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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 17 Febbraio 2012
NUOVA GUIDA PER VIVERE I PARCHI DELLA LOMBARDIA  
 
L´assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio della Regione Lombardia Alessandro Colucci ha presentato, giovedì 16 febbraio, nell´ambito della Bit, la prima edizione della guida ´Vivere i Parchi di Lombardia´. Edita da Proedi in due edizioni, italiana e inglese, il ´Baedeker´ delle aree protette della Lombardia propone informazioni, curiosità e una cartografia esclusiva. I 25 siti protetti sono suddivisi nelle categorie nazionali; montani e forestali; agricoli e forestali; fluviali e di cintura metropolitana. Sarà in vendita nei circuiti librari e disponibile negli hotel a 4 e 5 stelle e nei Parchi. ´La guida - commenta l´assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio della Regione Lombardia Alessandro Colucci - consente di mettere in vetrina le bellezze del territorio e la loro grande fruibilità da parte dei cittadini, siano essi lombardi, italiani o stranieri. Ogni area infatti ha una sua storia e delle caratteristiche specifiche, che la rendono unica e attraente per il visitatore più attento´. Vivere I Parchi - Grazie alla collaborazione di ogni realtà protetta che ha indicato curiosità e fornito il materiale fotografico, ogni Parco viene presentato a partire dal suo ´Dna´ unitamente a consigli per fruire dei suoi spazi sia per una visita sia anche per la pratica di sport o di attività naturalistiche. Per ogni polmone verde vengo suggeriti anche i motivi per visitarlo. Si va dalla valenza naturalistica floreale a quella faunistica, ma non mancano anche motivazioni di carattere scientifico come, ad esempio, per i parchi Campo dei Fiori e Pineta di Appiano Gentile-tradate, che ospitano due osservatori astronomici. Tutte le aree verdi sono collocate su un´originale cartografia (disponibile sul sito http://lombardiaparchi.Proedi.it e in applicazioni per gli smartphone e i tablet). Immagini Che Parlano Da Sole - Ricca di immagini, la pubblicazione offre anche spunti curiosi e indicazioni utili per trascorrere momenti indimenticabili nelle aree protette della Lombardia che occupano una superficie di circa 6000 kilometri quadrati. La guida racconta anche le 68 riserve naturali che puntano a conservare l´ambiente nelle sue peculiarità. Per questo, un doveroso omaggio è riservato alle Gev (Guardie ecologiche volontarie), di cui vengono illustrati i compiti, ma anche il cammino formativo  
   
   
PROLUNGATA FINO A PASQUA LA MOSTRA SUL TRENINO DELLA VAL GARDENA  
 
La mostra temporanea “Fine corsa futuro – Il trenino della Val Gardena tra memorie e visioni”, attualmente allestita al Centro manifestazioni culturali “Tublà da Nives” a Selva di Val Gardena, è stata prolungata fino all’8 aprile 2012, giorno di Pasqua. Ideata dal Museum Ladin Ćiastel de Tor, l’esposizione ripercorre la storia della ferrovia che, tra il 1916 e il 1960, collegò Chiusa a Plan. Tutti coloro che amano la Val Gardena e il celebre trenino che la attraversava, ma più semplicemente tutti gli interessati avranno ancora un paio di mesi per visitare la mostra “Fine corsa futuro – Il trenino della Val Gardena tra memorie e visioni”. L’esposizione, ora al Centro manifestazioni culturali “Tublà da Nives” a Selva di Val Gardena, è stata infatti prolungata fino a domenica 8 aprile 2012 (Pasqua). L’apertura va dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. L’ingresso è libero. Fino ad oggi la mostra, inaugurata a fine maggio 2011, ha totalizzato 8.000 visitatori. Nell’estate e nell’autunno dello scorso anno era visitabile al Museum Ladin Ćiastel de Tor a San Martino in Badia, che l’ha ideata, dopodiché l’esposizione è passata a Selva, dove si trova tuttora. La mostra “Fine corsa futuro – Il trenino della Val Gardena tra memorie e visioni” narra la storia di questo fantastico trenino, ripercorrendone le tappe salienti. Voluto dalle autorità austriache durante la prima guerra mondiale per fornire il fronte di approvvigionamenti e materiale bellico, il trenino della Val Gardena fece il suo primo viaggio nel febbraio del 1916. In soli cinque mesi, durante l’inverno, 5.000 prigionieri di guerra russi avevano costruito una linea ferroviaria a scartamento ridotto che collegava Chiusa a Plan. Dopo la guerra, la ferrovia passò alle Fs italiane che la gestirono sino fino al maggio del 1960, quando fu dimessa a causa degli ingenti costi richiesti per l’ammodernamento. Grazie a progetti e documenti originali relativi alla costruzione della via ferrata, a oggetti storici, tra cui i biglietti delle prime e delle ultime corse effettuate, e a oltre 100 fotografie, l’esposizione immerge il visitatore nel periodo in cui il trenino era attivo. Delle installazioni video rievocano testimonianze e ricordi di persone che vi lavorarono, mentre la riproduzione di un posto a sedere del trenino con finestrino “touch-screen” permette di effettuare un curioso viaggio virtuale lungo il tracciato dell’epoca, dove i vagoni procedevano ad una velocità massima di 18 km/h (in discesa). Completano l’ambientazione alcuni modellini in scala 1:87, tra cui spiccano la locomotiva denominata “The Rocket”, una delle prime costruite dai pionieri George e Robert Stephenson, una riproduzione della stazione di Ortisei e un bassorilievo della locomotiva R 410 prodotta nel 1916 dalla Krauss & C. Di Linz. La mostra approfondisce, infine, anche gli aspetti tecnici legati alla ferrovia, come le caratteristiche di viadotti, ponti e gallerie, e delle locomotive. Per informazioni: Museum Ladin Ćiastel de Tor, tel. 0474 524020, web www.Museumladin.it    
   
   
BOLZANO: ADUNATA ALPINI - ATTESE 250MILA PERSONE - LA METÀ SARANNO OVER 60  
 
Dall´11 al 13 maggio Bolzano sarà la capitale degli alpini: secondo le stime della Protezione civile provinciale e dell´Ana saranno in 250mila per l´Adunata 2012. Il gruppo di lavoro che si occupa delle questioni organizzative è coordinato dal direttore della Protezione Civile Hanspeter Staffler: "La metà dei partecipanti - spiega - sarà over 60, una sfida importante anche dal punto di vista sanitario". Dalla stima più attendibile elaborata dalla Protezione civile provinciale e dall´Ana sulla base delle prenotazioni e delle precedenti adunate, il picco di presenze all´adunata degli alpini verrà toccato domenica 12 maggio. Oltre ai 100mila abitanti di Bolzano, una parte dei quali non sarà probabilmente in città, arriveranno nel capoluogo circa 160mila persone fra alpini e loro familiari. Saranno 80-90mila, inoltre, quelli che prenderanno parte alla sfilata che si snoderà attraverso la città con partenza nel quartiere Don Bosco e arrivo in piazza Vittoria. "Siamo convinti - spiega il vicepresidente della Giunta provinciale Christian Tommasini - che sarà una festa per tutti, che la macchina organizzativa funzionerà in maniera efficace, e che Bolzano sarà in grado di reggere questo grande afflusso di persone che sfileranno pacificamente per le vie della città". Ma la sfilata di domenica sarà solo uno dei momenti dell´adunata 2012. "Molti dei partecipanti - sottolinea il presidente Luis Durnwalder - arriveranno con qualche giorno d´anticipo, e non è escluso che si fermino in Alto Adige anche dopo la manifestazione ufficiale. Dobbiamo dunque farci trovare pronti per pianificare e gestire con attenzione le fasi di arrivi e partenze". Dal punto di vista organizzativo, la Giunta provinciale ha incaricato gli assessori Florian Mussner e Christian Tommasini di seguire da vicino la vicenda, e in dicembre è stato istituito un comitato di coordinamento composto da rappresentanti di diverse Ripartizioni provinciali (Protezione antincendio e civile, Servizio strade, mobilità, sanità), associazione nazionale alpini, Comune di Bolzano e Commissariato del Governo, coordinato dal direttore della Protezione civile provinciale Hanspeter Staffler. "Un evento del genere avrà effetti non solo sulla città di Bolzano - spiega Staffler - ma su tutto il circondario, e in maniera particolare sulla Bassa Atesina. L´eccezionale afflusso di persone ci obbligherà a rafforzare molti servizi sul territorio per offrire il massimo delle garanzie a chi partecipa all´adunata degli alpini, e a tutti gli altoatesini che vivono nel resto della Provincia e che non saranno direttamente coinvolti dalla manifestazione. Per fare ciò è necessario studiare e pianificare una serie di misure preventive". Uno dei nodi chiave è rappresentato dalla viabilità: il 12 maggio 16mila veicoli, di cui 2mila autobus, saranno diretti a Bolzano, e per mantenere la situazione sotto controllo sarà creato un percorso ad hoc per i pullman con parcheggi e zone di scarico che saranno collegate ad un servizio di trasporto pubblico notevolmente rafforzato. Sarà operativo un servizio di bus navetta, e tutti i mezzi del trasporto pubblico locale saranno chiamati agli straordinari per consentire una gestione efficiente della questione traffico. Ma fondamentale sarà anche il buon senso dei partecipanti. "Ad esempio - sottolinea Hanspeter Staffler - la capacità del casello autostradale di Bolzano Sud è di 1.800 veicoli all´ora, ma siamo convinti che buona parte di coloro che vogliono raggiungere il capoluogo rinunceranno all´auto privata proprio per evitare di imbattersi in lunghe code". Altro fronte importante da affrontare è quello igienico-sanitario, e anche in questo settore la macchina organizzativa messa in piedi dal comitato di coordinamento è a buon punto. L´ana installerà a Bolzano 1.500 servizi igienici mobili, e anche gli ospedali della zona dovranno essere pronti ad ogni evenienza. "Circa la metà dei partecipanti all´adunata avrà più di 60 anni - conclude Staffler - e ciò significa non solo un prolungarsi dei tempi di carico e scarico dei bus, ma anche un numero maggiore di chiamate per interventi medici e sanitari. Dobbiamo farci trovare preparati"  
   
   
MILANO (GALLERIA SABRINA FALZONE): NICK´S ANNUAL TOUR - PERSONALE DI NICHOLAS HERDON - DAL 24 FEBBRAIO AL 3 MARZO 2012 - OPENING: VENERDÌ 24 FEBBRAIO DALLE ORE 16 ALLE 19  
 
La mostra nick´s annual tour apre alla Galleria Sabrina Falzone di Milano il 24 febbraio, presso il Salone Bernini. <<L’immediatezza comunicativa delle opere di Nick possiede una forte componente espressionista nell’impostazione formale e nel cromatismo efficace e brillante. Una intensa gestualità contraddistingue la sua ricerca artistica, mettendone in luce gli aspetti dell’immagine legati inconsciamente all’emozione. L’esperienza pittorica, enfatizzata da particolari contrasti cromatici, rivela un’audacia creativa tale da trasmetterci sensazioni di conflittualità interna o esterna. Il segno appare dinamico e sincero, pur esibendo un repertorio visivo che spazia dal genere ritrattistico a quello paesaggistico. In entrambi i casi i soggetti vengono rappresentati mediante un lirismo pittorico universale.>> A cura di Sabrina Falzone Note Biografiche Inglese, nato a Salisburgo, cresciuto nel Medio Oriente e residente dal 1975 a Venezia, Nicholas Herdon ha studiato con John Bunting a Ampleforth College e Emilio Vedova all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dopodiché l´impiego nell’industria metalmeccanica l’ha tenuto lontano dai pennelli dal 1982 al 2004. Ancora indeciso se dedicarsi esclusivamente alla pittura o alla scrittura, nick’s annual tour è la sua quarta pubblicazione. An Englishman born in Salzburg, raised inthe Middle East and based since 1975 in Venice, Nicholas Herdon studied under John Bunting at Ampleforth College and Emilio Vedova at the Accademia di Belle Arti di Venezia, after which work in the Engineering industry put his painting on hold from 1982 to 2004. Still unable to decide whether painting or writing is his true vocation, nick’s annual tour is the fourth book he has published. Info: Galleria Spazio Museale Sabrina Falzone - Via Giorgio Pallavicino n.29 Milano - Orari di visita: Martedì-venerdì h.16-19, Sabato h.10-12. Chiuso lunedì e festivi - mostre@sabrinafalzone.Info - http://www.galleriasabrinafalzone.com/  
   
   
MILANO:PROGRAMMA MOSTRE 2012  
 
L’assessore alla Cultura Stefano Boeri: “Con il programma 2012 Milano cambia passo: nuove identità dei luoghi d’arte, nuove linee guida per la produzione delle mostre, una sola regia per tutta la programmazione degli eventi in città”. Multiculturalità, arte antica, fotografia, storia, arte contemporanea, moda, design. E’ un’offerta culturale ampia e articolata quella proposta dal Comune di Milano nel programma mostre 2012. Un programma che si inserisce con una coerenza nuova nella costellazione di sedi espositive e luoghi d’arte che le ospiterà. Una serie di spazi che, a partire da quest’anno, saranno connotati da un’identità specifica e che dunque accoglieranno progetti espositivi coerenti con la loro nuova mission. “ Abbiamo costruito il programma espositivo del 2012 in base a due criteri fondamentali – ha detto l’assessore alla Cultura Stefano Boeri –: la qualità scientifica dei progetti e la loro coerenza con l’identità dei luoghi che li ospitano. Luoghi che costituiscono l’’hardware’ della cultura milanese e che rappresentano, in realtà, un unico sistema, quasi un unico Museo, che avrà un’unica regia basata su programmi coordinati”. “Per la prima volta il programma prevede alcune mostre completamente prodotte dal Comune, sia per la parte organizzativa che per il progetto scientifico e la curatela: un cambio di passo importante che segna una forte discontinuità con il passato, non solo recente, della produzione culturale a Milano. Sono infatti vent’anni che il Comune non produce più autonomamente una mostra. Per le altre – prosegue l’assessore Boeri – intendiamo valorizzare il più possibile le risorse interne della struttura comunale per gestire con una capacità di indirizzo scientifico e artistico sempre più incisiva gli eventi espositivi in programma, in collaborazione con i diversi partner, pubblici e privati”. Il programma mostre 2012 presenta infatti alcuni importanti progetti espositivi autoprodotti dal Comune – Assessorato alla Cultura, Moda, Design, tra i quali “Bramantino a Milano” al Castello Sforzesco, “Human Family” all’Ansaldo, “Addio Anni ’70. Arte a Milano” a Palazzo Reale, ”Medardo Rosso”alla Gam, “Tecnica mista” al Museo del Novecento e una personale di Alberto Garutti al Pac. “Ma anche le altre mostre in cartellone sono il risultato di un impegno di coproduzione – ha detto Boeri –. La mostra-evento dedicata a Marina Abramovich per esempio è stata ideata dal Pac insieme all’artista e ha richiesto un importante lavoro di co-curatela. Per non parlare della grande esposizione dedicata in settembre a Pablo Picasso, che completeremo con una sezione dedicata al rapporto dell’artista con Milano”. Ecco dunque le principali mostre ad oggi programmate per l’anno 2012, nelle diverse sedi espositive del Comune: Palazzo Reale, la sede espositiva del Comune collocata nel cuore della città, ospiterà grandi mostre e eventi internazionali, confermando così il suo ruolo di eccellenza nell’ambito dell’offerta espositiva di Milano. Si parte a febbraio con “Tiziano e il paesaggio moderno”, che vede esposte oltre cinquanta tele di Tiziano, Giorgione, Bellini, Cima da Conegliano, Durer, Lotto, Jacopo da Bassano, Bruegel, Palma il Vecchio, Paolo Veronese, Guercino e altri ancora, in un percorso che vuole testimoniare l’avvento nella storia dell’arte di un nuovo concetto e di un nuovo soggetto artistico autonomo: il paesaggio. Quasi in contemporanea, le sale di Palazzo Reale accoglieranno la prima grande antologica che Milano dedica al Premio Nobel Dario Fo, soffermandosi sui momenti fondamentali della sua formazione artistica. La mostra, intitolata “Lazzi, sberleffi e dipinti”, affiancherà alle opere già realizzate una bottega-laboratorio aperta al pubblico e una serie di incontri-lezione del Maestro. In preparazione al settimo incontro mondiale delle famiglie con il Pontefice, che si svolgerà a Milano in maggio, Palazzo reale ospiterà due eventi: un’installazione sonora del premio Turner Susan Philipsz sul tema della famiglia nella cappella palatina di San Gottardo, contigua a Palazzo Reale (che per l’occasione tornerà ad essere collegata agli altri spazi espositivi del Palazzo) e una mostra fotografica promossa in collaborazione con la Diocesi di Milano, “Famiglia all’italiana”, che illustrerà le trasformazioni dell’istituto familiare attraverso i fotogrammi di celebri film del passato. Tra maggio e giugno, oltre all’esposizione – per la prima volta a Milano – della Collezione Acacia (che affianca nomi di artisti italiani già affermati a livello internazionale - come Pivi, Toderi, Vezzoli o Cattelan - accanto ad artisti emergenti in rapida crescita come Vascellari e Trevisani), Palazzo Reale produrrà e ospiterà la mostra “Addio Anni ’70. Arte a Milano”, che ricreerà il sistema dell’arte a Milano negli anni Settanta, riscoprendo le connessioni fra artisti e contesto sociale, e ricostruendo così il contesto all’interno del quale si inserisce anche l’esposizione, sempre a Palazzo Reale, de “I funerali dell’anarchico Pinelli” di Enrico Baj, nonché le mostre di Dario Fo e Fabio Mauri (alla Fabbrica del Vapore). Durante i mesi estivi, le sale di Palazzo Reale ospiteranno “Project Room”, un progetto che verrà realizzato direttamente dal Comune, selezionando giovani artisti a cui verrà destinato uno spazio per la creazione di “laboratori della creatività”. L’autunno di Palazzo Reale ospiterà il grande ritorno a Milano di Pablo Picasso, un protagonista assoluto della scena artistica del Novecento. A partire dal 20 settembre, più di 150 opere originali provenienti dalla collezione del Museo Picasso di Parigi testimonieranno il percorso di uno dei giganti della storia dell’arte moderna, dal “periodo blu” fino agli ultimi anni. Una sezione speciale della mostra, curata dal Comune, approfondirà la storica esposizione milanese del 1953, che è rimasta nella storia anche per la presenza di “Guernica” sulla parete di fondo della Sala delle Cariatidi, ancora semidistrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. In primavera Jurgen Teller, iconoclasta fotografo di moda, presenterà un progetto speciale pensato appositamente per Milano; mentre a novembre Charles Ray, uno degli scultori contemporanei più importanti degli ultimi trent’anni esporrà una selezione del suo lavoro nella Sala delle Cariatidi a novembre. E’ inoltre in corso di preparazione una mostra-omaggio alla figura di Giulio Einaudi, nel centenario della sua nascita. Il Pac Padiglione d’Arte Contemporanea continuerà il suo impegno di ricerca e sperimentazione nel mondo delle discipline artistiche della contemporaneità, inserendosi sempre più nel circuito di collaborazioni internazionali (è in corso di perfezionamento un gemellaggio con la Serpentine Gallery di Londra) e concentrando la sua attenzione su esposizioni personali e retrospettive dedicate ad artisti viventi. Inaugura il 21 marzo la prima importante mostra-evento di Marina Abramoviç in Italia, per la quale l’artista ha studiando una nuova performance ideata appositamente per il Pac. L’esposizione presenterà video e foto delle più celebri performance dell’artista serba, incluso – per la prima volta in Italia – il video di “The Artist is Present”, realizzata da Marina Abramoviç al Moma di New York nel 2010. Ad ottobre, sempre al Pac, si aprirà la prima personale di Alberto Garutti, una delle figure più importanti e influenti della scena artistica italiana, che ripercorrerà quarant´anni di carriera artistica attraverso una selezione dei suoi lavori più significativi. In collaborazione con lo spazio e collettivo e-flux, è in programmazione la mostra-progetto sarà dedicata alla figura pioneristica del giornalista e documentarista della Bbc, Adam Curtis, che approfondirà le relazioni tra arte e media dalla fine degli anni ottanta ai giorni nostri. Nelle sale del Castello Sforzesco verranno realizzate esposizioni capaci di interagire con la sua struttura architettonica e di valorizzare la ricchezza delle sue collezioni. Perfettamente coerente appare quindi la collocazione, tra maggio e settembre, della mostra intitolata “Bramantino a Milano”, dedicata a riscoprire la figura di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, uno degli artisti principali del Cinquecento milanese, di cui i Musei del Castello Sforzesco posseggono un importante nucleo di opere. Il progetto espositivo intende proporre in ordine cronologico i lavori del Bramantino presenti a Milano, riunendo per la prima volta tutte le opere disperse in sedi differenti come la Pinacoteca Ambrosiana, la Pinacoteca di Brera e le collezioni private. In primavera le sale del Castello ospiteranno le opere dell’artista bosniaco Safet Zec, che saranno protagoniste di una mostra ispirata ai temi del Vii Convegno mondiale delle Famiglie. In coerenza con le sue raccolte di Arti applicate e disegno industriale, il Castello ospiterà in aprile (nel periodo del Salone del Mobile) una mostra curata da Beppe Finessi sulle relazioni tra arte contemporanea e Design dal titolo “Tra i Corpi”. A giugno una mostra omaggerà la figura di Luigi Vassalli, egittologo, patriota risorgimentale, pittore e intellettuale eclettico; mentre in autunno, sempre nell’ottica della valorizzazione del proprio patrimonio, il Castello esporrà una selezione di circa 50 pezzi della collezione civica dei tessuti copti del Castello Sforzesco, databili tra il Iv e l´Viii secolo d.C. Gli spazi ex Ansaldo, sede del Museo delle Culture del Mondo, che inaugurerà in autunno, verranno destinati ad ospitare grandi mostre sull’interculturalità e progetti multimediali, oltre alle collezioni etnografiche del Comune di Milano. Il programma espositivo si apre a maggio con un teaser della mostra “Human Family”, ispirato alla famosa mostra fotografica “Family of Man”, realizzata dal Museum of Modern Art di New York nel 1955. Una mostra che – in collaborazione con il Forum della Città Mondo che riunisce le associazioni delle comunità straniere di Milano – esplorerà le configurazioni della famiglia nella nostra contemporaneità. Il progetto espositivo sarà realizzato nella sua interezza nell’autunno 2012, periodo durante il quale gli spazi rinnovati dell’ex fabbrica Ansaldo accoglieranno anche Dak’art. La mostra offrirà, in prima italiana assoluta, una selezione speciale del vasto panorama dell’arte contemporanea africana, presentando le opere di venticinque artisti che hanno partecipato alle undici precedenti edizioni della Biennale di Dakar. Il Museo del Novecento, a un anno dal suo ingresso sulla scena culturale milanese, propone nei propri spazi dedicati alle esposizioni temporanee una programmazione attenta alla valorizzazione del proprio patrimonio, che colloquia costantemente con la collezione esposta in Museo. Il 29 marzo inaugura nello Spazio Mostre “Tecnica mista”, una mostra che esplora i materiali e le tecniche di realizzazione delle opere d’arte nel Novecento, esponendo opere di proprietà del Museo e illustrandone le varie “modalità” di fattura: dal collage all’assemblaggio, dalle installazioni alle materie plastiche. In autunno, per la rassegna “Primo piano d’artista”, la manica lunga del Museo ospiterà la mostra-evento di Fabio Viale, che per l’occasione sposterà il suo atelier in Museo e realizzerà “live” un’opera in marmo. A seguire, si aprirà l’esposizione dedicata alle opere donate al Museo del Novecento dalla Collezione Gianferrari, che vedrà circa venti opere del ‘900 allestite nello Spazio mostre a cura dello studio Libeskind in modo da ricostruire il più possibile fedelmente il rapporto tra le opere e il contesto d’arredo in cui erano collocate. In autunno è prevista un mostra speciale dedicata al Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, che ripercorre le tre fasi operative che hanno portato alla definizione dell´opera e che si concretizzano in altrettanti quadri: Ambasciatori della fame (1892), Fiumana (1895-96) Il cammino dei lavoratori/Il Quarto Stato (1898-1901). In mostra cartoni, veline, materiali pittorici (colori e tavolozze), grafici ed epistolari relativi all’esecuzione del dipinto. La Gam Galleria d’Arte Moderna, che ha sede nella Villa Reale di via Palestro, punto di snodo tra la cultura tardo settecentesca e la Milano moderna, continuerà a realizzare mostre e progetti che traggono origine dalla sua preziosa collezione, accanto a interventi di conservazione e restauro delle stanze della Villa. In programma infatti vi è un progetto di riqualificazione di sei delle sue sale, mediante il recupero dei pavimenti settecenteschi e delle decorazioni dei soffitti ad affresco. Terminato il recupero, a fine 2012 si aprirà al pubblico un’esposizione, prodotta e curata dalla stessa Gam, dell´importante nucleo di sculture del grande artista Medardo Rosso, oggi al centro dell’ attenzione della critica internazionale per la sua poetica anticipatrice, riallestite in un percorso tematico e cronologico e integrate con sculture, fotografie e disegni concesse dagli eredi e provenienti dalla casa-museo di Barzio. In attesa che si avvii il grande progetto per il Palazzo delle Scintille, Palazzo Morando, collocato nel cuore del quadrilatero della moda, continuerà ad essere lo spazio “naturale” per mostre dedicate al costume, alla moda e all’immagine fotografica. Da maggio a luglio ospiterà infatti “Fashion knithwear”, mostra organizzata in collaborazione col Museo della Moda di Anversa, che ruota intorno al concetto di “confine” e gioca sullo “sconfinamento” continuo tra le diverse discipline creative, tema che caratterizza la ricerca di alcuni tra i fashion designer più all’avanguardia e l’estetica di diversi artisti contemporanei. In autunno, invece, un’antologica dedicata a Walter Albini, stilista e maestro del made in Italy che negli anni Sessanta e Settanta ha aperto la strada al pret-à-porter italiano. A seguire, una personale dedicata al pittore milanese Angiolo D’andrea (1880-1942). Palazzo Morando si caratterizzerà sempre più come sede per esposizioni fotografiche, a partire dalla mostra dedicata interamente a James Nachtwey, il grande fotografo che negli ultimi vent’anni ha seguito e denunciato con la sua macchina fotografica guerre e conflitti in tutto il mondo, fino alla grande retrospettiva (co-prodotta con la Fondazione Cini di Venezia) del fotografo milanese Gabriele Basilico. Una personale di Francesco Jodice, infine, proporrà una selezione significativa del progetto denominato What we want, un “atlante fotografico” di spazi urbani e comportamenti sociali, al quale l’artista sta lavorando da molti anni. A Palazzo Moriggia, sede del Museo del Risorgimento e dunque legato per vocazione alla storia e alla tradizione di Milano, “La moderna xilografia in Italia 1808-1897” approfondirà l’opera di quegli artisti milanesi che introdussero in Italia la tecnica della silografia su legno di testa, messo a punto da Thomas Bewick nel Xviii secolo, mettendo in evidenza il ruolo chiave della nostra città nel processo di modernizzazione delle tecniche di stampa. La Fabbrica del Vapore di via Procaccini continuerà a parlare il linguaggio della contemporaneità e della sperimentalità. Coerentemente, in occasione del Salone del Mobile 2012, la sua Cattedrale ospiterà “Autoproduzione Milano”, una mostra-laboratorio dedicata al mondo del Design. In tarda primavera, la Fabbrica del Vapore ospiterà una antologica dedicata a Fabio Mauri, in contemporanea con la sua partecipazione alla nuova edizione di Documenta di Kassel. Il Museo di Storia Naturale, uno dei tre pilastri del Polo Scientifico Museale milanese, ha iniziato da qualche settimana una nuova vita, grazie alla mostra sui Viaggi di Luca Cavalli Sforza, che resterà aperta fino al 1° aprile, e agli eventi connessi con l’Evolution Day che si è appena concluso. La stretta collaborazione con l’American Museum of Natural History di New York porterà a realizzare una serie di mostre coprodotte, la prima delle quali – Brain – sarà dedicata al funzionamento del cervello e permetterà al pubblico di capire quanti e quali passi avanti siano stati fatti nella ricerca sul cervello. L’esposizione, a cavallo tra la fine del 2012 e il 2013 è organizzata su un progetto scientifico che svelerà i misteri del cervello attraverso approfondimenti sui sensi, su cervello emozionale e cervello pensante, sulle scoperte che hanno permesso la conoscenza di quest’ organo e del suo sviluppo, indagando l’importanza che il cervello ha nell’immaginario collettivo del ventunesimo secolo. Sede di riflessione del rapporto tra Arte e Scienza, il Museo ospiterà anche “Food”, progetto ideato e organizzato da Art for The World, Ong associata al Dipartimento d’Informazione Pubblica dell’Onu, costituirà un momento di riflessione sul problema dell’alimentazione in vista dell’Expo 2015, attraverso opere, performance, proiezioni di corti e lungometraggi, laboratori e workshop. La Rotonda di via Besana, dedicata ai progetti culturali per i bambini e le famiglie, ospiterà in primavera Equilibrio, una grande mostra dedicata ai bambini e incentrata sui temi dell’alimentazione e delle risorse alimentari. Il progetto, ideato dal Muba Museo del Bambino, è indirizzato in particolare alla scuola dell’infanzia ed elementare. La mostra aprirà in occasione di “Mifood” e sarà il cuore degli eventi cittadini dedicati ai bambini in quei giorni. Completerà il percorso espositivo uno spazio di documentazione ed approfondimento con laboratori realizzati sulle singole tematiche. Il Palazzo della Ragione, riqualificato e recuperato interamente nei suoi spazi espositivi, è destinato a diventare nei prossimi anni il luogo di eccellenza sulla storia presente, passata e futura di Milano. Tra i molti progetti in corso di definizione, una grande mostra prodotta dal Museo Diocesiano di Milano in occasione dei 1700 anni dalla promulgazione dell’Editto di Costantino. Una grande esposizione che ripercorrerà il quadro sociale, economico e politico dell’epoca per approfondire le origini della religione, l’organizzazione delle comunità cristiane, i rapporti con il potere imperiale. Il Museo del Fumetto avrà quest’anno un calendario molto ricco di eventi. Si comincia dalla mostra sul processo creativo che dai manga porta alle anime, le serie animate televisive. Per arrivare a fine anno insieme a Martin Mystère uno dei tanti personaggi prodotti da Sergio Bonelli  
   
   
MILANO (FONDAZIONE MARCONI): SONIA DELAUNAY. ATELIER SIMULTANÉ 1923/1934 - INAUGURAZIONE MOSTRA: 22 FEBBRAIO 2012  
 
“Sonia Delaunay non reputa le cose familiari, le cose della vita, inferiori come contenuto ai quadri che la resero nota … Voglio ancora ringraziarla per aver abolito un pregiudizio di gerarchie, di amare la vita, la magnifica vita, e per donarci dei capolavori che fanno più belli i nostri gesti quotidiani” (René Crevel) Mercoledì 22 febbraio 2012 la Fondazione Marconi ha il piacere di presentare la mostra Sonia Delaunay. Atelier simultané 1923 -1934. La mostra è dedicata alle creazioni di Sonia Delaunay, artista che ha rivoluzionato la storia dell’arte, della moda e del costume del secolo scorso. Nata nel 1885 in Ucraina, l’artista attinge proprio lì quelle indimenticabili visioni colorate, costantemente presenti nel suo lavoro. Sono soprattutto i colori dei vestiti dei contadini russi a rimanerle impressi nella mente e la coperta in patchwork che realizzerà nel 1911 per il figlio Charles ne è testimonianza. Arrivata a Parigi nel 1905, subisce il fascino e l’influenza delle opere di Van Gogh, Gaughin e del fauvismo, che trasporrà poi nel suo lavoro in maniera personalissima. Nel 1909 conosce Robert Delaunay, che sposa l’anno successivo, con cui condivide una passione totalizzante per la pittura e soprattutto per il colore come essenza della pittura. Scrive Robert Delaunay “ Il colore, che è frutto della luce come ha scritto Apollinaire, è alla base dei mezzi materiali del pittore – ed è il suo linguaggio. Il pittore quindi, lavora con il sussidio di elementi fisici, che la sua volontà deve dominare nel suo complesso”. I colori, distribuiti sulla superficie del quadro creano tra loro delle relazioni che si ricreano nell’occhio dello spettatore, “quello che generalmente si chiama mescolanza ottica”. Le loro ricerche basate sulle teorie del colore di Chevreul e sulla rifrazione della luce approdarono al movimento chiamato orfismo. Il percorso dell’artista è stato caratterizzato da una poliedrica attività: Sonia Delaunay si spinse oltre la pittura, indirizzandosi a partire dal 1913 verso la produzione tridimensionale: tessuti, stoffe, vestiti, ambienti a contrasti simultanei, creazioni astratte con rapporti cromatici. Dal 1923 Sonia Delaunay è chiamata da una Casa di Lione interessata ai suoi disegni di tessuti per la realizzazione di abiti e nel 1924 l’artista apre il suo Atelier Simultané: un laboratorio dove vengono abbattute le tradizionali frontiere tra i settori in una perfetta armonia creativa. La mostra, allestita sui due piani dello spazio espositivo presenta una parte importante dell’opera di Sonia Delaunay: circa cento gouaches realizzate tra il 1923 - 1934 in cui emerge la ricerca dell’artista sul colore, sul rapporto figura – sfondo e l’attenzione per le trame, e molti studi che ne testimoniano l’elaborazione. Le gouache create da Sonia Delaunay tra il 1923 -1934, la cui progettazione è testimoniata dai Libri Neri, costituiscono un corpus di ricerche importanti dove l’artista sembra anticipare problematiche poi affrontate da altri artisti, anche se con significati diversi, si è parlato di Dorazio, Morellet, Calder, Vasarely… Sonia Delaunay nasce nel 1885 a Gradiesk, in Ucraina, con il nome di Sonia Terk Stern, trascorre l’infanzia a Pietroburgo e mostra una precoce inclinazione per le arti. Dopo i primi studi di disegno all’Accademia di Karlsruhe, nel 1905 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’Académie de la Palette e inizia a dipingere nel solco del postimpressionismo. Nel 1908 espone una selezione di opere nella galleria parigina di Wilhelm Uhde, che sposa l’anno seguente. Tuttavia il matrimonio ha breve durata, e nel 1910 l’artista sposa Robert Delaunay, con il quale avvia una ricerca sulla luce e sul colore che approderà alla nascita dell’orfismo. Fin dai primi anni dieci si dedica sia alla luce sia alle arti applicate, sviluppando il tema dei “contrasti simultanei” e lo studio della rifrazione della luce su diversi supporti, sperimentando anche il collage. Nel 1913 espone all’Erster Deutscher Herbstsalon, un’ampia rassegna sull’avanguardia internazionale che si tiene alla Galerie Der Sturm di Berlino, e l’anno seguente partecipa al Salon des Indépendants di Parigi. Presente alle maggiori manifestazioni di tendenza, inizia ad avere personali in varie città europee. A seguito della rivoluzione d’ottobre cessa di percepire la rendita che assicurava la tranquillità economica alla sua famiglia, e da ora in poi il suo impegno nelle arti applicate diventa sempre più costante. Oltre ai costumi per i Ballets Russes di Diaghilev (Cléopâtre, 1917) e per l’opera teatrale di Tristan Tzara Le coeur à gaz (1923), si dedica alla produzione di tessuti, abiti e arazzi e lavora nel campo del design industriale. Nel 1925 le sue creazioni d’avanguardia riscuotono grandi consensi all’Esposizione internazionale di arti decorative di Parigi, e nello stesso anno l’artista apre un emporio di abiti e accessori insieme allo stilista Jacques Heim. Negli anni trenta aderisce al gruppo Abstraction-création e partecipa alle principali collettive del movimento. Nel 1937 lavora con Robert Delaunay alle decorazioni per l’Esposizione universale di Parigi, e l’anno seguente lo Stedelijk Museum di Amsterdam le dedica un’ampia retrospettiva. Dopo la guerra partecipa alla fondazione del Salon des Réalités Nouvelles, ideato per la promozione e l’aggregazione di tutte le esperienze astratte internazionali. Dagli anni cinquanta si susseguono importanti retrospettive nei principali musei del mondo, e l’artista ottiene numerosi riconoscimenti per il suo fondamentale contributo alla diffusione dell’estetica d’avanguardia nel campo delle arti applicate. Si spegne a Parigi nel 1979. Info: Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea - Via Tadino, 15, 20124 Milano - Tel. 02 29 41 92 32 - fax 02 29 41 72 78 - info@fondazionemarconi.Org  - www.Fondazionemarconi.org -  Inaugurazione: 22 febbraio 2012 - Durata mostra: 23 febbraio – 31 marzo 2012  
   
   
MILANO (FONDAZIONE MARCONI): SONIA DELAUNAY. GRAFICA - APERTURA MOSTRA: 22 FEBBRAIO 2012 ORE 19  
 
Lo Studio Marconi ’65 presenta con la mostra “Sonia Delaunay. Grafica” la produzione grafica dell’artista: 16 litografie a colori e Le coeur à gaze, i bozzetti dei costumi realizzati dall’artista per la pièce teatrale di Tristan Tzara, un dialogo surreale tra le varie parti che compongono il volto umano (occhio, bocca e naso) rappresentato per la prima volta alla Galerie Montaigne nel 1921. L’esposizione di grafiche arricchisce e completa la mostra allestita alla Fondazione Marconi dove sono presentate circa cento gouaches realizzate dall’artista tra il 1923 e il 1934. La mostra è dedicata alle creazioni di Sonia Delaunay, artista che ha rivoluzionato la storia dell’arte, della moda e del costume del secolo scorso. Nata nel 1885 in Ucraina, l’artista attinge proprio lì quelle indimenticabili visioni colorate, costantemente presenti nel suo lavoro. Sono soprattutto i colori dei vestiti dei contadini russi a rimanerle impressi nella mente e la coperta in patchwork che realizzerà nel 1911 per il figlio Charles ne è testimonianza. Arrivata a Parigi nel 1905, subisce il fascino e l’influenza delle opere di Van Gogh, Gaughin e del fauvismo, che trasporrà poi nel suo lavoro in maniera personalissima. Nel 1909 conosce Robert Delaunay, che sposa l’anno successivo, con cui condivide una passione totalizzante per la pittura e soprattutto per il colore come essenza della pittura. Scrive Robert Delaunay “ Il colore, che è frutto della luce come ha scritto Apollinaire, è alla base dei mezzi materiali del pittore – ed è il suo linguaggio. Il pittore quindi, lavora con il sussidio di elementi fisici, che la sua volontà deve dominare nel suo complesso”. I colori, distribuiti sulla superficie del quadro creano tra loro delle relazioni che si ricreano nell’occhio dello spettatore, “quello che generalmente si chiama mescolanza ottica”. Le loro ricerche basate sulle teorie del colore di Chevreul e sulla rifrazione della luce approdarono al movimento chiamato orfismo. Il percorso dell’artista è stato caratterizzato da una poliedrica attività: Sonia Delaunay si spinse oltre la pittura, indirizzandosi a partire dal 1913 verso la produzione tridimensionale: tessuti, stoffe, vestiti, ambienti a contrasti simultanei, creazioni astratte con rapporti cromatici. Dal 1923 Sonia Delaunay è chiamata da una Casa di Lione interessata ai suoi disegni di tessuti per la realizzazione di abiti e nel 1924 l’artista apre il suo Atelier Simultané: un laboratorio dove vengono abbattute le tradizionali frontiere tra i settori in una perfetta armonia creativa. Sonia Delaunay nasce nel 1885 a Gradiesk, in Ucraina, con il nome di Sonia Terk Stern, trascorre l’infanzia a Pietroburgo e mostra una precoce inclinazione per le arti. Dopo i primi studi di disegno all’Accademia di Karlsruhe, nel 1905 si trasferisce a Parigi, dove frequenta l’Académie de la Palette e inizia a dipingere nel solco del postimpressionismo. Nel 1908 espone una selezione di opere nella galleria parigina di Wilhelm Uhde, che sposa l’anno seguente. Tuttavia il matrimonio ha breve durata, e nel 1910 l’artista sposa Robert Delaunay, con il quale avvia una ricerca sulla luce e sul colore che approderà alla nascita dell’orfismo. Fin dai primi anni dieci si dedica sia alla luce sia alle arti applicate, sviluppando il tema dei “contrasti simultanei” e lo studio della rifrazione della luce su diversi supporti, sperimentando anche il collage. Nel 1913 espone all’Erster Deutscher Herbstsalon, un’ampia rassegna sull’avanguardia internazionale che si tiene alla Galerie Der Sturm di Berlino, e l’anno seguente partecipa al Salon des Indépendants di Parigi. Presente alle maggiori manifestazioni di tendenza, inizia ad avere personali in varie città europee. A seguito della rivoluzione d’ottobre cessa di percepire la rendita che assicurava la tranquillità economica alla sua famiglia, e da ora in poi il suo impegno nelle arti applicate diventa sempre più costante. Oltre ai costumi per i Ballets Russes di Diaghilev (Cléopâtre, 1917) e per l’opera teatrale di Tristan Tzara Le coeur à gaz (1923), si dedica alla produzione di tessuti, abiti e arazzi e lavora nel campo del design industriale. Nel 1925 le sue creazioni d’avanguardia riscuotono grandi consensi all’Esposizione internazionale di arti decorative di Parigi, e nello stesso anno l’artista apre un emporio di abiti e accessori insieme allo stilista Jacques Heim. Negli anni trenta aderisce al gruppo Abstraction-création e partecipa alle principali collettive del movimento. Nel 1937 lavora con Robert Delaunay alle decorazioni per l’Esposizione universale di Parigi, e l’anno seguente lo Stedelijk Museum di Amsterdam le dedica un’ampia retrospettiva. Dopo la guerra partecipa alla fondazione del Salon des Réalités Nouvelles, ideato per la promozione e l’aggregazione di tutte le esperienze astratte internazionali. Dagli anni cinquanta si susseguono importanti retrospettive nei principali musei del mondo, e l’artista ottiene numerosi riconoscimenti per il suo fondamentale contributo alla diffusione dell’estetica d’avanguardia nel campo delle arti applicate. Si spegne a Parigi nel 1979. Info: Studio Marconi ‘65 Via Tadino 17, 20124 Milano Tel & Fax 02 29511297 info@studiomarconi.Info  www.Studiomarconi.info  Apertura mostra: 22 febbraio 2012 Durata mostra: 23 febbraio – 31 marzo 2012 Orari: martedì – sabato dalle 15 alle 19  
   
   
MILANO (GALLERIA BIANCA MARIA RIZZI & MATTHIAS RITTER): LEO FERDINANDO DEMETZ. LA RINASCITA A CURA DI ALESSANDRA REDAELLI - 1 MARZO/13 APRILE 2012  
 
Si apre il 1° marzo la personale di Leo Ferdinando Demetz alla Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter di Milano: un intenso viaggio nell’umanità angosciata, imprigionata, a tratti feroce - ma anche ironica e irriverente - dell’artista altoatesino. La mostra presenta 25 sculture in legno di tiglio e castagno, accuratamente selezionate dalla curatrice Alessandra Redaelli. La scultura “La rinascita”, cuore dell’esposizione, dà il titolo alla mostra. Un titolo significativo per diverse ragioni: perché traccia una continuità con l’ultima personale che l’artista ha tenuto da Bianca Maria Rizzi e Matthias Ritter “Richiamo all’origine” e perché artista e galleristi affrontano un nuovo inizio, una rinascita appunto, nei rinnovati spazi della galleria. In Leo Ferdinando Demetz la tradizione si fonde in modo inscindibile alla contemporaneità: le tecniche della scultura lignea tramandate nella sua famiglia di generazione in generazione si uniscono, nei suoi busti, ad una passione ricca di sensibilità che lo ha reso in grado di raggiungere quella libertà espressiva e quell’empatia che rendono i suoi soggetti unici e riconoscibili. A partire dal legno di tiglio, sua materia d’elezione, l’artista riesce a fare di tradizione e forma un tutt’uno, accedendo così all’ambito del trascendente e dell’immateriale. I soggetti da lui ritratti – persone comuni, uomini, donne, ribelli, prelati, ladri, muratori, giovani – sono tutti accomunati da passioni avide e smaniose e sono colti nell’attimo esatto in cui tale passione emerge con tutta la sua forza. La dimensione temporale è fondamentale nelle opere di Demetz. Tutto è giocato sull’attimo: l’attimo in cui un bandito si vede sorpassare dal proiettile a lui destinato e che, sporco di sangue, ha probabilmente colpito qualcun altro; l’attimo immediatamente precedente alla morte di un muratore che vede, forse, crollarsi addosso qualcosa; l’attimo intensamente meditativo di una giovane donna che ricorda un dolore mai sopito. Nello spazio, le sculture di Leo Ferdinando Demetz si pongono aggettanti dai muri. Si tratta di busti che emergono dalle pareti verticali quasi come anime inquiete ansiose di liberarsi: in questo ricordano i prigioni michelangioleschi costretti dalla materia ad una mobilità limitata e sofferta. Del “saper fare” scultoreo che ha acquisito nella sua terra d’origine, la Val Gardena, Demetz non possiede quella austerità e severità; al contrario, i suoi lavori, di grande espressività, si immergono in una humanitas che ha molto a che vedere con un’emotività primordiale e con uno spirito comunicativo che raggiunge in certi casi toni ironici e grotteschi. Lo scultore riesce infatti a far emergere dal legno ogni più piccola espressione mimica, ogni singolo muscolo teso, in una volontà di affermare un’individualità precisa, unica e diversa da tutte le altre. A corredo della mostra, è disponibile un catalogo con testo critico di Alessandra Redaelli. In collaborazione con Consorzio Tutela Valcalepio. Info: Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter - Via Cadolini, 27, 20137 Milano - Tel. 02 58314940 - info@galleriabiancamariarizzi.Com  - www.Galleriabiancamariarizzi.com  
   
   
MILANO (TRIENNALE): DA ZERO A CENTO, LE NUOVE ETÀ DELLA VITA - ARTE + SCIENZA: DUE OCCHI SU NOI STESSI - 21 FEBBRAIO/1 APRILE 2012  
 
Lunedì 20 febbraio alle ore 18,30 inaugura alla Triennale di Milano, “Da Zero a Cento, le nuove età della vita”, mostra d’arte e di scienza ideata e prodotta da Fondazione Marino Golinelli in partnership con La Triennale di Milano, a cura di Giovanni Carrada e Cristiana Perrella con la collaborazione di Silvia Evangelisti (www.Dazeroacentolamostra.it ). La mostra, in programma dal 21 febbraio al 1 aprile 2012 si propone di indagare come e perché il nostro corpo e la nostra mente sono molto diversi da quelli delle generazioni precedenti, e come svilupparne meglio le potenzialità. Lo fa attraverso le intuizioni di alcuni grandi artisti contemporanei come Evan Baden, Guy Ben-ner, Martin Creed, Hans Peter Feldmann, Stefania Galegati Shines, Anish Kapoor, Ryan Mc Ginley, Marcello Maloberti, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Gabriel Orozco, Adrian Paci, John Pilson, Cindy Sherman, Frances Stark, Miwa Yanagi. Sei ambienti espositivi, uno per ogni età dell’esistenza umana (concept dell’allestimento Iosa Ghini Associati) mettono a confronto le opere d’arte con le attuali scoperte della scienza. Insieme alle opere d’arte, alcune delle quali realizzate appositamente per l’esposizione, una serie di exhibit scientifici non solo mostreranno come e perché la nostra vita è cambiata, ma spiegheranno anche che cosa oggi sappiamo di nuovo su ogni età. La mostra si apre all’insegna di cento e uno scatti fotografici di Hans-peter Feldmann che mostrano lo svolgersi della vita ritraendo persone, mettendo in scena così un dialogo tra condizione universale e storie individuali. La vita comincia ancor prima di venire al mondo, come raccontano le opere fortemente evocative di Gabriel Orozco e Anish Kapoor. Il gioco e l’educazione sono i due elementi che caratterizzano l’infanzia, raccontati rispettivamente da Martin Creed e Guy Ben-ner. L’adolescenza, fase turbolenta e di scoperta di se stessi, emerge nelle sue diverse sfaccettature nelle opere di Marcello Maloberti, Ryan Mc Ginley e Evan Baden. Il delinearsi di nuovi tipi di approccio relazionale si ripresenta in fase più adulta, momento che segna la scelta del partner e la costituzione di una propria famiglia. Così Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, raccontano lo sviluppo di una storia d’amore che matura fino all’arrivo del primo figlio; Frances Stark riporta l’attenzione sulla natura dei rapporti sentimentali e sessuali nell’era della tecnologia e della comunicazione virtuale, dove il partner può essere scelto in una video chat room. La maturità, rappresentata in mostra dalle opere di Adrian Paci e Cindy Sherman, presenta anch’essa una fase complessa che vede il concretizzarsi delle proprie aspettative lavorative e sociali ma, allo stesso tempo, l’avvicinarsi della vecchiaia. Infine, la vecchiaia: terza età secondo la tripartizione classica, oggi sesta, o forse addirittura settima, tappa della vita. Il protagonista del video di John Pilson, preso nell’ingranaggio dei suoi ritmi lavorativi ignora la morte che batte la mano sulla sua spalla; le giovani donne scelte da Miwa Yanagi, poi trasformate e ritratte come donne anziane, immaginano una vecchiaia in piena attività; i personaggi del film di Stefania Galegati Shines riscoprono l’amore (anche quello fisico), a distanza di quasi mezzo secolo. Gli exhibit scientifici mostreranno ad esempio quanto le condizioni e gli stili di vita influenzeranno la salute del nascituro per tutta la sua esistenza; come il “coltivare” il cervello dei bambini; come l’adolescenza sia un’età di straordinaria plasticità del cervello per permettere alla persona di adattarsi alla cultura del suo gruppo sociale; perché i comportamenti legati alla scelta sessuale siano i meno influenzabili dalle mutate circostanze ambientali o perché la mezza età può oggi essere dal punto di vista fisico un prolungamento della gioventù. Inoltre gli exhibit sveleranno i segreti per una buona “manutenzione” del capitale biologico nel corso della vita e per continuare a crescere intellettualmente anche durante la vecchiaia. Infine, curiosità e previsioni su come saranno gli uomini del futuro. Attraverso gli exhibit, i visitatori potranno anche sperimentare in prima persona la crescita del quoziente intellettivo rispetto ai propri antenati con il test di Raven, oppure, con un’altra semplice prova, calcolare il tessuto adiposo sulla pancia per valutare i rischi crescenti di malattie cardiovascolari. E ancora: misurando il rapporto tra la lunghezza del dito anulare e dell’indice della mano destra, calcolare la quantità di testosterone ricevuto dalla madre, ormone responsabile non solo dei caratteri sessuali ma anche di importanti aspetti della personalità. Collegati al tema della mostra la Fondazione Marino Golinelli organizza alcuni convegni sul tema delle età dell’uomo con studiosi ed esperti di discipline diverse. Segnaliamo tra questi, in partnership con la Fondazione Corriere della Sera in Sala Buzzati, il ciclo Le nuove età della vita: martedì 6 marzo Quando inizia e finisce la vita; martedì 13 marzo Le età del cervello; martedì 20 marzo Le età digitali. Titolo: “Da Zero a Cento, le nuove età della vita.” Sede: Milano, Triennale di Milano Date : 21 febbraio – 1 aprile 2012 – Inaugurazione 20 febbraio, ore 18,30 Orari: da martedì a domenica 10.30 - 20.30 | Giovedì 10.30 – 23 | Lunedì chiusura settimanale. Ingresso: 8 euro - Gratuito per le scuole. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie per le scuole): Segreteria organizzativa Fondazione Marino Golinelli -Tel/fax 02.89457979 dazeroacento@golinellifondazione.Org ; dazeroacento-prenotazioni@golinellifondazione.Org    
   
   
PASSARIANO DI CODROIPO (VILLA MANIN): TIEPOLO  
 
4 Sarà una grande retrospettiva dedicata a Giambattista Tiepolo l´evento principe del programma espositivo del 2012 di Villa Manin, a Passariano di Codroipo. La colossale esposizione sul genio della pittura del Settecento europeo, sarà presentata alla Bit in un incontro con operatori e stampa, sabato 18 febbraio, nell´ambito di Prospetto Spazio Cultura, promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia insieme all´Azienda Speciale Villa Manin. Ad annunciare la mostra sul Tiepolo (prevista dal 15 dicembre 2012 al 7 aprile 2013) e le altre attività espositive del calendario 2012 di Villa Manin saranno l´Assessore regionale alla Cultura Elio De Anna e il Commissario Straordinario dell´Azienda speciale Villa Manin , Enzo Cainero. I contenuti scientifici della mostra-evento sul Tiepolo saranno illustrati dal curatore, professor Giuseppe Bergamini. Giambattista Tiepolo e villa Manin a Passariano: si tratta di un binomio che evoca un evento straordinario, la mostra del 1971 realizzata in occasione dei duecento anni dalla morte del pittore e destinata a segnare il punto di svolta nella sua fortuna critica. A distanza di tempo l´Azienda Speciale Villa Manin e la Regione Friuli Venezia Giulia realizzano in quella stessa sede un´esposizione monografica in grado di attraversare la complessa parabola artistica del pittore: una mostra di grande impegno che anche alla luce dei numerosi studi susseguitisi da allora consente oggi una valutazione più ampia e approfondita del Tiepolo. Se ne documenta l´evoluzione stilistica, con l´individuazione di alcuni momenti chiave del rapporto del Tiepolo con i suoi mecenati. Accanto all´esame dei singoli dipinti vengono quindi ricordati i maggiori committenti e gli intellettuali - come Scipione Maffei, Francesco Algarotti, i cugini Zanetti - che hanno seguito l´artista fin dagli esordi, influendo sulla sua formazione culturale. Impegnativi restauri promossi proprio in occasione della mostra permettono inoltre di accostarsi ad opere difficilmente visibili per la loro ubicazione o che hanno rischiato di essere compromesse da recenti, traumatici, avvenimenti. Tra le altre iniziative culturali di Villa Manin 2012, alla Bit saranno presentate anche le mostre dedicate al "Realismo socialista in Cecoslovacchia dal 1948 al 1989" e al "Teatro alla moda". Nell´incontro, l´Assessore De Anna anticiperà anche i contenuti della prossime edizione di Pordenone Legge. Info: Azienda speciale Villa Manin, Simona Cossu - tel. 0432.821213 - simona.Cossu@regione.fvg.it    
   
   
ROMA (MUSEO FONDAZIONE ROMA, PALAZZO CIPOLLA): SCULTURE DALLE COLLEZIONI SANTARELLI E ZERI A CURA DI ANDREA G. DE MARCHI- 27 MARZO/1 LUGLIO 2012  
 
Dopo il successo della grande mostra sull’icona dell´arte americana del Xx Secolo Georgia O’keeffe, la Fondazione Roma offre al pubblico un’inedita esposizione intitolata Sculture dalle Collezioni Santarelli e Zeri dedicata a due grandi collezionisti italiani: Federico Zeri, grande critico d’arte, e Paola Santarelli, appartenente a una famiglia del mondo imprenditoriale. Promossa dalla Fondazione Roma, l’esposizione è organizzata dalla Fondazione Roma - Arte - Musei con Arthemisia Group, in collaborazione con la Fondazione Dino ed Ernesta Santarelli, e sarà ospitata nelle sale del Museo Fondazione Roma, Palazzo Cipolla, dal 27 marzo all’1 luglio 2012. La mostra Sculture dalle Collezioni Santarelli e Zeri, a cura di Andrea G. De Marchi e con la consulenza scientifica di Dario Del Bufalo, presenta in prevalenza statue, grandi frammenti lapidei e bassorilievi dall’antichità all’epoca barocca. Le opere, accessibili per la prima volta al pubblico in questa occasione, rappresentano gli interessi di Federico Zeri e di Paola Santarelli, i quali dedicarono molta attenzione alla scultura, nonostante le diverse posizioni e attitudini. La Fondazione Santarelli, istituita nel ricordo dei genitori Dino ed Ernesta Santarelli, ha concesso in prestito opere appartenenti al vasto nucleo fondativo della raccolta e alle aggiunte successive. Esse evidenziano un´intelligente linea strategica indirizzata su una produzione artistica fino a pochi anni fa assai sottostimata. La cospicua quantità di pezzi va dai reperti archeologici sino al ‘700, con un particolare interesse rivolto ai marmi colorati e alla storia di Roma. Di inestimabile valore storico, artistico e filologico sono le opere provenienti dal lascito del grande Federico Zeri (Roma, 12 agosto 1921 - Mentana, 5 ottobre 1998), che il critico accumulò nell’arco della sua vita, senza mai disporre di grandi mezzi economici – come egli stesso raccontava – ma seguendo la curiosità e il livello qualitativo, assistito sempre da un’eccezionale competenza tecnica e da una notevole dimestichezza nel commercio dell’arte. L´occasione consente anche interessanti considerazioni sulla figura di quello che è stato probabilmente lo studioso d´arte figurativa più insigne dalla metà del Xx secolo in qua. L’evento riunisce pezzi lapidei cercando di raccontare aspetti dello stile, dei soggetti e dei materiali della scultura, attraverso una selezione compiuta nelle due raccolte. L’esposizione mette in evidenza le affinità e le differenze che esse esprimono, permettendo qualche cenno sui vari approcci del collezionista nei confronti dell’opera da acquisire. Per illustrarlo è stato selezionato un nucleo straordinario di oltre 90 opere tra statue, reperti archeologici e ritratti provenienti dalle due Collezioni private e da importanti istituzioni museali, quali l’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, l’Accademia Carrara di Bergamo, e i Musei Vaticani. Per introdurre il visitatore nel clima suggestivo della mostra sono esposti capolavori come la Testa velata e la Testa di satiro, entrambe di ambito romano appartenenti al I Secolo d.C. Capolavori antichi quali la Ulpia Felicitas, busto femminile di Età tardo-repubblicana, e la Cerere del Ii-iii secolo d.C., provenienti dalla Collezione Santarelli, dialogano con le sculture Allegoria della Virtù vittoriosa sul Vizio e Andromeda legata alla rupe (Xvi-xvii sec.) di Pietro Bernini, entrambe appartenenti alla Collezione Zeri e provenienti dall’Accademia Carrara di Bergamo. Sono esposti anche molti bassorilievi della tradizione berniniana che tramandano le reali fattezze dei loro committenti, illustrando una delle grandi conquiste figurative dell´Occidente: il ritratto. Novità assoluta è l’illuminazione di alcuni pezzi, dinamica, proveniente da punti differenti. Si potranno così apprezzare meglio la qualità dei materiali e le tecniche scultoree delle superfici, nonché i volumi in gioco. In ultimo è allestito lungo il percorso di mostra Lo studio dello scultore, dove viene ricostruita la bottega di uno scultore, dotata dei vari strumenti e dei materiali di lavoro, per fornire al visitatore un´idea concreta delle tecniche esecutive. All’interno della stanza sono stati collocati lavori dei due celebri falsari romani della prima metà del Novecento: Gildo Pedrazzoni e Alceo Dossena  
   
   
GAETA (PINACOTECA COMUNALE D´ARTE CONTEMPORANEA): CREATIVITA’, MAGIA E SPIRITUALITA’ DELL’ARTE AFRICANA INFLUENZE SULL’ARTE OCCIDENTALE DEL XX SECOLO  
 
A Pinacoteca Comunale d’Arte Contemporanea “Giovanni da Gaeta” . Un viaggio affascinante tra le tribù africane attraverso la visione di 140 maschere che ne svelano rituali, costumi e capacità di imprigionare gli spiriti nelle loro raffigurazioni che pur non nascendo per essere opere d’Arte lo diventano. “Voi occidentali non potete capire il potere degli spiriti poiché le vostre orecchie sono sorde allo strepitio che proviene dal loro mondo” affermava lo sciamano e maestro africano Malidoma Somè. La mostra ha anche la finalità di portare all’attenzione del pubblico le influenze sull’Arte occidentale, in particolare agli inizi del Xx Secolo, da parte di un’ arte definita “primitiva”, considerata per secoli mero fatto di folklore e semplice testimonianza delle tradizioni del continente dove, non dimentichiamo, è nato l’homo sapiens. A partire dalla fine dell’ottocento con le esperienze di Paul Gauguin ed Henry Rousseau, il primo con viaggi reali in Martinica ed a Thaiti ed il secondo con escursioni fantastiche nei misteri degli abitanti della giungla, nasce tra le avanguardie un desiderio di ritorno alle origini, al primitivismo delle forme, alla forza dirompente dei colori puri, rifacendosi visibilmente alla scultura, al ritmo ed ai colori africani e ciò si ritrova in artisti Fauve ed in espressionisti tedeschi come Matisse, Derain, Vlamink, Kirchner, Pechstein, Schmidt-rottluff. Anche Modigliani e Brancusi sono affascinati dalle fattezze e dalle maschere del continente nero, prima considerate solo semplici feticci e strumenti rituali e propiziatori. Con il cubismo si penetra nell’aspetto strutturale dell’Arte africana, in particolare nella costruzione dei piani e dei volumi; Picasso, Braque, Gris e Archipencko, già consapevoli delle intuizioni di Cezanne, elevano in tal modo l’arte nera, da mero fatto artigianale, a vera e propria espressione artistica. “Les demoiselles d’Avignon” di Picasso è il prototipo e l’esempio più famoso del contributo africano alla ricerca artistica occidentale. Tanti maestri dell’arte contemporanea subiscono in qualche modo l’influenza dall’arte africana: pensiamo, tra gli altri, a Léger, Paul Klee, a Ernst, Mirò, Gabo. Citazione a parte merita Henry Moore, capace di penetrare a fondo nella lezione formale dell’arte nera. Più vicine nel tempo ricordiamo le sculture, poetiche e surreali, di Folon, tanto apprezzate da Federico Fellini. Tanti anonimi scultori, senza saperlo, rivivono nelle loro opere come invisibili protagonisti di un processo culturale che, in definitiva, rappresenta il risultato espressivo di un’etnia, di una collettività, non dell’individuo. Info: www.Pinacotecagiovannidagaeta.it -  info@pinacotecagiovannidagaeta.It    
   
   
POLO CULTURAL-NATURALISTICO REGGIA-PARCO LA MANDRIA  
 
Una sorta di joint venture tra la Reggia di Venaria e l’attiguo parco regionale della Mandria per creare un polo culturalnaturalistico tra i più belli del mondo è il progetto a cui lavorano la Regione Piemonte e gli enti coinvolti. L’iniziativa è stata presentata mercoledì 15 febbraio nel Borgo Castello della Mandria dal presidente Roberto Cota, dagli assessori regionali alla Cultura, Michele Coppola, e ai Parchi, William Casoni, insieme al direttore della Reggia, Alberto Vanelli, ed al commissario del parco, Roberto Rosso. «Abbiamo aperto una pagina nuova nella gestione dei parchi - ha detto Cota - e in particolare La Mandria, così vicino alla Reggia, che è il quinto complesso museale più visitato in Italia, ha enormi potenzialità di sviluppo. Deve però trarre dalle sue attività le risorse per finanziarsi, per fare un programma di investimenti e generare economia e benessere». Previsti, tra l’altro, collegamenti navetta tra la Reggia e La Mandria e nel parco, nonché la riqualificazione di cascine e ville abbandonate o poco utilizzate per creare strutture ricettive. «In cinque anni dall’apertura la Reggia è diventato uno dei siti più visitati d’Italia - ha osservato Coppola -. Lo stesso lancio avrebbe potuto avere La Mandria ». Www.regione.piemonte.it/notizie/piemonteinforma/diario/un-polo-cultural-naturalisticotra-reggia-di-venaria-e-parcola-mandria.html    
   
   
BELLINZONA (MUSEO IN ERBA): VIAGGIO NELLA CITTÀ - SOTTO LA LUNA II - BELLINZONA, CHE FAVOLA! - 3 MARZO/17 GIUGNO 2012  
 
Con il titolo “Viaggio nella città” il Museo in erba presenta due mostre che invitano i bambini a riflettere, in modo ludico e interattivo, sul tema dello spazio urbano e a scoprire la capitale del cantone e i suoi castelli. Sotto la luna Ii è un’originale installazione dello scultore spagnolo Miquel Navarro realizzata dal Centre Pompidou di Parigi. Si tratta di un grande gioco di costruzione, disposto su una superficie di legno in cui spiccano delle strutture verticali: i bambini si trasformano in piccoli architetti in erba e, con un migliaio di pezzi di metallo di forme diverse, con i compagni o con i genitori, sognano, progettando e realizzano città ideali o fantastiche. Il punto di partenza di questo originale invito alla riflessione su un tema attuale come quello dello spazio urbano, è il luogo in cui vivono che entrerà in dialogo con un progetto più ampio suggerito di volta in volta: la città monumentale, sull’acqua, verticale, orizzontale… oppure la città inventata partendo da alcune strutture come municipio, parco giochi, supermercato… o quella in cui c’è tutto ciò che vorrebbero e non trovano nell’ambiente in cui vivono. Così, combinando liberamente i pezzi, trasformano lo spazio. Ogni progetto realizzato è in realtà una nuova istallazione che, se osservata restando in piedi, appare come una città vista dall’alto, dalla luna appunto. Come le lettere, che abbinate formano migliaia di parole, così i pezzi ideati da Miquel Navarro permettono di inventare ogni volta un nuovo vocabolario della città. Un gioco che stimolerà i bambini, ma sicuramente anche gli adulti a dialogare su un tema più che mai attuale, l’evoluzione dello spazio urbano. Bellinzona, che favola! La mostra, realizzata dal Museo in erba, è stata ideata da Agata Rotta con la scenografia di Bruna Ferrazzini. L’esposizione desidera essere uno strumento didattico coinvolgente per invitare i bambini a familiarizzare con la capitale del cantone e, in particolare, la Bellinzona medievale dei Duchi di Milano con i suoi castelli, patrimonio mondiale Unesco. Passeggiando, vestiti da cavalieri, fra torri e mura i bambini (e non solo) scoprono, giocando in modo autonomo l’evoluzione urbanistica di Bellinzona, la sua storia, il significato delle mura e della murata, la forma dei castelli, la vita a quei tempi… e, non da ultimo, come un pittore famoso, William Turner, l’ha immortalata nei suoi acquarelli. L’atelier propone un ricco programma di attività che spaziano dal disegno en plein air, alla sperimentazione di tecniche e colori, all’illustrazione di racconti… Sarà inoltre organizzato un evento di Street Art con l’artista Cio Zanetta (5 maggio) e visite in città. Il programma dettagliato del laboratorio e i dossier pedagogici per i docenti sono scaricabili dal nostro sito internet: www.Museoinerba.com Info, programma atelier e prenotazioni (visite scolaresche, gruppi e atelier): Il Museo in erba, Piazza Giuseppe Buffi 8, 6500 Bellinzona, Svizzera Tel. + 41 91 835.52.54; ilmuseoinerba@bluewin.Ch ; www.Museoinerba.com    
   
   
SERATA CONVEGNO VITICOLTURA AD AGLIÉ  
 
E’ dedicato alla viticoltura il convegno La vite in Canavese ieri e oggi… , che si svolgerà venerdì 17 febbraio presso il salone comunale polifunzionale “Alladium” di Aglié. L’evento è organizzato da: Genior color, Tecnocementedil, Selca e Obertoplast, con il patrocinio del Comune di Agliè e dell’Assessorato all’Agricoltura. L’apertura al pubblico degli stand espositori e sponsor è alle ore 18 e l’inizio lavori è alle ore 20:45. Saranno esposti, a cura della “Bottega della foto” di Agliè, ricordi fotografici di vita contadina per una serata di curiosità, informazioni e cultura, libera a tutti. Www.comune.aglie.to.it