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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Aprile 2004
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L'IMPEGNO VERSO L'AGENDA DI LISBONA DECISIVO NELLA SELEZIONE DEI NUOVI MEMBRI DELLA COMMISSIONE, SECONDO EUROCAMERE  
 
Bruxelles, 19 aprile 2004 - Per la business community europea, il fattore decisivo nella selezione dei nuovi membri della Commissione consiste nel valutare in che misura un candidato potrebbe dare un contributo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, secondo Eurocamere, l'associazione europea delle Camere di Commercio e dell'Industria. L'organizzazione, che dichiara oltre 17 milioni di società aderenti in tutta Europa, afferma che la composizione della nuova Commissione sarà decisiva per il futuro dell'Europa. 'Non può esserci un periodo di riposo per la nuova Commissione Europea. [...] Essa dovrà allineare le sue iniziative legislative con l'obiettivo principale di far diventare l'economia europea basata sulle conoscenze la più competitiva al mondo,' afferma il Presidente di Eurocamere Christoph Leitl il 14 aprile. 'Il primo compito della nuova Commissione sarà elaborare una road map per Lisbona con interventi dettagliati e valutazioni annuali in modo da reagire in tempo ai ritardi e ai necessari [adattamenti],' ha continuato. Secondo l'associazione, altre questioni importanti per i nuovi membri riguarderanno l'assegnazione delle competenze e la collaborazione della Commissione con Parlamento, Consiglio europeo, partner sociali e con la Banca centrale europea, come pure con autorità nazionali e locali. Allo stesso tempo, il Commissario designato per la Slovacchia Ján Figel stava comparendo davanti ai Membri del Parlamento europeo a Bruxelles, prima del loro voto agli inizi di maggio per approvare l'ampliamento della Commissione provvisoria. Il Sig. Figel ha dichiarato che le priorità essenziali della Commissione dovrebbero incentrarsi nel tentativo di garantire il completamento regolare del processo di ampliamento, crescita sostenibile e competitività, sicurezza e relazioni esterne. Egli ha ammonito i membri del Parlamento europeo che una revisione del processo di Lisbona a medio termine nei prossimi anni non sarebbe favorevole: 'Se l'Ue e i governi degli Stati membri non adotteranno ulteriori iniziative, allora sarà chiaro che gli obiettivi di Lisbona non potranno essere raggiunti.' Avendo lavorato per diverse settimane fianco a fianco con il Commissario europeo responsabile delle Imprese e della Società dell'informazione Erkki Liikanen, il Sig. Figel ha descritto entrambe le aree politiche come strategiche per modernizzare l'economia dell'Ue e renderla più competitiva. Egli inoltre ha suggerito un confronto continuo tra l'Ue e gli Stati Uniti, affermando che l'Europa dovrebbe concentrarsi soprattutto sul modo in cui superare le sue difficoltà. Parlando a proposito dell'importanza delle piccole e medie imprese (Pmi) all'interno dell'Ue, il Sig. Figel ha ammesso l'importante contributo che le attività minori hanno portato all'economia chiedendo una strategia a medio e lungo termine a sostegno delle Pmi, compresa l'adozione di un loro statuto. Il suo messaggio finale al Parlamento afferma che l'Ue dovrebbe concentrarsi 'più sulle azioni che sulle parole, promulgare leggi là dove ci sono accordi, e garantire agli attuali e ai futuri Stati membri un migliore intervento nella legislazione in vigore dell'Ue.'  
   
   
APPROVAZIONE GENERALE PER I NUOVI COMMISSARI  
 
Bruxelles, 16 aprile 2004 - Dopo le audizioni degli ultimi tre giorni dei commissari designati dei dieci nuovi Stati membri, i presidenti delle Commissioni parlamentari del Pe hanno indirizzato al presidente del Parlamento Pat Cox una lettera di valutazione per ognuno dei candidati. Queste lettere individuali, globalmente positive, formulano in ogni caso alcune critiche. Nel giudizio generale trasmesso al Presidente Cox, Joseph Daul (Ppe-de, F), presidente della Conferenza dei presidenti di commissione, raccomanda comunque l’approvazione generale della Commissione allargata: “La Conferenza dei presidenti di commissione ritiene che i commissari designati abbiano avuto delle audizioni soddisfacenti, fornendo prova di un reale impegno europeo e delle competenze tecniche necessarie alle funzioni per le quali sono stati designati, sebbene, al momento, con diversi livelli di conoscenza, come risulta dalle rispettive lettere di valutazione. Di conseguenza, la Conferenza dei presidenti di commissione raccomanda di approvare la Commissione nella sua nuova composizione in seguito all’ingresso nell’Unione europea di dieci nuovi Stati membri a partire dal 1° maggio 2004.” Alla conferenza stampa di giovedì pomeriggio, il Presidente Cox ha dichiarato che la positiva conclusione delle audizioni rappresentava “una tappa importante” nel cammino verso il 1° maggio e ha sottolineato che le audizioni erano avvenute in maniera “pubblica e trasparente”. In merito alle critiche espresse, il Presidente Cox ha sottolineato che la raccomandazione dei presidenti delle commissioni era stata comunque unanime.  
   
   
IL DIVARIO DELL'E-BUSINESS DIGITALE È MINORE DEL PREVISTO, RIVELA UN'INCHIESTA  
 
Bruxelles, 19 aprile 2004 - L'e-business W@tch, un ente di controllo finanziato dalla Commissione europea, dichiara che le aziende dei paesi candidati stanno adottando velocemente le nuove tecnologie commerciali elettroniche, per cui il divario dell'e-business digitale è minore del previsto. In particolare, la Slovenia e l'Estonia sono considerati i veri paesi e-leader , mentre al terzo posto si posiziona la Repubblica Ceca. In effetti, l'Estonia è pari alla Germania, alla Francia e al Regno Unito in termini di società dotate di accesso a banda larga. È stato illustrato un quadro complessivo della situazione, prendendo in esame 10.000 società europee in 26 paesi, e ponendo una serie di domande tratte da questionari aziendali e mirati rivolte ai responsabili delle decisioni. Nel valutare i risultati dell'inchiesta, abbiamo scoperto con sorpresa che la situazione delle aziende differisce in modo significativo da quella dei nuclei familiari, dove si evidenzia un divario digitale importante , ha affermato Reinhard Büscher, Dg d'impresa della Commissione europea. I risultati suggeriscono che la dimensione di una società e la sua sfera di attività sono i fattori che influenzano la richiesta globale di e-business, e non tanto la regione d'appartenenza. La Commissione intende utilizzare tali risultati per determinare le future politiche aziendali. La prima fase comprenderà l'analisi della procedura di adozione dell'e-business al fine di aumentare la produttività e la competitività. In seguito, la Commissione adotterà un approccio più settoriale all'utilizzo delle nuove tecnologie: Le tecnologie relative al commercio elettronico sono molto più complesse dell'e-commerce stesso e, quindi, dobbiamo capire l'impatto sul settore dell'e-business e la sua influenza sulle varie industrie europee , afferma il Sig. Büscher. Infolink: http://www.Ebusiness-watch.org/index.php?option=com_frontpage&itemid=1  
   
   
RIAPERTURA DEL BTP€I A 10 ANNI  
 
Roma, 19 aprile 2004 - Il Mef comunica la riapertura del Btp€i indicizzato all’inflazione dell’area Euro (esclusi i prodotti a base di tabacco), con scadenza 15 settembre 2014 e cedola reale del 2,15% annuo. Il collocamento sarà effettuato attraverso la costituzione di un sindacato formato da: Citigroup, Hsbc, Ing Bank, Lehman Brothers e Ubm. La riapertura sarà effettuata nel corso dei prossimi giorni, in relazione alle condizioni di mercato.  
   
   
CONFERENZA INTERNAZIONALE SUI SISTEMI DI PRODOTTI E SERVIZI SOSTENIBILI  
 
Bruxelles, 19 aprile 2004 - La rete tematica sui sistemi di prodotti e servizi sostenibili (Sustpronet) sta organizzando la sua seconda conferenza internazionale sui sistemi di prodotti e servizi sostenibili dal titolo The value in practice ( Il valore in pratica ), che si terrà il 3 e il 4 giugno a Bruxelles, Belgio. Durante l'avvenimento, Sustpronet presenterà e discuterà i suoi risultati provvisori di un anno e mezzo relativi al progetto. I principali esperti discuteranno il valore in pratica dei prodotti e dei servizi sostenibili (Pss: sustainable product services), chiedendosi: Come si ottimizza la competitività da parte di un modello d'impresa Pss? In che modo i Pss contribuiscono alla produzione sostenibile e a strutture di consumo? Quali sono le conclusioni specifiche sui cinque principali settori d'interesse di Suspronet: materiali e prodotti chimici, tecnologie di informazione e di comunicazione, uffici, alimentazione e nuclei familiari? Durante l'avvenimento interverranno anche vari oratori degli ambienti commerciale, statale e accademico e saranno presentate le migliori competenze aziendali nel settore. Infolink: http://www.Suspronet.org/fs_confdocs.htm  
   
   
ASSEMBLEA GENERALE DI UBS: DELIBERATO LA DISTRIBUZIONE DI UN DIVIDENDO PARI A CHF 2,60  
 
Basilea, 19 aprile 2004 - In occasione dell’Assemblea generale ordinaria del 15 aprile gli azionisti hanno accolto la proposta del Consiglio di amministrazione deliberando la distribuzione di un dividendo pari a Chf 2,60. Essi hanno inoltre nominato tre nuovi amministratori, Stephan Haeringer, Helmut Panke e Peter Spuhler, mentre Sir Peter Davis è stato riconfermato nella sua carica per il prossimo triennio. All'assemblea generale hanno partecipato 2 439 azionisti in rappresentanza di 315 369 722 voti. Basilea, 15 aprile 2004 – In occasione dell'Assemblea generale ordinaria del 15 aprile, gli azionisti di Ubs hanno approvato il rapporto annuale e il conto economico consolidato per l'esercizio 2003, nonché dato scarico ai membri del Consiglio di Amministrazione e del Direttorio. Nomine nel Consiglio di Amministrazione L’assemblea generale ha nominato nel Consiglio di Amministrazione tutti i candidati proposti per un periodo di tre anni. Stephan Haeringer, attuale Vicepresidente del Direttorio di Ubs, diventerà membro esecutivo del Consiglio di Amministrazione, mentre Helmut Panke e Peter Spuhler sono stati nominati amministratori indipendenti e non esecutivi. Helmut Panke, di nazionalità tedesca, ricopre la carica di Presidente del Comitato esecutivo di Bmw. Peter Spuhler, cittadino svizzero, è titolare della Stadler Rail Ag di Bussnang (Turgovia/svizzera). Sir Peter Davis, membro del Consiglio di Amministrazione Ubs dal 2001, è stato riconfermato per altri tre anni. In concomitanza con l’Assemblea generale cessano dalla loro carica due membri del Consiglio di Amministrazione: le dimissioni anticipate di Johannes de Giers avvengono a seguito della sua nomina a Chairman di Sbc Wealth Management, società holding che raggruppa le banche private indipendenti di Ubs e l’affiliata Gam, mentre Hans Peter Ming lascia il suo incarico allo scadere del mandato per raggiunti limiti di età. Il Consiglio di Amministrazione sarà così composto da dieci membri, sette svizzeri, un americano, un inglese e un tedesco. Dividendo di Chf 2,60 Gli azionisti Ubs hanno approvato la proposta di distribuzione di un dividendo pari a Chf 2,60 per azione per l’esercizio 2004. L’aumento del 30% rispetto all’anno precedente riflette il buon andamento degli affari e la fiducia che il Consiglio di Amministrazione e il Direttorio ripongono nel successo di lungo periodo di Ubs. Il dividendo sarà versato il 20 aprile a tutti gli azionisti che in data 15 aprile detengono azioni. A partire dal 16 aprile, l’azione Ubs sarà quotata ex dividendo. Riduzione di capitale e nuovo programma di riacquisto Nell’ambito del programma di buyback azionario attuato lo scorso anno, Ubs ha acquistato 59 482 000 azioni per un totale pari a circa Chf 4,5 miliardi tramite una seconda linea di negoziazione presso la Swx Swiss Exchange. L’assemblea generale ha approvato l’annullamento definitivo di tali titoli e la conseguente riduzione di circa il 5% del capitale sociale. È stato inoltre approvato un nuovo piano di riacquisto di azioni, anch’esso finalizzato alla diminuzione del capitale sociale. Ai fini di una gestione ottimale del capitale e qualora la dotazione di capitale lo consenta, Ubs è quindi incaricata di riacquistare azioni proprie per un valore complessivo massimo di Chf 6 miliardi. L’annullamento di tali titoli sarà sottoposto all’Assemblea generale del 2005. Tradizione svizzera, presenza globale Nella sua relazione, il Presidente del Cda Marcel Ospel si è espresso in merito alla posizione di Ubs quale società con forte radicamento in Svizzera e attiva a livello internazionale, sottolineando l’importanza di una presenza e di una portata globali. Si tratta di un punto di forza che consente a Ubs di esplorare soluzioni sempre nuove per rispondere alle molteplici esigenze di una clientela varia ed eterogenea, garantendo gli stessi standard di qualità in tutto il mondo e a livello transnazionale. La posizione di forza che Ubs vanta in Svizzera è stata definita da Marcel Ospel il fondamento della competitività internazionale della Banca. Per questo motivo Ubs è particolarmente attenta allo sviluppo sociale nel mondo, all’apertura dei mercati internazionali e all’instaurazione di un quadro politico ed economico interessante in Svizzera. Anche la politica retributiva adottata da Ubs è funzionale alla competitività. Ubs intende proporsi come datore di lavoro ambito al fine di attirare e mantenere i migliori collaboratori del mondo e assegnarli alle varie funzioni specialistiche presenti a tutti i livelli dell’organizzazione e in tutti i centri finanziari. Marcel Ospel ha riconosciuto che, rispetto ad altri settori economici e su scala globale, il livello salariale del settore finanziario è molto elevato, specialmente per quanto concerne le posizioni altamente specializzate e gli incarichi direttivi. «Per questo è particolarmente importante che i compensi riconosciuti al top management determinino un deciso orientamento agli interessi degli azionisti. Stiamo studiando come comunicare con ancora maggiore accuratezza i meccanismi dei processi utilizzati per la definizione delle retribuzioni», ha affermato Marcel Ospel in una presa di posizione rivolta all'Assemblea generale. Il cliente innanzitutto Nel suo intervento Peter Wuffli, Ceo, ha commentato gli ottimi risultati finanziari conseguiti nel 2003 dal Gruppo Ubs, evidenziando in particolare i progressi strategici e i guadagni competitivi ottenuti nei vari settori e illustrando i fattori che ritiene determinanti ai fini di un successo duraturo. Egli ha inoltre sottolineato la necessità di garantire l’efficienza e la competitività delle strutture e di promuovere l’assunzione della responsabilità imprenditoriale in ogni funzione e a tutti i livelli, insistendo sull’impegno di Ubs di accordare sempre la massima priorità agli interessi e alle esigenze dei clienti, anche nell’esecuzione delle operazioni più comuni.  
   
   
CREDITO VALTELLINESE APPROVATO IL BILANCIO 2003: UTILE NETTO + 21,7%; DIVIDENDO 0,40 EURO, PARI A UN RENDIMENTO MEDIO ANNUO DEL 4,68%  
 
 Sondrio, 19 aprile 2004 - L'assemblea ordinaria dei Soci del Credito Valtellinese Scarl, capogruppo dell'omonimo Gruppo bancario, il 17 aprile ha approvato con un solo astenuto, il bilancio individuale e il bilancio consolidato al 31.12.2003. I dati dell'esercizio pongono in luce la positiva dinamica degli indicatori economici e la crescita significativa delle masse intermediate, con un apprezzabile sviluppo dei volumi operativi in tutte le principali aree di attività.. Bilancio individuale del Credito Valtellinese L'utile di esercizio della capogruppo si attesta a 32,1 milioni di euro, in crescita del 21,7% rispetto allo scorso esercizio. Tale risultato - dopo l'assegnazione a riserve per 9,4 milioni di euro circa e a Fondo Beneficenza per euro 800.000 - ha consentito di proporre all'assemblea un dividendo lordo per azione di 0,40 euro, pari a quello del passato esercizio ma rapportato ad un numero maggiore di azioni (54.577.884 rispetto alle 51.418.213 che costituivano il capitale al 31.12.2002); il rendimento sulla quotazione media di borsa non rettificata del 2003 è pari al 4,68%. La data di stacco cedola è fissata per il 26 aprile 2004, mentre la data di pagamento del dividendo sarà il 29 aprile 2004. Sotto il profilo patrimoniale,la raccolta diretta raggiunge i 3.401,2 milioni di euro, a fronte dei 3.051,2 milioni di euro del passato esercizio (+ 11,5%), mentre la raccolta indiretta passa da 3.299,1 milioni di euro a 3.601,4 milioni di euro, registrando un incremento pari al 9,2%. L'ammontare complessivo dei crediti alla clientela raggiunge i 2.955,4 milioni di euro, in aumento su base annua del 9,9%. Il rapporto tra sofferenze nette ed impieghi netti si posiziona allo 0,4%,anche grazie all'avvenuta cessione pro-soluto alla Cassa San Giacomo Spa (banca del Gruppo specializzata nella gestione del contenzioso) di sofferenze nette per 41,2 milioni. L'analisi dei risultati economici evidenzia l'attestarsi del margine di interesse a 87,9 milioni di euro (+3,9%), mentre il margine da servizi raggiunge i 43,9 milioni di euro, in crescita del 5% rispetto al 2002. Il margine di intermediazione ammonta a 168,6 milioni di euro, in aumento del 8,9% . Nell'esercizio 2003 il totale delle spese amministrative nette assomma a 91,3 milioni di euro (+ 8,9%), anche per effetto dell'espansione della rete territoriale. Il rapporto tra i costi di gestione e il margine di intermediazione si mantiene comunque stabile al 58,4%, a dimostrazione dell'armoniosa e correlata dinamicità dei costi e dei ricavi. Sulla base dei valori sopra indicati, il risultato lordo di gestione si posiziona a 70,1 milioni di euro, in aumento del 9,8% rispetto al dato del 2002. Dopo aver effettuato accantonamenti e rettifiche per 12,2 milioni di euro (sostanzialmente in linea con l'esercizio precedente), l'utile delle attività ordinarie raggiunge quota 57,8 milioni di euro,segnando un incremento del 15,8%. Il risultato dell'attività straordinaria contribuisce al risultato di esercizio con un apporto positivo di 1,6 milioni di euro. Bilancio consolidato del gruppo bancario Credito Valtellinese L'assemblea ordinaria dei Soci ha inoltre esaminato il bilancio consolidato del gruppo. I risultati gestionali evidenziano tra l'altro: la crescita del 10,7 % della raccolta diretta (pari a 8.699,8 milioni di euro) e del 10,9% della raccolta indiretta (9.426,3 milioni di euro); l'incremento del 11,5% degli impieghi clienti (che raggiungono 7.432,6 milioni di euro); il miglioramento del rapporto tra spese amministrative e margine di intermediazione, che passa dal 77,6% del 2002 al 76,6%; la crescita del 8,8% del risultato lordo di gestione, che si attesta a 104,2 milioni di euro; un utile netto consolidato di 15,8 milioni di euro (+ 6,8%). Nel complesso, l'attività del Gruppo si è indirizzata a potenziare le capacità di offerta alla clientela, secondo il consolidato approccio multicanale che mira ad abbinare il capillare presidio fisico dei territori serviti con la forte propensione all'innovazione di prodotto e di processo. A fine anno, la rete distributiva delle Banche del Gruppo poteva contare su 308 sportelli, mentre i clienti dei servizi internet della linea Banc@perta hanno superato il traguardo delle150.000 unità. Assemblea straordinaria L'assemblea dei Soci in sede straordinaria ha approvato a larghissima maggioranza (due soli voti contrari) una serie di modifiche dello statuto che hanno consentito di affinare e/o di rendere maggiormente flessibili taluni aspetti della regolamentazione statutaria, anche alla luce di quanto previsto dal nuovo diritto societario. Organi sociali I Soci hanno proceduto alla nomina di sei consiglieri di amministrazione, in base al meccanismo di voto per lista introdotto nel 2001. Sono risultati eletti i signori Salvatore Vitali, Angelo Palma, Franco Moro, Maurizio Quadrio, Alberto Ribolla, Marco Santi, tutti qualificati come "indipendenti" in base ai requisiti fissati nel Codice di Autodisciplina delle società quotate, al quale il Credito Valtellinese aderisce. Sempre tramite voto per lista, l'Assemblea ha altresì provveduto al rinnovo del Collegio Sindacale per il triennio 2004-2006, che risulta ora composto dai signori Roberto Campidori (Presidente) Angelo Garavaglia e Alfonso Rapella, (effettivi), Aldo Cottica e Fabiano Garbellini (supplenti). Il Consiglio di Amministrazione riunitosi dopo l'assemblea ha riconfermato nella carica di Vice Presidente della Banca il Consigliere ing. Salvatore Vitali.  
   
   
BANCAPERTA APPROVA IL PROGETTO DI BILANCIO 2003: UTILE ORDINARIO A 12,8 MILIONI DI EURO (+2,98%)  
 
Sondrio, 19 aprile 2004 - Il Consiglio di Amministrazione di Bancaperta, banca del Gruppo Credito Valtellinese, ha esaminato e approvato il progetto di bilancio dell'esercizio 2003, che manifesta una crescita generalizzata dei dati patrimoniali. Bancaperta, oltre ad assolvere alle attività di web-banking per tutto il Gruppo Credito Valtellinese, svolge da unico centro integrato per le tematiche finanziarie con particolare riferimento all'asset management, alle gestioni patrimoniali e al private banking. I servizi on web di Bancaperta (Linea banc@perta) sono al momento utilizzati da oltre 160.000 clienti. Per quanto riguarda l'andamento reddituale dell'esercizio 2003 il margine d'interesse registra una contrazione attestandosi a 3,1 milioni di euro principalmente per effetto della progressiva chiusura dei contratti di leasing (per cessione alla Capogruppo nel 1999) e della riduzione dei tassi d'interesse. Il margine di intermediazione subisce una leggera flessione attestandosi a 30,5 milioni di euro, scontando la diminuzione di dividendi rivenienti dalle società partecipate (dividendi che nell'esercizio 2002 comprendevano una distribuzione di carattere straordinario), tale riduzione è parzialmente bilanciata dalla sensibile crescita delle commissioni nette che si sono incrementate dai 16,2 milioni di euro ai 21,5 milioni di euro di fine esercizio (+32,6%). La raccolta indiretta si attesta a fine esercizio 2003 a 10.090,4 milioni di euro dai 4.076,1 milioni del precedente esercizio. L'utile delle attività ordinarie ha raggiunto, a fine esercizio 2003, i 12,8 milioni di euro dai precedenti 12,4 milioni di euro, mentre l'utile netto si colloca, dedotte le imposte, all'importo di 8,6 milioni di euro. È doveroso ricordare che nella parte finale dello scorso anno ha preso avvio anche l'attività di collocamento di prodotti e servizi bancari per il tramite di reti di vendita esterne al Gruppo. Tale nuova direttrice di business ha visto l'accordo con il gruppo assicurativo partner Axa per giungere alla definizione di una versione personalizzata di Conto @perto dedicata ai clienti di Axa Sim. L'iniziativa è importante per l'avvio di innovative modalità di vendita dei servizi della Società. Sempre su questo filone, a fine anno è stata avviata anche la collaborazione con Azimut Sim per il collocamento di un conto corrente personalizzato e arricchito nelle proprie funzionalità. Bancaperta attribuisce una grande importanza a tali esperienze collaborative con primari partner finanziari e segue quindi con particolare impegno lo sviluppo delle attività comuni. L'assemblea della Banca, convocata il 23 marzo, ha provveduto a deliberare in sede straordinaria alcune modifiche statutarie essenzialmente finalizzate all'adeguamento dello statuto alla nuova disciplina societaria e in sede ordinaria oltre all'approvazione del bilancio, la nomina delle cariche sociali in scadenza. In particolare il Consiglio di Amministrazione, per il triennio 2004-2006, risulta così composto: Renato Bartesaghi - Presidente -, Luciano Camagni e Peter Spinnler - Vice Presidenti -, Sivio Bagiotti - Amministratore Delegato -, Dario Colombo, Carlo D'adda, Miro Fiordi, Agostino Fusconi, Carlo Negrini, Matteo Rinaldi, Dario Segre. Il Collegio Sindacale per il triennio 2004-2006 risulta così composto: Vito Di Battista - Presidente-, Sandro Litigio e Livia Martinelli - Sindaci effettivi -, Edoardo Della Cagnoletta e Alessandro Panno - Sindaci supplenti. La struttura di Direzione Generale della Società si completa con il Direttore Generale Norberto Gualteroni e il Vice Direttore Generale Luigi Tavasci.  
   
   
BPU LEASING ESERCIZIO 2003: UTILE NETTO + 34,7 %  
 
Bergamo, 19 aprile 2003 - Bpu Leasing, Società del Gruppo Banche Popolari Unite, nel corso del 2003 ha perfezionato 5.709 contratti per un importo complessivo pari a 541,9 milioni di Euro. Rispetto all’anno precedente è stato realizzato un incremento del numero dei contratti stipulati (+14,34%), a fronte di volumi calati del 8,39%. Il risultato conseguito, appare ancora apprezzabile se comparato con il dato espresso dal mercato della locazione finanziaria che ha segnato -16,87%, relativamente al numero delle operazioni e -16,02% agli importi (fonte Assilea). L dati consuntivati da Bpu Leasing risultano in sintonia con le aspettative volte al maggior sviluppo del comparto retail, anche grazie a campagne promozionali ed incentivanti mirate. Il leasing su targato ha registrato in corso d’anno 3.527 contratti (+30%), per un ammontare di 96,6 milioni di Euro, con una crescita del 23,62%. In particolare, le operazioni su veicoli industriali hanno registrato, relativamente agli importi, un calo del 7,5%, rispetto al dato dell’anno precedente. Il segmento autoveicoli include 805 operazioni per 16,6 milioni di Euro, riferibile al prodotto Skatto, leasing realizzato, dalla fine 2002, espressamente a favore di clientela rappresentata da Privati. Il comparto strumentale cresce nel numero dei contratti (1.946 contratti stipulati, +3,1%) e negli importi (190,9 milioni di Euro, +1,2%). Risulta invece in calo il settore immobiliare (anche per effetto del rallentamento dell’economia e dell’anticipazione di alcuni programmi di investimento per usufruire delle agevolazioni Tremonti-bis, operative negli anni 2001-2002) che ha registrato la stipula di 236 contratti (-39,9%), per 254,5 milioni di Euro (-21,7%). La maggior concentrazione di contratti si è avuta in Lombardia (467,2 milioni di Euro, pari al 86,21% del totale), seguita dal Piemonte (19,1 milioni di Euro, pari al 3,53%), Lazio (16,3 milioni di Euro, pari al 3,01%) e Trentino Alto Adige (9,8 milioni di Euro, pari al 1,81%) ciò rispecchiando la localizzazione del canale commerciale. Le provincie di Milano e Bergamo, rispettivamente con 154,7 e 143,1 milioni di Euro, hanno contribuito per il 54,96% dei volumi complessivamente realizzati. Apprezzabile anche il risultato conseguito dalle provincie di Varese e Brescia dove sono stati realizzati rispettivamente 66,9 e 60,9 milioni di Euro (23,6% dei volumi). Una particolare attenzione è stata riservata alle operazioni assistite da agevolazioni, con la stipula di 397 contratti per 39,4 milioni di Euro. Anche il comparto della nautica è stato seguito con particolare interesse. Amerigo, prodotto ad hoc per i diportisti, ha confermato di essere efficace strumento per l’acquisizione di nuovi rapporti con clientela privata medio alta. Al 31 Dicembre 2003 il valore dei beni locati, al lordo degli ammortamenti, ammonta a 2.251 milioni di Euro, contro 1.993 milioni di Euro dell’analogo periodo del 2002; gli impieghi medi a reddito sono cresciuti del 20,84%, portandosi a 1.395 milioni di Euro. Il rapporto fra impieghi produttivi e numero delle risorse è risultato pari ad oltre 23,8 milioni di Euro (-1% sul corrispondente periodo 2002). Il risultato gestionale lordo è pari a 15,5 milioni di Euro, mentre il dato al netto delle rettifiche inerenti all’accantonamento ai fondi rischi su crediti si attesta a 13,8 milioni di Euro (+28,18% rispetto al 2002). Il risultato economico dell’esercizio 2003 si sostanzia in un utile netto di 8,26 milioni di Euro, contro 6,14 milioni di Euro per il 2002, con una crescita pari al 34,66%.  
   
   
PARMALAT FINANZIARIA SPA: AMMINISTRAZIONE CONTROLLATA PER TAUROLAT SRL, G.F.A. SRL E S.A.F. SRL  
 
Milano, 19 aprile 2004 - Parmalat Finanziaria Spa in Amministrazione Straordinaria comunica che l’8 aprile 2004 il Commissario Straordinario, Dr. Enrico Bondi, ha richiesto e ottenuto dal Ministro delle Attività Produttive, ai sensi dell’art. 3 comma 3 del Decreto Legge n. 347 del 23 dicembre 2003, l’ammissione alla procedura di Amministrazione Straordinaria, in quanto imprese soggette a direzione comune, delle seguenti società di diritto italiano: Taurolat Srl, G.f.a. Srl e S.a.f. Srl. Il Dr. Enrico Bondi è stato nominato Commissario Straordinario delle suddette società che controllano un gruppo di concessionarie italiane adibite alla distribuzione dei prodotti Parmalat. Parmalat Finanziaria Spa in Amministrazione Straordinaria comunica inoltre che il 13 aprile 2004 il Tribunale Civile di Parma ha dichiarato lo stato di insolvenza delle medesime società Taurolat Srl, G.f.a. Srl e S.a.f. Srl. Nel sito http://web.Ltt.it/tribunale/home.htm  è riportato l’elenco completo delle Società in Amministrazione Straordinaria.  
   
   
GRUPPO COIN S.P.A.: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ESAMINA IL BILANCIO DELL’ESERCIZIO 2003 E ASSUME DECISIONI DI RILEVANZA STRATEGICA  
 
Venezia, 19 aprile 2004 - Nel 2003 il Gruppo ha raggiunto importanti obiettivi di ristrutturazione creando i presupposti per un ritorno ad un risultato positivo nel 2004. Il principale risultato è stato ottenuto con l’accordo siglato il 29 ottobre scorso con Kaufhalle Ag e Kaufhalle Gmbh & Co. Kg in forza del quale Gruppo Coin ha anticipato la risoluzione dei contratti di affitto di 71 punti vendita in Germania e di una parte della sede di Colonia. Con tale accordo Gruppo Coin ha raggiunto l’obiettivo di riduzione di più di due terzi della rete di vendita in Germania con due anni di anticipo rispetto a quanto previsto nel piano industriale. Attualmente la presenza residua in Germania è limitata a 17 punti vendita. Questa importante operazione di ristrutturazione consente a Gruppo Coin di ridurre drasticamente le consistenti perdite generate dal mercato tedesco, pari a circa 120 milioni di Euro nell’esercizio 2002 e circa 73,0 milioni di Euro nell’esercizio appena concluso, al netto degli oneri straordinari derivanti dalla chiusura dei 71 punti vendita. Nel bilancio al 31 gennaio 2004 la perdita della partecipata tedesca include tra gli oneri straordinari sia il corrispettivo di 50 milioni di Euro per l’anticipata risoluzione dei contratti di locazione sia gli oneri straordinari netti (quantificati in 127,5 milioni di Euro) relativi alla conclusione anticipata del rapporto di lavoro del personale (circa 1600 persone), allo smaltimento della merce che era presente nei punti vendita e alla dismissione degli impianti, delle attrezzature e di una parte degli arredi di vendita. Con l’obiettivo di completare la dismissione delle attività residuali in Germania, il Gruppo ha in corso trattative con importanti operatori tedeschi del settore per la cessione, entro la prima metà del 2004, della partecipazione nella controllata Oviesse Gmbh. Conseguentemente il Gruppo, nel bilancio al 31 gennaio 2004, ha svalutato completamente il valore della partecipazione per l’importo di 8,1 milioni di Euro ed ha accantonato un fondo per 4,2 milioni di Euro in relazione alle possibili ulteriori svalutazioni che potrebbero verificarsi in sede di cessione. Nel corso del 2003,inoltre, il Gruppo ha attuato altre operazioni volte alla dismissione di attività in perdita (cessione dell’insegna Bimbus e integrazione dell’insegna Kid’s in Oviesse), alla riduzione dei costi (cessione del ramo d’azienda “Infrastrutture Centrali e Reti” alla società T – System Italia S.p.a) e, più in generale, alla concentrazione di tutte le risorse sul “core business” delle due insegne storiche Coin e Oviesse in Italia. Nel 2003 il Gruppo ha operato in un contesto macroeconomico caratterizzato da un forte rallentamento dell’economia internazionale ed italiana, con decelerazione dei tassi di crescita delle variabili reali in particolare con riferimento ai consumi delle famiglie. In questo contesto, nel mercato Italia, le vendite subiscono una flessione a causa del perdurare della situazione economica negativa; anche nel periodo natalizio le vendite sono state inferiori a quelle dello stesso periodo dello scorso esercizio. In particolare le vendite delle insegne storiche hanno mostrato un decremento del 2,9% rispetto allo scorso esercizio. L’insegna Oviesse ha realizzato vendite per 684,7 milioni di Euro in flessione dell’1,4% rispetto all’anno precedente. La rete diretta, 207 negozi al 31 gennaio 2004 (+16 negozi rispetto l’anno precedente), ha subito la stagnazione dei consumi registrando un andamento delle vendite a parità del –4,9%; la rete affiliati Oviesse, 24 negozi al 31 gennaio 2004 (+5 negozi rispetto l’anno precedente) ha registrato vendite per 27,5 milioni di Euro in crescita del 14,4% rispetto al 2002. L’insegna Coin ha realizzato vendite per 391,3 milioni di Euro in flessione del 5,5% rispetto all’anno precedente. Le vendite della rete diretta, 38 negozi al 31 gennaio 2004, sono in flessione (-4,0% a parità rispetto l’anno 2002) a causa del rallentamento nei consumi generali ed in particolare nel settore abbigliamento, su cui ha inciso negativamente anche la ritardata partenza della stagione autunno/inverno, la più importante in termini di valori. La rete affiliati Coin, 42 negozi al 31 gennaio 2004 (+8 negozi rispetto l’anno precedente) ha registrato vendite per 43,2 milioni di Euro in crescita dell’1,6% rispetto al 2002. Per quanto riguarda le quote di mercato, in base alle rilevazioni Sita Nielsen relative al periodo gennaio 2003 – dicembre 2003, in ambito nazionale i risultati di vendita citati per le insegne storiche hanno consentito di mantenere, a livello complessivo, la leadership nel settore dell’abbigliamento con una quota del 3,91% (era pari al 4,08% nell’anno precedente), in particolare Oviesse con una quota del 2,73% (2,84% nell’anno precedente) e Coin con una quota dell’1,18% (1,24% nell’anno precedente). Si segnala che la base di calcolo delle quote di mercato è variata rispetto a quella relativa ai dati del precedente esercizio. I principali risultati consolidati di Gruppo sono sintetizzati di seguito: le vendite nette hanno raggiunto 1.255,6 milioni di Euro, in flessione del 13,2% rispetto all’esercizio precedente (1.446,6 milioni di Euro); il margine operativo lordo è pari a 35,1 milioni di Euro, in diminuzione di 3,7 milioni di Euro rispetto al 2002; il risultato operativo è negativo per 29,1 milioni di Euro, in miglioramento di 1,6 milioni di Euro rispetto all’anno precedente , dopo aver stanziato ammortamenti per 64,2 milioni di Euro (69,5 milioni di Euro nell’esercizio precedente); il risultato prima dei componenti straordinari è negativo per 51,3 milioni di Euro (era negativo per 60,2 milioni di Euro al 31 gennaio 2003). Tale risultato tiene conto di oneri finanziari per 18,5 milioni di Euro (25,7 milioni di Euro nel 2002); il risultato prima delle imposte è negativo per 252,4 milioni di Euro (contro il risultato negativo per 56,1 milioni di Euro dell’esercizio precedente). Tale risultato tiene conto di oneri straordinari netti per 182,1 milioni di Euro, imputabili per 177,5 milioni di Euro all’attività di riorganizzazione e chiusura delle attività in Germania, e di rettifiche di valore di attività finanziarie per 17,6 milioni di Euro, di cui 12,3 connessi alla possibile cessione della partecipazione in Germania; il risultato netto presenta una perdita di 196,4 milioni di Euro, contro una perdita di 52,2 milioni di Euro dell’esercizio precedente, dopo aver stanziato imposte correnti per 10,8 milioni di Euro e imposte differite attive nette per 66,8 milioni di Euro Per maggior comprensione si segnala che la perdita ante imposte di Oviesse Gmbh, inclusa nel risultato consolidato, è pari a 252,7 milioni di Euro, oltre a 12,3 milioni di Euro in previsione delle possibili svalutazioni derivanti dalla cessione della controllata tedesca. Pertanto, escludendo la perdita del mercato tedesco, il Gruppo avrebbe evidenziato un risultato ante imposte positivo per 13,9 milioni di Euro. Come già comunicato durante il 2003, il patrimonio netto consolidato al 31 gennaio 2004 è negativo per 87,3 milioni di Euro ed è previsto in progressivo miglioramento grazie ai risultati gestionali a partire dall’esercizio in corso per diventare positivo al 31 gennaio 2007. Il patrimonio netto della capogruppo Gruppo Coin S.p.a., che beneficia delle plusvalenze connesse al conferimento dei rami d’azienda Coin e Oviesse Franchising, è positivo e pari a 15,1 milioni di Euro. La posizione finanziaria consolidata netta al 31 gennaio 2004 peggiora di 23,7 milioni di Euro da un’esposizione di 110,0 milioni di Euro dello scorso esercizio ai 133,7 milioni di Euro al 31 gennaio 2004. Al netto dell’aumento di capitale di 79,5 milioni di Euro, il Cash Flow generato dal Gruppo è negativo per 103,1 milioni di Euro; in particolare il mercato tedesco ha assorbito liquidità per circa 97 milioni di Euro. Evoluzione prevedibile della gestione Nel corso del 2003 il Gruppo ha avviato il progetto “Supply Chain” con l’obiettivo di massimizzare importanti sinergie sul fronte dell’approvvigionamento dei prodotti a beneficio della marginalità e di una maggiore competitività dell’offerta delle due insegne. In una situazione di crescente capacità produttiva in termini di standard di qualità dei prodotti a prezzi competitivi il Gruppo, nel rispetto dello specifico posizionamento delle due insegne, intende consolidare i volumi di acquisto dei prodotti importati dai paesi “low cost” nonché cogliere ulteriori sinergie sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime e del processo logistico nel suo complesso. Per quanto riguarda le attività in Italia, nel 2004 si perfezionerà il recupero del posizionamento dell’offerta Oviesse rivolta alla famiglia interessata ad un abbigliamento aggiornato con un ottimo rapporto qualità-prezzo; questo preciso posizionamento ha garantito a Oviesse ottimi risultati nel corso del triennio 1999-2001 e già nei primi mesi del 2004, ancorché in fase di completamento, ha mostrato segnali positivi. Nel 2004 è prevista una forte espansione dei negozi in affiliazione di Oviesse: gia nei primi due mesi dell’anno sono stati conclusi 12 contratti con nuovi affiliati superando l’obiettivo che il gruppo si era posto per tutto il 2004. L’insegna Coin ha registrato nel corso dell’esercizio chiuso al 31 gennaio 2004 risultati significativamente inferiori alle attese e non legati solamente alla recessione del mercato di riferimento. Anche i dati sulle vendite dei primi mesi del 2004 sono in flessione rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio. In tale contesto, Gruppo Coin ha avviato, in collaborazione con una primaria società di consulenza strategica internazionale, uno studio volto all’identificazione delle opportunità di creazione di valore dell’insegna Coin e alla definizione dell’assetto ottimale dell’insegna nel mercato italiano della distribuzione organizzata, non escludendo strategie sia di sviluppo che di riduzione del perimetro di attività. Sempre con riferimento all’insegna Coin, a partire dal mese di aprile, a sostegno delle vendite saranno intensificati le attività di marketing e gli investimenti in pubblicità: nel 2004 si prevede un investimento complessivo superiore a 7 milioni di Euro, in crescita rispetto ai 4,6 milioni di Euro del 2003. Il 2004 sarà un anno caratterizzato dai benefici derivanti dall’apprezzamento dell’Euro sul dollaro. Infatti il Gruppo importa prodotti acquistati nella valuta statunitense per circa 100 milioni di Us dollari che nel 2004 avranno un controvalore in Euro di circa il 20% inferiore rispetto a quello del biennio 2002-2003. Il Consiglio di Amministrazione di Gruppo Coin, inoltre, nell’intento di perseguire obiettivi di rilancio e di rifocalizzazione del business, nonché di riequilibrare la struttura patrimoniale e finanziaria del Gruppo, ha deciso di perseguire un progetto di valorizzazione della divisione Oviesse che si potrebbe sostanziare nella cessione di una partecipazione di minoranza qualificata in Oviesse S.p.a., società in cui verrebbero conferite le attività relative all’insegna Oviesse (rete diretta e punti vendita in franchising, attualmente facenti capo alla controllata Oviesse Franchising). Nell’ambito di tale progetto, potrà essere conferito un mandato di advisory per la ricerca di un partner di minoranza. L’eventuale offerta di acquisizione di una partecipazione in Oviesse sarebbe rivolta ad investitori finanziari interessati a supportare il piano di sviluppo dell’insegna. Fatti di rilievo successivi alla chiusura dell’esercizio. Le vendite nel Mercato Italia dei mesi di febbraio e marzo 2004 hanno risentito della generale stagnazione dei consumi e di una situazione climatica a marzo molto rigida con nevicate in molte regioni quando i nostri negozi cominciavano a proporre la nuova collezione primavera-estate. L’insegna Oviesse, tuttavia, grazie agli effetti delle azioni volte a ridefinire il posizionamento, ha registrato risultati positivi con una crescita delle vendite del 5,7% a progressivo a marzo rispetto allo stesso periodo del 2003; in modo particolare le vendite della rete diretta sono cresciute del 2,2%, mentre le vendite agli affiliati hanno registrato un +66,6% rispetto al primo bimestre 2003. Nei primi mesi del 2004 Oviesse ha aperto 2 nuovi negozi diretti (Foggia e Corsico), convertito 1 negozio ex Kid’s (Ascoli), ha inaugurato 3 nuovi negozi in affiliazione e individuato altri 9 nuovi negozi in affiliazione che saranno inaugurati nel corso del 2004. La crisi dei consumi ha particolarmente influenzato le vendite dell’insegna Coin in flessione del 9,8% rispetto al progressivo a marzo 2003. La situazione è migliorata nelle prime settimane di aprile anche grazie al sostegno delle azioni promozionali avviate. Nei mesi di febbraio e marzo 2004 Coin ha individuato 7 nuovi negozi in affiliazione che saranno inaugurati nel corso dell’anno, confermando la crescita prevista in questo canale.  
   
   
IL FATTURATO 2003 DI TEDDY S.P.A. CRESCE DELL’8,4% L’AZIENDA PROPRIETARIA DEL MARCHIO DI PRONTO MODA TERRANOVA CHIUDE L’ANNO CON 349 PUNTI VENDITA PRESENTI IN 32 PAESI DEL MONDO  
 
Milano, 16 aprile 2004 - E1 proseguita anche nel 2003 la crescita di Teddy S.p.a., Gruppo italiano di pronto moda che ha chiuso il passato esercizio con un fatturato pari a 202,8 milioni di euro in crescita dell¹8,4% rispetto all’anno precedente. La costante espansione del Gruppo sui mercati internazionali ha fatto registrare un incremento del fatturato estero rispetto al 2002 pari al 12,8% facendo salire la relativa quota al 45,8% del totale. I capi d’abbigliamento venduti, includendo sia la distribuzione al dettaglio del network Terranova che quella dell’ingrosso Teddy, sono stati 19,8 milioni contro i 13,3 dello scorso anno, con un incremento del 25,8%. Si è dimostrato in continua espansione anche il network Terranova, principale retailer italiano di pronto moda, che ha chiuso il 2003 con 349 punti vendita presenti in 32 nazioni del mondo (di cui 9 aperti nel corso del 2003). E diverse aperture sono previste in questa primavera: nel mese di aprile verrà inaugurato il negozio di Rovereto (Tn), che rappresenterà il primo punto vendita Terranova in Trentino. Il negozio, ubicato presso il Centro Commerciale Millennium, ha una superficie di 180 mq. Dedicati alle collezioni uomo, donna e accessori. Seguirà l¹apertura di Porto Torres (Ss), un negozio con due vetrine nel centro storico della città con una superficie di 200 mq dedicata al total look uomo/donna. Per quanto riguarda l’estero, invece, è prevista l’inaugurazione di un punto vendita a Musqat, nell¹emirato dell¹Oman, la 33° nazione in cui approderà il network Terranova. Il negozio, situato all¹interno del Centro Commerciale Carrefour City Center, avrà una superificie di 110 mq. Interamente dedicata alla collezione donna e accessori. In Messico verrà aperto il 4° punto vendita del paese, a Monterrey. Il negozio, nel centro città, occuperà una superificie di vendita di 140 mq., dedicata alla collezione donna. Proseguirà nei prossimi mesi anche lo sviluppo del network Terranova nei paesi dell¹Est Europa, con le aperture del 2° punto vendita a Tallin, in Estonia, e del 2° punto vendita a Kiev, in Ucraina. A Tallin, presso il Centro Commerciale Viru Keskus, è in apertura un punto vendita di 250 mq. Riservati al total look uomo/donna. Nel Centro Commerciale Caravan di Kiev, si affacceranno i 32 metri di vetrina del nuovo punto vendita Terranova, circa 200 mq. Dedicati alla collezione donna. “L’euro ha messo a dura prova il nostro mercato di riferimento e solo grazie alla scelta strategica di un ribasso dei prezzi rispetto alle precedenti stagioni siamo riusciti a ottenere un risultato in assoluta controtendenza, dal momento che l’intero comparto dell’abbigliamento nel 2003 ha registrato gravi perdite rispetto agli esercizi precedenti. Per il futuro siamo fiduciosi non tanto in una ripresa a breve del settore, ma quanto nella nostra capacità di adattarci alle nuove esigenze del mercato” afferma Pierluigi Marinelli, Direttore Commerciale di Teddy S.p.a.  
   
   
INAUGURATO A NOVI L. (AL) IL NUOVO STABILIMENTO DI CAMPARI UNA CAPACITÀ ANNUA DI 160 MILIONI DI BOTTIGLIE SU 8 LINEE PRODUTTIVE. A PIENO REGIME IMPIEGHERÀ 130 PERSONE € 51,7 MILIONI L’INVESTIMENTO  
 
Novi Ligure, 19 aprile 2004 – E’ stato inaugurato il 15 aprile, alla presenza del Sottosegretario alle Politiche Agricole e Forestali On.teresio Delfino, il nuovo stabilimento del Gruppo Campari a Novi Ligure, in provincia di Alessandria. La cerimonia è stata aperta da Luca Garavoglia, Presidente del Gruppo Campari. Enrico Mentana è stato il moderatore degli interventi delle autorità: Enzo Ghigo, Presidente della Regione Piemonte, Ugo Cavallera, Assessore Ambiente e Agricoltura Piemonte, Fabrizio Palenzona, Presidente della Provincia di Alessandria, e Mario Lovelli, Sindaco di Novi. È intervenuto anche Vittorio Moretti, Presidente del Gruppo Moretti, società costruttrice; era presente Pier Domenico Garrone, Presidente di Enoteca d'Italia. L’on. Teresio Delfino, sottosegretario alle Politiche Agricole e Forestali, ha concluso la cerimonia inaugurale, cui è seguita la benedizione da parte di Sua Eccellenza, Monsignor Canessa vescovo della diocesi di Tortona, prima dell’inizio della visita ufficiale allo stabilimento, condotta dal Presidente di Campari, Luca Garavoglia e da Nenad Roth, Direttore di Stabilimento. A cent’anni dall’inaugurazione del primo sito produttivo a Sesto San Giovanni (Mi) nel 1904, il Gruppo Campari ha ultimato l'innovativo stabilimento di Novi, per il quale è stato fatto un investimento pari a € 51,7 milioni, al 31 dicembre 2003. Luca Garavoglia, Presidente del Gruppo Campari, ha dichiarato: “Campari ha conosciuto negli ultimi anni un eccezionale periodo di sviluppo, il cui merito va a un management di altissimo livello insieme a un corpo di collaboratori che ne ha consentito, con intelligenza e dedizione, il progresso e la realizzazione. Oggi un grande impianto produttivo, di assoluta avanguardia, tiene a battesimo una nuova fase di crescita, in Italia e internazionalmente”. I lavori di costruzione dello stabilimento, iniziati l’8 marzo 2002 con la cerimonia di posa della prima pietra, si sono conclusi nel pieno rispetto dei tempi annunciati. Il nuovo insediamento produttivo, che sorge nell’area industriale ovest della città di Novi Ligure, occupa una superficie di 200.000 mq, di cui i fabbricati coprono un’area di 43.000 mq, mentre la superficie di area verde misura circa 30.000 mq. Una moderna struttura ad alto livello tecnologico, frutto di un lavoro d’équipe tra il team Campari e Gruppo Moretti, che hanno collaborato alla progettazione e alla realizzazione dello stabilimento. Lo stabilimento è composto da un grande blocco monolitico disposto su un unico piano suddiviso in tre spazi: l’area destinata all’elaborazione del ciclo produttivo degli spumanti e dei vermouth, la zona adibita alla linea di imbottigliamento e allo stoccaggio delle merci ed infine un tunnel di raccordo tra questi due volumi che concentra nei suoi 2000 mq tutta la tecnologia di servizio necessaria ai due compartimenti. Completano l’area tre edifici: un corpo utilities in cui si trovano le centrali tecnologiche (termiche ed elettriche), un corpo servizi in cui si trovano mensa, spogliatoi e sale riunioni e infine una palazzina adibita a uffici. A pieno regime, nel 2005, saranno impiegate 130 persone, su un totale di circa 1550 dipendenti del Gruppo Campari nel mondo. Le linee produttive sono otto (linea spumanti, due linee Jägermeister, linea vermouth-liquori, doppia linea Campari, linea Camparisoda, linea mignon) per una capacità annua di circa 160 milioni di bottiglie. Il 70% della produzione di Novi è destinata ai mercati esteri e contribuirà ai volumi di esportazione, che nel 2003 hanno raggiunto il 52,4% del fatturato complessivo di Gruppo. Marco Perelli-cippo, Ceo del Gruppo Campari, ha dichiarato: “Il Gruppo Campari, sesto player mondiale nel settore spirits e presente in 190 paesi, è il frutto di una costante attenzione ai processi produttivi, allo sviluppo di prodotti e di mercati, all’organizzazione e alla creatività. L’impianto di Novi, che oggi prende ufficialmente vita e inizia la sua corsa, ne è il simbolo e insieme la promessa di molti altri successi”. Le attività del nuovo stabilimento riguardano attualmente la produzione Cinzano degli spumanti (Asti, Gran Cinzano, Brachetto, Pinot-chardonnay, Pinot-chardonnay Cuvée Selezione, Bon Sec, Prosecco, Prosecco Cuvée Selezione, Riserva Principe di Piemonte, Tiziano) e dei vermouth (Bianco, Rosso, Extra-dry, Rosè, Limetto e Orancio), Cynar, Biancosarti e Jägermeister, e si estenderanno nel 2005 anche alla produzione di Campari e Camparisoda. La scelta che ha portato il gruppo a Novi è stata di natura strategica: il sito è una delle tre zone del Piemonte di imbottigliamento dell’Asti e inoltre è al centro di un ottimo sistema di comunicazione. Enzo Visone, deputy Ceo del Gruppo, ha dichiarato: “Il nuovo impianto produttivo, che rappresenta la sintesi più moderna della naturalità dei nostri prodotti e della migliore tecnologia, consentirà di lanciare nuove sfide al mercato e di raccogliere nuovi importanti traguardi di espansione e di qualità. Proprio partendo da una regione che racchiude tra i più grandi tesori della millenaria cultura enologica italiana”. Questo grande sito produttivo, che ha assorbito gli impianti di Termoli e andrà ad assorbire quelli di Sesto San Giovanni, da cui perveranno nel 2005 le linee di Campari e Camparisoda, si va ad affiancare agli altri stabilimenti italiani del Gruppo, situati a Sulmona (dove si produce, tra gli altri, Campari Mixx), a Crodo (Crodino, acque Crodo), Alghero (Zedda Piras, affiancato ai vigneti Sella&mosca) e Canale D’alba, dove risiede lo stabilimento della neo-acquisita Barbero 1891 (Aperol, Riccadonna, Aperol Soda, vini Enrico Serafino). Tre gli stabilimenti del Gruppo all’estero: due in Brasile, dove si produce Campari, Cynar, Jägermeister, Cinzano vermouth, Dreher, Old Eight, Drury’s Gold Cup; e uno stabilimento in Francia a Nanterre, dove si produce Campari e infuso Cynar. Quattro le winery: ad Alghero, dove è sita Sella&mosca, casa vinicola sarda, produttrice e distributrice di vini d’alta gamma. Sella & Mosca S.p.a. A sua volta controlla il 93,66% circa di Quingdao Sella & Mosca Winery Co. Ltd., joint venture commerciale in Cina con partner locali, che produce il marchio di vini cinesi Catai, ed il 100% di Société civile du Domaine de la Margue, domaine che produce la gamma di vini francesi di qualità Chateau Lamargue. La quarta winery è sita a Canale D’alba e produce i vini a marchio Enrico Serafino.  
   
   
.LA BUSINESS UNIT PIRELLI TRUCK: UNA CRESCITA A DUE CIFRE QUASI 900 MILIONI DI EURO IL FATTURATO 2003 DELLA BUSINESS UNIT “INDUSTRIAL”. IL TREND DI CRESCITA DEI PNEUMATICI AUTOCARRO È STATO DEL 16% NEGLI ULTIMI TRE ANNI  
 
 Napoli, 19 aprile 2004 - La Business Unit Pirelli Truck ha realizzato nel 2003 un fatturato di oltre 870 milioni di Euro, con un aumento in volume del 9% rispetto all’anno precedente. Sull’arco dei tre anni, il trend di crescita a volume è valutabile su una curva a salire di oltre il 16%. A fronte di uno scenario competitivo caratterizzato da un aumento del costo delle materie prime ed un differenziale di cambio negativo, Pirelli ha continuato nel 2003 ad incrementare le proprie vendite e a rafforzare le proprie quote nel business autocarro. La Business Unit Truck continua a ricoprire per il Gruppo un ruolo strategico non solo in termini di peso relativo -il 29 % delle vendite totali del Settore Pneumatici nel 2003 sono nel mercato “Industrial”- ma anche come asse portante nello sviluppo del Settore. Prevediamo investimenti per 100 milioni di euro in tre anni, destinati all’aumento delle capacità produttive -dice Alberto Pirelli, direttore della Business Unit Truck - Già consistenti in Europa e America Latina, abbiamo recentemente consolidato la nostra presenza in Egitto con una produzione destinata sia al promettente mercato dell’area Nordafrica/medio Oriente sia a quello europeo. Il prossimo passo prevede ulteriori rafforzament i nei mercati di maggior crescita. Con un potenziale superiore ai 100 milioni di pezzi l’anno, il mercato globale dei pneumatici per autocarro vede il canale del Ricambio pesare per oltre l’85 per cento, con il Primo Equipaggiamento attorno al 15%. Olt re due terzi delle vendite mondiali riguarda i pneumatici radiali, attorno al 30% si è ridotta ormai la quota del “convenzionale”. Nella suddivisione per aree geografiche, l’Asia, con la Cina in prima linea, pesa per oltre il 40% del totale, seguita dall’Europa (21%), le Americhe (30%) e Africa/medio Oriente con il 9% circa..In questo scenario, il business Truck Pirelli si inserisce con metà delle vendite nel continente americano e metà in Europa, Africa e Medio Oriente: il tutto nella logica di un processo globale di crescita tecnologica e qualitativa che privilegia i mercati dove la “radializzazione” è un fatto compiuto. Nel business Truck, Pirelli ha un assetto ottimale sotto il profilo delle allocazioni produttive, con il 20% della produzione in Italia e il restante 80% in aree ad alta crescita di mercato quali il Brasile, la Turchia e l’Egitto. “Grazie alla messa in atto di un forte programma di razionalizzazione ed investimenti industriali e all’applicazione di sofisticati sistemi di automazione di fabbrica -spiega ancora Alberto Pirelli- i poli produttivi Pirelli specializzati nel comparto autocarro hanno globalmente incrementato l’output di oltre il 16% in tre anni. Tutti gli impianti che hanno ottenuto la certificazione di qualità sono certificati Iso 9002 e sono gestiti dal sistema Tpm. Nel rispetto delle diverse vocazioni produttive, possiamo dire di aver raggiunto un’ottima integrazione tra le diverse realtà. Investimenti produttivi, presidio dei mercati ad alta crescita, rinnovo della gamma di prodotto: il business “Truck” ha triplicato i risultati nell’ultimo triennio ”. Settimo Torinese in Italia, Izmit in Turchia, Santo Andrè in Brasile, Alessandria in Egitto: sono i quattro poli produttivi della Business Unit Pirelli Truck nel mondo. Oltre 3,5 milioni di pezzi l’anno la produzione totale, circa quattromila i dipendenti Fondata negli anni Ottanta, la fabbrica Pirelli Veicoli Industriali di Settimo Torinese si configura come un vero e proprio bacino tecnologico destinato alla Serie da /80 a /55 per il mercato europeo. A Settimo viene prodotto il nuovo Amaranto. A Settimo è iniziata l’applicazione della tecnologia Mirs Satt-spiral Advanced Technology for Truck. Satt definisce una nuova tecnologia di processo/prodotto, attingendo dal concetto globale Mirs ciò che è immediatamente e modularmente necessario all’attività specifica: nel caso dei pneumatici autocarro, quei passaggi logici che vanno a impattare sull’aspetto fondamentale della qualità e dell’uniformità di prodotto. E’ in Turchia l’altro importante polo produttivo di Pirelli Truck per radiali metallici in Europa. Nello stabilimento di Izmit, un centinaio di chilometri da Istanbul, anno di nascita 1989. Fatto oggetto recentemente di un importante programma di investimenti per il potenziamento della produzione e l’introduzione di nuove tecnologie, lo stabilimento di Izmit adotta gli standard qualitativi Tpm che l’hanno portato a ricevere prima l’Award for Tpm Excellence e poi il Certificate of Achievement da parte dell’associazione turca dei costruttori veicolistici Osd. Oggi.izmit è l’impianto che forse più di ogni altro si distingue per la sua flessibilità e per la sua completezza in termini di mix produttivo. Santo Andrè, nello stato brasiliano di San Paolo, è la realtà produttiva Pirelli che sta guidando il processo di radializzazione in atto nel mercato sudamericano. La fabbrica di Santo Andrè, fondata nel lontano 1940 e sede di uno dei centri di R&d di Pirelli Pneumatici, ha ricevuto la certificazione di qualità Iso9001. L’impianto brasiliano, con il suo output e mix permette di rifornire l’area del Sud e Centro America, con leadership di quote di mercato in Argentina e Brasile. Nei piani di sviluppo industriale in Brasile è previsto il trasferimento della tecnologia Satt su ampia scala, ottenendo così sia l’unificazione delle piattaforme di processo produttivo nel mondo sia la produzione delle più avanzate tecnologie di prodotto. La Pirelli Tires Alexandria nasce dall’acquisizione della Alexandria Tire Company (Atco), società leader del mercato egiziano specializzata nella produzione di pneumatici radiali all steel per autocarro e autobus. Creata all’inizio degli anni Novanta già come joint- venture tra Pirelli e operatori locali, la Atco inaugurò nel 1995 lo stabilimento di Amreya, vicino ad Alessandria, affermandosi a tutti gli effetti come uno dei maggiori competitori del continente africano e del Medio Oriente. Nella fabbrica di Alessandria, Pirelli ha introdotto fin dalla sua costituzione le più avanzate tecnologie e il miglior know-how: oggi l’impianto di Amreya è una realtà produttiva alla pari con i livelli di eccellenza tecnologica delle altre unità Pirelli nel mondo. Proprio per potenziare ulteriormente la propria presenza sul continente africano e in Medio Oriente, mercati estremamente importanti per il settore dei pneumatici giganti, Pirelli ha operato per l’ampliamento della gamma di prodotti.  
   
   
ANDREA RIELLO INTERVIENE AL CONVEGNO SU TUTELA E VALORIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE ITALIANA ORGANIZZATO A PADOVA DA ALLEANZA NAZIONALE  
 
Padova, 19 aprile 2004 - Andrea Riello, presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, e di Intermeccanica, la federazione nazionale tra le associazioni italiane dell’industria meccanica, intervenuto, al convegno organizzato da Alleanza Nazionale, il 17 aprile in merito al tema della tutela e della promozione del made in Italy, ha dichiarato: “Credo sia opportuno procedere alla definizione di un regolamento comunitario per l’apposizione obbligatoria di un marchio di origine per i beni commercializzati nella Ue, con l’obiettivo di meglio difendere i diritti dei consumatori e i diritti di proprietà intellettuale dei produttori. Per quanto riguarda, poi, l’applicazione del marchio di origine nazionale ritengo fondamentale che questa sia ricondotta alle fasi di ideazione, assemblaggio e collaudo del prodotto, quote rilevanti della produzione italiana, e non alla localizzazione fisica della produzione in senso stretto. L’istituzione del marchio “made in Italy” non deve, infatti, diventare una penalizzazione per le imprese italiane che, in un’ottica di globalizzazione e di ampliamento degli orizzonti del mercato, hanno delocalizzato parte dei loro processi come, per esempio, lavorazioni, acquisto di componenti e di tecnologie. In questo senso più che di tutela del made in Italy, credo si possa, più correttamente, parlare della difesa e della valorizzazione del made by Italians, un concetto, che si riferisce, alla filosofia e allo stile italiano, nel produrre con creatività, flessibilità e eccellenza qualitativa. Il successo dell’attività di tutela e valorizzazione del prodotto italiano nel mondo non può prescindere dal coordinamento delle azioni realizzate dal sistema, volte a favorirne la promozione sul mercato internazionale, soprattutto in un’ottica di rilancio della competitività del Paese. Affinché i mercati emergenti, come per esempio la Cina, siano considerati opportunità di business e non soltanto come minaccia alle realtà imprenditoriali italiane, è necessario che il sistema dia utili indicazioni agli imprenditori che, coraggiosamente, scelgono la via dell’internazionalizzazione. Dal supporto informativo e formativo utile per conoscere i nuovi mercati, alle agevolazioni di carattere finanziario e burocratico per favorire l’aggregazione tra le imprese, agevolazioni in grado di assicurare la riduzione dei costi e l’ottimizzazione degli investimenti”.  
   
   
ORA LA QUALITÀ È UN NUMERO DI BILANCIO! UN ALGORITMO PER QUANTIFICARENE IL VALORE  
 
Milano, 19 aprile 2004 - La qualità diventa patrimonio reale dell’azienda ed entra nel bilancio, contribuendo a creare Valore oggettivo per la proprietà e per gli azionisti. È questo il risultato del servizio Equity studiato da P4q (acronimo che significa Premium for Quality), che permette di misurare in maniera scientifica il Valore dell’asset intangibile delle imprese che utilizzano un Sistema di gestione della qualità certificato. L’impiego di sistemi certificati in Italia è cresciuto, negli ultimi dieci anni, a passi da gigante, diventando un distintivo quasi irrinunciabile per l’affidabilità aziendale e per la creazione del Valore. A fine 2003 le imprese italiane certificate erano più di 70mila, dalle grandi aziende alle Pmi, e il boom ha coinvolto in maniera particolare il Mezzogiorno, che ha registrato tassi di crescita costantemente superiori alla media nazionale. Grazie al sistema Equity, però, oggi la certificazione è in grado di fare un salto – è il caso di dirlo - “di qualità”, trasformandosi da fattore immateriale a componente effettiva dello stato patrimoniale. L’intangibile per eccellenza compare così nei documenti di bilancio, terreno finora esclusivo della “solida” misura monetaria, e lo fa grazie a un algoritmo che il Centro di ricerche economico-aziendali (Crea) dell’Università Bocconi di Milano ha messo a punto su incarico di P4q. La ricerca, coordinata dal professor Alessandro Nova, ha esaminato i bilanci di più di 106mila aziende - contro un campione di oltre 9000 certificate - su due esercizi consecutivi (2000 e 2001), e ha misurato il vantaggio competitivo che le società certificate ottengono rispetto alle loro concorrenti dirette in termini di ritorno sull’investimento (Roi), che si traduce in netto patrimoniale: questa marcia in più è diventata l’algoritmo che trasforma la qualità in numeri di bilancio. In questo modo proprietà e azionisti si vedono riconosciuto il valore aggiunto prodotto dall’investimento e l’azienda ha uno strumento in più per incrementare la propria affidabilità presso banche, clienti e fornitori. “Nel promuovere la ricerca – spiega Augusto Salzani, presidente di P4q – siamo partiti dalla premessa logica che la qualità certificata fa parte della dotazione delle aziende, e quindi deve comparire nel loro patrimonio. Misurando il suo Valore e il vantaggio competitivo che produce, inoltre, abbiamo creato la condizione per combattere la percezione inesatta di chi vede la qualità come un onere e non come un’opportunità”. P4q raccoglie così un’esigenza molto sentita dagli operatori che dispongono ora di un “osservatorio permanente” e super partes per la misurazione degli effetti economici della qualità. L’ingresso degli asset intangibili nei bilanci, infatti, è previsto anche dall’evoluzione impressa dall’Unione europea al diritto societario. Alla fine dello scorso ottobre il Consiglio europeo ha varato infatti gli Ias (International accounting standards), i principi contabili internazionali che saranno presto recepiti anche in Italia, e tra questi ha trovato spazio lo Ias 38, che fissa i criteri per contabilizzare le attività immateriali. Nella scrittura dei bilanci la reale sostanza economica dell’azienda prende così il sopravvento sugli aspetti formali, e il servizio Equity di P4q (per informazioni www.P4q.it) garantisce a questo processo un solido criterio scientifico. “Recentemente – aggiunge Salzani – siamo stati presentati al British Standard Institute di Londra, importante ente di certificazione internazionale, e abbiamo concluso accordi con Csicert, Tüv , Bureau Veritas Quality International, enti di certificazione affiliati alla Aioici (Associazione italiana degli organismi indipendenti di certificazione e ispezione), in virtù del quale le aziende certificate potranno accedere ai nostri servizi con tariffe agevolate del 15%. In questo modo abbiamo aperto un nuovo importante canale per promuovere il benchmarking e la valutazione scientifica degli investimenti in qualità e per avvicinare le aziende italiane agli standard qualitativi europei. Infine, stiamo definendo una serie di intese con diversi altri enti di certificazione”. Infolink: www.P4q.it  
   
   
CONOSCERE E APPROFONDIRE IL CREDIT SCORING PER LA GESTIONE DEL RISCHIO DI CREDITO: LE INIZIATIVE FORMATIVE DEL GRUPPO CRIF  
 
Bologna, 19 aprile 2004 - Crif Decision Solutions, società del Gruppo Crif leader in Italia nello sviluppo di sistemi di supporto decisionale, organizza due giornate di training sulle tecniche di credit scoring, ideate per chi, all’interno di Istituti bancari, Società finanziarie e Aziende, si sta specializzando in questi strumenti o li utilizza per la gestione del credito e vuole approfondire e completare le proprie conoscenze in merito. Il corso, basato su modalità interattive di formazione e caratterizzato da un orientamento concreto e pratico (con esercitazioni e discussione di case study in aula), è diviso in due moduli di una giornata, fruibili anche singolarmente: Credit Scoring e strategie per l’erogazione del credito: introduzione e best practice 18 maggio 2004, Bologna; Il monitoraggio di un sistema di scorino 19 maggio 2004, Bologna. In particolare, gli argomenti trattati nel primo modulo saranno: lo sviluppo di sistemi di application scoring per la misurazione e il controllo del rischio di credito, il disegno di strategie di accettazione, la conoscenza e l’interpretazione dei più comuni scorecard report. Nel secondo verranno invece affrontati i temi legati al monitoraggio di un sistema di scoring di accettazione, anche con l’ausilio di specifiche esercitazioni. Ai partecipanti, ammessi in numero limitato, non sono richieste conoscenze tecniche specifiche sui temi trattati, ma familiarità con i temi del credito al dettaglio. Per ulteriori informazioni sul corso e sulle modalità di partecipazione: Criftraining@crifgroup.com  
   
   
"ALLA "CACCIA" DEI MANAGER INTERNAZIONALI TERZO CONVEGNO EUROPEO DELL’ IESF "INTERNATIONAL EXECUTIVE SEARCH FEDERATION  
 
 Milano, 19 aprile ’04 Kilpatrick Executive Search, presente in 30 paesi e associata a Iesf "International Executive Search Federation", organizza il terzo Convegno Europeo dell’Iesf che si terrà quest'anno a Milano nei giorni 21-22 e 23 Aprile 2004. In occasione di tale convegno, Kilpatrick ed i partner europei (provenienti da Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Svezia e Danimarca) organizzano un evento per incontrare i clienti e chiunque sia interessato ad intervenire, il giorno Venerdì 23 Aprile, a Palazzo Castiglioni, presso le sale del Consiglio dell’Unione in Corso Venezia, 51 alle ore 9:30. L’incontro, dal titolo Alla "caccia" dei manager internazionali, è indirizzato a figure di Top Management e di Responsabili delle Risorse Umane che si trovano a dover affrontare problematiche legate alla ricerca e selezione di personale a livello internazionale. Interverranno esperti di international recruitment che, con il loro contributo, testimonieranno come si stia evolvendo il ruolo delle risorse umane e come, in linea con le attuali esigenze di mercato, l'executive search abbia oltrepassato i confini nazionali. Verrà presentato il caso aziendale di una notissima multinazionale. La partecipazione al convegno è libera e gratuita previa prenotazione. Infolink: www.Kilpatrick-italia.com  
   
   
ALLARME DAI RAPPRESENTANTI DEGLI ENTI LOCALI IL SUD DELLA LOMBARDIA NON PUÒ RINUNCIARE A LINATE  
 
Crema, 16 aprile 2004 - Da Crema parte un allarme per opporsi al ridimensionamento dell’attività dell’aeroporto di Linate. Lo sottoscrivono, tra gli altri, Giuseppe Torchio, Presidente dell’Anci Lombardia, il candidato alla Presidenza della Provincia di Lodi On. Lino Osvaldo Felissari, il Sindaco di Pavia Andrea Albergati, Dario Ballotta, Segretario Regionale della Cisl Trasporti e Osvaldo Gammino presidente delle compagnie aeree europee a Linate. Questa mattina lo hanno ribadito nel corso di una conferenza stampa a Crema, cui hanno partecipato anche rappresentanti degli Enti Locali: Fiorella Lazzari e Francesco Spotti, assessori della Provincia di Cremona, Luigi Baldani per il Comune di Cremona, Agostino Alloni e il Vicesindaco Gianni Risari, per quello di Crema. “Linate - spiega il Presidente dell’Anci Giuseppe Torchio, facendosi portavoce di tutti gli intervenuti - rappresenta la “porta per l’Europa” del sud Lombardia che, diversamente, rimarrebbe isolato data la distanza da Malpensa. La facilità dei collegamenti, l’importanza delle infrastrutture hanno valenza strategica per lo sviluppo del territorio. Il sud della Lombardia ha grosse potenzialità, tuttavia, un sistema della mobilità inadeguato rischia di penalizzarlo pesantemente. Da uno studio degli ultimi giorni emergono tutte le criticità della rete ferroviaria e anche per quanto riguarda le arterie viabilistiche non mancano i problemi. Ora, infine, si minaccia il ridemensionamento dell’aereoporto di Linate. Non è possibile rimanere indifferenti di fronte a questa proposta che antepone alle esigenze concrete dei cittadini le istanze della compagnia di bandiera nazionale. Il sud Lombardia si conferma quindi la maglia nera dei trasporti perché la Regione guarda solo al Nord”. “La compagnia di bandiera, l’Alitalia, - spiega Dario Ballota - vuole ridimensionare per legge lo scalo cittadino, quello di Linate. Infatti in una riunione informale alla quale hanno partecipato il ministro dei trasporti Lunardi, il presidente Formigoni e il suo assessore alle Infrastrutture Massimo Corsaro, il presidente della commissione trasporti della Camera Paolo Romani è stato presentato il progetto di tagliare da Linate tutte le destinazioni che non raggiungono gli ottocento mila passeggeri, più tutte le capitali europee. Significherebbe tagliare da Linate i collegamenti con la Puglia (Bari e Brindisi) la Calabria (Lamezia e Reggio Calabria? E la Sardegna (Cagliari, Olbia e Alghero). E inoltre Barcellona, Francoforte e Valencia e tutte le principali capitali europee. La compagnia aeroportuale, guidata da Marco Zanichelli, vorrebbe ridimensionale il city airport per far fronte alla crisi che incombe nella società, carente di aerei e di personale e inoltre far guadagnare in un solo colpo cinque milioni di passeggeri al grande hub milanese, mentre Linate passerebbe dagli attuali otto milioni e 755 mila l’anno a sei milioni e 360 mila. Un taglio non solo di destinazioni e tratte, ma anche di passeggeri. E di personale!” Occorre quindi una profonda mobilitazione degli Enti Locali che ribadisca la contrarietà del territorio all’iniziativa. In proposito saranno avviate, dai Comuni e Province interessati azioni di sostegno a questa emergenza mirate a ribadire come il servizio debba essere mantenuto. “Attualmente il city airport, definito anche un patrimonio per la città milanese, una risorsa per lo sviluppo del territorio - conclude Osvaldo Gammino -, ha un bacino d’utenza non inferiore ai quattro milioni di persone. Dai dodici milioni di passeggeri del 1999 si è passati agli attuali sette. Sarebbe anzi opportuno pensare ad un potenziamento della struttura”.  
   
   
ALITALIA: PRECISAZIONI IN MERITO A NOTIZIE STAMPA  
 
Roma, 19 aprile 2004 - In relazione a notizie apparse il 16 aprile sulla stampa, Alitalia precisa che le dimissioni dalla carica rassegnate dal Consigliere di Amministrazione dott. Roberto Palea sono dallo stesso giustificate: in funzione delle notizie che avrebbe appreso dagli organi di stampa secondo cui il Governo, il Sindacato e le altre Parti interessate non hanno adeguata consapevolezza della gravità e dell’urgenza della situazione dell’Impresa/società e del Gruppo; dall’asserita non accettazione della presunta dipendenza delle sorti della Società da decisioni assunte all’esterno di essa e “sopra la testa” del Consiglio di Amministrazione rendendo inutile ed inefficace il suo operare di Consigliere di Amministrazione; dalla presunzione di non accoglimento di sue proposte, avanzate con lettera del 6 aprile u.S. E illustrate con lettera del 9 aprile u.S., in ordine alla convocazione in via di urgenza del Consiglio di Amministrazione, pur essendo stato lo stesso convocato per il 20 aprile p.V..  
   
   
CONDONI? SONO L’AMMISSIONE DI UN FISCO INEFFICIENTE AL CONVEGNO DEI MAGISTRATI TRIBUTARI LE DIFFERENZE TRA ITALIA E USA SECONDO VINCENT GAMBINO, EX DIRETTORE DEI POTENTI AGENTI DELLE TASSE AMERICANI  
 
Firenze 19 aprile 2004 – Venerdì 16 aprile, è stato l’ultimo giorno per aderire al condono fiscale voluto dal ministro delle finanze Giulio Tremonti. Che ne pensa l’uomo che per 28 anni ha diretto l’Internal Revenue Service, ossia il potente servizio investigativo fiscale degli Stati Uniti, quello, per intendersi, che riuscì a spedire in galera Al Capone? “I condoni”, dice Vincent Gambino, “sono l’ammissione esplicita che un sistema fiscale non funziona”. E aggiunge: “Naturalmente sono tutt’altro che favorevole. Mi sembrano un premio per chi ha barato, oltre che una beffa per i contribuenti onesti”. Di stanza a Roma dove con licenza del mistero del tesoro Usa gestisce un ufficio di consulenza fiscale per gli operatori americani nel bacino del Mediterraneo, Gambino ha partecipato a Firenze ad un convegno organizzato, dall’Associazione dei Magistrati Tributari. Il tema: Fiscalità oggi in Italia e negli U.s.a.: similitudini e differenze. Le differenze, spiega, sono molte. Ma si possono sintetizzare in alcuni comportamenti e in alcune cifre. “In tema di condoni il nostro comportamento è chiaro”, dice Gambino, “In America non si fanno sconti. Anche noi condoniamo, ma solo nel senso di non mandare in prigione il contribuente fedifrago se si affretta a pagare il dovuto”. Quanto alle cifre ecco il confronto. In Italia il contenzioso fiscale raggiunge ogni anno i noti livelli astronomici che sfociano immancabilmente in processi di durata imprevedibile, ma sempre e comunque lunghissima. Gambino descrive invece così quanto accade negli Stati Uniti. “Ogni anno”, spiega, “abbiamo circa 250 milioni di denunce dei redditi, di persone fisiche, giuridiche, successioni, eccetera. Quanti magistrati sovrintendono a tutto questo? Appena 19 (diciannove), restano in carica 15 anni e guadagnano 133 mila dollari lordi l’anno, circa 110 mila euro. Si domanderà: chissà allora quanti sono i ricorsi pendenti? Risposta: al 31 marzo 2004 esattamente 20.254”. Quando nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sede del convegno, Gambino ha ricordato questo semplice dato, la platea degli specialisti italiani non ha potuto mettere il silenziatore a evidenti mormorii d’invidia e ammirazione per un sistema efficiente e terrorizzante insieme. “A nessuno piace pagare le tasse, neanche agli americani”, ha ricordato Gambino, “Ne’ è vero che sono più onesti di altri popoli. Semplicemente hanno molta più paura del fisco perché lo sanno efficiente. E se il contenzioso è minimo è perché viene risolto al livello più basso, grazie alla discrezionalità di cui godono gli ufficiali fiscali. In altre parole, si cerca di trovare subito un accordo per evitare che la lite si trascini fino al tribunale. Non si può tenere il contribuente in ballo per anni”. Infine il capitolo elusione: “Se l’Italia si scontra con una forte evasione che alimenta una vasta economia sommersa”, conclude Gambino, “negli Stati Uniti è il sistema ad offrire molte scappatoie. Il risultato è che solo il 15% di tutte le società pagano le tasse”.  
   
   
LA SECONDA GIORNATA DI “COLLOQUI DI PACE” CULTURE DIFFERENTI: OSTACOLO O OPPORTUNITA’? LA COSTRUZIONE DELLA CULTURA DELLA PACE PASSA ANCHE ATTRAVERSO L’INCONTRO TRA CULTURE DIFFERENTI  
 
 Bologna, 19 Aprile 2004 - Nessuna pace è possibile se si limita alla riduzione dei confini territoriali; occorre una vera rivoluzione culturale che va perseguita attraverso i temi dei diritti umani, della mediazione e della negoziazione. Da questa convinzione ha preso il via la seconda sessione della due giorni di “Colloqui di Pace”, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole al Palazzo dei Congressi e della Cultura di Bologna, con lo scopo di far conoscere i differenti aspetti della crisi mediorientale ed accrescere la consapevolezza riguardo l’esistenza, la genesi e le prospettive dei piani di pace in corso. Nella sessione di questa mattina, che ha visto dialogare influenti esponenti politici e della cultura, in rappresentanza del mondo occidentale ed arabo, quali Nadia Baresi - Direttrice della Scuola di Pace di Monte Sole, Gianni Sofri - Università degli Studi di Bologna, Massimo Cacciari - Preside della Facoltà di Filosofia Università San Raffaele di Milano, Khaled Fouad Allam – Docente Universitario, è emerso con forza che parlare di pace è possibile, ma occorre costruire una cultura della pace che passi anche attraverso un percorso costante e continuo di riflessione sui temi della rielaborazione delle memorie, delle memorie divise e della possibilità di conciliazione profonda che tocca anche il tema delle identità. “Le leadership culturali e politiche occidentali” - ha dichiarato Massimo Cacciari – “hanno scelto una direzione utopistica. È del tutto irrealistico immaginare” – ha continuato Cacciari – “che l’Occidente possa pensare di ottenere in via definitiva una pace globale attraverso un’integrazione omologata che elimina le sue contraddizioni e le sue polarità”. “Pensare ad una integrazione omologata della pace, che abbandona totalmente la via del federalismo e del rispetto delle differenze tra popoli e culture” - ha concluso Cacciari – “significa ottenere delle vittorie impotenti”. “C’è stato un enorme divorzio tra politica e cultura.” – ha dichiarato Khaled Fouad Allam –“I due mondi non comunicano più ed è diventato difficile pensare di creare linguaggi di comunicazione nuovi sulla democrazia e sulla cultura”. “Occorre costruire una comunicazione che passi attraverso l’incontro profondo tra culture differenti e che sappia lavorare sul tema della memoria della storia e delle sue identità.” – ha concluso Allam. L’ultima sessione dei lavori vedrà dialogare il Redattore e Firmatario dell’Accordo di Ginevra Daniel Levy e il Vice Ministro della Pianificazione dell’Autorità Nazionale Palestinese e Firmatario dell’Accordo di Ginevra Samih Abid sul tema “Ginevra: un nuovo approccio sulla via della pace. Il ruolo dell’Unione Europea nelle crisi internazionali.” Ad aprire la discussione sarà Riccardo Franco Levi, Direttore del Gruppo dei Consiglieri Politici della Commissione Europea, mentre il compito di chiudere le due giornate di colloqui spetterà a Vittorio Prodi, Presidente della Provincia di Bologna e Presidente della Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole.  
   
   
MARIO DRAGHI RICEVE DA ENRICO CUCCHIANI E VLADIMIR NANUT IL DIPLOMA HONORIS CAUSA “MBA IN INTERNATIONAL BUSINESS” DEL MIB  
 
Trieste, 19 aprile 2004 - “Oggi abbiamo il privilegio di conferire il Master Honoris Causa in International Business al Professor Draghi, un uomo di cui l'intero Paese deve essere fiero. Ai meriti accademici e scientifici illustrati in apprezzati saggi, Mario Draghi aggiunge quelli di civil servant impegnato nei più prestigiosi incarichi, a livello internazionale ed in Italia; anche oggi, a Londra, dai vertici di una prestigiosa banca d'affari, dà un contributo fondamentale alla credibilità del nostro Paese. Se pensiamo alla Sua esperienza di civil servant, non possiamo fare a meno di riconoscere una singolare capacità di unire rigore nei conti pubblici, efficienza nella gestione, visione del futuro, spinta verso le innovazioni e l'internazionalizzazione, coerenza nei comportamenti, forte senso delle istituzioni. Il Professor Draghi ci ha indicato un metodo per governare l'economia in condizioni precarie e complesse, dandoci fiducia nella possibilità di perseguire la ripresa ancorandola saldamente all'etica della responsabilità”. Con queste parole il Presidente del Mib School of Management, Enrico Tomaso Cucchiani, ha consegnato a Mario Draghi il diploma honoris causa Mba in International Business per l’anno accademico 2003-2004. In linea con lo spirito internazionale che caratterizza il Mib, una delle realtà più dinamiche e qualificate nel campo della formazione manageriale del nostro Paese, il prestigioso riconoscimento è stato quest’anno assegnato a uno dei principali economisti di fama mondiale. Mario Draghi, già Direttore Esecutivo della Banca Mondiale, Direttore Generale del Tesoro, Presidente del Comitato Economico e Finanziario della Comunità Europea, e attuale Vice Chairman della Goldman Sachs, entra così a far parte della galleria di illustri esponenti del mondo economico-finanziario già insigniti del diploma honoris causa Mib negli anni precedenti. Nel corso della cerimonia di premiazione, il presidente del Mib Enrico Tomaso Cucchiani ha sottolineato la stretta correlazione che lega il livello di competitività del Paese, il sistema educativo e lo sviluppo del capitale umano. “L’italia registra una continua e progressiva perdita di quote di mercato sul Pil rispetto a qualunque altro Paese industriale sviluppato: negli ultimi 20 anni il suo peso è infatti diminuito del 17% circa. La scarsa competitività del Paese è testimoniata dalla patologica incapacità di attrarre investimenti dall’estero. Lo stock degli investimenti diretti esteri del periodo 1996-2000 assegna all’Italia una quota pari soltanto allo 0,55% dello stock mondiale. E’ bene ricordare i principali fattori che determinano il livello di competitività e attrattività del sistema Paese: il capitale tecnologico innovativo, le infrastrutture tecnologiche avanzate, il sistema educativo/formativo, il capitale umano. E proprio la formazione universitaria e post-universitaria, la preparazione scientifica e l’elevato livello di specializzazione sono estremamente deficitari il Italia, oltre alla trascurabile incidenza degli studenti stranieri al terzo livello di educazione rispetto agli altri Paesi. L’italia occupa l’ultimo posto della classifica che prende in esame le importazioni di competenze tecnologiche e di capitale umano tra i 15 principali Paesi industrializzati del mondo. In questo panorama, il Mib rappresenta un modello in controtendenza: è infatti una Graduate Business School con un forte orientamento internazionale. La dimensione cosmopolita del Mib è testimoniata dal Mba in International Business, dove la metà degli studenti proviene dall’estero”. Vladimir Nanut, Direttore Scientifico del Mib ha ricordato la motivazione del riconoscimento del diploma honoris causa assegnato a Mario Draghi: “Per gli alti meriti professionali acquisiti attraverso ruoli di grande responsabilità ai vertici di importanti Istituzioni nazionali e internazionali e in particolare per i significativi contributi concettuali ed operativi forniti nell’area della Corporate Governance e della Finanza”. Prima di concludere il suo intervento Vladimir Nanut ha spiegato il significato che la Scuola attribuisce alla consegna del diploma honoris causa. Una tradizione che si ripete ormai da 12 anni: “Il nostro intendimento è stato ed è tuttora da un lato quello di attribuire un significativo riconoscimento ad una personalità che si sia particolarmente distinta nel campo dell’economia e della gestione d’impresa, e dall’altro quello di offrire un modello professionale, un esempio operativo agli allievi dei nostri corsi Master”. A conclusione della cerimonia il prof. Mario Draghi ha tenuto una lezione su: “La crescita dell’Europa: sfide, incertezze, risposte”.  
   
   
CONVEGNO "SCOPRI LA SCIENZA IN RETE" 23 APRILE 2004  
 
Milano, 19 aprile 2004 - Venerdì 23 aprile 2004 presso il Forum Ibm di via Siusi 1/2 a avrà luogo il convegno "Scopri la scienza in rete" organizzato dall'Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e dalla Fondazione Ibm Italia sul tema del rapporto tra la cultura scientifica e la Rete. In occasione dell'incontro sarà presentato il Progetto Tryscience della Fondazione Ibm Italia, esempio di uso innovativo della Rete per la didattica in ambito scientifico Seguirà un dibattito sulle politiche, le azioni e gli strumenti per valorizzare e diffondere la cultura scientifica nella scuola. Il convegno è rivolto principalmente ai dirigenti scolastici e a docenti di discipline scientifiche ma è aperto anche a docenti ed operatori interessati. In allegato l'agenda della manifestazione. Per partecipare contattare la segreteria organizzativa: Fondazione Ibm Italia Via Tolmezzo, 15 20132 Milano Tel. 02 26822695 Fax. 02 28970599 fondazione@it.Ibm.com  www.Fondazioneibm.it