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Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Giugno 2011
DIRITTI DEI CONSUMATORI: IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA NUOVE NORME A LIVELLO UE PER GLI ACQUISTI ON-LINE  
 
Bruxelles, 27 giugno 2011 - Un diritto a livello europeo per i consumatori a cambiare idea su un acquisto on-line entro due settimane dal ricevimento del bene, come pure i nuovi requisiti che incombono ai commercianti online per fornire agli acquirenti informazioni precise sul prezzo totale, la merce ordinata e i contatti del commerciante, sono tra i vantaggi delle nuove regole approvate giovedì dal Parlamento. "Abbiamo voluto regolare principalmente i contratti negoziati fuori dai locali commerciali e quelli online, dove si svolge la maggior parte delle vendite transfrontaliere", ha commentato il relatore del Parlamento e capo negoziatore Andreas Schwab (Ppe, De), aggiungendo che "la nuova direttiva è quindi un buon esempio di come più Europa porti maggiori vantaggi sia per i consumatori sia per i commercianti. Abbiamo raggiunto un accordo equilibrato che soddisfa sia le richieste dei consumatori sia quelle degli interessi economici ". La nuova normativa, approvata con 615 voti favorevoli, 16 contrari e 21 astensioni, rafforzerà la tutela degli acquirenti on-line e specificherà le regole di consegna e download digitale, riducendo la burocrazia per le piccole e medie imprese. Le vigenti norme Ue sui diritti dei consumatori erano state emanate prima della rivoluzione digitale e oggi i consumatori sono scarsamente protetti quando fanno lo shopping on line. Le preoccupazioni per il ritardo o la mancata consegna della merce, nonché la frammentazione tra gli Stati membri di norme a tutela del consumatore, li trattengono dal fare shopping transfrontaliero on line. Allo stesso tempo, le aziende citano le differenze legislative tra Stati membri come principale causa della scarsa vendita transfrontaliera.. I prossimi passi - Dopo il voto finale del 24 giugno in Parlamento, l´ultimo, è prevista per il mese di luglio l´approvazione formale da parte del Consiglio dei Ministri. Gli Stati membri avranno un massimo di due anni per attuare le nuove regole.  
   
   
UE: SOLO DUE SOCIAL NETWORK PROTEGGONO AUTOMATICAMENTE LA PRIVACY DEI PROFILI DEI MINORI  
 
Bruxelles, 27 giugno 2011- Tra i siti di social networking esaminati per conto della Commissione europea, solo due (Bebo e Myspace) sono impostati in maniera tale da impedire automaticamente che i profili degli utenti minorenni siano accessibili all’esterno della cerchia dei contatti da loro selezionati, mentre solamente quattro siti garantiscono automaticamente che i minori possano essere contattati solo da amici (Bebo, Myspace, Netlog e Schuelervz). In ogni caso la maggioranza dei 14 siti di socializzazione in rete analizzati fornisce informazioni sulla sicurezza adeguate alla giovane età degli utenti, risponde a richieste di assistenza e impedisce l’accesso ai profili di minori da motori di ricerca esterni. Attualmente il 77% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni e il 38% dei bambini tra i 9 e i 12 anni che utilizzano internet naviga sui siti in oggetto, testimoniando un fenomeno in continua crescita all’interno dell’Ue. I risultati sono stati recentemente pubblicati in una relazione della Commissione sull’attuazione dei principi Ue per un uso più sicuro dei siti di socializzazione in rete, un accordo di autoregolamentazione mediato dalla stessa Commissione nel 2009 per la protezione online dei minori. (cfr. Ip/09/232). Nel quadro degli obiettivi dell’agenda digitale europea (cfr. Ip/10/581, Memo/10/199 e Memo/10/200) volti ad aumentare la fiducia nella rete, la Commissione ha avviato una revisione degli attuali accordi di autoregolamentazione in materia di tutela dei minori in linea. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea responsabile dell’Agenda digitale, ha dichiarato: “Mi rammarico del fatto che la maggior parte dei siti di socializzazione in rete non garantisca sistematicamente che i profili dei minori siano accessibili esclusivamente ai contatti da loro approvati. Sarà mia premura chiedere loro un chiaro impegno per colmare tale lacuna nell’ambito della revisione del quadro di autoregolamentazione attualmente in discussione. Questo non soltanto per proteggere i minori da contatti indesiderati, ma anche per tutelare la loro reputazione online. I giovani non sono pienamente consapevoli delle potenziali conseguenze della pubblicazione online di troppi dettagli sulla loro vita privata. L’educazione e la guida dei genitori sono sì necessarie, ma vanno integrate con altre forme di protezione che si devono protrarre finché i giovani non saranno pienamente consci delle conseguenze delle loro azioni.” La possibilità di “taggare” una persona nelle fotografie, prevista dalla maggior parte dei servizi di socializzazione in rete, rende molto semplice la ricerca di immagini online di un utente, esponendo così i ragazzi ad ulteriori rischi, come l’adescamento tramite internet (il cosiddetto grooming) o il cyber-bullismo. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di strumenti di sicurezza che consentano loro di gestire la propria identità online in modo responsabile. Le verifiche, svolte tra dicembre 2010 e gennaio 2011, hanno riguardato 14 siti web: Arto, Bebo, Facebook, Giovani.it, Hyves, Myspace, Nasza-klaza.pl, Netlog, One.lt, Rate.ee, Schülervz, Irc Galleria, Tuenti e Zap.lu. Altri 9 siti saranno presi in esame più tardi nell’anno. Dalla relazione emerge che: 13 su 14 siti testati forniscono informazioni di sicurezza, assistenza e/o materiale didattico concepito su misura per i minori (tutti i siti ad eccezione di Arto); su tutti i siti in cui sono disponibili, le informazioni sulla sicurezza destinate ai minori sono piuttosto chiare e adeguate all’età dei giovani internauti, evidenziando buoni progressi rispetto alla prima valutazione dell’anno scorso (cfr. Ip/10/144). Tuttavia su diversi siti web tali informazioni non sono ancora facilmente reperibili; gli strumenti di assistenza offerti sono più efficaci rispetto al 2010. 10 dei 14 siti analizzati rispondono alle richieste di assistenza degli utenti, rispetto ai 5 siti su 14 del 2010. Nella maggior parte dei casi i tempi di risposta sono inferiori a un giorno; 9 siti (Arto, Bebo, Facebook, Giovani, Hyves, Netlog, One, Rate e Schuelervz) mettono a disposizione condizioni d’uso facilmente comprensibili per i minori e/o una versione semplificata per i più giovani delle condizioni o del codice di condotta; Bebo, Facebook, Myspace, Nasza-klasa, One, Rate e Schuelervz forniscono informazioni sulla sicurezza facilmente reperibili e comprensibili per i ragazzi e i loro genitori. La relazione ha inoltre riscontrato che: Bebo e Myspace sono gli unici siti che garantiscono automaticamente che i profili dei loro utenti minorenni siano accessibili solo alla cerchia ristretta dei loro contatti; solamente Bebo, Myspace, Netlog e Schuelervz impediscono automaticamente che i minori possano essere contattati da persone al di fuori del loro elenco di contatti; gli altri 10 siti testati consentono ad “amici di amici” (ossia amici dei propri contatti approvati, che non avendo una relazione diretta con l’utente sono potenzialmente sconosciuti) e/o utenti che non figurano tra gli amici di contattare i minori con messaggi personali e/o commenti sui loro profili pubblici (ad es. Foto, blog, ecc.); 12 siti web su 14 (tutti eccetto Rate e Zap) impediscono l’accesso ai profili di minori da motori di ricerca esterni come Google o Yahoo!, rispetto ai 6 siti riscontrati nel 2010; tuttavia nella maggioranza dei siti è possibile trovare profili di utenti minorenni ricorrendo a motori di ricerca interni. Da un sondaggio Eukidsonline svolto nei primi mesi dell’anno (cfr. Ip/11/479) è emerso che il 56% dei bambini tra gli 11 e i 12 anni e il 78% dei ragazzi tra i 15 e i 16 anni sostiene di sapere come modificare le impostazioni sulla privacy del proprio profilo di social network. Informazioni generali - 21 società hanno sottoscritto i principi per un uso più sicuro dei siti di socializzazione online: Arto, Bebo, Dailymotion, Facebook, Giovani, Google, Hyves, Microsoft Europe, Myspace, Nasza-klasa, Netlog, One, Rate, Skyrock, Vznet Netzwerke, Stardoll, Sulake, Tuenti, Yahoo! Europe e Zap. Wer-kennt-wen ha firmato nel novembre 2010, ma non è stato inserito nell’attuale tornata di test.  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA E´ INTERVENUTO ALLA RIUNIONE DEL BOARD DELLE TELECOM EUROPEE PRESENTANDO LA RETE NGN DELLAI AD ETNO: "IL TRENTINO È APERTO ALLA COLLABORAZIONE CON TUTTI GLI OPERATORI TELEFONICI"  
 
 Trento, 27 giugno 2011 - Il Trentino è una delle poche regioni europee che ha avviato su larga scala un progetto per l´infrastrutturazione del territorio con l´obiettivo di portare nei prossimi anni la fibra ottica in tutte le case, le aziende e gli uffici. Il progetto di Trentino Digitale è stato illustrato il 24 giugno dal presidente della Provincia autonoma di Trento che ha preso parte alla sessione pomeridiana di Etno, l’associazione che raggruppa i maggiori player europei del settore delle tlc. E´ proprio in virtù dei progetti innovativi e lo sforzo nella ricerca, che il board di Etno ha scelto Trento quale sede per il tradizionale board e per il workshop internazionale "What innovation for Telecom Operators". "Il Trentino - ha esordito il presidente Dellai - ha scelto di investire nella connettività, come fattore strategico di innovazione e di competitività. Stiamo realizzando una dorsale e una rete Ngn. La nostra rete è aperta e al nostro progetto ha già aderito Telecom Italia, ma noi ci aspettiamo che altri operatori entrino in partnership, perché crediamo che l´integrazione pubblico e privato sia il migliore modello di sviluppo per le reti in fibra ottica". La presenza delle Telecom europee a Trento arriva la stessa settimana in cui Trento è divenuta nodo dell’Istituto Europeo di Tecnologia superando Londra: "Risultati importanti che fanno ben sperare per un Trentino del futuro capace di essere globale oltre che territoriale", ha concluso il presidente Dellai. I temi dell’incontro di oggi del workshop internazionale "What Innovation for Telecom Operators", organizzato da Etno a Trento, hanno riguardato l’innovazione nello sviluppo delle reti (fibra ottica, Ngn), ma anche dei servizi che possono essere realizzati grazie alle reti di nuova generazione, e la presentazione del modello trentino per un sistema in fibra capace di servire ogni cittadino (anche in aree non densamente abitate). Etno è formata da 40 aziende provenienti da 35 Paesi europei, che rappresentano una parte significativa del settore Ict in Europa. Esse vantano un fatturato complessivo annuale superiore ai 250 miliardi di euro ed impiegano più di un milione di persone in tutta Europa. I membri di Etno sono i maggiori investitori nella banda larga e sono profondamente impegnati per il suo continuo sviluppo in Europa. In apertura dei lavori, nel pomeriggio, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai ha esordito, illustrando il contesto sociale e politico del Trentino: "L´autonomia ci consente di decidere del nostro territorio - ha detto - accorciando la catena decisionale per cimentarsi così in nuove sfide. Noi abbiamo deciso di investire in conoscenza e nuove tecnologie". Il Trentino però è una terra che presenta delle criticità: decentrata rispetto alle grandi capitali e con una bassa densità di popolazione per di più sparsa in un territorio prevalentemente montuoso. "Noi - ha continuato Dellai - abbiamo scelto di superare l´handicap creando delle reti e investendo in conoscenza, sapendo di poter contare su valori sociali solidi e su buone basi per le competenze scientifiche. Oggi siamo un laboratorio per testare nuove tecnologie e nuovi servizi". Il modello trentino di sviluppo digitale si base su tre scelte fondamentali: la realizzazione della rete di larga banda, l´ideazione di servizi e forti investimenti in ricerca. E proprio sulla futura rete di nuova generazione (Ngn), il presidente Dellai ha insistito descrivendo le novità del modello trentino: "La dorsale che stiamo costruendo sarà sempre di proprietà pubblica, mentre la rete di accesso alle utenze sarà aperta a tutti gli operatori. Si tratta di un modello che vede il ruolo attivo del pubblico e del privato. La stessa società a cui spetterà la gestione Trentino Ngn sarà aperta alla partecipazione di altri soggetti e, insisto, di altri operatori". Fino ad oggi, la Provincia ha sottoscritto un´intesa con Telecom Italia che consentirà di portare la fibra ottica nelle abitazioni di 150 mila persone". E proprio all´intesa ha dedicato un richiamo Franco Bernabè, presidente esecutivo di Telecom Italia: "Ritengo che l´esempio trentino possa rappresentare un modello a cui fare riferimento e che presenti significativi elementi di novità. Tra questo il fatto che sia aperto a tutti gli operatori di di telecomunicazioni".  
   
   
IL TRENTINO CHE INNOVA NEL NUOVO PAT INFORMA  
 
Trento, 27 giugno 2011 - Trento davanti ad altre prestigiose candidature europee per diventare il sesto nodo dell´Istituto europeo di innovazione e tecnologia-Eit, nel settore dell´informatica. Questo il risultato della riunione, tenutasi recentemente a Francoforte, del comitato esecutivo dello Eit informatica, che ha accolto all´unanimità la candidatura di Trento. L´innovazione in Trentino non riguarda però solo il versante delle nuove tecnologie, ma anche quello dei servizi e del welfare alle famiglie: in questi giorni si sta completando il progetto "Together" un network che coinvolge otto città partner europee fra cui Pergine sui temi del benessere e della corresponsabilità partendo dal basso.  
   
   
TELEMARKETING: DIAMO TEMPO AL REGISTRO DELLE OPPOSIZIONI DI FUNZIONARE  
 
Roma, 27 giugno 2011- “Essendo passati solo pochi di mesi dall’entrata in vigore del Registro delle opposizioni, avvenuta a febbraio di quest’anno, chiediamo al Garante per la protezione dei dati personali, di dare tempo al gestore del registro e alle aziende di mandare a regime il nuovo sistema, prima di esprimere un giudizio allarmato” è quanto afferma Stefano Parisi presidente di Assotelecomunicazioni-asstel, in merito al discorso di presentazione della relazione annuale al Parlamento, tenuto il 23 giugno dal presidente Francesco Pizzetti. Gli Operatori italiani di telecomunicazioni, continua la nota diffusa da Asstel, sono ben consapevoli del disturbo arrecato ai cittadini da una pratica di telemarketing non regolata e aggressiva. A tale fine, in vista dell’entrata in vigore anche in Italia del Registro delle Opposizioni, a dicembre 2010 Asstel ha promosso un Codice di Autoregolamentazione per le attività di telemarketing, che ha raccolto anche l’adesione di importanti soggetti del settore energetico. La nuova normativa, che allineato l’Italia alle disposizioni della direttiva Ue sulla privacy, offre ai cittadini, a differenza del passato, uno strumento certo e consapevole per tutelare la propria sfera privata, consentendo loro di cancellare il proprio nome dalle liste di chiamata. Gli Operatori non vogliono compromettere la propria reputazione sul mercato con pratiche commerciali invadenti. D’altro canto ritengono che l’informazione commerciale svolga un ruolo fondamentale per accrescere la concorrenza e dare una corretta informazione sui servizi e sui prezzi offerti. Pur condividendo le preoccupazioni espresse dal Garante per il malcontento dichiarato da alcuni abbonati sul funzionamento della lista delle opposizioni gli Operatori, da un lato, ricordano che il numero delle segnalazioni è comunque esiguo rispetto alle chiamate effettuate e agli abbonati in elenco e, dall’altro, sottolineano che l’industria è fortemente impegnata, anche attraverso il Comitato di Garanzia previsto dal Codice di Autoregolamentazione, a contrastare i comportamenti non conformi e a superare le criticità che un sistema complesso può inevitabilmente mostrare nella sua fase iniziale. A tal fine, il Comitato sta avviando un protocollo di intesa con la Fondazione Bordoni (gestore del Registro) per realizzare un monitoraggio costante del mercato allo scopo di migliorare il telemarketing in Italia.  
   
   
ICT: INSIEL, IN LINEA CON LE ALTRE SOCIETÀ IN HOUSE IN ITALIA  
 
Trieste, 27 giugno 2011 - Ferma replica dell´assessore regionale alle Finanze Sandra Savino agli attacchi sollevati ieri in Consiglio regionale in merito agli utili conseguiti da Insiel, la società in house providing della quale la Regione è socio unico. "Rilevo come per il consigliere Moretton il ´pagare le tasse´ sia considerato un danno e non invece un atto dovuto che, tra l´altro, porta gettito anche nelle nostre casse", ha affermato Savino. "Sarebbe bene - ha proseguito l´assessore - che Moretton tenesse in debita considerazione alcuni dati carattere economico-finanziario: in primo luogo i 4,37 milioni di utile netto realizzati da Insiel nel corso dell´annualità 2010 sono in linea con gli utili realizzati dalle maggiori società in house esistenti a livello nazionale (p.Es. Informatica Trentina + 3,05 milioni di euro, Csi Piemonte + 1,6 milioni di euro, etc.). Secondariamente, vorrei porre in evidenza come anche il rapporto percentuale utile netto/valore della produzione sia in linea con quello rilevato dalle altre società in house operanti a livello nazionale: Insiel ha registrato un indice del 4.87 p.C. (contro il 5,41 p.C. Di Informatica Alto Adige, il 5,24 di Informatica Trentina ed il 4,86 di Sardegna It)". Di fatto, fa notare l´assessore, anche su scala macroeconomica - a livello statale - la società Sogei (la società di Ict del ministero dell´Economia e delle Finanze) ha chiuso l´esercizio al 31 dicembre 2010 con 361 milioni di ricavi ed un utile netto di quasi 29 milioni di euro. Dati alla mano, vi è un necessario nesso economico tra aumento degli investimenti, riqualificazione del personale e riduzione degli sprechi: i fattori vincenti che nel loro insieme hanno consentito ad Insiel di realizzare un utile degno di nota. Utile cui è corrisposto un valore della produzione quantificabile in poco meno di 90 milioni di euro. "Lascio solo intuire all´interlocutore le numerose ricadute positive generate sul territorio Regionale: in primis per le finanze regionali, in termini di compartecipazioni alle imposte versate dalla società, inoltre in termini di mantenimento dell´occupazione nonostante la congiuntura sfavorevole che stiamo vivendo. Ribadisco come l´attività svolta da di Insiel sia di importanza cruciale per lo sviluppo di una società moderna orientata al futuro, un´eccellenza in un settore strategico come quello dell´informatica e delle nuove tecnologie della comunicazione (Ict)", ha concluso Savino.  
   
   
FIBRA OTTICA NEL COMPRENSORIO SALTO-SCILIAR: 13 PROGETTI PER 3,4 MILIONI  
 
Bolzano, 27 giugno 2011 - 13 progetti per un investimento complessivo di 3,4 milioni di euro: sono questi i numeri del programma sulla fibra ottica elaborato dalla Provincia per il comprensorio Salto-sciliar. "Un investimento elevato - spiega l´assessore Florian Mussner - ma che porterà la banda larga in tutta la zona rivalutandola dal punto di vista della competitività". Quasi tutto il territorio altoatesino è già raggiunto dalla banda larga, ma molte zone possono avere i collegamenti ad alta velocità solo grazie ad un sistema di trasmissione via radio che non può offrire garanzie ottimali per qualità e sicurezza. "Dal punto di vista tecnico - sottolinea l´assessore ai lavori pubblici Florian Mussner - la fibra ottica è senza ombra di dubbio la soluzione ottimale perchè consente il trasferimento di dati ad altissima velocità e con un´affidabilità estremamente elevata. Naturalmente si tratta della tecnologia più costosa, ma la Giunta provinciale considera la banda larga un investimento prioritario: non solo lungo le direttrici principali, ma anche nelle vallate periferiche. L´obiettivo è quello di cablare entro il 2013 tutto l´Alto Adige, perchè avere una connessione veloce ad internet rappresenta ormai un bisogno primario per famiglie e imprese, nonchè una condizione necessaria e indispensabile per mantenere competitivo il nostro territorio". Il programma per la creazione e l´ampliamento della rete provinciale delle telecomunicazioni riguarda anche il comprensorio Salto-sciliar, con 13 progetti per un investimento complessivo di 3,4 milioni di euro. In prima battuta si tratta di realizzare i cavidotti che, in un secondo tempo, potranno ospitare la rete in fibra ottica. Tra i lavori già conclusi ci sono quelli sull´altopiano del Renon, tra Collalbo e la zona produttiva di Auna di sotto (214mila euro), e quelli tra Castelrotto e Siusi (271mila euro), mentre termineranno entro agosto i lavori fra Siusi e Fiè allo Sciliar (654mila euro). Per quanto riguarda la Val Sarentino, sono attualmente aperti i cantieri di Campolasta (96mila euro) e della tratta Valdurna-s. Martino (600mila euro) che dovrebbero arrivare alla conclusione dei lavori entro dicembre. A luglio, invece, verrà completato il primo lotto del collegamento Prato Isarco-tires (236mila euro), mentre i lavori per il secondo lotto (250mila euro) saranno assegnati a settembre. Stato decisamente più avanzato per altri due cantieri, dove le tubazioni sono già state realizzate e sono in fase di assegnazione i lavori per la posa della rete in fibra ottica: si tratta del collegamento fra Soprabolzano, Collalbo e Auna di Sotto (145mila euro) e di quello fra l´autostrada del Brennero e Castelrotto (144mila euro) Sono numerosi, infine, i progetti ancora in fase di pianificazione, tra cui spiccano quelli per il collegamento fra Roncadizza e Ortisei, in Val Gardena (165mila euro), e, per quanto riguarda la Val Sarentino, fra le località Trapmann e Nussbaumer (384mila euro) e a Ponticino (384mila euro). Sarà invece affidato ad uno studio di fattibilità il progetto per allacciare alla rete in fibra ottica la zona fra Bolzano e la Val Sarentino, sino all´altezza di Mezzavia, sfruttando il percorso della strada statale (175mila euro).  
   
   
BOLZANO, BANDA LARGA: LA FIBRA OTTICA ARRIVA ANCHE IN VAL BADIA E VALLE AURINA  
 
Bolzano, 27 giugno 2011 - Cablare tutto l´Alto Adige entro il 2013: questo l´obiettivo stabilito dalla Giunta provinciale, che considera prioritario offrire a famiglie e imprese una connessione internet ad alta velocità, condizione considerata necessaria e indispensabile per la competitività del territorio. I progetti principali, lungo la direttrice della Val Pusteria, riguardano l´allacciamento alla rete in fibra ottica della Valle Aurina e della Val Badia. L´alto Adige, per la quasi totalità del suo territorio, è ormai servito dalla banda larga. Raggiunto questo obiettivo, la Giunta provinciale se ne è posto un altro: per migliorare la velocità e la qualità delle operazioni di trasferimento dei dati, infatti, è fondamentale creare una rete provinciale di telecomunicazioni basata sulla fibra ottica. "Dal punto di vista tecnico - commenta l´assessore ai lavori pubblici Florian Mussner - si tratta della soluzione migliore e più affidabile: la fibra ottica garantisce una connessione ad altissima velocità estremamente stabile e sicura. Il rovescio della medaglia sono i costi di realizzazione elevati, ma i vantaggi saranno tangibili soprattutto per le vallate periferiche". Il programma provinciale sulla fibra ottica riguarda anche la Val Pusteria: il fondovalle è già allacciato alla rete provinciale di telecomunicazioni, e i lavori più imminenti riguardano i collegamenti con la Valle Aurina e la Val Badia. Entro il mese di agosto dovrebbero concludersi le operazioni per la posa dei cavidotti, all´interno dei quali installare la fibra ottica, nelle tratte Molini di Tures-luttago (300mila euro) e Luttago-san Pietro (250mila euro). Ammonta a 1,65 milioni, invece, il pacchetto per la realizzazione di cinque tratte che verrà appaltato nei prossimi giorni: si tratta dei collegamenti Brunico-campo Tures, San Lorenzo-longega, Longega-san Vigilio, Longega-la Villa e Falzes-brunico. Sono in fase di progettazione da parte dei tecnici dell´Ufficio provinciale infrastrutture, infine, i lavori per la realizzazione di altri sette collegamenti, cinque dei quali destinati a servire la Valle Aurina e la Val Badia: le tratte interessate dalla posa dei cavidotti sono San Pietro-predoi (818mila euro), Campo Tures-riva di Tures (920mila euro), Piccolino-san Martino in Badia (150mila euro) e Vandoies di sotto-Terento (818mila euro), mentre l´installazione della rete in fibra ottica all´interno delle tubazioni già presenti riguarda le tratte San Lorenzo-longega (150mila euro) e Longega-san Vigilio (55mila euro) e la zona produttiva di San Lorenzo (184mila euro). Per ulteriori informazioni, documenti e foto sulla banda larga: www.Provincia.bz.it/aprov/giunta-provinciale/1893.asp  oppure www.Provincia.bz.it/bandalarga    
   
   
11ª CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL´ISTRUZIONE E LO SVILUPPO  
 
 Oxford, 27 giugno 2011 - L´undicesima conferenza internazionale sull´istruzione e lo sviluppo si terrà dal 13 al 15 settembre a Oxford, nel Regno Unito. La recessione mondiale, i cambiamenti climatici, i conflitti e l´emergenza sono sfide che hanno dominato nel primo decennio del Xxi secolo. Essi hanno lasciato pochi paesi intatti. I governi stanno lottando per riparare il commercio in declino, la fuga dei cervelli e la perdita di ricavi. L´istruzione rischia di essere una vittima di queste incertezze contemporanee. Si tratta di un catalizzatore per la crescita, la protezione dell´ambiente e la costruzione della pace, ma può anche aggravare le tensioni sociali e l´emarginazione. L´evento tratterà tra l´altro i seguenti argomenti: Come può l´istruzione meglio contribuire allo sviluppo sostenibile e a una società pacifica? Come può essere salvaguardata la fornitura di un´istruzione di base ai più poveri in tempi di crisi? Quali tipi di apprendimento e modalità di consegna possono meglio sostenere gli individui e gli Stati contribuendo al contempo alla crescita delle economie? Quali competenze possono meglio soddisfare le esigenze dei mercati del lavoro fortmente mobili? Alla conferenza parteciperanno tra l´altro politici, insegnanti, ricercatori, manager, consulenti e altri soggetti interessati. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Cfbt.com/ukfiet/    
   
   
FORMAZIONE SUPERIORE , AL VIA L´OFFERTA DELLA RETE POLITECNICA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA. OLTRE 18 MILIONI DI EURO A DISPOSIZIONE PER IL TRIENNIO 2011-2013.  
 
Bologna, 27 giugno 2011 – Per valorizzare la cultura professionale, tecnica, tecnologica e scientifica e intercettare e rispondere in modo tempestivo ed efficace alle richieste di competenze del sistema produttivo, la Regione Emilia-romagna ha approvato il Piano triennale della Formazione Superiore e, con esso, la costituzione della Rete Politecnica Regionale, la cui offerta comprende i percorsi degli Istituti Tecnici Superiori, quelli di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore e i percorsi di Formazione superiore. A disposizione del Piano per il triennio 2011-2013 ci sono risorse del Fondo sociale europeo pari a 18 milioni di euro, a cui si aggiungono ulteriori 600 mila euro di risorse regionali per sostenere l’avvio degli Its. L’offerta si rivolge prioritariamente ai giovani disoccupati che vogliono acquisire competenze tecniche e professionali per inserirsi in modo qualificato nel mercato del lavoro corrispondendo alla domanda di tecnici specializzati, ai diversi livelli delle imprese. “Nuove e più alte competenze professionali, tecniche e scientifiche – spiega l’assessore regionale al Lavoro e alla Formazione Patrizio Bianchi - consentono ai giovani di inserirsi nel mercato del lavoro con la prospettiva di svolgere responsabilmente e creativamente il proprio lavoro e di costruirsi le condizioni per un’occupazione stabile e qualificata, oltre che mettere le imprese nella condizione di affrontare le nuove sfide competitive”. La programmazione dell’offerta di Formazione superiore è caratterizzata dall’integrazione tra i diversi soggetti formativi – istituzioni scolastiche, enti di formazione professionale accreditati dalla Regione, università centri di ricerca – e le imprese, e si basa sulla convinzione che l’investimento sulle persone sia fondamentale per stimolare la competitività futura e creare i nuovi e migliori posti di lavoro. La Rete Politecnica Regionale si inserisce in una strategia regionale nella quale la formazione deve sempre più essere un processo che accompagna le persone nelle diverse transizioni e che vede l’apprendimento dei singoli come sviluppo continuo di conoscenze e competenze, che si costruiscono anche con il concorso delle imprese e che promuovono una sempre più forte connessione tra competenze e lavoro e quindi tra formazione e lavoro. Istituti Tecnici Superiori Sono le nuove scuole di tecnologia, istituite a livello nazionale per la realizzazione di percorsi biennali volti a formare tecnici superiori in grado di inserirsi nelle imprese dei settori strategici del sistema economico-produttivo, apportandovi competenze altamente specialistiche e capacità di innovazione. L’offerta formativa degli Its si rivolge a giovani e adulti, non occupati o occupati, in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore. Gli Its sono fondazioni di partecipazione, di cui fanno parte istituti tecnici e professionali, enti di formazione professionale accreditati dalla Regione per la formazione superiore, dipartimenti universitari o altri enti di ricerca, enti locali e imprese del settore produttivo cui si riferisce l’Its. In Emilia-romagna gli Its programmati sono nove e sono: Its per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione - Forlì-cesena - Its per nuove tecnologie per il made in Italy, sistema agroalimentare - Parma - Its per le nuove tecnologie per il made in Italy, Sistema meccanica-automazione industriale - Bologna - Its per le nuove tecnologie per il made in Italy – Sistema meccanica-meccatronica - Reggio Emilia - Its per le tecnologie innovative, i beni e le attività culturali – Sistema per l’abitare - Ferrara - Its per le nuove tecnologie per il made in Italy – Sistema meccanica e materiali - Modena - Its per la mobilità sostenibile – Logistica e mobilità delle persone e delle merci – Piacenza - Its per l’efficienza energetica – Ravenna - Its per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e per il turismo - Rimini I percorsi, alternativi all’università ma ad essa collegati, si articolano in quattro semestri, per una durata complessiva di 1800/2000 ore. Le Fondazioni Its avvieranno i primi percorsi formativi nell’autunno 2011. Istruzione e Formazione Tecnica Superiore - I percorsi degli Ifts formano tecnici specializzati in grado di gestire i processi organizzativi e produttivi nelle imprese, anche in settori di innovazione tecnologica. Si rivolge a giovani e adulti, non occupati o occupati, che accedono all’offerta Ifts con il possesso del diploma di istruzione secondaria superiore. L´accesso è però consentito anche a coloro che sono in possesso dell’ammissione al quinto anno dei percorsi liceali, e a coloro che non possiedono il diploma di istruzione secondaria superiore ma che possono accreditare le competenze acquisite in precedenti percorsi di istruzione, formazione e lavoro successivi all´assolvimento dell´obbligo di istruzione. I percorsi Ifts sono realizzati da enti di formazione professionali accreditati per l’ambito della formazione superiore, da istituti secondari superiori, anche in rete fra loro, dalle università e da una o più imprese che insieme contribuiscono a costruire il percorso formativo sulla base delle proprie competenze. Hanno una durata complessiva di 800 ore e sono articolati in due semestri. Le figure professionali di tecnici superiori sono definite a livello nazionale, e ogni anno la Regione programma i percorsi Ifts sulla base delle figure più richieste dalle imprese. Formazione superiore - L’offerta formativa superiore si rivolge a giovani e adulti, disoccupati o occupati, che accedono ai percorsi di formazione superiore per qualificarsi e svolgere ruoli professionali di tecnici e responsabili di funzione nelle aree della produzione e della gestione di impresa, dopo aver assolto l’obbligo formativo e in possesso delle competenze necessarie per accedere agli specifici percorsi. I percorsi di sono realizzati dagli enti di formazione accreditati per l’ambito della formazione superiore in partenariato con una o più imprese ed eventualmente con gli altri soggetti del sistema formativo regionale e della ricerca. Hanno una durata complessiva di 300/500 ore e prevedono un periodo di stage. Al termine del percorso è possibile conseguire un certificato di competenze o una qualifica professionale del Sistema Regionale delle Qualifiche.  
   
   
BOLZANO: UTILIZZAZIONI E ASSEGNAZIONI PROVVISORIE ANNO SCOLASTICO 2011-2012  
 
Bolzano, 27 giugno 2011 - E´ stata pubblicata in data 24 giugno dall’Intendenza scolastica italiana la circolare con relativa modulistica riferita alle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del personale docente a tempo indeterminato di ogni ordine e grado di scuola per l´anno scolastico 2011-2012. La circolare riguarda docenti in soprannumero sull’organico di titolarità; trasferiti quali soprannumerari a domanda condizionata ovvero d’ufficio senza aver presentato la domanda nello stesso anno scolastico o nei 5 anni scolastici precedenti; restituiti ai ruoli che hanno avuto una sede di titolarità non compresa tra quelle espresse a domanda; docenti che dopo le operazioni di trasferimento risultino titolari o soprannumerari sulla Dop o senza sede definitiva; titolari delle Dotazioni Organiche di sostegno (Dos) della scuola secondaria di secondo grado; con contratto a tempo indeterminato senza sede; docenti senza sede per altro titolo; appartenenti a ruoli,posti o classi di concorso in esubero; titolari su insegnamento curriculare in possesso del titolo di specializzazione che chiedono di essere utilizzati su sostegno nell’ambito dello stesso ordine di scuola; docenti di scuola primaria titolari su posti comuni, in possesso del titolo per l’insegnamento della lingua inglese, che chiedono di essere utilizzati su posto di lingua inglese nell’ambito del circolo di titolarità o in altro circolo. L’assegnazione provvisoria può essere richiesta per ricongiungimento al coniuge o al convivente, purché la stabilità della convivenza risulti da certificazione anagrafica; ricongiungimento ai figli o agli affidati con provvedimento giudiziario; gravi esigenze di salute del richiedente comprovate da certificazione sanitaria; ricongiungimento ai genitori Per ulteriori informazioni gli interessati possono consultare il sito dell’Intendenza scolastica di lingua italiana: www.Provinz.bz.it/intendenza-scolastica/gestione-personale/utilizzazione-tempo-indeterminato.asp    
   
   
RICERCA: POSITIVI RISULTATI ACCORDO CNR 150 GIOVANI RICERCATORI LAVORANO A 4 PROGETTI STRATEGICI  
 
Milano, 27 giugno 2011 - Quasi 150 contratti di ricerca avviati, sviluppo di software innovativi, 5 brevetti internazionali, avvio di 4 laboratori di ricerca e sviluppo, 2 impianti pilota, realizzazione di 24 prototipi/risultati applicativi, più di 100 pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, organizzazione di convegni altamente specialistici. E´ lo ´stato dell´arte´ dell´Accordo Quadro tra Regione Lombardia e Cnr, stipulato nel luglio 2006 con la finalità di cooperare per l´attuazione di programmi di ricerca e sviluppo finalizzati ai bisogni sociali ed economici della regione e finanziato con 40 milioni di euro. Lo stato di avanzamento lavori dei quattro progetti previsti dall´intesa è stato illustrato ieri pomeriggio dal sottosegretario del presidente della Regione Lombardia con delega all´Università e Ricerca Alberto Cavalli durante l´incontro con i consiglieri di amministrazione del Cnr Luigi Rossi Bernardi e Vico Valassi, il dirigente ´Ufficio Programmazione Operativa´ Massimiliano Di Bitetto e il direttore generale Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione Francesco Baroni. I quattro progetti riguardano: ´Nuove tecnologie e strumenti per l´efficienza energetica e l´utilizzo delle fonti rinnovabili negli usi finali civili´; ´Risorse biologiche e tecnologie innovative per lo sviluppo sostenibile del sistema agro-alimentare´; ´Processi high tech e prodotti orientati al consumatore per la competitività del manifatturiero lombardo´; ´Nanoscienze per materiali e applicazioni biomediche´. ´L´accordo Quadro tra Regione Lombardia e Cnr - ha commentato il sottosegretario Cavalli - ha prodotto e sta producendo risultati importanti: con i contratti di ricerca avviati abbiamo dato risposta concreta a uno dei fattori di fragilità della ricerca italiana, la precarietà, consentendo ai giovani ricercatori di poter lavorare per un periodo sufficientemente lungo e adatto alla loro crescita professionale´. A titolo di esempio, per il progetto che sviluppa nuove tecnologie e strumenti per l´efficienza energetica, sono stati individuati materiali innovativi come superfici termo riflettenti o infissi intelligenti ad alte prestazioni energetiche, che consentono di ridurre del 30 per cento il consumo di energia nelle abitazioni o, ancora, l´introduzione di impianti ad alta tecnologia ´solar cooling´, già in fase di utilizzo presso l´Edificio U14 dell´Università Bicocca di Milano, cofinanziato da Regione Lombardia. Sul fronte sanità si sta lavorando per l´individuazione di nuovi antibiotici, che agiscano su ceppi batterici resistenti e di nanoparticelle magnetiche ibride per l´impiego in biomedicina, oltre allo sviluppo di apparato dimostratore e tecnologie abilitanti per sintesi in fase gas di nanoparticelle metalliche/ossidi e compositi per applicazioni in catalisi. ´Regione Lombardia - ha continuato Cavalli - è un esempio di primissimo piano della capacità di attività in sinergia per lo sviluppo sociale ed economico del territorio di riferimento: i risultati scientifici, che si traducono in innovazione tecnologica e consentono alle imprese di trarre profitto, contribuiscono così alla crescita e allo sviluppo del sistema produttivo lombardo aumentandone la competitività´. ´Stiamo anche lavorando - ha aggiunto Cavalli - per intensificare il rapporto di collaborazione con l´Unione Europea sui temi della ricerca e innovazione, concorrendo così alla definizione di maggiore raccordo e condivisione dei risultati raggiunti nei Paesi Ue´. L´accordo - che era di durata triennale ed è stato rinnovato per un anno - certamente proseguirà per un ulteriore periodo in modo da consentire la conclusione dei progetti. Secondo Di Bitetto la ´collaborazione con Regione Lombardia è unica in tutta Italia e può e deve fare da apripista per le altre Regioni, anche per i positivi risvolti in termini di ricadute occupazionali: avevamo concordato che il 30 per cento del budget fosse destinato a nuove assunzioni e, nei fatti, abbiamo già operativi ricercatori in numero superiore a quello previsto, dato che ora sono 148. Anche questo è un modo per trattenere i cervelli in Italia o quantomeno per offrire loro serie opportunità per sviluppare l´attività di ricerca che intendono svolgere´.  
   
   
FVG: FINANZIATI CORSI DI QUALIFICAZIONE DI BASE ABBREVIATA  
 
Udine, 27 giugno 2011 - La Giunta regionale ha stanziato il 24 giugno nuove risorse per finanziare ulteriori corsi di qualificazione di base abbreviata. Lo rende noto l´assessore al Lavoro Angela Brandi che nella seduta odierna ha illustrato l´importante azione rivolta a sostenere l´accesso al lavoro per quelle figure che risultano essere le più richieste da parte del mercato del lavoro regionale. Nell´ambito della Pianificazione periodica delle operazioni, le risorse riservate ai corsi di formazione di qualificazione di base abbreviata sono state aumentate di ulteriori 1.538.600 euro che, aggiunti alle risorse stanziate con l´avviso pubblicato a marzo, raggiungono un impegno pari a 5.038.000 per il medesimo programma. "Attraverso l´avviso pubblicato a marzo - ricorda l´assessore Brandi - e sulla base delle risorse finanziarie disponibili, pari a 3.500.000 euro, sono risultati finanziabili 32 progetti formativi rivolti a disoccupati, ma anche a soggetti con condizione occupazionale precaria e a lavoratori in cassa integrazione o in mobilità. Ora - grazie a questa delibera - possiamo aggiungerne ulteriori 14". "I progetti - riferisce l´Assessore Brandi - fanno riferimento ad una serie di figure professionali individuate fra quelle che, nell´ultimo anno, hanno visto un più ampio inserimento di nuovi addetti da parte delle imprese del territorio regionale". "Grazie a questa azione - prosegue Brandi - continuiamo a perseguire l´importante obiettivo di sostenere l´accesso al mercato del lavoro secondo una logica attenta a bisogni e caratteristiche tanto dei lavoratori quanto delle imprese". I percorsi - rivolti all´intera fascia della popolazione attiva - prevedono, tra i profili professionali, quello di operatore edile, installatore e manutentore impianti, operatore del legno e dell´arredamento, operatore alla promozione e accoglienza turistica, operatore del benessere, operatore agricolo ambientale, operatore della ristorazione e operatore punto vendita. I corsi, di una durata che va dalle 600 alle 700 ore di formazione, prevedono anche uno stage in azienda di almeno 180 ore. Gli enti di formazione accreditati svolgono anche un´azione di accoglienza e orientamento finalizzata ad accompagnare l´utenza nella individuazione del percorso formativo più aderente al fabbisogno personale.  
   
   
BANDO DI GARA RELATIVO AI POTENZIALI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SULLE RISORSE D´ACQUA POTABILE NELL´UE E ALL´INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ  
 
Bruxelles, 27 giugno 2011 - La Commissione europea ha pubblicato un bando di gara per la revisione della letteratura relativa ai potenziali effetti del cambiamento climatico sulle risorse d´acqua potabile nell´Ue e all´individuazione delle priorità fra i diversi tipi di forniture di acqua potabile. I lavori previsti nell´ambito del bando sono suddivisi in quattro aree, che vanno dall´individuazione, la raccolta e la revisione delle informazioni rilevanti per la diffusione dei risultati. Il primo incarico prevede la revisione della letteratura delle informazioni pertinenti esistenti relative ai meccanismi di ricarica naturale o artificiale, in condizioni climatiche variabili delle risorse idriche per l´approvvigionamento pubblico di acqua potabile nell´Ue (falde freatiche, acque di superficie, acque carsiche, acque filtrate dai fiumi). La seconda parte prevede la stesura di una metodologia sulla valutazione e la gestione dei potenziali impatti del cambiamento climatico sulle risorse d´acqua potabile esistenti e future. Sarà data particolare attenzione alle aree protette d´acqua potabile nella gestione dei bacini fluviali; ciò sarà ulteriormente discusso in seno alla strategia d´attuazione comune della direttiva quadro in materia di acque. Il terzo incarico concerne la determinazione di possibili elementi da inserire in un piano d´azione per gli anni a venire in Europa che assicuri che l´approvvigionamento di acqua potabile sia programmato e mantenuto in efficienza in modo da garantire il suo adattamento al cambiamento climatico. La quarta parte riguarda la fornitura ininterrotta di informazioni alle organizzazioni e agli Stati membri impegnati nella valutazione dei processi di cambiamento climatico che rappresentano una potenziale minaccia all´approvvigionamento pubblico di acqua. Per leggere il bando ufficiale, consultare:  GU n. S 115 del 17 giugno 2011  
   
   
BANDO DI GARA RELATIVO AI POTENZIALI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SULLE RISORSE D´ACQUA POTABILE NELL´UE E ALL´INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITÀ  
 
Bruxelles, 27 giugno 2011 - La Commissione europea ha pubblicato un bando di gara per la revisione della letteratura relativa ai potenziali effetti del cambiamento climatico sulle risorse d´acqua potabile nell´Ue e all´individuazione delle priorità fra i diversi tipi di forniture di acqua potabile. I lavori previsti nell´ambito del bando sono suddivisi in quattro aree, che vanno dall´individuazione, la raccolta e la revisione delle informazioni rilevanti per la diffusione dei risultati. Il primo incarico prevede la revisione della letteratura delle informazioni pertinenti esistenti relative ai meccanismi di ricarica naturale o artificiale, in condizioni climatiche variabili delle risorse idriche per l´approvvigionamento pubblico di acqua potabile nell´Ue (falde freatiche, acque di superficie, acque carsiche, acque filtrate dai fiumi). La seconda parte prevede la stesura di una metodologia sulla valutazione e la gestione dei potenziali impatti del cambiamento climatico sulle risorse d´acqua potabile esistenti e future. Sarà data particolare attenzione alle aree protette d´acqua potabile nella gestione dei bacini fluviali; ciò sarà ulteriormente discusso in seno alla strategia d´attuazione comune della direttiva quadro in materia di acque. Il terzo incarico concerne la determinazione di possibili elementi da inserire in un piano d´azione per gli anni a venire in Europa che assicuri che l´approvvigionamento di acqua potabile sia programmato e mantenuto in efficienza in modo da garantire il suo adattamento al cambiamento climatico. La quarta parte riguarda la fornitura ininterrotta di informazioni alle organizzazioni e agli Stati membri impegnati nella valutazione dei processi di cambiamento climatico che rappresentano una potenziale minaccia all´approvvigionamento pubblico di acqua. Per leggere il bando ufficiale, consultare:  GU n. S 115 del 17 giugno 2011  
   
   
TOSCANA, ACCORDO COL MINISTERO: 27 MILIONI PER INTERVENTI SULLA QUALITÀ DELL’ARIA  
 
Firenze, 27 giugno 2011- Ammonterà a 27 milioni di euro il complesso di interventi in arrivo in Toscana per migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera soprattutto nei centri urbani. Le risorse sono il frutto dell’accordo firmato il 23 giugno a Roma da ministero dell’Ambiente, Regione e Comune di Firenze grazie al quale la Toscana avrà a disposizione un finanziamento ministeriale di 15 milioni di euro (sarebbero stati 10 senza la sottoscrizione del Comune di Firenze che, in base alla legge, in quanto capoluogo di area metropolitana, firmando ha fatto sì che la somma prevista crescesse di 5 milioni di euro) per realizzare opere che abbattano l’inquinamento. Gli altri 12 milioni saranno a carico dei soggetti beneficiari delle opere cioè Regione Toscana, Autorità Portuale di Livorno e Enti locali. Tra gli interventi proposti, diciassette in tutto, la Regione Toscana ha individuato una serie di misure di tipo strutturale nei settori maggiormente responsabili delle emissioni inquinanti in modo da ottenere benefici duraturi in termini di riduzione dello smog. “Questa firma – ha dichiarato l’assessore regionale all’ambiente Anna Rita Bramerini – dà il via a un grande pacchetto di interventi che va a sommarsi a quelli già attivati e che permetterà di migliorare il quadro delle emissioni soprattutto nei comuni dove il problema dell’inquinamento è più rilevante”. L’opera principale in programma è l’elettrificazione del porto di Livorno, un intervento da oltre 5 milioni di euro, che permetterà di alimentare con energia elettrica le navi durante la sosta presso le banchine permettendo di spegnere i motori a bordo ed evitare quindi le emissioni. Importante anche il rinnovo del parco bus, un’operazione da poco meno di 9 milioni di euro: arriveranno 40 nuovi mezzi a basso impatto ambientale di nuova generazione a metano che andranno a sostituire altrettanti vecchi autobus a gasolio Euro 0. Sono in programma poi opere per la riduzione delle emissioni della mobilità privata (per circa 10 milioni di euro) che comprendono per la maggior parte piste ciclabili ma anche l’istituzione di nuove zone pedonali. Saranno realizzati un totale di 56 chilometri di nuove piste ciclabili che indurranno la percorribilità di almeno altri 100 chilometri tutti collegati fra loro. Sono previsti infine anche interventi di risparmio energetico su edifici pubblici (oltre 3 milioni di euro) con la sostituzione delle vecchie caldaie a gasolio in edifici pubblici, soprattutto le scuole, con nuove caldaie a metano, con l’installazione di pannelli solari termici e la realizzazione di impianti geotermici a bassa entalpia per il riscaldamento.  
   
   
PARCHI LOMBARDI: AUMENTATI DEL 300%  
 
Milano, 27 giugno 2011 - I parchi locali e in particolare quelli di interesse sovra comunale, i Plis, sono stati l´argomento al centro del convegno che si è svolto il 23 giugno all´acquario civico di Milano e al quale ha partecipato l´assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio Alessandro Colucci. I Plis, riconosciuti da una legge regionale, sono parchi istituiti da uno o più Comuni, che decidono volontariamente di preservare una porzione del proprio territorio, con l´obiettivo di avviarne un percorso di tutela, valorizzazione e riqualificazione; sono stati ufficialmente inseriti tra le aree protette a fianco dei Parchi Regionali, delle Riserve e dei Monumenti Naturali. ´I parchi locali di interesse sovra comunale - ha detto l´assessore Colucci - sono un fenomeno di tipo esponenziale, la cui crescita ha registrato un incremento del 330 per cento in soli dieci anni. E´ un segnale positivo che testimonia la volontà di un impegno nella cura del territorio da parte delle amministrazioni comunali, nonostante il periodo di crisi e di difficoltà che stiamo attraversando´. Ad oggi i Plis in Lombardia sono 78. Ci sono, inoltre, 24 Parchi regionali (suddivisi in fluviali, montanti, agricoli, forestali e metropolitani), 65 Riserve naturali e 29 monumenti naturali che coprono oltre 450.000 ettari di territorio, un patrimonio inestimabile di ricchezze naturali, storiche e culturali, non solo da tutelare, ma da promuovere e comunicare, in quanto bene di ogni cittadino.  
   
   
TUTELA SUOLO, BRESCIA: FIRMATA INTESA PER SICUREZZA PIENE ACCORDO CON ENTI LOCALI PER STUDIO CONTRO RISCHI IDRAULICI  
 
Brescia, 27 giugno 2011 - L´assessore regionale al Territorio e Urbanistica Daniele Belotti ha siglato il 23 giugno a Brescia l´accordo di collaborazione per la redazione di uno studio idrogeologico e idraulico dei torrenti Solda, Canale, Livorna, Gandovere e Mandolossa, in provincia di Brescia. L´intesa, sottoscritta oltre che dalla Provincia e dal Comune di Brescia, dalle amministrazioni di Gussago, Cellatica, Rodengo Saiano, Monticelli Brusati, Ome, Castegnato, Roncadelle, Torbole Casaglia, Castel Mella e Passirano, servirà per definire gli interventi per la messa in sicurezza da piene ed esondazioni del territorio situato tra la Franciacorta orientale e Brescia. ´Lo studio - ha spiegato l´assessore Belotti - ha un costo di 110.000 euro ed è cofinanziato da tutti i partecipanti all´accordo. In particolare Regione Lombardia partecipa con 30.000 euro, la Provincia di Brescia con 10.000 euro, il Comune di Gussago - che sarà capofila - con 12.000, il Comune di Brescia con 13.000 e gli altri Comuni, in proporzione al numero degli abitanti, con la parte rimanente. Il lavoro sarà finalizzato a indirizzare al meglio gli interventi di mitigazione del rischio idraulico, nonché alla difesa spondale, attraverso l´individuazione delle criticità, con particolare riferimento alle possibili zone di esondazione che provocano rilevanti disagi e rischi per le popolazioni, la viabilità, le attività industriali, artigianali e agricole´. Attraverso la collaborazione tra Regione Lombardia, Provincia di Brescia e i Comuni, prevista in questo accordo, è possibile condividere lo stato delle conoscenze sulle condizioni idrogeologiche dei torrenti interessati (Solda, Canale, Livorna, Gandovere, Mandolossa e loro tributari), identificare assieme le problematiche esistenti e concordare le soluzioni tecniche prioritarie necessarie per mitigare il rischio e garantire la manutenzione dei torrenti stessi. ´I risultati dell´accordo - ha precisato l´assessore - sono importanti, inoltre, nella definizione della componente geologica e idraulica dei Piani di Governo del Territorio, ai sensi delle norme di attuazione della legge regionale 12 del 2005 per il Governo del territorio, oltre che per l´adeguamento della componente idrogeologica dei Piani territoriali di coordinamento provinciale (Ptcp), nonché per una migliore definizione delle situazioni di rischio idrogeologico a scala locale´.  
   
   
CAVE: AVVIATA RISCRITTURA DEL PIANO REGIONALE VENETO  
 
 Venezia, 27 giugno 2011 - La giunta veneta ha avviato la riscrittura del Piano regionale dell’attività di cava (Prac). Lo ha fatto con un provvedimento dell’assessore regionale Maurizio Conte che ha affidato questo incarico alla Direzione geologia e georisorse, che si occuperà contestualmente di predisporre anche l’aggiornamento della legge fondamentale per il settore estrattivo, risalente ormai al 1982. “Questa soluzione interna all’amministrazione – fa rilevare Conte – valorizza le strutture regionali” “Ma non è questa l’unica novità – sottolinea ancora Conte – in quanto, per contribuire alla stesura della proposta di piano, abbiamo deciso di istituire un “Laboratorio Prac”, un tavolo di discussione aperto ai principali portatori di interessi, nel quale confrontarsi sugli obiettivi, le alterative, le scelte e i loro possibili effetti sul territorio. Non avrà compiti decisori, ma dovrà servire a costruire un percorso di confronto per giungere ad una formula finale condivisa”. Il “Laboratorio Prac” sarà presieduto dal Segretario regionale all’ambiente e sarà composta da un rappresentante designato dall’Unione delle Province, dall’Anci, dalle associazioni degli imprenditori, dalle associazioni ambientaliste e dall’ordine dei geologi del Veneto. Nella scorsa legislatura, una proposta di Prac era stata adottata dalla giunta regionale e modificata a seguito delle controdeduzioni e delle osservazioni pervenute, ma non era stata poi approvata dal Consiglio regionale. “E’ quindi indispensabile – commenta Conte – che la Regione si doti di un adeguato strumento di pianificazione in questo settore, aggiornando anche la legge regionale in modo che sia allineata con gli ultimi sviluppi normativi e tecnici che hanno interessato il settore ambientale”. Secondo le indicazioni fornite dalla giunta regionale, il disegno di legge di revisione della normativa dovrà semplificare l’organizzazione istituzionale mantenendo, per i materiali di interesse regionale, il ruolo di programmazione e controllo della Regione e affidando alle Province le funzioni di programmazione e gestione. Conseguentemente anche il nuovo Prac dovrà arrivare ad una scala di dettaglio tale da consentire il successivo livello di programmazione provinciale delle attività estrattive. Di questa impostazione è stata informata la competente commissione consiliare.  
   
   
PUGLIA, SCARICO IN LAMA SAN GIORGI: AL MOMENTO NESSUNA SOLUZIONE ALTERNATIVA  
 
Bari, 27 giugno 2011- Allo stato ancora non sussistono le condizioni per poter assumere una decisione alternativa, definitiva e condivisa dai comuni rispetto alla soluzione del collettore unico a servizio dell´agglomerato dell´hinterland barese, in alternativa allo scarico in Lama S. Giorgio, previsto dal Piano di tutela delle acque. Tuttavia, i comuni interessati avranno altri 10 giorni per riesaminare le decisioni singolarmente comunicate nel corso del tavolo tecnico di oggi ed eventualmente rivederle o formalizzarle. Per quanto riguarda la possibilità di realizzare trincee drenanti, i tecnici della Provincia di Bari eseguiranno, sempre nei prossimi 10 giorni, le più opportune valutazioni ambientali e geognostiche, e in concerto con Aqp, l´analisi del rapporto costi - benefici. L´assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati ha convocato infatti questa mattina la seconda riunione tecnica per assumere una decisione definitiva circa lo smaltimento dei reflui del nuovo depuratore a servizio degli abitati di Rutigliano, Casamassina, Sammichele di Bari, Gioia del Colle, Putignano, Triggiano, Noicattaro e Bari, inizialmente prevista nella Lama San Giorgio. All´incontro hanno preso parte il vice Presidente della Provincia di Bari Trifone Alfieri, l´assessore all´Ambiente della Provincia di Bari Giovanni Barchetti, il Sindaco di Rutigliano Roberto Romagno, il vice sindaco del comune di Noicattaro Maurizio Innamorato, l´assessore all´Urbanistica del Comune di Putignano Nicola Recchia, rappresentanti dei comuni di Sammichele di Bari e di Gioia del Colle e Maria Spinelli, il Segretario generale dell´Adb Puglia Antonio di Santo, il dirigente per la Pianificazione dell´Aato Puglia e rappresentanti dell´Aqp. Lo scarico in lama e´ una soluzione tecnicamente prevista dal Piano di tutela delle acque, rispetto alla quale alcuni comuni hanno chiesto di riesaminarla, con l´impegno assunto nel corso della riunione del 2 maggio scorso di proporre una soluzione alternativa definitiva a mezzo di un tavolo tecnico coordinato dalla Provincia di Bari. Nel corso della riunione di oggi, convocata dunque per conoscere gli esiti del lavoro tecnico compiuto in coordinamento dalla Provincia di Bari, sono state illustrate e valutate le decisioni assunte dal tavolo dei comuni, che hanno presentato una soluzione a lungo periodo attraverso la realizzazione di un collettore intercomunale, ed una di breve periodo che prevede trincee drenanti di circa 5 ettari nell´area annessa al depuratore di Casamassima. "Abbiamo la necessita´ di assumere una decisione definitiva e condivisa da tutti i comuni interessati - ha spiegato l´assessore Amati - per poter mettere in funzione l´impianto e paralizzare un procedimento di infrazione comunitaria in corso. Dobbiamo in breve tempo decidere se proseguire secondo quanto previsto con il progetto iniziale ancora tecnicamente il più idoneo, cioè scaricare i reflui nella lama San Giorgio come previsto dal Piano di tutela delle acque, o assumere una decisione alternativa condivisa dalle comunità locali, che hanno manifestato perplessità sull´iniziale progettazione e che avevano il diritto di essere ascoltate. Sin dall´avvio di questo procedimento di eventuale revisione siamo stati chiari, affermando che ogni comunità locale e´ meritevole di giusta attenzione, per cui nel caso in cui non venisse assunta una decisione condivisa da tutti i comuni, proseguiremo secondo quanto inizialmente previsto dagli strumenti di pianificazione attuali".  
   
   
RIFIUTI DALLA CAMPANIA, REGIONE MARCHE A PROVINCIA DI PESARO: CASO CHIUSO, ATTENDIAMO RISPOSTA FORMALE DI DINIEGO  
 
 Ancona, 27 giugno 2011 - ´Anche per la Regione Marche il caso e` chiuso!´ ´ e` la risposta dell´Assessore all´Ambiente della Regione Marche Sandro Donati alle ultime esternazioni del Presidente della Provincia di Pesaro sui rifiuti della Campania.´mi aspetto ´ continua Donati - che il Presidente Ricci abbia pero` la compiacenza di dare una risposta formale alla Regione del suo dietro-front. Riconfermo che la Regione Marche non ha mai sottoscritto Accordi che la impegnassero a ricevere i rifiuti dalla Campania, ne` ha mai pensato di sottoscriverli senza il consenso dei territorio interessati. La disponibilita`, nota a tutti, e` sempre stata subordinata alla definizione di Protocolli fra i soggetti locali interessati, da recepire nell´Accordo fra le Regioni e questo risulta dagli atti che anche la Provincia conosce. Purtroppo, nonostante tutti i chiarimenti, continuano gli attacchi, anche personali, e accuse infondate. Per chiudere ogni polemica, a Ricci voglio solo ricordare quanto ha scritto il suo Assessore all´Ambiente, Tarcisio Porto, alla Regione Marche il 2 marzo scorso: ´Siamo pertanto disponibili a condividere e sottoscrivere formalmente quanto risultera` piu` articolatamente richiesto in sede di stipulazione dei protocolli d´intesa all´uopo previste, avendo comunque fornito, insieme ad una concreta e tangibile volonta` risolutrice, un´altrettanto trasparente richiesta di garanzie ambientali e igienico-sanitarie.´ Ogni commento ulteriore e` superfluo! ´Ringrazio comunque la Provincia di Pesaro ´ conclude Donati ´ per il grande impegno profuso dai primi di dicembre fino a pochi giorni fa. Continuo a rammaricarmi invece delle piu` recenti e diverse decisioni rispetto al percorso avviato che non esprimono alcuna solidarieta` alle popolazioni della Campania e che non consentiranno alla nostra Regione di fare quello che altre (Emilia Romagna, Toscana, Puglia, Lazio, Sicilia), con generosita`, hanno fatto o stanno facendo!! .  
   
   
VENETO: REGIONE E PROVINCE AL LAVORO PER REVISIONE PIANO RIFIUTI URBANI  
 
Venezia, 24 giugno 2011 - La Regione del Veneto è dotata di un piano di gestione dei rifiuti urbani che risale al 2004. Da quella data sono intervenuti aggiornamenti sia sotto il profilo normativo, sia relativamente all’evoluzione della gestione dei rifiuti. E’ più che opportuna quindi una rivisitazione della pianificazione con l’obiettivo di mettere a fuoco la situazione e le eventualità criticità e individuare le soluzioni. E’ quanto è emerso in occasione dell’incontro che l’assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte ha avuto a Palazzo Balbi a Venezia con i rappresentanti delle amministrazioni provinciali del Veneto. Dalla comune valutazione è risultato infatti che sono cambiate in parte le condizioni che erano alla base del piano regionale del 2004 e, in particolare, è sensibilmente aumentata la quantità dei rifiuti avviata al recupero. Come pure sono cambiate le esigenze rispetto alla tipologia degli impianti di trattamento, a cui occorre adeguarsi per continuare sulla strada dell’autosufficienza che il Veneto con le sue scelte ha saputo raggiungere a differenza di altre situazioni, come quella drammaticamente attuale della Campania. Sulla base di queste e di altre considerazioni, l’assessore Conte ha ribadito l’intenzione della Regione di operare una revisione della pianificazione chiedendo la collaborazione e l’apporto delle Province, che hanno risposto positivamente a questa sollecitazione. La rivisitazione del piano dovrà quindi indicare i nuovi obiettivi, modalità e strumenti per la gestione dei rifiuti urbani. Una volta definita la proposta condivisa, l’iter procedurale prevede l’adozione del piano da parte della giunta regionale e l’approvazione del Consiglio regionale. Il nuovo strumento pianificatorio dovrà essere sottoposto anche al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica.