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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 26 Novembre 2010
TESTORI A LECCO: VISITA GUIDATA  
 
Sabato 27 novembre alle 15.30 il Presidente dell´Associazione Testori, Giuseppe Frangi, terrà una visita guidata alla mostra Testori a Lecco. Il costo della visita è di 10 euro e il ricavato andrà a sostegno delle inziative dell´Associazione Testori. Per prenotazioni scrivere a info@associazionetestori.It  o chiamare lo 02.55.22.98.375  
   
   
VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO: MUSEO DEL DUOMO-SEZIONE DIDATTICA  
 
Calendario attività culturali Dicembre 2010 Visite guidate Sabato 4 dicembre 2010, h 14.30 Le vetrate del Duomo Prenotazioni fino al 1 dicembre Durata: 60 min. Percorso alla scoperta della vetrate del Duomo, per capirne la tecnica, seguirne l’evoluzione e ammirarne l’arte. Le vetrate coprono un arco cronologico compreso tra il Xv e il Xx secolo, cinquantacinque vetrate per conoscere la luce del Duomo. Sabato 11 dicembre 2010, h 14.30 Santa Lucia e il Camposanto Prenotazioni fino al 8 dicembre Durata 60 min. In occasione della festa di S. Lucia, protettrice degli scalpellini della Fabbrica del Duomo, si visiterà la chiesetta di S. Maria Annunciata in Camposanto, l’antica cappella della Veneranda dove ogni anno, il 13 dicembre, si svolge la tradizionale messa. Info e prenotazioni Veneranda Fabbrica del Duomo 02 72022656, 9.00-12.00/14.00-1700 didattica@duomomilano.It; www.Duomomilano.it Prezzo: € 7.20, gratis under 8. Ritrovo presso Duomo Info Point, Via Arcivescovado 1, ang. Libreria San Paolo Laboratori didattici Sabato 18 dicembre Laboratorio didattico: Alla scoperta del Tesoro: nella bottega dell’orefice Dai 9 ai 10 anni Durata 90 min. Prenotazioni fino al 15 dicembre Piccoli e preziosi quanto grandi e splendenti, sono gli oggetti conservati nel Tesoro del Duomo. Ma come sono stati fatti? Un laboratorio didattico per svelare la più preziosa delle arti medievali: gli smalti. Info e prenotazioni Veneranda Fabbrica del Duomo, 02 72022656, 9.00-12.00/14.00-1700 didattica@duomomilano.It; www.Duomomilano.it Prezzo: € 5.00, genitori gratis Ritrovo presso Duomo Info Point, Via Arcivescovado 1, ang. Libreria San Paolo  
   
   
GENOVA (PALAZZO DUCALE): MEDITERRANEO - DA COURBET A MONET A MATISSE - 27 NOVEMBRE 2010/ 1 MAGGIO 2011  
 
Palazzo Ducale a Genova propone, dal 27 novembre 2010 al 1 maggio 2011, "Mediterraneo. Da Courbet a Monet a Matisse": 80 sceltissimi dipinti, provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo, per rivivere il fascino che il Mediterraneo, la sua luce e il suo colore ebbero, assieme al suo immediato entroterra provenzale, su almeno cinque generazioni di artisti, dalla metà del Settecento e sino ai primi quattro decenni del Novecento, passando ovviamente attraverso la grande stagione impressionista. La mostra, curata da Marco Goldin, è promossa dal Comune di Genova, dalla Fondazione Palazzo Ducale e da Linea d´ombra, con il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta in qualità di sponsor principale e il supporto fondamentale di Costa Crociere. "Dipingere il mare, la sua vastità, l´idea che dell´infinito e tuttavia anche della prossimità vi s´inscrive, è cosa - afferma Marco Goldin, curatore della grande mostra - che nel Xix secolo assume una rilevanza difficilmente dimenticabile. Se a nord sono le visioni fortemente spirituali di Friedrich o le tempeste baluginanti e magmatiche di Turner, a sud la costa del Mediterraneo, e naturalmente il suo immediato entroterra provenzale, sono il punto d´incontro di più generazioni di pittori francesi, sicuramente cinque, che dall´ambito del classicismo prima e del realismo poi, si tendono fino alla dissoluzione del colore nella materia mirabile di Bonnard quasi al confine con la metà del Xx secolo". La mostra di Palazzo Ducale vuole studiare questo itinerario magico dentro il colore, che a Van Gogh fece così scrivere: «Colore cangiante, non sai mai se sia verde o viola, non sai mai se sia azzurro, perché il secondo dopo il riflesso cangiante ha assunto una tinta rosa o grigia.» Eppure la costa del Mediterraneo francese si impose con notevole ritardo nella percezione che i pittori avevano del paesaggio in quell´inizio di Xix secolo, proprio nel momento in cui Pierre-henri de Valenciennes pubblicava il suo celebre trattato sulla rappresentazione della natura. Perdurava l´idea che la nozione del Mediterraneo fosse stretta al senso dell´antichità e in primo luogo alla romanità. Per cui il riferimento alla coste italiane, quali luoghi deputati di questo riandare all´antico, dominava la pittura. Un contributo fondamentale a un primo cambiamento, dopo i vasti quadri settecenteschi con la città e il porto di Tolone di Joseph Vernet prestati dal Louvre e poi quelli di Hubert Robert a Valchiusa da cui la mostra prende le mosse, venne da Gustave Courbet, che nel piccolo villaggio di pescatori di Palavas, a sud di Montpellier, dipinse alcuni dei suoi capolavori. In mostra ve ne sono un paio, a sancire il drastico cambiamento di rotta che pone l´uomo, o il suo essere assente, davanti alla grandezza del mare. A questo tempo del realismo si possono certamente ascrivere anche le opere di Émile Loubon, con i suoi quadri realizzati attorno a Marsiglia, Antibes e Nizza. Così come quelli di Paul Guigou e Adolphe Monticelli. La cosiddetta scuola di Marsiglia che si staglia a metà secolo con la volontà di descrivere il reale con tutta la sua forza di presentazione e dichiarazione. A questo primo tempo della mostra ne succede un secondo, quello in cui alcuni grandi dell´impressionismo danno conto, in molti quadri sublimi, delle loro visite, o lunghi soggiorni, in Provenza e lungo la costa del Mediterraneo. Da Cézanne a Monet, da Renoir a Boudin a Van Gogh. Cézanne che dalla fine degli anni sessanta coltiva quello spazio, sia esso il mare o il bosco, come la nascita di una continua, sempre nuova bellezza. Renoir che proprio vicino a Cézanne dipinge, nel 1882, scorci bellissimi di natura all´Estaque. E in mostra a Palazzo Ducale vi sono due capolavori realizzati proprio da Cézanne e Renoir all´inizio del 1882, quando il secondo lascia la Sicilia per raggiungere all´Estaque Cézanne che dipinge. E giunto da poco lì realizza, fianco a fianco all´amico pittore, il cavalletto fissato un po´ più in basso rispetto all´altro, il quadro più cézanniano della sua storia e certamente uno dei più bei paesaggi tra i suoi. Inquadrando la piccola valle, le rocce e il cielo mentre Cézanne, un poco più su, scavalca con lo sguardo le rocce stesse, inquadrando l´azzurra e non scalfibile distesa del mare. E ancora i due soggiorni di Monet, presente con una decina di opere, nel 1884 a Bordighera e nel 1888 ad Antibes, quando il mare è come un tappeto di pietre preziose. O Boudin, che solo pochi anni dopo rincorre la scia di Monet davanti al Forte di Antibes, aprendosi a una visione che torna quasi vicina a quella della realtà di Courbet. E poi i due anni provenzali di Van Gogh, tra i primi salici nell´impatto del sole e i campi di grano. Ognuno di questi pittori approfondisce il suo mondo, nell´inesausto cammino tra il colore e la costruzione con il colore. Anni cui seguono quelli del post impressionismo, che hanno soprattutto in Signac tra Saint-tropez e Antibes la loro punta di diamante. Ma anche Van Rijsselberghe, Cross, Valtat, Guillaumin, Manguin, Camoin solo per dire di alcuni. E dentro una luce precipuamente francese stanno quei quadri che Edvard Munch dipinse a Nizza, nel corso di un periodo di convalescenza, tra 1891 e 1892, quadri quasi tutti in mano privata. Da farci comprendere come l´impatto con la luce del Mediterraneo non sia invano per nessuno, solo se consideriamo che Munch, quando scende a Nizza, è già diventato il Munch che tutti abbiamo in mente. E pur tuttavia la pressione della luce e del colore sulla sua pittura non lo lasciano mai indifferente. La sezione dedicata alla pittura dei Fauves è certamente assai significativa, con quadri di autori quali Matisse, Derain, Marquet, Braque, Friesz, Dufy, in quel loro indicare come il Mediterraneo, soltanto pochi decenni dopo, sia cosa ormai completamente diversa rispetto alle visioni di Courbet. Già pienamente dentro la modernità di un secolo che si veniva appena aprendo. E semmai chiudendo dentro ampie zone di colore quella che era stata la dispersione del colore di Monet sul mare davanti ad Antibes nel 1888. E poi nella regione provenzale, e sulle rive del Mediterraneo, la presenza, a Xx secolo ampiamente iniziato, di Felix Vallotton, Chaïme Soutine e Pierre Bonnard, il pittore che più di ogni altro ha saputo consegnare la strabiliante lezione di Monet al secolo nuovo. Nella partecipazione che il colore fa dello spazio e del tempo. Nel rendere quello spazio e quel tempo realtà solo della pittura. Dove non è più la descrizione dei luoghi mediterranei e provenzali, ma piuttosto la dimensione della visione ininterrotta. Info e prenotazioni: www.Lineadombra.it  
   
   
MONFORTE D´ALBA (FONDAZIONE BOTTARI LATTES): PENSARE CARAVAGGIO - 15 ARTISTI PER MICHELANGELO MERISI - AIMONE, CHESSA, FERRONI, FRANCESE, GAREL, GUCCIONE, MATTIOLI, MORLOTTI, RUGGERI, SARONI, SCALCO, SOFFIANTINO, TOMMASI FERRONI, VENTRONE, VESPIGNANI.- 11 DICEMBRE 2010 - 30 GENNAIO 2011  
 
Vernice: sabato 11 dicembre, ore 17. 15 artisti di oggi per ricordare, in modo tutt´altro che casuale, un grande artista di ieri, Michelangelo Merisi, a tutti noto come il Caravaggio. Non è un qualsiasi estemporaneo "Omaggio a Caravaggio" quello che Caterina Bottari Lattes ha voluto per l´edizione invernale del Festival "Cambi di Stagione" nella sua Fondazione. L´obiettivo era quello di verificare la persistenza di "sapori caravaggeschi" nell´opera di grandi artisti di oggi. Vincenzo Gatti, curatore dell´esposizione, ne ha individuati 15: non gli unici, evidentemente, certo quelli che, a suo parere, nell´ambito della loro ricerca si sono maggiormente richiamati al grande pittore in maniera diretta oppure, al di là dei linguaggi, per matrice ideale. Sono Aimone, Chessa, Ferroni, Francese, Garel, Guccione, Mattioli, Morlotti, Ruggeri, Saroni, Scalco, Soffiantino, Tommasi Ferroni, Ventrone e Vespignani. Le loro opere si potranno ammirare a Monforte d´Alba dall´11 dicembre sino al 30 gennaio, in una mostra che dialogherà con le tele di Mario Lattes, stabilmente esposte, e con la musica di "Cambi di Stagione 2010", festival musicale curato da Nicola Campogrande. Sono opere in cui, a giudizio di Franco Fanelli, autore di un saggio in catalogo, trova evidenza l´attrazione, a volte esplicitata, a volte sottintesa, esercitata da Caravaggio sugli artisti del ´900. Gli artisti scelti, nati tra il 1910 (Morlotti) e il 1945 (Garel), hanno vissuto, e vivono, in vario modo il dibattito culturale e artistico del loro tempo, e le opere presenti in mostra , alcune storiche, altre recentissime, lo dimostrano. Con Ennio Morlotti e Piero Ruggeri si evidenzia il versante informale, mentre la generazione legata alla figurazione degli anni ´60 del 1900 è rappresentata da Sergio Saroni, Gianfranco Ferroni, Piero Guccione, Renzo Vespignani , Franco Francese e Nino Aimone. Se Giacomo Soffiantino è autore di due intensi "d´apres" che sono, in fondo, occasione per rimeditare le ragioni della propria pittura, altre citazioni caravaggesche, dirette o indirette, si ritrovano nelle opere di Carlo Mattioli , Riccardo Tommasi Ferroni e Luciano Ventrone. Mauro Chessa e Giorgio Scalco offrono poi differenti variazioni sui classici temi della "natura morta" e dell´ "interno con figura", mentre Philippe Garel presenta una stimolante, attualissima riflessione su temi e modi della "grande pittura". "Pensare Caravaggio. 15 artisti per Michelangelo Merisi", Monforte d´Alba, Fondazione Bottari Lattes (via Marconi 16), dall´11 dicembre 2010 al 30 gennaio 2011. Mostra promossa dalla Fondazione Bottari Lattes, a cura di Vincenzo Gatti. Il progetto della mostra è nato su due fronti, quello della Fondazione Bottari Lattes e quello della Galleria Don Chisciotte di Roma, che attualmente ha in svolgimento la mostra "Roma, 12 passi sulle orme di Caravaggio". Orari della mostra: dal lunedi al venerdi - dalle 14.30 alle 17.00, sabato e domenica dalle 14.30 alle 18.00. Info: Fondazione Bottari Lattes www.Fondazionebottarilattes.it Tel 0173.789282; 333.8685149 segreteria@fondazionebottarilattes.It  
   
   
TORINO (PALAZZO MADAMA - SALA DEL SENATO - PIAZZA CASTELLO): GIOIELLI FANTASIA DA UNA COLLEZIONE TORINESE - 23 NOVEMBRE 2010 / 23 GENNAIO 2011  
 
La mostra Gioielli Fantasia da una collezione torinese, promossa dalla Fondazione Torino Musei, sarà allestita nella Sala del Senato a Palazzo Madama di Torino dal 23 novembre 2010 al 23 gennaio 2011. La rassegna, a cura di Enrica Pagella, prevede l´esposizione di circa 500 esemplari di Gioielli Fantasia provenienti dalla Collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Il percorso espositivo accompagnerà il visitatore attraverso la produzione di bijoux realizzati negli Stati Uniti tra gli anni ´30 e gli anni ´70, con alcuni esemplari anche degli ultimi anni. Saranno esposte grandi collane, coloratissimi orecchini, spille stravaganti, bracciali eccentrici. La storia del gioiello non prezioso, dapprima legata alla semplice copia dei monili autentici e successivamente sviluppatasi come ambito di ideazione e produzione autonoma, trova un momento fondante negli anni Venti come complemento delle creazioni di alta moda, in particolare parigina (Chanel, Schiaparelli). Sono tuttavia gli Stati Uniti ad accogliere, arricchire ed espandere il grande repertorio del Gioiello Fantasia (o Costume Jewelry), trasformandolo in un vero e proprio settore produttivo, con centinaia di manifatture, migliaia di addetti e decine di ideatori a cui si deve un’idea radicalmente nuova dell’ornamento, in termini di forme, di materiali, di messaggi. La Costume Jewelry è infatti la bigiotteria creata appositamente per adornare un vestito. Il termine viene usato per la prima volta in riferimento ai bijoux disegnati da Hobé per i costumi di scena delle Ziegfeld Follies, una serie di spettacoli teatrali prodotti a Broadway, e ha poi un considerevole sviluppo anche con il cinema muto di Hollywood. Il grande boom del Gioiello Fantasia avviene nel periodo della grande Depressione del 1929-1939. Con la scomparsa dei prodotti di lusso, legata alle ristrettezza economiche e ai vincoli commerciali, la sperimentazione con materiali non preziosi diventa l´unica via di sopravvivenza per i gioiellieri. Nonostante l´utilizzo di pietre e leghe di modesta qualità, le forme meravigliose e anticipatrici di tante tendenze di questi gioielli sono il segno evidente delle straordinarie capacità creative dei designer dell´epoca. Anche le dive del cinema come Greta Garbo, Marlene Dietrich, Bette Davis e Vivien Leigh li indossano su loro abiti di scena (Joseff crea monili per centinaia di pellicole di gran successo, tra cui Via Col Vento). I bijoux hanno finiture accurate e design sbalorditivi. I colori, le forme e gli innumerevoli soggetti da giorno e da sera piacciono immensamente, tanto che, anche quando finisce la guerra e ritornano in auge i gioielli veri, i Gioielli Fantasia continuano ad essere realizzati. Anzi, la produzione continua a svilupparsi. E la loro storia procede parallelamente a quella dei gioielli veri e della moda. La mostra a Palazzo Madama presenterà gli esemplari concepiti ed elaborati dai più importanti designer come Trifari, Marcel Boucher, Coro, De Rosa, Eisenberg, Miriam Haskell, Eugène Joseff, Kenneth J. Lane, Pennino, fino a Wendy Gell e Iradj Moini. L´esposizione non avrà un unico criterio di selezione, ma differenti focus nell´ambito di questa affascinate e ancora poco conosciuta storia dei bijoux americani. Si farà luce sui materiali di grande impatto visivo, come la bachelite, la lucite, i cristalli, il rodio e sulle tecniche come la smaltatura. Si presenteranno i soggetti naturalistici più suggestivi, floreali e animali, i temi patriottici con le iconografie legate alla storia degli Stati Uniti d´America come le bandiere a stelle e strisce e l´attacco a Pearl Harbor. Si individueranno alcune personalità di autori particolarmente rilevanti nell´evoluzione della Costume Jewelry. Una sezione sarà dedicata alla celebrazione del Natale con luccicanti Christmas Tree. Enrica Pagella, Direttore di Palazzo Madama dichiara: “Palazzo Madama ha scelto di realizzare questa mostra per diversi motivi. Da un lato siamo felici di offrire ai visitatori del museo un’occasione di conoscenza su un tema ancora poco noto al grande pubblico e di esplorare, così, insieme a loro, un filone squisitamente moderno della storia delle arti decorative. Dall’altro, Gioielli fantasia rappresenta un momento di valorizzazione del collezionismo locale, secondo una linea già tracciata da altre iniziative, come le mostre dedicate ai coralli siciliani e alle ceramiche Lenci. Non bisogna dimenticare che all’origine dello straordinario patrimonio di Palazzo Madama c’è il collezionismo privato che ha saputo trasformarsi in mecenatismo. E anche oggi il museo deve sapersi proporre come luogo di incontro delle culture e delle passioni che maturano nella società che lo circonda, facendosi interprete e mediatore, capace di portare un contributo ai vincoli identitari della comunità”. "Ho sviluppato interesse per questi gioielli fantasia perché rappresentano un patrimonio culturale che ci riporta a tempi difficili e a grandi cambiamenti sociali. E la depressione del ´29 fu un motivo ispiratore per fantastiche creazioni. E´ importante il significato e il contenuto che essi trasmettono, la loro aderenza e precisione col momento storico in cui sono stati realizzati. Nella Costume Jewelry ricerco la creatività, la fantasia e apprezzo l´uso di materiali innovativi, come la gomma vulcanizzata, la celluloide, la bachelite, il plexiglas e l´acrilico, capaci di anticipare tante tendenze future. Sono gioielli "poveri ma belli", accessibili e alla portata di tutti. Mi sono appassionata agli smalti di Marcel Boucher, alle spille eccentriche di Eisenberg, ai bellissimi Trifari (indossati anche da Mamie Eisenhower), alle forme glamour delle collane di Miriam Haskell, alle creazioni di Kenneth Jay Lane (il celebre bijoutier ricercato dalla Duchessa di Windsor, da Jackie Kennedy e dall´allora direttrice di Vogue Diana Vreeland), alle folli composizioni della giovane Wendy Gell, all´immaginazione sfrenata del contemporaneo Iradj Moini" afferma Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale con testi di Enrica Pagella, Cesare Cunaccia, Erika Zacchello e un ricco apparato iconografico. Orario: martedi-sabato 10-18, domenica 10-20, chiuso lunedi. La biglietteria chiude un’ora prima Ingressi: intero € 7.50, ridotto € 6.00, gratuito ragazzi fino a 18 anni Informazioni per il pubblico: 011 4433501 Siti Internet: www.Palazzomadamatorino.it  e www.Fondazionetorinomusei.it  
   
   
MERANO: NUOVO RECORD DI VISITATORI PER LA STAGIONE 2010 E GRANDI NOVITA’ PER IL 2011 AI GIARDINI DI SISSI A CASTEL TRAUTTMANSDORFF  
 
Si è appena conclusa la stagione 2010 ai Giardini di Sissi a Castel Trauttmansdorff: 414.000 sono stati i visitatori che hanno scelto di recarsi ai Giardini dal 1° aprile al 15 novembre di quest’anno, con un incremento di 17.000 ingressi rispetto all’anno precedente. Grandi novità per il 2011 per il 10° anniversario dall’apertura Di fronte a questo brillante risultato Klaus Platter, direttore dei Giardini, commenta: “Siamo molto soddisfatti della stagione appena conclusa.E’ per noi uno stimolo a investire ulteriormente e per festeggiare nel 2011 con numerose novità i primi 10 anni dall’apertura dei Giardini”. Si è registrato un aumento delle presenze soprattutto nei mesi di maggio, agosto, settembre e novembre 2010 e la media giornaliera di ingressi è passata da 1.728 dello scorso anno a ben 1.807, superando i 2.000 nei mesi di maggio, agosto e settembre. Il trend che si conferma di anno in anno è l’aumento dei giovani e delle famiglie, provenienti soprattutto dall’area del nord-est. Proprio alle famiglie sono stati venduti 71.000 biglietti d’ingresso, e sono entrati in questo modo più di 35.000 bambini! Per questa ragione l’anno prossimo è in programma la pubblicazione di una guida sull’orientamento, pensata appositamente per i più piccoli. Dal 2001, anno di apertura dei Giardini, si contano ormai più di 3 milioni di visitatori. Tra gli eventi del 2010da ricordare c’è da segnalare il successo della mostra “Profumi divini e odori infernali!”, che attraverso un excursus storico tra i profumi e l’allestimento di diverse oasi profumate ha affascinato i visitatori. Di contorno alla mostra sono state organizzate varie conferenze, workshop e visite guidate “profumate”, come il laboratorio “la distillazione degli oli essenziali” tenuto dall’esperto di erbe aromatiche Massimo Corbara. I visitatori hanno ammirato intere collezioni profumate di piante e fiori provenienti da Irlanda, Austria, Germania e Olanda e inebrianti distese di lillà, rose, gerani, narcisi, giunchiglie e azalee hanno ammaliato i sensi in modo molto particolare. 4 speciali pacchetti sensoriali creati sotto il motto “Trauttmansdorff di sera” hanno portato i visitatori alla scoperta dei sapori profumati, con la degustazione di un originale menù a tema, servito nel Cafè delle Palme. Oltre 7.000 persone hanno partecipato ai concerti organizzati nell’ambito del “World Music Festival”. Il palcoscenico del Festival – che nell’edizione 2010 ha ospitato artisti di fama internazionale come Marit Larsen, Milow e il Grupo Compay Segundo – è stato allestito sulla suggestiva piattaforma del “laghetto delle ninfee”, dove la magia della musica e la bellezza del contesto naturalistico hanno creato atmosfere emozionanti e irripetibili. Da ricordare anche i fine settimana dedicati ai giovani con i “Cocktail in giardino” tra ritmi miscelati ad arte dai dj in consolle ed eccellenti drink alla frutta sorseggiati nell’atmosfera unica del laghetto delle ninfee. Oltre 100.000 visitatori sono accorsi ai Giardini in settembre, ottobre e novembre per ammirare lo spettacolo del fall foliage, fenomeno che trasforma i verdi e fioriti paesaggi in distese accecanti di giallo, arancio e rosso. Una promozione mirata, rivolta a oltre 800 strutture alberghiere situate nei pressi del Lago di Garda, ha portato ad un aumento del 19% delle visite guidate per gruppi. Il merito di questo conclamato successo è senz’altro da attribuire anche alla professionalità delle 23 appassionate guide, coordinate dall’esperta Karin Kompatscher, che hanno avuto la capacità di emozionare e incuriosire i visitatori, offrendo un’esperienza rigenerante per il corpo e per lo spirito, accompagnando ben 1.652 gruppi,per un totale di 19.500 persone. Premiati nel 2005 come parco più bello d’Italia, i Giardini di Sissi sono anche partner del percorso culturale europeo “La strada di Sissi”, in memoria dei luoghi frequentati dall’imperatrice d’Austria. Quest’anno invece, al Iv Simposio Internazionale dei Giardini svoltosi a Baden in Austria, sulle strategie per richiamare un maggior numero di visitatori, i Giardini di Sissi a Castel Trauttmansdorff sono stati eletti modello vincente per il turismo botanico, per una combinazione favorevole dovuta alla fortunata dislocazione, agli aspetti climatici, alla presenza di una residenza storica adibita a museo e alla varietà del giardino botanico. Un successo attribuito anche dalla presenza dei Giardini nel network dei Grandi Giardini Italiani, che annovera 76 giardini situati in 14 regioni d’Italia. Le novità del 2011 Il prossimo sarà un anno importante con nuovi investimenti per il parco botanico, perché ricorre il 10° anniversario della sua fondazione. Durante l’inverno verranno realizzate opere di ampliamento e adeguamento. Tra le novità: la serra delle piante esotiche con il terrario per gli insetti tropicali, dove si potranno ammirare meravigliose orchidee, piante del caffè, del cacao e del babaco; voleranno farfalle ed uccelli tropicali e nei terrari saranno visibili tarantole, scarabei, anfibi velenosi e camaleonti. Inoltre è in fase di realizzazione una nuova stazione interattiva “Il mondo sotterraneo delle piante”, con una suggestiva galleria sotterranea lunga circa 200 metri allestita a Sud del Castello, da cui i visitatori potranno vedere la crescita e quindi la vita delle piante da sottoterra. Si potrà anche conoscere la composizione della roccia, i minerali presenti e respirare il “sapore della terra” in un ambiente assolutamente naturale. Si scoprirà come l’acqua agisce sul terreno, si vedranno grovigli di radici e frutti sotterranei, ma anche microrganismi di tutti i tipi e germogli verdi, che crescono quando la luce riesce a penetrare l’oscurità. Si tratta certamente di un evento emozionante e sorprendente, ma al contempo, come sempre, molto istruttivo. I Giardini riapriranno il 1° aprile 2011!  
   
   
“FIORI D’INVERNO” INCONTRA LA MOSTRA “IL PITTORE E LA MODELLA”: UN CONNUBIO TRA ARTE E TERRITORIO  
 
La più grande rassegna dedicata al Radicchio Rosso di Treviso Igp amplia la sua offerta grazie alla collaborazione con la mostra ospitata a Ca’ dei Carraresi - Treviso La quinta edizione di ‘Fiori d’Inverno’, rassegna che unisce 12 eventi dedicati al Radicchio Rosso di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco ha stretto una collaborazione importante con la Mostra ‘Il pittore e la modella. Da Canova a Picasso’ ospitata fino al 13 marzo 2011 presso Ca’ dei Carraresi a Treviso. Giovanni Follador – Coordinatore Fiori d’Inverno “Abbiamo visto che tra Fiori d’Inverno e la Mostra il Pittore e la Modella c’era una perfetta concomitanza e così è nata la voglia di dare vita ad una proficua collaborazione con l’intento di creare una rete capace di fornire più stimoli al visitatore. L’idea è nata dal successo di un’iniziativa simile ottenuto lo scorso anno con la Primavera del Prosecco, speriamo che anche quest’esperienza possa dare ottimi risultati.” Alla base dell’incontro tra queste due offerte, una di carattere territoriale e gastronomico e l’altra prettamente artistica e culturale, c’è una forte azione di comunicazione coordinata degli eventi. Sono in distribuzione 10.000 calendarietti, 500 locandine e migliaia di brochures di Fiori d’Inverno dove viene dato ampio spazio alla presentazione della Mostra d’arte, a questo materiale cartaceo si sommano 12 totem esposti in luoghi strategici della provincia di Treviso e un’ampia campagna informatica attraverso siti internet e newsletter. La rassegna Fiori d’Inverno è inoltre presente con il suo materiale illustrativo presso la sede della mostra a Ca’ dei Carraresi con un corner dedicato. Calendario Fiori D’ Inverno 2010: Rio San Martino di Scorzè 29^ Festa del Radicchio dal 5 al 21 novembre 2010, Martellago 23^ Mostra del Radicchio Tardivo dal 3 al 13 dicembre 2010, Santa Maria di Sala - Festa del Radicchio 4 e 5 dicembre 2010, San Biagio di Callalta Sapori di Calle Alta dal 5 all´8 dicembre 2010, Mogliano Veneto 27^ Mostra del Radicchio Rosso dal 9 al 12 dicembre 2010, Castelfranco Veneto Festa del Radicchio Variegato di Castelfranco Veneto dal 16 al 19 dicembre 2010, Treviso Antica Mostra del Radicchio Rosso di Treviso dal 17 al 19 dicembre 2010, Zero Branco 18^ Mostra del Radicchio Rosso di Treviso Igp Tardivo dal 7 al 9 e dal 14 al 16 gennaio 2011, Mirano Festa del Radicchio e dei sapori della tradizione veneta 9 gennaio 2011, Preganziol 40^ Mostra mercato del Radicchio Rosso di Preganziol dal 14 al 16 gennaio 2011, Dosson di Casier 25^ Festa del Radicchio Rosso di Dosson dal 28 gennaio al 6 febbraio 2011, Quinto di Treviso Colori & Sapori di Primavera dal 24 al 27 marzo 2011  
   
   
BOLZANO: MONDO DELLE MINIERE RIDANNA MONTENEVE: VISITE GUIDATE NATALIZIE  
 
Tra il 25 novembre ed il 31 dicembre il Mondo delle miniere Ridanna Monteneve propone delle visite guidate alla scoperta della dura vita dei minatori di un tempo. Le visite hanno luogo il sabato alle ore 14 e la domenica ed i giorni festivi alle ore 10,30. Ulteriori visite sono previste il 6 ed il 7 dicembre, nonché dal 27 al 30 dicembre, alle ore 14. Nel stesso periodo, ai gruppi sono offerti tour guidati in qualsiasi giorno della settimana, previa prenotazione. Informazioni e prenotazioni al numero telefonico 347 2632328, via fax allo 0472 656404 o via e-mail a ridanna.Monteneve@museominiere.it . Il Mondo delle miniere Ridanna Monteneve è inoltre presente con un proprio stand al Mercatino di Natale di Vipiteno. Mondo delle miniere Ridanna Monteneve, Masseria 48, Ridanna/racines, tel. 0472 656364, fax 0472 656404; e-mail: ridanna.Monteneve@museominiere.it ; web www.Museominiere.it  
   
   
RAVENNA (MUSEO D´ARTE DELLA CITTÀ): L´ITALIA S´È DESTA: 1945-1953 - ARTE ITALIANA DEL SECONDO DOPOGUERRA,DA DE CHIRICO A GUTTUSO, DA FONTANA A BURRI - 13 FEBBRAIO - 26 GIUGNO 2011  
 
Come si presenta il panorama artistico italiano alla conclusione del secondo conflitto mondiale? Per la prima volta in modo complessivo la mostra L´italia s´è desta: 1945 - 1953. Arte italiana del secondo dopoguerra da De Chirico a Guttuso, da Fontana a Burri ne farà un´ampia e organica ricognizione. Dal 13 febbraio al 26 giugno 2011 le oltre 160 opere saranno esposte nelle sale del Mar - Museo d´arte della città di Ravenna. In una manciata d´anni, dal 1945 al 1953, il fervore innovativo delle ultime generazioni cambia decisamente volto all´arte italiana, da Milano a Roma, da Venezia a Torino. Pur da sponde diverse, in alcuni casi decisamente contrapposte, la premessa comune degli artisti italiani sembra non poter essere che la rimozione quasi senza appello di quasi tutto ciò che era accaduto fra le guerre, compresi "maestri" come Carrà, De Chirico, Morandi, Sironi ed altri che la mostra documenta. Si guarda soprattutto a Picasso, al Picasso di Guernica, inteso come modello stilistico e insieme ideologico. L´arco di tempo analizzato nel percorso espositivo ha proprio come termine il 1953, quando all´artista spagnolo viene dedicata in Italia una vasta rassegna a Roma e a Milano. Un vivo fermento artistico anima la penisola, sono gli anni della dura contrapposizione fra figurazione realista e i diversi astrattismi; sono gli anni del Fronte nuovo delle Arti, di Forma 1, dello Spazialismo, del Mac, del Nuclearismo, del Gruppo degli Otto; sono gli anni di Afro, di Baj, di Burri, di Dorazio, di Dorfles, di Fontana, di Guttuso, di Leoncillo, di Vedova, per citarne solo alcuni; sono gli anni in cui gli artisti italiani cercarono una nuova libertà espressiva dopo la tragedia della guerra. "[...]Se oggi è stato possibile che un così folto gruppo di artisti abbia così entusiasticamente aderito [...] ´contro le barbarie´ e la guerra, ciò sta a dimostrare l´alta coscienza civile degli artisti italiani, sta a dimostrare da che parte stanno questi artisti, i quali appartengono a tutte le tendenze estetiche e politiche. [...]" (R. Guttuso, 1951) La mostra del Mar, curata da Claudio Spadoni, è promossa dal Comune di Ravenna, dall´Assessorato alla Cultura e dal Museo d´Arte della città, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. Tra le iniziative collaterali, il Mar propone una rassegna cinematografica con la proiezione dei film dell´epoca, a partire dal capolavoro di Rossellini Roma Città aperta. Documenta l´esposizione un importante catalogo edito dalla casa editrice Allemandi, a cura di Claudio Spadoni, con saggi di Marco Antonio Bazzocchi, Luciano Caramel, Claudia Casali, Alberto Giorgio Cassani, Francesco Poli, Luisa Somaini, mentre gli apparati bibliografici sono di Irene Biolchini e Davide Caroli. Info: www.Museocitta.ra.it - visite guidate e laboratori: 0544 482487 - tel +39 0544 482017 / 482775 - fax +39 0544 212092  
   
   
LAGRECA DI DECASTELLI IN MOSTRA A RIMINI  
 
Lagreca, progettato dal designer Pierluigi Molteni per l’azienda trevigiana Decastelli, è uno dei 14 prototipi ideati da architetti di fama internazionale e realizzati da aziende specializzate nell´arredo per esterni, esposti nella mostra “L’arredamento va in vacanza a Riccione, ed è eco-compatibile”, inaugurata sabato 20 novembre presso i Giardini di Villa Mussolini di Riccone e che rimarrà aperta fino a domenica 9 gennaio 2011. Lagreca è un sistema composto da un unico elemento modulare che è al contempo sgabello e panchina, ma anche bordura per prati e aiuole. Ogni seduta può essere utilizzata come elemento singolo o essere unita ad altri elementi, creando una sequenza di sedute unite tra loro da uno speciale raccordo curvo che permette la snodatura e delinea andature geometriche, disegnando il paesaggio. Lagreca è realizzato in lamiera piegata e leggermente curvata nella parte della seduta, disponibile in acciaio cor-ten, acciaio inox, satinato o laccato. L’accuratezza del progetto è completata da una sottile fessura nel sedile concavo che permette il defluire dell’acqua. Il progetto Lagreca prevede lo sviluppo di altri elementi come fontane, portabici e dissuasori, coerenti alla logica della collezione. De Castelli conferma con questa nuova collezione il suo ruolo all’interno del comparto arredo in metallo per l’outdoor, proponendo a paesaggisti, arredatori, progettisti del verde, interior and exterior designer prodotti caratterizzati da un raro ed accurato intervento manuale che posiziona Decastelli tra design, arte e artigianato. Info: Giardini di Villa Mussolini -  Lungomare della Libertà, Riccone - 20 novembre 2010/9 gennaio 2011 - Decastelli Celato Srl - Metal Projects Factory - www.Decastelli.com - info@decastelli.Com  
   
   
FIRENZE: GHIRLANDAIO. UNA FAMIGLIA DI PITTORI DEL RINASCIMENTO TRA FIRENZE E SCANDICCI - UNA SAGA ARTISTICA LUNGA UN SECOLO  
 
Sempre declinato al singolare, Ghirlandaio è in realtà la ‘griffe’ della dinastia di artisti-imprenditori che, dalla seconda metà del Quattrocento, dominò per un secolo la scena del Rinascimento fiorentino. Ghirlandaio è dunque il capostipite Domenico (1449-1494) e Ghirlandaio sono i fratelli David (1452-1525) e Benedetto (1458-1497), il fratellastro Giovambattista, il cognato Bastiano, il figlio Ridolfo (1483-1561). Alla loro scuola si formarono decine di artisti (Michelangelo e Granacci i più celebri) che contribuirono a diffonderne in Italia e in Europa la fama di magistrali illustratori di Firenze e della sua civitas. Quello dei Ghirlandaio fu soprattutto un clan di straordinari professionisti, molto produttivo, modernamente strutturato per capacità e ruoli: Domenico e Ridolfo i veri creativi maestri del colore, altri di più che ottimo pennello, altri ancora versati nella gestione dell’azienda. Questo clan così quadrato, prolifico e longevo è ora al centro di una mostra di non comune importanza, la prima dedicata alla famiglia nel suo complesso, che per di più abbraccia l’intero territorio da Firenze a Scandicci e a varie località dell’hinterland. E’ la terra dove i Ghirlandaio vissero e operarono, staccandosene raramente, marchiandola di capolavori, tanto da farne un museo diffuso. Da qui il titolo dell’evento: Ghirlandaio. Una famiglia di pittori del Rinascimento tra Firenze e Scandicci, aperta al pubblico dal 21 novembre 2010 al 1 maggio 2011, dal giovedì alla domenica, ore 10-13 e 15-19. I luoghi: il Castello dell’Acciaiolo a Scandicci, con 15 opere. Da qui un doppio itinerario conduce il visitatore per decine di tavole, pale e affreschi in musei grandi e piccoli, palazzi e chiese, ville e abbazie. Opere per lo più a tema religioso, Madonne con Bambino, natività, annunciazioni, ma anche ritratti e figure che documentano la Firenze dell’epoca. Ciò significa che l’esposizione è cucita da un filo di tante mostre e luoghi diversi, riconducibili a due noti progetti culturali: quello della Città degli Uffizi, ideato dal direttore della celebre galleria Antonio Natali per dare visibilità al patrimonio conservato nei depositi e per far conoscere le belle terre intorno a Firenze, e quello di Piccoli Grandi Musei, organizzato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con un comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci e il compito di promuovere le ricchezze artistiche e monumentali della provincia. In omaggio ai Ghirlandaio i due progetti si sono fusi: promotori la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale fiorentino, la Galleria degli Uffizi e il Comune di Scandicci, con Ente Cassa di Risparmio, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, Soprintendenza dell’area metropolitana (Firenze-pistoia-prato), Provincia di Firenze, Comune di Firenze, la Fondazione Romualdo del Bianco. Patrocina il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, collaborano la Regione Toscana, l’Opificio delle Pietre Dure, i comuni di Calenzano, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Signa e Lastra a Signa. Il catalogo è dell’editore Polistampa. Come noto, il vero cognome di Domenico Ghirlandaio era Bigordi e insieme ai fratelli finì per esser identificato con il nomignolo del padre, un ottimo orafo noto per la particolare abilità nel realizzare ghirlande. Da Scandicci, terra d’origine, la famiglia si trasferì a Firenze nella prima metà del Quattrocento e nell’allora capitale mondiale dell’arte la bottega si affermò nella successiva metà del secolo. Il percorso inizia da Scandicci. Curata dalla storica dell’arte Annamaria Bernacchioni, la mostra al Castello dell’Acciaiolo presenta un celebre dipinto di Domenico (I Santi Jacopo Stefano e Pietro), la bella Madonna di Ridolfo (dal Cenacolo di Fuligno) e altre 14 opere prestate dai musei fiorentini. Da qui si sviluppano due diversi itinerari Ghirlandaio. Quello di Firenze comprende gli affreschi nella Sala dei Gigli in Palazzo Vecchio, la Cappella Sassetti e la Cappella Tornabuoni (rispettivamente nelle chiese di S. Trinita e S. Maria Novella), l’Adorazione dei Magi al Museo degli Innocenti. Molti altri capolavori si trovano agli Uffizi, Accademia, Galleria Palatina e nei cenacoli di Ognissanti e S. Marco: sono visite da non perdere anche se non previste in questo specifico programma. L’altro itinerario procede invece alla scoperta delle tante testimonianze artistiche lasciate dai Ghirlandaio nel nord-ovest di Firenze, a cavallo dell’Arno: nelle case di loro proprietà a San Martino e Colleramole, nella millenaria Badia di Settimo, nella Chiesa di S. Andrea a Campi Bisenzio, nel Museo d’arte sacra di S. Donnino e S. Martino a Gangalandi. E poi Mosciano, Giogoli, S. Martino alla Palma, S. Colombano. E’ un viaggio affascinante nel Rinascimento fiorentino, tra visite guidate, incontri per famiglie, concorsi per le scuole, laboratori didattici, un premio per studenti e artigiani. In più, shopping di prodotti tipici in ristoranti, negozi e aziende convenzionate. Info e prenotazioni: Sigma Csc 055.2340742, www.Ghirlandaio.it  
   
   
FERRARA (PALAZZO SCHIFANOIA): MOSTRA DI MIRTA CARROLI - A CURA DI ANGELO ANDREOTTI, DIRETTORE DEI MUSEI CIVICI DI ARTE ANTICA DI FERRARA - DAL 5 DICEMBRE 2010 AL 27 MARZO 2011 - INAUGURAZIONE SABATO 4 DICEMBRE 2010 ORE 17.30  
 
Sabato 4 dicembre 2010 alle ore 17,30 all’interno delle sale espositive e nel giardino di Palazzo Schifanoia a Ferrara in Via Scandiana 23, verrà inaugurata la personale della scultrice Mirta Carroli a cura di Angelo Andreotti, Direttore dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara, che resterà visibile fino al 27 marzo 2011. Si apre così l’ iniziativa lanciata dalla Direzione Artistica dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara, che vuole offrire una nuova prospettiva di visita ai Musei di Arte Antica della città Estense, creando esposizioni di importanti artisti contemporanei, che attraverso le loro opere vengono chiamati a dialogare con gli spazi museali. Il lavoro della scultrice Mirta Carroli, nata a Brisighella e bolognese di adozione, è incentrato sullo studio di forme ancestrali, quasi primordiali, che si rifanno al mito e alla vita quotidiana dell’uomo, evocando le antiche civiltà. Dall’osservazione dei meravigliosi affreschi nel Salone del Ciclo dei Mesi di Palazzo Schifanoia, l’Artista ha colto l’incredibile presenza di numerosissime forme di uccelli posati in ogni luogo rappresentato, ciascuno con un preciso significato esoterico, altro tema fondamentale della ricerca artistica di Mirta Carroli. Le opere che compongono l’esposizione sono quindi ispirate alle forme, al canto e al volo degli uccelli, tema ricorrente ad ampiamente indagato nella storia dell’arte della scultura, ma in questo caso con stretto riferimento agli uccelli degli affreschi. Il ferro e l’acciaio cor-ten sono i materiali che l’artista utilizza per le sue forme forti e leggere, che occuperanno le sale interne del Palazzo ed il suo giardino, dove raggiungeranno le grandi dimensioni. Mirta Carroli Laureata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, per diversi anni titolare di cattedra in Discipline Plastiche presso il Liceo Artistico “Francesco Arcangeli” e di Didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1999 le viene conferito dall’Università, dal Circolo Artistico di Bologna e della Fondazione Marconi il Premio Marconi per la scultura. Tra le numerose esposizioni personali, dal 1991 alla Galleria Juliet di Trieste, a quella ricca di opere installate nel parco di Villa Fidelia presso Spello nel 1995 a cura di Vittoria Coen; la presentazione de “La grande promessa in forma di aratro” all’Associazione Italo-francese di Bologna, la realizzazione dell’opera di grandissime dimensioni, “Il tempio delle voci” presso Brufa di Torgiano nel 1997 su invito del critico d’arte e curatore Giorgio Bonomi. Nel 1999 espone nel chiostro di San Giovanni in Monte a Bologna per il Premio Marconi e l’anno successivo viene invitata con sculture e disegni all’Istituto italiano di cultura a Bruxelles. Nel 2000 la Galleria Studio G7 presenta a Bologna la sua personale dedicata ai “Rilievi”; nel 2003 è presente all’inaugurazione della nuova sede della Raccolta Lercaro a Bologna con la scultura “Il volo, la luce”. Nel 2004 “Nel tempio” e nel 2007 “Tribale” presso la Galleria Plurima di Udine. Nel 2007 presso il Mooma di Shanghai realizza in performance un grande disegno su seta per il Consolato Italiano. Nel 2008 presenta a Brisighella, sua città natale, una sua prima antologica “l’Alfabeto del Grano” con sculture ed installazioni sul territorio a cura di Pietro Bellasi e Giorgio Bonomi. Viene invitata dal curatore Franco Batacchi a realizzare per l’anno 2009 il grandioso allestimento di sue scultore presso il Catsello di Pergine Valsugana “La persistenza del Segno”. Tra le più significative esposizioni collettive, le nuove Triennali d’Arte Contemporanea di Bologna nel 1993 e 1997; la Xxii Biennale di scultura di Gubbio nel 1994 e quelle di Palazzo Massari a Ferrara nel 1994 e 1996. Espone nel 1994 e nel 2003 a New York e nel 1995 è presente alla Quarantaseiesima Biennale d’Arte di Venezia (sezione Grafica) con una versione del menabò del suo libro d’artista “Dieci nell’uno”. Nel 2010 è invitata dal curatore Luciano Caramel a partecipare con una sua grande opera alla collettiva “Scultura Internazionale a Racconigi, presenze ed esperienze del passato”. Per informazioni: Call Center Ferrara Mostre e Musei Tel. 0532.244949 Fax 0532.203064 E-mail: diamanti@comune.Fe.it  Sito web: www.Comune.fe.it/schifanoia  Musei Civici di Arte Antica Palazzo Bonacossi Via Cisterna del Follo, 5 - Ferrara Tel. 0532.232933 Fax. 0532.232944 E-mail: arteantica@comune.Fe.it  Mirta Carroli E-mail: mirta-carroli@fastwebnet.It  Sito web: http://www.Mirtacarroli.it/ita.html  Ingresso e orari di apertura: Inaugurazione sabato 4 dicembre 2010 ore 17.30 – ingresso libero In corso di mostra: Biglietto intero 6 euro; ridotto 3 euro (per gruppi di 10 persone e persone oltre i 65 anni); gratuito fino ai 18 anni. Il biglietto comprende anche l´ingresso al Museo Lapidario. Servizio di caffetteria all´interno del giardino, bookshop alla fine del percorso museale. Orari di visita: Dalle 9,00 alle 18,00 tutti i giorni, domenica compresa. Chiuso il lunedì  
   
   
FIRENZE (GALLERIA POGGIALI E FORCONI): ANALOGIE E SCULTURE DI LUCA PIGNATELLI A CURA DI MARINA FOKIDIS - 28 NOVEMBRE 2010 / 13 FEBBRAIO 2011  
 
Il 27 novembre inaugurerà negli spazi della Galleria Poggiali e Forconi di Firenze, Analogie e Sculture, mostra personale di Luca Pignatelli, a cura di Marina Fokidis. Il nucleo centrale della mostra è rappresentato da oltre 20 grandi lavori inediti, con al centro immagini di sculture della tradizione greco-romana, classica ed ellenistica. Le sculture-fotografie in bianco e nero abitano la memoria collettiva e ci sono familiari: sono soggetti della mitologia, eroi, antenati culturali, statue classiche conosciute nelle forme odierne, quindi decapitate. A loro l’artista dona una nuova appartenenza: la scultura perde la natura specifica della pietra e diviene quadro. Alle immagini apollinee ed eroiche, si contrappone un fondo dionisiaco scuro, fatto di inchiostri tempere pezze e cuciture che si amalgamano come una tettonica a placche, in subbuglio, un cantiere sulla tela. Nell’insieme, è difficile dire a quale tempo appartengano queste opere: di fronte a noi convivono il senso di urgenza del contemporaneo e la quieta profondità del passato. In mostra a Firenze anche alcune opere di piccolo formato intitolate Analogie, che utilizzano riproduzioni del suo sterminato archivio. È la prima volta che l’artista fa entrare il pubblico nell’officina visiva a cui in tutti questi anni ha attinto per la sua ricerca e ispirazione, mostrando materiali e anche una procedura di lavoro finora restati privati. Sono immagini entrate a far parte di questo ‘giacimento’ in epoche diverse, che come fiumi carsici affiorano e si combinano quasi casualmente, talvolta per un semplice spostamento di carte. Per Luca Pignatelli c’è una relazione stretta fra Analogie e la storia dell’arte secondo Aby Warburg, fatta di associazioni, anacronismi e fantasmi, vale a dire con immagini e cose che sono evocabili perché passate e imprevedibili perché quasi decadute. Proprio scrivendo di questi lavori di piccolo formato, la curatrice della mostra Marina Fokidis osserva: “Le analogie paradossali di Luca Pignatelli fra diverse immagini e oggetti del passato sembrano uno strumento per capire l’essere dell’esistenza al presente. Che cosa sarebbe lo sviluppo senza la follia di quei pochi che preservano ciò che ritengono sia eccezionale e meritevole di essere trasmesso alle generazioni future? Che cos’è la storia se non una sequenza di preferenze individuali raggruppate a caso per convivere insieme e inseguire una traiettoria parallela? Collezionista appassionato di oggetti-reliquie del passato, generalmente sotto forma di libri con riproduzioni, Pignatelli, ri-esamina la nozione bipolare di bellezza, depravazione, terrore, vanità, potere e altro ancora. Le sue composizioni, spesso seduttive e serene a un primo sguardo, possono rivelare elementi visivi imprevedibili che agiscono come allarmi dal tempo presente su ciò che ci sembra più sacro!” Luca Pignatelli commenta così il nuovo ciclo di opere: “Il mio modo di reinterpretare il repertorio antico è come un andare in visita a un lontano parente: sappiamo che la persona che abbiamo davanti è cambiata, ma in testa abbiamo il ricordo di come era tanto tempo fa. Per me invece ripetere è importante. Nel riproporre modelli e tipologie preesistenti a me, io mi incrocio con loro e faccio da ponte verso altri luoghi”. Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo. Il lavoro artistico di Luca Pignatelli conosce una risonanza di portata internazionale sin dagli anni ‘90. Ha esposto – limitando l’elenco alle mostre personali più recenti –, alla Biennale di Venezia e al Mamac di Nizza (2009), al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, al Teatro India di Roma (2007), alla Annex Plus–white Box e alla Ethan Cohen Fine Arts di New York (2006), alla Galerie Daniel Templon a Parigi e alla Galerie Mudimadue di Berlino (2005), alla Generous Miracles Gallery di New York. Vive e lavora a Milano. Marina Fokidis è una critica d’arte e curatrice indipendente. Insieme a Sotirios Bahtsetzis ha fondato la Kunsthalle Athena. È membro fondatore e direttore di Oxymoron, un’associazione non profit dedicata alla promozione dell’arte contemporanea visiva in ambito internazionale. È stata fra i curatori della prima Biennale di Tirana nel 2001, e Commissario del Padiglione greco alle 50° e 53° Biennali di Venezia. Nel 2009 ha curato a New York il progetto internazionale Pulse Play. Vive e lavora ad Atene. Info: Firenze Analogie e Sculture Luca Pignatelli - Galleria Poggiali e Forconi, Via della Scala, 35/A - T. 055.287748 - F. 055.2729406 - info@poggialieforconi.It - www.Poggialieforconi.it. Ingresso libero  
   
   
MODENA (GALLERIA CIVICA, PALAZZO SANTA MARGHERITA E PALAZZINA DEI GIARDINI, CORSO CANALGRANDE): MOSTRA LO SPAZIO DEL SACRO - 5 DICEMBRE 2010 AL 6 MARZO 2011  
 
La Galleria Civica di Modena inaugura sabato 4 dicembre 2010 alle 18.00 alla Palazzina dei Giardini e a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande a Modena, la mostra Lo spazio del sacro. Organizzata e coprodotta dalla Galleria Civica di Modena, e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la collettiva presenta opere provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private italiane e straniere di alcuni fra gli artisti della scena contemporanea internazionale che hanno maggiormente riflettuto sul tema del sacro: Adel Abdessemed, Giovanni Anselmo, Kader Attia, Paolo Cavinato, Chen Zhen, Vittorio Corsini, Josep Ginestar, Anish Kapoor, Richard Long, Roberto Paci Dalò, Jaume Plensa, Wael Shawky. Ogni opera occuperà in completa solitudine un ambiente della Galleria, da una parte accentuando il rapporto diretto, esclusivo, intimo che ciascuna di esse instaura con lo spettatore, dall’altra amplificando la propria capacità di entrare in relazione con gli spazi architettonici. L’idea fondante della mostra risente molto delle parole di Mircea Eliade sul fatto che il sacro, nell’arte contemporanea, “è divenuto irriconoscibile; si è camuffato in forme, propositi e significati che sono apparentemente ‘profani’. Il sacro non è scontato, com’era per esempio nell’arte del Medioevo. Non si riconosce immediatamente e facilmente, perché non è più espresso attraverso il convenzionale linguaggio religioso”. Se queste sono le premesse teoriche relativamente all’arte contemporanea, i saggi di Michele Emmer, Vito Mancuso, Vincenzo Pace e Vincenzo Vitiello guideranno i lettori del catalogo verso una più ampia comprensione dei limiti, dei significati e delle possibilità che la parola ‘sacro’ ancora conserva ai nostri giorni. “Non di rado – si legge nel testo in catalogo del curatore della mostra Marco Pierini – l’opera d’arte definisce con la sua mera presenza uno spazio di riguardo, inviolabile, sacro nell’accezione che rimanda direttamente all’etimologia della parola: circoscritto, ristretto, separato. La distanza che essa delimita – quand’anche non abbia a che vedere con una dimensione trascendente, o comunque ‘superiore’ – può essere sia puramente spaziale, fisica, sia temporale, sia culturale. In ogni caso, tuttavia, questa distanza rimarrà invariabilmente a segnare una straordinarietà, un’eccezionalità, una dimensione non ordinaria né quotidiana. Ma tale dimensione non è, contrariamente alle apparenze, avulsa dalla vita perché, anzi, alla sua forza attrattiva è quasi impossibile resistere, che sia fondata sull’incanto e la fascinazione oppure sul timore e l’inquietudine dell’ignoto. Limite e soglia, confine e passaggio, lo spazio sacro si costituisce sempre come rapporto – quando esclusivo e privato, quando collettivo e condiviso – tra mondi diversi e come invito per chi guardi a lasciarsi trasportare, ad affidarsi all’opera e sperimentare una sorta di estraniamento contemplativo o di empatetica immedesimazione”. Con Lo spazio del sacro riaprirà al pubblico la Palazzina dei Giardini, a conclusione del secondo stralcio dei restauri curato dal Settore Lavori Pubblici del Comune di Modena che ha interessato gli interni dell’edificio, con il rinnovo degli impianti elettrici e termici alimentati a energia geotermica e che si concluderà con il recupero pittorico dei decori della cupola. Info: Lo spazio del sacro - Galleria Civica di Modena, Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103) e Palazzina dei Giardini (corso Canalgrande) - 5 dicembre 2010/6 marzo 2011 - a cura di Marco Pierini - Ingresso gratuito - Catalogo Silvana Editoriale con testi di Michele Emmer, Vito Mancuso, Vincenzo Pace, Vincenzo Vitiello, Silvia Ferrari, Serena Goldoni e Marco Pierini - Inaugurazione sabato 4 dicembre ore 18.00 - galcivmo@comune.Modena.it  - www.Galleriacivicadimodena.it  
   
   
ALLA ROCCA DI GRADARA IL “MAGHETTO” PIÙ FAMOSO DEL MONDO E I PROTAGONISTI DI TANTE FIABE. UNA SORPRENDETE MOSTRA CI CONDUCE NEL MONDO INCANTATO DELLA DISEGNATRICE CHE, IN ITALIA, HA DATO UN VOLTO A HARRY POTTER  
 
Un soffio di vento, un alito di magia, un fremito della fantasia ed ecco che un mondo incantato, fatto di folletti e maghi, di draghi e piccoli “eroi”, appare all’improvviso ai nostri occhi, lieve e fuggevole, e sembra prender vita. Sono i Sogni & Disegni di Serena Riglietti, nota illustratrice dei libri di Harry Potter in Italia, artista capace di tradurre l’incanto di un racconto, il fluire di una narrazione in un’emozione visiva, comunicando il senso di stupore e di meraviglia che circondano personaggi come il Mago di Oz, Peter Pan, Alice nel Paese delle Meraviglie, Rosaspina e lo stesso Harry Potter, nell’interpretazione data dalla disegnatrice al giovane “maghetto” alle prese con il Signore Oscuro. E proprio in concomitanza con l’uscita sugli schermi italiani del film tratto da “Harry Potter e i doni della morte”, una coinvolgente mostra in un’ambientazione assolutamente unica condurrà grandi e piccini nell’universo fantastico creato dalle delicate illustrazioni e dalla poetica originale della Riglietti. Sarà infatti la Rocca di Gradara, cittadella fortificata che tra torri, spalti e merlature sembra anch’essa uscita da un volume di fiabe, a fare da scenario all’esposizione Da Peter Pan a Harry Potter. Sogni & Disegni di Serena Riglietti che proporrà – dal 9 dicembre 2010 al 29 maggio 2011 presso Palazzo Rubini Vesin - oltre 200 opere della disegnatrice, tra tavole a colori e illustrazioni in bianco e nero. I personaggi di mille avventure, i protagonisti dei classici della letteratura d’infanzia entrati nell’immaginario d’intere generazioni, ma anche le nuove creature proposte dall’editoria internazionale si arricchiscono, nell’universo figurato di Serena, d’inusuali sfaccettature e d’inattese sottolineature. Lo stesso Harry Potter ha trovato nel tratto dell’illustratrice marchigiana d’adozione una dimensione assolutamente personale e, così come Harry cresce e raffina la sua identità nel percorso di comprensione della vita e nello scontro tra il Bene e il Male, allo stesso modo il segno della Riglietti, nel rappresentarne le avventure, matura restando sapientemente in bilico tra caratterizzazione e allusività del personaggio e del suo complesso mondo. Nella mostra – promossa dalla Regione Marche, della Provincia di Pesaro e dal Comune di Gradara, con l’organizzazione generale di Villaggio Globale International in collaborazione con Gradara Innova – troviamo di Potter circa novanta illustrazioni originali, comprese le copertine dei 7 volumi della famosa saga, pubblicata in Italia da Salani Editore, e le prime prove dell’autrice alle perse con il personaggio della Rowling, quando Harry era ancora sconosciuto al pubblico italiano e il cinema doveva ancora impossessarsi delle sue vicende. Accanto a queste, nelle diverse sezioni della mostra, ritroviamo alcuni dei più bei lavori di Serena Riglietti – alcuni dei quali possono essere ammirati in Italia solo in queste occasioni, essendo pubblicati unicamente all’estero – a ripercorrere una storia professionale vissuta nell’arco di 15 anni: dal Mago di Oz per il volume della Ta Chien Publishing di Taiwan, a Rosaspina scritto da Roberto Piumini e pubblicato da Fabbri, da “The Magician’s boy” della Simon and Shuster di New York a "Corvi, fantasmi, occhi che si accendono" per Einaudi; dalla Sirenetta (Fabbri, Milano) e al più recente Pipkin, il piccolo pinguino alla scoperta del mondo, con le sue mille domande, ideato da Anna Milbourne per il prestigioso marchio inglese Usborne Publishing di Londra. Saranno inoltre in mostra le tavole della sua ultima fatica (di prossima pubblicazione dalle edizioni Sibling press) "Buckle and the pirates". Immagini traboccanti di particolari con continui cambi di prospettiva e ardite composizioni, oggetti in equilibrio precario, come lo sono i sogni, che affascinano i lettori e che stupiranno il pubblico della mostra laddove, nelle tavole originali, potrà scoprire l’inesauribile immaginario fiabesco evocato dalla Riglietti, attraverso un linguaggio figurativo classico che si richiama – è stato sottolineato – da un lato al pittoricismo della grande tradizione toscana e marchigiana, dall’altro al mondo nordico o addirittura a certi echi dell’Art Nouveau. Una cifra stilistica inconfondibile, che unita alla capacità di rendere la materia incandescente del meraviglioso e del fantastico così che le scene fissate nei fogli sembrano animarsi, come un racconto nel racconto – farà partecipare tutti alle peripezie di Peter Pan e ai voli incantati di Harry Potter. Www.gradarainnova.it    
   
   
CATANIA (FONDAZIONE PUGLISI COSENTINO): CARLA ACCARDI SEGNO E TRASPARENZA 9 GENNAIO 2011 / 15 MAGGIO 2011  
 
La Fondazione che Alfio Puglisi Cosentino ha creato a Palazzo Valle, nel cuore di Catania, propone, dal 9 gennaio al 15 maggio 2011, una grande mostra di Carla Accardi curata da Luca Massimo Barbero. Sarà una mostra assolutamente irrepetibile: l´artista, infatti, ne è doppiamente protagonista: con le sue opere ma anche con la sua personale interpretazione delle architetture e degli spazi dello storico Palazzo, capolavoro del Vaccarini. Una grande mostra-installazione, quindi, dove ciascun ambiente sarà connotato in modo diverso, secondo la relazione che Carla Accardi percepisce tra le sue opere e le architetture della sede destinata ad accoglierle. Lungo questo percorso attraverso il Palazzo pensato dall´artista, si intrecceranno e susseguiranno in un ordine ideale i suoi primi lavori sul dialogo tra spazio, segno e colore, sino alle sperimentali superfici trasparenti di sicofoil, su cui dipinge, e alle articolate installazioni di grande dimensione. Carla Accardi (Trapani, 1924) vive e lavora a Roma dal 1946. Ha partecipato al gruppo romano Forma dal 1947 ed è considerata uno tra i protagonisti dell´arte astratta italiana dal secondo dopoguerra: dal 1948 ha partecipato in più occasioni alla Biennale di Venezia. Il suo lavoro si fonda sulla feconda interazione tra segno, superficie, luce e colore, che si dirama in realizzazioni che spaziano dal dipinto all´installazione. Le prime sale della mostra saranno dedicate alle articolazioni di quelli che possono essere definiti i "segni cromatici" della Accardi, che iniziano a proliferare sulle tele dei primi anni Cinquanta in configurazioni libere e distese, per poi assumere alla metà del decennio la caratteristica bicromia del positivo / negativo, che determina la superficie tra bianco e nero. Un intenzionale scarto cronologico, nella medesima sala, mette in relazione questi lavori con l´installazione Casa Labirinto del 1999-2000, opera percorribile in cui il plexiglas è attraversato da segni bianchi e neri, proponendo un confronto diretto tra le diramate stagioni espressive di Accardi. Dopo una sala dedicata alla serie delle opere a sviluppo centrico, denominate "tondi" o "cervelli", la mostra concentrerà la propria attenzione sulla strutturazione del segno in griglie e regolarità ritmiche, di cui oggi si può leggere la straordinaria attualità sia cromatica sia linguisitica. Anche per queste ragioni, la mostra approfondisce in modo inedito e come mai in precedenza la fisicità del dialogo tra segno e trasparenza nel lavoro di Accardi: si concentra così in particolare sulle opere realizzate su sicofoil, che vanno dai lavori su telaio rettangolare o quadrato, agli accenni installativi dei telai sagomati, alle vere e proprie realizzazioni in chiave ambientale oltre il dipinto. A sottolineare questa tensione ambientale del lavoro di Accardi, l´intero itinerario della mostra è concepito come un percorso nel Palazzo che dialoga con la fisicità stessa delle sue sale, anche attraverso opere recenti e realizzate per l´occasione, come la grande superificie di ceramica concepita per il suo cortile. Il tracciato dell´esposizione sarà inoltre punteggiato da installazioni collocate in relazione con l´architettura e con le opere alle pareti, come ad esempio Rotoli (1965-69), Cilindrocono (1972), Paravento (1972), la serie dei Coni in maiolica (2004), Si dividono in vano (2006). Al piano superiore, la mostra presenta una straordinaria sala dedicata ai grandi dipinti realizzati dall´artista per la sua sala personale alla Biennale di Venezia del 1988, per culminare con Pasos de Pasaje (2007), grande lavoro che realizza la fusione di architettura e segno: pavimento di piastrelle in gres dipinto, con segni alternati di colore verde e cobalto su sfondo bianco, che intende anche rimandare a un forte legame con la tradizione creativa delle arti applicate in Sicilia ed è stata realizzata a quattro mani con Gianna Nannini, che ha concepito per essa un suo brano come specifica presenza sonora parallela a quella visiva. Realizzata in collaborazione con lo Studio Accardi, sede dell´archivio dell´artista, e Ram radio arte mobile di Roma, che è la sua principale galleria di riferimento, la mostra avrà anche la straordinaria occasione di presentare al pubblico il nuovo catalogo ragionato in corso di pubblicazione, a cura di Germano Celant, oltre ad essere il primo nuovo grande riscontro espositivo dell´artista in Italia dopo la serie di significative mostre internazionali che le sono state dedicate, come quella al Centro Cultural Recoleta di Buenos Aires. In occasione della mostra, verrà pubblicata una monografia a colori a cura di Luca Massimo Barbero, edita da Silvana Editoriale, che attraverso un ricco apparato iconografico intrecciato a saggi inediti e a una selezione di materiali documentari, intende proporre un percorso di lettura mirato dell´opera di Accardi, dedicato alla relazione tra segno e trasparenza. "Carla Accardi Segno e trasparenza". Catania, Fondazione Puglisi Cosentino (Palazzo Valle, via Vittorio Emanuele 122), 9 gennaio - 15 maggio 2011. Orario: dal martedì alla domenica 10-13.00; 16.00-19.30 il sabato sino alle 21.30; chiuso il lunedì; aperture straordinarie su prenotazione. La biglietteria chiude mezz´ora prima. Biglietti interi: 8 euro, ridotti: 5 euro, scolaresche: 2,50 euro, i pomeriggi di martedì e venerdì ingresso 1 ?. Mostra a cura di Luca Massimo Barbero, promossa dalla Fondazione Puglisi Cosentino in collaborazione con Studio Accardi e Ram radio arte mobile. Sponsor Finsole Spa. Monografia sull´artista a cura di Luca Massimo Barbero edita da Silvana Editoriale. Per informazioni e prenotazioni: Fondazione Puglisi Cosentino tel. + 39 095 7152228, + 39 095 7152118 info@fondazionepuglisicosentino.It  www.Fondazionepuglisicosentino.it  
   
   
ISTANBUL (TOPHANE-I AMIRE CULTURAL CENTER): MIMAR SINAN MEETS PALLADIO IN ISTANBUL - 29 NOVEMBRE/31 DICEMBRE 2010  
 
L´anno di Istanbul culturale europea si chiude con una mostra di architettura dal titolo evocativo: Mimar Sinan incontra Palladio a Istanbul. La mostra mette in scena il dialogo a distanza fra i due massimi architetti del mondo ottomano e occidentale del Rinascimento. Mimar Sinan (1490-1588) è il grande progettista turco che realizzò quasi cinquecento edifici, fra grandi moschee, palazzi, terme, ponti. Andrea Palladio (1508-1580) è forse l´architetto più famoso di ogni tempo. Molto più di quanto ci appaia evidente oggi, Venezia e Istanbul erano due potenze gemelle che si contendevano costantemente il dominio del Mediterraneo. Certamente nemiche, erano anche legate da una fitta rete di scambi e interessi commerciali comuni, dai beni di lusso sino al grano, che - come gli Usa dall´Urss durante la "guerra fredda" - i Veneziani compravano largamente dal mercato turco fino a quando le campagne bonificate dalle ville non misero fine alla pericolosa dipendenza. Palladio e Sinan non si conobbero mai personalmente, ma avevano un amico in comune, Marcantonio Barbaro, il committente della villa e del tempietto di Maser, che dal 1568 al 1574 è ambasciatore veneziano a Istanbul, è amico di Sinan e visita spesso i suoi cantieri. Tramite Barbaro fra i due architetti si istaura un dialogo a distanza, con scambi da entrambe le parti. Dopo l´uscita dei Quattro Libri di Palladio (1570), alcune moschee di Sinan cominciano a mostrare elementi sorprendentemente simili a facciate di ville pubblicate nel trattato. Del resto, chiunque guardi il retro della chiesa del Redentore di Venezia, realizzata da Palladio a partire dal 1576, non può non riconoscere nei due campanili cilindrici con copertura conica due minareti, e come tali dovevano essere visti dalla residenza degli ambasciatori ottomani, che si trovava in palazzo Mocenigo poco lontano. La mostra presenta per la prima volta Palladio al pubblico della Repubblica turca, e lo fa attraverso la serie completa dei famosi modelli lignei delle sue architetture realizzati dal Centro palladiano: ben 17 grandi modelli in legno e porcellana, riuniti per la prima volta tutti assieme dai tempi della leggendaria mostra vicentina del 1973. Intorno ad essi sono allestiti sei grandi schermi dove sono proiettate multivisioni digitali che mostrano gli edifici di Palladio, nel loro contesto urbano o paesaggistico, confrontati con quelli di Sinan. La mostra stessa è allestita in un ambiente d´eccezione: la più importante fonderia di cannoni dell´Impero ottomano, costruita nel Xv secolo, ampliata da Solimano il Magnifico nel Cinquecento e infine, nel 1803, trasformata dal sultano Selim Iii nell´attuale, imponente struttura voltata in pietra e mattoni. La mostra è a cura di Guido Beltramini e di Howard Burns (Cisa Andrea Palladio) e di Demet Binan (Mimar Sinan Fine Arts University). L´allestimento è curato da Aldo Cibic e Mauro Zocchetta. La mostra sarà inaugurata il 29 novembre dalla presidente del Centro palladiano, Amalia Sartori, dall´Ambasciatore d´Italia in Turchia, Gianpaolo Scarante e dal rettore della Sinan Fine Arts University. Nel pomeriggio precedente presso la Sinan Fine Arts University si terrà un convegno su Palladio e Sinan nel quale interverranno i curatori della mostra e alcuni dei massimi specialisti turchi di architettura del Cinquecento, fra cui Dogan Kuban, docente al Politecnico di Istanbul, il decano degli studi in materia. "Sono particolarmente onorata - dichiara Amalia Sartori - che Istanbul abbia voluto coronare un anno tanto significativo per il futuro della Turchia con una mostra su Palladio e Sinan, che crea un vero ponte fra Oriente e Occidente. Ancora una volta la cultura dimostra la propria capacità di creare un terreno comune, e Palladio stesso conferma doti di straordinario ambasciatore. Fra il 2008 e il 2009, mezzo milione di persone ha visitato la nostra mostra in Europa, e la sua versione americana ha riscosso grandi consensi a New York e li sta riscuotendo ora a Washington. Palladio, Vicenza e il Veneto sono diventati nomi familiari ad un pubblico vasto. Penso che nessuno, all´inizio delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla nascita di Palladio, avrebbe osato neanche sognare un esito così gratificante". Per Informazioni: http://www.En.istanbul2010.org/fotogaleri/gp_661656 - Centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio Palazzo Barbaran, Vicenza tel. +39 0444 323014 www.Cisapalladio.org  
   
   
LIVIGNO: ART IN ICE FOR FASHION  
 
Sono 15 anni che all´inizio di dicembre dieci scultori provenienti da tutto il mondo si ritrovano a Livigno per creare sculture di arte contemporanea da un cubo di neve pressata. Art in Ice for Fashion vede in competizione quest´anno 5 artisti stranieri e cinque italiani: Dall´india arriva Ravinder Bhardwaj con Force, una spirale di neve che sembra guardare l´infinito. Dalla Russia, Irina Kudriavtseva, si cimenta con Enter, un gioco di sdoppiamento di piani con figurine che ricordano le bambole di carta. Lo svedese Edwin Bock lavorerà a String & Things, con piani inclinati simili a un libro aperto di antica legatoria e la lettone Inese Valtere Ulande estrarrà dal cubo di neve pressata Glamour, un grande volto, una maschera teatrale. Fashion anche Handcuff, il gigantesco polsino perfetto in ogni particolare della polacca Malgorzata Wisniewska, vincitrice della passata edizione. Dall´italia Cesare Proti propone Il Gomitolo, che sposa creatività e simbolismi mitologici, Roberto Lorenzon lavora a Luogo Comune, una edicola simbolica in cui la gente si può ritrovare. Con Cool Teraphy, Antonella Gerbi crea una chaise lounge che permette di aprirsi, rimanendo protetti da muri di neve. Chiudono Roberta Orioli con Ispiration, un volto avvolto da un drappo sinuoso e Solido Azzurro Silenzio, di Francesco Panceri. La manifestazione prende il via venerdì 3 dicembre, alle ore 21, a Plaza Placheda con la cerimonia di apertura, la presentazione degli artisti e dei bozzetti delle sculture. Da sabato 4 a lunedì 6 dicembre, gli artisti danno forma al cubo di neve all’Art In Ice Village, in via Bondi. Martedì 7 dicembre, dopo la sfilata del gruppo folcloristico, il concorso termina con l´assegnazione di tre premi (Gran Premio Da Giuseppina 1941, Premio del Pubblico Lungolivigno e Premio degli Artisti). Seguiti dalla grande festa Art in Ice for Fashion con sfilata di Moda tra le sculture. Le sculture di neve Art In Ice sono in mostra fino a primavera, quando il sole le scioglierà