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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Settembre 2014
DOLOMITI ENERGIA ACCENDE I PRIMI GENERATORI A FUEL CELL MADE IN TRENTINO  
 
Trento, 9 settembre 2014 - Come annunciato all’inaugurazione del nuovo sito produttivo nell’Area Bic di Trentino Sviluppo a Mezzolombardo, avvenuta il 28 marzo scorso, Sofcpower S.p.a. E Dolomiti Energia danno il via alla commercializzazione dei primi sistemi con celle a combustibile ad ossido solido (Solid Oxide fuel cell) già entro l’autunno del 2014. Unici partecipanti italiani al progetto europeo ene.Field, Sofcpower ed il Gruppo Dolomiti Energia sono entrati a far parte della piu’ grande dimostrazione in Europa, su larga scala, di sistemi a celle a combustibile per il mercato residenziale e commerciale. Le due aziende trentine – le uniche italiane - accanto ad utility del calibro di Eon e British Gas, e produttori di sistemi di riscaldamento come Vaillant, Bosch e Viessman. Un mercato europeo potenziale di 50 milioni di installazioni, che copre la fascia di abitazioni e strutture che possiedono un contatore compreso tra 1 Kw e 20 Kw: il cosiddetto mercato della micro-cogenerazione. I nuovi sistemi di micro-cogenerazione proposti da Sofcpower sono grado di produrre energia elettrica e calore ad altissima efficienza e basse emissioni - si calcola che siano circa il 30% inferiori rispetto a tecnologie esistenti - quindi in grado di ridurre il consumo energetico e, contemporaneamente, le emissioni di anidride carbonica nell’utilizzo di gas per produrre elettricità e calore. Il nuovo stabilimento di Sofcpower S.p.a. A Mezzolombardo ha una capacità di 1000-2000 sistemi di micro-cogenerazione all’anno. Fondata nel 2007, Sofcpower ha continuato ad assumere in ogni anno di crisi, ed oggi impiega una struttura di personale di oltre 60 persone, in prevalenza tecnici ad alta specializzazione con percorsi universitari in ingegneria dei materiali, chimica ed informatica. Lo sviluppo di sistemi high-tech di micro-cogenerazione con tecnologia fuel cell, infatti, necessita di competenze specifiche, ed è per questo che Sofcpower ha trovato in Provincia di Trento un territorio unico in Italia, ed in grado di offrire una connessione tra ricerca, sviluppo e alta formazione. Questa partnership tra aziende trentine si è poi configurata in una Rete d’Impresa denominata Crisalide, che ha l’obiettivo di creare sinergie e scambi di competenze soprattutto sulle dinamiche di mercato, raccolta ed analisi dei dati al fine di offrire sempre maggiore efficienza al cliente finale. Innovazione e successo attirano talenti: per conquistare il mercato tedesco, Sofcpower ha recentemente assunto Guido Gummert, ex direttore di Baxi-innotech (gruppo Bdr Therma, n.2 mondiale nei sistemi di riscaldamento e condizionamento). Gummert sarà il direttore di Sofcpower Germania ed il product manager della gamma di prodotti mChp. Il primo di questi prodotti è l’ Engen-2500, che sarà proprio il sistema di micro-cogenerazione che verrà installato durante il progetto Ene.field, con una potenza di 2,5 kW elettrici con elevata efficienza elettrica; e 2,0 kW termici con la possibilità di essere installato in serie. Tutta questa tecnologia si può oggi avere direttamente in casa e non solo in grandi impianti di produzione con turbine a gas. All’evento di accensione dei primi sistemi per Dolomiti Energia, svoltosi il 4 settembre presso lo stabilimento produttivo di Sofcpower, erano presenti gli amministratori delegati delle rispettive società Alberto Ravagni e Marco Merler. Il project manager Stefano Modena ha illustrato ai presenti le caratteristiche operative dei sistemi di micro-cogenerazione dando un aggiornamento complessivo della produzione ed entrando nel merito di ogni installazione pianificata da Settembre 2014 a fine 2015. Www.sofcpower.com    
   
   
PIANO QUALITÀ ARIA, FIRMATA INTESA FRA REGIONE UMBRIA E AIEL: SCALDARSI CON LEGNA RIDUCENDO IMPATTO AMBIENTALE E COSTI  
 
Perugia, 9 settembre 2014 – Riscaldare le abitazioni con i biocombustibili legnosi (legna, cippato e pellet) di qualità certificata, usando stufe ad alta efficienza, fa bene all´ambiente, al consumatore e contribuisce allo sviluppo sostenibile locale. È allo scopo di perseguire l´incremento dell´efficienza energetica e la migliore qualità dell´aria che la Regione Umbria ha sottoscritto un protocollo d´intesa con "Aiel", l´Associazione italiana energie agroforestali, che rappresenta l´intera filiera dal segmento della gestione forestale, la produzione delle biomasse agroforestali, la costruzione di generatori a biomasse e la loro installazione e manutenzione. L´accordo è stato firmato ieri dall´assessore regionale all´Ambiente, Silvano Rometti, e dal presidente nazionale di "Aiel", Domenico Brugnoni. "Avviamo una collaborazione importante – ha detto Rometti – che si concretizzerà con azioni e campagne di informazione e sensibilizzazione su come riscaldarsi correttamente con il legno, in sicurezza, nel rispetto dell´ambiente e dell´aria". "L´efficienza energetica – ha rilevato – è al primo posto tra gli obiettivi della nostra Strategia energetico-ambientale regionale e al centro dell´attenzione nella nuova programmazione comunitaria, così come tra gli obiettivi fondamentali del Piano regionale per la qualità dell´aria rientra la sostituzione graduale di stufe e caminetti tradizionali con sistemi che utilizzano le tecnologie più evolute. Si consuma meno e si riducono le emissioni di polveri sottili che rappresentano una delle maggiori componenti di inquinamento atmosferico nel periodo invernale". La campagna informativa servirà anche a promuovere un´opportunità poco conosciuta, "quella offerta dal Conto Energia Termico – ha detto l´assessore – con un incentivo statale del 65 per cento dell´investimento che si effettua per sostituire la vecchia stufa o il caminetto con apparecchi con determinati parametri di efficacia energetica e rendimento". "Con Aiel – ha detto ancora – promuoveremo il corretto uso delle biomasse legnose, spronando le imprese agricole affinché si possa creare una filiera umbra del settore". "Vogliamo creare e rafforzare un distretto virtuoso in Umbria – ha detto il presidente nazionale di Aiel, Brugnoni, esprimendo soddisfazione per la sigla dell´intesa – che comprenda dalla produzione di biocombustibili legnosi a quella dei generatori di calore. Gli effetti positivi saranno a tutto campo, dal risparmio economico per i consumatori alla tutela dell´ambiente che deriverà dall´impiego di materiali certificati e impianti efficienti". "L´aiel, insieme alla Regione, sostiene l´utilizzo di biomasse legnose su scala territoriale, per uso domestico o per piccole imprese", ha detto il direttore generale dell´associazione, Marino Berton, che ha rimarcato i vantaggi del Conto Energia Termico: "chi acquista apparecchi che rispondono ai migliori standard qualitativi europei al posto dei vecchi impianti ottiene direttamente sul proprio conto corrente fino al 65 per cento di quanto ha speso". "La nostra associazione – ha aggiunto l´imprenditore umbro Cesare Zucconi, socio di Aiel – garantisce alle aziende anche l´adeguata preparazione per aiutare il consumatore nella stesura delle domande di incentivo, al fine di favorire al massimo la diffusione di impianti ad alta efficienza". Alla firma del protocollo d´intesa, oltre ai dirigenti e tecnici dei Servizi regionali competenti e alla coordinatrice regionale all´Ambiente Ernesta Maria Ranieri, è intervenuto Andrea Radicchi, in rappresentanza della Lega delle cooperative dell´Umbria. La scheda. Il protocollo d´intesa tra Regione ed Aiel rientra tra le attività a supporto dell´attuazione delle misure del Piano regionale della qualità dell´aria. Il Piano prevede, per il contenimento delle emissioni di polveri sottili, il passaggio da caminetti e stufe tradizionali a sistemi ad alta efficienza con l´obiettivo della conversione del 60 per cento degli attuali impianti tradizionali al 2015 e dell´80 per cento al 2020 nelle aree di superamento delle emissioni di polveri sottili (Perugia, Corciano, Foligno e Terni. Nella zona di valle e nella Conca ternana, l´obiettivo è la riduzione del 20 per cento degli attuali impianti a legna ogni cinque anni; rientrano in questa misura i territori comunali di Assisi, Collazzone, Orvieto, Todi, Bastia Umbra, Deruta, San Giustino, Torgiano, Bevagna, Marsciano, Spello, Trevi, Cannara, Narni, Spoleto, Umbertide e Città di Castello. Il protocollo d´intesa ha la finalità di promuovere il corretto uso dei biocombustibili legnosi a scala domestica attraverso campagne informative; contenere l´impatto ambientale dovuto all´utilizzo delle biomasse, sostenendo l´uso di legna, pellet e biomasse agroforestali di qualità certificata e favorendo l´utilizzo di materie prime di origine locale, secondo processi produttivi che coniughino la sostenibilità ambientale con lo sviluppo socio-economico delle comunità locali. Si vogliono sviluppare, inoltre, le importanti opportunità offerte dal Conto Energia Termico, che consentono di rinnovare il parco apparecchi e caldaie regionale in modo molto efficace per l´ambiente, promuovere l´uso delle migliori tecnologie di conversione energetica in sostituzione dei vecchi e obsoleti generatori di calore e il passaggio da caminetti e stufe tradizionali a legna a stufe ad alta efficienza. L´intesa, di durata triennale, prevede attività per la qualificazione professionale degli installatori-manutentori di impianti a biomasse e l´aggiornamento professionale dei progettisti. Verranno realizzate campagne di verifica dell´efficacia della sostituzione di stufe e camini tradizionali con sistemi ad alta efficienza nelle aree di superamento di polveri sottili individuate dal Piano regionale di qualità dell´aria. Si valorizzerà l´uso energetico di residui di potatura e residui colturali in moderne tecnologie, con l´obiettivo di ridurre significativamente l´impatto della combustione a cielo aperto, purtroppo ancora molto praticata per la mancanza di valide alternative.  
   
   
TRENTO: IMPIANTI PER PRODURRE ENERGIA DA BIOGAS: APPROVATI I CRITERI FONDAMENTALI  
 
 Trento, 9 settembre 2014 - La Giunta provinciale, su proposta dell´assessore all´agricoltura Michele Dallapiccola, ha approvato i criteri fondamentali per la concessione di contributi per la realizzazione di impianti per la produzione di energia derivante da biogas. Spetterà al dirigente del Servizio agricoltura trasmettere alla Commissione Europea una sintesi delle informazioni relative al regime di aiuto. Quando la Commissione comunicherà alla Provincia il numero di identificazione, la Giunta definirà gli ulteriori criteri attuativi, l´eventuale limitazione di beneficiari e spese ammissibili, l´apertura di bandi e specificherà la documentazione necessaria per presentare le domande. Già fin d´ora, comunque, si può dire che potranno fruire delle agevolazioni le piccole e medie imprese agricole, singole e associate, nonché i consorzi e le cooperative costituiti tra imprese agricole per realizzare e gestire congiuntamente impianti per la produzione di energia termica, elettrica e meccanica da fonti rinnovabili. Non potranno beneficiare di aiuti le imprese destinatarie di un ordine di recupero pendente a seguito di una precedente decisione della Commissione che dichiari gli aiuti illegittimi e incompatibili con il mercato interno, nonché le imprese in difficoltà. Con le agevolazioni previste si potranno acquistare attrezzature elettromeccaniche e/o di cogeneratori; realizzare strutture e casamenti per collocarvi impianti di cogenerazione, strutture di ricezione e stoccaggio delle biomasse e dei liquami, strutture e sistemi di stoccaggio ed immagazzinamento del biogas; si potranno acquistare attrezzature per la lavorazione e la trasformazione della biomassa (sminuzzatori, sfibratori) nonché per processi preliminari biologici per produrre una matrice facilmente digeribile e per ottimizzare l´utilizzo energetico delle biomasse; realizzare impianti e acuistare attrezzature di evaporazione ed essiccazione per ridurre l´azoto liquido del digestato; pagare spese tecniche quali progettazione, direzione di cantiere, coordinamento della sicurezza, perizie geologiche e per l´inquinamento acustico, spese connesse alla V.i.a. E alla Valutazione di Incidenza. Di norma gli impianti di produzione di energia soddisfano unicamente il fabbisogno energetico dell´azienda agricola, compreso quello della famiglia. L´eventuale vendita di energia elettrica alla rete è consentita purché sia rispettato il limite di autoconsumo annuale. La percentuale di contributo massima per la realizzazione dell´impianto è fissata nel 40% della spesa massima ammissibile; per la realizzazione delle strutture accessorie la percentuale massima è fissata al 35%. Il contributo massimo per ogni singola impresa e per singolo progetto è di 500.000 euro.  
   
   
I PRINCIPALI RISULTATI DELL’INCHIESTA TRIMESTRALE SUL MERCATO DELLE ABITAZIONI IN ITALIA, CONDOTTA CONGIUNTAMENTE DA BANCA D’ITALIA, TECNOBORSA E AGENZIA DELLE ENTRATE  
 
Roma, 9 settembre 2014 – La ricerche mettono in evidenza che nel Ii trimestre del 2014 emergono segnali contrastanti sull’andamento del mercato immobiliare italiano: da un lato la quota di agenti che hanno venduto o locato almeno un’abitazione è aumentata e l’accesso al finanziamento dell’acquisto dell’abitazione mediante mutuo è risultato più agevole; dall’altro lato i giudizi relativi alle condizioni della domanda sono peggiorati e la quota di agenti che hanno riportato un calo dei prezzi, pur in leggera diminuzione, rimane largamente predominante. Le attese degli operatori, valutate rispetto a un anno prima per attenuare l’impatto della forte stagionalità nel periodo estivo, sono migliorate con riferimento alle tendenze di breve termine sia del proprio mercato sia di quello nazionale; nell’orizzonte dei due anni, tuttavia, al miglioramento rispetto all’estate del 2013 si contrappone la netta riduzione dell’ottimismo nel confronto con la precedente indagine di aprile. I dati definitivi sul Censimento 2011 degli edifici pubblicati dall’Istat rilevano che, sul territorio nazionale, gli edifici e i complessi ammontano a 14.515.795, il 13,1% in più rispetto al 2001. Più in dettaglio, gli edifici sono 14.452.680 e i complessi 63.115, con un incremento intercensuario rispettivamente pari al 13,1% e al 64,4%. Rispetto al Censimento 2001 è diminuita, dal 5,7% al 5,2%, la quota dello stock immobiliare non utilizzato perché cadente, in rovina o in costruzione; nel caso degli edifici, quest’ultima scende dal 5,6% del 2001 al 5,1% del 2011, per i complessi di edifici dal 13,8% al 13,5%. È di tipo residenziale l’84,3% degli edifici complessivamente censiti (pari a 12.187.698), in crescita dell’8,6% nel decennio intercensuario e tale incremento risulta sostanzialmente in accordo con quello riscontrato per le famiglie. Gli edifici residenziali sono costituiti per il 51,8% da abitazioni singole; tra gli edifici non residenziali, la fetta più ampia è costituita da quelli destinati a un uso produttivo (18,9%), seguono quelli commerciali (16,2%) e per servizi (11,7%), mentre più ridotta è la quota di edifici a uso turistico/ricettivo e direzionale/terziario (4% circa in entrambi i casi). Ammontano a 31.208.161 le abitazioni censite nel 2011; il 77,3% risulta occupato da almeno una persona residente, il restante 22,7% è costituito da abitazioni vuote o occupate solo da persone non residenti. Con il 50,1% di abitazioni non occupate da persone residenti, la Valle d’Aosta è in testa alla graduatoria, seguita da Calabria (38,8%), Molise e Provincia autonoma di Trento (37,1%). Il 73,2% delle abitazioni occupate ha almeno una cucina (75,5% nel 2001), il 13,3% è dotato di un cucinino (15,2% nel 2001) e il 13% di un angolo cottura (7,9% nel 2001). La quasi totalità delle abitazioni occupate dispone di almeno un gabinetto (99,9%) e/o di un impianto doccia/vasca da bagno (99,4%); circa sei abitazioni occupate su dieci hanno un solo gabinetto, quattro su dieci ne hanno invece due o più. È servito da acqua potabile il 98,3% delle abitazioni ma nelle Isole si registra la percentuale più bassa (93,8%), rispetto alla media nazionale, mentre nell’Italia del Nord le quote salgono oltre il 99%; la quota di abitazioni che ricevono acqua potabile da acquedotto ha raggiunto il 96,8%, mentre il 2,8% la riceve da un pozzo e lo 0,6% da altra fonte; nel Nord-est si concentra la percentuale più elevata di abitazioni con acqua potabile da pozzo. L’estate 2014 vede più proprietari di case al mare rispetto all’estate 2013: Casa.it ha analizzato i dati raccolti dall’Agenzia delle Entrate relativamente alle 600 località costiere italiane e di queste, Capoluoghi di provincia compresi, il 15% ha registrato una crescita del +13,7% delle compravendite avvenute nel corso del 2013 rispetto al 2012, un segnale da considerare positivo se si pensa che nel 2012 solo l’1,5% dei Comuni ha registrato un aumento degli scambi. Il mercato delle seconde case è il settore maggiormente colpito sotto vari aspetti: dalla crisi, dalle tasse e da un cambio delle abitudini degli italiani che preferiscono bed&breakfast o affitti brevi di appartamenti o recarsi in località esotiche spesso in proporzione meno care delle località marine italiane. Dalla vivacità del mercato che si è registrato fino a metà degli anni 2000, durante i quali le compravendite crescevano all’anno a ritmi compresi tra il 2,6% e il 3,5% fino all’apice delle 60.000 abitazioni traslate nel 2006, si è scesi a 16.000 compravendite, il 75% in meno e, nel giro di 7 anni, i valori delle case hanno registrato decrementi tra il 10% e il 30%. Da un’analisi condotta da Solo Affitti sugli sfratti per morosità e, in particolare, sulla categoria socio-demografica dell´inquilino che subisce uno sfratto per mancato pagamento del canone di locazione, è emerso che sono le famiglie con figli (43,6%) e i single (32,5%) a faticare maggiormente nel far fronte alla principale spesa fissa mensile, l´affitto, una volta perso o ridottosi il reddito a disposizione. Meno fragili sembrano essere le coppie senza figli (17,5) e le persone che condividono l´appartamento senza alcun vincolo di legame di natura familiare (6,4%). Secondo le rilevazioni di Immobiliare.it, la crisi economica non ha fatto ridurre di molto i prezzi degli affitti per gli studenti fuori sede: l’indagine, realizzata prendendo in considerazione l’offerta di stanze sul portale nelle 15 città italiane con la maggior presenza di studenti fuori sede, ha rivelato che la richiesta media ammonta a 380 euro per una stanza singola e a 280 per un posto letto in doppia, dei veri e propri dazi che chi non è vincitore di alloggio deve pagare pur di studiare nella città prescelta. Nel dettaglio, è Milano a detenere lo scettro di città universitaria più cara d’Italia: la richiesta media per una stanza singola qui è pari a 480 euro, praticamente il 26%in più della media nazionale, mentre per la doppia si spendono 320 euro; numeri molto elevati, questi, che crescono ancora se si sceglie di alloggiare nelle zone più centrali o comunque comode per raggiungere le principali università milanesi: in zona Centro Storico, ad esempio, la richiesta media supera i 590 euro al mese. Seconda in classifica per i prezzi è Roma, dove la maggiore estensione territoriale contribuisce a far abbassare la somma media richiesta: 410 euro al mese per una singola e 300 per una doppia. Ma, anche in questo caso, la prossimità al centro storico della Capitale fa lievitare i prezzi a oltre 500 euro. A seguire, le città con i prezzi degli affitti più elevati sono le tradizionali destinazioni degli universitari italiani ma anche di tanti stranieri: Firenze (360 euro per la singola, 260 per il posto in doppia), Bologna (330 per una stanza singola, 240 per la doppia) e Torino (320 euro per la singola, 220 per il posto in una stanza condivisa); si risparmia al Sud, con prezzi medi per la singola sotto i 200 euro a Catania e Palermo. La differenza di prezzo dell’offerta è strettamente connessa alle attrattive che le diverse città hanno non solo per gli studenti, ma anche per i giovani lavoratori; è con loro, infatti, che matricole e non devono contendersi le stanze disponibili: milioni di persone, spesso precarie, che guadagnano troppo poco per potersi permettere un alloggio per conto loro e sempre più spesso, ormai, vivono in condivisione, fenomeno che fa lievitare la domanda di questa tipologia di affitto nelle città più produttive del Paese. Altro fattore interessante che emerge dall’indagine riguarda il proprietario dell’immobile: il 14% dell’offerta presente su Immobiliare.it vede tra gli inquilini anche il padrone di casa, fenomeno recente, quello degli affitti parziali, che sembra ormai una realtà consolidata nel mercato immobiliare italiano. L’indagine ha poi analizzato le richieste delle inserzioni alla ricerca dell’inquilino: ebbene, l’affittuario perfetto ha al massimo 35 anni, non possiede animali (non graditi nel 68% dei casi) ed è una donna (il 41% degli annunci richiede esplicitamente una persona di sesso femminile); infine, il 44% degli inserzionisti si dichiara gay friendly.  
   
   
TRENTO: OLTRE 14 MILIONI DI EURO AI COMUNI PER COMPENSARE L´IMU 2013  
 
Trento, 9 settembre 2014 - Con una delibera a firma dell´assessore Carlo Daldoss, la Giunta provinciale ha assegnato ai Comuni trentini risorse per oltre 14 milioni. Serviranno come compensazione per il mancato gettito relativo alla seconda rata 2013 dell´Imu abitazione principale. Con l´abolizione da parte dello Stato dell´imposta sugli immobili utilizzati come abitazione principale sono venute a mancare ai comuni importanti risorse. Per queste ragioni la Provincia, competente in materia di finanza locale, aveva disposto già nel novembre 2013, in favore dei comuni trentini, un primo trasferimento compensativo in relazione alla prima rata dell´Imu 2013. Con il provvedimento di oggi la Giunta provinciale ha provveduto ad un´ulteriore assegnazione compensativa, relativa al mancato gettito della seconda rata e altre fattispecie assimilate per il 2013 per complessivi euro 14.369.855. Il trasferimento compensativo permetterà così ai comuni di fare fronte al mancato gettito conseguente all´esenzione introdotta dallo Stato.  
   
   
ALER, ASSESSORE LOMBARDIA: SENZA CONFRONTO COMUNE SBAGLIA  
 
Milano, 9 settembre 2014 - "Mi pare una decisione presa in maniera dittatoriale, senza il minimo coinvolgimento dei soggetti deputati a parlare di case popolari: famiglie, inquilini e sindacati. Non è mai stata usata la politica del confronto. Spiace dirlo, ma ne dovremo tenere conto nel programmare i nuovi interventi". L´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli torna così sulla decisione assunta dal Comune di Milano di affidare la gestione delle proprie case a Mm e sulle dichiarazioni rilasciate anche dall´assessore Daniela Benelli. 16,5 Milioni Per Riqualificare 1.100 Alloggi - "All´assessore Benelli, che si permette di dire che ´è la fine di un incubo´ - aggiunge Bulbarelli - vorrei ricordare gli importanti finanziamenti che Regione Lombardia ha già corrisposto al Comune e all´Aler di Milano sia per la riqualificazione degli alloggi (16, 5 milioni di euro per 1.100 alloggi solo con gli ultimi due programmi) sia per i quartieri. Questo rapporto non prevedeva solo la convenzione fra l´Aler e il Comune, ma anche la conclusione dei progetti già cominciati e condivisi in sede di cabina di regia. Penso alla riqualificazione dei quartieri più degradati, per i quali abbiamo ottenuto fondi anche dall´Ue, le nuove assegnazioni e via dicendo". Che Fine Hanno Fatto I Soldi Dell´imu? - L´assessore Bulbarelli si domanda poi che fine abbiano fatto i soldi che il Comune di Milano ha incassato come Imu (circa 32 milioni di euro nel triennio 2011-2014). "Benelli - conclude Bulbarelli - dice di aver dato 20 milioni ad Aler: e gli altri 12 incassati che fine hanno fatto? Sono forse volati via con la convenzione? O in quali rivoli del Bilancio comunale sono andati a finire? Si tratta di temi di grande importanza, perché ciò che l´Aler paga di tassazione è giusto che venga riutilizzato per le manutenzioni e per le famiglie bisognose attraverso quel Fondo di solidarietà che il Comune di Milano non ha mai alimentato".  
   
   
EDILIZIA: FVG, CONVEGNO SU SEMPLIFICAZIONI 10 SETTEMBRE A UDINE  
 
Trieste, 9 settembre 2014 - Le semplificazioni procedurali e le novità sostanziali in materia di edilizia e urbanistica sono il tema del convegno in programma mercoledì 10 settembre, dalle 9.30 alle 12, nell´auditorium della Regione in via Sabbadini a Udine. L´incontro, promosso dalla direzione centrale Infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale, lavori pubblici e università, intende illustrare i principali contenuti della Lr 13/2014 (Misure di semplificazione dell´ordinamento regionale in materia urbanistico-edilizia, lavori pubblici, edilizia residenziale pubblica, mobilità, telecomunicazioni e interventi contributivi) e l´impatto che le nuove disposizioni normative hanno sull´operatività degli enti locali. Il convegno è rivolto agli uffici tecnici degli enti locali e delle amministrazioni pubbliche, ai liberi professionisti e a tutti coloro che operano nell´ambito dell´edilizia. In particolare, verranno illustrate le modifiche alla Lr 19/2009 (Codice regionale dell´edilizia), le novità del quadro normativo regionale per i professionisti e le nuove disposizioni in materia di contributi regionali per la realizzazione di opere pubbliche. Per l´assessore alle infrastrutture e lavori pubblici Mariagrazia Santoro - "La legge vuole dare certezza e fissare tempi rapidi alle procedure soprattutto in materia di edilizia e urbanistica, nonchè mettere gli Enti locali nella condizione di non sprecare nemmeno un centesimo dei contributi ricevuti e sostenerli normativamente negli interventi di riqualificazione urbana".  
   
   
CAMPANIA: OPERE PUBBLICHE, VIA A 3 INTERVENTI PER 7 MILIONI 300MILA EURO. AD OGGI DECRETI PER 267 MILIONI  
 
Napoli, 9 settembre 2014 - Sono stati pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione Campania (Burc) tre nuovi decreti dell´Assessorato Lavori pubblici con i quali vengono ammessi a finanziamento altrettanti interventi derivanti dalle iniziative di accelerazione della spesa per un valore complessivo di 7 milioni 300 mila euro.” Così l´assessore ai Lavori pubblici Edoardo Cosenza. “I provvedimenti riguardano i lavori di riqualificazione con adeguamento statico e funzionale di un immobile comunale (ex asilo) sito in via Gianquitto nel comune di Casalduni, in provincia di Benevento (per un importo di 2 milioni di euro); la sistemazione idrogeologica di un´area del comune di Baronissi, in provincia di Salerno (con interventi di canalizzazione e difesa idraulica sul versante Ovest, che vale complessivamente 4 milioni 400mila euro); l´adeguamento sismico del polo scolastico di piazza Mazzacane, relativamente alla ristrutturazione della palestra e dei locali annessi dell´istituto Mazzarella, nel comune di Cerreto Sannita, in provincia di Benevento (il cui valore è di 900mila euro). “Grazie alle procedure di accelerazione della spesa riusciamo ad intervenire anche sulla ristrutturazione di edifici strategici, come le scuole e nell´ambito della difesa dai rischi naturali. Con questi ulteriori 3 decreti, salgono a oltre 267 milioni di euro gli interventi in capo alla Direzione generale Lavori pubblici finanziati grazie alle misure adottate dalla Giunta Caldoro. Opere che si aggiungono a quelle ammesse a finanziamento da ciascun Assessorato attraverso lo stesso provvedimento di accelerazione che sta caratterizzando la Campania per una grande azione di investimenti pubblici. A seguito della pubblicazione dei decreti i Comuni potranno far partire subito le gare per la realizzazione delle opere”, conclude Cosenza.  
   
   
GUIDI: MAI DETTO CHE I LAVORATORI PESANO TROPPO SULLE AZIENDE  
 
Roma, 9 settembre 2014 - L’ufficio stampa del ministero dello Sviluppo Economico, in relazione all’intervista del Ministro Federica Guidi sul Messaggero di ieri, precisa che il Ministro non ha mai detto che i lavoratori pesano troppo sulle aziende. Quel concetto, evidentemente espresso da altri relatori al Forum di Cernobbio, le è stato quindi attribuito in modo del tutto arbitrario.  
   
   
MILANO, 700 IMPRESE PORTATE ALL’ESTERO 1,8 MILIONI PER INTERNAZIONALIZZARSI GRAZIE AI VOUCHER NEI CLICK DAY, MERCOLEDÌ SARÀ L’ULTIMO  
 
Milano, 9 settembre 2014. L’export milanese nei primi tre mesi del 2014 guarda al mercato interno europeo oltre che ad oriente: tra le prime 20 destinazioni in forte crescita rispetto allo stesso periodo del 2013 Regno Unito (+25,7%) e Giappone (+21,3%). Ma nella classifica sale dal terzo al primo posto la Francia (+2,3%) e guadagnano posizioni anche Hong Kong che passa dal diciassettesimo al quattordicesimo posto (+13%), Belgio dal sedicesimo al tredicesimo (+10,4%) e Arabia Saudita dal ventesimo al diciottesimo (+10,3%). In flessione di 4 posizioni gli Emirati Arabi Uniti, di 3 il Brasile e di 2 la Russia. Arretrano Svizzera e Germania, pur restando al secondo e terzo posto. E tra i prodotti milanesi più apprezzati nel mondo ci sono: la moda, che nel 2014 continua ad aumentare (gioielleria e bigiotteria +10,7%, calzature +8,8% e abbigliamento +5,2), ma anche le apparecchiature di cablaggio (+18,9%) e i prodotti in metallo (+15,9%). Rallenta l’export milanese (-4,8%) che vale 9 miliardi di euro in tre mesi e rappresenta un decimo del totale nazionale. Europa, Asia orientale e Stati Uniti restano i maggiori mercati di sbocco. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al primo trimestre 2014 e 2013. Mercoledì 10 settembre scatta il terzo voucher day per le imprese milanesi. Mercoledì 10 settembre, dalle ore 10, le piccole e medie imprese milanesi potranno richiedere direttamente online i voucher per partecipare a missioni economiche e fiere internazionali in programma tra il 13 ottobre 2014 e il 31 gennaio 2015. Lo prevede il bando Voucher Internazionalizzazione 2014, promosso da Regione Lombardia e dal Sistema camerale lombardo. Si tratta della terza finestra utile per richiedere i voucher, la prima è stata il 5 marzo (per le iniziative con data compresa tra il 1° febbraio 2014 e il 15 giugno 2014) e la seconda mercoledì 15 maggio 2014 (per le iniziative con data di inizio compresa tra il 16 giugno 2014 e il 12 ottobre 2014). La dotazione finanziaria complessiva per la Lombardia è di circa 5 milioni di euro, in particolare 1,8 milioni messi a disposizione dalla Camera di commercio di Milano per le imprese della propria provincia. Le imprese di Milano sono supportate dalla Camera di commercio di Milano attraverso la sua azienda speciale Promos per le attività internazionali. I contributi a fondo perduto, erogati attraverso l´assegnazione di voucher, saranno assegnati in base all’ordine di arrivo delle domande che dovranno essere presentate online tramite il sito: https://gefo.Servizirl.it/adp. Circa 1.600 i voucher già assegnati alle imprese lombarde. Attraverso il voucher day di marzo e quello di maggio 2014. Di questi, oltre 1.300 per partecipazione a missioni imprenditoriali e fiere all’estero. Il 37,5%, assegnato a imprese con sede a Milano (504) e l’11,4% a Monza e Brianza. Seguono poi Brescia e Bergamo con il 10% circa. In particolare per le missioni le imprese hanno scelto come “prioritari”: Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica (Brics), Usa, Canada, Messico (Nafta) e Turchia. Altri 250 voucher sono stati assegnati a livello regionale per servizi di consulenza all’internazionalizzazione. Per tutti e tre i “voucher day” si possono stimare a 2mila le imprese che li avranno ottenuti nel 2014, di cui circa 700 su Milano. “Il Bando Voucher Internazionalizzazione 2014 rappresenta un importante e concreto sostegno per le imprese che operano sui mercati esteri – afferma Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di commercio di Milano –. Grazie a questa iniziativa, le imprese possono ottenere finanziamenti sotto forma di voucher per acquisire servizi di consulenza, partecipare a missioni commerciali e a fiere internazionali. Una forma di sostegno che, attraverso Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, è destinata alle aziende attive sui mercati internazionali”. “L’importante numero di voucher assegnati alle aziende lombarde - ha spiegato l’Assessore alle attività produttive, ricerca e innovazione di Regione Lombardia, Mario Melazzini – conferma quanto i nostri imprenditori abbiano la necessità di poter usufruire di strumenti che consentano loro di aprirsi ai mercati esteri. Ecco perché abbiamo deciso di rafforzare il nostro impegno sul fronte dell’internazionalizzazione, fattore che riteniamo strategico per il futuro delle nostre aziende, mettendo in campo misure ancora più efficaci e innovative e incrementando strumenti, come il Fondo di rotazione per l´internazionalizzazione, con l’obiettivo di sostenere le attività imprenditoriali lombarde orientate allo sviluppo ed al consolidamento della presenza stabile sui mercati stranieri. Siamo convinti - ha sottolineato Melazzini - che, in un momento in cui la domanda interna fa fatica a riprendersi, l’individuazione di nuovi interlocutori rappresenti una fondamentale opportunità di crescita e sviluppo economico per gli imprenditori lombardi e noi vogliamo essere al loro fianco in modo concreto per vincere la sfida dell’export”. “E’ ormai un’iniziativa consolidata e di successo quella dei voucher a supporto dei processi di internazionalizzazione - ha dichiarato il presidente di Unioncamere Lombardia Francesco Bettoni -. L’edizione 2013 ha assegnato complessivamente sulle varie misure circa 2.200 voucher ad altrettante imprese. Con il bando 2014, contiamo di ulteriormente migliorare questi numeri e di raggiungere nuove e diverse imprese. Molto spesso il voucher per le micro e le piccole imprese rappresenta un incentivo apprezzato per invogliare queste imprese ad affrontare la sfida dei mercati esteri. Infatti siamo convinti che, pur essendo la Lombardia già oggi una Regione a forte vocazione esportatrice, rappresentando il 28% dell’export complessivo italiano, vi siano ulteriori spazi per altre imprese che vogliono affrontare la sfida dell’export. Il voucher può rappresentare la spinta giusta per favorire questi processi”. Export milanese nel 2014
export 2013 export 2014 variaz. % 2013-2014 peso % su tot. 2014
Milano 9.368.405.569 8.921.639.230 -4,8% 9,3%
Lombardia 26.472.548.588 26.473.551.894 0,0% 27,5%
Italia 94.694.610.082 96.105.236.436 1,5% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat I trim. 2014 e 2013. Valori in euro Primi 20 Paesi dell’export milanese nel 2014
Paesi Exp2013 Exp2014 variaz. % 2013-2014 % su tot. Posizioni rispetto al 2013
1 Francia 794.427.553 812.579.726 2,3% 9,1% +2
2 Svizzera 1.153.751.902 810.286.361 -29,8% 9,1% -1
3 Germania 815.614.688 805.713.889 -1,2% 9,0% -1
4 Stati Uniti 703.807.875 679.482.120 -3,5% 7,6% 0
5 Regno Unito 296.789.963 372.934.240 25,7% 4,2% +2
6 Cina 315.603.127 329.884.150 4,5% 3,7% -1
7 Spagna 298.648.495 308.711.220 3,4% 3,5% -1
8 Giappone 235.499.424 285.723.931 21,3% 3,2% +2
9 Turchia 279.794.543 285.051.732 1,9% 3,2% 0
10 Russia 282.783.262 261.057.291 -7,7% 2,9% -2
11 Paesi Bassi 185.549.615 195.510.980 5,4% 2,2% 2
12 Corea del Sud 211.225.056 173.444.849 -17,9% 1,9% -1
13 Belgio 146.132.320 161.285.833 10,4% 1,8% +3
14 Hong Kong 140.375.579 158.663.137 13,0% 1,8% +3
15 Polonia 148.652.561 154.877.202 4,2% 1,7% 0
16 Emirati Arabi Uniti 186.005.221 147.815.955 -20,5% 1,7% -4
17 Brasile 160.117.551 145.402.572 -9,2% 1,6% -3
18 Arabia Saudita 120.964.451 133.416.019 10,3% 1,5% +2
19 Austria 130.461.680 121.093.270 -7,2% 1,4% -1
20 India 124.793.757 116.552.019 -6,6% 1,3% -1
Mondo 9.368.405.569 8.921.639.230 -4,8% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat I trim. 2014 e 2013. Valori in euro Voucher assegnati a marzo 2014 e a maggio 2014 per missioni economiche e partecipazioni a fiere all’estero per provincia lombarda
Fondo N voucher assegnati per partecipazione a missioni all´estero misura B N. Voucher assegnati per partecipazione a fiere all´estero in forma aggregata misura C1 N. Voucher assegnati per partecipazione a fiere all´estero in forma individuale misura C2 Totale voucher già assegnati % su tot.
Bergamo 34 37 63 134 10,0%
Brescia 48 46 44 138 10,3%
Como 33 18 18 69 5,1%
Cremona 6 6 18 30 2,2%
Lecco 16 21 55 92 6,8%
Lodi 10 5 7 22 1,6%
Mantova 11 21 43 75 5,6%
Milano 142 362 0 504 37,5%
Monza e Brianza 41 72 40 153 11,4%
Pavia 17 18 46 81 6,0%
Sondrio 1 5 9 15 1,1%
Varese 10 21 0 31 2,3%
Lombardia totale 369 632 343 1344 100,0%
Lombardia voucher per servizi di consulenza all´internazionalizzazione misura B 250
Totale voucher già assegnati 1594
dati Regione Lombardia *ogni impresa può richiedere massimo 2 voucher per la misura B e massimo 3 per la misura C **i voucher relativi alla misura A sono stati tutti assegnati e i servizi del voucher devono essere erogati entro il 15 maggio 2015 Export milanese nel 2014: primi 20 prodotti
Gruppi Exp2013 Exp2014 % su tot. 2013 variaz. % in un anno
1 2 Cb141-articoli di abbigliamento, escluso l´abbigliamento in pelliccia 561.629.761 590.648.180 6,6% 5,2%
3 Ck281-macchine di impiego generale 566.010.874 559.438.167 6,3% -1,2%
4 Ce201-prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie 519.607.516 519.849.652 5,8% 0,0%
5 Ck282-altre macchine di impiego generale 541.206.439 518.685.519 5,8% -4,2%
6 Cf212-medicinali e preparati farmaceutici 477.997.467 464.394.714 5,2% -2,8%
7 Ck289-altre macchine per impieghi speciali 449.374.394 452.982.807 5,1% 0,8%
8 Cj271-motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell´elettricità 325.015.518 358.223.022 4,0% 10,2%
9 Cb151-cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria; pellicce preparate e tinte 316.437.494 281.466.273 3,2% -11,1%
10 Ch244-metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari 423.496.613 237.231.402 2,7% -44,0%
11 Ci265-strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione; orologi 232.709.561 226.034.923 2,5% -2,9%
12 Cb152-calzature 190.140.882 206.851.069 2,3% 8,8%
13 Ce204-saponi e detergenti, prodotti per la pulizia e la lucidatura, profumi e cosmetici 203.487.130 205.716.128 2,3% 1,1%
14 Ch259-altri prodotti in metallo 177.063.621 205.253.457 2,3% 15,9%
15 Cg222-articoli in materie plastiche 195.395.981 204.287.178 2,3% 4,6%
16 Ce205-altri prodotti chimici 202.372.682 188.578.270 2,1% -6,8%
17 Cj273-apparecchiature di cablaggio 147.339.904 175.126.900 2,0% 18,9%
18 Ci262-computer e unità periferiche 186.752.683 174.031.606 2,0% -6,8%
19 Cl291-autoveicoli 164.228.990 173.882.386 1,9% 5,9%
20 Cm321-gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; pietre preziose lavorate 143.611.322 158.954.707 1,8% 10,7%
Totale 9.368.405.569 8.921.639.230 100,0% -4,8%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat I trim. 2014 e 2013. Valori in euro Export milanese nel 2014 per area geografica
export 2013 export 2014 variaz. % 2013-2014 peso % su tot. 2014
Unione europea 28 3.600.844.240 3.698.207.439 2,7% 41,5%
Paesi europei non Ue 1.867.579.403 1.510.463.908 -19,1% 16,9%
Africa settentrionale 291.595.847 272.750.790 -6,5% 3,1%
Altri paesi africani 169.387.431 167.858.914 -0,9% 1,9%
America settentrionale 781.233.393 758.457.219 -2,9% 8,5%
America centro-meridionale 430.948.252 430.812.549 0,0% 4,8%
Medio Oriente 656.457.262 558.999.776 -14,8% 6,3%
Asia centrale 183.816.434 175.544.445 -4,5% 2,0%
Asia orientale 1.175.250.062 1.205.470.500 2,6% 13,5%
Oceania e altri territori 211.293.245 143.073.690 -32,3% 1,6%
Mondo 9.368.405.569 8.921.639.230 -4,8% 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat I trim. 2014 e 2013. Valori in euro
 
   
   
ELECTROLUX COMPRA DIVISIONE GENERALE ELECTRIC ELETTROMESTICI ZAIA: “CONGRATULAZIONI? SOLO SE L’OPERAZIONE NON COMPROMETTERA’ MA ANZI RILANCERA’ I LIVELLI OCCUPAZIONALI E LO SVILUPPO DEL SETTORE NEL VENETO”  
 
Venezia, 9 settembre 2014 - “E’ un’operazione che dovrà essere chiarita nei contenuti e nelle conseguenze. Il nostro primo interesse sono i lavoratori veneti dell’Electrolux e del suo grande indotto, e la tenuta dell’accordo che è stato sottoscritto di recente con grandi sacrifici da parte delle maestranze. Tutto questo non può, né deve, essere messo in discussione da quest’ acquisizione americana”. Così commenta Luca Zaia, Governatore del Veneto, la notizia dell’acquisto dell’unità degli elettrodomestici della statunitense General Elecric da parte della svedese Elecrtolux. “Di questa notizia, al momento – rileva Zaia - non possiamo che dare una doppia lettura d’attesa: o si tratta dell’avvio di un processo di globalizzazione che va a detrimento del territorio veneto nel quale Electrolux è insediata; oppure, e spero davvero che ci troviamo di fronte a questa seconda spiegazione, è una grande occasione anche per l’Electrolux italiana e veneta in particolare. Ricordo infatti che quando il Governo scese in campo, buon ultimo, per arrivare all’accordo, tutti si disse che il mercato americano degli elettrodomestici in genere pretende una gamma ‘alta’ di prodotti che solo le maestranze italiane e venete, con la loro maestria naturale e storica, possono garantire”. “Il prossimo futuro ci dirà quale sarà la lettura corretta. Resta chiaro a tutti e di tutta evidenza – conclude il Governatore veneto – che la Giunta regionale del Veneto ed io personalmente, siamo stati, siamo e saremo sempre schierati a favore dei nostri lavoratori, per il mantenimento, consolidamento e sviluppo dei livelli occupazionali, per il rilancio deciso di un settore nel quale nella fascia alta non abbiamo concorrenti, pur nella globalizzazione estrema. L’electrolux in Veneto rappresenta una grossa fetta del lavoro diretto negli stabilimenti ma anche una rilevante componente dell’indotto delle piccole e medie imprese nel legno, nel laminato, nell’inox”.  
   
   
IL “NUOVO” LAVORO? NELLA RISTORAZIONE, IN AGRICOLTURA E NELL’EDILIZIA SPECIALIZZATA MA IN CAMPANIA IL SALDO OCCUPAZIONALE 2014 SARÀ ANCORA NEGATIVO: 10.080 POSTI IN MENO (1.760 IN PROVINCIA DI SALERNO)  
 
Salerno, 9 settembre 2014 - Nel difficile contesto del mercato del lavoro campano emerge la mappa dei profili professionali più richiesti: addetti nella filiera della ristorazione (bar e ristoranti soprattutto); artigiani ed operai specializzati nel comparto delle costruzioni; agricoltori qualificati. È il quadro evidenziato dal Sistema Informativo Excelsior (Unioncamere e Ministero del Lavoro) in relazione alle previsioni di assunzione formulate dalle imprese dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi per l’anno in corso. I dati sono stati elaborati dal Centro Studi Ance Salerno, che ha approfondito il quadro delle dinamiche nelle 5 province della Campania. Emerge – spiegano gli analisti del Centro Studi Ance Salerno – una situazione molto fluida dove influisce nettamente l’indicatore della stagionalità, a conferma di percorsi lavorativi precarizzati e legati sostanzialmente ai trend riferibili al mercato turistico ed alla rotazione delle colture nel settore primario. Va, inoltre, segnalata – aggiungono gli analisti del Centro Studi Ance Salerno – la domanda sempre consistente, anche se deteriorata dalle condizioni generali di crisi, di professionalità ad alta qualificazione artigianale, a conferma di una inadeguata correlazione tra circuito delle scuole professionali e tessuto produttivo. «In Campania – si legge nel bollettino Excelsior Informa - risulta stabile la quota di profili intermedi, mentre aumenta quella delle professioni operaie, che guadagnano quasi 3 punti». Se si guarda alle professioni richieste dalle imprese campane «si rileva che oltre il 60% delle assunzioni programmate è concentrato in solo sei figure. In pole position si collocano o i profili intermedi tipici del turismo e della ristorazione (ossia cuochi, camerieri e baristi), con 8.390 assunzioni, e le professioni non qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (6.790 unità). Queste sono professioni – specificano gli analisti Excelsior - caratterizzate da un´elevata rotazione del personale, che spesso viene assunto con un contratto a termine». I movimenti occupazionali Complessivamente i lavoratori in ingresso in Campania si attestano a 60.190 unità; quelli in uscita sono 70.270 con uno sbilancio negativo di -10.080. Se si entra nel merito delle specificità dei contratti, i lavoratori alle dipendenze in entrata sono stimati in 54.410, ai quali vanno aggiunti 3.130 collaboratori con contratto a progetto e 2.650 lavoratori non alle dipendenze. Dal punto di vista delle uscite i lavoratori dipendenti sono 60.230, ai quali si sommano 3.150 collaboratori con contratto a progetto e 890 non alle dipendenze. A livello provinciale gli ingressi complessivi più consistenti sono previsti nel Napoletano (34.500); nel Salernitano (13.100); nel Casertano (6.650); nell’Avellinese (3.610); nel Beneventano (2.330). Sotto il profilo delle uscite i saldi negativi di maggiore rilievo si prevedono in provincia di Napoli (-4.870); Salerno (-1.760); Caserta (-1.320); Benevento (-1.130); Avellino (-1.000). I profili professionali Esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione; addetti alle vendite; addetti alle attività ricettive; addetti alle attività commerciali; agricoltori ed operai agricoli specializzati; artigiani ed operai specializzati nelle costruzioni; operai specializzati nel metalmeccanico, nell’industria estrattiva, nell’industria alimentare e nell’industria del legno: sono questi i profili in ingresso più richiesti che è possibile dedurre dall’analisi delle specifiche tabelle relative alle cinque province della Campania. I flussi in ingresso più positivi riguardano, in particolare, due macroaree di riferimento: le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi; artigiani, operai specializzati e agricoltori. I numeri confermano che è proprio in questi due bacini di utenza professionale che si registrano i maggiori ingressi in tutte e cinque le province della Campania. In provincia di Napoli il numero dei contratti previsti entro la fine del 2014 nell’ambito delle attività della ristorazione sono 5.530; altri 3.330 gravitano nel circuito degli addetti alle vendite. In provincia di Salerno i contratti preventivati nelle attività di ristorazione sono 1.680, mentre quelli nell’area vendite 910. In provincia di Caserta 650 nella ristorazione e 580 nelle attività commerciali. In provincia di Benevento 220 nella rete commerciale e 170 nella filiera delle attività ricettive e nella ristorazione. In provincia di Avellino 350 nella ristorazione e 250 nel commercio. Se si scende nel dettaglio dell’analisi dei flussi contrattuali riferiti ad artigiani, operai specializzati ed agricoltori, in provincia di Napoli sono stati previsti 1.620 contratti per artigiani e operai specializzati nelle costruzioni ed altri 1.310 per operai agricoli. In provincia di Salerno nel settore primario saranno 1.230 i rapporti di lavoro attivati, mentre si attesteranno a quota 610 quelli riferibili alle specializzazioni nelle costruzioni. Nel Casertano 510 contratti per artigiani e operai specializzati nell’industria estrattiva e nell’edilizia; 260 contratti per artigiani e operai metalmeccanici. Nel Beneventano 230 contratti per artigiani e operai specializzati nell’industria estrattiva e nell’edilizia e 150 per operai specializzati nell’industria alimentare, del legno e del tessile-abbigliamento. In Irpinia 280 contratti per artigiani e operai specializzati nell’industria estrattiva e nell’edilizia e 220 contratti per artigiani ed operai metalmeccanici specializzati. Il Presidente Di Ance Salerno Antonio Lombardi: «E’ Indispensabile Rafforzare Il Legame Tra Istituti Tecnico-professionali E Filiere Produttive» «Il quadro che emerge dall’analisi di Unioncamere – dichiara il presidente di Ance Salerno, Antonio Lombardi – evidenzia che i profili professionali di operai specializzati da un lato e le figure richieste dalla filiera della ristorazione e della ricettività dall’altro, si configurano come riferimenti occupazionali di primaria importanza per gli asset produttivi più competitivi della regione: turismo, commercio, agroindustria e manifatturiero di qualità». «È evidente – ha aggiunto ancora Lombardi – che nel rafforzamento auspicabile dei processi di qualificazione di queste categorie di lavoratori giocherà un ruolo sempre più preponderante l’attivazione di meccanismi strutturali in grado di implementare le relazioni virtuose tra gli istituti tecnico-professionali ed il mondo delle imprese». «L’analisi dei fabbisogni occupazionali – ha concluso Lombardi – ribadisce che non è più rinviabile un piano organico di interventi istituzionali mirati a rendere più efficace l’incrocio dell’offerta e della domanda di skill professionali. In un momento così difficile le opportunità reali e non calate dall’alto di sbocchi lavorativi per tanti giovani in cerca di occupazione vanno non solo incentivati, ma adeguatamente supportati».  
   
   
OSSERVATORIO CONGIUNTURALE I SEMESTRE 2014 DI UNINDUSTRIA COMO E CONFINDUSTRIA LECCO  
 
Como, 9 settembre 2014 - Il primo semestre del 2014 si è chiuso favorevolmente per le imprese di Como, sebbene le previsioni formulate nella precedente edizione fossero più ottimistiche. I primi sei mesi fanno seguito ad un secondo semestre del 2013 anch’esso chiusosi in maniera positiva e a periodi precedenti (2012 e inizio 2013) di pesanti perdite. Importante è lo scarto negli andamenti di imprese di medie o grandi dimensioni, se raffrontate con imprese di piccole dimensioni. Le differenze nei trend talvolta superano i 5 punti percentuali, come nel caso di ordini e attività produttiva. Le diversità nel caso delle vendite si attenuano anche se, monitorando il solo periodo aprile-giugno, è visibile un’accelerazione del fatturato (sia estero che nazionale) per le imprese più grandi. In generale, il segno “più” ritorna sui dati di domanda, attività produttiva e fatturato se si effettua il raffronto tendenziale, quindi rispetto ai primi sei mesi del 2013. Unici dati critici restano quelli sull’occupazione e sul credito alle imprese. Piatto invece l’andamento del fatturato, si registra un -0,2% rispetto al secondo semestre 2013. Rispetto alla seconda parte dell’anno scorso gli ordini crescono del 1,9%, mentre l’attività produttiva cresce meno (+1,1%). Come detto in precedenza, calano le vendite anche se di poco, -0,2%. La performance congiunturale è parzialmente legata a caratteristiche stagionali della produzione, riscontrata per il 39% del campione. Migliori i dati tendenziali annui, riferiti al periodo gennaio-giugno 2013. In questo caso, si è recuperato un po’ del fatturato (+0,6%), l’attività produttiva ha registrato un incremento del 1,4% e ancor meglio gli ordini che fanno segnare +3,4%. Le previsioni per i sei mesi finali del 2014 sono positive e superiori al 3,5%. L’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata risulta in crescita rispetto ai livelli molto bassi riscontrati nel 2012. Infatti, per il terzo semestre consecutivo si fanno segnare incrementi. Il dato si attesta al 72,8%. La propensione all’export delle imprese nel complesso è buona, con poco più del 60% del fatturato realizzato entro i confini nazionali, sebbene la maggior parte delle esportazioni siano effettuate in Europa occidentale. Il costo associato all’approvvigionamento delle materie prime registra, nel corso del primo semestre, minime variazioni al rialzo (minori dell’1%) rispetto ai listini di fine anno o di dodici mesi fa. L’incidenza media dei costi delle materie prime sul totale dei costi risulta pari al 33%. Le imprese del campione continuano a vivere criticità nei loro rapporti con gli Istituti di Credito, oltre un terzo del campione riscontra incrementi di spese e commissioni, poco più di un quinto rileva minore disponibilità a concedere linee di credito. La situazione occupazionale conferma quanto sperimentato nelle rilevazioni precedenti, nella maggioranza dei casi si ha stabilità (66,5%), nel 21% invece peggioramenti. Le aspettative per i prossimi mesi del 2014 paiono confermare tale scenario. Ordini - L’indicatore associato agli ordini mostra un incremento nei primi sei mesi del 2014. Il confronto con la prima metà dello scorso anno si attesta a +3,4%, anche il parallelo con il secondo semestre del 2013 è positivo ma più moderato: +1,9%. Le previsioni per i prossimi sei mesi sono anch’esse molto buone, si prevedono ordini in aumento per il 3,5%. Il buon andamento della domanda è rilevabile particolarmente per i settori tessile e metalmeccanico (rispettivamente +5,2% e 6,9% per la variazione tendenziale). Produzione - Sul fronte dell’attività produttiva si riscontrano variazioni differenti a seconda delle dimensioni considerate. Infatti, se il dato dell’attività produttiva delle imprese nel complesso è pari a +1,1% (dato congiunturale), la produzione per le imprese medio-grandi è aumentata del 3,3% mentre cala dello 0,6% per le imprese piccole. Analogo andamento per il dato tendenziale (confronto con il primo semestre del 2013). Le piccole imprese hanno un’attività produttiva pressoché invariata rispetto a dodici mesi prima (+0,5%), le imprese medie invece rilevano +2,7% e il totale del campione è pari a +1,4%. Le aspettative per i prossimi sei mesi del 2014 risultano invece positive indipendentemente dalle dimensioni e dal settore. L’analisi della capacità produttiva mediamente impiegata dalle imprese con oltre 50 occupati esprime un incremento rispetto a quanto registrato nelle ultime rilevazioni: il tasso passa infatti dal 69.7% all’80%. Il dato contrasta in maniera rilevante con quanto comunicato dalle imprese più piccole per le quali, invece, il tasso di utilizzo della capacità produttiva è pari al 67,1% (era 62,3% sei mesi fa). I valori sono quindi in aumento ma con delle differenze piuttosto marcate che il dato medio (72,8%) non esprime. Fatturato - La rilevazione del primo semestre 2014 ha riscontrato un fatturato in lieve calo rispetto alla rilevazione precedente mentre un incremento del 3,4% rispetto al primo semestre 2013. Analogamente alle considerazioni tratte per produzione e ordini, anche il dato complessivo sulle vendite risente di andamenti differenti tra piccole imprese e medie imprese. Il dato negativo (-0,2%) indicato in precedenza è trainato dalle piccole imprese che registrano -1,1% (le aziende medio-grandi segnano +0,8%). Una distinzione a livello settoriale fornisce una lettura similare: imprese tessili e metalmeccaniche con vendite in aumento e aziende di altri settori invece in stallo. Analizzando nello specifico le vendite nel periodo aprile-giugno 2014 per le imprese oltre i 50 dipendenti, si evidenziano saldi di risposte positivi, indifferentemente per fatturato in Italia o all’estero. Le risposte positive superano in ogni caso il 40% del campione e quasi la metà delle aziende rileva incrementi nelle vendite all’estero. Diversa è la situazione per imprese piccole, dove il 41% indica riduzioni nelle vendite all’estero e il 40% stabilità e un saldo di risposte quasi nullo per le vendite in Italia. Suddividendo il fatturato in base al Paese di destinazione si evince che c’è una buona propensione ad esportare i propri prodotti anche se la metà del fatturato fuori dai confini nazionali riguarda mercati consolidati come l’Europa Occidentale. Riassumendo: il 61,8% delle vendite avviene in Italia, il 19,3% in Europa Occidentale, il 2,9% nei Brics, il 2,5% negli Stati Uniti e il 2,4% in Asia Occidentale. La restante parte è divisa tra Est Europa, America centro-meridionale e altri Paesi. I giudizi sul futuro prossimo sono improntati all’ottimismo e alla fiducia; in media il fatturato è previsto crescere del 5%. Credito - Le condizioni praticate dagli istituti di credito riguardo spese e commissioni bancarie, richiesta di garanzie e tassi d’interesse applicati risultano in peggioramento per il 34% delle imprese, mentre stabili per il 57%. La disponibilità ad espandere linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove è in peggioramento per un’impresa su cinque e stabile per il 68%. Occupazione - La stabilità è il giudizio che si riscontra da tempo; lo scenario occupazionale risulta infatti caratterizzato da un mantenimento dei livelli in due terzi dei casi, anche se le indicazioni di riduzione restano alte (21% degli intervistati). Il commento del Presidente di Unindustria Como, Francesco Verga - «Se da un lato i dati del primo semestre di quest’anno – commenta il Presidente di Unindustria Como, Francesco Verga - confortano per la tendenza leggermente positiva, già accennata a fine 2013, dall’altro non possiamo ignorare che questo miglioramento per ora è dovuto principalmente alle performance positive delle aziende medio – grandi, mentre le piccole, in particolare quelle rivolte unicamente al mercato interno, ancora non mostrano i segnali positivi che avremmo voluto registrare. Restano, inoltre, ancora critici i dati riguardanti l’occupazione e il credito alle imprese, due aspetti fondamentali per poter affermare che il peggio sia definitivamente alle spalle e per i quali non ci stancheremo mai di fare appello a Governo e Sistema Bancario affinché pongano in essere misure reali di sostegno alle imprese. Senza un intervento deciso e la partenza di riforme strutturali, infatti, anche le aspettative per la seconda parte di questo 2014 rischiano di rimanere deluse, in un momento dove ci sono già forti tensioni sui mercati internazionali a causa della situazione ucraina e dei relativi embarghi verso i prodotti europei e della polveriera nordafricana e medio orientale. Gli imprenditori, seppur tra mille difficoltà, stanno facendo la loro parte e continueranno a farla, ma serve una politica industriale di vero rilancio per far ripartire seriamente il nostro Paese, approfittando anche del cenno di svalutazione dell’Euro nei confronti del Dollaro che può ulteriormente stimolare le esportazioni». L’analisi Congiunta Como – Lecco - Secondo i dati dell’Osservatorio Congiunturale sul primo semestre 2014 elaborati dai Centro Studi di Unindustria Como e Confindustria Lecco - che hanno analizzato gli indicatori associati alla domanda, all’attività produttiva e al fatturato, nonché gli aspetti legati ai costi dell’approvvigionamento delle materie prime, ai rapporti con gli Istituti di credito e all’andamento dello scenario occupazionale - per le aziende comasche e lecchesi si rilevano indicatori in parziale recupero per i primi sei mesi del 2014, sia sul fronte congiunturale, sia a livello tendenziale. È riscontrabile infatti un lieve miglioramento rispetto a quanto registrato nella precedente edizione dell’Osservatorio riferita al semestre luglio-dicembre dello scorso anno. Non mancano tuttavia differenze e seconda della dimensione e a livello settoriale. La congiuntura con la seconda metà del 2013 mostra segni positivi in particolare per la domanda (4,2%) e per l’attività produttiva (2,2%); il raffronto tendenziale evidenzia invece un miglior risultato per il fatturato (3,4%) e per la produzione (2,6%). Per quanto riguarda i giudizi sull’andamento della domanda, le indicazioni positive incidono maggiormente rispetto a quelle di diminuzione, sia a livello di export sia per il mercato domestico. Sul versante dei costi di approvvigionamento delle materie prime, le imprese delle due province non segnalano particolari anomalie, con livelli pressoché stabili considerando i costi nel loro complesso (+0,2% rispetto al corrispondente semestre 2013 e +1,1% dai listini dello scorso dicembre). In media, l’incidenza del costo delle materie prime sul totale dei costi si attesta al 36,6%. Anche le aspettative per gli ultimi sei mesi dell’anno sono di segno positivo, con indicatori che si attestano in media al 3,1%. A fianco degli elementi sinora evidenziati, l’analisi rivela il permanere di criticità legate, in particolare, allo scenario occupazionale ancora rallentato e al peggioramento delle condizioni nel rapporto tra le imprese e gli Istituti di credito. Evoluzione Della Domanda - Gli ordini delle imprese delle due province nei primi sei mesi dell’anno fanno registrare un +4,2%, mentre nel confronto con giugno 2013 si registra un +1,9%. Risultati che vanno oltre le previsioni formulate ad inizio anno (che si attestavano intorno al +2,5%), ma che arrivano dopo un periodo decisamente negativo. Nella precedente edizione dell’Osservatorio era infatti stato registrato un valore in diminuzione (-2,4%). I risultati sono inoltre almeno in parte influenzati dalla caratteristica stagionale di alcuni prodotti realizzati dalle aziende aderenti all’indagine. Anche le aspettative rilevate per la seconda parte dell’anno prevedono un ulteriore incremento degli ordini pari al 2,5%. Attivita’ Produttiva - L’indicatore relativo alla produzione, per le aziende delle province di Como e di Lecco, mostra una variazione tendenziale rispetto ai primi sei mesi del 2013 pari a +2,6%, mentre la congiuntura con il secondo semestre dello scorso anno si attesta a +2,2% confermando le previsioni formulate durante la precedente edizione dell’Osservatorio (che indicavano +2,7%). Sul fronte previsionale, i giudizi sull’attività produttiva per la seconda metà del 2014 confermano l’andamento registrato per i primi sei mesi dell’anno e si attestano al +3,1%. L’analisi della capacità produttiva mediamente impiegata dalle imprese del campione evidenzia un utilizzo del 74,2%, dato che si rivela in crescita di circa 3 punti percentuali rispetto al 71,1% registrato nella seconda metà del 2013. Il contributo della produzione non realizzata internamente ma affidata a subfornitori contribuisce per il 4% circa; le aziende del campione rivelano di rivolgersi prevalentemente a soggetti operanti entro i confini nazionali (3,3%) mentre residuale è la quota riguardante le aziende estere. Nonostante la dinamica positiva riscontrata per i primi sei mesi dell’anno, resta ancora evidente la distanza che separa dal pieno recupero dei livelli pre-crisi. Si rilevano differenze nei livelli di produzione a seconda della classe dimensionale considerata. Per le imprese con oltre 50 occupati l’attività risulta più vivace e il dato relativo all’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata si attesta a quota 80,3%; nel caso delle imprese più piccole, invece, il dato si attesta a quota 69,5%. A livello settoriale l’analisi mostra un maggior utilizzo degli impianti per le imprese metalmeccaniche e tessili (oltre l’80,5%) mentre il dato per gli altri settori evidenzia un utilizzo inferiore (65,2%). Evoluzione Del Fatturato - Sul versante del fatturato, le imprese dei due territori registrano dinamiche in linea con domanda e produzione con variazioni positive per entrambi gli orizzonti temporali considerati. Il dato tendenziale si attesta a +3,4% mentre la congiuntura con dicembre 2013 si chiude al +1%. Le aspettative per il secondo semestre indicano fiducia nella prosecuzione della fase positiva e si attestano al 3,8%. La composizione geografica del fatturato mostra un elevata propensione all’export per le aziende del campione: oltre il 40% del fatturato realizzato nel primo semestre è infatti indirizzato al di fuori del mercato nazionale. La principale area di destinazione oltre confine risulta l’Europa Occidentale (23% del fatturato totale); risultano inoltre rilevanti gli scambi con gli Stati Uniti (3,5%), i Brics (3,2%) e l’Est Europa (3%). L’esame dell’andamento delle vendite nel trimestre aprile-giugno evidenzia una maggiore intensità degli scambi rispetto a quanto registrato nel precedente osservatorio (relativamente al periodo ottobre-dicembre 2013). Sul mercato domestico il 34% delle aziende ha comunicato crescita contro una quota del 20,1% indicante la diminuzione; nel caso dell’export, invece, oltre i due terzi dei giudizi (72%) hanno espresso aumento (32,4%) oppure stabilità (39,6%). Andamento Del Credito - Per le aziende di Como e di Lecco - ma per le aziende lecchesi non si registrano scostamenti significativi - permangono le difficoltà nel rapporto con gli istituti di credito. Per oltre il 62% del campione le condizioni relative a spese e commissioni bancarie, garanzie e tassi di interesse non sono variate nei primi sei mesi dell’anno, mentre la situazione è migliorata per circa un’impresa su dieci. Un quarto del campione ha invece registrato un peggioramento in tal senso. Per quanto riguarda la disponibilità ad espandere le linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove non si registrano particolari variazioni rispetto a fine 2013 e i giudizi di peggioramento e miglioramento tendono a bilanciarsi. Lo Scenario Occupazionale - La situazione occupazionale per le aziende dei due territori non risulta particolarmente favorevole. Per circa il 70% delle imprese del campione i livelli occupazionali sono rimasti stabili rispetto a dicembre 2013. C’è da registrare tuttavia una prevalenza di giudizi di riduzione (19%) rispetto a quelli di aumento (11%). Nella precedente edizione dell’indagine si era invece registrata una maggiore stabilità (per l’80% del campione) ed un bilanciamento tra giudizi di crescita e diminuzione. Anche le previsioni per la seconda parte dell’anno sono maggiormente improntate alla riduzione, così come indicato da un’impresa su cinque. Permane una stabilità elevata (oltre il 67%) e una previsione di incremento che raggiunge il 12%.  
   
   
I RISULTATI DEL DISTRETTO SERICO COMASCO NELLA PRIMA META’ DEL 2014  
 
Como, 9 settembre 2014 - La prima metà di quest’anno, per l’industria serica comasca, è stata complessivamente favorevole. Il volume delle vendite, in base alle prime stime disponibili, è cresciuto indicativamente del 6% in termini di fatturato ed in misura più contenuta, anche se pur positiva, in quantità. Come di consueto il dato riflette l’andamento di un campione di aziende del settore assai significativo, ma non esaustivo. In un distretto dove la concorrenza interna tra le ditte è molto intensa ed il processo di selezione da parte del mercato è sempre più accentuato, è ben possibile che le singole posizioni possano diversificarsi in misura rilevante dal risultato globale. Il tessuto per abbigliamento femminile, che rappresenta la componente più rilevante tra tutte le diverse produzioni seriche, ha fornito un contributo decisivo al risultato positivo di tutto il comparto. Il prodotto è stato vivace sia nel primo, sia soprattutto nel secondo trimestre e non solo per l’esportazione, ma anche per il mercato interno, per produzioni “Made in Italy” presumibilmente destinate ad essere collocate all’estero. La tendenza ha interessato sia gli articoli prodotti con le fibre naturali, sia soprattutto quelli realizzati con le fibre man made. Il tessuto per cravatteria, che si identifica in massima parte con la seta, non ha interrotto un processo di ridimensionamento che lo caratterizza ormai da diverso tempo ed ha evidenziato un marcato rallentamento. L’accessorio tessile (sciarperia, scialli, foulards, stole, ecc.), dopo tanti anni di crescita importante, è entrato in fase di consolidamento, determinata in buona parte dalla debolezza dei consumi sul mercato nazionale. Il risultato positivo è stato raggiunto grazie a deciso incremento delle esportazioni, purtroppo controbilanciato da un ulteriore rallentamento dei consumi interni “E’ un’industria” – commenta Claudio Taiana, Presidente del Gruppo Filiera Tessile di Unindustria Como – “che dispone di un prodotto vincente, è caratterizzata da una forte propensione ai mercati esteri e nel complesso che ha imparato ad affrontare il nuovo mercato globalizzato e le forti tensioni competitive che lo attraversano”. La spiccata vocazione all’export, peraltro, la rende ben sensibile alle turbolenze dello scenario internazionale. “Seguiamo con molta attenzione gli sviluppi della crisi dei rapporti tra l’Unione Europea e la Russia, uno dei mercati che negli ultimi mesi, sia per le vendite dirette che indirette, era stato tra i più forieri di soddisfazioni e di crescita per il nostro Distretto.”  
   
   
CONSORZIO ZIPA DI ANCONA, LA GIUNTA REGIONALE AVVIA IL COMMISSARIAMENTO  
 
 Ancona, 9 settembre 2014 - Il Consorzio Zipa di Ancona sarà commissariato. L’ha deciso ieri la Giunta regionale, a seguito della comunicazione presentata dall’assessore alle Attività Produttive, Sara Giannini. Verrà nominato un commissario straordinario, esterno all’amministrazione regionale, per gestire il Consorzio e individuare le responsabilità che hanno portato alla difficile situazione economico finanziaria e organizzativa in cui versa la struttura. Nel corso della seduta, l’assessore ha evidenziato lo stato di crisi del Consorzio, composto dall’Amministrazione provinciale di Ancona e dai Comuni di: Ancona, Camerano, Corinaldo, Falconara Marittima, Jesi, Ostra, Senigallia. Gli organi direttivi si sono dimessi e i bilanci sono in sofferenza. Una situazione non tollerabile, è stato sottolineato, che richiede l’avvio del commissariamento per ricostruire le modalità con cui l’ente è stato gestito e accertare le responsabilità personali di chi ha determinato il dissesto finanziario segnalato. L’intervento della Regione rientra nell’ambito della propria attività di vigilanza. Il Consorzio Zone imprenditoriali della Provincia di Ancona (Zipa) promuove lo sviluppo di attività imprenditoriali nei settori dell´industria (aree industriali), dell’artigianato, del commercio e dei servizi nel territorio della Provincia di Ancona. Nel mese di aprile 2014 la Giunta ha incaricato le proprie strutture di predisporre una relazione sulle criticità relative alla situazione economica del Consorzio. Lo scorso giovedì 4 settembre la Regione (attraverso le Pf Attività produttive e Problemi del lavoro) ha incontrato il direttore del Zipa e il presidente del Collegio dei revisori per approfondire ulteriormente le questioni, in vista della decisione odierna. In precedenza l’assessore Giannini ha ricevuto i sindaci di Ancona e Jesi, e incontrato il commissario straordinario della Provincia per un confronto sulla situazione in atto e sui provvedimenti da adottare.  
   
   
UMBRIA: DALLA GIUNTA REGIONALE 553MILA EURO PER 45 PROGETTI DI INNOVAZIONE DEL PROGRAMMA I-START  
 
 Perugia, 9 settembre 2014 - La Giunta Regionale, su proposta dell´assessore allo sviluppo economico Vincenzo Riommi, ha deliberato il finanziamento di 45 progetti di innovazione presentati da 140 imprese aggregate in reti per avviare iniziative di innovazione in collaborazione con esperti, Università, centri e laboratori di ricerca in seguito ad un avviso pubblico gestito da Umbria Innovazione. "Le motivazioni che ci hanno condotto a ad avviare anche per il 2014 il programma I-start – ha commentato l´assessore Riommi – risiedono nella evidente difficoltà di innescare processi di innovazione da parte delle piccole e medie imprese soprattutto a causa della scarsa disponibilità di risorse finanziarie proprie, insieme agli alti costi e alla difficoltà di accesso e attivazione dei servizi di ricerca e sviluppo. Grazie al contributo pubblico di 553mila euro vengono attivati progetti per un valore complessivo di 1 milione di euro. Spesso, ha sottolineato Riommi, se la grande impresa può disporre al proprio interno di molti strumenti per innovarsi, la piccola, e ancora di più la micro-impresa, ha bisogno del contributo esterno per riuscire a reperire sul mercato gli elementi necessari, da cui partire come base per poi aggiungere le proprie competenze anche grazie ad un approccio integrato che favorisce la costituzione di reti e cluster. L´intervento pubblico sia in termini finanziari sia come facilitatore dei processi di integrazione e di rete in questi casi rappresenta una leva fondamentale e costituisce uno degli strumenti a disposizione per spingere le imprese verso l´innovazione. Infine tempistiche e velocità – ha concluso Riommi - sono caratteristiche apprezzate dalle imprese che possono vedere istruiti i progetti in tempi rapidi, facilitando la successiva attuazione per quelli che hanno ottenuto le migliori valutazioni". I progetti per consentire la massima efficacia dei risultati attesi in termini di impatto su prodotti e servizi da immettere sul mercato saranno realizzati nel tempo massimo di sei mesi.