoscere i veri profughi distinguendoli dai migranti economici che, oggi come oggi, sono non meno dei due terzi del totale. Se non si possono fare in Libia – ha detto – il Governo attivi i suoi contatti internazionali al più presto per realizzarli in paesi contermini, come potrebbero essere Egitto e Tunisia”. Zaia ha chiuso ribadendo di aver ricevuto una telefonata da Matteo Renzi nei giorni scorsi, nel corso della quale “il Premier mi ha tra l’altro confermato che incontrerà le Regioni prima della prevista riunione del Consiglio d’Europa. Da questo incontro mi attendo risposte esaustive”.  
   
   
AIUTI AI PROFUGHI: L’ASSESSORA BOLZANO ALLA CONFERENZA DELLE REGIONI A ROMA  
 
 Bolzano, 18 giugno 2015 - I flussi di profughi, l’accoglienza dei richiedenti asilo nelle varie Regioni, la situazione dei profughi nelle stazioni ferroviarie ed ai valichi di confine, le trattative in merito alla regolamentazione delle quote nei Paesi dell’Unione Europea, questi i temi al centro della seduta della Conferenza delle Regioni tenutasi il 17 giugno a Roma, alla quale ha preso parte l’assessora Stocker. Il Ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha convocato con urgenza una seduta della Conferenza delle Regioni a Roma per oggi pomeriggio (17 giugno) allo scopo di avere un quadro della situazione dei profughi nelle varie realtà regionali. I temi al centro dell´incontro: le strutture di accoglienza dei profughi e le proteste di alcune Regioni in relazione all´assegnazione di ulteriori quote di profughi, tra queste la Lombardia ed il Veneto, la situazione dei profughi nelle stazioni ferroviarie ed ai valichi di frontiera, nonché le trattative a livello comunitario per l´adeguamento dell´attuale regolamentazione prevista dal Trattato di Dublino in relazione alle possibilità di una regolamentazione delle quote a livello europeo. Nel corso della seduta l´assessora Stocker ha illustrato la situazione in Alto Adige. "Sinora abbiamo accolto complessivamente 567 richiedenti asilo, 100 dei quali hanno presentato la domanda direttamente in Alto Adige". A questo proposito l´assessore sottolinea che "In considerazione della nostra situazione di regione di confine vorremmo far sì che venissero calcolate nelle quote assegnate da parte dello Stato anche quelle persone che hanno richiesto asilo direttamente in Alto Adige. In questo modo la nostra provincia avrebbe raggiunto la quota di profughi prevista dallo Stato" afferma Stocker. Nel corso della seduta l´assessora ha inoltre chiesto che si tenga conto della particolare situazione dell´Alto Adige in quanto provincia di transito dei profughi e delle problematiche connesse con le stazioni ferroviarie di Bolzano e del Brennero. Condizioni analoghe riguardano anche il Friuli Venezia Giulia e la Liguria.  
   
   
FVG, IMMIGRAZIONE: SERRACCHIANI, SERVONO STRUMENTI PER AFFRONTARE EMERGENZA  
 
Udine, 18 giugno 2015 - "Le Autorità centrali devono assumersi anche formalmente l´impegno di considerare gli arrivi da terra nelle quote assegnate al Friuli Venezia Giulia: nei numeri forniti continuano infatti a mancare gli arrivi da terra". Lo ha affermato ieri a Roma la presidente della Regione Debora Serracchiani, al termine dell´incontro tra il ministro dell´Interno Angelino Alfano e le Regioni, dove ha riscontrato "un clima costruttivo e positivo che però deve essere trasferito nelle prassi delle singole regioni". Serracchiani ha confermato che "abbiamo fatto la nostra parte e continueremo a farla", ricordando che "il Friuli Venezia Giulia è tra le poche regioni che hanno stipulato protocolli per la vigilanza sanitaria con tutte le aziende sanitarie, protocolli con la Protezione civile per interventi d´urgenza, convenzioni per far lavorare i rifugiati. Sono buone prassi che dimostrano di funzionare". La presidente ha quindi sottolineato gli aspetti positivi dell´accoglienza diffusa, dato che "piccoli numeri si gestiscono meglio di una grande concentrazione di persone", ma ha parallelamente chiesto "strumenti che ci mettano in condizione di affrontare l´emergenza, procedure rapide". Serracchiani ha infine indicato che "rimane fondamentale insistere sull´Europa, perché quello che sta facendo è assolutamente insufficiente. Dunque importante sarà la riunione che faremo con il Presidente del Consiglio prima del Consiglio europeo, perché in quella sede dovremo riuscire a far vedere che c´è un sistema Paese che si muove assieme".  
   
   
TRENTINO-ALTO ADIGE/SüDTIROL: UN PATTO REGIONALE PER PROMUOVERE LA PARI DIGNITA’ SOCIALE E LE PARI OPPORTUNITA’ DI TUTTE/I  
 
Trento, 18 giugno 2015 - L’alleanza Regionale per le Pari Opportunità ha sottoscritto pubblicamente un patto di collaborazione tra i principali soggetti istituzionali che in Trentino-alto Adige/südtirol operano nell’ambito delle Pari Opportunità e condividono l’importanza di promuovere insieme azioni e progetti per contrastare ogni forma di discriminazione. Si chiama “Patto di collaborazione per la costituzione di un’Alleanza Regionale per le Pari Opportunità” la dichiarazione ufficiale di valori ed intenti sottoscritta oggi in Regione a Trento dall’Alleanza Regionale per le Pari Opportunità, composta dall’Assessora regionale Violetta Plotegher, dalle assessore Provinciali alle Pari Opportunità di Bolzano Martha Stocker e di Trento Sara Ferrari, dalle presidenti delle Commissioni per le Pari Opportunità di Bolzano Ulrike Oberhammer e di Trento Simonetta Fedrizzi e dalle consigliere di Parità delle due Province, Michela Morandini per Bolzano ed Eleonora Stenico per Trento. L’alleanza Regionale per le Pari Opportunità è nata a settembre 2014 su invito dell’assessora regionale alla Previdenza Violetta Plotegher. Si tratta della prima rete di collaborazione regionale sul tema. La sottoscrizione di tale patto di collaborazione ha dato ufficialità alle finalità e agli intenti condivisi: promozione di una cultura rispettosa nelle relazioni fra donna e uomo, orientamento dei giovani e delle giovani nel mondo del lavoro, sicurezza sociale e armonizzazione dei tempi di vita e di relazione, ma anche promozione di un’educazione sensibile alle differenze di genere. “Un impegno fondamentale – ha detto l’assessora Violetta Plotegher – è proporre soluzioni sociali concrete, in particolare nel mondo del lavoro. Un’attenzione specifica va riservata alla promozione di una cultura di autonomia economica e di sicurezza sociale della donna, in ogni età della sua vita”. L’alleanza Regionale per le Pari Opportunità ha già condiviso e promosso sul territorio diverse iniziative. A novembre 2014 ha organizzato un primo momento seminariale di riflessione, condivisione ed informazione intitolato “Equal Pension Day”. L’incontro è stato l’occasione per evidenziare l’importanza di riconoscere le differenze di genere nell’occupazione e nella retribuzione, quindi nei versamenti contributivi al fine di combattere la povertà delle donne in vecchiaia. A marzo 2015, in occasione della giornata dedicata alla donna, si è poi inteso approfondire i concetti di femminilizzazione della povertà e sfruttamento della donna, dedicando un momento di confronto fra istituzioni, operatori e rappresentanti amministrativi competenti dal titolo “Femminilizzazione della povertà e donne vittime di tratta” e valorizzando l’esperienza congiunta delle due Province autonome con Alba, il progetto regionale di reinserimento socio-lavorativo dedicato alle persone vittime di tratta e sfruttamento. Recentemente, l’Alleanza Regionale per le Pari Opportunità ha curato un evento sul tema della mobilità sociale in ottica di genere all’interno del Festival dell’Economia 2015, dal titolo “Ruoli di genere, codici affettivi e dinamiche di potere come barriere alla mobilità sociale”. Il confronto è stato molto partecipato e ha riconosciuto che la mobilità sociale delle donne è limitata, oltre che da fattori economici e culturali, dalla poca valorizzazione del codice affettivo materno nelle relazioni e nella società. L’alleanza Regionale per le Pari Opportunità è composta dalle figure istituzionali che si occupano specificamente del tema delle pari opportunità, ma la possibilità di dichiarare la condivisione dei principi del patto di collaborazione è aperta a tutti i soggetti che intendono collaborare. “Ci attende ora il compito di lavorare singolarmente e insieme per incarnare in opportunità concrete i principi che abbiamo condiviso e sottoscritto. – conclude Plotegher - Ciascuna, con le sue competenze, si impegna in un cammino di cambiamento che onori il compito richiestoci dall’art.3 della Costituzione: rimuovere gli ostacoli di natura economica e sociale che, limitando la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona e l’effettiva partecipazione all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.  
   
   
ABRUZZO: SUL BURA AVVISI PER MICRONIDO E CENTRI GIOVANI  
 
L´aquila, 18 giugno 2015 - Sono stati pubblicati sul Bura ordinario n. 21 ( www.Regione.abruzzo.it/bura ) due avvisi pubblici relativi alle politiche della famiglia e alle politiche giovanili. Il primo avviso è finanziato con risorse del Fondo nazionale politiche della famiglia dell´anno 2014 per un importo di 122 mila euro. Si tratta, nello specifico, dell´avviso "Voucher per micronido e servizi integrativi prima infanzia" diretto agli Ambiti territoriali sociali (Ats) della regione per l´erogazione di un voucher finalizzato alla riduzione della retta pagata dalle famiglie per la frequenza, per bambini 0-36 mesi, dei micro nido e dei servizi integrativi per la prima infanzia. Il secondo avviso, "Reti per l´aggregazione giovanile, è finanziato per 174 mila euro dal Fondo nazionale Politiche giovanili 2014. Nello specifico l´avviso prevede l´assegnazione di contributi ad Associazioni temporanee di scopo, formate da un ente di Ambito sociale e da un´organizzazione del privato sociale, per la realizzazione di Centri o forme di aggregazione che si concretizzano con l´avvio o l´implementazione di spazi di incontro per i giovani. "Gli spazi aggregativi previsti - spiega l´assessore alle Politiche sociali Marinella Sclocco - non sono pensati genericamente, ma prevedono locali allestiti per diventare veri e propri cantieri culturali giovanili. Un unico spazio orientato all´offerta di una molteplicità di servizi, inserito nelle comunità locali, può rappresentare un efficace polo aggregativo per le giovani generazioni