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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Aprile 2008
CONTRASSEGNO SIAE: INTERVENTO MINISTERIALE  
 
Con una recente sentenza la Corte di Giustizia Europea ha stabilito che l´apposizione del contrassegno sui supporti contenenti opere dell´ingegno tutelate, essendo regola di natura tecnica, doveva essere notificata alla Commissione Europea ai sensi della Direttiva n. 83/189/Cee per consentirle di verificarne la compatibilità col principio comunitario di libera circolazione delle merci e di promuovere eventualmente l´armonizzazione delle regole tecniche nazionali. Poiché ciò non è avvenuto, l´obbligo di apposizione del contrassegno S. I. A. E. Non risulta opponibile a terzi e, quindi, la mancata apposizione non può costituire fattispecie di reato, fermo l´obbligo, secondo la Corte di Cassazione, di richiedere il consenso ai titolari dei diritti per l´utilizzazione delle opere tutelate e contenute nei supporti. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di concerto con la Presidenza del Consiglio, ha provveduto a trasmettere all´Ispettorato tecnico dell´Industria del Ministero dello Sviluppo Economico la normativa concernente il contrassegno S. I. A. E. Di modo che il Ministero dello Sviluppo Economico, competente in materia di notifica di regole tecniche, possa provvedendo alla notifica alla Commissione Europea. In questa maniera si può così definire la vicenda che ha portato a sentenze che hanno depenalizzato il reato, previsto dalla legge sul diritto d´autore, della mancata apposizione del contrassegno sui supporti destinati al commercio e contenenti opere tutelate .  
   
   
KASPERSKY LAB : CAMBIANO LE MINACCE, CAMBIANO LE SOLUZIONI - EVOLUZIONE DI VIRUS E ANTIVIRUS  
 
Kaspersky Lab, azienda specializzata in soluzioni per la sicurezza dati, ha pubblicato un articolo di David Emm, noto consulente di sicurezza informatica, sull’evoluzione del malware e delle soluzioni che hanno il compito di combatterlo dal titolo: “Cambiano le minacce, cambiano le soluzioni: l’evoluzione di virus e antivirus”. Nell’articolo si esaminano le tappe dello sviluppo delle minacce informatiche a partire dalla fine degli anni ‘80, quando sono comparsi i primi virus per Pc, fino alla nascita di virus destinati ai telefoni cellulari, nella prima decade del Xxi secolo. L’autore illustra come l’impiego di tecnologie abbia permesso alle soluzioni antivirus di reagire in maniera efficace ai cambiamenti del malware. David Emm esamina i mutamenti nella motivazione dei creatori di virus: se inizialmente i virus venivano creati e diffusi con lo scopo di apportare il maggiore danno possibile, negli ultimi tempi il fine è diventato quello di riempire i portafogli degli autori. Questa situazione viene confermata dalla tendenza, registrata a partire dal 2003, alla diminuzione del numero delle epidemie globali di virus, mentre i Trojan hanno cominciato ad essere concepiti su misura per invadere un sistema preciso e per sottrarre dati personali dell’utente. L’autore concentra poi la propria attenzione sulle nuove minacce “mobili”: dopo la scoperta, nel 2004, del primo worm per smartphone, il malware di nuova generazione pensato per i cellulari è diventato sempre più diffuso. Nel giro di pochi anni, le minacce create per piattaforme mobili si sono sviluppate tanto quanto ha fatto il malware per Pc in ben 20 anni. Emm conclude ricordando come il quadro delle minacce informatiche si sia modificato enormemente in appena un ventennio, e insiste su quanto oggi sia più che mai necessaria un’efficace protezione. Le soluzioni antivirus non devono solo garantire protezione dalle centinaia di nuove minacce odierne, ma anche sviluppare tecnologie capaci di respingere le minacce ancora sconosciute .  
   
   
PRIVACY: NOMI DEGLI ALUNNI SUL SITO DEL CONSIGLIERE COMUNALE  
 
Su segnalazione del Comune di Palau, l´Autorità ha bloccato, con provvedimento del 28 febbraio 2008, il trattamento dei dati personali relativi alla lista con i nomi degli alunni delle scuole medie inferiori, secondarie e superiori che hanno ottenuto il contributo per l´acquisto dei libri di testo apparsa sul sito web del capogruppo consiliare di minoranza. Le informazioni personali pubblicate riguardavano i dati identificativi di alunni e genitori, l´ammontare del contributo economico erogato e in alcuni casi perfino le coordinate del conto corrente bancario. Il Comune, che aveva segnalato all´Autorità la diffusione dei dati, aveva precisato di non averne dato pubblicità per evitare che i dati personali di natura economica divenissero facilmente di dominio pubblico. Gli elenchi, infatti, non erano stati affissi né all´albo pretorio, né erano stati pubblicati sul sito istituzionale perché secondo l´amministrazione comunale la loro diffusione poteva creare imbarazzo o disagio agli interessati, che appartengono a fasce deboli della popolazione, ed esporli a conseguenze indesiderate. Le informazioni erano comunque accessibili su richiesta. Una copia degli elenchi era stata consegnata anche al capogruppo di minoranza in ragione del suo mandato politico, il quale ha deciso invece di pubblicarla sul suo sito. Il trattamento dei dati contenuti negli atti dell´amministrazione comunale - ha ricordato l´Autorità - può essere effettuato dai consiglieri in ragione del loro mandato, ma sempre nel rispetto del diritto alla riservatezza degli interessati. La pubblicazione su internet di queste informazioni personali, rese in questo modo immediatamente accessibili a tutti attraverso una semplice ricerca per nome, è risultata invece illecita, in particolare perché eccessiva rispetto alle finalità per le quali le informazioni erano state raccolte. Il Garante ha, pertanto, disposto in via d´urgenza il blocco dei dati diffusi dal sito in attesa di ulteriori accertamenti. Il consigliere, nel frattempo, dovrà limitarsi a conservare i dati senza poter compiere nessun´altra operazione di trattamento .  
   
   
PRIVACY: ELENCHI DEGLI AMMESSI AL BENEFICIO 5 PER MILLE IRPEF  
 
È possibile pubblicare gli elenchi dei soggetti ammessi, anche in via provvisoria, al beneficio del 5 per mille sul sito web dell´Agenzia delle entrate, ma occorre che ciò sia previsto da una norma di legge o di regolamento. È questo il parere condizionato espresso dal Garante lo scorso 13 marzo 2008 nell´esaminare lo schema di d. P. C. M. Presentato dal Ministero della solidarietà sociale riguardante le modalità di richiesta di ammissione al beneficio del 5 per mille. Lo schema prevede che le associazioni di volontariato debbano trasmettere in via telematica all´Agenzia delle entrate – oppure, per gli enti della ricerca scientifica e dell´università, al Ministero dell´università e delle ricerca – una domanda di iscrizione in un apposito elenco. Ad avviso del Garante, la messa a disposizione su Internet degli elenchi realizzerebbe una diffusione di dati personali: è, quindi, necessario che tale forma di pubblicazione sia specificamente prevista da una norma di legge o di regolamento che l´amministrazione dovrà individuare, come stabilito dal Codice privacy. Oltre ad evidenziare l´esigenza di una specifica norma che consenta, dunque, tale diffusione, l´Autorità ha inoltre chiesto che i modelli di domanda per l´iscrizione telematica agli elenchi rechino un´informativa con le stesse caratteristiche di quella apposta in calce al modello cartaceo destinato all´Agenzia delle entrate e che sia opportunamente omessa l´informativa nel modello di autodichiarazione successivo, trattandosi delle medesime informazioni e dello stesso procedimento.  
   
   
PRIVACY: SÌ AI DATI BIOMETRICI DEI DIPENDENTI PER GARANTIRE LA SALUTE PUBBLICA  
 
È possibile trattare dati biometrici dei dipendenti per specifiche e rilevanti finalità, come ad esempio la salute pubblica. È quanto ribadito dal Garante con provvedimento dello scorso 15 febbraio 2008 nel ritenere lecito e conforme alla disciplina privacy il sistema di rilevazione biometrica proposto da una società di risorse idriche. La società chiedeva di poter utilizzare dati biometrici dei propri dipendenti al fine di monitorare gli accessi ad alcune aree dell´impresa, in particolare quelle in cui avviene la potabilizzazione dell´acqua, garantendo in questo modo la sicurezza dell´impianto idrico, la tutela della qualità delle acque e, di conseguenza, la salute pubblica. Il sistema di rilevazione biometrica sottoposto dalla società alla verifica preliminare del Garante prevede la registrazione delle impronte digitali dei dipendenti – rilasciate con il consenso degli stessi – attraverso apparecchiature e software appositi e la successiva trasformazione delle stesse impronte in codici numerici (template) inseriti in una smart card. In più si proponeva la memorizzazione dei dati relativi all´orario di accesso e dei codici che consentono di risalire all´identità del dipendente in una banca dati centralizzata. Nell´esaminare il progetto proposto dalla società, il Garante ha precisato che la raccolta delle impronte debba limitarsi ai soli dipendenti che hanno accesso all´area dell´impresa in cui avviene la depurazione delle acque e, soprattutto, che le impronte cifrate non debbano essere conservate in un archivio centralizzato ma solo su un supporto (una smart card ad esempio) nell´esclusiva disponibilità dell´interessato. Il Garante ha ricordato, infine, riprendendo quanto stabilito nelle Linee Guida in materia di trattamento dei dati personali dei lavoratori, che tutti i dati raccolti relativi agli accessi potranno essere conservati per un periodo non superiore ad una settimana con la predisposizione di specifici meccanismi di integrale cancellazione automatica delle informazioni allo scadere del termine previsto. L´accesso ai dati infine potrà essere garantito ai soli interessati oppure all´autorità giudiziaria ove specificamente richiesto .  
   
   
PRIVACY: SU CONTROLLO DELLE FRONTIERE E CIRCOLAZIONE DEI VIAGGIATORI, I GARANTI PRIVACY EUROPEI CHIEDONO MAGGIORI GARANZIE  
 
La Conferenza di primavera dei Garanti europei, che si è conclusa oggi a Roma, ha adottato una dichiarazione sui futuri sistemi europei di controllo delle frontiere e della circolazione di tutti i viaggiatori, in arrivo o in partenza dall´Europa, su tutti i mezzi di trasporto. Le Autorità Garanti europee invitano con forza l´Unione Europea, i Governi e i Parlamenti nazionali e tutte le altre istituzioni interessate, a valutare l´effettiva necessità di adottare tali misure e di individuare criteri di controllo proporzionali rispetto agli obiettivi che si intendono raggiungere. I Garanti hanno sottolineato che le necessarie esigenze di controlli efficaci per garantire le frontiere devono essere conformi all´idea di un´Europa aperta al mondo, che è uno degli obiettivi perseguiti in questi anni dall´Unione Europea. Il documento chiede, in particolare, alle istituzioni europee, ai Governi e Parlamenti nazionali che, prima di introdurre nuove misure che comprimano ulteriormente le libertà dei cittadini, venga valutata in maniera approfondita l´efficacia di quelle già esistenti. A conclusione dei lavori, la Conferenza ha approvato l´ingresso della Croazia fra i membri permanenti e ha adottato il regolamento del Gruppo di lavoro delle Autorità europee incaricato di seguire le questioni legate alla collaborazione giudiziaria e alle attività di polizia. Nei due giorni della Conferenza, organizzata dal Garante italiano, che ha visto la partecipazione di 38 Paesi, sono stati affrontati temi cruciali quali quelli della sicurezza, del business, delle nuove tecnologie e a come garantire la privacy in un mondo globalizzato sempre più ipertecnologico .  
   
   
GIUSTIZIA ITALIANA: VIETATO SPARLARE DEI COLLEGHI CON EMAIL  
 
La Corte di Cassazione ha affermato che nelle email indirizzate ai colleghi dell´ufficio non è lecito sparlare degli altri compagni di lavoro, specie quando al diretto interessato non viene mandata la corrispondenza telematica che lo riguarda. Infatti, secondo la Corte, se il collega criticato viene a conoscenza del messaggio, il mittente delle mail rischia un processo per ingiuria davanti al giudice su querela della persona offesa dalle maldicenze. Con questa decisione la Cassazione ha accolto il ricorso di un’impiegata presso una ditta veneta di Bassano del Grappa, il cui comportamento era stato criticato in una email che un suo collega aveva mandato a tutti gli altri dipendenti e nel quale prendeva di mira la sfacciataggine della donna che abusava dei congedi parentali. Il collega non aveva inviato la mail solo alla diretta interessata. Qualcuno aveva poi messo una copia della comunicazione sulla scrivania della donna che, sentendosi offesa, aveva querelato l´uomo, assolto in secondo grado dal giudice di pace di Bassano del Grappa e poi in appello dal tribunale di Bassano con la formula “perché il fatto non sussiste”. La Cassazione, invece, ha deciso di riaprire il caso e l´uomo ora rischia una condanna penale oltre a dover pagare un risarcimento danni alla collega. La Cassazione ha così motivato: ´´trattandosi di ingiurie epistolari, anche se lo scritto è stato inviato a persone diverse dall´offeso, il delitto si perfeziona a condizione che l´agente, all´atto dell´invio, abbia avuto indubbia consapevolezza che lo stesso sarebbe stato comunicato all´offeso´´ . .  
   
   
GIUSTIZIA ITALIANA: PROCESSO PENALE DI IMPUTATI MINORENNI  
 
Presso il Centro Congressi della Regione Piemonte, sono state presentate le “Linee Guida sulla collaborazione tra servizi dell’amministrazione della Giustizia, servizi dell’ente locale e autorità giudiziaria minorile nel processo penale a carico di imputati minorenni”, approvate dalla Giunta regionale nel gennaio scorso. Nell’incontro, promosso dall’assessorato regionale al Welfare, sono state illustrate alla platea di addetti ai lavori le finalità e contenuti di questo utile strumento operativo. Le Linee Guida regionali intendono fornire un importante riferimento per i servizi, a fronte di un quadro normativo ed organizzativo che negli ultimi anni è mutato profondamente, così come sono cambiate le caratteristiche dei minori dell’area penale, con un costante aumento del fenomeno dei minori stranieri sottoposti a processo. Le Linee Guida sono il frutto un’approfondita riflessione della Commissione penale minorile, che ha visto coinvolti i rappresentanti del Centro per la Giustizia Minorile, delle autorità giudiziarie minorili, della direzione regionale Sanità e degli enti gestori dei servizi sociali. “Anche se entrano nel circuito penale - ha sottolineato in apertura dei lavori, l’assessore regionale al Welfare, Teresa Angela Migliasso - questi ragazzi sono comunque minori, quindi soggetti da tutelare ed accompagnare verso un percorso di crescita nella legalità, con risposte sempre più diversificate e che tengano conto delle loro caratteristiche, della loro storia, del contesto in cui vivono e da cui provengono, anche nel caso dei minori stranieri”. A questo fine nelle Linee Guida si sottolinea l’importanza della progettualità integrata tra i servizi dell’amministrazione della Giustizia e dei servizi sociali e sanitari del territorio, che conoscono il contesto e spesso anche la specifica situazione del minore ma e che sono chiamati ad attivare tutte le risorse a disposizione. L’obiettivo è la creazione di una rete che coinvolga i servizi pubblici e del terzo settore impegnati a favore dei minori sottoposti a provvedimenti penali. Nel documento vengono inoltre ridefinite le linee relative al “progetto riparazione”, che individua nell’attività di mediazione penale e nelle attività di utilità sociale due interventi di giustizia riparativa volti alla responsabilizzazione, e quindi al recupero sociale, del minore che ha commesso reati. Particolare attenzione nelle Linee Guida viene anche dedicata al momento, delicato ed importante, dell’uscita dal circuito penale e del successivo percorso del minore, che va costantemente seguito dai servizi, in modo che possa inserirsi nella società con un progetto di sostegno per il futuro. “Un aspetto che non possiamo trascurare - ha rimarcato ancora l’assessore - è anche quello della prevenzione, per la quale è fondamentale non soltanto la funzione che i servizi sociali già svolgono, con i diversi progetti specifici in atto, ma anche il coinvolgimento dell’intera comunità locale e delle istituzioni”.  
   
   
AIE: IN PUGLIA LA QUINTA RAPPRESENTANZA REGIONALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI  
 
Diventano cinque le Rappresentanze regionali dell’Associazione Italiana Editori, l´associazione di categoria, aderente a Confindustria, che riunisce più di 400 editori, che pubblicano libri, riviste e prodotti editoriali digitali. Dopo Campania, Piemonte, Toscana e Calabria anche la Puglia ha costituito una struttura di decentramento operativo di Aie sul territorio per affermare il ruolo e le istanze dell’Associazione e degli editori anche in ambito locale. Il Consiglio generale di Aie ha ratificato la decisione assunta dalle case editrici socie dell’Aie con sede nella Puglia, affidando il ruolo di delegato a Nicola Cacucci (Cacucci editore): suo sarà il compito di costituire un reale punto di riferimento per la categoria sul territorio in stretta sinergia con la struttura centrale dell’Aie. In base all’elaborazione dell’Ufficio studi Aie su fonti diverse, le case editrici operanti in Puglia sono 138 (costituiscono il 2,6% del totale nazionale) e pubblicano 1744 titoli (il 3,1% di quelli complessivamente pubblicati in Italia). L’indice di assorbimento in libreria (fatto 100 le vendite in Italia il peso percentuale delle vendite in singole regioni o aree commerciali) vale in Puglia il 2,57% (per un confronto: Milano il 18,34%, Roma il 16,37%, Napoli il 3,10%) .  
   
   
ASSEGNI: NUOVE MODALITÀ DI UTILIZZO  
 
Dal 30 aprile 2008, per effetto del Decreto legislativo n. 231/07, sono in vigore alcune importanti novità in materia di assegni bancari e circolari, libretti di deposito al portatore, assegni di conto corrente postale e vaglia postali e cambiari. Da tale data le banche debbono rilasciare i moduli di assegno bancario e emettere gli assegni circolari già muniti della clausola Non Trasferibile. I moduli di assegno bancario già in possesso dei correntisti possono essere utilizzati anche dopo il 30 aprile 2008 fino al loro esaurimento, rispettando, però, all’atto dell’emissione le nuove regole. L’apposizione della clausola Non Trasferibile sugli assegni bancari e circolari è obbligatoria per importi pari o superiori a 5. 000,00 euro. Gli assegni emessi con tale clausola debbono riportare sempre il nome o la ragione sociale del beneficiano. Il cliente può richiedere chiedere alla propria banca, per iscritto, il rilascio di moduli di assegno bancario o l’emissione di assegni circolari in forma libera, cioè‚ senza la clausola di non trasferibilità. Per ciascun modulo di assegno bancario rilasciato o per ogni assegno circolare emesso in forma libera è dovuta dal cliente, a titolo di imposta di bollo, la somma di 1,50 euro. In ogni caso per assegni di importo pari o superiore a 5. 000,00 euro deve essere apposta la clausola Non Trasferibile. Le banche sono tenute a comunicare alle Autorità pubbliche competenti che ne faranno richiesta i dati identificativi ed il codice fiscale dei richiedenti moduli di assegno bancario o assegni circolari in forma libera nonché di coloro che li abbiano presentati all’ incasso. Ogni girata apposta sugli assegni bancari e circolari emessi in forma libera deve recare, a pena di nullità, il codice fiscale del girante. E’ importante, per la regolarità dell’assegno, non solo ricordare di aggiungere il proprio codice fiscale all’atto dell’apposizione della girata, ma anche controllare che eventuali precedenti girate rechino il codice in questione. Gli assegni bancari emessi all’ordine dello stesso correntista traente (compresi quelli con espressioni quali a me stesso, a me medesimo o simili in luogo del nome del traente) non potranno circolare ma potranno essere girati unicamente ad una banca per l’incasso.  
   
   
LIBRETTI DI DEPOSITO: NUOVE DISPOSIZIONI  
 
Sempre dal 30 aprile 2008 i libretti di deposito al portatore non possono avere un saldo pari o superiore a 5. 000,00 euro. Di conseguenza, i libretti che recano un saldo pari o superiore a tale importo debbono essere estinti dal possessore ovvero ridotti ad una somma che non ecceda l’importo indicato entro il 30 giugno 2009. Nel caso in cui un libretto di deposito al portatore venga trasferito ad altro soggetto, il possessore deve comunicare alla banca, entro 30 giorni dal trasferimento, i dati identificativi del soggetto cui ha consegnato il libretto nonché la data del trasferimento. I dati identificativi sono: nome e cognome, data e luogo di nascita, indirizzo, codice fiscale, tipo ed estremi del documento di identità per le persone fisiche; denominazione, sede legale, codice fiscale per un soggetto diverso da persona fisica. Il Decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 prevede l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie erogate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, al quale le banche sono tenute a segnalare tutte le infrazioni di cui hanno notizia.  
   
   
RESPONSABILITÀ SOLIDALE TRA APPALTATORE E SUBAPPALTATORE: REGOLAMENTO  
 
Nella Gazzetta ufficiale n. 90 del 16 aprile 2008 è stato pubblicato il Decreto del Ministero delle Finanze e del Ministero del Lavoro n. 74 del 25 febbraio 2008, che ha per oggetto la responsabilità solidale tra appaltatore e subappaltatore in materia di versamento delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali e assicurativi obbligatori, in relazione ai contratti di appalto e subappalto di opere, forniture e servizi. Il provvedimento entra 60 giorni dopo la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale.  
   
   
MONDIAL ASSISTANCE: SONDAGGIO IPSOS SULLE ESIGENZE E LE ASPETTATIVE DEI GIOVANI LAVORATORI EUROPEI. GLI ITALIANI SI SENTONO IN DIFFICOLTÀ  
 
Per comprendere meglio il modo in cui i giovani lavoratori europei tra i 25 e i 39 anni guardano i decisivi cambiamenti che riguardano la loro vita, Mondial Assistance ha deciso di promuovere un autorevole sondaggio avvalendosi della competenza Ipsos, terzo istituto di sondaggi del mondo, creato a Parigi nel 1975 e presente in 54 paesi nel mondo. Tra il 30 gennaio e il 14 febbraio 2008, l’istituto di ricerca ha condotto un’indagine tra 3508 giovani lavoratori tra i 25 e i 39 anni in sette paesi: Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna. Il periodo di vita sotto analisi si può definire cruciale ed è caratterizzato da una successione di eventi importanti: l’inizio della carriera lavorativa, il raggiungimento dell’indipendenza economica, l’acquisto della casa, la costituzione di una propria famiglia oppure l’assistenza ai parenti anziani. Si tratta di tante diverse nuove situazioni che i giovani si trovano a dover affrontare e che possono portare a preoccupazioni o anche a serie difficoltà. Gli intervistati mostrano uno stato d’animo abbastanza buono. Il 79% lo esprime, ma in modo moderato (il 64% afferma che il proprio stato d’animo è “abbastanza” alto, mentre solo il 15% lo conferma “molto alto”). Il dato che colpisce maggiormente è che tutti i ragazzi europei condividono la forte sensazione che la loro situazione sia più difficile da affrontare ora di quanto non lo fosse in passato: il 61% dichiara che, in confronto alla generazione dei propri genitori, la loro vita quotidiana sia diventata più faticosa. Secondo un terzo di questi (32%) è persino “molto più difficile”. Non mancano di idee né di consigli, ma di tempo. Sei giovani lavoratori su dieci affermano di non avere tempo (60%), mentre il 38% lamenta la mancanza di opportunità e il 30% una scarsità di energia. Alcuni ritengono di non ricevere aiuti (14%), idee (10%) e consigli (8%). Le due preoccupazioni principali dei giovani lavoratori sono lo star bene e la vita lavorativa. Pongono il benessere fisico e mentale al primo posto (41%), prima della loro vita professionale (38%), della vita quotidiana e dei suoi eventi imprevisti (26%), della propria vita a casa (25%), delle convenzioni (18%) e del loro ambiente (18%). I giovani lavoratori incontrano molte difficoltà: gestire il proprio tempo libero è anche una fonte di problemi. Il 62% e il 42% rispettivamente di loro dichiara di avere difficoltà a fare regolarmente esercizio o a seguire una dieta bilanciata, mentre le autorità pubbliche ci ricordano che si tratta di due imperativi per la salute pubblica. Uno su due giovani lavoratori (49%) pensa sia difficile trovare il tempo per fare ciò che desidera. Pochi riescono a ricevere un aiuto efficace dalle loro famiglie. Quasi uno su tre dichiara persino di poter ottenere solo un piccolo aiuto, o nessun aiuto affatto dalla propria famiglia in tutti i campi interessati da questa ricerca. I giovani olandesi dichiarano il maggiore livello di serenità. Al contrario, è significativa la costernazione espressa dai giovani lavoratori italiani e francesi, che si dimostrano essere i più fatalisti in quasi tutti i campi investigati. Tra i sette paesi in cui è stata condotta l’indagine, Italia è quindi quello in cui si registra il più elevato numero di giovani attivi in difficoltà, in particolare per gestire lo stress (il 52%, contro il 45% in media), per gestire al meglio la propria carriera professionale (il 50%, contro il 39%), per scegliere un prestito alle migliori condizioni (il 53%, contro il 41%), per compilare la dichiarazione dei redditi (il 57%, contro il 37%), per farsi curare a basso costo (il 64%, contro il 43%) o per traslocare in un nuovo alloggio (il 67%, contro il 43% in media). In totale, il 47% afferma che avrebbe difficoltà ad affrontare più della metà delle situazioni testate, contro il 29% in media. Inoltre tra i giovani italiani attivi si denota una certa frustrazione (il 51% dichiara di non avere opportunità), aggravata dalla sensazione che la vita quotidiana sia più difficile per loro che per i propri genitori (una sensazione condivisa dal 68%, il 37% ritiene persino che sia «molto più difficile »). In compenso, in un paese in cui la solidarietà familiare e intergenerazionale funziona bene, nella maggior parte delle situazioni testate, la maggioranza dei giovani italiani attivi ritiene di poter contare sulla propria famiglia per ricevere un aiuto concreto ed efficace. Tutti i risultati e le analisi sono disponibili a richiesta. Ulteriori informazioni: www. Mondial-assistance. Com - www. Mondial-assistance. It. .