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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Novembre 2009
SHUNGA: ARTE ED EROS NEL GIAPPONE DEL PERIODO EDO A PALAZZO REALE DI MILANO  
 
Milano, 2 novembre 2009 - Dopo il grande successo di “Samurai”, Palazzo Reale e la Fondazione Antonio Mazzotta affrontano nuovamente un’epoca d’oro della storia giapponese, il periodo Edo (1603-1867), presentando la più grande esposizione mai realizzata dedicata alle stampe giapponesi di soggetto erotico, gli Shunga, insieme con una selezione di preziosi Kimono e una altrettanto significativa scelta di antiche pitture di soggetto erotico, che permetteranno di contestualizzare ampiamente il tema in mostra. La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, è il risultato di una lungo lavoro condotto dal Museo delle Culture di Lugano, che ha ideato l’esposizione e coordinato la ricerca scientifica. La sua realizzazione è il frutto di una grande collaborazione tra il capoluogo lombardo e la città svizzera, dove la mostra si sposterà nell’autunno del 2010 e rientra nel programma “Milano-mondo”, mirato a focalizzare le dimensioni internazionali della città e ad elaborare e proporre linee concrete di azione per la sua crescita nel panorama artistico globale in previsione di Expo 2015. “La mostra di Palazzo Reale offre un’ulteriore occasione per conoscere un differente risvolto della cultura del Giappone e comprendere con le cifre della sessualità e sensualità dei romanzi del mondo fluttuante una spiritualità individuale e collettiva appartenente a una comunità inconfessabile – spiega l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -. La comunità degli amanti che, in altro contesto, lo scrittore Maurice Blanchot rilegge sull’esperienza - limite di una nuova forma di oscillazione fra l’eccesso e l’abbandono per cui “gli amanti eternamente separati, come se la morte fosse in loro, non sono separati né divisi, inaccessibili e, nell’inaccessibile, sotto un rapporto infinito”. Gli Shunga, termine giapponese che letteralmente significa «immagini della primavera», sono opere a soggetto erotico considerate tra le più significative espressioni della corrente artistica dell’ukiyo-e. Create con la tecnica della stampa xilografica (dal 1791 anche policroma), esse raggiunsero la loro massima fioritura nel periodo dello shogunato dei Tokugawa, tra il 1603 e il 1867. Gli Shunga esprimono i valori del nuovo ceto borghese delle grandi città - composto da mercanti, artigiani e artisti, escluso dal potere politico, ma economicamente fiorente - con il quale si affermò in quegli anni una concezione edonistica dell’esistenza, in contrasto con la rigida morale neoconfuciana, sostenuta dalla classe guerriera dei Samurai che reggeva il governo centrale del Giappone. Questi cittadini offrivano un esempio di vita raffinata, ostentando il lusso, organizzando feste, frequentando i teatri e le case di piacere: così il termine ukiyo-e, che designava l’arte ispirata a tale genere di vita, diventa sinonimo di “moderno”, alla moda, esprimendo una sorta di filosofia incentrata sul gusto di un’esistenza piacevole e, per quanto possibile, appagante dei desideri personali. Superando i divieti e gli ostacoli del potere politico, gli Shunga si affermarono come componente fondamentale della produzione dei più importanti artisti del tempo come Harunobu, Koryusai, Kiyonaga, Utamaro e Hokusai. Furono molto apprezzati sia come stampe a se stanti, pubblicate generalmente in album di 12 fogli e destinate a un pubblico di amatori d’arte, sia come illustrazioni per libri erotici fruiti soprattutto attraverso le librerie ambulanti a prestito. Questi libri Shunga inoltre erano destinati all’educazione delle cortigiane e delle fanciulle che andavano spose, come utile vademecum per l´avviamento alla vita sessuale, oppure inseriti nei bauli dei guerrieri, per il loro potere di preservare dalla distruzione e di condurre alla vittoria. Gli Shunga furono espressione di un’ideologia che fece da contraltare visivo a una produzione letteraria piena di sensualità che si affermò con i cosiddetti “romanzi del mondo fluttuante”, fra i quali ricordiamo le opere dei celebri scrittori come Ihara Saikaku e Ejima Kiseki. Collezionate segretamente in Europa, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, dopo che il Giappone fu costretto ad aprire le sue isole alle navi straniere e agli scambi commerciali col mondo occidentale, esse furono motivo di ispirazione diretta di letterati e artisti della levatura di Zola, di Van Gogh, di Toulouse-lautrec e di Klimt, e influirono in modo significativo sulla riflessione artistica nell´ambito dell´Orientalismo della fine del Xix e dell´inizio del Xx secolo. Considerati per molto tempo immagini di carattere pornografico, nonostante il loro altissimo valore artistico, gli Shunga sono stati da più di venti anni rivalutati sia come espressione «alta» della cultura giapponese e specchio raffinato dei costumi del loro tempo, sia come uno dei vertici assoluti dell´espressione dell´eros nell´arte. Il percorso espositivo - L´esposizione, a cura del Museo delle Culture, è allestita nelle sale degli appartementi storici di Palazzo Reale e si articola in quattro sezioni di carattere, al contempo, tematico e cronologico. In Giappone, le prime rappresentazioni di scene erotiche furono di carattere pittorico e risalgono all´epoca Kamakura (1185-1333). Si trattava per lo più di rotoli orizzontali di soggetto umoristico o di pitture destinate a decorare i pannelli scorrevoli (fusuma) che permettevano di dividere le stanze delle case di piacere. Durante il Xvii secolo, dal rotolo di carattere narrativo si passò a singoli fogli dipinti, raccolti generalmente in album che componevano un assortimento di dodici diverse posizioni amorose, una per ogni mese dell´anno. Per quanto riguarda l´evoluzione del genere shunga, il percorso espositivo suggerisce quattro fasi: nella prima sezione (Sale 2 e 9) sono presentate le opere che vanno dalla prima metà del Seicento al 1760, che mostrano gli esordi tecnici e stilistici del genere e manifestano una fresca curiosità narrativa; nella seconda sezione (Sale 3-6), che riguarda il trentennio 1760-1790, l´accento è posto su alcuni artisti, come Koryusai, Kiyonaga e Shunchō, che furono capaci di declinare, in modo originale, e con un linguaggio ricco di citazioni letterarie, l´ideale femminile del loro tempo. Si tratta di opere delicate, dai colori tenui e dai tratti finissimi, in cui le cortigiane trascendono i loro ruoli, per elevarsi a icone muliebri che, per l´ovale dei loro volti, ricordano le bambole di porcellana; nella terza sezione (Sale 7 e 8) vi sono alcuni pregevoli risultati formali del sotteso studio psicologico dell´amore che ritroviamo nelle opere di Utamaro e dei suoi contemporanei che operarono nell´arco temporale che va dal 1790 al 1820. Sono opere di grande intelligenza formale, di ricerca del doppio senso e, a volte, di grande arditezza concettuale, opere dalle forme piene, corporee, in cui i segni distintivi della realtà, lungi dal sublimarsi, sono acutamente analizzati e interpretati; nella sezione conclusiva (Sale 10-11), che propone opere che vanno dal 1820 all´inizio del Xx secolo, è affrontato il tema dell´amore affettuoso e provocante, che talvolta diventa passione e furore. Nelle opere di artisti come Hokusai, Kunisada e Kuniyoshi, interagiscono linee nervose e concitate che eccitano vivaci campiture cromatiche, inquadrando figure e scene di un erotismo aggressivo che precorre esteticamente i tratti decadenti della cultura giapponese dell´epoca Meiji (1868-1912). Il percorso espositivo sarà costellato dalla presenza di kimono di squisita fattura, datati dal periodo Meiji (1868) al periodo Taisho (1960), provenienti dalla collezione romana “Antichi Kimono”. La presenza di questi abiti ci ricorda come la massima espressione dell’erotismo giapponese non sia costituita dal corpo nudo, bensì dalla nudità che trapela attraverso il rivestimento dell’abito. Le opere - L´esposizione si compone di circa 100 opere, 30 libri originali e 10 preziosissimi Kimono. Le opere provengono dal Museo delle Culture della Città di Lugano e da collezionisti privati svizzeri e italiani. La rassegna presenta l’evoluzione degli Shunga dal loro momento formativo, che affonda le sue radici nella pittura di soggetto erotico, fino all’influenza che ebbero nell’arte realista del periodo Meiji di cui è la più alta espressione l’opera di Hashiguchi Goyo (1880-1921). In mostra vi sono opere di tutti gli artisti più noti del genere shunga Harunobu, Koryusai, Kiyonaga, Utamaro, Hokusai e Schuncho. Si tratta della più grande esposizione mai realizzata dedicata al genere degli Shunga. Maggiore anche della celebre esposizione curata da Marco Fagioli a Bruxelles nel 1989. La rassegna milanese inoltre si distingue per la forte interazione tra stampe, pitture e libri, questi ultimi di particolare rarità in quanto molto spesso smembrati per ricavarne singole tavole. I kimono, posizionati accanto alle immagini erotiche, forniscono un prezioso contesto esteticamente sontuoso e utile ad approfondire le consuetudini di vita delle cortigiane o delle spose. Attività e approfondimenti - Sulla scia del successo ottenuto dagli eventi collaterali di “Samurai”, e dalla parallela mostra sul web, anche questa iniziativa prevede un sito interattivo dedicato, nonché conferenze, incontri di approfondimento e una rassegna cinematografica al Cinema Gnomo di Milano. Www. Mostrashunga. It L´esposizione è accompagnata da un catalogo curato da Marco Fagioli e Günther Giovannoni edito da Mazzotta, che contiene quattro saggi introduttivi e la riproduzione a colori di tutte le opere in mostra, corredate da scheda critica. I saggi affrontano il tema della pittura erotica, inquadrandone le sue motivazioni etiche ed estetiche e i necessari riferimenti alla storia e alla cultura del Giappone. Le schede critiche illustrano in maniera sintetica ed esaustiva i principali significati e i valori delle opere esposte, da un punto di vista tecnico come storico-critico, tematico e antropologico. Gli autori dei saggi sono Francesco Paolo Campione (Gli shunga fra anticonformismo ed eros), Marco Fagioli (Shunga: immagini erotiche del Giappone), Bonaventura Ruperti (Il gioco delle parole. Immagini, sensualità e umorismo nelle stampe dell´ukiyo-e), Marcello Ceccherini ed Enrico Giannini (Le tecniche, gli artigiani, i prodotti). Le schede critiche sono di Günther Giovannoni. Il volume si conclude con le Biografie degli artisti in mostra e un Glossario dei termini giapponesi, entrambi a cura di Adriana Mazza. Pur trattandosi di espressioni storicizzate di un erotismo di alto significato e valore culturale e sociale, che apre una finestra sui costumi del Giappone dell’età moderna, la possibilità di vedere esplicitamente immagini erotiche ne suggerisce la visione ad un pubblico adulto o ai minori adeguatamente guidati nell’interpretazione del genere shunga. .  
   
   
WORKSHOP ´USING EARTH OBSERVATIONS FOR HEALTH´,  
 
Washington Dc, Stati Uniti, 3 novembre 2009 - Il 12 e 13 novembre, il Geo (Group on Earth Observations) organizza a Washington Dc (Stati Uniti) un workshop sull´uso delle osservazioni della Terra a fini sanitari. Il workshop analizzerà la possibilità di usare le osservazioni della Terra per migliorare i processi decisionali in campo sanitario a livello internazionale, regionale, nazionale e locale. Studierà con particolare attenzione come migliorare i sistemi di modellizzazione, raccolta e diffusione delle informazioni epidemiologiche e ambientali coordinate, per soddisfare le diverse esigenze della comunità sanitaria di preparazione, monitoraggio, mappatura dei rischi e messa a punto d´interventi mirati. Verranno esaminati sistemi, strumenti e buone prassi attualmente in uso o in preparazione. Verrà inoltre definito un piano per l´implementazione di progetti pilota. Per maggiori dettagli, scaricare il pieghevole del programma: http://www. Ieee-earth. Org/files/health_workshop_agenda_washington-rev9. Pdf .  
   
   
UNO STUDIO RIVELA IL NUOVO RUOLO SVOLTO DAI GENI REGOLATORI NELLO SVILUPPO DELLA COLONNA VERTEBRALE  
 
Bruxelles, 2 novembre 2009 - Un gruppo di geni che controlla molti aspetti dello sviluppo embrionale è implicato anche nella determinazione del numero di vertebre nella colonna vertebrale: è quanto riporta una nuova ricerca finanziata dall´Ue pubblicata nella rivista Developmental Cell. Il sostegno europeo allo studio si iscrive nell´ambito del progetto Cells Into Organs ("Cells into organs: functional genomics for development and disease of mesodermal organ systems"), ultimato nei primi mesi di quest´anno e finanziato con 7,2 milioni di euro nel quadro dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6Pq). I geni Hox sono presenti in tutto il regno animale; questi geni regolatori svolgono un ruolo importante nello sviluppo, garantendo, per esempio, che i nostri arti crescano al posto giusto. Nel presente studio, scienziati francesi, olandesi, portoghesi e inglesi hanno studiato il ruolo dei geni Hox nello sviluppo della colonna vertebrale. Le vertebre si sviluppano da cellule precursori chiamate somiti, che si formano nell´embrione. Durante lo sviluppo, la colonna vertebrale cresce vertebra dopo vertebra, cominciando dalla testa e finendo con la coda. Era già noto che i geni Hox aiutano a garantire che il giusto tipo di vertebra cresca al posto giusto: le vertebre cervicali crescono nella regione del collo, mentre in quella del torace sono legate alle costole, seguite dalle vertebre lombari nella parte inferiore della schiena, e così via fino alla coda. Tuttavia anche il numero di vertebre è importante, e questo varia da animale ad animale. Non sorprenderà sapere che i serpenti sono quelli che ne hanno il maggior numero, mentre animali più piccoli, come i topi, ne hanno poche. Il numero di vertebre formate è legato alla crescita dell´embrione all´estremità della coda. Quanto più questa cresce, tanti più somiti produce, e così pure il numero finale di vertebre. Si sa che una famiglia di geni regolatori, chiamati Cdx, è implicata nella definizione del numero di vertebre. Quando i geni Cdx vengono silenziati, sono resi inattivi anche certi geni Hox, ma fino ad oggi si riteneva che questo facesse parte del meccanismo Hox che controlla l´identità delle vertebre. Di solito il silenziamento dei geni Cdx arresta la crescita dell´embrione all´estremità della coda. Tuttavia questa recente ricerca mostra che i geni Hox sono capaci di prendere il sopravvento e ripristinare la crescita, garantendo che venga prodotto il giusto numero di somiti e quindi di vertebre. "Abbiamo mostrato come l´attivazione di geni Hox faccia parte del modo in cui i geni Cdx promuovono la crescita dell´embrione all´estremità della coda", ha spiegato Moises Mallo dell´Instituto Gulbenkian de Ciência in Portogallo. "Quando i pertinenti geni Hox sono stati attivati nei mutanti di topo Cdx [ossia nei topi privi di geni Cdx], gli embrioni si sono ripresi e i nati avevano una colonna vertebrale praticamente normale, dimostrando che i geni Hox erano stati capaci di compensare l´assenza di Cdx. Si tratta di un ruolo del tutto nuovo per i geni Hox". Oltre a promuovere la crescita vertebrale nelle prime fasi dello sviluppo, i geni Hox sono vitali nell´arrestare l´aggiunta di un numero eccessivo di vertebre nelle fasi più avanzate dello sviluppo embrionale. Se i geni Hox che sono solitamente attivi alla fine dello sviluppo spinale sono attivati troppo presto, la crescita di nuovi segmenti spinali è interrotta, e questo produce una colonna vertebrale più corta del normale. "Questo documento fornisce un´aggiunta importante alla vecchia visione del ruolo dei geni Hox, uno dei geni implicati nello sviluppo embrionale più studiato: un gene che controlla non solo l´identità, ma anche il numero di vertebre", ha aggiunto il Dr. Mallo. "Sebbene queste osservazioni siano state fatte nella regione caudale dell´embrione, è probabile che meccanismi affini agiscano per determinare il numero di segmenti più vicino alla testa". Per maggiori informazioni: Instituto Gulbenkian de Ciência: http://www. Igc. Gulbenkian. Pt Developmental Cell: http://www. Cell. Com/developmental-cell/home .  
   
   
UNA RICERCA GETTA LUCE SULLE TERAPIE PER I DISTURBI DEL SONNO  
 
Bruxelles, 2 novembre 2009 - Finanziati in parte dall´Ue, alcuni ricercatori hanno segnato progressi nella comprensione delle vie cellulari e molecolari colpite dalla deprivazione di sonno. Sono milioni le persone che soffrono regolarmente di mancanza di sonno, e queste scoperte possono dunque avere significative applicazioni sociali e cliniche. Il sostegno dell´Ue a questo studio proviene dal progetto Thera-camp ("Identification of therapeutic molecules to target compartmentalised cAmp signalling networks in human disease"), finanziato nel quadro dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6Pq). Pubblicandolo nella rivista Nature, gli scienziati spiegano come hanno identificato un meccanismo molecolare in base al quale una breve privazione di sonno altera la funzione ippocampale. Nel cervello dell´uomo e di altri mammiferi, tra gli altri ruoli l´ippocampo riveste una parte importante in funzioni cognitive come la memoria a lungo termine e gli spostamenti nello spazio. I farmaci che migliorano il meccanismo molecolare studiati dai ricercatori potrebbero fornire un nuovo approccio terapeutico per contrastare gli effetti della deprivazione di sonno su queste funzioni. L´ippocampo ha una forma di plasticità neurale, nota come Ltp (potenziamento a lungo termine), che migliora la trasmissione del segnale neurale. I ricercatori hanno studiato questa plasticità in topi che erano stati privati del sonno per periodi variabili. I topi maschi sono stati sottoposti individualmente ad un ciclo di 12 ore di luce e di oscurità per 6 giorni. Quindi sono stati divisi in due gruppi. Un gruppo, per privarlo del sonno, è stato delicatamente stimolato per cinque ore, mentre il secondo gruppo è stato lasciato tranquillo. I ricercatori hanno scoperto che la deprivazione di sonno portava a livelli più alti di fosfodiesterasi 4 (Pde4). Pde4 collassa un´altra molecola chiamata cAmp (adenosina monofosfato ciclico), che riveste un ruolo importante nella conservazione della plasticità dell´ippocampo del topo. Per gli esperimenti "contextual fear conditioning", i topi sono stati messi in una nuova camera per tre minuti, ed hanno ricevuto uno shock luminoso dopo due minuti e mezzo. Metà dei topi sono quindi stati privati di sonno per cinque ore. I topi hanno ricevuto uno dei due farmaci immediatamente e due ore e mezzo dopo lo shock. I ricercatori hanno poi testato la memoria contestuale dei topi per due periodi dopo lo shock e le terapie farmacologiche. Dei topi che avevano ricevuto i farmaci, quelli a cui erano stati somministrati gli inibitori della fosfodiesterasi hanno mostrato di riprendersi dai deficit indotti dalla deprivazione di sonno nella plasticità ippocampale e nella memoria dipendente dall´ippocampo. Questa scoperta mostra che una breve deprivazione di sonno sregola la funzione ippocampale perché interferisce con la trasmissione del segnale cAmp tramite un´accresciuta attività Pde4. I farmaci che amplificano la trasmissione del segnale cAmp potrebbero offrire un nuovo approccio terapeutico per contrastare gli effetti della deprivazione di sonno su specifici processi mentali cognitivi come la comprensione, l´inferenza, il processo decisionale, la pianificazione e l´apprendimento. Lo studio afferma che i risultati "getteranno le basi per la futura analisi della biochimica funzionale della deprivazione di sonno e lo sviluppo di nuove terapie per ovviarne gli effetti". Per scaricare il testo completo dello studio cliccare: http://pubs. Acs. Org/doi/abs/10. 1021/es901628x .  
   
   
SCOPERTO UN NUOVO FARMACO PER LA TUBERCOLOSI LA PUBBLICAZIONE SULLA RIVISTA PLOS PATHOGENS – IL CONTRIBUTO ITALIANO DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA  
 
Pavia, 2 novembre 2009 - La scoperta di un nuovo farmaco molto efficace nel trattamento della tubercolosi multiresistente è stata pubblicata sull’ultimo numero di Plos pathogens http://www. Plospathogens. Org/article/info%3adoi%2f10. 1371%2fjournal. Ppat. 1000645 Alla scoperta, portata avanti da un gruppo di ricerca internazionale, ha dato un fondamentale contributo anche l’Italia, grazie ai ricercatori dell’Università di Pavia, guidati da Giovanna Riccardi, che hanno identificato il bersaglio cellulare di due classi di farmaci antitubercolari: i benzotiazinoni e i derivati del dinitrobenzamide. La tubercolosi è una malattia infettiva provocata dal batterio patogeno Mycobacterium tuberculosis. Si stima che ogni anno la tubercolosi uccida 3 milioni di persone in tutto il mondo. Inoltre, l´insorgenza di ceppi multiresistenti ai farmaci antitubercolari di prima e seconda generazione (Mdr e Xdr) costituisce una minaccia per il controllo della malattia. Infatti, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, ogni anno ci sono 490. 000 casi di Mdr-tb e 40. 000 casi di Xdr-tb, per i quali ci sono poche speranze di salvezza. Si pone, quindi, l’esigenza di trovare nuovi farmaci e nuovi bersagli terapeutici. Il lavoro pubblicato precedentemente su Science ed oggi su Plos pathogens dal gruppo di Microbiologia Molecolare dell’Università di Pavia (Dipartimento di Genetica e Microbiologia), diretto dalla Prof. Ssa Giovanna Riccardi, è collegato a questa importante problematica. La ricerca si inserisce in un progetto finanziato dalla Commissione Europea (Vi Framework) dal titolo “New Medicines For Tuberculosis” coordinato dal Prof. Stewart Cole (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne), uno scienziato di fama internazionale da anni in prima linea nella lotta alla tubercolosi. Recentemente, a Pavia, è stato dimostrato che il bersaglio dei benzotiazinoni è l’enzima Rv3790 essenziale per la vita di M. Tuberculosis e coinvolto nella sintesi dell’arabinogalattano, un componente principale della parete cellulare micobatterica (v. Manina G. Et al. , Science. 2009). La parete micobatterica è fondamentale per questo gruppo di batteri in quanto è molto più spessa rispetto a quella degli altri microrganismi e determinante per la resistenza intrinseca agli antibiotici in M. Tuberculosis. Rv3790 è importante non solo come target di farmaci appartenenti alla classe dei benzotiazinoni, ma anche quale efficace bersaglio terapeutico per disegnare nuovi farmaci antitubercolari specifici. In questo contesto, la Dr. Ssa Priscille Brodin dell’Institut Pasteur Korea (Seoul, Korea) ha analizzato una libreria chimica, costituita da 57. 000 molecole, alla ricerca di composti in grado di bloccare la crescita di Mycobacterium tuberculosis all’interno dei macrofagi (ex vivo). Mediante questa tecnica sono stati individuati alcuni derivati del dinitrobenzamide con potente attività antitubercolare e bassa tossicità. Nel nostro laboratorio è stato dimostrato che il bersaglio di questa nuova classe di farmaci è lo stesso enzima descritto quale bersaglio dei bezotiazinoni. “Con le nostre ricerche – spiega la prof. Ssa Giovanna Riccardi, responsabile del progetto presso l’Università di Pavia e coordinatrice del gruppo di ricercatori pavesi - abbiamo dimostrato che l’enzima Rv3790 è il bersaglio terapeutico di due importanti classi di farmaci. In passato l’isoniazide, molecola antitubercolare per eccellenza, è stata definita un “proiettile magico” per la lotta alla tubercolosi; alla luce dei risultati ottenuti presso l’Università di Pavia possiamo affermare che l’enzima Rv3790 è un “bersaglio magico”. .  
   
   
IL "VOTO" DELLA GIUNTA TRENTINA ALL´AZIENDA SANITARIA VALUTATO IL GRADO DI CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI ASSEGNATI PER IL 2008  
 
 Trento, 2 novembre 2009 - Dei 15 obiettivi specifici che le erano stati assegnati per il 2008 dalla Giunta provinciale, l´Azienda provinciale per i servizi sanitari ne ha conseguiti pienamente 12, conseguiti in una percentuale tra l´80 e il 100 per cento 2, conseguiti in parte 1. Questo l´esito finale dell´istruttoria condotta dall´Assessorato alle politiche per la salute, che ha determinato in 44 punti su 50 la valutazione complessiva del grado di attuazione degli obiettivi assegnati. Oggi la Giunta provinciale, prendendo atto di tale valutazione, ha deciso di assegnare, com´è sua prerogativa, un punteggio aggiuntivo nella misura di 28 punti relativo ad ulteriori ambiti di valutazione. La valutazione complessiva, che risulta dunque essere di 72 punti, è la base di calcolo per la determinazione della quota aggiuntiva della retribuzione da assegnare al management aziendale. Gli obiettivi conseguiti al 100 %: Promozione della salute - Profili di salute di Comunità - Malattie rare - Centro provinciale di coordinamento - Anoressia/bulimia - Disturbi del comportamento alimentare - Lotta all´alcolismo - Assistenza domiciliare integrata - Cure palliative - Assistenza ospedaliera - Gestione integrata ricoveri area medica - Farmacie sul territorio - Integrazione con i servizi territoriali / distrettuali - Terapia anticoagulante orale - Gestione e monitoraggio - Oncologia - Terapie targeted - Defibrillazione precoce sul territorio Cardiologia - Rete telematica - Servizio Trasporto Infermi - Gestione diretta e volontariato: integrazione Obiettivi conseguiti tra l´80 e il 100 %: - Neuropsichiatria infantile e Riabilitazione in età evolutiva - Assistenza ostetrico-neonatale - Percorso nascita Obiettivi conseguiti tra il 50 e l´80 %: - Sicurezza alimentare - Controlli ufficiali: Sistemi informativi di supporto. .  
   
   
A BRESCIA SANITA´ ALL´AVANGUARDIA INAUGURATO A LENO NUOVO SERVIZIO DI ASSISTENZA RESIDENZIALE  
 
Brescia, 2 novembre 2009 - La provincia di Brescia è "tra le più avanzate" sul fronte della sanità e si dimostra "sempre all´avanguardia e protagonista delle novità". Lo ha detto il 30 ottobre a Brescia l´assessore alla Sanità di Regione Lombardia, Luciano Bresciani, in occasione dell´undicesima tappa degli "Stati Generali territoriali del Sistema socio-sanitario". L´iniziativa prevede un ciclo di incontri in forma di workshop nei territori delle quindici Asl della Lombardia durante tutto il 2009. Proprio questa mattina l´assessore ha inaugurato a Leno la nuova Struttura Distrettuale di Assistenza Residenziale (Sdar). Si tratta di un servizio di assistenza con 5 posti letto, rivolto a quei pazienti che temporaneamente necessitano di un supporto clinico e terapeutico non gestibile a domicilio. Una assistenza dunque intermedia tra l´ospedale e la famiglia. "È un esempio - ha commentato Bresciani - di una sanità che va su tutto il territorio per portare una assistenza meno ospedaliera e più vicina alle persone". Secondo Bresciani occorre "portare più medicina sul territorio", introducendo un terzo livello nell´organizzazione sanitaria tra gli ospedali, che curano le acuzie, e i medici di famiglia. L´assessore ha poi sottolineato che "una delle sfide da vincere per il futuro è quella della cronicità", che va affrontata con strumenti nuovi rispetto a quelli attualmente disponibili. Nella provincia di Brescia, su 1,15 milioni di abitanti, circa 300. 000 sono portatori di una patologia cronica. A questo proposito Bresciani ha citato la sperimentazione in atto della "dote sanitaria", ossia del fabbisogno economico standard necessario a curare una certa patologia cronica, seguendo percorsi diagnostici e terapeutici stabiliti. Tra le sfide più importanti che riguardano la sanità bresciana ricordate nel corso dell´incontro, anche l´immigrazione, il rapporto tra salute e ambiente e le dipendenze. Influenza - Interrogato dai giornalisti sull´influenza A/h1n1, Bresciani ha detto che "si sta gradualmente raggiungendo l´apice ma non ci sono particolari criticità. Il flusso dei vaccini è sufficiente e presto si comincerà con la somministrazione alle donne gravide al secondo e terzo trimestre e ai bambini sotto i sei mesi a rischio". Sono già iniziate le vaccinazioni per le persone che lavorano nei servizi essenziali anche se "le adesioni non sono del tutto soddisfacenti". La cosiddetta nuova influenza, ha ribadito Bresciani, è comunque "una malattia lieve, di gran lunga meno grave della normale influenza stagionale". Nel ribadire l´invito a curarsi a casa, Bresciani ha reso noti alcuni dati sulla malattia: sono attesi 283 casi di complicanze respiratorie di cui 23 che potrebbero richiedere l´utilizzo dell´Ecmo. Confronto Col Territorio - Scopo degli Stati Generali, cui partecipano Province, Comuni, Asl, Aziende ospedaliere, strutture socio-sanitarie, operatori sanitari e rappresentanti del volontariato e delle autonomie sociali e funzionali, come ha sottolineato ancora Bresciani, è "realizzare un incontro che permetta a chi ha la responsabilità delle politiche sanitarie di esporre i risultati ottenuti e le idee per il futuro e allo stesso tempo raccogliere i contributi sostenibili e responsabili sulle scelte da compiere, in una logica di concerto e non più di solismo. L´obiettivo di fondo resta quello di migliorare ulteriormente la qualità del nostro sistema, che ha già tanti elementi positivi". Realizzazioni - L´assessore ha poi passato in rassegna alcune delle realizzazioni raggiunte nell´ultimo periodo: abbattimento dei costi impropri innanzitutto, cioè "più soldi nelle tasche dei cittadini", che ha permesso, oltre ad avere un bilancio in pareggio per sei anni di fila, di ampliare la platea delle esenzioni e finanziare altri interventi. Anche con l´aiuto di Finlombarda la Regione è riuscita ad abbattere i tempi di pagamento per i fornitori che ora sono a 90 giorni. Ma anche miglior accesso ai servizi, attraverso l´abbattimento delle liste d´attesa, con la decisione per le prestazioni "extra budget", cioè senza limiti di risorse, di bloccare la libera professione (a pagamento) se non vengono rispettati i tempi stabiliti. Bresciani ha anche ricordato l´introduzione di nuove regole per l´accreditamento (diventato dinamico e a tempo) e di maggiori controlli, arrivati fino alla soglia del 10% (6,5 mirati e 3,5 random). Da ricordare anche il progetto regionale di messa in rete delle 6 Facoltà universitarie di Medicina delle Università, che hanno 14 macro aree di ricerca, 119 aree di ricerca, con lo scopo di creare un potente sistema di ricerca e sviluppo, coinvolgendo l´industria e Finlombarda per la parte finanziaria. Già 39 i progetti presentati su questa piattaforma,di cui 24 già attivi. "È giusto confrontarsi su un tema così importante come quello della sanità - ha detto l´assessore regionale Franco Nicoli Cristiani - facendo ogni tanto una sorta di check up come accade con l´incontro di oggi". Presente agli Stati generali anche l´assessore Mario Scotti. Intervenendo a nome dell´assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, il consigliere Margherita Peroni ha sottolineato l´importanza della sussidiarietà nelle politiche sociali di Regione Lombardia e la centralità della famiglia, intesa non solo come destinataria degli interventi regionali ma vera protagonista della risposta ai bisogni. Situazione Socio-sanitaria - Nel corso dell´incontro, Carmelo Scarcella (direttore generale Asl della provincia di Brescia), Cornelio Coppini (direttore generale Azienda Ospedaliera "Spedali Civili" di Brescia), Fabio Russo (direttore generale Azienda Ospedaliera "Mellino Mellini" di Chiari) e Mara Azzi (direttore generale Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda) hanno relazionato sulla situazione sanitaria e socio-sanitaria della provincia di Brescia. L´asl della Provincia di Brescia comprende 164 Comuni con un bacino di utenza di circa 1. 150. 000 assistiti ed è organizzata in dodici Distretti Socio-sanitari. .  
   
   
INVECCHIAMENTO ATTIVO : VIA IN LIGURIA ALLA LEGGE PER LA CURA DEGLI ANZIANI È ANCHE PREVENZIONE E VALORIZZAZIONE DI UNA VITA ATTIVA  
 
Genova, 2 novembre 2009 - "Bisogna occuparsi degli anziani non solo quando necessitano di cure e assistenza, ma occorre promuovere iniziative e azioni per migliorare la loro qualità di vita anche quando sono ancora persone attive". Lo ha detto, il 28 ottobre il vicepresidente della Regione Liguria a margine della seduta del Consiglio regionale di stamattina in cui è stata approvata la legge sulla promozione e la valorizzazione dell´invecchiamento attivo. "In una regione come la nostra - ha aggiunto Costa - con un tasso di over 65 tra i più alti d´Europa, è indispensabile valorizzare gli anziani a favore della società". In questo senso, la legge prevede l´istituzione di un "impegno civile nel volontariato", cioè la possibilità per gruppi e associazioni di anziani di svolgere servizi a vantaggio della comunità, sulla falsariga del servizio civile previsto per i giovani. La legge appena approvata, che si collega idealmente a quella sul sistema dei servizi sociali che regolamenta l´assistenza alla terza età, prevede interventi per favorire la partecipazione degli anziani ad attività culturali, turistiche e sportive, comprese quelle formative proposte dalle Università popolari della terza età e quelle legate all´apprendimento delle nuove tecnologie. .  
   
   
BUON RISULTATO PER LA TELEMEDICINA VENETA NELLE TENDOPOLI ABRUZZESI  
 
L’aquila, 2 novembre 2009 - L’eccellenza della sanità veneta a servizio della fascia più debole della popolazione dell’Abruzzo: l’assessore alla Protezione Civile Elena Donazzan, nel corso della visita del 29 ottobre al Centro Operativo Misto 4 di Pianola, nel comune de L’aquila, ha illustrato i buoni risultati del progetto di telemedicina Nest messo a disposizione dal Veneto e utilizzato nelle tendopoli. Il Nest (Nucleo Emergenze sanitarie territoriali) è stato posizionato dagli operatori dell’Azienda Ulss n° 5 del Veneto (Arzignano, in provincia di Vicenza) in collaborazione con la direzione della Protezione Civile della Regione Veneto nelle zone terremotate de L’aquila a Rocca di Mezzo e a Colle Maggio vicino a l’Aquila. Tre infermieri, un tecnico di radiologia, un autista, un medico ed un ingegnere coordinati dal dottor Giampaolo Stopazzolo (referente dell’Area vasta delle tecnologie informative sanitarie della Provincia di Vicenza) hanno installato le attrezzature mobili che stanno per essere utilizzate d’intesa con l’Asl de L’aquila sulla popolazione afflitta dal sisma. L’accordo fra la Regione Veneto e la Regione Abruzzo - voluto e realizzato dall’assessore Elena Donazzan – ha messo a disposizione della popolazione de L’aquila: - una radiologia mobile per soggetti “fragili” ancora in tendopoli o già rientrati nelle proprie residenze o in casa di riposo - un servizio di telecardiologia per soggetti fragili non in grado di camminare - un servizio di teleassistenza domiciliare per pazienti anziani sofferenti di più patologie. Il Nest (Nucleo Emergenza Sanitaria Territoriale) è composto da una centrale operativa installata in un container come presidio di base. A questa centrale fanno riferimento gli operatori di una “Ati”, (Assistenza Territoriale Integrata), che possono raggiungere i pazienti sul territorio. A L’aquila sono stati posizionati due shelter (container) opportunamente attrezzati come centrali avanzate di telemedicina ed è presente Nesa (Next Satellite Advanced Telemedicine), l’ambulanza dotata di tecnologia radiologica mobile digitale. Inoltre sono disponibili tre valigette con i device per la rilevazione di bioparametri (pressione arteriosa, pulsiossimetria, peso, coagulometria, glicometria, elettrocardiogramma) da parte degli infermieri professionali direttamente a casa dei pazienti. I dati raccolti in modalità digitale vengono poi riversati sul server presente sullo shelter ed inviati via satellite al server remoto situato presso l’azienda Ulss n°5 Ovest Vicentino che li rende disponibili su web a tutti gli operatori che seguono i pazienti. Tutti i cittadini assistiti da questo servizio vengono dotati di una smart card in grado di ricostruire una anagrafica minima, che viene allineata con quella regionale. “Il Nest operativo nelle zone colpite dal sisma in Abruzzo - afferma il dottor Giampaolo Stopazzolo - è sicuramente una delle prime unità mobili per l’emergenza sanitaria che integrano tutte le applicazioni necessarie per una diagnostica digitale di base. Per la realizzazione del progetto è stato fondamentale l’aiuto della Protezione civile della Regione Veneto e la collaborazione degli operatori dell’Asl de L’aquila. Ritengo che questo modello possa assistenziale possa essere utilizzato dagli Aquilani soprattutto al di fuori delle emergenze per allargare la base dei pazienti raggiunti muovendo i dati e non le persone come già accade da noi nell’Ovest Vicentino”. .  
   
   
SECCHEZZA VAGINALE: NE SOFFRONO 13 MILIONI DI ITALIANE I GINECOLOGI: ‘PEGGIORA LA SESSUALITÀ, AUMENTANO LE INFEZIONI’  
 
Bari, 2 novembre 2009 – Nel nostro Paese una donna su 3 è vittima di secchezza vaginale, un disturbo intimo che può compromettere la salute femminile e la vita sessuale. Lo sperimentano in totale 13 milioni di italiane e il problema non riguarda solo quelle non più in età fertile ma anche le più giovani: il 30% nella fascia tra i 20-39 anni e il 40% tra i 40-49 anni. I dati sono frutto di una ricerca condotta dall’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (Aogoi) che li ha presentati il 30 ottobre nel suo cinquantesimo congresso Nazionale, in corso fino a domani a Bari. “La secchezza vaginale è la mancanza di naturale lubrificazione - spiega il prof. Antonio Chiantera, segretario nazionale Aogoi -. Può essere dovuta alla scarsa produzione di estrogeni (in questo caso si parla di vaginite atrofica) o ad un’infezione vaginale (vaginosi, di solito di origine batterica). Le conseguenze sono notevoli, sia a livello pratico nella vita quotidiana, che fisiologico. Infatti la naturale lubrificazione permette lo svolgimento di una soddisfacente vita sessuale e aiuta a proteggere dall’insorgenza di infezioni fungine e batteriche”. Nel corso della vita femminile si verificano innumerevoli cambiamenti fisici, spesso accompagnati da altrettanti stati d’animo molto intimi, complessi e coinvolgenti che si possono riflettere sul proprio benessere. “Ma le donne tendono a ricondurre tutto alla mancanza di desiderio sessuale – spiega il prof. Carlo Maria Stigliano, Direttore della Ginecologia Preventiva e dei Consultori Familiari della Asl di Castrovillari (Cs) - Al contrario, è fondamentale spiegare le varie condizioni che possono incidere sulle transitorie carenze di lubrificazione affinché un cambiamento naturale non venga considerato un tabù. Chi soffre di secchezza vaginale spesso non sa da cosa dipenda ed è molto riluttante a parlarne con il proprio partner, con il medico o il farmacista, con un grande senso di inadeguatezza. Oggi però ci sono rimedi che possono incidere significativamente sul benessere generale della persona ed aiutarla a recuperare la propria femminilità. In particolare la nuova crema Sensilube, con ingredienti naturali che consentono all’ecosistema vaginale di esplicare la sua funzione fisiologica e di interagire con i fattori fisiopatologici responsabili della secchezza”. La ricerca è stata presentata ai 2. 000 esperti riuniti fino a domani al Congresso, il massimo appuntamento annuale dedicato alla salute e al benessere della donna. Durante l’età fertile, le pareti della vagina sono rivestite da uno strato mucoso alto e soffice, ben lubrificato, che protegge la vagina dallo sfregamento interno soprattutto durante il rapporto sessuale. Gli estrogeni influenzano lo spessore delle pareti, stimolano l’attività delle cellule del sistema immunitario con conseguente protezione dalle infezioni e favoriscono l’attività delle ghiandole del Bartolini, preposte a secernere il liquido lubrificante. “La riduzione degli estrogeni dipende dall’esaurimento dell’attività delle ovaie – continua Chiantera -. Le pareti della vagina con le grande e piccole labbra si assottigliano e diventano meno elastiche. Cambia anche la forma, che si accorcia e si restringe e la vascolarizzazione si riduce. La cute diventa maggiormente suscettibile alle aggressioni esterne. Le cause? Sono molteplici. Fattori emotivi come lo stress oppure a fisiologici-ormonali come la menopausa, la gravidanza, il post-partum e l’allattamento. La gravidanza e i primi mesi dopo il parto coincidono infatti con grandi cambiamenti di abitudini e di orari e spesso lo stress per il nuovo impegno attenua il desiderio sessuale, cui corrisponde una momentanea carenza di lubrificazione vaginale”. Ma non solo, anche terapie contraccettive orali o l’uso di detergenti intimi o di assorbenti interni, possono essere determinanti per il manifestarsi della secchezza vaginale. “Abbiamo voluto offrire alle donne una risposta davvero innovativa” spiega il Dott. Emilio Ulivi, Direttore della Ricerca e dello Sviluppo di Ssl Healthcare Italia -: abbiamo quindi creato un trattamento unico per risolvere il problema della secchezza vaginale, con una formula esclusiva che favorisce il ripristino del trofismo della mucosa. Agisce come umettante e lubrificante e crea un ambiente favorevole per ristabilire la naturale secrezione”. Il prodotto, confezionato in pratiche ed igieniche applicazioni monouso, è già disponibile nelle farmacie. .  
   
   
PRESENTATO IN VENETO NUOVO RAPPORTO SU SALUTE MENTALE: FENOMENO RILEVANTE. A FINE ANNO UN PROGETTO OBIETTIVO” 67.000 MALATI; 20.000 RICOVERI; 1.346.000 PRESTAZIONI. PREVALGONO SCHIZOFRENIE, DEPRESSIONE, NEVROSI E PSICOSI AFFETTIVE  
 
Verona, 2 novembre 2009 - I cittadini veneti con patologie di tipo psichiatrico assistiti negli Ospedali o nei servizi territoriali sono 67. 170, pari a 16,7 persone ogni 1000 residenti, con un’età media di 51,9 anni, e con prevalenza delle femmine (58%). Si concentrano, sia tra i maschi che tra le femmine, nella fascia tra 40 e 50 anni d’età. Tra le femmine, il 30% ha più di 64 anni; tra i maschi la percentuale degli anziani scende al 21%. Le patologie più frequenti sono la schizofrenia (24%), la depressione (18%), le sindromi nevrotiche (17%) e le psicosi affettive (16%). Complessivamente nei Servizi Territoriali, sono state erogate in un anno 1. 346. 334 prestazioni, mentre i ricoveri ospedalieri sono stati oltre 20. 000. Questi e molti altri dati compongono il nuovo Rapporto Annuale sulla Salute Mentale nel Veneto, redatto con il supporto del Servizio Epidemiologico Regionale, che è stato presentato il 29 ottobre a Verona dall’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri, presenti tra gli altri il Direttore Generale dell’Ulss 20 Giuseppina Bonavina, il Preside della Facoltà di Medicina dell’Università Scaligera Michele Tansella, il responsabile del Servizio Epidemiologico Regionale Paolo Spolaore e il dirigente del Servizio Tutela Salute mentale della Regione Lorenzo Rampazzo. Il Rapporto è già scaricabile dal sito www. Regione. Veneto. It/salutementale. “ I problemi collegati alla salute mentale – ha detto Sandri – hanno una notevole incidenza sul sistema-salute complessivo del Veneto. Di conseguenza la Regione vi dedica una particolare attenzione, al punto di aver realizzato uno specifico Progetto Obiettivo, che contiamo di attivare a fine anno, una volta concluso l’iter in commissione del Consiglio. Il fulcro sarà il Dipartimento di Salute Mentale che già oggi costituisce un ottimo esempio di integrazione ospedale – territorio”. Da parte sua il Professor Tansella ha messo in guardia i giovani:” L’età in cui si manifestano queste patologie – ha detto – è in forte diminuzione e all’insorgenza di tante psicosi contribuisce anche l’uso e l’abuso di sostanze come alcool e droghe, a partire dalla marijuana”. I dati elaborati nel Rapporto si riferiscono all’anno 2008. Del totale dei pazienti trattati, 54. 749 (l’81,5%) hanno richiesto e ottenuto assistenza solo territoriale; 5. 694 hanno avuto necessità di assistenza ospedaliera (l’8,5%); 6. 727 hanno ricevuto sia l’una che l’altra. L’attività dei Servizi Psichiatrici Territoriali ha riguardato 62. 600 utenti, il 42% dei quali inviati dal medico di medicina generale; negli altri casi si è trattato soprattutto di una richiesta diretta del paziente. Sempre nel 2008, sono state erogate 182. 000 giornate di presenza presso strutture semiresidenziali per 3. 265 utenti, mentre le giornate di presenza nelle strutture residenziali sono state 181. 000 per 888 persone. Le Strutture Residenziali operanti in Veneto sono ben 348, il 71% delle quali a gestione diretta delle Ullss, con un totale di 3. 202 posti letto. Per quanto riguarda invece l’attività ospedaliera, erogata con 800 posti letto distribuiti su 40 Reparti, essa ha fatto registrare 20. 065 ricoveri, riferiti a 14. 500 persone, delle quali circa un quarto ha avuto necessità di più di un ricovero nei 12 mesi. Nel periodo 2000-2008 i ricoveri sono comunque diminuiti del 25% nelle strutture pubbliche e del 17% in quelle private: un fenomeno che riguarda soprattutto i reparti di medicina e di riabilitazione-lungodegenza, mentre non appare così marcato per i reparti psichiatrici. Gli Ospedali veneti hanno anche ricoverato e curato 2. 532 pazienti provenienti da altre Regioni, prevalentemente Lombardia (28%), Friuli Venezia Giulia (16%) e Provincia Autonoma di Trento (13%); un ulteriore 8% riguarda cittadini residenti all’estero. Alla data del 31 dicembre 2008, operavano presso i Dipartimenti di Salute Mentale 3. 243 operatori complessivi, pari ad un rapporto di circa un operatore ogni 1. 500 abitanti, sostanzialmente come previsto dai Progetti Obiettivo nazionale e regionale. In generale, il rapporto tra utenti psichiatrici e popolazione assume valori più elevati nelle Ullss di Rovigo, Adria, Belluno e Bassano, e più bassi nelle Ullss di Treviso, Legnago e Bussolengo. .  
   
   
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DI TELEMEDICINA PARTOUT SANITÀ  
 
Aosta, 2 novembre 2009 - L’assessorato della sanità, salute e politiche sociali e l’Azienda Usl della Valle d’Aosta informano che lunedì 2 novembre, alle ore 11. 30, presso la sala riunioni dell’Usl (in via G. Rey 1, secondo piano) si terrà la conferenza stampa di presentazione del Progetto di Telemedicina Partout Sanità. Il Progetto Partout Sanità, cofinanziato dal Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas), si pone come obiettivo quello di attivare alcuni servizi sanitari on line avanzati finalizzati ad avvicinare il paziente/cittadino alla struttura sanitaria regionale. Ci si propone così di realizzare un modello di “azienda sanitaria virtuale”, distribuita sul territorio, in cui il paziente non deve recarsi presso le strutture sanitarie per l’espletamento dell’iter amministrativo o per l’erogazione di prestazioni, ma è raggiunto direttamente “in loco”, sul territorio, attraverso nuove forme di organizzazione e tramite l’ausilio delle nuove tecnologie informatiche e la crescente disponibilità della banda larga. Nello specifico, sono state individuate le seguenti aree di applicazione delle tecniche di telemedicina: “teleassistenza”, “accesso alla cartella radiologica, ai referti, alle immagini e alle prenotazioni via internet”, “trasmissioni immagini video/telepresenza”, “e-refuge”, “telelavoro: refertazione domiciliare” e “scheda di pronto soccorso informatizzata”. Interverranno alla conferenza stampa l’assessore Albert Lanièce, il direttore generale dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta Carla Stefania Riccardi, il direttore sanitario Pierluigi Berti, il direttore amministrativo Valter Pietroni; il direttore lavori del progetto “Partout Sanità” ed esperto in telemedicina Davide Emanville e il dirigente del Servizio Risorse dell’Assessorato Marco Ottonello. .  
   
   
ENRICO CHERUBINI PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI NEUROSCIENZE  
 
Trieste, 2 novembre 2009 - Prestigioso riconoscimento alla carriera scientifica di Enrico Cherubini, responsabile del settore di neurobiologia della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. È stato eletto, infatti, presidente della Società Italiana di Neuroscienze (Sins). Cherubini con entusiasmo si prepara a ricoprire l’incarico: “intendo portarlo avanti con responsabilità, continuando il lavoro prezioso svolto in questi ultimi anni da tutti i componenti della Società, sforzo che ha fatto sì che le neuroscienze italiane siano apprezzate e risconosciute in tutto il mondo”. Reperire maggiori fondi per la ricerca in neuroscienze secondo criteri che tengano conto della competitività internazionale e del merito, favorire la formazione dei giovani sviluppando un network che faciliti almeno a livello nazionale la mobilità sul lavoro con un censimento dei laboratori e delle risorse disponibili, intensificare la comunicazione sulle neuroscienze e costituire, a tal fine, un comitato etico che si esprima pubblicamente in merito a problematiche fondamentali per la nostra società che coinvolgono le neuroscienze, quali per esempio cellule staminali, clonazione, eutanasia, lotta al dolore, rendendo così la Sins punto di riferimento per il dibattito pubblico su questioni legate alla ricerca sul cervello. Sono queste le priorità per Cherubini che, nell’indicare gli obiettivi che intende perseguire, ribadisce l’importanza dell’interdisciplinarietà. “Per sua natura le neuroscienze raggruppano sotto un unico tetto ricercatori appartenenti a discipline diverse. Io stesso provengo dall’ambito clinico, mi sono poi dedicato completamente alla ricerca di base e, dopo quasi venti anni trascorsi alla Sissa, mi sono reso conto come sia prezioso per le nostre ricerche il contributo di discipline quali la fisica e la matematica. L’interdisciplinarietà è del resto alla base delle politiche di molti enti di ricerca, sia nazionali che internazionali”. Cherubini, classe 1943, si è laureato in medicina a Roma, dove si è poi specializzato in neurologia infantile. In Francia, all’Università Aix-marseilles, ha proseguito la formazione in neurofisiologia clinica. Dopo una prima esperienza a Marsiglia e a Los Angeles, al Brain Research Instituite, nel 1981 ha lavorato al Mit di Boston dove è rimasto fino al 1984. Anno in cui è stato nominato direttore di ricerca all’Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale di Parigi, dove ha studiato in particolare i meccanismi cellulari e molecolari che regolano i fenomeni di plasticità sinaptica nel cervello in via di sviluppo. Dal 1991 è professore di fisiologia alla Sissa di Trieste, dove è impegnato con il suo gruppo di ricerca a comprendere la spettacolare complessità delle connessioni tra i neuroni nel cervello e come queste si stabiliscono durante lo sviluppo postnatale. Studia cioè i meccanismi coinvolti nei fenomeni di plasticità neuronale. A lui si deve la scoperta (con Yehezkel Ben-ari) dell’azione eccitatoria del trasmettitore Gaba durante lo sviluppo postnatale: l’acido gamma-amino-butirrico è il principale neurotrasmettitore inibitorio nel cervello adulto e agisce come un freno all’eccitabilità delle cellule nervose. “Ma nell’immediato periodo postnatale – spiega Cherubini -, questo neurotrasmettitore eccita le cellule su cui viene rilasciato. Questo effetto è cruciale per la stabilizzazione e lo sviluppo di nuove sinapsi e la formazione di un circuito neuronale adulto”. La Società Italiana di Neuroscienze è stata fondata nel 1983 da Gian Luigi Gessa, alla luce dell’impegno dell’Italia nello studio del sistema nervoso e del contributo dato alla nascita delle moderne neuroscienze. In particolare nel ventesimo secolo, infatti, molti neuroscienziati italiani hanno contribuito al progresso della ricerca, di base e clinica, in campo neurologico. La Sins è nata allora con lo scopo di approfondire le conoscenze del sistema nervoso e dei processi che sono alla base del comportamento umano, di valorizzare la ricerca in questo ambito, anche al fine di contribuire al miglioramento della salute dell´uomo, di promuovere l´informazione e la formazione culturale e scientifica nel campo delle neuroscienze, dei giovani in particolare. Sono stati presidenti della Sins: Gian Luigi Gessa, Pier Giorgio Strata, Giulio Levi, Giorgio Bernardi, Luciano Martini, Giacomo Rizzolatti, Jacopo Meldolesi, Damiano Zaccheo, Fabio Benfenati, Gaetano Di Chiara, Marina Bentivoglio, Lucio Annunziato. .  
   
   
APPROVATO IN GIUNTA SICILIA DDL SULLA RICERCA SANITARIA.  
 
Palermo, 2 novembre 2009 - E’ stato approvato il 29 ottobre in Giunta di Governo il disegno di legge sulla promozione della ricerca sanitaria, presentato dall’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo. Il testo prevede la proposizione di bandi annuali per progetti di ricerca sanitaria, rivolti anche alle Università siciliane e ai centri di ricerca dell’isola, con borse di studio dedicate sia a ricercatori siciliani (che possono usufruirne anche per andare all’estero) che a ricercatori italiani o stranieri che possono utilizzarle per venire a lavorare in Sicilia. Le risorse finanziarie che saranno utilizzate fanno parte del fondo sanitario regionale, e non saranno inferiori a un milione di euro, ma potranno anche essere reperite dai fondi europei. Sono previsti anche investimenti per 47 milioni di euro in alte tecnologie. “Si avvera un sogno – ha commentato l’assessore regionale alla sanità Massimo Russo - che coltivo fin dal giorno del mio insediamento: quello di dare una concreta possibilità a tanti giovani che si impegnano nel settore della ricerca animati soprattutto da enorme passione nonchè creare le condizioni concrete per riportare in Sicilia le grandi intelligenze che hanno dovuto emigrare. Stiamo approntando il “piano delle acquisizioni per alte tecnologie” in modo da garantire ai medici delle nostre strutture pubbliche le migliori condizioni di lavoro e maggiori motivazioni”. La selezione dei progetti avverrà attraverso un meccanismo rigoroso e trasparente in grado di garantire il necessario “turn over” nell’assegnazione dei fondi, premiando con adeguati finanziamenti le idee migliori. .  
   
   
CORSO DI AGGIORNAMENTO PER OPERATORI SUL TEMA: MAMME LIBERE DAL FUMO PER BAMBINI PIÙ SANI  
 
Aosta, 2 novembre 2009 - L’assessore alla sanità, salute e politiche sociali Albert Lanièce è intervenuto ai lavori del corso di aggiornamento organizzato dal Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda U. S. L. Sul tema “Mamme libere dal fumo per bambini più sani”, svoltosi, venerdì 30 ottobre 2009, alle ore 14,00, alla Pépinière d’entreprises. Il corso si propone di affrontare il problema del fumo in gravidanza e della ricaduta nel tabagismo nel primo anno dopo il parto, fornendo al personale sanitario che viene a contatto con le donne gravide e con le mamme nel primo anno di vita del bambino protocolli specifici ed una formazione al counseling breve. Il corso vede coinvolte trasversalmente tutte le strutture e le figure professionali che entrano in contatto con le donne in gravidanza e nel primo anno dopo il parto. L’esigenza è incrementare la percentuale di donne fumatrici che sospendono il fumo in gravidanza ed aumentare il tasso di mantenimento dell’astensione dal fumo ad un anno dal parto, oltre a conoscere l’epidemiologia locale del fumo fra le donne in gravidanza e nel primo anno dopo il parto. Il Corso è stato realizzato in collaborazione con la Lega italiana per la Lotta ai Tumori, che fornisce l’esperienza maturata con il Progetto nazionale “Mamme libere dal fumo” al quale anche la Valle d’Aosta partecipa, e con il Collegio delle Ostetriche, poiché nel quadro di tale iniziativa la figura dell’ostetrica è centrale. .  
   
   
DISABILITA’ A MESTRE: POLISPORTIVA TERRAGLIO PROGETTO FORMAZIONE OPERATORI E AMPLIAMENTO STRUTTURA  
 
Venezia, 2 novembre 2009 - Un progetto per formare istruttori sportivi, operatori e volontari che seguono persone con disabilità nelle attività sportive della Polisportiva Terraglio. Lo hanno illustrato il 29 ottobre i responsabili della Polisportiva a Mestre incontrando l’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi. L’assessore ha visitato la sede e l’impianto di quest’associazione sportiva dilettantistica, in via Penello, che da anni opera anche nel settore delle attività di sostegno alle persone con disabilità. Sono sempre di più, nella terraferma veneziana – hanno riferito i responsabili a Valdegamberi - le persone con disabilità che praticano sport e che si affidano alla Polisportiva Terraglio nel campo della riabilitazione motoria rivolta a varie patologie e svolta in piscine e palestre. L’impianto sportivo è frequentato da migliaia di persone (circa 5500 l’anno) ed è punto di riferimento e di aggregazione sociale per l’intera città. Si rende perciò opportuna – è stato detto - un’iniziativa di formazione specifica rivolta ai tecnici delle discipline sportive, gli istruttori di nuoto, agli operatori delle strutture sociosanitarie che fornisca elementi di conoscenza per qualificare meglio gli interventi sportivi rivolti a questa particolare utenza. L’assessore regionale ha ascoltato con interesse le informazioni sull’attività della Polisportiva e sui progetti di ampliamento della stessa con l’obiettivo di realizzare un centro sociosportivo e di riabilitazione motoria. Un dato sottoposto all’attenzione dell’Assessore è stato quello delle circa 1000 persone l’anno che si rivolgono alle attrezzature e agli spazi della Polisportiva Terraglio per le attività di recupero della funzionalità muscolare e l’iter riabilitativo conseguente in piscina e in palestra. “Questa complessa realtà sportiva, sociale – ha detto Valdegamberi al termine della visita - si sta allargando considerevolmente a un’utenza particolare e delicata quale la disabilità. Si tratta di un esempio che mostra come e quanto il Veneto ampli l’offerta di servizi specialistici per le persone con disabilità e le loro famiglie. Così si realizza sul serio il diritto di cittadinanza, la vicinanza e solidarietà verso i disabili, il radicamento di pratiche e il diffondersi di una cultura sociale di vera integrazione e di coordinamento efficace tra sistema pubblico, sia della Regione tramite l’Azienda Ulss n. 12 che del Comune di Venezia, e sistema privato e del terzo settore nell’ambito di un’adeguata offerta di servizi”. .  
   
   
POLITICHE SOCIALI, CONVEGNO SU PROGETTI FINANZIATI DA EUROPA: AL VENETO IL 54% FONDI EUROPEI PER ITALIA; DIMOSTRAZIONE NOSTRA ECCELLENZA NEL SETTORE  
 
Venezia, 2 novembre 2009 - L’assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi è intervenuto il 29 ottobre a Mestre, all’Auditorium Palaplip, al convegno dal titolo “La progettazione europea nelle politiche sociali”. L’iniziativa è stata promossa dalla Regione Veneto, dal Comune di Venezia, da Open Days (European Week of Regions and Cities) e dal Servizio Europe Direct. Il convegno fa parte del versante veneto della manifestazione “Open Days 2009” che si è svolto a Bruxelles dal 5 all’8 ottobre scorso, patrocinato dalla Commissione Europea e dal Comitato delle Regioni, a cui hanno partecipato 213 tra regioni e città europee nell’ambito di circa un centinaio di seminari su tutte le questioni più rilevanti che riguardano l’Unione. Valdegamberi, aprendo i lavori, ha ricordato subito che ben “il 54% dei fondi europei riservati all’Italia per i progetti in ambito sociosanitario è stato destinato al Veneto, a dimostrazione dell’eccellenza della nostra regione a livello nazionale e continentale”. Negli ultimi anni, secondo l’assessore veneto, all’interno del processo d’ integrazione europea, “la Commissione Europea ha promosso l’integrazione dei sistemi di welfare in conseguenza dell’avvenuta integrazione monetaria e del principio di coesione sociale, che è obiettivo fondante della politica sociale europea. La Regione Veneto, in linea con tale processo, ha sostenuto un preciso investimento culturale, tecnico e politico, promuovendo la partecipazione ai network tra le regioni europee in materia di politiche e servizi sociali, per esprimere e valorizzare in Europa lo straordinario patrimonio di esperienze, conoscenze e professionalità che qualificano l’area del “sociale” nel Veneto. Quest’incontro – ha sottolineato - è a carattere informativo/formativo e comprende la presentazione dei vari progetti europei attivi in ambito sociale per i giovani dai 15 ai 25 anni e dei loro insegnanti e l´illustrazione delle opportunità di finanziamento europeo in ambito sociale alle quali possono accedere direttamente i giovani su iniziativa personale. Con questo evento la Regione, in collaborazione con il Comune di Venezia, ha risposto concretamente all´invito del Comitato delle Regioni che sollecitava le attività di ricaduta nel territorio degli “Open Days 2009” consolidando il livello locale e coinvolgendo gli attori che quotidianamente “producono” servizi socio-sanitari, rafforzando la presenza nella costruzione delle politiche europee e potenziando la loro partecipazione ai progetti internazionali. .  
   
   
SGUARDI E SORRISI ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA MILNO, 30 OTTOBRE O 7 NOVEMBRE 2009  
 
Milano, 2 novembre 2009 - L’esposizione Internazionale d´Arte Contemporanea "Sguardi E Sorrisi" sarà inaugurata presso la Galleria Il Borgo, ubicata in uno dei quartieri più esclusivi di Milano in centro cittadino, a due passi dai Navigli e da Porta Ticinese. L’esposizione prevede un nucleo di opere d’arte che approfondiranno l’espressività umana attraverso studi e rappresentazioni di volti tra introspezioni malinconiche e leggerezze di ilarità. Il volto umano sarà dunque protagonista della rassegna. La rassegna artistica sviluppa, infatti, la tematica dell’espressività umana attraverso una interpretazione empatico-emozionale dei volti, dei sorrisi e degli sguardi delle persone comuni, ritratte sotto innumerevoli luci e sfaccettature, una lettura dei tratti somatici ed espressivi che non si limita al carattere estetico come nel caso di Giusy Fossati, abile interprete di emozioni su tela, delineate da pochi segni rapidi e immediati. Seguono gli scatti intimistici di Francesca Paola Milione e quelli spontanei di Valeria Laureano, che denotano una sperimentazione continua sul tema. Il cromatismo impavido di Giorgetti è riproposto nella versione di una doppia modalità di lettura dell’opera “Giallo e Blu” che si presenta firmata da ambedue i lati, consentendo una duplicità di atmosfere colorate. Oltre al colore, la forza comunicativa del disegno si evidenzia nella ricerca artistica di Arnaldo Negri e nel sentimento di maternità manifestato da marial laura Balestra. Espongono gli artisti Giusy Fossati, Maria Laura Balestra, Valeria Laureano, Arnaldo Negri, Francesca Paola Milione e Giorgetti. .  
   
   
ARTE COME DIALOGO TRA CIVILTÀ A FIRENZE. GIORGIO MELZI, PITTORE MILANESE DELLA SCUOLA DI BRERA, PRESENTA “CANALI D´ESPRESSIONE” ALLA PIÙ GRANDE BIENNALE D´ARTE CONTEMPORANEA DEL MONDO.  
 
 Milano, 3 novembre 2009 - L´artista milanese Giorgio Melzi presenta i suoi “Canali d´Espressione” alla settima edizione della Biennale Internazionale dell´Arte Contemporanea di Firenze, che si svolgerà dal 5 al 13 dicembre 2009 nella storica Fortezza da Basso. “Canali d´Espressione” racconta di colore non trattato, gesto impulsivo, atto fisico sulla tela: gli stilemi dell’Action Painting; ma anche dell´insofferenza dell´Autore “al non pensare”, poiché la componente irrazionale della pittura d´azione non gli appartiene e non rinuncia mai del tutto all´enunciazione ideologica, anche quando racconta l’inconscio sull’onda delle vibrazioni che il pennello passa dalla pancia alla tela. “Canali d´Espressione”, insieme d´opere realizzate d´impulso dal 2006 ad oggi, seguendo la traiettoria dell´espressione istintiva e già raccolte in un catalogo unico, approda alla Biennale di Firenze, che fin dal 2001 è partner ufficiale del programma delle Nazioni Unite "Dialogo fra le Civiltà”. Con i suoi 11. 000 mq e con più di 800 artisti provenienti da 74 paesi, quella di Firenze si presenta come “la mostra di Arte Contemporanea più grande al mondo, in cui Artisti provenienti da tutto il pianeta, diversi per tradizioni etniche, linguistiche e religiose, trovano attraverso l´arte, il linguaggio comune per trasmettere i loro valori culturali” (www. Florencebiennale. Org). Artista, ma prima di tutto uomo, di Milano, cresciuto nella Brera dell´Accademia delle Belle Arti e affermatosi poi nelle gallerie della città come esponente di spicco della sua generazione negli ultimi anni sessanta, Melzi è sempre attento alle dinamiche sociali e “a farsi incontrare dall´arte, perché - mi disse in un´intervista - l´arte t´incontra sempre e s´installa perpetuamente nel tuo pensiero, come le parole, la televisione, il caffè o i sentimenti. Se credi di poterne fare a meno, ti sbagli. Immagina la tua vita senza aver visto un quadro di Picasso, un film di Greenaway o una tela di Kodra o di un Melzi. Volente o nolente,questa gente ti ha cambiato la vita, comunque tu la pensi, perché ti piacciano o non ti piacciano, che li adori o ti disgustino, tu in ogni caso non sarai mai lo stesso”. Giorgio Melzi partecipa alla Biennale di Firenze, in rappresentanza dell’Italia e degli Usa, grazie alla collaborazione di amici e collezionisti di lungo percorso, quali la nota casa di postproduzione audio Top Digital di Milano e l´agenzia pubblicitaria Milc di Siena, a sancire ancora una volta il suo legame indissolubile col mondo della Comunicazione. “L´arte accomuna i popoli perché li riporta a quello stadio di innocenza primordiale in cui le emozioni si comunicavano con i segni e i disegni, non con le dichiarazioni di guerra” - dice Melzi, aggiungendo di essere “onorato dell´invito a partecipare insieme ad altri artisti italiani e internazionali ad una kermesse di tale respiro. ” .  
   
   
GIANNA MOISE ARCHE-TIPI LE FORME IN CUI IL SILENZIO APPARE MILANO ANTICO ORATORIO DELLA PASSIONE (BASILICA DI SANT’AMBROGIO) 6 - 20 NOVEMBRE 2009  
 
 Milano, 2 novembre 2009 - Dal 6 al 20 novembre 2009, una delle sedi più belle e suggestive di Milano, l’Antico Oratorio della Passione in Sant’ambrogio, ospiterà la personale di una della artiste più interessanti del panorama italiano, Gianna Moise. La mostra dal titolo Arche-tipi. Le forme in cui il silenzio appare, curata da Alessandra Redaelli, promossa da Arteutopia, col contributo di Estèe Lauder, e organizzata da Nicoletta Castellaneta presenta 60 opere inedite - pitture, sculture, installazioni - tutte realizzate appositamente per questo appuntamento. La cifra espressiva più caratteristica di Gianna Moise risiede nella sua ricerca materica. L’artista esperimenta nuovi supporti su cui tradurre il suo universo di simboli, tratti dalla della natura. Le tematiche dei suoi ultimi lavori, infatti, ruotano attorno al mondo degli insetti e dei pesci. Particolarmente interessanti risultano quelli realizzati su un supporto insolito come il cartone per coibentazione edile, sui quali interviene con strati di colore puro; o ancora le sfere di plexiglass dove l’intervento pittorico s’inserisce all’interno del diametro che le taglia a metà. Come afferma la curatrice, “Gianna Moise cattura l’essenza delle creature che dipinge, ponendole al centro di composizioni di grande potenza materica. Dove il colore si raggruma in gocce turgide e il supporto – ruvido cartone traforato a trama larga – assorbe l’aria e i pigmenti per restituirli come una vibrazione vellutata. Quel supporto che rappresenta oggi la più evidente evoluzione nel lavoro dell’artista, da sempre capace di trarre dai materiali più inconsueti, spesso presi all’industria, voci inedite ed emozioni sorprendenti”. Mimmo Di Marzio, nel suo testo in catalogo, sottolinea che “Al centro della sua ricerca, immagine, luce, colore, e materia non sono mai utilizzati per edificare una riproduzione della realtà, per dare vita a un mondo comunque simile all’originale. Sono trattati riflessivamente, in studi che si succedono uno all’altro come una sorta di continui esperimenti, che hanno sempre un “pretesto” di fondo ma che pongono al centro l’introspezione come strumento di rinascita del sè. “ Accompagna l’esposizione un catalogo edizioni grafiche Arteutopia. Gianna Moise. Note biografiche Gianna Moise è nata a Milano nel 1961. Dopo la laurea in Ingegneria Chimica al Politecnico di Milano con specializzazione in materiali polimerici, inizia a lavorare come stilista freelance. Nel 1993 frequenta l’Accademia di Brera di Milano approfondendo le tecniche di pittura in particolare la copia dal vero con pastelli e l’affresco, coniugando quindi lo studio e l’approfondimento sui materiali per arrivare a creare nuove forme ed equilibri. Tra le sue passioni c’è il viaggio, soprattutto in oriente entrando in stretto contatto con le culture artistiche cinesi, giapponesi e tailandesi, da cui ha spesso tratto ispirazione per le sue opere. Gianna Moise ha partecipato a due edizioni del Premio Cairo, ha esposto in personali nelle gallerie Barbara Paci, Arteutopia , “Galleria” di Kyoto e in collettive a Milano, Venezia, Palm Beach, Kyoto. .  
   
   
UNA FINESTRA APERTA SUL MONDO DELL’ARTE: HA INIZIO LA NUOVA STAGIONE DELLA GAM  
 
Milano, 2 novembre 2009 - Riallestimento delle Collezioni in quattro aree tematiche. Mostra: Il teatro della Performance Gam Underground Project: mostra Ian Kiaer Wunderkammer: mostra Pietro Giacomo Palmieri celebre disegnatore a penna Nuova Videoteca Educational Area La Gam di Torino riapre i suoi spazi espositivi. Sono occorsi meno di due mesi di chiusura al pubblico per svolgere un grande lavoro di progettazione e di riallestimento delle collezioni permanenti, oltre che per ridisegnare completamente la struttura delle sale dedicate alle mostre temporanee, alla Videoteca e ai Servizi Educativi. Il pubblico si troverà a ripercorrere le sale della Gam con l’impressione di visitare un museo nuovo, riorganizzato secondo un progetto museografico che pone come essenziale l’integrazione e il dialogo tra le opere, che facciano parte delle collezioni permanenti o che si inseriscano nelle mostre temporanee. La suddivisione in ordine cronologico del percorso, che fino ad oggi ha caratterizzato una delle raccolte di arte moderna e contemporanea tra le più ricche d’Italia (45. 000 opere tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie, a cui si aggiungono un ricco patrimonio di disegni e incisioni e una tra le più importanti collezioni europee di film e video d’artista) con la storica divisione in due piani dedicati all’Ottocento e al Novecento, viene sostituita da un ordinamento tematico, che permette al visitatore di riscoprire i capolavori e di analizzarli attraverso una nuova visione. Si potrebbe dire attraverso quattro nuove visioni, dettate dalle suggestioni offerte da altrettanti studiosi di discipline diverse dalla storia dell’arte. In questo modo non sarà più lo sguardo che insegue l’opera, ma l’opera che insegue lo sguardo. Secondo un disegno di riallestimenti periodici, ogni anno saranno coinvolti esperti provenienti dalle più prestigiose università italiane, che penseranno 4 nuovi temi per dar vita a percorsi lungo i quali le opere saranno collocate. Questo favorisce una fruizione molto ampia del patrimonio: attraverso il sistema di rotazione saranno infatti accessibili capolavori visti magari di rado, per problemi di spazio o di conservazione, e ogni volta troveranno una collocazione e una luce diversa, perché messi in rapporto con opere di altre epoche storiche e di altra natura artistica. La grande novità della nuova Gam è che con questo sistema viene riconsiderata la distinzione tra allestimento permanente e temporaneo, ancor più sottolineata dalla disposizione degli spazi espositivi. La sala mostre dedicata alle grandi esposizioni di carattere storico viene infatti pensata per accogliere il pubblico che visita il museo nella sua globalità, quindi inserita nella manica corta al primo piano, in continuità con le gallerie tematiche dedicate alle collezioni. Sempre al primo piano inoltre una piccola sala denominata Wunderkammer è la “camera delle meraviglie” dedicata a gioielli artistici del patrimonio Gam che molto raramente sono stati ammirati: disegni, acquerelli, grafiche, incisioni dell’Ottocento e del Novecento, per i quali è appena terminato un grande lavoro di catalogazione e schedatura, che saranno presentati con periodicità. Ma un museo di Arte Moderna e Contemporanea è anche votato all’analisi e allo studio delle nuove generazioni di artisti e al dibattito culturale che ne deriva (l’installazione di Maurizio Nannucci posta alla sommità della Gam che recita All Art Has Been Contemporary è quasi un “memento”) per questo la ricerca e la sperimentazione dei nostri giorni trovano spazio attraverso Gam Underground Project. Le sale del seminterrato diventano un laboratorio nel quale giovani artisti già conosciuti a livello internazionale si confrontano con uno spazio istituzionale, portando avanti la propria sperimentazione e mostrandola al pubblico grazie a un ciclo di mostre personali e tematiche. Anche i Servizi educativi e la Videoteca Gam trovano nuovi spazi. La Didattica raddoppia, con la sala del piano terra dedicata alle attività per le scuole e un’apertura sul giardino per il relax dei bambini, oltre una parte della libreria destinata ai ragazzi. Nel seminterrato invece un’area adibita alle attività per il pubblico adulto (incontri, dibattiti, workshop e conferenze). La Videoteca si sposta dalla saletta del secondo piano ad un ampio locale nel seminterrato che offre agli utenti un ambiente confortevole per la conoscenza e lo studio del patrimonio di video, film d’artista e documentari presenti in uno degli archivi più completi d’Europa. Uno spazio della videoteca sarà destinato a mostre di installazioni video dal patrimonio del museo, presentazione di nuove acquisizioni e anteprime. La Gam infine si presenta con una nuova veste grafica: la comunicazione del museo, che comprende i manifesti, le locandine, gli inviti, i depliant e la grafica di sala, è stata affidata, dopo un’attenta selezione, a labxyz, uno studio di giovani creativi che hanno ripensato l’immagine coordinata secondo un criterio innovativo e al passo con i tempi. Le collezioni. La rilettura del patrimonio della Gam attraverso le gallerie tematiche che presentano le collezioni avviene lungo tre diversi livelli di sapere: un primo livello teorico (scelta dei temi secondo un criterio che coinvolge distinte discipline) un secondo storico-artistico (analisi degli stessi temi in una luce storico-artistica) e un terzo di struttura visiva (scelta delle opere e allestimento). I quattro docenti chiamati a fornire al museo i primi temi su cui lavorare hanno avuto il compito di presentare un tema e un testo che analizzi secondo la propria disciplina tutte le sfaccettature dell’argomento. Il professor Antonio Schizzerotto (Ordinario di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento) ha scelto il tema dell’Infanzia, il professor Roberto Grandi (Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Bologna) si è orientato verso il Genere (nel senso di format, ripetizione. Una serie di codici), il professor Pietro Montani (docente di Estetica alla Sapienza di Roma) ha optato per La Specularità e il professor Giorgio Ficara (ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Torino) per La Veduta. Per permettere di aprire nuovi confronti con il vasto mondo accademico italiano, i quattro temi sono poi stati affidati a quattro storici dell’arte (Ester Coen, Michele Dantini, Maria Teresa Roberto e Carlo Sisi) che sono stati invitati ad affrontare le implicazioni e gli sviluppi dei temi nella storia dell’arte, poi riassunti in un testo critico, a far da cerniera tra il primo e il terzo livello. In ultimo il Direttore e lo staff scientifico della Gam (Danilo Eccher, Riccardo Passoni, Virginia Bertone ed Elena Volpato), traendo spunto dai due testi prodotti per ogni galleria tematica, hanno scelto le opere e affrontato l’allestimento delle quattro sezioni. La sfida che si cerca di vincere, dopo aver raccolto ogni anno in un catalogo il lavoro fatto, sarà quella di poter avere a disposizione, tra cinque anni, un cofanetto di volumi che raccolga una variegata rilettura delle collezioni viste da prospettive completamente diverse tra loro. La mostra. Il Teatro della Performance La nuova stagione espositiva della Gam prende il via con una grande mostra storica, curata da Danilo Eccher, dedicata alla ricerca performativa che, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, ha caratterizzato il lavoro di un gruppo di artisti determinando profondi sviluppi nei decenni successivi. Il Teatro della Performance non è una mostra di documentazione, non si concentra sulla registrazione dell’atto, ma sulla scena del suo accadere. Presenta l’architettura e la fisicità del teatro che ha accolto l’azione, si sofferma sulla struttura scenica prodotta dall’artista, sullo spazio pensato, creato e spesso modificato dall’azione. In mostra lavori di Kazuo Shiraga, esponente del gruppo Gutai, Hermann Nitsch, Michelangelo Pistoletto, Gilbert & George, Marina Abramović che sarà presente a Torino e proporrà uno storico incontro con il pubblico della mostra, Paul Mccarthy, e John Bock. La scelta degli artisti prende le mosse da alcuni studi di una possibile mappa performativa, individuando protagonisti distinti di diversi itinerari artistici. Un’attenzione particolare è stata posta al gruppo Gutai presente a Torino nel 1959 e a Shiraga che ha realizzato la sua prima personale nel 1962. La centralità di Torino è anche testimoniata dalla presenza di Michelangelo Pistoletto, protagonista di importanti stagioni creative dagli anni Sessanta a oggi, o di Gilbert & George di cui si ricorda la prima performance realizzata nelle stesse sale della Gam nel 1970. Gam underground project, Ian Kiaer Gam Underground Project è un luogo di ricerca dove analisi e sperimentazione intrecciano i loro cammini. Non è una project room, ma un vero e proprio spazio museale che la Gam mette a disposizione per l’espressione e lo studio dell’arte contemporanea attraverso un ciclo di mostre personali e collettive e una collana di cataloghi e libri d’artista. Il ciclo espositivo è curato da Elena Volpato e nasce con l’intento di indagare l’arte attuale nella sua relazione con la cultura del secolo passato, con la ambigua forza dell’influenza modernista, che sia di ascendenza razionalista o più esplicitamente visionaria e surreale. Dà il via al progetto la personale dedicata a Ian Kiaer, (nato a Londra nel 1971) di cui si presenta per la prima volta, in una grande mostra, il lavoro nel suo complesso. 21 installazioni raccontano dieci anni di lavoro, ricostruendo avventure creative nate talvolta a distanza di anni, ma derivanti dallo stesso ceppo di riferimenti concettuali ed estetici, dalla suggestione di un medesimo sogno architettonico e urbanistico, da un’utopia o dalla forza pittorica di un’unica immagine. L’opera di Kiaer intreccia la sfera del passato con il concetto di nuovo e futuro, consapevole di ogni possibile fallimento, ovvero dell’umbratile zona crepuscolare in cui riposa ogni grande sogno avveniristico. La wunderkammer. Pietro Giacomo Palmieri celebre disegnatore a penna. Tra gli spazi di nuova concezione che qualificano il nuovo allestimento della Gam, la Wunderkammer intende collegarsi idealmente alla tradizione delle raccolte d’arte e di oggetti preziosi che un tempo arricchivano le dimore aristocratiche con una presenza quasi segreta. La fragilità dei supporti e dei materiali che si espongono in questa “camera delle meraviglie” al primo piano (disegni, acquerelli, stampe) rendono necessaria una rotazione periodica, sottolineando così l’eccezionalità della presenza di queste opere tra le collezioni visitabili dal pubblico. Inaugura il progetto, curato da Virginia Bertone, una mostra che invita a scoprire 12 raffinatissimi disegni a penna e acquerelli del celebre artista bolognese Pietro Giacomo Palmieri (1737-1804) che ebbe un ruolo di primo piano nello stimolare un precoce gusto per il collezionismo di disegni nella Torino di fine Settecento. I fogli esposti ritraggono scene pastorali e paesaggi svelando un disegno che si ispira alla tradizione emiliana e olandese del Seicento e spesso sfocia in virtuose imitazioni dell’incisione. Questa prima iniziativa dedicata ai disegni dell’Ottocento anticipa di qualche settimana la presentazione al pubblico dei due volumi che raccolgono i frutti del lavoro di schedatura dell’intero patrimonio di grafica ottocentesca della Gam. Www. Gamtorino. It .  
   
   
GOLF - LPGA TOUR: IN COREA GIULIA SERGAS SI CLASSIFICA 44ª  
 
Roma, 2 novembre 2009 - Giulia Sergas si è classificata 44ª con 222 colpi (72 76 74) nell´Hana Bank Kolon Championship (Lpga Tour), svoltosi allo Sky 72 Golf Club di Incheon, nella Corea del Sud. Ha vinto la ventiduenne sudcoreana Na Yeon Choi (206 - 68 71 67), al primo titolo nel circuito, che ha prevalso di un colpo sulla svedese Maria Hjorth e sulla taiwanese Yani Tseng. La Choi, con un birdie sull´ultima buca ha staccato la Hjorth a sua volta raggiunta dalla Tseng, anche lei autrice di un birdie. Al quarto posto con 210 la coreana Ran Hong, seguita da altre due connazionali, Song-hee Kim (212) e Jiyai Shin (213), che ha consolidato la sua posizione di leader della money list. Sotto tono Paula Creamer, 25ª con 218, Cristie Kerr e la messicana Lorena Ochoa, che hanno concluso con lo stesso score della Sergas. Nel 74 finale della triestina un birdie e tre bogey. La vincitrice ha ottenuto un assegno di 255. 000 dollari su un montepremi di 1. 700. 000 dollari. World Match Play A Ross Fisher - Il ventinovenne inglese di Ascot Ross Fisher ha vinto il Volvo World Match Play battendo nella finale su 36 buche per 4/3 lo statunitense Anthony Kim, sul percorso del Finca Cortesin Golf Club a Casares, nella Costa del Sol spagnola. Nella finalina per il terzo posto, disputata su 18 buche, l´australiano Robert Allenby ha superato l´argentino Angel Cabrera alla 19ª. Nelle semifinali Kim aveva sconfitto Allenby per 5/4 e Fisher aveva avuto la meglio su Cabrera solo dopo 39 buche. Nella finale Kim non è mai riuscito ad andare in vantaggio. Nelle prime 18 buche ha annullato per tre volte l´1 up di Fisher, poi alla 16ª è finito per la quarta volta sotto con un bogey e l´inglese ha avuto via libera verso il successo e i 750. 000 euro di prima moneta (su 3. 250. 000 in palio). Ha raddoppiato con un eagle alla 22ª, ha consolidato il margine alla 29ª e si è portato sul 4 up con il decimo birdie della giornata alla 32ª. Conclusione alla buca seguente. A Kim il secondo premio di 450. 000 dollari. Allenby ha conquistato i 250. 000 euro di terza moneta agguantando Cabrera con un birdie sulla buca 18 e battendolo alla successiva. All´argentino sono andati 200. 000 euro. Al torneo hanno preso parte sedici giocatori, divisi in quattro gruppi, che si sono affrontati con girone all´italiana e classifica a punti. I primi sono stati ammessi alle semifinali. European Tour: Ottavo Titolo Per Ian Poulter - Ottavo titolo nell´European Tour per il trentatreenne inglese Ian Poulter, tornato al successo dopo tre anni nel Barclays Singapore Open, disputato al Sentosa Golf Club di Singapore. Poulter, che nella giornata finale ha dovuto giocare trenta buca a causa dei ritardi dovuti al maltempo dei giorni precedenti, ha segnato 274 colpi (66 64 72 72) e ha preceduto di misura il cinese Wen-chong Liang (275 - 69 68 68 70). Terzi con 276 gli australiani Scott Hend e Adam Scott, quarti con 277 il danese Anders Hansen, l´irlandese Graeme Mcdowell e il sudafricano Charl Schwartzel. Al 14° posto con 280 lo statunitense Phil Mickelson e il sudafricano Ernie Els, al 38° con 284 l´irlandese Padraig Harrington. Per Poulter un premio di 554. 127 euro sui 3. 318. 713 in palio. Alla gara non hanno preso parte giocatori italiani. Let In Cina: Vince Una Coreana - Bo Mi Suh (210 - 69 69 72) si è imposta nel Suzhou Taihu Ladies Open, il torneo del Ladies European Tour svoltosi al Suzhou Taihu International Gc di Shanghai in Cina. La 28enne coreana ha respinto con un birdie sull´ultima buca l´ultimo attacco di Gwladys Nocera (birdie anche per lei), che si è dovuta accontentare del secondo posto con 211 colpi (70 71 70). Al terzo con 213 la thailandese Pornanong Phatlum, al quarto con 214 la norvegese Marianne Skarpnord e al quinto con 215 l´inglese Lora Fairclough, l´irlandese Rebecca Coakley, la danese Iben Tinning e l´australiana Frances Bondad. Al torneo non hanno partecipato proettes italiane. La vincitrice ha guadagnato 30. 000 euro su un montepremi di 200. 000 euro. Us Pga: Cancellato Il Viking Classic - A causa delle pessime condizioni atmosferiche è stato cancellato il Viking Classic. Era la quarta delle cinque gare delle Fall Series che concludono l´Us Pga Tour, particolarmente importante per quei giocatori che gravitano attorno al 125° posto nell´ordine di merito, l´ultimo valido per mantenere la ´carta´. Dopo che anche nella terza giornata non è stato impossibile iniziare il torneo, essendo l´Annadale Gc di Madison, nel Mississippi, praticamente allagato a causa delle continue piogge, è stata presa la decisione di annullare la gara. Pochi i giocatori di un certo nome iscritti, tra i quali c´erano David Toms, Ben Curtis, Chris Dimarco e John Daly. Il montepremi era di 3,7 milioni di dollari dei quali $ 666. 000 sarebbero spettati al primo classificato. .