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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Giugno 2006
LO SVILUPPO SOSTENIBILE AL CENTRO DEL NUOVO FONDO EUROPEO PER LA PESCA  
 
 Bruxelles - La Commissione ha accolto favorevolmente la decisione presa 19 giugno 2006 dal Consiglio dei ministri della pesca di adottare il regolamento sul Fondo europeo per la pesca (Fep), da essa proposto nel luglio 2004. Questo Fondo, che dal 1° gennaio 2007 sostituirà l´attuale Strumento finanziario di orientamento della pesca (Sfop), è stato concepito in modo da garantire lo sviluppo sostenibile del settore europeo della pesca e dell´acquacoltura. Il Consiglio ha adottato la maggior parte delle proposte chiave presentate dalla Commissione. Il risultato è un fondo che sosterrà il settore nel processo di adattamento volto a rendere la flotta maggiormente competitiva e che promuoverà misure destinate alla tutela e alla valorizzazione dell’ambiente. Il Fep aiuterà inoltre le comunità di pescatori più duramente colpite dai cambiamenti a diversificare le proprie attività economiche. Le misure volte a permettere che il settore continui ad accedere alla manodopera qualificata di cui ha bisogno beneficeranno di un sostegno rafforzato. Il Fep sarà dotato di un bilancio globale di circa 3,8 miliardi di euro per un periodo di sette anni. Tutti i rami del settore potranno beneficiare di un aiuto finanziario: le attività di pesca marittime e continentali, le imprese acquicole, le organizzazioni di produttori, il settore della trasformazione e della commercializzazione come pure le zone di pesca. “L’accordo odierno rappresenta il giusto equilibrio tra un aiuto al settore che consenta a quest’ultimo di recuperare e mantenere la propria competitività e un sostegno ad attività di pesca e di acquacoltura sostenibili e maggiormente rispettose dell’ambiente. Il Fep offrirà inoltre un sostegno per aiutare le zone dipendenti dalla pesca a diversificare le proprie attività economiche”, ha dichiarato il Commissario per la pesca e gli affari marittimi Joe Borg. Le nuove misure adottate contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi chiave della politica comune della pesca approvati nel quadro della riforma del 2002, inclusi quelli relativi alla soppressione degli aiuti pubblici che in passato hanno contribuito ad aumentare la capacità di pesca. Il nuovo Fondo si articolerà attorno a cinque priorità fondamentali: aiutare la flotta ad adattare la capacità e lo sforzo di pesca alle risorse alieutiche disponibili; sostenere i vari rami del settore; fornire un aiuto alle organizzazioni che rappresentano l´interesse collettivo del settore; favorire lo sviluppo sostenibile delle zone dipendenti dalla pesca; nonché fornire un´assistenza tecnica agli Stati membri per facilitare la fornitura di aiuto. La ripartizione dei fondi tra i diversi assi prioritari spetterà agli Stati membri. Benché molte misure attualmente previste dallo Sfop continuino nell’ambito del nuovo Fondo, verrà anche introdotta una nuova serie di meccanismi innovativi per rispondere all´evoluzione delle necessità del settore. Si tratterà in particolare di misure volte ad accompagnare l´attuazione dei piani di ricostituzione e ad incoraggiare l´adozione di metodi di pesca più selettivi, parallelamente al finanziamento di strategie locali a favore dello sviluppo sostenibile nelle zone di pesca. Il nuovo fondo prevede un aiuto rafforzato per le attività di pesca continentali e l’acquacoltura rispettosa dell’ambiente. Gli Stati membri potranno inoltre beneficiare di modalità di attuazione semplificate e di una maggiore flessibilità nell´applicazione dei criteri di ammissibilità, che potranno così essere più facilmente adeguati alle esigenze delle industrie nazionali. In futuro, gli Stati membri saranno tenuti ad elaborare un piano strategico nazionale per tutto il settore della pesca e l´integrità dell´aiuto sarà trasmessa tramite un programma nazionale Fep unico e non, come spesso accadeva in passato, tramite una varietà di programmi differenti. Il regolamento contiene una serie di misure e modifiche introdotte nel corso del processo di adozione da parte del Consiglio, in particolare: un aiuto alla sostituzione dei motori per ragioni di sicurezza e di efficienza dei consumi, purché la forza motrice delle navi interessate resti equivalente o venga ridotta, in funzione delle dimensioni e del tipo di navi; un aiuto rafforzato e compensazioni in caso di cessazione temporanea o definitiva delle attività di pesca, ora estesi anche ai casi di destinazione delle navi ad attività diverse dalla pesca o alla realizzazione di scogliere artificiali, alla chiusura di industrie della pesca per ragioni di sanità pubblica o a causa di un’elevata concentrazione di novellame o di riproduttori; nonché un aiuto al settore dell´acquacoltura, della trasformazione e della commercializzazione, che includa tra i beneficiari anche le imprese di medie dimensioni e qualche grande impresa, benché la priorità debba ancora essere accordata alle piccole e microimprese. Per più ampie informazioni si vedano i documenti Memo/06/241 e Memo/06/242. Visitate il nostro sito: http://ec. Europa. Eu/comm/fisheries/news_corner/press/inf06_30_en. Htm .  
   
   
LA COMMISSARIA EUROPEA MARIANN FISCHER BOEL, RESPONSABILE PER L´AGRICOLTURA E LO SVILUPPO RURALE SUL TEMA: “RIFORMA DEL MERCATO DEL VINO”  
 
Il 22 giugno 2006 Mariann Fischer Boel, Commissaria europea responsabile per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, terrà una conferenza stampa sull’adozione, da parte della Commissione europea, di una comunicazione sull’organizzazione comune del mercato vitivinicolo, che proporrà diversi scenari per il futuro dell’industria vinicola europea. Per illustrare l’adozione della comunicazione, il Servizio audiovisivo della Commissione europea ha preparato un video informativo contenente le immagini dei siti visitati da Mariann Fischer Boel in Italia ( “Vinitaly 2006” - Fiera internazionale del vino, Verona ) Il video può essere scaricato direttamente dal seguente sito: http://ec. Europa. Eu/avservices/video/index_en. Cfm .  
   
   
A CORMONS CONVEGNO SU MARKETING DEL VINO  
 
 In contrapposizione al processo di globalizzazione dei mercati, con la conseguente diffusione e omologazione dei modelli di consumo alimentare tra le varie Nazioni, le produzioni tipiche possiedono un intrinseco e forte legame al territorio che, se individuato e adeguatamente valorizzato, può promuoverne i diversi aspetti. Anche di questo si parlerà, oggi martedì 20 giugno, nel convegno organizzato a Cormòns (Ts)(teatro Comunale) - a partire dalle 15. 45 - dal gruppo consiliare regionale dei Cittadini per il Presidente dal titolo: "Vitivinicoltura friulana. Nuove opportunità e nuove sfide". Il marketing del vino e del territorio sono due aspetti centrali per una promozione del sistema vitivinicolo del nostro Paese. In avvicinamento da anni, sono ormai prossimi a un contatto diretto. Il marketing del vino è sempre più un approccio culturale per rendere attrattivo il prodotto; analogamente il marketing territoriale deve fare un passo in avanti rispetto alla promozione turistica standardizzata. Questi due territori devono poi integrarsi con la cultura della vigna e della cantina. Ecco allora che la promozione del luogo è anche recupero della storia di un ambiente e della sua gente E qui il cerchio si chiude: marketing vitivinicolo e promozione territoriale trovano interazioni sempre più forti ed efficaci su cui crescere reciprocamente. La giornata di lavoro, divisa in due sessioni, sarà coordinata dal giornalista Bruno Pizzul e dal presidente del gruppo consiliare regionale Bruno Malattia. Tra gli ospiti di rilievo anche Remy Wuatelet, direttore del marketing dei vini di Linguadoca. Il programma dei lavori è così articolato: dopo l´introduzione del consigliere regionale Maurizio Paselli, si entrerà nel merito dell´organizzazione e del marketing del vino. In questa prima parte di convegno interverranno il già citato Wuatelet, Attilio Scienza, professore ordinario di viticoltura all´Università di Milano; Riccardo Pastore, economista ed esperto in marketing del vino; Josep Ejarque, direttore di Turismo Fvg. Nella sessione successiva intitolata "Soggetti singoli o sistema? E come?" prenderanno la parola Noè Bertolin, presidente Fedagri Confcooperative del Friuli Venezia Giulia; Stefano Trinco, presidente di Federdoc e gli assessori regionali Enzo Marsilio e Enrico Bertossi. .  
   
   
LOMBARDIA: AGRICOLTURA, BECCALOSSI FIRMA INTESA CON CARABINIERI AUMENTA L´ATTIVITÀ DI CONTROLLO A TUTELA DI CITTADINI E PRODUTTORI  
 
Migliorare la gestione e il controllo delle attività agricole e agro-alimentari per prevenire infiltrazioni da parte della criminalità comune e organizzata. E´ questo uno dei punti cardine del Protocollo d´Intesa sottoscritto il 19 giugno dalla vicepresidente e assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi con il colonnello Pasquale Muggeo del Comando Carabinieri Politiche Agricole. "Con questo accordo - ha detto Viviana Beccalossi - rafforziamo un rapporto già proficuo che, negli scorsi anni, ha sortito risultati importanti. Un´azione congiunta che, nel settore zootecnico, ortofrutticolo e dei seminativi, vuole salvaguardare i produttori onesti a dispetto di chi purtroppo continua a operare nell´illegalità". Il documento siglato in Regione riguarda prevalentemente interventi di carattere amministrativo, indispensabili per garantire la qualità e la salubrità delle produzioni, a tutela oltre che degli operatori del settore agricolo ed agro-alimentare, anche e soprattutto dei cittadini. "Il consumatore - ha aggiunto Viviana Beccalossi - deve avere la garanzia assoluta che un prodotto dichiarato a Denominazione di Origine Protetta (Dop) o a Denominazione d´Origine Controllata (Doc), sia effettivamente tale affinché sulla sua tavola giunga latte, formaggi, vini e salumi sicuri". Con l´accordo firmato oggi, la Regione Lombardia rafforza il proprio impegno a consentire l´accesso alla banca dati dei beneficiari di erogazioni pubbliche nel settore agricolo e agro-alimentare, della pesca ed acquicoltura, e a segnalare fatti che possono configurarsi come violazioni penali connesse al mondo rurale ed agro-alimentare. Da parte propria il Comando Carabinieri Politiche Agricole effettuerà verifiche ed ispezioni, su richiesta della Regione e dell´Organismo Pagatore Regionale, nel settore delle erogazioni pubbliche in agricoltura e nel comparto agro-alimentare; comunicherà alla Regione, qualora si rilevino fatti penalmente rilevanti, le generalità delle persone fisiche e giuridiche coinvolte, mettendo inoltre a disposizione il proprio personale specializzato per attività formative e divulgative promosse dalla Regione. .  
   
   
GIORNATE NAZIONALI DOP E IGP: IN 359 AZIENDE AGRITURISTICHE MENU A BASE DI PRODOTTI A DENOMINAZIONE DI ORIGINE  
 
Sono state 350 le aziende agrituristiche che hanno partecipato alla terza edizione delle “Giornate Nazionali delle Dop e delle Igp” svoltesi nello scorso fine settimana per iniziativa dell’Agriturist, nel quadro della campagna informativa “Dop e Igp. Agriturismo. Diffidate delle imitazioni!”, promossa con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Direzione Generale per la Qualità dei Prodotti Agroalimentari. Protagonisti di menu e degustazioni sono stati i 155 prodotti agroalimantari italiani riconosciuti dall’Unione Europea a Denominazione d’Origine Protetta e ad Indicazione Geografica Protetta. Con gli antipasti sono stati proposti soprattutto formaggi (quelli riconosciuti sono 32 provenienti da tutte le regioni, escluse Abruzzo e Liguria) e salumi (20 Dop e 8 Igp, da tutte le regioni escluse Puglia, Basilicata Sicilia e Sardegna) accompagnati da crostini e bruschette dove ha dominato l’olio extravergine di oliva (36 Dop e 1 Igp da tutte le regioni escluse Piemonte Valle d’Aosta, Basilicata e Sardegna). Il formaggio è stato spesso proposto con miele, e chi si trovava in Lunigiana ha potuto gustare quello locale Dop. Ortaggi e formaggi hanno caratterizzato i primi piatti: dalle zuppe alla Lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp agli gnocchi al Gorgonzola Dop; dai risotti al Radicchio Rosso di Treviso (qualche agriturismo li ha preparati con il Riso Nano Vialone Veronese Igp), ai ravioli con fonduta di Casciotta di Urbino Dop. Protagonista dei secondi piatti la carne, soprattutto di Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp (razze Chianina, Marchigiana, Romagnola) accompagnata da insalate, legumi (in Toscana, Fagioli di Sorana Igp, in Basilicata Fagioli di Sarconi Igp) e olive (Ascolana del Piceno Dop, Bella della Daunia Dop, Nocellara del Belice Dop). Infine i dolci. Torte, crostate di frutta e gelati, con Nocciole (del Piemonte Igp, di Giffoni Igp), Pere Mantovane Igp, Mele (Alto Adige Igp, Val di Non Dop, Annurca Campana Igp), Kiwi (di Latina Igp) ed agrumi. Durante le “Giornate” Agriturist ha svolto un sondaggio su quanto gli agrituristi sappiano di Dop e Igp. I risultati dicono che siamo in cammino ma che la strada da compiere è ancora tanta: mentre il 60% degli intervistati sa cosa significa la sigla Dop, meno del 40% conosce il significato di Igp. Si è poi provato a verificare quanti sanno la differenza fra i due riconoscimenti, e soltanto il 19% ha risposto esattamente a tre casi esemplificativi, anche se la percezione che il riconoscimento Dop preveda requisiti più severi arriva al 55%. Ha avuto esatta memoria delle caratteristiche grafiche del marchio (che, salvo per la scritta interna, è uguale per Dop e Igp), il 40% degli intervistati. .  
   
   
CONFAGRICOLTURA: GIÙ LE MANI DAL "CILIEGINO"  
 
Una proposta di Olanda e Germania mira ad eliminare la denominazione “ciliegino” e a far rientrare questa particolare qualità di prodotto nella più ampia categoria commerciale del pomodoro. Ne da notizia la Confagricoltura, ricordando che il prossimo novembre a Ginevra si riunirà il gruppo di lavoro Unece, che si occupa di formalizzare le proposte per la standardizzazione a livello mondiale ed europeo delle norme di commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli freschi. All’ ordine del giorno importanti proposte di modifica alle norme sulla commercializzazione di agrumi, mele, patate, pesche e soprattutto pomodori, prodotti strategici per l’agricoltura del nostro Paese. “L’opera di standardizzazione – spiega l’Organizzazione agricola - è fondamentale per regolare il commercio tra Paesi e per evitare che il mercato ortofrutticolo venga perturbato da prodotti non soddisfacenti dal punto di vista estetico e gustativo. ” Confagricoltura è fortemente preoccupata per l’iniziativa di Olanda e Germania che vorrebbero far sparire la tipologia commerciale “ciliegino”, lasciando intendere al consumatore che la sola differenza con un pomodoro comune sia la dimensione. In realtà il “ciliegino” si differenzia per molte qualità specifiche: sapore, consistenza della polpa, lucentezza, conservabilità, alto contenuto di vitamina C e antiossidanti (licopene), elevata gradazione brix (dolcezza). A questo si deve aggiungere che il “ciliegino” ha ricevuto la sua consacrazione ufficiale attraverso il riconoscimento della famosa Igp “Pachino”. L’intento di Olanda e Germania è quello di ridurre a tre le attuali quattro tipologie commerciali e di eliminare i requisiti minimi in termini di calibro dei pomodori. “Questo – spiega Confagricoltura - rappresenterebbe un alleggerimento dell’attuale normativa e favorirebbe Paesi come l’Olanda, che commercializzano ed acquistano grandi quantità di prodotti ortofrutticoli, ma creerebbe nel consumatore confusione, vanificando gli sforzi di tutti quei produttori che per anni hanno investito per distinguere il “ciliegino” dal più comune pomodoro. ” Il Mipaaf, ha già reagito negativamente a questa proposta nel corso dell’ultima riunione del gruppo di lavoro di maggio. “Ma ora occorre fare squadra – dice Confagricoltura - per evitare che Paesi del Nord Europa prendano decisioni in merito a produzioni in cui siamo leader mondiali. ” Confagricoltura auspica, dunque, che il ministero formalizzi al più presto la nomina di un gruppo di esperti per formulare una proposta in grado di garantire la produzione nazionale. Confagricoltura ricorda che l’Italia esporta .  
   
   
CALANO DEL 13% LE PRODUZIONI ITALIANE DI PESCHE E NETTARINE SECONDO LE PREVISIONI CSO, LA RIDUZIONE DI OFFERTA RAGGIUNGERÀ IL -22% PER LE PERCOCHE, -13%PER LE PESCHE E – 12% PER LE NETTARINE.  
 
 Le basse temperature e l’eccessiva piovosità che hanno interessato tutta la penisola e che si sono protratte fino a primavera inoltrata, hanno delineato, fin dai primi di maggio, un potenziale produttivo di pesche e nettarine, a livello nazionale, nettamente inferiore a quello eccezionale raggiunto nel biennio 2004-2005. Ne consegue un’offerta a livello nazionale della specie di 1. 504. 000 tonnellate, il 13% in meno rispetto al 2005. Le pesche da consumo fresco, 687. 000 tonnellate, scendono del 13%, le percoche, con 140. 000 tonnellate, calano di oltre il 20% e le nettarine, 677. 000 tonnellate, si pongono al di sotto dell’anno scorso del 12%. Le variazioni più negative si riscontrano in Italia meridionale, dove è attesa una flessione delle pesche da consumo fresco del 15% e delle nettarine del 17%. I cali produttivi più contenuti sono previsti nel nord Italia, -9% per le pesche e -8% per le nettarine, grazie alle buone rese del Piemonte e al buon recupero produttivo del Veneto, dopo il disastroso 2005. Le due regioni compensano parzialmente il basso livello dell’offerta atteso in Emilia Romagna. In termini di calendario di raccolta, sintetizzando la situazione a livello nazionale, l’offerta rimarrà sostanzialmente inferiore a quella dell’anno scorso fino a metà luglio, ma si collocherà al di sotto anche successivamente, fino al 20 di agosto. Solo a fine agosto e ai primi di settembre l’offerta di quest’anno potrebbe risultare lievemente al di sopra dello scorso anno. A livello europeo, secondo gli ultimi aggiornamenti di Europech l’offerta complessiva di pesche , nettarine e percoche è valutata in 3. 789. 000 tonnellate, l’8% in meno rispetto al 2005. In calo le produzioni, oltre che dell’Italia, anche della Grecia, sempre per problemi di ordine climatico; la Spagna, sempre secondo Europech, conferma invece una stima di crescita di offerta del 2% rispetto al 2005. .  
   
   
EXPORT IN GERMANIA PIÙ AGEVOLE PER CILIEGIE, ALBICOCCHE, SUSINE E PESCHE  
 
E´ prossima la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale Tedesca di nuove armonizzazioni con gli Rma in vigore in Italia. Con l’operato del Cso salgono a 53 le posizioni armonizzate con la Germania sul fronte dei residui massimi ammessi (Rma)sui prodotti ortofrutticoli esportati dall’Italia. Una azione lenta, ma preziosa che mira ad eliminare i rischi commerciali legati al disalinneamento delle residualità ammesse sui prodotti esportati. Questa azione va proseguita, mentre si rimane in attesa della piena soluzione del problema annunciata per il 2007 con la definizione dell’allegato Iii del Regolamento Ce 396/2005. La piena armonizzazione di livelli di Rma è un traguardo auspicato ormai da tutti gli attori della filiera, anche le associazioni ambientaliste e dei consumatori sono in tal senso favorevoli. Il raggiungimento di questo obiettivo è fondamentale per evitare, tra l’altro, una ingiustificata amplificazione in negativo delle campagne scandalistiche cui l’ortofrutta è stata oggetto in Italia e soprattutto in Germania. “L’italia in questo campo ha dimostrato grande attenzione al problema muovendosi in anticipo per risolverlo, afferma il direttore del Cso Valtiero Mazzotti, su questo tema crediamo molto al nuovo ruolo che potrà svolgere l’Aesa quale organo super partes in grado di garantire salute del consumatore e una pratica commerciale all’interno della Unione europea non ostacolata da problemi sanitari”. Rma Italia - Germania Ultime Posizioni Allineate aggiornamento al 14. 06. 2006 Sono stati emanati gli atti di portata generale che permettono di esportare i prodotti in Germania rispettando i limiti di Rma* seguenti:
Italia Germania
Sostanza Attiva Coltura mg/kg mg/kg
Spinosad Pesche/nett. 1,00 1,00
Etofenprox Albicocco 1,00 1,00
Acetamiprid Ciliegie 0,20 0,20
Fenbuconazolo Ciliegie 0,50 0,50
Phosmet Susino 0,60 0,60
Phosmet Ciliegie 0,60 0,60
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LA MELA NEL MONDO DELLA GLOBALIZZAZIONE – IL CONGRESSO DI INTERPOMA 2006  
 
Il mondo della frutticoltura internazionale si dà appuntamento nel quartiere fieristico di Bolzano dove, dal 9 all’11 novembre 2006, ha luogo Interpoma. La fiera specializzata, giunta alla quinta edizione, ha oramai consolidato il suo ruolo di vetrina dell‘informazione e forum della comunicazione nei settori della coltivazione, conservazione e commercializzazione delle mele. Fiore all‘occhiello della manifestazione è, ancora una volta, il congresso „La mela nel mondo“ organizzato da Fiera Bolzano, l‘Assessorato provinciale all‘agricoltura e il Consorzio Mela Alto Adige. Responsabile dell‘organizzazione dell‘evento è Kurt Werth, esperto di frutticoltura. „Signor Werth, ad Interpoma 2004 sono stati registrati oltre 8. 000 visitatori e quasi 800 partecipanti al congresso. Con questi numeri la fiera bolzanina ha superato ogni più rosea aspettativa. Come spera di replicare il successo ottenuto?“ Kurt Werth: „Abbiamo individuato un‘altra volta ancora temi molto interessanti e poiché il congresso si svolgerà in tre lingue, abbiamo invitato relatori provenienti da tutto il mondo“. „Anche nel programma delle relazioni di quest‘anno figurano numerosi argomenti“ Kurt Werh: „E‘ vero. La tradizione vuole che il congresso si apra con il tema „La mela nel mondo della globalizzazione“. Nella mattinata di giovedì 9 novembre vari relatori illustreranno temi inerenti la coltivazione, la commercializzazione, il consumo e la conservazione delle mele. Nel primo intervento si parlerà della situazione in generale, nel secondo si commenterà la situazione in Europa. „Prezzi al ribasso: i cambiamenti nelle attitudini del consumatore europeo di mele“ sarà uno dei temi che verranno illustrati sempre nel corso della prima giornata di svolgimento del congresso. Nella seconda giornata si discuterà di restrizioni e di barriere al mercato mondiale della mela. I relatori illustreranno l‘importazione dai Paesi dell‘emisfero meridionale con particolare riferimento alla Nuova Zelanda, al Cile e al Sudafrica. „Signor Werth, venerdì 10 novembre uno dei temi del giorno verterà su „I Paesi in sviluppo in Asia Orientale“. Chi saranno i relatori?“ Kurt Werth: „Abbiamo invitato un relatore del World Trade Organisation (Wto) che parlerà delle prospettive della frutticoltura nell‘ambito dei negoziati Wto. Esperti provenienti dalla Cina e da altre nazioni illustreranno il tema „Le nuove aree economiche nell‘Asia orientale: minaccia o prospettive per il mercato europeo delle mele?“ In particolare essi analizzeranno le nuove opportunità che deriveranno dai flussi commerciali da e verso queste aree. „Nel corso della mattinata gli interventi si concentreranno sul management della proprietà intellettuale, sui diritti di propagazione e marchi commerciali. ” Kurt Werth: „Infatti. La varietà Pink Lady ha dato il via ad una nuova era. Produttori e distributori hanno capito che oggi varietà e marchi sono tutelati e che coltivazioni e commercializzazioni esclusive aprono strade nuove. In futuro quasi tutte le nuove varietà verranno protette da brevetto o marchio e dunque, nell‘ambito del congresso, approfondiremo anche questo tema. “ „L‘ultimo giorno di svolgimento del convegno, sabato 11 novembre, il tema verterà su „Tecniche non-distruttive del frutto per la determinazione della qualità interna della mela“. E‘ un argomento di grande attualità?” Kurt Werth: „Questo tema, molto tecnico, è stato pensato soprattutto per gli addetti ai lavori che operano nel settore della determinazione della qualità interna della mela nella fase della conservazione e della cernita. Il comparto è in movimento, qualcosa può essere già messo in pratica, altro deve essere perfezionato; i relatori illustreranno i risultati conseguiti finora nel campo della scienza e della ricerca. Siamo riusciti a garantire la presenza di numerosi rinomati esperti al congresso del prossimo novembre. „Signor Werth, a chi si rivolge il congresso?“ Kurt Werth: „E‘ nostra volontà coinvolgere tutti coloro che operano nel settore della produzione, della commercializzazione e della conservazione delle mele. Interpoma è una fiera altamente specializzata ideata per gli operatori e gli addetti ai lavori. Il congresso sarà ancora una volta il fiore all‘occhiello della manifestazione. Siamo certi che Fiera Bolzano potrà contare anche quest‘anno sulla partecipazione di un folto numero di esperti provenienti da tutto il settore: la loro presenza sottolineerà l‘importanza della nostra frutticoltura nel mondo. .  
   
   
LA DORIA: IL CDA APPROVA LA FUSIONE PER INCORPORAZIONE DELLA CONTROLLATA POMAGRO SRL. DELIBERATO, INOLTRE, UN AUMENTO GRATUITO DEL CAPITALE SOCIALE.  
 
Angri (Sa)- Il Cda di La Doria S. P. A. Ha approvato 15 giugno 2006 la fusione per incorporazione della controllata Pomagro Sri, società attiva nella produzione di conserve di pomodoro, con sede a Fisciano (Sa). L´operazione si pone come obiettivo la razionalizzazione dell´assetto del Gruppo La Doria e la finalizzazione di un già awiato processo di rafforzamento nell´ambito delle produzioni a più alto valore aggiunto. Pomagro, con un fatturato 2005 pari a 18,4 milioni di Euro, produce polpe e pelati destinati prevalentemente a mercati particolarmente esigenti quali Giappone, Paesi Scandinavi e Gran Bretagna ed opera attraverso uno stabilimento di 56. 000 mq, con capacità produttiva pari a 700 mila quintali. La società incorporante (La Doria S. P. A. ) detiene oggi il 100% del capitale sociale della società, dopo un aumento della partecipazione detenuta dal 56% al 100% awenuta nel mese di febbraio. L´operazione, che sarà sottoposta al vaglio dell´Assemblea degli azionisti nel mese di luglio, sarà perfezionata entro la fine del 2006 con effetti decorrenti dal 1° gennaio 2007. Il Consiglio ha inoltre deliberato di proporre all´Assemblea dei Soci, al fine di usufruire dei benefici previsti dalla L. 488/92 (costituiti dalla erogazione di contributi in conto impianti a fronte degli investimenti in corso), un aumento gratuito del capitale sociale ai sensi dell´art. 2. 442, 3° comma del c. C. Da attuarsi mediante aumento del valore nominale di ciascuna azione da 1,10 euro a 1,22 euro. Il capitale sociale, diviso in 31. 000. 000 di azioni, oggi pari a 34. 100. 000 euro, risulterà, pertanto, pari a 37. 820. 000 euro e sarà rappresentato da 31. 000. 000 di azioni del valore di 1,22 Euro ciascuna. .  
   
   
“L’AGRICOLTURA ITALIANA HA BISOGNO DI RICAMBIO GENERAZIONALE”. LO SOTTOLINEA GERARDO DIANA, PRESIDENTE DEI GIOVANI CONFAGRICOLTURA INTERVENENDO AD UN DIBATTITO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI  
 
“Il futuro non è un alibi, ma un investimento: se mancano competenze innovative nella classe dirigente del nostro Paese e si guarda solo all’immediato senza costruire progetti ad ampio respiro è anche perchè mancano i giovani “ lo ha sostenuto Gerardo Diana, presidente dei giovani della Confagricoltura, intervenendo al dibattito sul mancato rinnovo della classe dirigente del Paese, che si è tenuto oggi alla sala del Cenacolo della Camera dei Deputati. L’incontro, organizzato da Società aperta giovani in collaborazione con Dyalogue Italia, Giovani Liberaldemocratici, Liberalcafè, vede il presidente dell’Anga come unico rappresentante delle categorie imprenditoriali. Secondo gli organizzatori, il mancato rinnovamento di classe dirigente ha contribuito al declino del Paese. E’ per questo che gli Under 35 devono reagire e organizzarsi come vero soggetto politico, per incidere sulle grandi scelte. Per riformare, modernizzare e rilanciare l’Italia bisogna oltrepassare le divisioni ideologiche preconfezionate, contro le barriere gerontocratiche e la crisi di futuro. “E’ necessario reagire alla costante diminuzione del ricambio generazionale che ha come conseguenza l’aumento dell’età dei leader: gli ultrasettantenni sono aumentati ben del 4, 6% e gli over 60 del 3% – rileva il presidente dell’Anga – il settore agricolo è vecchio di storia e tradizioni, ma anche di età: dal 1990 al 2000 si registra un – 14% di giovani e l’ingresso in agricoltura, poi, avviene in età avanzata: oggi solo il 2% degli agricoltori ha meno di 30 anni”. “Eppure la percezione dello sviluppo tecnologico degli under 40 è quasi il doppio di quella degli under 60; se i giovani sono una marcia in più, perché non utilizzarla? Presso il Ministero delle politiche agricole – conclude Gerardo Diana- esiste un osservatorio sui giovani che andrebbe istituito, per legge, anche presso altri Ministeri. Infine il ruolo del Cnel (consiglio nazionale dell’economia e del Lavoro) per l’ascolto delle istanze giovanili sarebbe importante e salutare”. .  
   
   
CERCASI “AGRICOLTORI CUSTODI” PER VECCHIE VARIETÀ E RAZZE LOCALI PARTE IL PROGETTO “AGROBIODIVERSITA’ DELL’APPENNINO ROMAGNOLO” PRIMA VARIETÀ IN CERCA DI AGRICOLTORI CUSTODI È IL POLLO ROMAGNOLO, VERO RE DEL POLLAIO, CREDUTO ESTINTO E RISCOPERTO NEL RAVENNATE DALL’UNIVERSITÀ DI PARMA  
 
Cesena - E’ in fase di partenza il progetto per far ritornare in campagna dagli agricoltori custodi vecchie varietà e razze di interesse locale, favorendo, quando possibile, la loro reintroduzione sul mercato. Oltre al pollo romagnolo, la pesca Buco Incavato, la pera Angelica, le olive grappuda. Ne sono promotori, attraverso l’iniziativa Comunitaria Leader +, Gal L’altra Romagna, Provincia di Forlì-cesena, Provincia di Rimini, Provincia di Ravenna con il supporto tecnico di Centrale-osservatorio Agroambientale. Scadenza del bando per “Agricoltori Custodi”2006 che si occuperanno di sal,vaguardare il pollo romagnolo è il prossimo 30 luglio. La biodiversità - ovvero l’insieme di specie viventi, animali e vegetali, che popolano il nostro pianeta - si sta progressivamente riducendo. In un secolo si sono estinte trecentomila varietà vegetali e continuano ad estinguersi, al ritmo di una ogni sei ore. In Italia sono a rischio di estinzione, ad esempio, ben 1500 varietà di frutta. La stessa sorte è riservata agli animali domestici: negli ultimi cinquant’anni abbiamo perso almeno cinque razze di bovini, tre di caprini, oltre dieci tra ovini e suini, sette di equini e quattro di asini. Molte vecchie razze e varietà locali sono a rischio di estinzione perché soppiantate dalle varietà più produttive adatte ai sistemi di allevamento e coltivazione intensivi e alle regole del mercato globale. La scomparsa di una varietà o di una razza è una perdita per l’intero territorio poiché significa la scomparsa di un pezzo della nostra storia, della nostra cultura, della nostra memoria, dei saperi sviluppati dagli agricoltori e dalle comunità locali di un territorio. Affrontare il tema della biodiversità vuol dire quindi salvare un patrimonio economico, sociale e culturale straordinario, fatto di eredità contadine e artigiane non scritte ma ricche e complesse. Ora che anche l’agricoltura intensiva mostra i propri limiti, alcune di queste vecchie varietà possono essere oggetto di una nuova valorizzazione commerciale, in particolare da parte delle aziende multifunzionali che effettuano vendita diretta, attività agrituristiche e didattiche. Per contribuire alla salvaguardia il Gal “L’altra Romagna” e le Amministrazioni Provinciali di Ravenna, Forlì-cesena e Rimini hanno promosso il progetto “Agrobiodiversità nell’Appennino Romagnolo” con il supporto tecnico di Centrale-osservatorio Agroambientale. Il progetto si pone l’obiettivo di individuare e recuperare antiche razze e varietà locali a rischio di estinzione favorendo, quando possibile, la loro reintroduzione sul mercato. Un progetto che nasce quindi dalla volontà di salvaguardare per il futuro caratteristiche preziose come sapore, rusticità, resistenza alle avversità, ma anche saperi, cultura e tradizioni del territorio. Tra le azioni previste per gli anni 2006-2007 vi sono: un’indagine sulle varietà e razze presenti in passato nel territorio romagnolo, una ricerca aperta sul campo, la riproduzione del materiale genetico autoctono ritrovato; l’attivazione di un Bando per “Agricoltori Custodi” di vecchie varietà e razze locali, iniziative divulgative, formative e informative. Il bando per “Agricoltori Custodi” 2006 - Agli “Agricoltori Custodi” viene affidato dalla comunità locale il compito di tutori delle risorse genetiche autoctone del territorio, della loro valorizzazione come risorsa per lo sviluppo locale, di una ulteriore possibilità di comunicazione con i cittadini e i visitatori del territorio. Tra il materiale genetico autoctono a rischio di estinzione che verrà distribuito agli agricoltori attraverso il Bando 2006, vi è il Pollo Romagnolo, recuperato nel Ravennate dall’Università di Parma, con la quale è stata stipulata una convenzione. Animale dotato di elevata rusticità e frugalità, re dell´aia fino a qualche decennio fa, fu abbandonato a favore di razze più precoci e produttive nell’allevamento intensivo. Nel 2007, invece, verranno affidate diverse piante frutticole tra cui la mela Tellina, la pera Angelica, la pesca Buco Incavato e le olive Grappuda e Capolga e diversi vitigni autoctoni. Gli agricoltori custodi avranno come impegno quello di mantenere il materiale autoctono ricevuto per 10 anni a mettere a disposizione questo materiale ad altri interessati, essere disponibili ad attività informative didattiche. Le domande di adesione al Bando 2006 per “Agricoltori Custodi” devono essere inviate entro il 30 luglio a Centrale-osservatorio Agroambientale. Via Masiera I, 1191 – 47020 Cesena (Fc) Tel. 0547/380637 – Fax 0547/380795 – e-mail: info@osservatorioagroambientale. Org .  
   
   
VENETO: APPROVATO IL CALENDARIO VENATORIO 2006 - 2007  
 
 Venezia - La Giunta veneta, su proposta dell’Assessore alla Caccia, Elena Donazzan, ha approvato 16 giugno il calendario per l’esercizio venatorio nella stagione 2003 – 2004. Esso stabilisce – ricorda l’assessore – le specie ammesse a prelievo e i relativi periodi di caccia; il numero delle giornate settimanali di caccia; il carniere massimo giornaliero e stagionale; l’ora di inizio e di termine della giornata venatoria. Nel suo complesso il calendario, che verrà pubblicato nel dettaglio sul Bollettino Ufficiale della Regione, si pone in continuità con le stagioni venatorie precedenti. Per quanto mi riguarda – conclude l’Assessore Donazzan – continuerò nel mio forte impegno in difesa delle tradizioni venatorie della nostra regione, che si inseriscono in un patrimonio ricco di valori, come l’amore e il rispetto per la propria terra”. Il Calendario prevede che nelle giornate 2, 3, 9, 10 e 16 settembre 2006 è consentito il prelievo venatorio da appostamento di esemplari di fauna selvatica appartenenti alle specie: Tortora, Merlo, Ghiandaia, Gazza, Cornacchia nera, Cornacchia grigia. L’apertura generale della caccia va dal 17 settembre 2006 al 31 gennaio 2007. In questo periodo è consentito abbattere, sia in forma vagante che da appostamento (con esclusione, per quest’ultima forma, delle specie beccaccia e beccaccino) esemplari di fauna selvatica appartenenti alle seguenti specie e per i seguenti periodi. Specie cacciabili dal 17 settembre 2006 al 31 dicembre2006: Starna, Fagiano, Quaglia, Allodola, Beccaccia. Specie cacciabili dal 17 settembre 2006 al 16 dicembre 2006: Tortora, Merlo. Specie cacciabili dal 17 settembre 2006 al 15 gennaio 2007: Ghiandaia, Gazza, Cornacchia nera, Cornacchia grigia. Specie cacciabili dal 17 settembre 2006 al 31 gennaio 2007: Germano reale, Folaga, Gallinella d’acqua, Alzavola, Mestolone, Moriglione, Moretta, Cesena, Tordo bottaccio, Tordo sassello, Canapiglia, Porciglione, Fischione, Codone, Marzaiola, Beccaccino, Colombaccio, Frullino, Pavoncella, Volpe. Specie cacciabili dal 17 settembre 2006 al 30 novembre 2006: Lepre comune, Coniglio selvatico. Specie cacciabile dal 17 settembre 2006 al 31 dicembre 2007 esclusivamente nelle aziende agri-turistico-venatorie: Pernice rossa. Specie cacciabili dal 1 ottobre 2006 al 30 novembre 2006: Daino, Camoscio alpino, Capriolo, Cervo, Muflone, Lepre bianca, Pernice bianca, Fagiano di monte, Coturnice. Il calendario prevede inoltre che le Provincie il cui territorio è compreso, in tutto o in parte, nella Zona faunistica delle Alpi possono, per la caccia di selezione agli ungulati, modificare i termini temporali previsti, previo parere favorevole dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e previa predisposizione di adeguati piani faunistico-venatori. La caccia di selezione agli ungulati è consentita fino ad un’ora dopo il tramonto. Giornate di caccia: la settimana venatoria inizia il lunedì; sono giorni di divieto per ogni forma di caccia il martedì e il venerdì di ogni settimana anche se festivi; ogni cacciatore, indipendentemente dal tipo di caccia esercitato, può cacciare per tre giorni settimanali a scelta, con integrazione di due giornate per la sola caccia alla fauna migratoria da appostamento nei mesi di ottobre e novembre limitatamente al territorio soggetto a gestione programmata della caccia. Sono consentiti i seguenti abbattimenti massimi per singolo cacciatore: selvaggina stanziale 2 capi giornalieri con un massimo di 35 capi stagionali; per la lepre 1 capo giornaliero con un massimo di 5 capi stagionali; selvaggina migratoria: 25 capi giornalieri (di cui non più di 5 codoni, 5 canapiglie e 3 morette) con un massimo di 450 capi stagionali (di cui non più di 50 codoni, 50 canapiglie e 25 morette); per la beccaccia 3 capi giornalieri con un massimo di 20 capi stagionali. Nelle aziende faunistico – venatorie il cacciatore può praticare l’esercizio venatorio per un massimo di tre giorni settimanali a propria scelta, con esclusione del martedì e del venerdì; fermo restando quanto stabilito per il carniere concernente la selvaggina migratoria, per la selvaggina stanziale costituita da fagiani il carniere giornaliero è stabilito in 10 capi, con un massimo stagionale di 100 capi; il prelievo di soggetti appartenenti alla specie fagiano è protratto sino al 31 gennaio 2007. Nelle aziende agri – turistico – venatorie è consentita l’immissione e l’abbattimento di soggetti di esclusiva provenienza da allevamento, appartenenti alle specie quaglia, fagiano, lepre, starna e pernice rossa, con esclusione del cinghiale e della selvaggina migratoria; il prelievo è consentito dal 17 settembre 2006 al 31 gennaio 2007 con esclusione del martedì e venerdì; non sono disposte limitazioni di carniere. L’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia, al di fuori delle zone specifiche, sono consentiti dalla terza domenica di agosto fino alla seconda domenica di settembre nei giorni di mercoledì, sabato e domenica dalle ore 6. 00 alle ore 11. 00 e dalle ore 16. 00 alle ore 20. 00 su terreni incolti, boschivi di vecchio impianto, sulle stoppie, sui prati naturali e di leguminose non oltre 10 giorni dall’ultimo sfalcio. Altre disposizioni riguardano l’uso di richiami vivi, dove è previsto che il piccione domestico è utilizzabile quale richiamo vivo nelle forme consentite dalla Legge. I titolari delle botti da caccia devono chiudere le stesse a fine stagione venatoria con reti o altro materiale atto ad impedire che gli animali selvatici vi possano restare accidentalmente intrappolati. .  
   
   
QUOTE LATTE, AVIARIA, SETTORE BIETICOLO – ZAIA A MINISTRO DE CASTRO  
 
Si possono reperire le risorse necessarie al settore agricolo riducendo l’enorme numero di forestali al sud e facendo economie sulle spese del ministero. Lo detto il 15 giugno il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Luca Zaia nel corso dell’incontro svoltosi a Roma tra gli assessori regionali e il Ministro delle politiche agricole Paolo De Castro, per il quale c’è ristrettezza di finanziamenti da destinare al comparto. Zaia ha anche riproposto a De Castro tre tematiche che devono essere rapidamente risolte. Servono anzitutto pulizia e chiarezza, anche normativa, in tema di quote latte, perché i conti “ufficiali” non trovano riscontro reale, mentre la vendita all’asta di aziende produttive rischia di mettere in crisi la validità economica di importanti distretti di qualità, come quello veneto. Occorre inoltre reperire risorse, ha aggiunto Zaia, per fronteggiare e ristorare gli effetti devastanti causati alla filiera avicola dalla psicosi dell’influenza aviaria, fronte sul quale le Regioni maggiormente interessate, come il Veneto, hanno investito anche direttamente in efficaci campagne di comunicazione. Rimane infine ancora da risolvere la questione del riordino del settore bieticolo saccarifero, con la certezza della salvaguardia del bacino maggiormente vocato: quello veneto e friulano, che si è visto tagliare oltre un quarto degli ettari coltivati in conseguenza dell’applicazione della nuova organizzazione comune di mercato. Servono più certezze sul versante produttivo – ha detto Zaia in sostanza– e circa la riconversione dello zuccherificio di Porto Viro in stabilimento per la produzione di bioetanolo, che deve salvaguardare la produzione agricola locale. .  
   
   
BIOLIFE: LA NATURA A PORTATA DI MANO  
 
La terza edizione di Biolife, Fiera dell’agricoltura e del prodotto biologico di montagna, avrà luogo dal 3 al 5 novembre 2006 nel quartiere fieristico di Bolzano. Negli anni scorsi la rassegna ha registrato ampi successi. Per secoli in agricoltura si coltivava solo con sistemi biologici e nei Paesi dell’arco alpino questa tradizione è stata mantenuta. La scelta di tenere in Alto Adige una fiera dedicata all’agricoltura e al prodotto biologico di montagna non poteva essere dunque più azzeccata. Nel corso delle passate edizioni Biolife si è trasformata in un forum d’informazione per operatori e consumatori, una vetrina che ogni anno mette in mostra non solo tutto ciò che ruota intorno alla coltivazione dei prodotti biologici ma tratta anche concetti di cultura e filosofia legati ad un nuovo stile di vita. Alimenti, vini, prodotti naturali, prodotti per l’agricoltura, articoli di drogheria, a Biolife l’offerta espositiva sarà ampia e variegata. Associazioni ed istituzioni altoatesine e di altre regioni dell’arco alpino potranno approfittare della fiera bolzanina per presentare le proprie iniziative e soprattutto per avviare o consolidare i contatti con numerosi operatori. Nei tre giorni di svolgimento Biolife verrà accompagnata da un ampio programma di manifestazioni di contorno. Il tema centrale della rassegna verterà su “Ambiente e consumo: l’agricoltura biologica come modello di sostenibilità del territorio”. In collaborazione con il Centro di sperimentazione di Laimburg verrà organizzato un convegno sulla frutticoltura biologica. Completeranno il ventaglio delle proposte workshops e conferenze sul tema della ristorazione collettiva biologica. . .  
   
   
AUTOGRILL: ALBERTO DE VECCHI NUOVO CFO ASSUME LA RESPONSABILITÀ DELLE AREE AMMINISTRAZIONE, FINANZA, CONTROLLO E SISTEMI INFORMATIVI DELL’INTERO GRUPPO  
 
Alberto De Vecchi è il nuovo Chief Financial Officer di Autogrill il primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione e retail per i viaggiatori, presente in 29 Paesi, con un giro d’affari di oltre 3,5 miliardi di Euro nel 2005. Milanese, 51 anni, assume la responsabilità delle aree Amministrazione, Finanza, Controllo e Sistemi Informativi dell’intero Gruppo. De Vecchi entra nella Società dopo aver maturato una lunga esperienza professionale nell’area Finanza. Dal 2002 ha ricoperto la posizione di Group Vice President Finance presso il Gruppo farmaceutico Bracco, nel quale era confluita Esaote, di cui De Vecchi è stato Cfo a partire dal 1995. Nel 1990 è stato cofondatore di Cambria, fondo inglese di private equity, dopo 5 anni passati in Montedison in qualità di Direttore della Pianificazione Finanziaria. De Vecchi, laureato in discipline economico-sociali alla Bocconi, ha iniziato nel 1982 la propria carriera in Banca Commerciale Italiana. .  
   
   
CAVIT: AL VIA DA LUNEDÌ A BARI IL TOUR DI DEGUSTAZIONE DI VINI TRENTINI IN ABBINAMENTO AI PIATTI TIPICI CUCINATI DAI MIGLIORI CHEF IN ITALIA. LE PRIME TAPPE AL SUD.  
 
E’ partito ieri lunedì 19 giugno da Bari il tour di degustazioni che la cantina trentina Cavit propone ogni anno e che toccherà alcuni dei migliori ristoranti d´Italia ad iniziare dal sud con gli appuntamenti di Casamassima (Ba), di San Salvo (Ch), di Napoli, di Guglionesi (Cb) e di Polignano a Mare (Ba). Il ciclo di degustazioni dei pluripremiati vini di Cavit, selezionati attentamente dai più esperti enologi, è stato ideato dalla cantina per promuovere il vino trentino in abbinamento alle ricette tipiche regionali italiane e rappresenta un momento importante per diffondere la cultura, la tradizione e la tecnica della viticoltura trentina al di là della sua stessa regione. Il coinvolgimento dei migliori ristoranti d´Italia e dei più fantasiosi chef ha portato negli anni ad una risposta entusiasta del pubblico e al successo generale dell´iniziativa. La prima tappa si è svolto a Bari, presso il ristorante Atrium. .  
   
   
SELEZIONATI I 5 FINALISTI DEL PREMIO MARIETTA  
 
I cuochi dilettanti, provenienti da Roma, Imperia, Tarquinia, Forlì e Forlimpopoli, si spono sfidati domenica 18 giugno a Forlimpopoli nel corso della Festa Artusiana. Un amministratore di società di Roma, un direttore di banca di Imperia, un impiegato di banca di Forlì, una caposala di sala operatoria di Tarquinia e una casalinga di Forlimpopoli: sono stati questi i cinque cuochi dilettanti che hanno partecipato alla sfida finale del Premio Marietta, il concorso intitolato alla fedele aiutante di Pellegrino Artusi che ha vissuto il suo clou domenica 18 giugno nel corso della Festa Artusiana, alle 9. 45 presso il Ristorante Edo di Forlimpopoli. Le cinque ricette finaliste sono state scelte dalla Giuria del Premio Marietta all’interno di una cinquantina di proposte, arrivate al Comune di Forlimpopoli da tutta Italia. Con una particolarità: molte ricette sono state spedite da uomini, segno che la Marietta di oggi, la custode della casa e degli affetti familiari, è un ruolo ricoperto sempre più spesso da figure maschili (o, forse, che gli uomini sono più disponibili quando si tratta di giocare o di esibirsi, ma meno disponibili quando si tratta della pratica quotidiana…). E gli uomini sono stati la maggioranza anche tra i finalsti: Fabio Fassone, di Roma, ha presentato le “mezzelune di pasta fresca ripiena di coratella di agnello sul pesto di carciofi”; Felice Campodonico, di Imperia, proponeva i “ravioli a modo mio”, mentre William Francia, di Forlì, si è lancaito nella preparazione dei “cappellacci tricolore”. Le donne invece si sono sfidate a colpi di “fettuccine al sugo di baccalà” (Vittoria Tassoni di Tarquinia), e di “quadrucci con pisellini, in brodo matto”(Mirna bertozzi, Forlimpopoli). Al vincitore del “Marietta” 2006 è stato consegnato il premio di 1. 000 euro nel corso della serata di gala dei Premi Artusi, che si è tenuto a Forlimpopoli domenica 18 giugno alle pre 21 nel cortile interno della Rocca. Tutti i finalisti hanno ricevuto 15 Kg. Di Pasta Bennet. La Giuria era composta da: Verdiana Gordini, Presidente; Franco Mambelli, esperto; Armanda Sacchetto, esperta; Vittorio Maltoni, esperto, Giorgio Amadei, dell’Associazione Italiana Sommelliers; Luisanna Messeri e Francesca Capanna della trasmissione “Il Club delle cuoche”, in onda sulla rete satellitare Alice. Da ricordare infine che Forlimpopoli ha già resi noti i nomi dei due vincitori del Premio Marietta “ad honorem”, personalità di spicco che si sono distinte nel settore gastronomico a livello internazionale: Leda Vigliardi Paravia, “gladiatrice” della cucina italiana a Parigi, e Vittorio Tonelli, studioso della tradizione gastronomica e contadina romagnola. Il marchio territoriale vigevano al centro promuove con il centro studi tavola l’enogastronomia locale. Il recupero della tradizione enogastronomica, al fine di creare e mantenere la cultura della cucina locale e rendere questa ricchezza un patrimonio territoriale fruibile, è una delle missioni del marchio Vigevano al centro. Partner del progetto su questo tema è il Centro Studi Tavola, associazione nata con lo scopo di ricercare, registrare e diffondere la cultura della cucina di Vigevano e della Lomellina, grazie alla realizzazione di una documentazione organica della tradizione locale dell’alimentazione. Il marchio Vigevano al centro è nato come elemento per sviluppare le diverse eccellenze del territorio vigevanese nei suoi diversi ambiti. Il suo scopo è quello di far apprezzare l’esistente offrendo visibilità a quanto viene fatto da istituzioni e associazioni che a diverso titolo contribuiscono alla promozione del territorio, avviando una strategia integrata e coordinata a livello di sistema con una promozione sinergica dei diversi settori più importanti del territorio. Il marchio ha quindi trovato nell’associazione un modo per promuovere la valorizzazione di una delle più importanti eccellenze del territorio, sostenendone le diverse attività. Il Centro Studi Tavola sta realizzando una banca dati bibliografica contenente opere dedicate alla cucina lomellina e una raccolta di ricettari manoscritti risalenti fino ai primi del novecento conservati presso famiglie, comunità e ristoratori. L’associazione sta inoltre conducendo una serie di interviste per raccogliere ricette tramandate oralmente, accurate ricerche di documenti presso archivi storici ed ecclesiastici e ha in progetto la costruzione di un database che consenta il recupero delle ricette, degli ingredienti e dei menù locali tradizionali. Tutto questo è volto sia a favorire la trasmissione di questo importante patrimonio culturale che a rendere le informazioni accessibili ai visitatori della città. Dai formaggi agli asparagi, dal pesce alla polenta, ogni mese all’interno della suggestiva cornice di Palazzo Roncalli sarà possibile assaporare i migliori piatti della Lomellina, alla scoperta di un patrimonio culinario tutto da valorizzare. . . . .  
   
   
IL MUSEO AGRICOLO E DEL VINO RICCI CURBASTRO COMPIE VENT’ANNI E CREA UN MARCHIO  
 
Vent’anni sembrano tanti per un progetto che appariva velleitario ma nell’Azienda Agricola Ricci Curbastro ci si era resi conto che la propria lunga tradizione produttiva in Franciacorta era vista da clienti ed amici come qualcosa da conservare, qualcosa di “mirabile” e che esisteva il problema di ricordare le cose e le tradizioni che stavano scomparendo. Fin dall’inizio fu chiaro che non si trattava di una semplice esposizione, di una raccolta straordinaria di oggetti salvati dalla passione di Gualberto Ricci Curbastro, ma che la collezione si caratterizzava per essere un Museo Aziendale con un rapporto dichiarato con il pubblico: poiché i musei sono simili ad altri mezzi di comunicazione contemporanea si è scelto fin dalla apertura che fosse una persona (guida) il collegamento, niente affatto didattico, tra l’oggetto inanimato ed il pubblico. Particolare attenzione è stata posta sulla preparazione di questo personale, interno all’azienda e part-time per coprire tutta la settimana. I risultati ottenuti in termini di soddisfazione dei visitatori, fidelizzazione e passa parola non fanno rimpiangere l’assenza di monitor e registratori portatili; definizione di obbiettivi specifici: quali la rappresentazione storica dell’Azienda, la promozione aziendale, la trasmissione di una cultura agricola, quella della Franciacorta, altrimenti destinata all’oblio o ad una interpretazione solo “moderna” dovuta ai successi recenti di questa Denominazione, E’ evidente che il nostro Paese comincia solo ora a collegare la propria tradizione materiale ad una coscienza culturale riempiendo il vuoto creato dalla separazione tra cultura “materiale” e cultura “alta”, tra attività pratiche degli italiani (ivi inclusi i cibi, il vino e le loro tradizioni locali) ed i valori culturali di riferimento; il Museo si è dimostrato una scelta vincente in anticipo rispetto al boom che oggi vivono queste realtà del Made in Italy e la crescente domanda di turismo enogastronomico; uno spazio fisico adeguato all’ esposizione della raccolta: alle tre sale realizzate inizialmente ristrutturando fienile, scuderie e porticati costruiti nel 1875 dall’Arch. Antonio Tagliaferri, seguendo le esigenze di crescita non solo della raccolta ma anche delle attività museali, furono aggiunti nel 1995 la sala espositiva e per conferenze (100 posti, 220 mq, più servizi tecnici) ed un percorso espositivo anche in cantina. Nel 2001 è stata completata la nuova biblioteca (80 mq con scaffali per oltre 2500 volumi). L’esposizione comprende oggi oltre 3000 oggetti; definizione delle modalità di apertura al pubblico: orari prefissati (8. 30-12. 00 14. 00-18. 00), aperto tutta la settimana fin dalla sua inaugurazione, Per i gruppi è richiesta una prenotazione che risponde all’esigenza di avere eventualmente più Guide disponibili. L’ingresso, dal 1997, è a pagamento; la visita comprende oltre al Museo le cantine con illustrazione del ciclo di produzione del Franciacorta Docg e degustazione. Le entrate del Museo sono interamente utilizzate a copertura dei suoi costi e per la realizzazione delle sue iniziative; realizzazione di un calendario di eventi culturali, mostre e conferenze nell’ambito del progetto “La piazzetta del Villaggio”. Dal 1995 anno di inizio di questo progetto sono state 36 le manifestazioni organizzate in proprio o con la collaborazione di altri enti che operano in Franciacorta ed hanno costituito per migliaia di visitatori un motivo per scoprire o tornare al Museo apprezzandone anche il carattere di “organismo vivente” che si sviluppa gradualmente e si aggiorna in modo continuo. Nel 2002 ha quindi preso infine forma il progetto per la scuola “Giochiamo e impariamo con Acinello”; la visita guidata al Museo è diventato un percorso commentato ed animato, dalla vite alla bottiglia, avente per tema la produzione del Franciacorta. Ai bambini viene inoltre proposto un laboratorio di educazione al gusto e dell’olfatto che è condotto in forma ludica da un animatore: ciascun studente può così scoprire attraverso l’uso consapevole dei sensi alcuni alimenti, imparando a giudicarne le differenze di gusto, freschezza e genuinità. Inoltre viene stampato un libretto didattico, in tre versioni per i tre livelli scolastici, da riportare a scuola od utilizzare a casa con tanti giochi e notizie utili sulla produzione del vino. Gualberto Ricci Curbastro, ricorda: “400 visitatori il primo anno, ci sembrava già un’enormità, da cinque anni a questa parte sono oltre dodicimila all’anno (12. 350 nel 2005), e tanta gente ritorna a distanza di tempo, ci chiede le novità. Ho solo un rammarico: mi piacerebbe avere più posto per esporre anche i tanti oggetti che ancora conserviamo in due magazzini del Museo, abbiamo alcune idee in proposito, vedremo quando realizzarle. ” Riccardo Ricci Curbastro, in azienda con il padre da “28 vendemmie”, come tiene a sottolineare, ci racconta del marchio: “abbiamo affidato alla creatività di Francesco Carnevale dell’Agenzia Zowart di Roma il compito di riassumere un concetto per noi fondamentale quale l’essere un Museo che vive nel presente della Franciacorta raccontandone anche il passato. Ecco allora la vecchia forca che ricorda la M di Museo ma la cui ombra si stende a disegnare una bottiglia di Franciacorta con il suo inconfondibile marchio, la F merlata simbolo dei vini e del territorio. Non a caso le strutture fisiche del Museo sono strettamente connesse ai fabbricati della nostra cantina così che vi sia un continuo passaggio dalla storia alla realtà odierna. ”. .  
   
   
THOMPSON INTERNATIONAL MARKETING PER TENUTA VITALONGA IN UN PROGRAMMA TRIENNALE DI COMUNICAZIONE  
 
La famiglia Maravalle è dedita alla produzione di uve di grande qualità nella tenuta Vitalonga sin dai primi anni ’50. Negli anni ’60 Fabio e Gigliola Maravalle diedero il via all’ammodernamento dell’azienda supportati dai consigli di Riccardo e Renzo Cotarella, il primo dei quali è tuttora il consulente enologo. Dalla fine degli anni ’90, ragione e passione sono orientate a produrre uve a bacca rossa di grande qualità e vini espressione autentica di un territorio particolarmente vocato. L´attuale assetto della tenuta , che ha un’estensione di circa 100 ha totali di cui circa 20 vitati a Montepulciano, Sangiovese, Merlot e Cabernet, è stato raggiunto con il contributo di Gian Luigi e Pier Francesco Maravalle che hanno affiancato i genitori nella conduzione di Vitalonga. Vini di punta dell´azienda sono il Terra di Confine e l´Elcione, due Igt Umbria di grande interesse che aspirano ad entrare a pieno titolo nel novero dei grandi vini italiani. Www. Vitalonga. It mailto:info@vitalonga. %20It. .  
   
   
VERONA WINE TOP 2006 NEL NOME DEL VINO SOAVE IL BIANCO DI VERONA CON 26 VINI PREMIATI SU 46 BIANCHI IN CONCORSO DOMINA LA SCENA  
 
15 Soave Doc e Soave Classico, 7 Recioto di Soave Docg e 3 Soave Superiore Docg sono stati premiati al Verona Wine Top 2006, il concorso enologico tutto dedicato alle doc veronesi, al cui interno quest’anno il vino Soave ha fatto la parte del leone con 25 segnalazioni su 46 vini bianchi veronesi premiati. Un risultato importante che giunge durante la tradizionale stagione riservata alla degustazione dei vini per le guide di settore e che conferma in modo netto la grande qualità della vendemmia 2005, sulla scia di quanto già si era emerso a Vinitaly con l’apertura delle prime bottiglie. L’esito del concorso evidenzia ancora una volta come il territorio del Soave rappresenti oggi una zona importante per la produzione di vini bianco, non solo a livello regionale ma anche nazionale ed estero. Sono del resto i numeri stessi della denominazione a definire le ambizioni e le valenze, sia tecniche che economiche, di questo territorio circoscritto e sostanzialmente originale dal punto di vista ampelografico, podologico e climatico. Delimitati da un’aera relativamente ristretta infatti, i vigneti iscritti alla Doc Soave e Soave Classico coprono più di 6500 ettari, rappresentano quasi il 30% della potenzialità produttiva regionale dei vini Doc e sono circa il 40% dei vigneti della provincia scaligera. Il Soave sia per l’importanza economica che riveste, sia per la specificità delle sue produzioni, assume quindi un ruolo di riferimento all’interno dell’articolato panorama enologico non solo veronese ma italiano e internazionale. .  
   
   
TRENTINO GRAPPA IN VETRINA ALLA XIX MOSTRA DI CEMBRA  
 
Dal 5 al 9 luglio 2006 in occasione della Xixª Mostra di Cembra appuntamento da non perdere per i numerosi appassionati della Trentino Grappa a marchio Tridente. L´occasione è di quelle da non perdere. La Xixª Mostra di Cembra, che andrà in scena dal 5 al 9 luglio 2006 nell´omonima cittadina trentina, ha infatti le carte in regola per confermarsi ancora una volta come un appuntamento esclusivo per approfondire la conoscenza dell´enologia di questo territorio, il Trentino, estremamente vocato per i vini e le grappe. E, contestualmente alla Rassegna dei Müller Thurgau dell´Arco Alpino, proprio la Trentino Grappa avrà un ruolo di primissimo piano nei giorni della manifestazione. La partecipazione della Trentino Grappa a questa manifestazione è data dal fatto che una importante percentuale di Grappa Trentina viene prodotta dal vitigno di Müller Thurgau. I distillatori associati sotto l´egida del rinnovato marchio del Tridente si presenteranno infatti al gran completo già giovedì 6 luglio alle ore 20, presso la sala consiliare del Comune di Cembra, in occasione della presentazione del filmato "Grappa Acqua di Vita", realizzato dall´Istituto Agrario di San Michele all´Adige. Al termine del documentario è prevista una tavola rotonda che permetterà a pubblico, stampa e operatori di focalizzare l´attenzione sulle caratteristiche uniche della Trentino Grappa, unica per qualità, tradizione e controlli certificati, e sul suo futuro che già oggi la vede "pesare" per l´8% della produzione nazionale. Tra i relatori il Presidente dell´Istituto Tutela Grappa del Trentino Beppe Bertagnolli che farà il punto della situazione sul mercato della grappa, nella fattispecie della Grappa Trentina e illustrerà gli sviluppi e le possibilità ancora inespresse del mercato nazionale e internazionale. Seguirà un intervento del Dottor Alessandro Dini, Direttore Generale dell´Istituto Agrario di San Michele all´Adige che presenterà il filmato "Grappa Acqua di Vita" e illustrerà il ruolo importante dell´Istituto Agrario per la promozione, la ricerca e il raggiungimento della qualità della Grappa Trentina. E´ grazie all´Istituto Agrario che sono stati avviati gli studi sulla conservazione delle vinacce e sulla promozione della Grappa di qualità anche all´estero. La tavola rotonda sarà un´occasione per rendere omaggio all´Istituto Agrario San Michele all´Adige che ha sostenuto la Grappa Trentina nel corso degli anni e di cui è un promotore indispensabile. Uno stimolo importante che potrà poi essere raccolto dal pubblico venerdì 7 e sabato 8 quando, dalle 20 alle 22. 30, il viale alberato della cittadina si animerà di tavoli di assaggio e degustazione delle grappe delle distillerie della Strada del Vino e dei Sapori della Val di Cembra. Una focalizzazione alla scoperta della magia degli alambicchi e dei nobili vapori che diventano prezioso distillato. Quello che è, per davvero, la Trentino Grappa. Info: www. Grappatrentinadoc. It. .  
   
   
IL MARCHIO TERRITORIALE VIGEVANO AL CENTRO PROMUOVE CON IL CENTRO STUDI TAVOLA L’ENOGASTRONOMIA LOCALE  
 
Il recupero della tradizione enogastronomica, al fine di creare e mantenere la cultura della cucina locale e rendere questa ricchezza un patrimonio territoriale fruibile, è una delle missioni del marchio Vigevano al centro. Partner del progetto su questo tema è il Centro Studi Tavola, associazione nata con lo scopo di ricercare, registrare e diffondere la cultura della cucina di Vigevano e della Lomellina, grazie alla realizzazione di una documentazione organica della tradizione locale dell’alimentazione. Il marchio Vigevano al centro è nato come elemento per sviluppare le diverse eccellenze del territorio vigevanese nei suoi diversi ambiti. Il suo scopo è quello di far apprezzare l’esistente offrendo visibilità a quanto viene fatto da istituzioni e associazioni che a diverso titolo contribuiscono alla promozione del territorio, avviando una strategia integrata e coordinata a livello di sistema con una promozione sinergica dei diversi settori più importanti del territorio. Il marchio ha quindi trovato nell’associazione un modo per promuovere la valorizzazione di una delle più importanti eccellenze del territorio, sostenendone le diverse attività. Il Centro Studi Tavola sta realizzando una banca dati bibliografica contenente opere dedicate alla cucina lomellina e una raccolta di ricettari manoscritti risalenti fino ai primi del novecento conservati presso famiglie, comunità e ristoratori. L’associazione sta inoltre conducendo una serie di interviste per raccogliere ricette tramandate oralmente, accurate ricerche di documenti presso archivi storici ed ecclesiastici e ha in progetto la costruzione di un database che consenta il recupero delle ricette, degli ingredienti e dei menù locali tradizionali. Tutto questo è volto sia a favorire la trasmissione di questo importante patrimonio culturale che a rendere le informazioni accessibili ai visitatori della città. Dai formaggi agli asparagi, dal pesce alla polenta, ogni mese all’interno della suggestiva cornice di Palazzo Roncalli sarà possibile assaporare i migliori piatti della Lomellina, alla scoperta di un patrimonio culinario tutto da valorizzare. .  
   
   
BRISTOT DECAFFEINATO: IL GUSTO RILASSANTE DEL MIGLIOR CAFFÈ  
 
Caffè Bristot racchiude nel suo Decaffeinato tutto l’aroma e il gusto delle più pregiate miscele di caffè brasiliani, centroamericani e africani, privati della caffeina per coloro che non vogliono rinunciare al piacere del buon caffè in ogni momento della giornata. Bristot Decaffeinato rivela il suo eccellente blend anche d’estate e si scopre ideale per la realizzazione di fantasiosi cocktails ghiacciati. La sua miscela è infatti frutto di una attenta ricerca della materia prima e del costante controllo delle qualità organolettiche del prodotto, per soddisfare appieno i gusti degli estimatori più attenti. Caffè Bristot propone tra i cocktails Coffee Smeralda, ideale per “raffreddare” le giornate più assolate. 3/10 Espresso Decaffeinato Bristot, 3/10 Crema di Cacao, 3/10 Mirto Rosso, 1/10 Zucchero liquido, Versare tutti gli ingredienti nello shaker con ghiaccio cristallino. Agitare energicamente per alcuni secondi. Servire spolverando con cacao amaro. Coffee tropicale on ice: 1 tazzina di Espresso Decaffeinato Bristot, 1 cucchiaino di zucchero, Ghiaccio tritato, Versare nello shaker il caffè e il ghiaccio. Agitare bene e quindi aggiungere lo zucchero. Agitare ancora e servire in un bicchiere basso. Bristot Decaffeinato, da 250 gr, Bipack da 500 gr e in cialde, è in vendita sia nella grande distribuzione che nei migliori bar, per appagare i consumatori più esigenti che amano assaporare ricette diverse e dai gusti più particolari, anche durante la calda estate. Bristot è un marchio Procaffè, Azienda tra i leaders nel mondo della torrefazione. Www. Caffebristot. It . .  
   
   
DIETORELLE PLEASURE, FRUIT E FRESH… TRE NUOVE LINEE PER CAMBIARE IL GUSTO DELLA GIORNATA  
 
Più gusto in poche calorie… una missione impossibile? Certo non per Dietorelle. Vi ricordate la donna degli anni ’90? Riscopriva il gusto minimal chic dopo gli eccessi degli anni ’80 e tra i suoi must c’era senza dubbio l’attenzione per la linea… Non a caso quindi nel 1989 viene lanciata sul mercato Dietorelle, la caramella a ridotto contenuto calorico che non solo soddisfa il pubblico femminile ma crea un nuovo settore di mercato. Passano gli anni e la donna del nuovo millennio si presenta al mondo più sicura di se stessa e dei suoi desideri; Dietorelle segue da vicino questa evoluzione e le offre qualcosa di più… gusto e piacere. Attenta conoscitrice delle nuove tendenze di mercato, Dietorelle ha saputo cogliere i desideri delle proprie consumatrici arricchendo la propria gamma di prodotti di tre nuove linee Pleasure, Fruit eFresh… per cambiare il gusto della giornata! Pensate per rispondere alle esigenze delle giovani donne – dinamiche e moderne - che amano poter scegliere e concedersi attimi di freschezza e di piacere, senza perdere di vista la linea. Dietorelle Pleasure per chi desidera concedersi piccoli momenti di piacere; Dietorelle Fruit per chi ama tutto il sapore della frutta, Dietorelle Fresh per chi sceglie la freschezza sempre a portata di mano. Grazie all’accurata scelta delle materie prime, ogni caramella diventa un piccolo concretato di piacere che può cambiare il gusto della giornata. Dietorelle Pleasure: un vero trionfo di gusto grazie alle colate alla panna e al caffè, alle ripiene gianduia, alle toffee al latte ed al caffè, le dragée panna e fragola. Dietorelle Fruit: limone, arancia e arancia rossa, frutti di bosco, mela verde, fragola, lampone e amarena…tutto il sapore vero della frutta e la naturalità dei succhi di frutta, con l’aggiunta della Vitamina C. Dietorelle Fresh: tutta la freschezza della menta, del mentolo e della liquirizia miscelate con estratti naturali. Tanti nuovi gusti in diversi formati per tutte le donne che cercano, in ogni momento della giornata, tutta la freschezza, la leggerezza e il gusto delle nuove Dietorelle. Tutto in pochissime calorie! Dietorelle Pleasure, Fruit o Fresh? Diversi modi di essere che appartengono tutti all’universo femminile ed accomunati dalla irresistibile tentazione di coccolarsi con un momento di dolce piacere da assaporare a cuor leggero. Allora perché resistere alla voglia di una Dietorelle? Dietorelle Pleasure Fresh, Fruit sono disponibili in tutti i bar, tabaccherie, supermercati e ipermercati in diversi formati: nelle buste da 50 g e 125 g per le più golose e nei pratici stick e astucci per chi ama tenerle sempre in borsetta. . . .