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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 25 Febbraio 2011
PINACOTECA DI BRERA. MORATTI: “UNA NUOVA ILLUMINAZIONE PER VALORIZZARE UN SIMBOLO DELLA MILANO DELL’ARTE E DELLA CULTURA”  
 
“Oggi (22 febbraio 2011) facciamo un altro passo avanti per valorizzare uno dei simboli della Milano dell’arte e della cultura. L’inaugurazione del nuovo sistema di illuminazione delle sale espositive della Pinacoteca permette di dare nuovo splendore alle opere che vi sono conservate e di inaugurare quegli interventi di grande respiro che faranno di Brera uno dei massimi poli culturali europei”. Con queste parole il Sindaco Letizia Moratti è intervenuta alla presentazione della nuova illuminazione della Pinacoteca di Brera presso la Sala Xxi della Pinacoteca, via Brera 28. Presenti all’inaugurazione Sandrina Bandera, Soprintendente per i Beni storici ed artistici di Milano e Direttore della Pinacoteca di Brera, e Caterina Bon Valsassina, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia. Il nuovo impianto di illuminazione interessa gran parte della Pinacoteca: dalle Sale Xix e Xx fino alla Sala Xxxviii, a cui si aggiunge la Cappella Mocchirolo. Un intervento che il Comune ha sostenuto stanziando un finanziamento di 250mila euro, a cui se ne sono aggiunti altri 30mila per la realizzazione della nuova guida di Brera. Si tratta di un sistema di proiettori con lampadine alogene dicroiche, attualmente la sorgente luminosa con il più alto indice di resa cromatica, che aggiunto all’illuminazione preesistente (tubi fluorescenti) migliora la percezione della qualità cromatica dei dipinti contribuendo, allo stesso tempo, ad aumentare il livello complessivo d’illuminazione. Si è passati, infatti, da 40/50 lux registrati prima dell’intervento a 150/200 lux in conformità alle prescrizioni esistenti per l’illuminazione dei musei. Inoltre, la luce diretta dei nuovi fari aggiunge micro ombre sui rilievi delle pennellate dei dipinti a olio, mettendo in risalto una tridimensionalità e una profondità difficile da cogliere con la precedente illuminazione. “Interventi come questo – ha sottolineato il Sindaco – nascono dalla volontà dell’Amministrazione di valorizzare realtà culturali straordinarie come quella di Brera. Un impegno già evidenziato dal protocollo, Patto per Milano, sottoscritto nel 2008 con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Ministero della Difesa per la ‘Conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale cittadino’. Un accordo che vede uniti Comune e Governo nel recupero e nella valorizzazione di prestigiose sedi culturali, nella promozione dell’immagine artistica di Milano nel mondo e nell’impulso alla ricerca scientifica sul patrimonio milanese con il contributo delle migliori energie pubbliche e private. Un impegno che abbiamo ribadito con il protocollo, siglato nel luglio scorso, che dà il via alla realizzazione del progetto Grande Brera che coinvolge Accademia e Pinacoteca e altre sedi museali per la creazione di un vero proprio polo internazionale dell’arte”. “Un progetto – ha concluso il Sindaco – che si inserisce nel vasto programma di valorizzazione del patrimonio museale e culturale di Milano, che il Comune ha già avviato da tempo. Quello dell’arte, non a caso, è uno dei maggiori punti di forza dell’attrattività di Milano e la continua crescita del turismo, soprattutto internazionale, verso la nostra città ne è una conferma: più 7% annuo in controtendenza con tutte le altre città italiane. Segnali importanti che ci impongono un crescente impegno. Oggi abbiamo fatto un passo avanti importante in un cammino che è destinato a continuare perché la Grande Brera si trasformi in realtà già per l’Esposizione Universale del 2015. Polo culturale che attrarrà a Milano milioni di visitatori da tutto il mondo”  
   
   
ROVERETO (MART): L´ANIMA DELLE DOLOMITI AL MART  
 
Le Dolomiti saranno le grandi protagoniste della prossima mostra del Mart di Rovereto. Dal 12 febbraio al 1° maggio il Museo di arte contemporanea di Rovereto ospita “Dolomites Project 2010”, una mostra monografica di Olivo Barbieri, che comprende dieci fotografie di grande formato e un film in alta definizione di dodici minuti. Il progetto è stato ideato e realizzato dallo stesso Barbieri in sinergia con Trentino Marketing, Mart e Provincia autonoma di Trento nell’ambito delle iniziative volte a promuovere a livello internazionale il riconoscimento da parte dell’Unesco delle Dolomiti Patrimonio Naturale dell’Umanità. «Si tratta – sottolineano l’assessore al turismo Tiziano Mellarini e il responsabile relazioni esterne di Trentino Marketing Paolo Manfrini – di una iniziativa di valenza internazionale messa in campo per promuovere il riconoscimento da parte dell’Unesco delle Dolomiti quale Patrimonio Naturale dell’Umanità. Una iniziativa coordinata da Trentino Marketing in rete con il Mart, la Provincia e in particolare l’assessorato all’urbanistica, il centro audiovisivi Format e il nucleo elicotteri che ha consentito le fotografie e le riprese dall’alto delle montagne. Barbieri è considerato uno dei più importanti artisti italiani contemporanei e le sue opere sono state esposte nei maggiori musei e gallerie del mondo. Questa mostra, che interpreta le Dolomiti in una prospettiva originale, culturale e moderna, potrà dunque essere ospitata da prestigiose istituzioni internazionali – al riguardo vi sono già significative richieste – contribuendo dunque alla comunicazione qualitativa del patrimonio dolomitico. Per il suo debutto è stata posta dal Mart a cavallo tra esposizioni come quelle di Modigliani Scultore e dei capolavori impressionisti dal Musèe d’Orsay in grado di calamitare il grande pubblico, che così potrà entrare in contatto anche con le proiezioni artistiche dei Monti Pallidi proposte da Barbieri e con i materiali informativi messi a disposizione dalla Fondazione Dolomiti-unesco». Barbieri, originario di Carpi (Modena), porterà nei saloni del Mart la sua tecnica fotografica, attraverso la quale filtra le emozioni che la natura (e in questo caso la maestosità delle Dolomiti) sa regalare, portando avanti la sua personale ricerca delle tante sfaccettature della realtà esistenti in natura e domandandosi quanto la nostra percezione sappia davvero comprendere ciò che ci circonda. L´artista ha frequentato il D.a.m.s. Di Bologna e fin dai primi anni ´70 ha sviluppato il proprio interesse per la fotografia, concentrando la propria ricerca sui grandi paesaggi urbani e naturali ed esponendo le proprie opere nei principali musei europei, americani, asiatici: dal Moma di New York alla Tate Modern di Londra, dal Jeu De Paume di Parigi alla Biennale di Venezia, dal Folkwang Museum di Essen al San Francisco Museum of Modern Art a festival cinematografici come il Sundance e quelli di Berlino, Locarno, Toronto, Rotterdam. Dalla metà degli anni Novanta ha adottato una nuova tecnica fotografica, che gli permette di mantenere a fuoco solo alcuni punti dell’immagine: i paesaggi rappresentati, ripresi dall’elicottero, appaiono così come dei plastici, delle sorprendenti e spiazzanti visioni. Le Dolomiti esistono da duecentocinquanta milioni di anni e il materiale che le compone, la Dolomia, viene da abissi oceanici. Barbieri le interpreta come architetture progettate da una mano, forme simboliche in movimento, e nella linea delle vette rivede una “storia della terra capovolta”. Il suo lavoro invita quindi a una riflessione sull’ambiente e l’ecosostenibilità di queste straordinarie costruzioni naturali. In occasione della mostra è stato prodotto un catalogo dal titolo “Dolomites Project 2010”, edito da Damiani Editore e saranno organizzati incontri e serate in collaborazione con il Museo Tridentino di scienze naturali, nelle quali le Dolomiti saranno svelate anche nei loro aspetti geologici e storici. Info: http://www.mart.tn.it/    
   
   
IL 1° APRILE RIAPRONO I GIARDINI DI SISSI A CASTEL TRAUTTMANSDORFF – MERANO E CELEBRANO IL LORO 10° ANNIVERSARIO  
 
Lasciandosi alle spalle un 2010 da record per numero di visitatori, a 10 anni dalla loro apertura, i Giardini di Sissi riaprono puntualmente la stagione il 1° di aprile prossimo, con un calendario ricco di eventi, nuove attrazioni e sorprese. Tra le grandi novità di quest’anno si segnalano la presenza di una nuova guida, nuovi orari d’apertura e soprattutto l’attrazione “Il Regno sotterraneo delle piante”. Il 1° di aprile prossimo riaprono i Giardini di Sissi a Merano. Ad attendere i primi visitatori un tripudio di profumi e colori: nel mese di aprile sbocciano infatti più di 130.000 bulbi! Fioriscono in quel periodo tulipani, narcisi e anemoni, giacinti e camassie, Corone Imperiali e English Bluebell messi a dimora ad arte durante l’autunno dagli esperti giardinieri, per regalare ai visitatori sempre nuovi scenari mozzafiato. Premiati nel 2005 come Parco più bello d’Italia e visitati già da oltre 3 milioni di persone provenienti da tutto il mondo, i Giardini sono un vero paradiso terrestre alle porte di Merano. Estesi per oltre 12 ettari intorno al famoso Castel Trauttmansdorff, lo stesso in cui Sissi, l’imperatrice d’Austria, (interpretata di recente in una fiction su Rai 1 dall’attrice Cristiana Capotondi), amava passeggiare e rigenerarsi. In questi luoghi di pace e serenità è ancora possibile immaginare come poteva sentirsi la principessa, passeggiando lungo il sentiero a lei dedicato e che tracciò più di 100 anni fa. I Giardini di Sissi fanno parte del prestigioso network dei Grandi Giardini Italiani e sono partner del percorso culturale europeo “La strada di Sissi”. Il riuscito connubio tra arte e natura, fa dei Giardini di Castel Trauttmansdorff, un’attrazione unica a livello mondiale e la confermano meta turistica più amata dell’Alto Adige. I Giardini cambiano aspetto da stagione a stagione, di mese in mese! Nuove fioriture, fragranze e colori trasformano i paesaggi fino ad autunno inoltrato, quando cala il sipario sullo spettacolo novembrino del fall foliage. I Giardini di Sissi risplendono di nuovi colori… è il 10° anniversario Alle meraviglie che i visitatori già conoscono se ne aggiungono tante altre. Novità assoluta ed unica al mondo sarà l’attrazione “Il Regno sotterraneo delle piante”. La stazione interattiva è allestita a sud del Castello e si sviluppa in un percorso , scavato nella roccia, lungo ben 200 metri. I visitatori, guidati in un percorso sotterraneo multimediale, possono approfondire alcuni aspetti quali l´acqua, la terra, le sostanze nutritive, le radici e la luce, in maniera avvincente e divertente. Per la stagione 2011 si riconfermano i brunch domenicali “Colazione da Sissi” e i grandi concerti della rassegna World Music Festival, che vede la partecipazione di artisti di fama internazionale e che lo scorso anno ha ospitato musicisti di calibro come i cantautori Marit Larsen e Milow. Tutti i venerdì dei mesi di giugno, luglio e agosto, i Giardini resteranno aperti fino alle ore 23.00, in occasione della nuovissima rassegna “i venerdì estivi”, tra musica e divertimento. Altra importante novità è la realizzazione da parte della direzione marketing di una nuova e speciale guida ai Giardini, che verrà presentata in anteprima il 16 giugno, in occasione delle celebrazioni del decennale. Inoltre, per ottimizzare l’accoglienza al visitatore quest’anno ci sarà una nuova veste grafica e una nuova segnaletica in tre lingue. Confermate da maggio a ottobre le visite alle libellule, consigliate soprattutto ai bambini e ai ragazzi che vogliono conoscere tutti i segreti della natura, guidati da un’esperta etmologa. Dal 4 agosto viene riproposto il pacchetto turistico “Giardini & Vino”, occasione in cui oltre a visitare la vite più grande e probabilmente più antica del mondo, si può degustare il suo prezioso nettare nella stupenda cornice di Castel Katzenzungen a Prissiano/tesimo, scoprendo la storia millenaria del vino in Alto Adige. Le sorprese non sono ancora finite: in calendario sono previste altre iniziative come ad esempio la rassegna “Stelle, Castelli e Malghe” prevista il 16 settembre. Sarà un evento in cui 5 chef altoatesini stellati, coordinati da Andrea Fenoglio (chef del ristorante Sissi di Merano),proporranno ricette d’autore in una cornice d’eccezione. Al Touriseum, Museo provinciale del Turismo, un’esposizione dedicata alla figura del cameriere Il Touriseum, Museo Provinciale del Turismo allestirà una mostra temporanea dal titolo “Desidera?”, dedicata alla figura professionale del cameriere. L’intento della mostra è quello di richiamare l’attenzione del visitatore sul ruolo del cameriere nell’attività ristorativa, in quanto ambasciatore del gusto e promotore delle tradizioni e della cultura del suo territorio. L’esposizione, ospitata nella Rimessa di Castel Trauttmansdorff, offre uno spaccato dello sviluppo storico della figura del cameriere. Www.touriseum.it . Nuovi orari dei Giardini di Sissi e Touriseum: dal 1°aprile al 31 ottobre dalle 9.00 alle 19.00 dal 1° al 15 novembre dalle 9.00 alle 17.00 venerdì in giugno, luglio ed agosto dalle 9.00 alle 23.00 I Giardini di Sissi riapriranno al pubblico il 1° di aprile 2011. Www.giardinidisissi.it  
   
   
MILANO (MUSEO DIOCESANO, CORSO DI PORTA TICINESE 95 E FORUM AUSTRIACO DI CULTURA, PIAZZA DEL LIBERTY 8): PERSONALE DI KARL HARTWIG KALTNER - DAL 24 FEBBRAIO AL 10 APRILE 2011  
 
Venti opere, tra olii su tela e lavori su carta, documentano il percorso creativo degli ultimi tre anni dell’artista austriaco. L’esposizione, curata da Paolo Biscottini, presenta nei due spazi milanesi una selezione di lavori recenti (2008-2010) dell’artista austriaco Karl Hartwig Kaltner, nato nel 1959 a Salisburgo. Al Museo Diocesano si possono ammirare olii su tela di grande formato, mentre al Forum Austriaco di Cultura sono allestiti una serie di bozzetti per vetrate di chiese, realizzati a china su carta. Formatosi tra l’Austria e l’Italia, dove ha frequentato l’Accademia di Brera, Kaltner ha sperimentato nel corso degli anni tecniche e stili differenti, dalle litografie, dal collage alle installazioni. Attratto fortemente dalla musica di Gustav Mahler, l’artista definisce se stesso un compositore, che realizza veri e propri “paesaggi interiori”, prendendo spunto dalla poetica informale. Kaltner, ispirandosi alla natura, ma nello stesso tempo allontanandosi da essa, crea dei ritmi che tracciano immagini armoniose ed eteree. Infatti, l’elemento spirituale, così come la continua tensione verso il trascendente, sono sempre presenti nei suoi lavori. Quella di Kaltner è una pittura calma e armoniosa, che coinvolge lo spettatore nella sua personale ricerca del divino. L’iniziativa è stata realizzata con il gentile sostegno di Regione di Salisburgo, del Comune di Salisburgo, della casa d´aste viennese Dorotheum e di Glas Peter. Accompagna l’esposizione un catalogo bilingue ( italiano/tedesco) con testo critico di Paolo Biscottini. Info: www.Kaltner-kh.com  - Museo Diocesano, tel. 02.89420019, info.Biglietteria@museodiocesano.it , www.Museodiocesano.it - Forum Austriaco, tel. 02.78.37.41, Fax 02.78.36.25, mailand-kf@bmaa.Gv.at , www.Austriacult.milano.it     
   
   
MUSEOTORINO: NON UN NUOVO MUSEO, MA UN MUSEO “NUOVO”  
 
Il 18 marzo 2011 apre Museotorino, il museo di storia della città, realizzato in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un progetto innovativo di museo reale e virtuale allo stesso tempo, unico nel panorama nazionale ed europeo, non solo per come è stato ideato e realizzato, ma anche per i criteri e i metodi con cui verrà sviluppato. Museotorino nasce per raccogliere, conservare e comunicare la conoscenza della città. La sua collezione sarà quindi la città stessa, intesa come organismo vivente, in continuo mutamento e sviluppo e pertanto difficilmente “cristallizzabile” in un museo tradizionale. Sarà per questo un museo “diffuso”, costituito dai luoghi e dagli spazi cittadini e dai musei nei quali sono custodite le testimonianze che non è stato possibile conservare in situ. Museotorino sarà, tuttavia, anche un museo “virtuale”: www.Museotorino.it . Il sito, nella sua versione definitiva (online dal 18 marzo), permetterà di percorrere lo spazio urbano trovando informazioni sui luoghi della città presente, sulla loro storia, sulle persone che li hanno abitati, sugli eventi di cui sono stati teatro. A ogni luogo, come in un museo, corrisponderà un breve “cartellino identificativo”, ma anche una scheda di catalogo, corredata da note e rimandi archivistici, bibliografici e sitografici alle fonti utilizzate, alla letteratura esistente sull’argomento e agli enti e alle istituzioni cui far riferimento per un approfondimento delle conoscenze. Il museo-sito avrà un proprio archivio, una biblioteca (digitale) e una mediateca, sarà dotato di servizi educativi e, soprattutto, una volta aperto con una prima selezione di luoghi, inizierà a essere costruito realmente con la partecipazione di tutti: non solo delle istituzioni coinvolte - l’Amministrazione comunale, le Soprintendenze, l’Università e il Politecnico, la Provincia e la Regione, i musei, gli istituti culturali, i centri studi - ma anche dei cittadini stessi. Museotorino sarà inaugurato con la presentazione di uno spettacolo multivisivo - realizzato con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e di Iren - in un luogo simbolo della città, la Corte medievale di Palazzo Madama. Nell’arco di venti minuti si potranno così ripercorrere le tappe fondamentali della storia di Torino, da prima che esistesse fino ad oggi. Sarà uno spettacolo coinvolgente ed emozionale, un racconto per immagini, frutto di un approfondito lavoro di studio e ricerca condotto da un comitato scientifico che ha identificato i momenti più significativi della storia della città e ne ha individuato i luoghi simbolo. Dieci fotografi torinesi hanno realizzato per questo progetto circa 1500 nuove immagini. Una troupe, inoltre, ha filmato la città testimoniandone il presente e ricercandone al contempo i segni del passato. Lo spettacolo vuole essere un invito a guardare la città con altri occhi, a percorrerne lo spazio avendo una consapevolezza nuova e maggiore di quello stratificato e composito palinsesto che è l’ambiente in cui viviamo o che visitiamo. Sarà ripetuto più volte al giorno, ad intervalli regolari e vi si potrà assistere gratuitamente negli orari di apertura di Palazzo Madama. “Rivista Museotorino” Integralmente scaricabile dal sito, è lo strumento con cui Museotorino si propone di comunicare i propri obiettivi, progetti e attività, presentando la città e la sua storia, e stimolando il contributo attivo dei lettori. Il numero 0/ è stato dedicato alla presentazione del progetto e delle iniziative del Museo. Successivamente è stato pubblicato un numero monografico in occasione della mostra “Officine Grandi Riparazioni: fucina di treni e di vite” che illustra le architetture, gli ambienti e le attività produttive delle Officine e ne verrà realizzato un altro che riprenderà i contenuti dello spettacolo multivisivo presentato a Palazzo Madama. Altri numeri in programma avranno come tema rispettivamente la Torino del Risorgimento e le trasformazioni urbane e sociali della città nell’ultimo ventennio. Museotorino è un progetto della Città di Torino - Divisione Cultura, Comunicazione e Promozione della Città - Coordinamento Servizi Museali www.Museotorino.it  -info.Museotorino@comune.torino.it    
   
   
PADOVA (ACCADEMIA GALILEIANA): CONVEGNO SU BEMBO - GIOVEDÌ 24 - SABATO 26 FEBBRAIO 2011  
 
Il 24, 25 e 26 febbraio a Padova, nella storica sede della Accademia Galileiana, i maggiori studiosi da tutto il mondo si incontreranno per approfondire la figura di Pietro Bembo, in preparazione alla grande mostra che la Fondazione Cassa di Risparmio dedicherà al Bembo e alla sua mitica Collezione di opere d´arte nel 2013. La mostra si propone di riportare a Padova i tesori che l´intellettuale e cardinale padovano riunì nella sua casa di Borgo Altinate, una delle prime organiche "raccolte d´arte" europee, ora dispersa tra i grandi musei d´Europa e d´America. A tutti noi è familiare il nome di Bembo, come quello del letterato cui si deve l´italiano che usiamo ancora oggi, codificato nelle Prose della volgar lingua come lingua nazionale, fondata sulle opere di Petrarca e Boccaccio. Negli stessi anni, a Roma, Michelangelo e Raffaello creano un´arte nuova ma basata sulla grandezza di quella antica, una perfezione senza tempo e senza inflessioni regionali: le loro opere sono alla base di quello che oggi chiamiamo l´arte del Rinascimento. I tre si conoscevano bene, e non solo perché erano di casa alla corte dei Papi: Bembo era un letterato ma frequentava, collezionava e spesso influenzava gli artisti, e la sua idea di classico pervade l´arte del suo tempo. Nelle Prose della volgar lingua, Bembo indica proprio in Michelangelo e Raffaello i due modelli della nuova maniera artistica. E´ questo il nodo storiografico che affronta il seminario internazionale "Piero Bembo e le arti" che si terrà a Padova, presso l´Accademia Galileiana, dal 24 al 26 febbraio prossimi, per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in collaborazione con il Cisa Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio diretto da Guido Beltramini. E´ la prima tappa di un progetto di ricerca che giungerà nella primavera del 2013 ad una mostra a Padova su Bembo e le arti, che intende ricostruire il suo mondo e ricomporre, per quanto possibile, la straordinaria collezione che Bembo aveva raccolto nella sua casa di Padova. I dipinti, frutto anche del gusto squisito del padre Bernardo, erano di Raffaello, Giovanni Bellini, Mantegna, Tiziano, Memling. Le statue erano alcuni fra i pezzi antichi più belli delle collezioni rinascimentali, accanto a sculture moderne di Pietro Lombardo, a bronzetti e ad argenti cesellati da Benvenuto Cellini. Vi erano gemme antiche incise, che erano appartenute a Lorenzo il Magnifico. Non mancavano pezzi insoliti, come la leggendaria Mensa Isiaca, una grande lastra da altare in bronzo e argento con geroglifici egizi incisi. E ancora vi erano codici antichissimi, come il Virgilio Vaticano (Iv-v secolo d.C.) o Le Commedie di Terenzio (Ix-x secolo d.C.), accanto a manoscritti miniati, ad iscrizioni su pietra o bronzo, a strumenti scientifici. La collezione Bembo fu unica perché non fu generata semplicemente dal "gusto" del proprietario, ma dalla sua volontà di indagine e conoscenza enciclopediche delle arti, della storia, della natura. Info: www.Cisapalladio.org  tel. 0039 (0) 444 323014 e-mail: bembo@cisapalladio.Org    
   
   
MILANO (BARBARA FRIGERIO CONTEMPORARY ART – MILANO VIA FATEBENEFRATELLI 13): MOSTRA "CURSUM PERFICIO" CON OPERE DI PAOLO SCHMIDLIN E BERT STERN - DAL 16 MARZO AL 30 APRILE 2011  
 
Inaugurazione mercoledì 16 marzo alle ore 18. “Cursum Perficio (“ Il mio viaggio è finito”): iscrizione profetica, posta su di una mattonella situata sulla soglia d´ingresso della casa di Brentwood, che fu l´ultima dimora di Marilyn Monroe e dove venne trovata morta nell´agosto del 1962. A celebrare questa donna–icona, a quasi cinquant´anni dalla sua scomparsa, una mostra alla Barbara Frigerio Contemporary Art propone una serie di scatti tra i più belli e meno noti di Bert Stern (che la immortalò nell´ultima seduta fotografica, avvenuta solo sei settimane prima della morte), sculture policrome di Paolo Schmidlin ed un´ultima struggente immagine, mai vista prima  
   
   
TRIESTE (EX PESCHERIA - SALONE DEGLI INCANTI): TRIESTE E IL LIBERTY: UN UNICUM IN ITALIA - 5 MARZO / 19 GIUGNO 2011 - VERNISSAGE: VENERDÌ 4 MARZO, ORE 19.00  
 
In una città che all´alba del ´900, gli anni dell´esplosione della modernità, è al crocevia culturale, artistico ed economico tra l´Impero asburgico, a cui era soggetta, e l´Italia, da cui si sente fortemente attratta, la forte crescita demografica ha come conseguenza la costruzione di nuovi edifici abitativi, commerciali e di rappresentanza, in parte connotati dal tradizionale stile storico, di sapore classicista, ancora imperante, in parte aggiornati sulle novità di uno stile nuovo e moderno: il Liberty. Quello che rende assolutamente unico il "caso Trieste" è la coesistenza, non sempre facile, delle più diverse declinazioni del Liberty, che nell´architettura locale vede convivere lo stile floreale "all´italiana" con presenze della Secession austriaca e del tedesco Jugendstil, e che si apre nel contempo al manifestarsi di un´anima "protorazionale", anticipatrice di nuove espressioni. Il nuovo stile non si limita, come accade altrove, a diffondersi nell´area di un preciso quartiere, in ambiti circoscritti, ma permea la città intera: è proprio questo carattere diffuso all´interno del tessuto cittadino a renderlo forse più difficile da cogliere ma sicuramente più affascinante da scoprire. Di qui una mostra frutto di un´ampia ricognizione - ove sono stati censiti quasi 250 edifici - che intende fare il punto sul Liberty a Trieste, come paradigma, punto di riferimento e confronto con ciò che negli stessi anni accade in altre città italiane e europee. La mostra si propone di indagare i modelli culturali che si sono affermati in città all´inizio del Xx secolo e sulle modalità con cui sono stati importati, scegliendo come filo conduttore il tema del costruire e dell´abitare, illustrato attraverso una vasta serie di preziosi documenti d´archivio - disegni e progetti, fotografie d´epoca, plastici - utili a descrivere non solo il percorso progettuale ma anche quello formativo di professionisti e maestranze. Al sottile confine fra arte e decorazione, tra progetto architettonico e manufatto artigianale si colloca l´arredamento degli interni abitativi: la mostra è arricchita da una sezione che, attraverso mobili, progetti, disegni di artigiani triestini e album di modelli e di esposizioni europei, aiuta a visualizzare gli spazi in cui si muoveva la vita quotidiana di inizio ´900. Ad emergere sono innanzitutto le vicende intellettuali: storie di architetti di matrice culturale italiana o centro-europea che in città esprimono, con convinzione, idee diversissime. Sono anche gli anni in cui i nuovi materiali, e in primis la pietra artificiale, consentono di modellare facilmente ciò che fino a quel momento richiedeva l´attività di scultori e lapicidi e tempi molto più lunghi e quindi costi infinitamente maggiori. Accanto al bianco e al grigio degli austeri edifici del potere si assiste all´esplosione di tinte pastello e di apparati decorativi tendenti ad animare le facciate degli edifici, creati per i ceti imprenditoriali e professionali, con effetti disegnativi che soppiantano le tradizionali strutture classicheggianti. È comunque un "nuovo" mediato dalle istituzioni preposte ad autorizzare la costruzione di nuovi edifici - le Commissioni delle fabbriche e dell´ornato - che spesso si mostrano prudenti, se non passatiste. Lo stile secessionista, per le sue caratteristiche di rottura, è infatti guardato con diffidenza dai poteri costituiti. Di conseguenza, per gli edifici a carattere pubblico e istituzionale - come le stazioni ferroviarie e le sedi delle istituzioni, collocati nel centro della città - vengono chiamati gli architetti più fedeli e vicini alla volontà auto-celebrativa dell´impero asburgico. Quindi è nel progetto della casa di abitazione che si reperiscono le espressioni più aperte alla sperimentazione formale e materica e che si assiste a una maggiore libertà compositiva, aperta ai nuovi linguaggi. Vengono importati i modelli moderni degli edifici a carattere commerciale, con grandi vetrine e ampie superfici espositive, ma si definisce anche una tipologia della casa d´affitto, che si diffonde in molte parti della città riprendendo i canoni compositivi del Mietshaus centro-europeo. I protagonisti di questo rinnovamento sono alcuni nomi celebri: Max Fabiani e Josip Costaperaria, allievi e collaboratori del noto architetto viennese Otto Wagner, il milanese Giuseppe Sommaruga, esponente di peso dello stile floreale italiano, i triestini di formazione viennese Giorgio Zaninovich, Romeo Depaoli e Giacomo Zammattio. Ad essi si affiancano numerosi progettisti triestini, meno noti al grande pubblico ma non per questo di minore spessore, come Umberto Fonda, Giovanni Maria Mosco, Nicolò Drioli, Augusto Bachschmidt, Giovanni Widmer, Luigi Dompieri. Grazie a questa compresenza di idee e di atteggiamenti progettuali il Liberty triestino risulta così un coacervo di accezioni che sembrano rispecchiare tutte le contraddizioni storico-politiche vissute dalla città all´alba del ´900, connotandone un lato ancora poco conosciuto del suo ricco patrimonio artistico. La grande mostra, promossa dall´Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, curata da Federica Rovello dell´Università degli Studi di Trieste con la collaborazione di Michela Messina e Lorenza Resciniti (Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste) e dell´Ordine degli architetti della Provincia di Trieste per il progetto di allestimento, sarà visitabile nell´ex Pescheria - Salone degli Incanti dal 4 marzo al 19 giugno 2011. Il catalogo, edito dal Comune di Trieste, a cura di Federica Rovello con Michela Messina e Lorenza Resciniti. Con il sostegno di: Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste, Fondazione Crtrieste, Fondazione Foremann Casali, Gasnatural, Assicurazioni Generali, Fondazione Antonveneta, Unicredit, Autovie Venete, Trieste Marine Terminal, Greensisam, T.o. Delta, Gsi Logistic, Silos, Tbs Group, Banca di credito cooperativo di Staranzano, Pasta Zara, Trieste Trasporti, Siot e Esatto. Aperto tutti i giorni orario 10-20 info: tel +39 040 3226862 www.Triestecultura.it  Biglietto unico: euro 3, gratuito fino ai 14 anni  
   
   
TRIESTE: DIDASCALIE IN BLU DI PRUSSIA E ORO - DA VENERDÌ 4 MARZO A DOMENICA 19 GIUGNO  
 
Il Liberty è il tema della mostra che si propone di valorizzare quella peculiarità di Trieste di cui la città conserva ancora, accanto al neoclassico e all’eclettico, pregevoli testimonianze. Lo stile colto nelle dimensioni spaziali italiana e centro-europea nelle sue varie manifestazioni artistiche, dall’architettura alla cartellonistica, sarà il protagonista dell’esposizione allestita nel Salone degli Incanti – Ex Pescheria. Questa corrente artistica, conosciuta internazionalmente come Art Nouveau, interessò l´architettura, le arti figurative e applicate tra il 1890 e il primo decennio del Novecento, periodo che coincise con una forte espansione della città e segnò uno dei momenti più prosperi del suo sviluppo economico, commerciale e non da ultimo urbanistico. Il repertorio di applicazione fu vastissimo: esempi di quest’arte, nelle sue varie forme e declinazioni, selezionati nell’ambito delle collezioni dei Civici Musei di Trieste, verranno esposti in mostra unitamente a immagini degli edifici Liberty. Info: www.Turismofvg.it  - www.Retecivica.trieste.it/triestecultura  
   
   
SINFONIE OLFATTIVE TRA FIORI DI MELO E GEWüRZTRAMINER  
 
Dal 7 al 17 aprile 2011, nel periodo della fioritura dei meli a Termeno, il Gewürztraminer della Cantina Tramin si degusta tra percorsi gastronomici dedicati alle aromaticità del più profumato tra i vini bianchi altoatesini. Lo spettacolo della fioritura dei meleti dell’Alto Adige è un evento che merita un viaggio in primavera. L’incontro tra profumi di melo e di Gewürztraminer avverrà a Termeno, quando la vallata sarà invasa da un’esplosione di colori ed essenze. Il Gewürztraminer Classico 2009 di Cantina Tramin si ricorda per l’intenso aroma di Moscato, di petali di rose, spezie e frutti orientali come il litch. Presso il punto vendita della Cantina Tramin, dal 7 al 17 di aprile 2011, sarà proposta in vendita un’accoppiata originale: una bottiglia di Gewürztraminer con una tavoletta di finissimo cioccolato da commercio equosolidale, arricchita da fragranti pezzetti di mela, firmata dal Caffè Herbert di Egna. Profumi di fiori e Gewürztraminer anche a tavola, grazie alla creatività dello chef Armin Pernstich del Ristorante Ansitz Tenuta Romani: dal al 7 al 17 aprile proporrà un menù fatto apposta per esaltare il binomio Gewürztraminer e fiori. La carta prevede: - Affumicato di manzo con cicorino verde, scaglie di grana e olio di fiori di sambuco - Lasagnette di asparagi bianchi e aglio orsino - Sella di maialino croccante su verdure primaverili e riso asiatico -Parfait al miele di fior di melo con spicchi di Golden Delicious in Gewürztraminer Per info sui pacchetti weekend in aprile a Termeno consultare il sito www.Tramin.com  Cantina Tramin: l’essenza del Gewürztraminer Una delle realtà più prestigiose e premiate d’Italia, Cantina Tramin da anni è impegnata nella produzione di alcuni tra i migliori vini bianchi aromatici altoatesini. Suo è il vino più premiato d’Italia 2010 (il Gewürztraminer Terminum). Cantina Tramin Strada del Vino 144 Termeno (Bz) Tel 0471 096633 www.Cantinatramin.it  
   
   
MILANO (GALLERIA GRUPPO CREDITO VALTELLINESE - REFETTORIO DELLE STELLINE): FERNANDA PIOVANO - DAL 6 APRILE AL 18 LUGLIO 2011  
 
"Vorrei aver scritto tre righe che la gente si ricordi", ha detto in un´intervista del 2001 Fernanda Pivano, giornalista, saggista e traduttrice molto ammirata e amata. A dire della capacità di autocritica e di autoironia di una grande, complessa donna, tra le vere protagoniste del Novecento, per sessant´anni ponte culturale tra Italia e Stati Uniti. Dal 6 aprile al 18 luglio, giorno del suo compleanno, la Galleria Gruppo Credito Valtellinese nel Refettorio delle Stelline, Milano ricorda la scrittrice con la grande mostra "Fernanda Pivano. Viaggi, cose, persone" ideata da Michele Concina. A curarla è Ida Castiglioni con Francesca Carabelli e la consulenza di Enrico Rotelli, già assistente di Fernanda Pivano e curatore dei "Diari" da lei pubblicati per Bompiani. E di righe la Pivano ne ha scritte e tradotte molte e altre doveva scriverne quando, il 18 agosto 2009, se n´è andata a 92 anni negli spazi profumati dell´eternità, come lei stessa diceva. Sono le righe che, dalla sua scrivania "così coperta di carte da non lasciarle spazio per appoggiare le braccia" Fernanda ha riverberato su generazioni di italiani facendo a sua volta scoprire quelle di Ernest Hemingway, Sherwood Anderson, Francis Scott Fitzgerald, William Faulkner, Gertrude Stein e, ancora, Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Gregory Corso, William Burroughs. Una carriera letteraria iniziata nel 1943 quando per Einaudi pubblica la prima traduzione italiana di Spoon River sotto la guida di Cesare Pavese e quella di Addio alle armi, libro all´epoca proibito dal Regime per il quale finì in carcere. Ma appena riuscì ad ottenere il visto, Fernanda andò in America per conoscere di persona quei grandi autori che le avevano fatto crescere la passione per la libertà; gli stessi autori che lei stessa ha contribuito a rendere "classici" come negli anni ha fatto anche con Henry Miller e Charles Bukowsky, Erica Jong, Jay Mcinerney e Breat Easton Ellis, tutti "adottati" da lei. È stato durante questi viaggi che ha incontrato e conosciuto cantautori americani come Bob Dylan, Patti Smith e Lou Reed. Ma è soprattutto l´incontro con Fabrizio De André a farle dire "i cantautori sono i poeti di oggi". Una percezione che le ha fatto venire voglia di conoscere di persona, lei, diplomata al decimo anno di pianoforte al Conservatorio, i cantautori italiani più amati dai giovani come Vasco Rossi, Jovanotti, Morgan, Vinicio Capossela e Luciano Ligabue che riconosce Fernanda come la "veicolatrice di una cultura di cui abbiamo avuto un disperato bisogno", cruciale per più generazioni di italiani. Di tutto questo dà conto la grande mostra alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline attraverso documenti originali (in parte inediti), immagini fotografiche, dattiloscritti e testi autografi di grandi scrittori. Emozionano le poesie, le lettere e i disegni dedicati a lei dai mostri sacri del Novecento, come le fotografie curate da Guido Harari. In mostra anche alcuni articoli particolarmente significativi, come "Grazie, Fernanda" di Jay Mcinerney apparso nel 1995 sul "New Yorker". Nella lunga serie di viaggi in giro per il mondo, dal Nord Europa agli Stati Uniti d´America, dal Giappone ai mari del Sud, dal Nord Africa a Cuba, Fernanda Pivano ha raccolto anche migliaia di gioielli etnici, alcuni dei quali sono stati per gli artisti contemporanei la base di una ricerca su forma e materiale. Nella mostra se ne potrà ammirare una selezione (pezzi significativi per l´attualità del loro disegno e per l´accostamento dei materiali) oltre a quelli disegnati per lei da Ettore Sottsass e da Arnaldo Pomodoro, autore anche della targa del prestigioso Premio Fernanda Pivano. I gioielli di Pomodoro verranno affiancati dai progetti che hanno condotto alla loro realizzazione e verrà esposta una serie di gioielli "poveri" degli anni ´50 e ´60 - alcuni disegnati da Paco Rabanne e acquistati da Fernanda Pivano in gran parte a Parigi - realizzati in plastica, in diverse varianti di colore e forma che ripropongono l´entusiasmo di un´epoca per il nuovo materiale. A fianco di questi, saranno esposti gioielli in metalli non preziosi e pietre dure, opera di artisti e laboratori italiani e in particolare milanesi. Bigiotteria in cui si esprime la ricerca formale degli anni ´60 e ´70, che Fernanda Pivano ha molto amato e indossato. A testimonianza di come la Pivano sia stata donna curiosa e appassionata alle più diverse forme artistiche. Insieme ai gioielli, le testimonianze del sodalizio con Ettore Sottsass vivono soprattutto attraverso le riviste create a quattro mani, Room 128 e Pianeta Fresco, e del volume C´era una volta un beat, mitici esempi del design d´autore e oggi vere opere d´arte realizzate con la collaborazione dei più grandi poeti e scrittori della beat generation: Allen Ginsberg, Gregory Corso e Jack Kerouac. L´allestimento, firmato da Leo Guerra, si compone di un lungo piano orizzontale, di circa 50 metri, che attraversando longitudinalmente la galleria allineerà su di sé i "reperti", le testimonianze, i souvenir di viaggio, i gioielli etnici e pop della collezione di Fernanda Pivano, in una composizione ricca di intersezioni con fotografie e documenti d´archivio, layout di riviste underground, pezzi di "instant design" a lei dedicati dagli amici artisti. Alle pareti scorreranno invece le foto di una vita, riprodotte in dimensione ambientale, alternate alle opere realizzate a quattro mani con Marco Nereo Rotelli. Nello spazio video, il cortometraggio Pivano blues di Teresa Marchesi, giornalista e regista che sta realizzando un film documentario su Fernanda Pivano in predicato per la prossima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, e le scene di A farewell to beat di Luca Facchini fanno rivivere Fernanda Pivano e i suoi leggendari incontri con gli scrittori americani. Fernanda Pivano. Viaggi, cose, persone. Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Refettorio delle Stelline (Corso Magenta 59) dal 6 aprile al 18 luglio 2011. Mostra prodotta ed organizzata dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, ideata da Michele Concina e curata da Ida Castiglioni con Francesca Carabelli e con la consulenza di Enrico Rotelli. Orari: da martedì a domenica dalle 11.00 alle 19.30 Prenotazioni ed informazioni: +39 0243.353.522 www.Civita.it  Informazioni al pubblico: Galleria Gruppo Credito Valtellinese, tel. +39 0248.008.015 www.Creval.it  
   
   
VENEZIA (PUNTA DELLA DOGANA): “ELOGIO DEL DUBBIO” A CURA DI CAROLINE BOURGEOIS - DAL 10 APRILE 2011 AL 31 DICEMBRE 2012  
 
La mostra, curata da Caroline Bourgeois su incarico affidatole da François Pinault, raccoglierà opere storiche e nuove produzioni che indagano la sfera del turbamento, la messa in discussione delle certezze in tema d’identità, il rapporto tra la dimensione intima, personale, e quella dell’opera. La mostra Elogio del dubbio presenterà una selezione di opere realizzate da circa venti artisti, più della metà delle quali mai mostrate nelle precedenti esposizioni della Collezione François Pinault a Venezia. Tra gli artisti invitati figurano: Adel Abdessemed, Marcel Broodthaers, Maurizio Cattelan, Dan Flavin, Subodh Gupta, David Hammons, Roni Horn, Thomas Houseago, Donald Judd, Edward Kienholz, Jeff Koons, Paul Mccarthy, Julie Mehretu, Bruce Nauman, Sigmar Polke, Thomas Shütte, Elaine Sturtevant, Tatiana Trouvé, Chen Zhen. Speciali creazioni di Julie Mehretu e di Tatiana Trouvé saranno appositamente realizzate per la sede di Punta della Dogana. Il prossimo 2 giugno 2011, la Fondazione François Pinault presenterà a Palazzo Grassi Il Mondo vi appartiene. Questa esposizione, sempre curata da Caroline Bourgeois, proporrà un diverso punto di vista, mettendo in discussione i limiti tradizionali della geografia e dell’arte e il nostro rapporto tra l’”altro” e il mondo. La mostra raccoglierà le opere di una quarantina di artisti provenienti da 20 paesi con una selezione di opere la maggior parte delle quali mai mostrate nelle precedenti esposizioni della Collezione François Pinault. D’ora in avanti, Palazzo Grassi e Punta della Dogana scandiranno la loro programmazione espositiva secondo due ritmi distinti: Punta della Dogana, fedele alla sua destinazione legata alla presentazione permanente di opere della Collezione, seguirà un ritmo ampio, simile a quello adottato dai grandi musei internazionali per la rotazione degli allestimenti, mentre Palazzo Grassi si caratterizzerà per una ritmica più rapida e con un ruolo di maggior evidenza rispetto agli appuntamenti. Caroline Bourgeois ha curato numerose esposizioni internazionali, tra cui Valie Export (2003), Joan Jonas (2005), Loris Gréaud (2006), Adel Abdessemed (2007), l’Argent (2008), Cao Fei (2008), come pure numerose mostre della Collezione François Pinault all’estero: Passage du Temps (2007) a Lille, Un certain Etat du Monde (2009) a Mosca, Qui a peur des artistes? (2009) a Dinard  
   
   
MILANO (MUSEO DIOCESANO): GLI OCCHI DI CARAVAGGIO. GLI ANNI DELLA FORMAZIONE TRA VENEZIA E MILANO  
 
Vittorio Sgarbi torna nel capoluogo lombardo per presentare una nuova grande mostra che illustra la nascita di un genio quale è il Caravaggio. Ricostruendone la formazione artistica, da Simone Peterzano ai maestri veneti e lombardi, un entusiasmante percorso documenta i precursori e gli artisti contemporanei a Michelangelo Merisi (1571-1610), mettendo in evidenza le opere che l’artista vede di persona negli anni giovanili e ciò che i suoi occhi assorbono nel clima artistico tra Venezia e Milano, prima della definitiva partenza per Roma, che verosimilmente può datarsi intorno al 1595-96, come mettono in luce gli ultimi studi. Curata da Vittorio Sgarbi, prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con il Museo Diocesano di Milano, la mostra Gli occhi di Caravaggio. Gli anni della formazione tra Venezia e Milano riunisce circa sessanta capolavori, realizzati dai più grandi interpreti del tempo, che saranno allestiti negli spazi espositivi del Museo Diocesano, dall’11 marzo al 3 luglio 2011. Le opere di Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Lorenzo Lotto, Jacopo da Bassano, Moretto da Brescia, Giovan Battista Moroni, Gerolamo Savoldo, Vincenzo e Antonio Campi, Giovanni Ambrogio Figino e Simone Peterzano e molti altri ancora, in alcuni casi mai esposte prima, documentano il delinearsi di un nuovo gusto e di una nuova concezione della figura, nel suo rapporto con lo spazio e con la luce, che è fondamentale per la crescita del giovane Merisi. Naturalmente in mostra non poteva mancare la presenza del Caravaggio, documentato dalla presenza di un’opera altamente significativa: è la cosiddetta “Murtola” (chiamata così dal nome del poeta che nel 1600 ne scrisse un poema), ossia la prima versione della celeberrima Medusa degli Uffizi. Quest’opera, conservata da sempre in collezione privata, fu realizzata dal Caravaggio nel 1596 e può essere considerata come emblema della formazione giovanile del Caravaggio, in particolare per il disegno preliminare, messo in evidenza dalle precisissime indagini diagnostiche che sono state eseguite sull’opera di recente. Le stesse indagini consentono di datare la “rotella” tra il 1596 e il 1597, anni in cui Caravaggio si trasferisce a Roma e quindi, idealmente, la Medusa Murtola chiude il ciclo lombardo e apre quello romano, quando, come ricorda Vittorio Sgarbi: “lui improvvisamente sconvolge tutto al punto tale che il boato della sua rivoluzione arriva in tutta Europa e non c’è un solo grande pittore che non arrivi dalla Francia, dalla Spagna, dalla Germania, dai paesi bassi per vedere quello che ha fatto Caravaggio”. Altro capolavoro da non perdere è la Flagellazione di Cristo del Caravaggio, che per la prima volta si sposta dal Museo di Capodimonte (Napoli) e giunge a Milano nella sua struggente e sensuale bellezza. Quanto alla ricostruzione della sua formazione, seguendo le parole del noto storico dell’arte Roberto Longhi, “…non si pretende di segnare itinerari precisi ai suoi viaggi (o siano pure vagabondaggi) di apprendista; ma non si potrebbe porli mai in altra zona da quella che da Caravaggio porta a Bergamo, vicinissima; a Brescia e a Cremona, non distanti; e di lì, a Lodi e a Milano. Era questa la plaga dove un gruppo di pittori lombardi, o naturalizzati, tenevano aperto da gran tempo il santuario dell’arte semplice”. Sin dal saggio del 1917, Cose bresciane del 500, e poi negli ancora più famosi Quesiti caravaggeschi, del 1929, Longhi afferma che per gli anni giovanili è bene rintracciare le sue “strade di predestinazione fra il 1584 e il 1589 circa” nelle “strade di Lombardia”, ovvero è proprio il mondo artistico tra Veneto e Lombardia che può aver ispirato e formato Caravaggio e la cui eco riaffiora costantemente nelle sue opere. La Mostra La mostra, divisa in sei sezioni, illustra il contesto artistico in cui Caravaggio si trova ad operare nei primi anni della sua ricerca artistica. Documentato, come noto, nella bottega milanese di Simone Peterzano, allievo di Tiziano, dal 1584 al 1590, Michelangelo Merisi ha modo di lasciarsi suggestionare dalle opere di straordinari artisti, attivi tra Venezia e Milano. Lo sguardo del visitatore si identifica dunque con gli occhi del giovane genio, e immergendosi nel suo affascinante mondo, il pubblico può rivivere l´emozione provata dal maestro al cospetto di quei sommi capolavori. Il percorso è corredato inoltre dalla descrizione delle città “caravaggesche”, con relative piante storiche e, nelle didascalie delle opere, da riproduzioni di dipinti di Caravaggio in cui si evidenziano le similitudini. 1 - Venezia: Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Bassano L’esposizione apre i battenti con una prima sezione dedicata a Venezia, ambito che per Caravaggio ha un ruolo determinante. Il viaggio del pittore lombardo nella città lagunare è solo presunto ma certamente i suoi occhi si sono imbattuti nelle opere di Giorgione, Tiziano, Tintoretto e Bassano, capisaldi della tradizione veneta, di cui studia lo spazio e la ricerca luministica. In mostra si possono ammirare capolavori di grande bellezza, alcuni dei quali mai esposti a Milano, come il virile San Giovanni Battista di Tiziano dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Inoltre, di Tintoretto sono esposti i due quadri pendant con Caino e Abele e La tentazione di Adamo ed Eva, provenienti dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e Gesù fra i dottori (o Disputa) (1542-43 c.), dal Museo del Duomo di Milano, mentre di Giorgione il Doppio ritratto, dal Museo Nazionale di Palazzo Venezia, e il Cantore appassionato e il Cantore con flauto (1507), dalla Galleria Borghese. Trait d’union fra la cultura veneta e quella lombarda è Lorenzo Lotto, del quale è esposta la Natività a lume di notte (1512), un capolavoro proveniente dalla Pinacoteca Nazionale di Siena, dalla timbrica cromatica tanto cara a Caravaggio, così come sono determinanti per la sua formazione gli sguardi lotteschi meditabondi e psicologicamente intensi, come quelli del Ritratto di giovane (della Gemäldegalerie di Berlino)e quello di Ludovico Grazioli di collezione privata. 2 - Cremona: Giulio Campi Bartolomeo Passerotti Bernardino e Antonio Campi Luca Cattapane Girovago e desideroso di aguzzare il suo sguardo sulla realtà che lo circonda, ogni dipinto e ogni persona incontrata è per Caravaggio motivo di meditazione e studio consapevole o inconscio. Egli è attento altresì alle soluzioni pittoriche dei maestri cremonesi che si incontrano nella seconda sezione del percorso espositivo. In particolare, risulta rilevante il fascino che ha, sul giovane Merisi, Antonio Campi, primo sperimentatore di effetti luminosi notturni in tele straordinarie come lo struggente Martirio di San Lorenzo (Parrocchia di Santa Eufemia, Milano) o la deliziosa Adorazione dei Pastori (1575) dalla Basilica di Santa Maria della Croce di Crema.in questo contesto, straordinaria valenza pre-caravaggesca assume un capolavoro di Vincenzo Campi, San Matteo ispirato dall’Angelo (custodito nella Chiesa di San Francesco a Pavia), opera che verrà restaurata in sede di mostra per l’occasione, che rappresenta una lente d’ingrandimento sulla formazione di Caravaggio per la resa incredibilmente “ispirata” dei dettagli, per le cromie, l’anatomia e un portato stilistico lombardo che scorrerà per tutta la vita nelle sue vene. 3 - Brescia: Moretto da Brescia e Gerolamo Savoldo Non diversamente dovette colpirlo l’opera di Moretto da Brescia e soprattutto quella di Savoldo, attraverso il quale Caravaggio intuisce anche quello che non conosce di Giorgione e da cui assimila il forte sentimento della realtà. Nella terza sezione ecco allora che, oltre all’incantevole San Gerolamo in meditazione di Moretto da Brescia, proveniente dalla collezione Borromeo (Isola Bella, Verbania), la mostra presenta, di Savoldo, l’intenso Ritratto di giovane, della Galleria Borghese di Roma, la Maddalena (1533 c.) degli Uffizi ma anche l’incantevole Annunciazione, delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. 4 - Bergamo: Giovan Battista Moroni e Paolo Cavagna La ritrattistica di Gian Battista Moroni è, inoltre, motivo di ricerca fisiognomica, elemento di cui la poetica caravaggesca è impregnata; egli infatti, come rammenta Vittorio Sgarbi, ci restituisce nei suoi capolavori una riproduzione “mimetica della realtà, nel senso letterale della parola, come fosse un calco di un corpo” e quindi i ritratti di Moroni possono dirsi catalizzanti per gli occhi del giovane Merisi. Di notevole suggestione è il Battesimo di Cristo (prov - messo per la prima volta a confronto con il Devoto in contemplazione del Battesimo di Cristo (prov(, evoluzione composita del primo -, l’attraente Ritratto di dotto (1569 c.) degli Uffizi e il bellissimo Ritratto di giovane dell’Accademia Carrara di Bergamo; splendide tele che costituiscono la quarta sezione della mostra. 5 - Milano Infine, la quinta sezione spalanca un’ampia quinta scenica sul clima pittorico milanese, variegato, ricco di spunti, di rimandi, colto e aulico eppure prorompente e dinamico ma pur sempre legato alla realtà e ben attento ai mutamenti della natura. Gli occhi di Caravaggio si soffermano senza dubbio su Giovanni Agostino da Lodi, Ambrogio Figino, Giovanni Paolo Lomazzo, Fede Galizia e, soprattutto, Simone Peterzano, alla cui scuola ha iniziato a muovere i primi passi. Nella sua bottega il Merisi ha modo di formarsi e macinare i primi colori, forse dinanzi a opere del maestro quali L’adorazione nell’orto (del Museo Diocesano di Milano) o alla mai esposta prima d’ora Sacra Famiglia con San Giovannino e un angelo (Collezione Olivetta Rason), insieme a una ricca messe di disegni preparatori che per Peterzano sono la radice di quell’importantissimo microcosmo pittorico che è il ciclo di affreschi alla Certosa di Garegnano. I disegni di Figino e di Peterzano, eccezionali prestiti esclusivi, provenienti da Venezia, Torino e Milano rendono conto anche di come Caravaggio utilizzerà “i disegni di quegli autori - come ricorda Vittorio Sgarbi - così potentemente analoghi a figure compiute da Caravaggio nelle sue opere romane, da far pensare che egli avesse quasi rubato e portato con se o ricalcato i disegni di questi autori incrociati a Milano”. Un suggestivo video riproduce in mostra la spettacolarità dei dipinti della Certosa di Garegnano in cui si vedono continuamente rimandi alle opere caravaggesche. 6 - Caravaggio Il percorso, in un continuo crescendo, conduce lo sguardo dello spettatore fino a un’opera sublime del Caravaggio mai esposta a Milano. Grazie all’autorizzazione del Fec (Fondo Edifici Culto), si potrà infatti ammirare la straordinaria e matura Flagellazione di Cristo, oggi custodita al Museo di Capodimonte Napoli. Una summa dell’arte caravaggesca che dimostra ancora una forza anatomica tutta lombarda e il ricordo, anche in età matura, del suo maestro, Simone Peterzano, tanto più che, gli ultimi studi, dimostrano come la bella Flagellazione della chiesa di Santa Prassede a Roma, considerata fino a oggi di Simone Peterzano, parrebbe eseguita dal “Laboratorio caravaggesco”, come propone Claudio Strinati. Dalla giovinezza alla maturità per tornare agli anni giovanili e concludere con Gli occhi di Caravaggio, quelli della Medusa Murtola di Caravaggio, straordinario capolavoro ad olio su tela applicato su uno scudo di pioppo, che conclude la mostra e ci fissa, lasciando lo spettatore senza fiato e travolgendolo nel suo mondo, straordinario e misterioso ma affascinante. Per concludere, l’evento ha il vanto di esporre per la prima volta i documenti del periodo lombardo di Caravaggio; è possibile infatti leggere e ritrovare il nome di Michelangelo Merisi nelle carte eccezionalmente prestate dall’Archivio di Stato di Milano, che tanta importanza hanno nella definizione della biografia del pittore. Catalogo Silvana Editoriale  
   
   
SAPORI, PROFUMI E ATMOSFERE INVERNALI  
 
Il 26 febbraio - arriva la notte... Al Parco Nazionale Appennino Tosco-emiliano (Toscana, Emilia-romagna) Ciaspolando... Ululando Scende il sole, arriva la notte... Il lupo sarà il protagonista grazie al wolf howling (ululato indotto), tecnica usata dai tecnici del progetto per accertare la presenza/assenza di cucciolate e la localizzazione dei siti di allevamento nel periodo estivo. Al termine dell´escursione, all´Agriturismo Da Archimede si potrà gustare una cena a base di pecora e non... Mangiando piatti locali "fatti in casa" per scoprire al meglio la cucina del nostro Appennino. Ritrovo alle ore 17.00 presso l´Agriturismo Da Archimede loc. Pianadetto (Comune di Monchio delle Corti - Pr). Il percorso si deciderà sul momento in base al manto nevoso e a giudizio dei tecnici del Parco Nazionale Tosco-emiliano. Tempo percorrenza: circa 2.00 ore (escluse soste). Difficoltà: medio/facile. Prezzo a persona: escursione Euro 10,00 bimbi 12-16 anni Euro 5,00 (solo sotto la diretta responsabilità di un adulto), cena in Agriturismo Da Archimede Euro 20,00. Possibilità noleggio ciaspole presso il negozio Parma Sport di Prato Spilla a Euro 5,00. La Guida può andarle a ritirare e riportare in negozio e farle trovare sul posto dell´escursione previa prenotazione. Per motivi organizzativi obbligatoria è la prenotazione almeno 48 ore prima dell´escursione telefonando alla Guida Ambientale Escursionistica Monica Valenti: cell. 3488224846. Altre info sul Parco Nazionale Appennino Tosco-emiliano http://www.Parks.it/parco.nazionale.app.tosco.emil  Il 26 e 27 febbraio - passeggiando sulla neve al Parco Nazionale del Cilento (Campania) Sulle Orme Della Lepre Alla ricerca delle orme sulla neve della lepre italica, la rara specie endemica dell´Italia centro meridionale, che ancora abita il Parco Nazionale del Cilento di Vallo di Diano. Accompagnati da zoologi che stanno seguendo periodicamente le popolazioni di lepre italica nel Parco, si parteciperà a rilevare la presenza di questa specie passeggiando piacevolmente sulla neve. L´attività vera a propria sarà preceduta da un seminario che illustrerà le caratteristiche della lepre italica e descriverà i metodi da seguire per il suo rilevamento. Sarà fornito materiale utile al lavoro in campo. La manifestazione si svolgerà in qualsiasi condizione atmosferica. Il programma è suscettibile di variazioni. Per informazioni rivolgersi a: Associazione Cilentana Prodotti di Qualità, Valle dell´Angelo (Sa) - Tel. 0974/942008 - cell. 334/5816206 - E-mail: ali40@libero.It  Altre info sul Parco Nazionale del Cilento http://www.Parks.it/parco.nazionale.cilento  Il 27 febbraio - escursione invernale naturalistica al Parco Naturale Regionale delle Prealpi Giulie (Friuli Venezia Giulia) Il Bosco Del Camet Facile escursione nel Bosco del Camet a Sella Nevea, in un ambiente reso ancora più affascinante dalla spessa coltre di neve. Ritrovo presso la partenza della vecchia funivia del Canin a Sella Nevea (Ud), alle ore 9.00. Durata: 3-4 ore. Quota individuale di partecipazione: Euro 5,00. Prenotazione entro le ore 17.00 di venerdì 25 febbraio. Per partecipare alle escursioni è previsto l´obbligo della prenotazione da eseguirsi presso l´Ufficio educazione-ambientale e promozione dell´Ente Parco telefonando al numero 0433 53534 oppure scrivendo a info@parcoprealpigiulie.It  Altre info sul Parco delle Prealpi Giulie http://www.Parks.it/parco.prealpi.giulie  Il 27 febbraio - natura e gastronomia al Parco Naturale Regionale dell´Antola (Liguria) In Fattoria: Alla Scoperta Dei "Sapori Del Parco" Dalla mungitura della mucca alla produzione del formaggio, dalla terra ai sapori della tavola... Una giornata ricca di esperienze presso l´Azienda Agricola Autra, per assistere e partecipare alle varie fasi di produzione del formaggio e conoscere gli animali della fattoria. Pranzo presso l´agriturismo (cucina casalinga; costo a persona 22,00 Euro, bambini fino a 13 anni 13,00 Euro. Laboratorio del formaggio gratuito). Durata: giornata intera, prenotazione obbligatoria. Per ulteriori informazioni: Tel. 010/944175 - e-mail: info@parcoantola  Altre info sul Parco dell´Antola http://www.Parks.it/parco.antola  Il 27 febbraio - camminata non competitiva con racchette da neve al Parco dell´Alpe Veglia e dell´Alpe Devero (Piemonte) La Traccia Bianca 2011 Domenica 27 febbraio 2011 all´Alpe Devero il Cai Pallanza organizza la 7^ edizione della camminata non competitiva con racchette da neve "La Traccia Bianca". La manifestazione avrà luogo con qualsiasi condizione di tempo e il ritrovo è previsto a partire dalle ore 8.00 presso il piazzale antistante l´Albergo Cervandone alla piana di Devero. Partenza prevista alle ore 10.30. Chiusura iscrizioni mercoledì 23.02.2011 o al raggiungimento dei 1.000 iscritti. E´ possibile iscriversi direttamente all´Alpe Devero nella zona partenza sabato 26 febbraio dalle ore 15.00 alle ore 18.00 e domenica 27 febbraio dalle ore 8.00 alle ore 9.30. Per ulteriori informazioni: tracciabianca@cai-pallanza.It  - Fabio 377/1692218 - Marco 335/5950034. Altre info sul Parco Alpe Veglia Devero http://www.Parks.it/parco.alpe.veglia.devero  Il 27 febbraio - alla scoperta del Parco Naturale Regionale Monti Simbruini (Lazio) Passeggiata Naturalistica Passeggiata naturalistica alla "Cascata di Trevi". Il sentiero è breve, molto semplice e la cascata facilmente raggiungibile; il luogo molto bello, risulta maggiormente suggestivo per il connubio che c´è tra ambiente storia e cultura. Luogo di confluenza tra il fiume Aniene e il fiume Simbrivio; presenti in loco mura megalitiche e resti di muro del tipo "opus reticulatum", testimonianza forse di una villa romana mai venuta alla luce. Appuntamento alle ore 10.00. Difficoltà: bassa. Abbigliamento: scarpe e abbigliamento comodo. Lunghezza: 500 metri circa solo andata strada provinciale per Filettino, incrocio Trevi-vallepietra. Quota a persona: Euro 2.00 da consegnare in loco all´operatore. Info e prenotazioni: Tel. 0774/827221 - e-mail: promozione.Sviluppo@simbruini.it  Altre info sul Parco Monti Simbruini http://www.Parks.it/parco.monti.simbruini  Il 27 febbraio - laboratorio alla Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario di Domodossola (Piemonte) La Coltivazione E La Trasformazione Delle Erbe Officinali Le tecniche di coltivazione delle piante e il loro utilizzo. Domenica 27 febbraio 2011 alle ore 15.00 presso il Centro Didattico Naturalistico "La Torre di Mattarella". A seguire verrà offerta una merenda con assaggi di tisane accompagnate da biscotti biologici. Iniziativa realizzata da Valgrande Società Cooperativa in collaborazione con il Consorzio Erba Bona. Per informazioni: Valgrande Società Cooperativa - 340/0505707 - e-mail: valgrandelavori@societar3.191.It  Altre info sulla Riserva Sacro Monte Calvario di Domodossola http://www.Parks.it/riserva.sacro.monte.domodossola  Il 27 febbraio - escursione invernale al Parco Naturale Regionale del Beigua (Liguria) I Frutti Dell´inverno Escursione invernale alla ricerca delle risorse alimentari di cui si nutrono gli animali del bosco, riconoscimento e raccolta delle bacche utilizzate per le preparazioni ad uso umano. L´escursione ci permetterà di seguire un sentiero che attraversa boschi misti alternati a zone aperte dove si osserveranno stupendi panorami aperti verso la fascia costiera. Al termine dell´escursione sarà possibile consumare un gustoso pranzo (facoltativo a pagamento) presso il Ristorante "U Baraccun" Alpicella (Varazze). Ritrovo alle ore 9.30 presso stazione Fs di Varazze, a seguire spostamento con mezzi propri fino all´inizio del percorso. Difficoltà: facile. Durata escursione: giornata intera. Costo iniziativa: Euro 8,00. Il punto di inizio del percorso è raggiungibile utilizzando il servizio navetta a cura del Centro Servizi Territoriale dell´Alta Via dei Monti Liguri - gestito dall´Ente Parco - a partire dalla stazione Fs di Varazze (max 8 persone) - per info Tel. 010 8590300, prenotazioni obbligatorie almeno 24 ore prima dello svolgimento dell´evento). Prenotazione obbligatoria: via telefono 010 8590307 (entro venerdì ore 12.00); via mail Ceparcobeigua@parcobeigua.it  (entro venerdì ore 12.00); via cell. 393 9896251 entro sabato mattina ore 11.00. Altre info sul Parco del Beigua http://www.Parks.it/parco.beigua  Il 27 febbraio - avventura con le racchette da neve al Parco Nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise (Abruzzo, Lazio e Molise) Festa Della Neve - Ciaspolada (4� Edizione) Festa della neve con le ciaspole, al rifugio dei Briganti. La "ciaspolada" è la voglia di rivivere vecchie e nuove emozioni e rilegare rapporti con il passato. Una manifestazione che chiama a raccolta quanti amano e vogliono "vivere" la montagna d´inverno, godere di quel paesaggio innevato di rara e immensa bellezza. I partecipanti diventano protagonisti di una storia che continua nel tempo con immutato interesse su un palcoscenico fatto di boschi e di radure che splendono di luce e di vita. E´ questa la IV Ciaspolada "Festa Della Neve", è qui la vera festa collettiva, in pieno divertimento sul sentiero che porta al rifugio di Terraegna, dove una vecchia leggenda racconta di un tesoro nascosto dal Brigante "Sor Paolo" e mai più ritrovato. Appuntamento a Bisegna alle ore 9.00 presso il Centro Capriolo. Ristoro e vin brulè per tutti i partecipanti. Quota di partecipazione: 10 Euro. Prenotazioni: Tel. 3331948465 - www.Montagnagrande.it  Altre info sul Parco Nazionale d´Abruzzo, Lazio e Molise http://www.Parks.it/parco.nazionale.abruzzo  Il 27 febbraio - trekking al Parco dell´Etna (Sicilia) Itinerario: Versante Nord Ovest Nell´ambito delle iniziative di "Parco d´inverno", appunatmento domenica 27 febbraio per un trekking sulla neve con le guide alpine del Parco dell´Etna. Raduno a Bronte - Ferrovia Circumetnea alle ore 9.00. Percorso di media difficoltà. Durata media: 5 ore. Le prenotazioni dovranno essere effettuate telefonando il venerdì precedente l´escursione (dalle ore 9.00 alle ore 12.00) al numero 095/821240. Altre info sul Parco dell´Etna http://www.Parks.it/parco.etna   
   
   
CENT’ANNI DI PELLEGRINO ARTUSI: L’UNIFICATORE DELL’ITALIA A TAVOLA (1911-2011)  
 
Nel centenario della morte del padre della cucina italiana, Forlimpopoli (Fc), sua città natale, promuove assieme a Firenze, città di adozione, e a tanti altri Enti che compongono il Comitato delle Celebrazioni un ricco calendario di iniziative per il 2011 Fra le altre un convegno di studi artusiani a Firenze e a Forlimpopoli, una cena artusiana in contemporanea in diverse città italiane nel giorno dell’unità d’Italia (17 marzo), uno spettacolo teatrale, una mostra, un video, un concorso nazionale di cucina Il 2011 ci regala 2 anniversari, il 150° della nascita dello stato Italiano e il 100° della morte di Pellegrino Artusi, l’autore del ‘risorgimento gastronomico italiano’, uomo di cultura, critico letterario, scrittore e gastronomo che diede un contributo alla costruzione degli italiani, dopo l’unità, con una buona lingua e con gustose ricette provenienti da tutte le regioni d’ Italia. Coincidenza densa di significati – questa del doppio anniversario - perché Pellegrino Artusi, in effetti, è conosciuto in patria e nel mondo quale padre della cucina italiana moderna. Di fronte a un personaggio di siffatta grandezza, il Comune di Forlimpopoli, in Romagna, città che gli diede i natali (qui l’Artusi nacque il 4 agosto 1820), e il Comune di Firenze (dove visse sessant’anni), insieme a un nutrito gruppo di partner istituzionali, ha organizzato per tutto il 2011 un prestigioso calendario di iniziative per onorarne la figura. Le celebrazioni rappresentano una grande occasione per rilanciare l’interesse attorno a un ‘facitore della Patria’, avendo la gastronomia un carattere fortemente identitario. Il centenario dell’Artusi non poteva cominciare in modo migliore, con un prestigioso riconoscimento dal Quirinale: il Presidente Giorgio Napolitano, infatti, dopo la sua recente visita a Forlimpopoli, ha voluto onorare la figura di Pellegrino Artusi con una targa celebrativa, ideale battesimo per le celebrazioni del centenario. “La Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” è il terzo libro scritto dall’Artusi: pubblicato per la prima volta nel 1891, è una raccolta di ricette scritte, provate, riscritte e riprovate con l’aiuto dei due cuochi di fiducia, Francesco e Marietta, che si rivela subito un successo editoriale senza precedenti, diventando - come sottolinea la critica - uno dei libri più letti dagli italiani insieme ai Promessi sposi e a Pinocchio. Più che il libro di un ozioso borghese romagnolo, è stato definito “un’opera di impegno civile” (Alberto Capatti), che ha istruito cuoche e cuochi nella lingua italiana, e fatto conoscere il patrimonio gastronomico di regioni lontane, dalla Sicilia al Piemonte. Dunque, definire Artusi come colui che riunì l’Italia a tavola, è scrivere il giusto, così come aveva sottolineato Piero Camporesi ben quarant’anni fa, quando sottolineava che “Bisogna riconoscere che ‘La scienza in cucina’ ha fatto per l’unificazione nazionale più di quanto non siano riusciti a fare i Promessi Sposi”. L’ultima edizione de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene è uscita a novembre 2010 per la Bur, a cura di Alberto Capatti e con postfazione di Massimo Montanari. Artusi100: il secolo artusiano a convegno Le celebrazioni del centenario di Pellegrino Artusi cominciano ufficialmente il 30 marzo a Firenze con un convegno di studi “Artusi100 - Il secolo artusiano” che si svolgerà in quattro sessioni, le prime due a Firenze (30-31 marzo) e poi altre due a Forlimpopoli (1-2 aprile). I Comuni di Firenze e Forlimpopoli celebreranno la vita e gli insegnamenti di Pellegrino Artusi per un anno intero con termine 28 febbraio 2012, per un calendario ricco di eventi ed iniziative che verranno pubblicate su un sito web presto online, per diffondere al meglio tutte le informazioni del centenario. Nei cinque giorni precedenti il Convegno verrà organizzato un pellegrinaggio a piedi che rievoca il cammino tra Forlimpopoli a Firenze di Pellegrino Artusi, con soste nei luoghi più significativi dove giornalisti, gastronomi ed appassionati possano avere occasione di confronti e dibattiti che terminano con una “cena artusiana”. Oltre alla cerimonia ufficiale al Cimitero delle Porte Sante a Firenze il 30 marzo, che darà l’inizio alle celebrazioni del centenario, si terrà in Palazzo Vecchio la prima tappa del Convegno di studi. A sottolinearne la grandezza e l’attualità ci penseranno i massimi esperti di storia e cultura dell’alimentazione e linguisti italiani – per citarne alcuni, da Massimo Montanari a Alberto Capatti, da Gian Luigi Beccaria a Giovanna Frosini, passando per Angelo Varni, Piero Meldini, Giuseppe Polimeni – con l’aggiunta di uno dei più celebri chef del mondo, Massimo Bottura, che affronterà la cucina artusiana oggi. A Firenze, a Palazzo Vecchio e poi alla Crusca, si parlerà dell’Artusi nel suo tempo e della sua influenza sulla lingua della cucina. A fine serata ci sarà uno spettacolo con lettura delle ricette artusiane in Palazzo Vecchio. La seconda sessione del convegno farà tappa a Forlimpopoli (Fc), a Casa Artusi. L’attenzione sarà rivolta al Laboratorio Artusi e alla sua importanza nella storia d’Italia. “Auguri Italia da Pellegrino Artusi” – Le città italiane si uniscono a tavola nel giorno dell’unità nazionale L’italia nasce a Torino: domenica 17 marzo 1861 la Gazzetta Ufficiale riporta “Vittorio Emanuele Ii assume per sé e per i suoi successori il titolo di Re d’Italia”. I 443 rappresentanti della nuova nazione era stati accolti a Torino dal Re con l’esortazione: “ Signori senatori. Signori deputati. L’italia confida nella virtù e nella sapienza vostra!” La prima iniziativa nel calendario delle celebrazioni del centenario di Pellegrino Artusi coincide proprio con le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il 17 marzo prossimo. Nel giorno nel quale tutta la Penisola saluterà l’unificazione della nostra patria, un posto d’onore sarà riservato all’unificatore della nostra cucina. Prima del convegno di studi del 30 marzo-2 aprile, infatti, ci sarà una grande anteprima nazionale, ovvero una cena artusiana in contemporanea in diverse città italiane nel giorno dell’unità d’Italia (17 marzo), promosso dall’ ordine professionale dei maestri di cucina ed executive chef (aderente alla Federazione Italiana Cuochi, Fic) in collaborazione con il Comitato delle celebrazioni Artusiane e, in ogni città, con Scuole Alberghiere, Istituti di ristorazione, cuochi. Ricchissimo il programma che contempla diverse serate in tante città d’Italia, e che vedrà all’opera qualificati maestri di cucina alle prese con ricette tratte dal manuale artusiano, realizzate con prodotti locali e nell’ambito delle tradizioni territoriali. In cima alla lista ci saranno Forlimpopoli e le capitali del Regno: Firenze, Torino e Roma. Firenze e il secolo artusiano A giugno a cura dell’Associazione Sparecchiatori si terrà una settimana di attività dedicata alla figura di Pellegrino Artusi in Piazza D’azeglio a Firenze con stand eno- gastronomici e teatrino a tema. Nel mese di novembre, invece, Firenze realizza la “Artusi Week”, una settimana dedicata all’eredità di Pellegrino Artusi in collaborazione con gli albergatori e le associazioni di categoria, con speciali corsi di cucina coinvolgendo gli istituti alberghieri Saffi e Buontalenti, visite guidate nei principali musei fiorentini alla scoperta di “Tavole imbandite”, ed altre iniziative tematiche. Concorso nazionale per le scuole alberghiere “Pellegrino Artusi: l’Italia a tavola”. È il concorso nazionale riservato ai ragazzi delle classi Iv degli Istituti alberghieri, a cui viene chiesto di realizzare un testo sull’importanza del manuale artusiano nella storia della cucina italiana, e un menù completo che faccia riferimento alla medesima cucina. In palio ci saranno un premio di 500 euro, una borsa di studio e soprattutto il prestigio di un riconoscimento di caratura nazionale. Il termine ultimo per parteciparvi è il 9 aprile prossimo. Gli otto finalisti parteciperanno alla finale che si svolgerà a Forlimpopoli il 30 settembre 2011, con gara ai fornelli per la preparazione di un piatto scelto all’interno del menù. Promotori del concorso sono il Comune di Forlimpopoli, l’Istituto Alberghiero di Forlimpopoli e Casa Artusi. Video su Artusi Attraverso un io narrante, che è lo stesso Artusi, un video realizzato appositamente per il centenario ripercorrerà la storia ordinaria di un signore borghese e la storia straordinaria di un libro che ha molto viaggiato, anche nelle valigie dei migranti, per ricostruire l’identità gastronomica degli italiani. Spettacolo teatrale: “L’italia è servita” Per il centenario verrà anche messa in scena una commedia in un unico atto, con musica dal vivo, uso di cucina ed effetti multimediali. Sul palco i tratti salienti e i nodi fondamentali della vita di Pellegrino Artusi, ricavati sia dal suo libro di ricette che dall’autobiografia: un ritratto dell’uomo “a tutto tondo”, con particolare sottolineatura dell’ironia che caratterizza i suoi scritti, anche quelli autobiografici, e dell’intersecarsi dei moti risorgimentali e della Storia di Italia (visti come dietro le persiane della sua intimità domestica) con i vari momenti della sua lunghissima vita. Lo spettacolo (gratuito, necessita prenotazione), è programmato per la sera del 1 aprile a Forlimpopoli, al teatro Verdi. Mostra Artusi 100 X 100 Sono previste anche 2 mostre documentarie, l’una a Firenze e l’altra a Forlimpopoli. “Immagini per un ricettario di cucina casalinga 1911-2011”: il percorso della mostra si svolgerà anche attraverso i generi fotografici che storicamente hanno documentato il cibo e che hanno caratterizzato gli ultimi cento anni di fotografia in Italia. Il Comitato delle Celebrazioni del centenario Artusiano In occasione del centenario tantissime sono le iniziative che verranno organizzate in tutta Italia anche autonomamente dagli Enti che fanno parte del Comitato delle celebrazioni artusiane  
   
   
FERRARA (QUARTIERE FIERISTICO DI FERRARA, VIA DELLA FIERA 11): SALONE DELL’ARTE DEL RESTAURO E DELLA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI E AMBIENTALI – DAL 30 MARZO AL 2 APRILE 2011  
 
Dal 30 marzo al 2 aprile 2011 Ferrara Fiere ospita la Xviii edizione del Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali, il primo e più importante evento nazionale dedicato all’arte del restauro e della conservazione del patrimonio artistico italiano. Anche per l’edizione 2011 il Salone - con la sua ricchissima programmazione di incontri, workshop, seminari e tavole rotonde che si susseguono nell’arco dei quattro giorni di manifestazioni si conferma nel panorama italiano come l’appuntamento di riferimento per gli operatori del settore, occasione unica di confronto, approfondimento e aggiornamento sulle problematiche legate al mondo del restauro e alle diverse professionalità che in esso operano. Il Mibac - Ministero per i Beni e le Attività Culturali – presente come ogni anno con i suoi differenti Istituti, ha scelto da tempo il Salone del Restauro di Ferrara per esporre al pubblico le proprie attività legate al mondo del restauro e della conservazione, presentando, all’interno del proprio ampio stand nel Padiglione 3 della Fiera, i progetti di restauro più innovativi e rappresentativi delle tecniche e teorie sperimentate negli ultimi anni e realizzate dagli Istituti centrali e territoriali. La consueta giornata di studi organizzata dal Ministero, in programma mercoledì 30 marzo 2011, sarà quest’anno dedicata al tema “Gestione integrata dei Beni Culturali – la politica del restauro”. Come sempre numerose sono le novità ospitate in fiera. Per la prima volta a livello internazionale verrà presentato al Salone l’innovativo Alberti’s box, un progetto coordinato dal Centro Diaprem dell’Università di Ferrara e la Fondazione Centro Studi Leon Battista Alberti di Mantova in collaborazione con il Comune di Mantova e il Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, un nuovo modo per fare conoscere in Italia e all’estero gli edifici progettati da un grande intellettuale del Rinascimento, Leon Battista Alberti. Si tratta di un format di mostra digitale e multimediale che ha l’obiettivo di mettere a disposizione di tutti la ricerca e la documentazione sulle architetture albertiane attraverso la ricostruzione di un flusso di immagini e riflessioni nel tentativo di mostrare come “progettava” l’Alberti e quali sono ancora i problemi che le sue architetture pongono. Il “cubo albertiano” sarà visitabile nei giorni della fiera all’interno di uno dei padiglioni dedicati alle Mostre Tematiche (il Pad. 2). Al progetto sarà dedicato anche un convegno nella giornata di giovedì 31 marzo 2011. Per la prima volta presente al Salone del Restauro anche Confcultura che nella giornata di venerdì 1 aprile terrà un convegno dal titolo “Pubblico e privato nella gestione dei Beni culturali: un confronto internazionale” , una riflessione sui modelli di gestione del patrimonio culturale di vari paesi a confronto e sulle più opportune interazioni tra soggetti pubblici e soggetti privati, organizzato e promosso in collaborazione con Teknehub Tecnopolo dell’Università di Ferrara Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-romagna, Mcm Università di Ferrara, Encatc e Icom Italia. La vocazione internazionale, che ha caratterizzato fin dal suo nascere la manifestazione ferrarese, è confermata in questa edizione dalla partecipazione di alcune prestigiose realtà estere, tra le quali l’Università di Malta e il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo. L’international Institute for Baroque Studies dell’università maltese, attraverso un convegno in programma nella giornata di giovedì 31 marzo, illustrerà la storia e il restauro della città-fortezza di Valletta, costruita dai cavalieri ospitalieri di San Giovanni Battista dopo il grande assedio dei turchi del 1565. Il museo russo presenterà, invece, i suoi 13 laboratori di restauro e un ciclo di incontri. Da ricordare venerdì 1 aprile 2011 l’incontro con Irina Artemieva (curatrice della collezione della pittura veneziana dell’Ermitage e direttrice del Comitato scientifico della Fondazione “Ermitage Italia”) e Kamilla Kalinina che presentano il recente restauro della famosa tavola di Lorenzo Lotto la “Madonna delle Grazie”, introdotto, nell’ambito degli incontri organizzati dal Museo russo lungo tutto l’arco della giornata di venerdì 1 aprile 2011, a cui seguiranno un incontro tecnico dedicato all’applicazione della tecnologia laser nel restauro dell’oreficeria e un laboratorio di restauro della pittura monumentale. Numerosi gli incontri dedicati alle diverse problematiche del settore e all’illustrazione di importanti esperienze nell’ambito del restauro e della conservazione dei beni culturali all’estero. Da ricordare l’appuntamento di mercoledì 30 marzo 2011 “Mutual heritage, città e paesaggi della modernità nel Mediterraneo” – inserito nel programma Euromed Heritage Iv, finanziato dall’Unione Europea, e organizzato dal Consorzio Mutual Heritage – con due momenti di riflessione sul riconoscimento e conservazione del patrimonio condiviso recente e sulle azioni ed esperienze di valorizzazione e recupero nei paesi del Mediterraneo. Tra i convegni, Sabato 2 aprile 2011 l’architetto Andrea Bruno illustrerà “La pratica perversa delle distruzioni di monumenti. Afghanistan: rinascimento prossimo della Valle dei Buddha di Bamiyan”, mentre promosso da Bolognafiere, organizzato da Acropoli, “Dove va la scienza nel restauro? Nuovi indirizzi e linee di ricerca” - curato e coordinato dal prof. Giorgio Bonsanti, al quale parteciperà, tra gli altri, David Saunders, Capo del Laboratorio di Restauro del British Museum di Londra – e, infine, la tavola rotonda dedicata alla conservazione del contemporaneo, organizzata da Associazione Amici di Cesare Brandi e curata da Giuseppe Basile. Ritorna anche il Premio Internazionale di Restauro Architettonico “Domus restauro e conservazione” ideato e promosso nel 2010 dalla Facoltà di Architettura dell´Università di Ferrara in collaborazione con Fassa Bortolo Spa: una mostra e un convegno saranno dedicati alla presentazione dei progetti vincitori della 1^ edizione del Premio Internazionale di Restauro Architettonico “Domus restauro e conservazione”, la prima iniziativa del settore tesa a far conoscere ad un ampio pubblico restauri architettonici che abbiano saputo interpretare in modo consapevole i princìpi conservativi nei quali la comunità scientifica si riconosce, anche ricorrendo a forme espressive contemporanee. La mostra, allestita al Padiglione 3, ospita tutti i progetti partecipanti suddivisi in quasi 200 tavole: i pannelli cercano di rappresentare al meglio la forza delle idee dei diversi approcci al restauro e alla conservazione alcuni dei quali di professionisti di chiara fama internazionale. I vincitori e i menzionati del Premio intervengono, inoltre, in occasione del convegno “Il Progetto del Restauro Consapevole” di giovedì 31 marzo 2011 - il cui coordinamento scientifico è affidato a Labora Laboratorio di Restauro Architettonico, Centro Diaprem, Laboratorio Arcdes, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Ferrara, afferenti al Teknehub, laboratorio in rete del Tecnopolo di Ferrara - Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-romagna. Di forte attualità al Salone la Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna d’intesa con il Comune di Ferrara e con la Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah di Ferrara - presenterà e illustrerà l’importante progetto di recupero delle ex Carceri di Ferrara destinate a diventare Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. Da ricordare, infine, le consolidate e significative presenze al Salone di Ibc, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia Romagna, da sempre partner e sostenitore della manifestazione; Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Unesco, che dedicherà un focus sulle iniziative didattiche promosse dai Soci sui temi della Lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco; Ice – Istituto nazionale per il Commercio Estero, in fiera con una delegazione di architetti, ingegneri, restauratori, dirigenti, amministratori locali, organizzati dalla sede romana dell’Istituto e provenienti da Algeria, Arabia Saudita, Israele, Marocco, Croazia, Turchia e Russia; Fondazioni Bancarie – tra cui la Cassa di Risparmio in Bologna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, l’Associazione Federativa delle Casse e Monti dell’Emilia-romagna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì - con le loro esperienze di sostegno ai progetti culturali e recupero di importantissimi patrimoni artistici; torna, infine, Artelibro - il cui tema guida per l’edizione 2011, in programma a Bologna dal 22 al 25 settembre 2011, sarà l’archeologia - presente con uno stand insieme al Museo Civico Archeologico di Bologna, che il 25 settembre celebrerà i 2.200 anni dalla fondazione della colonia romana di Bononia e i 130 anni dalla propria istituzione. Da non dimenticare la stretta collaborazione che ogni anno vede coinvolti Ferrara Fiere e i diversi luoghi della cultura di Ferrara (musei, pinacoteche, palazzi storici), che - in collaborazione con il Comune e la Provincia di Ferrara nonché con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Direzione Regionale Emilia Romagna - rimarranno aperti al pubblico gratuitamente per tutta la durata della manifestazione, alcuni anche di sera, e proporranno un ricco calendario di eventi dedicati che permetteranno, sia ai visitatori della manifestazione, sia ai ferraresi, di riscoprire luoghi, monumenti ed opere d’arte della città. Per avere ulteriori informazioni sulla manifestazione e per il programma completo degli eventi e dei convegni, è possibile consultare il sito internet www.Salonedelrestauro.com  e i profili Facebook e Twitter. Segreteria Organizzativa Acropoli s.R.l V.le Mercanzia Bl. 2 B Gall. A n.70 40050, Centergross Bologna Tel.+ 39 051 6646832 Fax. + 39 051 864313 www.Salonedelrestauro.com  - info@salonedelrestauro.Com  
   
   
BARLETTA (PINACOTECA « GIUSEPPE DE NITTIS », PALAZZO MARRA): INCANTI E SCOPERTE - L´ORIENTE NELLA PITTURA DELL´OTTOCENTO ITALIANO - MOSTRA A CURA DI EMANUELA ANGIULI E ANNA VILLARI - 4 MARZO / 5 GIUGNO 2011  
 
A Palazzo Marra, sede della Pinacoteca de Nittis, dal 4 marzo al 5 giugno, un centinaio di selezionatissime opere raccontano l´Oriente nella pittura dell´Ottocento italiano nella più approfondita esposizione mai allestita sul tema. "Incanti e scoperte. L´oriente nella pittura dell´Ottocento italiano" è promossa dal Comune di Barletta e dalla Regione Puglia ed è curata da Emanuela Angiuli e Anna Villari. Gli echi della spedizione di Napoleone in Egitto, i resoconti di esploratori, faccendieri e ardimentosi avevano infiammato la fantasia del Vecchio Continente. Le cronache di piaceri proibiti, odalische, harem, hammam avevano fatto il resto. Poi c´era la voglia di saperne di più, di scoprire e capire terre geograficamente non tra le più lontane, eppure distanti per cultura, storia, atmosfere. Una malia che stregò molti artisti, alimentata da committenti altrettanto presi dal fascino di un Oriente vicino e allo stesso tempo lontanissimo. La mostra di Palazzo Marra da conto di questa ventata d´Oriente in pittura riconoscendo come punto d´avvio, non unico ma certo particolarmente importante, Francesco Hayez. Il veneziano non si mosse dall´Italia tuttavia si lasciò felicemente contagiare dal vento d´Oriente, dall´esotismo, dall´erotismo che al mondo arabo sembrava connaturato. E che colpisce un altro veneto, Ippolito Caffi, che decide di viverlo di persona in un lungo viaggio tra Costantinopoli, Smirne, Efeso e il Cairo da cui trae opere memorabili e un gusto che connoterà per sempre la sua pittura. A Parma, prima Alberto Pasini e poi Roberto Guastalla, il "Pellegrino del sole" percorrono carovaniere e città per raccontare questi altri mondi. Il secondo lo fa portandosi dietro, oltre a tavolozza, cavalletto e pennelli anche uno strumento nuovo, la macchina fotografica. Da Firenze parte alla volta dell´Egitto Stefano Ussi che in quel Paese, subito dopo l´apertura del Canale di Suez, lavora per il Pascià prima di trasferirsi in Marocco con l´amico Carlo Biseo, anch´egli proveniente dalla corte del Viceré d´Egitto. Da questo viaggio i due traggono gli spunti per illustrare, magistralmente, "Marocco" di Edmondo De Amicis. Al fascino della scoperta che si fa suggestiva visione di mondi "altri" soggiacciono Federico Faruffini, Eugenio Zampighi, Pompeo Mariani Augusto valli, Giulio Viotti, Achille Glisenti, Giuseppe Molteni, a conferma della trasversalità e del dilagare in tutta la penisola dell´affascinante pandemia. Al contagio dell´Orientalismo non sfugge certo il Mezzogiorno d´Italia. Ne è testimonianza, a Napoli, Domenico Morelli che, senza mai aver messo piede nei territori d´oltremare, descrive magistralmente velate odalische, figure di arabi, mistiche atmosfere di preghiere a Maometto. Visioni esotiche soffuse di raffinato erotismo si ritrovano anche negli oli scenografici di Vincenzo Marinelli, Fabio Fabbi, del siciliano Ettore Cercone e del pugliese Francesco Netti. La Puglia, tradizionale testa di ponte verso l´Oriente, ritrovò nell´Orientalismo il ricordo di memorie lontane. E´ un Oriente intimista quello che magistralmente propone Francesco Netti dopo il viaggio in Turchia. I suoi sono dipinti venati dallo stesso "garbo mediterraneo" che si ritrova nelle odalische di Domenico Morelli. Al di là dell´Adriatico, Paesaggi, Le città e gli incontri, Sognando le odalische sono i capitoli della mostra. "Due mondi, Occidente e Oriente, si incontrano - sottolinea Emanuel Angiuli - nelle tessiture del viaggio, sulle piste dilatate del deserto, nei regni delle carovane, fra odori, colori, brusii delle città, nelle stanze segrete dell´harem e le movenze inebrianti di suonatori e danzatrici. L´oriente raccontato dai capolavori esposti nella mostra si specchia in altri capolavori, stavolta incastonati nel paesaggio: le architetture moresche del Salento. Pagine d´arte e della cultura di due mondi oggi quanto mai vicini e dialoganti". Incanti E Scoperte. L´oriente nella pittura dell´Ottocento italiano, Barletta, Palazzo Marra (sede della Pinacoteca Giuseppe De Nittis, dal 4 marzo al 5 giugno. Mostra promossa dalla Regione Puglia-assessorato al Mediterraneo in collaborazione con Comune di Barletta con il patrocinio del Dipartimento per lo Studio Delle Società Mediterranee dell´Università di Bari, curata da Emanuela Angiuli e Anna Villari. Catalogo Silvana Editoriale. Orario: tutti i giorni 10 - 20; chiusura tutti i lunedì non festivi. Ingresso euro 8, ridotti euro 4. Info: tel 0883538372/71 pinacotecadenittis@comune.Barletta.bt.it  pinacoteca.Segreteria@comune.barletta.bt.it  www.Comune.barletta.ba.it  
   
   
RANCATE (MENDRISIO, CH): LUIGI ROSSI E L´ACQUERELLO NELL´OTTOCENTO LOMBARDO E TICINESE IN MOSTRA NEL 2011 ALLA ZüST DI RANCATE  
 
L´attesa retrospettiva di Luigi Rossi e la prima ampia indagine sull´acquarello tra Otto e Novecento. Questi gli appuntamenti annunciati per il 2011 da Mariangela Agliati Ruggia, direttore della Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate. L´istituzione ticinese, archiviato un 2010 davvero eccellente, affronta il 2011 con questi due appuntamenti di rilievo, entrambi in linea con la mission di qualità e ricerca che le è propria. La Züst si è specializzata nell´indagine dei legami storico-artistici tra Italia e Ticino. Il più recente prodotto di questo preciso filone di ricerca, la fondamentale mostra Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini, curata da Giovanni Agosti, si è rivelata come la più visitata nella storia dell´istituzione, conquistando sia il grande pubblico che gli esperti. Venendo alla stagione espositiva 2011, in primavera, dal 27 marzo al 21 agosto, la Züst ha messo in calendario Luigi Rossi (1853-1923): corrispondenze fra immagine e testo mentre la grande rassegna dedicata all´acquarello Trasparenze. La fortuna della pittura all´acquarello nell´Ottocento lombardo e ticinese si svolgerà dal 9 ottobre all´8 gennaio 2012. Su Rossi, artista di vocazione internazionale che ha vissuto e ha operato tra Parigi, il Ticino e Milano, nei tre Paesi sono già state allestite diverse mostre. Questa di Rancate - curata da Matteo Bianchi e promossa dalla Züst (coordinamento scientifico e organizzativo: Mariangela Agliati Ruggia, Alessandra Brambilla e Gilbert Dalmas), in collaborazione con la Casa-museo Luigi Rossi, Capriasca e con l´Association des Membres de l´Ordre des Palmes Académiques, section de Suisse, si distingue perché documenta come l´arte di Rossi sia stata il tramite tra letteratura e poesia. Rossi è celebre per aver illustrato le edizioni francesi di opere di Alphonse Daudet e Pierre Loti, di Chateaubriand, Hugo, Keller, Prévost e Longo Sofista. Ma è soprattutto un grande pittore simbolista e le sue figurazioni simboliche suscitano la traduzione in versi dell´amico poeta Gian Pietro Lucini. Per questo l´opera di Luigi Rossi viene definita "bilingue", in quanto si pone come punto d´incontro fra immagine e testo: da un lato quando produce le vignette per i libri illustrati, dall´altro quando invita alla scrittura. E alla Züst, per la prima volta, si realizzerà l´accostamento delle vignette con i dipinti, l´arte in dialogo con la scrittura. L´autunno della Züst sarà dedicato all´acquarello, con la mostra Trasparenze. La fortuna della pittura all´acquarello nell´Ottocento lombardo e ticinese preceduta da una estesa ricerca negli archivi d´epoca. La rassegna, curata da Sergio Rebora e Paolo Plebani, è promossa ed organizzata dalla Pinacoteca Züst (coordinamento scientifico e organizzativo di Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla). Per la prima volta si intende dar conto di un fenomeno artistico che coinvolse Lombardia e Ticino l´Ottocento e i primissimi anni del Novecento. Sono i decenni in cui esplose la moda dell´acquarello, una moda trasmessa da Vienna e Parigi, rinfocolata da Londra e che, tra Milano e il Ticino trovò il terreno di coltura, dilagando poi nel resto d´Italia e altrove. Una moda che contagiò anche la Regina Elena, acquarellista per diletto e Presidente della Real Associazione Lombarda dell´Acquerello fondata nel 1911 e in gran voga per una manciata d´anni. E con lei una schiera ampia di donne che in questa tecnica trovarono il linguaggio artistico d´elezione. Acquarellisti, spesso a livelli alti e altissimi furono Giovan Battista Gigola, Ernesta Bisi Legnani, Michele Bisi e il figlio Luigi, ma anche Francesco Hayez, Giuseppe Molteni e Luigi Scrosati, Giuseppe Bertini, Eleuterio Pagliano, Raffaele Casnedi, Domenico e Gerolamo Induno, Sebastiano De Albertis, Mosè Bianchi. La stagione della Scapigliatura, qui rappresentata da opere di Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, riportò l´attenzione sull´acquarello, con Paolo Sala, Luigi Rossi ma anche Giovanni Segantini, Filippo Carcano, Luigi Conconi, Pompeo Mariani, Leonardo Bazzaro, Emilio Gola o Achille Beltrame, Giuseppe Mentessi, Vittore Grubicy De Dragon, Plinio Novellini e molti altri. Tutti affascinati da una tecnica all´apparenza facile ma capace, nelle mani di veri artisti, di dare risultati mirabili. Come la mostra alla Züst documenterà, attraverso una carrellata di più di cento opere. Info: Pinacoteca Cantonale Giovanni Züst Ch - 6862 Rancate (Mendrisio, Canton Ticino, Svizzera) Tel. / Fax: +41 (0)91 816.47.91/99 decs-pinacoteca.Zuest@ti.ch  www.Ti.ch/zuest    
   
   
ASCONA (MUSEO COMUNALE D’ARTE MODERNA DI ASCONA -SVIZZERA): LA MOSTRA ARTISTI RUSSI TRA OTTO E NOVECENTO. GLI ANNI DI FORMAZIONE DI MARIANNE WEREFKIN - DAL 6 MARZO AL 3 LUGLIO 2011  
 
25 capolavori dei maestri del Realismo, del Modernismo e del Simbolismo russo, affiancheranno 3 rarissime tele giovanili, 60 lavori e 30 libretti di schizzi, diari e documenti dell’artista che, tra il 1909 e il 1910, ha contribuito a fondare i movimenti d’avanguardia della Nuova Associazione degli Artisti di Monaco e del Blaue Reiter. Dal 6 marzo al 3 luglio 2011, al Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona si terrà la mostra Artisti Russi Tra Otto E Novecento che ricostruirà il periodo di formazione e di riferimento di Marianne Werefkin (Tula, 1860 - Ascona, 1938), avvenuto in Russia tra il 1880 e il 1896. Il percorso espositivo, ordinato da Mara Folini, curatrice del Museo di Ascona, coadiuvata da un comitato scientifico composto da Nicoletta Misler, John Bowlt, Jean-claude Marcadé, Laima Lauckaite Surgailiene, presenterà 25 opere, alcune delle quali esposte per la prima volta fuori dalla Russia e inedite per la Svizzera, provenienti dalle collezioni dell’Otto e Novecento della Galleria Statale Tretyakov di Mosca, che affiancheranno 3 rarissime tele giovanili, 60 lavori e 30 libretti di schizzi, diari e documenti di una delle artiste più originali dello scorso secolo che, tra il 1909 e il 1910, contribuì a fondare i movimenti d’avanguardia della Nuova Associazione degli Artisti di Monaco e del Blaue Reiter. L’iniziativa, che ha già vissuto un primo momento espositivo in autunno, proprio alla Galleria Tretyakov, nasce da un progetto voluto dal Dicastero Cultura del Comune di Ascona, con il sostegno del Comune di Ascona, del Museo di Ascona, e dell’Ambasciata Svizzera a Mosca, nell’ambito della manifestazione Economic Forum & Cultural Discoveries, organizzata dalla Repubblica del Canton Ticino in partnership con l’Ambasciata Svizzera a Mosca e che sarà inserita, nel 2011, nei programmi di scambi culturali dell’Ambasciata Russa a Berna, in occasione del festival della ‘Russia in Svizzera’. Sulla base delle nuove ricerche condotte nell’archivio dei manoscritti della Galleria Tretyakov, che hanno portato alla luce un inedito carteggio tra Marianne Werefkin e i suoi amici artisti (Kardowsky, Grabar, Repin), la mostra ricostruirà il contesto storico e culturale nel quale l’artista si è formata e confrontata prima della sua partenza nel 1896 per Monaco di Baviera. In particolare, l’esposizione di Ascona, avvalendosi delle opere dei maestri e di quelle che esemplificano l’ambiente culturale russo dell’epoca, seguirà i primi passi dell’artista in patria quando si confrontava con i movimenti artistici russi di fine Ottocento, siano essi gli Ambulanti (Ilja Repin, Illarion Mikhailovich Prjanišnikov) o i modernisti e i simbolisti (Borisov-musatov, Botkin, Krymov, Kuznecov, Milioti, Rerikh, Sapunov, Savinov, Somov, Sudejkin, Ul’janov, Utkin, Jakuncikova-veber, Vrubel), che influenzarono la sua identità artistica. Il percorso espositivo ospiterà tre rarissime opere del periodo russo della Werefkin, il Contadino russo in pelliccia dal Museo di Wiesbaden, l’Autoritratto di proprietà del Comune di Ascona e il Ritratto di Vera Repin dallo Schlossmuseum di Murnau. Accanto a esse, verranno presentate le opere dei suoi maestri e dei suoi amici, provenienti dalla collezione della Tretyakov e da molte collezioni private elvetiche. Allieva del grande realista russo Ilja Repin, Werefkin sposò con convinzione i principi realisti e umanitari dell’associazione artistica degli Ambulanti che prevedevano di portare l’arte tra il popolo a scopo educativo, dando importanza al particolare e all’espressività umana dei personaggi raffigurati (spesso ebrei). Ma già intorno agli anni Novanta dell’Ottocento la pittrice entrò in crisi, in nome di un’arte soggettiva che possa esprimere non la disadorna “realtà della vita”, quanto “la vita vera”, ovvero la personalità dell’artista creatore. In questo contesto, la mostra sottolinea l’importanza del precoce confronto della Werefkin con le nuove generazioni di artisti simbolisti e modernisti russi, della colonia di Abramcevo e del movimento del Mir Iskusstva (Mondo dell’Arte). Questa dialettica farà da sfondo al suo lungo processo introspettivo che continuerà anche dopo il suo trasferimento a Monaco nel 1896, tanto da portarla a smettere di dipingere per quasi 10 anni. Grazie all’ambiente secessionista di Monaco, ai suoi studi e ai suoi viaggi a Parigi, dove ebbe modo di incontrare l’arte di Van Gogh, di Gauguin e dei Nabis, Marianne Werefkin ricominciò a lavorare attorno al 1906, passando direttamente a uno stile espressionista, lirico e visionario, attraverso l’uso del colore puro, tra accordi e contrasti di colore, stesi à plat e chiusi spesso dalla linea sinuosa e costruttiva del cloisonné francese. Quest’arte la vide a Monaco al centro del dibattito artistico internazionale dell’epoca, quando fondò, insieme ai connazionali Alexej Jawlensky, Wassily Kandinsky, Adolf Erbslöh, Alexander Kanoldt e altri, la Neue Künstlervereinigung München (1909), che fu premessa alla nascita del Blaue Reiter (1910) con la rivoluzionaria proposta astratta dell’amico e compatriota Vassilj Kandinsky, della quale essa stessa seppe dare fondamento teorico nei suoi scritti autografi (lettres à un inconnu) - presenti nella mostra asconese - tra il 1901 e il 1905. L’esposizione accenna, infine, al suo periodo svizzero (1914-1938) quando, costretta a fuggire dalla Germania, giunse nel 1918 ad Ascona, attraverso l’ambiente internazionale del movimento Dada a Zurigo nel 1917, per poi restarci per il resto della sua vita. Qui, la Werefkin diventò punto di riferimento della vita culturale cittadina, grazie alla sua caparbietà e alla sua capacità persuasiva nel mettersi al centro degli eventi più importanti (dalla fondazione del Museo di Ascona nel lontano 1922, alla collaborazione nella nascita del movimento artistico Der Grosse Bär (L’orsa maggiore) nel 1924). Tale ruolo è attestato in mostra da numerosi documenti autografi della pittrice (diari, carteggi), così come da filmati e documentari storici, alcuni dei quali provenienti dalle Teche della Rsi (Radio Televisione Svizzera di lingua italiana). Accompagna la mostra un catalogo edizioni Alias, in italiano e russo, a cura di Mara Folini, che presenta contributi di specialisti russi ed europei, quali John E. Bowlt, Jean-claude Marcadé, Nicoletta Misler, Laima Lauckaite Surgailiene, Elena Terkel e Andrey Tolstoy. Di particolare interesse è la pubblicazione da parte di Elena Terkel di un carteggio inedito tra I.e. Grabar e Marianne Werefkin che getta una nuova luce sull’arte e la vita di Marianne Werefkin a cavallo tra Ottocento e Novecento. Catalogo: Alias edizioni Informazioni: Artisti Russi Tra Otto E Novecento. Gli anni di formazione di Marianne Werefkin Ascona (Ch), Museo Comunale d’Arte (via Borgo 34) 6 marzo - 3 luglio 2011 tel. +41 (0)91 759 81 40; museo@ascona.Ch  http://www.Museoascona.ch