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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Aprile 2012
SANITA´: FORMAZIONE EUROPEA,LA SICILIA PROTAGONISTA A BRUXELLES  
 
Palermo, 18 aprile 2012 - "La Sicilia e´ tra i quattro casi di buone prassi per l´impiego dei fondi europei in sanita´ che sono stati presentati ai 27 ministri europei a Godullo (Ungheria) in una riunione promossa dalla Presidenza Europea". Lo rivela Barrie Dowdeswell, esperto di Euregio Iii, nel corso di una docenza, intervenendo a Bruxelles alla prima giornata della settimana formativa organizzata nell´ambito del progetto "Health Governance - Il governo della salute". "La metodologia seguita in Sicilia (infrastrutturazione, ricognizione dei bisogni e dell´offerta, pianificazione, integrazione dei fondi, sostenibilita´, continuita´ politica) - ha aggiunto Jonathan Watson, di Healthclusternet - e´ valutata come base dei fattori di successo da un gruppo di lavoro europeo che sta mettendo a punto una proposta per la programmazione 2020". "Un´altra conferma - ha detto l´assessore regionale per la Salute Massimo Russo - della credibilita´ che la Sicilia sta acquisendo non soltanto in Italia ma anche in Europa. Da siciliano non posso che esserne orgoglioso". Il progetto, finanziato dall´Europa con 44 mila euro, e´ stato presentato su proposta del Collegio universitario Arces in collaborazione con l´assessorato della Salute (che ha partecipato al bando, ottenendo il finanziamento) e l´European Health Technology Institute (Ehti), con il supporto dell´ufficio della presidenza della Regione di Bruxelles e con il coinvolgimento del Cergas dell´Universita´ Bocconi. Al progetto partecipano dalla Sicilia 30 persone, tra direttori sanitari, dirigenti delle aziende e dirigenti dell´assessorato con l´obiettivo di facilitare il passaggio di conoscenze e la condivisione di modelli sui temi di grande respiro europeo. "E´ una straordinaria occasione - ha spiegato l´assessore Russo - per dare vita a nuovi e prestigiosi rapporti di collaborazione, per acquisire moderne competenze tecnico professionali, per promuovere nuovi modelli di gestione e soprattutto per accrescere la consapevolezza dei processi a cui anche la Sicilia sara´ chiamata nella successiva fase di programmazione che vede la Salute e la Sanita´ tra i settori piu´ importanti di investimento europeo. Considerato che le risorse nazionali sono in costante diminuzione, dobbiamo sfruttare tutte le opportunita´ che ci giungono dall´Europa e che dimostrano che siamo sulla giusta strada nella capacita´ di programmazione". Nel corso delle cinque giornate di studio saranno toccati, tra gli altri, i temi relativi all´uso dei fondi strutturali europei in Sanita´, alla centralizzazione degli acquisti in sanita´, al "disease management", e alla piena conoscenza delle istituzioni europee per la salute la ricerca. Sono previste docenze tenute da alti dirigenti della Commissione Europea, visite alle istituzioni europee, all´ospedale universitario St. Pierre di Bruxelles e ad associazioni europee di categoria. Fra le iniziative piu´ importanti dell´Health Governance in corso a Bruxelles c´e´ anche il "Presentation Book", un documento descrittivo delle realta´ aziendali sanitarie siciliane, redatto in inglese e italiano, che sara´ inviato a tutti i docenti e agli ospiti della settimana di studio e attraverso il quale i responsabili della sanita´ siciliana potranno far conoscere all´estero l´attivita´ sanitaria della Regione e gli sforzi fatti per allinearsi agli standard nazionali. Copia del "Presentation Book" sara´ inoltre lasciata all´ufficio europeo di Bruxelles al fine di facilitare l´azione di divulgazione e coinvolgimento delle Aziende del sistema sanitario regionale in iniziative di livello europeo. Il progetto Health Governance e´ collegato anche al "Mattone internazionale", iniziativa promossa dal Ministero della salute destinato ai referenti delle Aziende sanitarie per l´internazionalizzazione. Oltre a Dowdeswell e Watson sono gia´ intervenuti Pierdavide Lecchini, della rappresentanza permanente d´Italia presso l´Unione europea, che ha presentato i risultati e le prospettive del programma d´azione comunitaria in materia di salute pubblica; John Rowan, della direzione generale Salute e consumatori della Commissione europea, che ha illustrato la nuova direttiva europea concernente l´applicazione dei diritti dei pazienti relativi all´assistenza sanitaria transfrontaliera, che entrera´ in vigore dall´ottobre 2013 e Paolo Stocco, program manager del "Mattone Internazionale", che ha presentato gli obiettivi e le tematiche internazionali del progetto. In programma gli interventi di Maria Cristina Stimolo, Matilde Modica e Salvatore Ragonese dell´ufficio di Bruxelles della Presidenza della Regione siciliana sulla "Strategia Europa 2020 e i fondi diretti e indiretti dell´Unione europea"; di Luca Mattiotti della direzione generale Politica regionale della Commissione europea, che illustrera´ la politica di coesione dell´Unione europea post 2013; di Giuseppe Ruotolo dalla direzione generale Ricerca e innovazione della Commissione europea, sul futuro della ricerca in Europa e di Gianluca Quaglio del Parlamento europeo e vicepresidente del Clenad (Comite´ de liaison des experts nationaux de´taches) con un intervento sulla ricerca nella sanita´ e un approfondimento sulla figura e il ruolo degli esperti nazionali distaccati.  
   
   
VENDOLA E GENTILE AL FORUM SULLA NON AUTOSUFFICIENZA  
 
Bari, 18 Aprile 2012 – Oggi alle ore 10.00 presso Villa Romanazzi Carducci (Via Capruzzi – Bari) il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola introduce i lavori del Convegno di apertura del Forum sulla Non Autosufficienza. All’iniziativa parteciperà l’Assessore Regionale al Welfare Elena Gentile. Il Forum sulla non autosufficienza - Strumenti, idee e soluzioni per il lavoro di cura e l’integrazione socio-sanitaria è un evento organizzato dalla Maggioli Casa Editrice, con il patrocinio del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. E per la prima volta, la Iv edizione del Forum prende avvio dal Mezzogiorno, con la due giorni programmata a Bari, presso Villa Romanazzi Carducci, il 18 e 19 aprile 2012, con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Bari e del Comune di Bari. Il Forum è rivolto ad operatori, studiosi ed esperti del settore per sviluppare, discutere e progettare le politiche per la “non autosufficienza” e gli interventi nella pratica quotidiana d’aiuto nei confronti delle persone che, per cause diverse, hanno perduto la loro autonomia fisica, psichica, cognitiva. È inoltre un momento di confronto sulle azioni di supporto e sollievo per chi si assume il pesante lavoro di cura. Nell’ambito del Forum sulla non autosufficienza vengono affrontate ed approfondite tutte le tematiche di maggiore attualità ed importanza, con un ricco programma di convegni e workshop curati dai più prestigiosi e qualificati esperti del settore. In contemporanea un’area dedicata agli sponsor mostrerà le più innovative tecnologie, prodotti e strumentazioni disponibili per la “non autosufficienza”, e costituirà il naturale completamento dell’evento. Il programma, infatti, offre un ricco ventaglio di convegni e workshop con argomenti dedicati ai vari ambiti operativi, dalla domiciliarità alla gestione della cartella sociale, alla determinazione delle rette per le prestazioni residenziali e a ciclo diurno, all’impego delle nuove tecnologie per la qualità della vita delle persone non autosufficienti. La sessione convegnista è strutturata in sezioni plenarie e workshop. Le sezione plenaria tratta le novità e i temi emergenti legati alla “non autosufficienza” e all’integrazione socio-sanitaria, dando voce ai massimi esperti a livello nazionale. Per conoscere il programma nel dettaglio consultare il sito www.Nonautosufficienza.it  All´interno dello spazio dedicato al Forum sarà, inoltre, presente un luogo dedicato alla seconda edizione del festival Innovabilia, per le innovazioni rivolte alle persone con disabilità, al fine di migliorarne le condizioni di vita, lanciato due ani fa dalla Regione Puglia: una vetrina a tutto campo per Innovabilia che celebra quest’anno dal 17 al 19 maggio, la seconda edizione presso la Fiera di Foggia. All’interno dello stand allestito presso il giardino centrale di Villa Romanazzi Carducci, antistante la Sala Europa, sarà possibile acquisire contatti e tutte le informazioni necessarie per partecipare da semplici visitatori o portando la propria esperienza o, ancora, come espositori.  
   
   
PRESIDENTE REGIONE VENETO SU OPERAZIONE GDF ASSICURAZIONI SANITA’, “UNICO INTERVENTO ASCRIVIBILE AL SOTTOSCRITTO”  
 
 Venezia, 18 aprile 2012 - Il Presidente della Regione del Veneto Zaia ieri ha diramato la seguente nota. “In relazione all’operazione della Guardia di Finanza di Venezia, resa nota in data odierna, in ordine ad indagini riguardanti la Società assicuratrice unica partecipante all’appalto per le coperture assicurative delle Aziende Ulss del Veneto, onde evitare fraintendimenti, corre l’obbligo del seguente intervento da ritenersi come unico ascrivibile al sottoscritto: Ringrazio la Guardia di Finanza del Veneto per l’ottimo lavoro che quotidianamente svolge a salvaguardia della Comunità veneta. In particolare, in merito all’operazione resa nota oggi, e a quanto riferito sulla stessa dal generale Cretella circa la rilevanza nazionale che l’indagine sta assumendo, la Regione del Veneto si è posta e si pone, come usualmente accade, a completa disposizione delle forze inquirenti e della Magistratura. Colgo, infine, l’occasione per confermare che la Regione, come sempre in casi analoghi, non appena avute segnalazioni su possibili illeciti, ha prontamente attivato d’ufficio il proprio servizio ispettivo e le competenti Autorità”.  
   
   
ICT IN SANITA´: FAR RIPARTIRE IL CIRCOLO VIRTUOSO DELL´INNOVAZIONE  
 
Milano 18 Aprile 2012 - Si è svolto ieri mattina presso l´Aula Carlo De Carli del Politecnico di Milano l´evento di presentazione della Ricerca 2012 dell´Osservatorio Ict in Sanità: mettere in circolo l’innovazione ( www.Osservatori.net  ) . L´osservatorio Ict in Sanità è promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano con il contributo dell’Ict Institute del Politecnico di Milano e in collaborazione con Senaf/exposanità. La Ricerca 2012 si è basata su un’analisi empirica che, attraverso survey e studi di caso, ha coinvolto oltre 350 tra Cio, Direttori Generali, Direttori Amministrativi, Direttori Sanitari, referenti regionali e, grazie alla collaborazione con Doxapharma e la Fimmg, 637 Medici di Medicina Generale e 1001 Cittadini, statisticamente rappresentativi della popolazione italiana. La spesa Ict in Sanità in Italia Ammonta a 1,3 miliardi di Euro, pari a circa l’1,1% della spesa sanitaria pubblica, la spesa complessiva in Ict per la Sanità in Italia, sostenuta da strutture sanitarie, Regioni, Ministero della Salute e Medici di Medicina Generale1. La spesa Ict procapite in Italia è dunque pari a 22 € per abitante: un valore ridotto, se si considerano altri Paesi con Sistemi Sanitari confrontabili. 1 Nella Ricerca non sono stati considerati i Pediatri di Libera Scelta. Nazioni simili all’Italia per dimensioni e abitanti infatti dedicano all’Ict in Sanità quote intorno all’1,5% della spesa sanitaria pubblica (la Germania arriva a 36 € per abitante e la Francia a 40 €) o addirittura superiori al 2%, come accade per la Gran Bretagna, che con quasi 60 € per abitante si posiziona allo stesso livello dei Paesi di riferimento del Nord Europa, tra cui spiccano in particolare Svezia (63 € di spesa Ict per abitante) e Danimarca (oltre 70 € per abitante)2. Il 70% della spesa Ict in Sanità in Italia, pari a 910 milioni di Euro, è effettuato a livello di strutture sanitarie, che hanno visto nell’ultimo anno una riduzione dei propri budget Ict rispetto alle analoghe stime effettuate nel 2010 (920 milioni di Euro). A fronte della sostanziale stabilità della spesa corrente, tale riduzione è principalmente legata a una contrazione degli investimenti Ict. Anche per i prossimi tre anni le previsioni, da parte delle strutture sanitarie, indicano una tendenza allo stallo o alla contrazione: il 49% del campione prevede infatti una diminuzione degli investimenti Ict (che nell’8% dei casi si ridurranno di oltre il 40% rispetto al 2011). In termini di tipologie di costi Ict, la prima voce di spesa per le strutture sanitarie è relativa all’acquisto di servizi Ict (54%), pari a 491 milioni di Euro, seguita dal costo del personale Ict, che nel 2011 è stato pari a 191 milioni di Euro. Le spese in acquisti software e hardware corrispondono rispettivamente al 12% e al 13% del budget Ict complessivo delle strutture sanitarie. Il 23% della spesa Ict complessiva in Sanità è sostenuto direttamente dalle Regioni (escludendo eventuali finanziamenti alle strutture sanitarie). Nel 2012, infatti, considerando le quote per nuovi progetti e per il funzionamento e la manutenzione dei sistemi, tale spesa è stimabile in circa 300 milioni di Euro. I maggiori progetti promossi direttamente dalle Regioni riguardano soprattutto gli aspetti legati allo sviluppo dell’infrastruttura di rete e dei sistemi di integrazione tra i diversi attori a livello regionale (ad esempio il Siss in Lombardia e la rete Sole in Emilia Romagna) e all’erogazione di servizi di base centralizzati alle strutture sanitarie (ad esempio la creazione della Nuova Anagrafe Assistiti, realizzata dalla Regione Sicilia). Per quanto riguarda la spesa effettuata dai Medici di Medicina Generale (Mmg) per gli acquisti di servizi e sistemi Ict (con l’esclusione delle apparecchiature biomedicali), le proiezioni realizzate sui dati raccolti indicano un volume pari a 70,2 milioni di Euro nel 2011 e a 70,9 milioni di Euro nel 2012, con una variazione quindi trascurabile e un valor medio piuttosto contenuto che si attesta intorno a 1.500 € per ogni Mmg. Il Ministero della Salute, infine, prevede una spesa per la gestione delle attività di funzionamento dei sistemi Ict di propria competenza di circa 12 milioni di Euro nel 2011, dimezzando quindi il budget rispetto a quanto speso nel 2010 e riducendo ancora nel 2012 le spese del 13%. 2 Fonte: Oecd Database Statextracts, disponibile al sito http://stats.Oecd.org/. “L’ict per la Sanità non è una semplice voce di spesa, ma può rappresentare una delle principali leve di intervento su cui è possibile agire per incrementare sia la qualità dei servizi che la loro efficienza e sostenibilità economica – dichiara Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell´Osservatorio Ict in Sanità - Proprio mentre si richiede uno sforzo per migliorare le prestazioni del sistema, gli investimenti in Ict rischiano di subire un rallentamento, se non delle vere e proprie frenate dovute a esigenze finanziarie di breve periodo. Il pericolo è che il taglio degli investimenti in quelle che rientrano ormai tra le principali tecnologie abilitanti del sistema si traduca in una progressiva perdita di efficacia del servizio sanitario che, a sua volta, può portare a maggiori costi e minori risorse disponibili, rischiando di far avvitare il sistema in una sorta di circolo vizioso con un progressivo deterioramento della qualità e della competitività delle prestazioni. È urgente scongiurarlo o invertirlo, creando invece un circolo virtuoso basato sull’innovazione: investimenti efficaci per portare maggiore qualità e minori costi, recuperando così nuove risorse per rendere migliore e più sostenibile il Sistema Sanitario”. Il divario degli investimenti Ict a livello regionale Oltre ad essere complessivamente bassa, la spesa Ict nella Sanità italiana è distribuita in modo molto disomogeneo e gli squilibri a livello geografico sembrano essere destinati ad accentuarsi nei prossimi anni. Particolarmente critica la situazione delle Regioni sottoposte a piani di rientro, nelle quali il vincolo al contenimento delle spese impedisce di lanciare i necessari piani di innovazione, acuendo così il divario prestazionale che separa i loro Sistemi Sanitari da quelli delle Regioni più virtuose. Con riferimento alla spesa delle singole strutture sanitarie, le aziende del Nord assorbono circa due terzi della spesa, raggiungendo budget vicini alle best practice europee, dai quali invece le strutture del Centro-sud restano molto distanti. Al Nord, infatti, si concentra l´87% delle strutture ad alto budget Ict (superiore a 2 milioni di €), mentre solo il 7% sono nel Centro e il 6% nel Sud e Isole. Relativamente al budget dei Medici di Medicina Generale, a livello di macro-area geografica, la spesa Ict media sostenuta da ciascun medico del Nord (1.527 € al Nord-ovest e 1.662 € nel Nord-est) è mediamente superiore rispetto al Centro (1.373 €) e al Sud e Isole (1.471 €). Sono profonde, infine, le differenze a livello di spesa degli Enti regionali, con quelli del Nord Italia che coprono oltre due terzi delle spese Ict sostenute direttamente dalle Regioni. Considerando la spesa complessiva per area geografica e l’entità della popolazione residente, ne deriva una spesa Ict pro-capite di circa 31 euro al Nord (per esattezza 34 euro al Nord- Ovest e 28 euro al Nord-est), contro una spesa di 14 euro al Centro e di solo 12 Euro per abitante nel Sud e nelle Isole. L´impatto delle differenze di spesa Ict sull’efficienza e l’efficacia dei servizi sanitari è notevole come dimostra la correlazione positiva tra i dati della Ricerca relativi alla spesa Ict pro-capite regionale sia con quelli ufficiali3 sull’efficienza dei servizi sanitari (misurata in termini di spesa pubblica sanitaria pro-capite), che con quelli relativi alla qualità dei servizi sanitari (misurata in termini di percentuale di persone molto soddisfatte dell’assistenza medica ospedaliera ricevuta). Dall’analisi, in particolare, emerge come le regioni virtuose in termini di qualità ed efficienza del Sistema Sanitario si caratterizzino per livelli di spesa Ict pro-capite quasi doppi rispetto a quelle meno virtuose. 3 Fonte: Istat Health for All, disponibile al link: www.Istat.it/sanita/health   Gli ultimi dati ufficiali disponibili fanno riferimento al 2010 Lo sviluppo del Virtual Health L’osservatorio Ict in Sanità ha approfondito 66 casi studio di iniziative a livello aziendale e regionale, identificando gli ambiti Ict il cui utilizzo integrato consente di disegnare un sistema efficace di Virtual Health, ovvero un sistema in cui, grazie all’Ict, le informazioni, le conoscenze e i servizi sono resi facilmente accessibili agli operatori sanitari e agli stessi pazienti, consentendo al tempo stesso di ridurre i costi e migliorare la qualità del Sistema Sanitario. Gli ambiti di un sistema efficace di Virtual Health possono essere ricondotti a nove aree fondamentali. Sette di questi ambiti godono già oggi di una certa popolarità tra i decisori e, pur a fronte della crisi generalizzata degli investimenti, stanno attirando crescenti risorse economiche: 1. Cartella Clinica Elettronica (+13% di incremento di spesa previsto per il 2012); 2. Cloud Computing (+88%); 3. Sistemi per la Dematerializzazione (+89%); 4. Gestione informatizzata dei farmaci (+64%); 5. Servizi digitali al Cittadino (+46%); 6. Mobile Health (+36%); 7. Sistemi di Business Intelligence e Clinical Governance (+25%). A questi si aggiungono due ambiti più immaturi, come testimoniano i bassi livelli di diffusione e di investimenti previsti, ma comunque altrettanto interessanti per il loro impatto a livello di sistema: 8. Fascicolo Sanitario Elettronico; 9. Soluzioni per la medicina sul territorio e l’Assistenza Domiciliare.  
   
   
AL POLITECNICO DI MILANO PREMIATA L´INNOVAZIONE VINCENTE IN SANITÀ SEI STRUTTURE SANITARIE SI DISTINGUONO PER CAPACITÀ DI UTILIZZARE L’ICT COME LEVA DI INNOVAZIONE  
 
 Milano 18 aprile 2012 - Sono sei strutture sanitarie, selezionate tra 59 in tutta Italia, le vincitrici del Premio Innovazione Ict in Sanità 2012, consegnato oggi al Politecnico di Milano in occasione del convegno di presentazione dei risultati della Ricerca 2012 dell’Osservatorio Ict in Sanità promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano con il contributo dell’Ict Institute del Politecnico di Milano e in collaborazione con Senaf/exposanità. “Il Premio Innovazione Ict in Sanità, giunto alla sua terza edizione, ha l´obiettivo creare occasioni di conoscenza e condivisione dei progetti che si distinguono per capacità di utilizzare l’Ict come leva di innovazione e miglioramento nel mondo della Sanità in Italia – afferma Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell´Osservatorio Ict in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano – Si propone di generare un meccanismo virtuoso di condivisione delle esperienze di eccellenza delle strutture sanitarie italiane, che spesso non conoscono a pieno i benefici derivanti dall’adozione di moderne tecnologie come leva per migliorare le proprie performance”. Per la categoria Gestione informatizzata dei farmaci nei processi ospedalieri si è aggiudicata il premio l´Ao Ospedali Riuniti di Bergamo, per quella relativa alle Soluzioni per l’assistenza domiciliare e la medicina sul territorio l´Asl 4 di Terni, per la categoria Ict e integrazione delle informazioni cliniche del paziente l´Azienda Ulss 18 di Rovigo, per le Soluzioni per un migliore servizio al cittadino l´Azienda Ulss 9 di Treviso, per la Dematerializzazione dei documenti e revisione dei processi l´Azienda Usl Valle d´Aosta, per i Sistemi di reporting direzionale e di business intelligence l´Istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione (Ismett) di Palermo. Ao Ospedali Riuniti di Bergamo - Gestione informatizzata dei farmaci nei processi ospedalieri Gli Ospedali Riuniti di Bergamo, azienda ospedaliera pubblica di rilievo nazionale e di alta specializzazione, (oltre 3.500 operatori e 1.067 posti letto, 50mila ricoveri, oltre 23mila interventi chirurgici e 6 milioni di prestazioni ambulatoriali l´anno) dal 2005 ha avviato il progetto Farmasafe@ - nato dalla sperimentazione congiunta con Sago, società del Gruppo Dedalus - finalizzato a sviluppare un sistema informatizzato di farmacoterapia che riguardasse l’intera gestione del ciclo del farmaco. “Il progetto – spiega Mariano Corso - è stato premiato per il coinvolgimento di tutti gli attori delle varie fasi del processo di gestione del farmaco in tutti i reparti dell’Azienda Ospedaliera e per i notevoli benefici raggiunti, in termini di riduzione del rischio clinico, velocizzazione nello svolgimento delle attività, miglioramento del supporto informativo e decisionale e recupero complessivo di efficienza nel processo di gestione della farmacoterapia”. Il sistema oggi è diffuso al 91% dei reparti per un totale di 115 centri di costo tra degenze e ambulatori, con il coinvolgimento di oltre 500 medici, 1.200 infermieri, 7 farmacisti e 4 informatici, per un totale di 5,2 milioni di somministrazioni registrate. Le terapie farmacologiche vengono prescritte dal medico direttamente al letto del paziente, con un computer portatile collegato in rete wireless; allo stesso modo, gli infermieri visionano a computer il piano di lavoro e i farmaci da somministrare ai degenti. In fase di somministrazione viene eseguito un riconoscimento di farmaci e preparati tramite lettura ottica dei rispettivi barcode, garantendo un ulteriore controllo e riducendo il rischio di errori. Il sistema richiede la lettura del barcode di ogni preparato anche ad inizio infusione e ad ogni cambio di contenitore, così da verificare la correttezza della sequenza di infusione, tracciandone nel contempo i tempi di infusione e garantendo la completa tracciabilità del processo di somministrazione. Il farmacista, che affianca il medico e l’infermiere in reparto nella fase di gestione del farmaco, ha la costante opportunità di accedere alle informazioni, conoscendo in ogni momento le terapie dei singoli pazienti e potendo interagire con il personale sanitario nella condivisione di protocolli terapeutici e procedure di ricostituzione delle terapie complesse. Per le preparazioni galeniche specialistiche la prescrizione informatica viene inviata dal medico alla farmacia centrale dove il farmacista traduce, sempre per via informatica, il tutto in un foglio di preparazione con stampa delle etichette al fine di eseguire correttamente il galenico. Alla dimissione, il sistema consente di preparare tutti i documenti necessari per la cartella clinica, compreso il “foglio unico di terapia”, che riporta tutto quanto è accaduto in termini farmacologici durante il ricovero. Il medico, inoltre, può effettuare la prescrizione informatizzata del primo ciclo di terapia domiciliare che l’Ospedale garantisce ad ogni paziente in fase di dimissione. I principali benefici connessi con l’implementazione della soluzione riguardano:  la riduzione del rischio clinico, con valori che variano dal 16% al 46% a seconda della fase e del reparto coinvolto, calcolato secondo la metodologia Fmeca attraverso l’esame delle variazioni dell’Indice di priorità di Rischio (Ipr), indicatore del livello di rischiosità relativa delle attività di processo;  la velocizzazione delle attività, soprattutto per la fase di preparazione dei farmaci chemioterapici in Farmacia, che ha visto una riduzione del 19% del tempo per la preparazione di farmaci per pazienti già in terapia e del 59% per pazienti nuovi;  il supporto informativo fornito agli operatori, che si concretizza sia nella maggior velocità con cui gli utenti possono accedere alle informazioni utili alle proprie attività (miglioramenti medi del 92%), sia nel maggior supporto decisionale offerto dallo strumento informatico;  la riduzione degli stock di reparto e dei costi legati a ri-preparazioni di farmaci;  la soddisfazione nell’utilizzo dello strumento da parte del 93% degli operatori. In sintesi, l’impiego di un workflow controllato garantisce una migliore gestione dell’intero processo di cura e una migliore qualità del servizio al paziente. In questo senso la tecnologia non si traduce in una spersonalizzazione della clinica, ma in uno strumento che consente al capitale umano di esprimersi al meglio, disponendo di strumenti e dati adeguati al livello dell’attività che svolgono. Il futuro trasferimento nel Nuovo Ospedale permetterà l’evoluzione del sistema a supporto della gestione della farmacoterapia anche in relazione all’impiego di farmaci in confezione monodose, il che si traduce nell’utilizzo di armadi robotizzati e nell’esternalizzazione del magazzino farmaceutico, ma anche nel collegamento di Farmasafe@ al dossier sanitario elettronico aziendale D@se e agli strumenti mobile al letto del paziente. Asl 4 di Terni - Soluzioni per l’assistenza domiciliare e la medicina sul territorio L´azienda Sanitaria Locale 4 di Terni si articola in tre distretti sociosanitari (numero 1 di Terni, numero 2 di Narni e Amelia, numero 3 di Orvieto) e gestisce due ospedali (Narni - Amelia e Orvieto), ha il compito di tutelare la salute della popolazione residente nella provincia di Terni, un territorio con 225 mila abitanti e 32 Comuni. Da Maggio 2010, grazie alla sponsorship della Direzione Generale della Asl 4, nonché della Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali della Regione Umbria, ha avviato un progetto per migliorare il processo di assistenza domiciliare integrata grazie ad un sistema informativo e informatico che permette di implementare modelli di governance delle prestazioni e dei servizi erogati a partire dalle condizioni di salute della persona e a gestire il debito informativo verso il Nuovo Sistema Informativo Sanitario Nazionale. “Il progetto è stato premiato per l’innovativo modello di governance del territorio – chiarisce Mariano Corso - reso possibile da un sistema informatico in grado di migliorare il processo di assistenza domiciliare integrata, e per la coerenza con le norme di riferimento regionali e nazionali che mirano a raggiungere non solo obiettivi di copertura dei servizi domiciliari, ma anche a ridurre i costi del sistema sanitario”. Il sistema è costituito da una piattaforma hardware installata presso la Regione Umbria, per la gestione centralizzata dei dati riguardanti le Residenze sanitarie (Rs) e i servizi delle Cure Domiciliari, e integrata con l’Anagrafe Regionale, permettendo quindi la completezza di informazioni riguardanti gli oltre 7.000 pazienti per cui è previsto un percorso di assistenza domiciliare. Al server centrale sono collegate diverse postazioni client, presenti presso la Asl stessa, presso i Distretti, i Punti Unici di Accesso (Pua), le Rs e gli Ospedali. Alla piattaforma accedono, infatti, anche i Medici di Medicina Generale, che inseriscono via web le richieste di arruolamento di pazienti in regime di assistenza domiciliare integrata, e le Aziende Ospedaliere, nel caso di dimissioni protette. Una volta inserite le informazioni sul sistema, il software in dotazione consente di effettuare una valutazione multidimensionale del paziente (tramite Vaor-adi) per l’assegnazione di un percorso di assistenza ad hoc. L´applicativo consente la memorizzazione delle informazioni rilevate durante le diverse attività assistenziali permettendo quindi la rielaborazione dei dati e la generazione di report riassuntivi, utili per il controllo della spesa. La possibilità, da parte di tutti gli operatori abilitati, di operare su un’unica piattaforma ha consentito di arricchire la conoscenza del singolo paziente, abilitando una miglior qualità del servizio offerto, maggiore flessibilità e controllo delle attività svolte sul territorio e promuovendo una cultura che vede il cittadino come fulcro delle attività assistenziali. Infatti, seguire i percorsi di cura delle persone dal momento in cui accedono alla rete dei servizi per la prima volta fino al termine del percorso consente di valutare continuamente gli esiti delle azioni intraprese, abilitando eventuali azioni correttive. Con lo scopo di gestire al meglio il cambiamento, l´introduzione del sistema è stata preceduta da un’analisi dei processi e dei percorsi assistenziali in coerenza con le normative regionali, al fine di consentire a tutto il personale coinvolto di condividere la configurazione del sistema. La fase di avvio è stata supportata da un piano di formazione rivolto ai circa 250 operatori coinvolti (Medici Specialisti, Infermieri, Fisioterapisti, Assistenti sociali e Coordinatori delle Professioni), affiancato da tavoli di lavoro che hanno inoltre permesso la raccolta di suggerimenti per l’adeguamento del sistema. Tutto il processo è stato seguito da un capo progetto con supervisione e costante supporto della Direzione dell´Azienda con lo scopo di mantenere sempre alta l’attenzione verso gli obiettivi. Il sistema è stato esteso nel mese di marzo all’Hospice e nel prossimo semestre lo sarà anche alla Salute mentale e al Sociale, riuscendo a corrispondere la necessaria risposta al debito informativo nazionale e nel contempo ad essere un’unica piattaforma gestionale per le attività assistenziali territoriali. Si prevede per il futuro l’estensione del sistema alla Asl 1 di Città di Castello e all’Asl 3 di Foligno. Azienda Ulss 18 di Rovigo - Ict e integrazione delle informazioni cliniche del paziente L’unità Locale Socio-sanitaria n. 18 di Rovigo della Regione Veneto è stata istituita il 1°Gennaio 1995 ed eroga i propri servizi socio-sanitari a 41 comuni, con una popolazione di oltre 170.000 abitanti. La strategia aziendale è stata rivolta principalmente, durante l’ultimo decennio, ad incrementare l’informatizzazione dei processi clinico-assistenziali e dei servizi rivolti ai professionisti e ai cittadini, nella convinzione che una corretta gestione informatizzata consenta di aumentare la qualità delle cure e l’efficienza della struttura stessa. Per questi motivi nel 2004 si è sviluppato, anche grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, un piano di ammodernamento (composto da specifici sotto-progetti) che ha consentito un’evoluzione strutturata di informatizzazione di tutti i processi clinico assistenziali. Il progetto complessivo è stato implementato in un arco temporale di otto anni, dal 2004 ad oggi, con un elevato commitment da parte della Direzione Generale e di alcune strutture aziendali, coinvolte nello sviluppo, con l’individuazione di quattro ambiti principali alla base di tutto il processo di ammodernamento: il diario di ricovero, l’Order Entry (Cpoe), i risultati degli accertamenti diagnostici e i sistemi di supporto decisionale (Cdss). “Il progetto – dice Mariano Corso - è stato premiato per aver fornito un supporto integrato di funzionalità mediche ed infermieristiche con gestione della gran parte delle informazioni strutturate relative al ricovero ospedaliero e per aver coinvolto un gruppo di lavoro multidisciplinare nello sviluppo che nell’implementazione della soluzione”. L’architettura complessiva del progetto ha seguito uno schema preciso che prevede la centralità del paziente all’interno del processo di cura. Tale prospettiva si concretizza sia attraverso la disponibilità delle informazioni sanitarie relative al paziente in ogni postazione di lavoro fissa o mobile (fino al letto del malato) all’interno dell’Azienda Sanitaria, sia grazie a sistemi di controllo del flusso informativo che consentono di aumentare la sicurezza e la gestione delle attività assistenziali. In particolare, per ottenere nella pratica gli obiettivi sopra descritti, si è partiti creando l’infrastruttura tecnologica ed informativa necessaria all’implementazione e all’integrazione delle diverse procedure aziendali. Negli anni, partendo dall’anagrafe unica provinciale, sono state integrate procedure e applicazioni quali: il Cup provinciale, l’Adt, l’Order Entry, Lis, Ris/pacs (completa gestione di tutta la diagnostica radiologica, cardiologica e di diagnostica endoscopica), l’anatomia patologica, il trasfusionale, la gestione delle visite ambulatoriali, la cardiologia (Ecg), la cartella di ricovero (con molteplici funzionalità sia lato medico, che infermieristico), il registro operatorio, il Repository aziendale ed i diversi collegamenti con le apparecchiature elettromedicali, al fine di permettere la raccolta informatizzata dei parametri vitali rilevati. Mentre alcuni dei sistemi dipartimentali generano referti firmati digitalmente e direttamente accessibili all’interno della cartella clinica informatizzata, il Lis, il Ris e la Cardiologia arricchiscono tale funzionalità con la possibilità rispettivamente di tracciare l’andamento temporale degli esami di laboratorio, di visualizzare le immagini radiologiche e i tracciati Ecg direttamente al letto del paziente. Gli strumenti utilizzati per supportare il lavoro in reparto sono Pc portatili (con o senza carrello) e Pc Desktop in relazione alla necessità o meno di usufruire di informazioni cliniche al letto del paziente per attuare il processo di cura. Ogni postazione mobile è dotata di lettore barcode per le attività di identificazione del malato e somministrazione personalizzata della terapia farmacologica. La digitalizzazione ha consentito l’attuazione del paradigma “one patient – one record”, prerequisito essenziale per poter ottenere il fascicolo socio-sanitario del paziente, come raccolta permanente di tutti gli episodi di contatto del cittadino con il servizio sanitario. Il progetto complessivo è attualmente diffuso nei due presidi dell’Ulss 18 di Rovigo e quasi completamente diffuso nelle sedi territoriali. Lo sviluppo e l’implementazione del progetto ha richiesto profondi cambiamenti organizzativi nei processi, nelle competenze e nei ruoli. Tali cambiamenti organizzativi sono stati a volte di difficile attuazione e sono stati risolti con differenti metodologie: dialogo con le parti interessate, applicazioni di “leve motivanti” e nei casi più complessi applicando un approccio “top-down”. Inoltre, sono stati effettuati periodi di “formazione sul campo”, per garantire l’assimilazione dei nuovi processi e risolvere le problematiche che sono sorte durante le fasi di implementazione. La completa digitalizzazione della gestione del processo assistenziale e dei documenti correlati ha consentito di aumentare la “sicurezza del paziente” (anche in termini di misurazione degli eventi avversi), la trasparenza dei processi e la loro standardizzazione e una ottimizzazione complessiva dei processi in termini di efficienza. Le prospettive di sviluppo riguardano principalmente il miglioramento e l’implementazione di nuovi strumenti di supporto decisionale nonché l’estensione nel territorio degli attuali servizi offerti dall’azienda sanitaria al fine di seguire il paziente durante tutto il suo percorso assistenziale, con particolare riguardo al malato cronico. Azienda Ulss 9 di Treviso - Soluzioni per un migliore servizio al cittadino L´azienda Ulss n° 9 di Treviso opera su un territorio che comprende 37 Comuni e una popolazione di circa 420 mila abitanti che formano quasi la metà dei residenti nella Marca trevigiana. Si articola in due Presidi ospedalieri (Treviso, dotato di circa 1.100 posti letto, e Oderzo, di circa 200, e quattro distretti sociosanitari). La centralità del cittadino è il principio secondo cui l´azienda organizza i processi operativi per lo sviluppo dei percorsi diagnostici e assistenziali: il progetto “Referti Mobile”, avviato nel Maggio del 2011 grazie alla sponsorship della Direzione Generale, è un esempio di come l’Azienda intenda sfruttare le nuove tecnologie per raggiungere questo obiettivo. L’iniziativa si colloca all’interno di un percorso più ampio di dematerializzazione e di virtualizzazione degli sportelli aziendali, in linea con il progetto regionale “Veneto Escape”, e nasce dall’esigenza di aggiornamento dei servizi offerti al cittadino rispetto alle nuove tecnologie emergenti (smartphone e tablet). Il progetto è stato promosso dalle unità operative Programmazione Ricerca e Comunicazione e Servizio per l´Informatica, con la collaborazione del Servizio Cup. “Il progetto – spiega Mariano Corso - è stato premiato per la capacità di sviluppare una piattaforma che consente ai cittadini di consultare i propri dati clinici su un canale innovativo, quello Mobile, sfruttando un accesso rapido e sicuro ai propri referti”. “Referti Mobile” infatti è un’applicazione gratuita per la visualizzazione dei referti prodotti dall’Azienda su dispositivi mobili che operano su piattaforme iOs e Android. In particolare, il paziente, all’atto della prenotazione al Cup, riceve un promemoria cartaceo dell’appuntamento dove sono riportati anche i codici di accesso per il download dei referti (codice fiscale e codice identificativo, forniti anche in modalità Qr Code). Attraverso l’utilizzo della fotocamera presente sul proprio smartphone o tablet, l’utente può inserire automaticamente le credenziali per accedere al servizio, eccezion fatta per gli ultimi 5 caratteri del codice fiscale che, per motivi di tutela della privacy, devono essere inseriti manualmente. È previsto in ogni caso l’inserimento manuale, nel caso in cui il Qr Code non sia stampato in modo chiaro o in caso di malfunzionamento della fotocamera. Una volta effettuato l’accesso al sistema, l’applicazione presenta una maschera di ricerca attraverso cui l’utente ha la possibilità di selezionare il referto desiderato, che potrà essere semplicemente visualizzato oppure salvato sul dispositivo. Con l’introduzione di questo servizio la Ulss 9 di Treviso punta ad ampliare significativamente le possibilità per un cittadino di scaricare il proprio referto da Internet, sia riducendo ulteriormente il tempo necessario, sia per la possibilità di farlo in qualsiasi momento della giornata. I benefici sono ancora più evidenti per quei pazienti soggetti a patologie croniche, che necessitano di controlli periodici frequenti. Inoltre, la lettura dei codici personali tramite Qr Code consente un accesso ancora più immediato al servizio. Non da ultimo, lo strumento mobile è più semplice da utilizzare rispetto al Pc e consente di superare le barriere legate all’infrastruttura di rete, in particolare in quelle aree in cui non è ancora presente la linea Adsl. Nonostante il lancio ufficiale sia previsto per Aprile 2012, l’applicazione è già presente all’interno degli application store e ha già fatto registrare centinaia di download. “Referti Mobile” rappresenta dunque il primo passo verso uno sportello virtuale e, in futuro, acquisirà nuove funzionalità come, per esempio, la prenotazione della visita e il pagamento dei ticket. Una volta che sarà completata l’implementazione di un Fascicolo Sanitario Elettronico a livello regionale, questo tipo di applicazione potrà diventare il punto di accesso preferenziale per il cittadino, con la possibilità di consultare referti prodotti da tutte le aziende sanitarie della Regione. Azienda Usl Valle d´Aosta - Dematerializzazione dei documenti e revisione dei processi L’azienda U.s.l. Valle d’Aosta, fondata nel 1773 dall’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro di Torino, è composta da un Ospedale Regionale sito ad Aosta, da un Presidio Ospedaliero sito a Beauregard, da 4 Poliambulatori e da 6 Centri Traumatologici. Nel 2006 è stato avviato il primo progetto di dematerializzazione interno alla Ausl, che ha interessato tutta la documentazione clinica prodotta dal Dipartimento di Diagnostica per Immagini, contemporaneamente all’implementazione del sistema Ris-pacs, primo sistema che, a livello nazionale, ha previsto l’utilizzo routinario e sistematico della firma digitale per i referti radiologici e la conservazione a norma di legge sia di referti che di immagini (circa 1.000.000 di referti dematerializzati fino ad oggi). Nel 2010 si è aggiunta la gestione dematerializzata dei Verbali di Pronto Soccorso (circa 80.000 verbali dematerializzati fino ad oggi), che vengono tutti firmati digitalmente e sottoposti a conservazione sostitutiva. Nel 2011 l´Ausl ha deciso di estendere i servizi di firma digitale e conservazione sostitutiva a gran parte della documentazione clinica ed, in modo particolare, ai documenti che il Ministero della Salute ha indicato, nelle Linee Guida del Tavolo Sanità Elettronica, quali documenti prioritari e raccomandati da gestire nel Fascicolo Sanitario Elettronico: referti e immagini di Diagnostica per Immagini, Patient Summary, Verbali di Pronto Soccorso, Referti di Laboratorio Analisi, Referti di Anatomia Patologica, Verbali di Atti Operatori, Lettere di Dimissioni. In ottica di estendere il livello di dematerializzazione a tutta la documentazione prodotta, a breve verrà introdotta la firma grafometrica. L’obiettivo resta comunque quello di arrivare, nell´arco di 5 anni, alla totale dematerializzazione dei documenti clinici includendo la Cartella Clinica nella sua interezza. “Il progetto – dichiara Mariano Corso - è stato premiato per l’approccio ai processi di dematerializzazione che ha permesso di coniugare lo sviluppo degli aspetti tecnologici con quelli organizzativi, necessari a definire in modo chiaro e condiviso ruoli e responsabilità, e per il largo coinvolgimento degli attori aziendali interessati”. Punto di forza del progetto, infatti, è stata la volontà di accompagnare lo sviluppo tecnico-applicativo con una revisione organizzativa dei processi interessati. È stato avviato un progetto di revisione organizzativa fortemente correlato con il piano di sviluppo tecnologico, che ha coinvolto tutti gli attori dell’Ausl e che ha portato ad istituire uno specifico Ufficio Dematerializzazione, con il ruolo di supportare il percorso di dematerializzazione a partire dalla progettazione reparto per reparto e di provvedere alla reingegnerizzazione dei processi, alla formazione e alla realizzazione dei flussi dematerializzati. L´ufficio Dematerializzazione, inoltre, supporta l’organizzazione di eventi e programmi di comunicazione interni ed esterni e di piani di formazione differenziati sul profilo degli operatori coinvolti nel progetto. I benefici della dematerializzazione, oltre che legati ad una maggiore efficienza, sono di carattere organizzativo e connessi alla formalizzazione e consapevolezza delle responsabilità degli operatori coinvolti nel processo di creazione, conservazione ed esibizione dei documenti dematerializzati. Dal punto di vista del governo dei processi, inoltre, la dematerializzazione ha aumentato la trasparenza delle informazioni e il livello di standardizzazione, monitoraggio e controllo dei processi. Ismett Palermo - Sistemi di reporting direzionale e di business intelligence L’istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione (Ismett) nasce a Palermo da una partnership tra la Regione Siciliana ed Upmc (University of Pittsburgh Medical Center). Fin dalla sua apertura, l’Istituto ha posto particolare attenzione all’informatizzazione e alle nuove tecnologie, utilizzate per migliorare gli standard di qualità di Ismett. Un ruolo centrale all’interno dei sistemi informativi dell’Istituto è ricoperto dalla Cartella Clinica Elettronica, un sofisticato sistema che ha permesso non solo di eliminare tutta la documentazione cartacea ma anche di avere una tracciabilità di qualsiasi azione condotta all’interno di Ismett. Le grandi potenzialità tecnologiche dell’Istituto hanno permesso di avviare e sviluppare un progetto di Business Intelligence, ovvero un sistema che permetta la gestione al suo interno di più modelli di cost accounting tra loro tutti collegati, interdipendenti e sempre tra loro coerenti, come quelli di: contabilità analitica a costi diretti e a costi pieni, un sistema di activity based costing orientato al singolo paziente, un sistema integrato di budgeting, ecc. “Il progetto è stato premiato per l’approccio complessivo con cui è stato concepito – spiega Mariano Corso - considerando congiuntamente tutti gli aspetti di strategia, processi organizzativi e tecnologia e per aver oltrepassato i limiti che caratterizzano i classici modelli di controllo dei costi basati sui centri di responsabilità, per approdare ad una logica più evoluta, basata sul singolo episodio di cura”. La realizzazione del progetto - che ha visto il coinvolgimento del Dipartimento di Pianificazione e Controllo di Gestione in collaborazione con il Dipartimento Information Technology dell’Istituto - è partita nell’aprile del 2010, registrando un investimento pari a 179.000 €. Il collaudo è stato effettuato appena un anno dopo e ad oggi il sistema è in uso presso Ismett e in continua evoluzione. L’obiettivo è quello di individuare le aree nelle quali è possibile effettuare dei miglioramenti, in modo tale da liberare risorse, investendole nel miglioramento continuo della qualità delle prestazioni erogate al cliente e della sua soddisfazione. L’idea attorno alla quale si è sviluppato il progetto è quella di considerare il singolo evento clinico come determinante dei costi aziendali. Il paziente viene pensato, dal punto di vista gestionale, come un “aggregato di costi”, al quale è attribuito in modo univoco e diretto il valore delle risorse assorbite nei diversi eventi sanitari, per le relative prestazioni dei medici, per i consumi diretti di farmaci, dei dispositivi medico/chirurgici, esami di diagnostica, interventi di sala operatoria, ecc. Ogni evento è valorizzato economicamente e associato ad indicatori quantitativi-produttivi implementando, di fatto, la logica dell’Activity Based Costing orientata al singolo paziente. Il tool di Business Intelligence, basato sulla soluzione Cognos di Ibm, permette di raccogliere, immagazzinare, analizzare e distribuire informazioni sui processi aziendali, generalmente per scopi direzionali. Integrando l’ambito amministrativo con quello sanitario è possibile conoscere le risorse utilizzate e i risultati ottenuti, permettendo quindi una agevole analisi dei dati e la ricerca di possibili miglioramenti. La reportistica prodotta dal sistema è automatizzata e configurabile e consente di mettere in relazione le attività cliniche con i costi sostenuti e i ricavi percepiti. Questo aspetto è di fondamentale importanza per concretizzare il concetto di miglioramento continuo. Lo strumento introdotto consente, infatti, di conoscere i costi di ogni singola attività svolta, confrontando il risultato ottenuto con quello programmato nel budget e comprendendo, quindi, dove è possibile ottimizzare l’attività. Inoltre, la “flessibilità” del sistema consente di apportare variazioni nelle logiche, nei dati d’input e nella rappresentazione delle informazioni, in modo da gestire la reportistica coerentemente all’evoluzione dell’Istituto stesso e alle priorità definite dalla Direzione Generale. Un modello così costruito presenta due elementi di forte innovatività: il primo consiste nell´avere a disposizione, in un unico sistema informativo, dati eterogenei collegati, incrociabili e sintetizzabili; il secondo elemento consiste nell´avere realizzato un modello espandibile e gestibile in via continuativa anche in tempi brevi.  
   
   
REGIONE ABRUZZO INCONTRA MINISTRO A COESIONE TERRITORIALE CONFRONTO SU PRIMA INFANZIA, NON AUTOSUFFICIENZA E ADI  
 
Pescara, 18 aprile 2012 - Servizi per la prima infanzia, Piano locale della non autosufficienza, assistenza domiciliare integrata e integrazione socio-sanitaria sono stati, ieri mattina, a Pescara, nella sede dell´assessorato regionale alle Politiche del Lavoro, al centro dell´incontro che l´assessore al Lavoro ed alle Politiche sociali ha avuto con il Ministro per la Coesione Territoriale. Tali tematiche sono state affrontate anche al cospetto del Nucleo di coordinamento pedagogico regionale che, in particolare, ha illustrato al Ministro criticità e potenzialità del sistema socio-educativo per la prima infanzia. "Il nostro obiettivo - ha dichiarato l´assessore alle Politiche sociali - è sicuramente quello di elevare la qualità dei servizi in generale ma anche quello di strutturarli in maniera uniforme sul territorio proseguendo, al tempo stesso, le azioni finalizzate ad aumentare i posti disponibili negli asili nido. Ci proponiamo, in sostanza, di fornire le stesse opportunità di assistenza al maggior numero di famiglie e di bambini possibile cercando, al tempo stesso, un´ottimizzazione delle risorse che nel passato a volte è mancata". In relazione ai servizi educativi per la prima infanzia, l´assessore ha ricordato la legge regionale di riferimento, la n. 76 del 2000, che ha definito "un buon punto di partenza ma ovviamente, essendo trascorsi oltre dieci anni, necessitava di adeguamenti che sono in itinere". Il Ministro, dal canto suo, ha apprezzato il lavoro sin qui svolto rimarcando come gli indicatori delineino una Regione che, sul versante dei servizi alla prima infanzia, appare prossima alle migliori esperienze del centro-nord e di esempio per altre realtà del mezzogiorno.  
   
   
A PIEDI (E IN BICI) CONTRO L’OBESITÀ CON ‘PISA CITTÀ CHE CAMMINA’  
 
Firenze, 18 aprile 2012 - Camminare a piedi e usare di più la bici, per stare in salute e contrastare l’obesità. La pratica salutare coinvolgerà un’intera città, come prevede il progetto “Pisa la città che cammina”. Ieri, a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia e il sindaco di Pisa Marco Filippeschi hanno firmato il protocollo d’intesa che prevede la realizzazione di una serie di interventi che vanno dalla medicina all’urbanistica, dalla mobilità allo sport, dall’alimentazione alla scuola. Obiettivo comune di tutti gli interventi: contrastare la diffusione epidemica dell’obesità, con la realizzazione di iniziative specifiche e la promozione di comportamenti salutari. Il progetto, elaborato dall’amministrazione comunale di Pisa, con il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto Europeo per la prevenzione e la terapia dell’obesità e dell’azienda ospedaliero-universitaria pisana, e il contributo del comitato pisano della Uisp, è un modello di intervento integrato e multisettoriale, che la Regione si impegna a promuovere come best practice territoriale, da esportare a livello regionale, ma anche fuori regione, per contrastare quella che dall’Organizzazione mondiale della sanità è stata definita una vera “epidemia” e “una della maggiori sfide per la salute pubblica nel Xxi secolo”. “E’ ormai ampiamente dimostrato – sottolinea l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – che l’80% di mortalità e malattie (patologie cardiocircolatorie, diabete, obesità) sono dovute proprio a stili di vita errati. Le prime cause di morte, ci dice l’Organizzazione mondiale della sanità, sono ipertensione arteriosa (21,7%), fumo di tabacco (18,8%), ipercolesterolemia (11,1%), sovrappeso/obesità (10%). Per aiutare i cittadini a restare in salute, è quindi fondamentale intervenire proprio sugli stili di vita: alimentazione, fumo, alcol, movimento. In Toscana questo l’abbiamo capito da tempo, e ci stiamo muovendo su questa strada con tante iniziative. Un’ampia parte del nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale, che tra poco andrà all’approvazione del Consiglio, è dedicata proprio a questi aspetti. E anche l’iniziativa che variamo con la firma di questo protocollo va nella stessa direzione”. “Questo è un progetto molto innovativo, che nasce dalla presenza a Pisa del Centro europeo per la lotta all’obesità, diretto dal professor Aldo Pinchera – spiega il sindaco di Pisa Marco Filippeschi – L’obesità è una delle patologie più gravi e socialmente più costose del mondo ricco e sviluppato. Per combatterla, a Pisa abbiamo deciso di potenziare tutto ciò che riguarda le attività motorie. Progetti come questo si fanno nelle città più avanzate d’Europa. Per realizzarlo, abbiamo collaborato con Uisp, che è molto sensibile a queste tematiche. Ringraziamo la Regione per il sostegno che ci ha dato, e speriamo che questo esempio possa essere imitato, in Toscana e nel resto d’Italia; questo è un format che può essere esportato”. Tra gli interventi previsti, l’approvazione di uno nuovo Piano urbano del traffico del Comune di Pisa, che preveda anche interventi specifici sulla ciclabilità e “camminabilità” della città, e una proposta di piano della mobilità scolastica; l’approvazione del Piano per la eliminazione delle barriere architettoniche (in sigla P.e.b.a.) nel centro storico della città; la progettazione e l’attivazione di un percorso camminabile Sesta Porta/stazione-piazza dei Miracoli; la realizzazione di due percorsi ciclabili e camminabili in direzione mare (“Al mare ci vado in bicicletta”) e verso il nuovo ospedale Cisanello. E ancora, stazioni di scambio auto-bici, attivazione di segnaletica adeguata per i percorsi ciclabili e camminabili, collegamenti più agevoli senza auto verso strutture decentrate, attività rivolte ai bambini, con i progetti “A scuola ci vado da solo” (percorsi sicuri casa-scuola/casa-impianto sportivo) e “Diamoci una mossa” (movimento e sana alimentazione), agli adulti e agli anziani, come l’Afa, attività fisica adattata. Tutti interventi perfettamente in linea con il nuovo Piano Sanitario e Sociale 2012-2015, licenziato dalla giunta e ora in fase di approvazione in Consiglio regionale, che prevede, tra l’altro, lo sviluppo di azioni di mobilità sostenibile, con la realizzazione di piste ciclabili e zone di mobilità pedonale; l’informazione e promozione di servizi alternativi al mezzo privato; la promozione di corretti stili di vita e dell’attività fisica come uno dei principali fattori per la prevenzione e la cura di molte malattie croniche.  
   
   
IOSCELGOLASALUTE ENTRA IN BASICNET  
 
Torino, 18 aprile 2012 -I presidenti della Regione Piemonte, Roberto Cota, e di Basicnet, Marco Boglione, hanno siglato il 17 aprile nella sede dell’azienda torinese un protocollo d’intesa che, per la prima volta, permette alle risorse umane di un’impresa privata di accedere ai servizi sanitari direttamente dall’area riservata della propria postazione di lavoro. I dipendenti del Gruppo Basic potranno infatti collegarsi, in modo sicuro e rapido, a Ioscelgolasalute, lo sportello on line dei servizi sanitari della Regione direttamente dal sito aziendale attraverso il proprio login, e da lì prenotare prestazioni sanitarie (con la possibilità di disdire e modificare gli appuntamenti), pagare i ticket con carta di credito, accedere al servizio Prevenzione Serena per consultare e gestire gli appuntamenti di screening citologico e mammografico. In più, tramite l’internet aziendale, potranno scegliere in quali strutture farsi curare, conoscere i tempi di attesa di prestazioni e visite specialistiche, esprimere il proprio parere sulle strutture sanitarie, inviare domande su malattie e disturbi, visualizzare la rubrica dei direttori di struttura, approfondire lievi problemi di salute che possono essere affrontati autonomamente, stili di vita ed informazioni per la prevenzione di varie malattie, consultare un dizionario di termini medici, informarsi sulle associazioni di volontariato, consultare notizie in campo medico e sanitario, accedere all’indirizzario dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, che permette di visualizzare su mappa gli studi e gli orari. “Questo protocollo - ha messo in evidenza Cota - si inserisce a pieno titolo nella politica di apertura a 360 gradi dei servizi regionali rispetto al cittadino utente. Siamo contenti che una realtà importante come Basicnet, con la quale già collaboriamo su molti fronti, sia al nostro fianco anche in questa piccola grande battaglia contro la burocrazia. Soprattutto per quanto riguarda la sanità, la Regione sta facendo ogni sforzo possibile per avvicinare i propri servizi al cittadino. Avere tutta la sanità del Piemonte on line è un obiettivo centrale che ci siamo proposti e quello di oggi è un passaggio fondamentale”. Claudio Zanon, direttore generale di Aress Piemonte, ha sottolineato che “con questo accordo il mondo della sanità diventa tecnicamente più accessibile per coloro che hanno dimestichezza con l’uso dell’informatica. La possibilità di conoscere rende, altresì, più democratico e più trasparente l’uso dei servizi socio-sanitari”.  
   
   
PROLIFERAZIONE CELLULARE: UN “TOPO LUCCIOLA” CI AIUTA A VEDERE CHIARO  
 
Roma, 18 Aprile 2012 - Un nuovo topo transgenico, chiamato Mito-luc, è stato prodotto nel laboratorio di ricerca di Oncogenesi Molecolare dell’Ire, come eccellente modello sperimentale per gli studi sulla proliferazione cellulare. L’animale è stato ottenuto legando il gene della luciferasi, una proteina prodotta dalle lucciole, ad un frammento di Dna del topo che dipende dal fattore di trascrizione Nf-y, una proteina strettamente coinvolta nel processo di divisione e moltiplicazione cellulare. Quando si trovano in fase di crescita, le cellule dell’animale emettono bioluminescenza, una luce visibile ed apprezzabile dall’esterno semplicemente utilizzando una speciale macchina fotografica, senza alcun danno per l´animale. I topi- lucciola, sviluppati dal team della dr.Ssa Giulia Piaggio, in collaborazione col Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano, possono essere utilizzati per studi e rilevazioni a lungo termine. I dati ottenuti sono più precisi e consentono di diminuire sensibilmente il numero di animali necessari alla sperimentazione. Le possibili applicazioni sono molteplici: spaziano dall’oncologia alla medicina rigenerativa, dalla farmacologia alla tossicologia. La descrizione del modello animale ha ottenuto la copertina di Molecular Biology of the Cell, la rivista della Ascb, la Società Americana di Biologia Cellulare, in uscita il 15 aprile ed ora disponibile online. Nel modello animale Mito-luc, ogni volta che le cellule si dividono, ossia vanno in mitosi, producono Nf-y ed insieme ad essa la luciferasi. In questo modello si osserva che nelle aree del corpo ad elevata proliferazione cellulare, come ad esempio nei tumori, si produce una quantità di luce tale da poter essere facilmente rilevata dall´esterno fotografando l´animale con un apparecchio in grado di apprezzare la giusta lunghezza d´onda luminosa propria dei fenomeni di bioluminescenza ( vedi foto). I ricercatori guidati dalla dr.Ssa Giulia Piaggio da diversi anni studiano l’attività biologica del fattore di trascrizione Nf-y e risultati hanno dimostrato che la proteina agisce nel nucleo cellulare ed esplica la propria attività solo in cellule proliferanti, che si stanno quindi dividendo, e non in quelle che sono uscite dal ciclo replicativo. Il gruppo dell’Università di Milano, , invece, si occupa da tempo di studiare un modo efficace di utilizzare la bioluminescenza per l’osservazione dei processi biologici nei modelli animali. Da qui l’idea della dr.Ssa Piaggio di usare Nf-y come "indicatore" della divisione cellulare e di rendere la sua attività visibile accoppiandolo ad una fonte di luce, la luciferasi di lucciola. "Le nostre conoscenze su Nf-y - spiega Giulia Piaggio - derivano da quella che possiamo chiamare ricerca di base. Il modello murino invece scaturisce dalla nostra volontà di trasferire questi risultati alla ricerca pre-clinica. Grazie alla proficua collaborazione con il team guidato dal Dott. Paolo Ciana dell’Università di Milano abbiamo raggiunto tale obiettivo. Noi pensiamo che i topi Mito-luc siano un potente strumento per misurare rapidamente e facilmente la proliferazione cellulare in molte applicazioni sperimentali di interesse medico. Inoltre, sono utili per prevedere, mappare e caratterizzare la tossicità di vecchi e nuovi composti anti proliferativi con grandi implicazioni nel campo oncologico e farmaceutico". I topi Mito-luc consentono per la per la prima volta un efficace monitoraggio a lungo termine dell´attività proliferativa delle cellule, poiché basta fotografare l´animale ad intervalli regolari riducendo così in modo significativo il numero di animali necessari per gli studi. “Grazie alla tecnologia della bioluminescenza – spiega Giulia Piaggio- è possibile visualizzare le cellule in attiva proliferazione in tutto il corpo, nell’animale vivo potendo così valutare l´efficacia di una terapia antitumorale - la luce emessa dal tumore scompare - o di valutare la cancerogenicità di un composto chimico (sviluppo di luce in organi normalmente "spenti"). Negli ultimi quattro anni, grazie alla preziosa collaborazione della dott.Ssa Isabella Manni, coadiutrice della ricerca, abbiamo raccolto circa mille immagini di grande interesse per la nostra ricerca. "Il modello animale Mito-luc - conclude Ruggero De Maria, direttore Scientifico Ire – rappresenta un esempio di come la tecnologia possa fornire degli strumenti formidabili per la ricerca traslazionale. La possibilità di monitorare la crescita cellulare ci permetterà di sperimentare nuove terapie sempre più efficaci contro cancro, molto più rapidamente di quanto non potessimo fare fino a ieri". L’animale transgenico Mito-luc è attualmente oggetto di una domanda di brevetto internazionale, per tutelarne sia la proprietà intellettuale che lo sviluppo commerciale. Lo studio è stato possibile grazie a finanziamenti Airc e ai fondi ottenuti con il 5x1000.  
   
   
TOSCANA: GIUSTO INNOVARE, ANCHE NELL’ORGANIZZAZIONE DELLA SANITÀ  
 
 Firenze, 18 aprile 2012 – “E’ giusto che la sanità innovi in tutto, anche nella sua organizzazione. Credo fortemente negli aspetti positivi e negli strumenti dell’operations management, e ritengo che rappresenti l’ulteriore innovazione da introdurre nel sistema sanitario. Nell’ambito della pubblica amministrazione la sanità ha sempre rappresentato una vera e propria frontiera dell’innovazione in vari settori, in cui è possibile e necessario applicare le più efficienti e avanzate tecniche di gestione. A maggior ragione in un momento, come questo, di riduzione delle risorse economiche disponibili”. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia è intervenuta a fine mattinata (il titolo del suo intervento era “Affrontare ‘vecchi’ problemi con logiche nuove”) al convegno internazionale “Politiche regionali e innovazione gestionale in sanità: lo sviluppo dell’operations management”, una due giorni organizzata da Regione Toscana e Formas (Laboratorio Regionale per la Formazione Sanitaria), che ha riunito a Firenze, nell’auditorium del Cto, 350 operatori, tra cui molti esperti di mangement sanitario sia italiani che stranieri (tra questi, Marc Baker, della Lean Academy). Nel corso del convegno vengono presentati e analizzati modelli di gestione della sanità che hanno l’obiettivo di ottimizzare i flussi dei pazienti, accorciare i tempi di attesa, utilizzare al meglio le sale operatorie, programmare le attività degli ambulatori: per minimizzare gli sprechi, ridurre la burocrazia e migliorare il più possibile il servizio offerto ai pazienti. “Ogni contributo al miglioramento dell’organizzazione con metodi innovativi – ha sottolineato Daniela Scaramuccia – è una opportunità di difesa del sistema sanitario”. “La sanità toscana è un sistema complesso, con più di 50.000 dipendenti – ha proseguito l’assessore Scaramuccia – E le capacità manageriali che esprime devono essere in grado di affrontare un sistema così complesso, in cui ogni giorno passano migliaia di cittadini e lavorano migliaia di operatori”. “Siamo la prima Regione in Italia – ha ricordato ancora – ad aver adottato in modo sistematico quello che si chiama ‘Lean management’, cioè una gestione di sistemi innovativa, che analizza i flussi dei pazienti, ottimizzandone il percorso, massimizzando la parte strettamente sanitaria, sburocratizzando laddove è possibile, impiegando al meglio le risorse disponibili e e migliorando la qualità complessiva e l’omogeneità dei servizi. E’ un processo che viene dal basso, che implica la formazione e la collaborazione di tutti gli operatori, e che ha benefici in termini di riduzione dei tempi di attesa, riduzione dei flussi e delle code. E anche miglioramento dell’efficienza del sistema stesso”.  
   
   
AUTO-MUTUO-AIUTO, LOMBARDIA: FATTORE DI WELFARE  
 
Milano, 18 aprile 2012 - Sono oltre 800 i gruppi di auto-mutuo-aiuto attivi in Lombardia con più di 18.000 persone coinvolte. E´ quanto emerge dal convegno ´I gruppi di Auto-mutuo-aiuto in Lombardia: mappatura e buone prassi´. Alla giornata, organizzata a Palazzo Lombardia dall´associazione Amalo, che promuove il sostegno ai gruppi, è intervenuto anche l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Giulio Boscagli. I Gruppi - "L´auto aiuto - ha detto Boscagli - è un fenomeno importante che in Lombardia coinvolge quasi ventimila persone, ripartite in centinaia di gruppi, che si occupano di diverse tematiche. Non si parla solo di alcolismo, anche se questa resta la problematica più affrontata dal 50% delle organizzazioni, ma anche il disagio psichico, di nuove dipendenze, di malattie croniche o invalidanti e della disabilità. La varietà dei problemi e dei disagi affrontati testimonia la validità del metodo adottato dalle associazioni di auto-mutuo-aiuto: la presenza di un gruppo di pari, la costituzione di un ambiente protetto in cui ci sia la libertà di esprimere le proprie esperienze, una possibilità - per dirla con una frase del cardinale Scola - che mette l´Io in relazione. E proprio grazie ad una relazione e ad un rapporto nasce, infatti, l´auto sostegno che i partecipanti possono trovare interagendo fra loro". La Lettera Del Presidente Formigoni - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha voluto inviare un messaggio al direttore di Amalo, Amadio Totis: "Pur non potendo essere presente - è scritto nella lettera - desidero esprimere il mio apprezzamento per questa iniziativa. In ragione del principio di sussidiarietà, vero cardine dell´amministrazione regionale, Regione Lombardia da sempre investe sulla capacità delle persone, singole e associate, di rispondere alle esigenze che emergono dal tessuto sociale, integrando queste nel sistema di servizi al cittadino. Il contributo che portate non è solo ideale, ma anche significativo da un punto di vista dei costi. In un tempo di crisi e di tagli di trasferimenti, incentivare la formazione di operatori e realtà nell´ambito del self-help significa senz´altro favorire un risparmio da parte della finanza pubblica senza che questo significhi battere la ritirata sul fronte dei servizi alla persona. Questa, in fondo, è la vera sfida che ci troviamo di fronte: il taglio della spesa pubblica non deve coincidere con una diminuzione in qualità e in offerta." Il Sostegno Regionale "In questi ultimi dieci anni - ha ricordato l´assessore Boscagli - la Regione ha inteso sostenere le esperienze di auto-mutuo-aiuto in particolare attraverso la legge 23. Dal 2011 ad oggi, sono stati 500 i progetti che hanno ricevuto un finanziamento per un investimento complessivo di oltre 7 milioni di euro. Fondi grazie ai quali è stato possibile sostenere diverse iniziative che si sono distinte nel promuovere reti sociali finalizzate a condividere i disagi che compromettono la vita personale e familiare. Da un lato, per i problemi relativi alla dipendenza da alcool, dall´altro anche nel sostegno e nell´accompagnamento di quelle famiglie che si assumono il gravoso compito di assistere a domicilio un parente in una condizione fortemente invalidante". Fattore Di Welfare - "L´auto-mutuo-aiuto diventa un fattore ´umanizzante´ del nostro welfare - ha detto in conclusione Boscagli - che, troppo spesso, è inteso solo come somma di prestazioni, un welfare ´burocratico´ che non può dare le risposte di cui le persone hanno effettivo bisogno. Nel processo di riforma che abbiamo avviato è dunque fondamentale supportare e valorizzare quelle esperienze che fanno emergere il ´fattore umano´ del welfare: una preminenza della relazione di cura che non deve andare perduta, un welfare sussidiario che permetterà con sempre maggior frequenza di dare spazio e dignità alle iniziative generate dalla creatività delle persone, delle associazioni, del volontariato e di tutto il Terzo settore".  
   
   
UNA MIGLIORE QUALITÀ DI VITA PER LE PERSONE IL “METODO GENTLECARE” NELL’ASSISTENZA ALLA DEMENZA GIOVEDÌ 19 APRILE IL FOCUS DI OTTIMA SENIOR E COOPERATIVA SOCIALE ITACA AL FORUM SULLA NON AUTOSUFFICIENZA  
 
Bari, 18 aprile 2012 - Occuparsi di anziani non è affatto semplice, lo sanno bene i familiari, e non soltanto loro, che vivono un confronto quotidiano con la perdita, con il corpo che spesso non riesce a seguire i pensieri, con il tempo che scorre. Lo sanno bene anche coloro i quali sono entrati nella terza o quarta età. Ed occuparsi di anziani affetti da demenza o da malattia di Alzheimer lo è ancora meno. I dati, preoccupanti, segnalano un continuo incremento delle demenze anche in Italia, risulta così evidente la necessità di una progettazione e gestione dei servizi supportata da un´alta professionalità e da una forte interdisciplinarità. Temi articolati sui quali verterà l’incontro curato da Gruppo Ottima Senior e Cooperativa sociale Itaca inserito all’interno del Forum sulla Non Autosufficienza (18-19 aprile) a Bari. “Il Metodo Gentlecare nell’assistenza alla demenza. Una migliore qualità di vita per le persone” è il focus previsto giovedì 19 aprile al Centro congressi Villa Romanazzi. Numerosi studi testimoniano che la progettazione e la gestione adeguata degli ambienti di vita per le persone affette da demenza riducono drasticamente i problemi di comportamento quali agitazione, aggressività e il girovagare (wandering). E attestano al contempo il rallentare del declino delle capacità funzionali con conseguente promozione del benessere della persona, diventando così elemento “terapeutico”. Perché scegliere un modello di riferimento? “Il modello è un insieme di idee che serve a pianificare l’azione, è una mappa che ci orienta nell’azione – spiegano da Ottima Senior - e ci permette di sapere perché facciamo le cose che facciamo”. Perché Gentlecare? “Gentlecare è applicabile nei diversi contesti, è realizzabile con modalità diversificate a seconda delle risorse, si basa su fondamenti semplici e ci sollecita a rispondere costantemente a queste semplici ma essenziali domande: stanno bene gli anziani che ci sono affidati? Qual è la qualità della vita della loro esistenza quotidiana? Come se la cavano le loro famiglie?”. Ottima Senior nasce nel 2005 in Friuli Venezia Giulia a Pordenone per fornire risposte qualificate e complete, facendo tesoro delle competenze diverse dei propri fondatori: l´architetto Enzo Angiolini di Trieste, esperto in progettazione di strutture assistenziali per anziani e nuclei speciali per le demenze, la dottoressa Elena Bortolomiol di Treviso, referente italiano per il modello Gentlecare, attiva in servizi residenziali per anziani, e la dottoressa Laura Lionetti, esperta in organizzazione di servizi per anziani e progetti di formazione, in rappresentanza della Cooperativa sociale Itaca di Pordenone, che gestisce servizi alla persona. Il programma dell’incontro previsto il 19 aprile prevede l’inizio dei lavori alle 9 con “Il Metodo Gentlecare: Spazio Persone Programmi verso una protesi alla persona”, relatrice Elena Bortolomiol, Referente italiana Modello Gentlecare. A seguire “L’organizzazione dei servizi secondo il Modello Gentlecare: Selezione e formazione del personale, modalità operative, progettazione dei piani individuali, strumenti di registrazione e metodologia osservativa” a cura di Laura Lionetti, progettista servizi per anziani Cooperativa sociale Itaca di Pordenone. L’architetto Enzo Angiolini interverrà su “Lo spazio come protesi per le persone con demenza: Lo spazio, la luce, gli arredi”. Seguiranno l’esperienza del Consorzio Cs – Cooperazione e Solidarietà – di Potenza con l’intervento della vice presidente Giuseppina Conte; “Il benessere del caregiver – Le strategie di gestione dei disturbi del comportamento in pazienti con sindrome dementigena” a cura di Germana Cassano, Centro diurno Alzheimer L’altra Casa, Bari. Tra gli interventi programmati, Silvio Pagliara, ingegnere e direttore del Caac - Centro per l’Autonomiaausilioteca Campana.  
   
   
SERVIZI SOCIALI: SI RAFFORZA NELLE MARCHE IL PROGETTO “VITA INDIPENDENTE”  
 
Ancona, 18 aprile 2012 - Il progetto regionale “Vita Indipendente”, a favore di persone con grave disabilità motoria diventa stabile e continuativo. La fase sperimentale, cominciata quattro anni fa, si concluderà ad aprile ma vista la validità e la peculiarità dell’intervento, nonché gli ottimi risultati conseguiti, la Giunta ha ritenuto opportuno proseguire per il prossimo triennio, aumentando le risorse e il numero degli utenti. “I soggetti inseriti nella sperimentazione – spiega l’assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi - sono stati 42 e i vantaggi ottenuti in termini di autonomia sono stati notevoli. Attraverso i Piani personalizzati di Vita Indipendente si è infatti garantito a queste persone con grave disabilità motoria il diritto all’autodeterminazione della propria esistenza. L’intervento, personalizzato e finalizzato alle necessità individuali, ha permesso loro di compiere azioni che la disabilità impedirebbe nonostante l’eventuale utilizzo di ausili tecnici. Inoltre, l´assistenza autogestita ha evitato la loro istituzionalizzazione, favorendone la domiciliarità e valorizzando sia le condizioni umane che le residue capacità lavorative”. Vita Indipendente significa infatti libertà di scelta nonostante la disabilità. Il percorso progettuale, garantendo e sostenendo un’assistenza personale autogestita, consente al disabile di superare il ruolo di mero fruitore di cure per diventare soggetto attivo e protagonista della propria vita. “In altre parole – continua Marconi - questa progetto ha concesso ai beneficiari l’opportunità di decidere in prima persona l’agire quotidiano, dalla cura della persona, alla mobilità in casa, al lavoro, fino a tutte quelle azioni volte a garantire l’autonomia e l’integrazione sociale, potendo scegliere e assumere autonomamente l’assistente personale”. E’ previsto lo stanziamento di 600 mila euro per il 2012, con un notevole incremento rispetto ai 280 mila euro impiegati per la fase sperimentale. La Regione concorre al finanziamento dei Progetti da un minimo del 50 ad un massimo del 75% sulla base del reddito della persona disabile. L’utente è tenuto a contribuire nella misura del 5% a partire dal reddito di 10mila fino ad un massimo del 25% nel caso di reddito superiore a 30mila euro. Il servizio è gratuito per redditi inferiori a 10 mila euro. Una quota del 25% è a carico del Comune di residenza della persona disabile che può scegliere se compartecipare o meno. A sostegno della spesa dell’ente locale possono concorrere anche altri enti e organismi pubblici o privati. I destinatari dei Piani personalizzati di Vita Indipendente sono esclusivamente le persone con disabilità motoria, di età compresa tra i 18 e 65 anni, in possesso della certificazione di gravità, che intendono realizzare il proprio progetto di vita. Le persone con disabilità devono manifestare capacità di autodeterminazione e chiara volontà di gestire in modo autonomo la propria esistenza e le proprie scelte. L’assistente personale è un operatore che interviene accanto alla persona disabile per aiutarla negli atti quotidiani compensando i suoi limiti funzionali, permettendole di realizzare delle attività, di integrarsi e di partecipare alla vita sociale. La persona con disabilità sceglie autonomamente i propri assistenti personali ed è tenuta a regolarizzarne il rapporto con un contratto di lavoro. I Piani personalizzati vengono redatti dall’Unità Multidisciplinare Età Evolutiva (U.m.e.a.) d’intesa con l’Assistente sociale del Comune di residenza o dell’Ambito Territoriale Sociale di riferimento e poi esaminati dall’apposito Servizio regionale ai fini della stesura delle graduatorie. In base al punteggio ottenuto verranno redatte due graduatorie: graduatoria “A” riservata ai soli soggetti che hanno già partecipato alla sperimentazione, nel caso in cui presentino Piani personalizzati con lo stesso monte ore del biennio 2010-2012; graduatoria “B” per i nuovi richiedenti e per coloro che hanno già partecipato alla sperimentazione ma che presentino Piani personalizzati con un monte ore superiore rispetto a quello del biennio 2010-2012.  
   
   
PROGETTO MICHELANGELO, RAFFAELLO E LEONARDO MODELLI MULTIPROFESSIONALI ALL’AVANGUARDIA CON IL CHRONIC CARE MODEL IL PAZIENTE RESPONSABILE GESTISCE LA SUA CRONICITÀ NASCE L’EQUIPE SANITARIA CHE UNISCE IL MEDICO DI BASE, L’INFERMIERE COME CARE MANAGER, LO SPECIALISTA E L’ASSISTITO  
 
 Roma 18 Aprile 2012 – L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie cronico-degenerative e l’incidenza di patologie concomitanti, hanno dato l’input per lo sviluppo di modelli assistenziali innovativi, capaci di garantire la presa in carico di pazienti con patologie croniche, dando un nuovo ruolo ai servizi territoriali e responsabilizzando i pazienti nella gestione della malattia. Il Disease and Care Management rappresenta un modello multiprofessionale per la cura delle malattie non trasmissibili, che integra il medico di base, lo specialista, l’infermiere (care manager) e il paziente. Questo il tema centrale del Convegno ‘Assistenza primaria tra innovazione e sostenibilità’, promosso dall’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione con il supporto di Pfizer Italia. “Ii coinvolgimento diretto del paziente nel seguire la propria cura richiede l´individuazione di opportune strategie che tengano conto dell´efficacia, della sostenibilità e dell’equità delle cure. Tutto ciò non può che migliorare lo stile di vita per tutti i pazienti, a prescindere dalle caratteristiche demografiche e culturali del paziente stesso.” Ha spiegato il Senatore Antonio Tomassini, Presidente della 12a Commissione Igiene e Sanità del Senato e Presidente dell’Associazione Parlamentare per la Tutela e la Promozione del Diritto alla Prevenzione. Il Progetto Michelangelo Prevasc, modello nell’ambito della medicina territoriale della Regione Lazio, ha mostrato come le condizioni cliniche e gli stili di vita siano notevolmente migliorati. “Il Progetto Michelangelo Prevasc, ha sperimentato nel territorio della Asl Rme in collaborazione con la Cardiologia dell´Ospedale Santo Spirito, un innovativo modello assistenziale per la prevenzione cardiovascolare, basato sulla responsabilizzazione dell´Assistito al proprio stato di salute e sulla creazione di una Equipe Assistenziale costituita dall´Assistito stesso, dal Medico di Medicina Generale, dal Cardiologo e dall´Infermiere (Care Manager). I risultati sono stati particolarmente rilevanti sia in termini di performance organizzativa che clinica: dopo i 12 mesi di intervento, si è osservata una riduzione significativa di tutti i fattori di rischio cardiovascolari e un miglioramento delle variabili comportamentali studiate. Il progetto ha riscosso una valutazione positiva da parte di tutti gli attori coinvolti”. Ha sottolineato Roberto Ricci, Primario Uoc Cardiologia, Ospedale Santo Spirito di Roma e Responsabile del Progetto Michelangelo. Durante l’evento sono stati messi a confronto altri due modelli organizzativi – nati da partnership pubblico/privato - per la prevenzione e promozione della salute in ambito cardiovascolare: il Progetto Raffaello (Regione Marche) e il Progetto Leonardo (Regione Puglia). “Il progetto Raffaello, cofinanziato dal Ministero della Salute e da Pfizer Italia e coordinato dalla Regione Marche, ha studiato 900 pazienti con fattori di rischio cardiovascolare. I risultati hanno dimostrato l’efficacia e l’economicità dell’intervento di Disease e Care Management nel riportare sotto controllo il diabete e l’ipertensione e nel ridurre il rischio cardiovascolare”. Ha raccontato Alberto Deales, Responsabile Area Qualità dei Processi Assistenziali e Reti Cliniche, Agenzia Regionale Sanitaria Regione Marche e Responsabile del Progetto Raffaello. “In Puglia si sta estendendo il modello di presa in carico e gestione delle cronicità sperimentato con il Progetto Leonardo, facendo leva sull´organizzazione della medicina generale, sull´integrazione con il Distretto e sull´inserimento di nuove funzioni professionali attraverso il Care Manager. L´obiettivo è la riorganizzazione dell´assistenza primaria per la sostenibilità dei sistemi di cura". Ha detto Ambrogio Aquilino, Direttore Medico Area Accreditamento, Qualità e Ricerca, Agenzia Regionale Sanitaria Puglia e Responsabile del Progetto Leonardo. “Esigenze di natura economica, a livello italiano ed europeo, incidono sempre di più sulle risorse destinate alla sanità, a fronte di una domanda crescente di salute da parte del paziente e delle problematiche emergenti, legate, ad esempio, all’invecchiamento della popolazione. In qualità di azienda leader, Pfizer Italia ha ritenuto di dover rinnovare il modello di collaborazioni esterne attraverso l’avvio di Partnership con le Regioni, mettendo a fattore comune il know-how della componente privata, scientifica, istituzionale ed il terzo settore per un obiettivo unico: migliorare la qualità del sistema e sperimentare nuovi modelli nei quali si riconosca la centralità del paziente". Ha tenuto a precisare Ugo Cosentino, Amministratore Delegato Pfizer Italia.  
   
   
SANITA’: OK GIUNTA REGIONALE A PROGETTO RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE ALL’OSPEDALE DI BUSSOLENGO (VR)  
 
Venezia, 18 aprile 2012 - La Giunta regionale del Veneto, nella sua seduta di ieri su proposta dell’assessore alla sanità, ha approvato il progetto definitivo per l’acquisizione e l’alloggiamento di una risonanza magnetica nucleare all’Ospedale di Bussolengo (Verona). “Questo importante arricchimento della dotazione tecnologica dell’ospedale di Bussolengo – ha sottolineato l’assessore – è stato possibile grazie ad una riprogrammazione della progettualità complessiva della Regione per accedere ai finanziamenti nazionali ex articolo 20 per gli investimenti in sanità, accolta dal Ministero della salute che ha riassegnato il finanziamento con suo decreto”. L’intervento ha un importo complessivo di 1 milione 204 mila euro, dei quali 400.000 con un contributo della Fondazione Cariverona, 463.518 con oneri a carico dello Stato, 340.481 con fondi propri dell’Ulss 22. L’opera dovrà essere conclusa e collaudata entro il 31 dicembre prossimo.  
   
   
BASILICATA; DIPARTIMENTO SALUTE: CIRCOLARE SU MEDICINA DELLO SPORT CHIARIMENTI SULLA NORMATIVA NAZIONALE E REGIONALE VIGENTE  
 
Potenza, 18 aprile 2012 - Il Dipartimento Salute della Regione Basilicata, per garantire un’uniforme e corretta applicazione della normativa in materia di tutela sanitaria delle attività sportive, ha predisposto una circolare esplicativa per chiarire alcuni aspetti delle norme nazionali e regionali vigenti. In particolare, si ribadisce che sono erogate gratuitamente le prestazioni richieste per il rilascio di certificati di idoneità alla pratica sportiva agonistica dilettantistica per i minori ed i disabili (esenzione ministeriale). Inoltre, per i cittadini residenti in Basilicata sono erogate gratuitamente le prestazioni per gli accertamenti sanitari relativi al rilascio della certificazione per l’attività sportiva agonistica e non agonistica, compresi gli accertamenti di revisione erogati presso i centri di Medicina dello Sport e/o da altri soggetti titolati (esenzione regionale). Le certificazioni per la pratica di attività sportive non agonistiche, rilasciate dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, agli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dagli organi scolastici nell´ambito delle attività parascolastiche e a coloro che partecipano ai Giochi della gioventù, nelle fasi precedenti quella nazionale, non sono a carico degli assistiti. Non rientrano invece in esenzione gli eventuali accertamenti specialistici di approfondimento richiesti dal medico prescrittore. In particolare, il test ergometrico massimale che non è obbligatorio ai fini del rilascio della certificazione per l’attività sportiva.  
   
   
REGIONE LAZIO, AL VIA CAMPAGNA PREVENZIONE PER BAMBINI “MI STATE A CUORE KIDS” DAL 19 APRILE AL 27 MAGGIO VISITE GRATUITE PER I RAGAZZI DAI 5 AI 12 ANNI. CAMPER IN TUTTE LE PROVINCE DEL LAZIO.  
 
 Roma, 18 aprile 2012 - Parte il 19 aprile la nuova campagna di prevenzione della Regione Lazio “Mi state a Cuore Kids – La promozione della salute per i ragazzi”. Ad illustrare i dettagli dell’iniziativa, nella sala Tevere della giunta regionale, il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il direttore generale azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, Aldo Morrone ed il direttore generale Asl Roma A, Camillo Riccioni. Dopo le iniziative “Mi state a Cuore” rivolte alle donne, agli over 50 e alle famiglie, tornano i camper della Regione Lazio con una campagna di prevenzione dedicata ai giovanissimi, bambini dai 5 ai 12 anni. Dal 19 aprile fino al 27 maggio i camper attrezzati della Regione Lazio con a bordo equipe mediche dell’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini e della Asl Roma A, faranno tappa in alcune scuole e centri commerciali di tutte e 5 le province del Lazio per visite gratuite ai bambini e consulenza alle famiglie. Nelle postazioni allestite in prossimità delle scuole sarà possibile effettuare le visite dalle ore 15.30 alle ore 19 mentre presso i centri commerciali dalle ore 10 alle ore 18. Tra le novità di questa edizione “Mi state a Cuore” la collaborazione con i clown dell’associazione diretta da Yury Olshansky, “Soccorso Clown”, da 15 anni impegnati nei più importanti reparti pediatrici d’Italia e del Lazio per portare un sorriso ai piccoli pazienti e alle loro famiglie. A bordo sarà possibile effettuare le seguenti visite specialistiche: dermatologica; controllo diabete; controllo pressione arteriosa; visita otorinolaringoiatrica; visita oculistica; visita odontoiatrica con applicazione fluoro; visita ortodontica; istruzioni di igiene orale; rilevazione placca; visita cardiologica (senza Ecg); visita dietologica; visita allergologica con spirometria E/o Test Cutaneo (Prick Test); test per celiachia. Sarà inoltre distribuito materiale informativo a carattere scientifico realizzato dall’assessorato alla Salute in collaborazione con l’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, Asp Laziosanità e Asl Roma A, con consigli utili sulla prevenzione delle malattie nei ragazzi e sui corretti stili di vita. Nei camper ci saranno anche opuscoli informativi sulla prevenzione odontoiatrica, sul morbillo, la parotite e la rosolia.  
   
   
BOLZANO, CORSO: "LE RESPONSABILITÀ LEGALI DELLA PERSONA CHE CURA"  
 
Bolzano, 18 aprile 2012 - Iniziativa formativa della Scuola "E. Levinas" di Bolzano sul tema: "Le responsabilità legali della persona che cura ". Le iscrizioni sono aperte sino al 2 maggio. La Costituzione della Repubblica italiana prevede la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività; afferma che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge (art. 32); stabilisce inoltre che “I funzionari ed i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti.” (art. 28). Il corso, che si terrà il 15 e il 16 maggio presso la Scuola per le profesisoni sociali "E. Levinas" di Bolzano, attraverso la presentazione di analisi di casi, vuole fornire ai partecipanti una corretta informazione circa le responsabilità legali di una persona che opera nell’ambito socio-assistenziale. Le iscrizioni rimarranno aperte fino al 2 maggio. Per iscrizioni rivolgersi: Segreteria Formazione Continua, Scuola Provinciale per le Professioni Sociali "E. Levinas", Piazza Angela Nikoletti, 1 Bolzano, tel. 0471/440900, È possibile inoltre iscriversi on line al seguente indirizzo: www.Sociale-levinas.fpbz.it    
   
   
VISITE GRATUITE PER LA SETTIMANA NAZIONALE DELLA TIROIDE CONTROLLI A TRENTO E ROVERETO  
 
Trento, 18 aprile 2012 - Nell’ambito della «Quarta settimana nazionale della tiroide» i medici delle unità operative di chirurgia di Trento e di Rovereto effettueranno visite di controllo gratuite finalizzate alla diagnosi precoce delle patologie della tiroide. Per aderire all’iniziativa è necessario prenotare la visita. A Rovereto le visite saranno effettuate questa settimana all’ospedale Santa Maria del Carmine. Per le prenotazioni, telefonare all’unità operativa di chirurgia, al numero 0464 403301, dalle ore 8.30 alle 15.30. Per Trento le visite saranno effettuate dai medici dell’unità operativa di Chirurgia 1 e di Chirurgia 2 dell’ospedale Santa Chiara il 23, 24 e 26 aprile. I numeri telefonici per gli appuntamenti sono: 0461 903354, dalle ore 8 alle 13 e 0461 903239, dalle ore 8.30 alle 15.30.