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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Maggio 2014
PESCA: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE DI VIETARE COMPLETAMENTE LE RETI DA POSTA DERIVANTI  
 
La Commissione europea intende vietare la pesca con qualsiasi tipo di rete da posta derivante in tutte le acque dell´Ue a partire dal 1° gennaio 2015. Benché già esistano norme che vietano l´uso di reti da posta derivanti per la cattura di determinate specie migratorie, questa pratica continua a destare preoccupazioni a causa delle catture accidentali di mammiferi marini, tartarughe di mare e uccelli marini, per la maggior parte protetti dalla normativa dell´Ue. Al fine di combattere l´elusione delle norme, la proposta della Commissione prevede un divieto totale della pesca con reti da posta derivanti nell´Ue nonché il divieto di tenere tali reti a bordo dei pescherecci. Inoltre, per evitare ambiguità, la proposta precisa l´attuale definizione di rete da posta derivante. Maria Damanaki, Commissaria europea per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: "La pesca con reti da posta derivanti distrugge gli habitat marini, mette in pericolo la fauna marina e minaccia di compromettere la pesca sostenibile. Sono convinta che l´unico modo per eliminarla definitivamente sia disporre di norme chiare che non lascino spazio ad interpretazioni. Dobbiamo colmare eventuali lacune e semplificare il controllo e l´applicazione della normativa da parte delle autorità nazionali. Ciò consentirà anche in definitiva di salvaguardare la sussistenza dei pescatori che hanno applicato le norme negli ultimi anni. Il divieto vuole essere un chiaro messaggio che non saranno più tollerate pratiche irresponsabili." Le reti da posta derivanti sono reti da pesca lasciate alla deriva sulla superficie del mare o in prossimità della stessa per catturare specie di pesci che si trovano nella parte superiore della colonna d´acqua. Dal 2002 tutte le reti da posta derivanti, indipendentemente dalle dimensioni, sono state vietate nelle acque dell´Unione se destinate alla cattura di specie altamente migratorie come il tonno e il pesce spada. Tuttavia, l´attuale quadro legislativo dell´Ue ha dato prova di carenze e lacune. La natura artigianale dei pescherecci in questione e il fatto che essi non operano congiuntamente nelle stesse zone consentono di sfuggire più facilmente al monitoraggio, al controllo e alla corretta applicazione delle norme. Continuano ad essere segnalate attività di pesca illegali con reti da posta derivanti condotte dai pescherecci dell´Unione e quest´ultima è stata oggetto di critiche con riguardo al rispetto degli obblighi internazionali applicabili. Il divieto sulle reti da posta derivanti è in linea con l´obiettivo della nuova politica comune della pesca di ridurre al minimo l´impatto delle attività di pesca sugli ecosistemi marini e limitare il più possibile le catture indesiderate. In funzione delle priorità degli Stati membri, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp) potrebbe essere utilizzato per sostenere la transizione verso un divieto totale, purché siano rispettate determinate condizioni. Contesto Negli anni ´90, a seguito di alcune risoluzioni specifiche dell´Assemblea generale delle Nazioni Unite a favore di una moratoria sull´uso delle "grandi reti pelagiche derivanti" (ossia di lunghezza superiore a 2,5 km), l´Ue ha adottato una serie di disposizioni volte vietare tale tipo di reti. L´attuale quadro giuridico dell´Ue in materia di pesca con reti da posta derivanti è entrato pienamente in vigore il 1° gennaio 2002. Esso vieta l´uso nelle acque dell´Unione di tutte le reti da posta derivanti, indipendentemente dalle dimensioni, se destinate alla cattura di specie altamente migratorie come il tonno e il pesce spada. Nel Mar Baltico, l´uso di reti da posta derivanti e la conservazione a bordo di qualsiasi tipo di tali reti sono totalmente vietati dal 1° gennaio 2008. Nonostante la presenza di questo quadro normativo completo, le norme non sono state pienamente rispettate. Nell´aprile 2013 la Commissione ha dunque pubblicato una tabella di marcia relativa al riesame del regime dell´Ue sulla pesca con reti da posta derivanti e ha avviato due studi1, nonché una consultazione pubblica (conclusa nel settembre 2013) sulla pesca artigianale con reti da posta derivanti al fine di avere un quadro generale del settore, di valutare l´impatto delle reti da posta derivanti sulle specie vietate e protette e di decidere se e come rivedere l´attuazione delle norme Ue relative alla pesca artigianale con tali reti.  
   
   
CALENDA, PRESENTATO RICORSO CONTRO MISURE ANTIDUMPING DELL’AUSTRALIA SU CONSERVE POMODORO  
 
Roma - “Oggi il governo italiano ha depositato formalmente ricorso all’Antidumping Review Panel dell’Australia contro la recente imposizione delle misure restrittive che le autorità Australiane hanno imposto nei confronti delle esportazioni italiane di pomodori in conserva”. E’ quanto affermava ieri il Viceministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ricordando che lo scorso 16 aprile l’Australia aveva imposto delle misure antidumping verso le conserve di pomodori italiane. “Di concerto con l’industria nazionale, su mia iniziativa - ha aggiunto Calenda - il Governo Italiano ha deciso di presentare il ricorso per dare un forte segnale di attenzione da parte delle istituzioni in difesa di una delle più importanti e apprezzate produzioni nazionali e simboli del Made in Italy in tutto il mondo”. L’organo competente australiano esaminerà nelle prossime settimane il ricorso, unitamente ad analoghe iniziative presentate dall’Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) e da altri singoli esportatori nazionali.  
   
   
AGRICOLTURA. SEMINARIO VIA WEB ORGANIZZATO DA EUROPE DIRECT VENETO SULLA RIFORMA DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA 2014 - 2020  
 
Venezia - Giovedì 15 maggio, a partire dalle 11,30, Europe Direct Veneto, sportello europeo di Veneto Agricoltura, organizza un seminario via web aperto a tutti, dedicato alla riforma della Pac, la politica agricola comunitaria 2014-2020. In circa mezz’ora saranno spiegati i passaggi più importanti della nuova programmazione comunitaria per il sistema primario, che condizioneranno l’attività delle imprese nei prossimi sette anni. “Conoscere i contenuti della nuova Pac consente di ottimizzare l’attività imprenditoriale e i risultati aziendali – sottolinea l’assessore regionale all’agricoltura – per consolidare imprese e sistema in una fase che probabilmente sarà l’ultima dotata di una significativa disponibilità finanziaria. Nei prossimi anni l’agricoltura italiana potrà disporre di 52 miliardi di euro, dei quali 3 e mezzo per il sistema veneto, tra aiuti diretti e interventi per lo sviluppo rurale regolati dal Psr” Per seguire l’evento è sufficiente iscriversi (gratuitamente) all’indirizzo: http://network.App4inno.eu/it/webinar-link  e attendere l’avvio dei lavori del seminario. Sul tema della politica agricola, Europe Direct Veneto ha anche pubblicato il Quaderno “L’agricoltura al centro. La riforma della Pac 2014-2020” la cui versione cartacea può essere richiesta (gratuitamente) a europedirect@venetoagricoltura.Org  mentre la versione in Pdf può essere liberamente scaricata da http://www.Venetoagricoltura.org/basic.php?id=4849  
   
   
USI CIVICI, NUOVA LEGGE IN TOSCANA PER VALORIZZARE PATRIMONIO COMUNITÀ RURALI  
 
Firenze - La Toscana ha una nuova legge regionale sugli "usi civici". L´assessore regionale all´agricoltura commenta con soddisfazione l´approvazione della nuova normativa che disciplina il demanio collettivo civico e i diritti di uso civico generalmente definiti, appunto, "usi civici". L´assessore sottolinea come, dopo oltre 30 anni dal passaggio delle competenze dallo Stato alle Regioni, la Toscana ha finalmente un impianto normativo omogeneo su una materia finora dominata dall´incertezza interpretativa delle norme statali. Ma vediamo i punti salienti della nuova legge, che si propone di tutelare gli usi civici come importante integrazione del reddito delle popolazioni residenti nelle zone interessate, che solitamente sono zone marginali e montane. Esempi di diritti d´uso civico sono il pascolo, il legnatico, la raccolta dei frutti del sottobosco: la loro tutela è volta a favorire ed agevolare la permanenza delle popolazioni nelle zone svantaggiate. La legge promuove inoltre lo sviluppo sostenibile del patrimonio civico – come spiega l´assessore - mobilitando una pluralità di risorse interne e trattenendo in loco gli effetti moltiplicativi, in una visione più imprenditoriale del demanio collettivo civico. Ferme restando le prerogative di inalienabilità, inusucapibilità e imprescrittibilità dei beni civici, principi che incardinano la legislazione nazionale e che sono stati posti a base anche di questa norma, l´impianto legislativo sugli usi civici è stato ammodernato per favorire una gestione più semplice ed efficace dei beni sia nelle procedure che negli enti coinvolti, dal momento che la legge nazionale di riferimento risale addirittura al 1927 ed è precedente alla costituzione. La nuova legge della Toscana è il frutto di un percorso partecipato, che ha coinvolto i Comitati preposti all´amministrazione dei beni collettivi presenti in regione, e per la prima volta sono state introdotte definizioni dei termini tecnici utilizzati al fine di eliminare equivoci interpretativi. La legge riconosce la Comunità dei residenti quale legittima proprietaria dei beni civici e promuove e valorizza la gestione comunitaria del territorio civico, accentuandone la visione imprenditoriale ma mantenendo l´ottica conservativa del bene per le generazioni future e la sua gestione sostenibile. Si specifica inoltre la natura giuridica dell´Ente gestore del demanio collettivo (comitato Asbuc al quale viene attribuita la personalità giuridica di diritto privato) per permetterne una gestione più semplice ed efficiente e in sintonia con la legge regionale sulla montagna e quella forestale della Toscana, si stabilisce che la gestione dei beni debba avvenire secondo le regole del diritto privato. Infine è istituita la banca dati degli usi civici ed è stabilito che il soggetto gestore, per conto della Comunità proprietaria, abbia l´obbligo di trascrizione catastale dei beni civici. La nuova legge- come ribadisce l´assessore regionale - intende mantenere e custodire il valore storico identitario dei beni civici, consentendo di tenere in vita un forte legame Comunità- territorio, da parte della popolazione, con positive ricadute di carattere sociale e ambientale.  
   
   
VOLONTARIATO. EXPO, IN 10.000 PER L’EVENTO INTERNAZIONALE  
 
Nella tavola rotonda che si terrà il 16 maggio dalle 10 alle 13:30 nella sala conferenze di Palazzo Reale sarà lanciato in anteprima il "Programma Volontari per Expo" Milano, 14 maggio 2014 - "Expo 2015: temi, relazioni e occasioni" è l´argomento al centro della tavola rotonda che si terrà venerdì 16 maggio, dalle ore 10:00 alle 13.30, alla Sala Conferenze di Palazzo Reale di Milano e che lancerà in anteprima il "Programma Volontari per Expo", promosso da Expo 2015 S.p.a. In collaborazione con Csvnet, Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato e Ciessevi Milano. Apre l’incontro: L´assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, Volontariato del Comune di Milano Intervengono: · Giuseppe Guzzetti - Presidente Acri - Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio S.p.a. · Luca Jahier – Presidente Gruppo Iii Cese – Comitato Economico e Sociale Europeo · Lino Lacagnina - Presidente Ciessevi Milano · Giuseppe Sala - Commissario Unico Delegato del Governo per Expo Milano 2015 · Davide Sanzi - Direttore Risorse Umane ed Organizzazione Expo S.p.a. · Sergio Silvotti - Presidente della Fondazione Triulza e in rappresentanza del Forum Terzo Settore · Stefano Tabò – Presidente Csvnet – Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato · Carlo Vimercati - Presidente Consulta Nazionale Comitati di Gestione Fondi Speciali per il Volontariato Saluti conclusivi del Sindaco di Milano Expo Milano 2015 sarà un evento dalle caratteristiche assolutamente inedite e innovative. Non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo partecipativo che, a partire dal tema scelto - "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” - favorirà la collaborazione e l´attivazione di nuove sinergie fra società civile, istituzioni, imprese. In particolare, la stessa natura ed il radicamento territoriale dei Centri di Servizio per il Volontariato (Csv), già da tempo sta favorendo un significativo legame con la cittadinanza milanese e l’amministrazione comunale di Milano, nonché con i soggetti del Terzo Settore e le loro espressioni progettuali come la Fondazione Triulza. In questo contesto, le esperienze di volontariato avranno un ruolo fondamentale. Il “Programma Volontari per Expo” si articolerà in una serie di progetti che coinvolgeranno migliaia di persone, giovani o meno giovani, in diverse esperienze di volontariato legate all´evento internazionale. Dall´accoglienza all’orientamento, fino al supporto dei visitatori provenienti da tutto il mondo; dai progetti specifici di servizio civile al coinvolgimento degli alunni delle scuole secondarie e all’attivazione del volontariato d’impresa per un totale di circa 10.000 Volontari. Csvnet, insieme alla rete dei Centri di Servizio per il Volontariato e a Ciessevi Milano, collaborerà con Expo Milano 2015 per l’attività di orientamento e matching dei futuri volontari. L’appuntamento di Palazzo Reale, inoltre, aprirà i lavori della terza Conferenza Organizzativa di Csvnet "Passi e Passaggi - Il volontariato che attraversa”, che continueranno nel pomeriggio di venerdì e fino a domenica 18 maggio, al Centro Congressi "Palazzo delle Stelline". Dopo la prima Conferenza Organizzativa di Aosta (2007) e quella successiva di Cagliari (2010), quest’anno ci saranno oltre 200 referenti, fra politici e tecnici della rete dei Centri di Servizio per il Volontariato. Si incontreranno a Milano per affrontare alcuni aspetti cruciali e strategici legati allo sviluppo della propria rete.  
   
   
ANCHE NORDIC WALKING E BIRD WATCHING PER VALORIZZARE I BOSCHI PERIURBANI  
 
Firenze – E´ dedicato ai boschi periurbani il workshop che si terrà lunedì 19 maggio a Firenze, nella sala convegni di villa La Favorita, in piazza Edison a Firenze. Il workshop sarà l´occasione per approfondire queste tematiche e per presentare l´ultimo volume realizzato dalla Regione Toscana e dedicato a "L´impianto, la gestione e la valorizzazione multifunzionale dei boschi periurbani". Quest´ultima è una pubblicazione di 175 pagine, rivolta agli operatori pubblici e privati del settore agroforestale, che affronta tutte le tematiche che possono interessare queste aree verdi: dall´impianto alla coltivazione, alla loro funzione contro il dissesto e il rischio idraulico, alla caratterizzazione del paesaggio, al miglioramento della qualità delle acque e dell´aria, fino alla loro fruizione per attività ludiche e ricreative, come il jogging o il nordic walking, il bird watching o i percorsi acrobatici sugli alberi. Il workshop avrà inizio intorno alle 9,30 e terminerà intorno alle 12,30. Nell´occasione la pubblicazione sarà distribuita ai partecipanti.  
   
   
BARI - NASCE IL MANIFESTO DEL BIOLOGICO PUGLIESE  
 
Nasce il Manifesto del biologico pugliese: un documento ricco di proposte operative, consegnato alla Regione Puglia affinché lo adotti nel Programma di Sviluppo Rurale in vista della nuova Pac, per incrementare uno dei settori trainanti dell’agricoltura regionale. Promosso dal Cibi - Consorzio Italiano per il Biologico, il documento è stato condiviso dalla rete di circa 500 produttori che hanno preso parte agli incontri itineranti della Settimana di Bio in Puglia, iniziativa appena conclusa e organizzata da Unioncamere Puglia - partner della rete Enterprise Europe Network nell’ambito delle attività del Progetto Bridg€conomies - con organizzazione tecnica del Cibi. Tra le proposte del Manifesto: destinare almeno il 30% delle risorse in tutte le misure del Psr (non solo di quelle agro-ambientali) a favore delle aziende e filiere biologiche certificate; estendere a tutto il territorio pugliese i premi del biologico senza alcuna limitazione legate a zone o superifici minime; privilegiare con premialità e criteri di priorità le aziende bio e la costituzione di Op (Organizzazioni di Produttori) specializzate, in tutte le misure del Psr; incentivare i servizi di ricerca e assistenza tecnica per la creazione di un distretto agro-biologico pugliese. “L’enorme diffusione dell’agricoltura biologica in Puglia - spiega il presidente del Cibi, Nino Paparella - con una superficie coltivata di 172.111 ettari (dati Sinab 2012) e 6.111 operatori economici controllati, di cui ben 462 ‘preparatori esclusivi’ ovvero di industrie agroalimentari biologiche che non beneficiano del sistema dei premi agro-ambientali eppure hanno scelto di produrre e vendere cibo prodotti bio. Un settore che genera un fatturato stimato di circa 500 milioni di euro, superiore al 20% dell’intera Plv (produzione lorda vendibile) agricola pugliese, con un beneficio di prezzo rispetto alle corrispondenti produzioni convenzionali di oltre il 20%, pari a circa 100 milioni di euro”. Il Manifesto contiene inoltre proposte per la tutela di acqua, suolo e aria e per gli aspetti sociali legati all’agricoltura bio. La terza edizione della Settimana del Bio, all’insegna del tema “Il Biologico tra nuova Pac e opportunità di mercato”, ha previsto un ciclo di cinque seminari itineranti per trasferire le novità della riforma sul biologico a tutti i soggetti del settore organizzati in collaborazione con le cinque Camere di Commercio di Puglia e il Consorzio Puglia Natura. “Il manifesto del biologico pugliese è un traguardo di sistema per offrire ulteriori opportunità di crescita e sviluppo ad un comparto in grande espansione. E’ importante evidenziare che sia scaturito dalla settimana bio – dice il presidente di Unioncamere Puglia Alessandro Ambrosi – che è servita ad informare e preparare tutti gli attori del settore agricolo ai nuovi scenari della Politica Agricola Comune del futuro”.  
   
   
XILELLA FASTIDIOSA. LE PRECISAZIONI DELL´OSSERVATORIO FITOSANITARIO REGIONALE DELLA PUGLIA  
 
In riscontro alle notizie riportate sulla stampa di ieri, si rende necessario precisare che la Regione Puglia ha incaricato per le analisi diagnostiche della Xylella fastidiosa tre laboratori accreditati presso le seguenti Istituzioni: • Istituto Agronomico Mediterraneo di Valenzano • Dipartimento di Scienze Agrarie, dell’ambiente e dell’Alimentazione dell’Università di Foggia • Centro di Ricerca e Sperimentazione e formazione in Agricoltura “Basile Caramia” di Locorotondo.(...) Il laboratorio del Cnr – Istituto di virologia vegetale di Bari, anch’esso accreditato, è stato invece incaricato di svolgere i saggi di conferma per tutti i campioni risultati positivi o dubbi, oltre ad effettuare specifiche analisi diagnostiche su piante appartenenti a specie diverse di quello oggetto di monitoraggio. Il network dei laboratori opera in stretto contatto con il Servizio Fitosanitario nel rispetto delle linee guida indicate dal programma di monitoraggio al fine della demarcazione delle aree come richiesto dalle normative di quarantena. Il piano di monitoraggio, al fine di ridurre al massimo lo spostamento dei campioni prelavati sull’intero territorio regionale, ha previsto che i saggi siano eseguiti dai laboratori più prossimi alle aree di prelievo. Pertanto, il Dipartimento di Scienze Agrarie, dell’ambiente e dell’Alimentazione dell’Università di Foggia e stato incaricato di eseguire i campioni prelevati nella sola provincia di Foggia I risultati acquisiti dal monitoraggio alla data odierna, con oltre 16.000 campioni analizzati, escludono la presenza di Xylella fastidiosa al di fuori della provincia di Lecce, dove sono stati finora identificati 5 focolai puntiformi oltre alla zona più ampia di Gallipoli. Quindi, la notizia riportata sulla presenza del batterio nelle provincie di Taranto e Brindisi con una diffusione del 50%, non trova riscontro nei dati ufficiali acquisiti ed è priva di ogni fondamento. Il grado di diffusione del batterio non può essere indicato nelle percentuali riportate, in quanto esso assume valori differenti in relazione al focolaio identificato. E’ infatti maggiore nelle aree a sud di Gallipoli, ma nettamente inferiore in altri focolai. Si precisa infine che il metodo diagnostico adottato – Elisa – a seguito di rigorose valutazioni scientifiche sulla sua affidabilità, confermato anche dalle istituzione comunitarie ed internazionali, consente solo di rilevare la presenza del batterio nei tessuti vegetali analizzati. Pertanto, le affermazioni riportate nel comunicato dell’Università di Foggia sulla validità del test Elisa per altri fini (… ma anche le eventuale grado di resistenza - e quindi di sopravvivenza - al processo di risanamento a cui dovrebbe successivamente essere sottoposta la pianta) sono prive di alcun fondamento scientifico.  
   
   
CALABRIA: ATTIVAZIONE DEL LABORATORIO FITOPATOLOGICO REGIONALE  
 
L’assessore all’agricoltura Michele Trematerra, in merito all’approvazione da parte della Giunta regionale della proposta operativa per l’attivazione del Laboratorio fitopatologico regionale, ha espresso molta soddisfazione per il traguardo raggiunto “perché – ha affermato - il Laboratorio sarà uno strumento di fondamentale importanza per il servizio fitosanitario, che afferisce al Dipartimento agricoltura, e si occupa di protezione delle piante e prevenzione dei rischi fitosanitari”. “Il laboratorio diagnostico – ha spiegato - soddisferà la richiesta di servizi specialistici in agricoltura e risponderà alle esigenze dell’attività ispettiva fitosanitaria, della vigilanza del territorio, della ricerca, della sperimentazione, della didattica e dell’aggiornamento, connesse alle necessità del comparto della produzione agricola e di quella vivaistica, occupandosi tra le altre cose di micologia, virologia, batteriologia, ma anche di diagnostica nutrizionale e genetica. Si tratta di un grande passo in avanti compiuto dall’intera Calabria – ha concluso l’assessore Trematerra - nell’ambito della ricerca scientifica applicata all’agricoltura e di conseguenza del miglioramento della qualità dei prodotti della nostra terra”. La sede centrale del Laboratorio sarà ubicata nei locali della Fondazione Mediterranea Terina di Lamezia Terme, mentre i nodi laboratoristici di primo controllo saranno situati presso gli uffici fitosanitari dei porti di Gioia Tauro e Corigliano Calabro. Il Laboratorio fitopatologico regionale si avvarrà della collaborazione di strutture pubbliche scientificamente qualificate e specializzate nell’area tematica di riferimento, come il Dipartimento di agraria dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, già partner scientifico della Fondazione Terina. Qualora nell’ambito del Psr 2014/2020 saranno attivate le misure sul sostegno allo sviluppo rurale per consentire il potenziamento, l’infrastrutturazione ed il funzionamento del Laboratorio e della relativa rete, si procederà alla redazione di un piano pluriennale per gli investimenti, correlato agli anni di programmazione 2014/2020.  
   
   
AGRICOLTURA, LE MILLE IMPRESE CHE LAVORANO NEI BOSCHI DI LIGURIA LA DUE-GIORNI IN REGIONE DEL PROGETTO TRANSFRONTALIERO ALCOTRA-INFORMA  
 
Genova. Riunito fino a giovedì 15 maggio, nella sede della Regione Liguria, in piazza de Ferrari, il Comitato di Pilotaggio del Progetto transfrontaliero Alcotra - Informa, al quale in mattinata ha partecipato l´assessore all´Agricoltura Giovanni Barbagallo. Il progetto che vede tra i partner il Servizio Politiche della Montagna della Regione Liguria, ha come obiettivo la promozione del lavoro nel bosco e le competenze necessarie per svolgerlo in sicurezza. Nel corso degli incontri verrà fatto il punto sulla stato di avanzamento del progetto e dei risultati fin qui acquisiti, domani , giovedì, è in programma una visita sul territorio per conoscere alcune realtà imprenditoriali liguri. Sono 890 le imprese che lavorano nel bosco in Liguria, questo il dato che emerge dall´indagine che Regione Liguria, con il supporto tecnico di Liguria Ricerche, ha svolto nell´ambito del Progetto Informa. Di queste la maggior parte (circa il 60%) opera nella provincia di Savona. L´indagine condotta da ottobre 2013 a marzo 2014 ha permesso inoltre di raccogliere ulteriori ed importanti risultati per conoscere meglio il mondo delle imprese forestali. Circa 400 sono quelle che svolgono attività forestale come attività principale, le altre sono imprese agricole, di giardinaggio, edili, ecc. Che svolgono l´attività forestale in maniera più limitata o saltuaria. Nel complesso la maggior parte di esse, circa l´85%, è costituita da imprese individuali, in molti casi dal solo titolare che si avvale, ma solo in alcune particolari situazioni di necessità, di dipendenti. In genere infatti le dimensioni dell´impresa sono piccole se non piccolissime: solo il 10% di esse ha più di 2 dipendenti. Per garantirsi comunque lavori di una certa dimensione e compensare la mancanza di manodopera le imprese tendono a formare associazioni temporanee di scopo. Nel complesso il "mondo" delle imprese forestali liguri occupa più di 1000 unità. L´analisi di approfondimento condotta da Liguria Ricerche su un campione ristretto di imprese che hanno risposto al questionario inviato (ca. Un centinaio di imprese) ha rivelato che la maggior parte di esse ha un´origine familiare (50%) mentre circa un terzo di esse si è solo da poco affacciato sul mercato dopo aver svolto attività come dipendente. La maggior parte dei titolari delle imprese intervistate ha un´età compresa fra i 41 ed i 60 anni, mentre il 25% ha meno di 40 anni. In media sono piuttosto soddisfatte (80%) in termini di piacere del lavoro, ma non in termini di gratificazione economica, in quanto la maggior parte di esse (64%) non ritiene il reddito derivato dall´attività svolta adeguato o soddisfacente.  
   
   
AOSTA, TRE SERATE DI APPROFONDIMENTO SULL’AGRICOLTURA BIODINAMICA  
 
Nell’ambito delle azioni di diffusione del sistema dell’agricoltura biodinamica come metodo agricolo rispettoso dell’ambiente, con lo scopo di fornire un ulteriore strumento di valorizzazione delle qualità delle produzioni locali e nel rispetto degli obiettivi della Politica Agricola Comune, l’Assessorato dell’agricoltura e risorse naturali organizza tre serate informative sul territorio, a ingresso libero, dal titolo Agricoltura biodinamica: ideologia o sostenibilità?. Le serate di svolgeranno nei giorni seguenti: martedì 20 maggio, dalle 20.45 alle 22.15, nel salone Bonomi di Verrès; mercoledì 21 maggio, dalle 20.45 alle 22.15, alla Cave des Onze Comunes di Aymavilles; giovedì 22 maggio, dalle 20.45 alle 22.15, nella sala dell’ex Hôtel Londres di Châtillon. Interverrà Patrizio Michelis di Ceva, agrotecnico libero professionista, con esperienza ultradecennale nello sviluppo di tecniche agricole biodinamiche.  
   
   
AGRICOLTURA IN BASILICATA, INCONTRI A LAVELLO CON IMPRENDITORI E AMMINISTRATORI  
 
 L’assessore regionale alle Politiche agricole è stato l’altro ieri a Lavello per incontrare gli agricoltori dell’area Nord della Basilicata e per partecipare ad un incontro per il rilancio del settore organizzato dalla locale giunta comunale. Nel pomeriggio, il rappresentante dell’esecutivo lucano ha visitato alcune aziende agricole ed agroalimentari del Lavellese, per conoscere da vicino le realtà economiche e i processi di trasformazione. In serata, l’assessore ha partecipato ad un incontro nel centro sociale “Di Gilio”, promosso dal sindaco e dal vicesindaco di Lavello, al quale erano presenti numerosi agricoltori, rappresentanti delle organizzazioni di categoria e lavoratori del comparto agricolo. Alla manifestazione è intervenuto anche il commissario unico dei Consorzi di bonifica lucani, che ha fatto il punto della situazione dell’ente consortile del Vulture Alto Bradano - dopo i primi due mesi della sua gestione - e che ha annunciato che entro la fine di maggio potrebbero essere avviati i lavori di ripristino della diga del Rendina, infrastruttura essenziale per risolvere i problemi irrigui dell’area. L’assessore alle Politiche agricole - dopo aver ascoltato gli interventi degli imprenditori agricoli, che hanno sollevato alcune criticità riguardanti la filiera, la sostenibilità ambientale, le infrastrutture ma anche le lungaggini della giustizia civile - ha detto che la strada da intraprendere per il rilancio del settore è quella di puntare su un’agricoltura che diventi europea e che abbandoni l’individualismo, orientandosi invece sulla promozione delle organizzazioni di produttori.  
   
   
PRODOTTI DOP, ASSESSORE LOMBARDIA: SOLO PROMOZIONE CREA VALORE AGGIUNTO  
 
Milano - "Per creare valore aggiunto in agricoltura la promozione resta lo strumento più efficace. Quando un prodotto è noto, si differenzia, tutto cambia e diventa più semplice. La Lombardia con 24 milioni di litri è prima per consumo di olio al mondo, ma ne produce 850 mila litri, e due terzi di questi se ne vanno all´estero. Abbiamo un bacino di acquirenti che vale meno dell´1% dei consumatori. Se riuscissimo a far capire ai lombardi che la bottiglia in promozione a 2,95 euro non è olio, avremmo un bacino potenziale che ci permetterebbe di vendere senza uscire dai confini regionali". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura intervenendo alla presentazione di due prodotti Dop, l´olio extra vergine d´oliva del Consorzio Laghi Lombardi Menzione Sebino e il formaggio ´Nostrano Valtrompia´. Una produzione, nel primo caso, realizzata in un comprensorio di 24 comuni in prossimità del lago di Iseo, a cavallo delle province di Bergamo e Brescia. E´ del 14 aprile scorso, invece, il riconoscimento da parte del Mipaaf del Consorzio Tutela del Nostrano Valtrompia. Il Consorzio è oggi costituito da 8 soci, di cui sei produttori, un caseificio e uno stagionatore. Territori Diversi, Produzioni Differenziate - "Ci sono filiere, come ad esempio per il Grana padano - ha spiegato l´assessore - dove la promozione ´esterna´ è essenziale. Ma dove abbiamo bacini potenziali interni bisogna investire e intensificare le azioni di promozione". "Una produzione di nicchia, come quella dell´olio Dop del Sebino, può avere un mercato potenzialmente enorme, ma non può prescindere da dimensioni e capacità produttive limitate". Agricoltura Non E´ Un ´Unicum´ - Un errore fatto in passato è stato "concepire in modo indifferenziato l´agricoltura come fosse una cosa unica - ha ribadito l´assessore regionale -: non si può parlare di politica agricola nazionale con produzioni così diverse". Eppure, si sta andando verso scelte di politica agricola comune che punterebbero a valorizzare l´olio, produzione per nulla in declino, in ogni caso senza differenziare le diverse qualità. "In Lombardia diciamo piuttosto di premiare le Dop - ha detto il responsabile lombardo dell´agricoltura -: tematica su cui, insieme ad altre, stiamo dando battaglia. Come per la zootecnia, per cui abbiamo articolato anche alcune misure a favore della montagna". Sostenere Le Vocazioni - "Scelte strategiche si fanno stabilendo priorità - ha ricordato l´assessore -, privilegiando le proprie ´vocazioni´ produttive. Le risorse vanno destinate a chi ha prospettiva di sviluppo, altrimenti è assistenzialismo". E sui Gal, i gruppi di azione locale, l´assessore ha ribadito che "chiusa la fase in cui i fondi potevano essere spesi più per equilibrismi politici che per necessità, anche le campagne di promozione potranno essere sostenute con i 60 milioni che arriveranno dal 1° gennaio 2015. Soldi dello sviluppo rurale che all´agricoltura devono andare". Spendere Risorse Per Differenziare Qualita´ - Spendere risorse per la promozione dell´agricoltura e garantire margini ha senso se, come in questo caso, "si riesce a produrre qualcosa che si distingue per qualità e unicità - ha detto l´assessore - . La qualità deve essere differenziata, mentre il consumatore ha diritto di sapere da dove proviene un prodotto e cosa acquista, anche se poi sceglie quel che vuole. Trasparenza, etichettatura e tracciabilità sono le armi per combattere la contraffazione. Quello che non fanno le grandi ´lobbies´ della distribuzione organizzata, interessate a differenziare il prodotto solo con prezzo, sconto e promozione". Psr, Piu´ Aiuti Per Montagna E Giovani - "Abbiamo licenziato un Piano di sviluppo rurale che prevede articolazioni distinte per i territori e punteggi maggiori in graduatoria per il giovane agricoltore - ha rimarcato l´assessore lombardo -, con diverse ripartizioni dei fondi, fino ad arrivare al 50% di contributi a fondo perso, contro un 35% per l´agricoltura in pianura. Uno sforzo per sostenere l´agricoltura di montagna che gestisce il territorio e lo presidia. Un territorio che si specializza, trova una prospettiva economica, producendo qualità e promuovendola. Un ´percorso´ ad hoc per difendere il valore delle produzioni locali e spingere ad affermarle su mercati potenzialmente ampi".  
   
   
BIOMASSE. FIRMATO PROTOCOLLO D’INTESA CON ASSOCIAZIONE ITALIANA ENERGIE AGROFORESTALI  
 
Padova - Promuovere il corretto uso dei biocombustibili legnosi a scala domestica attraverso campagne informative; contenere l’impatto ambientale dovuto all’utilizzo delle biomasse, sostenendo l’uso di legna, pellet e biomasse agroforestali di qualità certificata e favorendo l’utilizzo di materie prime di origine locale, secondo processi produttivi che coniughino la sostenibilità ambientale con lo sviluppo socio-economico delle comunità locali: Sono questi alcuni degli obiettivi del Protocollo d’Intesa fra l’assessorato all’ambiente della Regione del Veneto e l’Associazione Italiana Energie Agroforestali – Aiel, che è stato firmato ieri a Padova nell’ambito della Settimana dell’Ambiente Veneto. L’utilizzo di pellet e legname per il riscaldamento domestico è infatti in forte aumento. L’accordo firmato ha anche un’importante declinazione sul tema energetico. Prevede infatti la promozione delle migliori tecnologie di conversione energetica in sostituzione dei vecchi e obsoleti generatori di calore, prendendo come riferimento i requisiti tecnico-ambientali del Conto Energia Termico e quindi sviluppando importanti e ancora poco conosciute opportunità offerte da questo nuovo sistema di incentivazione per l’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.  
   
   
AGRICOLTURA. FONDO DI GARANZIA IN VENETO SVILUPPO PER ATTIVITÀ CONFIDI A FAVORE DELLE IMPRESE DEL PRIMARIO  
 
Venezia - Più sostegno al credito in agricoltura nel Veneto. E’ questo lo scopo della delibera, approvata dalla Giunta regionale, che costituisce una specifica gestione del Fondo di Garanzia istituito presso la Veneto Sviluppo Spa, con l’obiettivo di appoggiare le operazioni di riassicurazione del credito garantito dai Consorzi di garanzia collettiva fidi per il settore primario. “E’ quello che in “gergo” viene chiamato “intervento di ingegneria finanziaria” per il sostegno e lo sviluppo delle piccole e medie imprese che operano nel sistema rurale – spiega l’assessore regionale all’agricoltura – al quale stiamo lavorando da tempo per dare una forte risposta che si aggiunge a quella degli interventi direttamente sostenuti dal contributo pubblico nell’ambito della programmazione europea”. L’operatività del Fondo a favore delle imprese del primario riguarda la riassicurazione per il sostegno delle linee a breve termine, per il sostegno ad operazioni di finanziamento e per il sostegno al credito ipotecario per far fronte sia agli investimenti effettuati dalle imprese per la produzione primaria dei prodotti agricoli, sia a quelli per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti stessi. Le operazioni agevolate devono in ogni caso corrispondere ai Regolamenti comunitari “de minimis”. L’importo massimo delle operazioni bancarie riassicurabili per impresa varia da 280 mila a 460 mila euro, a seconda della linea di intervento e delle combinazioni di utilizzo delle stesse. “Di fatto, e al di là dei tecnicismi finanziari conclude l’assessore le piccole e medie imprese agricole del Veneto possono usufruire di un più facile accesso al credito bancario, essenziale in questa fase nella quale si intravvedono i segnali di un’uscita dalla crisi, ma avere credito è spesso un obiettivo ‘titanico’”. Le procedure operative sono improntate alla massima celerità, anche grazie all’attività di verifica dei requisiti di ammissibilità delle operazioni in capo ai Confidi.