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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Marzo 2010
NASCE A PARMA IL CENTRO SERVIZI PER L’AGROALIMENTARE. UN UNICO LABORATORIO D’ANALISI PER LA FILIERA LATTIERO-CASEARIA  
 
Parma – Giunge a un importante risultato concreto il percorso che in questi mesi ha coinvolto il Centro lattiero caseario (Clc) e l’Associazione provinciale allevatori (Apa) per l’unificazione dei laboratori di analisi della filiera lattiero-casearia. Il 15 marzo in Provincia sono infatti stati firmati i patti parasociali per l’avvio del laboratorio unico, soluzione ben vista da Provincia e Camera di Commercio. Con la firma di oggi si segna dunque una tappa decisiva nell’iter per l’aggregazione dei due laboratori, volta a dotare l’agricoltura parmense di una sede strumentale qualificata e di alta efficienza per le attività a servizio della zootecnia provinciale: un unico punto di riferimento, forte ed efficiente, per tutti, con l’intenzione anche di promuovere nuove attività di consulenza e analisi mirate al controllo, alla qualificazione e alla promozione dell’intera filiera agroalimentare. Un’unica struttura, dunque, che amplierà il suo raggio d’azione occupandosi dell’agroalimentare a 360 gradi. “Oggi si compie un passo fondamentale per il mondo agricolo, perché due realtà importanti si sono messe insieme aderendo a un invito corale. Credo che tutto ciò sia significativo anche per il segnale che diamo, e mi auguro che anche in altri campi si possa arrivare a questa coesione”, ha detto il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari, che ha aggiunto: “Penso che in questo modo si dimostri anche di guardare al futuro, perché l’agricoltura di Parma deve guardare al futuro”. Molto soddisfatto anche il presidente della Camera di Commercio Andrea Zanlari: “Fare un’aggregazione del genere oggi significa porsi in una condizione diversa rispetto al passato, avere una nuova visione. Significa aderire a un concetto di sussidiarietà e di servizio al territorio che ritengo molto importanti”. Secondo quanto previsto dal testo firmato oggi, il Clc cambierà nome per diventare “Centro servizi per l’agroalimentare di assistenza e sperimentazione Antonio Bizzozero” (Csa), e assumerà la forma di una società cooperativa. L’attività relativa alle analisi di laboratorio attualmente gestita dall’Apa “confluirà” nel Csa, per giungere appunto a un’ unica gestione del servizio. Al Csa sarà trasferito anche il personale di Apa che si occupa delle analisi. Provincia e Camera di Commercio sono invitati dai due soggetti firmatari a intervenire come soci e a far parte nel Cda della nuova cooperativa. Passo di grande rilievo anche per i due presidenti firmatari: per Franco Trombetti di Apa “era importante creare qualcosa per Parma e la sua provincia. Abbiamo agito in questa direzione”; per Renato Mondi del Clc “la soddisfazione è anche doppia perché abbiamo superato tanti scogli. Crediamo di aver dato il “la” per la nostra economia, anche perché il Csa avrà un ampio raggio d’azione”. “Passaggio fondamentale, quasi epocale” per il direttore del Clc Sandro Sandri, mentre il direttore di Apa Raffaele Manini si è detto “convinto che la nuova struttura abbia le capacità di mettere a disposizione del settore tutto ciò di cui ha necessità. I presupposti ci sono”.  
   
   
IL MERCATO DELLA PASTA IN ROMANIA  
 
Secondo un´indagine della Ac Nielsen, nel periodo dicembre 2008-novembre 2009 il mercato delle paste alimentari ha registrato in Romania un aumento di 8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente, passando da un valore di 185,1 milioni di lei a 200,6 milioni di lei (circa 48,7 milioni di euro al tasso di cambio attuale), scrive l´Ice. Oltre la metà del mercato è rappresentata da produttori romeni. I primi cinque produttori in base al valore delle vendite - Pambac Romania, Baneasa Romania, Pangram Resita, Arnos Oradea e Barilla, presente mediante l´importatore Romco - hanno detenuto una quota cumulata di mercato del 64,2 per cento nel periodo. Il mercato della pasta in Romania è caratterizzato da una grande varietà di prodotti e da un consumatore abbastanza tradizionalista. Il prodotto ha un notevole potenziale di crescita, considerando che i consumi medi annui pro-capite sono stimabili sui 2,5-3 chili a persona, ben al di sotto della media europea di 10 chili a persona.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA APRE A IMPRESE NON COOPERATIVE  
 
Grazie ad una modifica del proprio statuto, votata a Fano dal consiglio nazionale dell’associazione, la Federcoopesca-confcooperative apre a quanti in linea con i principi della cooperazione possano favorire lo sviluppo di imprese, associati e comparto. L’ampliamento della base associativa e l’apertura anche ad imprese non cooperative consentirà, sottolinea Massimo Coccia presidente Federcoopesca-confcooperative di “diffondere ancora di più il modello della cooperazione che, nella pesca, è il più rappresentativo e in grado di cogliere al meglio l’esigenze del comparto”. Un cambiamento legato a una evoluzione nelle esigenze dei consumatori e del mercato. “E’ necessario – prosegue Coccia- stare al passo con questi cambiamenti, guardare al futuro senza perdere la nostra natura cooperativa, ma rafforzando le azioni di tutela e assistenza verso i soci e i pescatori”. Una apertura che la federazione della Confcooperative fa verso un settore di riferimento che produce 34 mld di euro, pari al 2,4% del Pil e 670 mila occupati.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, SIGLATO PROTOCOLLO PER FAVORIRE DEMOLIZIONI FLOTTA E ACCESSO FONDI UE  
 
“Favorire le procedure di demolizione di circa il 12% della flotta da pesca italiana, che è pronta ad uscire dal mercato, beneficiando degli stanziamenti del Fondo europeo della pesca”. Questo l’obbiettivo alla base del protocollo di intesa siglato tra Federcoopesca-confcooperative e la Ciulla s.R.l che opera nel settore delle demolizioni di natanti e collabora con la Protezione civile e con l’Arma dei Carabinieri. “I tempi stringono – spiega Massimo Coccia, presidente Federcoopesca-confcooperative - e lo spauracchio del disimpegno automatico delle risorse comunitarie preoccupa i circa millecinquecento armatori, tra questi quelli del comparto tonniero, che hanno presentato domanda di demolizione”. E’ importante, quindi, snellire i passaggi burocratici e le operazioni vere e proprie di demolizione del natante, che vanno eseguite in tutta sicurezza e nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di recupero e smaltimento di rifiuti. “In una fase critica – conclude Coccia- per l’economica ittica è indispensabile fornire agli operatori servizi che consentano di usufruire appieno di tutte le opportunità, anche quando si tratta di dolorosi, ma inevitabili, tagli alla flotta”.  
   
   
SOJASUN ALLARGA LA SUA OFFERTA GASTRONOMICA CON IL NUOVO PIATTO PRONTO VEGETALE COUSCOUS: DELIZIOSO MIX DI TOFU, CEREALI E VERDURE IDEALE PER UN’ALIMENTAZIONE SANA ED EQUILIBRATA  
 
Sempre più consumatori ricercano un’alimentazione equilibrata e sana, ricca di ingredienti naturali e con poche calorie, ma senza rinunciare ad appagare il palato. Per soddisfare la crescente domanda di alimenti con un naturale equilibrio nutrizionale, la linea gastronomica Sojasun si arricchisce di una nuova invitante proposta: Il Piatto Pronto Vegetale Couscous Sojasun, gustoso mix di tofu, cereali e verdure. Il Piatto Pronto Vegetale Couscous Sojasun é un alimento completo da consumare a pranzo o a cena, a casa o in ufficio, grazie alla pratica confezione da 250 grammi. Pronto da gustare dopo due minuti al microonde, é il piatto ideale per coloro che vogliono concedersi un pasto equilibrato, leggero (contiene solo 215 Kcal per confezione) e delizioso. Ricco di fibre e di proteine vegetali (raccomandate dai nutrizionisti per riequilibrare una dieta spesso troppo ricca di proteine animali), totalmente privo di colesterolo, il Piatto Pronto Vegetale Couscous Sojasun è un prodotto senza coloranti né conservanti. Accanto alla sempre più variegata offerta di gastronomia, Sojasun propone una gamma completa di dessert, budini freschi, panna da cucina e bevande di soia, tutti senza lattosio, facilmente digeribili, senza colesterolo e 100% vegetali. Il Piatto Pronto Vegetale Couscous Sojasun è presente nella grande distribuzione al prezzo consigliato di € 3,45. Tutti i prodotti Sojasun sono garantiti non Ogm.  
   
   
TRA LE ACQUE FERRARELLE: NATIA UN’ACQUA MINERALE OLIGOMINERALE  
 
Natia: la liscia di origine vulcanica. Come Ferrarelle, Natia nasce nei complessi circuiti geologici del vulcano inattivo di Roccamonfina e si arricchisce dei suoi sali filtrando attraverso antichi depositi di tufo. Natia è un’acqua minerale oligominerale, con una caratterizzante prevalenza di bicarbonato e di calcio che accompagna Ferrarelle sulla tavola dei migliori ristoranti in Italia, e all’estero. Santagata: effervescenza naturale alla portata di tutti. L’acqua minerale Santagata, effervescente naturale nasce nella località di Val d’Assano, presso il Comune di Rocchetta e Croce (limitrofo alla piana di Riardo). Attraversando depositi di tufo, originati dal vulcano di Roccamonfina, e rocce calcaree, l’acqua Santagata si arricchisce di sali minerali e sviluppa una gradita effervescenza naturale. Santagata è un’acqua minerale classificata come bicarbonato calcica ad effervescenza naturale per il significativo contenuto di calcio (298 mg/l), magnesio (18 mg/l) di anidride carbonica naturale (2200 mg/l). Santagata viene distribuita principalmente al centro-sud nella grande distribuzione e nei ristoranti. Vitasnella: leggera ma “ricca” di sali minerali L’acqua minerale Vitasnella nasce a Boario, nel comune di Darfo Boario Terme, dalla fonte Vitas. E’ un’acqua minerale oligominerale, caratterizzata da una quantità trascurabile di sodio (soli 3 mg/l) e da un contenuto importante ed equilibrato di sali minerali, essenziali per la salute dell’organismo, quali calcio e magnesio. Così come per l’acqua, vitalità e leggerezza sono le parole-chiave che descrivono le bevande alla frutta Pesca-arancia, Ananas-pompelmo e Tè Limone-maté, caratterizzate dall’assenza di sostanze conservanti e dall’utilizzo di puro succo di frutta. Una nota importante riguarda i processi di produzione e di imbottigliamento, per i quali sono state studiate tecnologie all’avanguardia che garantiscono un ambiente asettico e la totale assenza di sostanze conservanti. Il canale per la vendita dell’acqua e delle bevande Vitasnella è la grande distribuzione  
   
   
RICONOSCIUTA L´ENOTECA REGIONALE DI OVADA E DEL MONFERRATO (AL) LA RETE DELLE ENOTECHE CRESCE COSI´ A 14  
 
 Nasce una nuova Enoteca Regionale: è stata infatti riconosciuta dall’Assessorato all’Agricoltura l’Enoteca Regionale “di Ovada e del Monferrato” con sede a Ovada (Al), che porta la rete delle Enoteche, istituita e regolamentata dalla legge regionale 37/80, a 14 centri, mentre le Botteghe del Vino e Cantine Comunali sono 33. La nuova Enoteca di Ovada ha sede nel Palazzo Delfino, sede anche del Comune di Ovada, capofila nella promozione dell’iniziativa, ed è costituita da 19 Comuni dell’area del disciplinare del Dolcetto di Ovada, dalla Provincia di Alessandria, la Camera di Commercio di Alessandria, la Società Tenuta Cannona azienda sperimentale vitivinicola regionale di Carpeneto, il Consorzio di tutela del Dolcetto di Ovada. Rappresenta l’intero territorio del Dolcetto, pari a circa 1200 ettari, che ha avuto recentemente il riconoscimento a Docg con la denominazione “Dolcetto di Ovada Superiore” o “Ovada”, territorio che copre anche la Doc Cortese del Monferrato e un’ampia zona del Barbera del Monferrato. Il circuito delle Enoteche e botteghe del vino rappresenta nel suo complesso 4200 soci produttori e 180 Comuni promotori insieme a Province e a Camere di Commercio; circa 1 milione le bottiglie consumate direttamente e nei ristoranti interni alle strutture; 800.000 i visitatori stimati (metà dei quali stranieri) per un valore economico delle attività calcolato in 10 milioni di euro. L’attività delle Enoteche è coordinata dalla Consulta Regionale con iniziative e servizi comuni, tra i quali la partecipazione alle più importanti manifestazioni del settore.  
   
   
AMARONE DELLA VALPOLICELLA DOC RISERVA 2003; DA UNA TERRA STORICA  
 
Duemila raffinate bottiglie custodiscono il meglio delle uve e dei vigneti della Valpolicella. Un Amarone tra i più pregiati per celebrare la dedizione nella ricerca dell’eccellenza e dell’alta qualità: una straordinaria passione che dura da 85 anni. Dalla Valpantena, nel cuore della rinomata regione a nord di Verona, prende vita la punta di diamante di “Famiglia Pasqua”, il nuovo brand di Pasqua Vigneti e Cantine dedicato al mondo dell’Ho.re.ca.. L’amarone della Valpolicella Doc Riserva 2003 è uno dei rossi più pregiati d’Italia e testimonial nel mondo dei grandi vini rossi italiani, ora racchiuso in 2000 eleganti bottiglie numerate. Un’annata speciale per celebrare gli 85 anni dell’azienda vinicola veronese che custodisce il meglio dell’alta qualità del vino e di un’antica filosofia aziendale, fatta di passione, dedizione e tradizione. “Questo vino rappresenta per noi i solidi e inossidabili valori che si tramandano da 3 generazioni – afferma Umberto Pasqua, Presidente di Pasqua Vigneti e Cantine – E’ una lunga storia che vogliamo celebrare con il migliore Amarone che questa straordinaria terra può offrire, proponendo un’eccellente annata in esclusive bottiglie dedicate ai fondatori della nostra grande azienda vinicola, come giusto riconoscimento alla loro attività e dedizione al duro lavoro. L’amarone Riserva 2003 è la sintesi perfetta tra tradizione e alta qualità, custodita in un giusto tocco di eleganza”. Lo stile e l’immagine è stata curata nei minimi dettagli, dalla bottiglia nera in formato borgognotta al sigillo in ceralacca rossa, dove viene inciso il logo con un apposito timbro. Sulle eleganti ed essenziali etichette la Famiglia Pasqua ha voluto apporre la propria firma in oro, un tratto distintivo e unico per raccontare una lunga storia fatta di dedizione e amore per il vino. Una storia che risale a tempi lontani, quando Nicola Pasqua, arrivato a Verona dalla Puglia negli anni ’20, era solito distinguere le migliori bottiglie prodotte dai suoi pregiati vigneti, personalizzandole con la propria firma e riservandole alla famiglia stessa o a pochi amici. Un’antica tradizione che oggi, durante l’85° anniversario della nascita dell’azienda, Pasqua Vigneti e Cantine vuole riproporre per celebrare un Amarone di altissima qualità, racchiudendolo in soli 2000 esemplari. Amarone della Valpolicella Doc Riserva 2003 non è solo immagine, ma è soprattutto sostanza. Non è un semplice Amarone: è una Riserva, data da una severa selezione a mano delle uve, che ha permesso di ottenere un vino adatto all’invecchiamento e che viene quindi affinato un anno in più prima di essere messo in commercio. Frutto di un grande e attento lavoro nei più antichi vigneti di famiglia e di un’attenta cura nel metodo di appassimento, rinomata tecnica che rende questi vini inimitabili, è un Amarone che rispecchia l’antica filosofia aziendale: una sintesi di eleganza, complessità e raffinatezza, con profumi che si schiudono lentamente nel bicchiere in tutta la loro complessità. Di colore rosso rubino, denso e imperscrutabile, all’olfatto sprigiona profumi di marasca, ciliegia e confetture di frutti rossi, seguiti da note di cuoio, liquirizia, cacao e sentori balsamici sul finale. Al palato è di grande impatto, caldo e morbido, grazie a tannini setosi e vellutati. La struttura importante ne fa un vino armonico ed equilibrato con un finale lungo e persistente. E’ un vino da meditazione che accompagna importanti secondi piatti a base di carne rossa e selvaggina. Interessante è il suo abbinamento a cioccolati fondenti. È soprattutto il forte legame con il territorio che rende questo vino unico, quello della Valpolicella, premiata come regione vinicola dell’anno 2009 da Wine Enthusiast, tra le più autorevoli e seguite riviste di settore americane, posizionandola tra le eccellenze del vino nel mondo. Ed è questa terra che fa dell’Amarone Doc Riserva 2003 un vino davvero speciale, il cui prestigio ed eccellenza è dato dalle straordinarie condizioni geoclimatiche presenti: le viti crescono infatti tra Roccolo di Mizzole e Castello di Montorio, una zona dal clima mite e temperato che favorisce il perfezionamento di uve sane e mature.  
   
   
LA CASA VINICOLA BRIANZOLA CALDIROLA CONTINUA A CRESCERE: CHIUSO IL 2009 CON UN FATTURATO DI 50 MILIONI DI EURO, L’OBIETTIVO PER IL 2010 È RAGGIUNGERE QUOTA 65 MILIONI  
 
La Casa Vinicola brianzola sta vivendo una fase di crescita costante sia sul mercato italiano, grazie alla forte partnership con gd e do, che nel 2009 hanno coperto il 63% del giro d’affari, sia sui mercati esteri, che nel 2009 hanno rappresentato il 25% del fatturato. Con un giro d’affari pari a 50 milioni di euro, di cui 37,5 milioni in Italia e 12,5 sui mercati esteri, Casa Vinicola Caldirola si conferma uno degli attori più dinamici del mercato e difende la leadership in Gdo per il segmento vetro con 85 milioni di bottiglie vendute all’anno. Risultati ancor più positivi alla luce della crisi proprietaria e finanziaria del 2008, dal quale l’azienda è uscita con una grande spinta grazie all’operazione di management buy-out condotta felicemente in porto da Michele Radaelli e Luigi Maggioni, oggi rispettivamente Amministratore Delegato e Direttore Commerciale della società. Per quanto riguarda i canali distributivi, si registrano grandi performance in grande distribuzione, che rappresenta il 49% del fatturato globale, e in distribuzione organizzata, che si attesta sul 14%. Analizzando l’incidenza dei principali vini doc e docg sul fatturato, il primato spetta al Montepulciano d´Abruzzo (38%), di cui Caldirola si conferma primo commerciante in Italia. A seguire il Barbera d’Asti, un altro classico della casa vinicola di Missaglia, con il 22%. Il 2009, al pari dell’anno precedente, mostra che Caldirola non è solo “vini da tavola”: questa tipologia di vino copre infatti solo il 35% della produzione, contro il 60% raggiunto complessivamente da Doc (32%), Igt (26%) e Docg (2%). “Per noi il 2009 è stato un anno fondamentale – spiega l’Amministratore Delegato Michele Radaelli – per porre le basi del nostro sviluppo futuro. Ci siamo impegnati con grande slancio per mostrare al mercato un’azienda come sempre molto attiva, capace di rinsaldare la partnership con i clienti consolidati e di recuperare i rapporti che si erano un po’ allentati. Oggi possiamo dire che abbiamo centrato l’obiettivo. Tanto che per il 2010 puntiamo ad arrivare a quota 65 milioni di euro, da suddividere in 45 milioni in Italia e 20 sui mercati internazionali”. Un traguardo ambizioso, che Caldirola intende tagliare continuando a servire al meglio sia la grande distribuzione, il cui portafoglio clienti si è arricchito nel 2009 con l’importantissima e prestigiosa acquisizione di Coop Italia, sia la distribuzione organizzata. Senza dimenticare il discount, canale che Caldirola torna a guardare con rinnovata attenzione. Naturalmente, una fetta importante del fatturato e degli obiettivi di sviluppo deriva dall’export. Caldirola, in effetti, punta ad “aggredire” i più importanti e potenziali mercati internazionali. L’europa assorbe da sola circa l’85% del giro d’affari derivante dall’export: va detto che da anni l’azienda brianzola è molto forte, grazie a importatori e partner, in mercati quali la Russia, dove lo scorso anno ha sviluppato un fatturato di 3 milioni di euro; la Germania, con 2,2 milioni di euro nel 2009 e la Spagna, con 1,8 milioni di euro. I prodotti più venduti oltre confine sono il Lambrusco Rosato Emilia Frizzante 0.75 lt in Spagna, i Vini da tavola 5 lt nei Paesi dell’Est e gli Spumanti da 0.75 lt in Russia. L’obiettivo export di Caldirola è potenziare ancora la presenza sui mercati europei e crescere concretamente negli Stati Uniti, nei Paesi del Sud America, soprattutto in Brasile, e continuare a presidiare le aree del mondo in cui è già presente - dall’Africa al Sud Est Asiatico fino al’Estremo Oriente – cogliendo tutte le opportunità di sviluppo.