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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 24 Febbraio 2011
NUOVI INDIZI SULLA LATERALITÀ CEREBRALE  
 
Bruxelles, 24 febbraio 2011 - Una nuova ricerca condotta nel Regno Unito suggerisce che le nostre dimensioni alla nascita e il peso della placenta potrebbero contenere indizi sul modo in cui la parte destra e la parte sinistra del cervello funzionano una in relazione con l´altra nel corso della vita. Queste interessanti scoperte, presentate sulla rivista Plos One, potrebbero aiutare a migliorare le nostre conoscenze di una serie di disturbi legati alla lateralità cerebrale. La ricerca è stata condotta presso l´Università di Southampton e presso il Medical Research Council Lifecourse Epidemiology Unit del Southampton General Hospital nel Regno Unito. Ai fini dello studio, il team ha analizzato le risposte neurologiche di 140 bambini a riposo e come reazione a una maggiore attività cerebrale. Ai bambini, di 8 o 9 anni, è stato chiesto di impegnarsi in attività divertenti e creative che avevano anche un elemento di difficoltà - come inventare una storia e interpretarla davanti a una videocamera. Monitorando le fluttuazioni della temperatura della membrana del timpano nelle orecchie dei bambini, i ricercatori sono stati in grado di analizzare il flusso sanguigno in diverse parti del cervello e di rilevare le differenze nell´attività dei due lati. I risultati, riferisce il team, suggeriscono in particolare "che lo stress svela differenze inerenti alla lateralità cerebrale". Mettendo in correlazione i risultati con il peso alla nascita e il peso della placenta dei bambini, registrati nel contesto di uno studio precedente, i ricercatori hanno osservato che i bambini nati piccoli, con una placenta relativamente grande, tendevano a mostrare maggiore attività nel lato destro del cervello rispetto a quello sinistro. Come spiega il team, questa specifica tendenza dell´attività cerebrale è stata legata a disturbi dell´umore come la depressione. Questo atipico peso della placenta rispetto al feto potrebbe essere causato da condizioni difficili durante la gravidanza, per esempio quando le mamme in attesa sono esposte ad alti livelli di stress. Una limitata disponibilità di nutrienti specifici, che potrebbe stimolare la crescita della placenta in quanto il corpo della madre cerca di compensare alla scarsa alimentazione del feto, è un´altra probabile causa - sebbene questa particolare reazione fisiologica è associata a fasi specifiche della gravidanza. Questi risultati si aggiungono a un più ampio corpo di ricerca che studia i legami tra le condizioni avverse durante la gestazione e i cambiamenti a lungo termine della funzionalità del cervello. Uno squilibrio tra le dimensioni alla nascita e peso della placenta potrebbe anche contribuire a una propensione verso malattie, come l´ipertensione, e verso reazioni fisiche più forti allo stress nel corso della vita. "Il modo in cui cresciamo prima della nascita è influenzato da molte cose come quello che le nostre madri mangiano durante la gravidanza e la quantità di stress cui sono sottoposte. Questo può avere implicazioni a lungo temine per la nostra salute mentale e fisica nel corso della vita," commenta il dott. Alexander Jones, che ha coordinato il team e si è poi trasferito presso l´Istituto di salute del bambino dell´University College di Londra. "È la prima volta che siamo riusciti a collegare la crescita prima della nascita all´attività cerebrale molti anni dopo," aggiunge. "Speriamo che questa ricerca possa cominciare a fare nuova luce sul perché alcune persone siano più inclini a malattie come la depressione." Il team sta prendendo in considerazione metodi per portare questa ricerca al livello superiore - per esempio con l´aiuto della risonanza magnetica funzionale (Rmf), che permetterebbe una maggiore sensibilità di monitoraggio e potrebbe permettere ai ricercatori di identificare in modo preciso quali aree del cervello sono in funzione. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Southampton: http://www.Soton.ac.uk/mediacentre/news/current.shtml  Plos One: http://www.Plosone.org/home.action  Per scaricare l´articolo Plos One, fare clic: http://www.Plosone.org/article/info%3adoi%2f10.1371%2fjournal.pone.0017071   
   
   
DISABILI, VARATO PIANO D´AZIONE A TUTTO CAMPO FORMIGONI: UGUAGLIANZA E PROTAGONISMO. 400 MLN PER IL 2011 PIU´ COMUNICAZIONE E PERCORSI DEDICATI IN SANITÀ  
 
 Milano, 24 febbraio 2011 - Rafforzare, innovare e coordinare le politiche a favore dei disabili, per assicurare a ciascuno pari opportunità di realizzazione personale e garantire elevati standard di qualità della vita. E´ questo l´obiettivo del Piano d´Azione Regionale 2010-2020 per le persone con disabilità, approvato dalla Giunta regionale su proposta del presidente Roberto Formigoni e presentato oggi in una conferenza stampa cui hanno partecipato, insieme al presidente, l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, e il presidente di Aisla (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) e direttore scientifico del Centro Nemo, Mario Melazzini. Questo programma decennale - realizzato dal Gruppo di Approfondimento Tecnico coordinato dallo stesso Melazzini e che ha visto la partecipazione di tutte le Direzioni Generali della Regione - affronta per la prima volta in Italia a livello regionale il tema della disabilità con un approccio nuovo e trasversale, basato sui concetti di ´uguaglianza e partecipazione´ che sono le parole chiave della Convenzione Onu sui diritti dei disabili (recepita dallo Stato Italiano con la legge 18 del 2009). Dopo aver ringraziato il prof. Melazzini per ´l´opera preziosissima´ svolta con il Gruppo di approfondimento tecnico - attività che ha avviato una collaborazione stabile dello stesso Melazzini con Regione Lombardia - il presidente Formigoni ha ricordato l´importanza di una ´politica unitaria a favore delle persona con disabilità´ sottolineando l´obiettivo di ´potenziare e modernizzare gli interventi dando un punto di riferimento unico´. ´La Lombardia - ha spiegato Formigoni - ha già fatto molto ma quello di oggi rappresenta un cambio di passo molto importante. E´ un Piano specifico per affiancare e sostenere le persone con disabilità, introducendo politiche nuove che si affiancano a quelle già realizzate con il coinvolgimento di tutte le Direzione generali della Regione´. ´Siamo la prima Regione in Italia - ha spiegato ancora Formigoni - ad avere questo tipo di attenzione e di iniziative. I cittadini con disabilità appartengono alla nostra comunità e sono capaci di portare un contributo straordinario alla vita di tutti´. La spesa prevista per le politiche a favore delle persone con disabilità prevista per il 2011 è di 400 milioni di euro, esclusa la spesa sanitaria. ´Un Piano d´Azione - ha sottolineato Boscagli - al quale siamo giunti grazie ad un confronto attento e trasversale non solo tra le varie Direzioni Generali della Regione Lombardia ma anche con consultazioni puntuali e la collaborazione delle associazioni del Terzo Settore´. Molte le azioni previste che sono state ricordate dallo stesso Boscagli. Innanzitutto, ´un forte investimento sulla Carta Regionale dei Servizi per favorire la fruibilità dei servizi e garantire anche una più puntuale conoscenza sul fenomeno della disabilità´. Oggi si stima che ci siano oltre 350.000 disabili in Lombardia (di cui oltre 20.000 studenti) ma non c´è un censimento puntuale. ´Vogliamo parlare di migliore fruibilità - ha sottolineato l´assessore regionale - piuttosto che di accessibilità´, introducendo il concetto di vera e reale fruizione dei servizi per le persone con disabilità. Tra gli altri interventi, Boscagli ha poi sottolineato la necessità di ´un piano di comunicazione per far conoscere a tutti l´offerta di servizi per le persone disabili (oggi non sempre ben nota´ e l´impegno ad ´estendere il modello, già sperimentato all´ospedale San Paolo di Milano, di percorsi e cure dedicate ai disabili nelle strutture sanitarie, introducendolo in almeno una Azienda ospedaliera in ogni Asl´. Altre azioni riguardano: il miglioramento della fruibilità dei mezzi di trasporto pubblico; la riallocazione delle risorse, che verranno centrate sulla domanda piuttosto che sull´offerta, oltre che la promozione di azioni di fund raising esterno per finanziare nuovi progetti e l´utilizzo della leva fiscale per incentivare comportamenti virtuosi tra privati cittadini, sistema produttivo e terzo settore; la conferma e il potenziamento del sistema della Dote per istruzione, formazione e università; l´introduzione della figura del Case manager, un operatore in grado di farsi carico della persona con disabilità e della sua famiglia per accompagnarli nella fruizione di tutti i servizi di cui hanno bisogno. ´Siamo partiti - ha spiegato Melazzini - dall´identificazione del bisogno, andando sul territorio per far emergere ciò che è già presente, ciò che va ottimizzato e ciò che va invece messo in campo ex novo, svolgendo un lavoro trasversale caratterizzato da un coinvolgimento attivo e propositivo di tutti. Questo è un Piano per tutti: la disabilità è infatti una condizione che ciascuno può sperimentare nella propria vita´. Melazzini, richiamando i concetti chiave di ´fruibilità´ e ´partecipazione attiva della persona´, ha sottolineato come il piano sia uno ´strumento che permette ai cittadini lombardi non solo di vedere riconosciuti diritti ma anche di soddisfare i bisogni, stressando il concetto di uguaglianza´. ´Si tratta - ha concluso - di una vera rivoluzione culturale´. Il Piano parte da un presupposto fondamentale e cioè che la disabilità non è il problema di un gruppo minoritario all´interno della comunità ma una condizione che ognuno può sperimentare durante la propria vita. Per questa ragione verrà introdotto l´utilizzo della Icf (International Classification of Functioining, Disability and Health) come linguaggio comune a tutti gli operatori della rete (´.Chiunque in un contesto ambientale sfavorevole, può diventare persona con disabilità.´). Gli Obiettivi - Gli obiettivi principali del Piano sono: garantire piena dignità di esistenza a tutti i cittadini, promuovendo un ambiente favorevole che coinvolga tutti i settori della società (sanità, educazione, lavoro, mondo dell´impresa, terzo settore, enti e istituzioni locali, trasporti, tempo libero, ecc); realizzare un ambiante sempre più capace di sostenere concretamente la volontà delle persone con disabilità di perseguire la propria realizzazione personale e sociale. E´ inaccettabile infatti avallare l´idea che alcune condizioni di salute o di disabilità rendano indegna la vita e trasformino il malato o la persona con disabilità in un peso sociale. Le Strategie - Il Piano d´Azione Regionale è dunque uno strumento operativo, integrato e sinergico, che definisce obiettivi e strumenti per una politica regionale unitaria per le persone con disabilità e le loro famiglie, concepito in maniera intersettoriale e interassessorile, per migliorare le politiche per la disabilità favorendo le esperienze virtuose già presenti sul territorio, razionalizzando e ottimizzando in questo modo l´esistente e garantendo la continuità di risposte, affinché la persona sia riportata al centro e resa protagonista del sistema in tutte le fasi della vita. Le principali strategie sono: garantire continuità di risposta ai bisogni delle persone con disabilità lungo tutto l´arco della vita, con particolare cura per i momenti di transizione e cambiamento; migliorare i livelli di accessibilità e fruibilità di strutture e territorio; sviluppare una rete integrata dei servizi, che si attivi in modo personalizzato e incoraggi la partecipazione consapevole di individui e famiglie. In particolare, le azioni riguardano: Salute e Assistenza (sostegno alla famiglia nell´accoglienza e nella cura, accompagnamento della persona e della sua famiglia - centri per la famiglia e Case manager, percorsi sanitari accessibili e fruibili) - Educazione (conferma e potenziamento del sistema della Dote per istruzione, formazione e università) - Lavoro - Accessibilità, fruibilità e mobilità (spazi abitativi privati, mobilità, tempo libero e turismo, Expo 2015). Alcuni Dei Principali Progetti - Approfondimento Comunicazione - Nei prossimi mesi verrà realizzata una campagna di informazione, rivolta a tutti i lombardi, per far conoscere meglio l´offerta di servizi a favore delle persone con disabilità. E´ stata infatti rilevata la mancanza di una conoscenza su quanto già oggi viene garantito per venire incontro alle diverse esigenze. Crs - Obiettivo del Piano è sviluppare le potenzialità della Carta Regionale dei Servizi innanzitutto per raccogliere dati di carattere quantitativo e qualitativo sulle condizioni delle persone con disabilità, superando l´attuale deficit di conoscenza. Se la Crs conterrà informazioni di questo genere, l´accesso ai servizi sarà più facile e la risposta ai bisogni più efficace. Accesso Alle Cure - Con il Progetto Dama (Disabled Advanced Medical Assistance), è stato sperimentato e perfezionato all´ospedale San Paolo di Milano un modello di accoglienza ed assistenza che coinvolge un gruppo di figure professionali dedicate ai pazienti disabili (medici, infermieri professionali, personale amministrativo e volontari formati). E´ una equipe multidisciplinare, che costituisce il nucleo che gestisce in prima persona i problemi medici e chirurgici, costruisce i percorsi diagnostico-terapeutici e coordina tutta l´attività degli specialisti e dei servizi coinvolti. Obiettivo del Piano è estendere questa pratica alle altre strutture sanitarie regionali. Case Manager - Sarà un operatore in grado di farsi carico della persona con disabilità e della sua famiglia per accompagnarli nella fruizione di tutti i servizi di cui hanno bisogno. Questa nuova figura, che verrà introdotta nei servizi regionali, potrà dunque rappresentare un punto unico di contatto delle persone disabili e delle loro famiglie nei confronti del sistema dei servizi della Regione Lombardia. Tra le varie funzioni: presa in carico diretta della persona, elaborazione di un piano personale, facilitazione nella gestione e nell´utilizzo delle risorse finanziarie, ecc.  
   
   
LINFOMA ALK- POSITIVO: PUBBLICATI I PRIMI RISULTATI DEL TRATTAMENTO DI QUESTO TUMORE CON UN INIBITORE DELLA PROTEINA ALK  
 
Milano, 24 Febbraio 2011 – Sono pubblicati oggi sul New England Journal of Medicine, la più prestigiosa rivista di medicina del mondo, i risultati sul trattamento di pazienti affetti da linfoma Alk- positivo (conosciuto anche col nome di linfoma anaplastico a grandi cellule) con una nuova molecola, il crizotinib, che inibisce la proteina Alk alla base del linfoma. La pubblicazione é firmata dal Prof. Carlo Gambacorti Passerini, professore associato di Medicina Interna nel dipartimento di Medicina Clinica e prevenzione dell’Università di Milano-bicocca, dal Prof. Enrico Pogliani, direttore dell´Unita di Ematologia dell´Ospedale San Gerardo, e dalla Prof.ssa Cristina Messa, docente di Medicina Nucleare. Il gruppo di ricerca della facoltà di Medicina dell’Università di Milano-bicocca, diretto dal Prof. Gambacorti Passerini, lavora da alcuni anni alla ricerca preclinica su questo tipo di linfoma e ha già prodotto importanti contributi nella conoscenza di questa patologia. La sperimentazione é stata condotta su due pazienti di 20 e 26 anni di età in fase avanzata di malattia, che rappresentano i primi pazienti al mondo trattati con questi tipo di terapia. Il linfoma Alk- positivo I Linfomi Anaplastici a Grandi Cellule (Alcl) rappresentano un gruppo di Linfomi non-Hodgkin caratterizzati dall´espressione dell´antigene glicoproteico di superficie Cd30/ki-1. Il meccanismo attraverso il quale la proteina Alk viene sregolata in questa malattia è una traslocazione cromosomica, simile a quella che avviene nella Leucemia Mieloide Cronica, che fonde parte del gene Alk con il gene Npm, producendo così un gene ibrido Npm-alk. I linfomi Alk- positivo rappresentano una malattia estremamente aggressiva, con rapida crescita, sintomi sistemici e mortalità elevata. In Italia, ogni anno, si registrano circa mille nuovi casi. La terapia a base di crizotinib è stata avviata alla fine dello scorso giugno ed è tuttora in corso. I due pazienti, inizialmente ricoverati presso l’Unità di Ematologia del San Gerardo di Monza e attualmente dimessi, erano «casi estremamente avanzati – ha commentato il Prof. Enrico Pogliani, direttore del dipartimento di Medicina Clinica e prevenzione dell’Ateneo e dell´Unità di Ematologia – per i quali i vari livelli di chemioterapia, incluso il trapianto autologo di midollo osseo, avevano fallito. All’inizio della terapia i pazienti non avevano più di poche settimane di vita». La terapia con crizotinib ha evidenziato una risposta soggettiva (scomparsa della febbre, diminuzione o scomparsa dei dolori) già dopo tre/quattro giorni di trattamento, con successiva regressione completa delle lesioni presenti dopo un mese di terapia. I pazienti sono stati dimessi dall´ospedale dopo due/tre settimane ed ora continuano a casa la cura. Un paziente ha già raggiunto gli otto mesi di trattamento, il secondo cinque mesi. La somministrazione avviene per via orale due volte al giorno e al momento risulta ottimamente tollerata, essendo stati riscontrati solo un episodio di diarrea lieve ed un altro di disturbi visivi, entrambi durati meno di dieci giorni. «Trattandosi di pazienti con malattia in fase estremamente avanzata – afferma il Prof. Gambacorti Passerini - la durata nel lungo periodo non è assicurata. Quello che è sicuro, invece, data l´entità della risposta e i risultati molto simili nei due pazienti trattati, è l’attività terapeutica molto importante e un minore impatto tossico del cizoinib rispetto ai più tradizionali farmaci citotossici/chemioterapici». La rapidità della risposta terapeutica è arrivata anche dai controlli Tac/pet effettuati nelle Unitá di Medicina Nucleare e Radiologia dirette dalla Prof.ssa Messa e dal Dr. Di Lelio. La verifica della terapia sarà ora estesa ad altri sette centri di cura e ricerca italiani mediante uno studio coordinato dal Prof. Gambacorti Passerini che durerà due anni e coinvolgerà circa 30 pazienti in tutta Italia. «Cinque pazienti in totale hanno iniziato questo trattamento» ha concluso il Professore.  
   
   
LA SANITÀ NEL LAZIO AFFONDA RIFLESSIONI E PROPOSTE PER SALVAGUARDARE IL DIRITTO ALLA SALUTE  
 
Roma, 24 febbraio 2011 - “La Sanità non ha colore. E’ un tema che appartiene a tutti, ed è per questo che sono felice di vedere rappresentate tante categorie sociali tra il pubblico presente a questo incontro: dai medici agli operai, dai professionisti ai semplici cittadini”. Con queste parole, di fronte ad una sala attenta ed affollata, seppur capiente (e dove in molti non sono riusciti ad entrare) Marco Scipioni, membro dell’assemblea della Federazione romana e regionale del Pd, ha aperto il convegno “La Sanità nel Lazio affonda”, tenutosi nel pomeriggio del 22 febbraio presso l’Hotel Capital Inn di Roma. Scipioni ha sintetizzato, nel suo intervento, le principali zone d’ombra contenute nelle 1.500 pagine del nuovo Piano sanitario regionale della Giunta Polverini. “Un piano – ha spiegato Scipioni, che prevede un taglio totale di 2.865 posti letto, con la chiusura di 24 presidi ospedalieri e l’introduzione di un paradossale sistema di Macroaree, che escluderà molti cittadini da qualunque servizio sanitario di prossimità”. “Senza contare – ha continuato Scipioni – che il Piano, secondo dati Confindustria, comporterà dai 2.000 ai 3.000 licenziamenti, senza contare le altre migliaia di lavoratori dell’indotto: ebbene, trovo scandaloso che di tutto questo si parli così poco”. Sul percorso di approvazione del “Piano Polverini”, Scipioni ha spiegato come esso sia stato concepito “senza nessun confronto né con le parti sociali, né con le opposizioni, né con i sindaci sui cui territori si sarebbe poi realizzato il piano di tagli”. Scipioni ha concluso il suo intervento soffermandosi sul caso del Pronto Soccorso di Frascati, “che verrà chiuso malgrado i 30.000 accessi annui”, e fornendo alcuni dati curiosamente in controtendenza, come il caso del Gemelli, che” in un panorama di tagli generalizzati, si vede assegnare a vario titolo fondi per un totale di oltre 35 milioni di euro”. All’intervento di Scipioni hanno fatto seguito quelli di Adolfo Pagnanelli (Primario del Pronto Soccorso al Policlinico Casilino), che con l’aiuto di slides ha esaurientemente spiegato ai presenti l’incongrua logica delle Macroaree, e di Umberto Marroni (Capogruppo del Pd al Comune di Roma), che ha sottolineato “la totale assenza, nella pianificazione territoriale del Piano sanitario, del sindaco Alemanno, troppo impegnato nel mega-spot dei cosiddetti ‘Stati Generali’, tra le Olimpiadi del 2020 e fumosi progetti di ricostruzione di Tor Bella Monaca, e lontano dalle esigenze quotidiane dei cittadini: ad esempio, asili nido, lavoro, sanità e welfare”. E’ stata poi la volta di Tonino D’annibale (Consigliere del Pd alla Regione Lazio), che ha parlato del Piano Polverini come di un “massacro per la sanità pubblica” ed ha esortato le forze di opposizione, sia alla Regione che al Comune, a “dare battaglia contro le iniquità - come avvenuto con successo per il folle ticket che era previsto per i disabili gravi - anche con l’utilizzo degli interessanti studi presentati durante il convegno. Sono inoltre intervenuti Giulio Ermini (in rappresentanza della Cgil Fp Lazio), Vittorio Alveti (Consigliere all’Viii Municipio) e Fulvio Papini (Coordinatore del Circolo Pd “Torre Spaccata”).  
   
   
TUMORI, SOLO UN ADOLESCENTE SU 10 IN CENTRI D’ECCELLENZA “AIUTIAMO LE FAMIGLIE A SCEGLIERE IL MEDICO GIUSTO”  
 
Milano, 24 febbraio 2011 – Gli adolescenti ammalati di tumore troppo spesso sono lasciati in una “terra di nessuno” e non vengono curati né dall’oncologo pediatra né dall’oncologo dell’adulto. Ogni anno in Italia a circa 1000 ragazzi tra i 15 e i 19 anni viene diagnosticata una neoplasia, ma solo il 10% riesce a raggiungere un centro di eccellenza e a ricevere le migliori cure disponibili. Il dato allarmante emerge da uno studio condotto dall’Associazione Italiana di Ematologia ed Oncologia Pediatrica (Aieop) e pubblicato su European Journal of Cancer. “Il lavoro – spiega il prof. Fulvio Porta, presidente Aieop – ha coinvolto oltre 22.000 pazienti, di cui 1745 adolescenti. Circa l’80% dei bambini sotto i 15 anni colpiti da cancro è trattato in centri specializzati Aieop. Ma, nonostante due terzi dei tumori degli adolescenti siano neoplasie tipiche dell’età pediatrica, la maggior parte dei giovani tra i 15 e i 19 anni non è curata in strutture adeguate. Si pone con forza un problema di accesso alle cure per questo sottogruppo di malati oncologici, che hanno quindi minori probabilità di guarire dei bambini, a parità di condizione clinica”. Le cause? “Un elemento importante – sottolinea il dott. Andrea Ferrari, oncologo pediatra dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano e primo autore dello studio – è rappresentato dalla ridotta partecipazione degli adolescenti ai protocolli clinici di oncologia pediatrica e quindi dal limitato accesso alle migliori cure possibili. Vi sono infatti barriere legate ai limiti di età, presenti negli ospedali e nei trial. Inoltre talvolta il medico a cui il paziente si rivolge per la prima volta non lo invia ai centri in grado di trattarlo in modo ottimale”. È importante stabilire in quali strutture devono essere curati gli adolescenti e i giovani adulti, colpiti da un tumore pediatrico. “Studi scientifici internazionali – continua il prof. Porta – hanno evidenziato significative differenze in termini di sopravvivenza tra pazienti adolescenti trattati in centri e con protocolli pediatrici rispetto ai coetanei curati in oncologie mediche dell’adulto, soprattutto se la diagnosi riguarda le leucemie acute e i sarcomi. Il classico modello interdisciplinare dell’oncologia pediatria è il più adatto a rispondere alla esigenze particolari di questi malati: il paziente e la famiglia sono al centro del modello relazionale, che si avvale però di un’intera equipe multispecialistica in cui, accanto all’oncologo, lavorano quotidianamente il chirurgo, il radioterapista, il radiologo, il patologo, l’endocrinologo, il neurologo, lo psicologo, l’assistente sociale, l’educatore, l’intrattenitore (e, in campo pre-clinico, il biologo e il ricercatore). Il dogma della ‘presa in carico globale’ del paziente, fondamentale per il bambino, ha un valore maggiore nell’adolescente”. I limiti di età, spesso fissati arbitrariamente a 18, 16 o 15 anni, rappresentano un ostacolo per l’inclusione degli adolescenti in protocolli clinici pediatrici e il raggiungimento di alti standard di cura. L’aieop ha istituito una Commissione con l’obiettivo di superare queste barriere: verrà prodotto un documento che indichi azioni programmatiche a livello istituzionale (nel Piano Oncologico Nazionale, nelle Università e nelle scuole di specialità), mediatico, locale (proponendo la modificazione dei limiti di età nei diverse strutture), nazionale (collaborando in maniera strutturata con le associazioni e i centri di oncologia dell’adulto), internazionale (creando sinergie con i vari gruppi di lavoro, tra cui l’International Working Group on Adolescents and Young Adults della International Society of Pediatric Oncology Siop, la Livestrong Foundation, la Teenager Cancer Trust Tct). “Una reale svolta – continua il dott. Ferrari, responsabile della Commissione Aieop – ci potrà essere solo se saremo capaci di migliorare la collaborazione tra il mondo dell’oncologia pediatrica e quello dell’oncologia medica. È necessario un cambiamento culturale: anche gli esperti dell’adulto devono essere coinvolti in questi protocolli, altrimenti i giovani malati continueranno a esserne esclusi”. Negli ultimi anni è emersa con forza l’idea di un nuovo modello organizzativo multidisciplinare, con personale, medico infermieristico e di altre specialità, che sia specificatamente dedicato agli adolescenti e ai giovani adulti con tumore, con spazi e ricerche dedicati che rispondano alle loro necessità. “La sfida – conclude il dott. Ferrari - è quella di pensare a una nuova disciplina, una vera e propria nuova sub-specialità dell’oncologia, che gli anglosassoni chiamano ‘adolescent and young adult (Aya) oncology’. Ma la sensazione oggi è che siano davvero cambiate l’attenzione e le risorse dedicate a questi pazienti e alle neoplasie che possono insorgere in questa fascia di età. La strada verso una nuova comprensione dei loro aspetti biologici, clinici e psico-sociali è avviata”.  
   
   
REGINA ELENA: NOVITA’ PER BLOCCARE L’ANGIOGENESI NEL MELANOMA CELL DEATH AND DIFFERENTIATION PUBBLICA STUDIO IMPORTANTE PER “FARMACI INTELLIGENTI”  
 
 Roma, 24 febbraio 2011- E’ di recente pubblicazione lo studio che ha evidenziato il particolare meccanismo molecolare che favorisce l’angiogenesi nel melanoma, dopo che i ricercatori avevano già dimostrato il ruolo cardine di una proteina coinvolta in numerose neoplasie. Interessante risultato da utilizzare per nuove strategie terapeutiche con i “farmaci intelligenti”. Lo studio è stato coordinato dalla Dr.ssa Donatella Del Bufalo e condotto dalla Dr.ssa Daniela Trisciuoglio del Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Regina Elena. Il lavoro pubblicato su Cell Death and Differentiation contribuisce alla comprensione dei meccanismi molecolari attraverso cui la proteina Bcl-2 è in grado di indurre la produzione da parte delle cellule tumorali di fattori che sostengono l’angiogenesi, cioè la formazione dei nuovi vasi sanguigni che portano ossigeno e nutrimento all’interno del tumore. E’ proprio grazie all’angiogenesi che il tumore cresce e si diffonde in altri organi attraverso la formazione di metastasi. La proteina Bcl-2 è presente in numerose neoplasie, tra cui il melanoma, e la sua espressione si collega con la resistenza che i tumori manifestano alla chemioterapia e radioterapia convenzionale. Precedenti studi condotti dal gruppo di ricerca della Dr.ssa Donatella Del Bufalo hanno dimostrato che la proteina Bcl-2 svolge un ruolo cardine nel regolare l’espressione di molecole responsabili dell’angiogenesi tumorale, quali il Fattore di Crescita per le cellule Endoteliali (Vegf). “Abbiamo rivolto la nostra attenzione – spiega la Dott.ssa Donatella Del Bufalo - ad una regione della proteina Bcl-2 denominata Bh4, la quale era già nota essere importante nel favorire la sopravvivenza delle cellule tumorali. Il nostro studio ha scoperto tale regione quale responsabile della capacità della proteina Bcl-2 di regolare l’angiogenesi.” La dimostrazione del ruolo della regione Bh4 nella capacità della proteina Bcl-2 di indurre angioegenesi tumorale risulta molto importante perché può rappresentare un nuovo bersaglio per “farmaci intelligenti”, capaci di interferire con i meccanismi di formazione dei nuovi vasi all’interno del tumore. Interferire con la funzionalità di tale regione potrebbe rivelarsi una nuova strategia per la terapia dei pazienti affetti da melanoma.  
   
   
MILANO, INAUGURATA CASABETTI: UN PROGETTO CONCRETO CHE RISPONDE AL BISOGNO DI AUTONOMIA DEI GIOVANI DISABILI  
 
Milano, 24 febbraio 2011 - “Rispondere al bisogno di autonomia delle persone con disabilità attraverso un progetto concreto, sostenendo sia chi è in difficoltà, aiutandolo a rendersi indipendente, sia le famiglie”. Così il Sindaco Letizia Moratti, insieme con l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, è intervenuta ieri all’inaugurazione di Casabetti, un’abitazione per giovani persone con disabilità nel quartiere Gallaratese. Tra i presenti il presidente del consiglio di Zona 8 Claudio Consolini, il parroco della parrocchia Santi Martiri Anauniesi Don Riccardo Festa, il direttore di Caritas Ambrosiana Don Roberto Davanzo, il presidente del Consorzio Sis Stefano Granata, il presidente dell’associazione Presente Futuro Michele Procopio e il presidente della Cooperativa Azione Solidale David Scagliotti. “Casabetti – ha proseguito il Sindaco – è sinonimo di una tradizione che conferma la nostra città ai vertici in materia di qualità dei servizi alla persona anche nei settori più difficili. Questa nuova struttura, infatti, è molto di più di una comunità alloggio, rappresenta la volontà dell’Amministrazione comunale di ascoltare i bisogni dei suoi cittadini e di dare risposte e soluzioni concrete, è un esempio della virtuosa collaborazione tra pubblico e privato sociale, di una generosità tutta milanese che non lascia solo nessuno”. “Quello inaugurato oggi – ha dichiarato l’assessore Landi di Chiavenna - è un tassello importante e innovativo della rete di protezione e di inclusione sociale del Comune di Milano. Casabetti non è, infatti, soltanto una comunità alloggio ma soprattutto una ricchezza per Milano. E’ indubbio che il sistema di accoglienza e di protezione che vediamo oggi all’opera assume una rilevanza particolare quando riguarda da vicino il benessere delle famiglie con figli disabili. Con questa iniziativa si risponde alla domanda che una persona con disabilità porta con sé ed esprime continuamente, con proprie modalità: una domanda di vita analoga a quella che ciascuno di noi si pone. Una domanda di riconoscimento della propria autonomia, di possibilità di esprimere le proprie potenzialità, di opportunità di vivere esperienze diversificate, di occasioni e contesti per costruire e mantenere legami ed affetti. Una domanda che corrisponde ai principi ispiratori di Casabetti, la cui convenzione di sostegno, che l’Assessorato alla Salute intende stipulare con la Cooperativa Azione Solidale, si va ad aggiungere alle 74 convenzioni già in atto per progetti residenziali diversificati e personalizzati che accolgono, oggi, 625 ospiti con disabilità”. Il progetto di Casabetti nasce dal desiderio di genitori e familiari di persone con disabilità, che vivono principalmente nel quartiere, aderenti all’Associazione Presente e Futuro, di creare una Casa dove le persone disabili possano sperimentare il loro essere adulti vivendo al di fuori della propria famiglia, con un adeguato sostegno fisico, psicologico ed educativo. La realtà disponibile a rendere concreto questo progetto è Azione Solidale, che da anni lavora sul tema del “dopo di noi…durante noi” con azioni di sperimentazione di vita autonoma e di sostegno alle famiglie. L’associazione e la cooperativa, con il supporto del Consorzio Sis, hanno cominciato a pensare e progettare insieme una casa dove le persone con disabilità possano vivere in un contesto adeguato ed accogliente, con il sostegno di professionisti e di volontari, assicurando alle persone residenti qualità di vita e relazioni. Il progetto si realizza grazie alla Parrocchia dei Santi Martiri Anauniesi, che ha deciso di destinare a nuova attività sociale ampi spazi parrocchiali in via Ugo Betti, 62 nel quartiere Gallaratese e all’interessamento di Caritas Ambrosiana. Così gli spazi parrocchiali sono diventati una casa dove otto persone con disabilità possono vivere in contesto adeguato e accogliente, rispondendo al diritto della persona con disabilità di vivere fuori dal contesto familiare, nel proprio territorio, dove ci sono i propri legami e le realtà conosciute e alla sua famiglia di affrontare con serenità il futuro dei propri figli più fragili. Casabetti sorge tra l’altro all’interno di un progetto residenziale integrato. Nello stesso caseggiato si trovano, infatti, anche l’abitazione del sacerdote ed una comunità per minori. La parrocchia, il quartiere ed i suoi abitanti costituiranno il contesto sociale all’interno del quale si realizzerà l’integrazione e l’inclusione di questa casa con l’esterno. La cooperativa Azione Solidale coordinerà il progetto e gestirà la comunità, l’associazione Presente e Futuro affiancherà la cooperativa nel ruolo di monitoraggio, sostegno e accompagnamento delle famiglie coinvolte. Casabetti sarà convenzionata con il Comune di Milano – Assessorato alla Salute ed accoglierà i cittadini milanesi con disabilità prioritariamente del quartiere Gallaratese.  
   
   
SANITÀ IN UMBRIA: MARINI: ODONTOSTOMATOLOGIA FIORE ALL’OCCHIELLO POLO UNICO  
 
 Perugia, 24 febbraio 2011 - "Una nuova eccellenza che va ad arricchire la già notevole alta specializzazione del Polo unico ospedaliero di Perugia, al servizio dell´intera comunità regionale e nazionale". E´ quanto affermato dalla Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo centro di Odontostomatologia dell´Azienda ospedaliera di Perugia, realizzato all´intero del Polo didattico della Facoltà di medicina e chirurgia. Il progetto, cui è stato dato il nome "Curare insegnando a colorare la salute dei denti", si rivolge a tutte le fasce di età, privilegiando quella dei bambini, che nel nuovo centro troveranno personale qualificato ed ambienti disegnati e realizzati per accoglierli. Nel suo intervento la presidente Marini ha ricordato come sia stato uno dei primi atti approvati dalla Giunta regionale da lei presieduta quello relativo all´estensione dell´assistenza odontoiatrica, con particolare riferimento alla prestazioni odontostomatologiche, per tutti i cittadini umbri appartenenti alle fasce sociali meno abbienti. "Quando si verifica, come nel caso delle cure dentali - ha affermato Marini -, una eccessiva mobilità di cittadini alla ricerca, in altre regioni o addirittura in altri Paesi, di risposte alla propria domanda di salute vuol dire che c´è qualcosa nel sistema che non funziona. Noi invece intendiamo elevare quanto più possibile la possibilità di offrire ai nostri cittadini adeguate cure pubbliche anche in un settore come quello odontoiatrico particolarmente oneroso." Sollecitata dall´intervento del Rettore dell´Università degli studi, Francesco Bistoni, la Presidente Marini ha voluto dedicare un passaggio del suo intervento anche alla questione "convenzione sanità": "sarà quello del rinnovo della convenzione - ha detto la presidente - un passaggio cruciale per le sorti e la funzionalità del nostro sistema sanitario. E non possiamo consentire che questo rapporto si riduca alla realizzazione di una convezione tutta piegata alla sola gestione ed organizzazione dei rapporti tra Regione e Università in tema di sanità. Dobbiamo innanzitutto saper cogliere questa opportunità per mettere le basi verso un servizio sanitario che deve saper offrire al tempo stesso risposte adeguate e nuove alla domanda di salute e stimolare ogni opportunità di innovazione e ricerca scientifica". Secondo la presidente occorre però considerare, in vista della nuova convezione, lo scenario istituzionale di riferimento, e cioè l´attuazione del federalismo: "questo sarà l´anno in cui saranno effettuate scelte decisive. Quelle che segneranno il futuro dell´autonomia e della responsabilità delle regioni, con la definizione sia dei costi standard soprattutto in sanità, che dei livelli essenziali di assistenza. Noi ci presentiamo a questo appuntamento con i conti in ordine e le carte in regola. Tant´è che siamo tra le poche regioni italiane a rispettare tutti i criterio e parametri individuarti dal Governo per la scelta delle regioni ´bancmark´, cioè le regioni i cui costi medi saranno utilizzati per definire quelli che in ogni regione dovrà rispettare. Per ciò che riguarda l´organizzazione del sistema sanitario nelle due città capoluogo dove vi è la presenza dell´università, ritengo, come ho già avuto modo di dire, che il principio, dell´azienda integrata dovrà essere quello ispiratore".  
   
   
MILANO, PIO ALBERGO TRIVULZIO, DE CORATO: “FIRMATI 468 CONTRATTI CON UOMINI DEL CARROCCIO NEI CDA, METÀ DELLA ‘PORCILAIA’ FATTA SOTTO IL LORO NASO” ANCHE LEGA SI ASSUMA PROPRIE RESPONSABILITÀ, SBAGLIATO RIFIUTO DIMISSIONI  
 
Milano, 24 febbraio 2011 - “Quando si ha avuto, come ha avuto il Carroccio, ben 17 membri nei Cda del Pio Albergo Trivulzio e nell’istituto Golgi Redaelli è poco credibile chiamarsi fuori da ogni responsabilità. Men che meno fare la voce grossa: mai come in questo caso è vero il proverbio, can che abbaia non morde. Perché andando a vedere solo al Pat, nel periodo in cui il Carroccio poteva avere voce in capitolo, avendo un proprio nominato nel consiglio di amministrazione, ovvero dal ‘94 al al ’98 e dal 2004 a oggi, sono stati stilati 468 contratti sui 1064 complessivi. Ovvero il 44 %. Dunque metà della ‘porcilaia’ è stata prodotta sotto il naso del Carroccio che non ha subodorato nulla. Pertanto il celodurismo di facciata cozza con la realtà dei fatti. Numerica”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. “Non è rifiutando le dimissioni, come ha fatto un consigliere leghista – sottolinea De Corato – che si possono cambiare le carte in tavola. Così facendo ci si nasconde dietro un dito. E non si dà prova di maturità e responsabilità. Peccato. Ma da qui a inscenare crociate contro tutti pensando di passare per immacolati ce ne corre. I cittadini sapranno comunque giudicare questi comportamenti”.  
   
   
FVG ESPERIENZA PILOTA IN EDUCAZIONE CONTRO INFORTUNI  
 
Udine, 24 febbraio 2011 - Gli esiti del secondo anno di attuazione dell´esperienza pilota della Regione Friuli Venezia Giulia nella formazione dei giovani alla cultura della sicurezza sono stati presentati a Udine, alla Camera di Commercio, nel corso di un convegno su "studenti informati, cittadini sicuri", organizzato dai soggetti attuatori del progetto: la Regione, l´Ufficio scolastico regionale, la Direzione regionale dell´Inail, e la sezione regionale dell´Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro (Anmil). Anche se nel Friuli Venezia Giulia il numero di infortuni sul lavoro, nonostante episodi anche recenti possano far pensare il contrario, verificatisi nel 2010 sia diminuito del 14 per cento rispetto al 2009, occorre, com´è stato ribadito da diversi dei numerosi intervenuti al convegno, perseguire con rinnovato impegno la strada della prevenzione. Ovvero, l´obiettivo che la Regione si prefigge da tempo. Come ha ricordato l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, l´Amministrazione è sempre stata attiva nel settore, e tra le iniziative attuate in particolare nell´ultimo biennio, spicca quella avviata lo scorso anno, rivolta ai lavoratori in cassa integrazione. Tale iniziativa era volta a consentire loro di impiegare il periodo trascorso lontano dal posto di lavoro formandosi in materia di sicurezza e adeguando le proprie conoscenze alla evoluzione tecnologica e di filiera delle aziende nelle quali sono o saranno occupati. La Brandi si è poi soffermata sulla consistenza del progetto rivolto agli studenti, che era oggetto del convegno. Alcuni dei giovani protagonisti dell´esperienza educativa maturata lo scorso anno dall´iniziativa nelle scuole erano presenti in sala: nel 2010 sono stati realizzati 25 percorsi formativi; essi, per una durata complessiva di 1000 ore, hanno interessato 20 istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia. Quest´anno il progetto "Studenti formati, cittadini sicuri", che stante la sperimentazione già positiva, può ormai essere considerato uno standard corretto per l´educazione dei ragazzi alla sicurezza e a uno stile di vita adeguato a tutelare se stessi ma anche gli altri dai pericoli della quotidianità, sarà ampliato ulteriormente, coinvolgendo 35 istituti scolastici. Accanto a questo progetto, tra gli altri in atto, la Regione - ha aggiunto la Brandi - ha attivato anche un´altra rete efficace sempre nell´ambito della prevenzione degli infortuni, che vede coinvolte le Province, i maestri del lavoro e i consulenti del lavoro. L´obiettivo che si prefigge l´Amministrazione è quello di arrivare, entro il 2012, a ottemperare alla direttiva della Ue la quale, entro tale periodo, impone una riduzione degli infortuni sul lavoro sull´intero territorio comunitario del 25 per cento. Il convegno, presente il Prefetto di Udine, Ivo Salemme, è stato aperto dal direttore dell´Agenzia regionale del lavoro, Domenico Tranquilli, che ha ricordato, tra gli obiettivi dell´incontro, l´opportunità di raccogliere dai rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori, nonché da tutti i soggetti interessati, indicazioni utili per ottimizzare ulteriormente il progetto formativo. Quindi, il direttore regionale dell´Inail, Elvia Ferrari, ha ricordato i cardini della prevenzione degli infortuni, che si impernia sulla collaborazione tra le istituzioni, sul confronto, sulla ricerca, sull´educazione, sull´acquisizione di un metodo efficace e sull´impegno nelle realtà del territorio. E mentre Santa Pighin, responsabile della sicurezza dell´Ufficio scolastico regionale, ha trattato delle attese del sistema dell´istruzione, Romeo Mattioli, presidente regionale dell´Anmil, ha evidenziato come la propaganda e le campagne di sensibilizzazione, ma anche l´educazione nelle istituzioni scolastiche, abbiano consentito la diminuzione degli infortuni in Italia, lo scorso anno rispetto al 2009, del 14 per cento (da 25 mila a 22 mila). A incidere su questo dato a livello nazionale, secondo Mattioli è stata in parte anche la crisi economica che ha ridotto il lavoro e la produzione. Ma, nel Friuli Venezia Giulia, il calo è stato realmente determinato dai percorsi di sensibilizzazione e di formazione. L´anmil nella nostra regione conta 11 mila soci. Un dato che sta a significare come in passato gli infortuni sul lavoro abbiano inciso molto, di riflesso sulla comunità, e, direttamente, su numerose famiglie del Friuli Venezia Giulia.  
   
   
SANITA´: VENERDI´ A PESCARA CONVEGNO A CURA DELL´ASR ABRUZZO  
 
Pescara, 24 febbraio 2011 - Venerdì 25 febbraio, dalle ore 9.30 alle 14.00, presso la sede Dell´agenzia Sanitaria Regionale di viale Monti 9 a Pescara, si terrà un importante convegno che tratterà la tematica riguardante la "Deprivazione socioeconomica comunale, ambiente e salute nei territori d´Abruzzo". Il seminario è stato organizzato nell´ambito del Progetto strategico per lo sviluppo della "Epidemiologia e Vis"-delibera Asr Abruzzo n. 28/2010. L´incontro è aperto a tutti gli operatori regionali del settore sanità. Responsabile del seminario è il Dr. Felice Vitullo dell´ Agenzia Sanitaria Regionale. Us 11/23/02  
   
   
CENTRO AGOPUNTURA SAN PAOLO DI NAPOLI, PROTESTA RIENTRATA. IL COMMISSARIO ASL NA 1 SPIEGA CHE LA LEGGE NON FINANZIA LA MEDICINA NON CONVENZIONALE  
 
 Napoli, 24 febbraio 2011 - Il commissario della Asl Napoli 1 Mario Vasco ha incontrato stamattina Ottavio Iommelli, responsabile del reparto di agopuntura del centro di medicina non convenzionale dell´ospedale San Paolo. Vasco ha spiegato che dal punto di vista tecnico e normativo non è possibile dare seguito alle richieste manifestate. Le prestazioni in oggetto non sono previste dal Dpcm del 29 novembre 2001 e non rientrano dunque nei livelli essenziali di assistenza. Al termine del colloquio, la protesta è rientrata. Iommelli ha chiesto una proroga del progetto fino al 15 marzo per completare i cicli di agopuntura in programma, e si è impegnato a presentare, su richiesta di Vasco, una apposita relazione dettagliata sulle attività e sui pazienti interessati. Il commissario si è riservato di dare una risposta dopo gli approfondimenti del caso.  
   
   
BOLZANO: APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO: "DALLA CURA DI SÈ ALLA CURA DELL’ALTRO"  
 
Bolzano, 24 febbraio 2011 - Iniziativa formativa promossa dalla Scuola provinciale in lingua italiana per le professioni sociali che ha sede in via S. Geltrude,3 a Bolzano. Tra quanti operano in ambito assistenziale non è raro riscontrare come la motivazione nei confronti della professione sia frequentemente minata sia da fattori estrinseci, come i risultati che si riesce a raggiungere, sia dalla propria biografia personale. Vi è tuttavia in ciascuno una tensione costante a rinnovare le ragioni di interesse verso il proprio lavoro. Si tratta di un bisogno di senso che interpella ogni operatore e che si appaga quando il soggetto riesce a ridare valore al proprio quotidiano, attraverso processi che sono solo in parte consci. Il corso "Dalla cura di sè alla cura dell’altro" vuole offrire agli operatori strumenti cognitivi, linguistici e affettivi per una lettura più consapevole delle dinamiche insite nella “relazione di cura”. Il percorso avrà inizio con una riflessione sul concetto di Sé e sulla pratica professionale, intesa come un succedersi continuo di occasioni di crescita e di trasformazione. Rivisitare l’esperienza individuale potrà permettere all´operatore di risignificare la propria professionalità, oltre i saperi tecnicistici del proprio lavoro. Il corso si terrà il 24 ed il 25 marzo, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00, presso la Scuola Provinciale per le Professioni Sociali in via S. Geltrude, 3. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni: Scuola Provinciale per le Professioni Sociali, “L. Einaudi” - Bolzano, Via S. Geltrude, 3 - Uff. Formazione Continua tel. 0471/ 414456--4418 – fax 0471/414455. Sito internet: http://www.Sociale-einaudi.fpbz.it/  
   
   
MODENA, GALLERIA CIVICA MOSTRA ANNA MALAGRIDA DAL 3 APRILE AL 19 GIUGNO 2011  
 
Modena, 24 febbraio 2011 - La Galleria Civica di Modena inaugurerà sabato 2 aprile 2011 alle 18.00 alla Palazzina dei Giardini (corso Canalgrande 103) la prima retrospettiva italiana dell’artista spagnola Anna Malagrida, coprodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, in collaborazione con la Fundación Mapfre di Madrid, a cura di Isabel Tejeda. Protagonista della scena contemporanea spagnola, presente in numerose personali e collettive in tutta Europa e negli Stati Uniti, Anna Malagrida (Barcellona, 1970) è un’artista che si esprime attraverso la fotografia, il video e l´installazione. Per la mostra che sarà allestita alla Palazzina dei Giardini, prima assoluta dell’artista spagnola nel nostro Paese, Anna Malagrida realizzerà tre opere nuove, una delle quali verrà donata alla Raccolta della Fotografia contemporanea della Galleria Civica. Nel percorso espositivo varie serie di istantanee e alcuni video, oltre a un’installazione dal titolo "La sala de baile" che occuperà l´intera area di ingresso della Palazzina: una forma realizzata in tessuto che allude a un abito di foggia ottocentesca volerà sospesa sotto la cupola, riflessa da alcuni specchi, come a muovere passi di danza. L´installazione riprenderà in chiave contemporanea l´antica destinazione della Palazzina, in origine Casino delle Feste della corte Estense. Non mancheranno alcune serie di immagini fra le sue più conosciute, fra cui "Interiores" (2000-2001), sedici fotografie centrate sui ritratti di persone vicine all’artista e sulla riproduzione di strade e case del villaggio di Mouchotte, o "Vistas Veladas" (2007), con immagini colte durante un viaggio in Giordania di cui è protagonista la città di Amman ritratta dall´alto, dalle finestre di alcuni hotel di lusso. Lavoro complementare a questa serie, anch´esso visibile in mostra, il video "Danza de Mujer", girato nel deserto giordano nel 2007, che riprodurrà l´interno di un rifugio e mostrerà un velo scuro che copre una piccola finestra con il vento che lo muove di tanto in tanto, come una danza. Il "ballo" del velo è una metafora visuale che si riferisce alla condizione della donna nel mondo arabo. Il catalogo, Tf.editores, è in lingua inglese e francese (con testi in italiano in brochure allegata). Nel volume saggi di Rachida Triki, storica dell´arte all´Università di Tunisi, Martin Peran, critico d´arte e professore di storia dell´arte all´Università di Barcellona, testi di Isabel Tejeda, curatrice della mostra, e un´intervista ad Anna Malagrida. Anna Malagrida. Note biografiche Nata a Barcellona nel 1970 Anna Malagrida vive a Parigi dal 2004. Debutta come fotografa nel 1988, anno in cui si iscrive all´Universitat Autònoma de Barcelona, dove in seguito ottiene una laurea in Scienze dell´informazione. Prosegue la sua formazione all´École Nationale Supérieure de la Photographie di Arles (1993). A partire dal 1998 sviluppa una personale poetica in equilibrio fra opacità e trasparenza, intimità ed esteriorità, vita quotidiana e rappresentazione, indagando all´interno delle immagini i limiti fisici e concettuali del visibile. Le sue opere invitano lo spettatore a sperimentare un´esperienza bivalente, al contempo fisica e intuitiva. Una dualità proposta attraverso scenari ricorrenti – la finestra, la frontiera – utilizzati per far dialogare fra loro i diversi spazi e suggerire un´idea sottesa di instabilità o ambiguità. Anna Malagrida sonda il rapporto tra la fotografia e il mondo contemporaneo; emergono nel suo lavoro tracce evidenti di una riflessione costante sull´immagine nell´attualità, i limiti della fotografia e la dualità dello sguardo. La finestra è un motivo chiave della sua poetica, cui l´artista affida un ruolo strategico: è il limite fra interno ed esterno, soglia attraverso la quale invita lo spettatore a entrare in relazione con l´immagine fotografica. Elemento di separazione o frammento capace di unire lembi diversi della realtà, qualche volta è rappresentata anche come semplice vetro trasparente che non interferisce con la nostra percezione, ma prende in altre occasioni un carattere deliberatamente pittorico. Tuttavia non tutto è sempre visibile nel lavoro della Malagrida. Il quadro della finestra implica sempre un fuori campo che invita lo spettatore, durante la contemplazione, a dispiegare la propria immaginazione.  
   
   
OLIMPIADI ROMA 2020: POLVERINI, REGIONE PRONTA A SFIDA PER SUCCESSO DI TUTTI  
 
Roma, 24 febbraio 2011 - La Regione darà un apporto e una disponibilità convinta per sostenere la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Così la presidente Renata Polverini, parlando agli Stati Generali della Città ieri al Palazzo dei Congressi all’Eur, ha ribadito l’impegno della Regione Lazio per l’assegnazione dei Giochi olimpici a Roma. “Più il Lazio, il Paese, i cittadini si sentiranno coinvolti nel progetto – ha spiegato - più avremo le carte in regola per ottenere un risultato importante che diventi un successo di tutti”. Partecipando a una tavola rotonda insieme al sottosegretario Gianni Letta, al neo presidente del comitato promotore Mario Pescante e ad altre autorità istituzionali e sportive, Polverini ha sottolineato l’opportunità di unità di intenti delle istituzioni nella sfida olimpica evidenziando come “su eventi così importanti il nostro Paese già in passato ha dimostrato di saper tirare fuori la grinta necessaria” e ricordando a tal proposito l´esempio delle Olimpiadi invernali a Torino nel 2006 e dei rapporti interistituzionali positivi sperimentati nel Lazio su questioni importanti come i rifiuti. Polverini ha poi ravvisato la necessità di “allargare il perimetro in cui gli investimenti rimarranno disponibili sul territorio”, spiegando che in questo contesto “il ruolo principale della Regione è garantire il processo infrastrutturale, sia attraverso risorse proprie, nazionali e comunitarie”, annunciando che “nei prossimi giorni ci sarà la mappa di quello che la regione insieme al governo, anche con fondi comunitari, intende fare”. Riferendosi all’ipotesi del raddoppio dell’Aeroporto di Fiumicino, Polverini ha detto che “Roma è la location più bella del mondo ma dobbiamo presentarci con un aeroporto adeguato e con collegamenti all´avanguardia". Polverini ha colto l´occasione per congratularsi di persona con il presidente del comitato promotore Mario Pescante definendola "una candidatura autorevole”, Pescante - ha detto - “ha sempre lavorato nel mondo sport con impegno e questo è garanzia per tutti”.