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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Marzo 2012
IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE UNA STRATEGIA EUROPEA PER IL DIABETE  
 
 Strasburgo, 15 marzo 2012 - L´unione europea ha bisogno di una strategia scrupolosa per combattere il crescente problema del diabete, secondo quanto richiesto dai deputati in una risoluzione adottata mercoledì. Tale strategia è fondamentale per migliorare la cooperazione nella ricerca e per concentrarsi sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce. Il diabete, secondo le stime, colpisce oltre 23 milioni di cittadini dell´Unione. I deputati affermano che la strategia europea dovrà essere mirata alla prevenzione, alla diagnosi e alla gestione del diabete nonché all´informazione e alla ricerca. Ciò dovrà essere accompagnato da un forte impegno da parte degli Stati membri, anche se i deputati sono consapevoli che molti di loro non hanno un piano nazionale di lotta al diabete. Finanziamenti e coordinamento della ricerca - I deputati chiedono che si continui a erogare i finanziamenti per la ricerca sul diabete attraverso i programmi di ricerca dell´Unione. La Commissione dovrà redigere criteri e metodi di misurazione comuni, e dovranno esserci sforzi maggiori nel consolidare i progetti di ricerca. Prevenzione e diagnosi precoce - Il diabete di tipo 2 è una malattia prevenibile. I deputati sostengono che l´Unione europea e gli Stati membri debbano promuovere politiche in materia di ambiente, prodotti alimentari e protezione dei consumatori per fare fronte a rischi come l´obesità. Inoltre, i paesi dell´Unione dovrebbero garantire un´adeguata educazione alimentare ed esercizio fisico nelle scuole. Il diabete è spesso diagnosticato troppo tardi, e ciò può avere conseguenze gravi per la salute. I deputati sollecitano gli Stati membri a fare della diagnosi precoce una priorità assoluta nei loro programmi nazionali. Il diabete in Italia - Secondo una relazione della Federazione europea diabete, citata nella risoluzione, uno dei problemi principali in Italia nella cura e prevenzione del diabete è la mancanza d´informazione e di educazione. Le associazioni di pazienti sottolineano la carenza di personale specializzato e di strumenti medici adeguati, problemi che però colpiscono le regioni in modo diverso. Sempre secondo l´Idf, nel 2006, l´8.7% degli italiani soffriva di questa patologia (contro il 6.6% del 2003), ossia 3.850.200 persone. Le spese mediche per il diabete ammontavano nel 1999 a €5.5 miliardi, pari al 6% della spesa sanitaria totale. Il diabete nell´Unione europea - Secondo numerosi studi citati nella risoluzione: · Oltre ai 23 milioni di cittadini dell´Unione che, secondo le stime, sono affetti da diabete, altri 32 milioni soffrono di alterata tolleranza al glucosio e presentano un´elevata probabilità di sviluppare un diabete clinicamente manifesto. · A causa del dilagare dell´obesità, dell´invecchiamento della popolazione europea e di altri fattori ancora da determinare, si prevede un aumento del numero di persone affette da diabete in Europa pari al 16,6% entro il 2030. · Oltre il 50% di tutte le persone affette da diabete non sono attualmente al corrente della loro condizione. · Ogni anno i decessi riconducibili al diabete nell´Unione europea sono 325 000, ossia uno ogni due minuti. · Nella maggior parte degli Stati membri, più del 10% della spesa sanitaria è imputabile al diabete.  
   
   
SANITÀ, BRESCIANI DA IERI IN MISSIONE A MONACO VENERDÌ FIRMA ACCORDO COLLABORAZIONE REGIONE LOMBARDIA-BAVIERA VISITE AGLI OSPEDALI DI GARMISCH E AL "CENTRO DEL CUORE"  
 
Milano, 15 marzo 2012 E’ iniziata ieri la missione istituzionale di tre giorni dell´assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani a Monaco di Baviera. Prima della sigla della lettera di intenti per la cooperazione nel campo della sanità tra il Ministero Bavarese per l´Ambiente e la Salute e l´Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, prevista per la mattina di venerdì 16 marzo, l´assessore Bresciani ha in programma un fitto calendario di visite a strutture ospedaliere e di incontri ai massimi livelli istituzionali. Prima Tappa L´ospedale Di Garmisch - Nel pomeriggio di ieri l´assessore Bresciani è all´ospedale di Garmisch-partenkirchen, partner nel progetto Alias (Alpine Hospitals Networking for Improved Access to Telemedicine Services). Accompagnato da Harald Kühn, consigliere del Landkreis Garmisch-partenkirchen, Bresciani discuterà dello stato di avanzamento di Alias, soffermandosi in particolare sui vantaggi per i singoli ospedali e per le aree specialistiche. Lombardia Capofila Del Progetto Europeo Alias - Regione Lombardia è capofila del progetto europeo Alias, che coinvolge altre sei realtà alpine europee (Regione Friuli Venezia Giulia, Rhône Alpes, Cantone di Ginevra, Carinzia, Baviera, Slovenia) e prevede una serie di attività indirizzate alla creazione di un "ospedale virtuale delle Alpi": "Una struttura immateriale - spiega l´assessore Bresciani - che, attraverso una comune piattaforma tecnologica e gli strumenti della telemedicina, sia in grado di unire le competenze dei diversi presidi e del personale medico, di garantire lo scambio e la condivisione delle informazioni sanitarie e, in ultima analisi, di migliorare la capacità di diagnosi e cura per i pazienti". In pratica con Alias si possono svolgere esami clinici in un ospedale, ottenendo il referto o un consulto sui risultati da un altro, condividere le informazioni mediche e sanitarie per aumentare la qualità delle cure, soprattutto negli ospedali più piccoli o svantaggiati da un punto di vista logistico, come quelli montani. Il programma, iniziato nel 2009, è di durata triennale. Turismo Sanitario E Centro Del Cuore Tedesco - Giovedì 15 marzo, in mattinata, l´assessore Bresciani, su invito dell´Università di Deggendorf, parteciperà, al Ministero per l´Ambiente e la Salute della Baviera, al momento di lavoro dedicato al progetto europeo di turismo sanitario. Nel pomeriggio visiterà il "Centro del Cuore tedesco" di Monaco di Baviera, clinica presso l´Università tecnica di Monaco. Collaborazione Baviera-regione Lombardia - Venerdì alle 10, presso il Ministero dell´Ambiente e della Salute della Baviera, la firma del documento di collaborazione tra Baviera e Regione Lombardia in campo sanitario.  
   
   
LICIA PETROPULACOS DG DELL´AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA DI MODENA. SOSTITUISCE IL DIMISSIONARIO CENCETTI. ASSESSORE LUSENTI: SAPRÀ PORTARE AVANTI L´INCARICO CON LA STESSA PASSIONE E PROFESSIONALITÀ CHE HA DIMOSTRATO IN QUESTI ANNI DI LAVORO PER IL SERVIZIO SANITARIO.  
 
 Bologna, 15 marzo 2012 - Licia Petropulacos, medico, 48 anni, lascia la direzione generale dell’Azienda Usl di Forlì per assumere la guida dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena. Prenderà il posto di Stefano Cencetti, che ha rassegnato le sue dimissioni dall’incarico. La proposta di nomina di Petropulacos è stata fatta con delibera dalla Giunta regionale, dopo il positivo confronto con la Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Modena e dopo aver acquisito l’intesa con il magnifico rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia Aldo Tomasi. Il decreto di nomina sarà firmato dal presidente della Regione Vasco Errani, dopo l’acquisizione del formale parere positivo dell’Ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale e sanitaria. Nella stessa seduta, la Giunta regionale ha anche accettato le dimissioni presentate da Giuseppe Caroli da direttore generale dell’Azienda Usl modenese, a partire dal prossimo 1° giugno. Dopo aver ringraziato i due direttori “per il lavoro svolto e per i risultati raggiunti”, l’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-romagna Carlo Lusenti ha detto che “si apre una fase nuova per la sanità modenese”: dopo l’approvazione del nuovo strumento di programmazione locale, il Pal (Piano Attuativo Locale), si delinea un nuovo assetto di direzione nelle due Aziende sanitarie. “Per la direzione dell’Azienda Usl valuteremo nelle prossime settimane, insieme alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria, oggi – ha detto l’assessore Lusenti - presentiamo la nuova guida del Policlinico”. “Licia Petropulacos - ha aggiunto l’assessore - ha diretto l’Azienda Usl di Forlì in un momento difficile e con buoni risultati, riconosciuti da tutti. Sono certo che saprà portare avanti questo nuovo incarico, in relazione costante e proficua con l’Università, oltre che con l’Azienda territoriale e le altre Aziende sanitarie di Area vasta, con la stessa passione e la stessa professionalità che ha dimostrato in questi anni di lavoro per il Servizio sanitario, a Forlì, a Modena, in Regione”. "Il provvedimento per la nomina del nuovo direttore generale dell´Azienda Usl di Forlì - ha aggiunto Lusenti - verrà assunto nella prossima seduta di Giunta regionale, sentito l´Ufficio di presidenza della locale Conferenza territoriale sociale e sanitaria". Gli obiettivi di mandato per l’Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena sono fissati in relazione alle politiche per la salute definite dalla Regione e dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Modena. La nuova direzione, in piena sinergia con l’Università, dovrà migliorare e portare a compimento, si legge nella delibera di designazione, “le azioni di sviluppo del ruolo aziendale nel sistema regionale della formazione, della ricerca e dell’assistenza”. Dovrà rafforzare l’orientamento della propria azione ai risultati di salute, alla continuità di presa in carico, alla valorizzazione di tutte le competenze professionali, con particolare rilievo ai temi della organizzazione dell’ospedale “per intensità di cura”, e cioè di un ospedale che integra le aree di degenza tra diverse specialità secondo l’intensità del bisogno di cura del paziente ricoverato. Dovrà inoltre consolidare la capacità di una comunicazione con i cittadini caratterizzata da trasparenza, anche nel riconoscimento dei problemi e nella contestuale assunzione di responsabilità nel perseguire le azioni di miglioramento necessarie. A Petropulacos è poi chiesto di predisporre un piano di miglioramento della efficienza gestionale da attuarsi in sinergia con l’Azienda Usl di Modena in modo da dare piena attuazione alle indicazioni contenute nel nuovo Piano attuativo locale, recentemente approvato dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria. A livello di Area vasta, la direzione del Policlinico modenese dovrà, in particolare, collaborare per rafforzare il sistema Hub & Spoke (il modello organizzativo definito dalla Regione per le alte specialità ospedaliere) e per disseminare le migliori pratiche. La direzione dovrà inoltre garantire l’equilibrio economico-finanziario. Licia Petropulacos ha 48 anni, medico specialista in igiene e medicina preventiva (oltre che in oftalmologia), esperta in programmazione, organizzazione e gestione dei servizi sanitari, è attualmente direttrice generale dell’Azienda Usl di Forlì. In precedenza è stata direttrice sanitaria dell’Azienda Usl di Modena, direttrice sanitaria dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Modena, responsabile del Servizio presidi ospedalieri della Regione.  
   
   
REGIONE, POLVERINI INAUGURA NUOVO CENTRO PER AUTISMO “LA SCARPETTA”  
 
Roma, 15 marzo 2012 - “Taglio del nastro” questa mattina al Centro per l’Autismo della Asl Roma A, “La Scarpetta”, dove la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha inaugurato la struttura ristrutturata e implementata nei servizi. “Oggi – ha detto Polverini - inauguriamo una struttura che punta a diventare il centro di riferimento per l’autismo per bambini dai 3 anni ma che raggiungerà la fascia di età fino ai 25 anni e questa è una grande novità. È un centro altamente qualificato dal punto di vista professionale, sostenuto anche dalle associazioni dei genitori”. La struttura è tornata ad ospitare il Centro Diurno Terapeutico per la fascia prescolare dai 3 – 6 anni, a cui sono stati aggiunti i servizi del Centro Diurno Riabilitativo per la fascia d’età pre-adolescenziale e adolescenziale (7 – 16 anni) e il Centro Diurno Riabilitativo per adolescenti e giovani adulti (16 –25 anni). La struttura, che a regime potrà prendere in carico 120 persone, è unica nel suo genere nel Lazio proprio perché in grado di occuparsi del paziente in modo continuato, dai primi anni di vita fino ai 25 anni di età. Accompagnata dai vertici della Asl Roma A, il direttore generale Camillo Riccioni, il direttore sanitario, Angelo Barbato e il direttore amministrativo Franco Socci, Polverini ha visitato i locali del centro, che si trova a piazza Castellani, guidato da Rocco Farruggia.  
   
   
SERVIZI SOCIALI: AL VIA ACCREDITAMENTO IN UMBRIA  
 
Perugia, 15 marzo 2012 - L´accreditamento dei servizi sociali è stato al centro di un incontro formativo che si è tenuto nei giorni scorsi alla Scuola umbra di amministrazione pubblica di Perugia. Scopo dell´incontro era evidenziare lo scenario e le prospettive del nuovo modello di regolazione del sistema pubblico-privato introdotto dalla Regione Umbria che, in attuazione delle legge regionale 26/2009, ha avviato il percorso di accreditamento dei servizi sociali e sociosanitari. "Il seminario, rivolto a funzionari e dirigenti del pubblico e del privato sociale e agli amministratori del territorio regionale, è servito ad illustrare le nuove disposizioni e ad analizzare in modo partecipato il contesto di riferimento locale e nazionale in cui la Regione Umbria ne avvia il processo attuativo - ha detto la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare, Carla Casciari - La filosofia che sta dietro alla scelta dell´accreditamento, trova motivazione nel fatto che, se la Regione Umbria vuole mettere a sistema la ricchezza di rapporti di stretta collaborazione tra i diversi livelli amministrativi, le organizzazioni del terzo settore, le imprese del privato-sociale e gli altri attori del territorio, deve provvedere a regolare in maniera diversa la relazione con tali soggetti, cercando di innalzare il livello di efficacia ed efficienza del sistema dei servizi alla persona, generando una competizione centrata sull´aumento della qualità, piuttosto che sull´abbattimento dei costi per un Welfare più dinamico e che sappia rispondere in termini di servizi alle nuove emergenze. Il processo di accreditamento - ha aggiunto - ponendo al centro gli interessi dei cittadini e della pubblica amministrazione, permette di conseguire il duplice obiettivo del perseguimento della qualità e del contenimento dei costi e, allo stesso tempo, innalzare il livello di efficacia ed efficienza del sistema dei servizi alla persona, definendo adeguati standard e sistemi tariffari". La vicepresidente ha quindi ricordato che "la situazione economica e sociale degli ultimi due anni richiede una rete di protezione sociale che assicuri livelli di assistenza sempre più elevati". "Ciò vale anche nel nostro territorio - ha precisato - Infatti, anche se la Regione Umbria si è contraddistinta per un´elevata qualità sociale caratterizzata da una stretta collaborazione tra l´amministrazione regionale e gli enti locali con il Terzo settore ed in particolare con la cooperazione sociale, la forte contrazione di risorse, ora più che mai, avvalora il principio della sussidiarietà, con un ruolo centrale del pubblico che conserva un ruolo di indirizzo e controllo". Le fasi del processo, che dovrebbero portare alla definizione e alla realizzazione del sistema e che dovranno svilupparsi, attraverso il lavoro di una cabina di regia, prendono il via dalla definizione di un primo elenco di servizi per i quali si dovrà avviare il percorso di accreditamento per poi passare all´implementazione del percorso giuridico amministrativo e all´individuazione degli standard statici e dinamici dei servizi stessi. Si dovranno inoltre definire dei criteri di regolamentazione della fase transitoria che consentiranno di garantire la continuità dei contratti in essere, e poi della fase a regime che dovrà tener conto dei vincoli normativi nazionali in termini di servizi pubblici locali". Per queste finalità sono stati istituiti dei gruppi di lavoro con la funzione di elaborare gli strumenti di rilevazione per la ricognizione dei servizi sociali e socio sanitari, per la gestione dei rapporti con il territorio regionale, per la definizione dei percorsi giuridico - amministrativi con funzione, nello specifico, di definizione dei modelli per la regolazione del rapporto tra committenza e erogatore del servizio, per la definizione degli standard di qualità dei servizi sociali e socio sanitari interessati dall´accreditamento.  
   
   
WELFARE TRENTINO L´INTERVENTO CONCLUSIVO DEL PRESIDENTE LORENZO DELLAI "L´ORGOGLIO DI SAPERE CHE I PUNTI DI FORZA SONO SUPERIORI A QUELLI DI DEBOLEZZA"  
 
Trento, 15 marzo 2012 - Gli stati generali del welfare trentino, che si sono tenuti lunedì 12 marzo presso la sala della Cooperazione, hanno offerto una panoramica interessante sulle prospettive e i cambiamenti possibili di un ambito decisivo per la nostra società. A chiudere il confronto è stato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, con alcune riflessioni: "Attraverso gli stati generali abbiamo voluto rispondere in modo utile agli stimoli che avevano animato il dibattito le scorse settimane, per fare un ragionamento a 360 gradi. È stato messo sotto la lente di attenzione il nostro welfare, si sono messi in evidenza aspetti di forza e di debolezza. Io, come presidente di questa Comunità, sono orgoglioso che i punti di forza siano superiori a quelli di debolezza: il nostro è sempre stato un welfare misto, dove esiste una polarità fra pubblica amministrazione e privato organizzato ed è su questa dialettica che il welfare sta crescendo. Dunque welfare come strumento non solo di recupero sociale per chi è uscito dai circuiti di cittadinanza, ma per partecipare attivamente". "Ci sono elementi di debolezza - sono state le riflessioni del presidente Dellai - ed è su questi che lavoreremo, raccogliendo gli stimoli arrivati. Il punto di consapevolezza diffuso sul piano delle criticità è che siamo di fronte a uno scenario generale che non è quello di dieci anni fa. Oggi questo crea preoccupazione perché vengono messe in discussione le basi stesse di quel modello di welfare che abbiamo conosciuto alcuni anni fa. Ci dicono che noi trentini abbiamo un´impostazione scandinava, del nord Europa, dei paesi più spinti per universalità ed incisività del welfare, questo è certamente vero, ma il modello è in crisi. Questa deve essere dunque la prima consapevolezza: pensare alla sua sostenibilità. Due le gambe su cui si deve reggere: politiche di istruzione e formazione e politiche passive, integrate sul lavoro. La società sta producendo nuovi bisogni, vi è una crisi profonda, e proprio per questo diventano ancora più imprescindibili i due pilastri su cui deve poggiare il welfare: istruzione e inclusione nei processi lavorativi. Come Provincia autonoma di Trento, da un lato con la delega che abbiamo ottenuto grazie all´Accordo di Milano sull´Università, dall´altro con la titolarità quasi piena sulle politiche del lavoro, possiamo operare scelte fondamentali per una politica sul welfare. Una politica che lo indichi come dimensione trasversale di crescita e di coesione sociale. La scelta forte sulla formazione è per il reinserimento lavorativo, di inclusione sociale, come è il Progettone. Su questi due fronti noi ci siamo: istruzione e lavoro, per essere autonomi non in senso localistico, ma di aiuto al nostro Paese, affinché il Trentino sia sempre più laboratorio, modello di politiche innovative anche nel comparto del welfare". Per dare continuità a questi stati generali - sono state le conclusioni del presidente Lorenzo Dellai - ci sono cinque parole da prendere a paradigma, su cui lavorare. Valutazione. "Abbiamo bisogno di implementare e qualificare i metodi di valutazione del nostro welfare". Formazione. "Abbiamo un welfare spinto che ha bisogno di attori sempre più preparati, sia di tutta la rete della pubblica amministrazione che di quelli della collettività". Cultura. "Se non si rinforzano i valori civili della comunità non potremo evolvere, l´humus della società è fondamentale perché welfare è un modo di essere. Il Trentino è un luogo dove valori di civiltà, di solidarietà, di auto mutuo aiuto sono consolidati, ma esigono manutenzione. Non può farlo solo la pubblica amministrazione, ma è la società civile che si deve organizzare". Innovazione. "E´ il contrario di auto referenzialità. Sappiamo che è difficile, perché spesso è difficile cambiare, anche qui è una strada in salita, però il contesto nel quale viviamo non ci consente di innovare solo un settore, una parte. Dobbiamo invece smontare e rimontare. Se la sfida è innoviamoci tutti, noi pubblica amministrazione e voi società civile organizzata, allora questo è il risultato più importante di questi stati generali. C´è anche l´innovazione della pubblica amministrazione su cui fare leva ed altra strada è quella delle Comunità di valle che dovranno amministrare attraverso piani sociali pensati per il territorio e scritti dal basso, con con gli attori sociali di quel territorio". Responsabilità. "Facciamo tesoro delle critiche, ci rendiamo conto che su tematiche così delicate il confronto non è mai sufficiente. Tuttavia prima di tutto serve la responsabilità dei cittadini, stiamo spingendo su questa assunzione di responsabilità del cittadino, delle parti sociali. Poi assunzione di responsabilità anche da parte della comunità, della collettività, visto che circa il 50 per cento delle nostre risorse passa per il terzo settore, per la rete del welfare. Noi non siamo un ente finanziatore, vogliamo essere partner degli attori sociali, sulla base di questo c´è una comune assunzione di responsabilità. Il ruolo del terzo settore è un valore per la collettività".  
   
   
PARMA, CTSS: GUARDANO AL FUTURO I RISULTATI DEL PAL PRESENTATO IL MONITORAGGIO SUGLI OBIETTIVI DEL PAL 2009-11.  
 
Parma, 15 marzo 2012 – E’ stata molto partecipata la giornata seminariale promossa dalla Ctss, Conferenza territoriale sociale e sanitaria, sui risultati del Pal 2009-11, il Piano Attuativo Locale che detta le priorità della sanità per la provincia di Parma. E non poteva che essere così visto che alla redazione e al monitoraggio del Pal, alla definizione degli oltre 200 obiettivi, hanno concorso almeno 300 tra professionisti e tecnici, con un coinvolgimento capillare degli amministratori dei Comuni e di portatori di interessi, come i sindacati e i rappresentanti degli utenti. Il valore aggiunto di una progettualità così partecipata, premessa per la costruzione di un welfare costruito su una vera prossimità all’utenza e ai suoi bisogni, è stato sottolineato dal presidente della Ctss Vincenzo Bernazzoli che ieri mattina con il suo intervento ha aperto i lavori del convegno svoltosi all’Hotel Parma & Congressi. “Come Conferenza abbiamo dato prova di una maturità che ci siamo conquistati assumendoci il principio della responsabilità. Con gli investimenti fatti, i bilanci sotto controllo, la capacità di programmare in modo condiviso, come dimostrano i risultati di questo Pal, la qualità dei servizi adeguati alle necessità del territorio, possiamo affrontare la nuova fase in cui avremo a disposizione meno risorse che comporteranno non una riduzione dei servizi, ma un loro essere sempre di più dentro le comunità. Qui sta la chiave del futuro” ha detto Bernazzoli. Nicola Florindo e Mirco Moroni della Ctss hanno poi presentato l’organizzazione della giornata e sintetizzato il processo costruttivo del Pal mentre i direttori generali dell’Ausl Massimo Fabi e dell’Aou Leonida Grisendi hanno introdotto e poi concluso i lavori al termine delle tre sessioni parallele dedicate a “L´accessibilità dei servizi come elemento centrale di promozione dell´equità”, “La continuità e l´integrazione come fattori di qualità dei servizi”, “Il capitale intellettuale e innovazione tecnologica nello sviluppo continuo dei servizi”. Parallele. "Partecipazione e comunicazione chiara e trasparente sono alcuni degli obiettivi sui quali dovrà misurarsi il nuovo Pal per stringere un´alleanza con i cittadini e per rendere sempre più effettivo e concreto il loro diritto alla salute - ha spiegato il direttore generale dell´Azienda Usl, Massimo Fabi - Fare ancora meglio con le risorse che avremo è la sfida che ci attende, per confermare e ulteriormente coniugare l´equità di accesso con la qualità delle cure". “Abbiamo il dovere e le potenzialità per guardare con ottimismo a un futuro non semplice – ha detto il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria Leonida Grisendi – perché operiamo in un’area privilegiata in cui i professionisti della sanità sono non solo erogatori di servizi, ma parte attiva nelle scelte, insieme ad enti locali, Università, Ordine dei Medici, organizzazioni sindacali, privato accreditato, Comitati Consultivi Misti e Forum del terzo settore. Il lavoro in forma integrata e le decisioni condivise sono il valore aggiunto della realtà parmense, in grado di sostenere il mantenimento degli attuali standard di qualità delle prestazioni sanitarie fornite, nonostante la criticità dei finanziamenti”. Pal 2009-11 : sintesi di alcuni risultati - E’ aumentato il livello di equità a livello provinciale nella distribuzione territoriale dei servizi e nella loro utilizzazione. La implementazione progressiva del Frna ( fondo regionale per la non autosufficienza) ha consentito lo sviluppo di servizi alla persona in territori storicamente più svantaggiati e, in parallelo, la crescita esponenziale delle medicine di gruppo ha favorito un coinvolgimento maggiore della figura del medico di base nei processi di cura socio sanitari integrati. Ad oggi sono 30 le Medicine di Gruppo (131 Mmg, 44%) e 21 Medicine in Rete (111 Mmg, 37%), in corso di implementazione 26 case della salute; sono stati aperti centri di eccellenza come quello dedicato all’autismo, è stato chiuso il vecchio diagnosi e cura psichiatrico al Rasori e oggi la clinica psichiatrica e il nuovo Diagnosi e cura sono unificati nell’ex padiglione Braga. E’ aumentato il livello di efficienza della risposta ospedaliera grazie alla riorganizzazione interna di percorsi clinici, come quelli relativi alle lungodegenze così come il livello di qualità della diagnostica, grazie alla profonda innovazione tecnologica delle attrezzature, e grazie al fatto che le reti informatizzate consentono un più alto livello di accessibilità e di tempestività sia in fase di prevenzione che di cura. Alcuni esempi: sul territorio provinciale sono presenti ben 147 punti Cup, le attrezzature diagnostiche presenti nell’ospedale di Parma collocano la nostra diagnostica strumentale fra le migliori tre del Nord Italia. Sia in sede di Azienda Ospedaliera che di Ausl le strategie di reclutamento dei professionisti sono migliorate e i processi di formazione permanente, di ricerca e formazione in servizio e sul campo si sono fortemente strutturati, consentendo una maggiore finalizzazione e coerenza dei processi formativi con i processi di cambiamento organizzativo. E’ aumentato il livello di consapevolezza dei professionisti sulla necessità che si realizzi una piena integrazione socio sanitaria dei e fra i servizi.  
   
   
AL COMPLESSO DEI DIOSCURI AL QUIRINALE, DAL 23 MARZO AL 6 APRILE, UNA MOSTRA RACCONTA PAOLA ROMANO, L’ARTISTA DELLE LUNE  
 
Roma, 15 marzo 2012 – Dal 23 marzo il Complesso Monumentale dei Dioscuri al Quirinale rende omaggio a Paola Romano con la mostra “Equilibri astrali”, in programma nella splendida cornice di Via Piacenza 1 fino al 6 aprile prossimo (dal lunedì al sabato, ore 10.00-18.00, e domenica, 10.00-13.00, ingresso libero). L’esposizione – al cui progetto ha partecipato la Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti culturali e il Diritto d’Autore del Mibac e che è stata patrocinata dal Municipio I-centro Storico di Roma Capitale, dalla Presidenza del Consiglio Regionale e dall’Assessorato alla Cultura, all’Arte e allo Sport della Regione Lazio – offre la possibilità al grande pubblico di ammirare da vicino i lavori di un’artista che ha raggiunto un ruolo di primo piano nell’arte contemporanea italiana e internazionale e ottenuto riconoscimenti significativi. Pittrice, scultrice e designer dalla spiccata sensibilità, abile tanto nella sperimentazione quanto nella tecnica, la Romano – reduce dal successo ottenuto alla 54^ Biennale d’Arte di Venezia, dove ha esposto all’interno del padiglione Italia, curato da Vittorio Sgarbi – è dotata di un talento multiforme e non comune, prodigioso e assolutamente originale, capace di esplodere in un’arte che sa comunicare - come ha sottolineato a più riprese la critica - le difficoltà del vivere umano, l’assenza di certezze, il desiderio e la più assoluta necessità di spiegazioni più profonde. La mostra – curata da Nicolina Bianchi, organizzata da Francesco Boni e Marzia Spatafora, direttore artistico di Artime Milano e curatrice di eventi internazionali in collaborazione con l’Associazione Culturale Segni d’Arte e Acca Edizioni – vuole raccontare la prorompente forza creativa di questa pittrice e scultrice attraverso un’ampia raccolta di lavori, circa 40 opere, che rappresentano l’espressione più recente della sua preziosa produzione. Così accanto al celebre ciclo de “Le Lune”, che, algide ed eleganti, assumono nella sua interpretazione personale il ruolo di madri silenziose e capaci di vegliare sull’anima, si impongono all’attenzione dello spettatore anche affreschi, sculture in bronzo e plexiglass, dipinti polimaterici e tele monocrome dal forte impatto visivo e spesso di dimensioni imponenti in cui la pittura materica, capace di offrire sensazioni tattili tridimensionali, si serve di un’eterogeneità di materiali, prediligendo, di volta in volta, smalti mescolati con sabbia e metalli e colori quali il bianco, il nero, il giallo e il rosso. Nata a Monterotondo (Roma) nel 1951, Paola Romano si forma nell’ambiente artistico della Capitale, dove tuttora vive e lavora. Dopo gli studi al Rufa (Accademia di Belle Arti di Roma) e gli svariati, continui processi di analisi, inizia un percorso più attivo nel campo della produzione artistica. Negli anni ’90 segue una propria ricerca sulla figurazione gestuale e, conclusa questa fase, attraversa un periodo strettamente aniconico con il quale, come scrive Andrea Romoli Barberini, “rinuncia alla esteriore descrittività del dato sicuro, noto, visibile per valicare le Colonne d’Ercole della conoscenza rappresentativa e affrontare pittoricamente, con l’astrazione, le tempestose acque dell’intuizione”. Intorno al 2000 approda a una pittura di matrice informale dominata dall’utilizzo della materia, che si lascia maneggiare fino a fondersi e che è pertanto capace di offrire sensazioni tattili quasi tridimensionali. “Molte opere della Romano – scrive Vittorio Sgarbi - chiederebbero di essere toccate come fossero scritte in codice Braille, perché il passaggio dei polpastrelli lungo certe rugosità a intervalli regolari, aggiungerebbe sensazioni emotive che completerebbero quelle avvertite dagli occhi, arricchendole nuovamente. Potrebbe perfino permettersi di capovolgere i tradizionali termini con cui le pitture vengono percepite dai sensi, Paola Romano, proponendo che certi suoi dipinti venissero prima toccati e poi visti, aumentando progressivamente l’intensità della luce nel luogo dove fossero esposti”. La tela diventa allora il teatro di un contrasto, il campo in cui si consuma l’incontro-scontro tra la materia, il bianco e il nero, il rosso e l’oro, mentre ciascun elemento presente nelle sue opere nasce da una sorta di processo di sedimentazione del pigmento e degli altri materiali utilizzati. A partire dal 2004 si afferma in maniera prorompente sulla scena del panorama artistico internazionale. L’anno successivo il registra Pupi Avati, dopo averla notata durante una personale in via Margutta, le commissiona quattro opere per il film “La cena per farli conoscere”. Oggi i suoi lavori sono presenti in numerose collezioni d’arte di prestigio, sia pubbliche che private, tra cui la Fondazione Magna Carta a Roma e le Sale Urbaniane a Città del Vaticano, e sono sempre più richieste da istituzioni museali europee e internazionali. Al suo attivo ha diverse pubblicazioni tra cui il catalogo “Esperienze Estetiche”, con introduzione di Vittorio Sgarbi, legato alla mostra personale al Museo degli Strumenti Musicali di Roma (2006); “Dal Cosmo al Caos”, predisposto in occasione della mostra presso le Sale Urbaniane di Città del Vaticano (2007); “Quarta Fase Emozioni Plastiche” (2008); “Plenilunio Fantastico”, edito per la personale di Palazzo Ziino a Palermo (2009); “Il mare della tranquillità”, realizzato in occasione dell’esposizione al Galata Museo del Mare di Genova (2011). Tra le partecipazioni internazionali ricordiamo l’esposizione ad Hong Kong, presso il “Cultural Center-teatro dell’Opera”, nell’ambito di una manifestazione organizzata per valorizzare il talento italiano. Presentata da Giovanni Puglisi, rettore Iulm, viene scelta per la partecipazione alla 54. Biennale d’Arte di Venezia del 2011 nel Padiglione Italia curato da Vittorio Sgarbi. Numerosi i riconoscimenti ottenuti dall’artista, tra cui “Premio Internazionale Arcaista” (Tarquinia, 2007), “Approdi d’Autore” (Ischia, 2007) e “Premio Roma” (Roma, 2009). L’arte di Paola Romano è palesemente dinamica, gestuale e fortemente cinetica. Giuseppe Di Giacomo, docente di estetica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma, afferma che “per la Romano dipingere significa entrare nella materia e nel colore esplorandone tutte le possibilità e dando vita al suo obiettivo dichiarato, il movimento”. L’artista non si ferma però di fronte alle possibili collocazioni, lei è sempre se stessa e per questo sempre in cambiamento. Lo studio sulla tecnica, la ricerca e la sperimentazione si integrano, in lei, con lo sviluppo dinamico, evolutivo, della sua identità personale. Marco Baranello, psicologo e scienziato italiano direttore dell’Istituto di Studi Emotocognitivi, la definisce “un Peter Pan dell’arte che, quando crediamo sia arrivata verso una sua maturità artistica, di nuovo ci stupisce con nuovi giochi di colore, forma ed incastri del tutto originali che la riportano in un’adolescenza creativa, un’irrequietezza artistica che non lascia nell’indifferenza”.  
   
   
ALL´INIZIO DEL TEMPO MOSTRA PERSONALE DI SIMONE IALONGO AL MUSEO E ISTITUTO FIORENTINO DI PREISTORIA “PAOLO GRAZIOSI” 6 APRILE – 1 GIUGNO 2012  
 
 Firenze, 15 marzo 2012 - Il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”, in collaborazione con la Galleria Margini Arte Contemporanea di Massa Carrara, per la prima volta apre i suoi spazi all´arte contemporanea presentando giovedì 5 aprile 2012 la mostra personale di Simone Ialongo dal titolo “All´inizio del tempo”. In occasione della Xiv Settimana della cultura, dal 14 al 22 aprile, saranno predisposte speciali visite guidate e una conferenza che verterà sul rapporto tra arte contemporanea e preistoria, la prima di una serie di incontri. Le opere create per il progetto “All´inizio del tempo” da Simone Ialongo determinano un percorso parallelo, ma non interscambiabile, alla collezione permanente del Museo che presenta reperti dal Paleolitico inferiore all’Età dei Metalli. I quattro collage su carta e due su tavola, le tre sculture su base, un´installazione con elementi in terracotta, due fotografie e una scultura con elementi della natura, tutte opere nuove presenti in questa mostra, fanno parte di una personale riflessione dell´artista attorno all´indagine sul tempo, sulla sua misurazione e sul valore che gli affida da sempre l´uomo. In natura il tempo si manifesta tramite il succedersi degli avvenimenti e delle stagioni, ma solo nel momento in cui viene misurato è come se iniziasse ad esistere, coinvolgendo immediatamente altri fattori come il concetto di memoria, di futuro e di passato. Proprio per questo l´artista si è concentrato su quei riti e simboli che concretizzano e sintetizzano questi fattori legati allo scorrere del tempo e all´esorcizzazione delle paure e speranze connesse ad esso. Queste tematiche, che sono alla base del “viaggio iniziatico realizzato per il museo di Preistoria”, sono da sempre al centro della sua ricerca, come testimoniano le due opere inedite presenti alla fine del percorso museale: un video del 2008 dal titolo “Quasi per ignem” e un´opera del 2007, sull’aspettativa della durata della vita da parte degli artisti moderni e contemporanei, sotto forma di libro dal titolo “Vita d´artista”. L´artista stesso, parlando del suo progetto che si sviluppa in due percorsi autonomi corrispondenti ai due piani del museo e che trovano il punto di contatto nella riflessione attorno al valore simbolico e pratico che viene dato al tempo, afferma: “Il primo ciclo ha il titolo di Prima lezione di archeologia astratta ed ho utilizzato come testo di riferimento quello di Arturo Palma di Cesnola. Ho composto una sorta di “lezione astratta” costituita da due collage su tavola e da quattro collage su carta. I materiali preziosi sono utilizzati per sottolineare l’intervento umano: sono presenti là dove interviene la cultura umana sia paleolitica che contemporanea con la produzione di manufatti o con l’interpretazione degli stessi. Il secondo gruppo di lavori accomunati dal titolo Indagine all’origine della spiritualità nell’uomo è il mio personale e non velleitario tentativo di comprendere cosa possa esserci all’origine della tendenza, prettamente umana, a curare il proprio spirito e al credere in entità astratte e superiori. Ho cercato lo spirito come fossi un animale. Infatti, per condurre questa ricerca mi sono rivolto agli elementi naturali, al tempo delle cose, la luna, la terra e le sue creature. Ho utilizzato tecniche mutuate dall’archeologia sperimentale, dalla preistoria alla protostoria, dal Paleolitico Superiore all’Età del Bronzo”. Come scrive il curatore in catalogo: “L´artista ha ideato una riflessione inedita sulla potenzialità degli oggetti naturali/artificiali di raccontare le storie a cui sono legati e intrecciati. La sua è una ricerca sulla necessità dell´uomo di interpretare i segni naturali e quella di razionalizzare il mondo, ma anche successivamente di poterlo immaginare e progettare. Questa è un’attitudine simile alla definizione di archeologia di Antoine de Saint- Exupéry, Kurt Vonnegut, Günter Grass e Louis Borges che concordavano, commentando in varie fasi della loro vita i disegni dell´altipiano di Nazka, che essa è: una delle discipline che possiede allo stesso tempo il più alto coefficiente di concretezza e di fantasia. Ialongo in questo caso, pur avendo praticato studi di Paleontologia, è riuscito a stabilire un progetto che non crea un commento ai reperti presenti nel Museo, e quest´ultimi non lo diventano rispetto alle opere d´arte contemporanea. Il risultato è una riflessione sulla percezione del “tempo” e sull’archiviazione delle varie fasi di conoscenza del suo scorrere. In questo modo l´artista pone delle domande aperte e senza retorica attorno al ruolo del museo in senso storico e rispetto a questa nuova “modernità liquida”. Infatti, nell´era del messaggio globalizzato, i mezzi elettronici sono archivi delle nostre attività che si aggiornano autonomamente, anche se il loro contenuto viene smarrito al momento dell´uscita di un nuova tecnologia. Proprio da questa prospettiva diviene necessario riflettere sul punto di vista da cui osserviamo e condividiamo determinati dati e non solo sulla loro natura. Il progetto di Ialongo non solo cerca di evidenziare questa necessità, ma anche di fornire una sua personale soluzione”. Scheda Artista: Simone Ialongo (Latina, 1977; vive e lavora a Sabaudia) tra le principali mostre a cui ha partecipato ricordiamo la personale “Il Visibile e L’invisibile”, Galleria Margini Arte Contemporanea, Massa, 2010 e le mostre collettive: “Tra cielo e terra”, Fondazione Carisbo, Bologna. Palazzo Barolo, Torino. Museo Marino Marini, Firenze, 2011; “Grisaille”, Galleria Margini Arte Contemporanea, Massa, 2011; “Secreazioni: da Piero Manzoni al fallimento Lheman Brothers”, Castello di Nocciano (Pe), 2009; “Emerging Talents”, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, Firenze, 2009. Scheda Curatore: Lorenzo Bruni è critico e curatore indipendente e vive a Firenze. Nel 2010/2011 è uno dei curatori del Premio Furla ed inizia una intensa collaborazione con la Galleria Enrico Astuni di Bologna per cui cura un ciclo di mostre collettive. Tra i molti progetti realizzati all’estero sono da citare la mostra sull’idea di viaggio dal titolo “Il viaggio di Sarah” per la Biennale di Varna in Bulgaria del 2008 e la mostra sull’aspetto romantico dell’arte concettuale dagli anni Settanta ad oggi dal titolo di “What is my name?” per Hisk, Ghent in Belgio. Dal 2005 al 2011 progetta e dirige la programmazione legata all’eredità del modernismo di Via Nuova a Firenze, mentre dal 2001 al 2004 è curatore per la Fondazione Lanfranco Baldi, Pelago. Dal 2000 è coordinatore delle attività espositive dello spazio no-profit fondato da un collettivo di artisti Base / progetti per l’arte. Oltre a scrivere saggi per cataloghi monografici, collabora con le riviste italiane Arte e Critica e Flash Art. Scheda Museo: Il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria “Paolo Graziosi”, sito nello storico convento delle Oblate in Via S. Egidio 21, fu costituito nel 1946 dal paletnologo Paolo Graziosi insieme ad un gruppo di personalità della cultura fiorentina, per creare un centro ove raccogliere, classificare e conservare le collezioni preistoriche di varia provenienza esistenti a Firenze. Inizialmente riservate solo a specialisti della preistoria, dal 1975 le collezioni del Museo divennero accessibili al pubblico grazie all’inserimento di apparati didattici e alla creazione di nuovi settori espositivi. Dal 1998 il Museo è stato completamente ristrutturato nell’esposizione delle collezioni e arricchito nell’apparato fotografico e didascalico. Il Museo conserva documenti che costituiscono le più antiche manifestazioni dell’attività umana (manufatti in pietra, ceramiche, metalli), resti fossili umani e animali, riferibili all’intero arco della preistoria, dal Paleolitico alle età dei Metalli, che provengono da scavi e ricerche condotte in Italia, in Europa e in Africa. Affiancano le collezioni esposte al pubblico ampie raccolte di materiali paletnologici e paleontologici classificati nei depositi del Museo. Il Museo, che è provvisto di Laboratori di Archeometria, Archeozoologia, Antropologia e Archeoinformatica, collabora con Università ed Enti di ricerca per l´alta formazione, ha attive iniziative di informazione e di divulgazione archeologica per le scuole e per il largo pubblico. Attualmente il direttore del Museo è il professor Martini che ha espressamente caldeggiato l´interazione tra arte contemporanea e preistoria.  
   
   
PROGETTO IPPOTYR: IL 17 E 18 MARZO LE PARALIMPIADI TRANSFRONTALIERE  
 
Cagliari, 15 marzo 2012 - Il 17 e il 18 marzo a Sassari presso l’Ippodromo comunale "Pinna" si terranno le paralimpiadi transfrontaliere. La manifestazione è organizzata nell’ambito del Progetto Ippotyr – Creazione di Reti Transfrontaliere in ambito equestre del Programma Operativo Italia-francia "Marittimo" 2007 – 2013. La manifestazione sportiva, di cui la Provincia di Sassari è partner responsabile, coinvolgerà circa 40 atleti portatori di disabilità, provenienti dai territori di Sardegna, Corsica e Toscana accompagnati da 14 istruttori dei centri equestri che hanno seguito un percorso di preparazione specifica curata dal Club Ippico Capuano di Alghero, (partner di progetto competente per l’Ippoterapia). Le Paralimpiadi transfrontaliere rappresentano l’azione conclusiva della Fase Ippoterapia che, nei tre anni di durata del progetto, si è articolata in azioni di scambio e confronto sulle tematiche della riabilitazione e delle metodologie diffuse in ambito ippoterapico. L’incontro intende simulare una gara di campionato nazionale, per dare la possibilità agli atleti di dimostrare il livello di preparazione in particolare nelle discipline equestri del dressage e della gimkana.  
   
   
RIZZI:MILAN SCHOOL CUP,IN CAMPO ANCHE LE BAMBINE  
 
Milano, 15 marzo 2012 - Dal 24 marzo riprenderanno le sfide di qualificazione, che porteranno alla finale del 26 maggio della settima edizione della Milan School Cup, il torneo interscolastico di calcio a cinque delle scuole primarie di Milano e provincia, che ha ricevuto il patrocinio di Regione Lombardia oltre a quelli di Comune e Provincia di Milano. La manifestazione, presentata oggi, sarà interamente disputata sui campi della Polisportiva Cimiano di via Don Calabria a Milano. E´ prevista l´adesione di 120 squadre con centinaia di bambini e bambine provenienti da 50 scuole. Un Progetto Portatore Di Valori - "Milan School Cup è un progetto importante - ha commentato l´assessore Rizzi -, che aiuta i ragazzi ad avvicinarsi al mondo dello sport e li aiuta a crescere in modo sano sia fisicamente che intellettualmente, li avvicina a valori importanti come l´altruismo, lo spirito di squadra, il rispetto dell´avversario e delle regole, il senso di appartenenza, la lealtà e la coerenza e, soprattutto, li allontana dagli stimoli negativi". "Il nostro compito di amministratori - ha continuato Rizzi - è lavorare con i ragazzi, per loro e con loro, invitandoli a constatare che, con il sacrificio, la caparbietà e con la giusta preparazione, i risultati arrivano sempre". In Campo Anche Le Piccole Calciatrici - "La nota positiva e originale che fa di questo torneo di calcio un´occasione speciale - ha concluso l´assessore Rizzi - è l´opportunità offerta anche alle bambine di partecipare alla Milan School Cup, scendendo in campo insieme a compagni di squadra maschi. Lo sport in questo caso aiuta a superare le differenze, anche di sesso, che la nostra società ci impone. Questo ci insegna che non esistono quote rosa o quote blu: lo sport è per tutti, non ha barriere di nessun genere, si può competere divertendosi insieme".