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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 13 Maggio 2011
MILANO (MUSEO DEL DUOMO, SEZIONE DIDATTICA): VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO - CALENDARIO ATTIVITÀ CULTURALI GIUGNO 2011  
 
Sabato 4 giugno h 14.30, durata 60 min. - Il Duomo e le sue origini - Prenotazioni fino al 1 giugno. Percorso alla scoperta della storia del Duomo, a partire dalle sue origini più antiche, nell’area archeologica, per visitare i resti del Battistero di S. Giovanni alle Fonti e della basilica di S. Tecla. Per poi proseguire con la nascita del Gran Cantiere medievale. Sabato 11 giugno h 14.30, durata 60 min. - Il tiburio e le terrazze - Prenotazioni fino al 8 giugno. Il Duomo e la sua altezza. Il dibattito rinascimentale attorno alla cupola ha affascinato alcuni tra i più famosi architetti del Rinascimento, tra cui non mancano Leonardo e Bramante. Un percorso per studiare il Duomo nei suoi aspetti più monumentali,in alto verso la guglia della Madonnina. Sabato 18 giugno h 14.30, durata 60 min. - Il coro ligneo: le storie di sant’Ambrogio - Un nuovo percorso incentrato sul coro del Duomo: il delicato lavoro d’intaglio tra Cinque e Seicento che racconta le Storie di sant’Ambrogio e non solo. Un’occasione per conoscere la storia di Milano, da un punto di vista diverso. Sabato 25 giugno h 14.30, durata 60 min. - La Fabbrica del Duomo non finisce mai. I grandi restauri Prenotazioni fino al 22 giugno Il secolare e ininterrotto lavoro della Veneranda Fabbrica per costruire la cattedrale, una storia ancora viva ai giorni nostri. Un viaggio attraverso i più importanti restauri degli ultimi due secoli. Ritrovo presso Duomo Info Point, Via Arcivescovado 1, ang. Libreria San Paolo Info e prenotazioni Veneranda Fabbrica del Duomo 02 72022656, 9.00-12.00/14.00-1700 didattica@duomomilano.It  Tramonto sulle guglie - Le Terrazze del Duomo sono uno dei luoghi più affascinanti della città di Milano. Da un altezza di circa 70 m è possibile osservare un meraviglioso panorama, incorniciato da 135 guglie, dagli archi rampanti, dalle falconature con i loro ornati e dalla meravigliosa statuaria. Ricoperte di lastre di marmo di Candoglia, le terrazze si sviluppano su una superficie di 8.000 metri quadrati. È possibile visitarle interamente passeggiando tra ampi spazi e lunghi corridoi perimetrali che offrono un punto di vista continuamente mutevole sul Duomo e sulla città. Il terrazzo più ampio si estende per circa 1350 metri quadrati, riproducendo esternamente la navata centrale della cattedrale, avendo come piloni le guglie laterali e come tiburio la guglia Maggiore coronata dalla Madonnina. Il dibattito rinascimentale attorno alla cupola del Duomo ha affascinato alcuni tra i più famosi architetti del Rinascimento, tra cui non mancano Leonardo e Bramante. Il tiburio costituì infatti uno dei problemi principali della costruzione della cattedrale, risolto solamente nel 1500, quasi 120 anni dopo l’inizio dei lavori. Un percorso per visitare il Duomo nei suoi aspetti più monumentali, in alto verso la guglia della Madonnina. Dove: Duomo di Milano, ascensore nord lato c.So Vittorio Emanuele Ii Quando: Ogni giovedì di maggio e giugno, ore 19.00 Costi: € 5,00 per la visita guidata + € 8,00 per la salita in ascensore Note: è necessaria la prenotazione Info: didattica@duomomilano.It  oppure 02 72 022 565  
   
   
FEDERAZIONE TRENTINA PRO LOCO: I 130 ANNI DELLA PRIMA PRO LOCO D´ITALIA  
 
Approvando una delibera proposta dall´assessore al turismo Tiziano Mellarini, la Giunta provinciale ha concesso oggi alla Federazione Trentina Pro Loco e Consorzi un contributo per il corrente anno di 156 mila euro a sostegno della sua attività. Tra le iniziative in programma nel 2011, in particolare, i festeggiamenti per i 130 anni della prima Pro Loco d´Italia, quella di Pieve Tesino. La Pro Loco di Pieve Tesino si è costituita, quale prima Pro Loco d´Italia, nell´anno 1881. Nasce come "...Una Società per l´imboscamento e l´abbellimento del grazioso colle di S. Sebastiano, da molti anni affatto deserto, brullo e sterile del tutto". Il primo stemma ufficiale, in uso ancor oggi, è stato realizzato nel 1981, in occasione del centenario di fondazione. La notorietà di Pieve Tesino è dovuta alle stampe antiche commercializzate dai Tesini fin dalla metà del ´600 in tutta Europa, dove fondarono, nelle più importanti capitali Europee, anche diversi negozi e case editrici, che permisero ai nostri emigranti di riportare in patria ricchezza in denaro, cultura ed apertura mentale. Fu proprio grazie a questi nuovi stili di vita che, nel 1881 si fondò la Pro Loco e nel 1882, si costituì una Società per azioni per la costruzione dell´Albergo Tesino. Il primo presidente della neonata Pro Loco fu Pietro Pellizzaro, commerciante di stampe a Besancon, in Francia, che, dopo aver ceduto l´azienda, era tornato a Pieve per trascorrervi il meritato riposo  
   
   
MATERINA: "DIVINO. DALL´ANTICHITÀ AD OGGI", ALLESTITA DAL 21 MAGGIO AL 5 AGOSTO  
 
Sulla storia del vino di mostre se ne sono già viste diverse, sia in Italia che all´estero. Ma mai nessuna così. "Divino. Dall´antichità ad Oggi", allestita dal 21 maggio al 5 agosto a Materima, in quel di Casalbeltrame nel novarese, è per più aspetti evento assolutamente d´eccezione. Innanzitutto per l´ampiezza dell´arco temporale esaminato: in pratica dai primordi della coltura intensiva della vite ad oggi. Ma soprattutto per la rilevanza e il numero dei materiali originali riuniti per raccontare questa lunga, affascinante vicenda: 350 i reperti archeologici, in parte mai prima esposti, che abbracciano tutte le civiltà vinicole del Mediterraneo. Alle testimonianze storiche si uniscono le sculture contemporanee di Marino Marini e Giuliano Vangi, in un gioco di suggestioni antico-contemporaneo che non potrà non coinvolgere i visitatori. "Divino", curata da Giuseppina Carlotta Cianferoni, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, e da Fabrizio Minucci, di Ara-attività di Ricerca Archeologica, nasce dalla collaborazione tra lo Studio Copernico, che da sempre si occupa di arte moderna, e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e il Museo Archeologico Nazionale di Firenze e Ara--attività di Ricerca Archeologica. Ad accoglierla sono gli spazi di rara suggestione di Materima, il luogo creato da Nicola Loi per fare incontrare le arti, a Casalbeltrame nel novarese. "L´ampio nucleo dei materiali presentati - afferma Giuseppina Carlotta Cianferoni , curatore della Mostra - copre un arco cronologico che va dal Iii millennio a.C. Al Xix secolo d.C.: dalle più antiche testimonianze del Vicino Oriente alla Grecia, dall´Etruria a Roma, per finire, attraverso Medioevo e Rinascimento al periodo Risorgimentale". "La mostra si articola in 4 grandi sezioni. Nella prima si affronta il tema della vinificazione e viticoltura, partendo dalle sue origini e concentrandosi poi sull´ideologia del simposio greco ed etrusco, con una finestra sul commercio del vino etrusco, giungendo infine alla pratica del banchetto in epoca romana. La seconda sezione riguarda il mondo del Vicino Oriente e della Grecia; la terza l´Etruria e Roma; l´ultima presenta un excursus sul Medioevo ed il Rinascimento, fino a giungere al periodo Risorgimentale. A corredo di questo percorso vi sono due sale espositive in cui sono stati ricreati scenari suggestivi e sensoriali: un fondale marino con resti del carico di una nave da commercio di epoca etrusca ed una sala tricliniare di epoca romana. Il cuore della mostra è rappresentato dai principali temi che costituiscono la cultura del vino e della viticoltura, intesi come produzione, tecnologia, costume e territorio. Viene trattato il tema della coltivazione della vite e della produzione del vino nel mondo antico con particolare attenzione all´Italia, evidenziando gli aspetti - storico, sociale, artistico, antropologico e culturale - del consumo della principale bevanda dell´antichità. Lo studio attento delle fonti iconografiche e letterarie offre una ricca documentazione sui vini e sul loro approvvigionamento, nonché sul banchetto e sul simposio. Un cospicuo nucleo di materiali mostra, a volte con pitture vascolari, altre volte con lastre fittili a rilievo o piuttosto con materiali lapidei, la tradizione della produzione del vino, la vinificazione e l´ideologia del simposio legata al culto di Dioniso. Si segnala una scena di banchetto sulla lastra fittile a rilievo da Murlo datata al Vi secolo a.C., piuttosto che scene di vendemmia e pigiatura dell´uva su vasi attici a figure rosse, come la grande kylix "a occhioni"a figure rosse o il cratere del pittore di Firenze, databili tra la fine del Vi e la metà del V secolo a.C.. Legate ancora al banchetto si possono ammirare alcune urne etrusche in alabastro, di cui la più imponente è un´urna bisoma con coniugi a banchetto proveniente dalla tomba dei Calisna Sepu a Monteriggioni (Si). La cultura del banchetto in Etruria è grandemente testimoniata dai corredi funebri che sono stati rinvenuti e qui presenti, ad esempio, con un corredo in bronzo proveniente da San Cerbone (Populonia), un corredo in ceramica etrusco corinzia e bucchero o con un grande foculo di produzione chiusina. Una statua in marmo che rappresenta un Dioniso bambino ci conduce al tema del culto di Dioniso nella tradizione della viticoltura, della produzione e consumo del vino. La tipica ceramica della fine dell´età repubblicana ed inizio di quella imperiale, la terra sigillata italica, introduce alla tradizione del banchetto romano. Nella seconda sezione vengono messi in esposizione numerosi oggetti che documentano la cultura materiale legata al vino nel modo del Vicino Oriente antico, a partire dal Iii millennio fino al Vi sec. A.c.. Un gruppo di materiale proveniente dall´Anatolia rappresenta una delle più antiche testimonianze della tradizione vascolare legata al vino. Imponenti calici micenei provenienti da Rodi ci conducono nelle mense dei grandi principi dei poemi omerici, che al pari dei loro eredi già erano legati al culto del vino e con questo brindavano per suggellare patti e alleanze, festeggiavano vittorie e celebravano riti funebri: il rogo di Ettore, come quello di Patroclo, viene spento con del vino "tutta la notte il rapido Achille dall´aureo cratere con duplice coppa prendendo il vino, lo versava al suolo, bagnava la terra chiamando l´ombra del misero Patroclo."(iliade Xxiii 218-221) "Ma quando figlia di luce brillò l´Aurora dita rosate, il popolo si raccolse intorno al rogo d´Ettore luminoso; e come convennero e furono riuniti, prima spensero il rogo con vino scintillante, tutto, la dove aveva regnato la furia del fuoco." (Iliade Xxiv 788-792) La terza sezione presenta una grande quantità di materiale da banchetto, con un´ abbondante varietà di forme proveniente in massima parte dalle necropoli dell´Etruria laziale e toscana. In questa sezione si presenta inoltre un nucleo di forme in vetro provenienti da Damasco, testimonianza della tradizione dei maestri vetrai damasceni. La mostra si conclude con l´esposizione di alcuni boccali medioevali e rinascimentali, per culminare con un gruppo di bottiglie e bicchieri in vetro recuperati dal relitto del Polluce, affondato nel 1841". "Divino" porta con sé echi del passato che trovano riflessi nel mondo moderno. Le conoscenze necessarie alla domesticazione della vite, alla produzione del vino e al suo consumo, l´ideologia del simposio e il commercio di questo importante coagulante sociale: sono questi gli aspetti che oggi, forse troppo spesso, diamo per scontati ma che affondano le loro radici nelle terre e nelle società dei popoli che si affacciavano sul bacino del Mediterraneo più di 6000 anni fa. Il valore aggiunto dell´evento è la fusione ponderata tra queste fondamentali testimonianze del nostro passato ed alcune tra le più suggestive creazioni di due degli artisti italiani moderni più importanti: Marino Marini e Giuliano Vangi. La scelta di esporre opere di questi scultori nasce dal loro essere degli "etruschi contemporanei" che, al pari degli antichi, si sono cimentati nella scultura policroma. E´ anche per questo che i lavori selezionati trovano respiro in questa esposizione, offrendo cesure e unioni con il mondo antico. Info: "Divino. Dall´antichità ad Oggi", Materima, Casalbeltrame (No) dal 21 maggio al 5 agosto 2011. Orario: dal martedì al venerdì 14.00 - 20.00 Sabato e domenica 10.30 - 20.00 Lunedì chiuso Ingresso: euro 5,00 Catalogo edito da Copernico ed Ara Edizioni Info: www.Materima.it    
   
   
DUPLICE EVENTO ESPOSITIVO PER IL PITTORE ROBERTO DEL FRATE: IN MOSTRA A TRIESTE E UDINE IL SUO IMPRESSIONISMO CONTEMPORANEO  
 
Prende il via sabato 14 maggio 2011 alle ore 18.30 alla Galleria La Loggia di Udine (piazza Libertà) un duplice evento espositivo, ideato e curato dall’architetto Marianna Accerboni, che vedrà protagonista il pittore Roberto del Frate con una personale, in cui sarà esposta una ventina di dipinti recenti, per lo più inediti, realizzati a olio e tecnica mista su tavola e dedicati al paesaggio urbano del capoluogo friulano, accanto a vedute di campagna e ad alcune marine. Fino al primo giugno (orario: feriali 17.30 - 19.30 / sabato 11 - 13 e 16.30 - 19.30 / festivi 10 -13). Sabato 4 giugno alle 20.30 l’iniziativa proseguirà a Trieste nell’Atelier del Frate (via Punta del Forno 3), che in questa occasione verrà inaugurato ufficialmente. La vernice sarà sottolineata da una sorpresa di luce e musica. In mostra, un’ampia sequenza di oli su tavola inediti dedicati ai luoghi urbani della città giuliana, accanto a una serie di delicate ma intense marine. Roberto del Frate, veneziano di nascita e attivo a Trieste dallo scorso anno, ha aperto infatti da poco nel cuore del centro storico della città un affascinante atelier, dove dipinge ed espone i suoi lavori. Fino al 4 luglio (feriali 10 - 13 e 17 - 20 / festivi 10 - 13). La doppia personale a Udine e a Trieste - scrive Accerboni - vuole presentare in particolare un nuovo filone d’interesse dell’artista, che nell’ultimo anno si è dedicato con grande entusiasmo alle vedute urbane, riuscendo a reinterpretare la città attraverso un cromatismo e una struttura compositiva a volte inattesi, che trae spunto dalla realtà per ammantarsi lievemente di sogno e di un’ispirazione neoromantica, mentre il segno felice del pittore esce dai contorni del dettaglio come un libero appunto. La serie degli scorci urbani rappresenta un’ulteriore tappa nell’evoluzione del linguaggio dell’artista, che in tali lavori affronta il soggetto con maggiore libertà e levità, alleggerendo un tema, quale quello urbano, di per sé più complesso del paesaggio naturale. Pittore dal tratto veloce e dal temperamento sensibilissimo ed entusiasta, del Frate nasce a Venezia il 31 gennaio 1960 da madre veneziana di nobile origine polacca. Il padre, Enrico del Frate, nativo di Palmanova (1929 - Venezia 2006), è un pittore affermato a livello locale e nazionale, da cui il figlio apprende fin da piccolissimo il mestiere dell’arte. Carattere eclettico e curioso, Roberto è anche raffinato scrittore (ha pubblicato 3 romanzi) e compositore. E le sue musiche riflettono la stessa luce e la medesima brillante dolcezza, che incontriamo nei suoi fascinosi e suggestivi dipinti, nei quali il piacere della pittura en plein air, tipica dell’impressionismo, è trasposta, con suadente talento, nella realtà contemporanea: un contesto, in cui l’artista sa interpretare e rendere umane e quasi romantiche anche le vie del centro congestionate dal traffico, mentre una leggera nebbia di silenzio, luce e sogno lieve, ammanta l’atmosfera e attutisce il rumore dei clackson. Dopo aver frequentato assiduamente e vivamente l’atelier veneziano del padre, sito nel palazzo delle Meravegie, a due passi dall’Accademia di Belle Arti di Venezia, del Frate ha girato spesso l’Europa, partecipando con le sue opere a mostre di prestigio in Italia e all’estero e riscuotendo ampio consenso per il suo raffinato cromatismo, dalla preziosa sensibilità tonale. Nell’agosto 2009 giunge a Trieste e, pur provenendo da Venezia, rimane folgorato dal fascino mitteleuropeo della città e dalla bora, decidendo di vivere e di operare nel capoluogo giuliano, prima in un camper, poi nel suo atelier. Nei suoi dipinti - conclude Accerboni - del Frate è capace di cogliere con maestria l’attimo fuggente, la realtà in movimento di un cagnolino in corsa (ama molto gli animali e di cani ne possiede nove) e la trasparenza delle acque, resa pittoricamente attraverso sapienti velature realizzate a olio, ad acrilico e attraverso altri materiali; sa raccontare lo sciabordio della risacca e lo stormire del vento tra i cespugli di fiori di un giardino, traducendo la magia e la contemplazione vivace dell’impressionismo in una sorta di epidermica atarassia, che lo rende capace d’interpretare, con immediata aderenza e ritmo felice il genius loci, la bellezza e l’atmosfera più intima dei luoghi. Info: Galleria La Loggia, Direttore Artistico Maristella Cescutti - piazza Libertà, Udine - 14 maggio/giugno 2011 - 3356750946 - 3356610390 - www.Atelierdelfrate.com ; Atelier del Frate - via Punta del Forno 3, Trieste - 4 giugno/4 luglio 2011 - 3356750946 - www.Atelierdelfrate.com    
   
   
ORTA SAN GIULIO (PALAZZO PENOTTI UBERTINI VIA CAIRE ALBERTOLETTI, 31): MOSTRA CANALETTO E I VEDUTISTI. L´INCANTO DELL´ACQUA - DAL 21 MAGGIO AL 18 SETTEMBRE 2011  
 
Trenta opere (dipinti, disegni e incisioni) dei maggiori artisti del Settecento veneziano rievocano il fascino della veduta, tra passato e presente. L’inaugurazione si terrà venerdì 20 maggio 2011, ore 18.30 a Palazzo Penotti Ubertini - Dimora delle Arti - Orta San Giulio (Novara) Dal 21 maggio al 18 settembre 2011, Orta San Giulio (No), uno dei “borghi più belli d´Italia”, ospiterà la mostra Canaletto E I Vedutisti. L´incanto dell´acqua. La mostra, curata da Lorenza Tonani, patrocinata e sostenuta da Regione Piemonte, Provincia di Novara, Comune di Orta, ideata e prodotta da Alef - cultural project management di Milano e organizzata in collaborazione con Operaprima, responsabile dell’organizzazione degli eventi di Palazzo Penotti Ubertini, presenta trenta opere di Canaletto e dei maestri della veduta, tra cui Gaspare Van Wittel, Luca Carlevarijs, Francesco Guardi, Francesco Albotto, fino agli epigoni ottocenteschi del genere, quali Luigi Steffani e Giuseppe Borsato. L´iniziativa è stata pensata specificamente per Orta, fronteggiata dalla suggestiva Isola di San Giulio, che dell´acqua si circonda e vive e che proprio con questa esposizione rende omaggio alla splendida Venezia, offrendo al suo pubblico la magia di un incontro vibrante e poetico con le vedute settecentesche. Il percorso allestito in Palazzo Penotti Ubertini ruota intorno ad un prezioso nucleo di 7 disegni di Canaletto, di proprietà della Galleria nazionale d´arte antica di Trieste, che provengono da un album smembrato e confluito in parte a Trieste, in parte alle Gallerie dell´Accademia e in parte alla Fondazione Cini di Venezia: si tratta di fogli non esposti al pubblico, ragione che rende ancora più eccezionale la loro proposta in mostra. Attorno al corpus grafico, che si pregia anche di qualche rara acquaforte del Maestro, sono raccolti dipinti dell´artista e lavori degli altri vedutisti, accanto ai quali s’incontreranno opere che segnalano la fortuna del genere di veduta anche nell´Ottocento, concesse in prestito dal Museo storico del Castello di Miramare di Trieste. I dipinti riportano alle atmosfere eleganti, alle architetture maestose, agli scorci dell´insula felix, la Venezia settecentesca, meta privilegiata del Grand Tour. Proprio i vedutisti resero possibile la diffusione del mito della città lagunare in Europa e in particolare in Inghilterra, dove il mercato accolse con entusiasmo questo genere artistico, dando origine a una grande fortuna che proseguì anche nell´Ottocento. Il mito della Serenissima trionfò nel Xviii secolo quando il viaggio di istruzione fu codificato; Venezia divenne una sua tappa irrinunciabile, e il lavoro dei vedutisti molto ricercato per fornire ai viaggiatori, importanti reliquie da riportare in patria come testimonianza di un´esperienza di vita unica. Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale. Informazioni e prenotazioni: www.Associazioneoperaprima.it Www.palazzoubertini.com info@canalettoaorta.Com  
   
   
FORTE DI BARD (VALLE D’AOSTA): JOAN MIRó, POÈME - 18 MAGGIO / 1° NOVEMBRE 2011  
 
«Ce n’est pas la vie réelle d’un homme, celle que les autres connaissent, qui est vraie. C’est l’image qu’ils s’en font. Le vrai Miró, c’est autant celui que je suis, tel que je me connais, que celui que je suis devenu pour les autres, et peut-être aussi pour moi» (J. Miró) Joan Miró, Poème è il titolo della mostra allestita dal 18 maggio al 1° novembre 2011 negli spazi espositivi del Forte di Bard, imponente piazzaforte della prima metà del Xix secolo, situata all’imbocco della Valle d’Aosta, polo culturale d’eccellenza, meta ogni anno di oltre 250 mila visitatori. Curata da Sylvie Forestier con il contributo organizzativo di Isabelle Maeght e Gabriele Accornero, l’esposizione è organizzata dall’Associazione Forte di Bard, con il sostegno della Regione Autonoma Valle d’Aosta, della Compagnia di San Paolo, della Fondazione Crt e della Finaosta Spa e usufruisce di prestiti concessi dalla Fondazione Maeght di Saint-paul-de-vence (Provenza) con la quale il Forte di Bard ha firmato un importante accordo di collaborazione. I prestiti hanno permesso di riunire un insieme di 188 opere particolarmente significative: 17 oli, 58 sculture, 91 opere grafiche, tra disegni, incisioni e litografie originali, 17 ceramiche e 6 libri illustrati, un makemono, un immenso arazzo e la maquette per la ceramica murale dell’Unesco a Parigi. Realizzate fra il 1947 e il 1980, le opere occupano gli spazi severi e nobili del Forte per dare vita ad un’eccezionale rievocazione della rivoluzione plastica che caratterizzò quel periodo e che ebbe in Miró uno dei maggiori interpreti. Il visitatore potrà cogliere la sua importanza nell’arte del Novecento, immerso in un percorso fatto di continue sorprese: quelle che gli riserva il genio e la poetica di questo artista, certamente uno dei più sconcertanti e sottili della modernità. Le sale espositive non seguono un ordine cronologico. Privilegiano l´opera, talvolta nella sua unicità, talvolta nei suoi rapporti di convergenza e di opposizione. Se i temi che lo ispirano - la donna, l´uccello, la stella, il cielo, le costellazioni, il sole o la luna - hanno l´anonimato dei grandi miti fondatori, trovano nell´immaginario dell´artista, espressioni sempre diverse. La mostra presenta opere che documentano la diversità delle tecniche e degli stili di Joan Miró: dipinti, sculture, disegni, incisioni, litografie, ceramiche e un considerevole numero di libri illustrati. Capolavori realizzati nel periodo in cui l’artista lavorò presso Aimé Maeght, il suo gallerista, incontrato a Parigi nel 1947. I due uomini saranno legati da una profonda amicizia che si protrarrà con il comune progetto della Fondazione Maeght, inaugurata nel 1964 e per la quale l’artista immaginerà un giardino di sculture e di ceramiche monumentali, Il Labirinto. Tra le opere in mostra, gli straordinari oli su tela Naissance du Jour I, Ii, e Iii, in cui il blu intenso del punto centrale e il nero spesso del tratto creano la tensione dello spazio pittorico. La sala che accoglie le tre tele è caratterizzata da opere che rappresentano la luce del primo mattino, come Femme Oiseau I e Ii, e Vol d’Oiseau à la première étincelle de l’aube. Due le opere di grande impatto cromatico, Poème e Le Chant de la prairie. In mostra inoltre, Monument, bronzo monumentale affiancato alla ceramica L’oeuf de Mammouth, opera simbolo di uno dei più vecchi miti dell´umanità, quello dell´origine del mondo. Miró il mirabolante - così lo definiva il suo amico poeta Robert Desnos - ha sfidato l’arte. Quest’artista nato da un padre orafo ha praticato da artigiano rigoroso, da colorista affermato e da disegnatore visionario, pittura, scultura, ceramica e incisione. Ha ereditato dalla sua terra catalana una lingua, una tradizione e il gusto per la libertà. Qui attinge il suo slancio creatore nutrito da un lavoro incessante e da un’insaziabile curiosità verso la natura e il mondo che lo circonda. Man mano che il suo percorso artistico evolve, il suo occhio diventa più penetrante, la sua mano si fa sempre più precisa per trasporre in forme o in volumi, il ricco paesaggio interiore che gli ispirano sia i vecchi quartieri di Barcellona sia i paesaggi, visti o sognati, aspri o dolci della campagna catalana. Miró sarà sempre alla ricerca di un suo universo che conquista di opera in opera, di quadro in scultura, di disegno in ceramica, di incisione in arazzo. «Il quadro deve essere fecondo, deve far nascere un mondo. Che si vedano fiori, personaggi, cavalli, poco importa, purché riveli un mondo, qualcosa di vivo» diceva l’artista. Miró, principe della Metamorfosi, Miró il cui nome, predestinato, significa «vedere» o «meravigliarsi». La mostra verrà inaugurata martedì 17 maggio 2011, alle ore 18.00. Catalogo Edizioni Forte di Bard Informazioni: Associazione Forte di Bard - 11020 - Bard (Ao) - Tel. +39 0125 833811 - Fax 0125 833830 - info@fortedibard.It  - www.Fortedibard.it  
   
   
TRENTO: "LE NOTTI DI MAGGIO" RIEMPIRANNO DI MUSICA COREDO E LA VAL DI NON  
 
Le tre serate saranno visibili anche sul web in alta definizione grazie all´Università di Trento. L´assessore provinciale alla cultura Franco Panizza ha presentato stamani in Provincia la tredicesima edizione delle "Notti di maggio" che si terranno a Coredo dal 13 al 15 maggio. "Sarà una tre giorni di musica giovane, di musica dal vivo e di sfide tra dj – ha tra l´altro detto l´assessore Panizza, – ma sarà soprattutto una stupenda e ambita vetrina per le giovani band della valle, del Trentino e anche di fuori Trentino: ´Notti di Maggio´ è l´esempio di quello che noi intendiamo, quando parliamo della necessità di dare visibilità ai migliori giovani musicisti e di coinvolgere le comunità locali in momenti di spettacolo prestigioso che fanno conoscere e promuovono i nostri territori". Alla conferenza stampa di stamani erano presenti anche Andrea Widmann, che dell´evento è da sempre l´ideatore e l´anima; Paolo Forno, presidente dell´associazione "La Chiave" di Coredo e vicesindaco della borgata anaune; Andrea Paternoster, presidente dell´Apt Val di Non e Corrado Seppi in rappresentanza dello sponsor ufficiale della manifestazione. "Quello di Coredo – ha proseguito Panizza, – vuole essere d´esempio per altre analoghe iniziative che si tengono in provincia: il criterio degli organizzatori e dei promotori dev´essere sempre quello di puntare alla qualità e di premiare l´impegno a migliorarsi. A queste condizioni, l´appoggio dell´ente pubblico e del mio assessorato non verrà meno". La novità di quest´anno è la possibilità offerta a quanti non potranno essere a Coredo di poter seguire le serate sul web (www.Nottidimaggio.net) in qualità medio bassa per utenti con linea internet a bassa velocità attraverso la piattaforma U-stream, e in alta qualità con tecnologia P2p Tv, grazie alla collaborazione con il Dipartimento Ingegneria e Scienza dell´Informazione dell´Università di Trento, nell´ambito del progetto di ricerca Napa-wine. Questi gli orari: venerdì 13 e sabato 14 maggio dalle 22 alle 03; domenica 15 maggio dalle 18 alle 24. La Manifestazione Le “Notti di Maggio” di Coredo, manifestazione ormai giunta alla sua 13 edizione, dal 1999 ad oggi ha raggiunto la cifra di 80.000 presenze, 10 mila delle quali solo la primavera dello scorso anno. Nei tre giorni di festa (dal 13 al 15 maggio) si alterneranno sui tre palchi musicisti dal diverso background musicale: al venerdì si terrà la rassegna di band giovanili locali intitolata “Note di Maggio” ed organizzata dall’associazione culturale La Chiave di Coredo, che ha selezionato le band attraverso un concorso che da febbraio ad aprile si è tenuto sull’Eco Chalet. A seguire canterà Anansi accompagnato dalla sua band, mentre le band Supooorter e Repeatler gli faranno da supporter. A chiudere la serata interverrà il Dj Fabio da Indiemusic. Sabato sera e sul palco principale si terrà, come da qualche anno a questa parte, la finalissima della Viva Dj Competition, sfida tra dj emergenti provenienti da tutta Italia, organizzata in collaborazione con Radio Vivafm ed i suoi dj. Il secondo palco ospiterà l’Afrogarden, una successione di famosi dj di musica “afro”. Novità di questa edizione sarà l’installazione del terzo palco, il “Garden Room”, in collaborazione con l’associazione Green Stage M2 (Gran carnevale di Storo). Domenica 15 maggio sarà proiettato su maxischermi il motogp, seguito da aperitivo a da concerti live di alcune band locali, come Green House Effect – Kill Billy’s e il Max Pezzali Tribute. Questa tre giorni,considerata da molti l’evento giovane del Trentino Alto Adige, sarà ospitata in una struttura coperta di 2300 metri quadrati che sarà installata nel suggestivo parco alla Torre di Coredo. Maggiori informazioni: www.Nottidimaggio.net    
   
   
MILANO (MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA): RITORNA "NOTTE AL MUSEO" - SABATO 21 E DOMENICA 22 MAGGIO - ISCRIZIONI APERTE FINO A VENERDÌ 13 MAGGIO  
 
Ritorna Notte al Museo, l’appuntamento notturno più atteso dai ragazzi che vogliono scoprire l’anima nascosta e affascinante del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia. È notte. Il momento dei sogni e dei colpi di genio. Il buio nasconde affascinanti racconti ed elettrizzanti esperimenti. I ragazzi tra i 6 e gli 11 anni e le loro famiglie sono invitati a scoprire il Museo in una luce diversa. Durante la notte si possono esplorare le gallerie in una luce nuova e lasciarsi ispirare dalle scoperte del passato per diventare moderni inventori. Dopo aver montato il “campo base” in una magnifica sala dell’antico monastero che ospita il Museo, i partecipanti verranno coinvolti in una serie di esplorazioni. Nelle gallerie più nascoste si potranno ascoltare racconti legati a vecchi inventori. Si potrà lasciarsi stupire da spettacolari esperimenti sull’elettricità o, ancora, scoprire i segreti legati alla navigazione e agli antichi viaggi. Prima di andare a dormire i visitatori si lasceranno ispirare dalle idee del passato per costruire invenzioni contemporanee, scoprendo cosa si nasconde dentro alcuni strumenti quotidiani. Per i ritardatari … un’altra Notte al Museo vi aspetta sabato 17 e domenica 18 settembre 2011. Info: Il programma è rivolto alle famiglie con bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni. Per questioni di sicurezza, è necessaria la presenza di almeno 1 adulto accompagnatore ogni 5 bambini e non è possibile la partecipazione di più di 2 adulti per ogni bambino. Si dorme in un campo allestito nella Sala delle Colonne, vicino alla Galleria dedicata a Leonardo da Vinci, all’interno dell’edificio monumentale ed monastero olivetano. Cosa portarsi da casa: sacco a pelo, materassino da campeggio, cuscino, necessario per la notte e per l’igiene personale, prodotto antizanzare, vestiti e scarpe comode, torcia elettrica (da usare nelle attività di esplorazione delle collezioni). L´attività al Museo inizia alle ore 20.00 e non prevede la cena. Il Museo mette a disposizione un leggero snack per la prima colazione della domenica mattina. Le famiglie possono portare con loro altri snack e bevande per la notte e la colazione. Sera: 20.00 registrazione all’ingresso del Museo in via San Vittore 21, 20.30 attività e animazione, 23.00 buonanotte Mattina: 7.30 sveglia, 8.00 breve attività e snack, 9.00 uscita Il costo è di 45,00 € a persona, sia per gli adulti che per i bambini. Le prenotazioni possono essere effettuate entro il 13 maggio per la notte tra il 21 e il 22 maggio 2011, dal 20 giugno 2011 al 9 settembre 2011 per la notte tra il 17 e il 18 settembre 2011. E’ possibile prenotare telefonando al numero 02 48 555 558 (attivo dal lunedì al venerdì) o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica didattica@museoscienza.It  Per completare l’iscrizione è necessario inviare la seguente documentazione: scheda di prenotazione “Notte al Museo” (scaricabile al link: http://www.Museoscienza.org/attivita/notte/partecipare.asp ); autorizzazione per la partecipazione dei minori all’attività (è necessario un modulo per ciascun bambino, eccetto nel caso di fratelli o sorelle); copia della documentazione dell’avvenuto pagamento di 45 euro a persona, sia per gli adulti che per i bambini da inviare via mail all’indirizzo didattica@museoscienza.It  o via fax al numero 02.48 010 055. La Fondazione stabilisce un numero massimo di partecipanti per ciascuna edizione di “Notte al Museo”. Ulteriori richieste successive al raggiungimento del limite massimo di partecipanti non potranno essere accolte. Informazioni e iscrizioni: www.Museoscienza.org  - didattica@museoscienza.It  - T 02 48.555.558  
   
   
TORINO HOTEL PRINCIPI DI PIEMONTE): OROLOGI & CHARME - ESPOSIZIONE DEGLI ULTIMI MODELLI DELLE PIÙ PRESTIGIOSE MAISON D’OROLOGERIA - DAL 20 AL 22 MAGGIO  
 
La Ii° edizione di “Orologi & Charme” presso l’hotel Principi di Piemonte dal 20 al 22 maggio 2011, sarà il principale appuntamento italiano di settore dopo il Sihh di Ginevra e il Baselword di Basilea. “Dopo il successo ottenuto nella passata edizione, con oltre 3300 visitatori,“- dice Alessandro Buosi, uno degli organizzatori – “la manifestazione sarà ancora più ricca di appuntamenti ed iniziative e sarà dedicata agli appassionati degli orologi e dello charme, ma aperta a chiunque voglia avvicinarsi a questo straordinario mondo” Anche quest’anno i “Padroni di casa” saranno Buosi, Ghigo, Fagnola, Dematteis e Monticone, concessionari ufficiali e ambasciatori delle prestigiose maison dell’Orologeria, esposte nel Salone delle Feste. Un vero e proprio “viaggio al centro dell’Orologio”, con possibilità di approfondimenti guidati dai maestri di alcune maison, a disposizione dei visitatori per illustrare i modelli e raccontare la vita di aziende che hanno scritto la storia dell’orologio. L’eleganza come stile di vita si tradurrà nelle proposte esclusive dell’Accademia di scrittura di Musso Stilografiche, Ottica Europea, Demis Zeolla, Sisley e Wellness Technology. In questa seconda edizione la sezione Charme non si arricchirà solo di una sezione dedicata alla casa e agli arredi, ma anche di uno spazio dedicato allo svago e al tempo libero. I sistemi audio innovativi e di alto profilo proposti da Buosi e Ghigo, infine, apriranno una finestra sulle nuove tecnologie Apple  
   
   
ISEO (PALAZZO DELL´ARSENALE ): GLI ETRUSCHI, DALLE TERRE DI SIENA, IN MOSTRA SUL SEBINO - 8 MAGGIO/10 LUGLIO 2011  
 
Le Terre di Siena, in piena sintonia con l’animo collaborativo e sinergico che ne contraddistingue progetti e principali attori protagonisti, sbarcano sulle sponde del Sebino per raccontare una storia del passato, ma dai contorni sempre attuali. Arriva a Iseo, nella prestigiosa sede del Palazzo dell’Arsenale, la mostra “Etruschi in Terre di Siena”. Un progetto ambizioso reso possibile, nella consueta ottica di concertazione e condivisione, che caraterizza le Terre di Siena, grazie alla collaborazione tra la Provincia di Siena, l’Agenzia per il Turismo Chianciano Terme Val di Chiana, l’Unione dei Comuni della Val di Chiana Senese, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, la Fondazione Musei Senesi, il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, il Comune di Iseo e la Fondazione l´Arsenale-iseo. Un viaggio storico, ma anche nella geografia dei luoghi; “Etruschi in Terra di Siena” è una mostra da non perdere. Un’esposizione dalla suggestione garantita, che racconta una delle più affascinanti popolazioni del passato, anche attraverso il loro rapporto con un territorio di rara bellezza: quello compreso tra la Val di Chiana Senese e la Val d’Orcia. “Etruschi in Terre di Siena” non è solo una mostra, è un vero e proprio percorso espositivo “corale” e collettivo, seguendo il quale il visitatore potrà ripercorrere le orme di una cultura millenaria e raffinata, che ha impresso un´influenza indelebile sulla cultura, la civiltà e l´identità odierna delle terre senesi. L’arte nell’arte, la storia nella storia: ecco quanto promette questa esposizione, dalle mille forme e sfaccettature, che regala veri e propri gioelli della civiltà estrusca, reperti provenienti dai musei e dai comuni del territorio senese, raccontati e mostrati al pubblico in un percorso di rara suggestione, che si snoda tra le sale dell’antico Palazzo delle Milizie, l’Arsenale, nel centro storico della cittadina sebina. Mostra, esposizione, ma anche molto altro, “Etruschi in Terre di Siena” porta sul lago d’Iseo un pezzo di Toscana, della sua storia e del suo forte legame con la civiltà etrusca, ma offre anche occasioni d’ intrattenimento, riflessione, formazione e confronto, grazie a un fitto calendario di eventi collaterali. La collezione esposta, frutto della disponibilità e della generosità dei musei e dei comuni di questa parte delle Terre di Siena, che spazia dai manufatti, agli utensili di uso quotidiano, fino alle ceramiche più pregiate e ricche di creatività, passando per frammenti di statue, armi e gioielli, regala uno scorcio unico sulla civiltà etrusca, una vera finestra privilegiata sul passato. Il percorso espositivo è reso ancora più reale e intrigante da un mezzo tecnologico tra i più moderni disponibili: uno spazio 3D, dove sarà possibile, per mezzo di appositi occhiali, tuffarsi nella visione tridimensionale di tre video di sicuro fascino, che garantiscono un “assaggio” diverso e quasi magico delle Terre di Siena. Un viaggio virtuale, tra suoni e immagini, nel Museo Archeologico Nazionale di Chiusi, nel Museo Civico Archeologico delle Acque di Chianciano Terme e nel Salone Sensoriale delle Terme di Chianciano Terme. Un altro ottimo motivo per non perdere la mostra “Etruschi in Terre di Siena” è il grande concorso a premi “Vinci un soggiorno nelle terre degli Etruschi”. Tutti i visitatori della mostra riceveranno, all’ingresso, una cartolina, da compilare con i propri dati personali e da riconsegnare all’uscita, mettendola in una urna. L’estrazione delle cartoline vincenti è prevista per l’11 luglio 2011. 1° Premio: “Benessere nelle Terre di Porsenna”: soggiorno per due persone in camera doppia in hotel 3 stelle, tre giorni e due notti. 2° Premio: “Fascino e Sapori dell’Antichità”: soggiorno per due persone in camera doppia in hotel 3 stelle, tre giorni e due notti. 3° Premio: “Dalle Origini alle Civiltà del Benessere”: soggiorno per due persone in camera doppia in hotel 3 stelle, tre giorni e due notti. Le Terre di Siena organizzano nella cittadina sebina anche iniziative ed eventi collaterali da non perdere. Per appronfondire, con l’aiuto degli esperti, la conoscenza della popolazione etrusca, osservandola da prospettive accattivanti, sono previste tre “Serate con gli etruschi”. Le conferenze sono a ingresso libero e si svolgeranno presso la Sala Civica del Castello Oldofredi di Iseo, alle 20.30; al termine, in collaborazione con i produttori e il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano saranno offerte degustazioni di prodotti tipici delle Terre di Siena. Martedì 17 maggio 2011: "Canopi etruschi dalla necropoli etrusca di Tolle a Chianciano Terme" - relatore Giulio Paolucci (direttore del Museo Civico Archeologico delle Acque di Chianciano T erme). Venerdì 3 giugno 2011: "La tomba della Quadriga Infernale di Sarteano" - relatrice Alessandra Minetti (direttore del Museo Civico Archeologici di Sarteano). Venerdì 10 giugno 2011: "Il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi e la Val di Chiana" - relatrice Monica Salvini (direttore del Museo Archeologico Nazionale di Chiusi) Agenzia per il Turismo Chianciano Terme Val di Chiana, Piazza Italia 67, Chianciano Terme (Siena), tel. 0578 671122, www.Vivichiancianoterme.it , www.Terresiena.it  - Arsenale Iseo, via Sombrico, Iseo, Tel/fax. 030 981011, info@arsenaleiseo.It , www.Arsenaleiseo.it    
   
   
ROMA (PALAZZO DI FAMIGLIA IN VIA DEL CORSO): "VANITAS" -MAGNIFICA MOSTRA CHE LA SOCIETÀ ARTI DORIA PAMPHILJ, PRESIEDUTA DALLA PRINCIPESSA GESINE POGSON DORIA PAMPHILJ, PROPONE PER LA PROSSIMA STAGIONE ESPOSITIVA  
 
"Vanitas", questo il titolo della rassegna ideata da Massimiliano Floridi e curata da Francesca Sinagra, racconta, infatti, per mano di grandissimi artisti, aspetti diversi di una unica certezza: quella della caducità delle cose terrene. Quaggiù, sembrano voler indicare con i loro capolavori Caravaggio, Lotto, Ribera, Fetti, Guercino, Preti e gli altri, la Vanitas ha comunque sempre ragione di qualsiasi vanità. Una riflessione che è molto moderna e che diversi membri del principesco Casato ebbero ben presente. Lo conferma, nella loro collezione, la ricchezza di opere, spesso commissionate a sommi artisti, sul tema. Sono capolavori di pittura, scultura, oggetti decorativi, libri e musica, che nei secoli sono entrati a far parte del patrimonio di Famiglia e che offrono spazio ad una specifica riflessione interdisciplinare su un aspetto tutt´altro che minore della cultura europea in età moderna. È un particolare sguardo trasversale che permette di seguire lo sviluppo del tema in diversi contesti storici e culturali, a partire dalle sue origini cristiane e dalla riflessione filosofica fino alle manifestazioni allegoriche in pittura e in oggetti d´uso come gli orologi settecenteschi che, coronati dall´immagine del Tempo armato di falce, ricordano la natura effimera della vita terrena. Dal 20 maggio al 25 settembre l´evento offre l´occasione di ammirare un gran numero di capolavori della storia dell´arte italiana europea. Lorenzo Lotto, Jusepe de Ribera, Caravaggio, Mattia Preti, Domenico Fetti, Andrea Sacchi sono solo alcuni dei nomi degli autori che straordinariamente vengono messi a confronto. L´esposizione presenta, quale ´campione´ famigliare del tema, il cardinale Benedetto Pamphilj, che, noto quale fortunato mecenate di artisti e musicisti, fu poeta egli stesso e scrisse, tra gli altri, il celeberrimo oratorio "Il Trionfo del Tempo e del Disinganno" musicato per lui da Georg Friedrich Händel nel 1707. Del resto, la riflessione del cardinale sulla Vanitas non si manifesta esclusivamente nella sua produzione di librettista, ma anche nella collezione artistica che egli raccolse e di cui ancora oggi si conserva testimonianza. Sarà, quindi, il cardinale Benedetto ad accogliere ed accompagnare virtualmente il visitatore alla mostra, affidandolo poi ad una contestualizzazione storica finalizzata a orientare lo spettatore nell´analisi del tema. Quattro le sezioni tematiche che rappresentano la molteplicità di questioni legate alla Vanitas. La prima sezione è dedicata alla pittura di genere e presenta una selezione di nature morte che, come noto, costituirono un espediente simbolico sovente adottato dai pittori per alludere alla caducità della vita. In collezione Doria Pamphilj sono innumerevoli i brani di pittura di questo tipo e le carte d´archivio confermano la particolare propensione del cardinale Benedetto e degli altri membri della dinastia per questi soggetti. Tavole imbandite, vassoi di frutta matura, cacciagione accatastata e minuziosamente descritta dal naturalismo della pittura sei e settecentesca sono soggetti che con efficacia svolgevano il compito di ricordare allo spettatore la precarietà dell´esistenza. Passando alla seconda sezione si abbandonano i soggetti profani per affrontare le origini religiose del tema. Vengono infatti esposte numerose immagini di San Girolamo, il santo studioso che traducendo l´Ecclesiaste importa nel mondo latino il concetto di Vanitas. Rispettando la disposizione settecentesca delle collezioni Doria Pamphilj nel palazzo di famiglia a Roma, si presentano, come pendant a San Girolamo, le immagini barocche della Maddalena che con la sua rinuncia ai valori effimeri della vanità femminile incarna una diversa sfumatura del trionfo sulla caducità delle cose mondane. Spiccano capolavori come il San Girolamo di Ribera e la Maddalena di Caravaggio. Segue una sezione, dedicata al ritratto, che è anche la più ricca e presenta una scelta di dipinti con elementi allegorici quali teschi, orologi, fiori e sarcofagi. La rassegna è arricchita anche da una serie di ritratti e busti di filosofi antichi che, testimoniando della presa che il tema della Vanitas aveva anche in relazione alle sue presunte radici filosofiche, rendono conto di un vero e proprio genere in voga nel Seicento. Ad accompagnare l´esposizione, oltre alle arie delle composizioni händeliane e ai testi del cardinale Benedetto, sarà una selezione di orologi, reliquie, piccoli oggetti decorativi, stampe e libri che da secoli svolgono la funzione di memento mori nei palazzi e nelle cappelle di famiglia. Ma proprio perché nulla dura in eterno, la vita quaggiù deve dare gioia, bandendo tristezze e afflizioni. "Vanitas" potrebbe, infatti, essere letta come l´invito a vivere appieno il Presente, cogliendo il meglio che esso ci offre, come lo stesso Benedetto Pamphilj fece, dedicando la sua vita alle arti, alla musica, alla letteratura di intrattenimento. L´ultima sezione tematica è quindi dedicata proprio al cardinale e alla sua poetica dell´effimero. Una passione condivisa del resto con molti membri del Casata, com´è confermato dalle splendide collezioni d´arte che fanno di Palazzo Doria Pamphilj la più importante "casa-museo" privata di Roma. Vanitas. Lotto, Caravaggio, Guercino nella Collezione Doria Pamphilj, Roma, Palazzo Doria Pamphilj, 21 maggio - 25 settembre 2011. Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 17. Ingresso: intero 10 euro; ridotto 7 euro. Catalogo Silvana Editoriale. Informazioni e prenotazioni: arti.Rm@doriapamphilj.it  tel. 06 6797323 www.Dopart.it    
   
   
ROMA (SALA CONSILIARE DEL MUNICIPIO XI, VIA BENEDETTO CROCE N.50): MOSTRA FOTOGRAFICA "LA MIA INDIA" - DAL 16 AL 20 MAGGIO 2011  
 
"La mia India" è una mostra fotografica che vuole essere un´ occasione unica per i visitatori di scoprire una parte di India poco conosciuta attraverso 30 immagini su stampa fotografica, che ripercorrono i luoghi principali del lungo viaggio che l´autore ha percorso nella terra di Gandhi. La mostra fotografica di Alessandro Fagiolo è infatti stata pensata per invitare il visitatore a scoprire e riscoprire i tre principali stati dell´India centrale: l´Uttar Pradesh, il Madhya Pradesh e il Maharastra, itinerari importanti da un punto di vista culturale, religioso e naturalistico, troppo spesso lasciati ai margini dei classici circuiti turistici. New Delhi, la capitale, è una grande città dal fascino multietnico e multiculturale intrisa da più stili architettonici, retaggi delle sette precedenti capitali. Tra i monumenti più famosi troviamo, il Lal Qil´ o più comunemente chiamato il Forte Rosso, patrimonio dell’Unesco, la più grande moschea dell’India, la Jama Mashid, Qitab Minar. Mathura, centro di pellegrinaggio con i caratteristici ghat “gradinate” che scendono fino al fiume, per permettere ai pellegrini di compiere le proprie abluzioni. La città di Agra con il Taj Mahal "l´epitome di una grande amore", è uno dei monumenti più graziosi e stravaganti in India e la città della Vittoria, Fatehpur Sikri costruita perchè divenisse la nuova capitale dell´impero Moghul. I palazzi e le fortezze dei Gran Moghul (Gwalior, Sonajir e Orchha) e dei loro vassalli, vestigia delle invasioni musulmane,affiancati da templi indù e buddisti. Khajurao, con i suoi templi tra cui il Laksmana, tempio dell´amore, con i famosi altorilievi erotici e il favoloso Parasvanath, il più vasto dei tre templi jain. Varanasi, sulle acque del sacro fiume Gange è considerata la città Santa per eccellenza dell’Induismo, definita dalle antiche scritture la Città Eterna in quanto dimora del dio Shiva. Luogo delle abluzioni nel Gange, dei ghat, delle pire funerarie, dove è impossibile restare osservatori impassibili, per via dell’atmosfera pregna di spiritualità che solo questa città santa riesce a trasmettere ed emanare. Varanasi, si dice costruita su un terreno sacro lungo la riva occidentale del Gange, quella orientale, infatti, è considerata impura, intuibile dal contrasto dei grandi palazzi e dei templi, dalla miriade di guglie e dall’intenso formicolio di vita, che anima a tutte le ore del giorno la sponda occidentale in antitesi con la sponda opposta, desolata del fiume. La città, accoglie migliaia di pellegrini provenienti da ogni parte dell´India che vi giungono sia da vivi, per purificarsi scendendo le affollate scale dei ghat per la cerimonia dell´abluzione nel Gange, sia da morti, per la rituale cremazione e dispersione delle ceneri nell´acqua. Poco distante da Varanasi troviamo, Sarnath, centro buddista dove il Buddha celebrò la sua prima predicazione. Sanchi, città monastica fondata dall´imperatore Ashoka, estremo baluardo del buddismo in India, racchiude in uno dei più famosi edifici religiosi “il Grande Stupa” alto 16 metri con le quattro torana, porte monumentali, le reliquie del Buddha. Mandu, la città fortezza con i suoi 45 Km di muraglie e parapetti che circondano la città denominata anche "la città della gioia" con i suoi splendidi esempi di architettura "afgana". Ajanta, luogo di grande fascino e di misticismo dove lungo le pareti rocciose del fiume Vaghora troviamo le grotte con templi e monasteri buddhisti scavati nella roccia. Ellora, uno dei più importanti siti archeologici dell´India e centro di pellegrinaggio di 3 grandi religioni: buddhismo, brahmanesimo e giainismo, è una città addossata sul fianco della montagna, con templi, monasteri e grotte votive buddiste, induiste e jain. Il grande tempio di Kailasanatha, scavato nella roccia basaltica costruito con un solo blocco, e dedicato al dio Shiva, tenta di rendere visibile all´uomo il sacro Monte Kailasa dimora del dio. Dal 1983 le grotte di Ajanta e di Ellora sono un patrimonio dell´umanità dell´Unesco. Infine troviamo Mumbai, capitale dello stato del Maharashtra definita la "porta dell´India", per l´imponente arco di trionfo eretto nel 1914 per commemorare l´arrivo di Giorgio V, imperatore delle Indie. Mumbai è la città dai mille contrasti e mille sfaccettature, primo porto del paese e primo centro commerciale e industriale con il suo volto moderno e tecnologico, ma anche bidonville dell’India con le sue radici delle tradizioni ancestrali della grande cultura Indiana. La mostra, patrocinata da Confindustria Assotravel, Roma Municipio XI, Air India, Alexilviaggiatore.com e Interactive Arts, si terrà dal 16 al 20 Maggio 2011 dalle ore 13,30 alle 15,00 presso la Sala Consiliare del Municipio Xi di Roma – Via Benedetto Croce n.50. L´ingresso è gratuito. Per maggiori info: www.Alexilviaggiatore.org  
   
   
SARNANO (PALAZZO DEL POPOLO): LA PRIMA MOSTRA DEDICATA A VITTORE CRIVELLI - VITTORE CRIVELLI DA VENEZIA ALLE MARCHE - 21 MAGGIO / 6 NOVEMBRE 2011  
 
Sarnano (Mc), autentico gioiello architettonico e paesaggistico nelle Marche, il 21 maggio inaugura la grande mostra Vittore Crivelli da Venezia alle Marche - Maestri del Rinascimento nell’Appennino, curata da Francesca Coltrinari dell´Università di Macerata e Alessandro Delpriori dell´Università di Firenze. Catalogo Marsilio Editori. Nel comitato scientifico tra gli altri Vittoria Garibaldi, Soprintendente per i Beni Storici e Artistici delle Marche. La mostra, che riunisce più di 40 opere, è organizzata da Scocco&gabrielli -Servizi per i Beni Culturali srl. E´ promossa dal Comune di Sarnano in collaborazione con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Marche e il patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Macerata, della Provincia di Fermo, dell´Università di Macerata, facoltà di Beni Culturali, e con il contributo della Camera di Commercio di Macerata e della Confcommercio di Fermo. Si tratta della prima esposizione mai dedicata a Vittore Crivelli (1430-1502), protagonista insieme al fratello Carlo della pittura delle Marche centrali negli ultimi vent´anni del Quattrocento. Oltre ai capolavori del maestro veneto in mostra anche opere di altri artisti attivi nei centri più interni delle Marche nella seconda metà Xv secolo. Si tratta di circa 20 fra pittori e scultori (tra cui Carlo Crivelli, Francesco di Gentile da Fabriano, Niccolò Liberatore detto l´Alunno, Pietro Alemanno) presenti con opere spesso studiate per la prima volta o poco conosciute perché conservate all´estero in musei e collezioni private e giunte in questo caso a Sarnano grazie a prestiti eccezionali come quello di sant´Antonio di Vittore Crivelli, di collezione privata tedesca o della preziosa scultura della Madonna adorante il Bambino del Museo del Bargello di Firenze. I due Crivelli, nati e formatisi come artisti a Venezia, dopo alcuni anni di attività in Dalmazia, si trasferirono nelle Marche, dove la loro attività, nonostante la vicinanza geografica, si svolse su binari separati. Carlo, stabilitosi prima a Fermo e poi ad Ascoli, negli ultimi anni della carriera si sposta lavorando per i signori di Camerino e Matelica e per la nobile famiglia Ferretti di Ancona. Vittore, di cui lo studio dei documenti ha fatto emergere il profilo di un vero e proprio imprenditore che si impone sul mercato artistico della zona per quasi trent´anni, impianta una solida bottega a Fermo, dalla quale spedisce pale d’altare e polittici in un’area vastissima fra fermano e maceratese, prestando la sua opera sia per grandi ordini religiosi e committenti importanti, sia per chiese parrocchiali e piccole comunità religiose. Come gli stessi curatori sottolineano: "La mostra indaga a fondo uno spaccato del Rinascimento dell´Appennino, una cultura locale fortemente caratterizzata, propria della fascia montana tra Fabriano ed Ascoli. Con la sola eccezione della corte di Urbino, le Marche erano state infatti sempre considerate terra di conquista di artisti toscani, veneti e umbri, incapace di produrre personalità locali di rilievo e di formare uno stile personale e autonomo. Il trasferimento nella regione di pittori come Carlo e Vittore Crivelli e più tardi Lorenzo Lotto veniva vista dunque come una sorta di esilio più o meno volontario da centri maggiori e più dinamici quali Venezia o Roma. L´approfondimento delle ricerche sul territorio marchigiano ha consentito di cambiare ottica: le Marche hanno attirato quegli artisti, inducendoli a fissare la loro stabile dimora sul suo territorio, accogliendo le loro proposte e avviando un fecondo dialogo con i maestri locali, portatori di tradizioni di lavoro secolari. Ne è scaturito un Rinascimento diverso, legato al gusto per i materiali, all’oro, all’ostentazione della ricchezza e dell´eleganza formale, tanto più vivace proprio nei centri interni, all´epoca fulcro dell´economia italiana". Vittore Crivelli più del fratello Carlo, incarna appieno questo Rinascimento dell´Appennino. E´ una vera e propria "rivelazione" quella che la mostra fornisce di lui, troppo spesso finora schiacciato dalla personalità del fratello. Si scopre invece assai indipendente e originale nella scelta di iconografie nuove come il tema della Madonna adorante rappresentato in mostra dallo stupendo esemplare della Pinacoteca Civica di Sarnano e da altre versioni. Non solo, è anche un artista dalla eccezionale qualità tecnica che gli permette di realizzare opere splendide di ori, rilievi ed ornamenti. Inoltre Vittore, non è isolato, ma condivide e sa dare forma a temi cari alla società del suo tempo, come dimostrano, ad esempio, le molte immagini legate alla predicazione francescana. Al di là quindi della grande rilevanza scientifica data da ricerche e studi recentissimi soprattutto di tipo storico-archivistico, la mostra risulta assai preziosa e suggestiva da un punto di vista visivo. Vittore Crivelli, infatti, come anche suo fratello Carlo, contribuì a mantenere vivo nelle Marche il gusto per l´ornamento, la lavorazione pittorica delle stoffe, l´eleganza formale, influenzando schiere di artisti, aspetti di cui in mostra si ritrovano molti esempi. Lo sguardo si posa su splendidi tessuti d´oro e d´argento, ricami impreziositi da gemme, sete policrome, velluti, damaschi intessuti di perle e coralli. Insomma, uno spaccato di sontuosa bellezza si para davanti gli occhi del visitatore stupito dall´accesa cromia delle vesti e dei decori, dall´eleganza sofisticata, dai ricchi panneggi e dagli smalti che a seconda della luce risplendono nelle sale. Una mostra che si annuncia come un evento espositivo di prima grandezza nell’ambito dell’offerta di una regione, le Marche, sempre più attenta alla valorizzazione del suo patrimonio artistico, storico e culturale così capillarmente diffuso sul territorio. E anche la scelta di sedi solo apparentemente periferiche nei circuiti espositivi nazionali va letta proprio in questa direzione. Sarnano come sede mostra infatti è significativo proprio perché si trova al centro del crocevia dell´Appennino che unisce le valli della marca camerte con quelle del fermano e dell´ascolano. La straordinaria valenza paesaggistica, al centro di una vallata splendida ai piedi dei Sibillini, e la bellezza del centro storico, conservatosi armonico ed omogeneo, non può che aggiungere fascino ad un´occasione culturale così pregiata e originale. Un centro storico di origini medievali, conservatosi intatto nella sua struttura urbanistica di cinta murata, tra antiche vie, scalinate e scorci mozzafiato. L’evento è destinato quindi a fare probabilmente di Sarnano, un nuovo, intrigante “caso” dopo lo straordinario successo di critica e di pubblico nel 2007 dell’esposizione dedicata a Simone De Magistris a Caldarola. Questa volta si aggiunge anche più di una novità nello stesso "format" di mostra, a cominciare dalla molteplicità delle sedi. I curatori infatti hanno lavorato su un concetto di grande appeal per lo studioso ma ancor di più per il visitatore, quello cioè di "mostra diffusa" che include oltre al bellissimo Palazzo del Popolo, sede principale nella piazza Alta, cuore dell´insediamento antico, altre sedi cosìddette "naturali" dove le opere sono state lasciate nella loro originale collocazione dando al visitatore l´emozione della scoperta di un contesto ancora molto leggibile dove le opere sono nate. Si tratta della Pinacoteca Civica che conserva molte altre testimonianze artistiche provenienti dal territorio di Sarnano, di Santa Maria della Piazza, una delle chiese più belle della regione, con all´interno una straordinaria cappella affrescata da Lorenzo d´Alessandro, oltre ad altre opere e a qualche chilometro nel vicino centro di Monte San Martino, la chiesa di San Martino con quattro polittici integri di Girolamo di Giovanni da Camerino, due di Vittore Crivelli, e uno di Carlo e Vittore Crivelli, unico esempio noto di opera a quattro mani. Una mostra quindi non solo a scala urbana ma che respira del più ampio orizzonte visivo che gli stessi artisti ebbero. L´altra novità nel concept di mostra è la sezione: Aperto Per Lavori - Restauro In Mostra dell´opera Madonna del Monte di Carlo Crivelli e della Madonna della Cintola di Vittore Crivelli. Solitamente le opere vengono restaurate prima di andare in mostra, nel chiuso di un laboratorio accessibile al massimo agli studiosi e agli addetti ai lavori, in questo caso il restauro avviene nella mostra stessa, in un laboratorio allestito lungo il percorso espositivo e sempre in funzione diretto dal restauratore Simone Settembri. Un restauro "interattivo" e a porte aperte, dal vivo davanti agli occhi dei visitatori che hanno modo così di apprezzare tutti gli aspetti di un lavoro fatto di approccio scientifico e sapienza artigianale. Con uno slogan, invece che "chiuso per lavori" si potrebbe dire "aperto per lavori". Il restauro parallelo consentirà di conoscere meglio la tecnica dei due fratelli e forse di sciogliere il giallo che circonda il loro rapporto umano e professionale. Carlo e Vittore non sono mai documentati insieme, sembrano non aver mai lavorato in collaborazione e forse non avevano buoni rapporti. La sola opera in cui compaiono entrambe le loro mani è il polittico di Monte San Martino, probabilmente completato da Vittore dopo che Carlo lo aveva lasciato incompiuto. Come rivela un documento del 1495 Vittore, alla morte del fratello, cercò infatti di ottenerne l´eredità, nonostante Carlo avesse figlie legittime. Catalogo di Marsilio Editori Info: Vittore Crivelli da Venezia alle Marche - Maestri del Rinascimento nell´Appennino - 21 maggio / 6 novembre 2011 – Sarnano, Palazzo del Popolo e sedi distaccate: Sarnano, chiesa di Santa Maria di Piazza; Monte San Martino (Mc), chiesa di San Martino – tel 800255525 - www.Vittorecrivelli.it  
   
   
BOLOGNA: IL FIORE DELLE 1001 NOTTE DI PIERPAOLO PASOLINI NELLE IMMAGINI DI ROBERTO VILLA  
 
Con le foto di Roberto Villa, lo scorso Novembre è stata presentata dalla Cineteca del Comune e dell’ Università di Bologna, una “Tre Giorni”, sul tema del il lavoro, svolto dal Fotografo e Studioso di Cinema, sul Film del Poeta Friulano “Il Fiore delle Mille e Una Notte” congiuntamente alla presentazione dell´ acquisizione del Fondo Franco Citti e la presentazione del Fondo Roberto Villa 100 giorni passati in Iran - Yemen del Sud - Eritrea - Yemen del Nord - Etiopia - passando per il fantastico Hadramaut e lavorando a lungo nella magica Città di Sana´a, cosiccome nel deserto dello Yemen con temperature dai meno 12° ai più 56° realizzando immagini uniche ed irripetibili L’ incontro di Bologna ha visto la partecipazione di critici ed esperti provenienti da Germania, Svizzera, Francia cosiccome dalle Università Italiane, congiuntamente a Personaggi come Ninetto Davoli e Franco Citti, Giuseppe Bertolucci ed Antonio Piovanelli, e molti altri ancora Di questo lavoro fondamentale svolto da Roberto Villa ne ha riferito tutta la stampa italiana ed europea Ps - Roberto Villa è stato Primo fotografo italiano ad usare il “Grande Formato Polaroid”, 8x10”, nel lontano 1978 mentre, nel 1980, ancora una volta, è stato il primo italiano ad usare la fotografia digitale, con uno studio di possibilità di impiego della Prima Fotocamera Digitale, la Sony Mavica, per la rivista l’Europeo, altri primati sono stati il Primo corso Europeo, con il Ministero del Lavoro e la Regione Lombardia, di Fotografia Digitale nel 1988. Il tutto congiuntamente all’ attività di Beta Tester per Adobe - Aldus - Corel - Micrografx - Quantel - etc Info: tel 0512194843 - roberto.Chiesi@comune.bologna.it , curatore dell’ evento  
   
   
III EDIZIONE 2011 GRAND TOUR MUSEI NELLE MARCHE  
 
Per il terzo anno consecutivo la Regione Marche, in collaborazione con il Coordinamento Musei Marche di Icom (International Council of Museums) e Mibac (Ministero Beni e Attivita` Culturali), propone l´iniziativa ´Grand Tour Musei´ il 14 e 15 maggio 2011, un fine settimana interamente dedicato ai musei della regione e alla ricchezza del patrimonio archeologico, storico artistico e culturale che essi racchiudono. Protagonisti saranno gli 86 musei che hanno aderito all´iniziativa, teatro di numerosi eventi e manifestazioni, che vanno dalle mostre temporanee a tema ai concerti, dagli spettacoli di danza e teatro a letture, degustazioni, conferenze, visite guidate, laboratori. L´adesione all´iniziativa vede partecipi 25 musei nella provincia di Ancona, 12 in quella di Ascoli Piceno, 10 nel Fermano, 26 nella provincia di Macerata, 13 in quella di Pesaro Urbino. Sono in gran parte musei civici, ma non manca la presenza di quelli privati e statali. ´Grand Tour Musei apre le danze a un´estate ricca di eventi culturali multidisciplinari diffusi in tutto il territorio e invita a riflettere sul rapporto tra i musei e la memoria, in un momento particolarmente importante per celebrare la ricorrenza dei 150 anni dell´Unita` d´Italia e per sviluppare l´argomento in tutte le sue possibili declinazioni, cosi` come indicato dall´Icom´, afferma l´assessore alla cultura della Regione Marche Pietro Marcolini. Con questa iniziativa i musei delle Marche sono i protagonisti di un´offerta culturale unica a livello nazionale: la magia di spettacoli e eventi notturni, le mostre e le iniziative preparate costituiscono un elemento di forte richiamo per il pubblico, che invitato e ´preso per mano´, potra` entrare nel museo e sentirsi a casa propria´. Fra le varie proposte legate all´anniversario dell´Unita` d´Italia si segnalano, per la particolarita` delle scelte tematiche compiute, la mostra ´Idealita` e potere, personaggi ed eventi ad Ancona intorno all´Unita` d´Italia´ presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, lo studio della Prima Farmacopea del Regno d´Italia presso la storica Farmacia Giuseppucci a Fabriano, la ricostruzione di Jesi negli anni del Risorgimento attraverso i materiali conservati nei musei cittadini, la mostra degli apparecchi telefonici di meta` Ottocento a San Marcello, la performance ´Mille camicie rosse per la Sicilia´ ad Ascoli Piceno, la mostra dedicata all´Unita` d´Italia a Montefiore dell´Aso, una lezione di bon ton fine Ottocento a Offida (´Tavola imbandita tra vino e merletti la storia si fa a tavola´), il recital poetico in musica e la mostra a Ripatransone sul ´Risorgimento e Luigi Mercantini´, famoso cantore delle imprese risorgimentali nato nella cittadina marchigiana, la mostra ´L´italia s´e` desta´ nelle sale di Palazzo Buonaccorsi a Macerata e nella Pinacoteca di Montelupone, le mostre ´La bandiera proibita´ a Recanati nel Museo Civico Villa Colloredo Mels e quella sui ´Francobolli della Repubblica Romana´ a Ripe San Ginesio, la lettura dell´inedito ´150 nomi e parole da ricordare´ presso i Musei Oliveriani a Pesaro, gli incontri musicali nella Casa Natale di Raffaello a Urbino. Non mancano neppure iniziative ´curiose´, come una visita animata ´bendata´ per un nuovo approccio con l´opera d´arte proposta dal Museo Tattile Statale Omero ad Ancona, o la ´Caccia al tesoro a squadre´ dedicata ai ragazzi, allo scopo di valorizzare i luoghi di interesse storico legati alla memoria di Carassai. Per tutti, comunque, un´occasione per riflettere sui rapporti con il proprio territorio di appartenenza, come nei Musei Statali Archeologici di Ancona, Arcevia e Numana e a Monterubbiano, dove l´acronimo dell´iniziativa ´Mus´art´ indica il legame tra la Musica popolare, l´Arte e il Territorio; e lo stesso avviene a Corridonia, con il ricordo di Filippo Corridoni, il suo cittadino piu` illustre, a Fermo e a Massa Fermana, dove l´analisi delle opere d´arte conservate nelle cittadine acquista la dimensione di un viaggio nelle memorie locali, a Camerino, Gagliole, Sant´elpidio a Mare, Matelica, San Severino Marche, Montemaggiore al Metauro, Saltara, Pietrarubbia, Sant´angelo in Vado, Urbino con l´eredita` di Barocci e naturalmente a Castelfidardo, il cui nome e` legato alla storica battaglia che si svolse il 18 settembre 1860 tra i Pontifici e i Sabaudi...e tanto altro ancora. Una varieta` di proposte presentate nel sito della Cultura della Regione Marche www.Cultura.marche.it, dove e` possibile consultare il programma completo, aggiornato in tempo reale. Nella notte di sabato 14 maggio e per l´intera giornata di domenica 15 maggio, saranno dunque davvero tanti i motivi per visitare i luoghi della nostra memoria e approfondire i legami con l´identita` territoriale marchigiana e la sua capacita` di fare cultura a partire da piccoli ma splendidi luoghi. Per l´occasione l´ingresso ai musei sara` gratuito o ridotto e sara` possibile acquistare la Carta Musei Marche (www.Cartamusei.marche.it) a tariffa ridotta. Per informazioni e` possibile anche chiamare il numero verde 800222111  
   
   
PARMA (GALLERIA IL SIPARIO, STRADA CAIROLI 11): IL DIARIO DELLA RAGAZZA DI KING KONG - MOSTRA DI MONICA LEONARDO - DAL 14 MAGGIO AL 14 GIUGNO  
 
Sabato 14 maggio, alle 17.30, alla Galleria d’arte Il Sipario, in via Cairoli 11 a Parma, s’inaugurerà la mostra personale di Monica Leonardo, dal titolo Il diario della ragazza di King Kong, a cura di Roberto Bertorelli, con contributo critico di Marco Mirabile (www.Monicaleonardo.com ). Con questa nuova personale l’artista, nata a Fidenza nel 1971, propone una serie di opere recenti, nelle quali è trattato il tema del mistero, del ricordo e dell’identità, senza che venga tralasciata la vicenda artistica degli anni precedenti. Monica Leonardo proviene dal mondo della moda e del restauro. Dal 2000 il suo vivace e inappagato interesse per il linguaggio pittorico la indirizza verso tecniche sperimentali legate all’utilizzo di legno, juta e carte, colori a olio, acrilici, grafite, fusaggine, bitume, pastelli, gesso, intonaco. Nelle sue opere la materia rappresenta il valore semantico che si aggiunge al soggetto e lo completa. I soggetti sono spesso ricavati da circostanze autobiografiche, letture, esperienze di viaggio. Per Monica Leonardo un viaggio non è solo un tragitto, è anche osservazione e meditazione. Motivo per cui l’artista non si pone limiti di ricerca, ma attraversa il linguaggio concettuale e quello figurativo in base a quello che vuole raccontare, proponendo al pubblico una serie di riletture della Natura, relative e paradossali. Dopo una serie di esposizioni, da Padova al capoluogo milanese, torna ora a Parma, fino al 14 giugno, con nuovi spunti di riflessione. In mostra sono ripetutamente trattati i soggetti che rappresentano la nuova fase di ricerca, ibridi in trasformazione immersi in una dimensione onirica, per lo più donne con teste animali (le serie Mutazioni e Notturni), un tentativo di raccontare qualcosa della realtà attraverso la sua imprendibilità. La riflessione di Monica Leonardo sull’incertezza sposa il titolo curioso de Il diario della ragazza di King Kong, intimo e suggestivo, attraverso il quale vien suggerito il celebre tema della bestia innamorata e ferita, in un gioco di potere e sottomissione in continua oscillazione. Chi è King Kong? E chi è la ragazza di King Kong? L’attività espositiva della Galleria d’arte Il Sipario, fondata da Roberto Bertorelli nel 1976, si è sempre caratterizzata per l’attenzione nei confronti di importanti personalità della scena italiana, come gli artisti Tano Festa, Franco Angeli, Mario Schifano, Mario Sironi, Osvaldo Licini, Fausto Melotti, Giosetta Fioroni, Titina Maselli, Mino Maccari, Piero Riggeri, Omar Galliani, Piero Pizzi Cannella, Renato Guttuso. La Galleria è anche attenta alle nuove generazioni, in particolare a quei giovani artisti emiliani che vengono selezionati per la validità del loro linguaggio contemporaneo. Info: Galleria Il Sipario, Strada Cairoli 11, Parma – tel. E fax 0521281142 - www.Galleriailsipario.it  - info@galleriailsipario.It  
   
   
BRASILE: MUSEO TAM: 96 AEREI RACCONTANO LA STORIA DELL’AVIAZIONE  
 
Con la più grande collezione aeronautica al mondo posseduta da una compagnia aerea, in cinque anni il Museo Tam è già stato visitato da oltre 165 mila persone Situato nel comune di São Carlos, alla periferia dello Stato di São Paulo (Brasile), e creato nel 1993, il Museo Tam, di proprietà Tam Airlines, fra le maggiori compagnie aeree in Brasile, rappresenta un sogno diventato realtà grazie al Comandante Rolim Amaro, Fondatore Tam Airlines, e a suo fratello João Amaro, che hanno fortemente voluto tale struttura per preservare e tramandare alle generazioni future la storia dell’aviazione. L’istituzione museale, che fa parte del Tam Airlines Technology Center presso l’aeroporto di São Carlos, è stata inaugurata nel 2006 con il nome di "Museu Asas de um Sonho" (Museo Ali di un Sogno) e, dopo un imponente restauro, è stata riaperta, nel 2010, sotto la nuova veste di Museo Tam. Con una collezione di 96 aerei - la più grande al mondo posseduta da una compagnia aerea - in cinque anni il Museo è già stato visitato da oltre 165 mila persone. Come afferma João Amaro, Presidente Museo Tam, il desiderio è stato proprio quello di “creare un luogo di scoperta, stupore, riflessione, conoscenza ed esperienza, e che potesse in tal modo ispirare il pubblico. La grande passione di Tam per l’aviazione è alla base di tutto e ha spinto la Compagnia a voler condividere le stesse sensazioni ed emozioni con un pubblico sempre più vasto”. Il Museo Tam, del resto, è un luogo in cui vengono raccontate e preservate la storia e la memoria dell´aviazione, rendendo omaggio ai suoi creatori, costruttori, meccanici, eroi e piloti, attraverso la conservazione, il restauro, l´acquisizione e lo scambio di materiale documentaristico e oggetti storici e artistici. Il museo è gestito da una associazione senza scopi di lucro, nota come Eductam (Istruzione, Assistenza e Cultura), fondata da Tam Airlines nel 1993 e sostenuta anche dal Brazilian Cultural Incentive Law, meglio noto Legge Rouanet, creata dal Ministero della Cultura brasiliano al fine di promuovere iniziative culturali e artistiche del Paese. Restauro Il 29 giugno 2008, il museo è stato chiuso al pubblico e sottoposto ad un processo di restauro che ha portato all’ampliamento della superficie da oltre 9.500 m² a più di 22.000 m². L´obiettivo principale del progetto di restauro è stato duplice: trasformare da un lato il Museo Tam in um museo interattivo, con contenuti adatti a tutte le età, e dall’altro migliorarne le infrastrutture, offrendo maggior comfort ai visitatori. La struttura dell´edificio originale, appartenente ad un’ex fabbrica di trattori, è stata in realtà conservata ma il Museo Tam si è arricchito nel corso del tempo di nuovi spazi, tra cui: Auditorium (utilizzato per lezioni, convegni ed eventi culturali), reception, snack bar, moderni servizi igienici, area motore (dove viene spiegato come i motori a reazione possano spingere aerei di grandi dimensioni), "Fashion Area" (che mostra l´evoluzione delle uniformi delle compagnie aerea di tutto il mondo) e area "Rolim Exhibition" (che racconta la storia di Tam Airlines e del suo fondatore). Sono state utilizzate le più avanzate risorse tecnologiche per mettere a disposizione dei visitatori ambienti ricchi di informazioni e della maggiore interattività possibile. A disposizione degli utenti audio-guide in portoghese, francese, inglese e spagnolo e video-guide per i non udenti. Alcuni dei pezzi da collezione sono esposti in scenari contestualizzati, che riproducono cioè l´ambiente in cui venivano utilizzati, riportando così i visitatori indietro nel tempo e facendoli sentire calati in un determinato contesto storico. I visitatori che lo desiderano possono anche sperimentare due simulatori di volo F-18. Collezione Permanente Il Museo Tam vanta una collezione permanente costituita da 96 velivoli storici, di cui però solo 76 esposti al pubblico. Tra i modelli vi sono l´idrovolante Jahu, il Lockheed L-049 Constellation da Pan Air do Brasil - il primo a fare voli intercontinentali, il caccia tedesco Messerschmitt Bf 109 G-4 Trop utilizzato durante la Ii guerra mondiale, e ancora repliche dei modelli 14 Bis e Demoiselle, costruiti da Santos Dumont. Quasi la metà dei velivoli esposti è in buone condizioni di volo. Nel marzo del 2011, due nuovi aeromobili sono stati aggiunti alla collezione del museo: un Hawker Siddeley Hs-125 donato da Fab (Brazilian Air Force) e un Roloff-unger Rlu-1 Breezy modello veleggiatore Pusher, interamente costruito ed assemblato in workshop di restauro dell´istituzione. Museo Tam - Sito Per ulteriori informazioni sul Museo Tam è possibile consultare il sito web www.Museutam.com.br . Gli appassionati di aviazione possono tenersi aggiornati sulle ultime novità e trovare immagini e video relativi alla storia del museo e agli aerei in esposizione. Una volta entrati nella homepage del sito parte un video di animazione che racconta la storia della passione dell´uomo per l´aviazione e la realizzazione del sogno dei fratelli Amaro. Attraverso il sito è inoltre possibile conoscere da vicino la storia dell´aviazione, il laboratorio di restauro del museo, lo spazio Tam Kids (per bambini) e servizi (negozi, auditorium, caffetteria), e ricevere informazioni su orari, costi dei biglietti e su come raggiungere il museo. Museo Tam - iPhone App Gli utenti iPhone posso anche attivare l’ ”applicazione Museo Tam” che funge da guida per la visita alla struttura. Grazie a tale app, è inoltre possibile visualizzare una presentazione sull’intera collezione del museo e informazioni utili sulla città di São Carlos, relativamente a ad hotel, ristoranti e altre attrazioni o luoghi di divertimento del posto. Alcuni dei velivoli Tam esposti al museo hanno sulla propria targhetta un Qrcode (2D barcode) e quando si scatta una foto con un iPhone, si possono ottenere in pochissimo tempo informazioni extra sul velivolo e visualizzare video di riferimento su Youtube