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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 01 Luglio 2011
MILANO (MUSEO DIOCESANO): MOSTRA GIOVANNI FRANGI DAL 7 LUGLIO AL 3 SETTEMBRE 2011  
 
L’esposizione, curata da Paolo Biscottini, approfondisce i temi principali della ricerca pittorica e poetica di uno dei maggiori esponenti della figurazione italiana contemporanea, proponendo la serie di opere Dieci Giardini, sei delle quali recentemente esposte al Teatro India di Roma e quattro inedite. Dal 7 luglio al 3 settembre 2011, il Museo Diocesano di Milano ospiterà la personale di Giovanni Frangi (Milano, 1959), La règle du jeu. Atto secondo. Dieci giardini, che rappresenta un’ideale evoluzione delle due esposizioni precedentemente tenutesi al Mart di Rovereto (Giardini pubblici) e al Teatro India di Roma (La règle du jeu). La mostra, curata da Paolo Biscottini, approfondisce i temi fondamentali della ricerca pittorica e poetica di uno degli artisti di riferimento della figurazione italiana, e propone una serie di opere di grandi dimensioni dal titolo La règle du jeu. Atto secondo. Dieci giardini, di cui quattro tele inedite rispetto al progetto espositivo romano. Le forme quasi astratte suggerite dalla natura sono protagoniste assolute dei lavori di Giovanni Frangi che, attraverso variazioni cromatiche e prospettiche, trasforma la stessa immagine – luci e ombre della sera in un parco disegnate da una moltitudine di alberi – e crea atmosfere quasi oniriche, dove il tempo sembra sospeso. In queste opere Frangi, dopo le sperimentazioni del ciclo dei “neri”, recupera il colore, sebbene alleggerito, mentre le ampie dimensioni conferiscono teatralità alle scene. La forza della pittura di La règle du jeu si basa sulla ricerca della struttura delle cose, attraverso una tensione del gesto e della pennellata che esprime tutto il suo spessore materico. La mostra sarà accompagnata da un catalogo Electa, con testi di Paolo Biscottini e Massimo Recalcati. Grafica a cura di Ginette Caron. Giovanni Frangi nasce a Milano nel 1959. Dal 1978 al 1982 studia all’Accademia di Belle Arti Brera. Nel 1982 esordisce in una mostra alla Rotonda di via Besana a Milano, Giovani pittori e scultori italiani, cui segue l’anno successivo, alla Bussola di Torino, la prima personale. È del 1997 la mostra a Palazzo Sarcinelli a Conegliano, Frangi. Paesaggi 1986-1996. Nel 1998 alla Xii Quadriennale di Roma, vince il premio della Camera dei Deputati, che consiste in una mostra allestita l’anno successivo nella sala del Cenacolo a Montecitorio: La fuga di Renzo e l’anno successivo Il richiamo della foresta presso il Palazzo delle Stelline a Milano. Nel 2000 realizza la personale Viaggio in Italia alla Galleria dello Scudo di Verona e successivamente inaugura, da Lawrence Rubin a Milano Giovanni Frangi Sculture, una mostra per l’estate. Nel 2001 espone a Los Angeles da Ruth Bachofner e nel 2002 a San Francisco presso la Brooking’s gallery. Nel 2004 a Villa Panza , a Varese , presenta Nobu at Elba e sempre nel 2004 la personale Take – off alla Galleria dello Scudo di Verona. Nel 2006 allestisce View – Master da Poggiali e Forconi a Firenze. Nel 2008 allestisce Sassisassi alla Galerie Raphael di Francoforte ed espone la suite Pasadena alla Galleria d’arte moderna di Udine e in seguito da Antonella Cattani a Bolzano.tra il 2008 e il 2009 realizza Mt2425 all’Ex oratorio di San lupo di Bergamo. Nel 2010 espone Giardini Pubblici al Mart di Rovereto e presenta a Roma al Teatro India il ciclo La règle du jeu. Info: Giovanni Frangi La Règle Du Jeu. Atto Secondo. Dieci Giardini Milano, Museo Diocesano (Corso di Porta Ticinese, 95) Dal 7 Luglio Al 3 Settembre 2011 Inaugurazione giovedì 7 luglio, ore 19 Orari: da martedì a sabato, dalle 19 alle 24 Ingresso gratuito Per informazioni: Da martedì a sabato, ore 19-24 tel. 02.89420019; info@museodiocesano.I t www.Museodiocesano.i t  
   
   
AOSTA: MONTAGNE AUX LIVRES  
 
L’assessore all’istruzione e cultura Laurent Viérin presenta la seconda edizione dell’iniziativa culturale Montagne aux livres, che sarà inaugurata sabato 2 luglio, alle ore 17.30, in frazione Dégioz a Valsavarenche e che propone otto giorni di incontri letterari, proiezioni, dibattiti e una libreria sul tema della montagna, la natura e la cultura. L’iniziativa, che si svolgerà dal 2 al 10 luglio, è organizzata dalla Biblioteca comunale tematica Maison de la Montagne di Valsavarenche, in collaborazione con la Società Guide del Gran Paradiso e con il patrocinio dall’Assessorato Istruzione e Cultura. «L’iniziativa culturale Montagne aux livres - dichiara l´Assessore Laurent Viérin - incarna la filosofia del nostro Assessorato di abbinare eventi culturali a luoghi storici e di indiscutibile valore naturalistico, in questo caso le bellezze naturali della Valsavarenche. L’obiettivo è di connotare la montagna valdostana da un punto di vista culturale, puntando su manifestazioni che contraddistinguano la suggestione dei nostri piccoli comuni di alta quota.Un programma quindi di altissimo livello in uno scenario naturale di alto valore, che crediamo possa essere apprezzato dai turisti e dai valdostani che parteciperanno agli incontri e che permette inoltre di promuovere la lettura e l´editoria. Montagne aux livres – conclude l’Assessore - si configura perciò come una valorizzazione del turismo culturale volano di sviluppo delle piccole località di montagna». «Dopo il successo della prima edizione - aggiunge il Sindaco di Valsavarenche Pierino Jocollé - eccoci a riproporre l´evento ponendo particolarmente l´accento sul binomio Natura e Cultura, con la partecipazione di personaggi di assoluto rilievo in campo nazionale. Questo binomio ben si addice alla nostra località, il cui territorio, dal punto di vista naturalistico, è interamente ricompreso nel Parco Nazionale del Gran Paradiso e, da quello culturale, ha dato i natali e le origini a due tra i più illustri protagonisti della storia valdostana del Xx secolo, Emile Chanoux e Federico Chabod. La manifestazione dovrà diventare un punto di riferimento fisso per i cultori della montagna e la sua crescita passerà anche attraverso la collaborazione, peraltro già in corso, con gli organizzatori di eventi simili, quali il Salon du Livre de Montagne de Passy». La libreria di Montagne aux livres sarà aperta tutti i giorni, a cura della libreria À la page di Aosta, a partire dalle ore 11 e fino al termine degli incontri serali. Ecco il programma dell’evento: Sabato 2 luglio, ore 17.30 Inaugurazione e apertura della libreria di montagna Domenica 3 luglio, ore 20.30 Manolo Il più grande climber al mondo, guida alpina e maestro d’arrampicata, diventato famoso per aver “scalato” alcuni palazzi, castelli e torri d’Italia. Lunedì 4 luglio, ore 20.30 Christian Roccati Presenta il suo libro Lacrime nella pioggia - Racconti di montagna: un diario in ogni suo cristallo. Martedì 5 luglio, ore 20.30 Impalpabili Regioni dell’Etere Presentazione del documentario e del libro sulla figura di Albero Maria De Agostini, sacerdote salesiano che divenne celebre come esploratore, alpinista e fotografo. Interverranno Maurizio Pellegrini (regista), Enzo Lerro (editore) e Paola Lavagnini (organizzatrice). Mercoledì 6 luglio, ore 20.30 Enrico Camanni e Augusta Vittoria Cerutti Enrico Camanni racconta il suo libro Ghiaccio vivo: storia e antropologia dei ghiacciai alpini mentre Augusta Vittoria Cerutti presenta I ghiacciai, protagonisti della vita economica del paese. Giovedì 7 luglio, ore 20.30 Annibale Salsa e Giuseppe Saglio Dibattito sul tema Antropologia e psicologia della cultura alpina e dinamiche tra uomo e ambiente naturale, con Annibale Salsa, per anni Presidente generale del Cai Nazionale e docente di antropologia culturale e filosofica, e Giuseppe Saglio, psichiatra. Venerdì 8 luglio, ore 20.30 Marcela Olmedo Conferenza dell’antropologa Marcela Olmedo sul tema Tra burro e fieno: alla scoperta della cultura materiale ed immateriale della vita rurale di montagna. Sabato 9 luglio, ore 20.30 L’arte delle regole Intervento, seguito da confronto, di Lino Breda, Fratello della Comunità Monastica di Bose. Domenica 10 luglio Ore 9 Sui sentieri del re … come un re! Escursione a Djouan con visita ad alpeggio e degustazione. Ore 15.30 Emanuele Dupont Presentazione dell’audio–libro per bambini Conta le conte de l’alpage in lingua francoprovenzale. Ore 18 Concerto di chiusura dell’Orchestra Sinfonica Giovanile della Valle d’Aosta nella Chiesa Parrocchiale. Da domenica 3 a mercoledì 6 luglio compresi, è previsto un laboratorio di scrittura itinerante per adulti dal titolo Trekking Letterari, un corso di trekking con momenti di cammino alternati ad altri di laboratorio di scrittura e sosta naturalistica. Per ulteriori informazioni: Comune di Valsavarenche tel. 0165.905703 Biblioteca comunale tel. 0165.905505 www.Valsavarenche.com    
   
   
IL NUOVO MESSNER MOUNTAIN MUSEUM DAL 3 LUGLIO A BRUNICO IL QUINTO MMM RIPA INTERATTIVO  
 
Apre dal 3 luglio al 1° novembre 2011 il quinto e nuovo Messner Mountain Museum dedicato ai popoli delle montagne. E’ allestito nel castello di Brunico situato sulla collina a sud della città in val Pusteria e si chiama Mmm Ripa - in lingua tibetana “ri” sta per montagna e “pa” per uomo, dunque uomo di montagna. Stabilita inoltre la creazione del Mmm Tour Ticket del nuovo museo che riaprirà poi dall´8 dicembre fino a marzo 2012. Voluto da Reinhold Messner, il Ripa è un museo interattivo, un luogo di scambio e di incontro tra culture diverse, tra la popolazione autoctona e i diversi popoli provenienti da altre montagne del mondo. Si possono visitare i nomadi delle montagne in una costruzione sotterranea partendo dalla descrizione della cultura del nomadismo, che in Tibet nel Medio Oriente e in Mongolia è ancora praticata. Reinhold Messner si definisce un “moderno seminomade”, condizione da cui è potuta scaturire l’idea del Mmm Ripa. Nelle cantine del castello si apre al visitatore il misterioso mondo degli abitanti delle montagne del continente africano e dell’Oceania: i Damara del massiccio montuoso del Brandberg in Namibia; i Masai dell’Africa orientale; i Tuareg delle montagne dell’Air; i Dani della Nuova Guinea. In una grotta è stato ricostruito l’arcaico mondo dell’età della pietra, come nel Wadi Rum in Giordania. Al primo piano l’esposizione è incentrata su quotidianità e cultura dei popoli caucasici, di quelli alpini come i Walser, delle genti degli Alti Tatra e dei Monti Rodopi. Il racconto prosegue al primo piano con gli Indios delle Ande, i Naga e Nepali del-l’Himalaya, i Kalash e Kafir dell’Hindukush, gli Hunza e Balti del Karakorum, e ancora dalle regioni tra Himalaya e Transhimalaya i Mustangi, gli Sherpa e i Tibetani. Il secondo piano del castello è dedicato alle religioni delle terre montuose: il cristianesimo, nelle originali stanze dei principi vescovi, l’islam, l’induismo e il lamaismo. Altre stanze sono state dedicate alla cultura inca, all’architettura di montagna e alle armi di questi popoli. Al piano terra si accede al bistrot del museo, al cinema e agli spazi che accolgono le mostre temporanee annuali. Filmati e oggetti d’uso quotidiano rappresentano il singolo popolo di montagna. Periodo e orario d’apertura Dal 3 luglio 2011 al 1° novembre e dall’8 dicembre alla quarta domenica di marzo. Chiuso il 25 e il 26 dicembre. Martedì giorno di riposo. Ore 10 – 18; ultimo ingresso alle ore 17. Costo singolo del biglietto 
 Adulti 8,00 Euro 
Bambini 3,00 Euro 
Studenti / Anziani 6,00 Euro 
Gruppi di almeno 15 persone 6,00 Euro 
Carta famiglia 18,00 Euro Mmm Tour Ticket, un biglietto cumulativo valido tutto l´anno, per visitare i cinque musei con un unico ticket. Tariffe 
Adulti 23,00 Euro 
Studenti / Anziani 18,00 Euro 
Gruppi di almeno 15 persone 18,00 Euro 
Carta famiglia 50,00 Euro Info: Castel Brunico tel. 0471 631264 www.Dolomiti.it  
   
   
"L´ALCHEMICA" DI FLOREANI AL MAGA DI GALLARATE  
 
Dopo le grandi mostre dedicate ad Amedeo Modigliani e Alberto Giacometti, le sale del Maga ospitano la mostra Alchemica dell´artista Roberto Floreani, che resterà allestita dal 1 luglio al 2 ottobre. Il progetto può essere considerato lo sviluppo diretto di Aurora occidentale, presentato da Floreani in occasione della sua personale al Padiglione Italia della 53ma Biennale di Venezia nel 2009. La mostra, costituita da 25 opere, tutte di grande formato, si articola in tre sezioni principali e due complementari. Il progetto include anche una serie di opere scultoree (ceramiche), assoluta anteprima nel lavoro dell´artista, che contamineranno alcune sezioni della mostra. La prima sezione contiene principalmente le opere più significative presentate alla 53ma Biennale di Venezia del 2009, dove svetta, per importanza e formato (250 x 375 cm), l´opera Aurora Occidentale. La seconda, quella centrale, è dedicata interamente alle dodici opere di grande formato della serie Alchemica, appositamente realizzate per gli spazi del museo, tutte identificate dall´impiego di un colore acceso del tutto nuovo rispetto alle cromìe neutre abituali di Floreani: un magenta (chiamato alchemico dall´artista) che accende i fondali terrosi. La terza sezione presenta opere del 2007-2008, nucleo centrale del ciclo di mostre personali che, partite da Palazzo Ducale di Mantova, ha poi toccato i musei di Aschaffenburg e Gelsenkirchen in Germania e la Mestna Galerija a Lubiana. Il trittico Concentrico Mitomacchina (200 x 330 cm) è l´opera più rappresentativa di questo ciclo, dove la tematica del Concentrico viene esaltata dal grande formato. Completa il progetto la presentazione in anteprima del video sull´artista realizzato da Giart Tv che contiene un´ampia intervista realizzata nei luoghi di vita e di lavoro di Floreani, oltre ad una breve ma significativa sequenza marziale dell´artista che fa intuire quanto questa pratica influisca poi nelle tematiche care all´autore. Tutte le opere in mostra presentano le caratteristiche che hanno portato Roberto Floreani ad essere uno dei più significativi rappresentanti della sua generazione a livello internazionale. Prima fra tutte la presenza dei Concentrici, complesse strutture in rilievo che compongono una serie infinita di combinazioni circolari, geometrie che compensano e definiscono un pattern di base realizzato con una tecnica materica particolarissima, ideata dall´autore, che prevede una paziente stratificazione delle tele, prima di un minuzioso, attento lavoro di "ripulitura" dei rilievi realizzati. Le opere della serie Alchemica in particolare presentano un nuovo impiego delle colature terrose, che amplificano la tematica cara all´autore dell´opera intesa come possibile messaggio di natura spirituale, seguendo in questo la grande tradizione di Mark Rothko (di cui saranno citati in mostra alcuni pensieri a questo preciso proposito, straordinariamente affini ad alcuni scritti dell´autore), di Yves Klein e di grandi astrattisti quali Josef Albers, Mario Radice o Sean Scully. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, curato da Emma Zanella, direttore del Maga, che riporta tutte le opere presenti in mostra e quelle di collegamento tra i tre diversi periodi 2007-2009-2011. E un´intervista di Beatrice Buscaroli all´artista. Roberto Floreani (Venezia, 1956) ha tenuto importanti mostre personali sia in Italia che all´Estero. Tra le mostre personali in spazi museali si ricordano: La Casa e il Tempo, (Musei di Como, Ravenna e Zagabria), 1994-95 Antologica 1986-1997; (Casa dei Carraresi, Treviso) ´97; Memoria, (Galleria del Credito Valtellinese-le Stelline, Milano), ´99; Roberto Floreani, (Galleria d´Arte Contemporanea, Repubblica di San Marino), 2001; Ritorno all´Angelo,(museo Revoltella , Trieste), 2003; Selected Works 1997-2007,(Palazzo Ducale, Mantova; Kunstverein, Aschaffenburg; Stadtisches Museum, Gelsenkirchen; Mestna Galerija, Lubiana), 2007. Sue opere sono presenti in importanti collezioni museali (Pac, Milano; Mambo, Bologna; Musei di Stato di San Marino; Mart, Rovereto (depositi della Fondazione Vaf), Kunstverein Aschaffenburg; Stadtisches Museum Gelsenkirchen) e istituzionali (Banca Commerciale Italiana, Ing Bank, Credito Valtellinese) Invitato nel 2005 alla Quadriennale di Roma e nel 2009 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia Alchemica di Roberto Floreani. Gallarate, Museo Maga- Museo Arte Gallarate (Via De Magri 1), 1 luglio 2011 - 2 ottobre 2011. Orario: 9.30-19.30 da martedì a domenica; lunedì chiuso. Ingressi: intero euro 8,00; ridotto euro 5,00 (dai 15 ai 26 anni, dipendenti Comune di Gallarate, soci Touring, Fai, insegnanti e studenti universitari, gruppo di almeno 15 persone, soci Melo di Gallarate). Ingresso gratuito fino ai 14 anni- Over 70, accompagnatore ogni gruppo (25 persone) portatori handicap + accompagnatore, soci Amaci e Icom. Attività didattiche dedicate alla mostra e alla collezione: didattica@museomaga.It  -0331.706014 Informazioni: tel: 0331.706011 http://www.museomaga.it/  Prenotazioni e gruppi: ticket.It 02.542757  
   
   
MUSEUM LADIN: LE PROPOSTE PER L´ESTATE  
 
Da fine giugno a inizio settembre il Museum Ladin a Castel de Tor a San Martino in Badia propone quattro appuntamenti settimanali fissi: un’escursione al Parco naturale Puez-odle (martedì), una visita guidata alla Valle dei Mulini (mercoledì), un pomeriggio per bambini (giovedì) e un corso di ladino (venerdì). E’ richiesta la prenotazione. Parte la stagione estiva e il Museum Ladin ?iastel de Tor a San Martino in Badia propone quattro appuntamenti settimanali ciclici proposti dal martedì al venerdì. Ecco le iniziative che, tra fine giugno e inizio settembre, i visitatori potranno sperimentare al museo. Ogni martedì nel periodo dal 5 luglio al 6 settembre 2011, un geologo del museo condurrà alla scoperta della geologia delle Dolomiti. Ad una presentazione multimediale mattutina con analisi di rocce e fossili all’interno del museo, seguirà nel pomeriggio un’escursione guidata al Parco Naturale Puez-odle, lungo il percorso geologico del Sass de Pütia, per ammirare alcune delle più importanti formazioni geologiche all’interno delle Dolomiti. L’appuntamento con la presentazione mattutina avrà luogo al Museum Ladin dalle ore 10 alle 11, mentre per la gita pomeridiana il ritrovo è alle ore 14,30 al parcheggio del Passo delle Erbe (ritorno previsto: ore 17,30). La partecipazione all’intera giornata costa 7 euro e bisogna prenotare al museo al numero 0474 524020 o presso tutte le associazioni turistiche della Val Badia. Tutti i mercoledì dal 29 giugno fino al 7 settembre di quest’anno, un’escursione guidata alla Valle dei Mulini a Longiarù permetterà ai partecipanti di scoprire la natura e la cultura tipiche delle Dolomiti. Si inizia alle ore 10 con un’esplorazione del Museum Ladin ?iastel de Tor, con audioguida. Il pomeriggio (ritrovo: ore 14,30 sul piazzale della chiesa di Longiarù) è prevista una visita guidata di circa 90 minuti alla Valle dei Mulini, dove si possono ammirare 8 mulini ristrutturati in modo esemplare e la fornace per la calce di recente ristrutturata. Il prezzo è di 8,50 euro ed è obbligatoria la prenotazione al numero 0474 524020. “Il museo amico delle famiglie”, ovvero un pomeriggio per bambini (e non solo) è la proposta del Museum Ladin ?iastel de Tor destinata ai più piccoli tra i 4 e i 7 anni ed ai loro genitori. Tutti i giovedì, nel periodo dal 7 luglio al 25 agosto 2011, dalle ore 14,30 alle 17 i bambini verranno intrattenuti da personale specializzato con letture di antiche leggende delle Dolomiti, giochi ed un approfondimento dei temi espositivi pensato apposta per loro, mentre gli adulti avranno la possibilità di visitare il museo. Partecipare costa 4 euro ed è obbligatorio prenotare allo 0474 524020. Tutti i venerdì mattina dal 1° luglio al 26 agosto 2011, in orario 10,30-12, è il turno del corso di ladino. I visitatori interessati alla lingua ladina potranno assimilare le prime nozioni di questo idioma. Con giochi e conversazioni apprenderanno diverse curiosità sulla storia e la cultura delle valli dolomitiche. Per iscriversi al corso di ladino, è necessario prenotare allo 0474 524020 (costo: 4 euro). Le quattro offerte sono anche combinabili ad un prezzo promozionale. Informazioni: Museum Ladin ?iastel de Tor, via Tor 65, San Martino in Badia; tel. 0474 524020, fax 0474 524263; web www.Museumladin.it , e-mail info@museumladin.It  
   
   
MILANO (MUSEO DIOCESANO): NAZZARENO GUGLIELMI, GIORGIO MAJNO, FRANCO MARROCCO IN MOSTRA DAL 5 LUGLIO AL 3 SETTEMBRE  
 
Dal 5 luglio al 3 settembre 2011, il Museo Diocesano di Milano, per Mudi contemporanea, ospiterà le mostre di Nazzareno Guglielmi, Giorgio Majno e Franco Marrocco, tre artisti del nostro tempo che, attraverso l’utilizzo di diversi mezzi espressivi, affrontano temi spirituali, legati all’uomo e alla natura. Nazzareno Guglielmi presenterà l’installazione dal titolo Sei ore per la mia testa (2011). Il progetto dell’artista di origine marchigiana (che vive e lavora a Milano) è legato al motivo essenziale della sua ricerca, ovvero la riflessione sul rapporto tra le tre dimensioni dello spazio e la quarta dimensione rappresentata dal tempo. Questa videoinstallazione è costituita da 365 scatti, incentrati sul tema della croce e della sua visualizzazione attraverso immagini che la rappresentano, in modo evidente o solo accennato. Le fotografie saranno invece le protagoniste della mostra di Giorgio Majno, le cui opere esplorano l’universo delle tipologie umane e vegetali. Particolarmente attratto da soggetti che esprimono semplicità, forza e autenticità, Majno proporrà una selezione di scatti dal repertorio dei Ritratti, che ripercorrono dieci anni di attività e ritraggono persone incontrate per strada e immagini del mondo naturale. Franco Marrocco, titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Brera di Milano, esporrà per la prima volta, il monumentale trittico che, dopo Milano, proseguirà il suo viaggio in altre importanti istituzioni culturali italiane. Affine al ciclo di opere realizzate nel 2009, tra cui la grande pala Alito o costato, il trittico si impone al visitatore, per le sue dimensioni e per l’uso intenso del colore, che da sempre caratterizza la produzione pittorica dell’artista casertano. La figura umana scompare nelle opere di Marrocco per lasciare spazio alla sua essenza traducendosi in un cromatismo vigoroso. Accompagnerà la mostra un catalogo Nomos edizioni con testi di Paolo Biscottini, Marco Meneguzzo, Pierangelo Sequeri. Le esposizioni rientrano nell’ambito dell’iniziativa Sere D’estate, il ciclo di eventi che, per nove settimane, ogni sera, a partire dalle 21.00, proporrà diverse forme di intrattenimento. Le mostre di Guglielmi, Majno e Marrocco si accompagneranno alle personali di Giovanni Frangi e Paola Marzoli durante tutta l’estate e potranno essere visitate gratuitamente insieme alle collezioni permanenti. Info: Nazzareno Guglielmi – Sei Ore Per La Mia Testa Giorgio Majno - Ritratti Franco Marrocco - Trittico Milano, Museo Diocesano (Corso di Porta Ticinese, 95) Dal 5 luglio al 3 settembre 2011 Orari: dal martedì al sabato, dalle 19 alle 24 Ingresso gratuito Per informazioni: Da martedì a sabato, ore 19-24 tel. 02.89420019; info@museodiocesano.It  www.Museodiocesano.it    
   
   
MILANO (PALAZZO REALE): NAG ARNOLDI SCULTURE 1980/2010 - DAL 6 LUGLIO ALL’11 SETTEMBRE 2011  
 
L’esposizione ripercorre gli ultimi trent’anni di carriera dello scultore svizzero vivente di maggior prestigio internazionale, attraverso 50 opere, alcune monumentali. Dal 6 luglio all’11 settembre 2011, Palazzo Reale di Milano ospiterà una retrospettiva di Nag Arnoldi (Locarno, 1928), lo scultore svizzero vivente di maggior prestigio internazionale. Promossa dal Comune di Milano – Cultura e Palazzo Reale nell’ambito de “La Bella Estate di Milano”. L’esposizione, curata da Rudy Chiappini, sotto l’Alto Patronato della Presidente della Confederazione Svizzera, Micheline Calmy-rey, col sostegno della Pro Helvetia, sponsor Société Générale, presenterà cinquanta sculture, alcune delle quali monumentali, in grado di ripercorrere gli ultimi trent’anni della sua carriera artistica, attraverso i temi più caratteristici della sua ricerca. Nag Arnoldi è stato invitato a esporre in numerosi musei di tutto il mondo: dal Museo National de Arte di Città del Messico (1964) al Museo di San Diego in California (1968), a Palazzo Strozzi a Firenze (1981) e a Palazzo dei Diamanti a Ferrara (1990), e inoltre al Museo Olimpico di Losanna (1999) e al Museo di San Pietroburgo (2003). La sua ultima grande antologica nello splendido scenario del Castelgrande di Bellinzona, nel 2008, è stata visitata da oltre 300 mila visitatori. Il percorso espositivo a Palazzo Reale, suddiviso per aree tematiche, si avvarrà dell’allestimento progettato da Mario Botta - che già aveva curato quello dell’antologica tenutasi a Lugano nel 1998 - appositamente studiato per esaltare l’elemento plastico di Arnoldi. Particolare attenzione verrà dedicata al ciclo degli Astati e dei Guerrieri che occupano un ruolo privilegiato nell’immaginario figurativo di Nag Arnoldi, così come a quello dei Cavalli e dei Tori, testimonianza della sua predilezione per il mondo animale, e dei Minotauri, alcuni dei quali, di grandi dimensioni (3 metri di altezza), saranno ospitati in Piazzetta Reale. Non mancherà un excursus sul tema del sacro, attraverso una serie di polittici d’ispirazione religiosa. A una prima lettura, le forme dei suoi corazzati Guerrieri, dei Cavalli e dei minacciosi Astati, i bronzi di Arnoldi caratterizzati da una grande eleganza formale e da un altrettanto alta perizia esecutiva, rivelano una realtà più problematica, fatta di interrogativi e di riflessioni sulla condizione umana. Le sue sculture dunque non hanno nulla di scontato, non avvertono il trascorrere del tempo, non sono formula vuota ma innanzitutto struttura del pensiero, incontro con la storia, accumulo di esperienze esistenziali. Come afferma Rudy Chiappini, nel suo testo in catalogo, “l’opera di Nag Arnoldi, fortemente autobiografica, vive dentro lo spazio dell’accadimento continuo. Per lui la vita non si dà mai inutilmente, non è una vana traccia persa e fatta solo di memoria. Non svanisce ma resta aggrappata alla quotidianità, alla trama del tempo che scorre. La scultura non è una vuota formula, ma innanzitutto struttura del pensiero, incisione del destino, accumularsi di esperienze esistenziali, nascita di un’immagine dentro la coscienza che rende scheletro la realtà, violata da ogni parte, ma purissima nel suo legame con l’origine”. “La sua produzione dell’ultimo quarto di secolo – continua il curatore - si è quindi mossa lungo la direttrice di una sintesi fra rigorosa definizione formale e mai sopita sperimentazione conoscitiva, costantemente sorrette da una drammatica tensione emozionale che denuncia un’etica smarrita e la dissolvenza di valori morali, rivelando, tra segni sofferti disgreganti la forma e rotondità levigate, quanto sia andato perduto di un patrimonio di bellezza e di integrità”. Ad esempio, nel ciclo degli Armigeri, l’aspetto monumentale esteriore del guerriero, vero e proprio blocco monolitico, immagine della forza e del potere, si contrappone al volto che spunta dietro la celata dell’elmo, timoroso e prosciugato dalla durezza di un combattimento senza fine, che ha privato l’uomo della sua energia vitale e delle sue certezze. O ancora, in quello degli Astati dove il gruppo dei militi rappresentati, tutti rivolti verso l’interno come a proteggersi vicendevolmente, non riesce a supplire alla fragilità dell’individuo ridotto a ruvida sagoma filiforme, metafora della loro condizione mortale. Accompagna la mostra un catalogo Salvioni Editore, Bellinzona. Milano, giugno 2011 Nag Arnoldi Sculture 1980 - 2010 Apertura 6 luglio – 11 settembre 2011 Sede Palazzo Reale Piazza Duomo 12 | Milano Orari mostra Lunedì h 14.30 – 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì, domenica h 9.30 – 19.30 Giovedì e sabato h 9.30 – 22.30 Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura Ingresso Gratuito Informazioni www.Comune.milano.it/palazzoreale  Catalogo Salvioni Editore, Bellinzona    
   
   
“PROGETTO CULTURA”: UN INTERVENTO DI INTESA SANPAOLO AL SERVIZIO DELLA CRESCITA CULTURALE E CIVILE DI TUTTO IL PAESE  
 
Una pluralità di iniziative quali contributi alla conoscenza, al progresso della società civile e alla riflessione sull’identità nazionale, che trova le sue radici nel comune e prezioso patrimonio culturale italiano. Poli museali: 1.000 opere d’arte, selezionate dalle 10.000 di proprietà della Banca e distribuite su 12.000 mq di superfici espositive tra Milano, Napoli e Vicenza. Tre sedi museali messe a disposizione della collettività, degli studiosi e degli appassionati d’arte Futura apertura di altri poli museali, per prima Torino Restituzioni: oltre 600 le opere, appartenenti al patrimonio artistico e architettonico del Paese, restaurate e restituite alla pubblica fruizione Mostre temporanee, cicli di conversazioni e convegni, laboratori e altri progetti culturali e scientifici innovativi Intesa Sanpaolo da sempre riconosce nel principio di “responsabilità sociale” il riferimento prioritario dei propri interventi in ambito culturale, e i progetti realizzati negli anni hanno rappresentato un modo concreto per assicurare la partecipazione attiva dell’Istituto alla vita del Paese, contribuendo al suo sviluppo non solo economico. Attraverso le iniziative a carattere culturale, infatti, la Banca esprime la convinzione di poter intervenire e incidere in modo positivo non solo sui classici motori economici della competitività delle imprese e del sistema Paese – dove l’attività bancaria svolge un ruolo chiaro e tradizionalmente riconoscibile –, ma anche sul piano del sostegno alla coesione e alla vitalità delle comunità, motori di crescita sostenibile ai quali la Banca riserva sistematicamente ambiti di impegno e investimento, in un continuo dialogo con i territori in cui opera. Tale impegno in campo culturale e sociale si è attuato coniugando costantemente iniziative progettate e realizzate dall’Istituto – per il perseguimento di autonomi obiettivi – con altre sviluppate in partnership con le principali istituzioni formative e scientifiche per il sostegno e la promozione delle loro attività. Con Progetto Cultura, piano di interventi elaborato da un comitato scientifico composto da Gianfranco Brunelli (direttore della rivista “Regno”, consulente culturale di importanti istituzioni), Fernando Mazzocca (già professore ordinario di Storia della critica d’arte presso l’Università degli Studi di Milano, massimo esperto dell’arte italiana dell’Ottocento) e Aldo Grasso (professore ordinario di Storia della radio e della televisione presso l’Università Cattolica di Milano, collaboratore storico del “Corriere della Sera”), Intesa Sanpaolo si è posta due obiettivi: da un lato la condivisione con la collettività dell’ampio e prestigioso patrimonio storico, artistico, architettonico e archivistico del Gruppo, che sarà messo al servizio della crescita culturale e civile del Paese, divenendo strumento di sviluppo, inclusione e dialogo sociale, dall’altro una mirata programmazione di proposte culturali e scientifiche innovative che arricchiranno le potenzialità del Progetto. Intesa Sanpaolo, banca italiana fortemente radicata sul territorio nazionale, ispirandosi al 150° anniversario dell’Unità del Paese, ha previsto inoltre una serie di iniziative – di carattere permanente alcune, altre straordinarie – quale contributo alla riflessione sull’identità nazionale. Progetto Cultura Poli museali In alcune grandi città italiane sono stati identificati edifici della Banca da adibire a spazi espositivi e culturali. Veri e propri poli museali dove rendere fruibili al pubblico le collezioni d’arte dell’Istituto, riflesso delle atmosfere culturali, delle tradizioni figurative e del gusto che hanno caratterizzato le regioni e i periodi storici di origine e di formazione delle singole Banche confluite per fusione in Intesa Sanpaolo. Un patrimonio artistico che si distingue per ricchezza e varietà, singolare risultato di diversificate vicende collezionistiche, ciascuna collegata in modo esemplare alla storia e alla tradizione mecenatizia della banca originaria. La collezione della Banca vanta 10.000 opere, dai reperti archeologici alle testimonianze dell’arte contemporanea. Una parte di esse è già esposta al pubblico, nelle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza e nella Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli, che in futuro accoglieranno un numero ancora maggiore di opere in seguito a importanti progetti di ampliamento delle aree museali e di riorganizzazione delle collezioni permanenti. Ai musei già aperti si affiancherà un nuovo polo museale, le Gallerie di Piazza Scala, che sarà inaugurato nell’autunno di quest’anno nel cuore del centro storico di Milano. Entro il 2012, quindi, saranno offerte alla pubblica fruizione circa 1.000 opere, distribuite su una superficie espositiva di circa 12.000 mq. Di futura apertura altri poli museali, a partire da Torino. Gallerie di Piazza Scala a Milano 8.300 mq di spazi espositivi nel cuore del centro storico di Milano, tra via Manzoni e Piazza della Scala, in fase di restauro e allestimento secondo il progetto dell’architetto Michele De Lucchi. Il complesso architettonico, unico nel suo genere, si compone di quattro palazzi: il settecentesco Palazzo Anguissola, opera di Carlo Felice Soave, semplice ed elegante, capolavoro del gusto neoclassico, così riccamente decorato negli interni da essere definito da Luigi Zucoli nel 1841 “la casa forse la più ammirata di Milano”; l’ottocentesco Palazzo Canonica, dal nome dell’architetto Luigi Canonica che lo ha progettato nella prima metà del secolo, con una bella corte colonnata centrale e le alte lesene di facciata; Palazzo Brentani, con i bei medaglioni di uomini illustri allineati sulla facciata; il monumentale Palazzo Beltrami, con la poderosa facciata su Piazza della Scala e il grande portone, realizzato da Luca Beltrami tra il 1906 e il 1911. Presso le Gallerie di Piazza Scala sono in corso di allestimento due musei, uno dedicato all’Ottocento (la cui inaugurazione è programmata per l’autunno del 2011) e l’altro al Novecento (la cui apertura è prevista entro il 2012). Il Museo dell’Ottocento, che celebrerà il capoluogo lombardo quale città protagonista del secolo del romanticismo e dell’industrializzazione, in Palazzo Anguissola e nei Palazzi Canonica e Brentani, sarà inaugurato nell’autunno 2011 e vi saranno ospitate 200 opere del Xix secolo provenienti non solo dalle collezioni di Intesa Sanpaolo ma anche e soprattutto dal patrimonio della Fondazione Cariplo, partner del progetto. I confini cronologici entro cui si dispiega il percorso espositivo sono segnati da due grandi stagioni dell’arte italiana, il Neoclassicismo – con i bassorilievi di Antonio Canova – e il Futurismo – rappresentato da quattro capolavori di Umberto Boccioni –. Ampiamente documentato è l’Ottocento lombardo, attraverso numerose e importanti opere pittoriche che testimoniano come Milano sia stata nel Xix secolo il più vivace e fecondo centro artistico italiano. La stagione del Romanticismo, attraversata dal fervore risorgimentale, è rappresentata dai quadri storici di Francesco Hayez, Gerolamo Induno, Sebastiano De Albertis, mentre altri generi pittorici (come le vedute o le scene di genere) sono documentati dai dipinti di Giuseppe Molteni, Giovanni Migliara, Luigi Bisi, Giuseppe Canella, Luigi Premazzi, Angelo Inganni. Il Naturalismo è rappresentato da Domenico e Gerolamo Induno, Mosé Bianchi, Eugenio e Lorenzo Gignous, il Divisionismo da Giovanni Segantini, Filippo Carcano, Giovanni Sottocornola, Angelo Morbelli, mentre le opere di Giovanni Boldini, Telemaco Signorini, Lorenzo Delleani, Federico Zandomeneghi, Vincenzo Irolli, Antonio Mancini permettono un confronto con le esperienze elaborate in altri centri italiani quali Firenze, Torino, Napoli. Infine, di particolare rilievo è la sezione dedicata al Simbolismo, con dipinti di Luigi Rossi, Emilio Gola, Leonardo Bazzaro, Angelo Morbelli, Filippo Carcano, Gaetano Previati, e di Giulio Aristide Sartorio, che coniuga l’esperienza simbolista con quella classicista. Entro il 2012 sarà inaugurata a Palazzo Beltrami, sede storica della Banca Commerciale Italiana con accesso da Piazza della Scala, l’esposizione permanente di una selezione di opere dalla ricchissima collezione d’arte del Novecento di Intesa Sanpaolo. Le 2.700 opere della raccolta, realizzate nelle tecniche più diversificate e sperimentali, delineano un percorso artistico e culturale che attraversa tutto il secolo, testimoniando significativamente i momenti più salienti, gli entusiasmi, le provocazioni e le problematiche che hanno caratterizzato la nostra storia recente. Tendenze e protagonisti dell’arte italiana del Xx secolo sono ampiamente rappresentati, dalle opere eseguite nel primo Novecento e tra le due guerre (Balla, Carrà, Depero, De Chirico, De Pisis, Rosai, Tosi, Funi, Mafai, Spadini, Zanini) fino alle testimonianze del secondo Novecento, che costituiscono la parte più cospicua della raccolta: sono documentati i movimenti dell’immediato secondo dopoguerra (l’Informale con Burri, Corpora, Scanavino, Scialoja, Tancredi, il Movimento Arte Concreta con Dorfles, Munari, Reggiani, Soldati, il Gruppo degli Otto con Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato, Vedova), le avanguardie degli anni Sessanta e Settanta (il Gruppo T, il Gruppo N, Dadamaino, la “Poesia Visiva”, l’Arte Povera con Paolini, Boetti, Merz, l’Arte Concettuale con Agnetti e La Pietra, la Pop Art italiana con Ceroli, Festa, Schifano, Rotella, e la cosiddetta Nuova Figurazione). Appartengono alla collezione anche numerosi lavori delle più giovani generazioni (i protagonisti della Transavanguardia e autori come Vanessa Beecroft, Silvio Wolf, Stefano Arienti, Alberto Garutti), che completano con una visione vivace e aperta a sorprese il ricco scenario dell’arte prodotta negli ultimi decenni del secolo. Di grande rilevanza sono inoltre il gruppo di sculture di Martini, Marini, Arnaldo e Giò Pomodoro, Consagra, Colla, Pascali, Spagnulo, Staccioli, Carrino e il nucleo di oltre 3.000 opere grafiche di primissimo piano, di artisti quali Afro, Burri, Capogrossi, Santomaso, Fontana. Infine, la presenza nella collezione Intesa Sanpaolo di opere di autori della scena internazionale, da Picasso a Kandinsky, a Riopelle, Matta e Warhol, indicano l’apertura verso orizzonti che vanno anche oltre il panorama dell’arte contemporanea di ambito italiano. Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza Il Palazzo, sede storica della Banca Cattolica del Veneto, prestigiosa dimora di fine Seicento caratterizzata dall’esuberanza decorativa tipica dell’estetica barocca, viene adibito a museo nel 1999, con una sede espositiva di 2.500 mq. Le Gallerie custodiscono circa 130 icone russe, una selezione delle oltre 400 tavole che formano la più importante collezione conservata in Occidente, sia per il numero complessivo di opere, sia per la presenza di rarissimi capolavori, sia perché si compone di reperti che coprono un arco cronologico amplissimo, dal Xiii sino al Xix secolo. Il Palazzo ospita anche una preziosa raccolta di pittura veneta del Xviii secolo, espressione dell’ultima, splendida stagione pittorica della Serenissima. Una collezione di circa 30 opere, tra cui si segnalano un nutrito corpus di tele di Pietro Longhi, oltre a vedute urbane e “capricci” architettonici di Canaletto, Luca Carlevarijs, Francesco Guardi, Michele Marieschi. In futuro la raccolta di pittura veneta del Settecento sarà arricchita e riorganizzata, concentrando a Vicenza numerosi dipinti attualmente collocati in diverse sedi del Gruppo. Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano a Napoli Il Palazzo che si affaccia su via Toledo, descritta da Stendhal come la strada “più popolosa e allegra del mondo“, diviene nel 2007 la seconda sede museale della Banca. Vi è esposto il celebre dipinto raffigurante il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio, opera della stagione estrema del grande maestro lombardo, unitamente alla più preziosa testimonianza cartografica della città di Napoli del Seicento, opera di Alessandro Baratta, a una veduta di Gaspar van Wittel raffigurante l’attuale Piazza Plebiscito e a una serie di paesaggi e quadri di genere di ambito partenopeo di Anton Smink Pitloo. Anche Palazzo Zevallos Stigliano sarà oggetto di ampliamento – passando da 900 a circa 4.000 mq di superficie espositiva – e di riorganizzazione, finalizzati a concentrare in città le opere d’arte di Intesa Sanpaolo che appartengono al contesto culturale del Meridione d’Italia: la collezione di ceramiche attiche e magnogreche, 522 reperti provenienti per la quasi totalità dal territorio di Ruvo di Puglia, prodotte da grandi artisti che operavano nelle botteghe ceramiche d’Atene e dell’Italia meridionale nel V-iii secolo a.C., attualmente conservata nel deposito delle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari a Vicenza; circa 150 opere di ambito partenopeo dal Xvii al Xix secolo, che comprendono due nuclei fondamentali, quello che raccoglie i dipinti del Xvii e Xviii secolo (di autori come Bernardo Cavallino, Giovan Battista Ruoppolo, Luca Giordano, Francesco Solimena, Gaspare Traversi) e l’altro, più numeroso, formato da dipinti, disegni e sculture del Xix secolo (di Vincenzo Gemito, Antonio Mancini, Vincenzo Migliaro, Domenico Morelli e altri); il presepe napoletano del Xviii secolo, eccellente testimonianza dell’artigianato artistico locale, attualmente conservato nel Palazzo Reale di Napoli. Casa Manzoni a Milano Sarà avviato un progetto relativo a Casa Manzoni, che prevede di concentrare una pluralità di sforzi da parte di soggetti istituzionali, sia pubblici, sia privati, per riqualificare e valorizzare questo importante luogo di cultura della città. Restituzioni Prosegue l’ormai ventennale progetto che, avviato nel 1989, si impegna sul fronte della salvaguardia e della valorizzazione dei beni storico-artistici e architettonici del Paese. Un collaudato programma di restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico nazionale sostenuto, promosso e curato da Intesa Sanpaolo e gestito in collaborazione con gli organismi pubblici competenti, le Soprintendenze archeologiche e storico-artistiche, che ha permesso il restauro e la restituzione alla collettività di oltre 600 opere d’arte: una sorta di ideale museo, con testimonianze che spaziano dall’archeologia fino alle soglie dell’età contemporanea, dalla pittura, alla scultura, all’oreficeria, alle manifatture tessili. L’iniziativa, avviata in cooperazione con le sole Soprintendenze venete, ha gradualmente ampliato il proprio raggio d’azione – di pari passo con la crescita della Banca – raggiungendo dimensioni e importanza nazionali. Parallelamente all’allargamento del territorio interessato dal progetto, policentrico è diventato l’appuntamento espositivo: oltre alla consueta sede di Palazzo Leoni Montanari di Vicenza, dove la mostra è appena stata inaugurata, le opere restaurate sono state esposte anche a Firenze, nel prestigioso Palazzo Pitti e nel Museo di San Marco con il Tabernacolo dei Linaioli di Beato Angelico, raccogliendo un grande riscontro sia di critica, sia di pubblico. Archivi Storici e identità italiana Progetto di valorizzazione degli Archivi Storici del Gruppo in termini di contributo all’approfondimento della storia italiana e dell’identità nazionale. L’iniziativa tende alla promozione di eventi culturali specificamente indirizzati allo studio delle radici economiche e sociali del Paese e, in parallelo, a una maggiore divulgazione del ricco patrimonio documentale e fotografico ereditato dalle Banche confluite nel Gruppo, per consentirne la fruizione non solo da parte del mondo accademico, ma anche di un pubblico più ampio. Nell’ambito del progetto di valorizzazione degli Archivi Storici, si intende avviare una serie di collaborazioni permanenti con Poli universitari specializzati in discipline storiche, economiche e archivistiche, per la realizzazione di analisi, studi, ricerche, da svilupparsi in modo organico e sistematico nel tempo, finalizzati alla valorizzazione del “giacimento” rappresentato dagli Archivi delle Banche del Gruppo. Nel 2011 il progetto Archivi Storici e identità italiana si declina in una serie di iniziative che si inseriscono nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia: Vincitori vinti. L’italia del Risorgimento Conversazioni di storia, tenute da studiosi e storici di fama internazionale, in programma dal 15 ottobre al 26 novembre 2011 e realizzate in collaborazione con il Comune di Milano e il Centro San Fedele. Le conferenze, ispirate dalle celebrazioni per l’anniversario dell’unità nazionale, intendono indagare con una prospettiva di taglio storico-critico i fatti che hanno portato all’unificazione, guardando il Risorgimento dalla parte di coloro che all’epoca furono certamente tra i vincitori, salvo trovarsi nel giro di pochi anni tra i “vinti”. La tesi è che molti problemi attuali del Paese, dal processo di modernizzazione all’identità, siano ancora aperti a partire dai troppi sentieri interrotti del Risorgimento. L’italia e gli italiani. I fotografi della Magnum nel 150° dell’Unità Mostra fotografica che, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, consente un’operazione unica a livello nazionale: fermare l’immagine dell’Italia di oggi, creando una “testimonianza” che si collegherà, idealmente, all’eredità degli Alinari, proiettandosi, a sua volta, verso il futuro. Un istante di contemporaneità, che lega elementi statici ed elementi dinamici. L’esposizione, che avrà una formula itinerante e sarà ufficialmente inaugurata a Torino nell’autunno 2011, sarà dedicata agli ambienti, ai soggetti, alle eccellenze dell’Italia contemporanea: 150 anni dopo l’unificazione del Paese  
   
   
INAUGURATA ISOLA BELLA A TAORMINA  
 
Palermo - Aperto al pubblico l´isolotto di Isola Bella di Taormina. Gia´ l’ 1 luglio pomeriggio il primo gruppo di turisti italiani, ospiti di una vicina struttura alberghiera, hanno potuto ammirare il museo naturalistico che e´ visitabile tutti i giorni, tranne il lunedi´, dalle 9 fino a un´ora prima del tramonto. E´ stato l´assessore regionale dei Beni culturali e dell´Identita´ siciliana, Sebastiano Missineo, ad inaugurare questa mattina il sito assieme al dirigente generale del dipartimento dei Beni culturali, Gesualdo Campo, e a Mariacostanza Lentini, direttore del Parco Archeologico di Naxos e delle aree archeologiche di Giardini Naxos, Taormina, Francavilla e dei Comuni limitrofi. Il biglietto d´ingresso e´ di 4 euro comprensivo della visita del Parco archeologico di Naxos e sara´ venduto sull´isola e nella biglietteria del parco. "Lo scenario e´ meraviglioso - ha detto Missineo - ed era giusto offrire a tutti la possibilita´ di godere di questo splendido paesaggio dal quale si puo´ ammirare l´intera baia di Taormina. L´istituzione di un biglietto d´ingresso, peraltro collegato a quello del Parco, e´ l´ennesimo esempio di come sia indispensabile che i nostri beni culturali siano messi in rete tra loro per produrre, accanto a un vantaggio economico per la Regione, un grande ritorno sotto il profilo di una ampia e corretta fruizione. Un percorso che ci auspichiamo produca presto buoni risultati grazie anche alla collaborazione con il Cutgana dell´Universita´ di Catania". Vincolata per il rilevante interesse storico naturalistico nel 1984, riserva naturale orientata a partire dal 1998, Isola Bella fu acquisita dall´assessorato dei Beni Culturali nel 1990. "I turisti - spiega il direttore Mariacostanza Lentini - potranno accedere solo quindici per volta e compiere un percorso naturalistico che in breve renderemo sempre piu´ interessante. In particolare abbiamo in programma con il Cutgana di proporre una visita in barca che da Giardini Naxos porti i visitatori fino a Isola Bella". Isola Bella, congiunta alla terra da un breve tratto sabbioso sommerso o scoperto a seconda della marea, si articola in piccoli terrazzamenti collegati da scalette e camminamenti dovuti a una sistemazione a giardino, realizzata forse da Lady Florence Trevelyan, nipote della Regina Vittoria. Si narra che l´isolotto sia stato donato a Taormina dal re Ferdinando I di Borbone nel 1806, in occasione della sua visita alla citta´. Negli anni ´50 gli allora proprietari Bosurgi, industriali messinesi, vi costruirono una villa, articolata in padiglioni mimetizzati con le rocce che e´ visibile per la prima volta al pubblico dopo i lavori di risanamento e restauro, che sono in via di ultimazione.  
   
   
UN’ESTATE CON GLI ARCHEOLOGI SULLE TRACCE DEL PASSATO  
 
Da secoli territorio di passaggio e di incontro tra l’Europa centrale e l’area mediterranea, il Trentino è ricchissimo di testimonianze archeologiche, che meritano di essere conosciute. E per dare modo anche al pubblico dei non addetti ai lavori di apprezzare il passato più remoto di questa terra, la Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento ha messo a punto un ricco programma di iniziative estive raccolte nella pubblicazione “Archeologos – parole sull’antico”. Si tratta di quasi 50 appuntamenti rivolti ad appassionati di ogni età, ambientati in siti di particolare fascino dove, condotti dagli esperti che ne illustreranno storia e caratteristiche, si potrà prendere parte a visite guidate, laboratori didattici, spettacoli teatrali, archeotrekking, recital e concerti. Una proposta ampia e variegata per imparare divertendosi e allo stesso tempo riappropriarsi di una storia e di un bene comuni che non mancheranno di riservare sorprese e soddisfare curiosità. Teatro delle iniziative, curate dai Servizi Educativi della Soprintendenza e realizzate grazie al supporto e alla collaborazione di Comuni, Aziende per il turismo, Enti e Associazioni, saranno i siti della Tridentum romana, il Museo Retico di Sanzeno e le principali aree archeologiche del Trentino. Un modo diverso dal solito per trascorrere il tempo libero nel corso dell’estate e scoprire o riscoprire luoghi poco noti sulle tracce di un sorprendente passato. Tridentum, splendidum municipium - Nel sottosuolo del centro storico di Trento, vive la Tridentum romana, splendidum municipium, come la definì l’imperatore Claudio nel 46 d.C. Sito simbolo è il S.a.s.s., lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas, sotto piazza Battisti, che come ormai tradizione ospita tre concerti nell’ambito della decima edizione del Festival Risonanze Armoniche. Gli appuntamenti si terranno il 14, 19 e 27 luglio, alle ore 20.45 con ingresso gratuito, e vedranno interpreti di rilievo internazionale eseguire musiche di Brahms, Mozart, Beethoven, Reinecke, oltre ad un recital del pianista e compositore Francesco Venerucci. A partire da settembre verrà riproposto, in collaborazione con il Museo Diocesano Tridentino, “Alla scoperta di Tridentum. La città sotterranea”, l’itinerario archeologico nel centro di Trento, dal S.a.s.s. A Porta Veronensis e alla Basilica Paleocristiana. Il sito farà inoltre da sfondo a due iniziative dedicate ai più piccoli, il 17 settembre “Tessera dopo tessera… ecco il dio Oceano”, laboratorio per conoscere i segreti dei mosaici romani e provare a riprodurre uno dei motivi decorativi che abbellivano i pavimenti della domus del S.a.s.s. E il 1 ottobre “Facciamo che io ero… il gioco al tempo dei Romani”, divertente spettacolo alla scoperta del mondo romano grazie all’incontro di due bislacchi personaggi in toga. Alla scoperta dei Reti e non solo - Particolarmente nutrito è il programma di iniziative offerto dal Museo Retico - Centro per l’archeologia e la storia antica della Val di Non, a Sanzeno. I visitatori potranno ripercorre la storia degli antichi abitanti della valle, dai cacciatori paleolitici ai Reti, la popolazione pre-romana che in Val di Non ha lasciato numerose testimonianze come attestano i preziosi reperti esposti nel museo, all’età romana, fino ai santi martiri d’Anaunia. Come ogni estate, il museo riserva particolare attenzione alle famiglie alle quali sono dedicati due spettacoli teatrali, “Piè zoppi, man’ di fata… Le meraviglie di Vulcano” il 16 luglio e “Animali da favola. La cicala e la formica. La lepre e la tartaruga” il 13 agosto, oltre ad interessanti laboratori di archeologia sperimentale: il 20 luglio “Vulcano e l’archeologo. Storie di ferro, forme e scoperte” dedicato alla lavorazione del ferro, il 3 agosto “Fuoco e faville, fiamme e scintille” sulla lavorazione del bronzo e il 24 agosto “Argilla da plasmare, forme da inventare”. Per chi ama camminare è da non perdere, il 26 luglio e il 9 agosto, “Sanzeno: dai Reti agli eremiti”, archeotrekking con la guida di un’archeologa e un accompagnatore di territorio lungo la passeggiata naturalistica sospesa che dal museo conduce nella suggestiva gola del torrente S.romedio fino all’omonimo santuario. Il 28 luglio l’appuntamento è con “Cinemamore”, tre film rispettivamente dalla Rassegna Internazionale Cinema Archeologico di Rovereto, dal Trento Filmfestival e da Religion Today Filmfestival. “Con quella faccia un po’ così. Omaggio alla canzone italiana” è il titolo del concerto in programma il 4 agosto con il Gruppo Caronte: Gianfranco Cerreto tenore, Massimiliano Pezzotti flauto, Giorgio Tonelli clarinetto, Gabriele Miglioli violoncello, Luigi Signori pianoforte. Il 10 agosto il museo ospiterà “L´ultimo guerriero retico”, lettura interpretata, tratta dall’omonimo romanzo di Rosario Fichera, con Maura Pettorruso e Alessio Dalla Costa a cui seguirà una visita guidata al percorso espositivo. Il 17 agosto serata dedicata alla scoperta del famoso karnyx di Sanzeno “Frastuoni di guerra: la tromba celtica di Sanzeno”: archeologi e archeotecnici a confronto con la partecipazione del M° Ivano Ascari docente del Conservatorio Bonporti di Trento. Non mancheranno infine le visite guidate per approfondire le tematiche trattate nel museo, “I Reti e le antiche genti della Val di Non” (30 luglio), “La Tavola Clesiana: Roma e la Val di Non” (20 agosto) e “Statue stele, Monte Ozol, Campi Neri, Mithra, i Santi Martiri: culti e religiosità in Val di Non” (25 settembre). Acqua Fredda e l’arte dei metalli al Passo del Redebus - Spostandoci in un’altra zona del Trentino, tra l’Altopiano di Pinè e la Valle dei Mocheni, al Passo del Redebus, si trova il sito di Acqua Fredda, una delle aree archeologiche musealizzate più alte d’Europa dove gli archeologi hanno riportato alla luce una delle più importanti fonderie preistoriche della tarda età del Bronzo (Xiii-xi sec.A.c.) dell’intero arco alpino. Appuntamento in notturna con “I segreti dei metalli”, il 25 giugno dalle ore 20 a mezzanotte, in occasione della “Notte Bianca In Valle dei Mocheni”. Le archeologhe dei Servizi Educativi della Soprintendenza condurranno visite guidate all’area archeologica e attività di archeologia sperimentale. Nel corso dell’estate, proprio nel luogo dove i minerali di rame erano lavorati fin dai tempi più remoti, si potranno conoscere i segreti della lavorazione dei metalli e partecipare ai laboratori “Acqua fredda, caldo metallo!” (1 luglio e 2 settembre) sperimentando tutte le fasi di lavorazione dei minerali, dalla macinatura, al lavaggio fino alla preparazione di una forma di fusione. “La spada è nella roccia” (15 luglio, 5 agosto e 25 settembre) permetterà di vedere gli archeotecnici realizzare dal vivo uno strumento in metallo e di visitare la vicina riserva naturale accompagnati da un esperto. Il 21 luglio e il 25 agosto si potrà partecipare all’escursione “Alla scoperta della Valle Incantata: l’arte dei metalli dall’età del Bronzo al medioevo”, un affascinante viaggio nel tempo per conoscere l’area archeologica Acqua Fredda con i forni fusori, la miniera di Palù del Fersina, l’Istituto Culturale Mocheno con la mostra temporanea “Krummern, storia e tradizioni del commercio ambulante”, il Museo Pietra Viva di S.orsola Terme. Dedicati ai bambini “Anche gli gnomi giocano a bocce”, un originale spettacolo teatrale interattivo tratto dalle leggende su miniere e minatori della Valle dei Mocheni (il 29 luglio e il 19 agosto). Originale e insolito appuntamento musicale, il 13 agosto, alle ore 20.30 con “Suoni di metallo”, performance musicale con strumenti e oggetti di metallo di Carlo La Manna, Corrado Bungaro, Filip Milenkovic, Giordano Angeli . Caccia al tesoro alle palafitte di Fiavè - In attesa del Museo delle Palafitte di Fiavè e dell’esito della candidatura a Patrimonio mondiale dell´Unesco, il famoso sito archeologico torna ad essere teatro di “Ma come facevano a fare? Cerca e Ricerca, Trova e Sperimenta”. I partecipanti saranno impegnati in un´avvincente caccia al tesoro per capire come vivevano, come si procacciavano il cibo e quali attività svolgevano gli antichi palafitticoli di Fiavè. Tre gli appuntamenti: quello del 21 luglio sarà dedicato alla preparazione del burro con l’utilizzo di frullini in legno come quelli usati dagli abitanti delle palafitte, il 4 agosto i partecipanti saranno impegnati con la filatura della lana e la preparazione delle fusaiole, mentre il 1 settembre potranno cimentarsi nella produzione di stampi di fusione in argilla per la realizzazione di oggetti in metallo. La fortezza ritrovata sui monti del Lomaso - Il monte di San Martino, solitario sperone di roccia sulle creste tra l’Altogarda e le Giudicarie, conserva sepolti i segni di un’antica fortezza. Estesa su un’area di oltre 15.000 mq e predisposta al tramonto dell’impero romano per fermare i barbari, è stata a lungo dimenticata dalla storia. Dal 2005 questo luogo è al centro di un progetto internazionale di ricerca storico-archeologica, coordinato dalla Soprintendenza e sostenuto dal comune di Comano Terme e dalla Bayerischen Akademie der Wissenschaften, presente con propri ricercatori. Dopo secoli di oblio gli archeologi stanno riportando alla luce i tratti più significativi di questa fortezza, straordinariamente conservata. Anche quest’anno, dal 18 luglio al 30 settembre il sito si rianima con i ricercatori coinvolti nel campus estivo 2011. Per chi desidera saperne di più l’appuntamento è per il 23 luglio, dalle ore 15, sul monte di san Martino, dove in collaborazione con l’Apt Comano Terme, si terrà “Il cavaliere e la fortezza”, un pomeriggio con visite guidate nella suggestiva cornice dei ruderi che gli archeologi stanno riportando alla luce e con la scuola musicale delle Giudicarie. Il “misterioso” villaggio di Doss Castel - Protetto da un fitto bosco, il sito archeologico sulla sommità del Doss Castel a Fai della Paganella custodisce i resti di un villaggio retico di duemilacinquecento anni fa. Il sito è raggiungibile dalla località Ori seguendo gli originali e colorati pannelli della “Scuola del Bosco”, realizzati grazie alla collaborazione degli alunni della scuola primaria di Fai. Pannello dopo pannello, la passeggiata si trasforma in racconto per vivere un’insolita avventura, conoscere i segreti del bosco e scoprire chi erano e come vivevano i Reti, gli antichi e “misteriosi” abitanti di Doss Castel. E per saperne di più, il 19 luglio, il 2 e il 23 agosto, alle ore 16, si terrà “Alla scoperta dell’abitato fortificato di Doss Castel”, visite guidate a cura delle archeologhe dei Servizi Educativi. Per i più piccoli il 30 luglio, alle ore 16, andrà in scena “Il bosco animato. Favole nel bosco dalle antiche leggende del Trentino”, spettacolo teatrale interattivo per bambini e ragazzi a cura di Trento Spettacoli e visita guidata ai resti archeologici, mentre il 12 agosto il sito ospiterà “L´ultimo guerriero retico”, lettura interpretata, tratta dall’omonimo romanzo di Rosario Fichera, con Maura Pettorruso e Alessio Dalla Costa, a cui seguirà una visita guidata. Museo Riva del Garda - Dai più antichi manufatti in selce del Monte Baldo riferibili all´Uomo di Neandertal agli abitati palafitticoli di Ledro e Fiavè, passando per le straordinarie statue-stele dell´età del Rame di Arco, il percorso espositivo della Sezione archeologica del Museo Riva del Garda riserva al visitatore spunti di grande interesse. Per chi desidera approfondire, il 13 luglio alle ore 20.30, Elisabetta Mottes, archeologa della Soprintendenza terrà una visita guidata alla mostra “Sulle antiche sponde. Un abitato neolitico della Cultura dei vasi a bocca quadrata in via Brione a Riva del Garda”, mentre l’8 agosto, alle ore 20.30, gli archeologi Nicoletta Pisu, Achillina Granata e Giovanni Bellosi, parleranno di “Monte San Martino ai Campi di Riva dopo l´età romana: le recenti scoperte”. L’antico santuario di Monte San Martino ai Campi di Riva - Da non confondere con l’omonimo sito di Lundo, Monte San Martino ai Campi di Riva, frequentato sin dalla protostoria come luogo di culto, è posto in posizione panoramica sopra il lago di Garda. Tra i resti riportati in luce è di particolare importanza il vasto edificio cultuale realizzato e frequentato in epoca romana di cui si conservano le fondazioni e parte dell’alzato. A poca distanza sono emerse anche alcune abitazioni tardoantiche e una chiesa altomedievale. Le iniziative estive sono volte ad una maggiore conoscenza di questo interessante luogo. Il 22 luglio, alle ore 16, andrà in scena “Il bosco animato. Favole nel bosco dalle antiche leggende del Trentino”, spettacolo teatrale interattivo per bambini e ragazzi, a cui seguirà una visita guidata all’area archeologica, mentre il 30 luglio e il 6 agosto, alle ore 16, si terranno “Nuove scoperte a Monte San Martino”, visite guidate partecipate per bambini e famiglie a cura dei Servizi Educativi del Mag. Da non perdere, il 25 luglio, alle ore 20.45, l’appuntamento nell’ambito del musicaRivafestival che presenta “Armonie della Storia” concerto dei Mariachi Mexicani in Cielito Lindo, preceduto da una visita guidata al sito. L’attività dei Servizi Educativi - Gli appuntamenti estivi sono in gran parte curati dai Servizi Educativi della Soprintendenza, conosciuti e apprezzati anche a livello nazionale, che in oltre quindici anni di attività hanno sviluppato programmi e iniziative volte a far conoscere il notevole patrimonio di reperti e siti del Trentino. Sono quasi 15.000 gli studenti delle scuole trentine (da quelle dell’infanzia alle secondarie di secondo grado), ma anche da fuori provincia, che nel corso dell’anno scolastico appena concluso hanno partecipato alle attività proposte al S.a.s.s. E nelle aule didattiche di via Aosta a Trento, al Museo Retico a Sanzeno e presso l’area archeologica di Acqua Fredda al Passo del Redebus: percorsi e laboratori variamente articolati, dalla preistoria all´età romana, ma anche attività teatrali e uscite sul territorio. Alle proposte rivolte ai più giovani si aggiungono quelle per gli adulti coinvolti secondo le linee tracciate dai nuovi programmi comunitari nell’ambito del progetto europeo “Lifelong Museum Learning”, finalizzato all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita  
   
   
GLASS A CASTEL THUN: PER TUTTO IL MESE DI LUGLIO DEBUTTA NEL MANIERO IN VAL DI NON IL NUOVO SPETTACOLO DEDICATO ALLA MAGIA DEL VETRO  
 
Dal 3 fino al 31 luglio Castel Thun sarà il palcoscenico per "Glass", lo spettacolo dedicato alla magia del vetro. Due volte al giorno, alle 11.30 e alle 17, e i venerdì anche la sera alle 21.00( con visita guidata al castello e brindisi finale con Trento Doc offerto da Palazzo Roccabruna) nel maniero della Valle di Non sarà di scena la magia del teatro. L’idea portante di "Glass", spettacolo nato in occasione della mostra “L’avventura del vetro” è lo studio delle quattro componenti basilari di ogni ecosistema, ovvero aria, acqua, terra e fuoco, come parte integrante della natura stessa del vetro. La ricerca, quindi, sulla fusione dei quattro elementi che porta alla creazione di questo materiale si traduce in una fusione di linguaggi, di spazi e di espressioni artistiche: installazioni scenografiche abbinate a effetti di luce, suoni e musiche, sono integrate dai movimenti del corpo degli attori e dei danzatori originando una “fusione strutturale” dell’allestimento scenico, le stesse installazioni sono dislocate in tre diversi spazi all’interno di Castel Thun a creare un ulteriore percorso per il pubblico dando vita a una “fusione spaziale” e infine brani letterari sui quattro elementi produrranno una “fusione drammaturgica”. La struttura portante della parte recitata dagli attori è rappresentata da citazioni, passi e brani tratti dalle liriche e dai poemi dei poeti più emozionanti e suggestivi che abbiano composto intorno ai temi dell’aria, del fuoco, della terra, dell’acqua e del vetro: Rainer Maria Rilke, Emily Elizabeth Dickinson, Federico Garcia Lorca, Edgar Allan Poe, William Shakespeare, Gabriele D’annunzio, Johan Wolfgang von Goethe, Walt Witman, Kalhil Gibran, Arthur Rimbaud, Guido Gozzano e quelli originali, composti per l’occasione, dal giovane poeta aquilano Maurizio Cerini.  
   
   
BOLZANO (MUSEO ARCHEOLOGICO) DAL 1° LUGLIO AL VIA "SPAZIO FAMIGLIA" E L’ORARIO ESTIVO  
 
Il Museo Archeologico da venerdì prossimo 1° luglio 2011 e fino alla fine di agosto allestisce lo speciale "spazio famiglia" per bambini e genitori, per i quali prosegue l’offerta di visite guidate speciali nei fine settimana. Sempre in luglio e agosto il Museo Archeologico adotta l’orario estivo con apertura anche il lunedì. Nei mesi di luglio ed agosto il Museo Archeologico propone lo speciale "spazio famiglia" per bambini e genitori, una meravigliosa oasi climatizzata dove potersi divertire e rilassare durante la visita al museo. Nello "spazio famiglia" bambini e genitori possono ristorarsi, leggere e divertirsi. Al suo interno vi è un ambiente dove piccoli e grandi esploratori hanno la possibilità di toccare, guardare ed annusare alcuni dei materiali esposti al museo, sotto la guida e assistenza di personale competente. Lo "spazio famiglia" offre inoltre un servizio d’intrattenimento per bambini, grazie al quale mamma e papà sono liberi di visitare il museo anche da soli. Accessibile per l´intero orario di apertura del museo. Lo “spazio famiglia” è incluso nel prezzo del biglietto. “Storia e storie intorno ad Ötzi” è il tema delle speciali visite guidate per famiglie proposte dal Museo Archeologico dell’Alto Adige anche nei fine settimana di luglio. Le visite prevedono offerte differenziate per bambini (dai 6 agli 11 anni) ed adulti. In particolare, i piccoli visitatori conosceranno i temi della attuale mostra “Ötzi20” giocando. Immaginando una storia, scopriranno come vivevano Ötzi ed i suoi vicini e tante altre curiosità. Orario delle visite guidate per famiglie in lingua italiana: tutti i sabati e le domeniche di luglio, ore 15-16. In lingua tedesca: sabato, ore 14-15, e domenica, ore 11-12. La quota d’iscrizione è di 2,50 euro a persona (oltre il biglietto al museo), non serve prenotare. Infine, per tutto luglio e agosto il Museo Archeologico dell’Alto Adige adotterà l’orario estivo: il museo sarà aperto tutti i giorni, compreso il lunedì, dalle ore 10.00 alle 18.00. Ultimo ingresso alle ore 17.30. Per informazioni è possibile chiamare il numero di tel. 0471 320120/121  
   
   
ROMA: BIENNALE INTERNAZIONALE DI CULTURA "VIE DELLA SETA"  
 
Con un programma di 11 mostre di grande livello - che spaziano dalla storia all’archeologia, dall’arte contemporanea all’attualità - e con un ricco calendario di conferenze ed eventi, la Città di Roma, profondamente impegnata nell’ambito del dialogo tra civiltà e religioni, in qualità di Capitale culturale e luogo di incontro internazionale, inaugura la Biennale Internazionale di Cultura dedicata a quei Paesi del Medio ed Estremo Oriente che, fino al Xiii secolo, in sostanza fino ai viaggi di Marco Polo, hanno costituito un mistero per l’Europa. Grazie alla sinergia tra il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale, la Biennale Internazionale di Cultura “Vie della Seta” - che già dal nome si rifà all’importante ruolo che le rotte carovaniere hanno avuto, a partire dal Iii secolo a. C., come canale di trasmissione dell’antica civiltà orientale e come ponte degli scambi economici e culturali tra Oriente e Occidente - da ottobre 2011 a febbraio 2012 coinvolgerà diversi luoghi della città: alcuni dei musei più prestigiosi (Museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano, Museo di Roma in Palazzo Braschi, Museo di Roma in Trastevere e Macro Future) e lo straordinario complesso delle Terme di Diocleziano, che per l’occasione riaprirà al pubblico due padiglioni. Attraverso la collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e grazie all’impegno della rete diplomatico consolare e degli Istituti italiani di Cultura alcuni degli eventi proposti “ripercorreranno” la via della seta per essere proposti nei luoghi storici che hanno segnato questo cammino. Gli Istituti italiani di Cultura di Pechino, New Delhi, Jakarta ed Istanbul saranno promotori, con il coinvolgimento delle Istituzioni locali, di iniziative, mostre, incontri, conferenze e rassegne da realizzare nelle rispettive città. Il complesso lavoro di organizzazione e coordinamento dell’intera Biennale è a cura di Zètema Progetto Cultura, società in house di Roma Capitale. Storia, archeologia, tradizioni e attualità saranno oggetto delle sei mostre alle Terme di Diocleziano, al Museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano, al Museo di Roma in Palazzo Braschi e al Museo di Roma in Trastevere. Alle Terme di Diocleziano, esposta in anteprima mondiale, la mostra Le strade degli Dei (a cura dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, con la cura scientifica di Gherardo Gnoli, Pierfrancesco Callieri e Francesco D’arelli) metterà in scena, sulla traccia di una mappa cinese di oltre 30 metri, risalente all’inizio del Xvi secolo e rinvenuta recentemente in Giappone, la sovrapposizione di culture e religioni lungo le Vie della Seta, grazie allo scenografico allestimento di Studio Azzurro. Quasi come lo svolgimento di un rotolo, il percorso porterà il visitatore a percorrere un affascinante ed interminabile viaggio, illustrato con materiali virtuali e con una selezione di importanti manufatti di varia tipologia, attraverso le Città che più animarono la via dal Mare Nostrum a Pechino, tra il Ii secolo a.C. E il Xiv secolo d.C.. Al Museo delle Terme di Diocleziano la mostra Luci cinesi 1980/2010 (di Enrico Rondoni, con la collaborazione dell’architetto Donata Tchou per l’allestimento) racconta, grazie al confronto tra le immagini di ieri con quelle odierne, il grande cambiamento che la Repubblica Popolare Cinese ha compiuto negli ultimi 30 anni. Il Museo dei Fori Imperiali ai Mercati di Traiano ospiterà due mostre. La prima, Il Vello d’Oro: antichi tesori della Georgia (a cura di Tiziana D’acchille), si ispira al mito degli Argonauti e dei Paesi Caucasici come ponte culturale tra Europa e Asia. Da oltre quaranta anni di scavi a Vani, “la Pompei della Colchide”, sono emersi oggetti risalenti al V e Iv secolo, periodo in cui la città e il regno giunsero al culmine della ricchezza e dello splendore, considerati la traccia più preziosa legata alla leggenda di Giasone e Medea. La seconda, L’ultima Carovana, è una mostra fotografica e audiovisiva del grande fotografo contemporaneo turco Arif Asci che ha ripercorso, con una carovana di otto persone e dieci cammelli, un antico tracciato commerciale partendo da Xian ed arrivando ad Istanbul. Al Museo di Roma in Palazzo Braschi Dvin: una Capitale tra Europa ed Asia, ripercorre la storia della Capitale Armena tra Europa ed Asia, evidenziando le profonde stratificazioni culturali, grazie all’esposizione di oltre quaranta reperti archeologici dall’Armenia. Al Museo di Roma in Trastevere la mostra Il fascino di Beijing illustra le bellezze, le attrattive e le contraddizioni di una delle città più importanti del mondo, Pechino/beijing, attraverso 100 gigantografie di famosi fotografi. Le cinque mostre di arte contemporanea saranno ospitate negli spazi del Macro Testaccio e saranno arricchite da incontri con gli artisti. La Grande astrazione celeste è la mostra a cura di Achille Bonito Oliva. L´arte cinese contemporanea è il frutto di una lunga strada pittorica, che si è emancipata da una manualità iniziale come semplice conferma della tradizione. Gli artisti sono tutti di età diversa, ed è possibile rintracciare un’astrazione in continua trasformazione dal 1973 fino agli anni ‘90 e ai giorni nostri dove la pittura acquista una misura minimale e trova una consonanza con la ricerca artistica occidentale per la quale l´arte, come diceva Leonardo Da Vinci, è “cosa mentale”. Oltre l’Oriente: Arte Contemporanea Indonesiana a cura di Dominique Lora, si pone l’obiettivo di creare un luogo dove il pubblico, attraverso le arti visive, possa accedere alle logiche e alle dinamiche che oggi stanno trasformando il volto dell’Asia. (Un)forbidden City, La post-rivoluzione della nuova arte cinese, a cura di Simona Rossi e Dominique Lora in collaborazione con Gao Zhen e Gao Qiang, in arte i Gao Brothers, rappresenta uno scorcio sulle nuove tendenze che animano la scena artistica contemporanea cinese The Big Game, la mostra a cura di Marco Meneguzzo con la collaborazione co-curatoriale di Ryas Komu, nasce dalla considerazione che l’area geografica di India, Pakistan, Afghanistan è di fatto un territorio unico, unito indissolubilmente nel proprio destino dalla situazione storica e culturale. L’intreccio di situazioni politiche, economiche, religiose, sociali trova la sua espressione e la sua interpretazione anche nell’arte prodotta in quei luoghi, qui rappresentata da una ventina di artisti operanti in quelle regioni e particolarmente sensibili alle questioni sociopolitiche. Il Suono della Luce - L’ombra tra l’idea e la realtà, tra l’emozione e il gesto. La mostra, organizzata dall’Ambasciata della Repubblica di Korea presenta le opere dell’artista coreana Minjung Kim. L’incontro tra Occidente e Oriente nell’opera di Kim si gioca sulla contaminazione, lo scambio, la stratificazione, lo “sfondamento” di segni e di macchie. Segni e macchie che danno vita a una molteplicità produttiva dove la rappresentazione cede il posto alla vitalità del gesto. Non ci sono paesaggi, ritratti o cose. Carta-pennello-inchiostro-combustione costituiscono un concatenamento, un divenire molteplice su un piano d’immanenza. Ma la Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta non sarà solo mostre. Il programma prevede, infatti, un calendario di conferenze internazionali sui temi della geopolitica e della cooperazione culturale. La definizione del calendario è prevista per il mese di settembre 2011. Il programma delle 11 mostre è stato realizzato con la collaborazione di Armenia, Cina, Corea, Georgia, India, Indonesia, Turchia, grazie al coinvolgimento delle loro Istituzioni e degli esponenti di spicco del panorama artistico e culturale internazionale. Www.viedellaseta.roma.it Fuori del periodo della Biennale, il Palazzo delle esposizioni di Roma ospiterà dal 24 novembre 2012 al 25 marzo 2013, la mostra internazionale “La Via della Seta”, realizzata dall´American Museum of Natural History di New York in collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo, Roma, Idee per la cultura, Torino, National Museum of Australia, Canberra, National Museum of Natural Science, Taichung, Taiwan, and United Daily News, Taipei, Taiwan. La Mostra ripercorre le tappe delle antiche città, attraverso un percorso espositivo di reperti ed immagini. Il carattere internazionale della mostra non ne ha permesso l’inserimento all’interno dei quattro mesi della Biennale  
   
   
CINQUALE – MONTIGNOSO (VILLA UNDULNA – TERME DELLA VERSILIA - VIALE MARINA 1): “IL MAESTRO PRESENTA L´ALLIEVO” - III EDIZIONE - “PREMIO UGO GUIDI ” 2011 - -RASSEGNA D’ARTE CONTEMPORANEA DI STUDENTI DI TUTTE LE ACCADEMIE DI BELLE ARTI STATALI ITALIANE 2 / 30 LUGLIO 2011  
 
In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia sono stati invitati venti docenti in rappresentanza delle venti Accademie di Belle Arti statali italiane, per la prima volta, a selezionare e presentare i loro migliori allievi per partecipare a questa rassegna d’arte che riunisce in una unica esposizione tutte le Accademie aprendo all’interscambio culturale e artistico, al dialogo e al confronto di tutte le città italiane sedi delle Istituzioni accademiche. Sono invitate a partecipare solo le discipline accademiche che richiedono abilità manuale: Scultura, Pittura, Plastica ornamentale, Disegno, Incisione, Decorazione, Anatomia artistica, Scenografia, Tecniche del marmo, Tecniche dell’incisione, Tecniche pittoriche. Come si evince dalle discipline partecipanti, la rassegna ha la caratteristica di accogliere esclusivamente quelle arti che all’ideazione concettualistica dell’operato associano l’abilità manuale. La mostra ha inoltre l’ambizione di divenire piattaforma espositiva di nuovi linguaggi che si configurano e si strutturano attraverso l’impegno e lo studio, dove la tradizione accademica non è sinonimo di ripetitività ma diviene l’espressione di una manualità consapevole che conduce alla creatività e all’innovazione utilizzando varie tecniche e materiali, che dimostrano come la ricerca di nuove sperimentazioni linguistiche, formali e concettuali, mai potrà esaurirsi. Lo scopo dell´esposizione è dare spazio, con gli studenti più meritevoli, alle arti che richiedono abilità manuale, mostrando artisti che amano fermarsi e riflettere associando la manualità alla creatività, utilizzando varie tecniche e materiali che dimostrano come la ricerca di nuove sperimentazioni linguistiche, formali e concettuali, mai potrà esaurirsi. Una giuria d’esperti d´arte contemporanea formata da storici, critici e galleristi assegnerà il “Premio Ugo Guidi 2011”consistente in un bronzo a tiratura limitata di “Capra”, 1971 del Maestro Ugo Guidi (1912-1977). Le Accademie aderenti sono: 1) Accademia di Belle Arti di Bari Disciplina: Plastica ornamentale Docente Antonio Cicchelli Allievo: Marco Fabiano 2) Accademia di Belle Arti di Bologna Disciplina. Tecniche pittoriche Docente: Paola Babini Allievo: Pietro Pastore 3) Accademia di Belle Arti di Carrara Disciplina: Scultura Docente: Aron Demetz Allievo: Julia Frank 4) Accademia di Belle Arti di Catania Disciplina: Pittura Docente : Bruno Antonio Allievo: Rapo Najada 5) Accademia di Belle Arti di Catanzaro Disciplina: Tecniche pittoriche Docente : Giulio De Mitri Allievo: Maria Luisa Marchio 6) Accademia di Belle Arti di Firenze Disciplina: Plastica ornamentale Docente: Maria Rosaria Manigrasso Allievo: Giacomo D’alessandro 7) Accademia di Belle Arti di Foggia Disciplina: Decorazione Docente : Salvatore Lovaglio Allievo: Angela Vocale 8) Accademia di Belle Arti di Frosinone Disciplina: Decorazione Docente : Luigi Fiorletta Allievo: Donato Marrocco 9) Accademia di Belle Arti di L’aquila Disciplina: Grafica e Tecniche dell’Incisione Docente : Valter Battiloro Allievo: Fabrizio Sebastiani 10) Accademia di Belle Arti di Lecce Disciplina: Disegno Docente : Pippo Altomare Allievo: Rehana Giurda 11) Accademia di Belle Arti di Macerata Disciplina: Disegno e rilievo Docente : Paolo Gobbi Allievo: Antonella Servili 12) Accademia di Belle Arti di Milano – Brera Disciplina: Tecniche del marmo e delle pietre dure Docente : Massimo Pellegrinetti Allievo: Giuliano Giancotti – Luca Petti 13) Accademia di Belle Arti di Napoli Disciplina: Scenografia Docente : Gennaro Vallifuoco Allievo: Nunzia Russo 14) Accademia di Belle Arti di Palermo Disciplina: Scenografia Docente : Riccardo Perricone Allievo: Claudio La Fata 15) Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria Disciplina: Tecniche di Fonderia Docente : Andrea Leuzzo Allievo: Francesco Palamara Mesiano 16) Accademia di Belle Arti di Roma Disciplina: Tecniche e tecnologie della Decorazione Docente : Salvatore Dominelli Allievo: Tancredi Fornasetti 17) Accademia di Belle Arti di Sassari Disciplina: Pittura Docente : Carlo Pizzichini Allievo: Marco Basile 18) Accademia di Belle Arti di Torino – Albertina Disciplina: Tecniche dell’Incisione calcografica Docente : Ermanno Barovero Allievo: Elisabetta Vezza 19) Accademia di Belle Arti di Urbino Disciplina: Tecniche del marmo e delle pietre dure Docente : Michelangelo Galliani Allievo: Elvis Spadoni 20) Accademia di Belle Arti di Venezia Disciplina: Scultura Docente : Giuseppe La Bruna Allievo: Valter Černeka La Giuria che assegnerà il “Premio Ugo Guidi 2011” è composta da: Renato Carozzi - Storico e critico d’arte Vittorio Guidi - Museo Ugo Guidi Marco Maffei - Gallerista Nicola Micieli - Storico e critico d’arte Cynthia Sah - Artista Info: Museo Ugo Guidi Via M. Civitali 33 Forte dei Marmi www.Ugoguidi.it  museougoguidi@gmail.Com    
   
   
SPOLETO (PALAZZO RACANI ARRONI): DANIELA SEVERI. FENOMENOLOGIA DELLE ZUCCHE - 25 GIUGNO / 12 LUGLIO 2011  
 
Dal 25 giugno al 12 luglio 2011 a Spoleto nella sede espositiva di Palazzo Racani Arroni si terrà Daniela Severi. Fenomenologia delle zucche. La mostra si inserisce nel cartellone di eventi espositivi che quest’anno affiancano il Festival dei Due Mondi di Spoleto. L’iniziativa, curata da Vittorio Sgarbi, intende potenziare il settore arti visive del Festival. Daniela Severi, presente quest’anno alla Biennale di Venezia con l’opera dal titolo Fenomenologia delle zucche, presenta nella mostra di Spoleto le sue personalissime quanto decorate zucche, proponendo un iter artistico sui generis, che rappresenta la summa del suo linguaggio vivace ed erudito. Nata ad Aarau, in Svizzera, vive tra Italia e Svizzera. Frequenta l’istituto d’arte a Bologna, dove si diploma con il massimo dei voti. Convinta che una donna non avrebbe avuto successo come artista, dedica la sua vita all’attività di gallerista, venendo a contatto con i più importanti artisti italiani, tra cui Schifano, Boetti e De Dominicis. In questi anni il suo lavoro resta privato e non viene esposto. E’ solo nel nuovo millennio che nascono le zucche e i suoi giardini immaginari. Di fronte all’arte di Daniela Severi, siamo invitati a un ripensamento della nostra esistenza. L’artista attraverso le sue creazione ci porta in un paesaggio onirico, fatto di cui minuscoli giardini, popolati ora da animali esotici, ora da alberi. Dove sempre presente è la zucca, ora calda dorata, ora fredda argentata. E’ allegorica, evocativa, fa pensare a Halloween, alle streghe, alle maschere. La zucca è la carrozza che Daniela Severi usa come linguaggio personale per muoversi tra i contenuti di mondi che si creano nella sua dimensione interiore diventando visibili, manifestandosi nelle sue opere. La zucca e´ il suo viatico per viaggiare tra la terra e il cielo e poi mostrarci il raccolto. La location di prestigio rappresentata da Palazzo Racani Arroni, culla dell´arte rinascimentale nel centro storico di Spoleto, con i suoi affreschi cinquecenteschi rappresenta la cornice ideale per l´antologica poliedrica e plurisensoriale di Daniela Severi e, come una mostra nella mostra, amplifica il messaggio dell´artista in un contesto carico di emozioni visive  
   
   
VIAREGGIO (CENTRO MATTEUCCI VIA D´ANNUNZIO 28): BORGIOTTI, PRIMO COLLEZIONISTA E SCOPRITORE DI MACCHIAIOLI  
 
Nel 2010 con la ricomposizione della collezione di Ugo Ojetti, il Centro Matteucci per l´Arte Moderna di Viareggio aveva avviato il suo progetto culturale: indagare, documentare e presentare l´arte moderna, in particolare il periodo che va dall´Unità d´Italia agli inizi del nuovo secolo, valorizzando il collezionismo d´epoca. Sulla linea di questa mission, l´obiettivo che Giuliano Matteucci, fondatore del Centro, si è dato quest´anno, appare, se possibile, ancora più complesso: ritessere le fila del gusto collezionistico di uno dei più grandi "marchand - amateur" italiani, Mario Borgiotti. Mario Borgiotti, nato a Livorno nel 1906, ma fiorentino d´adozione, è stato, per oltre quarant´anni, il vero punto di riferimento per la conoscenza e la valorizzazione della pittura toscana di area macchiaiola. La sua azione si è sviluppata soprattutto nell´ambito delle personalità che hanno aggiornato il linguaggio di questa scuola. L´opera di Lega, Fattori, Signorini, Abbati, Borrani, Cabianca, D´ancona e di altri protagonisti del gruppo appare oggi più definita nella sua totalità grazie al recupero di dipinti inediti o erroneamente attribuiti. Autodidatta, Borgiotti fu personalità complessa e attraente anche per le qualità segretamente coltivate, come il dipingere e la generosità nei confronti di ogni iniziativa culturale. Era dotato, in modo eccezionale, della capacità di percepire i valori pittorici nella loro essenza, distinguendo con uno sguardo il capolavoro dall´opera comune. Anche per questo Borgiotti è stato uno degli ultimi, grandi esempi di una "razza di connaisseur" in via d´estinzione. Del suo finissimo gusto e del suo temutissimo "occhio", sono testimonianza le opere raccolte in questa magnifica esposizione: circa una sessantina di dipinti, selezionatissimi, tutti "imprescindibili" per capire il gusto di un uomo senza il quale oggi, probabilmente, i Macchiaioli non godrebbero del prestigio e della fama di cui invece, meritatamente, godono. Sono capolavori della pittura macchiaiola, reperiti da Borgiotti nell´arco di una vita e oggi confluiti nelle più famose raccolte italiane. Il progetto espositivo privilegia la qualità e il significato di quadri esemplari, poco noti o non più visti da tempo, e mira a ricostruire le fasi salienti di un´avventura critica scandita da pubblicazioni esemplari: I Macchiaioli, 1946, Capolavori macchiaioli, 1949, Poesia dei Macchiaioli, 1958, I Grandi pittori dell´Ottocento italiano, 1961, The "Macchiaioli", 1963, Genio dei Macchiaioli, 1964, La lezione pittorica di Fattori, 1968. Un vasto compendio bibliografico, insomma, arricchito da un prezioso apparato iconografico costituito da dipinti dei quali si era persa ogni traccia. Ed è proprio di questo compendio di indubbio valore storico-documentario, destinato, nel tempo, ad assumere sempre maggior rilievo per gli studi sulla pittura italiana del secondo Ottocento, che intende dar conto la mostra promossa dal Centro Matteucci. Nel percorso idealmente scandito dalle pubblicazioni di Borgiotti spicca l´accurata selezione di dipinti. Il visitatore ha così la sensazione di entrare nel libro, ammirando opere come La scolarina, Maremma, Episodio della campagna contro il brigantaggio e La libecciata a Castiglioncello di Fattori; L´uscita dalla messa di Puccinelli; Tra i fiori del giardino, Le rose della primavera e L´adolescente di Lega; Il Ponte Vecchio a Firenze, Uliveta a Settignano e Bimbi a Settignano di Signorini; Lido con buoi al pascolo, Mura di San Gimignano di Abbati; Case al sole, Pagliai a Castiglioncello e Scogli a Castiglioncello di Sernesi; Paesaggio pistoiese, La pittrice, Mattino sul Mugnone di Borrani; In ritorno dalla messa di Banti; Nel chiostro, Acquaiola nel castello di San Giorgio a La Spezia, di Cabianca; Riva della Senna, Portico di villa toscana e Grano maturo di De Tivoli, Il solletico di Cecioni e Via del Maglio di D´ancona. Il personaggio Borgiotti, indagato nei diversi aspetti della sua non comune vicenda umana, è affrontato dalla curatrice del progetto Elisabetta Palminteri Matteucci e da altri noti specialisti e studiosi quali Luciano Bernardini, Silvestra Bietoletti, Nicoletta Colombo, Laura Dinelli, Francesca Dini, Simonella Condemi Vincenzo Farinella, Nadia Marchioni, Paul Nicholls, Francesca Panconi. "Genio dei Macchiaioli. Mario Borgiotti: occhio conoscitore, anima di collezionista" Viareggio, Centro Matteucci per l´Arte Moderna, via D´annunzio 28. 1 luglio - 13 novembre 2011 Orari: luglio-agosto: da lunedì a venerdì 17.00-23.00, sabato e domenica 10.00-13.00\ 17.00- 23.00. Settembre: tutti i giorni dalle 10.00-13.00/ 15.30-19.30; ottobre-novembre: tutti i giorni 10.00-13.00\ 15.00-19.00. Mostra promossa dal Centro Matteucci per l´Arte Moderna in collaborazione con la Galleria d´arte moderna di Palazzo Pitti, con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Toscana, della Provincia di Lucca e del Comune di Viareggio. Ideazione e progetto della mostra a cura di Elisabetta Palminteri Matteucci, catalogo delle opere a cura di Silvestra Bietoletti; contributi di Luciano Berrnardini, Nicoletta Colombo, Simonella Condemi, Laura Dinelli, Francesca Dini, Vincenzo Farinella, Nadia Marchioni, Paul Nicholls e Francesca Panconi. Catalogo edito dal Centro Matteucci per l´Arte Moderna Info: tel. 0584 430614; fax 0584 54977 info@centromatteucciartemoderna.It  
   
   
HUGO PRATT I LUOGHI DELL’AVVENTURA AL MUSEO D’ARTE, LUGANO - 8 LUGLIO / 2 OTTOBRE 2011  
 
Hugo Pratt è uno dei più importanti e noti fumettisti al mondo. La sua opera ha avuto riconoscimenti normalmente riservati solo agli artisti per definizione: sue mostre si sono tenute in sedi prestigiose come il Grand Palais a Parigi, il Castello Sforzesco a Milano, Ca’ Pesaro a Venezia, il Vittoriano a Roma, Santa Maria della Scala a Siena. Il talento di Pratt gli è valso inoltre citazioni di Tim Burton, Woody Allen, Frank Miller, Umberto Eco e molti altri. La mostra presso il Museo d’Arte di Lugano ripercorre l’avventura umana e artistica del suo personaggio più celebre, Corto Maltese, seguendone le tracce nei luoghi che fanno da sfondo alle sue avventure. Corto Maltese è protagonista di vicende degne della grande letteratura per la complessità psicologica e umana dei caratteri che le animano e per la varietà delle situazioni che in esse si delineano. La straordinaria abilità di disegnatore di Pratt gli ha permesso di ideare un personaggio indimenticabile per qualunque lettore si sia imbattuto in lui. Al centro dell’esposizione di Lugano c’è proprio il talento di disegnatore di Pratt. In mostra saranno presentati centocinquanta fra acquerelli, studi e tavole originali dell’artista raccolti in diverse sezioni. Alcune sezioni ruotano attorno a singole avventure di Corto Maltese come per esempio La giovinezza e Una ballata del mare salato. Altre raccolgono le vicende in base a un criterio geografico – Venezia, Caraibi, Samarcanda – o per contiguità tematica, come nel caso delle sezioni dedicate alle avventure celtiche o elvetiche. La varietà delle ambientazioni delle storie di Corto Maltese esalta l’abilità di Pratt nel restituire attraverso il disegno le atmosfere di ogni luogo. Al Museo d’Arte tale abilità è messa in particolare evidenza: infatti le opere autografe di Pratt permettono di cogliere il processo di elaborazione delle figure e dei paesaggi, impossibile da apprezzare nella versione a stampa del fumetto. Accanto alle opere di Hugo Pratt saranno presenti in mostra fotografie di Marco D’anna. Si tratta di scatti che D’anna ha realizzato nel corso degli ultimi anni in occasione di reportage nei luoghi che fanno da sfondo alle avventure di Corto Maltese. Le fotografie non si limitano ad offrire una documentazione degli ambienti e dei paesaggi che hanno ispirato Pratt, ma riescono a cogliere l’anima dei luoghi; ciò che oggi, come nell’epoca in cui sono ambientate le avventure, ne caratterizza l’identità. La Manciuria, l’Armenia, l’Etiopia, l’Irlanda, la Bretagna, l’Argentina, Venezia, la Turchia, le isole del Pacifico e le coste dei Carabi, le foreste amazzoniche, le steppe mongole e siberiane continuano a stimolare la fantasia e attraverso le immagini di Marco D’anna restituiscono lo spirito prattiano del viaggio. L’esposizione presso il Museo d’Arte è punteggiata infine di brevi citazioni dai testi che Marco Steiner ha dedicato a Corto Maltese nelle recenti riedizioni delle sue avventure da parte di Rizzoli. Anche in questo caso non si tratta di descrizioni del contenuto delle storie, ma di spunti narrativi per offrire al visitatore l’occasione di avvicinarsi allo spirito di Hugo Pratt