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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 24 Maggio 2013
ROBERTO SEBASTIAN, GORDON E PABLO: TUTTI I MATTA ALLA QUERINI STAMPALIA - DAL 28 MAGGIO 2013  
 
In concomitanza con la 55. Biennale di Venezia, la mostra vuole indagare le idee e i pensieri che si sono tramandati – attraverso le generazioni, il tempo e la geografia – da Roberto Sebastian Matta ai suoi figli Gordon Matta-clark e Pablo Echaurren Matta. Tre nomi, tre storie, tre paesi e un unico comun denominatore: l´arte. In concomitanza con la 55. Biennale di Arti Visive di Venezia e per la prima volta insieme, la mostra organizzata e prodotta dalla Galleria d´Arte Maggiore – G.a.m. Di Bologna, riunisce negli spazi dell´area Scarpa della Fondazione Querini Stampalia, tre grandi protagonisti dell´arte internazionale. Gordon Matta-clark e Pablo Echaurren Matta non hanno in comune solo il padre Roberto Sebastian Matta, figura storica che con le sue tele e le sue sculture ha preso parte al Surrealismo ed influenzato gli artisti americani dell´Espressionismo Astratto, ma con due stili espressivi differenti sono entrambi due personaggi di rilievo della scena artistica contemporanea. La mostra, curata da Danilo Eccher, prende origine dall´opera di Roberto Sebastian Matta ed attraverso le opere dei suoi protagonisti percorre mezzo secolo di storia dell´arte, vissuta in tre paesi differenti: la Francia, gli Stati Uniti e l´Italia. Lo spaccato che ne deriva non è delimitato dalla loro storia familiare, per quanto eccezionale, ma amplia i propri confini all´ambiente culturale e politico in cui questi artisti sono stati profondamente coinvolti. Figli dello stesso padre, ma di madri differenti, sia Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna ed attraverso l´arte entrambi hanno cercato un dialogo concettuale - impossibile nella vita privata - con Matta attraverso le loro opere pur maturando entrambi, ed ognuno a suo modo, linguaggi singolari e differenti. Se l´affinità con Matta-clark è riconducibile a un livello formale, estetico-architettonico, in Echaurren l´affinitudine è da ricercarsi nel carattere più propriamente concettuale. Il filo conduttore della loro opera a livello critico sarà svelato da Danilo Eccher solo pochi giorni prima dell´apertura al pubblico, ma ad una prima lettura emerge già come la socialità, la continua ricerca di un rapporto non solo di partecipazione del fruitore, ma di un suo coinvolgimento diretto o indiretto, fisico o mentale, culturale o sociale, interno o esterno all´opera sia presente nell´opera dei tre. Non è un caso infatti se alcuni definiscono le figure antropomorfe di Matta sia in pittura, sia in scultura, come "morfologie sociali", come una trasfromazione di passaggio tra i paesaggi interiori e il mondo esterno. Per Gordon la socialità è un fattore ancora più evidente, essendo la sua effimera arte basata sulla performance, sui "building cuts", gli edifici tagliati, trasformazioni sculturali di architetture preesistenti dove lo spettatore è invitato ad entrare per muoversi fisicamente ed emozionalmente in quegli spazi. Nella sua opera Matta-clark crea un rapporto diretto con il fruitore, spesso basato sulla fiducia che costui deve devolvere all´operato dell´artista che come in Matta ha fondamenti architettonici. Mentre per quanto riguarda Pablo tutta la sua vita artistica è immersa nella socialità, nella sua esistenza quotidiana. E se è vero che le sue tele riportano al mondo dei fumetti, della musica, della street art, alla cultura di massa, è attraversando la sua iconografia Pop fatta di contiminazioni di generi che dialogano ora con il Dadaismo, ora con lo stesso Surrealismo, che l´artista propone con ironia attraverso l´apparizione di una natura familiare ed allo stesso tempo inquietante una critica diretta alla società dei consumi. Proprio come sembrano suggerire le figure antropomorfe e primitive presenti nei dipinti del padre. Non a caso l´opera di Matta mira anche a una riflessione sull´impatto che la tecnologia ha sull´esistenza umana. ---- Roberto Sebastian Echaurren Matta (Santiago, Cile, 1911 – Civitavecchia, Italia, 2002) Nato a Santiago del Cile, dopo gli studi in architettura Roberto Sebastian Matta si dedica alla pittura a partire dal 1934 quando si trasferisce a Parigi. Gli incontri di questi anni sono stimolanti e fondamentali: nella capitale francese lavora per Le Corbusier, a Madrid entra in contatto con intellettuali del calibro di Federico Garcia Lorca e a Londra frequenta Walter Gropius. Ma è a Parigi che conosce André Breton e Salvador Dalì, aderendo e dando impulso alla nascita del Surrealismo. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale accetta l´invito dell´amico Marcel Duchamp e si trasferisce a New York dove si inserisce nell´ambiente cosmopolita, rivestendo un ruolo di primo piano per la generazione di artisti successiva che avrebbero poi dato origine all´Espressionismo Astratto americano. I rapporti con questi artisti, e con i surrealisti rimasti a Parigi, sono però destinati a incrinarsi quando Matta è accusato di aver provocato il suicidio di Gorky per avere avuto una relazione con sua moglie. Alla fine degli anni Cinquanta, Matta è già un artista di fama internazionale, mentre nel 1971 la rivista francese Connaissance des Arts, lo colloca nella top ten dei dieci migliori pittori contemporanei del mondo e nel 1985 il Centre Georges Pompidou gli consacra una grande retrospettiva. Nel 1990 torna a Parigi passando dei periodi in Italia a Tarquinia, dove installa uno studio, una scuola di ceramica e una sala di esposizioni. Si spegne a Civitavecchia nel 2002. Le sue opere sono conservate in alcuni dei più importanti musei del mondo, solo per citarne alcuni: il Museum of Modern Art di New York, il Centre Pompidou a Parigi, il Fine Art Museum di San Francisco e la Galleria d´Arte Nazionale di Roma. --- Gordon Matta-clark (New York, Usa, 1943 – 1978) Gordon Matta-clark è un artista americano attivo durante gli anni Settanta e meglio conosciuto per i suoi "building cuts", edifici tagliati: trasformazioni sculturali di edifici abbandonati realizzati attraverso tagli e smantellamenti di siti architettonici strutturati. Figura catalica del decennio per la storia e lo sviluppo di Soho a New York, la sua arte mette in discussione lo stesso statuto di opera d´arte. Utilizzando la performance come metodo espressivo preferenziale, la gran parte del suo lavoro si basa su frammenti architettonici, oggetti decomposti, ma anche esperimenti culinari giunti oggi a noi attraverso una serie documentazione fatta di video, foto e films. Operativo sia negli Stati Uniti che in Europa, la prematura scomparsa a soli trentacinque anni non gli ha impedito di diventare una superstar sulla scena internazionale dell´arte contemporanea. Le opere di Matta-clark sono infatti presenti in grandi collezioni pubbliche: il Metropolitan Museum of Art e il Moma di New York, il Museum of Contemporary Art di Chicago, il Moca di Los Angeles, il Museum van Hedendaagse Kunst Antwerpen ad Antwerp, il San Francisco Museum of Art, lo Smithsonian American Art Museum a Washington Dc, il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Whitney Museum of American Art di New York. --- Pablo Echaurren Matta (Roma, Italia, 1951) Pablo Echaurren ha iniziato a dipingere a diciotto anni ed è stato presto scoperto da Arturo Schwarz. Sul background della pop art, dell´arte povera, del minimalismo e dell´arte concettuale, ha incominciato a sviluppare il suo universo lessicale agli inizi degli anni Settanta quando si dedica a vari temi: dal mondo delle miniature ai segni del mastro giapponese Hokusai, dalle citazioni dal mondo del fumetto di Roy Lichtenstein alle immagini dei libri scientifici sulla storia naturale, la zoologia e la botanica. In un secondo tempo il confronto con l´eredità iconografica della storia dell´arte si espande in un dialogo costante con le avanguardie: il Futurismo, il Dadaismo, il Cubismo, lo stesso Surrealismo che rivista con l´occhio di un abitante del villaggio globale, nutrito di messaggi delle telecomunicazioni e dei mass media. L´arte di Pablo Echaurren si muove in molte direzioni, in salti costanti, dai dipinti ai collage, dalle copertine dei libri e dei fumetti alle ceramiche, ai video, ai testi. Si impone così l´idea dell´artista-artigiano in tutti i campi, indipendentemente dalle barriere e dalle gerarchie che di solito confinano l´attività creativa. La relazione tra Pablo e i giovani è sempre molto stretta e lo stesso si dica per i movimenti sociali. Autore di saggi, romanzi e brevi racconti, Pablo ha anche publicato una serie di biografie illustrate, dedicate a Filippo Tommaso Marinetti, Picasso, Ezra Pound ed altri. --- Fondazione Querini Stampalia – Area Scarpa Nel 1949 il Consiglio di Presidenza della Fondazione Querini Stampalia decise di dare inizio al restauro di alcune parti di Palazzo Querini. Manlio Dazzi, direttore della fondazione, affidò a Carlo Scarpa il compito di risistemare il piano terra ed il giardino sul retro del palazzo che si trovava in uno stato di estremo abbandono e degrado. Il progetto fu realizzato solo più di dieci anni dopo, sotto la direzione di Giuseppe Mazzariol, amico e sostenitore del maestro veneziano. Il progetto di restauro di Scarpa parte dall´eliminazione dell´apparato decorativo ottocentesco, dal risanamento statico e conservativo delle murature, dall´accurata pulitura degli elementi architettonici esistenti per articolarsi attraverso quattro temi fondamentali: il nuovo ponte di accesso, l´ingresso, il portego ed il giardino, quattro luoghi uniti da un percorso, le cui tappe sono anticipate visualmente sin dal campiello antistante il canale, dal quale è possibile intravedere scorci dell´interno. Il piano terra del palazzo è infatti permeabile, trasparente, ed il giardino assume il ruolo di naturale prolungamento del portego. "L´acqua è assunta come un diaframma orizzontale che gradua le altezze obiettivamente mutate degli spazi. È in relazione a questi effetti che l´andamento di tutti i percorsi è stato orientato e svolto orizzontalmente dal canale al giardino, dalla fronte prospiciente il cancello al retro del palazzo, come un´unitaria transenna su cui la luce gioca, smaterializzando i residui plastici di ogni zona per assumerne soltanto il significato cromatico" --- Galleria d´Arte Maggiore – G.a.m. La Galleria d´Arte Maggiore G.a.m. È stata fondata nel 1978 da Franco e Roberta Calarota che hanno costruito il prestigio internazionale della galleria grazie a una collezione di opere di grande qualità del Xx secolo. La fliglia Alessia si è unita alla galleria diventando direttrice nel 2011 con l´obiettivo di unire la tradizione ad una nuova prospettiva. Con un approccio innovativo, le mostre presentate nella sede principale a Bologna mirano a illustrare come l´arte contemporanea scaturisca da un dialogo con l´arte moderna o già storicizzata. Da sempre la galleria si occupa di due aspetti fondamentali del mondo dell´arte: il mercato - partecipando ad alcune delle più importanti fiere internazionali - e la promozione culturale. Da questa prospettiva si originano le collaborazioni con importanti musei ed istituzioni in Italia e all´estero (Metropolitan Museum di New York, Musée d´Art Moderne de la Ville de Paris, etc.), testimonianza tangibile dell´alta qualità delle opere proposte. Punto di riferimento per l´arte italiana del Novecento, la Galleria d´Arte Maggiore ha recentemente collaborato con il museo Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra per la mostra "Giorgio Morandi. Lines of Poetry", l´esposizione più completa realizzata fino ad oggi, fuori dai confini italiani, sull´arte grafica del maestro. E, solo per citare alcuni esempi, tra le varie esposizioni curate da Franco Calarota vanno ricordate la mostra "Silenzi" dedicata all´opera di Giorgio Morandi dal Museo di Palazzo Fortuny a Venezia, e "Giorgio de Chirico. Myth and Archaeology" la mostra appena inaugurata con successo alla Phillips Collection di Washington Dc, all´interno dell´anno della cultura italiana negli Stati Uniti, che presenta al pubblico una preziosa selezione di sculture e lavori su carta.  
   
   
MILANO: MOSTRA FOTOGRAFIC​A: GEOMORFO - I MILLE VOLTI DI GAIA - APPUNTAMEN​TI NEL CONTESTO DELLA (DAL 24 MAGGIO AL 14 LUGLIO 2013)  
 
Di seguito inviamo gli appuntamenti confermati ad oggi nel contesto della mostra fotografica "Geomorfo - I mille volti di Gaia " al Museo Minguzzi e un breve profilo dei relatori. La mostra sarà visitabile dal 24 maggio al 14 luglio 2013. Giovedì 30 maggio ore 19.00 – Viviano Domenici “Quando il Sahara era verde” – Ingresso libero per i soci di Radicediunopercento sabato 8 giugno dalle 19.00 alle 21 – Marco C. Stoppato, geologo, autore e curatore della mostra – Visita guidata a pagamento ( tel. 02 36565440, info@radicediunopercento.It) giovedì 13 giugno ore 19.00 – Luca Lupi, geologo e maggiore esperto mondiale di Dancalia – “Dancalia” – Ingresso libero per i soci di Radicediunopercento giovedì 20 giugno ore 19.00 – Viviano Domenici “Cappadocia: il paese dei camini e delle fate” – Ingresso libero per i soci di Radicediunopercento giovedì 27 giugno dalle 19.00 alle 21 – Marco C. Stoppato, geologo, autore e curatore della mostra – Visita guidata a pagamento ( tel. 02 36565440, info@radicediunopercento.It) Viviano Domenici - Giornalista, responsabile per decenni delle pagine scientifiche del Corriere della Sera, ha seguito numerose spedizioni di ricerca paleontologica e antropologica nei cinque continenti. Ha pubblicato monografie a carattere storico-archeologico, ottenendo diversi premi e riconoscimenti. Marco C. Stoppato - Vulcanologo, fotografo professionista e giornalista è l’autore di tutte le immagini esposte a Milano, ha pubblicato più di 350 reportage su riviste italiane ed estere ed è autore di una decina di libri. Come responsabile dell’Associazione Vulcano Esplorazioni è l’ideatore delle mostre e dei laboratori che l´associazione realizza e propone in Italia e all’estero. Luca Lupi - Esploratore, vulcanologo, fotografo e scrittore. Nel corso degli studi ha fondato Vulcano Esplorazioni e avvalendosi della collaborazione di vulcanologi italiani e stranieri, ha studiato e organizzato numerose spedizioni scientifiche e naturalistiche. Nell’anno2009 ha realizzato l’opera “Dancalia, L’esplorazione dell’Afar, un’avventura italiana”, due grandi volumi pubblicati dall’Istituto Geografico Militare e da Tagete Edizioni di Pontedera tratti da una ricerca storico-geografica decennale. Nel febbraio 2012 a Roma, nella sede storica della Società Geografica Italiana, gli è stata conferita la medaglia d’argento della società per le lunghe ricerche effettuate sulla Dancalia.  
   
   
ROVATO (CASTELLOO QUISTINI): MERAVIGLIE DEL VERDE IN FRANCIACORTA A “GIARDINARIA” - 25/26 MAGGIO  
 
Lo spettacolo della natura si esibisce in una mostra mercato all’interno del contesto unico dei giardini di Castello Quistini, storica dimora franciacortina a Rovato, che nel mese delle rose fiorisce per uno spettacolo garantito di colori e profumi. “Giardinaria” è la mostra mercato che mette in mostra il meglio del florovivaismo, dell’arredo da giardino, di prodotti e attrezzature per il proprio angolo verde, per un’apoteosi di colori e profumi in programma il 25 e 26 Maggio all’interno dei magnifici giardini di Castello Quistini a Rovato, in provincia di Brescia. Organizzata dall’Associazione Florovivaisti Bresciani e Castello Quistini, Giardinaria vuole essere un vero trionfo del giardino, delle piante e dei fiori, dell’arredo, e oggettistica da giardino, con più di 30 espositori selezionati in base alle varietà di piante proposte, arredi e tanto altro. Non mancheranno infatti esemplari e rarità di succulente e cactacee, rose in vaso antiche, moderne, inglesi e ad alberello, peonie e ortensie di diverse varietà, orchidee da interni e da giardino, stagionali e vivaci perenni, piante rare e officinali come l’ormai famosa Stevia, il dolcificante naturale, aromatiche molto particolari come il “Solanum muricatum” (chiamato melone-pepino), ma anche piante di Goji, benefica e antiossidante naturale, e l’Asimina Triloba, pianta dalle numerose proprietà nutrizionali, ma ci saranno anche agrumi, piccole piante di ulivo e oleandri, frutti antichi ed esemplari di piccoli frutti di fragole, lamponi, ribes e uva spina, piantine da orto, attrezzatura per il giardino, sistemi di irrigazione e nuovo sistema di posa prato. Per chi invece vuole arredare e rendere più accogliente il proprio angolo verde ci saranno bellissime sculture di animali in ferro, ceramiche fiabesche artistiche per giardini e orti, arredo, divani e sedute realizzati con materiali riciclati, gazebo e fioriere in metallo e tanto altro. Ormai conosciuti da tutti gli appassionati del verde e delle gite all’aria aperta, i giardini di Castello Quistini, da metà Maggio metteranno in mostra quello che è sicuramente uno degli spettacoli più affascinanti della Primavera: la fioritura di oltre 1500 varietà di rose da collezione tra antiche, moderne e inglesi immerse tra ampi spazi verdi e angoli nascosti di giardino, accompagnando il visitatore nel bellissimo labirinto di rose, un labirinto all’italiana suddiviso per aree che identifica la storia della rosa fino ai giorni nostri. Sarà inoltre possibile pranzare e degustare del buon Franciacorta grazie al servizio ristoro curato dell’Azienda Agricola Barboglio de Gaioncelli, che per l’occasione preparerà due di piatti a base di erbe e fiori, a dimostrazione del fatto che fiori ed erbe, oltre che essere ammirati, possono anche servire per condire piatti e insalate. Non mancheranno spazi dedicati ai bambini con laboratori e materiale didattico per spiegare e illustrare il mondo segreto di gufi e uccelli, e giocando e divertendosi potranno imparare a conoscere il mondo di volatili, insetti e rapaci. Nella giornata di Domenica, alle ore 10,30, si terrà la premiazione relativa alle borse di studio promosse dall’Associazione Florovivaisti Bresciani per le tesine delle classi V° dell’Istituto Pastori di Brescia, che hanno come oggetto aspetti paesaggistici (verde ornamentale), di riqualificazione (ambientale e del verde pubblico) ed energetici. “Giardinaria” è organizzata in collaborazione con il Comune di Rovato e il patrocinio dell’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Brescia e ha come media partner Radio Vera e Radio Bruno, Qui Brescia e Gardenia, la nota rivista di giardinaggio che sarà presente alla manifestazione nella giornata di Sabato. Giardinaria, una mostra mercato organizzata dall’Associazione Florovivaisti Bresciani, che conta imprese florovivaistiche e di costruzione e manutenzione del verde, e Castello Quistini, azienda agricola specializzata in rose antiche, moderne e inglesi che ne ospita una ricca collezione, sarà in programma Sabato 25 e Domenica 26 Maggio dalle 10,00 alle 20,00 in Via Sopramura 3A a Rovato, in provincia di Brescia. Visita la manifestazione su Facebook a questo link: www.Facebook.com/giardinaria. Info: Associazione Florovivaisti Bresciani - Castello Quistini, Via Sopramura 3/a, Rovato (Brescia) - www.Giardinaria.it  - www.Facebook.com/giardinaria    
   
   
BRA (PALAZZO TRAVERSA ): UN CARTONE AL MUSEO CON LEONARDO DA VINCI E GIOVANNI PIUMATI LABORATORIO PER RAGAZZI A IN COLLABORAZIONE CON IL MOST DI MILANO  
 
Si svolgerà dal 17 al 21 giugno il laboratorio del cartone animato presso il Museo Civico di Palazzo Traversa di Bra: una settimana a tempo pieno in cui 20 bambini dai 6 agli 11 anni realizzeranno un cartone animato su Leonardo da Vinci e Giovanni Piumati, il noto braidese che nell´800 tradusse i codici leonardeschi. L´iniziativa, a cura dell´Associazione Culturale La scatola gialla, è un´occasione unica per imparare come si realizza un cartone animato e per scoprire l´opera del grande Leonardo Da Vinci e di Giovanni Piumati, studioso braidese. Il progetto, alla sua secondo edizione, aveva visto lo scorso anno i bambini impegnati nella realizzazione di un cartone animato su Castricia, una bambina di epoca romana. Quest´anno la scelta dell´argomento è caduta su Giovanni Piumati, la cui opera è anch´essa conservata al Museo Palazzo Traversa. Spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Bra Biagio Conterno: "Come Giovanni Piumati, con il suo lavoro di ricerca e di traduzione ci ha tramandato l´opera di leonardesca, così, oggi, i nostri ragazzi , con il linguaggio contemporaneo del film d´animazione, permettono ai propri coetanei di conoscere l´opera di Piumati, in una sorta di grande metafora della trasmissione della conoscenza". La storia che prenderà vita fra le mura del museo civico di arte e archeologia si ispirerà alle storie scritte dalle classi elementari di Bra che, nel corso dell´anno scolastico, hanno partecipato alla prima fase del progetto: un laboratorio di educazione audiovisiva e scrittura di sceneggiatura che ha portato alla realizzazione di quattro sceneggiature originali su Leonardo e Piumati. Nel corso del laboratorio estivo a Palazzo Traversa, dal lunedì al venerdì, i bambini attraverseranno tutte le fasi di produzione: dalla documentazione, alla sceneggiatura, ai disegni, all´animazione, in stop motion, alla creazione dei suoni e delle musiche. Sarà inoltre attivato anche un percorso di conoscenza del linguaggio audiovisivo attraverso la visione e l´analisi di brevi film d´animazione. "I bambini sperimentano in prima persona che un filmato è frutto di un lavoro di gruppo, di una costruzione articolata, di un´interpretazione della realtà - spiega la regista Elena Valsania dell´associazione La scatola gialla -. E´ importante acquisirne consapevolezza per utilizzare in modo maturo gli strumenti di comunicazione di cui disponiamo oggi." Il laboratorio è patrocinato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e realizzato in collaborazione con il Museo della Scienza e della Tecnica Leonardo da Vinci di Milano che ospiterà i bambini per l´intera giornata del martedì coinvolgendoli in laboratori didattici su funzionamento delle macchine di Leonardo. Il progetto vanta anche la partecipazione dell´associazione Amici dei Musei e dell´Istituto Gandino che curerà il laboratorio di sonorizzazione. Il laboratorio si svolgerà dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 16.30. Nella pausa di mezzogiorno sarà possibile rientrare a casa o pranzare al sacco con gli operatori. Per chi lo desidera sarà possibile usufruire del preingresso a partire dalle 8.30 e dell´uscita posticipata alle 17.00. Il costo di partecipazione è di 100 euro a bambino; prenotazioni e informazioni presso il museo civico di Palazzo Traversa, al numero 0172.423880 oppure via mail all’indirizzo traversa@comune.Bra.cn.it   
   
   
MILANO (LISSON GALLERY MILAN): JONATHAN MONK - SENZA TITOLO - FINO AL 19 LUGLIO 2013  
 
Jonathan Monk crea spesso opere a partire da altre opere, attraverso un processo di appropriazione, adattamento, rilavorazione e rivisitazione. Con frequenti richiami all’arte concettuale, pop e minimalista, Jonathan Monk affronta il dilemma contemporaneo di come fare arte di fronte alla storia dell’arte: come essere originali quando sembra che tutte le domande siano già state fatte. Tuttavia, nell’atto dell’esaminare, modificare e ripresentare, Monk riesce a creare realmente qualcosa di nuovo. La sua originalità emerge nello spazio tra l’idea insita nel nuovo oggetto e la sua effettiva oggettività. Come conferma lo stesso Monk “…l’idea di originale e la copia di un originale sono due cose molto diverse.” Per la sua personale alla Lisson Gallery di Milano, Jonathan Monk volge lo sguardo all’arte greco-romana. Influenzato dallo spirito italiano, ha accuratamente fuso e modellato la forma della propria testa in jesmonite, levigandola sino a farla sembrare marmo. Il risultato finale sono cinque busti identici, ognuno dei quali leggermente più grande della dimensione naturale, chiamati tutti Senza Titolo. Caratterizzati da una capigliatura stilizzata e dallo sguardo imperioso, i busti richiamano il ritratto scultoreo idealizzato dell’antica Roma. Ciascun busto è collocato su un alto basamento, e rivolge lo sguardo verso il visitatore, guardando in basso. La figura dell’artista appare quindi esaltata, pur non costituendo questo un mero esercizio di egoismo. Per completare le opere Jonathan Monk ha invitato diversi artisti del movimento dell’Arte Povera a intervenire sui busti, rompendone i nasi. Jannis Kounellis, Pier Paolo Calzolari, Emilio Prini e Gilberto Zorio hanno accettato di sfigurare ognuno un busto, assestando al ritratto di Monk un bel colpo di martello appositamente scelto, spaccandone il naso. Zorio ha persino aggiunto al naso rotto un piccolo grumo di argilla gialla. È in questo momento di distruzione che l’opera viene a esistere: una metamorfosi che elimina la figura individuale dell’artista e fa da eco all’ambiguità del non-titolo di ciascuna opera. L’opera Covered Motorbike 2013, che completa la mostra, è la più grande scultura in bronzo mai realizzata da Jonathan Monk. Le normali associazioni con la velocità o con la “strada aperta” vengono qui deluse e Monk rappresenta invece un oggetto ingombrante, pesante, inerte. La moto è svanita, completamente nascosta sotto una tela cerata. Il soggetto dell’opera resta un segreto. Immagine innocua e onnipresente, specialmente nella città di Milano, la moto coperta è stata glorificata e monumentalizzata. Fusa in bronzo, l’opera non lascia dubbio alcuno circa i riferimenti alla grande arte classica e ai nudi adagiati, ad esempio, di Henry Moore. The Void 2013 è una lastra di marmo che raffigura la parte posteriore del noto furgoncino a tre ruote Ape Piaggio – un veicolo che si puo’ ancora incontrare nei vicoli di Milano. Un giorno, mentre Jonathan Monk si trovava alla Lisson Gallery di Milano, ha sentito due tecnici discutere tra loro sulla possibilità di sistemare The Void sul retro di un furgoncino. Furgoncino che lui ha subito immaginato essere un Ape, un veicolo che è grande ma piccolo allo stesso tempo e che ha un ampio spazio per un vuoto. Ingrandito e realizzato in marmo, The Void è l’omaggio di Monk a questo semplice mezzo di trasporto. ---- Jonathan Monk è nato nel 1969 a Leicester, in Inghilterra. Tra le sue mostre personali figurano: Centre d´édition contemporaine, Ginevra (2013); Yvon Lambert, Parigi (2013, 2011); Meyer Riegger, Berlino (2012, 2010); Eastside Projects, Birmingham (2011); Casey Kaplan Gallery, New York (2011, 2009); Dvir Gallery, Tel Aviv (2011, 2010); Lisson Gallery, London (2010, 2009); Morra Greco, Napoli (2009); Artpace, San Antonio (2009); Galleri Nicolai Wallner, Copenhagen (2009); Palais de Tokyo and Musée d´art Moderne, Parigi (2008); The Tramway, Glasgow (2008). Tra le collettive: Galerie Andreas Huber, Vienna (2012); Galerie Thassaeus Ropac, Parigi (2012); Frutta Gallery, Roma (2012); Cca Wattis, San Francisco (2012); South London Gallery, Londra (2012); Boers-li Gallery, Pechino (2012); Centre of Contemporary, Torun (2012).; Artspace, New York (2012), Leeds Art Gallery, Leeds (2012), Crate Studio and Project Space, Kent (2012) e Pratt Manhattan Gallery, New York (2011). Nel 2012, Monk ha ricevuto il Les Prix du Quartier Des Bains. L’artista terrà una personale presso il Cac Malaga a settembre 2013 e presso il Dallas Contemporary, Texas nel 2014. Info: Jonathan Monk. Senza Titolo - 23 maggio/19 luglio 2013 - Lisson Gallery Milan, via Zenale 3, Milano - tel +39 02 89 05 06 08 - da Lunedì a Venerdì, dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle18.00  
   
   
MILANO (PALAZZO REALE): UNA MOSTRA RACCONTA LA RIVALITÀ TRA IL MAGO HERRERA E IL PARÒN ROCCO NELLA MILANO ANNI ‘60  
 
La mostra in corso a Milano, Palazzo Reale, racconta una storia leggendaria: la rivalità, la carriera e l’amicizia, di una coppia celeberrima del calcio italiano e internazionale, quella formata da Helenio Herrera e Nereo Rocco, il Mago e il Paròn degli anni Sessanta milanesi. Un percorso di immagini, ricordi e documenti che racconta anche la Milano di quegli anni, che stava trasformandosi nella città di riferimento in Europa, non solo per lo sport, ma anche per la cultura, lo spettacolo, il design, la moda, le sue grandi aziende. “Oggi è una giornata speciale per lo sport a Milano – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. A Palazzo Reale inauguriamo una mostra assolutamente inedita sul mondo del calcio milanese degli anni ’60, un periodo in cui la città cresceva e si affermava nel panorama internazionale insieme alle sue due grandi e storiche squadre; mentre, alla Fabbrica del Vapore, si stanno svolgendo gli ‘Stati generali dello Sport’, per riportare al centro dell’attenzione una nuova idea dello sport urbano. Un tema fortemente interconnesso con un utilizzo diverso degli spazi cittadini e con lo sviluppo culturale della società, tanto più sano quanto più legato ai valori che sono alla base di ogni disciplina sportiva”. La mostra, promossa dal Comune di Milano – Cultura, prodotta da Palazzo Reale e Skira editore e curata da Gigi Garanzini, storico giornalista sportivo, è sostenuta dalle due squadre di calcio simbolo della città – Fc Internazionale Milano e Ac Milan – che hanno messo a disposizione straordinari materiali d’archivio, dalla Rai, che ha condiviso i preziosissimi materiali delle sue Teche, dai quali sono tratti i filmati che accompagnano il percorso espositivo, e da Gazzetta dello Sport, anch’essa coinvolta con il suo archivio. Cinquant’anni fa, il 22 maggio del 1963, il Milan di Nereo Rocco vince la Coppa dei Campioni, il 26 maggio dello stesso anno l’Inter di Helenio Herrera festeggia lo scudetto. Da qui al 1969 si snoda una stagione irrepetibile: i due allenatori faranno di Milano la capitale europea e mondiale del calcio, alternandosi nella conquista di trofei nazionali, europei e mondiali. Eppure i due personaggi non potrebbero essere più diversi: questa contrapposizione diventa il tema centrale della mostra, che attraverso centinaia di fotografie, numerosi e rari filmati, installazioni, oggetti di culto appartenuti ai due allenatori disegna un ritratto veritiero e umanissimo di due personaggi che hanno fatto la storia del calcio e in parte della Milano del 1963. La mostra milanese si apre proprio sul tema della rivalità iniziale: il visitatore potrà scegliere infatti un ingresso nerazzurro o uno rossonero, che naturalmente poi confluiranno in spazi comuni. La prima sezione, a cura di John Foot (professore inglese di Storia moderna italiana, e profondo conoscitore della Milano di quegli anni), è dedicata alla Milano del 1963, con fotografie e filmati di altri celebri rivali: personaggi come Celentano e Jannacci, Walter Chiari e Gino Bramieri, Maria Callas e Renata Tebaldi, aziende come Motta e Alemagna: una panoramica del meglio della città dell’epoca. E poi, in una rassegna che raccoglie circa cento foto d’autore (scelte dallo storico della fotografia Cesare Colombo) la vita sociale della città, con gli immigrati, le fabbriche, la motorizzazione, i nuovi consumi, fino al cinema e ai protagonisti della vita culturale. La mostra prosegue con una sorta di memoriale, con fotografie e oggetti di Herrera e Rocco, con un omaggio speciale a Gianni Brera, massimo cantore del calcio a tutto tondo. Maglie, scarpe, ricordi personali, la famosa lavagna tattica di Herrera, un quadro che il grande De Chirico aveva regalato a Rocco per consolarlo di una sconfitta. Seguono poi filmati e interviste, che ripercorrono storia e personalità dei due protagonisti. Viene quindi ricostruita l’atmosfera degli spogliatoi, compreso lo scorrere dell’acqua e il profumo di olio canforato, con alcune sorprese per i visitatori negli armadietti che si aprono e mostrano filmati divertenti, spesso inediti. Segue la sala dei Trionfi, con tutte le coppe vinte da Herrera e Rocco e sullo sfondo una parete rosa con le pagine storiche della Gazzetta dello Sport. Ancora fotografie e filmati di allenamenti, con i due tecnici nella loro quotidianità, tra panchina, dialoghi con i giocatori e vita in campo. Sfilano le immagini di grandi campioni come Mazzola, Picchi, Suarez, Corso, Altafini, Rivera, Trapattoni. Chiude la mostra una sala video dove altre immagini, altre interviste si alternano a spezzoni delle grandi finali europee e mondiali vinte dai due personaggi. Orari Lunedì 14.30-19.30 Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica 9.30-19.30 Giovedì e Sabato 9.30-22.30 La biglietteria chiude un’ora prima. Info: tel  02.92800375 - www.Mostramilaninter63.it  
   
   
CANELLI (PIAZZA CASTELLO): MOSTRA A 400 ANNI DALL´ASSEDIO DI CANELLI  
 
Canelli, giugno 1613: quattrocento anni fa, la fiera opposizione degli abitanti della cittadina all’assedio posto da Carlo di Gonzaga, duca di Nevérs, che accampava pretese di successione sul Ducato di Monferrato, conteso a Carlo Emanuele I di Savoia. Dopo quattro secoli la storia viene revocata in piazza Castello a Torino: sabato 25 maggio dalle 9 alle 18 sarà allestito un campo militare seicentesco, dove sbandieratori, “tamburini” e figuranti in costumi d’epoca faranno rivivere l’atmosfera dell’Assedio. Ci sarà anche uno stand per la degustazione di vini e prodotti tipici del territorio canellese. Dal 22 maggio al 5 giugno si potrà visitare la mostra, allestita nei locali della Regione Piemonte, dedicata all’Assedio e alle vicende del ducato di Savoia nel 1600. Ad organizzare l’evento, il Comune di Canelli, in collaborazione con il “Gruppo Storico Militare l’Assedio di Canelli 1613” e l’associazione “Pro Loco Antico Borgo Villanuova di Canelli”. La mostra e la rievocazione sono solo alcuni degli eventi promozionali di avvicinamento alla tradizionale kermesse storica, in programma a Canelli sabato 15 e domenica 16 giugno. Per ulteriori informazioni: relazioni.Esterne@regione.piemonte.it    
   
   
MILANO (FONDAZIONE MARCONI): WILLIAM T. WILEY - 43 YEARS LATER, MOLE TOE BENNY, RETURNS AKA WILEY - INAUGURAZIONE 27 MAGGIO ORE 19 - DAL 28 MAGGIO AL 26 LUGLIO 2013  
 
La Fondazione Marconi presenterà il prossimo 27 maggio una mostra dell’artista americano William T. Wiley con opere della fine degli anni Sessanta e di questi ultimi anni. Allestita sui due piani dello spazio espositivo, la mostra – come rivela il titolo stesso – segue a distanza di 43 anni la prima personale di W.t. Wiley tenutasi nel 1971 a Milano presso lo Studio Marconi. Talento precoce, Wiley inizia la sua attività con una personale al San Francisco Museum of Art ancor prima di conseguire il diploma alla California School of Fine Art (poi San Francisco Art Institute) nel 1961. È il periodo in cui domina nel mondo dell’arte l’Espressionismo Astratto dal quale l’artista viene inizialmente influenzato per poi tracciare la sua strada con uno stile del tutto originale. Sin dall’inizio della sua carriera, le opere di Wiley figurano nelle collezioni permanenti di musei come il Los Angeles County Museum of Art, il Museum of Modern Art e il Whitney Museum of American Art di New York, lo Smithsonian American Art Museum di Washington, il Museum of Modern Art di San Francisco, il Museum of the Art Institute di Chicago, il Van Abbemuseum di Eindhoven. La sua opera contribuisce inizialmente alla nascita della Funk Art californiana, che esordisce nel 1967 con la mostra curata da Peter Selz alla University Art Museum di Berkley. Tuttavia, la produzione di Wiley mostra nel tempo una vena di lirismo e un’eleganza stilistica che va oltre la spavalda provocatorietà del funk. Insieme all’ironia, uno sguardo più approfondito all’opera dell’artista rivela una coscienza sensibile ad argomenti di attualità come ad esempio il riscaldamento globale. Per quanto spontanea e improvvisata possa apparire la sua arte irriverente, Wiley è sempre profondamente coinvolto nel messaggio di ogni sua opera, spesso celato nei giochi di parole, nei doppi sensi, e abbinato a citazioni culturali. La costante che percorre tutta la sua opera e che gli ha procurato negli anni la meritata ammirazione internazionale è l’utilizzo della tecnica dell’acquarello che gli permette di abbinare tinte luminose a un tratto nero, sottile e dettagliato. Al primo piano dello spazio espositivo sono presentati i lavori della fine degli anni Sessanta tra cui figurano oltre agli acquarelli, installazioni, assemblaggi (Blind Project, 1969, You May Call the Shots, 1971, Sham Man Bag, 1971) e tele (Sea Markman’s Ship, 1971, Test Pattern, 1971). Al secondo, invece, sono esposte le esperienze artistiche più recenti come gli importanti dipinti raffiguranti intricati paesaggi astratti (Lament for the Garment Workers of Bangladesh, 2012) e gli acquarelli realizzati tra il 2009 e il 2012. La mostra sarà accompagnata da un catalogo che rappresenta entrambi i periodi artistici e proseguirà allo Studio Marconi ’65 di via Tadino 17 con l’esposizione di alcune grafiche e acquarelli realizzati dall’artista. --- Nato nel 1937 a Bedford, nell’Indiana, William T. Wiley espone nel 1960 alla rassegna “Young America” al Whitney Museum di New York e tiene le sue prime personali alla Staempfli Gallery di New York e alla Hansen Fuller Gallery di San Francisco. Artista versatile ed eclettico, realizza sculture, dipinti, opere grafiche e assemblaggi di ascendenza surreal-dadaista, collabora tra gli altri con il compositore Steve Reich alla creazione di spettacoli teatrali (Over Evident Falls, 1968), realizza film (Man’s Nature, 1970) e insegna in varie scuole americane, tra cui l’University of California a Davis e la School of Visual Arts di New York. Wiley partecipa a mostre in varie città degli Stati Uniti e in giro per il mondo, a Parigi, Seul, Colonia, Düsseldorf, Melbourne, Francoforte, Vienna e Londra. Nel 2009, lo Smithsonian American Art Museum di Washington presenta una retrospettiva sul suo percorso artistico dal titolo “What´s It All Mean: William T. Wiley in Retrospect”. Tra le molte collettive che lo vedono presente si segnalano: “When Attitudes Become Form” alla Kunsthalle di Berna nel 1969, curata da Harald Szeemann (ripresa quest’anno da Germano Celant alla Fondazione Prada in occasione della Biennale di Venezia); “Extraordinary Realities” (1973) e “Minimalism to Expressionism” (1983), entrambe al Whitney Museum di New York; “Surrealität-bildrealität 1924-1974” alla Städtische Kunsthalle di Düsseldorf nel 1974. Partecipa a Documenta V di Kassel nel 1972 e alla Biennale di Venezia del 1980. Info: Fondazione Marconi Arte moderna e contemporanea - Via Tadino 15, 20124, Milano - Tel. 02 29 41 92 32 - fax 02 29 41 72 78 - info@fondazionemarconi.Org  - www.Fondazionemarconi.org    
   
   
PREMIO FRANCESCO FABBRI PER LE ARTI CONTEMPORANEE - SECONDA EDIZIONE DEL PREMIO DEDICATO ALL´ARTE EMERGENTE E ALLA FOTOGRAFIA CONTEMPORANEA  
 
Dopo l´ottimo successo dell´esordio nel 2012, il 20 maggio è partita la seconda edizione del Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee. Una giuria rinnovata e i premi acquisto accresciuti testimoniano la volontà di Fondazione Francesco Fabbri di perseguire il proprio impegno a sostegno dei linguaggi contemporanei attraverso la valorizzazione degli autori emergenti e della fotografia. L´idea che sottende al Premio Francesco Fabbri è una visione dell´arte che si muove attraverso una pluralità di linguaggi che seguono direttrici ibride su scala globale. In un tale contesto vi è la necessità di realizzare dei momenti di visibilità degli autori contemporanei che compiono una ricerca innovativa, creando delle connessioni con il sistema dell´arte e sostenendo la loro opera. Fondazione Francesco Fabbri vuole così intraprendere un’attività di scouting e segnare una mappatura dei mutamenti in atto, creando delle istantanee sulla creatività internazionale attraverso un bando rivolto agli artisti di tutto il mondo. Il Premio è suddiviso in due sezioni, la prima dedicata agli autori emergenti che non abbiano superato i 35 anni di età. Questi potranno partecipare attraverso ogni forma creativa visuale, dalla pittura alla scultura, dall’installazione alla fotografia, dalla video arte alla performance, fino al disegno e alla grafica, senza limitazioni nel linguaggio. La seconda sezione è rivolta alla fotografia contemporanea in continuità con l´azione di Fondazione Francesco Fabbri, promotrice di F4 / un´idea di fotografia, festival dedicato alla fotografia moderna e contemporanea. Vi possono partecipare autori da ogni paese del mondo senza limiti di età. Il bando rimarrà aperto fino al 2 settembre e gli artisti potranno iscriversi sia via posta ordinaria sia via web sul sito della Fondazione. Nel mese di ottobre la giuria si riunirà per decretare i vincitori assoluti delle sezioni, che riceveranno un premio acquisto, che quest´anno ammonta a 5.000 euro. La giuria inoltre attribuirà delle menzioni speciali della critica, per segnalare alcune opere particolarmente valenti e favorirne una visibilità sulla stampa specialistica e di settore. Le due opere vincitrici entreranno nella collezione di Fondazione Francesco Fabbri e saranno custodite a Casa Fabbri, il nuovo centro in cui si svolgono i progetti residenziali e workshop legati alla contemporaneità. Le opere finaliste saranno esposte a Villa Brandolini a Pieve di Soligo (Tv) dal 30 novembre al 22 dicembre 2013 e durante il vernissage saranno proclamati i vincitori alla presenza degli operatori, della stampa e del pubblico. Il premio, curato da Carlo Sala, gode di una prestigiosa giuria composta da critici e curatori di fama, quali Antonio Arévalo, Andrea Bruciati, Martina Cavallarin, Stefano Coletto, Filippo Maggia, Luca Panaro, Roberta Valtorta e Francesco Zanot. Il Premio Francesco Fabbri per le arti contemporanee vuole essere uno strumento di indagine sulle varie sfaccettature della contemporaneità visiva internazionale e creare un momento di confronto tra autori di differenti paesi del mondo. Un momento di visibilità per gli artisti, con l´intento di creare nuove relazioni con gli operatori, la critica, la stampa e il dialogo con il pubblico. Il Premio è promosso da Fondazione Francesco Fabbri e reso possibile grazie al supporto della Famiglia Fabbri e alla collaborazione del Comune di Pieve di Soligo. E´ patrocinato da Fiaf (Federazione Italiana Associazioni fotografiche), Gai (Giovani Artisti Italiani), Landscapes Stories, Tra (Treviso Ricerca Arte) e Enzimi. Il Premio è inoltre inserito nel palinsesto regionale Reteventi Cultura Veneto 2013 per la Provincia di Treviso. Info e bando: Fondazione Francesco Fabbri Onlus - Piazza Libertà 7, Solighetto, 31053, Pieve di Soligo (Tv) - www.Fondazionefrancescofabbri.it/piattaforme-culturali/premio-francesco-fabbri  - premio@fondazionefrancescofabbri.It    
   
   
MILANO (BRERA): GIOVANI CICERONI  
 
Durante il weekend del 25 e 26 maggio la Pinacoteca di Brera, in collaborazione con l´Istituto Setti Carraro dalla Chiesa, offre al pubblico approfondimenti di alcuni capolavori. Gli studenti del liceo milanese accolgono in museo e incontrano i visitatori davanti alle opere più significative delle collezioni. Info: Pinacoteca di Brera - Servizi educativi del museo e del territorio - Dott.ssa Paola Strada - paola.Strada@beniculturali.it  - 02/72263262 - Sig.ra Amedea Fariello - sbsae-mi.Didattica@beniculturali.it  - 02/72263219  
   
   
LUCCA (ENOTECA VANNI): MOSTRA FOTOGRAFICA DEL PALEO ROSSO FIRMATO LE MACCHIOLE - FINO AL 2 GIUGNO  
 
Farà tappa a Lucca la mostra fotografica che racconta, con la fantasia del fotografo Maurizio Gjivovich, il Paleo Rosso de Le Macchiole e la cittadina di Bolgheri in cui nasce, i suoi personaggi e le sue storie. Ad ospitare l’esposizione che sta facendo il giro del mondo e che arriverà in Svizzera, Belgio, Svezia, Inghilterra, Hong Kong e Singapore e poi ancora Stati Uniti e Giappone sarà l’Enoteca Vanni, in Piazza S. Salvatore 7 a Lucca. La mostra dedicata al vino simbolo de Le Macchiole, che con la vendemmia 2009 ha compiuto 20 anni, si potrà ammirare dal 21 maggio al 2 giugno. Il negozio è aperto dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. In questo angolo dedicato agli appassionati dell’enologia il Paleo Rosso si mostrerà in una veste nuova, stretto tra le mani di 20 amici de Le Macchiole ripresi nelle situazioni più originali, trasformando piccoli gesti della quotidianità del luogo in cui nasce in opere d’arte. L´enoteca Vanni fondata nel 1965, si trova nel centro storico di Lucca, dove si possono trovare i migliori vini, i liquori, gli oli extra vergine e i prodotti tipici lucchesi. Quella dei Vanni non è una cantina qualunque, ma un luogo ricco di fascino che si estende per oltre 300 metri quadri nei sotterranei del palazzo che la ospita. Un vero santuario del vino. Per informazioni contattare il numero 0583.491902. Ma il viaggio degli scatti del Paleo Rosso non ha confini. In contemporanea la mostra è esposta anche in Malesia, per l´esattezza a Kuala Lumpur presso il ristorante Hakka Repubblic.  
   
   
PARTE CINERESIDENZE, MASSIMO GAUDIOSO ALLA PRIMA MASTERCLASS DEL PROGETTO DI MARCHE CINEMA MULTIMEDIA .  
 
Ancona - Con la Masterclass condotta dallo sceneggiatore di Gomorra e Reality, Massimo Gaudioso, ha preso il via il 24 maggio, il progetto di alta formazione Cineresidenze dedicato ai mestieri del Cinema e organizzato da Marche Cinema Multimedia - Marche Film Commission. Fino a sabato 26 maggio, a Villa Nappi di Polverigi, un gruppo di allievi, tredici in totale, di cui due ragazze, potranno vivere un’esperienza formativa “full immersion” di alto valore professionale. Ad introdurre il percorso formativo domani alle 14:00 sarà Anna Olivucci, responsabile di Marche Film Commission. Cineresidenze, infatti, è nato da un progetto della Fondazione Marche Cinema Multimedia con l’intento di offrire alle Marche e nelle Marche una preziosa occasione di specializzazione e aggiornamento riservata a tutti coloro che già operano, in modo professionale o semiprofessionale, nell’industria audiovisiva. Il progetto, ideato da Sofia Cecchetti, è finanziato nell’ambito dell’intervento I Luoghi dell’Animazione, previsto nell’Accordo Quadro tra il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’assessorato alle Politiche giovanili della Regione Marche. I partners: Associazione Inteatro, I Bicchieri di Pandora, Officine Mattòli, Hacca Editore, Comune di Polverigi, Ass.ne Nie Wiem, Ass.ne Fango&assami, Ass.ne Agheiro, Cgs Marche, Guasco srl. Marche Movie. Le Cineresidenze sono dedicate a giovani professionisti provenienti da tutta Italia di età compresa tra i 18 e i 35 anni, già attivi nei campi della sceneggiatura, fotografia, ripresa audio-video, recitazione, scenografia, costumi, produzione cine-televisiva. C’è stata un’ottima adesione un po’ da tutta Italia, verranno da Trento, Palermo, Milano, Roma, e poi dalle Marche a cui è riservata una quota del 50% dei posti. Tutti i giovani, con un’età media tra i 25-26 anni, hanno ottime esperienze: principalmente neolaureati con uno o due cortometraggi all’attivo, corsi di formazione di buon livello o Master Accademici. Cineresidenze sarà anche raccontato da un backstage realizzato dalla giovane Lucia Brandoli di Torino che ha vinto il concorso "il tuo backstage migliore", aggiudicandosi la partecipazione gratuita a tutte le Masterclass. Sarà la scrittrice ufficiale del blog e dell´ebook su Cineresidenze. Infatti le masterclass sono strutturate secondo una progressione temporale che ripercorre il reale processo produttivo cinematografico: dalla sceneggiatura e produzione sino al lavoro tra regista e attore, passando per l´illuminazione dello spazio, la ripresa del suono dal vivo, la costruzione delle scene, la scelta dei costumi. Così, al termine del viaggio, il filo rosso che avrà legato incontri tra allievi ed artisti sarà propriamente ed operativamente il “fare cinema”. Nello specifico, Cineresidenze si compone di una serie di masterclass full time, ognuna della durata di un weekend lungo, tenute esclusivamente da affermati professionisti del Cinema italiano (Massimo Gaudioso -sceneggiatura, Gianluca Arcopinto e Ciro Scognamiglio - produzione e organizzazione di set, Lia Francesca Morandini -Costumi, Giancarlo Basili - scenografia, Daniele Ciprì - direzione della fotografia, Marco Parollo- Suono, Francesca Archibugi, Luigi lo Cascio e Lucia Mascino- Regia e Direzione dell’attore). Veri e propri stage residenziali, all’interno di Villa Nappi, struttura eccellente del territorio e dell’ospitalità regionale nel settore culturale, in grado di accogliere insieme studenti ed insegnanti per l’intera durata del percorso formativo. Inoltre l’esperienza formativa dei ragazzi si trasformerà in esperienza lavorativa di set. Alla fine di ciascun corso, infatti, il ragazzo/a ritenuto più meritevole a giudizio insindacabile di ciascun professionista avrà l’occasione di lavorare fianco a fianco dell’insegnante in un vero set cinematografico. (ad’e) info: www.Cineresidenze.it    
   
   
LECCE: MOSTRA MERCATO DELL´ARTIG​IANATO D´ECCELLEN​ZA - GIULIA BARELA CON LA SUA CAPSULE DEDICATA AL MARE - DAL 24 AL 26 DI MAGGIO  
 
Giulia Barela partecipa alla Mostra Artigianato d´eccellenza di Lecce, la raffinata mostra mercato a scopo benefico nel cuore del centro storico della bella provincia pugliese che si svolge dal 24 al 26 maggio 2013 con la sua capsule dal sapore del mare. La designer romana Giulia Barela partecipa alla mostra mercato Artigianato d’Eccellenza che torna ad animare la storica piazzetta Giosuè Carducci e la chiesa sconsacrata di San Francesco della Scarpa. Per tre giorni, con 50 espositori, questa kermesse unisce l’amore per le cose belle alla solidarietà e la beneficenza. Parte del ricavato verrà infatti devoluto al reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Lecce. La partecipazione alla mostra sottolinea la continua e fruttuosa ispirazione che la terra pugliese da alla designer Giulia Barela ed esalta l’unicità delle sue creazioni. Giulia... Un nome ereditato dal ramo femminile della famiglia, donne piene di passioni, una tra tutte quella per i gioielli. Giulia Barela cresce così, dando forma, nei suoi giochi, a creazioni fantasiose. Poi una carriera nelle relazioni internazionali e la realizzazione di un Hotel di charme a Roma, rubano un po’ di posto ai sogni. Ma Giulia guarda avanti e dà nuovo spazio alla sua creatività. Nel Salento, dove ha una graziosa masseria, tira fuori dal cassetto i disegni dei gioielli creati per sé e le amiche e lancia una linea che porta il suo nome. Creazioni eclettiche in cui la sua energia ha trovato espressione. L’ispirazione nasce dall’osservazione; una mattonella antica, i contorni di una foglia, la forma di una pietra, soggetti marini accendono la sua immaginazione. Sono proprio i suoi soggiorni prolungati in Puglia a rendere la sua fantasia fervida e la sua voglia di creare sempre più dirompente. E’ qui che l’oro, il bronzo, l’argento bianco e nero avvolgono perle dei mari del Sud, si fondono con le pietre preziose e semi preziose e diventano splendidi pesci, pastron simili a rami di corallo. La solarità determinata di Giulia traspare nelle sue creazioni di carattere che possiedono il raro pregio di far affiorare la femminilità di ogni donna sicura di sé e delle sue scelte, che predilige l’unicità e sa che proprio le sue scelte ne sono l’espressione. I gioielli di Giulia sono per una donna che ama oggetti che raccontano storie di cul­tura, di tradizione manuale da tramandare, che la caratteriz­zano, la descrivono ed entrano a far parte di sé. Il particolare stile, il ricorso alle antiche tecniche della tradizione orafa e la scelta di pietre preziose e semi preziose non consuete, spesso con straordinarie inclusioni che raccontano la storia della Terra, ren­dono i gioielli di Giulia Barela senza tempo, sempre attuali e pronti ad accompagnare nella vita la donna che li possiede. Nel marzo 2013 ha presentato a Parigi la collezione autunno inverno 2013 e guadagnato consensi internazionali. Le sue collezioni sono presenti in prestigiosi punti vendita di New York, Toronto, Parigi, in Giappone e in Russia  
   
   
UTRECHT (STAZIONE CENTRALE): CALL OF THE MALL – UN´INSOLITA MOSTRA CON OGGETTI E INSTALLAZIONI CHE SORPRENDONO  
 
Dal 20 giugno al 22 settembre 2013, in uno dei punti più affollati d´Olanda, si terrà una manifestazione artistica internazionale dal nome Call of the Mall. Presso la Stazione Centrale di Utrecht e il suo enorme centro commerciale, l´Hoog Catharijne, per tutta l´estate sarà possibile ammirare le opere di 25 artisti nazionali e internazionali, collocate nei corridoi, alle pareti, sui tetti e in altri posti "nascosti". Alcune opere non passeranno certo inosservate. Sull´entrata principale dell´Hoog Catharijne campeggia la teiera alta circa 8 metri di Lily van der Stokker. Sulla piazza Hoog Brabant invece, il luogo più affollato della Stazione Centrale, si trova una fontana decisamente singolare realizzata dal designer inglese Troika, dalla quale, al posto dell´acqua, scaturiscono rotoli di spago colorato. Sul soffitto del centro commerciale, l´artista Ester van der Wiel ha realizzato, insieme agli abitanti e agli impiegati degli uffici, un vero e proprio giardino con tanto di polli. L´artista berlinese Christian Jankowski infine, ha creato tre Living Statues: statue in bronzo viventi. La mostra guarda alla stazione a all´Hoog Catharijne come una sorta di capsula del tempo, una pentola a pressione nella quale i grandi cambiamenti del mondo esterno vengono rappresentati in scala ridotta. Il messaggio che gli artisti vogliono dare è quello di un nuovo mondo che si va definendo davanti a noi, e nel quale siamo sempre alla ricerca di qualcosa. In questo microcosmo della Stazione Centrale, essi cercano di trasporlo e di darcene un assaggio. Il 30 maggio si terrà una presentazione alla stampa di Call of the Mall durante la Biennale di Venezia dalle 18:00 e le 19:00. Call of the Mall Stazione Utrecht Centraal e centro commerciale Hoog Catharijne 20 giu – 22 sett. 2013 - orari: lun 12:00-18:00; mar., mer., ven. E sab. 10:00-18:00; gio. 10:00-21:00; dom. 12:00-17:00 http://www.Kunstinhetstationsgebied.nl/en/home/  
   
   
MUSICA, ACOUSTIC GUITAR FESTIVAL MEETING DI SARZANA ANCHE IL MINISTRO KIENGE AL PREMIO PER RICORDARE MIRIAM MAKEBA SABATO 25 SERA ALLA FORTEZZA FIRMAFEDE  
 
Sarzana. Il ministro dell´Integrazione Cécile Kyenge sarà ospite dell´Acoustic Guitar Meeting di Sarzana nella serata di sabato 25 maggio, dedicata al Premio Città di Sarzana-regione Liguria "Corde&voce per Dialogo&diritti" , quest’anno assegnato alla memoria di Miriam Zenzile Makeba. Il ministro ha accolto con favore l´invito a partecipare all´evento, per l´importanza del Premio, che celebra la figura di Miriam Makeba, artista sudafricana universalmente riconosciuta per il suo fondamentale impegno nella lotta contro l’apartheid, e per unirsi alla presenza prestigiosa, già confermata da diversi giorni, dell’ambasciatore del Sudafrica, Nomatemba Tambo, figlia del compianto leader dell’African National Congress, Oliver Tambo. Nella giornata del 50° anniversario della nascita dell´Unione Africana, celebrato in tutto il mondo come "Africa Day", Cécile Kyenge consegnerà il Premio, sul palco centrale della Fortezza Firmafede, nelle mani di Roberto Meglioli, storico manager di Miriam Makeba - al suo fianco in un sodalizio di stima e amicizia durato sino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2008 a Castel Volturno - e in quelle dell’ambasciatore Nomatemba Tambo. La musica di Miriam Makeba sarà celebrata da un ensemble di musicisti africani, guidati dallo storico chitarrista di Miriam Solo Razafindrakoto: insieme presenteranno "A Musical Tribute to Mama Africa".