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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Novembre 2009
DIRE&FARE: INFORMATIZZAZIONE DELLA GIUSTIZIA TOSCANA  
 
Oltre 400 mila accessi, con 8. 612 avvocati registrati ai servizi, e più di 88 mila fascicoli che è già possibile consultare. Sono questi i dati della cancelleria telematica relativi ai primi nove mesi dell´anno, ma di per sé capaci di misurare il significato di un progetto che ha ricadute molto concrete su tutti i professionisti che si occupano di amministrazione della giustizia. E delle nuove frontiere rappresentate dall´informatizzazione della giustizia si è parlato il 29 ottobre a Firenze nell´ambito di Dire& Fare, presente il vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli. Al centro del confronto è stato in particolare proprio la cancelleria telematica, nata da una collaborazione con la Corte d´Appello di Firenze e a oggi attivata presso i tribunali di Lucca, Prato, Pistoia, Siena, Grosseto, Arezzo, Massa Carrara e da questi giorni anche a Firenze e a Pisa. «Crediamo molto a questo progetto, per la sua capacità di far risparmiare tempi, code, costi a tutti coloro che si occupano di giustizia – ha sottolineato Gelli – Siamo convinti che la riforma della giustizia di cui tanto si parla non sia solo la riforma dei codici, ma passi anche per il rinnovo di un´organizzazione complessa, che non per questo deve essere complicata. Una giustizia efficiente è un diritto di ogni cittadino e un requisito essenziale per lo sviluppo di un paese. Tutto questo può essere raggiunto anche grazie alle nuove tecnologie informatiche e a un forte impegno a favore della semplificazione». L´obiettivo, ha aggiunto il vicepresidente, è quello di garantire in tempi rapidi la diffusione della cancelleria on line a tutti gli uffici giudiziari del territorio toscano. Si sta già lavorando alla sua estensione agli Uffici del giudice di pace ed è stato realizzata anche un prototipo di applicazione per il Tribunale dei minori. Da una recente indagine, tra l´altro, risulta che questo servizio è ritenuto molto utile dal 94% degli avvocati toscani, tanto che 9 legali su 10 ritengono che da esso derivi un risparmio di tempi e di costi.  
   
   
DIRE&FARE: INFORMATIZZAZIONE DELLA AMMINISTRAZIONE REGIONALE TOSCANA  
 
Più comunicazione e partecipazione: per «decidere cosa si vuol fare e per dar conto di quello che si è fatto». Un´ esigenza sempre più avvertita nel rapporto tra istituzioni e cittadini. Se ne è parlato lo scorso 29 ottobre al “Dire&fare”, il salone della pubblica amministrazione in corso in questi giorni alla Fortezza da Basso di Firenze. La Toscana ha un primato: è stata la prima regione (e finora l´unica) ad aver approvato a dicembre del 2007 una legge per favorire il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni prese dalle istituzioni. Una legge che guarda Oltralpe, all´esperienza del ´debat public´ francese e ai town meeting americani, ma anche molto toscana. L´assessore al bilancio della Toscana, Giuseppe Bertolucci ha precisato: «Abbiamo bisogno di nuovi strumenti che ci consentano di parlare ai cittadini». Una chiavetta Usb e il bilancio regionale diventa sociale. «Ma la Regione sta sperimentando anche un altro strumento: il bilancio sociale – ricorda Bertolucci- uno strumento capace di rendere conto in modo trasparente di che cosa fa l´amministrazione per i cittadini, le priorità e gli obiettivi, gli interventi realizzati e programmati e i risultati conseguiti». «Il bilancio sociale – commenta l´assessore – ci permetterà di essere più leggibili, anche nei confronti dei non addetti ai lavori, e all´interno troveranno spazio anche le opinioni di cittadini, associazioni, altri amministratori pubblici e portatori di interessi». La sperimentazione è già in corso. La Regione ha costituito un gruppo di lavoro che ha esaminato quello che altrove è già stato fatto per definire il modello di bilancio sociale più adatto alla realtà toscana. Una cosa è già stata decisa: il bilancio sociale non sarà stampato su carta, ma raccolto all´interno di una chiavetta Usb in disposizione gratuita presso la segreteria dell´assessorato regionale al bilancio e l´Ufficio di relazioni al pubblico nei palazzi della Regione Toscana a Novoli.  
   
   
SIAE E AFI: ACCORDO PER I DIRITTI CONNESSI  
 
Il Presidente della Società Italiana Autori Editori, Giorgio Assumma, ha sottoscritto un importante accordo con l’Associazione Fonografici Italiani, rappresentata dal Presidente Leopoldo Lombardi. Con tale accordo l’Afi ha affidato alla Siae il mandato di riscuotere, per conto dei produttori fonografici a essa associati, i diritti connessi dovuti da coloro che utilizzano in pubblico supporti musicali nei diversi ambiti di attività: dalle discoteche ai pub, dalla musica d’ambiente alle "radio in store", dalle radio locali alle attività ludico-ricreative svolte con musica registrata. La Siae ha accettato il mandato dall’Afi, consapevole che la propria posizione di Ente pubblico posto a difesa dei diritti di proprietà intellettuale e la propria radicata articolazione territoriale possano rappresentare la migliore garanzia per assicurare il necessario equilibrio tra gli interessi amministrati ed il più generale mercato degli utilizzatori.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: VALORE DELL´AUTORIZZAZIONE ALLA CENTRALE NUCLEARE RILASCIATA DA UN ALTRO STATO MEMBRO  
 
Giudici austriaci, investiti di un’azione inibitoria diretta a far cessare turbative di vicinato tra proprietari terrieri e la centrale nucleare di Temelín, devono prendere in considerazione l’autorizzazione all’esercizio rilasciata dalle autorità ceche. Tale autorizzazione fa parte del sistema comunitario volto a garantire la protezione della popolazione contro i pericoli nucleari. (Sentenza nella causa C-115/08, Land Oberösterreich / ČEz as).  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: RIBADITO IL DIRITTO ALLA TUTELA GIURISDIZIONALE EFFETTIVA PER LE LAVORATRICI GESTANTI  
 
Le lavoratrici gestanti licenziate devono beneficiare di una tutela giurisdizionale efficace dei diritti loro conferiti dal diritto comunitario Se l’unico ricorso che la normativa nazionale mette a disposizione delle lavoratrici licenziate durante la gravidanza non accorda termini di ricorso adeguati, tale normativa introduce un trattamento meno favorevole per ragioni collegate alla gravidanza e costituisce una discriminazione nei confronti delle lavoratrici subordinate. (Sentenza 29/10/09 nella causa C-63/08, Virginie Pontin / T-comalux Sa) .  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: ITALIA CONDANNATA PER RETI DA POSTA DERIVANTI  
 
Il 29 ottobre 2009 è stata pronunciata la sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee in merito alla causa: C-249/08, Commissione/italia - Pesca – Assenza di sistemi di controllo efficaci sul divieto di reti da posta derivanti Il regolamento n. 2847/93 prevede che gli Stati membri adottino provvedimenti atti a garantire l’efficacia del regime comunitario di conservazione e di gestione delle risorse in materia di pesca. Il rispetto degli obblighi che incombono agli Stati membri in forza delle norme comunitarie è da ritenersi imperativo per garantire la protezione dei fondali, la conservazione delle risorse biologiche marine ed il loro sfruttamento sostenibile in condizioni economiche e sociali appropriate. Gli Stati membri sono tenuti in particolare a garantire il rispetto della normativa comunitaria che vieta la detenzione a bordo ovvero l’impiego di reti da posta derivanti (cd: “spadare”) di lunghezza superiore a 2,5 km, e a decorrere dal 1° gennaio 2002, la detenzione a bordo o l’utilizzazione di reti di tal genere, a prescindere dalla loro lunghezza, ai fini della cattura di talune specie. Il regolamento n. 2847/93 impone agli Stati membri di controllare l’esercizio della pesca e le attività ad essa connesse, di ispezionare i pescherecci e adottare le misure necessarie per garantire il miglior controllo possibile sul loro territorio e nelle acque marittime soggette alla loro sovranità o alla loro giurisdizione. Nel 1992 e nel 1993, avendo ricevuto numerose denunce riguardanti l’uso da parte di pescherecci italiani di reti da posta derivanti di lunghezza superiore a 2,5 km, la Commissione effettuava due ispezioni rilevando carenze da parte delle autorità italiane nel controllo del rispetto della normativa comunitaria attinente all’utilizzazione delle reti da posta derivanti. Altre ispezioni e controlli fra il 1994 e il 1997 hanno rivelato la persistenza di numerose infrazioni, l’insufficienza e l’inefficacia dell’intervento delle autorità italiane. Nel 2005, la Commissione contestava all’Italia le carenze seguenti: – molteplicità delle strutture incaricate del controllo non accompagnata da un adeguato coordinamento e dalla necessaria cooperazione tra tali strutture; – assenza di un programma specifico di controllo; – mancanza di tempo, risorse umane e mezzi logistici necessari a svolgere un controllo efficace, tenuto conto in particolare della lunghezza delle coste, della dispersione della flotta e della molteplicità di compiti da espletare; – scarsa conoscenza, da parte del personale incaricato, della normativa applicabile e dell’elenco delle navi autorizzate; – insufficienza tanto dei controlli a terra e in mare; – reticenza delle autorità preposte per il rischio di reazioni sociali alle misure di repressione adottate; – mancata previsione di sanzioni per la semplice detenzione a bordo; – basso tasso di denuncia, da parte delle autorità di controllo, delle irregolarità constatate e – inadeguatezza delle ammende. Secondo costante giurisprudenza, l’esistenza di un inadempimento dev’essere valutata in relazione alla situazione dello Stato membro quale si presentava alla scadenza del termine stabilito nel parere motivato e la Corte non può tenere conto dei mutamenti successivi. Pertanto, gli elementi di fatto prodotti dalla Repubblica italiana e relativi ad un periodo in gran parte successivo alla scadenza del termine fissato nel parere medesimo (metà del 2005) non possono essere presi in considerazione. A) Sull’inefficienza dei controlli. A sostegno del ricorso la Commissione ha prodotto 33 relazioni di ispezioni cui essa ha fatto procedere, nel periodo compreso tra il 1993 e il 2005, in vari porti di pesca italiani al fine di verificare il rispetto della normativa comunitaria relativa alla pesca mediante reti da posta derivanti. Emerge che la detenzione a bordo e l’impiego, da parte dei pescatori italiani, di reti da posta derivanti di cui è vietato l’uso erano frequenti, abituali e ampiamente diffusi durante tutto il periodo oggetto del presente procedimento. Le autorità incaricate della vigilanza di controllo delle attività di pesca non avevano posto in essere un’azione sufficientemente efficace per reprimere le violazioni alla normativa comunitaria. Il Corpo delle Capitanerie di Porto non disponeva delle risorse umane e materiali sufficienti per effettuare operazioni in alto mare, e che potevano quindi essere effettuate unicamente dalla Guardia di Finanza. Il Corpo delle Capitanerie di Porto non disponeva, peraltro, di sistemi di localizzazione via satellite dei pescherecci; la sua azione non costituiva oggetto di una pianificazione che consentisse di renderla più efficace. Nel periodo oggetto del presente procedimento, la sorveglianza e il controllo delle attività di pesca non erano efficacemente garantiti dalle autorità italiane e pertanto l’addebito relativo all’inefficienza delle autorità italiane nell’esercizio e nella pianificazione dei loro compiti di sorveglianza e di controllo è fondato. B) Sull’insufficienza della normativa italiana circa la repressione. La Commissione ha osservato che, contrariamente a quanto disposto dal regolamento n. 894/97, la normativa italiana vigente all’epoca del parere motivato, vale a dire la legge 963/1965, non prevedeva sanzioni per la detenzione a bordo di reti da posta derivanti di cui è vietato l’uso. Secondo l’interpretazione giurisprudenziale della normativa italiana, la detenzione a bordo di tali reti verrebbe sanzionata solamente ove sia stata accertata durante la navigazione ovvero nel momento in cui l’imbarcazione salpa. È pacifico che la legge 101/2008 preveda sanzioni in caso di detenzione a bordo di reti di tal genere. Tuttavia, tale legge è stata emanata successivamente alla scadenza del termine fissato nel parere motivato e resta priva di effetti sulla valutazione della sussistenza dell’inadempimento contestato in questa causa. Peraltro, è altresì pacifico che, prima della modifica 2008, n. 101, la legge 963/1965, non puniva la semplice detenzione a bordo di dette reti. Il governo italiano ha prodotto in udienza circolari con cui incitava l’amministrazione a procedere alla confisca delle reti da posta derivanti e a disporre sanzioni amministrative fondandosi sui regi decreti 1604/1931 e 1155/1940. La Corte dichiara che oltre al fatto che le menzionate circolari sono state adottate successivamente alla scadenza del termine fissato nel parere motivato, semplici prassi amministrative, per loro natura modificabili a discrezione dell’amministrazione e prive di adeguata pubblicità, non costituiscono valido adempimento degli obblighi incombenti agli Stati membri nel contesto dell’applicazione dei regolamenti comunitari. C) Sull’insufficienza delle denunce delle violazioni e sull’esiguità delle sanzioni. Il regolamento n. 2847/93 impone agli Stati membri di perseguire le infrazioni accertate. Le azioni promosse devono essere idonee a privare effettivamente i responsabili del beneficio economico derivante dalle infrazioni. I regolamenti nn. 2241/87 e 2847/93 forniscono indicazioni precise quanto al contenuto delle misure che debbono essere adottate dagli Stati membri e che debbono tendere all’accertamento della regolarità delle operazioni di pesca, allo scopo di prevenire eventuali irregolarità e nel contempo di reprimerle. Le misure attuate debbano avere un carattere effettivo, proporzionato e dissuasivo. Dai dati comunicati dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto emerge che, per quanto riguarda l’anno 2000, non erano praticamente mai state avviate azioni penali. Nel periodo compreso tra il 2003 e il 2006, le sanzioni inflitte sono state scarse e le ammende amministrative ammontano ad un importo di circa Eur 1 000. Il numero di sanzioni inflitte e l’esiguità dei loro importi rispetto ai benefici ricavati dalle violazioni non sono contestati dalla Repubblica italiana. Per quanto attiene alla confisca delle reti da posta derivanti, la Repubblica italiana non ha fornito dati quantitativi se non con riferimento agli anni 2005-2007 (periodo largamente successivo alla data di scadenza fissata nel parere motivato). Anche qualora i dati prodotti dalla Repubblica italiana potessero essere presi in considerazione il quantitativo di metri di reti sequestrato non è di per sé significativo e corrisponde ad un numero di reti decisamente ridotto. La Repubblica italiana non ha avviato azioni amministrative o penali sufficientemente efficaci per sanzionare i responsabili delle violazioni della normativa in materia di pesca mediante reti da posta derivanti e per privarli effettivamente dei benefici economici ricavati dalle infrazioni medesime. La Corte dichiara e statuisce: 1) Non avendo provveduto a controllare, ispezionare e sorvegliare in modo adeguato, sul proprio territorio e nelle acque marittime soggette alla propria sovranità o giurisdizione, l’esercizio della pesca, segnatamente per quanto riguarda il rispetto delle disposizioni che disciplinano la detenzione a bordo e l’impiego delle reti da posta derivanti, e non avendo provveduto in misura sufficiente a che fossero adottati adeguati provvedimenti nei confronti dei responsabili delle infrazioni alla normativa comunitaria in materia di detenzione a bordo e di utilizzo di reti da posta derivanti, segnatamente con l’applicazione di sanzioni dissuasive contro i soggetti di cui sopra, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza dell’art. 1, n. 1, del regolamento (Cee) del Consiglio 23 luglio 1987, n. 2241, che istituisce alcune misure di controllo delle attività di pesca, nonché degli artt. 2, n. 1, e 31, nn. 1 e 2, del regolamento (Cee) del Consiglio 12 ottobre 1993, n. 2847, che istituisce un regime di controllo applicabile nell’ambito della politica comune della pesca, come modificato dal regolamento (Ce) del Consiglio 17 dicembre 1998, n. 2846. 2) La Repubblica italiana è condannata alle spese.  
   
   
CAMBIO GESTORE IN 5 GIORNI: DECISIONE DEL TAR  
 
Movimento Difesa del Cittadino (Mdc): “Bene decisione Tar Lazio, essenziale ora un confronto tra consumatori e aziende, affinché il termine dei 5 giorni non rimanga sulla carta”. “Ancora una volta, dopo anni di trascuratezza, il Tar Lazio sembra aver preso finalmente a cuore le istanze dei consumatori”. Dichiara Francesco Luongo, responsabile Dipartimento Nuove Tecnologie e servizi a rete del Movimento Difesa del Cittadino (Mdc), che esprime soddisfazione per la decisione del Tar Lazio di respingere la richiesta, avanzata da Fastweb, di sospendere il provvedimento dell´Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che prevede che, entro il primo marzo del 2010, tutti gli operatori dovranno consentire ai clienti la portabilità del numero fisso presso un altro gestore entro 5 giorni dal momento in cui ricevono la richiesta del cliente. “A questo punto – continua Luongo – è essenziale un confronto tra Associazioni dei consumatori e operatori affinché il termine dei 5 giorni sia effettivo e non rimanga sulla carta” .  
   
   
INDESIT COMPANY RICEVE IL PREMIO SVILUPPO SOSTENIBILE 2009 PER LA GREEN ECONOMY “MADE IN ITALY”  
 
Il gruppo di Fabriano ha ottenuto la medaglia della Presidenza della Repubblica, in occasione di Ecomondo-rimini Fiera, per l’elevata efficienza energetica dei nuovi elettrodomestici e per le innovazioni nel processo di riciclaggio. Prodotti efficienti e sostenibili, tanto da meritare una medaglia. Indesit Company ha vinto il Premio Sviluppo Sostenibile 2009 nella categoria dell’efficienza energetica, il riconoscimento per le imprese che si sono particolarmente distinte per impegno innovativo ed efficacia dei risultati per uno sviluppo sostenibile, istituito dall’omonima Fondazione e con il patrocinio della Presidenza della Repubblica. Il premio, che consegnato il 29 ottobre alla Fiera di Rimini, in occasione dell’edizione 2009 di Ecomondo, rassegna dedicata alle energie rinnovabili e alla green economy, è stato assegnato a Indesit Company per i nuovi elettrodomestici, soprattutto lavabiancherie e lavastoviglie a basso consumo e ad alta efficienza energetica, cui si somma anche un ridotto consumo d’acqua, e per le innovazioni introdotte nel processo produttivo, come gli indici per misurare la riciclabilità dei prodotti. Poiché la potenziale diffusione di elettrodomestici ad alta efficienza energetica è molto ampia, – si legge nella motivazione – le prestazioni di questi nuovi modelli comportano significativi benefici ambientali: in particolare una riduzione delle emissioni di gas di serra, dovuta al minor consumo di energia elettrica prodotta con l’uso di combustibili fossili. Indesit Company ha introdotto diverse innovazioni di prodotto tese a ridurre i consumi energetici. Fra le più recenti: programmi eco per sistemi di lavaggio per lavabiancheria in acqua a temperatura ambiente, soluzioni per ottimizzare l’utilizzo di acqua ed energia in base alla quantità di bucato in lavatrice, motori di nuova generazione e sensori di torbidità che consentono di ridurre i consumi di acqua e di energia nelle lavastoviglie. "La medaglia ricevuta oggi va a tutti i colleghi che, a vario titolo, hanno collaborato alla realizzazione di questi prodotti eccellenti, innovativi e di altissima qualità”, ha commentato Enrico Cola, Quality & Environment Director di Indesit Company. “E’ anche grazie a noi, che continuiamo ad investire in elettrodomestici a basso consumo ed elevate prestazioni, che si è creata una coscienza collettiva che giova e gioverà a tutti. E questo è un valore per noi che abbiamo sempre investito nella green economy, realizzando prodotti sempre più tecnologicamente avanzati ma anche di facile utilizzo, ´puliti´, riciclabili e con minore impatto ambientale anche in fase di produzione". Indesit Company ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica al pari delle Cantine Lungarotti di Torgiano (Tr), premiate per la categoria delle energie rinnovabili, e alla Montello di Montello (Vr), a cui è andato il riconoscimento per lo smaltimento dei rifiuti. “Queste tre imprese e tutte quelle che, numerose, hanno partecipato al premio”, ha sottolineato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, “dimostrano che ormai c’e’ molto verde nel motore dell’Italia. Gli stessi numeri lo confermano: nel 2008 la produzione di rinnovabili è aumentata del 21%, e il fatturato complessivo della green economy è stato di 5,2 miliardi di Euro. E’ un importante segnale di una visione innovatrice che l’industria italiana sta cominciando a cogliere” .  
   
   
IMPRESE, C’È CHI CRESCE ANCHE CON LA CRISI  
 
Mercoledì 28 ottobre, a Milano, Palazzo Giureconsultiè stato presentato il libro “Imprese eccellenti. Le aziende milanesi che non temono la crisi” di Sergio Campodall’orto edito da Franco Angeli. Lo studio, finanziato da Camera di Commercio di Milano, ha individuato 140 imprese di successo su un campione di 10. 000 piccole e medie imprese manifatturiere; 18 casi sono stati approfonditi con interviste dirette. Nuovi mercati, recupero delle nicchie, nuovi prodotti, riorganizzazione. E c’è chi investe proprio adesso e sfida le difficoltà. C’è chi non è spaventato della crisi economica ma sa tradurre in opportunità la contrazione degli ordini individuando nuovi mercati, pensando nuovi prodotti o riorganizzando l’impresa per ridurre i costi. Come la Engineering2k di Assago che dalla logistica sta realizzando anche una banca e un centro commerciale. O la Ercom di Segrate, attenta a consolidare la clientela già acquisita e coalizzata col personale, che dalla cioccolata di qualità e in bustina nei bar passa all’incontro con la moda anche coi gusti Sweet Years e punta sui giovani. Come la Almeco di San Giuliano che cerca nuovi utilizzi dell’alluminio. O la Evolve di Milano per cui l’energia rinnovabile può essere un’opportunità nella crisi, offre un risparmio e si accolla il rischio finanziario e tecnico. Come la I. A. N. Di Cinisello che proprio ora pensa a nuove acquisizioni per arricchire le competenze interne. O la Icim di Garbagnate che punta a nuovi mercati come la Francia per la dermocosmetica. Ma anche la Pozzoli di Indago nel packaging, la Rimadesio di Giussano nell’arredo che programmano adesso nuovi investimenti. C’è chi va su mercati prima di nicchia, come la Sermac di Nova Milanese nelle pompe per calcestruzzo o la Eure Inox di Peschiera Borromeo Trafileria in acciaio. C’è chi si richiama alla tradizionale gestione del buon padre di famiglia come la Pomellato di Milano e punta alla personalizzazione per il cliente. Sono alcuni dei casi esaminati nella ricerca “Le imprese eccellenti, le aziende milanesi che non temono la crisi” promossa da Alintec e Camera di commercio di Milano. Sono stati esaminati 18 dei 140 casi di successo individuati su un campione di oltre diecimila aziende, scelti sulla base delle performance economiche. Mercoledì 28 ottobre,a Milano, Palazzo dei giureconsulti si è parlato Se ne è parlato a Milano, Palazzo dei giurecons questa sera alla presentazione della ricerca in Camera di commercio. All’incontro sono intervenuti Vittoria De Franco, dirigente Camera di Commercio di Milano, Antonio Calabrò, direttore affari istituzionali e relazioni esterne di Pirelli Spa ed autore di “L’orgoglio industriale”, e Sergio Campodall’orto, direttore generale Alintec nonché alcuni rappresentanti delle aziende intervistate .  
   
   
PREMIO SAPIO PER LA RICERCA ITALIANA 2009  
 
Il 30 ottobre dalla Sicilia è ripartito il Premio Sapio per la Ricerca Italiana 2009. La prima Giornata di Studio è servita per fare il punto sulle eccellenze tecnologiche in Italia e in Europa. Per uscire dall’impasse economica dobbiamo investire sull’innovazione, questo il leit motif del convegno. Ricerche innovative nel settore ambiente ed energia, applicazioni industriali all’avanguardia: la nuova edizione del Premio Sapio per la Ricerca italiana, promosso dal Gruppo Sapio in concertazione con le Università, le Istituzioni e i Centri di Ricerca italiani, si propone di accelerare i processi di sviluppo nel nostro Paese investendo sul capitale immateriale e moltiplicando i risultati ottenuti da chi fa ricerca. La spesa in ricerca e sviluppo è ferma in Italia da quasi 10 anni attorno all’1,1% del Pil. Questo anche se, come sottolinea il Direttore Generale del Miur Mario Alì che sarà tra i protagonisti della nuova edizione del Premio Sapio, “negli ultimi tempi si sta lavorando per intensificare la nostra partecipazione ai progetti Europei. Infatti, per la prima volta, il Piano Nazionale della Ricerca, prevede al suo interno iniziative volte a permettere la nostra più fattiva partecipazione in ambito Eu. Noi abbiamo un grande “capitale immateriale” tra i migliori del mondo ed oggi ne abbiamo la dimostrazione; non possiamo lasciarcelo sfuggire”. Il Premio Sapio 2009 va a scovare questo capitale immateriale, lo fa emergere, ma soprattutto lo “investe” per andare avanti, per accelerare i processi di sviluppo, per creare condizioni e strumenti idonei a moltiplicare i risultati, ad attivare percorsi inediti e impensati. Nel frattempo la ricerca va avanti - aziende, università, enti di ricerca dimostrano le potenzialità esistenti. Da non lasciarsi sfuggire “Per quanto mi riguarda, per ciò che attiene la politica che io definisco di inseguimento, lavorerò - sulle indicazioni date dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Onorevole Mariastella Gelmini – per attuare una maggiore concertazione con tutte le altre istituzioni pubbliche e private. Creeremo dei tavoli di lavoro tematici, per la partecipazione più attiva al Vii Programma Quadro dell’Unione Europea a sostegno della ricerca, su singole iniziative quali le Joint Technology Initiatives (Jti) e le Piattaforme Tecnologiche”. Il Direttore Generale del Miur Mario Alì sintetizza così il suo personale impegno e continua: “Dai tavoli usciranno delle Road map a programmi di ricerca nazionali in cui dovranno essere ben chiari, obiettivi, attori, finalità e budget per la partecipazione”. Sembra ci sia fermento, quindi, nel pubblico e nel privato, nelle istituzioni e nelle imprese; un fermento che ci aiuterà ad uscire dalla crisi ma che soprattutto permetterà al nostro Paese di superare il gap rispetto alle nazioni che investono ingenti risorse in ricerca e sviluppo. E’ questo il punto di partenza del Premio Sapio per la Ricerca Italiana 2009: le esperienze, le ricerche, i casi esemplari, le idee che già sono in essere e che possono aprire nuovi scenari, nuove prospettive. La prima Giornata di Studio è articolata in tre sezioni: il solare fotovoltaico, l’idrogeno quale vettore energetico, l’elettronica applicata. Si tratta di settori chiave dello sviluppo di questo primo scorcio del Xxi secolo, nei quali si stanno impegnando sempre più imprese nel nostro Paese e che possono contare su un sistema di Ricerca che ha sviluppato competenze e strutture dedicate di tutto rispetto, spesso di eccellenza. A Palazzo Platamone di Catania nel corso della prima giornata di studio del Premio Sapio per la Ricerca Italiana 2009, “Energia e ambiente: tecnologie d’eccellenza nelle applicazioni industriali”, il 30 ottobre, sono state presentate, fra le tante, le seguenti innovazioni . Energia elettrica dal sole: le più innovative soluzioni tecniche sviluppate nelle installazioni su coperture industriali, a vantaggio delle imprese. La ricerca per poter utilizzare l’idrogeno come vettore energetico: sviluppo di materiali e componenti innovativi che possano garantire elevate efficienze e costi competitivi. Le tecnologie per proteggere integralmente le costruzioni dal terremoto esistono e sono di costo limitato: non vi è più alcuna scusa per non utilizzarle. L´innovazione del settore delle costruzioni garantisce elevata sicurezza a costi limitati, ampia libertà nel progetto architettonico, protezione dell´ambiente e risparmio energetico. Un risparmio energetico straordinario grazie alle nuove generazioni di frigoriferi, che permettono un risparmio di 250Kwh per unità all´anno rispetto alle soluzioni tradizionali. Questo si tradurrebbe in una riduzione di 9000Gwh all´anno in Europa, in caso di conversione di tutte le apparecchiature, pari a 5 milioni di tonnellate di Co2. Energia, Nuovi Materiali e Cibo sono le tre direttrici che prenderà lo sviluppo economico del prossimo dopo-crisi: tre settori chiave per l’economia mondiale . .  
   
   
I TALENTI NASCOSTI DEL MADE IN ITALY  
 
Mercoledì 28 ottobre, alla Triennale di Milano, si è svolto il convegno “Mestieri d’arte nella produzione italiana d’eccellenza” nel corso del quale sono stati discussi i profondi legami tra i mestieri d’arte e quell’eccellenza estetica e produttiva che determina il successo internazionale della “Qualità Italia”. Al convegno hanno partecipato i protagonisti del mondo della cultura, delle istituzioni, dell’impresa e della creatività Made in Italy. Il progetto è di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte e Robilantassociati, società di Brand Advisory per le imprese. I mestieri d’arte rappresentano per l’Italia un patrimonio esclusivo. Costituiscono una ricchezza che distingue la produzione d’eccellenza del nostro Paese, consentendo a imprenditori e creativi di emergere nel sempre più competitivo panorama internazionale. Il talento, la cultura e il saper-fare dei maestri d’arte italiani si pongono in costante dialogo con il design e con la più vivace imprenditoria, costituendone un fattore di crescita e rilancio. Il convegno è stato strutturato in una serie di interventi dedicati al rapporto tra il savoir-faire tipico dei mestieri d’arte e le migliori espressioni della creatività, della produzione e dell’imprenditoria Made in Italy. Le motivazioni del forum sono state espresse da Franco Cologni, Presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d´Arte, e da Maurizio Di Robilant, fondatore e Presidente di Robilantassociati. E’ stato quindi introdotto il nuovo studio realizzato dal Centro di ricerca “Arti e mestieri” dell’Università Cattolica, diretto da Paolo Colombo, che ha illustrato in un breve intervento i risultati della ricerca, pubblicata da Marsilio Editori. Le connessioni tra mestieri d’arte e design sono stati messi in luce da Luisa Bocchietto, Presidente di Adi – Associazione per il Disegno Industriale, mentre l’onorevole Ermete Realacci (Presidente della Fondazione Symbola per le qualità italiane) concluderà con un intervento dedicato proprio alla “qualità Italia”. La seconda parte del convegno ha visto alcuni dialoghi tra protagonisti dell’eccellenza italiana: Per quanto riguarda i Mestieri d’arte e produzione culturale c’è stato un dialogo sulle professioni del teatro e dello spettacolo a cura del Piccolo Teatro di Milano. Per quanto riguarda i Mestieri d’arte ed eccellenza Made in Italy Angelo Petrucci, chief master tailor di Brioni, ha dialogato con Alberto Cavalli, lifestyle and luxury goods correspondent del quotidiano finanziario russo Vedomosti. In tema di Mestieri d’arte, sapienza artigiana e design il confronto è avvenuto tra l’architetto e designer Paola Navone e Alberto Piantoni, Ad di Richard Ginori 1735. In merito alla Tecnologia e innovazione Davide Rampello ha dialogato con Roberta Verteramo, restauratrice e ricercatrice del Laboratorio di restauro del design della Triennale. Al termine del convegno è stato offerto un cocktail realizzato da Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana retta da Gualtiero Marchesi, che ha elaborato proposte creative dedicate all’eccellenza del territorio italiano. Nel corso dell’evento è stato presentato il volume “Mestieri d’arte e Made in Italy”, che “vuole essere la testimonianza della vitalità dei mestieri d’arte e del loro ruolo strategico a sostegno del Made in Italy,“ ha spiegato Franco Cologni, Presidente della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. “Il nostro auspicio è che questo evento stimoli istituzioni, imprese e l’opinione pubblica a guardare con rinnovata consapevolezza al patrimonio dei mestieri d’arte e a scommettere sulla creatività, sul talento e sulla cultura del fare come via d’uscita dalla crisi” “La partecipazione alla realizzazione del volume “Mestieri d’Arte e Made in Italy” – ha affermato Maurizio di Robilant, Presidente di Robilantassociati - rappresenta per la nostra azienda un’azione concreta nella direzione di un impegno che rimanda alla nostra capacità maieutica di cogliere il Talento anche dove è più celato, e di svelarlo e valorizzarlo facendone uno strumento a servizio della realizzazione personale e della crescita collettiva. Per il nostro Paese, questo Talento poggia su quella “cultura del fare”, quell’attenzione all’oggetto fatto a regola d’arte, quella logica di atelier - di cui i cosiddetti “mestieri d’arte“ sono espressione - che rappresentano la linfa vitale del concetto di Made in Italy. Un progetto di sensibilizzazione dunque teso a creare attenzione su questi mestieri, scoprendone e portandone alla luce il valore culturale ed economico, generando consapevolezza attorno ad essi e dentro di essi. ”.  
   
   
RIMINI: BILANCIO SOCIALE 2008 DELLA CAMERA DI COMMERCIO  
 
Per la prima volta dalla sua nascita la Camera di commercio di Rimini pubblica il proprio Bilancio Sociale, riferito all’anno 2008. Accanto a quella economica, si è infatti ritenuto indispensabile proporre al pubblico una rendicontazione sociale che desse conto della ricaduta che la propria attività ha su tutti i portatori di interessi. Il Bilancio Sociale è stato presentato giovedì 29 ottobre 2009 presso la sede della Camera di commercio di Rimini (via Sigismondo, 28) con l’intervento di Manlio Maggioli, Presidente Camera di commercio di Rimini, Biagio Caino, Project Manager Retecamere, Maurizio Temeroli, Segretario Generale Camera di commercio di Rimini Accanto ai valori degli investimenti fatti, alle quote di partecipazione possedute in diverse società, al novero delle iniziative realizzate, il Bilancio Sociale è, infatti, uno strumento che permette di leggere “oltre” i numeri, i dati, le statistiche, le percentuali, andando a sottolineare cosa questo significhi in termini sociali, raccontandolo apertamente in maniera chiara e semplice a tutti. Proprio per questo la Camera di commercio, in qualità di ente pubblico, ha sentito la necessità di rendicontare la propria attività per precisare come viene investito il denaro raccolto dalle imprese attraverso il diritto annuale. Il Bilancio Sociale 2008, nella cui realizzazione la Camera di commercio di Rimini si è avvalsa della collaborazione di Retecamere, è stato costruito a partire dall’individuazione degli stakeholder, ovvero dei portatori di interesse, tenendo presente che le attività della Camera di commercio, sia di tipo amministrativo che promozionali, sono rivolte alle imprese e allo sviluppo del territorio attraverso le relazioni con vari soggetti: le associazioni di categoria, che rappresentano le imprese; i professionisti consulenti delle imprese, notai, commercialisti, avvocati; gli enti pubblici locali, con i quali l’ente camerale promuove importanti iniziative per lo sviluppo del territorio; la pubblica amministrazione centrale, rappresentata soprattutto dal Ministero per lo sviluppo economico; i consumatori, verso i quali la Camera di commercio svolge un compito fondamentale come quello della regolazione del mercato. Dalla lettura del Bilancio Sociale 2008 – la Camera di commercio di Rimini è la prima dell’Emilia-romagna a pubblicare il proprio Bilancio Sociale – emergono alcuni punti che sottolineano la qualità dei processi del proprio funzionamento: 1) La Camera di commercio – come ogni ente camerale – opera da sempre in piena autonomia finanziaria in un vero e proprio regime di federalismo fiscale: tutto ciò che le imprese del territorio versano all’ente camerale viene ridistribuito sul territorio, sottoforma di iniziative, servizi, progetti, etc. 2) La Camera di commercio si basa su un sistema di rappresentanza particolare che fa della sussidiarietà orizzontale un elemento fondamentale del proprio agire: le associazioni di categoria trovano nella Camera di commercio una risposta alle esigenze delle imprese che rappresentano attraverso un’integrazione efficace tra pubblico e privato. 3) La Camera di commercio sta spingendo a fondo sul tema della semplificazione amministrativa: nessun’altra pubblica amministrazione ha fatto così tanto agendo sulle nuove tecnologie della telematica e dell’informatica, facilitando le imprese e il loro rapporto con la Pa. (Secondo il 54,3% degli intervistati da una recente indagine realizzata da Promopa Fondazione, dedicata alle imprese sotto i 50 dipendenti, e pubblicata nel luglio 2009 da Il Sole-24 Ore, le Camere di commercio, fra le pubbliche amministrazioni italiane che lavorano al fianco delle imprese, sono gli enti più efficienti essendosi distinte “per caratteristiche di ottimalità”). In questa direzione, già dal mese di ottobre del 2009, a livello volontario e a partire dall’aprile 2010 in forma obbligatoria, è in vigore la Comunica, la comunicazione unica per la nascita dell’impresa, che semplificherà ulteriormente la nascita delle nuove imprese, grazie all’accorpamento degli adempimenti in un’unica procedura assistita dalla più moderna tecnologia telematica: una procedura unica attraverso la quale le imprese rivolgendosi alla Camera di commercio, adempiono contemporaneamente anche agli obblighi nei confronti di Inps, Inail e Agenzia delle entrate .