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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Gennaio 2014
SALUTE, LOMBARDIA POTENZIA LA STRUTTURA ISPETTIVA  
 
Milano, 28 gennaio 2014 - Una task force formata da esperti esterni di area sanitaria o sociosanitaria e da personale delle Asl affiancherà i funzionari di Regione Lombardia per potenziare l´importante attività di controllo sull´appropriatezza e sulla sicurezza delle attività sanitarie. Struttura Potenziata - "Il potenziamento delle attività di controllo sulla appropriatezza e sulla sicurezza delle attività sanitarie" è stato comunicato, nella seduta di venerdì scorso, alla Giunta regionale dal vice presidente e assessore alla Salute Mario Mantovani. Si tratta di un´attività ispettiva già prevista dalla Legge regionale 33/2009, che prevede controlli esercitabili ´in situazioni di particolare rilevanza ed impatto sul sistema sanitario regionale´, ha spiegato Mario Mantovani. Elenco Di Esperti - "Si procederà quindi ad un aggiornamento dell´elenco di esperti, di cui si può avvalere la Direzione generale competente per affiancare i propri funzionari nelle attività ispettive autonomamente decise ed esercitate". L´assessore Mantovani ha quindi informato la Giunta che "Coerentemente con quanto stabilito dalle regole di sistema, verranno pianificati i controlli in capo alle Asl relativi all´esercizio 2014 con l´obiettivo prioritario di garantire una metodologia di controllo uniforme". Il Coordinamento - A tal fine verrà svolta un´attività di coordinamento da parte della Direzione generale Salute attraverso specifici incontri con i funzionari delle Asl deputati all´attività di controllo e vigilanza". Il vice presidente e assessore alla Salute ha anche sottolineato "Che verranno inoltre favorite e programmate attività di ´scambio´, tra le Asl, di esperienze relative alle attività di controllo anche prevedendo delle attività ispettive che vedano congiuntamente coinvolti operatori provenienti da Nuclei Operativi di Controllo di Asl diverse".  
   
   
CONFERMA DEI DIRETTORI DELLE AZIENDE SANITARIE REGIONALI DEL PIEMONTE  
 
Torino, 28 gennaio 2014 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità, Ugo Cavallera, ha deliberato la conferma di tutti i direttori generali delle Aziende sanitarie locali: To1, To2, To3, To4, To5, Vercelli, Biella, Novara, Vco, Cuneo 1, Asti, Alessandria; delle Aziende Ospedaliere Santa Croce e Carle di Cuneo, Santissimi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, Ordine Mauriziano di Torino; delle Aziende Ospedaliere Universitarie San Luigi di Orbassano e Maggiore della Carità di Novara, dopo la valutazione, a metà mandato, sul raggiungimento degli obiettivi formulati nell’ambito della programmazione regionale: si tratta di un adempimento previsto dalla normativa nazionale. Tutti i direttori generali, la cui conferma è stata deliberata oggi, erano stati nominati il 27 aprile 2012. “La conferma dei direttori generali intende favorire, stabilizzando gli assetti direzionali aziendali, la continuità della gestione, necessaria ad assicurare il proseguimento delle azioni e degli interventi intrapresi per la piena attuazione dei Programmi Operativi 2013-2015”- dichiara l’assessore Cavallera. Dell’elenco approvato ieri dalla Giunta non fanno parte i direttori generali dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino e dell’Asl Cn2: la loro valutazione di metà mandato segue tempistiche diverse, essendo stati nominati in altre date.  
   
   
REFERTO CONSEGNATO IN RITARDO, ZAIA: “AGCOM HA AVVIATO INDAGINE SU POSTE ITALIANE SPA PER FARE CHIAREZZA SUL GRAVE DISSERVIZIO”  
 
 Venezia, 28 gennaio 2014 - L’agcom indagherà sull’episodio della ritardata consegna da parte di Poste Italiane del referto di un test oncologico. Il referto, spedito dalla Ulss di Castelfranco Veneto il 19 dicembre 2013, era stato recapitato alla paziente soltanto il 19 gennaio 2014. Il disservizio è costato all’assistita un ritardo nell’inizio della chemioterapia. Il 22 gennaio, infatti, la Direzione Servizi Postali di Agcom ha chiesto a Poste Italiane s.P.a., nell’ambito dell’attività di monitoraggio e vigilanza di propria competenza, di fornire ogni chiarimento e dettaglio utile ai fini di individuare le cause del grave disservizio presso l’ufficio postale di Mareno di Piave (Tv). Inoltre, la stessa Direzione ha immediatamente preso contatto con le Autorità competenti al fine di poter acquisire copia del verbale che è stato redatto dai Carabinieri, perché da notizie di stampa emerge che, oltre all’invio postale contenente il referto, nell’ufficio postale sia stata rinvenuta una quantità notevole di posta in giacenza. L’autorità valuterà se avviare una procedura sanzionatoria contro Poste Italiane per i disservizi e il disagio causato agli utenti. Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ringrazia il commissario di Agcom, il vicentino Antonio Preto, per la sensibilità manifestata nel voler fare chiarezza su un così grave caso di disservizio e per la sollecitudine con cui la segnalazione è stata inoltrata ai competenti uffici dell’Autorità ed evasa.  
   
   
SANITÀ, INCONTINENZA: GIUNTA SARDEGNA VARA RETE PREVENZIONE E CURA.  
 
Cagliari, 28 gennaio 2014 - In Sardegna fenomeno riguarda 70-100mila persone La Sardegna è la seconda Regione in Italia (dopo il Piemonte) a dotarsi di una Rete di centri per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’incontinenza urinaria e fecale. Lo ha deliberato due giorni fa la Giunta Cappellacci, su proposta dell’assessore della Sanità Simona De Francisci, condividendo i risultati del Tavolo tecnico istituito circa un anno fa in assessorato e composto da tecnici ed esperti dell’Isola, affiancati da specialisti indicati dalla Fondazione italiana continenza. Tra questi ultimi medici dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma e dell’Azienda ospedaliero universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino. Problema Sociale. "L´incontinenza - ricorda l’assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci - interessa, secondo gli ultimi dati disponibili, il 20-30% delle donne e il 2-11% dei maschi in età adulta; tale percentuale nelle donne sale al 32-64% durante la gravidanza e al 55% nella popolazione anziana. Complessivamente un fenomeno che in Sardegna riguarda tra le 70 e le 100mila persone. Parliamo di una patologia anche dai risvolti sociali, visto che spesso limita la vita relazionale dei pazienti". "Nonostante la diffusione del problema - aggiunge il professor Roberto Carone, presidente della Fondazione italiana continenza - meno della metà dei pazienti che ne sono affetti richiede un parere a uno specialista a conferma che questo problema era ed è ancora un tabù. Spesso si accompagna infatti a un senso di colpa e di vergogna, che può portare all’isolamento della persona". Da qui la necessità di attivare specifiche azioni da parte del Sistema sanitario regionale che traccino percorsi di diagnosi e cura basati sui presupposti dell´appropriatezza nell’ambito di reti assistenziali integrate. Il Piano. Tre le linee approvate dalla Giunta regionale: La prima è relativa all’individuazione dei Centri: al momento ne sono stati censiti 13 di primo livello (un primo riferimento per i medici - di Medicina Generale o specialisti. Sono collocati sul territorio o in strutture ospedaliere di "prossimità" per rispondere alle esigenze dei cittadini); 12 di secondo livello (identificati come centri per fornire una gestione "specializzata" del problema e di quei casi che non hanno trovato una soluzione soddisfacente dalla gestione di primo livello. Sono attrezzati anche per una diagnostica specialistica e per le terapie chirurgiche del caso); 2, infine, di terzo livello (centri di altissima specializzazione nel trattamento dell’incontinenza urinaria e di patologie pelviche secondarie a condizioni neurologiche maschili e femminili. Propongono un approccio multidisciplinare integrato e collegiale per risolvere problematiche sia maschili sia femminili, dal bambino in età prescolare all’anziano). La seconda azione riguarda la definizione di tutti gli elementi utili alla razionalizzazione della spesa per gli ausili per l’incontinenza (ad esempio i pannoloni). A tal fine è necessario definire un tetto di spesa per assistito in relazione alla gravità della patologia e assicurare all’assistito stesso la libera scelta dell´ausilio con un modello di fornitura diffuso capillarmente sul territorio. Carta Dei Diritti. La terza, infine, riguarda l’adozione (mai avvenuta prima in nessuna regione italiana) della Carta dei diritti della persona con incontinenza. In essa si ribadisce che ogni persona incontinente ha diritto di ottenere, in tempi rapidi e certi, i servizi necessari al proprio stato di salute senza discriminazioni di genere, nazionalità, religione, stato sociale. Viene inoltre sottolineato il diritto di ricevere una diagnosi corretta ed esauriente da parte di un medico e di un terapista della continenza, di ottenere un’informazione completa e comprensibile sulla diagnosi individuata, sulla propria disfunzione, sulla possibile evoluzione della stessa e sull´impatto che essa può avere sulla qualità di vita. La Carta sancisce poi il diritto del paziente di essere informato sui vari trattamenti medici e chirurgici, sui rimedi ed ausili possibili e sui vantaggi e svantaggi di ciascuno di essi, in riferimento alla propria condizione. L’obiettivo è poter salvaguardare la propria libertà di scelta in modo informato e di conoscere tutti gli ausili disponibili e le modalità di accesso tramite il Servizio sanitario. I Centri. Centri di primo livello: Ospedale civile di Alghero (urologia, pediatria, ginecologia); Ospedale civile di Olbia e ospedale di Lanusei (ginecologia, chirurgia); ospedale San Martino di Oristano e Poliambulatorio di Oristano (urologia); ospedale San Gavino di Sanluri (urologia, ginecologia); ospedale Sirai di Carbonia (ginecologia); poliambulatorio di Quartu Sant’elena (urologia). Centri di secondo livello: Azienda ospedaliera universitaria di Sassari (urologia, ginecologia, pediatria, andrologia); ospedale S. Francesco di Nuoro (urologia, ginecologia, fisiatria e riabilitazione); ospedale San Martino di Oristano (ostetricia e ginecologia); ospedale Sirai di Carbonia (urologia); ospedale S.s. Trinità di Cagliari (ostetricia e ginecologia); Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari (ostetrica e ginecologica, diagnosi e terapia delle disfunzioni del pavimento pelvico) Centri di terzo livello: Presidio ospedaliero Marino di Cagliari (unità spinale unipolare) e S.s. Trinità (urologia); Azienda ospedaliera Brotzu (urologia, urologia e uro dinamica pediatrica, ambulatorio di uro dinamica e del pavimento pelvico, chirurgia pavimento pelvico, neuro riabilitazione, gastroenterologia, struttura di recupero e rieducazione funzionale). L´incontro. Intanto, per affrontare il problema e fare il punto sulla patologia, domani sabato 25 gennaio a Cagliari (dalle ore 9 aula Ciccu, ospedale Brotzu) è stato organizzato l’incontro "Prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza", al quale prenderanno parte medici ed esperti.  
   
   
NEONATA MORTA A VILLA D’AGRI; ASSESSORE SOLLECITA INDAGINE  
 
Potenza, 28 gennaio 2014 - Nell’apprendere la triste notizia della morte di una neonata avvenuta oggi nel punto nascite del presidio ospedaliero di Villa d’Agri, l’assessore alle Politiche per la Persona della Regione Basilicata Flavia Franconi ha chiesto al direttore generale dell’Asp di Potenza, Mario Marra, un rapporto dettagliato per conoscere esattamente la dinamica di quanto accaduto e per chiarirne celermente tutte le circostanze in vista di una maggiore tutela dei cittadini e degli operatori sanitari. L’assessore Franconi, nell’esprimere particolare vicinanza alla famiglia e comprendendo il loro grande dolore, ha chiesto all’Asp di assicurare alla famiglia l’assistenza del caso ed ha invitato la direzione dell’Azienda sanitaria ad adottare in maniera trasparente ed esemplare ogni azione a tutela della sicurezza dei cittadini.  
   
   
OPA MASSA; CARDIOCHIRURGIA BAMBINI E ADULTI SARANNO POTENZIATE  
 
Firenze, 28 gennaio 2014 - Confermata la volontà della Regione di mantenere e potenziare i reparti di cardiochirurgia, pediatrica e adulti, della Fondazione Monasterio presso l´Opedale Pediatrico Apuano di Massa. A sottolinearlo è l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni che ribadisce gli "ulteriori investimenti, già annunciati, per aumentare il livello di qualità delle strutture" ed invita operatori e cittadini "a non credere a voci di altro tipo". "Questa – ha detto Marroni – è ed è sempre stata la posizione della Regione. Riaffermo e confermo che vogliamo mantenere e promuovere l´esperienza in atto della cardiochirurgia adulti e pediatrica della Fondazione Monasterio presso l´Opa di Massa. Mantenimento e promozione motivati dall´alto livello di qualità raggiunto dalla struttura in favore di tutti i cittadini, non solo toscani ma italiani, e confermate dagli investimenti già programmati per migliorare ulteriormente la qualità delle due unità che, ripeto, saranno mantenute all´interno dell´Opa. Inoltre – aggiunge l´assessore - nel nuovo piano socio-sanitario integrato è prevista una collaborazione innovativa con la Scuola Superiore Sant´anna di Pisa per costituire un laboratorio di altissimo livello scientifico". "Indipendentemente dal punto nascite – conclude Marroni - che andrà nel nuovo ospedale delle Apuane, alla cardiochirurgia pediatrica saranno comunque assicurate le funzioni e le competenze organizzative per consentire ai bambini cardiopatici di continuare a nascere nella struttura dell´Opa. Invito operatori e cittadini a non credere a voci di altro tipo".  
   
   
PIEMONTE: PRESTAZIONI DOMICILIARI IN LUNGOASSISTENZA GARANTITA LA CONTINUITA´ DEL SERVIZIO. ASSEGNATE RISORSE PER 35 MILIONI  
 
Torino, 28 gennaio 2014 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali, Ugo Cavallera, ha approvato i criteri di finanziamento delle prestazioni domiciliari in lungoassistenza. L’obiettivo è garantire la continuità del servizio, che presenta caratteristiche, che lo hanno reso significativo a livello nazionale. La Regione ha definito in circa 30 milioni di euro, il fabbisogno di risorse finanziarie, che verranno attribuite sulla base del modello approvato con la delibera del 30 dicembre scorso, ad Aziende Sanitarie e a enti gestori dei servizi socio-assistenziali per il mantenimento dei contributi economici a sostegno della domiciliarità. La delibera odierna stanzia ulteriori 5 milioni che saranno assegnati ai territori con un successivo provvedimento, per riequilibrare l’offerta di queste prestazioni sul territorio regionale. Le cifre sono state stabilite sulla base della spesa storica risultante dalla rilevazione effettuata dagli uffici delle Direzioni regionali Politiche sociali e Sanità. “Le risorse complessive destinate al finanziamento del sistema delle cure domiciliari nell’anno appena iniziato saranno le stesse impiegate nel 2013, come previsto dal disegno di legge di approvazione del bilancio 2014: in questo modo daremo certezza e continuità ai servizi domiciliari e alle attese dei cittadini e dei loro congiunti non autosufficienti.” -sottolinea Cavallera.  
   
   
LIGURIA: A SISTEMA IN TUTTA LA LIGURIA L’INIZIATIVA “UN DENTISTA PER AMICO. COINVOLTI 600 DENTISTI E 2.500 BAMBINI  
 
Genova, 28 Gennaio 2014 - Dentisti solidali che aiutano i minori in condizioni di disagio socio-economico o inseriti in strutture residenziali o in affidamento familiare, con cure dentistiche gratuite. Sono i professionisti che aderiscono all’associazione Arke’, che dal 2006 porta avanti il progetto “un dentista per amico”. Da allora ad oggi sono diventati 600 i dentisti e gli odontoiatri che in tutta la Liguria prestano gratuitamente la loro opera, curando circa 2.500 bambini e ragazzi segnalati dai servizi sociali del territorio. Merito anche del finanziamento erogato dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore al welfare, Lorena Rambaudi, che, per il terzo anno consecutivo, mette a disposizione, anche per il 2014, 50.000 euro, necessari a sostenere l’associazione e a mettere a sistema il progetto. “Il nostro obiettivo – ha spiegato l’assessore Rambaudi – è quello di continuare nell’opera di sostegno e di cura nei confronti di bambini e ragazzi che non potrebbero permettersi le cure mediche e che potranno così ricevere prestazione odontotecniche e dentistiche per un valore complessivo di circa 2.500.000 euro”. Il lavoro svolto nel 2013 ha riguardato cure mediche e dentistiche gratuite a minori segnalati dai servizi sociali ai distretti di competenza, necessarie dall’età di 4 anni per tutta la vita, con una cadenza semestrale. “In questo modo – spiega Alessandra Crovetto, responsabile dell’associazione – abbiamo contribuito a diminuire i costi economici e gestionali del sistema sanitario pubblico, anche in considerazione del fatto che la maggior parte delle prestazione offerte non rientrano nei livelli essenziali di assistenza e il numero dei dentisti nelle strutture ospedaliere è inferiore alle necessità che invece aumentano in periodi di crisi come l’attuale. Inoltre abbiamo continuato l’area di attività nell’ortodonzia, fino ad arrivare all’inserimento di apparecchi ortodontici. Ad oggi sono state effettuate 350 consulenze ortodontiche e applicati170 apparecchi”. Per estendere il più possibile l’iniziativa a tutti i bambini in difficoltà l’associazione Arke’ ha contattato, oltre ai 19 distretti, tutte le Asl liguri che rinnovano ogni anno la loro adesione al progetto e gli ospedali genovesi, in particolare l’ospedale Gaslini e l’ospedale Galliera e ha sviluppato il progetto “ a scuola di salute orale”, coinvolgendo le scuole elementari liguri. “Il sostegno della Regione Liguria all’associazione Arke’ e al suo progetto– conclude Rambaudi – rappresenta un modo per portare avanti percorsi sperimentali di co-progettazione con soggetti privati senza finalità di profitto, attraverso la stipula di patti di sussidiarietà”.  
   
   
PESCIA: LE CASE DELLA SALUTE UNO DEI PILASTRI DELLA NOSTRA RIFORMA  
 
Firenze, 28 gennaio 2014 - "Le Case della Salute sono uno dei pilastri della riforma sanitaria in atto in Toscana. Un progetto di qualità che tutta Italia ci invidia. Abbiamo fatto un forte investimento complessivo su tutta la rete territoriale, perché il territorio è fondamentale nell´assistenza al cittadino". E´ questo il commento dell´assessore regionale alla sanità Luigi Marroni in occasione dell´inaugurazione della Casa della Salute di Pescia avvenuta il 25 gennaio alla presenza delle autorità istituzionali e politiche locali e del direttore generale della Asl 3 di Pistoia Roberto Abati. Dopo il taglio del nastro, il vescovo di Pescia Monsignor Giovanni De Vivo ha benedetto la struttura. La Casa della Salute inaugurata è una delle oltre 40 già attive in Toscana, la quarta nella provincia di Pistoia. Realizzata all´interno dell´area ospedaliera del Ss. Cosma e Damiano, sarà un punto di riferimento chiaro per il cittadino per l´accesso all´assistenza territoriale. Finora la Regione ha finanziato 90 Case della Salute, che saranno tutte attive entro la primavera del 2014. A quel punto ne verranno finanziate altre 30, che saranno realizzate entro la fine del 2014. A regime, quindi, la Case della Salute su tutto il territorio toscano saranno 120. Le Case della Salute sono il punto di riferimento chiaro per il cittadino per l´accesso all´assistenza territoriale. Strutture dotate di team multiprofessionali che funzionano come una sorta di grande ambulatorio. L´intervento rientra nel più ampio programma di riorganizzazione del sistema sanitario toscano, avviato con la delibera di fine 2012: un programma che punta molto sul potenziamento dell´assistenza sul territorio, assegnando un ruolo chiave ai medici di medicina generale e rafforzando tutte quelle modalità assistenziali extra-ospedaliere che, tra l´altro, hanno il vantaggio di evitare ricoveri impropri e alleggerire dunque la pressione sugli ospedali. E tra le azioni prioritarie individuate dal programma di riorganizzazione c´è proprio la promozione della presa in carico globale del cittadino sul territorio, attraverso l´implementazione del modello assistenziale Casa della Salute.  
   
   
AI SINDACI DELLA VALDICHIANA ARETINA: "IL VALORE DEI PICCOLI OSPEDALI"  
 
Firenze, 28 gennaio 2014 - "In Toscana possiamo dire di avere un unico grande ospedale, diviso in 41 sedi sul territorio. E´ questo il senso della riorganizzazione che noi abbiamo fatto. Ogni sede ha il suo valore e la sua utilità, ogni ospedale ha una sua missione, tradotta poi nei Patti territoriali. Questo ospedale, oltre alle funzioni territoriali, ha dei focus di valore, dalla Pma all´ortopedia". Stamani l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha incontrato, nella sala riunioni dell´ospedale Santa Margherita a Fratta di Cortona, i sindaci della Valdichiana Aretina. All´incontro erano presenti il direttore generale della Asl 8 di Arezzo, Enrico Desideri, e il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani. "Ogni tanto - ha proseguito Marroni, rivolto ai sindaci- anche l´attuale ministro ripete che gli ospedali sotto i 120 posti letto andaranno superati. E´ un tema, questo, che va sempre affrontato, e credo che noi lo abbiamo definitivamente risolto. In Toscana i piccoli ospedali li abbiamo riorganizzati, ristrutturati, controllati sui livelli di sicurezza e di qualità - ha proseguito Marroni - Hanno specifiche missioni utili ben oltre la loro competenza territoriale, e costano anche meno di altri. I Patti territoriali sono stati firmati finora da oltre 120 sindaci, assieme alle aziende e alla Regione: sono autentici contratti". Marroni si è soffermato anche sulla situazione della sanità nazionale e toscana: "Abbiamo attraversato un periodo molto difficile a causa dei tagli imposti a livello nazionale. In questo anno e mezzo c´è stato un grande lavoro della Regione e delle aziende e con un colpo d´ala i conti sono andati a posto. Un lavoro eccezionale, anche perché contemporaneamente abbiamo ottenuto risultati importanti sulla qualità. Siamo saliti in testa alla classifica nazionale sugli esiti: in Toscana - ricorda - abbiamo il maggior numero di esiti positivi e il minor numero di esiti negativi rispetto alle altre regioni. Su tutti i Lea, sui quali il governo ci misura, siamo secondi in Italia (nel 2012 eravamo sesti). Insomma, stiamo rialzando la testa molto bene. Ora siamo nella fase del rilancio sulla qualità, sui servizi, sul territorio. E il Patto per la Salute che stiamo elaborando a livello nazionale contiene molto, moltissimo della nostra famosa delibera 1235, quella della riorganizzazione. Noi lotteremo - ha assicurato Marroni - perché la nostra sia una sanità per tutti, universale e distribuita. Pubblica, con aperture al privato, sia sociale che profit, che però deve avvenire in un quadro generale di indirizzo pubblico. Una sanità per tutti, che punta alla qualità e allo sviluppo". Infine, l´assessore ha anticipato alcune delle azioni che costituiranno le novità del nuovo Piano Sanitario e Sociale, di prossima approvazione da parte della giunta: "Lavoreremo sulle liste di attesa, su un progetto di odontoiatria per tutti, faremo un grosso investimento sulla telemedicina, vogliamo valorizzare il personale e le professioni. Lavoreremo ancora per eliminare sprechi e ridondanze, per recuperare risorse per fare investimenti importanti". Enrico Desideri, direttore generale della Asl 8 ha ricordato: "Avviamo in questi giorni la nuova programmazione operativa aziendale. Senza fare sostanzialmente tagli, abbiamo garantito il pareggio di bilancio, con un rigore che ha coinvolto tutta la struttura. Questa Asl, questa Regione, ha a suo tempo già snellito la propria rete di ospedali. I piccoli ospedali come questo hanno un costo medio letto più basso della media regionale, quindi sono una risorsa". Oreste Giurlani, presidente Uncem Toscana, ha sottolineato il significato dei Patti territoriali: "Sono un contratto, che stabilisce una volta per tutte cosa deve stare nei diversi ospedali. Ma il lavoro non è finito. Bisogna lavorare sui servizi e sul territorio, dall´emergenza urgenza alla continuità assistenziale. Ci vuole più integrazione fra territorio e ospedale, specie nei territori periferici. E´ importante che il cittadino, ogni volta che entra in una struttura, ospedaliera o territoriale non importa, si senta preso in carico con la medesima qualità ovunque". Nel pomeriggio, l´incontro dell´assessore e della direzione della Asl 8 con gli operatori, nell´auditorium dell´ospedale San Donato, su "Sostenibilità, equità delle cure, innovazione".  
   
   
SANITÀ: FVG, PROMOZIONE DELLA SALUTE A 360 GRADI DAL 2014 CRESCONO LE RISORSE PER LE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE  
 
 Trieste, 28 gennaio 2014 - Sensibile incremento delle risorse a disposizione (da 65 a 100 milioni di euro, pari al 5% della spesa sanitaria complessiva, rispetto al precedente 3%); maggiore approccio "di sistema", in un´ottica di alleanza e di integrazione operativa tra tutti i portatori di interesse; e, soprattutto, coinvolgimento diretto e attivo dei cittadini, aiutandoli ad essere sempre più consapevoli e dunque convintamente responsabili nella gestione della propria salute. In tema di prevenzione e promozione della salute, nel 2014 si registra una forte accelerazione, che, come spiega l´assessore Maria Sandra Telesca, "si concretizza in obiettivi misurabili, raggiungibili attraverso iniziative precise, supportate dall´impiego di risorse adeguate e sempre basate su chiare evidenze scientifiche, in grado di produrre un effettivo impatto sulla salute e sul ben-essere, individuale e collettivo". Iniziative che la Regione mette in campo sia attraverso più direzioni centrali, le aziende sanitarie e i professionisti della salute, che accentuando la collaborazione - che già significativi risultati ha dato in passato - con gli enti locali, Federsanità Anci, l´Arpa, le farmacie, le principali associazioni del volontariato, il mondo della scuola. Non solo. Ai 100 milioni messi a disposizione dalla Regione, suddivisi per Area vasta, si aggiungeranno anche fondi statali, che andranno a finanziare progetti di particolare rilevanza scientifica e di valenza nazionale. Uno tra tutti uno studio sull´ipoacusia neonatale. Parallelamente si attendono anche, come già in passato, finanziamenti europei per progetti transfrontalieri. Tutte le diverse azioni messe in campo nel 2014 tengono naturalmente conto dei principali problemi di salute che, in un contesto di progressivo invecchiamento della popolazione del Friuli Venezia, rappresentano le principali cause di morte: malattie cardiovascolari, tumori e, più in generale, le tante patologie legate a fattori di rischio modificabili attraverso stili di vita sani, ma anche gli incidenti stradali, gli infortuni domestici e quelli sul lavoro. Alcuni dati. In Friuli Venezia Giulia una persona su tre fuma, ma nella fascia d´età 18-24 anni i fumatori sono il 41%. I consumi di alcol sono superiori a quelli medi delle altre regioni (con un 27 % di consumo a rischio). A ciò si aggiungono sedentarietà, eccesso di peso, scarso consumo di frutta e verdura. Ne deriva per tutto il 2014 un lungo elenco di azioni programmate, a 360 gradi, in una logica di "salute in tutte le politiche". Quasi 5 milioni di euro, cifra in crescita rispetto al passato, saranno assorbiti dagli ´screening´ oncologici. Effettuati in collaborazione con la Lilt, Lega italiana per la lotta contro i tumori, permettono di individuare per tempo le più diffuse forme tumorali riducendo la complessità delle cure e l´invasività degli interventi, diminuendo la spesa sanitaria ma soprattutto salvando vite. Per questa ragione ci cercherà di incrementare i livelli di adesione di donne e uomini, ancora troppo bassi specie per la prevenzione del tumore del colon-retto. E se i tumori, come le patologie cardiovascolari (infarti, ictus) sono strettamente legati alle cattive abitudini, ecco che saranno rinforzate le campagne antifumo, per un´alimentazione corretta (anche con la valorizzazione delle produzioni locali), per praticare una appropriata attività fisica, per combattere le dipendenze (alcol, droga ma anche gioco d´azzardo). Così come si interverrà sui determinanti ambientali, anche attraverso la fondamentale attività condotta dall´Arpa di analisi della qualità dell´aria, delle acque, potabili e di balneazione, degli alimenti. Crescerà, in sinergia con l´Inail, la vigilanza sugli incidenti sul lavoro e sulle malattie professionali, e in tema di incidenti domestici (coinvolti soprattutto anziani e bambini) proprio in questi giorni verranno distribuiti nuovi opuscoli informativi per accrescere la conoscenza sui principali fattori di rischio e sulle misure preventive. Nell´anno in corso verranno ripetute altre iniziative, quali d´estate la campagna di prevenzione delle patologie legate alle ondate di calore e, in autunno, la vaccinazione antiinfluenzale, del tutto gratuita per gli over 65 anni e per le categorie a rischio. Altre azioni, infine, riguarderanno la prevenzione dell´infertilità femminile, con progetti a favore delle donne affette da endometriosi, e gli screening neonatali sulle principali malattie genetiche.  
   
   
MASTER IN PET THERAPY PER I CUCCIOLI DELLA SCUOLA NAZIONALE DI SCANDICCI  
 
 Firenze, 28 gennaio 2014 - Una bella storia, nata più di ottant´anni fa. Quasi 85 per la precisione. Era infatti il 1929 quando l´Unione Italiana Ciechi di Firenze decise di creare un centro dove allevare e addestrare cani che sarebbero poi diventati guide per persone che avevano perso la vista. Allora la sede era a Firenze, in via del Gignoro, allora aperta campagna. Così come lo era la zona che ospita attualmente la Scuola Nazionale Cani Guida per ciechi, a Scandicci. Nel 1962 infatti l´Unione Italiana Ciechi decise di acquistare Villa Martini per farne la nuova sede. Giorgio La Pira, allora sindaco, donò alla Scuola tutta l´area ´tecnica´, ovvero quella dove alloggiano i cani. La proprietà del complesso e della Scuola passò alla Regione nel 1979. In tutti questi anni da questa realtà, praticamente unica in Italia, sono usciti circa 3.600 cani che hanno cambiato la vita, le abitudini, il modo di muoversi e anche di pensare di altrettante persone non vedenti. Weminne, Edda e Iris, i pionieri della Scuola - "I primi tre cani – ci dice uno dei responsabili tecnici, Massimo Baragli – vennero consegnati proprio nel 1929. I loro nomi erano Weminne, Edda e Iris. Le attività principali della Scuola restano l´allevamento e l´addestramento di cani per non vedenti. Ma nel corso degli anni sono stati avviati altri progetti, per dare supporto ad altri tipi di disabilità". Dopo una fase di sperimentazione, pet therapy e assistenza a persone con disabilità motoria hanno arricchito i servizi offerti dalla Scuola. "Negli ultimi 10-15 anni – continua Baragli - il mondo della cinofilia ha subito tanti cambiamenti, a cominciare dalle tecniche di addestramento. Piano piano abbiamo cominciato a prendere in considerazione altre forme di utilizzo sociale del cane: dal 2006 sono stati avviati i primi progetti di pet therapy e due anni più tardi anche quelli per dare ausilio a disabili motori in collaborazione con la Asl 10 Firenze. Il nuovo regolamento, approvato nel 2013, ha formalizzato l´allargamento della nostra attività. Inoltre una parte della Scuola verrà ristrutturata per ricavarne un appartamento che sarà utilizzato da persone non vedenti per sviluppare percorsi di autonomia". La pet therapy è l´attività più richiesta e viene svolta in ospedali, residenze per anziani, centri di riabilitazione. "Lavoriamo con anziani affetti da Alzheimer – racconta Alessandro Vestri, che insieme a Saro Fusi e Serena Magnani si occupa di queste attività - o che abbiano problemi di mobilità, con ragazzi autistici. Il cane aiuta, stimola a fare qualcosa. Non è una vera e propria terapia ma una co-terapia, si integra con le altre seguite dal paziente. Ci sono tante richieste ma il problema sono i costi". La Scuola, in questi percorsi, collabora con la Fondazione Stella Maris e la Facoltà di Veterinaria dell´Università di Pisa. A 20 minuti dalla stazione di Firenze Santa Maria Novella - Per raggiungere la Scuola, da Firenze, si può prendere la linea 1 della tramvia. Ai 10-15 minuti che occorrono dal capolinea della Stazione di Santa Maria Novella fino alla fermata De Andrè-ciliegi, ne vanno aggiunti altri cinque a piedi per arrivare alla grande villa con i muri gialli. Già al cancello si sentono i primi cani abbaiare. Ad accoglierci, oltre a Massimo Baragli e all´altro responsabile tecnico Corrado Migliorucci, c´è Mariolino, un giovane labrador. "Sta ´studiando´ per fare pet therapy – ci confida l´assegnataria, Beatrice - è un giocherellone, più vivace dell´altro cane che ho in affidamento, Olga, anche lei labrador". Neanche il tempo di presentarci che Beatrice racconta la sua storia. "Il primo cucciolo l´ho preso 4 anni fa. Ho conosciuto la Scuola tramite mia suocera e, avendo un gran desiderio di avere un cane, è stato un modo molto naturale per entrare in contatto con questo mondo". Mariolino corre sul selciato della Scuola, fa un girotondo intorno alla statua che lo scultore Giancarlo Buratti, versiliese di Pietrasanta, ha donato alla Scuola nel 1996. "Il piacere di avere un cane e crescerlo – dice ancora Beatrice - è superato dalla gioia di donarne molta di più a persone più sfortunate. Ovvio che ti affezioni tantissimo perchè vivi con loro il periodo più divertente, quando sono piccoli. Però sai fin dall´inizio che il cane non è tuo, che un giorno dovrai riconsegnarlo alla Scuola e che il tuo contributo sarà utile ad altri. E questo ti riempie di orgoglio" Prenotazioni visite: 055/4382850 o scuola.Cani.guida@regione.toscana.it Ai giochi di Mariolino si uniscono Rebecca, fattrice labrador affidata a Patrizia, e Orsa, una golden retriever che è sotto la cura di Valdemaro. "Ho saputo della Scuola – dice Patrizia - leggendo un trafiletto su un quotidiano. Cercavano affidatari per i nuovi nati. Ho fatto il colloquio ed è iniziata un´esperienza bellissima. Crescere un cucciolo e sapere che è diventato un cane guida ti da una soddisfazione immensa". "Orsa fa pet therapy – racconta invece Valdemaro – ma ho anche Abby, anche lei golden, che invece farà la guida. Tutto è cominciato per caso, nel 2001. Mia figlia più piccola visitò la Scuola e portò a casa un libretto, che mi incuriosì. Prendere un animale e introdurlo in casa fu anche un modo per far superare all´altra figlia un piccolo incidente, avuto con un cane ai giardini. Il primo è stata Isotta, poi ne son venuti altri. La separazione alla fine dell´anno di affidamento è dura, ma sappiamo di aver svolto un compito importante". Vanda è invece il cane che aiuta Elena, cieca dal 2007 a causa di una malattia. "All´inizio usavo il bastone, poi ho scoperto la Scuola. Ho fatto domanda e ed arrivata Wanda che per me è molto di più di un bastone. Con il bastone le persone si spostavano e io per capire dove fosse l´ostacolo molte volte dovevo sbatterci contro. Wanda invece, oltre a tutta la parte affettiva, ha due occhi. Eppoi adesso nessuno si scansa, anzi tutti vogliono accarezzarla, coccolarla". Con l´affidamento dei cani inizia il percorso educativo - La Scuola ha un proprio allevamento. I cuccioli vengono dati in affidamento alle famiglie che ne fanno richiesta, per un anno. In questo momento la Scuola può contare sull´aiuto di una sessantina di famiglie. Durante il periodo di affidamento i cani devono imparare a sapersi comportare in tutte le situazioni, a non aver paura di tutto quello che normalmente può capitare camminando in città. "La fase di socializzazione ed educazione è fondamentale – spiega Simona Lotti che cura questa fase delicata- va fatta nel modo giusto per non vanificare il percorso di affidamento. Gli affidatari vengono scelti con un colloquio e devono avere molto tempo a disposizione da dedicare al cane. La Scuola assiste gli affidatari in tutto: ciotola, cibo, cure veterinarie, medicinali, collari, guinzaglio e tutto quello che possa essere utile al cane". La Scuola ogni anno addestra e consegna 24 cani. "Anche se poi – chiarisce Corrado Migliorucci - i cani affidati alle famiglie sono di più perchè vanno considerati anche quelli che faranno pet therapy e ausilio a disabili motori. Le razze più adatte alla guida sono labrador e golden retriever. Fino a 2 mesi i cuccioli restano con noi, dopo li sottoponiamo a test per vedere se sono cani predisposti ad un certo tipo di attività. Il periodo cruciale – ci dice ancora Corrado – è quello fino ai 4-5 mesi: il cucciolo viene abituato a determinate situazioni e a non averne paura, anche quando sarà adulto". Ogni mese, durante l´affidamento, il cane rientra alla Scuola per una settimana. "Per abituarsi al distacco – sottolinea ancora Corrado - e per imparare a stare con altri. Trascorso l´anno per il cane inizia l´addestramento di 6 mesi, progressivo dal punto di vista della difficoltà delle attività, perchè l´animale deve rispondere a tutti i comandi del non vedente. Negli ultimi 2 mesi il lavoro viene personalizzato rispetto al tipo di lavoro che lo attende e a chi lo avrà in consegna. Per il non vedente è molto importante l´aspetto relazionale con l´animale: deve accarezzarlo, premiarlo, riservargli attenzioni. Il primo controllo è dopo un anno dalla consegna, o prima, se sorgono problemi. Di lui vogliamo sapere tutto: come si è comportato, stato di salute, come viene trattato. É anche per questo – conclude Corrado – che il cane resta sempre di proprietà della Scuola: qualora non dovesse essere trattato bene, possiamo riprenderlo in ogni momento. Ma anche perchè, alla fine della sua ´carriera´, vogliamo dargli una sistemazione adeguata".  
   
   
SOCHI: LOMBARDIA ORGOGLIOSA DELLA SQUADRA REGIONALE  
 
Milano, 28 gennaio 2014 - "Siamo la seconda regione nel Paese, per numero di atleti, alle spalle del Trentino Alto Adige, ancora una volta ci confermiamo terra di campioni e fucina di nuovi talenti". Lo ha detto l´assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi, commentando la ´rosa´ degli atleti lombardi che parteciperanno alla Xxii edizione dei Giochi Olimpici Invernali, che si disputeranno a Sochi dal 7 al 23 febbraio. Al Top Nelle Discipline Del Ghiaccio - "Nelle discipline del ghiaccio - ha sottolineato l´assessore - siamo al top; per questa ragione il nostro piazzamento in seconda posizione è un risultato di per sé straordinario, che potrebbe essere ulteriormente migliorato, se anche noi potessimo sviluppare strategie di investimento nello sport legate a risorse economiche che solo Regioni a Statuto speciale possono garantire ai propri atleti". Una Pattuglia Con 12 Ragazze - "La nostra pattuglia - ha concluso l´assessore - sarà formata da 21 atleti (di cui 12 ragazze). Sono convinto che ciascuno di loro si impegnerà al massimo, per dare il proprio contributo. Auspico che i nostri campioni possano divertirsi e vivere al meglio lo spirito olimpico, nonostante il clima di tensione, che nei giorni scorsi ha accompagnato la marcia di avvicinamento ai Giochi. I nostri atleti devono essere orgogliosi di gareggiare per l´Italia e fieri di rappresentare, degnamente, la nostra terra lombarda, a loro va il mio personale in bocca al lupo". Nel dettaglio l´elenco dei 21 atleti convocati divisi per provincia. Provincia di Bergamo (5) Moioli Michela (Snowboard) di Alzano Lombardo; Pasini Fabio (Sci di fondo) di Gazzaniga; Fanchini Elena (Sci alpino) di Lovere; Fanchini Nadia (Sci alpino) di Lovere e Della Monica Nicole (Pattinaggio di figura) di Trescore Balneario. Provincia di Brescia (1) Merighetti Daniela (Sci alpino) di Brescia. Provincia di Como (1) Cappellini Anna (Pattinaggio di figura) di Como. Provincia di Milano (6) Brignone Federica (Sci alpino) di Milano; Marchei Valentina (Pattinaggio di figura) di Milano; Lanotte Luca (Pattinaggio di figura) di Milano; Fabbri Marco (Pattinaggio di figura) di Milano; Dotti Tommaso (Short track) di Milano e Viscardi Davide (Short track) di Milano. Provincia di Sondrio (8) Confortola Yuri (Short track) di Tirano; Rodigari Nicola (Short track) di Tirano; Fontana Arianna (Short track) di Sondrio; Peretti Lucia (Short track) di Sondalo; Valcepina Martina (Short track) di Sondalo; Viviani Elena (Short track) di Sondalo; De Lorenzi Christian (Biathlon) di Sondalo e Nani Roberto (Sci alpino) di Sondalo. A questo si aggiungono gli atleti nati all´estero, che gareggiano per società lombarde: Guignard Charlène (Pattinaggio di figura) della società Agorà Skating Club (Milano) e Parkinson Paul (Pattinaggio di figura) della società Forum Assago (Assago/mi).