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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Aprile 2014
UNIRE LE FORZE PER L´ACQUACOLTURA DEL MEDITERRANEO  
 

È stato raccomandato un piano d´azione con quattro ramificazioni per aiutare a promuovere l´acquacoltura nella regione del Mediterraneo. È questo il risultato principale emerso da Aquamed, un progetto finanziato dalla Commissione europea incaricato di coadiuvare lo sviluppo di una strategia interfunzionale per la ricerca sull´acquacoltura sostenibile nel bacino del Mediterraneo. Le zone costiere sono d´importanza strategica per l´Ue e molti cittadini europei vivono, vanno in vacanza e lavorano in queste zone che sono una delle principali fonti di cibo e materie prime. Di conseguenza si ritiene necessaria una strategia basata sulla conoscenza per lo sviluppo dell´acquacoltura nel Mediterraneo ed è qui che entra in gioco Aquamed. Lanciato a giugno del 2010 con un finanziamento 996 854 euro, l´obiettivo di questo progetto triennale era di affrontare alcune delle difficoltà dell´acquacoltura nel Mediterraneo, come i sistemi di produzione inadeguati e la concorrenza di altri utenti. Il progetto ha coinvolto partner di 13 paesi mediterranei e si è concluso a maggio dell´anno scorso. I risultati sono stati presentati a Bruxelles il 4 febbraio dal dott. Jean-paul Blancheton, coordinatore del progetto Aquamed. Il piano d´azione raccomandato comprende la creazione di un gruppo di interesse che coinvolga l´industria, la ricerca e i responsabili delle politiche, nonché un sistema di riconoscimento per i ricercatori che riescono a fornire una ricerca applicabile. Il processo di innovazione potrebbe essere accelerato - raccomanda il piano d´azione - se le industrie "affittassero" i ricercatori e i sistemi scientifici e condividessero i rischi. Il piano raccomanda inoltre di trovare fonti nuove e alternative di materiali per sostituire la farina di pesce e l´olio di pesce nella composizione del mangime per pesci. Il progetto Aquamed ha identificato i principali centri di ricerca, le parti interessate e i progetti di ricerca impegnati per migliorare l´acquacoltura del Mediterraneo. L´obiettivo del piano d´azione è di evitare la ripetizione e la frammentazione della ricerca e di stimolare la collaborazione e il coordinamento a lungo termine tra i responsabili delle politiche e il settore dell´acquacoltura. Il progetto ha studiato le tendenze previste che l´acquacoltura della regione potrebbe seguire entro il 2030 e le principali limitazioni che attualmente condizionano il settore. L´iniziativa, finanziata nell´ambito del Settimo programma quadro dell´Unione europea, si era proposta anche di promuovere la ricerca innovativa nel Mediterraneo e il dott. Blancheton ha detto che questi obiettivi sono stati raggiunti riunendo le parti coinvolte nell´acquacoltura del Mediterraneo in una piattaforma multilaterale (Mshp) che identificherà e prorrà in ordine di priorità le esigenze della ricerca nel settore dell´acquacoltura. Dalla previsione di una migliore collaborazione tra i paesi del Mediterraneo meridionale e orientale e delle loro controparti nell´Ue, risulta una maggiore convinzione che i finanziamenti futuri saranno "strategici, coordinati e orientati" a superare le principali sfide del settore. Questa cooperazione faciliterà la costruzione di capacità per migliorare l´armonizzazione delle acquacolture e delle politiche di ricerca nel bacino del Mediterraneo. Il dott. Blancheton ha detto che il progetto Aquamed ha conseguito diversi importanti risultati, come per esempio il piano d´azione. Ha commentato: "Il successo del progetto Aquamed si è basato sull´impegno dei portatori di interesse dell´acquacoltura mediterranea. Gli eventi per i portatori di interesse hanno aiutato il partenariato a mostrare quanto sia importante che l´industria, i ricercatori e i responsabili delle politiche lavorino insieme per definire l´Agenda strategica per la ricerca e l´innovazione nell´acquacoltura mediterranea". Per maggiori informazioni, visitare: Aquamed http://www.Aquamedproject.net  Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/94551_it.html

 

 
   
   
FORUM SVILUPPO RURALE:LA PAROLA AI CITTADINI SU SVILUPPO.RURALE.PUGLIA.IT  
 
La Regione Puglia ha avviato nel maggio 2012 un nuovo processo di programmazione dello sviluppo rurale riferito al periodo 2014-2020. Www.sviluppo.rurale.puglia.it  Un processo decisionale incentrato sul coinvolgimento attivo di tutti gli attori e i soggetti presenti sul territorio. Al termine della prima fase di lavoro sono stati individuati i fabbisogni di intervento più importanti che sono scaturiti dall’analisi statistica delle caratteristiche socio-economiche e ambientali del territorio regionale e, ancora, dalle sollecitazioni e dai suggerimenti avanzati da tutti i “portatori di interesse” che hanno voluto contribuire in prima persona alla costruzione del nuovo Psr 2014-2020 della Puglia. Questi risultati – da ultimo - sono stati oggetto di confronto con il partenariato socio-economico pugliese in un interessante incontro dell’11 febbraio scorso. Con il convincimento che sia fondamentale rendere ancor più partecipato e condiviso il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, avviamo oggi una nuova fase di consultazione on-line della popolazione pugliese, finalizzata ad individuare le strategie di sviluppo e gli strumenti operativi più efficaci e in grado di rendere l’agricoltura pugliese più competitiva, intelligente, sostenibile e inclusiva. “A questo scopo – spiega l’Assessore alle risorse Agroalimentari della Regione Puglia - abbiamo aperto un forum per i cittadini della Puglia (sito www.Svilupporurale.regione.puglia.it alla sezione Programmazione 2014-2020. Crediamo sia una eccellente occasione per consentire a tutti di portare il proprio contributo di idee e suggerimenti.”  
   
   
EXPO TOUR DUBLINO,ANCHE IRLANDA APPOGGIA LOTTA CONTRAFFAZIONE  
 
Dublino/irl - Anche Dublino appoggia la Lombardia nella lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari. E´ il risultato della sesta tappa del ´World Expo Tour´, che ha visto impegnati, ieri e oggi, l´assessore lombardo all´Agricoltura, il sottosegretario regionale a Expo e Internazionalizzazione delle imprese e il presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini. I rappresentanti dell´Irish Farmers Association, la più importante organizzazione degli agricoltori irlandesi, hanno una posizione molto simile a quella della maggior parte degli imprenditori agricoli italiani in termini di etichettatura e origine degli alimenti, a tutela dei consumatori e delle produzioni certificate. Expo Piattaforma Mondiale - Una sintonia di vedute espressa anche dall´incontro successivo, che la delegazione lombarda ha avuto nella sede del Parlamento irlandese, al Comitato congiunto di Camera e Senato per gli Affari esteri, il Commercio e l´Agricoltura. "Vi è stata una condivisione piena dei contenuti del documento di Regione Lombardia contro la contraffazione alimentare - ha commentato soddisfatto l´assessore all´Agricoltura -. Inoltre, è stata sposata l´idea di sostenere Expo 2015 anche nel ruolo di piattaforma mondiale per una discussione politica sul ruolo del cibo, sulla qualità e sulla difesa dell´identità dei prodotti agroalimentari. Un tema che sta molto a cuore alla prima regione agroalimentare d´Europa, che della qualità ha fatto un proprio marchio distintivo". Su Tracciabilità Appoggio Sistema Agricolo - Una missione positiva anche per il numero uno di Coldiretti Lombardia. "Sulla tracciabilità dei prodotti agroalimentari stiamo trovando l´appoggio del sistema agricolo in tutti i Paesi finora visitati - ha dichiarato - e questo a dimostrazione del fatto che il tema dell´origine è visto come uno strumento per tutelare i produttori e allo stesso tempo per informare i consumatori".  
   
   
MATERA, INPS: ON LINE ELENCHI LAVORATORI AGRICOLI  
 
Il direttore provinciale dell’Inps di Matera, Vito Antonio Latela, rende noto che “a partire dal 31 marzo, e per tutti i quindici giorni consecutivi, gli elenchi nominativi dei lavoratori agricoli utili per l’anno 2013, che nella nostra provincia interessano n. 11.094 lavoratori agricoli, saranno pubblicati con valore di notifica sul sito dell’Inps, www.Inps.it, con accesso libero e senza utilizzo di Pin. Entro i venti giorni successivi alla pubblicazione, gli elenchi saranno trasmessi ai competenti Centri per l’Impiego. Per tutto il periodo di pubblicità sarà possibile accedere agli elenchi direttamente dalla home page del sito, dove è presente un apposito collegamento -“Pubblicazione elenchi lavoratori agricoli” - all’interno dello spazio “Avvisi e concorsi”. La pubblicazione online avrà valore di notifica agli interessati a tutti gli effetti di legge. Gli elenchi saranno consultabili per singola Provincia e singolo Comune, e ognuno sarà accompagnato da un frontespizio riportante l’anno di validità, il numero dei lavoratori, i riferimenti normativi e procedurali a base delle iscrizioni, l’organo e i termini per gli eventuali ricorsi amministrativi. Anche gli elenchi trimestrali delle variazioni, che saranno effettuate successivamente alla pubblicazione degli elenchi annuali 2013, saranno pubblicati esclusivamente sul sito dell’Inps con valore di notifica e, pertanto, gli interessati non riceveranno alcuna comunicazione riguardo alle variazioni effettuate”.  
   
   
CUNEO, SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO PER IL MAIS LOCALE  
 
Anche nel 2013 è proseguito il sostegno camerale al progetto di monitoraggio dei raccolti di mais della provincia di Cuneo, per verificare la presenza di organismi geneticamente modificati (Ogm) e di micotossine. “La Camera di commercio per il nono anno consecutivo si è impegnata a sostenere la produzione agricola cuneese con il controllo di Ogm e di micotossine sulla produzione maidicola provinciale - ha sottolineato il presidente Ferruccio Dardanello - quale ulteriore strumento di valorizzazione della qualità dei nostri prodotti e con l´intento di tutelare il consumatore”. Mentre per gli organismi geneticamente modificati si assiste a posizioni diversificate - dalla chiusura totale in un sistema di qualità dell’agricoltura italiana che privilegia sementi autoctone, all´utilizzo massivo di cereali importati da Stati Uniti, Canada e America Latina, che degli Ogm fanno ampio uso - le micotossine rappresentano un problema molto rilevante di sicurezza alimentare e per questo sono definiti rigorosi limiti di legge. Si tratta di sostanze prodotte da muffe (principalmente del genere Fusarium), tossiche e cancerogene per l’uomo e gli animali, la cui presenza risulta strettamente correlata all’andamento climatico e alle modalità di essiccazione e stoccaggio del prodotto. Solo una verifica costante della produzione in ogni annata può quindi essere indicativa del reale andamento della produzione maidicola. Nelle precedenti annualità le micotossine prese in considerazione erano le Aflatossine e le Fumonisine. Nella campagna 2013, accanto alla verifica relativa alle Fumonisine, è stata verificata la presenza del Deossinivalenolo (Don), in luogo delle Aflatossine. Questo in considerazione dell´andamento climatico dell´estate 2013, particolarmente sfavorevole per la coltivazione del mais, che ne ha causato una maturazione tardiva, incrementando sensibilmente la probabilità di trovare il Don in quantità tali da rendere inutilizzabile il raccolto. In merito agli aspetti operativi, nell’annualità 2013 sono stati analizzati 24 campioni, prelevati in aziende del settore sull´intero territorio provinciale. Le analisi sono state realizzate dal Laboratorio Chimico della Camera di Commercio di Torino. Confortanti i risultati ottenuti. Solamente in un campione è stata rilevata la presenza di Ogm, peraltro in tracce minime (0,06%), nettamente inferiori alla soglia prevista dal Regolamento Ce 1829/2003, pari a 0,9%. Anche per le micotossine i risultati delle analisi hanno evidenziato valori di Don inferiori al limite di legge definito per il mais a uso zootecnico. Infine, in merito alle fumonisine, i valori rilevati sono risultati inferiori sia ai limiti di legge definiti per l’uso zootecnico, sia ai valori di legge ancora più restrittivi definiti per il consumo umano.  
   
   
LIGURIA, AL VIA IN VAL DI VARA PRIMO DISTRETTO AGRICOLTURA BIOLOGICA  
 
Genova. La Val di Vara si conferma valle del biologico, parte infatti in quell’area il primo biodistretto della Liguria. Dopo il riconoscimento formale da parte della Regione Liguria si è costituita a Varese Ligure l’associazione mista pubblico-privata che governerà il biodistretto nei prossimi anni e che sancirà un modello nuovo di governance del territorio che vede Comuni e mondo produttivo uniti negli obiettivi. Al centro ci sarà l’agricoltura biologica, come collegamento delle risorse locali, sociali e naturali. Ma il biodistretto non si occuperà solo di agricoltura, ma anche di turismo consapevole, cultura e tradizioni locali, salvaguardia del paesaggio e delle risorse naturali. “Voglio ringraziare tutti i Comuni della Val di Vara – dice l’assessore regionale all’agricoltura, Giovanni Barbagallo – oltre alle organizzazioni professionali agricole, all’associazione italiana agricoltura biologica, alle cooperative casearie e tutti gli agricoltori della valle per aver realizzato un’iniziativa di grande significato per il nostro territorio e la qualità dei nostri prodotti. I dati rilevano che in Val di Vara un ettaro su due è certificato biologico e in piu’ il 25% dei produttori bio-regionali risiedono e lavorano in questa valle, numeri significativi per questo settore dell’agricoltura ligure che vogliamo rafforzare”.  
   
   
FRUTTA NEI SUCCHI: IL 3 APRILE VERRÀ SENTITO IL SISTEMA DELLE REGIONI  
 
Anche l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, nella doppia di veste di amministrazione regionale e coordinatore del tavolo degli Assessori al ramo in Conferenza Stato-regioni, si esprime sul no del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Gozi, all’emendamento di alcuni parlamentari per l’innalzamento della quota percentuale di frutta nei succhi dal 12 al 20 per cento. “La mancata approvazione dell’emendamento che aumenta la percentuale dal 12% al 20% del tenore di succo naturale nelle bevande analcoliche – dice Nardoni - sicuramente stride con la necessità di puntare sempre più su prodotti di qualità superiore, con la necessità di assicurare il benessere e la salute dei consumatori, in particolar modo quelle delle fasce di età più piccole, e non ultimo per importanza, con la necessità di salvaguardare i redditi dei produttori agricoli, che non trovano più i giusti riconoscimenti per il lavoro svolto nei campi. (...) “Non è in dubbio che l’aumento del tenore del succo naturale si traduce in aumento dei costi di produzione e conseguentemente sull’aumento del prezzo finale di questi prodotti, i cui effetti non sono facilmente prevedibili in una fase di crisi economica in atto, ma la scelta fatta dagli organi di Governo, per tener conto delle indicazioni della Commissione europea e per evitare una possibile procedura di infrazione merita necessariamente tutti agli approfondimenti possibili. “Approfondimento che non possono assumere a priori una posizione che non tiene conto di quanto viene richiesto dalla società, in termini di qualità della vita, tutela della salute, del benessere e della coesione sociale ed economica. “Il tema sarà comunque al centro della riunione di coordinamento nazionale per le politiche agricole fissata per il prossimo 3 aprile – dice l’Assessore Nardoni – audiremo le posizioni del sistema delle regioni, e chiederemo allo stesso una presa di posizione. Per mio conto resto dell’idea che suona paradossale tale decisione che non tiene conto della produzione di qualità ortofrutticola di regioni come la Puglia che rischia di vanificare gli sforzi di migliaia di produttori che nella sola conca d’oro in provincia di Taranto ad esempio producono circa 2milioni e mezzo di quintali di agrumi di grande qualità. “  
   
   
COLDIRETTI BASILICATA: SUCCHI DI FRUTTA OSTAGGIO DELLE LOBBY  
 
Sulla decisione della Commissione Politiche dell’Ue della Camera di bocciare l’emendamento alla Legge europea 2013 finalizzato ad innalzare la percentuale minima di frutta dall´attuale 12 per cento al 20 per cento nelle bevande analcoliche prodotte e commercializzate in Italia, interviene il presidente della Coldiretti di Basilicata, Piergiorgio Quarto. Nel sottolineare che “duecento milioni di chili di arance all’anno in più sarebbero “bevute” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate”, Quarto ha sostenuto che “l’Italia deve combattere la difesa degli esclusivi interessi perpetrato dalle grandi lobby industriali, è nell’interesse sia dei produttori agricoli che dei consumatori, tenuto conto anche del primato in Europa nella qualità e sanità degli alimenti. Innalzare la percentuale minima di frutta nei succhi e bevande analcoliche avrebbe migliorato concretamente la qualità dei prodotti e avrebbe ridato fiato a tante aziende agricole in Italia ma anche nella nostra regione, mentre le uniche ad aver vinto sono state le multinazionali dell’aranciata. Ora questa battaglia di verità e di trasparenza si sposta nelle aule parlamentari. La Coldiretti continuerà nel suo impegno di difesa degli interessi dei produttori e dei consumatori italiani cercando di rimuovere quella che è una vera ingiustizia”.  
   
   
CITTÀ DEL GUSTO CON DISTRETTO AGR. JONICO SALENTINO E GAMBERO ROSSO  
 
Lo sviluppo economico collegato all’enogastronomia e alla promozione all’estero: questi gli ingredienti dell’intesa tra Gambero Rosso e Regione Puglia. Il progetto “Città del Gusto” si collega a una strategia che riguarda la Puglia ed è funzionale a creare il massimo indotto possibile attraverso l’eccellenza e la qualità dei prodotti pugliesi. “Si tratta di un percorso sinergico – ha detto l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Puglia Loredana Capone - che la Regione Puglia e il Distretto Agroalimentare Jonico Salentino hanno voluto intraprendere con Gambero Rosso puntando su tre pilastri fondamentali: valorizzazione dei prodotti pugliesi, promozione del territorio, promozione dell’indotto imprenditoriale. “Città del gusto” sarà il diesel che consentirà al Salento e alla Puglia di risalire velocemente la sua posizione geografica per competere a testa alta con quelle regioni che si sono mostrate sinora un passo più avanti. Una città fondata sul sapore, una fabbrica di eventi che abbracciano tutto il mondo del food&beverage, dal foodservice all’hotellerie, alla ristorazione, al retailing”. E’ questa la “Città del Gusto” che Gambero Rosso porterà a Lecce, una città che si candida a essere trampolino per la cultura enogastronomica italiana puntando su un’offerta formativa qualificata, sulla valorizzazione dei suoi prodotti e sull’innovazione dei processi di internazionalizzazione delle sue imprese. Il progetto muoverà i primi passi a partire da giungo 2014 con un programma ricco di conferenze, workshop, seminari sui principali temi di interesse dell’enogastronomia (educazione alimentare, cibo e salute, dieta mediterranea, nuovi scenari di marketing digitale del turismo di settore), percorsi alimentari, laboratori del gusto, itinerari gastronomici. A fare da traino la formazione: corsi professionali sulla food fotography, sul food cost, sulla pianificazione del menu, sul management del vino, e un master universitario post-laurea, in collaborazione con l’Università del Salento e l’Università di Bologna, in “Gestione d’impresa Food&wine e Turismo Enogastronomico”. “La Regione Puglia – ha proseguito Capone - ha lavorato molto, negli ultimi anni, sulla qualità della spesa pubblica. Abbiamo investito in qualità, ricerca, innovazione, internazionalizzazione. Oggi abbiamo il coraggio di osare, di sperimentare. Questo coraggio, però, deve trasformarsi in massima produttività e, in questo, la formazione gioca un ruolo fondamentale perché non basta avere prodotti di ottima qualità. E importante saperli anche confezionare, comunicare, è importante conoscere la legislazione del mercato di arrivo”. Le Scuole di cucina Gambero Rosso, già presenti a Roma, Napoli, Catania, Palermo e Torino, offrono, infatti, una formazione altamente specializzata nel mondo dell’enogastronomia e, ad oggi, consentono un assorbimento della posizione lavorativa di chi vi partecipa pari a circa il 75%. “Non esiste formazione – ha detto Luigi Salerno, direttore Generale Gambero Rosso - se non ci sono le materie prime e qui abbiamo alcuni tra i più grandi prodotti del mondo. Noi di Gambero Rosso ci consideriamo un po’ come dei content provider. Amiamo produrre contenuti. Per fare questo, però, abbiamo bisogno di luoghi da comunicare e la Puglia, da questo punto di visita, rappresenta un argomento molto appetibile”. Un’abilità quasi innata quella del Salento e della Puglia nei confronti della cucina e delle produzioni agroalimentari, un’abilità che, però, dovrà sempre più coniugarsi con una specializzazione manageriale capace di amministrare questo prezioso patrimonio e con una spinta comunicativa che sappia diffondere il verbo della qualità dei prodotti tipici ben oltre i confini del territorio stesso. La Città del gusto, dunque, come opportunità per rilanciare il territorio e le sue eccellenze in un mondo, quello dell’enogastronomia, che richiede, ormai, sempre più tipicità. “E’ con questo intento - ha detto Maurizio Mazzeo, direttore Dajs – che abbiamo previsto la possibilità di ospitare nella Città del Gusto Jonico Salentina le trasmissioni del Gambero Rosso Channel. E’ per questo che il circuito leccese avrà un suo spazio editoriale sul portale dell’azienda leader in Italia nel settore enogastronomico, un portale che conta oggi decine di milioni di visitatori l’anno. Vogliamo far parlare il più possibile la città di Lecce, e la Puglia, con la rete “Città del Gusto” che Gambero Rosso ha voluto attivare. Una rete che oggi conta 7 tappe ma che punta a raggiungerne venti in Italia e dieci all’estero”. Alla conferenza di presentazione del programma "Città del Gusto" 2014-2015 tenuta questa mattina presso la sede del Distretto Agroalimentare Jonico Salentino, a Lecce, ha partecipato anche il sindaco della città di Lecce Paolo Perrone: “Siamo fieri che Gambero Rosso abbia deciso di legare il proprio nome alla città di Lecce. “Città del Gusto” è oggi per noi un’occasione ghiotta per aumentare la nostra capacità di essere competitivi. Per una terra che punta sui prodotti di trasformazione l’agroalimentare, infatti, rappresenta un comparto che incide notevolmente sull’economia complessiva”.  
   
   
GAMBERO ROSSO E REGIONE PER RIVALUTARE I PRODOTTI IONICO-SALENTINI CITTÀ DEL GUSTO IONICO-SALENTINA “UN FORMAT ANCHE PER AIUTARE MITILICOLTORI E ALLEVATORI”  
 
Il distretto agroalimentare ionico salentino sperimenta per la prima volta in Italia una Città del Gusto diffusa targata Gambero Rosso. L’idea è quella di presentare le province di Taranto, Brindisi e Lecce, ognuna con le sue peculiarità in un unicum produttivo, eno-gastronomico e di ristorazione di eccellenza proponendo così sul mercato il triangolo ionico-salentino come un luogo in cui consumare cibi sani, figli di filiere certificate e che in tavola trovano la loro giusta esaltazione.(...) Il futuro economico-produttivo di città come Taranto – ha spiegato il 26 marzo, nell’incontro in Camera di Commercio, con i ristoratori e Luigi Salerno direttore generale di Gambero Rosso, l’Assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni – passa anche dalla capacità attrattiva di luoghi come ristoranti e agriturismi che rappresentano al meglio la Puglia in tavola. Un luogo in cui l’accoglienza, il servizio, e soprattutto le materie prime devono rendere giustizia di un paniere di eccellenze fatto di grande biodiversità e tipicità. Si struttura, dunque, attraverso questi incontri territoriali, la piattaforma programmatica della Città del gusto ionico-salentina. Una traccia operativa che passa da seminari di formazione e specializzazione per il settore, da eventi di approfondimento, attività di marketing e in-coming specialistico, e tanta promozione. Basti pensare ai milioni di visitatori che ogni giorno consultano il portale de Il Gambero Rosso e delle loro città del gusto e agli incontri con i trader di tutto il mondo. Cerchiamo di fare una comunicazione sana e responsabile – ha detto Luigi Salerno, direttore generale dell’importante network dedicato all’eno-gastronomia di eccellenza italiana – perché dietro lo scoop di un giorno e gli scandali legati alle adulterazioni e alle contaminazioni c’è spesso la strumentalizzazione di altri paesi che non vedono l’ora di affossare i prodotti italiani. E’ accaduto – dice Salerno – con la mozzarella in Campania, lo scandalo del vino al metanolo di tanti anni fa e accade anche qui a Taranto con il comparto della mitilicoltura o dell’allevamento messo al bando per colpe non sue. L’esperienza del Gambero Rosso nata infatti proprio negli anni più bui del vino italiano insegna che nel periodo di crisi e cattiva nomea si devono trovare nuove forme di rilancio dei settori in crisi. Il futuro – ha detto ancora Salerno – è diversità, tipicità. Non un cabernet o un sauvignon che potete trovare ovunque, ma un primitivo, un vitigno autoctono che solo in Puglia, si può fare nel rispetto della sua storia e delle sue componenti organolettiche. Così la ristorazione, per cui ora la Puglia lavora anche con disciplinari dedicati al Marchio di Qualità prodotti di Puglia, diventa la cartina tornasole più importante di questo processo. Chi viene in Puglia deve trovare quello che altrove, fatto così, non potrà trovare mai. Così dalla sala affollata da autorevoli ristoratori tarantini e della provincia arriva l’appello a cancellare l’ombra che spesso avvolge Taranto. Ho chiesto al Gambero Rosso – dice Nardoni – di lavorare ad un format di promozione per le nostre risorse del mare, abbinando il know how del network, i buoni contatti del Gambero con il mondo dell’enogastronomia internazionale, per un programma di rilancio ad esempio dei nostri prodotti tipici e delle nostre cozze. Penso ad un grande cuoco che possa cucinare sulle nostre paranze il meglio del nostro pescato, ma anche alla certificazione di qualità che il Gambero Rosso potrebbe dare, dopo adeguati controlli, a prodotti finiti sotto la lente di ingrandimento dei media a causa della vertenza ambientale tarantina. Si parte dunque con il programma di rilancio e i ristoratori vengono invitati ad essere promotori sul territorio di questo importante campagna di promozione ma anche difesa delle eccellenze locali. All’incontro di ieri sera in Camera di Commercio hanno partecipato anche il direttore del Distretto Agroalimentare Ionico Salentino, Maurizio Mazzeo, il responsabile del programma Agricoltura e Qualità della Regione, Fabrizio De Castro e il presidente della Camera di Commercio di Taranto, Luigi Sportelli. Nella mattinata di ieri, su indicazione dell’Assessore Nardoni, il direttore generale di Gambero Rosso, Luigi Salerno, ha visitato insieme ad un esperto in beni culturali e il presidente dell’Associazione Officine Taranto, la città vecchia di Taranto per un sopralluogo relativo ad alcune ipotesi di collaborazione con il territorio per attività di promozione che si potrebbero realizzare in collaborazione tra l’Assessorato regionale e lo stesso Gambero Rosso.  
   
   
BIODIVERSITÀ E PRODOTTI DELLA MONTAGNA. A LONGARONE I RISULTATI DEL PROGETTO DIVERS  
 
Venezia - La tutela della biodiversità delle colture agricole e i prodotti agroalimentari della montagna e del suo territorio saranno al centro di un seminario tematico, in programma a Longarone per sabato 29 aprile prossimo, nell’ambito di Agrimont, il salone che la Fiera longaronese dedicata a tutto ciò che riguarda attività, attrezzature e ambiente del sistema rurale montano. I lavori, incentrati sul tema “I sapori della montagna e i suoi prodotti nel mercato agroalimentare”, sono organizzati dalla Sezione Competitività Sistemi Agroalimentari della Regione Veneto e dal Servizio Economia e Politiche Comunitarie della Provincia di Belluno e si svolgeranno al Centro Congressi della Fiera con inizio alle ore 10. L’iniziativa fa riferimento al Progetto comunitario Divers, finanziato dal Programma per la cooperazione transfrontaliera Interreg Iv Italia – Austria 2007 – 2013 e rappresenta l’occasione per presentare al pubblico i risultati di due anni di sperimentazioni su prodotti agroalimentari del bellunese e gli esiti dei panel test effettuati nelle giornate fieristiche dello scorso week end. Nel corso di Agrimont, aperto lo scorso venerdì 21 marzo, sono stati infatti proposti a visitatori e operatori campioni di formaggi di malga realizzati con fermenti lattici autoctoni e succhi di mela e pera prodotti con varietà tradizionali del bellunese, realizzando un’indagine sull’apprezzamento con la compilazione di schede di valutazione. Dalle esperienze organolettiche del pubblico si orienteranno le valutazioni degli esperti sulle proprietà organolettiche e qualitative di tali prodotti, attualmente non commercializzati. “Obiettivo del progetto Divers, ha ricordato l’assessore all’agricoltura del Veneto, è di promuovere il presidio delle aree di montagna incentivando lo sviluppo di condizioni produttive favorevoli al mantenimento della biodiversità, che va valorizzata attraverso la caratterizzazione del paesaggio, delle produzioni locali e dei processi produttivi”.  
   
   
AGRICOLTURA. IN VENETO ALTRI 2,34 MILIONI DI EURO PER INVESTIMENTI PRODUZIONE TRASFORMAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DEI VINI  
 
Venezia - La Giunta veneta, su iniziativa dell’assessore regionale all’agricoltura, ha messo a disposizione altri 2,34 milioni di euro per gli interventi effettuati da imprese piccole, medie e intermedie che operano nel settore della produzione, affinamento o confezionamento di prodotti vitivinicoli. “Per questo genere di iniziative – ha ricordato l’assessore regionale all’agricoltura – con un bando approvato nel dicembre scorso erano stati messi a disposizione oltre 4 milioni 858 mila euro, destinandoli sia a interventi strutturali che ad attrezzature per migliorare la competitività delle imprese del settore come contributo in conto capitale, cioè a fondo perduto, pari al 40 per cento della spesa sostenuta, limitato al 20 per cento per le imprese intermedie”. Scaduti i termini per la ricevibilità delle istanze, Avepa ha segnalato che risultano in istruttoria 228 domande, per un importo complessivo di aiuto per quasi 12,8 milioni di euro, dei quali circa 4,9 per investimenti nelle aziende agricole vitivinicole e poco meno di 8 milioni per investimenti nelle aziende di trasformazione e commercializzazione. L’istruttoria è ancora in corso ma il risultato finale non dovrebbe discostarsi molto da queste cifre. “Stiamo parlando di un comparto economico che vale l’11 per cento dell’intera Produzione Lorda Vendibile agricola regionale – ha sottolineato l’assessore veneto – e che è un fiore all’occhiello della nostra produzione. Rispetto alla somma iniziale, siamo riusciti a mettere nel piatto risorse aggiuntive per altri 2.346.557,92 euro complessivi, che recuperiamo da interventi che si è deciso di non attivare o da minori impegni per altre iniziative”. Agli investimenti nelle aziende agricole vitivinicole andranno ulteriori risorse per circa 879 mila euro, mentre agli investimenti nelle aziende di trasformazione e commercializza-zione sono assegnati ulteriori 1.467.833 euro. La Giunta regionale ha inoltre fissato al 15 aprile il termine entro cui Avepa decreterà la finanziabilità delle domande, termine che sarebbe altrimenti scaduto lunedì 31 marzo prossimo..  
   
   
ETICHETTA TECNOLOGICA  
 

Bolzano - Tra le numerose novità del prossimo Vinitaly quella dei vini con etichetta Nfc (Near Field Communication) del Podere Provinciale Cantina Laimburg, una sorta di sommelier tecnologico. Si tratta di una tecnologia all´avanguardia che, attraverso un microchip nascosto, consente di ricevere sullo smartphone consigli per la degustazione, aneddoti sulla filosofia produttiva e curiosità sul vino. L´azienda altoatesina è la prima in Italia nel settore vitivinicolo ad applicare questa tecnologia. Oggi le etichette dialogano con lo smartphone. È questo il nuovo trend che anche a Vinitaly si farà sentire. Tra le etichette high-tech quella del vino Cabernet Sauvignon Sass Roà della Selezione Maniero prodotto dalla Cantina Laimburg Alto Adige, munita di chip digitale, grazie al quale si potranno avere informazioni sul vino con un semplice gesto, senza dover scaricare un´app specifica. L´azienda altoatesina è la prima in Italia nel settore vitivinicolo ad applicare questa tecnologia, il Tag Nfc (Near Field Communication) delle dimensioni di un francobollo, integrato nella bottiglia, fornisce connettività wireless e funge da dispositivo di memoria, inviando segnali radio per la trasmissione di dati a distanze ravvicinate. La tecnologia Nfc si attiva a circa due centimetri di distanza e la sua bellezza sta nella sua semplicità: una volta che le etichette vengono codificate, basta toccare con la parte posteriore dello smartphone il tag per attivare l´applicazione e ricevere informazioni organolettiche, sulla filosofia produttiva e addirittura prossimamente accedere allo shop on line. "Questi chip posti nella retroetichetta e grandi come una sim telefonica - come fa presente Daniel Bedin direttore della tenuta - conterranno il nostro sistema brevettato che fornirà ulteriori informazioni sui nostri vini". Il Podere Provinciale Laimburg a Vadena, nella Bassa Atesina vinifica uve provenienti da 12 poderi o "masi" dislocati nelle zone più vocate dell´Alto Adige, 45 ettari situati tra il Burgraviato, la Valle Isarco, Bolzano - Gries e l´Oltradige. La Cantina Laimburg, produce complessivamente 150.000 bottiglie, suddivise in due linee stilistiche che si differenziano per lo stile produttivo. Della Selezione Maniero fanno parte solo vini crù che sottolineano il carattere e le peculiarità dei singoli vitigni, dalla forte personalità, grazie all´affinamento in botti grandi di rovere o in barrique. A dare ancora più espressività ai vini sono i nomi ladini, riportati con una elegante scritta dorata sulla bottiglia e che, assieme alla veste grafica firmata dall´artista Robert Bosisio, enfatizzano colori, profumi, corposità e persistenza aromatica. Il Podere Provinciale Cantina Laimburg è membro della Tirolensis Ars Vini (Tav), associazione di sei ambiziosi vignaioli altoatesini accomunati da concezioni e veduti alquanto simili per quanto riguarda la "promessa della qualità". Http://www.laimburg.bz.it/

 

 
   
   
VINO. IL VENETO, CHE PRODUCE IL 3,2 PER CENTO DEL VINO MONDIALE, PORTA IL PONTE DI RIALTO ALLA FIERA DI VERONA  
 
Venezia - Il Ponte di Rialto arriva a Verona. Il monumento, tra i più rappresentativi della Serenissima e della sua potenza commerciale, rappresenterà infatti il sistema del vino del Veneto durante la 48ª edizione di Vinitaly, la maggiore kermesse mondiale del settore, in programma da domenica 6 a mercoledì 9 aprile prossimi negli spazi della Fiera scaligera. Il Ponte di Rialto costituirà una delle facciate dello spazio istituzionale della Regione del Veneto (240 metri quadrati di superficie più altri 100 metri sopraelevati nei settori D4 E4 del Padiglione 4), e con il Ponte di Rialto saranno ornate le superfici esterne dei Padiglioni 4 e 5 della Fiera, posti sulla sinistra dell’ingresso principale dell’area fieristica. Qui trova infatti collocazione la maggior parte delle aziende vitivinicole venete presenti a questa edizione di Vinitaly, sparse anche in altri padiglioni. Il Ponte di Rialto, che negli archi dei suoi negozi proporrà alcuni scorci del paesaggio veneto, affiancherà sulle pareti dei due padiglioni i due calici, uno di vino bianco, l’altro di vino rosso, che sottolineano gli “Incontri divini” con una enologia, quella veneta, che con i quasi 9 milioni di ettolitri della vendemmia 2013 produce il 3,2 per cento del totale planetario di vini e mosti, all’interno di un paese, l’Italia, che è oggi il primo produttore mondiale con il 16 per cento (44,9 milioni di ettolitri) di quanto si produce nel complesso nei cinque continenti, stimato in 281 milioni di ettolitri. “Siamo la regione che produce più vino in Italia, ma siamo anche quella che produce più vino a Denominazione, a Denominazione Garantita o a Indicazione Geografica Tipica – sottolinea l’assessore al commercio estero del Veneto – ma siamo anche la regione che produce più vino da uve autoctone, con i 21 mila ettari coltivati a Glera da cui si ottiene il Prosecco, i quasi 10 mila ettari di Garganea dalla quale si ricavano il Soave e la maggior parte degli altri vini bianchi tipici del nostro territorio e, tra le uve a bacca rossa, i 6.532 ettari di Corvina, dalla quale si ricavano i grandi vini rossi veronesi come Amarone, Recioto, Valpolicella e Bardolino. Per inciso – conclude l’assessore – la provincia di Verona ha prodotto lo scorso anno uve per oltre 3 milioni di ettolitri di vino, pari all’ 1,1 per cento di tutto il vino del mondo; ancora di più hanno fatto i vignaioli trevigiani, con l’equivalente a più di 3,8 milioni di ettolitri: l’1,3 per cento del vino del nostro pianeta. Venite ad assaggiare i nostri vini a Vinitaly: apriremo le prenotazioni agli assaggi anche in face book”.  
   
   
DELL’EMILIA ROMAGNA AGRITURISTI DELLE REGIONI DEL NORD A BOLOGNA PER PROGETTARE UN’OFFERTA TURISTICA AD ‘HOC’ IN VISTA DI EXPO 2015  
 
Bologna – Verranno dal Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna per progettare un’offerta turistica ad ‘hoc’ in vista di Expo 2015: gli agrituristi aderenti all’associazione agrituristica Turismo Verde Cia si sono dati appuntamento per martedì 1° aprile, a Bologna a partire dalle ore 9,45, presso villa Pallavicini (via M.e.lepido, 196) , per mettere a confronto idee e proposte da attuare in occasione dell’Esposizione milanese del prossimo anno. Gli operatori agrituristi, nel corso dell’assise, eleggeranno anche i delegati per l’ Assemblea nazionale di Turismo Verde che si svolgerà nelle prossime settimane a Roma. Nell’ambito dell’iniziativa (dove le aziende porteranno i prodotti tipici dei loro territorio), si svolgerà una tavola rotonda che metterà a confronto le diverse realtà regionali in termini di normative, offerta turistica e nuove attività da intraprendere nelle imprese ‘verdi’. Interverranno, tra gli altri, il presidente nazionale di Turismo Verde Giuseppe Gandin, il presidente di Cia Emilia Romagna Antonio Dosi e il presidente regionale di Turismo Verde Paola Guidi. Www.emiliaromagna.cia.it  www.Turismoverde-emiliaromagna-cia.it/en/    
   
   
BOLZANO: ISPETTORATO FORESTALE SILANDRO: PROCESSIONARIA DEL PINO DIFFUSIONE LIMITATA E SOTTO OSSERVAZIONE  
 
Gli esperti dell´Ispettorato forestale di Silandro dopo aver preso visione della situazione delle conifere tra Vezzano e Spingna in Val Venosta hanno stabilito che questa primavera, non sarà necessario effettuare trattamenti con l´elicottero contro la processionaria del pino. La processionaria del pino è un lepidottero (farfalla) diffuso nell´Europa centro-meridionale e nel bacino del Mediterraneo. I bruchi vivono su diverse specie di pino, delle quali divorano gli aghi. Alla fine dell´inverno abbandonano i nidi con tipiche "processioni" alla ricerca di cibo. Il Servizio forestale di Silandro segue costantemente l´evolversi dell´infestazione di processionaria del pino e, nel caso di forti infestazioni su vaste superfici boscate, provvede al trattamento di lotta con specifici prodotti biologici. I sopralluoghi effettuati dagli esperti nella zona tra Vezzano e Spondigna hanno evidenziato che quest´anno, diversamente da quanto avvenuto negli anni scorsi, non sarà necessario fare ricorso a trattamenti fitosanitari mediante l´impiego di elicotteri. Le condizioni meteorologiche di gennaio, caratterizzate da umidità, hanno frenato lo sviluppo delle larve. Negli anni scorsi si erano resi necessario due trattamenti all´anno su una superficie complessiva di circa 600 ettari. Il contatto dell´uomo con le setole urticanti della processionaria del pino possono provocare reazioni allergiche sgradevoli e parzialmente pericolose: irritazioni della cute, prurito, infiammazione degli occhi, infiammazione della mucosa, malanni asmatici, febbre. A medio e lungo termine come contromisura da parte dell´Ispettorato forestale di Silandro i popolamenti di pino nero vengono trasformati in boschi misti con latifoglie conifere.  
   
   
PREFETTURA MATERA SU SEMINARIO RIDUZIONE INFORTUNI IN AGRICOLTURA  
 
Venerdì 28 marzo scorso, presso la “Sala del Capitolo” dell’Abbazia di San Michele Arcangelo, sita nel Comune di Montescaglioso, si è svolto il seminario dal titolo “Strumenti preventivi per la riduzione degli infortuni nell’utilizzo delle macchine agricole e dei prodotti fitosanitari in agricoltura” organizzato dal Prefetto di Matera, Luigi Pizzi, d’intesa con Copagri Basilicata, la Regione Basilicata e il Comune di Montescaglioso, nell’ambito delle attività avviate dall’Osservatorio Provinciale Permanente sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e delle malattie professionali, istituito presso la Prefettura di Matera. Scopo dell’iniziativa - spiega un comunicato dell´ufficio stampa della prefettura di Matera - è stato quello di offrire al mondo agricolo strumenti finalizzati a migliorare la percezione del rischio, nel settore, per mantenere elevato il livello di attenzione sulle cause degli incidenti sul lavoro, attraverso la diffusione delle “buone prassi” e di nuovi modelli di gestione della sicurezza, e prevenire il fenomeno infortunistico. Il Prefetto di Matera, introducendo i lavori, ha evidenziando che "con il seminario destinato al settore agricolo proseguono le attività messe in campo, per il corrente anno, dal citato Osservatorio in materia di sicurezza sul lavoro, che hanno avuto inizio lunedì 24 marzo scorso con il convegno tenutosi a Matera. Tali attività - ha ribadito il prefetto Pizzi - sono finalizzate alla diffusione della cultura dell’educazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro ed alla prevenzione del fenomeno infortunistico, attraverso una attività di formazione e di informazione rivolta su tali tematiche agli operatori del settore, al mondo del lavoro e ai cittadini". "L’agricoltura, in particolare - ha aggiunto il Prefetto di Matera - per la sua peculiarità merita un’attenzione costante, atteso che continua ad essere uno dei settori in cui si registrano numerosi incidenti sul lavoro, spesso di grave entità". Al fine di consentire la massima partecipazione degli operatori agricoli, - conclude la nota - l’Osservatorio ha ritenuto di portare l’offerta formativa direttamente sul “campo”, specificatamente nel territorio della Collina materana dove è rilevante la presenza di produttori e lavoratori agricoli.  
   
   
FORESTAZIONE: FAR PARTIRE I CANTIERI ENTRO MAGGIO VELOCIZZARE TEMPI E PROCEDURE. SE NE È DISCUSSO IN UN INCONTRO IN REGIONE BASILICATA CON ENTI LOCALI E SINDACATI  
 
Far partire al più presto i cantieri forestali, non oltre metà maggio, accelerando per quanto possibile i tempi e le procedure. E’ questo l’obiettivo di un incontro tenutosi questa mattina in Regione con il governo regionale, i presidenti delle aree programma, i sindaci dei Comuni capofila, le Province e le organizzazioni sindacali Fli-cgil, Uila-uil e Fisba-cisl. Per la forestazione la manovra approvata dalla giunta regionale prevede in bilancio 37 milioni di euro, a cui si aggiungeranno, con l’assestamento, altre poste finanziarie. In attesa del via libera del Consiglio regionale, che si riunirà l’8 aprile con all’ordine del giorno proprio l’approvazione delle leggi di bilancio, le aree programma e i Comuni inizieranno in stretto raccordo con gli uffici regionali a predisporre i progetti operativi in modo da evitare lungaggini e affrontare tempestivamente le criticità che potrebbero insorgere. I sindacati, inoltre, hanno posto al tavolo le altre questioni relative al turn over e alla necessità di ricondurre sotto l’unica “voce” forestazione le platee dei lavoratori impegnati nei progetti dedicati all’ambiente - Vie blu, Parco del Pollino, Utb, Green River e Ivam - avendo, però, chiare le specificità delle attività svolte e le deleghe agli enti di gestione. Gli uffici regionali inizieranno a lavorare per verificare la sostenibilità dell’inclusione delle varie platee in quella unica della forestazione nella logica di una programmazione a lungo termine.  
   
   
PROGRAMMA SVILUPPO RURALE, CONVEGNO A CAPUA.  
 
"Grazie alla misura 124 del Programma di sviluppo rurale abbiamo dimostrato che l´innovazione e la ricerca in agricoltura producono risultati che possono sensibilmente migliorare la qualità delle nostre produzioni." lo ha dichiarato Daniela Nugnes, assessore all´Agricoltura della Regione Campania nel corso del workshop svoltosi a Capua e dedicato alla presentazione dei risultati del progetto Derfram, partenariato sostenuto dal Psr della Regione Campania attraverso la misura 124 che vede coinvolti diversi enti di ricerca, tra cui il Dipartimento Agricoltura, ambiente e alimenti dell´Università degli studi del Molise, l´Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo di Ercolano e l´Istituto di Scienze dell´Alimentazione di Avellino e cinque aziende agricole campane, quattro della provincia di Caserta e una della provincia di Salerno. "Il progetto Derfram - spiega - ha permesso di mettere a punto un protocollo per la riduzione dei residui di fitofarmaci e micotossine nei derivati della frutta. Un progetto che ha visto istituti di ricerca e produttori lavorare insieme per migliorare la coltivazione e i processi di trasformazione fino a ottenere succhi di frutta e confetture eccellenti sia sotto il profilo della salubrità che della qualità organolettica. Il progetto, inoltre, risponde in anticipo alle istanze del programma Horizon 2020, che richiede la riduzione del ricorso alla chimica in agricoltura e fornisce un protocollo che può essere esportato in tutta Europa. "Le buone produzioni, nella nostra regione, esistono ed è nostro dovere tutelarle, così come è nostro dovere lavorare in sinergia per valorizzare il nostro territorio. La vera sfida, quindi, è sulla nuova programmazione 2014/2020 ed esperienze positive come quelle della misura 124 non possono non essere prese in considerazione", conclude la Nugnes.