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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 21 Giugno 2013
ASTI (PALAZZO MAZZETTI, PALAZZO ALFIERI, PALAZZO OTTOLENGHI): LA NASCITA DEL MADE IN ITALY IN MOSTRA - DAL 22 GIUGNO AL 3 NOVEMBRE 2013  
 
Vent’anni di produzione artistica e industriale che hanno consacrato l’Italia come patria del design, della moda, della creatività. Un’esposizione che coinvolge tre palazzi nel centro storico di Asti e inaugura la sede di Palazzo Alfieri come spazio espositivo. 1945 — 1970. L’affermarsi del Made in Italy In origine la definizione di Made in Italy è soltanto un marchio sopra i prodotti di origine italiana, richiesto all’industria nell’ambito del commercio estero con nazioni europee come Germania e Inghilterra, che vogliono chiaramente indicare al loro pubblico l’origine non nazionale dei prodotti del Belpaese. Una diffidenza che, con l’aumento della qualità della produzione italiana e del generale riconoscimento internazionale, si trasforma in segno di esclusività e garanzia di qualità. L’entusiasmo generato dal successo assolutamente imprevisto del Made in Italy, contamina anche la produzione culturale di quella generazione, scatenando una positiva evoluzione nell’ambito editoriale, del cinema, dell’arte, della fotografia, dello spettacolo in generale e infine nel costume e nella società che durerà per decenni, andando a delineare quell’Italian Lifestyle, che scalerà l’immaginario globale conquistandosi il titolo, talvolta troppo idealizzato, di migliore stile di vita possibile. Il mondo del cinema, la grande pubblicità, l’arte e la fotografia anticipano e sviluppano questo fervore nuovo, raccontando un’Italia inedita, fertile e creativa, un popolo pieno di entusiasmo e di fiducia che affronta la sfida del decollo industriale, del consumo di massa, del mutamento degli stili di vita dei giovani, con una leggerezza e una spinta propulsiva che sembra non lasciare troppo spazio alla riflessione e che non mancherà poi di creare motivi di scompensi e disordini sociali negli anni Settanta. Ma quali sono stati i processi che hanno reso possibile questo fenomeno? Quali le storie imprenditoriali? Quali le scoperte? E soprattutto, in un momento di crisi come questo è possibile che il miracolo si ripeta? Questa mostra sarà il racconto di quel repentino cambiamento, di una trasformazione generale dell’immaginario collettivo che passa dalla bicicletta alla Vespa, da “Ladri di biciclette” a “La Dolce Vita”, da Carla Boni a Caterina Caselli e tutto questo con la fiducia incondizionata in una trasformazione che non avrebbe portato altro che benefici e nuove speranze. È la storia dell’affermarsi di prodotti originali italiani che diventano veri e propri status globali come il pneumatico Cinturato Pirelli, la macchina per scrivere Lettera Olivetti. Prodotti e brevetti che saranno esposti ad Asti e giungeranno da Fondazioni Aziendali e direttamente dall’Archivio di stato di Roma. Accanto a questi prodotti che racconteranno la trasformazione della quotidianità e della produttività italiana, anche le opere d’arte figurativa, del cinema, della letteratura e il diffondersi della comunicazione di massa, della televisione nelle abitazioni e della radio. Il Curatore, il Comitato Scientifico e la Consulta Scientifica Uno dei valori aggiunti de La Rinascita è indubbiamente dato dalla multidisciplinarità, garantita dalla presenza di un Comitato Scientifico e una Consulta Scientifica che hanno analizzato il tema e il periodo attraverso punti di vista e dati scientifici anche molto distanti. Un ruolo particolare ha avuto poi lo Studio Cerri & Associati, già vincitore di numerosi Compassi d’Oro, guidato dall’arch. Pierluigi Cerri con il coordinamento di progetto dell’arch. Alessandro Colombo, che si è occupato del Progetto allestitivo. A coordinare il lavoro di selezione del Comitato, il professore Davide Rampello, già presidente della Triennale di Milano, curatore del Padiglione Italiano all’Expo di Shangai e attualmente curatore del Padiglione Zero e delle attività culturali e artistiche di Expo Milano 2015. Un professionista che ha innovato il concetto di esposizione in Italia negli ultimi anni, grazie soprattutto ad un approccio originale all’esposizione contemporanea come evento performativo, dove il pubblico è invitato ad essere parte di un allestimento e non solo mero spettatore di un’opera, un pubblico chiamato a riflettere in maniera attiva e già concepito come parte dell’installazione, elemento della scena espositiva. Da questo principio l’idea di rendere la mostra di Asti come un’esposizione altamente scenografica, che alterni ricostruzioni multidisciplinari di un immaginario storico preciso, a installazioni fortemente comunicative. Una città in mostra: Palazzo Mazzetti, Palazzo Alfieri, Palazzo Ottolenghi L’esposizione avrà tre linguaggi espositivi precisi, distinti e dialoganti tra loro, ciascuno utilizzato in uno dei tre edifici storici che costituiscono il percorso della mostra. Una mostra urbana che si snoda lungo Corso Alfieri, cuore storico della città, su cui affacciano Palazzo Mazzetti, Palazzo Alfieri e Palazzo Ottolenghi. Se Palazzo Mazzetti, sede principale delle più importanti mostre della città, è già sede riconosciuta per eventi culturali, la vera novità di questo progetto è l’apertura straordinaria del piano terra di Palazzo Ottolenghi e del piano nobile di Palazzo Alfieri. La Casa Natale di Vittorio Alfieri, edificio simbolo dell’identità astigiana, è rimasta chiusa per anni e finalmente può riaprire come nuova sede espositiva per il progetto La Rinascita, ospitando i focus sulla serialità industriale e sulla comunicazione di massa. A Palazzo Ottolenghi invece l’onore di raccontare il periodo della Rinascita nel ricordo e nelle testimonianze della città di Asti, seguendo le poetiche testimonianze delle canzoni di Paolo Conte, cantautore astigiano celebre nel mondo. Info: La Rinascita - Palazzo Mazzetti, Palazzo Ottolenghi, Palazzo Alfieri - Corso Vittorio Alfieri, Asti - dal 22 giugno al 3 novembre 2013. Catalogo edito da Skira. www.Palazzomazzetti.it    
   
   
MILANO (PALAZZO REALE): ALFRED HITCHCOCK NEI FILM DELLA UNIVERSAL PICTURES - UNA MOSTRA DEDICATA AL MAESTRO DEL BRIVIDO PER ECCELLENZA - DAL 21 GIUGNO AL 22 SETTEMBRE 2013  
 
E’ una mostra promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, Alef-cultural project management con la collaborazione speciale della Universal Pictures Italia divisione di Home Entertainment. Sono passati più di trent’anni dalla morte del mago della suspense che ha terrorizzato - e forse continua a terrorizzare - milioni di spettatori con i suoi capolavori. Durante la sua carriera Alfred Hitchcock ha girato oltre cinquanta film - dall’epoca del cinema muto agli anni settanta – che, nel tempo, l’hanno reso uno dei più influenti e venerati innovatori cinematografici di tutti i tempi. Nella storia del cinema, Hitchcock è infatti rinomato per il suo ingegno, le trame avvincenti, la pioneristica gestione delle camere da presa e l’originale stile di montaggio; la sua magistrale abilità nel tener viva la tensione in ogni singolo fotogramma è ancora studiata ed emulata dai film-makers di tutto il mondo. Obiettivo dell’esposizione è cercare di indagare e ricreare quell’effetto di suspense hitchcockiano, quella combinazione perfetta di elementi che, nel corso degli anni, ha tenuto tantissimi spettatori con il fiato sospeso nella doccia di un motel, affacciati su un cortile a spiare i vicini o alle prese con uccelli furiosi. Hitchcock lavorava alle scene dei suoi film con lo scopo di tenere gli spettatori in sospeso il più a lungo possibile, come affermò egli stesso: “Se fai esplodere una bomba il pubblico ha uno shock di dieci secondi, mentre se lo metti semplicemente al corrente della presenza di una bomba, la suspence può essere dilatata e il pubblico mantenuto in sospeso per cinque minuti.” Il percorso espositivo racconta la figura di Alfred Hitchcock attraverso i principali capolavori firmati Universal Pictures, la celebre casa di produzione che, acquisendo la Paramount Pictures, ha prodotto i suoi film dal 1940 al 1976. Una collaborazione decisamente proficua che ha portato sul grande schermo capolavori indimenticabili e inimitabili come “Psyco”, “La finestra sul cortile”, “Gli Uccelli”, “La donna che visse due volte” e molti altri. La mostra presenta settanta fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della major americana che, per preservare la qualità di queste opere, ha restaurato le quattordici pellicole originali nell’audio e nel video portandole in alta definizione su disco Blu-ray per la visione in home video. Il lavoro svolto per la riedizione di questi film e il materiale raccolto è la base su cui è stata strutturata la mostra. Il pubblico potrà immergersi nei backstage dei principali film di Hitchcock scoprendo particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull’impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla vita privata del grande maestro. Il critico cinematografico Gianni Canova accompagnerà il visitatore, con una serie di approfondimenti video, lungo la mostra analizzando i principali capolavori del regista britannico firmati Universal Pictures. Primo fra tutti “Psyco” (1960), una delle sue opere più controverse e innovative. Una pietra miliare del cinema del brivido che, nel 1960, riuscì a battere tutti i record di incassi e fece fuggire il pubblico dalle sale in preda al panico. Un’occasione per vedere da dietro le quinte il metafisico motel Bates, il personaggio inquietante di Norman, la doppia personalità di Marion, la celebre scena della doccia e il ruolo fondamentale di Alma Reville, la moglie-consigliera del maestro del brivido. Una sala del percorso sarà dedicata a “Gli Uccelli” (1963) di cui, proprio quest’anno, si celebra il 50° anniversario. Uno sconvolgente capolavoro in cui il regista introdusse numerose innovazioni nel campo del suono e degli effetti speciali: con ben 370 trucchi di ripresa, il film richiese quasi tre anni di preparativi a causa della sua complessità tecnica. Il pubblico potrà scoprire dettagli curiosi sui geniali artifici utilizzati per la realizzazione delle scene più memorabili. Il visitatore avrà inoltre la possibilità di rivivere l’esperienza voyeuristica di “Jeff” - intepretato da James Stewart - il protagonista de “La Finestra sul cortile” (1954). Alla critica del quotidiano London Observer che lo definì un film “orribile” perchè “c’era un tipo che guardava costantemente dalla finestra”, Hitchcock - nella celebre intervista rilasciata a François Truffaut - rispose: “...Sì, l’uomo era un voyeur, ma non siamo tutti dei voyeur? Scommettiamo che nove persone su dieci, se vedono dall’altra parte del cortile una donna che si spoglia prima di andare a letto o semplicemente un uomo che mette in ordine la sua stanza, non riescono a trattenersi dal guardare? Potrebbero distogliere gli occhi dicendo: «non mi riguarda», potrebbero chiudere le loro persiane, e invece non lo fanno, staranno lì a guardare.” Il film fu un grande successo, uscì nell’agosto 1954, e nel maggio 1956 aveva già incassato 10 milioni di dollari. Insoddisfatto delle prime riprese in esterni, Hitchcock decise di girare il film su un unico set, dando vita al più grande set cinematografico mai realizzato a quell’epoca. Il pubblico potrà rivivere anche l’ambigua identità de “La donna che visse due volte” (1958), capolavoro divenuto oggetto di venerazione. Una delle storie d’amore più angoscianti del cinema, raccontata attraverso un numero infinito di angolazioni e riprese straordinarie nei luoghi più famosi di San Francisco. Un racconto attraverso le paure, l’ossessione e la psicologia dei personaggi arricchito dalle dichiarazioni dell’attrice Kim Novak, la bionda glaciale protagonista femminile del film. Il visitatore avrà inoltre la possibilità di ammirare materiale fotografico degli altri celebri film hitchcockiani: “Sabotatori” (1942), “L’ombra del dubbio” (1943), “Nodo alla gola” (1948), “La congiura degli innocenti” (1955), “L’uomo che sapeva troppo” (1956), “Marnie” (1964), “Il sipario strappato” (1966) , “Topaz” (1969), “Frenzy” (1972) e “Complotto di famiglia” (1976), suo ultimo film. Sebbene Hitchcock conferisca molta importanza al silenzio nelle scene di suspense, alcune delle sue sequenze più note non avrebbero ottenuto la stessa potenza drammatica che tutti riconoscono, se non fosse per l’apporto della musica. La colonna sonora diventa quindi parte integrante e fondamentale per la costruzione del senso di attesa hitchcockiano. In una sala del percorso sarà possibile ascoltare le musiche che hanno fortemente connotato alcuni dei suoi film, tra cui quelle di Bernard Herrmann, compositore statunitense che ha scritto, tra le altre, le celebri soundtrack per “La donna che visse due volte” e il cult “Psyco”. Ci si potrà immergere nei suoni elettronici dei gabbiani che Hitchcock decise di usare nel film “Gli Uccelli” invece della musica: una tecnica altamente sperimentale per quei tempi che risultò essere molto efficace. Lungo il percorso un divertente montaggio dei cammei mostrerà le celebri apparizioni di Hitchcock nei suoi film. Nati come simpatiche gag, i cammei divennero col tempo una vera e propria superstizione. Il pubblico iniziò ad attenderli con impazienza e per evitare che lo spettatore si distraesse troppo durante il film, il regista decise di anticiparli ai primissimi minuti dell’inizio. Brivido, terrore ma anche ironia. Un’altra caratteristica che contraddistingue le sue opere è infatti quel mix ben riuscito tra commedia e suspense: battute brillanti e personaggi divertenti convivono in modo armonioso insieme alle scene di tensione. Un senso dell’umorismo sintetico e pungente che ritroviamo non solo nei suoi film ma anche nella sua vita privata  
   
   
MALCESINE SUL GARDA (CASTELLO SCALIGERO E PALAZZO DEI CAPITANI DEL LAGO): IL METAFORMISMO - L’ARTE CONTEMPORANEA NELLE ANTICHE DIMORE - 1 GIUGNO/31 LUGLIO 2013  
 
L’autore — Giulia Sillato, storico dell’arte di scuola longhiana, è l’ideatore del ciclo itinerante delle Antiche Dimore e il teorico del Metaformismo: esperta di Astrattismo, vi si è a lungo soffermata sino a ridefinirne un possibile profilo futuro come Metaformismo. Attenta selettrice dei linguaggi contemporanei, viene attratta da tutto ciò che gli artisti dicono di nuovo senza contraddire sostanzialmente l’atto pittorico, elevato ad espressione creativa ancora molto valida e significativa. Nel Metaformismo, tuttavia, per sua stessa natura semantica convergono non solo tutti quegli aspetti della pittura astratta che, aggiornati alle odierne tecnologie, ne danno una proiezione diversa, “metaformale” appunto, ma anche gli eventuali allontanamenti dal mezzo pittorico, sostituito in molti casi da altri strumenti operativi ed espressivi.Il Metaformismo — Il Metaformismo nasce dall’esperienza di numerose Rassegne (unificate nel ciclo tuttora itinerante L’arte Contemporanea nelle antiche dimore) che dal 1997 vengono realizzate in siti museali di prestigio: queste hanno consentito all’autore di confrontare tra loro i modelli artistici di due ere contrapposte: l’architettura ospitante e le sue decorazioni, che fa parte del passato, e gli odierni prodotti della creatività, che fanno parte del presente. Ravvicinando visivamente entrambi i livelli storici, anticomoderno, si è evidenziato una sorta di flusso continuo che trapassa da un piano all’altro, innestando nel contemporaneo energie trasmutative, che continuano a rompere la tradizionale unità e a ricomporne i pezzi sotto altre fattezze, rispettandone però il principio originario: la Forma, intesa ora come mezzo e non più come fine. L’indagine, infatti, condotta sulle infinite possibili espressioni, ha portato a concludere che la contemporaneità si esprime nella pluralità dei processi trasformativi che agiscono sulle componenti formali prima dissacrandole e poi ricostituendole secondo criteri assolutamente arbitrari, da cui Metaformismo. In proposito si legga il pensiero conclusivo dell’introduzione che apre il catalogo Mazzotta: “Il Metaformismo è una lettura attenta di tutte le … forme presenti nell’opera artistica: tratti, punti, colori, masse cromatiche, presenza di elementi estranei alla pittura stessa, tutto ciò insomma che attiene alla forma, persino, estremizzando, alla forma stessa del quadro, in caso di espressione minimalista. Ma dalla forma si può addivenire alla materia e dalla materia si può addivenire al mezzo, e con ciò la scrivente sostiene che dalla pittura si può addivenire ad altro e che questo complesso processo trans-mutativo, quello vissuto dall’arte nella seconda metà del secolo scorso, è assolutamente previsto dal Meta-formismo”. I maestri — in mostra le opere di trentaquattro artisti, di fama nazionale, molti dei quali presenti alla 54a Biennale di Venezia, prescelti per dimostrare che “l’odierna pittura italiana ha abbandonato del tutto, o quasi, i vecchi colori e le vecchie tele, rinnovandoli con l’urgenza e l’imprevisto della contemporaneità, manifestati in materiali non consueti nella pratica dell’arte, ma a questa interattivi, creando così loci visivi inediti ed enigmatici”. In ordine alfabetico, sono: Manlio Allegri, Dino Aresca, Gennaro Barci, Pietra Barrasso, Pietro Bellani, Emilio Belotti, Natalia Berselli, Alessandra Bisi, Martino Brivio, Adriana Collovati, Enzo Devastato, Enzo Fabbiano, Emanuela Franchin, Massimo Fumanti, Bruna Lanza, Luvit, Dino Maccini, Pierdomenico Magri, Eugenio Marchesi, Claudio Massimi, Carmine Mastronicola, Aldo Meineri, Osvalda Pucci, Angelo Racheli, Gianluca Ranieri, Carla Rigato, Maurizio Rinaudo, Liana Rover, Mario Salvo, Paola Serra, Rosa Spina, Fedora Spinelli, Francesco Terelle, Marco Tulipani. Il catalogo — Malcesine sul Garda: dall’Egitto ellenistico alla Mitteleuropa Il volume Mazzotta esprime bene, nella sua strutturazione, questa singolare bifaccialità — antico/moderno — di un evento che non è solo espositivo, ma anche editoriale. La prima sezione, dopo un breve prologo relativo al concetto di Metaformismo, tratta di alcuni aspetti della cultura millenaria di un borgo felice: Malcesine sul Garda, che ospita questa ventottesima rassegna negli spazi del Castello Scaligero e del Palazzo dei Capitani del Lago. L’autore è stato attratto dall’ipotesi, sempre più ricorrente nel mondo della ricerca archeologica, dell’esistenza, sull’altura dell’attuale pieve di Santo Stefano, di un tempio dedicato alla dea egizia Iside e accogliente un culto religioso eterodosso portatovi dai romani in età ellenistica: raccolti gli elementi utili, ne ha tentato una ricostruzione grafica in 3D che stimola visivamente un dibattito. Malcesine entra nella Mitteleuropa sin dall’approdo alle sue sponde dell’inimitabile Johann Wolfgang Goethe e quindi da un’atmosfera egittizzante si entrerà nel cuore della storia europea tra Sette e Ottocento, quando lumi della letteratura di tutti i tempi elessero la città a propria musa ispirativa … Ma il Xviii e il Xix sono anche anche i secoli delle più importanti scoperte archeologiche in Egitto e di una crescente attenzione proprio da parte del mondo tedesco verso la civiltà egiziana e pertanto dalle passioni che essa scatena sul finire del secondo millennio si passa velocemente a un’indagine sulla modernità poetica e letteraria vissuta e agita, qui a Malcesine, da menti illustri. L’ultimo decennio dell’Ottocento è anche il prodromo dell’Espressionismo tedesco, alcuni dei cui proseliti sono giunti a soggiornare su queste dolci rive dell’alto lago di Garda. Dov’è il legame tra tutto questo e le opere d’arte contemporanea, di cui si offre un significativo saggio nella seconda sezione del volume? È semplice: per restare nel tema, gli espressionisti deformarono, dissacrarono, distorsero in nome di una nuova spiritualità, in ciò spinti, proprio come tutte le Avanguardie del Novecento dalle testimonianze visive delle civiltà primordiali al di qua del Rinascimento… Ed è ciò che fanno anche molti artisti di oggi, pervenuti nella loro ricerca, mai interrotta, a sostituire al principio della Forma quello della Tecnica. Catalogo Mazzotta  
   
   
AOSTA (PALAZZO VESVOVILE): ESPOSIZIONE SACERDOTI, VESCOVI, ABATI - 28 GIUGNO/22 SETTEMBRE 2013 SANTI PROTETTORI DELLE VALLI ALPINE TRA ARTE E DEVOZIONE  
 
L’assessorato dell’istruzione e cultura comunica che venerdì 28 giugno, alle ore 17.30, al Palazzo Vescovile di Aosta, sarà inaugurata, in collaborazione con la Diocesi di Aosta, l’esposizione Sacerdoti, vescovi, abati. Santi protettori delle valli alpine tra arte e devozione, allestita all’interno del Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta. L’iniziativa si inserisce in un progetto espositivo più ampio, dal titolo Des Saints et des Hommes. Images des saints dans les Alpes à la fin du Moyen Age, nato nell’ambito del programma di cooperazione internazionale Sculpture médiévale dans les Alpes, che ha visto nei mesi di maggio e giugno l’apertura simultanea di altre cinque esposizioni a Susa, Sion e Ginevra, Annecy e Chambéry. La Valle d’Aosta è presente a queste mostre con 11 sculture lignee raffiguranti figure di santi, quali Maurizio, Antonio, Teodulo e Margherita, provenienti da diverse parrocchie. L’esposizione di Aosta illustra, mediante pregevoli opere di scultura lignea, di oreficeria e dipinti risalenti ad epoca medievale, l’evoluzione e la diffusione del culto di tre santi particolarmente legati ai territori alpini, san Grato e sant’Orso per la Valle d’Aosta e sant’Eldrado per la Valle di Susa. Il percorso espositivo si snoda in Cattedrale a partire dalla cappella di San Grato, posta nella navata meridionale, per proseguire negli spazi del Museo del Tesoro, valorizzati dalla presenza di notevoli opere provenienti dal Tesoro della Collegiata di Sant’orso, dalle parrocchie di Antagnod, Aymavilles, Saint-vincent, dall’Abbazia della Novalesa in Valle di Susa e dal Musée d’Art et d’Histoire di Conflans (Albertville). La mostra, aperta dal 29 giugno al 22 settembre 2013, sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 14.30 alle 17.30. Info: Assessorato dell’Istruzione e Cultura Regione Autonoma Valle d’Aosta -  www.Regione.vda.it  
   
   
MILANO (LE SALE DEL RE, PIAZZA DELLA SCALA – INGRESSO GALLERIA VITTORIO EMANUELE II): “LEONARDO3 – IL MONDO DI LEONARDO” - LA MOSTRA CON NUOVE SCOPERTE, ANTEPRIME MONDIALI ED ESPERIENZE INTERATTIVE - FINO AL 31 LUGLIO 2013  
 
Con oltre 85 Mila Biglietti venduti nei primi tre mesi Leonardo3 – Il Mondo di Leonardo, la mostra allestita nelle prestigiose Sale del Re in Piazza della Scala a Milano, diventa a pieno titolo una delle offerte culturali e turistiche più importanti della città. La rassegna è anche l’unica ad essere aperta tutti giorni, compresi quelli festivi e tutte le sere fino alle 23. Data la grande affluenza di pubblico straniero, dal 10 giugno le audio-guide saranno non solo inglese, ma anche in francese, tedesco, russo e cinese. Un appuntamento importante per famiglie, studenti, turisti e tutte le persone interessate a scoprire il Maestro, con modalità e soggetti mai visti prima. Il successo è dovuto anche alla grande affluenza di scuole e visitatori da tutto il mondo; per quel che riguarda gli italiani, da tutta la Lombardia, ma anche dalle regioni limitrofe e non solo. «Siamo felici dell’eccezionale riscontro di pubblico che stiamo avendo, a testimonianza che questa mostra è diversa da tutte le altre. Infatti, propone il frutto di nuove ricerche che hanno portato i curatori scientifici Mario Taddei ed Edoardo Zanon, a realizzare ricostruzioni assolutamente inedite e a mostrare al pubblico un Leonardo sconosciuto, rendendo al contempo il Grande Genio comprensibile a tutti» - dichiara Massimiliano Lisa di Leonardo3, che aggiunge: «In una contingenza economica come quella attuale è un risultato davvero importante, che dimostra quanto efficacemente possano collaborare istituzioni private e pubbliche». La mostra è infatti sponsorizzata dal gruppo assicurativo Aviva e ha ottenuto il conferimento del Premio di Rappresentanza del Capo dello Stato e il Patrocinio del Comune di Milano. Gli organizzatori hanno in previsione molte altre novità e sorprese che presto saranno annunciate in una conferenza stampa che si terrà presso l´Urban Center di Milano. In mostra 200 macchine ingegnose di Leonardo - ricostruite in versione tridimensionale interattiva o come modello fisico - molte delle quali inedite, realizzate nel rigoroso rispetto del progetto originale, che si ritrova nelle migliaia di pagine, appunti e disegni contenuti nei più importanti manoscritti arrivati fino ai nostri giorni: il Manoscritto B, il Codice del Volo e il Codice Atlantico. La Clavi-viola, il Leone Meccanico, l’Automobile-robot, il Cavaliere-robot, la Bombarda multipla, e tra le anteprime mondiali, il Sottomarino Meccanico, la Macchina del Tempo, il Cubo Magico e la Libellula Meccanica sono alcuni dei modelli presentati. Tutta la mostra è caratterizzata da esperienze interattive in 3D (italiano/inglese) per il pubblico, tra le quali anche le anteprime del Codice Atlantico in edizione completa, con oltre 1100 fogli consultabili digitalmente. Per quel che riguarda l’arte, l’importante restauro digitale dell’Ultima Cena consente per la prima volta dai tempi di Leonardo di scoprire i particolari e i colori ormai perduti per sempre del celebre dipinto murale. Le Sale Del Re tornate agli splendori di un tempo, dopo un’accurata ristrutturazione, a cura di Alessandro Rosso Group e con la collaborazione della Città di Milano, sono il luogo ideale per eventi, congressi, mostre d’arte e sala da the. Nel cuore della Galleria Vittorio Emanuele Ii, con ingresso riservato da angolo Piazza della Scala, si può accedere all’ascensore privato che vi conduce all’interno della Storia. Al suo interno si trova anche il Leonardo3 Café luogo ideale per uno snack o un aperitivo, aperto da venerdì, sabato e domenica dalle 10:30 alle 19:30.  Alla mostra è stato conferito il Premio di Rappresentanza del Capo dello Stato e il Patrocinio del Comune di Milano. Info: Tel. 02.794.181 - info@leonardo3.Net - www.Leonardo3.net    
   
   
VENEZIA (PALAZZO BEMBO): SENSORIAL SPACE BY CRISTIANA FIORETTI, PRESENTAZIONE DI JACQUELINE CERESOLI - FINO AL 24 NOVEMBRE 2013  
 
All’interno del seicentesco Palazzo Bembo a Venezia nell’ambito della rassegna Personal Structures (evento collaterale alla 55. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2013), Cristiana Fioretti ha realizzato l´istallazione Sensorial space. Un “sensorial box”, ideato come una sorta di acquario, un gioco d’acqua ribollente all’interno di trasparenti vasche emisferiche sospese a mezz’aria, accompagnate da giochi di luce e suoni che ricordano il mare e il sole del sud della Francia dove l´artista vive. “In una stanza, lunga e stretta, apparentemente angusta, - scrive Jacqueline Ceresoli nel suo testo di presentazione all´opera - si sprofonda nel “blu dipinto di blu ” del mare, del cielo, in cui lo spettatore resta in bilico tra materiale e immateriale, ascoltando il respiro del mondo. Cristiana Fioretti rende omaggio a Venezia, città – sogno fluttuante sull’acqua per eccellenza, con Sensorial space: un ambiente multisensoriale che comprende proiezioni delle sue opere pittoriche astratto-liriche, dal pavimento al soffitto, suoni naturali registrati in riva al mare, ampolle d’acqua simili a bolle d’ossigeno trasformate in evanescenti schermi di stadi di azzurro per amplificare i suoi paesaggi cromatici liquidi e poetici dalle tonalità sfumate e nel contempo accese, che materializzano l’intensità luminosa e la trasparenza dei riflessi del mare, dal blu fino al verde, all’indaco, alle gradazioni di rosso del tramonto. Il pavimento è morbido come una spugna marina, ricoperto da un materiale specchiante per amplificare l’effetto immersivo dell’opera dove lo spettatore, attraversandola, diventa parte integrante dell’ambiente insieme alla luce, colore, suono, proiezioni in movimento e si riflette nelle sfumature di colori che scenograficamente plasmano una dimensione immateriale.” Palazzo Bembo, Riva del Carbon, San Marco 4785 (Fermata Rialto del Vaporetto) Venezia - 1 Giugno / 24 Novembre 2013 - info@globalartaffairs.Org  - www.Globalartaffairs.org  - www.Personalstructures.org  - www.Venice-exhibitions.org  - www.Palazzobembo.org  
   
   
MILANO (PALAZZO REALE): UNA MOSTRA RICORDA GUIDO CREPAX, VALENTINA E LE ALTRE  
 
È stata presentata il 29 marzo a Palazzo Reale la mostra “Guido Crepax: ritratto di un artista”, prima esposizione a 360 gradi dell´opera dell´autore milanese, in programma nelle sale del Palazzo dal 20 giugno al 15 settembre 2013. Allestita nelle dieci sale dell´Appartamento di Riserva, la mostra è promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, da Palazzo Reale e dall’Archivio Crepax. “Nel decennale della scomparsa e a 80 anni dalla sua nascita, Milano rende omaggio a un grande artista – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. A Palazzo Reale c’è tutta la produzione di Crepax: i fumetti, i periodici, il design, il teatro, i giochi, le scenografie: un mondo che nasce dalla scena culturale e artistica della Milano di un tempo, la città delle fabbriche che erano non soltanto luoghi di lavoro, ma che producevano libertà di pensiero e partecipazione. Guido Crepax era parte di questa realtà, dove ha voluto ambientare gran parte delle sue storie, ancora oggi testimonianza preziosa di quella cultura che ha consegnato per sempre alla memoria i suoi disegni e i suoi personaggi”. Il Comune di Milano con l’Archivio Crepax ha realizzato una mostra che per la prima volta mette in primo piano l’autore più che Valentina, il personaggio che lo ha reso celebre in tutto il mondo. La personale offre una panoramica della poliedrica attività di Crepax, non soltanto come fumettista, ma anche come illustratore di libri, giornali, copertine di dischi, designer pubblicitario, scenografo di teatro, designer per oggetti di largo consumo. Il fil rouge che ha guidato Archivio Crepax nella scelta delle circa 90 tavole originali da esporre è il legame tra il fumetto, la fotografia e il cinema, che costituisce narrazione, fotogramma in movimento. Un legame ribadito dall´accostamento di alcune tavole a fumetti alle foto di moda, della città di Milano, di oggetti di design, di cinema e di famiglia e ai riferimenti culturali che sono il background delle storie, soprattutto di Valentina. Arricchiscono l’allestimento oltre trenta sagome a grandezza naturale, scenografie, filmati e particolari installazioni realizzate ad hoc. Ognuna delle 10 sale che compongono l’Appartamento di Riserva è caratterizzata da un tema: 1. Sala verde: Milano. Il rapporto di Crepax con la sua città, teatro di molte avventure di Valentina. 2. Sala rossa: Guido Crepax. Quando l’ispirazione parte dalla famiglia e dalla casa, con curiosità tratte dall´archivio privato dell’autore. 3. Sala blu: Valentina e le altre. Dal mito di Louise Brooks a personaggio ancora attuale, per la prima volta insieme alle meno note Bianca, Anita, Belinda, Giulietta, fino all´ultima nata, la giovanissima Francesca. 4. Sala oro: Moda. Crepax cronista dei costumi e delle tendenze del suo tempo, con specifico riferimento alla moda di cui Valentina è stata testimone. 5. Sala verde: Design. La citazione non casuale nei fumetti di Crepax di oggetti che hanno fatto la storia del design italiano e internazionale. 6. Sala verde: Letteratura. I principali romanzi a fumetti di Crepax: da Justine a Casanova, da Venere in pelliccia all’Histoire d’O, da Dracula a Frankenstein, dal Dottor Jeckyll a Edgar Allan Poe, da Giro di Vite a Il processo di Kafka, con citazione dei testi letterari. 7. Sala azzurra: Cinema. Dall’amore per il grande schermo e il teatro, cui Crepax ha occasionalmente collaborato, al montaggio cinematografico delle storie a fumetti. 8. Sala azzurra: Fotografia. Valentina è una fotografa di moda protagonista di storie raccontate per immagini dove il particolare conta più del generale. Da qui nasce il parallelismo tra fumetto e fotografia. 9. Sala rossa: Musica. Dalla classica della tradizione famigliare alla passione per il jazz, quasi una colonna sonora del fumetto. 10. Sala gialla: Arte. Dalla citazione di pittori e scultori nelle tavole di Crepax alla concezione del fumetto come la nona arte. Info: Guido Crepax: ritratto di un artista - Palazzo Reale - 20 giugno/15 settembre 2013 - Ingresso gratuito - www.Comune.milano.it/palazzoreale  - www.Valentinabyguidocrepax.it    
   
   
SANREMO (MUSEO DI VILLA LUCA): BONJOUR SANREMO! DI CRISTIANA FIORETTI, A CURA DI GUIDO CURTO – INAUGURAZIONE SABATO 29 GIUGNO 2013, ORE 18 – FINO AD AGOSTO  
 
Dal 2010 (anno della sua personale Light-abstr-action: l’interiorità struttura uno spazio dell’astrazione presso la Casa dell’Energia a Milano) il lavoro di Cristiana Fioretti si basa sulla fusione tra colore, luce, spazio e multimedialità. Il suono assume un ruolo determinante e la sua ricerca si avventura verso la quarta dimensione grazie all’impiego di sofisticate applicazioni digitali, la cui forza espressiva si amplifica quando lo spettatore attraversa l’ambiente. Una sua mostra sarà allestita dal 29 giugno al 31agosto 2013 a San Remo presso il Museo di Villa Luca di Coldirodi, con opere degli ultimi anni (tecniche miste su carta e legno o su acetato) e un video dell´installazione veneziana Sensorial space. Nella prima sala saranno esposti paesaggi tradizionali diurni, più “classici” – sottolinea Guido Curto nel suo testo introduttivo alla mostra – “realizzati ad acrilico su tela con uno stile figurativo che tende all’astrazione pura, perché i colori sono stesi a piatto, vividi e intensi, in una stratificazione che procede dall’alto verso il basso, dal cielo al mare con tante, diverse soluzioni di continuità cromatiche.” In parte queste opere furono presentate a Milano nel 2010 alla sua mostra presso la Casa dell’Energia. L’artista vive da diversi anni in Costa Azzurra, a Mentone, e per queste opere si è ispirata al paesaggio che ogni giorno vede davanti a sé, guardando ad est, verso l’Italia, verso Sanremo; cielo e mare che lei ama vedere soprattutto nelle prime ore del giorno e che sono stati di ispirazione anche per il titolo della mostra: Bonjour Sanremo. Nella seconda sala, la Fioretti presenta alcune opere più recenti come i paesaggi notturni del 2012. “Dipinti eseguiti su plexiglass trasparente con uno stile più soffusamente astratto-informale, benché sempre ispirato all’acqua, al mare, alle onde, alla bianca schiuma e alle nuvole. Opere che acquisiscono luminosità e corpo grazie ad una retroilluminazione che nella penombra mette in risalto la stesura pittorica più concitata ed emotivamente inquieta di questa nuova stagione.” Completa la mostra un video, proiettato nella sala conferenze di Villa Luca, che documenta l’istallazione Sensorial space realizzata da Cristiana Fioretti in occasione della 55. Biennale Internazionale d’Arte di Venezia 2013. Info: Bonjour Sanremo! Cristiana Fioretti - A cura di Guido Curto - Sanremo, Museo di Villa Luca, Via Rambaldi, 51 Coldirodi - 29 giugno/31 agosto 2013 - Inaugurazione: Sabato 29 giugno 2013, ore 18 - ufficio.Museocivico@comunedisanremo.it  - Tel 0184 670398, 0184 531942  
   
   
VIGEVANO (STRADA SOTTERRANEA NUOVA, CASTELLO DI VIGEVANO, VIA XX SETTEMBRE): FOTOGRAFICA “PARCO DEL TICINO: LA SUA VITA” - 21/30 GIUGNO 2013  
 
Il 21 giugno 2013 inaugura la mostra fotografica “Parco del Ticino: la sua vita” a cura del Circolo Fotografico Abbiatense in accordo di collaborazione con l’Assessorato alla Valorizzazione Culturale del Comune di Vigevano. La mostra fotografica “Parco del Ticino: la sua vita ”, a cura dei soci del Circolo Fotografico Abbiatense, nasce dal desiderio di trasmettere l´ amore e il rispetto per il proprio territorio e per gli esseri viventi che lo popolano. I loro incontri si fanno sempre più rari perché, nonostante il “Parco”, il territorio è ormai fortemente antropizzato. L´uomo da sempre ha considerato le paludi come fonti di miseria e malattie; le ha quindi bonificate e trasformate in terreni agricoli da sfruttare. Così, anche il bosco è stato visto solo come risorsa dalla quale attingere per la legna e la caccia. Oggi gli ambienti umidi e i boschi si sono ridotti a piccole oasi, dall´ ecosistema particolarmente delicato, che andrebbe valorizzato e preservato perché, come dimostrano le immagini, prezioso tesoro di biodiversità. Tra le fotografie possiamo trovare rappresentati grossi volatili come l´airone o piccoli insetti come la coccinella; uccelli variopinti come il Martin pescatore o il gruccione e le colorate farfalle. La mostra si compone di 90 immagini incorniciate in grande formato in modo che si possano apprezzare i contenuti in tutta la loro bellezza. La stampa rende giustizia ai bellissimi esemplari di avifauna ritratti. Scoprirete con stupore quali meravigliose creature popolano il nostro territorio. Piccoli e timidi uccellini coloratissimi, fieri ibis leggiadre farfalle. Tutti immortalati dalla pazienza e dall’esperienza dei nostri soci. Info: Infopoint del Castello - (ingresso dallo scalone della Piazza Ducale) - Tel. 0381.691636 - http://www.comune.vigevano.it/ - infopointcastello@comune.Vigevano.pv.it   
   
   
PERUGIA (SALA DELLE COLONNE DI PALAZZO GRAZIANI): PERUGINO, RAFFAELLO, SASSOFERRA​TO SI INCONTRANO A PERUGIA - INAUGURAZIONE VENERDÌ 21 GIUGNO, ORE 17.00  
 
Per la città che lo ospita, Perugia, per l’elegante magnificenza del contenitore che lo accoglie, il Nobile Collegio del Cambio, capolavoro del Perugino, e soprattutto per i grandi maestri che questa mostra mette per la prima volta a diretto confronto: Perugino, Raffaello e Sassoferrato. Il tutto dal 22 giugno al 20 otto­bre, per iniziativa del Nobile Collegio presieduto da Vin­cenzo Ansidei, e per la cura scientifica di Francesco Federico Mancini e di Antonio Natali, curatore delle grandi mostre umbre sul Perugino, sul Pinturicchio, e sul Signorelli tra le altre, il primo, direttore della Galleria degli Uffizi, il secondo. La mostra rappresenta la prima importante estensione fuori Toscana del progetto “La città degli Uffizi”. Per Raffaello si tratta di un ritorno a Perugia; ritorno che avverrà attraverso il suo celeberrimo Autoritratto (dipinto tra il 1504 e il 1506), capolavoro ammirato in tutto il mondo, che sarà collocato nella Sala dell’ Udienza del Nobile Collegio, la stessa sala che con il suo maestro Perugino lo vide all’opera, probabilmente come semplice collaboratore, agli esordi della sua sfolgorante carriera. Insieme al suo Autoritratto giungeranno dagli Uffizi quello del suo maestro, il Perugino appunto, e quello non meno straordinario di un artista posteriore che ai due ispirò il proprio lavoro, ovvero Giovan Battista Salvi detto il Sasoferrato. Tre capolavori posti vis a vis, a collo­quiare tra loro e con un quarto autoritratto, anch’esso del Perugino, ma stavolta dipinto a fresco sulle pareti del Nobile Collegio, quasi come a firmare con nome e volto un’opera che il maestro riteneva tra le sue migliori. Ed è in questi gioco di autoritratti che si esemplifica la nuova consapevolezza degli artisti del Rinascimento. Prima d’allora, il pittore si ritraeva tutt’al più “come di contrabbando, in un racconto sacro”: L’autoritratto del Perugino al Cambio, inserito tra gli uomini famosi, accompagnato da una epigrafe celebrativa, fa irrompere la nuova certezza di ruolo che gli artisti si sono conquistati rispetto ai loro colleghi di altre arti manuali. Il confronto proposto dalla mostra tra il volto del maturo mastro umbro e l’Autoritratto del giovane Raffaello consente di allargare la riflessione sul tema della bottega del Perugino nella quale transitò, appena sedicenne, anche Raffaello. Completa la triade il famoso Autoritratto del Sassoferrato che porta ad affrontare l’importante tema della rivisitazione secentesca dei modi espressivi di Perugino e di Raffaello. Come afferma il professor Mancini, “Proprio per indagare questo, nella contigua Cappella di San Giovanni, sempre parte del Nobile Collegio, vengono riunite sette opere del pittore marchigiano ispirate ai prototipi dei due maestri rinascimentali. Conservate nella basilica di San Pietro a Perugia le sette opere del Sassoferrato danno la misura dell’impegno messo dall’artista nel riproporre i celebri modelli della tradizione figurativa a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento. Ne è limpido esempio il confronto, proposto in mostra, tra due immagini di San Mauro, l’una del Perugino la seconda del marchigiano. Sassoferrato qui mostra di saper dar vita ad uno stile autonomo nel quale confluiscono gli echi delle levigate eleganze peruginesche e raffaellesche e le innovazioni iconografiche e stilistiche derivate dai dettami del Concilio di Trento”. La mostra, oltre che riunire opere di straordinaria bellezza e suggestione, è occasione di approfondimento scientifico. Come ben testimonia il catalogo, inserito nella collana “La Città degli Uffizi” che accoglie contributi di Francesco Federico Mancini e di Antonio Natali, curatori dell’esposizione, accanto a saggi e schede di Silvia Blasio, Fabio De Chirico, Cristina Galassi, Roberto Guerrini, Fabio Marcelli, Marta Onali e Francesco Piagnani. Info e prenotazioni: Nobile Collegio del Cambio, Corso Vannucci 25, Perugia. Tel.075 5728599. Orari di apertura: tutti i giorni: 10.00 – 19.00  
   
   
ROMA (GALLERIA D’ARTE IPER URANIUM, VIA DEI BANCHI NUOVI 58): FRANCESCO DONADEI - SPACCATO E SOSPESO. ARMONIE SU UNA NOTA TENUTA A CURA DI STEFANIA VALENTE - DAL 24 GIUGNO AL 6 LUGLIO 2013. INAUGURAZIONE, LUNEDÌ 24 GIUGNO 2013, ORE 18.30  
 
Prima personale nella capitale di Francesco Donadei: artista romano che racconta il suo universo interiore con un linguaggio trascendentale e simbolico Tra una nota musicale e l’altra c’è sempre una pausa – un vuoto – che, come una spaccatura, crea separazione, divide un suono e l’altro. Talvolta, però, una nota si può prolungare, fino ad agganciarne un’altra - o con la voce o con gli strumenti - dando l’idea di qualcosa che rimane in sospeso, in bilico tra un confine e l’altro, tra due dimensioni diverse. La metafora della “nota tenuta” - questo il termine tecnico utilizzato dagli “addetti ai lavori” - esprime l’essenza profonda delle opere di Francesco Donadei, artista romano che utilizza un linguaggio trascendentale, simbolico, lontano dalla realtà, per raccontare il suo universo interiore, animato soprattutto dai suoi cari. La mostra “Spaccato e sospeso. Armonie su una nota tenuta”, a cura di Stefania Valente, dal 24 giungo al 6 luglio, presso la Galleria d’arte Iper Uranium, presenta una trentina di lavori inediti di questo pittore d’ispirazione metafisica: dipinti e stampe, realizzati, tra il 2012 e il 2013, che ruotano attorno all’immagine idealizzata della famiglia. «Attraverso la mie opere esprimo la serenità e l´armonia che respiravo a casa mia». Una ricerca che trascende il reale, traducendo visivamente emozioni legate al passato, ai ricordi di una vita, un mondo “sospeso”, rimasto fermo nel tempo. La distinzione tra passato e presente viene rappresenta da Donadei con una linea verticale che divide in due parti ogni tela, cesura che interrompe a volte il contatto fisico dei soggetti immortalati, formanti insieme piccoli nuclei familiari, i più caratteristici della tradizione iconografica passata. In particolare si ripete la coppia madre-figlio: tema universale, tipico delle immagini sacre rinascimentali, epoca, a cui, in qualche modo, si ricollegano queste opere, ma che l’artista rivisita in chiave metafisica. Fonte ideale d’ispirazione di questi lavori, a parte De Chirico a cui l’artista guarda consapevolmente, è soprattutto l’arte classica, tuttavia, il suo sguardo è rivolto anche alle tendenze artistiche più recenti (rivela interesse soprattutto verso l’arte “pop”, contaminazione che si percepisce specialmente nella produzione grafica). L’artista, nato e cresciuto in un clima eccentrico e vivace, sin da piccolo si appassiona all’arte e anche alla musica. Lo svelano i suoi lavori in cui ricorre un strumento musicale. «Il violino racchiude in sé il mio passato inteso come ricordo e come sogno, ma anche come strumento affascinante dalle linee sinuose, armoniche e morbide, come quelle di una donna». La forma del violino, presente in ogni opera, richiama alla memoria l’immagine simbolica di un soggetto archetipo, la “grande madre”, mito che, nelle culture arcaiche, veniva rappresentato da una figura femminile dal corpo sinuoso. In galleria testi a margine delle opere di Simone Papalini. Francesco Donadei è nato a Roma nel 1975, dove vive e lavora. Il suo esordio nella pittura è condizionato dall’ambiente familiare in cui cresce. Sono fondamentali per il suo sviluppo creativo due figure: il padre, professore di Discipline pittoriche del primo liceo artistico di Roma, e il nonno materno, restauratore di opere prestigiose. Dopo la maturità, conseguita al collegio Nazareno di Roma, nel 1995 si iscrive a Giurisprudenza ma, a un passo dalla laurea, cambia strada: studia poi computer grafica all’Istituto europeo di design e intraprende la carriera creativa nel mondo della pubblicità. Per alcuni anni lavora nel campo dell´editoria, e nel settore della comunicazione per varie agenzie pubblicitarie di Roma e Milano, prima come Art Director e poi come Direttore creativo. Di recente, la sua vita è arrivata a un secondo punto di svolta: ha deciso di prendersi una pausa dalla sua attività professionale per dedicarsi solo all´arte. Info: Galleria Iper Uranium - Via dei Banchi Nuovi 58, Roma (366-4920837) - www.Francescodonadei.it    
   
   
I RUNNERS AL BLOCCO DI PARTENZA CON LE AGENZIE BLUVACANZE E VIVERE & VIAGGIARE - VIAGGI ORGANIZZATI PER I PIÙ IMPORTANTI EVENTI PODISTICI DEL MONDO - VOLO, SOGGIORNO, PARTECIPAZIONE ALLE MARATONE E ASSICURAZIONE INCLUSI  
 
Un’ampia gamma di proposte interamente dedicate agli appassionati di corsa agonistica: si tratta di Runners, l’innovativa idea delle agenzie Bluvacanze e Vivere & Viaggiare che dedicano una delle loro linee di vendita al mondo delle maratone, fino a oggi trascurato o inserito solo marginalmente nell’offerta delle agenzie di viaggi. La programmazione per i Runners include pacchetti costruiti intorno ai più importanti eventi podistici del mondo – tra gli altri, Budapest, Atene, Bruxelles, Amsterdam e, naturalmente, New York – che prevedono non solo l’organizzazione del viaggio e dei servizi in loco per il maratoneta e per i suoi accompagnatori, ma anche la gestione di tutte le formalità di partecipazione alla maratona. Per la maratona di New York, ad esempio, oltre al supporto organizzativo e operativo è stato reso disponibile anche un certo numero degli ambìti pettorali di gara, per garantire, tramite le agenzie, un canale agevolato di accesso a una gara tanto prestigiosa quanto sognata. Inoltre, ogni runner può optare per una copertura assicurativa in grado di rimborsare, tra l’altro, i danni derivanti dall´annullamento della gara prima della partenza o il costo di iscrizione alla gara nel caso in cui l’evento venga annullato per cause di forza maggiore, come accaduto lo scorso anno proprio per la maratona di New York City. Tra le prossime manifestazioni in calendario, disponibili nell’offerta Runners Bluvacanze, le maratone (42km) di: • Helsinki 17 agosto • Berlino 29 settembre • Bruxelles 6 ottobre • Chicago 13 ottobre • Amsterdam 20 ottobre • New York 3 novembre • Atene 10 novembre • Valencia 17 novembre Il segmento di offerta verrà supportato da campagne web e su testate di settore. Le proposte Runners sono disponibili in tutte le agenzie Bluvacanze e Vivere & Viaggiare e dai siti www.Bluvacanze.it  e www.Vivereeviaggiare.it  
   
   
LA VERA ANIMA DEL SOUTH AUSTRALIA ATTRAVERSO GLI OCCHI DI TALENTUOSI FILMMAKER  
 
Un innovativo progetto di promozione ideato da Satc (South Australian Tourism Commission) ha affidato ai più talentuosi cineasti del South Australia la realizzazione di dieci cortometraggi per raccontare e divulgare il meglio dello Stato visto attraverso i loro occhi. E´ solo la prima fase di una più ampia iniziativa di marketing strategico attraverso cui Satc supporta i filmmaker selezionati nella produzione dei propri cortometraggi che saranno, poi, condivisi online attraverso Youtube, Vimeo, social media e southaustralia.Com. Il Ministro del Turismo Leon Bignell ha affermato che avvalersi del contributo di cineasti locali rappresenta un modo di comunicare tutto ciò che il territorio ha da offrire da una prospettiva totalmente nuova. “I film sono stati creati per aumentare il potenziale del turismo interstato e internazionale portando una ventata di aria fresca e un punto di vista inaspettato su cosa Adelaide e South Australia possono proporre ai turisti." I cortometraggi propongono tematiche diverse centrate fondamentalmente su Adelaide, incluso il Central Market, la scena musicale della città e la cultura sempre più diffusa del "cibo on the road". Il Ministro ha svelato che un altro cortometraggio, "Mad March", è stato realizzato seguendo la campagna di social media che racconta il South Australia’s March festival attraverso il contributo diretto dei frequentatori dell´evento. “A marzo, Satc ha dato vita a una campagna su Twitter chiedendo agli amanti del Festival di diventare essi stessi parte della troupe sul campo riassumendo in dieci secondi di video la propria esperienza," ha proseguito Bignell. “Abbiamo raccolto più di 300 videoclip e a ciascuno dei migliori è stata attribuita come colonna sonora un brano scritto da alcuni dei più famosi musicisti del South Australia. Il risultato è stato un cortometraggio della durata di quattro minuti che cattura tutta la follia di marzo dalla prospettiva dei veri australiani del sud." Tutti e undici i video saranno distribuiti online attraverso i canali di marketing digitale di Satc e sono disponibili per essere condivisi attraverso vari network. La fase due è in corso di definizione e consentirà ancora una volta a cineasti locali di essere coinvolti direttamente su una destinazione regionale. Visita www.Youtube.com/southaustralia  per vedere i film