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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Marzo 2015
NUOVO PSR 2014-2020, IN APRILE IL PRIMO BANDO DA 144 MILIONI. VENETO PRIMO IN ITALIA  
 
Venezia - “In aprile verrà approvato il primo bando del nuovo Programma di Sviluppo Rurale, con uno stanziamento di 144 milioni di euro. Il Veneto ancora una volta è il primo in Italia, grazie all’efficienza dell’apparato amministrativo regionale”. Lo annuncia l’assessore all’agricoltura Franco Manzato, alla luce dell’approvazione in Giunta regionale della delibera relativa al bando delle misure 10.1 (Agroambiente), 11 (Agricoltura biologica) e 13 (Indennità compensativa a favore delle zone soggette a vincoli naturali), con scadenza della presentazione delle domande al 15 maggio 2015. L’iter prevede l’invio dell’atto al Consiglio Regionale per l’approvazione definitiva. “Laddove il negoziato sul nuovo Psr è avanzato - ha spiegato Manzato - la Commissione europea consente alle Regioni di approvare i primi bandi per le misure che non richiedono applicazione di “criteri di selezione”, per le quali invece occorrerà attendere la formale approvazione del Psr e la costituzione del Comitato di sorveglianza”. “Ricordo peraltro – aggiunge Manzato - che siamo stati anche la prima Regione che, avvalendosi del regolamento “di transizione”, ha approvato già nel 2014 bandi per oltre 130 milioni di euro destinati agli investimenti e all’insediamento dei giovani, utilizzando risorse del nuovo periodo di programmazione con le regole del vecchio Psr. Questo non è solamente il frutto di una forte volontà strategica, ma rappresenta anche il risultato di una grande operatività, propria del Dipartimento agricoltura della Regione. Un grazie pertanto a tutti i funzionari, dirigenti e collaboratori che hanno reso possibile il raggiungimento di questo obiettivo e che con il loro impegno quotidiano contribuiscono a posizionare il Veneto tra le best practice nel panorama italiano ed europeo”. Misura Linea di intervento Importo a bando (Euro); 10 Pagamento per impegni agro climatico ambientali; 10.1.1 Tecniche agronomiche a ridotto impatto ambientale 3.200.000,00; 10.1.3 Gestione attiva di infrastrutture verdi 35.000.000,00; 10.1.4 Gestione sostenibile di prati, prati-seminaturali, pascoli e prati-pascoli in zone montane 60.000.000,00; 10.1.7 Biodiversità - Allevatori e coltivatori custodi 4.000.000,00; 11 Agricoltura biologica; 11.1.1 Pagamenti per la conversione all’agricoltura biologica 5.800.000,00; 11.2.1 Pagamenti per il mantenimento dell’agricoltura biologica 16.000.000,00; 13 Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici; 13.1.1 Indennità compensativa in zona montana 20.000.000,00; Totale complessivo 144.000.000,00. Informazioni sul bando potranno essere ottenute nelle prossime settimane nel portale dell’agricoltura veneta Piave www.Piave.veneto.it  e nella sezione bandi-agricoltura del sito della Regione Veneto www.Regione.veneto.it    
   
   
SICUREZZA ALIMENTARE, PROTOCOLLO FRA REGIONE, ISTITUTO ZOOPROFILATTICO, UNIVERSITÀ DI PISA E IMPRESE  
 
Firenze - Più sicurezza alimentare per i consumatori e meno adempimenti burocratici per le imprese. Questo l´obiettivo del protocollo che è stato firmato all´auditorium di Santa Apollonia a Firenze. A firmarlo due assessori della Regione, Luigi Marroni per la sanità e Gianni Salvadori per l´agroalimentare, il direttore dell´Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, Remo Rosati, la direttrice del Dipartimento di Scienze veterinarie dell´Università di Pisa, Daniela Gianfaldoni, i rappresentanti di tutte le associazioni rappresentative delle imprese del settore (industriali, artigianali, commerciali, consorzi ecc.) agricolo e alimentare. La firma è avvenuta nell´ambito di un convegno intitolato "La prevenzione collettiva: bilanci, riflessioni e prospettive". I lavori del convegno hanno affrontato da varie angolature tutte le tematiche relative alla prevenzione nell´ambito della quale si colloca anche un più efficiente sistema di supporto e coordinamento degli interventi relativi alla sicurezza alimentare. Il protocollo mira a creare un circuito virtuoso fra tutti i soggetti firmatari in modo da garantire sempre maggiore sicurezza alimentare semplificando e rendendo meno onerose le incombenze burocratiche per le imprese. "Nelle strategie dello sviluppo delle politiche e dei sistemi di Prevenzione Collettiva – si dice fra l´altro nel documento - è necessario puntare ad una profonda trasformazione dell´organizzazione della macchina burocratica, valorizzando la responsabilità dell´imprenditore, dei professionisti, degli enti accreditati e riorganizzando le strutture e le risorse della pubblica amministrazione sotto l´attenta regia del sistema pubblico". "La salute pubblica - sottolinea ancora il documento - è un diritto dell´individuo e della collettività, la cui tutela non può essere messa in discussione da qualsiasi interesse o necessità di carattere meramente economico o di altra natura; la possibilità di perseguire un maggiore livello di sicurezza alimentare può conciliarsi con un minore aggravio di adempimenti a cui l´impresa è tenuta nell´esercizio delle sue attività; lo scopo fondamentale di crescita delle realtà produttive e del sistema toscano è meglio perseguibile attraverso un´azione coordinata e coerente tra i vari soggetti firmatari del presente accordo e il complesso convergente delle azioni messe in campo può determinare il successo dell´intero progetto di collaborazione". L´assessore Luigi Marroni, in occasione della firma, ha sottolineato l´importanza del protocollo che mette insieme la Regione, l´Istituto Zooprofilattico, l´Università di Pisa e tutte le associazioni dei produttori. "In un´epoca come la nostra - ha detto - nella quale gli alimenti sono in gran parte molto lavorati, questo accordo è fondamentale, per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini e per semplificare la vita alle imprese, perchè il primo soggetto che garantisce la sicurezza è proprio chi lo produce. Al tempo stesso - ha aggiunto Marroni - grazie a questo protocollo daremo una ulteriore valorizzazione ai prodotti tipici della Toscana, che diventeranno ancora più ricchi di appeal verso i consumatori di tutto il mondo se avranno la garanzia della sicurezza alimentare. In questo senso - ha continuato - saremo molto presenti anche a Expo, perchè il controllo della filiera alimentare garantisce i cittadini ma anche i nostri prodotti." "Questo accordo - ha detto il direttore dell´Istituto Zooprofilattico, Remo Rosati - ci permetterà di programmare nei prossimi due anni attività e progetti con l´obiettivo di perseguire un maggior livello di sicurezza alimentare attraverso un´azione coordinata e congiunta tra i soggetti firmatari, una condivisione fra istituzioni per garantire salute, anche attraverso la prevenzione." Per mettere insieme le competenze dei vari soggetti e dare attuazione concreta agli intendimenti dell´accordo sono previsti un "comitato di coordinamento" con i rappresentanti di tutti i firmatari, di responsabili di "linee progettuali" scelti dal comitato di coordinamento e un "gruppo tecnico di lavoro" . Entro 60 giorni dalla firma del protocollo sarà preparato un progetto operativo con le linee di azione della prima annualità. La Regione Toscana, l´Istituto Zooprofilattico del Lazio e Toscana, l´Università di Pisa – Dipartimento di Scienze Veterinarie e le organizzazioni delle imprese alimentari si impegnano, in base alle rispettive competenze, a supportare l´accordo con la partecipazione dei propri rappresentanti e nella progettazione e realizzazione degli interventi. La Regione Toscana ha anche stanziato 200 mila euro per la realizzazione dei primi 2 piani operativi. Il supporto del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell´Università di Pisa e dell´Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana sarà rivolto anche alla ricerca e definizione di soluzioni tecniche e organizzative improntate alla qualità e alla standardizzazione dei modelli di lavoro e alla formazione. Fra i punti qualificanti del protocollo si sancisce il confronto fra le imprese e la pubblica amministrazione (Punto di ascolto dell´impresa) anche attraverso gli strumenti telematici e una sede stabile di valutazione (Border tecnico-scientifico) tra Regione, Asl, categorie economiche e mondo della ricerca, capace di assicurare risposte concrete in un settore complesso e disciplinato in modo articolato, da norme comunitarie e nazionali e competenze regionali e dove le funzioni di controllo sono affidate in larga parte all´asse Regione-asl-comuni. Obiettivo del protocollo è anche quello di garantire la "tracciabilità sanitaria dei prodotti", ovvero documentare ai consumatori l´effettiva provenienza e tracciabilità sanitaria della filiera, attraverso un sistema di registrazioni sanitarie a cui possono aderire produttori, trasformatori e dettaglianti, su base volontaria, e gestito dal sistema pubblico. In sintesi dunque un accordo di collaborazione finalizzato a coordinare tutte le attività di supporto al "Sistema della Sicurezza alimentare", attraverso un meccanismo che permetta di far diventare la sicurezza, grazie alla collaborazione fra imprese e sistema pubblico delle tutele sanitarie, il primo e più importante biglietto da visita per le imprese, garanzia dei prodotti verso il consumatore finale nei mercati di tutto il mondo.  
   
   
RECUPERO CIBO MENSE, AL PROGETTO ADERISCONO ANCHE QUELLE DELLA REGIONE TOSCANA  
 
Firenze – Anche il cibo che avanza nelle mense regionali (Novoli, via Alderotti e consiglio regionale), così come accade già nelle mense universitarie di Pisa e come presto accadrà anche in quelle di Firenze e Siena, non sarà smaltito ma verrà distribuito, attraverso Banco Alimentare e Caritas, ai più bisognosi. E´ questa la novità che emerge dalla firma dell´accordo di collaborazione, avvenuta oggi a Palazzo Strozzi Sacrati, tra Regione, Azienda regionale per il Diritto allo Studio Universitario ed i tre Comuni di Firenze, Pisa e Siena, sedi dei tre atenei, per il recupero del cibo in 6 mense universitarie. Sul recupero del cibo delle mense universitarie, per donarlo alle organizzazioni che operano nel campo della solidarietà sociale, quella di Pisa ha fatto da apripista con il ´Progetto Homeless´: un´esperienza promossa dalla Società della salute e realizzata con la collaborazione di coop sociali e Caritas. Prendendo spunto da questo progetto, l´accordo siglato oggi estende l´iniziativa anche alle mense universitarie di Firenze (2) e Siena (1). A queste, in virtù di un´apposita previsione contenuta nell´accordo stesso, si aggiungono anche le 3 fiorentine della Regione (centro direzionale di Novoli, via Alderotti e consiglio regionale) gestite dalla Camst. "Siamo riusciti – spiega la vicepresidente Stefania Saccardi – a trovare un accordo con il gestore, la Camst, il Banco Alimentare e la Caritas. Il Banco si occuperà di gestire operativamente il recupero del cibo mentre la Caritas di metterlo a disposizione delle persone più bisognose attraverso le proprie strutture. L´accordo, originariamente, riguarderebbe soltanto le mense dei tre atenei ma contiene un punto che impegna la Regione a promuovere il recupero anche presso le proprie mense". Nelle 6 mense universitarie toscane ogni anno vengono erogati circa 2,4 milioni di pasti, più di 300 mila quelli serviti nelle tre mense della Regione a Firenze. Soltanto nelle mense universitarie si stima una rimanenza annua di quasi 104 mila pasti, pari a circa 21 tonnellate di cibo. In quelle di Pisa, dove il progetto è già in atto da alcuni anni, dal 2011 al 2014 sono stati recuperati oltre 70 mila pasti. "C´è una cospicua quantità di cibo – aggiunge Saccardi – che non viene consumato, si stima più di cento pasti ogni giorno. Una legge dello Stato, quella cosiddetta del ´Buon Samaritano´ promuove il recupero degli alimenti invenduti, sia quelli delle mense che quelli della grande distribuzione, da parte delle organizzazioni che operano nel campo della solidarietà. In tal modo si riducono gli sprechi e una buona quantità di rifiuti e si aiutano tante persone in difficoltà". L´accordo infatti impegna i firmatari a realizzare e promuovere percorsi ed iniziative di formazione, educazione e sensibilizzazione che vanno in questa direzione. "A questo proposito – conclude Stefania Saccardi – vorrei aggiungere che nelle future procedure di gara per l´assegnazione dei servizi di ristorazione delle mense regionali inseriremo clausole in favore di quei soggetti che si impegneranno al recupero delle eccedenze alimentari". "Il recupero di cibo non consumato nelle mense universitarie per destinarlo a persone e famiglie bisognose – dichiara il presidente Dsu Marco Moretti - è un atto dovuto di sensibilità sociale dell´Azienda regionale per il Diritto allo Studio. Questa iniziativa è una operazione che va in continuità con quanto fatto fino ad ora ed esprimo i più sinceri ringraziamenti al consigliere Consani che ha seguito questo progetto in tutte le sue fasi. L´esperienza già maturata a Pisa – conclude - ed oggi estesa a tutte le sedi di ateneo della Toscana consente di rendere omogenea una buona prassi su tutto il territorio regionale". "Partiamo da buone pratiche – commenta l´assessora alle politiche sociali del Comune di Pisa Sandra Capuzzi - che diventano patrimonio di tutti. Un accordo che ci permetterà di recuperare lo spreco e che crea un´altra sinergia tra i tre territori sedi di università, un´iniziativa innovativa sotto tutti i punti di vista". Soddisfatta anche l´assessora alle politiche sociali del Comune di Siena, Anna Ferretti, che considera "l´accordo firmato oggi di estrema importanza perchè ci consente di mettere in rete un´altra realtà del nostro territorio per poter sostenere le famiglie in difficoltà. Già esistono intese con Misericordia e Caritas. A queste si aggiunge quello con il Dsu che ci permette di rendere operativo l´intervento". Infine il commento dell´assessore al welfare del Comune di Firenze, Sara Funaro, che giudica l´iniziativa "importante perchè fa capire la sensibilità delle istituzioni nei riguardi di un tema così delicato. Il Comune di Firenze ha dato subito la propria disponibilità. Un impegno rilevante in un momento di riorganizzazione e di razionalizzazione delle risorse".  
   
   
AGRICOLTURA E TURISMO: 1,5 MILIONI DI EURO PER FAVORIRE PARTECIPAZIONE IMPRESE SARDE A EXPO  
 
Cagliari - Un milione e mezzo di euro per favorire la partecipazione a Expo 2015 delle imprese sarde agroalimentari, artigiane e dei comparti turistico e del commercio. Lo prevedono due delibere approvate ieri dalla Giunta su proposta degli assessori dell´Agricoltura e del Turismo, Artigianato e Commercio, Elisabetta Falchi e Francesco Morandi. Il contributo alle organizzazioni di produttori agricole formalmente riconosciute o ad altre forme associative sarà pari a 500mila euro, concesso nella misura dell´80 per cento in regime de minimis e finalizzato alle attività di commercializzazione promosse, non solo durante l´esposizione universale nella città di Milano, ma in tutto il territorio nazionale. Il provvedimento approvato dall’esecutivo stabilisce di finanziare prioritariamente progetti comuni che, tramite la cooperazione delle organizzazioni di produttori, garantiscano una maggiore rappresentatività delle imprese sarde. L´agenzia Argea pubblicherà l’avviso con le procedure amministrative per la concessione delle risorse. Si favorirà quindi la partecipazione a Expo delle aziende artigiane, del settore del commercio e del turismo attraverso un intervento integrato. La delibera proposta dall´assessore Morandi prevede in primo luogo di avviare misure di sostegno sotto forma, anche in questo caso, di aiuto de minimis sulla base di uno stanziamento di mezzo milione di euro, nonché di realizzare interventi per incrementare la visibilità e promuovere le produzioni locali nell´ambito dei temi sulla presenza della Sardegna a Expo con i restanti 500 mila euro. Le due tipologie di azione saranno indirizzate ad aggregazioni di imprese artigiane e di altri comparti iscritte all´albo. Ogni beneficiario avrà diritto a un contributo massimo di 100mila euro. Le iniziative di internazionalizzazione finanziate dovranno attenersi ai contenuto del progetto strategico di partecipazione della Regione al grande evento milanese incentrato sul tema "Sardegna isola della qualità della vita". Quest´ultima deliberazione sarà inviata alla Commissione consiliare competente per l´acquisizione del parere.  
   
   
PRESENTATA A GENOVA SLOW FISH 2015  
 
 «Educazione, formazione, informazione. Ecco gli elementi distintivi di questa edizione di Slow Fish, che vorrei lasciasse un segno nel pubblico e soprattutto nei bambini che verranno a trovarci», con queste parole Carlo Petrini, presidente di Slow Food, ha presentato la settima edizione della manifestazione organizzata insieme alla Regione Liguria, in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Porto Antico di Genova dal 14 al 17 maggio. Riprendendo i temi del programma, da oggi su www.Slowfood.it , Petrini ha ricordato che «in questi 11 anni dalla prima edizione la situazione degli oceani e dei mari non è affatto migliorata. Anzi, ad esempio l´inquinamento non si arrestato e l´ocean grabbing, l´accaparramento delle risorse del mare da parte di multinazionali senza scrupoli, come avviene per la terra in Africa e America Latina, sta compromettendo gravemente gli stock ittici e la sussistenza delle piccole comunità di pesca. Dobbiamo avere una visione un po´ più lunga del nostro passaggio terreno, pensare alle generazioni future, a cui questa civiltà negherà i privilegi di cui stiamo godendo noi stessi». Citando il messaggio di Papa Francesco per Expo, Petrini dice: «Dio perdona sempre, gli uomini qualche volta, la terra non perdona mai. Se avveleniamo la terra non possiamo aspettarci che i frutti che la terra ci dà non ci avvelenino, e lo stesso vale per i mari. Alla vigilia di Expo mi auguro che l´Italia abbia il coraggio di affrontare i temi veri, che dai sei mesi esca una riflessione seria su due fronti: la morte per fame e lo spreco di cibo. Oggi sembra che la cucina e i grandi chef siano al centro della nostra vita, quando la fame nel mondo è una vergogna per tutti noi. Secondo la Fao, bastano 34 miliardi di dollari all´anno per fermare questa piaga, e non si trovano, mentre si è trovato di più per salvare le banche o si spende ogni anno una cifra sbalorditiva per gli armamenti. Non possiamo parlare di sviluppo economico se c´è ancora morte per fame. Il profitto e la crescita economica devono essere al servizio dell´umanità. Il secondo grande tema, schizofrenico rispetto al primo, è lo spreco di cibo: buttiamo il 40% del cibo prodotto e questo è connaturato al nostro sistema. L´unica soluzione è mettere davanti a tutto l´uomo e l´umanità, il profitto deve avere ragion d´essere solo se prima c´è l´uomo». Petrini chiude il suo intervento con un appello a tutti noi: «Dobbiamo riprendere in mano la bellezza, l´agricoltura, l´economia primaria per ricominciare da una nuova civiltà che ridefinisca il rapporto tra economia e natura, senza consumare il pianeta. L´italia è visitata da millenni per la sua bellezza. Se la distruggiamo perdiamo una fonte importante di ricchezza». Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria, ha ricordato le sette edizioni di Slow Fish: «Il mio mandato è stato segnato piacevolmente dalla collaborazione con Slow Food, fin dall´inizio, quando con Carlo Petrini cominciammo a parlare della necessità di unire i territori liguri, dalla tutela della costa ai boschi della montagna. Abbiamo sempre creduto in Slow Fish perché ci permette di riflettere davvero sul nostro mare e di parlare dell´economia primaria, quella che è fatta di cibo, agricoltura e pesca. Sono convinto che questo paese si possa salvare solo ricominciando a puntare su queste attività. Dobbiamo rimettere in moto una cultura della tutela del territorio, a partire dall´entroterra, altrimenti aumenteranno i disastri ambientali a valle e si moltiplicheranno i casi di dissesto idrogeologico». «Non basta cambiare rotta, dobbiamo anche sapere dove andiamo e per questo a Slow Fish stiamo cercando di mettere insieme i migliori esperti a livello nazionale ed europeo», ha commentato Silvio Greco, presidente del Comitato scientifico di Slow Fish, anticipando due temi al centro della quattro giorni genovese: «Il grande problema dell´inquinamento del Mediterraneo da microplastiche: secondo alcuni studi recenti sono presenti 100 mila frammenti per km quadrato e 38,2 milligrammi per metro quadro di catrame pelagico, che vengono soprattutto assorbiti dai cetacei. L´altra questione che affronteremo è l´impegno del Ministero dell´Ambiente verso la definizione di una strategia marina. Questo ci consentirebbe innanzitutto di conoscere un po´ di più il Mar Mediterraneo». La città che ci ospita dal 2003 da quest´anno è coinvolta ancora di più, Genova apre le proprie case grazie ai cittadini che avranno piacere di ospitare i delegati di Slow Fish, pescatori e ricercatori che arriveranno da tutto il mondo. Un modello già sperimentato con successo a Torino con il Salone del Gusto e Terra Madre. «Genova accoglie Slow Fish interconnettendo il territorio, a partire dai giovani che amano l´ambiente e che grazie a Slow Fish fin da piccoli cominciano ad avere un atteggiamento positivo», ha commentato Carla Sibilla, assessore alla cultura e al turismo del Comune di Genova. «Quest´anno inoltre, accogliendo i delegati, diamo un ulteriore segnale di unione e condivisione degli obiettivi. Inoltre, per noi Slow Fish segna anche l´inizio di eventi che coinvolgono Genova nell´anno di Expo 2015». L´incontro è stato aperto dai saluti di Gian Luigi Miazza, presidente di Ligurian Ports Alliance, e Germano Gadina, membro di Giunta della Camera di Commercio di Genova. Questi temi si riflettono nel programma di Slow Fish che offre un´esperienza multisensoriale in cui l´assaggio si completa con il piacere della cultura legata al cibo. Dai Laboratori del Gusto alle attività per i più piccoli dello spazio Slow Food Educazione, dal Mercato di Slow Fish dove acquistare il prodotto fresco e conservato, olio, spezie, sale, alghe e derivati agli approfondimenti dei Laboratori dell´acqua. E poi, cosa c´è di meglio di una sosta in Enoteca con un buon bicchiere di vino e uno sfizioso manicaretto? O dell´ormai classico abbinamento tra un bel boccale nella Piazza delle Birre e un originale street food nelle Cucine di Strada... Il programma è su www.Slowfood.it