Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Settembre 2011
PARLAMENTO EUROPEO: SANZIONI EUROPEE CONTRO LA CORRUZIONE  
 
Il Parlamento europeo ha approvato con 553 voti a favore, 3 contrari e 11 astensioni una risoluzione con la quale chiede alla Commissione di intensificare la lotta alla corruzione e presentare la valutazione sull´impatto economico della lotta alla corruzione in Europa per il 2012, in anticipo rispetto ai tempi precedentemente stabiliti. La corruzione costa all´economia europea 120 miliardi l´anno, pari quasi all´ammontare del bilancio annuale dell´Unione. La crisi economica in molti Paesi europei rende le misure anti-corruzione ancora più urgenti. Data la sua dimensione transfrontaliera, il Parlamento auspica, quindi, una definizione di corruzione valida in tutta l´Unione Europea, e sanzioni contro la corruzione da applicare uniformemente sul territorio dell´Unione. Il Parlamento invita, inoltre, il Consiglio a garantire il necessario e chiaro impegno politico, attualmente carente in alcuni Stati membri, per far rispettare le norme esistenti. La Commissione ha promesso di preparare nuove "relazioni anti corruzione", che diano un quadro chiaro degli sforzi e dei risultati, ma anche dei fallimenti e delle vulnerabilità, nei 27 Stati membri e individuino tendenze e debolezze delle politiche nazionali. Il Parlamento sottolinea che, per combattere la corruzione, dovrebbe esserci una maggiore trasparenza delle operazioni finanziarie, in particolar modo di quelle che coinvolgono i paradisi fiscali. Il Parlamento invita tutte le istituzioni europee e tutti gli Stati membri a rafforzare la trasparenza attraverso l´elaborazione di codici di condotta, o il miglioramento di quelli esistenti, che contengano, come minimo, regole chiare per proibire il conflitto d´interessi. Secondo un sondaggio svolto nel 2009 dall´Eurobarometro, quattro cittadini europei su cinque considerano la corruzione un problema serio nei rispettivi Stati membri. In un´altra consultazione pubblica, l´88% degli intervistati ha dichiarato che l´Europa dovrebbe fare di più per contrastare la corruzione  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA FISSA L´OBIETTIVO DELLA FORMAZIONE 700.000 PROFESSIONISTI DEL DIRITTO IN DIRITTO COMUNITARIO ENTRO IL 2020  
 
La Commissione europea ha fissato un obiettivo chiaro per aumentare il numero di giudici, pubblici ministeri, avvocati e altri operatori del diritto formazione in diritto europeo. In un documento politico concordato oggi, la Commissione europea mira a garantire che la metà di tutti gli operatori della giustizia nell´Unione europea - circa 700.000 - partecipare ad una qualche forma di formazione giudiziaria europea entro il 2020. Lo scopo è quello di dotare gli operatori del diritto di applicare il diritto europeo - che fa parte del loro ruolo di giudici e avvocati a livello nazionale. Essa contribuirà inoltre a rafforzare la fiducia reciproca tra i diversi sistemi europei giuridica e migliorare l´attuazione della legislazione europea. Ciò andrà a beneficio le persone e le imprese in Europa, che potranno contare su decisioni rapide e di rispetto per le regole. " Un sistema giudiziario indipendente, ben addestrato ed efficiente è essenziale per uno spazio giudiziario funzionante e mercato unico in Europa. Rivolge a decisioni giudiziarie buona e tempestiva rafforzare la prevedibilità e la certezza del diritto. Poiché il diritto europeo fa parte della vita quotidiana, cittadini e imprese vogliono sapere di poter contare su una magistratura competente e preparato in tutta l´Unione che permette loro di esercitare i propri diritti e ottenere giustizia. Ma i giudici e gli avvocati consegnare alla giustizia, è necessario conoscere le regole per essere in grado di applicare in modo efficace ", ha detto il vice -Presidente Viviane Reding, Ue Commissario alla Giustizia. " Ecco perché voglio fissare un obiettivo chiaro e ambizioso per l´espansione di formazione su come la magistratura in Europa applicare il diritto europeo. Questo aiuterà cemento nostri sforzi per creare a livello europeo del settore della giustizia , migliorare il modo funzionamento del mercato interno. Giudiziaria formazione è centrale per un sistema giudiziario moderno e ben funzionante in grado di ridurre i rischi sempre più elevati costi di transazione che impediscono la crescita economica. Europea di formazione giudiziaria è dunque un investimento molto più necessari per sviluppare la giustizia per la crescita . " Fondo Ci sono circa 1,4 milioni di operatori della giustizia nell´Unione europea, compresi i giudici, pubblici ministeri, avvocati, notai, ufficiali giudiziari e personale giudiziario. La Commissione intende far sì che almeno la metà di questi operatori del diritto a partecipare europea di formazione giudiziaria a livello locale, nazionale o europeo entro il 2020. Ha fissato un obiettivo aggiuntivo di assicurare che tutti gli operatori della giustizia beneficiare di una formazione di almeno una settimana nel diritto comunitario nel corso della loro carriera. Per raggiungere questo obiettivo, ha invitato i governi nazionali, i consigli per la magistratura, gli ordini professionali e istituti di formazione giudiziaria sia a livello comunitario e nazionale di impegnarsi per l´integrazione di diritto comunitario nei loro programmi di formazione e ad aumentare il volume dei corsi e dei partecipanti. La stessa Commissione intende facilitare l´accesso ai finanziamenti comunitari a supporto di alta qualità progetti di formazione, tra cui l´e-learning. Sotto dell´Ue nuovo pluriennale quadro finanziario, la Commissione ha proposto di rendere europea di formazione giudiziaria una priorità, con l´obiettivo di formazione oltre 20.000 gli operatori della giustizia di un anno entro il 2020. Per aiutare a costruire una comune cultura giudiziaria europea basata sulla fiducia reciproca, la Commissione lancerà un programma di due settimane cambio di nuovi giudici e pubblici ministeri a partire dal 2014. La Commissione sosterrà la formazione attraverso l´ europeo di giustizia elettronica Portal - l´Unione europea è uno sportello unico per le leggi e accesso alla giustizia in tutti i paesi dell´Ue - e dalla condivisione di linee guida pratiche sulle metodologie di formazione e valutazione. La Commissione intende inoltre incoraggiare partenariati pubblico-privato per sviluppare soluzioni innovative di formazione. La Commissione si baserà sui punti di forza di tutti i fornitori di formazione esistenti, compresa la rete europea di formazione giudiziaria ( Refg ), l´Accademia di Diritto Europeo ( Era ) e le organizzazioni legali a livello europeo professionale: la Rete europea dei Consigli della magistratura ( Recj ), l´ Associazione dei Consigli di Stato e delle Corti supreme amministrative dell´Unione europea, la Rete dei Presidenti delle Corti Supreme giudiziarie dell´Unione europea, il Consiglio degli Ordini Forensi d´Europa ( Ccbe ), il Consiglio del Notariato del Ue ( Cnue ), Unione Internazionale degli ufficiali giudiziari ( Uihj ) e Interpreti e Traduttori European Legal Association (Eulita ). Europea di formazione giudiziaria può avvenire durante i periodi di formazione iniziale o tutta la vita. Esso comprende: · Legislazione Ue, compreso il diritto sostanziale e processuale, insieme con la giurisprudenza corrispondente della Corte di giustizia dell´Unione europea, · conoscenza dei sistemi giudiziari nazionali. Questi filamenti possono essere supportati da formazione linguistica. Il programma europeo di formazione giudiziaria comprende due componenti complementari: attività di formazione giudiziaria in generale, se organizzati a livello locale, nazionale o europeo e gli scambi transfrontalieri. Base giuridica La formazione giudiziaria è in primo luogo una responsabilità nazionale, come evidenziato in un Consiglio delibera nel 2008. Il Trattato di Lisbona (articoli 81.2.H e 82.1.C del trattato sul funzionamento dell´Unione europea), invita l´Ue a "sostenere la formazione dei magistrati e del personale giudiziario" in materia sia civile che penale. Formazione di giudici e avvocati su come applicare il diritto europeo è una delle principali raccomandazioni per l´azione di ex commissario europeo Mario Montirapporto il 9 maggio 2010 "Una nuova strategia per il mercato unico." Il rapporto ha esortato i leader europei per rimuovere le strozzature rimanenti che ostacolano l´innovazione e smorzamento potenziale di crescita dell´Europa. Il programma di Stoccolma , che delinea misure per creare uno spazio unico di giustizia nell´Unione europea, è stata approvata dai governi nazionali nel dicembre 2009 e ha chiesto una forte azione dell´Unione europea per sostenere gli sforzi nazionali di formazione così come lo sviluppo di meccanismi europei di livello di formazione. Il Parlamento europeo ha sempre sottolineato che una buona formazione giudiziaria contribuisce in modo significativo a migliorare il funzionamento del mercato interno e rendendo più agevole ai cittadini di esercitare i loro diritti . Alla fine del 2010, la Commissione ha consultato gli Stati membri, la giustizia Forum membri, la Rete europea di formazione giudiziaria e dei suoi membri  
   
   
DEVICELOCK NOMINA VINCENT SCHIAVO QUALE NUOVO AMMINISTRATORE DELEGATO  
 
Devicelock Inc., leader mondiale nella fornitura di soluzioni software per prevenire la sottrazione di dati aziendali, è lieta di annunciare la nomina di Vincent M. Schiavo in qualità di Ceo della società. In questo ruolo, Schiavo si focalizzerà sull’espansione globale del software Devicelock di protezione Dlp, sulla concretizzazione della vision aziendale e della direzione strategica. Un veterano nel settore dei computer per oltre 30 anni, Schiavo ha più recentemente ricoperto l’incarico di Executive Vice President Worldwide Sales per Loglogic, un’azienda di San Jose operante nell’ambito della security information e del security event management. Prima di Loglogic, Schiavo è stato il Senior Vice President Sales & Marketing Worldwide per Secure Computing, un’azienda di San Jose dedicata alla web information security e che è stata acquisita da Mcafee (Nasdaq: Mfe) nel 2008. Durante la sua permanenza in Secure Computing, durata sei anni e mezzo, Schiavo ha creato una forza vendita mondiale che ha portato il fatturato dell´azienda da meno di 36 milioni a oltre 300 milioni di dollari all´anno. “Vince porta con se un curriculum eccellente, sia per le sue esperienze commerciali che per le sue profonde competenze tecnologiche", ha affermato Ashot Oganesyan, Fondatore di Devicelock, Inc. "Non vediamo l’ora di utilizzare il forte background commerciale di Vince per continuare ad espandere globalmente i nostri obiettivi.” "L´introduzione di dispositivi di proprietà dei dipendenti, come smart-phone, fotocamere digitali, iPads e altri dispositivi Usb ha notevolmente aumentato il rischio di sottrazione di dati e di furti di informazioni in azienda", ha dichiarato Vince Schiavo, Ceo di Devicelock Inc. "Devicelock si è posizionata al primo posto nella lotta contro la perdita di dati e come parte integrante di una efficace strategia finalizzata alla sicurezza. Nel coltivare la crescita della nostra azienda, siamo impegnati a mantenere la nostra leadership nell´innovazione tecnologica in questo importante settore industriale". Per le organizzazioni di qualsiasi dimensione e settore, il software Devicelock protegge proattivamente gli endpoint contro perdite di dati locali e di rete derivanti da negligenza, errori accidentali o azioni dolose. La Suite Devicelock 7 Endpoint Dlp integra funzioni avanzate di filtrazione dei contenuti e controllo sulle comunicazioni di rete. Propone inoltre due componenti a licenza separata - Contentlock , un modulo per il monitoraggio e la filtrazione dei contenuti e Networklock , un modulo di controllo sulle comunicazioni di rete - completamente integrati con il componente principale Devicelock, per un controllo a copertura totale sugli accessi a porte / periferiche. Il pacchetto completo offre un livello senza precedenti di prestazioni tra le soluzioni disponibili di endpoint Dlp nella sua fascia di prezzo  
   
   
I RICAVI DEI “CYBERCRIME”, CRIMINI COMMESSI TRAMITE L’AUSILIO DEL WEB, SUPERANO IL MERCATO NERO PER EROINA, COCAINA E MARIJUANA  
 
Uno studio condotto dalla Symantec Corp, il creatore del software di sicurezza per computer “Norton”, stima i ricavi globali dei cybercrimini o crimini commessi tramite l’ausilio del web in ben 114 miliardi di dollari all´anno. Secondo la relazione 2011 della Norton sul “Cybercrime” ben 431 milioni di adulti sono stati vittime a livello mondiale solo lo scorso anno, con ricavi superiori alla combinazione dei mercati neri globale della marijuana, cocaina ed eroina. Lo studio ha identificato anche uomini nella fascia di età 18-31 anni, che hanno l´accesso alla rete dal loro telefono cellulare, come le vittime più probabili. Numeri inquietanti, secondo Giovanni D’agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, quelli indicati da uno dei più importanti produttori di antivirus e software per la sicurezza dei pc mondiale, che dovrebbero far meditare i governi del pianeta sull’infinita prateria criminale che la rete può consentire se non viene garantita con strumenti più efficaci la sicurezza della navigazione e dell’utilizzo degli strumenti informatici. Secondo Giovanni D’agata, la sfida che oggi i governi e le polizie del mondo dovrebbero avviare è una battaglia che dovrebbe essere fatta su scala globale, con strumenti tecnici e giuridici di caratura internazionale, perché la rete ha in sé la preziosa caratteristica di non avere confini geografici o barriere di alcun tipo che al contempo rendono ancor più vulnerabili gli utenti per le infinite possibilità che essa stessa consente, sempre più anche di natura delittuosa  
   
   
ASSIMFORM: DATI DI MERCATO ICT RELATIVI AL 1° SEMESTRE 2011 E PREVISIONI DI CHIUSURA DELL’ANNO  
 
Giovedì 22 settembre, alle ore 11.30, presso la sede di Via G. Sacchi 7, a Milano, saranno presentati i dati di mercato Ict relativi al 1° semestre 2011 e previsioni di chiusura dell’anno (anticipazioni Rapporto Assinform 2012). I dati saranno illustrati dal Presidente di Assinform, Paolo Angelucci, coadiuvato dal nuovo Direttore, Antonello Busetto, e dal prof. Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di Netconsulting  
   
   
CON L’ADOZIONE DA PARTE DELLE AZIENDE DI NUOVI MODELLI DI COMPUTING CRESCE L’ATTENZIONE VERSO LA SICUREZZA INFORMATICA  
 
Symantec Corp. (Nasdaq: Symc) ha annunciato i risultati della 2011 State of Security Survey, uno studio che ha analizzato gli sforzi compiuti in tema di sicurezza informatica dalle aziende di tutte le dimensioni. Per il secondo anno consecutivo, gli esperti It hanno dichiarato che la sicurezza informatica resta il rischio principale con cui devono confrontarsi, ancor prima dei crimini tradizionali, dei disastri naturali e del terrorismo. D’altra parte, le aziende stanno migliorando nella lotta contro le minacce alla sicurezza online. Se la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di aver subito danni a causa di cyber attacchi, un numero maggiore di intervistati ha segnalato un declino nel numero e nella frequenza degli attacchi subiti rispetto al 2010. Dai dati emergono alcuni aspetti positivi. Il 71% delle aziende ha subito attacchi negli ultimi 12 mesi con una diminuzione rispetto al 75% del 2010. La percentuale di coloro che hanno subito attacchi con maggiore frequenza è scesa dal 29% del 2010 al 21% del 2011 e il 92% delle aziende che hanno subito perdite dovute a cyber attacchi durante quest’anno è inferiore rispetto al 100% dell’anno scorso. “Il mobile computing, l’uso dei social media e la consumerizzazione dell’It comportano nuove sfide e le aziende hanno aumentato il loro impegno nella sicurezza informatica,” ha dichiarato Sean Doherty, vice president and chief technology officer of Enterprise Security di Symantec. “Non ci sono dubbi sul fatto che i cyber criminali stiano utilizzando mezzi più insidiosi, sofisticati e nascosti per rubare i dati e fare danni. Le aziende oggi hanno sempre più da perdere rispetto al passato e devono continuare a dotarsi dei migliori sistemi di sicurezza offerti dal mercato per proteggersi.” La sicurezza rimane una grossa preoccupazione per le aziende. Nonostante le aziende si trovino ad affrontare una serie di rischi tra cui disastri naturali, crimini tradizionali e persino il terrorismo, le tre maggiori preoccupazioni sono legate alla sicurezza dei dati e del network. Gli intervistati hanno posizionati i cyber attacchi al primo posto tra le loro preoccupazioni, seguiti da incidenti all’area It causati da well-meaning insider e minacce legate all’It generate internamente. L’indagine mostra che sono sempre più le aziende che pensano che sia di vitale importanza la messa in sicurezza delle proprie operazioni ed informazioni. Il 41% ha dichiarato che la cyber security è abbastanza o molto più importante rispetto a 12 mesi fa. Al contrario solo il 15% pensa che sia abbastanza o molto meno importante. Alcuni significativi trend di settore contribuiscono ad aumentare le preoccupazioni delle aziende in ambito security. Le aziende si trovano a dover gestire il fenomeno della proliferazione di smartphone e tablet all’interno dell’azienda, così come l’immensa popolarità dei social media e devono affrontare nuove minacce per la loro sicurezza. Il 47% degli intervistati ha dichiarato che il mobile computing comporta una maggiore difficoltà nel mantenere la cyber security, seguito dai social media (46%) e dalla consumerizzazione dell’It (45%) Le aziende hanno inoltre segnalato che anche le minacce che si trovano ad affrontare stanno evolvendo. Gli hacker rimangono la prima preoccupazione per il 49% seguiti da well-meaning insiders (46%). Una new entry nella lista di quest’anno sono gli attacchi mirati, come Stuxnet, rivolti ad una specifica azienda per ragioni economiche o politiche. Non è un segreto che le aziende continuano a subire cyber attacchi. Il 29% delle aziende è stato colpito da attacchi su base regolare e il 71% ha subito un attacco negli ultimi 12 mesi. Inoltre il 21% ha dichiarato che la frequenza degli attacchi sta aumentando. Tra i maggiori vettori per gli attacchi ci sono i codici malevoli, social engineering e attacchi esterni malevoli. Da notare che questi sono anche i vettori di attacco che hanno registrato la crescita più rapida. Il 92% delle aziende ha subito delle perdite dovute a cyber attacchi. Le tre maggiori perdite registrate sono dovute a downtime, al furto di informazioni relative a dipendenti e al furto di proprietà intellettuale. Queste perdite, tradotte in costi monetari, rappresentano l’84% del tempo. I costi maggiori hanno impattato su produttività, fatturato, perdita di dati aziendali, dei clienti o dei dipendenti e reputazione del brand. L’indagine ha rilevato che il 20% delle piccole imprese ha perso per lo meno 100.000 dollari lo scorso anno a causa dei cyber attacchi. Questo numero cresce di un 20% se si considerano le grandi imprese raggiungendo quota 271.000 dollari di danni o più. In base alla loro autovalutazione, il 52% dei rispondenti ha dichiarato che sta operando abbastanza o molto bene nell’adottare le misure di sicurezza di routine, mentre il 51% ha riferito che si sta comportando abbastanza o molto bene nel rispondere agli attacchi di sicurezza o alle violazioni. Non stanno facendo altrettanto bene per quanto riguarda la compliance e la realizzazione di iniziative strategiche o misure di sicurezza innovative. Per far fronte a queste carenze, le aziende stanno aumentando il personale e il budget per l’area It, potenziando soprattutto il network, il web e la sicurezza degli endpoint. I budget per la sicurezza sono in crescita anche nella sicurezza web e del network, così come nella data loss prevention. E ´chiaro che le aziende stanno intensificando i loro sforzi per migliorare la propria protezione. Le aziende devono sviluppare ed applicare le policy It. Stabilendo una priorità di rischi e definendo le policy che si estendono a tutte le sedi, le aziende possono applicare lo policy attraverso automazioni built-in e workflow per proteggere le informazioni, identificare le minacce e far fronte agli incidenti che si verificano o anticiparli prima che accadano. Le aziende devono proteggere le informazioni in modo proattivo, adottando un approccio info-centrico per proteggere sia le informazioni sia le interazioni. Assumere un approccio content-aware nella protezione delle informazioni è fondamentale per identificare e classificare informazioni riservate e sensibili, sapere dove risiedono, chi può accedervi e come entrano o escono dalla azienda. L’encryption proattiva degli endpoint inoltre aiuta le aziende a ridurre al minimo le conseguenze associate alla perdita di dispositivi. Per aiutare a tenere sotto controllo l´accesso, gli amministratori It devono convalidare e proteggere le identità di utenti, siti e dispositivi all´interno delle proprie aziende. Inoltre, devono fornire connessioni di fiducia e autenticare le transazioni, se necessario. Le aziende devono gestire i sistemi implementando ambienti operativi sicuri, distribuendo e applicando i livelli di patch, automatizzando i processi per ottimizzare l´efficienza, monitorando e compilando la reportistica sullo stato del sistema. Gli amministratori It devono proteggere le proprie infrastrutture, mettendo al sicuro tutti gli endpoint - compreso il numero crescente di dispositivi mobili – così come gli ambienti di messaggistica e web. La difesa dei server sensibili interni e l’implementazione della funzionalità di backup e recovery dei dati dovrebbero essere prioritaria. Inoltre, le aziende hanno bisogno di valutare la visibilità, l’intelligence di sicurezza e i malware dei propri ambienti per rispondere in maniera rapida alle minacce. State of Security Survey 2011 di Symantec - Applied Research ha condotto questa indagine telefonicamente tra aprile e maggio 2011. I risultati si basano su 3.300 intervistati provenienti da 36 Paesi. L’azienda ha intervistato professionisti C-level, It strategici e tattici e persone responsabili delle risorse It provenienti da aziende con un numero di impiegati compreso tra 5 e 5.000. Sul totale degli intervistati, 1.225 provenivano da aziende con 1.000 o più impiegati. L’indagine ha coinvolto aziende di oltre 36 Paesi in Nord America, Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) Asia-pacifico e America Latina. Http://www.symantec.com/it/it/business/  o www.Symantec.it    
   
   
SYMANTEC INTELLIGENCE REPORT DI AGOSTO 2011: LA TURBOLENZA DEI MERCATI INNESCA LA TRUFFA DEL "PUMP-AND-DUMP" DELLE AZIONI  
 
Symantec Corp. Ha annunciato i risultati del Symantec Intelligence Report di agosto 2011, che unisce i risultati del Symantec.cloud Messagelabs Intelligence Report con il Symantec State of Spam & Phishing Report. L’analisi di questo mese mostra che ancora una volta gli spammer provano a trarre vantaggio dalle turbolenze del mercato finanziario, in particolare tramite l’invio di grandi volumi di spam relativi a determinate azioni “pink sheets” per cercare di “pompare” il valore di queste azioni prima di “sgonfiarle” per guadagnare. Click to Tweet: La turbolenza dei mercati innesca la truffa del “pump-and-dump” delle azioni secondo il Symantec Intelligence Report di agosto 2011: http://bit.Ly/rt2snb Nella truffa azionaria pump-and-dump, gli spammer promuovono delle determinate azioni per gonfiarne il prezzo il più possibile in modo da poterle poi vendere prima che il loro valore precipiti al valore reale. Lo spam in questa truffa ha il compito di convincere il prospective mark che il valore dell’azione è in realtà molto superiore rispetto al valore attuale o che questo valore presto arriverà alle stelle. La maggior parte di queste affermazioni, in realtà, sono ingannevoli o false. Una campagna spam pump-and-dump di successo porta ad un aumento artificiale del prezzo dell’azione fino al raggiungimento di un punto in cui il truffatore decide di vendere le proprie azioni. Questo momento solitamente coincide con la fine della campagna spam, che a sua volta riduce l’interesse verso l’azione aiutando a riportare il valore prezzo basso che aveva in principio. Ulteriori analisi hanno inoltre rilevato che in Italia, il livello percentuale di spam si attesta al 81.3% e la presenza di virus nelle mail è stata di uno su 787.9  
   
   
CINQUE NUOVE IDEE IMPRENDITORIALI PRONTE PER LO START UP  
 
Da Agrigento, Venezia, Lodi e Milano i vincitori dell’iniziativa “Dall’idea all’Impresa”, selezionati tra progetti provenienti da tutta Italia. Saranno supportati con servizi e spazi gratuiti per aiutarli a costituire la loro società. Freeairbaby (un sistema per pulire l’aria che i bimbi respirano all’interno dei passeggini), Frankenstein Garage (un laboratorio in outsourcing che agevola la realizzazione di prototipi), I-kiwi (un programma online di educazione e prevenzione per gli alunni della scuola dell’obbligo ), Kook Sharing (un ristorante in condivisione, senza cuochi, aperto 24 ore su 24) e Spot Game (giochi online a premi sulle campagne pubblicitarie delle aziende) sono i progetti imprenditoriali vincitori dell’iniziativa “Dall’idea all’Impresa” promossa da Gruppo Giovani Imprenditori di Assolombarda, Consiglio Notarile di Milano, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo e Bic La Fucina per favorire la nascita e la crescita di nuove attività imprenditoriali innovative guidate da giovani sul territorio dell’area milanese. I giovani vincitori, tutti under 40, selezionati tra decine di progetti provenienti da tutta Italia, avranno ora a disposizione servizi, spazi d’incubazione e una consulenza ad hoc per costituire e gestire la propria impresa. Entro i prossimi quattro mesi i loro progetti imprenditoriali dovranno concretizzarsi nella costituzione di una società a responsabilità limitata o una società per azioni, di cui dovranno detenere almeno i 2/3 del capitale, con sede legale e/o operativa in provincia di Milano. Cosa vincono gli aspiranti imprenditori: · Iscrizione dell’impresa ad Assolombarda per 24 mesi. · Redazione e stipula atto costitutivo e statuto di una s.R.l. O di una s.P.a., escluse le anticipazioni per imposte e diritti camerali, a cura del Consiglio Notarile di Milano. · Servizio di tenuta della contabilità per il primo esercizio sociale, di redazione del primo bilancio di esercizio e delle dichiarazioni fiscali connesse con esclusione di eventuali spese ed anticipazioni (bolli, diritti, ecc.), a cura dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano. · Una postazione di lavoro per 12 mesi, all’interno di uno spazio condiviso, accessibile 7 giorni su 7, compreso di connettività, servizi logistici centralizzati e l’utilizzo di spazi comuni attrezzati, presso l’incubatore Lib Laboratorio Innovazione Breda di proprietà di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo a Sesto San Giovanni. · Programma di incubazione con servizi di consulenza specialistica e attività di monitoraggio costante dello start-up d’impresa a cura di Bic La Fucina. Le caratteristiche dei 5 progetti vincitori Freeairbaby: aria sempre pulita per i bimbi a spasso titolari del progetto: Mauro Zamarian, Chiara Davanzo (Venezia) Il progetto prevede la creazione di un’azienda specializzata nella realizzazione e commercializzazione di un prodotto in fase di brevetto (denominato Free Air Baby) da applicare a passeggini e carrozzine in grado di purificare l’aria dalle polveri sottili e consentire al bambino una respirazione ottimale. Frankenstein Garage: prototipi personalizzabili ed economicamente accessibili titolari del progetto: Paolo Aliverti, Alessandro Graps, Andrea Maietta (Lodi) Un prototipo è un passo fondamentale per la creazione di ogni tipo di prodotto. Spesso però chi ha l´idea per un prodotto non ha né le competenze né le risorse economiche per poterla realizzare. Frankenstein Garage, o “il laboratorio”, risolve entrambi gli aspetti di questo problema: le risorse interne del laboratorio hanno una forte esperienza di prototipizzazione rapida e di ingegnerizzazione, che consente la realizzazione di prototipi con costi e tempi ridotti; i costi di produzione sono coperti tramite crowd-funding, cioè con una serie di micro-finanziamenti di soggetti terzi interessati all´acquisto del prodotto finito, quindi senza chiedere al proponente un importante impegno economico. I-kiwi: programma online di prevenzione rivolto ai ragazzi titolari del progetto: Laura Duranti (Milano) I-kiwi è un programma di prevenzione (es. Educazione sessuale e affettiva, educazione alimentare, prevenzione del bullismo, prevenzione della tossicodipendenza, ecc.), rivolto principalmente agli alunni della scuola dell’obbligo primaria e secondaria, erogato all’interno di un portale ad accesso protetto. I-kiwi risponde al crescente bisogno delle scuole e delle famiglie di informare e formare efficacemente i giovani sui temi della prevenzione, utilizzando risorse economiche contenute e i media già in dotazione alle scuole stesse, di ogni ordine e grado (computer, connessione internet, Lim). Attraverso una formula di abbonamento, il portale I-kiwi fornisce alle scuole o alle singole famiglie un programma di interventi di prevenzione, differenziati per argomento, età e tipologia di utenti, fruibili attraverso strumenti come la didattica digitale (es. Corsi in e-learning, edugames, alternative reality game, un social network e la consulenza online (es. Sportello medico psicologico online, consulenza on demand). Kook Sharing: primo ristorante senza cuochi alla portata di tutti titolari del progetto: Claudio Garosci, Valeria Baggia (Milano) Kook Sharing ribalta il concetto classico di ristorante e di locale. Si tratta, infatti, del primo ristorante senza cuochi e camerieri in cui sono i clienti stessi a cucinare per se e i propri amici. Una cucina in condivisione aperta 24 ore su 24. Il cliente è attivo e, proprio per questo, i locali diventano un’ottima vetrina espositiva per i fornitori di beni e servizi. Tuttavia Kook Sharing non vuole sostituirsi al ristorante classico, dove il contenuto di servizio rimane preminente, ma vuole fornire un nuovo servizio per il tempo libero in cui il cliente è in grado di personalizzare la sua esperienza. Infine Kook Sharing fornisce una soluzione alla mancanza di spazio delle abitazioni moderne permettendo di non rinunciare all’esigenza di socialità e intimità anche a costi contenuti. Kook Sharing è un contenitore di esperienze flessibile che si adatta alle esigenze del consumatore che può personalizzare la propria serata scegliendo tra una vasta gamma di servizi. Spot Game: la fidelizzazione pubblicitaria diventa un gioco vincente titolari del progetto: Christian e Fabio Castelli (Agrigento) Spot Game è un gioco fruito via internet per fidelizzare gli ascoltatori Tv e i navigatori Internet alle proposte pubblicitarie delle aziende. Ogni giocatore collegandosi gratuitamente al sito Sport Game e rispondendo settimanalmente a dei quiz sugli spot e le campagne pubblicitarie potrà vincere una somma di denaro. Le entrate saranno generate attraverso la vendita di servizi pubblicitari, mentre le vincite dei giocatori saranno una voce di costo del bilancio dello stesso sito  
   
   
15° CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE E DELLE ABITAZIONI 2011  
 
Il prossimo censimento della popolazione e delle abitazioni avrà come data di riferimento il 9 ottobre 2011. Il campo di osservazione è costituito - a livello di ciascun comune - dalla popolazione dimorante abitualmente (ossia residente) nonché da quella presente. Le unità di rilevazione sono: le famiglie: l´insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale nello stesso comune; le convivenze: un insieme di persone normalmente coabitanti per motivi religiosi, di cura, di assistenza, militari, di pena e simili, aventi dimora abituale nello stesso comune, nonché le strutture residenziali collettive che ospitano solo persone non dimoranti abitualmente; le persone temporaneamente presenti alla data del censimento: cioè le persone che sono presenti nell´alloggio (o convivenza) alla data del censimento, ma che dimorano abitualmente in un altro alloggio (o convivenza) dello stesso comune o di un altro comune o all´estero; le abitazioni: cioè un locale o un insieme di locali inseriti in un edificio e destinati stabilmente ad uso abitativo; gli altri tipi di alloggio: cioè un alloggio non classificabile come abitazione che alla data del censimento costituisca la dimora di una o più persone; gli edifici: cioè le costruzioni contenenti spazi stabilmente utilizzabili da persone per usi destinati all´abitazione e/o alla produzione di beni e servizi. L´istat sta organizzando i lavori con modalità innovative riguardo gli aspetti informativi e organizzativi. Lo scopo è quello di limitare l´onere operativo sugli enti locali, da sempre coinvolti nella rilevazione sul campo, di diminuire il carico per i cittadini chiamati a compilare i questionari, di migliorare, infine, l´accuratezza dei dati e la tempestività nella loro diffusione. Una delle principali innovazioni consiste nell´impiego delle liste anagrafiche comunali (Lac): per la prima volta i questionari saranno distribuiti per posta e non più dai rilevatori e i rispondenti potranno scegliere fra diverse soluzioni per la loro compilazione e restituzione: web, posta, centri di raccolta.  
   
   
VENEZIA: CONVEGNO SU DIRITTO D´AUTORE E WEB  
 
L´8 settembre, al Lido di Venezia, nello spazio incontri Digital Expo, si è svolto il convegno "Il Mercato che non c´è. Autori, produttori, navigatori nell’isola del web", promosso dalla Società Italiana Autori Editori, con l’Anica e le Giornate degli Autori, in collaborazione con Nova/sole 24 Ore: tutti si sono detti d´accordo sulla necessità di favorire, subito, l’offerta legale delle opere in rete. Il Convegno è stato aperto da Roberto Barzanti, Presidente delle Giornate degli Autori, il quale ha ricordato che sono anni che si parla di tutela dei diritti di proprietà intellettuale nell’era di Internet e ha ribadito, pertanto, la necessità di approdare finalmente a una soluzione, per evitare che sia "marginalizzato" il diritto d’autore. Per Barzanti la Siae, che tutela gli autori e gli editori,deve continuare a vigilare sempre più affinché siano sempre garantiti loro i compensi, con le soluzioni più equilibrate per tutti i soggetti interessati. Il punto d’accordo deve passare dal riconoscimento che tutti devono fare "un passo indietro per poter fare un passo avanti". All´incontro, coordinato dal direttore di Nova/sole 24Ore Fernanda Roggero, ha preso poi la parola il Direttore Generale della Siae Gaetano Blandini: "Siamo tutti d´accordo: la rete deve essere libera ma non a scapito dei diritti degli autori. La Siae non è contraria alla libertà di espressione in rete, purché avvenga nel rispetto dei diritti degli autori che con le loro opere contribuiscono all’arricchimento della cultura italiana. Non basta reprimere la diffusione delle opere in rete, ma è necessario veicolare la cultura della legalità e la Siae, che tutela le opere di oltre 90.000 autori, deve essere la prima a farlo. E’ importante far capire che il pagamento di un compenso agli autori non è una tassa ma il compenso per un lavoro svolto, che è la creazione dell’opera. Si era pensato di fare un passo in questa direzione con il provvedimento dell’Agcom, che sembrava ottimo, flessibile, che nulla toglieva alla libertà degli utenti, che sono i nostri clienti. Oggi non sembra più un provvedimento utile di cui l’industria culturale e gli autori abbiano bisogno. Oggi qui abbiamo gettato delle basi, dialoghiamo, facciamo delle proposte concrete per l´offerta legale. La Siae c´è". Riccardo Tozzi, Presidente dell’Anica, ha chiarito anzitutto che nemici non sono i ragazzini che scaricano film o canzoni da Internet, ma le grandi industrie della pirateria e si è poi soffermato sul fatto che Internet è non solo un luogo di espressione e di comunicazione, ma un mercato dove si scambiano beni, tra cui vi sono anche quelli protetti dalla proprietà intellettuale. "Questi beni – ha precisato Tozzi – hanno la caratteristica di essere incorporei, immateriali. Se compriamo un quadro lo paghiamo, se parliamo di un film si pensa che non si debba pagare nulla e allora l’oggetto viene rubato. Non capisco la differenza qualitativa che c´è alla base di questo comportamento. La difficoltà è concreta, non c’è l’oggetto materiale con cui si incarna l’opera dell’intelletto. Sulla rete oggi non si genera più ricavo, poiché questi beni viaggiano gratis. Il domani del nostro cinema è nella sala cinematografica, dal momento che le sale stanno andando bene, mentre la Tv generalista si sta frammentando. Purtroppo finché ci sarà l’alternativa tra il prodotto gratuito e quello pagato, si continuerà a optare per il gratuito". L´autore e sceneggiatore Andrea Purgatori (100Autori), nel condividere lo scenario delineato da Riccardo Tozzi, ha ribadito che il diritto d’autore è l’unico diritto che garantisce la libertà degli autori: "La nostra libertà di esistere - ha precisato - persino dalle discriminazioni politiche. E’ uno scandalo che si sia contrabbandata la nostra difesa con la mancanza di libertà di espressione. Dobbiamo ripristinare la legalità nella catena della illegale diffusione delle opere". "Anche per Telecom Italia – ha detto Francesco Nonno Vice Presidente Antitrust & Consumer Issues di Telecom Italia - il diritto d’autore va tutelato. Il nostro interesse è che anche Internet diventi un mercato nell’ambito del quale si svolgano delle transazioni legali. E’importante arrivare ad una offerta legale. Telecom Italia sta investendo per costruire piattaforme in grado di fare questo, come ad esempio Cubovision, grazie anche all’accordo con la Siae. Il nostro interesse è duplice: creare un mercato con un’offerta legale e affrontare quella forma di parassitismo che si è diffuso. L’agcom ha proposto una soluzione di mediazione, che finora nessuno aveva affrontato, io non mi sento di criticarla più di tanto". Per il Blogger Luca Sofri, direttore de "Il post", "Il sistema e il mercato sono cambiati e nessuno guadagnerà più come prima, anzi nulla non sarà più come prima. Il modello di business, i guadagni, nulla. Le nuove tecnologie hanno comunque creato un’offerta. Io non userei più la parola ´furto´, né campagne accusatorie, non portano a nulla. E´ una sciocchezza dire che si compiono furti delle opere in rete, poiché la peculiarità del furto è che quando mi viene rubata una cosa io poi non ce l’ho più". Carlo Blengino del Centro di Ricerca del Politecnico di Torino ha ricordato che il Centro dal 2006 studia Internet e "impatta su due questioni: i dati e i contenuti quasi tutti tutelati dal diritto d’autore. Manca un po’ una riflessione sulla legge sul diritto d’autore, che è una delle leggi più fallimentari del mondo. L’errore di fondo è quello di continuare a lavorare su dei paletti che sono ormai esplosi. Internet non è solo un mercato, è in realtà il tessuto connettivo dell’umanità del domani. Nella musica i discorsi non si sono chiusi per colpa della pirateria, ma perché è cambiato il modo di distribuzione. Io vorrei una legge semplice ed efficiente". Manlio Mallia, Vive Direttore Generale della Siae e Direttore dell’Area Internazionale Accordi Broadcasting e New Media ha richiamato le normative internazionali cui la legge italiana deve attenersi ed ha auspicato lo sviluppo di una offerta legale che possa costituire per gli utenti una valida alternativa alle pratiche illegali purtroppo ampiamente diffuse nel nostro Paese. Ha infine richiamato l´attenzione sui rischi che l´impoverimento delle fonti di finanziamento delle industrie culturali comporta per la creazione di nuove opere, considerata la funzione incentivante svolta dal diritto d´autore. E’ intervenuto anche Roberto Guerrazzi, Presidente dell’Univideo, per il quale "la tutela dei diritti degli autori e dell’industria culturale è fondamentale per il mantenimento e lo sviluppo della produzione delle opere e delle attività distributive collegate, in primis di quelle on-line". Guerrazzi ha auspicato che il provvedimento dell’Agcom possa andare in porto "con alcune modifiche, nel rispetto della corretta libertà del mercato, che evitino di renderlo inefficace". Al convegno, affollatissimo, sono intervenuti anche Giampaolo Letta, Ad di Medusa e Luciana Migliavacca, Medusa Video e Vice Presidente di Univideo.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: VIETARE AI PILOTI DI LINEA DI ESERCITARE LA LORO ATTIVITÀ DOPO I 60 ANNI COSTITUISCE UNA DISCRIMINAZIONE FONDATA SULL’ETÀ  
 
Benché il diritto di esercitare tale attività possa essere limitato a partire da questa età, il divieto totale va oltre quanto necessario per garantire la protezione della sicurezza aerea. La direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro vieta nel mondo del lavoro qualsiasi disparità di trattamento legata all´età non debitamente giustificata. Tuttavia, nell’attuare tale direttiva, gli Stati membri possono stabilire che una differenza di trattamento basata sulle capacità fisiche dei lavoratori, legate all’età, non costituisce discriminazione ove il possesso di tali capacità sia un requisito essenziale e determinante per lo svolgimento di un’attività lavorativa. Parimenti, la direttiva non osta a che gli Stati membri adottino tutte le misure necessarie per assicurare il mantenimento della sicurezza pubblica. Gli Stati membri possono affidare alle parti sociali l’attuazione della direttiva. La normativa internazionale e quella tedesca prevedono che, tra i 60 e i 64 anni, un pilota d´aereo possa continuare ad esercitare la sua attività solo qualora sia membro di un equipaggio composto da diversi piloti e gli altri piloti abbiano meno di 60 anni. Tali normative vietano comunque ai piloti di esercitare la loro attività oltre i 65 anni di età. Il contratto collettivo applicabile al personale di bordo della compagnia aerea tedesca Deutsche Lufthansa − riconosciuto dal diritto tedesco − vieta ai piloti di esercitare la loro attività dopo i 60 anni. I sig.Ri Prigge, Fromm e Lambach sono stati impiegati per diversi anni presso la Deutsche Lufthansa come piloti e successivamente come comandanti di bordo. Al compimento dei 60 anni, i loro contratti di lavoro sono terminati automaticamente, in conformità al contratto collettivo. Ritenendosi vittime di una discriminazione fondata sull´età, vietata dalla direttiva, hanno adito i giudici tedeschi affinché constatassero che i loro i rapporti di lavoro con la Deutsche Lufthansa non erano terminati al compimento dei 60 anni e ordinassero il proseguimento dei loro contratti di lavoro. Il Bundesarbeitsgericht (giudice federale del lavoro, Germania) chiede alla Corte di giustizia se un contratto collettivo che prevede un limite di età di 60 anni per i piloti di linea allo scopo di garantire la sicurezza aerea sia compatibile con il diritto dell´Unione. La Corte ricorda, innanzitutto, che i contratti collettivi conclusi con le parti sociali devono osservare, allo stesso modo dei diritti nazionali degli Stati membri, il principio di non discriminazione in base all´età, riconosciuto come principio generale del diritto dell´Unione e che trova espressione concreta nella direttiva nel settore dell’occupazione e delle condizioni di lavoro. La Corte constata poi che la limitazione della possibilità per i piloti di esercitare la loro professione a 60 anni persegue la finalità di garantire la sicurezza dei passeggeri e degli abitanti delle regioni sorvolate nonché la sicurezza e la salute dei piloti stessi − finalità idonea a giustificare una differenza di trattamento − e che tale limitazione poteva essere prevista da un contratto collettivo. Tuttavia, la Corte rileva che la normativa internazionale e quella tedesca hanno considerato che non fosse necessario vietare del tutto ai piloti di esercitare la loro professione dopo i 60 anni, ma che bastasse limitare tale esercizio. La Corte afferma dunque che il divieto di pilotare dopo tale età, previsto dal contratto collettivo, non è una misura necessaria alla protezione della sicurezza pubblica e della salute. La Corte constata peraltro che il fatto di possedere capacità fisiche particolari può essere considerato come un requisito professionale essenziale e determinante per esercitare la professione di pilota di linea e che il possesso di tali capacità è legato all´età. Tale requisito diretto a garantire la sicurezza del traffico aereo persegue una finalità legittima idonea a giustificare una differenza di trattamento fondata sull´età. Tuttavia, una tale differenza di trattamento può essere giustificata solo in circostanze molto limitate. A tal riguardo, la Corte osserva che le autorità internazionali e tedesche considerano che, sino a 65 anni, i piloti dispongano delle capacità fisiche richieste per pilotare, anche se, tra i 60 e 65 anni, essi possono esercitare solo in quanto membri di un equipaggio in cui gli altri piloti abbiano meno di 60 anni. Invece, le parti sociali della Deutsche Lufthansa hanno fissato a 60 anni l´età limite a partire dalla quale i piloti di linea sarebbero considerati come non più in possesso delle capacità fisiche per esercitare la loro attività lavorativa. Ciò considerato, la Corte risponde che l´età limite di 60 anni, imposta dalle parti sociali per poter pilotare un aereo di linea, costituisce un requisito sproporzionato alla luce della normativa internazionale e di quella tedesca, che hanno fissato tale età limite a 65 anni.. (Corte di giustizia dell’Unione europea, Lussemburgo, 13 settembre 2011, sentenza nella causa C-447/09, Reinhard Prigge, Michael Fromm e Volker Lambach / Deutsche Lufthansa Ag)