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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Maggio 2014
CHEMIOTERAPIA: UNA NUOVA VIA PER SCONFIGGERE LA RESISTENZA AI FARMACI- UN’INEDITA COMBINAZIONE TRA DUE FARMACI ANTICANCRO, LA DOXORUBICINA E LA LATRUNCULINA A, E UN ANTIMICOTICO, LA ANFOTERICINA B, HA SUPERATO IN LABORATORIO IL PROBLEMA DELLA FARMACORESISTENZA, UNA DELLE PRINCIPALI CAUSE DI FALLIMENTO DELLE CURE CONTRO I TUMORI  
 
Trieste, 22 maggio 2014 - Superare la resistenza delle cellule tumorali alla chemioterapia, ricorrendo alla combinazione tra un farmaco antimicotico e un farmaco anticancro. È quello che ha fatto un team europeo composto da ricercatori dell´ Accademia Russa delle Scienze di Pushchino (Mosca) e dell´Università di Salisburgo, coordinati dal Laboratorio di Genetica Molecolare del Lievito del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (Icgeb), attivo in Area Science Park di Trieste e diretto dal Prof. Carlo Bruschi. Lo studio, pubblicato questo mese sullo European Journal of Cell Biology, ha preso in esame due comuni chemioterapici somministrati ai malati di tumore, scoprendo che la resistenza ai trattamenti anticancro deriva dall´abnorme espressione di alcune proteine (Prk1,pdr1 e Pdr3 ) che hanno a che fare con la struttura del citoscheletro della cellula, responsabile della sua permeabilità. Questo tipo di resistenza rappresenta oggi la limitazione maggiore all´uso dei farmaci durante i cicli di chemioterapia. A fare da modello nella ricerca sono state utilizzate cellule del comune lievito per la panificazione, il Saccharomyces cerevisiae, microorganismo eucariota che rappresenta per i biotecnologi uno strumento quasi indispensabile per individuare, per analogia, specifiche funzioni nei meccanismi cellulari umani. È noto come le fusioni tra cromosomi, dette traslocazioni cromosomiche, siano anomalie genetiche strettamente correlate all´insorgenza di cellule cancerose, come nel caso della leucemia mieloide cronica. È proprio studiando nuove tecniche di traslocazione cromosomica indotta artificialmente che Dmitri Nikitin, dell’Accademia delle Scienze di Mosca, post-doc all’Icgeb e primo autore della ricerca, ha scoperto come questo tipo di eventi renda le cellule di lievito resistenti a due farmaci anticancro ben noti e utilizzati in clinica oncologica: la Doxorubicina e la Latrunculina A. Partendo da questa osservazione, i ricercatori sono poi riusciti a superare la resistenza ai due antitumorali ricorrendo contemporaneamente a un terzo farmaco, un ben noto antifungino, la Anfotericina B, già utilizzata nell´uomo per la cura delle micosi. A dosi elevate l’Anfotericina B è tossica per l´apparato uditivo tuttavia, fatta penetrare a dosi sub-tossiche all’interno della cellula, si è rivelata capace non solo di inibire la farmacoresistenza ma addirittura di rafforzare l´effetto oncosoppressore dei due antitumorali. “Lo scorso anno abbiamo pubblicato con grande successo sulla rivista Frontiers una review sull´uso, ormai universale, del levito come cellula modello per quelle del cancro – spiega Valentina Tosato, autrice della review e dei lavori precedenti sulle traslocazioni cromosomiche. Avere ora riscontrato in questo microrganismo lo stesso fenomeno di resistenza ai farmaci tipico delle cellule umane, non solo rafforza il suo valore modellistico ma ci dà anche la possibilità di studiare molto più in profondità il fenomeno. Speriamo che il nostro lavoro sia di aiuto a chi combatte farmacologicamente il cancro con la chemioterapia”. “Non nascondo la mia soddisfazione per la pubblicazione di questa ricerca - sottolinea Carlo Bruschi, Senior Scientist da 25 anni presso l´Icgeb – giunta alla fine di un percorso piuttosto complicato, date le sue potenziali implicazioni nelle modifiche ai protocolli di trattamento anticancro più diffusi. E’ stato un bel lavoro di squadra i cui risultati, oltre che accrescere le nostre conoscenze sui meccanismi cellulari legati al cancro, potranno avere grande importanza anche dal punto di vista clinico”.  
   
   
UNA NUOVA GENERAZIONE DI TRAPIANTI DI FEGATO GRAZIE ALLA RICERCA DELL´UE  
 
Bruxelles, 22 maggio 2014 - La domanda di trapianti di fegato supera da sempre l´offerta, con oltre 10 000 persone in lista d´attesa per un trapianto di fegato solo nell´Ue. Questo squilibrio tra domanda e offerta significa che il 14 % dei pazienti che hanno bisogno di un trapianto di fegato purtroppo non ricevono un organo. Re-liver, un progetto finanziato dall´Ue per la medicina rigenerativa, si propone di risolvere questo problema sviluppando una nuova generazione di trapianti di fegato. Il progetto si concentra sulla ricostruzione di un fegato bioartificiale biomimetico. Per il suo lavoro, il team del progetto utilizza una tecnologia originariamente pensata per l´impiego nello spazio. Coordinato dalla Medicyte, un´azienda tedesca che si occupa di scienze della vita, il consorzio del progetto comprende un misto di partner industriali e accademici: l´Università di Manchester (Regno Unito), l´Università degli Studi di Pisa (Italia), la Gabo:mi in Germania e l´Electrospinning Company (Tecl) nel Regno Unito. Il progetto, che si concluderà a metà 2015, sta sviluppando mini organi di fegato, cresciuti artificialmente, detti organoidi. Questi organoidi sono fatti di cellule che espletano le funzioni delle cellule epatiche e potrebbero essere usati per curare malattie correlate al fegato come l´emofilia. Gli organoidi si potrebbero trapiantare nel corpo per integrare, o persino rimpiazzare, l´attività epatica non più esistente. Rispetto alle cure attuali, gli organoidi presentano un rischio più basso di immunogenicità e un livello ridotto di rigetto immunitario. Questo aumenterà le probabilità di successo delle cure per i pazienti affetti da gravi malattie epatiche metaboliche e ridurrà la loro dipendenza da farmaci immunosoppressori. Il primo gruppo individuato per ricevere gli organoidi sviluppati è costituito da pazienti con una disfunzione metabolica congenita, come l´emofilia A. Ci sono 15 000 malati di emofilia A idonei che potrebbero ricevere questi organoidi funzionali. Gli organoidi potrebbero anche essere usati per la cura di altre malattie metaboliche come il disturbo del ciclo dell´urea (Ucd). Il dott. Joris Braspenning, di Medicyte, coordinatore del consorzio, osserva: "L´associazione dei nostri settori di competenza complementari ci permette di raggiungere una più profonda comprensione della complessa creazione di fegati bioartificiali, ma costituisce anche un approccio innovativo per lo sviluppo migliore e più rapido di strumenti diagnostici e prodotti a base di cellule. Sarà un importante vantaggio per le Terapie avanzate di domani e ovviamente per i malati affetti da malattie epatiche". Una parte del progetto Re-liver si occupa di associare la tecnologia spaziale e un processo conosciuto come elettrofilatura, nel quale viene usata una carica elettrica per produrre fibre che sono cento volte più sottili di un capello umano. Queste fibre sono filate elettronicamente in microscopiche strutture tridimensionali. Le strutture sono composte da polimeri sintetici per uso medico che imitano il comportamento cellulare dei tessuti umani. Uno dei partner del progetto, l´Electrospinning Company (Tecl), è un´azienda creata dal Science and Technology Facilities Council (Stfc) nel Regno Unito, nel quale è stata sviluppata questa tecnologia spaziale. Per maggiori informazioni, visitare: Re-liver http://www.Reliver.eu/  Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/104054_it.html    
   
   
TENDENZE SCIENTIFICHE: COMPONENTI ELETTRONICI FLESSIBILI PER GLI IMPIANTI  
 

Bruxelles, 22 maggio 2014 - Gli impianti di microprocessori nel corpo umano popolano l´immaginazione popolare da decenni. Gli autori di fantascienza spesso li dipingono come dispositivi che aumentano le capacità umane - ne troviamo un chiaro esempio nella trilogia di Matrix - mentre anche la società sembra muoversi lentamente in quella direzione. I sistemi elettronici sono comparsi prima nelle nostre case, poi nelle nostre tasche e adesso le principali aziende stanno iniziando a competere per il primato nel mercato emergente dei sistemi elettronici indossabili. A questo ritmo, la prossima grossa tendenza potrebbe anche essere rappresentata dagli impianti elettronici. Già nel 2002 gli Stati Uniti hanno testato un impianto sottocutaneo che permette un rapido accesso a dati relativi alla salute. Ma questa settimana una squadra di scienziati giapponesi e americani hanno fatto compiere un salto in avanti a questo sogno, creando dei dispositivi elettronici che diventano morbidi quando impiantati all´interno del corpo. Ma come mai la morbidezza è così importante? "Scienziati e medici stanno tentando di inserire dei componenti elettronici all´interno del corpo da molto tempo, ma uno dei problemi è che la rigidità dei componenti elettronici comuni non è compatibile con il tessuto biologico", ha dichiarato Jonathan Reeder, autore principale dello studio. "Occorre un dispositivo che sia rigido a temperatura ambiente, in modo che il chirurgo lo possa impiantare, ma abbastanza morbido e flessibile da avvolgere oggetti tridimensionali, in modo che il corpo possa comportarsi esattamente come farebbe senza il dispositivo. Montando i componenti elettronici su polimeri che cambiano forma e diventano morbidi, riusciamo a fare proprio questo". Il dispositivo è costruito a partire dai cosiddetti polimeri a memoria di forma sviluppati dal dott. Walter Voit, un autore dello studio, e sottili lamine elettroniche flessibili. Una volta impiantato nel corpo, esso reagisce al cambiamento di temperatura, si rimodella e diventa simile ai tessuti, i nervi e i vasi sanguigni. Quando impiantato nel corpo umano, potrebbe tenere informati i medici su ciò che avviene all´interno dell´organismo e stimolarlo alla terapia. "Abbiamo usato una tecnica nuova nel nostro campo per sostanzialmente laminare e far asciugare i polimeri a memoria di forma sopra ai transistor", ha spiegato Voit. "Nella progettazione del nostro dispositivo, ci stiamo avvicinando alle dimensioni e alla rigidità di strutture biologiche di precisione, ma abbiamo molta strada da fare per eguagliare l´incredibile complessità, funzionalità e organizzazione della natura". Durante i test i ricercatori hanno usato il calore per distribuire il dispositivo attorno a un cilindro con un diametro di soli 2,25mm, e hanno anche impiantato il dispositivo nei ratti. Hanno osservato che dopo l´impianto, il dispositivo si era modellato e adattato al tessuto vivente mantenendo le proprietà elettroniche. Questo risultato non era mai stato ottenuto in precedenza. Secondo Reeder, il prossimo passo della ricerca è quello di rimpicciolire i dispositivi in modo che si possano avvolgere attorno a oggetti più piccoli e di aggiungere più componenti sensoriali. Per maggiori informazioni, visitare: Università del Texas http://www.Utdallas.edu/news/2014/5/13-29981_new-implanted-devices-may-reshape-medicine_story-sidebar.html?wt.mc_id=newshomepage

 

 
   
   
SALUTE, REGIONE LOMBARDIA CONFERMA ASSEGNAZIONE RISORSE AGGIUNTIVE  
 
Milano, 22 maggio 2014 - "La normativa nazionale prevede una significativa riduzione della spesa per il personale nel comparto sanitario anche per le Regioni in equilibrio di bilancio come la Lombardia. Per questo si raccoglie positivamente l´istanza espressa presso Palazzo Lombardia dalle rappresentanze sindacali, volta a sensibilizzare le Istituzioni centrali sull´attuazione di un provvedimento che appare iniquo, non tenendo conto di quelle realtà virtuose che sempre hanno effettuato politiche volte all´ottimizzazione delle risorse, assicurando l´equilibrio economico complessivo". Lo comunicano, in una nota congiunta, il vice presidente e assessore alla Salute e l´assessore all´Economia, Crescita e Semplificazione di Regione Lombardia. "Regione Lombardia - prosegue la nota - comunque intende confermare l´assegnazione di risorse aggiuntive regionali e, a tal scopo, sono in corso trattative con le rappresentanze sindacali, al fine di garantire l´erogazione delle risorse già assegnate, ovviamente legando l´attribuzione delle stesse al raggiungimento di obiettivi sia qualitativi che di razionalizzazione della spesa del personale". "A tal fine - si legge ancora nel documento diffuso dagli assessori - il tavolo di contrattazione resta aperto e si chiederà la disponibilità a un incontro allo scopo di chiudere la trattativa al più presto. Ci si farà altresì portavoce in sede nazionale delle richieste rappresentate, per intervenire dal punto di vista legislativo nell´ambito del ´Patto per la Salute´, per correggere una disposizione che penalizza fortemente le Regioni virtuose, riconfermando per le stesse la possibilità di non procedere a ulteriori tagli, qualora in presenza di un equilibrio complessivo di Bilancio".  
   
   
MARCHE: APPROVATO IL PROGETTO DI SVILUPPO E POTENZIAMENTO DELL’ATTIVITÀ DI PRELIEVO DI ORGANI E TESSUTI.  
 
 Ancona, 22 maggio 2014 - 508 cornee, 38 trapianti di fegato, 33 di rene, 1 trapianto di rene-fegato, ottimi risultati di sopravvivenza e follow up: sono le cifre del trapianto e della donazione di organi nelle Marche che continua a vantare buoni livelli, sempre sopra la media nazionale. “Dati che, oltre all’aspetto trapiantologico vero e proprio, testimoniano il lavoro eccellente di monitoraggio e individuazione dei potenziali donatori – rileva l’assessore alla Sanità, Almerino Mezzolani – svolto dai Coordinamenti Locali del settore con la collaborazione delle Rianimazioni, coordinati dal Centro regionale Trapianti”. Preminente “il ruolo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti Ancona nell’attività donativa – aggiunge l’assessore – e il contributo di tutti i Presidi dotati di rianimazione. Ottimi i risultati di Fabriano e validissima l’attività della Banca degli occhi di Fabriano che, con 508 cornee raccolte, ha superato i già eccellenti risultati del 2012 registrando una crescita oltre che quantitativa, anche qualitativa, dovuta all’acquisto di strumentazione di nuovissima generazione”. Proprio nella direzione di incrementare quella che è una scelta civile e consapevole, annuncia Mezzolani, la Regione ha approvato il ‘Progetto di sviluppo e potenziamento dell’attività di prelievo di organi e tessuti’ destinando alla misura 280.000 euro. Il progetto prevede, tra le altre, attività di aggiornamento e formazione del personale dedicato al processo donazione-trapianto, elemento imprescindibile per ottimizzare le procedure necessarie nell’ambito del prelievo e trapianto di organi e tessuti. Formazione che va rivolta a tutti gli operatori sanitari, non solo al personale medico ed infermieristico delle Rianimazioni ma a quello del Pronto Soccorso e delle Medicine nell’ottica di migliorare anche il procurement di tessuti e cornee. Sempre nel settore, prosegue la campagna di sensibilizzazione organizzata in collaborazione con Federsanità Anci e associazione di volontariato Aido, inerente il progetto “Donazione organi: una scelta in Comune” ovvero la possibilità di dichiarare, in 9 Comuni delle Marche coinvolti nel progetto, la volontà di donazione al momento del rilascio o rinnovo della Carta di identità. Proseguono, inoltre, le campagne svolte nelle scuole primarie e secondarie del territorio regionale con la partecipazione di tutte le associazioni di volontariato che si impegnano nel settore della donazione in generale (oltre a organi e tessuti anche midollo, sangue, plasma, cordone ombelicale ecc.).  
   
   
DOLORE ACUTO: DICLOFENAC, L´UTILITA´ DEI DOSAGGI PIU´ BASSI PER UN IMPIEGO PIU´ SICURO, SECONDO LE RECENTI DIRETTIVE EMA  
 
Milano, 22 maggio 2014 - Quando parliamo di dolore acuto pensiamo ad un dolore che arriva improvviso, inaspettato, durante il lavoro, nel cuore della notte, in vacanza lontano da casa e, spesso, nell’impossibilità di ricorrere alle cure del medico o dei familiari. Una soluzione al dolore acuto arriva oggi dalla disponibilità di una nuova formulazione di diclofenac che può essere facilmente iniettata da soli. La nuova formulazione è mirata alle esigenze dei pazienti che desiderano una risposta rapida al dolore acuto, efficace e con una modalità di assunzione pronta e personalizzata: la disponibilità, per la prima volta, dei bassi dosaggi di 25 e 50 mg, in aggiunta al classico 75 mg, permette di utilizzare la più bassa dose efficace del Fans, seguendo la raccomandazione emessa dall’Agenzia Europea per i Medicinali. “Gli anti-infiammatori non steroidei (Fans), di cui il diclofenac fa parte, sono farmaci ampiamente impiegati nella pratica clinica, spiega Guido Fanelli, Ordinario di Anestesia e Rianimazione all’Università degli Studi di Parma e Presidente Commissione per l’attuazione legge 38/10 del Ministero della Salute, e vengono prescritti in diverse patologie per il trattamento del dolore acuto data la loro comprovata efficacia. Il diclofenac, proprio per il suo ampio impiego, è disponibile in tante diverse formulazioni: compresse, gel, cerotti medicati, fiale per intramuscolo e, oggi, anche in siringa pre-riempita con un ago per sottocute, per intenderci simile a quello utilizzato per vaccinare i bambini, quindi meno doloroso di quello tradizionale. La nuova opzione terapeutica offre numerosi vantaggi quali la facilità di somministrazione, la rapidità d’azione e permette di mantenere inalterata l’efficacia analgesica anche in presenza di una riduzione del dosaggio del principio attivo, fatto quest’ultimo cruciale alla luce delle recenti limitazioni prescrittive Aifa (nota 66) consentendone l’impiego in tutta sicurezza”, conclude Fanelli. Secondo una recente ricerca Doxa sul dolore, il medico di medicina generale è, in linea di massima, riconosciuto come la figura di riferimento (91%) ma, nella pratica, gli italiani decidono in autonomia cosa fare (53%), mettendo in evidenza l’esigenza di provvedere autonomamente alle necessità di cura, forse dovuta anche al significativo numero di famiglie monocomposte. “I dolori definiti “acuti” rappresentano la risposta a lesioni subite dall’organismo a causa di traumi o malattie acute insorte nell’immediato, prosegue Pierangelo Lora Aprile, Responsabile area Dolore Simg, Società Italiana di Medicina Generale. A causare più frequentemente il dolore sono le patologie osteoarticolari, dolori muscolari, l’artrite, l’artrosi, l´ernia del disco, la sciatalgia, il mal di schiena, il colpo della strega, le lesioni traumatiche, ma anche recrudescenze di un’artrite reumatoide o di altre malattie reumatiche, che costituiscono, nell’insieme, il principali motivo di consulto del medico. Tuttavia vi sono alcune difficoltà nella pratica quotidiana che bisogna tenere in conto. La necessità di avere una risposta rapida al dolore porta all’utilizzo dell’iniezione intramuscolo che è ritenuta molto più efficace rispetto alla via orale. Ma la considerazione che il medico sente ripetere con frequenza è “dottore farei le punture, perché sono molto più efficaci, ma non so chi me le può fare…”. La possibilità di somministrare un farmaco per via sottocutanea già pronto in siringa pre-riempita risolve questo problema”, conclude Lora Aprile. “Fin ora, illustra Diego Fornasari, Professore di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano, potevamo trattare il dolore acuto con una compressa o con una somministrazione intramuscolare, formulazioni che hanno diversi svantaggi: la compressa ha un’azione meno rapida e una possibile gastrolesività da contatto, mentre la formulazione iniettiva presenta possibili eventi avversi con danni ai tessuti e ai nervi. La novità della nuova formulazione di diclofenac sottocute è anche nei dosaggi di 25 e 50 mg (fin ora inesistenti) che si aggiungono al 75 mg. Studi dimostrano che la risposta analgesica ai due dosaggi di 50 e 75 mg è simile, suggerendo che il dosaggio di 50 mg è spesso sufficiente. Questa nuova formulazione è resa possibile grazie all’associazione del diclofenac con le beta-ciclodestrine, che aumentano l’idrosolubilità e la biodisponibilità del composto associato ad esse: in questo modo il volume della soluzione iniettabile è stato ridotto, passando da 3 ml a 1 ml, e permettendo quindi la somministrazione sottocutanea”. “In ambito ortopedico, continua Paolo Cherubino, Presidente Siot, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, la presenza di dolore è una realtà, ed è un dovere dello specialista ortopedico trattarlo. Per una corretta gestione del dolore di natura ortopedica è necessario innanzitutto distinguere le diverse tipologie di dolore esistenti e ad esse associare una corretta scelta del farmaco e della via di somministrazione. Questa scelta si basa su fattori che riguardano le caratteristiche della sintomatologia e su fattori che riguardano l’età e le comorbidità, considerando gli eventuali effetti collaterali. Comunemente vengono somministrati farmaci antiinfiammatori non steroidei, che però hanno una serie di effetti avversi, maggiori nei soggetti anziani che spesso sono sottoposti a politerapie con frequenti interazioni farmacologiche. Per questi motivi è opportuno avere a disposizione un farmaco che permetta un rapido sollievo del dolore, con una via di somministrazione utilizzabile da tutti, quale quella intradermica e la possibilità di utilizzare il dosaggio minimo efficace sia per la terapia del dolore acuto sia nelle prime fasi della cronicizzazione”. "I farmaci anti infiammatori (Fans), spiega Ignazio Olivieri, Presidente Eletto Sir, Societa Italiana di Reumatologia, sono ancora oggi un importante strumento terapeutico in reumatologia sia per il dolore cronico che per il dolore acuto. Il loro impiego è riservato a due condizioni: il trattamento di malattie croniche ed il controllo di fasi di acuzie di malattie infiammatorie e non. Otre all´artrite reumatoide, all´artrite psoriasica ed alla spondilite anchilosante vanno ricordate le artriti indotte, come la gotta, la condrocalcinosi e la malattia da idrossiapatite. Il diclofenac per via intramuscolare ha sempre costituito un’arma utile per la terapia del dolore reumatologico acuto ed intenso. L’aver messo a disposizione un prodotto che dà flessibilità nella scelta della dose (25, 50 e 75 mg) e che può essere somministrato anche per via sottocutanea rende ancora più attuale l’uso del diclofenac per il dolore reumatologico acuto” conclude il reumatologo.  
   
   
AGRICOLTURA: REGIONE FVG CONTRO NUOVE SEMINE OGM  
 
Milano - L´obiettivo della Regione Friuli Venezia Giulia resta quello di rendere completamente libero da coltivazioni Ogm tutto il territorio regionale, nel rispetto però della normativa comunitaria in materia, ha sottolineato ieri a Milano la presidente Debora Serracchiani intervenendo al "mega" convegno della Coldiretti nazionale che ha riunito nel capoluogo lombardo oltre diecimila iscritti, tra cui quasi un migliaio provenienti da Gorizia, Pordenone, Trieste ed Udine, guidati dal presidente Fvg Dario Ermacora. In questi giorni, però, ha ricordato la presidente del Friuli Venezia Giulia, nonostante i divieti nazionale e regionale, all´Amministrazione regionale sono state notificate la semina di mais Ogm in due campi. Gli uffici della Regione stanno ora lavorando di concerto con quelli statali, in particolare con il Corpo forestale dello Stato, in costante contatto e coordinamento per attivare tutti gli strumenti possibili nei confronti di chi ha trasgredito. Allo Stato dunque viene chiesto un supporto, anche perché - è stato detto - è necessario che la normativa statale contenga precise indicazioni circa le sanzioni da applicare a chi decide di seminare Ogm. E in tal senso oggi a Milano, all´incontro dedicato a "L´agricoltura di chi ama l´Italia", la presidente del Friuli Venezia Giulia ha chiesto a Coldiretti di sostenere questa richiesta Fvg - cioè sanzioni capaci di impedire le coltivazioni Ogm - di una rivisitazione del testo del decreto del 2013. Una sintetica rassegna allestita sempre da Coldiretti oggi ha illustrato i mille volti degli "imbrogli" alimentari ai danni dei prodotti made in Italy: dai "wine-kit" (si stima che in Europa vengano consumate ogni anno 20 milioni di bottiglie, con etichette di vino italiano, realizzate con queste polveri "di vino"), ai formaggi con polvere di caseina, ai 29 milioni di chilogrammi di concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina, affari spesso gestiti dalle cosiddette agromafie che fatturano annualmente 14 miliardi di euro. Di fronte a tutto ciò, campeggia il grande problema della salvaguardia dei "giacimenti enogastronomici" che fanno grande l´Italia nel mondo. Occorrono, come ha ricordato tra gli altri anche Paolo Barilla, vicepresidente di Barilla Alimentare spa, garanzie di sicurezza, che poi sono il presupposto del gusto, è necessario ad esempio promuovere in accordo con le Regioni, ha proposto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, "filiere corte", appare indispensabile attivare un percorso di protezione che deve essere fatto dentro e con l´Europa, ha indicato la presidente del Friuli Venezia Giulia. E´ questo un "interesse" soprattutto dei Paesi produttori, quali l´Italia, rispetto ad altre realtà, del Nord Europa, che sono per lo più consumatori e dunque meno "interessati" al problema, è stato rimarcato, anche se alcuni "passaggi" appaiono importanti. Il Parlamento Ue, oggi in scadenza, ha comunque infatti già avviato il percorso per la stesura di un Regolamento per il "made in", mentre nel frattempo sono stati stipulati specifici accordi commerciali Ue-paesi terzi per la tutela delle produzioni "doc", tra cui - molto importante anche per il Friuli Venezia Giulia - con il Canada. Accordi che, tra l´altro, hanno portato alla recente eliminazione da una grande catena distributiva della Gran Bretagna del "Daniele ham", che evidentemente intendeva cannibalizzare il prosciutto di San Daniele.  
   
   
STAMINA, ASSESSORE LOMBARDIA: DATO MANDATO PER RICORRERE CONTRO TRIBUNALE PESARO  
 
Milano, 22 maggio 2014 - "Ho dato mandato all´Azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia e all´Avvocatura regionale di verificare ogni possibilità al fine di contestare l´ordinanza del Tribunale di Pesaro in tutte le sedi possibili, ivi incluse le giurisdizioni superiori". Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia in merito al provvedimento emesso il 13 maggio scorso dal Tribunale di Pesaro, che ha ordinato di autorizzare il presidente del Consiglio direttivo dell´Ordine dei medici di Brescia ad accedere presso gli Spedali Civili di Brescia, in sostituzione del rappresentante legale dell´ente ospedaliero, al fine di individuare, fra il personale medico specialistico dipendente dell´azienda stessa o avvalendosi della collaborazione di supporti esterni, medici che possano provvedere ad eseguire le cure legate al cosiddetto ´trattamento Stamina´. Gia´ Interpellata Presidenza Della Repubblica - "Già nelle scorse settimane - spiega l´assessore - avevo provveduto ad interpellare il Capo dello Stato quale Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura al fine di sensibilizzare le autorità competenti sulla difficile situazione in corso, con una parte della autorità giudiziaria tesa ad approfondire eventuali difformità rispetto alla validità scientifica del cosiddetto ´metodo Stamina´ e al percorso che ne aveva portato l´applicazione presso gli Spedali Civici di Brescia e con altri tribunali invece impegnati ad imporre la somministrazione di tali terapie, con specifiche ordinanze emesse nei confronti della struttura lombarda". Ulteriore Incongruenza - "Ora siamo costretti ad assistere a questa ulteriore incongruenza che risulta inaccettabile e davvero poco comprensibile sia alla luce delle scelte assunte da parte della magistratura sia rispetto all´autonomia ed alla responsabilità delle nostre strutture lombarde e di tutti gli operatori che da sempre vi lavorano con competenza e che noi intendiamo difendere e tutelare. Per questo - conclude l´assessore - provvederò nelle prossime ore ad interpellare nuovamente il Capo dello Stato".  
   
   
SCLEROSI MULTIPLA: IL 30 MAGGIO PRIMO “H-OPEN DAY” ITALIANO  
 
Milano, 22 Maggio 2014 - O.n.da, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism), indice per il 30 maggio, in occasione della Settimana di informazione e sensibilizzazione promossa dall’Associazione dei pazienti, la prima edizione dell’iniziativa “Ospedali a Porte Aperte”, rivolta alle donne che soffrono di questa malattia, tipicamente declinata al femminile: è infatti di 2:1 il rapporto di incidenza tra donne e uomini con Sm. Cronica, imprevedibile e spesso invalidante, la sclerosi multipla è una grave malattia cronica del sistema nervoso centrale. Colpisce i giovani tra i 20 e i 40 anni e le donne, nel pieno della loro vita. Le persone con Sm sono 72 mila in Italia e 2,5 - 3 milioni nel resto del mondo. Il suo costo sociale è considerevole, pari a 2,7 miliardi di euro l’anno solo nel nostro Paese. Durante la giornata, in oltre 100 ospedali, gran parte dei quali premiati con i Bollini Rosa per la loro attenzione alla salute femminile, sarà possibile usufruire di servizi clinici, di consulenza e d’informazione, offerti anche grazie alla collaborazione attiva di molte sezioni Aism presenti sul territorio nazionale. Obiettivo dell’iniziativa è offrire alle donne con sclerosi multipla e ai loro caregiver un piccolo ma concreto aiuto nella gestione di questa difficile malattia. “L´h-open Day – spiega Francesca Merzagora, Presidente di O.n.da – è un´iniziativa già sperimentata per altre patologie: gli ospedali del Network Bollini Rosa che vi aderiscono aprono le porte alla popolazione, mettendo gratuitamente a disposizione diverse tipologie di servizi. Quest’anno abbiamo deciso di realizzare, per la prima volta, anche una giornata dedicata alla sclerosi multipla: una patologia neurologica con un impatto molto pesante sulla qualità di vita delle pazienti e dei familiari che prestano loro assistenza, in considerazione della giovane età di incidenza, dell’imprevedibilità del decorso clinico e dell’evoluzione progressivamente invalidante. L’iniziativa, realizzata grazie al contributo incondizionato di Biogen Idec, coinvolge un gruppo di ospedali particolarmente efficienti nella gestione della sclerosi multipla presenti in tutta Italia”. Nell’ambito dell’iniziativa, si terrà venerdì 30 maggio, a Milano, il convegno aperto alla popolazione “Le donne e la sclerosi multipla”, organizzato con la collaborazione di Aism e dei suoi ricercatori (ore 10.30, Spazio Oberdan, Sala Alda Merini, Via Vittorio Veneto 2). Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.Bollinirosa.it  telefonando allo 02/29015286 o scrivendo una email a openday@ondaosservatorio.It  
   
   
SANITÀ, PRESIDENTE LOMBARDIA: PRETENDO TOTALE TRASPARENZA  
 
Milano, 22 maggio 2014 - "Con la decisione di sospendere tre direttori generali la Regione ha voluto dare un segnale importante. Fatta salva la presunzione di innocenza, quando ci sono elementi gravi, noi interveniamo. Io pretendo la totale trasparenza". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, parlando a margine dell´Assemblea di Coldiretti a Milano. Riforma Entro L´anno - Il presidente della Lombardia ha anche ribadito la volontà di fare la riforma del Sistema socio-sanitario lombardo. "La guiderò io - ha detto - e ci sarà la concentrazione di tutti gli appalti in un´unica stazione appaltante, per evitare il rischio di contaminazioni, infiltrazioni, pressioni. Questa è la grande riforma che voglio completare entro quest´anno".  
   
   
SANITÀ: IERI IL PRIMO ATTO CONCRETO, NELLA PROSSIMA SEDUTA LA GIUNTA SARDA DARÀ UNA ULTERIORE RISPOSTA AI DISABILI GRAVISSIMI  
 
Cagliari, 22 Maggio 2014 - È questo l’impegno assunto ieri dal Presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e dall’Assessore alla Sanità Luigi Arru, che stamane hanno incontrato Salvatore Usala, portavoce del Comitato 16 novembre - Viva la Vita onlus. "Già nella prossima Giunta - ha garantito il Presidente Pigliaru - approveremo una delibera organica che risponde alle richieste sollevate dal Comitato, in particolare sull’utilizzo delle risorse del Fondo nazionale per le non autosufficienze per il 2013. La Giunta di centrodestra ha approvato due delibere che destinavano le risorse del Fondo nazionale in maniera non corretta, come denunciato da Tore Usala. Con la delibera approvata ieri abbiamo già assicurato un finanziamento che garantisce i diritti delle persone in ventilazione meccanica assistita. Con il secondo provvedimento - prosegue il presidente - la prossima settimana daremo finalmente una risposta a tutte le persone in situazione di disabilità gravissima". "Sono due provvedimenti che riportano al corretto utilizzo le risorse del Fondo nazionale - aggiunge l’assessore Arru - ma, soprattutto, vogliamo riportino serenità e certezza nell’assistenza e nel diritto alla cura per persone e famiglie che vivono condizioni di estrema difficoltà".  
   
   
DA MERCOLEDÌ 21 MAGGIO, FINO A SABATO 24, IL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE A EXPOSANITÀ, LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DELLA SANITÀ E DELL´ASSISTENZA A BOLOGNA. ALLO STAND È POSSIBILE ATTIVARE IL PROPRIO FASCICOLO SANITARIO ELETTRONICO  
 
Bologna, 22 maggio 2014 - Il Servizio sanitario regionale dell’Emilia-romagna partecipa a Exposanità, la mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza, che si svolge al quartiere fieristico di Bologna da oggi, mercoledì 21, a sabato 24. Nello stand, riconoscibile dal logo della sanità dell’Emilia-romagna (Centro servizi, stand 45), Regione e Aziende sanitarie presentano esperienze, progetti, campagne informative che descrivono l’attività del sistema, i percorsi di innovazione, l’efficienza organizzativa, la qualità dell’assistenza. Allo stand sarà possibile attivare il Fascicolo sanitario elettronico, che consente di raccogliere in formato digitale la propria documentazione sanitaria e di visualizzarla sul web, in forma protetta e riservata. Questo per i cittadini significa la possibilità di consultare via internet, con la protezione di credenziali d’accesso personali, visite, esami, referti di strutture pubbliche del Servizio sanitario regionale (e progressivamente anche di strutture private accreditate), prescrizioni di farmaci, o altri documenti quali per esempio eventuali esenzioni dal pagamento del ticket o lettere di dimissioni da ospedali pubblici. Il Fascicolo sanitario elettronico consente inoltre di accedere ad altri servizi on line, che le Aziende sanitarie stanno via via attivando: la prenotazione di visite ed esami, il pagamento di ticket, la consegna on line dei referti, il cambio o la revoca del medico e del pediatra di famiglia. L’attivazione del Fascicolo sanitario elettronico è gratuita. E’ sufficiente presentarsi allo stand del Servizio sanitario regionale a Exposanità con un documento di identità, essere in possesso di una casella di posta elettronica ed essere assistiti da un medico di famiglia (anche temporaneo, nel caso ci si trovi in Emilia-romagna per lavoro o per studio).  
   
   
EUREGIO SPORT CAMP: UNA SETTIMANA RICCA DI INCONTRI E SPORT DAL 13 AL 20 LUGLIO  
 
Bolzano, 22 maggio 2014 - Si svolgerà a Baselga di Pinè in provincia di Trento, dal 13 al 20 luglio, e sarà riservata a giovani dai 15 ai 17 anni, l’edizione di quest’anno dell’Euregio Sport Camp organizzata dall’Euregio Tirolo, Alto Adige Trentino. Si svolgerà a Baselga di Pinè, in provincia di Trento, dal 13 al 20 luglio, e sarà riservata a giovani dai 15 ai 17 anni, l´edizione di quest´anno dell´Euregio Sport Camp organizzata dall´Euregio Tirolo, Alto Adige Trentino. Lo sport sarà il vero protagonista di questa settimana. I giovani potranno praticare assieme numerose discipline sportive come l´arrampicata, il pattinaggio, il dragon boat, il nordic walking, il tiro con l´arco e l´equitazione, saranno inclusi nel programma anche diverse gite e workshop interattivi, durante i quali i partecipanti avranno la possibilità di confrontarsi con nutrizionisti, esperti della prevenzione contro il doping. Le eventuali difficoltà linguistiche saranno superate grazie alle attività comuni ed al sostegno di allenatori di madrelingua italiana e tedesca. Il costo di partecipazione inclusivo di assistenza, vitto e alloggio è di 120 euro. Per ulteriori informazioni si può contattare Laura Savoia, dell´Ufficio Sport, che ha sede in Piazza Magnago, 1 a Bolzano, tel.: 0471 412684, fax: +39 0471 41 2689; sport@provinz.Bz.it  o consultare il sito: http://www.Europaregion.info/it/euregio-sport-camp.asp   
   
   
LA BICOCCA AL GIRO D’ITALIA PER STUDIARE IL RAPPORTO TRA FATICA E INFORTUNI LA RICERCA, SVOLTA DALL’UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA IN COLLABORAZIONE CON L’ORGANIZZAZIONE DEL GIRO SU NOVE CICLISTI DEL TEAM LAMPRE MERIDA, STA MISURANDO TAPPA PER TAPPA POTENZA, DISIDRATAZIONE, STRESS DEGLI ATLETI. OBIETTIVO, STABILIRE LA CORRELAZIONE TRA STRESS, PRESTAZIONE E RISCHIO DI INFORTUNIO.  
 
Milano, 22 maggio 2014 – La potenza media erogata da un ciclista in una tappa non particolarmente impegnativa del Giro d’Italia è intorno ai 160/170 watt. Che possono salire fino a punte di 1.200 watt in una volata in vista del traguardo. In salita si marcia invece intorno a 300/400 watt medi. Sono alcuni dei primi dati raccolti dal progetto Vai In Giro (Valutazione del rIschio di Infortunio muscolo-scheletrico correlabile a stress del metabolismo ossidativo in ciclisti professionisti partecipanti a competizione ciclistica a tappe Giro d’Italia), che l’Università di Milano-bicocca sta realizzando in collaborazione con l’organizzazione del Giro d’Italia, sugli atleti del Team Lampre Merida in questa 97° edizione del Giro. Che relazione c’è tra lo stress accumulato da un ciclista durante una gara a tappe come il Giro d’Italia e il rischio di infortunarsi? Qual è il rapporto tra la fatica percepita dal ciclista e indicatori come livello di potenza e disidratazione? C’è relazione tra stress, sonno, disidratazione e resa in gara? Per rispondere a queste domande il gruppo di studiosi del dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Milano-bicocca che realizza la ricerca ha messo sotto osservazione nove atleti del Team Lampre Merida, inviando un ricercatore al seguito della squadra dalla prima all’ultima tappa. Infatti, lo studio, che ha ottenuto il patrocinio della commissione medica del Giro coordinata da Giovanni Tredici, docente del Dipartimento di chirurgia e medicina traslazionale dell’Università di Milano-bicocca, si propone di valutare gli indici di stress del metabolismo ossidativo in atleti che effettuano carichi lavorativi intensi per 24 giorni consecutivi. In tutte le giornate di tappa, Luca Pollastri, ricercatore al seguito del Giro, che insieme a Giovani Tredici, Francesca Lanfranconi, Giovanni De Vito e Antonio Zaza, è autore dello studio, colloca un potenziometro (clicca qui per guardare e scaricare la Foto 1) e un computer di bordo (Garmin 510) sulle biciclette di Cunego, Ulissi e compagni e a fine tappa esegue una valutazione impedenziometrica per misurare il livello di disidratazione. Nei giorni di riposo, invece, esegue sugli atleti una valutazione della Heart Rate Varibility, utile per valutare l´interazione fra il sistema nervoso simpatico e parasimpatico in condizioni di stress. «A due settimane dall’inizio – racconta Luca Pollastri, che sta lavorando a stretto contatto con gli atleti e il team medico della squadra – mi sembra di far parte a tutti gli effetti della carovana del Giro. La prima cosa che faccio a fine tappa è lo scarico dei dati del potenziometro e del cardiofrequenzimetro (clicca qui per guardare e scaricare la Foto 2). Tre ore più tardi faccio un’impedenza agli atleti applicando elettrodi con corrente a basso voltaggio per misurare il livello di disidratazione. Questo test, insieme ai dati di peso e circonferenza della coscia, ci permette di valutare la perdita di peso dovuta alla disidratazione. Come si sa, se si perde più del 2 per cento di peso in liquidi, le prestazioni risultano compromesse». «Per un ciclismo che richiede una specializzazione sempre maggiore, – dice Diego Ulissi, atleta del team Lampre Merida - è fondamentale poter basarsi su dati e indagini fisiologiche precise e scientifiche. Sono personalmente molto contento di poter dare la mia disponibilità a questa ricerca: ci sta offrendo riscontri interessanti già in parte utilizzabili durante questo Giro e sono sicuro che, quando sarà terminata, darà a noi corridori e alla squadra preziose informazioni». «Esistono evidenze del fatto che un utilizzo prolungato e strenuo della catena trasporto-utilizzo dell’ossigeno, senza adeguati tempi di recupero, possa indurre nell’atleta patologie da sovraccarico. – spiegano Giovanni Tredici, Francesca Lanfranconi, Giovanni De Vito e Antonio Zaza dell’Università di Milano-bicocca – Con questa ricerca vogliamo stabilire in primo luogo la correlazione tra lo stress del metabolismo ossidativo e l’infortunio muscolo scheletrico in un ciclista professionista e in secondo luogo comparare la percezione soggettiva della fatica con indicatori di stress metabolico come potenza e disidratazione». Segui le news e le curiosità del progetto Vai In Giro anche sui social con l’hashtag #Vaiingiro