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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Giugno 2007
LA SOTTILE E MISURATA IRONIA DEL REGISTA GIGI PIOLA È STATA SCELTA PER LO SPOT “MOSCHE” IN CONCORSO AL FESTIVAL DI CANNES APPENA INIZIATO.  
 
Milano, 20 giugno 2007. Special Team, sotto la direzione creativa di Pasquale Diaferia, ha affidato la regia dello spot “Mosche” a Gigi Piola, classe ’65 e regista della comedy asciutta della squadra di registi Bedeschifilm. “Mosche”, già segnalato la settimana scorsa dalla prestigiosa testata del cinema pubblicitario americano Shoot Usa e iscritto da Special Team al Festival di Cannes di quest’anno, è uno spot dedicato ad un thè lassativo, prodotto non facile da trattare e comunicare in modo originale. Lo spot si svolge in ufficio dove una ragazza giovane e di bell’aspetto, è alle prese con il suo lavoro quotidiano. Fin qui tutto normale tranne il sottile ma potente particolare che la ragazza è avvolta da cumulo di mosche che la segue ovunque. La ragazza è totalmente incurante delle mosche come anche degli sguardi molto espressivi dei colleghi che alludono chiaramente al problema intestinale di cui è affetta la ragazza. L’idea dello spot è semplice ma originale e si esprime fuori dai consueti canoni della comunicazione della categoria. “L’unione dell’idea forte messa a punto da Special Team, e della comedy alla Gigi Piola , sottile, priva di over acting ed efficace ci fanno sperare che lo spot possa essere soprattutto ben recepito dal consumatore finale come anche dal pubblico degli addetti ai lavori a livello internazionale. In questo senso siamo molto contenti che “Mosche” sia già stato notato oltre oceano proprio in questi giorni, in particolare dalla testata Shoot Usa”, commenta Giovanni Bedeschi della Bedeschifilm. .  
   
   
UNA STRAGE DA FERMARE  
 
 Rozzano, 19 giugno 2007 - Troppi incidenti e in crescita, con costi sociali inaccettabile. Sotto accusa le superpotenze delle moto e gli eccessi di molti smanettoni. Eppure la maggior parte dei sinistri avviene in città, nel classico spostamento casa-lavoro. E´ quanto rivela un´inchiesta pubblicata da Dueruote, il mensile di Editoriale Domus che, nel numero in edicola in questi giorni, riporta commenti, analisi e proposte dei maggiori esperti italiani. Dove accadono gli incidenti? A fare notizia ogni lunedì sono i numeri relativi agli incidenti accaduti su strade e autostrade durante il week-end, ma le statistiche segnalate a Dueruote dagli esperti raccontano un´altra realtà. Infatti, quasi il 90% dei decessi avviene in ambito urbano, per colpa di un traffico caotico, di strade in pessimo stato, di trasporti pubblici inefficienti che spingono all´utilizzo delle due ruote come obbligo e non come scelta, dei mancati controlli sui comportamenti indisciplinati e pericolosi dei guidatori delle due e delle quattro ruote. L´esame per la patente, quello basato sui quiz, non basta più, serve un´educazione stradale "vera", si deve puntare sui corsi di guida per integrare la classica "prova pratica". Per intervenire servono numeri e informazioni certe su cause e modalità degli incidenti. Ma in Italia i dati sono assolutamente carenti, tanto che nelle statistiche europee quelli relativi al nostro Paese riportano sempre un asterisco perché non pervenuti, incompleti, in ritardo. Dalle statistiche disponibili conclude Dueruote, risulta che le vittime siano soprattutto persone fra i 20 e i 65 anni d´età, che si muovono in città fra le 7 e le 9 del mattino o fra le 16 e le 18. Eccola qui la strage rimossa dalle nostre coscienze: si muore anche e soprattutto a 40 Km/h, andando al lavoro. .  
   
   
FRANCESCO CASETTI - SEVERINO SALVEMINI È TUTTO UN ALTRO FILM PIÙ CORAGGIO E PIÙ IDEE PER IL CINEMA ITALIANO  
 
 Milano, 20 giugno 2007 – Oggi alle ore 18. 00, presso l´Anteo spazioCinema, in Via Milazzo, 9 a Milano, presentazione del libro "E´ tutto un altro film", di Severino Salvemini e Francesco Casetti, edito da Egea. Partecipano, facendo il punto dell’attuale situazione del cinema in Italia, Francesco Casetti, Lionello Cerri, Paolo Mereghetti e Severino Salvemini. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Si può parlare di un nuovo miracolo per il cinema italiano? Di certo ci sono molti segni positivi. La nuova generazione di produttori, dopo un lungo periodo di sopravvivenza “assistita” e di imprenditorialità non sempre convinta; la nuova comunità di registi e sceneggiatori; il recupero dello star system nostrano, risultato della moltiplicazione dei beniamini del pubblico, grazie anche all’effetto della fiction televisiva; il maggiore orientamento al marketing presente già nel Dna del progetto cinematografico: tutti questi sono alcuni dei motivi che spiegano il successo delle ultime stagioni e che consentono di guardare al futuro con un certo ottimismo. Se è vero che c’è qualcosa di nuovo all’orizzonte nel nostro paese, serve tuttavia una marcia in più. Questo libro vuole contribuire a individuare qual è il “passo in più” che il cinema italiano deve fare per evolvere nel medio lungo periodo. Gli autori, per indicare in dettaglio come agire, esaminano il prodotto filmico domestico secondo due prospettive, separate anche se complementari: una serrata analisi dei dati economici di base, da una parte; e dall’altra una ricostruzione della “mappa mentale” che gli spettatori italiani hanno del cinema e delle sue possibilità di consumo. Viene così offerto un ritratto a tutto tondo del cinema di oggi in Italia e delle diverse modalità con cui esso può essere fruito, suggerendo alcune linee d’azione che i diversi operatori della filiera dovrebbero perseguire con maggiore coraggio e con maggiore innovazione, rispetto a quelle che contraddistinguono l’attuale momento storico. Poiché il nuovo cinema italiano non sorgerà dal vecchio, ma accanto a esso, sarà rilanciato solo da una sfida imprenditoriale complessiva e originale. Francesco Casetti, professore ordinario di Filmologia presso l’Università Cattolica di Milano, è membro del consiglio di amministrazione dell’Istituto Luce di Roma. È stato Visiting Professor all’Università Paris Iii, a Berkeley e, negli ultimi anni, a Yale. Severino Salvemini, professore ordinario di Organizzazione aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, fa parte del consiglio di amministrazione di Cinecittà Holding e di Accademia del Teatro alla Scala e presiede il consiglio di amministrazione di Mikado Film. . .  
   
   
CULTURA:GIOVANI,MURA ANNUNCIA ACCORDI PER SPAZI AUTOGESTITI  
 
Pescara, 20 giugno 2007 - Gli spazi autogestiti per i giovani potrebbero essere finanziati dalla Regione Abruzzo attraverso la stipula di accordi con i comuni e con il Ministero per le politiche giovanili. Lo ha anticipato l´assessore alla Promozione culturale, Betti Mura, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione della doppia iniziativa "Indie rocket festival 2007" e "Book & Rock". "Fasce di giovani non appartenenti ad alcuna associazione - ha spiegato l´Assessore - hanno difficoltà a rapportarsi con le istituzioni per le loro attività culturali. Eppure rappresentano un bacino di cratività e di valore che non è giusto disperdere". L´assessore Mura ha chiarito che lo strumento degli accordi per reperire spazi autogestiti per le attività giovanili è già stato praticato in Puglia e che tale eventualità potrebbe trovare da subito una concreta realizzazione anche in Abruzzo, utilizzando quote del fondo che sta per essere assegnato alla Regione dal Ministero per le politiche giovanili. Nel merito dell´iniziativa "Indie rocket festivale 2007" e "book & rock", alla quale la Regione ha offerto il proprio contributo, l´assessore Mura ha dichiarato che "il rock ha avuto una grande parte nella storia dell´Occidente e che la cultura indipendente ed alternativa ha rappresentato un veicolo facilitatore dell´integrazione e dell´inclusione". "L´abruzzo - ha sottolineato - ha dato molto agli altri paesi durante i processi migratori, ora, viceversa, si offre agli altri popoli e alle altre culture, mostrando un volto nuovo di sé". L´"indie rocket festival" è alla quarta edizione e quest´anno si associa anche alla prima fiera abruzzese della piccola e media editoria. La due giorni (venerdì 22 e sabato 23 giugno) si svolgerà nei locali della ex Cofa, sul lungomare Colombo a Pescara, e sarà ricca di incontri, seminari, stand e concerti live. Gli organizzatori hanno sottolineato i caratteri "indipendente e interculturale" dell´iniziativa "essenze fondamentali per affermarsi ed esprimersi, al riparo delle trappole omologanti dei grandi circuiti internazionali". Sono annunciate date uniche per l´Italia e, sul piano dell´editoria, la presenza di case editrici di livello nazionale. .  
   
   
PREMIO LETTERARIO “TROPEA”: CHI VINCERÀ TRA CARLO FRUTTERO, ROBERTO SAVIANO E MARIOLINA VENEZIA? NELL’ATTESA UN RICCO CAST DI OSPITI: DA MICHELE CUCUZZA A NICOLA GRATTERI A VITTORIO SGARBI  
 
Tropea, 20 giugno 2007 - Il Premio letterario “Città di Tropea - Una regione per leggere” si avvicina alla sua celebrazione finale: chi vincerà? La bella cittadina tirrenica e il suo Teatro “La Pace” ospiteranno la kermesse: l’appuntamento è per il 21, 22 e 23 giugno alle ore 18. 30. Pasqualino Pandullo, presidente dell’Accademia degli Affaticati, l’associazione promotrice dell’evento, ha annunciato la presenza di Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, e di Fiorenzo Alfieri, assessore alla Cultura del Comune di Torino. Nomi noti che fanno pensare che veramente può esserci innovazione in questa terra e che lo scotto della perifericità sta per essere superato: oggi si può pensare addirittura a un asse Milano-torino-calabria e si può leggere sui giornali la cinquina del Premio “Campiello”, dalla lunga tradizione, in cui figurano ben 2 finalisti della terna del Premio “Tropea”. Ricco il programma che ha continuato ad impreziosirsi anche dopo la stampa delle brochure e degli inviti, in allegato al “Venerdì” de “la Repubblica”. Il tema principe sarà la lettura, d’altronde la vera novità di questa iniziativa è proprio l’aver coinvolto tutti i 409 sindaci calabresi. Saranno loro ad arricchire di un particolare valore istituzionale la giuria popolare, che, insieme a membri dell’Accademia e altri cittadini tropeani di varia estrazione per un totale di 450 persone, deciderà il vincitore tra i tre libri finalisti: “Donne informate sui fatti” di Carlo Fruttero, “Gomorra” di Roberto Saviano e “Mille anni che sto qui” di Mariolina Venezia. Tutto questo avviene in una regione che è agli ultimi posti negli indici di lettura e in cui i sindaci, i primi presidi istituzionali nelle comunità, soprattutto le più piccole, si sono fatti portatori di un auspicato cambio di rotta. Un cambio di rotta culturale che significherà un cambio di mentalità “totale” e la possibilità di ripartire. Da oggi. Da Roberto Saviano, che notoriamente viaggia sotto scorta in seguito al successo di “Gomorra”, all’altra finalista, la già citata Venezia. Dalla presidente di giuria, la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, al giudice Nicola Gratteri, autore del successo editoriale “Fratelli di sangue”, a Irene Gaeta della Fondazione “Discepoli di Padre Pio”, legata alla manifestazione in quanto nel territorio di Tropea si insedierà presto la “Cittadella” intitolata al santo, che comprenderà, oltre al santuario, anche un ospedale pediatrico e un centro di ricerca scientifica. Si parlerà anche di Omeopatia con Giovanni De Giorgio, medico calabrese ma trapiantato a Roma, che se ne è occupato e ne ha scritto e, restando su un fronte simile, si ricorderà la figura di Federica Monteleone attraverso i suoi scritti curati dalla sua insegnante Vittoria Saccà, Michele Cucuzza ci racconterà inoltre i ragazzi di Locri, di cui parla nel suo libro “Il cielo è sempre più blu”. Come a dire nuova linfa: proprio per questo il Premio “Tropea” si è affidato anche a 13 studenti in giuria, un segnale importante davvero che responsabilizza le nuove generazioni. Un programma difficile da descrivere dunque nei suoi dettagli, in quanto la formula scelta per questa manifestazione è il talk show di matrice culturale, con andamento legato all’improvvisazione e al carisma degli ospiti, e il palcoscenico di un teatro certamente ci sembra il suo habitat naturale. Negli stessi giorni il Museo diocesano di Tropea, diretto da don Ignazio Toraldo di Francia, resterà aperto con l’esposizione dei documenti originali dell’Accademia degli Affaticati, antica istituzione settecentesca di Tropea che, con inesauribile convinzione e con orgoglio, “risorta” nel nostro tempo, è riuscita a portare in Calabria quanto sopra! Il programma generale delle tre giornate è consultabile sul sito ufficiale del premio: www. Premioletterariotropea. Org . .  
   
   
"IL CAPITALISMO INTELLETTUALE" DI ANGELO DEIANA, PRESIDENTE COMITATO SCIENTIFICO COLAP - RESPONSABILE MERCATO PRIVATE GRUPPO MONTE DEI PASCHI DI SIENA  
 
Milano, 20 giguno 2007 – Di seguito la Prefazione di Giuseppe De Rita: Avendo condiviso con Angelo Deiana, quando entrambi lavoravamo al Cnel, una intensa stagione di monitoraggio del mondo delle professioni, ho letto questo libro con una sola prioritaria curiosità: capire da dove partiva e quale percorso seguiva. Ho avuto al riguardo una prima sorpresa, constatando che l’autore non parte dal basso, dal variegato mondo che egli conosce molto bene, la miriade cioè di associazioni che cominciammo insieme a censire quindici anni fa; ma parte dall’alto, da una presa di consapevolezza che la proliferazione delle attività professionali non deriva dall’insensatezza di chi ”si inventa un lavoro” (accusa frequente nei confronti di molte associazioni professionali), ma deriva dalla cosmica potenza dello sviluppo della conoscenza scientifica. Si potrebbe avere il sospetto che questa scelta sia dettata dal desiderio di nobilitare un mondo che non ha grande stampa nell’attuale dibattito economico, visto che per alcune professioni (quelle regolamentate in termini ordinistici) si sprecano le critiche ed il velato disprezzo per essere conservatrici, corporative, chiuse ad ogni concorrenza e competizione; e visto che per le altre, oggi raggruppate in più o meno flebili associazioni, si spreca l’indifferenza verso l’incontrollata proliferazione di incontrollate capacità professionali. Credo fermamente che il sospetto sia indebito. E lo credo perché chi, come Deiana e me, frequenta da anni il mondo dei vecchi e nuovi professionisti sa bene che essi per il loro lavoro quotidiano non sentono il bisogno di una legittimazione dall’alto e dal di fuori: sanno che vivono e crescono solo in quanto hanno un mercato, un mercato in cui le prestazioni sono certificate dalla soddisfazione del cliente e non da obbligate corrispondenze a discipline accademiche più o meno articolate. Vale per il grande avvocato d’affari come per l’ultimo podologo, vale per il grande commercialista come per l’ultimo pranoterapeuta. C’è una autosufficienza ed un orgoglio di mercato nei nostri professionisti che sono destinati verosimilmente a crescere, indipendentemente dall’affanno politico di regolamentarli, certificarli, liberalizzarli e quant’altro. Un orgoglio che penso sia anche il fattore principale di insofferenza verso l’azione politica, anche quella apparentemente più liberalizzante (Deiana ci ricorda come il conclamato, acclamato, lodato liberismo delle direttive europee sta avendo l’effetto d’una “impossibilità a circolare in Europa per le nostre professioni non regolamentate”). Se mercato ha da essere, lo sia anche come indicatore non solo di successo “commerciale”, ma di indiretto riconoscimento della professionalità. Eppure un riferimento alto è necessario oggi al mondo delle professioni, anche se non è indispensabile al loro agire sul mercato. E’ necessario perché la triade “economia della conoscenza – capitalismo intellettuale – sviluppo delle professioni” ha una sua obbligata unità e nessuna delle sue componenti può andarsene per propri sentieri e velocità di sviluppo. In parole più crude per i professionisti, essi non possono pensare di correre come vuole magari l’espansione improvvisa di alcuni loro mercati; devono capire che l’intima configurazione del loro lavoro è di “capitalismo intellettuale” ancorché personalizzato; nonché sentire che professionalità e capitalismo intellettuale non sarebbero possibili, e nemmeno pensabili, senza il contemporaneo crescere della società della conoscenza e dell’innovazione. Si potrebbe addirittura dire che è la necessitata articolazione della scienza moderna che, creando infiniti rivoli di conoscenza, pone le basi per la proliferazione delle professioni, come modulati canali di traduzione concreta delle conoscenze. E si capisce allora, e si condivide, la sequenza di ragionamento su cui Deiana ha costruito questo volume. Ma, per come lo conosco io, Deiana delle professioni non è solo uno studioso, è anche un frequentatore attivo, un quotidiano tessitore di posizioni associative e politiche. E qui sta la seconda curiosità che mi ha preso aprendo il libro: verso quel regolazione politica spinge l’analisi di Deiana? La domanda non è fuori luogo e fuori tempo, visto che siamo nel pieno confronto politico preparatorio alla nuova legge sulle professioni. Chi si è occupato negli ultimi anni dell’argomento sa che il dibattito è stato centrato sulla contrapposizione spesso aspra fra una formale superiorità della regolazione ordinistica (alla quale per anni anche le nuove professioni hanno cercato accesso) ed uno informale scatenamento nell’occupazione dei mercati, sia quelli tutti nuovi (si pensi alle professioni di “nuova medicina”) sia quelli da erodere ad altre professioni (penso a quanto fastidio diano i tributaristi). Ma tutti hanno potuto constatare nel tempo che una tale contrapposizione non porta a nulla di buono, porta alle “caratteristiche statiche del sistema” di cui parla Deiana. Così nei primi anni 90 un “terzetto Cnel” (Maria Pia Camusi, Angelo Deiana ed io) cominciò a coltivare l’idea di un sistema “duale”, volto a regolare in parallelo due mondi diversi per storia e consistenza (quello che si riconosce nella struttura ordinistica e quello che si agglutina nelle associazioni non riconosciute). Tale duale ipotesi ha negli anni fatto strada, informando di sé tutte le ipotesi di politica legislativa finora esplorate. Confesso, e Deiana lo sa, di essere un po’ stanco e deluso di tale massiccio ma inconcludente successo del concetto di “sistema duale”; per cui metto antenne di curiosità ogni volta che penso sia in vista un passo avanti (o laterale) rispetto al recente passato. E’ avvenuto anche nel leggere questo volume e sembra a me che, pur nel rituale omaggio al sistema duale, Deiana si orienti a sperare in una dinamica meno razionale e sistemica, ma più libera di crescere dal basso. Conosco la sua condivisione convinta delle posizioni della associazioni non riconosciute; ma nel larghissimo riferimento che egli va a tali posizioni c’è qualcosa di più. C’è, se non sbaglio, la sensazione che il mondo delle professioni è destinato a crescere dal basso, con percorsi non sempre mirabolanti ma consistenti sia perché interpretati da gente vitale e con voglia di crescere; sia perché sottotraccia essi si ricollegano all’inarrestabile carattere proteiforme del capitalismo (specie se è intellettuale) ed alla inarrestabile proliferazione delle conoscenze. Non è quindi cortesia di prefatore sottolineare la tacita logica ad anello di questo lungo saggio e viaggio di Deiana, di cui mi ha fatto piacere rivedere luoghi e soste da me non dimenticati. .  
   
   
IL 50° OSCAR DELL’IMBALLAGGIO PER L’AMBIENTE E LA PREVENZIONE  
 
Milano, 20 giugno 2007 – In occasione del 50° anniversario dell’Oscar dell’Imballaggio, promosso dall’Istituto Italiano Imballaggio e da Conai, sono stati assegnati i premi alle imprese italiane che hanno adottato soluzioni di packaging a ridotto impatto ambientale. La giuria ha decretato i vincitori tra 29 imballaggi finalisti analizzando criteri di prevenzione ambientale come il risparmio di materia prima, l’utilizzo di materiale riciclato, l’ottimizzazione della logistica, il riutilizzo, la facilitazione delle attività di riciclo, la semplificazione dell’imballo. Sette le categorie merceologiche premiate per l’ambiente, con prevalenza del settore dei beni di largo consumo: dall’alimentare alla detergenza, dall’elettronica alla movimentazione. Come di consueto, sono stati assegnati anche i premi alle sezioni speciali, dedicati al design e servizio, alla comunicazione e alla tecnologia. In particolare, sono stati premiati: Grandi Salumifici Italiani per il settore dei prodotti alimentari solidi; Seda Italy per il settore delle bevande e dei liquidi alimentari; Collistar per il settore dei cosmetici e dell’igiene personale; Coop Italia per il settore detergenza; Nuova Pansac per il settore della chimica; Assograph Italia per il settore dei beni durevoli, movimentazione e B2b; Bticino per il settore dei prodotti elettrici ed elettronici. I premi speciali sono andati a: Cartografica Pusterla - per la comunicazione; Grandi Salumifici Italiani - per il design & servizio Deles Imballaggi e Novacart - due premi speciali ex aequo per la tecnologia Vermondo Busnelli, Presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio ha affermato: “L´istituto Italiano Imballaggio è un luogo ottimale per orientare il sistema delle imprese italiane a pensare e progettare imballaggi che siano in linea con le richieste sempre più esigenti della normativa e della competizione internazionale. L´attenzione all´ambiente è ormai un elemento fondamentale del packaging e si aggiunge ai requisiti originari e intrinseci della protezione, della funzionalità e della comunicazione. La prevenzione, sia qualitativa - eliminazione delle sostanze pericolose - sia quantitativa - minimizzazione dei materiali usati - è una via fondamentale che si affianca alle altre opzioni del riutilizzo o della riciclabilità o della valorizzazione energetica per progettare e produrre packaging sostenibili sia economicamente sia ecologicamente. ” “Adottare una politica di prevenzione sull’imballaggio” ha aggiunto Giancarlo Longhi, Direttore Generale Conai “è il primo passo per ottimizzare l’impatto ambientale dell’intero ciclo produttivo e di recupero dei materiali. La risposta del mondo industriale comincia ad essere significativa: negli ultimi 10 anni, il peso e lo spessore degli imballaggi si è ridotto in misura consistente (lattine di alluminio - 9%, scatoletta acciaio – 30%; bottiglie in plastica da 45 gr. A 30 gr. , ecc. ) e l’uso dei materiali da riciclo ha raggiunto livelli molto elevati, nel settore cartario, la fibra di riciclo rappresenta il 90% della materia prima di fabbricazione degli imballaggi in cartone ondulato. ” Tra i compiti istituzionali che la legge affida a Conai c’è quello di incentivare, valorizzare e promuovere gli interventi in grado di rendere gli imballaggi più compatibili con l’ambiente. Conai ha varato il progetto Pensare Futuro con l’obiettivo di diffondere tra le imprese il concetto di prevenzione e incoraggiarle a impegnarsi durante l’intero ciclo di vita dell’imballaggio, a partire dalla fase di progettazione. In questo modo l’imballaggio, una volta utilizzato, può essere facilmente riciclato e trasformato in nuovo materiale, a vantaggio dell’ambiente. Nella strategia di Pensare Futuro rientrano manifestazioni come l’Oscar dell’Imballaggio e strumenti come il Dossier Prevenzione, una rassegna di casi di eco-packaging: la terza edizione del Dossier verrà pubblicata in occasione di Ecomondo 2007. In questo quadro è logico e naturale che l´Istituto Italiano Imballaggio abbia organizzato da anni una sezione ambientale nell´annuale edizione dell´Oscar dell´Imballaggio e, in particolare, con il 50° anniversario è stata rinnovata la partnership con il Conai per l’Oscar della prevenzione, iniziata con successo nel 2004. .