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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 18 Gennaio 2013
MILANO (TEATRO OSCAR): PROGETTO DONNETEATRODIRITTI - LA REGINA DEGLI ELFI CON ANGELA MALFITANO - DAL 18 GENNAIO  
 
Dal 18 gennaio 2013 La Regina Degli Elfi--©\long playing, un testo della graffiante Elfriede Jelinek, Premio Nobel per la Letteratura. ¡°Cercavo una partenza che fosse folgorante. Doveva essere un innamoramento come solo alcune volte ¨¨ successo nella mia storia di attrice-autrice ¨C sottolinea la Malfitano --©\, un omaggio al mio maestro, Leo de Berardinis, che doveva essere un lavoro d¡¯autore ed essere nel solco che lui mi aveva indicato. Rigore, adesione totale, necessit¨¤, etica. Cos¨¬, alle prime righe della Jelinek, ho riconosciuto il momento magico. Nel sarcasmo, nel gioco del teatro e del potere, nella bellezza assoluta e tagliente della scrittura. Anche per questo amo la Jelinek, perch¨¦ non si fa catturare, perch¨¦ ¨¨ una ragazza cattiva e arrabbiata. Sempre contro ogni tipo di Potere¡±. Questo spettacolo parla dunque del Potere. La protagonista, Paula Wessely, realmente esistita, ¨¨ una vecchissima attrice del teatro tradizionale viennese, del Burgtheater di Vienna, famosa e apprezzata gi¨¤ prima e durante il Terzo Reich, ma che si ¨¨ prestata al gioco dell¡¯oscena propaganda nazista; ora non vuole morire, lasciare il suo pubblico e il palcoscenico, luogo del suo potere. Un¡¯antica tradizione viennese prevede una cerimonia funebre d¡¯onore per gli attori del Teatro Nazionale, qui l¡¯autrice Elfriede Jelinek immagina la scena in sospensione, dall¡¯alto di una bara che ¨¨ anche palcoscenico. Paula Wessely --©\ attrice del Burgtheater di Vienna, famosa e apprezzata gi¨¤ prima e durante il Terzo Reich. Allieva di Max Reinhardt, era divenuta una delle interpreti pi¨´ popolari del teatro viennese, ma era giunta all¡¯apice lavorando con il cinema nazista. Ci¨° le coster¨¤ dopo la guerra una temporanea interdizione. Torner¨¤ poi a lavorare nei film in technicolor che riportano un¡¯Austria felice e da idillio alpino e in televisione. La Wessely muore nel 2000 a 93 anni. Elfriede Jelinek ¨C (M¨¹rzzuschlag, 1946) scrittrice e drammaturga austriaca. Premio Nobel per la letteratura nel 2004. L´uso della citazione e la combinazione, in un sapiente montaggio, del linguaggio dei fumetti, della pubblicit¨¤ e della scena musicale caratterizzano una tecnica di scrittura che attraversa pi¨´ fasi della sua produzione con una precisa funzione demistificatrice. Un rilievo particolare ha nella sua produzione la critica radicale alle forme di manipolazione messe in atto nei confronti delle donne. Ha iniziato con opere legate alla quotidianit¨¤, rivisitata con ironia anche molto pungente. Ha assunto poi un aggressivo atteggiamento femminista di matrice marxista, approdando agli stilemi dell´esplicita sperimentazione. Ha suscitato scalpore il suo romanzo La pianista (1983), in cui racconta la storia di una professoressa di musica che rivela una forte attrazione per il sadismo; vi si ¨¨ ispirato M. Haneke per il film La pianiste (2001). Pi¨´ recentemente ¨¨ stata autrice di numerose opere teatrali, tra le quali si ricordano: Il viandante (2002); Bambiland (2003); Babel (2004); Ulrike Maria Stuart (2006). Appuntamenti • 20 gennaio 2013, Teatro Oscar ore 18 Ingresso Libero Incontro Omaggio a Elfriede Jelinek con Angela Malfitano insieme a Maria Eugenia D¡¯aquino attrice, Elena Di Gioia curatrice progetti teatrali, Donatella Mazza docente letteratura tedesca Universit¨¤ di Pavia, Francesca Mazza attrice, Silvia Mei curatrice indipendente, Annig Raimondi curatrice del Progetto Donne Teatro Diritti Il Progetto Donneteatrodiritti Il progetto speciale Donneteatrodiritti (Dtd), ideato da Annig Raimondi, giunge quest¡¯anno alla sua 4¡ã edizione. Un progetto di rete, artistico e sociale, che parla di diritti e libert¨¤ e che quest¡¯anno sviluppa il discorso Tra Palcoscenico e Potere al femminile, nei secoli: come il Potere ha influito sulla vita (intesa sia come ¡®vissuto¡¯, ma anche come palcoscenico propagandistico) e sulle opere di donne--©\autrici, militanti o comunque impegnate, scrittrici, artiste o studiose. Parte del progetto seguiranno gli spettacoli: Come Un Ermellino Nel Fango --©\ 29 e 30 gennaio 2013, su testi di Liliana Segre; Ipazia. La Nota Pi¨´ Alta --©\ dall¡¯1 al 10 febbraio 2013, sulla filosofa Ipazia vissuta nel Iv secolo dopo Cristo ad Alessandria d¡¯Egitto e per finire Teodora --©\ dal 20 al 22 marzo 2013, uno spettacolo sull¡¯imperatrice Teodora. Il Progetto Donneteatrodiritti (Dtd) ¨¨ creato in collaborazione con Scenaperta, Compagnia Tra un atto e l¡¯altro, Farneto Teatro, Fondazione Cineteca Italiana, Associazione Chico Medes, Cetec (Centro Europeo Teatro e Carcere). Teatro Oscar Dal 18 al 27 gennaio 2013 Progetto Donneteatrodiritti La Regina Degli Elfi ¨C long playing da Elfriede Jelinek Di e con Angela Malfitano Assistente alla regia Alessandra Lanfranchi Con l¡¯aiuto di Rossella Cabiddu, Alessandro Carnevale Pellino, Andrea Cazzato, Anna Cei, Caterina Grandi, Cecilia Lorenzetti, Lucia Mazzotta, Maria Emanuela Oddo, Francesca Pasino, Andrea Rinaldi, Agnese Troccoli, Stefano Zanasi. Video Lorenzo Letizia Suono Francesco Brini Foto Alessandra Fuccillo Cameraoff Tecnico Emanuele Cavalcanti In collaborazione con Associazione T.i.l.t. Sala Biagi--©\d¡¯antona--©\comune di Castel Maggiore, S¨¬*metrica, Spazioindue, Fondazione Teatro Gaetano Fraschini Un ringraziamento a Elena Di Gioia, Marta Dalla Via, Anna Del Mugnaio, Marco De Marinis, Mario Giorgi, Roberto Grandi, Roberto Latini--©\teatro San Martino, Francesca Mazza, Silvia Mei, Marco Sgrosso. Produzione Associazione Tra un atto e l¡¯altro Durata 50¡¯ Info: Teatro Oscar - Via Lattanzio 58, 20137 Milano - tel 02.36503740 - www.Pacta.org -  biglietteria@pacta.Org - infoteatro@pacta.Org    
   
   
VENEZIA(CASA DEI TRE OCI): GIANNI BERENGO GARDIN - STORIE DI UN FOTOGRAFO - 1 FEBBRAIO/12 MAGGIO 2013  
 
Dopo il grande successo della mostra Personal Best di Elliott Erwitt, la Casa dei Tre Oci presenta, in anteprima internazionale, la retrospettiva di uno dei più grandi fotografi italiani: Gianni Berengo Gardin. La più completa antologica del maestro. Mostra unica e imperdibile di 130 fotografie, curata da Denis Curti, direttore artistico della casa dei Tre Oci , che lo ha accompagnato attraverso un lungo lavoro tra centinaia di stampe in bianco e nero dell’ immenso archivio privato, per rileggere tutti i suoi scatti, compresi quelli inediti o ritrovati. La mostra è prodotta da Civita Tre Venezie e da Contrasto con il sostegno di Veneto Banca e della Regione Veneto . Gianni Berengo Gardin considera questa mostra come la più rappresentativa della sua carriera: in parete oltre 130 stampe analogiche che ripercorrono il suo lavoro di reporter e che sono lo speccchio di un autore che ha fatto dell’etica la sua bandiera. Berengo Gardin ha voluto rivedere tutta la sua produzione, le mostre passate, i libri (oltre 200), le pubblicazioni editoriali (giornali e magazines) per rileggere il tutto con lo sguardo di oggi, per scegliere le immagini che meglio di altre raccontassero la sua storia, una sintesi del suo viaggio da fotografo, dagli esordi all’ultima immagine che ha scattato in digitale, due ragazzi che si baciano per strada. 130 fotografie, che ripercorrono la carriera del grande maestro italiano che più di altri, ha saputo restituire e rinnovare il linguaggio visivo del nostro Paese: Venezia e Milano, i manicomi e la legge Basaglia, la Biennale d’arte di Venezia e gli zingari, il fondamentale reportage intitolato Dentro le case e New York, Vienna, la Gran Bretagna per finire con la straordinaria esperienza con il Touring Club che lo spinge a scoprire gli angoli più reconditi del nostro paese, fino alle fotografie finora rimaste inedite e qui presentate per la prima volta. Narratore attento alla vita di tutti i giorni, in tutti i suoi molteplici aspetti e nella sua evoluzione, è un autore che ha immortalato la storia d´Italia in oltre un milione di scatti. Nato negli anni 40, predilige il bianco e nero, non solo per una questione generazionale, ma perché "il colore distrae il fotografo e chi guarda". Considerato da molti il più rappresentativo fra i fotografi italiani, da quasi cinquant’anni porta avanti, sempre coerente con sé stesso, un importante lavoro d’indagine sociale nella continua ricerca dell’obiettività della comunicazione e della qualità dell’immagine. “E le immagini sono ciò che conta”. La passione per le strade, la gente qualunque incontrata per caso, sorprendenti abbracci rubati al quotidiano: in ogni foto, ciascuno di noi ritrova un po’ di se stesso, della sua storia, dei suoi ricordi. Fotografie capaci di evocare vite semplici e preziose, che attraversano campi e piazze, raccontano la storia ed i sentieri sinuosi della vita, sono come archetipi dell’immaginario italiano, ci entra sottopelle e ci diventa subito familiare. Persone, oggetti, primi piani, monumenti storici. Immagini concrete, mai astratte, ma soprattutto, immagini reali. Nella fotografia di Gianni Berengo Gardin le figure umane, quando ci sono, raccontano attimi di una vita sospesa, senza tempo, in una tradizione di tranquilli gesti quotidiani che si susseguono giorno dopo giorno. La Casa dei Tre Oci, splendida testimonianza dell´architettura veneziana di inizio ´900 realizzata dall´artista Mario De Maria, è proprietà di Polymnia Venezia, società strumentale della Fondazione di Venezia. La mostra che, si avvale della collaborazione di Caffé Florian, Molino Stucky, e Coop Adriatica, sarà accompagnata da un catalogo edito da Marsilio Editori, anch’esso curato da Denis Curti. Info: www.Treoci.org  
   
   
MILANO (BARBARA FRIGERIO GALLERY ART): FRANCESCA GALLIANI - HAPPY TODAY - FINO AL 17 FEBBRAIO 2013  
 
“Corpi in movimento, danze, ritmo, musica, per me tutto ciò è espressione di gioia e di vita. Quando lo scopro in una cultura che è sopravvissuta attraverso i secoli anche a grandi difficoltà, allora la cosa mi tocca da vicino e comincia a delinearsi una straordinaria storia tra me e i miei soggetti.” Così Francesca Galliani, artista italiana ma residente a New York, racconta la sua esperienza in Angola, dalla quale nascono i lavori di questa mostra. Una successione di volti, dagli sguardi intensi e profondi, e soprattutto di corpi immortalati in un passo di samba o in una mossa di capoeira, un momento di svago dagli affanni della vita quotidiana, un lasciarsi andare, trasportati dal ritmo, ad un mondo di leggerezza e gioia. Le foto, poi ritoccate e dipinte con colori vivaci, sono arricchiti da scritte, parole isolate che sembrano completare l’essenza dell’immagine arrivando a chi guarda in un modo più profondo e diretto. Messaggi decisi di chi sceglie di esserci, di farcela affrontando ogni cosa con un sorriso. Biografia Francesca Galliani nasce in Italia ma si trasferisce negli Stati Uniti per studiare alla Corcoran School of Art a Washington Dc. Dopo la Bfa inizia la sua carriera a New York City la sua nuova città. Nel 1995 vince il Kodak European Panorama Award ad Arles. Numerose le mostre che la vedono esporre in tutto il mondo accanto a nomi come Helmut Newton, Robert Mapplerthorpe, Pierre et Gilles, David Lachapelle, Joel-peter Witkin, Man Ray e Marina Abramovic. Ha lavorato per riviste come Detour, Vogue, Velvet e D e come conclusione alla sua carriera commerciale, la creazione di ´Blue´ la campagna pubblicitaria di Levi’s, che, grazie al suo enorme successo, è stata esposta alla Triennale di Milano. Numerosi i viaggi per il mondo allo scopo di catturare diverse realtà ed esprimere la sua grande sensibilità. I suoi lavori sono stati pubblicati in tutto il mondo ed è apparsa in "Real" (Charta), "Women by Women" (Prestel), "The Nude Ideal and Reality" (Skira) e il suo nuovo libro ´Portrait of the new Angola´ (Skira/rizzoli). Info: Barbara Frigerio Contemporary Art - Via dell´Orso 12 (entrata Via Ciovasso 3), 20121, Milano - Tel. 02 36593924 - www.Barbarafrigeriogallery.it    
   
   
MILANO (LISSON GALLERY MILAN, VIA ZENALE 3): CARMEN HERRERA WORKS ON PAPER 2010/2012 - INAUGURAZIONE 24 GENNAIO 2013, 19/21 - 25 GENNAIO/15 MARZO 2013  
 
Lisson Gallery Milan propone una mostra personale di Carmen Herrera, interamente dedicata alle sue nuove opere su carta. Nel corso degli anni Sessanta, l’artista, nata a Cuba nel 1915, ha principalmente lavorato su questo materiale, per poi in seguito concentrarsi sulla tela, sino a quando nel 2010 è di nuovo tornata alla carta, rivisitandone le possibilità espressive. Questo nuovo corpus di lavori mette in luce non solo il diverso modo che l’artista ha di trattare il mezzo, ma anche la nuova dimensione che il suo lavoro artistico ha assunto. Il disegno preparatorio si colloca al centro della pratica artistica di Herrera ed è il punto di partenza per tutto il suo lavoro. Herrera dà inizio al processo creativo di questi dipinti (che comprende l’uso di matita e acrilico su carta) con disegni matematici su carta da lucido, nei quali sono combinati nsieme linee, numeri e decisioni rigorose. È qui che la logica compositiva e la scelta dei colori vengono formulate. Le opere in mostra dimostrano che - una volta trasferiti su carta di grande formato i due disegni basati sulle stesse proporzioni - la precisione matematica dell’artista e la sua chiarezza di visione danno luogo a una varietà di forme, strutture e relazioni spaziali. Composte da forme geometriche essenziali che galleggiano su sfondo bianco, queste opere si misurano con un vocabolario visivo che ricorda i dipinti su tela di Herrera. La somiglianza è innegabile. Qui però, i contorni rimangono definiti all’interno di una cornice disegnata sulla carta: la struttura e i campi di colore sono delineati e racchiusi entro precisi parametri. La forma definita dal colore, con la sua conseguente purificazione, è una caratteristica centrale nel lavoro di Herrera sin da quando ha esposto al Salon des Réalités Nouvelles tra il 1949 e il 1953. La mostra è accompagnata da un catalogo di 42 opere, con un saggio di Estrellita B. Brodsky. --- Carmen Herrera, nata nel 1915, a L´avana, Cuba; vive e lavora a New York City. Sue precedenti personali sono state organizzate presso: Lisson Gallery, Londra (2012), Museum Pfalzgalerie, Kaiserslautern (2010), Ikon Gallery, Birmingham (2009), Miami Art Central (2005), Museo del Barrio, New York (1998), The Alternative Museum, New York (1984). Tra le mostre collettive: Sheldon Museum of Art, Nebraska (2012), Deutsche Bank, New York (2010), Museum of Modern Art, 
New York (2007), Discovery Museum, Bridgeport (1997)  
   
   
PADOVA (CENTRO CULTURALE ALTINATE SAN GAETANO): VOCI DI CORRIDOIO - GRAFICA 900 - 18 GENNAIO/7 FEBBRAIO 2013 - INAUGURAZIONE GIOVEDÌ 17 GENNAIO ORE 18.30  
 
Organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova in collaborazione con Maco Arte, la mostra Voci di corridoio: Grafica 900 verrà inaugurata giovedì 17 gennaio alle ore 18.30 negli spazi al primo piano del Centro culturale Altinate San Gaetano. La mostra propone un percorso nella storia dell’arte contemporanea attraverso l’opera grafica dei suoi principali protagonisti. Le circa 30 opere esposte portano le firme, tra gli altri, di Enrico Baj, Alberto Burri, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Enrico Castellani, Marc Chagall, Christo, Felice Casorati, Maurice De Vlaminck, Piero Dorazio, Max Ernst, Lucio Fontana, Hans Hartung, Roy Lichtenstein, Marino Marini, Henri Matisse, Joan Mirò, Pablo Picasso. Per i maestri delle avanguardie storiche, sino a quelli più vicini al nostro tempo, l’esercizio dell’incisione e delle altre tecniche di riproduzione artigianale dell’immagine ha rappresentato una duplice opportunità: da un lato, quella di aumentare la diffusione, presso il pubblico, del loro lavoro, dall’altro quella di esprimerne un riflesso differente, facendone emergere la matrice segnica con le sue suggestioni peculiari. Secondo l’Assessore alla Cultura Andrea Colasio, la grafica si è rivelata per l’artista del ‘900 «un efficace strumento conoscitivo del proprio stesso operare». Tradotta nelle diverse tipologie dell’arte grafica, quali l’acquaforte, il bulino, la litografia, la ricerca figurativa dei grandi autori si è idealmente svincolata dal “peso” della materia pervenendo ad una viva essenzialità formale, che ha sovente illuminato gli aspetti costitutivi del loro esprimersi. «Fare della grafica per un pittore», sosteneva al proposito Piero Dorazio, la cui opera è rappresentata nell’esposizione, «è come guardarsi allo specchio, e quindi, per quanto mi riguarda, ha il senso di una costante critica a quello che facevo in pittura». La mostra intende perciò offrire uno sguardo alternativo sulle esperienze artistiche più emblematiche del secolo da poco concluso, prospettandosi inoltre di dialogare con un luogo anch’esso non usuale, ovvero il corridoio che al primo piano del Centro culturale Altinate San Gaetano conduce alle sale espositive. L’esposizione è a cura di Mattia Munari. Info: "Voci Di Corridoio: Grafica 900 - Padova, Centro culturale Altinate San Gaetano – via Altinate 71 - 18 gennaio/7 febbraio 2013 - spaziomostre2@comune.Padova.it  -  http://padovacultura.Padovanet.it  - infocultura@comune.Padova.it    
   
   
MILANO (FONDAZIONE MARCONI): HSIAO CHIN - L’INIZIO DEL VIAGGIO…. OPERE SU CARTA 1960/1965 - IL VIAGGIO CONTINUA…. OPERE SU CARTA 2012 - INAUGURAZIONE MOSTRA 22 GENNAIO 2013 - FINO AL 9 MARZO  
 
Martedì 22 gennaio la Fondazione Marconi ha il piacere di presentare la mostra Hsiao Chin. L’inizio del viaggio…. Opere su carta 1960 - 1965. Il viaggio continua….Opere su carta 2012. L’esposizione, allestita sui due piani dello spazio espositivo, è dedicata alle carte dell’artista cinese: al primo piano sono esposti i nuovi lavori, al secondo le carte realizzate nei primi anni sessanta. Tutta la carriera artistica di Hsiao è stata una continua ricerca spirituale, a partire dalla sua formazione, avvenuta a Taipei dove grazie al suo maestro imparò l’importanza dell’equilibrio tra cuore, cervello, mani e occhi e come combinare i colori tra di loro. L’artista nato a Shangai nel 1935, arriva a Milano nel 1959, allora centro dell’avanguardia artistica, dove conosce Lucio Fontana, Piero Manzoni e gli altri, le loro idee innovative ma nonostante questo contatto con la cultura occidentale non dimentica gli insegnamenti taoisti. Il taoismo filosofico ha come obiettivo il raggiungimento dell’armonia con il mondo naturale, Cielo, Terra e Uomo in equilibrio tra di loro. Associata al Tao è la concezione dello Yin e dello Yang, opposti e complementari al tempo stesso. “Ho voluto ripensare di proposito al Taoismo perché il mondo occidentale era troppo variegato. Proprio per questo decisi di fare un percorso personale in grado di costruire un bagaglio culturale ed esperienziale di azione e di pensiero … per arrivare ad avere una pittura solo mia”. (Hsiao Chin) Al secondo piano sono esposte le gouaches e gli acquarelli su carta di riso realizzati da Hsiao nei primi anni Sessanta dove sono evidenti i riferimenti a quei principi filosofici: figure geometriche con colori in contrasto tra loro, volumi alternati a spazi vuoti, superfici in cui domina il bianco alternato alle linee sinuose tipiche di quegli anni, in una costante ricerca di equilibrio. Cerchi, quadrati, triangoli… Le forme che l’artista suggerisce sono prese dalla simbologia. Allora il cerchio è la perfezione, il triangolo rappresenta l’ascensione spirituale, il quadrato è una base grezza in evoluzione. Evidenti rimandi alla cultura orientale come il calligrafismo cinese si intrecciano ad influssi della cultura occidentale come i colori sfavillanti. In mostra anche alcune carte della serie “solare” realizzate tra il 1965 e il 1966. In questo periodo Hsiao inizia a lavorare su forme solari, raggi che partono dal centro e si espandono in ogni direzione, un’esplosione di colore che non va intesa come semplice rappresentazione del sole ma come armonia dell’Uomo con l’Universo, secondo la filosofia cinese Ch’an, rielaborata dall’artista in maniera personale. Al primo piano invece sono esposte opere realizzate appositamente per l’occasione, 8 carte di grande fomato, di più di 2 m di lunghezza e una decina più piccole. Energiche pennellate veloci, coraggiosi accostamenti di colori, mai scelti casualmente: “non scelgo i colori di per sè, scelgo la combinazione dei colori perché certe combinazioni vibrano più di altre, un poco come la risonanza in musica; scelgo i colori che insieme vibrano di più”. (Hsiao Chin). Anche nelle opere più recenti non viene meno la dimensione meditativa di Hsiao, il senso della spiritualità orientale. La mostra prosegue allo Studio Marconi ’65 dove verranno presentati multipli su tela di Hsiao e i raku, tecnica di origine giapponese utilizzata per la fabbricazione di ceramiche. In occasione della mostra sarà pubblicato il Quaderno della Fondazione n. 9 una pubblicazione che raccoglie immagini delle opere esposte, fotografie e testi critici e notizie biobibliografiche. --- Hsiao Chin nasce a Shangai nel 1935 e, dopo i primi studi d’arte, nel 1956 partecipa alla fondazione del gruppo Ton-fan, che raccoglie pittori di tendenza astratta. Grazie a una borsa di studio istituita dal governo spagnolo si reca a Madrid e a Barcellona, dove nel 1957 ha la prima personale e una collettiva dedicata al gruppo Ton-fan. Alla fine degli anni Cinquanta si stabilisce a Milano, dove inizia a esporre regolarmente da Giorgio Marconi. Nel 1961, insieme ad Antonio Calderara, fonda il movimento Punto, al quale si aggiungono membri dell’avanguardia internazionale. La sua ricerca fonde elementi della cultura e della spiritualità orientale con la profonda conoscenza della modernità artistica occidentale. Con esiti vicini alla pittura della colorfield abstraction, le sue tele presentano stesure di colore fluido che si dispongono in superfici incorporee e vibranti, animate dall’energia interna dei campi cromatici. Dopo lunghi soggiorni a Londra, Parigi e New York torna a Milano nel 1971 e inizia a dedicarsi all’insegnamento (prima all’Istituto Europeo di Design, poi all’Accademia di Belle Arti di Brera). Nel 1988 lo Studio Marconi gli dedica una prima grande retrospettiva. L’anno seguente inizia la serie Dalla primavera di Pechino al massacro di Tiananmen, ispirata ai drammatici eventi del 1989, mentre il ciclo La grande soglia, che realizza a partire dal 1990-91, nasce da una riflessione sulla vita e sulla morte dopo la scomparsa della figlia Samantha. Tra le principali esposizioni degli ultimi anni vanno ricordate le retrospettive di Taichung (1992), Taipei (1995), a Milano nel 2002 presso lo Spazio Oberdan, la Fondazione Mudima, Giò Marconi e la galleria Lattuada; al National Museum of Art di Beijing (2006) e alla Triennale di Milano (2009). Nel 2011 l’Académie Royale des Beaux-arts e il Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Liegi gli dedicano una grande mostra  
   
   
ANCONA (MUSEO TATTILE STATALE OMERO - MOLE VANVITELLIANA): GUARDARE CON TATTO. DIECI SCULTURE DALLA COLLEZIONE DEL PREMIO SALVI - 18 GENNAIO/24 FEBBRAIO 2013  
 
Oggi, venerdì 18 gennaio, alle ore 18, viene inaugurata nella sale del Museo Tattile Statale Omero, la mostra Guardare con tatto alla presenza di Aldo Grassini, Presidente del Museo e Silvia Cuppini, curatrice della mostra. La mostra Guardare con tatto rientra nella rassegna “Infinitamente Salvi”, volta a promuovere sul territorio regionale la ricca collezione di arte contemporanea raccolta in sessant’anni di attività del Premio Salvi e conservata presso il Comune di Sassoferrato. La rassegna - affidata al gruppo Mjras di Urbino, composto da Silvia Cuppini, Alice Devecchi, Roberto Bua, Joan Martos – si propone di reinterpretare le opere della collezione con uno sguardo contemporaneo e in sintonia con i luoghi prescelti. Fra questi la Mole Vanvitelliana di Ancona, dove, nelle sale del Museo Omero, dal 18 gennaio al 24 febbraio 2013, sarà allestita la mostra Guardare con tatto con dieci sculture di autori contemporanei - Giuseppe Uncini, Edgardo Mannucci, Giancarlo Minen, Loreno Sguanci, Paolo Pompei, Umberto Peschi, Elio Cerbella, Marco Bettocchi, Valeriano Trubbiani, Giuliano Giuliani – presentati in relazione alla struttura pentagonale della Mole, ovvero al numero cinque, alle cinque dita della mano, ai cinque sensi. L’accesso all’esposizione, pensato per vedenti e non vedenti, sarà costituito da una stanza al buio dove la percezione dello spazio sarà data dalla dislocazione in cinque punti di fonti sonore. “Le opere – come spiega l’architetto Roberto Bua - saranno disposte a coppie, sugli spigoli del pentagono, al fine di esaltare l’elemento della tattilità. Lo sguardo percorre la forma, con il contatto si percepiscono altre qualità dell’oggetto: ruvido o liscio, freddo o caldo, compatto o traforato, vibrante o sordo, spigoloso o tondeggiante sulla base dei diversi materiali usati dagli artisti: legno, metallo, pietra, ceramica. C’è uno sguardo che percorre l’oggetto, che ne percepisce le vibrazioni di luce e calore, che misura il suo rapporto con lo spazio, che lo accarezza: lo sguardo tattile ci ri-vela l’oggetto, lo rivela due volte, perché la conoscenza è nella totalità e non nella separazione”. La mostra, che rientra anche all’interno del Grand Tour Cultura 2012 -2013 Musei – Archivi – Biblioteche Marche: luoghi “comuni” della creatività, proporrà visite e laboratori didattici per le diverse fasce d’età utilizzando testi letterari e documenti d’archivio e riflettendo sul luogo – in questo caso la Mole Vanvitelliana e la sua forma - come veicolo di creatività. Eventi speciali in programma per il 14 febbraio - San Valentino e per il 21 febbraio - la Giornata Nazionale del Braille. Info: Museo Tattile Statale Omero, Mole Vanvitelliana - Banchina Da Chio 28, Ancona - dal martedì al sabato 16/20, domenica 10/13 e 16/20, chiuso: lunedì - ingresso: libero - Visite guidate e laboratori didattici su prenotazione: 3 euro a persona, esclusi docenti, disabili e loro accompagnatori - tel. 0712811935, in orari di apertura 331.7537468 - info@museoomero.It  - www.Museoomero.it    
   
   
COSENZA (SPAZIO EX AUTORIMESSE, VIA TRENTO, 15): PRESENTE! - HAPPENING E MOSTRA PERSONALE DI SHAWNETTE POE E I SUOI 9 OSPITI SEGRETI - DAL 19 GENNAIO 2013, AL 29 GENNAIO 2013  
 

 

L’artista  Shawnette Poe, nata a Varsavia e reduce dell’interessante personale  “Collateral Rooms” di Altomonte a cura di Giovanni Viceconte e dell’importantissima partecipazione al progetto  internazionale VIVA Performance Lab - Festival Internazionale di Performance a cura di Tania Bruguera e Cristiana Perrella promosso dal MAXXI e dal comune di Cosenza, inaugura il prossimo  sabato 19  gennaio alle ore 19.00 presso lo  spazio Ex Autorimesse di via Trento, 15- Cosenza,   la mostra personale di   dal titolo  “Presente”.

La mostra sarà un vero happening  durante il quale l’artista e i suoi 9 ospiti segreti ( personaggi  della società cosentina)  sveleranno  se stessi e i 9 ritratti  realizzati dalla Poe.  Un progetto site-specific per la città, che si è sviluppato in quasi tre anni di lavoro   sul territorio. 

I protagonisti del progetto, finora non hanno mai visto il lavoro dedicatogli dalla Poe e non sanno chi siano gli altri otto soggetti con i quali condivideranno questa esperienza.

La tensione, creatasi durante la lunga attesa da quando il progetto è iniziato, si scioglierà in  di pochi minuti, in cui i protagonisti davanti alle tele riverse, gireranno un‘opera a caso e si (ri)conosceranno tra di loro e nei ritratti. Un’azione che sottolinea il  confronto con la visualizzazione di quello che cerchiamo di intuire tutti nella vita: l´immagine che l’altro ha di noi. 

Il lavoro di Shawnette Poe spazia dalla pittura all’installazione, dalla performance al video, mettendo sempre l’uomo e lo spazio al centro della sua ricerca. Tutto ciò, in questa esposizione diventa evidente soprattutto nel dialogo dell’opera con il luogo espositivo scelto: l’ex autorimessa nel centro di Cosenza, spazio ampio, ruvido, pieno di storie stratificate, che contrasta con la purezza dei dipinti.  I protagonisti, raffigurati nelle tele in spazi atemporali e astratti, interagiscono tra di loro, con il pubblico e con lo spazio tangibile che li ospita