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VENERDì

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Notiziario Marketpress di Venerdì 06 Maggio 2005
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LOMBARDIA / MANTOVA E SABBIONETA: TUTTO IL FASCINO DI ARTE E NATURA. NAVIGAZIONE IN PLENILUNIO SUL MINCIO. 21/22 LUGLIO 2005  
 
Exclusive Tour in Lombardia è il modo migliore per conoscere affascinanti angoli di Lombardia nascosta in compagnia di esperti d’arte, gastronomi, guide naturali e nel massimo confort di strutture di altissima qualità e della formula “tutto compreso”. La proposta messa a punto da Thema Srl Voghera a luglio prevede la visita di Mantova e Sabbioneta abbinata alla navigazione sul Mincio. IL PROGRAMMA – Partenza giovedì 21 luglio alle ore 7.30 da Voghera  (viale Repubblica, 85) in bus GT verso Mantova. Alle ore 11.30 arrivo in città e visita di Palazzo Te. Pranzo tipico nel centro storico. Nel pomeriggio visita guidata del centro storico. Alle 17.30 trasferimento e sistemazione in hotel. Ore 19.30 incontro con la guida per la cena al Ristorante “Le Grazie” in prossimità dell’imbarcadero dei Barcaioli del Mincio. Ore 21.30 imbarco e partenza per la navigazione in luna piena. Venerdì 22 luglio, alle 9,30, partenza per Sabbioneta, perla culturale lombarda. Arrivo verso le ore 10,30, visita ai monumenti e  pranzo in trattoria tipica. Nel primo pomeriggio vista alla chiesa di Villa Pasquali, progettata dai Bibiena.Costo del pacchetto a persona 140 euro a persona, all inclusive. Exclusive Tour in Lombardia rappresenta il modo migliore per conoscere affascinanti angoli di Lombardia nascosta in compagnia di esperti d’arte, gastronomi, guide naturali e nel massimo confort di strutture di altissima qualità e della formula “tutto compreso”. Informazioni e prenotazioni: Thema srl Voghera, tel. 0383.640498, themapavia@yahoo.com  
   
   
ALTO ADIGE / SPELEOTERAPIA NELLA GALLERIA CLIMATICA DI PREDOI, IN VALLE AURINA, PER COMBATTERE ASMA BRONCHIALE, ALLERGIE E MALATTIE RESPIRATORIE NELLA EX MINIERA DI RAME  
 
Aria purissima, priva di particelle di polvere, sostanze nocive o allergeni che possono irritare i bronchi, umidità relativa al 95% e temperatura costante di 9 gradi. Sono le caratteristiche presenti naturalmente nella galleria climatica di Predoi in Valle Aurina (Bolzano), un’ex miniera per l’estrazione del rame, definitivamente abbandonata nel 1975 e dal 2003 tornata a nuova vita con l’apertura di un centro di speleoterapia. Il microclima presente all’interno della montagna ha infatti effetti straordinari sulle persone che soffrono di allergie e problemi respiratori. La galleria si inserisce nel Museo provinciale delle miniere, che da anni ha avviato un esperimento rivolto a persone di diverse fasce d’età e affette da differenti disturbi. Su circa 3000 persone che si sono sottoposte al trattamento nel 2004 (in media 2 ore al giorno di “respiro sotterraneo” per 2-3 settimane) l’80% ha riscontrato risultati positivi. La galleria climatica “S. Ignazio-Predoi” è situata a 1100 metri all’interno della montagna, ed è raggiungibile con il trenino della miniera. Si penetra nella montagna per circa 950 metri, poi si prosegue a piedi accompagnati da un’infermiera. Una volta giunti nella caverna si eseguono esercizi di respirazione e rilassamento. Su comode poltrone si può leggere, ascoltare musica con il cd player oppure dormire. I bambini, seguiti dall’infermiera, possono leggere e persino dipingere. Su richiesta si possono ordinare bevande calde e sacchi a pelo. E per una vacanza tranquilla, al riparo da qualsiasi problema di allergia, basta scegliere tra i 17 alberghi, residence o pensioni che garantiscono arredamenti e strutture del tutto sicure. Sono i “Respiration Health Hotels” ( www.respiration.it ), controllati dall’Agenzia provinciale dell’ambiente, e che offrono pacchetti che includono il programma in miniera. Sei giorni di frequenza del centro climatico, con una bevanda calda, libri a disposizione, esercizi respiratori specifici sotto la guida del personale e spirometria (misurazione della funzionalità polmonare) costano 88 euro, ma prenotando in uno dei “Respiration Health Hotel” si può avere il trattamento compreso. La mezza pensione, compreso il programma, va dai 328 euro a persona nelle pensioni ai 748 euro a persona negli hotel, alla settimana. Un appartamento in agriturismo o in residence per due persone, più il programma, sono invece offerti a partire da 496 a 566 euro alla settimana. In Italia la galleria climatica di Predoi è il primo centro di questo genere, fortemente voluto dalla Giunta provinciale fin dal 1988. Dal 2 agosto 2003 la stazione climatica è entrata in funzione a livello sperimentale per qualche mese, mentre nel 2004 è stata aperta dalla metà di marzo alla fine di ottobre e così sarà anche nel 2005. In Germania la speleoterapia, cura nelle caverne, è praticata in 12 località, altri centri si trovano in Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia. La speleoterapia, ancora non riconosciuta ufficialmente in Italia come forma di cura, è stata scoperta per caso. Quando, durante la seconda guerra mondiale nella regione della Ruhr si intensificarono i bombardamenti le persone cercarono rifugio in una caverna della zona (Kluterthöhle nel Sauerland): un medico attento osservò che chi soffriva di asma, o malattie polmonari croniche, si sentiva sempre meglio quanto più a lungo restava nella caverna, in alcuni casi i problemi sparivano. La ragione va ricercata nella purezza dell’aria che, pure satura di vapore acqueo contiene in valore assoluto pochissima acqua, nel momento in cui viene inalata sottrae acqua alle mucose, che nel caso di infiammazioni croniche sono gonfie, consentendo così di respirare più liberamente. Per saperne di più si possono richiedere gratuitamente la brochure delle Valli di Tures e Aurina e il notiziario del Centro climatico di Predoi “Io respiro” www.io-respiro.it  oppure Consorzio Turistico Area Vacanze Valli di Tures e Aurina, Alto Adige/Südtirol  www.tures-aurina.com   
   
   
ALTO ADIGE / “CUCINA NATURALE”: LE BONTÀ HANNO I SAPORI DI FIÈ ALLO SCILIAR  
 
Arriva l’estate sull’Alpe di Siusi - Altipiano dello Sciliar e anche la cucina si riempie di profumi e sapori “diversi”. A Fiè allo Sciliar (BZ) ritorna l’appuntamento, che si rinnova da 17 anni, con “Cucina naturale” e le sue delizie proposte, tra luci e colori delle Dolomiti, in mille gustosissime varianti. Un mese intero, dal 1 al 30 giugno 2005 sarà appena sufficiente per regalare al nostro palato la grande occasione di coniugare leggerezza, freschezza e sapore con la fantasia e l’eleganza delle presentazioni nel piatto. “Alimentazione sana e naturale”: è questa l’idea-guida che conferisce alla manifestazione di Fiè allo Sciliar la sua peculiarità e la rende una delle kermesse più seguite durante l’estate di Fiè. La riscoperta dell’assoluta genuinità nel piatto e dei modi di esaltarla. Non solo l’orto e i campi danno il meglio della loro produzione: all’irresistibile richiamo sensoriale delle primizie risponde l’abilità e la saggezza compositiva dei cuochi dello Sciliar, che si fanno araldi della nutrizione moderna: elevata qualità, freschezza, variabilità, leggerezza, pur senza tradire i canoni della grande tradizione. Persino i più radicali fautori della dieta salutistica dovranno arrendersi davanti alle irrinunciabili promesse di Fiè. Le creazioni proposte dai ristoranti che da tempo dedicano alla cucina naturale uno spazio fisso nei loro menu, sono figlie della difficile arte dei fornelli: l’impiego dei prodotti naturali del territorio, dalle carni agli ortaggi, all’orzo e al farro per le paste condite o ripiene, dal riso e dai derivati del latte al salmerino di torrente, alla trota di montagna, dai frutti di bosco alle albicocche, dall’aglio orsino ai germogli freschi, anima veri e propri capolavori che le posate disfano a malincuore, in favore del palato. www.sciliar.info    
   
   
FRIULI VENEZIA-GIULIA / “DOLCI EMOZIONI” TRA LE VIE DI TRIESTE. UN WEEK-END DA SOGNO NELLA CITTà GIULIANA ALLA SCOPERTA DELLA STORIA, CULTURA E DELLE SECOLARI TRADIZIONI DOLCIARIE MITTELEUROPEE  
 
Trieste gode, meritatamente, la fama di una città ricca di storia, arte, gloriose tradizioni marinare e mercantili, ma anche di grandi tradizioni enogastronomiche, frutto di lunghi interscambi tra i popoli sul crocevia delle culture mediterranee, mitteleuropee, orientali. Un posto del tutto particolare, nell’insieme di Trieste “golosa”, occupano i suoi dolci. Per scoprirli e gustarli appieno, circondati dalla magica atmosfera della città asburgica sull’Adriatico, il Consorzio Promotrieste in collaborazione con Key Tre Viaggi e Magesta Incentives propongono due pacchetti turistici… per i più golosi! Infatti, oltre alle visite e alle escursioni nei luoghi storici e nei musei, i pacchetti includono cene, degustazioni di dolci e tour nei laboratori di pasticceria. Il programma del week end da passare a Trieste è estremamente denso di visite ai musei e monumenti più importanti della città, come la casa del Barone Revoltella, importante mecenate e co-finanziatore dell’apertura del Canale di Suez, che diede grande impulso ai traffici del porto triestino. La dimora storica del Museo Revoltella è fedelmente allestita con gli arredi della seconda metà dell’Ottocento e collegata all’omonima Galleria d’Arte Moderna. Il centro storico di Trieste offre numerosi itinerari per “passeggiate storiche”: dalla splendida Piazza Unità d'Italia affacciata sul golfo, si può camminare nel Borgo Teresiano, il sontuoso centro della Trieste ottocentesca, visitare piazza della Borsa, la Chiesa Greco Ortodossa e Serbo Ortodossa, il Canal Grande e la Chiesa di Sant’Antonio. Una visita in centro non può non includere una sosta in uno dei Caffè storici, per una degustazione dei dolci e caffè, come, ad esempio, Caffè San Marco che regala un'atmosfera d'altri tempi e… un'ottima torta Sacher. Si può visitare anche una delle pasticcerie storiche di Trieste, la Pasticceria Pirona, per immergersi in un tripudio di krapfen, strudel e sacher di origine viennese, pinza triestina, putizza e presnitz di origine slovena, cotognate e marzapane. Per finire, le prelibatezze della Pasticceria Penso Narciso, in via Diaz 11, uno dei luoghi più amati dalla Trieste bene. Se invece si è interessati a gustare i dolci della tradizione ungherese come la torta rigojanci o la dobos, l'indirizzo è la Bomboniera, in via XXX Ottobre, vera e propria istituzione in fatto di dolcezze. Tantissime emozioni riserva anche una passeggiata nel centro medievale di Cavana e Crosada e l’ex Ghetto ebraico ricco di antiquari e rigattieri. E’ possibile fare anche un giro della città in pullman “Trieste by Bus” che permette di raggiungere i monumenti più distanti: le rive, il museo ferroviario, il teatro romano, la Cattedrale di S. Giusto e il canale di Ponterosso. Per tutti gli ospiti di Trieste è d’obbligo una visita al Castello di Miramare, residenza di Massimiliano d’Asburgo e della principessa Carlotta del Belgio, che più volte ospitò l’Imperatrice Sissi. Nel parco ricco di numerose piante d’origine tropicale si potranno visitare le serre tropicali e il centro del WWF, gestore della Riserva Marina di Miramare. E, in serata, i ristoranti triestini offrono il meglio della loro cucina, ovviamente con una particolare attenzione ai dessert. “TRIESTE GOLOSA”, PACCHETTI TURISTICI - Strutturati in tre giorni, con l’arrivo il venerdì pomeriggio, i due pacchetti sono disponibili tutto l’anno (ad eccezione dei periodi di festività e manifestazioni particolari) e hanno i prezzi che vanno da 131 a 360 euro, a seconda della sistemazione alberghiera e il numero di cene e degustazioni; comprendono anche la tessera “T-For Tou” che dà diritto all’ingresso ai musei comunali, libera circolazione sui mezzi pubblici, nell’ambito della provincia di Trieste (compresi la trenovia di Opicina e il collegamento marittimo Trieste/Muggia); visita alla Grotta Gigante; il giro turistico della città “Trieste by bus”. TRIESTE E I DOLCI DELLA MITTELEUROPA - “Trieste golosa” offre una tradizione dolciaria vasta e curiosa per il palato: PINZA, PUTIZZA, PRESNITZ E FAVE, ghiotte testimonianze di secolari interscambi etnici. Le influenze slovene, austro-ungariche o ungheresi si ritrovano passeggiando tra i caffè storici della città e perdendosi nelle vetrine delle più famose pasticcerie. In un tripudio di leccornie, il vero goloso non potrà resistere a una fetta di torta sacher (testimonianza del legame con l’impero austro-ungarico), immergersi nella tradizione slovena tra assaggi di struccolo de pomi (strudel alle mele), struccolo cotto (strudel alle noci), putizza e presnitz e assaporare le influenze ungheresi nella torta ribojanci o dobos. E poi ancora tra crostoli (chiacchiere veneziane), krapfen (bomboloni alla marmellata o alla crema), fritole (specie di piccola frittella) o pinza (corrisponde più o meno alla “brioche” francese). Sulle origini dei dolci triestini le ipotesi sono tante, spesso fantasiose, ma caratterizzate da un comune denominatore nella provenienza di molti elementi dalla cucina ebraica e dalle cucine dei paesi del Mediterraneo. Si ritrovano infatti ingredienti simili nella composizione dei vari ripieni, come l’utilizzo di frutta secca (uvetta, mandorle, noci) portata dalle “calandre” (navi da trasporto greche), oltre all’utilizzo della pasta “fillo” di origine turca. I dolci tipici di Trieste scelti come rappresentanti nell’itinerario della grande iniziativa promozionale “Trieste golosa”, sono la Pinza, la Putizza, il Presnitz e le Fave Triestine. PINZA - “La pinza se fa con fior de farina, zuchero, ovi e acquavite de casa”. Il più diffuso dei dolci pasquali nella tradizione di Gorizia e Trieste, si presenta come una pagnotta o focaccia semi dolce frutto di una lunga preparazione e lievitazione. Le nonne impastavano a mano, intorno a un tavolo, incominciando il primo lievito alle prime luci del mattino, lavorando la pasta a più riprese con uova, burro e zucchero, per poi farlo cuocere al forno di fiducia. Alcune, le più diffidenti, mettevano un bigliettino sul proprio panetto o ne facevano un segno sopra, in modo da non rischiare che si confondesse con altre Pinze! La mattina di Pasqua, dopo la Messa, la famiglia si riuniva per una colazione rituale, composta, tra le altre cose, dal prosciutto cotto o arrostito per il quale la Pinza faceva da companatico insieme al fiore di finocchio o al rafano grattugiato. L’origine etimologica della Pinza (o Pinsa) è fonte di discussione: alcuni sostengono derivi dal latino “pinsare = schiacciare” altri, ed è la tesi più probabile, ne ritrovano origini longobarde dal “bizzo/pizzo” (al femminile “pizza”) ovvero “boccone” e dal verbo “bizan” cioè “mordere”. PUTIZZA - Tipico dolce della tradizione pasquale Teresina, come il Presnitz o la Pinza, la Putizza si distingue però per un carattere e un sapore più familiari. La sua caratteristica e grande raffinatezza, risiedono nella ricchezza di ingredienti del suo ripieno e nella formazione del dolce che viene arrotolato unitamente alla pasta formando un insieme soffice e profumato. Una rollata ripiena di noci, uvetta e pinoli, pasta lievitata e un ripieno, simile a quello della «gubana» friulana anche nella forma, arricchito da rhum e vino di Cipro e da alcune spezie come cannella, noce moscata e chiodi di garofano. L’origine è certamente slava, derivante dal termine potica, o meglio dal verbo poviti, ovvero avvolgere, arrotolare ed è ancora una volta specchio della complessità etnica e storica del territorio. PRESNITZ - Il Presnitz, particolare dolce della tradizione teresina nasce a metà del XIX secolo, quando un evento importante mise in movimento tutta la città di Trieste. Per accogliere degnamente "Sissi" Imperatrice d'Austria e Ungheria, in visita al Castello di Miramare, la città si fece festosamente bella. S’indissero concorsi e gare per oggetti d'arte, artigianato, gastronomia e pasticceria con un premio particolare alla torta più originale dedicata all’imperatrice. In un’elegante pasticceria del centro apparve per la prima volta un dolce creato per l'occasione. Portava sovrapposta la scritta "Se giri il mondo ritorna qui". Premiato con il titolo di "Preis Prinzessin" (Premio Principessa), ben presto i triestini lo chiamarono sbrigativamente e amorevolmente Presnitz. Trieste si arricchiva così di un dolce fatto di frutta, noci, nocciole, mandorle, uvetta, pinoli, liquore, avvolti in uno strato sottile di pasta sfoglia che rimarrà a suggello di tradizioni e liete ricorrenze. In realtà la filologia insegna che presnitz ha una chiara origine slava nel termine presnec, diminutivo usato per i pani non lievitati. In effetti la pasta del Presnitz è tirata e non lievitata, il ché ci riporta a una tradizione tipicamente ebraica. FAVETTE o FAVE del MORTO - Secondo Plinio, le fave contenevano le anime dei defunti e venivano usate quindi nel culto dei morti come “incantesimi protettori”. Dagli archivi di una delle più antiche pasticcerie triestine, la Pasticceria Pirona fondata il 1 gennaio 1900, risulta che le fave entrarono a far parte delle golosità di Trieste all’epoca dell’inaugurazione del Castello di Miramare.  Dolci, rotonde, a base di mandorle, dalla dimensione di una piccola ciliegia, del colore bianco naturale, rosa o marrone, apparivano verso la metà di ottobre in tutte le vetrine di pasticceria. Anche oggi le fave sono il dolce tipico nella ricorrenza della festività dei morti, quando le vetrine delle pasticcerie si riempiono di sacchettini marrone, rosa o bianchi. Nelle ricette originarie, a cui le migliori pasticcerie si attengono ancora, le mandorle venivano macinate e lasciate asciugare per due giorni in un canto del focolare, per poi essere amalgamate a zucchero, uova e alcool. L’amalgama ottenuta veniva poi divisa in tre parti alle quali si aggiungevano cedro per le fave bianche, cacao per quelle marroni e olio di rose per quelle rosa, lasciandole infine tostare in forno appena tiepido. www.promotrieste.it    
   
   
CALABRIA / APRE IL MUSEO DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI SCOLACIUM, SABATO 21 MAGGIO 2005  
 
Sabato 21 maggio, durante la Settimana dei Beni Culturali, apre al pubblico il Museo del parco di Scolacium, presso il Comune di Borgia (CZ). Si tratta di un’importante tappa che conclude un lungo processo iniziato nel 1982 con l’esproprio del fondo della Roccelletta da parte del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. IL PARCO - Il latifondo, di cui sono stati espropriati 35 ettari circa, dapprima della Mensa Vescovile di Squillace, era passato in proprietà della Famiglia Massara e fu poi acquistato nel 1891 ad un'asta da Emanuele Mazza capostipite della Famiglia che l'ha detenuta sino al 1982, anno in cui si è concluso l'esproprio da parte del Ministero. La storia recente dell’ uliveto, con case nobili e rustiche, fa perno sulla figura di un nobiluomo, Gregorio Mazza, che incarna il tipico proprietario terriero di Calabria, padrone assoluto del proprio dominio e che, come ogni buon possidente, amava governare in modo totalmente autonomo le sue cose nella sua proprietà, dove era assai difficile entrare se non si fosse stati invitati. Nonostante le apparenze e l'aneddotica, fu proprio Gregorio Mazza ad aprire quel cancello, intorno alla metà degli anni Sessanta, per accogliere Ermanno Arslan, giovane studioso, che il Soprintendente Giuseppe Foti aveva invitato dal Nord per rimettere in luce quanto quelle piante d'ulivo avevano ricoperto per lunghi anni. I resti affioranti nel sito Roccelletta, così chiamato dalla presenza dei ruderi di un’imponente basilica normanna (dell'XI-XII secolo), erano stati variamente attribuiti dagli studiosi locali a città collegate con antiche leggende come i Castra Hannibalis. Dopo i primi saggi del 1965, nel 1966 Ermanno A. Arslan scoprì però nel teatro un'epigrafe con il nome originario della colonia romana, Minervia Scolacium, riconoscendola così nel sito. Skylletion, colonia di Crotone in Magna Grecia, venne fondata alla fine del VI secolo a.C. nei pressi dell'attuale Catanzaro, sulla riva del Mare Ionio. La città fu conquistata dalla popolazione italica dei Brettii alla metà del IV secolo a.C. I Romani vi dedussero (fondarono con propri coloni) una colonia nel 123-122 a.C., per volere di Caio Gracco. Con l'imperatore Nerva (96-98 d.C.) essa venne rifondata (in termini probabilmente onorifici) divenendo la Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium. La città visse particolari momenti di benessere in età augustea e tardo-romana, tra IV e VI secolo, specialmente con Cassiodoro, ministro di Teodorico, che vi nacque. Fu abbandonata, forse per l'impaludamento della piana del Corace e per il diffondersi della malaria, tra la fine del VII e l'inizio dell'VIII secolo, quando già si avvicinavano le scorrerie musulmane. Gli abitanti, che già dal VI secolo si erano arroccati nella parte più alta della città, si rifugiarono poi nel sito dell'attuale città di Squillace. Gli scavi hanno avuto corso regolare dal 1966 ad oggi e sono stati guidati per diverso tempo da Ermanno A. Arslan fino al 1997: grazie a queste indagini è stato messa in luce la grande piazza del Foro (80 mt x 40 mt circa) circondata da portici e dominata, sopra una naturale terrazza, dall'edificio del Capitolium di età repubblicana, di cui restano pochi avanzi. Intorno al Foro si sviluppava anche una serie di edifici pubblici, tra i quali la Basilica, le terme, la Curia, un edificio per il culto della famiglia imperiale, che ha restituito statue di imperatori e dei loro familiari. Sulla piazza, attraversata dalla larga strada principale della città (il decumanus maximus), erano una fontana monumentale, basi per monumenti, un sacello e forse anche una chiesa cristiana. Poco lontano era il teatro, di età cesariana, con scena ripresa in età traianea, appoggiato alla collina dietro la quale c’era l’anfiteatro non ancora scavato. Dalla parte opposta, proprio sotto la chiesa abbaziale normanna, costruita nel medioevo in un tentativo di ripopolare la zona, si avevano altre terme. Altri edifici termali sono stati scoperti ai margini della città, che è tutta circondata dalle necropoli romane, con molti mausolei monumentali ancora ben conservati. Due acquedotti (uno su arcate) raggiungevano la città da varie direzioni. Gli scavi hanno restituito poi statue e ritratti, epigrafi, ceramiche, monete, oggetti in bronzo, tutti reperti inediti appartenenti ai vari edifici dell’area archeologica che saranno finalmente ospitati dal Museo Archeologico del parco. Con vari interventi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è stato possibile restaurare quasi tutti gli edifici presenti, restituendo a quello che è ora divenuto il parco archeologico di Scolacium la fisionomia e il decoro consoni all'importanza del contesto storico, e dei monumenti rinvenuti e di quelli ancora da indagare, ma anche con attenzione alle cose più recenti per non cancellare gli originali tratti della tenuta agricola, esemplare per come era stata concepita e conservata dai suoi proprietari. Così sono stati  recuperati il bel frantoio elettrico della fine degli anni Quaranta dello scorso secolo, altre piccole entità rustiche quali una porcilaia, una colombaia, una "cebbia" (vasca per la conserva dell'acqua), una piccola masseria per le raccoglitrici delle olive, altri edifici rustici ed, infine, la cappella gentilizia. Il primitivo progetto del parco fu concepito ed elaborato da Renato Bazzoni, segretario del FAI, che aveva pensato di rispettare con grande equilibrio i tratti originari della proprietà, trasformando contemporaneamente la destinazione d'uso degli immobili, residenze della Famiglia Mazza, in spazi per l'esposizione, lo studio, il restauro, il deposito dei materiali rinvenuti. I progetti hanno trovato compimento in diversi lotti con vari finanziamenti erogati in massima parte dallo Stato, ma anche dalla Regione Calabria e dall'Amministrazione Provinciale di Catanzaro. Nel frattempo, tra il 1988 e il 1991, una fortunata mostra documentaria, illustrata con le splendide immagini di Aldo La Capra, ha fatto conoscere la realtà del parco di Scolacium in Italia e in Europa. L'ultimo finanziamento con fondi CIPE si è appena concluso (2005), ma non la ricerca che, esaurito il primo programma, avviato alla fine degli anni Sessanta, deve proseguire con nuovi ambiziosi progetti, estendendo scavi ad altre aree dell'abitato, della necropoli o del territorio, tenendo conto che il proliferare di oggetti molte volte ingombranti e protervi non può né deve soffocare il grande patrimonio antico emerso e divenuto ora con il piccolo mare di olivi l'unico freno al dilagare della diffidente ignoranza. IL MUSEO - Il museo è allestito in un edificio a due piani appartenente al complesso signorile dei baroni Mazza. I materiali esposti indicano le tappe più significative della ricerca e sottolineano l’evoluzione artistica, materiale e culturale del centro antico nelle fasi più salienti della sua storia. Nell’allestimento che, dalla Preistoria fino al Medioevo, presenta in modo diacronico gli oggetti e l’occupazione del territorio si segnalano in particolare alcune iscrizioni che fanno luce sui culti e sui diversi lavori effettuati sui monumenti della città; un ciclo di sette statue togate che rappresentano personaggi eminenti d’epoca repubblicana e imperiale rinvenute nel foro e nel teatro; una serie di ritratti pubblici e privati, tra i quali spiccano Germanico, Agrippina maggiore e Agrippina minore; ceramiche d’uso comune che attestano gli scambi e le relazioni del centro antico con tutto il bacino del Mediterraneo. Nelle sei postazioni multimediali collocate nel museo sarà inoltre possibile visionare un cd-rom multimediale sulla storia del parco e sulla specificità monumentale, artistica e culturale che si è stratificata sul territorio nel corso del tempo. La prima sezione Il “genius coloniae” racconta, strutturata in un percorso predefinito con immagini fisse e brevi testi, presenta una visita all’interno del parco. La seconda sezione è invece dedicata ai monumenti della città indagati e riferibili ai suoi diversi momenti di vita. Questa parte offre una possibilità di approfondimento all’utente interessato o specialista. La terza sezione è stata strutturata per illustrare la storia della ricerca, che ha portato poi alla costituzione del parco, e per raccontare la trasformazione del territorio nel corso del tempo, con una particolare attenzione all’economia del territorio che nella presenza del frantoio, ristrutturato e reso fruibile, trova un segno tangibile. La quarta, infine, è una sezione di sole immagini, raggruppate per tematiche o per monumenti, che offre la possibilità di mostrare non soltanto la documentazione di tanti anni di ricerca, ma anche la trasformazione del territorio. Parco Archeologico Scolacium, via Scylletion 1, Borgia (CZ). Ingresso: gratuito. Orari al pubblico: dalle 9 a un’ora prima del tramonto. Informazioni: 0961.391356.  
   
   
VENETO / IL 18MO INCONTRO NAZIONALE DEL PLEIN AIR ARRIVA A CONEGLIANO E I CAMPERISTI FANNO SOSTA IN CARPENè MALVOLTI DAL 24 AL 26 GIUGNO. PER L’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA PIAZZOLA DI SOSTA CITTà DI CONEGLIANO E DELLA RINNOVATA SEDE DEL CAMPEGGIO CLUB SI BRINDERà CON LA GRAN MEDAGLIA D’ORO CUVéE ROSè BRUT CARPENé MALVOLTI  
 
Viaggiare con calma assaporando il gusto dei territori, incontrarsi all’aria aperta, scoprire i profumi della campagna pronta ad accogliere l’estate. E’ ciò che vivranno i camperisti che raggiungeranno Conegliano (Tv) dal 24 al 26 giugno per il 18mo incontro nazionale del Plein Air in occasione della tradizionale “Festa di inizio Estate” organizzata dal Campeggio Club della cittadina veneta. Quest’anno l’appuntamento sarà arricchito dall’inaugurazione della nuova sede del Campeggio e dell’area di sosta “Città di Conegliano”, modernamente attrezzata presso l’ex foro Boario limitrofa alla circonvallazione. Carpené Malvolti da sempre sensibile al turismo eco compatibile della zona, ospiterà nella sede storica i partecipanti al raduno per una visita guidata alla scoperta dei procedimenti di produzione del Prosecco e degli spumanti. Il brindisi ufficiale vedrà protagonista l’ultimo nato in casa Carpenè, la Cuvée Rosè Brut Carpené Malvolti vendemmia 2004, insignita della Gran Medaglia d'Oro nel corso della 13esima edizione del Concorso enologico internazionale organizzato dall'Ente Fiera di Verona in occasione della 39esima edizione di Vinitaly. Una produzione di sole 16 mila bottiglie che rappresentano l’arte spumantistica della Carpenè, azienda che ha fatto la storia degli spumanti italiani. Il Rosè, è uno spumante innovativo che ben rappresenta la maestria e la sapienza enologica dell’azienda, prodotto con il metodo Charmat, è ottenuto con uve selezionate di Raboso del vigneto Gelsaia, appassite sui graticci e fermentate in botti di rovere e con uve di Pinot Nero coltivate tra il Livenza e il Piave. Dopo la visita alla cantina e la degustazione guidata (max per gruppi di 20 persone), i camperisti potranno effettuare una visita guidata della città di Conegliano e delle sue attrattive turistiche, oltre a respirare l'atmosfera che il Cima da Conegliano raffigurò nei suoi quadri. Per chi vorrà scoprire i vigneti dove da secoli si coltivano le uve con le quali si produce il Prosecco di Conegliano Doc, di cui Carpenè Malvolti mise a punto il metodo di spumantizzazione già nell’Ottocento, e per gli amanti della buona tavola domenica 26 giugno, guidati dai Cavalieri dell'etere, si percorrerà la Strada del Prosecco la prima ad essere istituita negli anni Sessanta con una sosta all'antica Abbazia di Follina, prima di giungere a Col San Martino per gustare i piatti tipici del territorio.  
   
   
LOMBARDIA / “PROVACI GUSTO: RISO, SAPORI E TRADIZIONI”, A PAVIA DAL 1 AL 4 GIUGNO 2005  
 
“Riso, sapori e tradizioni” è questo il titolo della quarta edizione di “Provaci Gusto” la manifestazione dedicata alla valorizzazione del territorio che si svolgerà da mercoledì 1 a sabato 4 giugno a Pavia.L’evento, organizzato da Paviamostre, Azienda speciale della Camera di Commercio di Pavia, in collaborazione con Comune e Provincia di Pavia, si svolgerà in diversi luoghi del centro storico cittadino, rendendo lo stesso il baricentro della manifestazione. In particolare, all’interno della Cupola Arnaboldi, in Corso Strada Nuova, e nell’antistante piazza del Lino saranno in programma degustazioni di piatti della cucina tipica locale, regionale ed etnica, con l’allestimento di una vera e propria sala-ristorante sotto le antiche volte della galleria. L’obiettivo dell’evento è quello di riconfermare il Riso come alimento “principe” dell’alimentazione (ogni degustazione proporrà nel menu almeno un piatto a base di riso) sottolineandone l’importanza che esso riveste per l’economia del territorio pavese, nonché evidenziare gli aspetti legati alla “Cultura” dell’alimentazione coinvolgendo alcuni degli “attori” del settore quali SlowFood, ONAV, AIS. All’interno della manifestazione, come da tradizione, verranno organizzati diversi momenti che affiancheranno le degustazioni rendendo molto più piacevole la permanenza in manifestazione; sono in programma infatti alcune visite guidate alla scoperta di aspetti nascosti della città e del territorio, momenti musicali, tour culturali. LE NOVITA’ 2005 - Tra le novità di quest’anno: l’apertura ad aziende selezionate, rappresentanti di diverse realtà oltre i confini provinciali; il coinvolgimento del Consorzio Recco Gastronomica, per proseguire una collaborazione tra le cittadine di Pavia e Recco, già concretizzata nella presenza di aziende pavesi nel corso della recente iniziativa “Serate Gastronomiche Recchesi”; la partecipazione del Consorzio Tutela Vini Oltrepo Pavese, e in particolare di La Versa, per l’organizzazione di una serata di presentazione, degustazione e promozione a conferma della crescita dell’Oltrepo come "sistema economico-produttivo". Giunta alla quarta edizione, “Provaci Gusto” vuole quindi ribadire il trend di crescita e di successo delle edizioni precedenti; in particolare nell’edizione 2004, la manifestazione ha ospitato più di tredicimila visitatori al mercato, sono stati serviti più di tremila degustazioni, i laboratori del Gusto organizzati da Slow Food hanno avuto più di quattrocento iscritti, si sono contati trecentocinquanta alunni coinvolti nelle attività appositamente organizzate per loro, e centinaia di turisti hanno partecipato alle visite guidate. Per quest’anno si sta allestendo un programma ancora più ricco e variegato all’insegna dell’ospitalità e delle tradizioni di questa città e del suo territorio. Per informazioni: Pavia Mostre, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Pavia, tel. 0382.393408.  
   
   
LOMBARDIA / LA 4A FESTA INTERNAZIONALE DEI FORMAGGI: L’EUROPA DELLE CITTà PROPONE, SABATO 14 E DOMENICA 15 MAGGIO, PRODOTTI FRESCHI E STAGIONATI, ITALIANI, FRANCESI, PORTOGHESI, TEDESCHI… SPECIALITà DA ASSAGGIARE, ANNUSARE, AMMIRARE  
 
Centinaia di formaggi italiani e stranieri in fiera, freschi e stagionati, a pasta cruda o cotta, di mucca, pecora, capra e addirittura di bufala, in piccole dosi da assaggiare e in grandi forme da acquistare: grana (con la nuova specialità “Sovrano”), provolone, taleggio, quartirolo, panerone, raspadüra, creme, caprini, fontina, emmenthal, bitto, montasio, ricotte rare (come quella prodotta con la cagliata del “pecorino delle fate” avvolto in un canovaccio e appeso in grotta), pecorini (infossato, al tartufo, barricato, con foglie di fico, alle vinacce, alle ceneri, ubriaco), il puzzone di Gubbio, formaggelle miste, i prodotti caseari trentini della Valle Aurina abbinati a speck, spinaci, mirtilli neri e rossi, i formaggi tipici di Marche e Umbria, i sapori toscani, della Barbagia e della Franciacorta, ma anche di Calabria e Puglia. In evidenza gli stranieri Camembert, Epoisses, Affidelice, Brie, Evora, Saint-Marcellin, Serpa, Bica e Terrincho, presentati dalle città francesi di Epoisses, Melun e Saint-Marcellin, da quelle tedesche di Immenstadt e Lindenberg e dalla portoghese Seia. È la “4a Festa internazionale del Formaggio”, in programma a Crema (CR) sabato 14 maggio (dalle ore 15 alle 19) e domenica 15 maggio (dalle ore 10 alle 19) nella straordinaria cornice architettonica della storica piazza Duomo, dove saranno presenti anche numerosi produttori e consorzi di tutela di formaggi italiani. Ma il padrone di casa della manifestazione resta il delizioso Salva Cremasco, dal 2003 prodotto DOP. Un latticino dalla crosta scura, realizzato con latte intero, caglio, fermenti lattici, sale e salamoia con olio e spezie (tra le quali il rosmarino, potente antiossidante naturale). La stagionatura va da 60 giorni a 6 mesi e il prodotto ottenuto è di sapore leggermente acidulo, perfetto per abbinamenti con verdure, insalate, sapori dolci e piccanti. I cremaschi lo servono con le tighe (peperoni verdi sott’olio e sott’aceto) o con miele d’acacia, marmellata di mele cotogne, olive verdi, con la mostarda o accostato al pipèto (purea a base di verze, aglio e pan grattato). A Crema sarà possibile assaggiarlo in tutti gli abbinamenti, compresa la famosa Mostarda di Cremona, servita allo stand della Camera di commercio in promozione per la “Strada del gusto cremonese”. VISITE IN CASEIFICIO E AL CENTRO STORICO DI CREMA - Domenica, a partire dalle ore 10, sarà possibile non solo conoscere direttamente la produzione del formaggio presso il caseificio della Latteria Crema “Sovrano”, ma anche partecipare, alle ore 10.30 e 15.30, alle visite guidate del centro cittadino ricco di palazzi storici, chiese di diverse epoche, nonché al Duomo del 1300 e al Palazzo Comunale risalente alla dominazione veneta. Le prenotazioni (obbligatorie) si effettuano telefonando allo 0373.256.414. La manifestazione è patrocinata dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, dall’Assessorato all’agricoltura della Regione Lombardia e dalla Rete delle città europee collegate dal formaggio; ed è realizzata dal Comune di Crema in collaborazione con l’Associazione Popolare Crema per il Territorio, l’Assessorato all’agricoltura, caccia e pesca della Provincia di Cremona, la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Cremona e il Consorzio di tutela del Taleggio. Sponsor tecnici il ristorante Maosi, la concessionaria Peugeot dei Fratelli Vailati e il GSR Olimpia. Si ringraziano per la collaborazione l’Associazione guide turistiche “Il Ghirlo” e la Latteria Crema “Sovrano”. Per informazioni: manifestazioni.culturali@comune.crema.cr.it  
   
   
LOMBARDIA / LIVIGNO E IL GIRO D’ITALIA  
 
La carovana rosa del Giro d’Italia farà sosta a Livigno il prossimo 22 maggio. Per la seconda volta nella storia della gara ciclistica, il piccolo Tibet ospiterà l’arrivo di tappa e la successiva partenza del giorno dopo. La “prima volta” fu nel 1972 quando un strepitoso Eddy Merckx vinse la tappa che partì da Parabiago, e proseguì con il terzo dei sui cinque successi finali al Giro. Non sarà anonima la 14esima tappa, perché a giudicare dall’altimetria e dalla collocazione in calendario, la frazione che porterà i “girini” da Egna a Livigno darà sicuramente un’indicazione del pretendente che vorrà indossare la maglia rosa a Milano il 29 maggio. ìSALITE SENZA SOSTA - Si tratta di 210 chilometri con tre salite impegnative. Si inizia con l’erta verso Avelengo, quasi 14 chilometri di salita al 7,20% di pendenza media per poi scendere a Merano e affrontare la Cima Coppi del Giro, il mitico Passo dello Stelvio: 18 chilometri disseminati di tornanti fino a quota 2758 metri di altezza, per una pendenza media impressionante di 10,2%. Infine, ma non certo per importanza, la scalata da Bormio al Passo del Foscagno, gli ultimi 15 chilometri di salita prima della inebriante discesa nel “piccolo Tibet”. LIVIGNO PROTAGONISTA IN GIRO PER L’ITALIA - Come già accaduto lo scorso anno, l’Alta Valtellina con Livigno in testa, sarà parte della carovana del Giro con la presenza di un proprio veicolo all'interno della carovana pubblicitaria. Un’opportunità straordinaria per comunicare a milioni di sportivi una destinazione “sportiva” altamente ciclistica come tutto il comprensorio livignasco. www.aptlivigno.it     
   
   
ALTO ADIGE / LE MONTAGNE PIU’ ROMANTICHE DEL MONDO, LE DOLOMITI DEL ROSENGARTEN-LATEMAR: PER UNA DICHIARAZIONE D’AMORE O PER RITROVARE L’ARMONIA DI COPPIA, FRA ESCURSIONI, BENESSERE E CENETTE “A DUE” E C’E’ ANCHE UNO ‘SCONTO FEDELTÁ’’ NEGLI ALBERGHI PER CHI FESTEGGIA L’ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO  
 
Difficile trovare un luogo più romantico delle Dolomiti del Rosengarten-Latemar: ardite architetture di roccia che si slanciano verso l’alto, come spuntassero dai boschi e dalle malghe, prati dolcemente ondulati punteggiati di baite e fienili, serene chiesette che si contendono gli sfondi più spettacolari. Perfetto scenario per trascorrere indimenticabili momenti soggiornando in antichi masi come in lindi alberghetti, che si fanno suggerire come nidi d’amore. Oppure in raffinati hotel di sapore dotati di tutte le novità in materia di beauty-benessere. Tanto più che a chi festeggia nel 2005 il 10°, il 25° o addirittura il 50° anno di matrimonio, il Rosengarten-Latemar offre il Bonus Fedeltà: diverse strutture ricettive propongono alle coppie notevoli riduzioni sui normali prezzi. PICCHI DI ROMANTICISMO: SUL CATINACCIO - Ma dove sono i punti più romantici, per una passeggiata, una dichiarazione d’amore o per una riconciliazione? Sicuramente le escursioni ai piedi del Catinaccio (o ‘sopra’ per le coppie più sportive) offrono gli spettacoli più incantevoli. Le rocce sembrano accendersi durante l'Enrosadira. Questa parola ladina indica l’arrossamento della dolomia al crepuscolo – fenomeno qui straordinariamente intenso e magico – e che trova la sua spiegazione in una romantica leggenda: nel Giardino delle Rose, il Rosengarten o il Catinaccio, regnava Re Laurino, che si dilettava a coltivare uno splendido roseto, il Rosengarten. Innamoratosi della bellissima principessa Similda, e da lei rifiutato, la rapì. Ma Dietlieb, fratello di Similda, e Teodorico, re dei Goti, dopo una serie di avventurose vicende, riuscirono a riprendersela e a fare prigioniero Laurino, grazie anche al tradimento dei suoi sudditi (i nani). Laurino, in modo assai fortunoso, riuscì a scappare e a tornare nel suo regno. Ma quel roseto una volta tanto amato, gli ricordava l’infame tradimento: e allora lo maledisse e lo pietrificò per sempre: "Che le rose non siano più viste né di giorno né di notte!” Ma si dimenticò di citare il crepuscolo, nel suo incantesimo. Ecco perché, quando il sole va dietro le cime delle montagne, il giardino di rose ricompare: è l'Enrosadira. Per ammirare da vicino l’enrosadira, nel massimo del suo splendore, una romantica sosta al rifugio Fronza alle Coronelle, base di significative escursioni nel massiccio: dal Coronelle con il sentiero 550, in parte attrezzato, ci si arrampica alla forcella omonima. Ecco il cuore del Catinaccio, rocce verticali, guglie, campanili e ghiaioni. Oppure, dal sentiero che da passo Nigra sale verso la Croda di Re Laurino. SPECCHIANDOSI SUL LAGO - Le maestose conifere che si frappongono tra le rocce riflesse sulle sue acque e le guglie ‘gotiche’ del Latemar, rappresentano non solo la più famosa visione incantata delle Dolomiti, ma anche un grande classico del turismo internazionale: il Lago di Carezza. Attorno al laghetto, 1520 m di quota, si sviluppa poi la foresta di Carezza (Karerwald), collegata alla foresta demaniale del Latemar (2400 ettari). Qui le piante sono alte fino a 50 metri. Tutta da esplorare con i sentieri 18 o 11, che a loro volta si immettono nel n. 20, che corre ai piedi del Latemar, e porta nel 'Labirinto', affascinante zona di bizzarri massi rievocata da Agatha Christie nel suo "Poirot e i quattro". E se qui volete perdervi in due, fate pure… IDILLIO ALPINO IN VAL CIAMIN - Un altro suggerimento per una escursione “galeotta”: quella che porta da San Cipriano/Bagni di Lavina Bianca (in Val di Tires) verso il Catinaccio attraverso la Val Ciamin, una valle solitaria, selvaggia, ma serena e idillica, senza strade, case, impianti o alberghi, nel cuore del Parco Naturale. Per una foto super-romantica, sosta nella radura “Rechter Leger”, idillio alpino all’ennesima potenza, straordinario punto panoramico verso il Catinaccio (ancora lui!). SANT’ELENA, CHE CHIESINA! - Vicino a Nova Ponente fate una capatina anche alla chiesetta di Sant’Elena, del XII secolo, con affreschi del XV sec. Vedere per credere: in questa chiesetta fra le più fotografate delle Alpi ci si potrebbe pure sposare! E capirete perché. OGGETTINI CURIOSI DA REGALARSI A NOVA PONENTE - Un’altra idea romantica è immergersi nell’atmosfera da fiaba e un po’ magica dei tradizionali mercatini delle pulci notturni a Nova Ponente il 21 luglio e il 4 agosto 2005. Per chi ama le antichità e i manufatti artigianali, sarà facile imbattersi in qualche oggetto di ispirazione rurale, vasi, libri o porcellane locali. E anche per i bambini (che sono rimasti a casa) non mancheranno giocattoli e  vestitini originali. CENETTA TIROLESE  - Dopo tante escursioni, perché non gustare le specialità tirolesi in un’intima cenetta a lume di candela nella calda atmosfera delle malghe, in “stuben” accoglienti in legno, o addirittura nella Rauch Stube – tutta nera, con caminetto – del ristorante Gasserhof, una vera rarità. O anche in qualche ristorantino raffinato nei 12 hotel 4 stelle del Rosengarten-Latemar. E non vorrete mica stare senza vino a cena? Il Rosengarten-Latemar non li produce – troppo alto – ma vengono da vicino i vini dell’Alto Adige, premiati dalle guide enologiche più famose: Valle Isarco, Bolzano, Oltradige, Bassa Atesina. Favolosi bianchi profumati, poi i corposi rossi Pinot nero e Lagrein per un brindisi d’amore. BONUS FEDELTÀ - L’Hotel Pfösl (4 stelle) a Nova Ponente propone alle coppie il Bonus Fedeltà dal 25 maggio al 17 luglio 2005 e dal 28 agosto al 29 ottobre 2005 con 4 giorni di mezza pensione e merenda pomeridiana da 248 euro a persona più un buono wellness. L’Hotel Oberlehenhof (3 stelle superior) a Ega offre le Settimane escursionistiche dal 26 giugno al 10 luglio e dal 21 agosto al 9 ottobre 2005 a partire da 390 euro a persona e da 446 euro in camera Suite. In altre strutture (3 stelle) 7 giorni in mezza pensione da 228 euro con il Bonus Fedeltà. In agriturismo 7 giorni in appartamento da 110 euro. Per scoprire tutti gli altri alberghi che applicano il Bonus Fedeltà alle coppie, basta richiedere il catalogo al Consorzio turistico Rosengarten-Latemar. www.rosengarten-latemar.com     
   
   
FRIULI VENEZIA-GIULIA / A CAVALLO SULLE VIE DEI TEMPLARI: VISITARE LA CARNIA FACENDO EQUITAZIONE  
 
Esplorare i monti della Carnia a cavallo, percorrere gli antichi sentieri dei templari e nel contempo conoscere le località più rinomate della montagna friulana, i suoi borghi, la sua natura intatta. È rivolta agli appassionati di equitazione la proposta di trekking a cavallo con guida che viene da una delle zone più belle e incontaminate del Friuli Venezia Giulia, la Carnia, nota come l’“Alpe Verde”. Un’offerta che permette di alternare lo sport all’aria aperta alla visita di paesi caratteristici  e piccoli musei, pernottando in agriturismo attrezzati per l’ospitalità dei cavalieri e per il ricovero dei cavalli, dov’è possibile fra l’altro gustare i sapori  genuini della cucina tradizionale carnica. L’ANTICA VIA DEI CAVALIERI TEMPLARI - L’itinerario prevede un percorso a cavallo di 3 giorni con guida alla riscoperta delle vecchie ‘carregge’ percorse secoli fa dai cavalieri templari, che si snodano da Arta Terme a Venzone seguendo l’itinerario dell’antica Via Iulia Augusta. Si potranno visitare, fra l’altro, il Museo delle Arti e Tradizioni popolari di Tolmezzo (uno dei più affascinanti dell’arco alpino), il rinascimentale Castello di Susans e Venzone, cittadella fortificata medievale e monumento nazionale, famosa per le sue mummie che attiravano nei tempi passati viaggiatori da tutt’Europa, e che ancora oggi sono esposte nella cappella di San Michele, accanto al Duomo. Pacchetto: i 3 giorni di percorso comprendono 3 pernottamenti con prima colazione, 3 cene e gli ingressi ai musei. La quota di partecipazione è di 225 euro a persona, comprensiva di cavallo, accompagnatore, trasporto bagagli. DA MUSEO A MUSEO - È una cavalcata di cinque giorni alla scoperta della storia, della tradizione e della cultura della Carnia e della vicina valle austriaca del Gail, in Carinzia. L’itinerario percorre la via Iulia Augusta, antica strada tracciata dai Romani per collegare Aquileia con le terre d’Oltralpe, da Arta Terme a Hermagor, in Austria. Sarà possibile visitare Zuglio, antico centro romano oggi famoso per il suo Museo Archeologico e per i suoi scavi, e Sutrio, il paese del legno, celebre per i suoi presepi, di cui il più conosciuto è quello di Teno (visitabile tutto l’anno), che riproduce in movimento usi e costumi carnici. La passeggiata a cavallo continua in direzione di Torre Moscarda, resti di un fortilizio di  origine romana, per raggiungere Timau: da qui la strada sale al Passo Monte Croce Carnico - confine fra Italia e Austria- e ridiscende lungo la Via Iulia Augusta verso Mauthen e Dellach Gail, per poi continuare lungo il fiume Gail fino a Hermagor, dove si visita il Museo di Moderndorf. Il rientro avviene invece attraverso Passo Polentin, Casera Ramaz, Castel Valdajer, Ligosullo, Treppo Carnico. Pacchetto: 5 giorni, comprendente 4 pernottamenti con prima colazione, 4 cene, ingressi a musei, ha una quota di partecipazione di 300 euro a persona, inclusi cavallo, accompagnatore, trasporto bagagli. È possibile effettuare queste escursioni durante tutto l’anno, esclusi i mesi di novembre, dicembre e gennaio.Si può pernottare, a scelta, nell’albergo diffuso Borgo Soandri di Sutrio, o all’agriturismo Randice Ranch di Piano d’Arta Terme. Nel primo caso, l’ospite viene sistemato in antiche case del paese recentemente ristrutturate, indipendenti l’una dall’altra, ma con un’unica reception. È possibile così immergersi nella vita dell’antica borgata di Sutrio, il cui ritmo è scandito dal lento procedere delle tradizioni. Attualmente, l’albergo diffuso dispone di una ventina di appartamenti per un totale di 100 posti letto, ognuno composto da cucina, camere, bagno. I servizi offerti sono, invece, quelli di un albergo tradizionale. Borgo Soandri è convenzionato con una serie di ristoranti, che praticano per pranzi e cene uno sconto agli ospiti. L’agriturismo Randice Ranch offre un ampio e ben attrezzato maneggio, con un servizio di pensione per i cavalli, gestito da Massimo Peresson, il veterano delle gite a cavallo sulle Alpi carniche, che lo scorso autunno ha compiuto in sella il giro d’Italia. In tavola vengono serviti piatti tipici e genuini che si gustano in un ambiente naturale di pace e tranquillità assolute. Informazioni e prenotazioni: Borgo Soandri, tel. 0433 778921, e-mail soandri@carnia.org DAL BANDIT AL CARANTAN - Gli appassionati di equitazione non potranno mancare, poi, a un appuntamento veramente originale che si tiene, sempre in Carnia, il 3 luglio, a Piano d’Arta Terme: il palio “Dal bandit al carantan”, un’occasione di divertimento per una sfida a cavallo sul quarto e sul mezzo miglio, aperta a tutti coloro che vogliono provare l’ebbrezza di una gara sui sentieri di montagna. Durante tutta la giornata, lungo le strade del paese sarà allestito un mercatino dei prodotti artigianali tipici, ma si potrà anche assistere alla ferratura del cavallo, alla lavorazione della pelle, agli intagli sul legno e molti altri antichi lavori. Pacchetti di soggiorno: formula week-end che comprende trattamento di mezza pensione in albergo dalla cena del venerdì alla colazione di domenica. Nelle giornate di sabato e domenica passeggiata a cavallo, entrata alle Terme di Arta con bagno termale e idromassaggio, peeling corpo con fango termale, massaggio purificante agli olii essenziali, tisana. Prezzo del soggiorno in albergo 1 stella 161 euro, albergo 2 stelle 177 euro, albergo 3 stelle 193 euro, agriturismo 169 euro. Informazioni: ArtaTur tel. 0433.929411. A CAVALLO FRA CARNIA E CARINZIA - I sentieri che percorrono boschi e radure attorno ad Arta Terme sono ideali per le escursioni a cavallo: da Piano d’Arta si può cavalcare fino a Paularo attraverso malghe e pittoreschi borghi, visitare le trincee della Grande Guerra e raggiungere gli alti pascoli di Sauris di Sopra, andare di malga in malga fino in Carinzia, oppure cavalcare in una tra le zone più affascinanti della Carnia, il monte Tenchia, su cui il Carducci aveva immaginato in una sua poesia che si trovassero a raduno le streghe. Per conoscere da vicino le malghe di Carnia e Carinzia e le loro prelibatezze, o ammirare gli spettacolari panorami carnici, Arta Terme offre due pacchetti: ‘L’anello del formaggio’ e ‘Ampi spazi e panorami’. L’anello del formaggio: da sabato pomeriggio a domenica pomeriggio, escursione a cavallo lungo un itinerario che prevede la sosta nelle più tipiche malghe di Carnia e Carinzia e la degustazione dei loro prodotti. Quota di partecipazione 150 euro, comprensiva di pernottamento e prima colazione presso l’Agriturismo Randis ad Alzeri, Piano d’Arta, cena, pranzo in malga, cavallo e accompagnatore. Ampi spazi e panorami: fine settimana a cavallo tra gli spazi di malga Pramosio e la conca del laghetto Avostanis, uno dei più suggestivi della Catena Carnica. Quota di partecipazione 240 euro, comprensiva di cavallo, accompagnatore e due giorni in mezza pensione presso l’Agriturismo Randis. Per informazioni: Agriturismo Randis, località Alzeri, Piano d’Arta, tel.329 2316254, agriturismorandis@libero.it  I MANEGGI DELLA CARNIA - Cavalieri e amazzoni possono attraversare in sella le principali valli della Carnia e troveranno sempre un maneggio pronto a ospitarli: oltre al Randice Ranch di Piano d’Arta Terme (località Randice, tel. 329.2316254), il Circolo ippico La Pineta di Villa Santina (via Pineta 4, tel. 0433.748257), il Centro sportivo associazione Lilium di Sauris (località Velt 70, tel. 0433.86256), il Bram’s Ranch di Paularo (località Aones, tel. 0433.70154), il maneggio Da Denis a Forni Avoltri (Piani di Luzza, 347.2945205). www.carnia.it    
   
   
IN VIAGGIO SUI NAVIGLI. DISCESA IN BARCA PER IL RECUPERO TURISTICO DELI’IDROVIA. LOCARNO-MILANO-VENEZIA. PASSAGGIO A NORD OVEST, CHE SI SVOLGERÀ DAL 6 AL 15 MAGGIO  
 
L’Istituto per i Navigli/Associazione Amici dei Navigli e l’Associazione Motonautica Venezia presentano la seconda edizione di “In viaggio sui Navigli. Discesa in barca per il recupero turistico delI’idrovia. Locarno-Milano-Venezia. Passaggio a Nord Ovest”, che si svolgerà dal 6 al 15 maggio. Sei imbarcazioni alimentate a GPL (dunque dotate di motori a bassissimo impatto ambientale), con a bordo autorità, rappresentanti della stampa e della televisione, navigheranno lungo l’idrovia Locarno-Milano-Venezia, un sistema idroviario turistico che collega la Svizzera al Mare Adriatico, attraverso un percorso che parte dal Lago Maggiore, continua sul Ticino, sul canale Industriale, sul Naviglio Grande, sul Pavese, di nuovo sul Ticino e sbocca infine sul Po e nella Laguna Veneta. Non ancora completamente utilizzabile, l’idrovia è oggetto negli ultimi anni di interventi volti al recupero della navigabilità: il Lago Maggiore è una realtà consolidata e sono già previsti lavori di ristrutturazione in diversi punti sul tratto Sesto Calende-Milano, da Milano si naviga sul Naviglio Grande fino a Gaggiano e la navigazione da Cremona a Venezia è già attiva. Per ottenere la libera e continua navigazione da Milano a Pavia e da Pavia a Venezia mancano il Naviglio Pavese (di cui è quasi terminato il recupero delle prime due conche a partire da Milano) e il tratto da Pavia a Cremona, dove sono già in corso i lavori o i progetti di recupero delle opere idrauliche degradate. Oltre a Locarno, Milano e Venezia, i natanti passeranno per le più belle città d’arte e cultura del Nord Italia: Luino, Verbania, Pavia, Piacenza, Cremona, Ferrara e Chioggia, senza dimenticare alcuni dei centri minori che si affacciano sull’idrovia, piccole perle spesso troppo poco note. In ogni località toccata da questa singolare crociera verranno ospitati una serie di eventi in concomitanza con l’arrivo delle imbarcazioni. La discesa si propone da una parte di sensibilizzare gli Enti preposti e l’opinione pubblica, dall’altra di constatare l’avanzamento delle opere. Istituto per i Navigli Associazione Amici dei Navigli, tel. 02.48018230, amicideinavigli@fastwebnet.it www.amicideinavigli.org    
   
   
"SERENATE DI MAGGIO" A POLVERIGI (AN) DOMENICA 8 MAGGIO 2005  
 
Con “Serenate di Maggio” (già “Aspettando il Maggio…”), il Centro Tradizioni Popolari, la Pro Loco di Polverigi, il Comune e il Gruppo La Macina, con il supporto fondamentale di tutto il paese, vogliono recuperare e rivitalizzare alcune tradizioni polverigiane più vere e più significative. Infatti per celebrare questa festa popolare è stata recuperata l’antica arte della costruzione dei fiori di carta. Nella civiltà contadina, in vari e particolari periodi dell’anno, le donne erano impegnate in questa “arte-povera”. Infatti, i fiori di carta venivano usati in molte feste ed occasioni di incontro (matrimoni, cresime, comunioni, battesimi, funerali) ed inoltre, per addobbare il classico biroccio o di fronte alle immagini votive, presenti immancabilmente in tutte le abitazioni della famiglia contadina. Arte del creare fiori che, come tutte le tradizioni ed i nostri antichi riti, va inesorabilmente scomparendo a causa delle trasformazioni profonde della società, in particolare della polverizzazione della civiltà contadina. Così, proprio per l’organizzazione di questa “festa”, a Polverigi, per alcuni mesi all’anno, si creano dei laboratori dove numerose donne (anziane e giovani) costruiscono, alla maniera di una volta, migliaia di splendidi fiori di carta che andranno ad abbellire con i loro colori le porte, le finestre e le vie del centro storico del paese. Inoltre, nel mese di maggio, c’era l’usanza delle serenate, sotto le finestre delle ragazze da marito. Chi verrà a Polverigi in questa seconda domenica di maggio, potrà quindi passeggiare per le vie “infiorate”, tra profumi di antichi sapori, tipiche taverne, al suono di serenate e motivi tradizionali. Violini, fisarmoniche, mandolini, chitarre e serenate, in piena libertà,  per questa “festa” dal sapore antico: un paese in musica completamente “addobbato” ed “infiorato” per questa “Serenate di Maggio” che si preannuncia ricca di interessi e di suggestioni.Dopo i singoli e ripetuti “concertini” in acustica pomeridiani e serali dei Gruppi musicali presenti, dislocati nei punti più suggestivi del centro storico, la “festa” dei fiori, della musica e del canto, si concluderà con l’ormai tradizionale “Concerto finale”,  alle ore 22,30, nel palco centrale di Roccolo, all’interno del centro storico. UVA GRISAMusiche etniche e tradizionali della Romagna. Ritorna a “furor di popolo” uno dei Gruppi più presenti ed “amati” di questa “festa” polverigiana. L’Uva grisa nasce a Bellaria Igea Marina (Rn), come esperienza artistica d’aggregazione e ricerca permanente intorno alla cultura tradizionale della Romagna. Si costituisce come gruppo di “radicamento”, con l’intento di scoprire taluni valori essenziali della propria cultura di appartenenza, da condividere e far condividere. La sua matrice, come gruppo musicale, si riallaccia ai modi acquisiti andando nelle osterie, e soprattutto nelle case a cantare la Pasquella. Per questo il Gruppo da sempre preferisce le situazioni di strada a contatto ravvicinato con la gente. Ama anche suonare per far ballare. Ultimamente il Gruppo romagnolo ha pubblicato due interessanti CD: “Alzati su belin che il giorno è chiaro” e “Il Veglione di Sant’Apolonnia”. Quindi la “festa” delle serenate dei fiori non potrà avere gruppo migliore! DUO MASSIMO LIBERATORI - Storia dell’asino che non c’è più… storie di un cambiamento. Per la prima volta a Polverigi, il Duo Massimo Liberatori, con Mauro Mela, chitarra classica. Massimo Liberatori nasce a Roma, ma da svariati anni vive in Umbria dove ha insegnato canzoni popolari alla Scuola Elementare di Spello (Pg) e diretto un coro di bambini “La favola de lu monte”, dove si è unito a squadre itineranti di vecchi cantori per vivere e cantare casa per casa, come da tradizione la Pasquella e la Maggiolata e dove ha collaborato attivamente alla nascita di un gruppo di ricerca ed esecuzione di canti di tradizione umbra. Dagli anni ’80, svolge una vasta attività concertistica su tutto il territorio nazionale collaborando e dividendo il palco con vari personaggi del mondo della canzone. Ha prodotto quattro album, tra cui l’ultimo in ordine di tempo: “La storia dell’asino che non c’è più”, un album ricco di allegorie e tuffi nella tradizione musicale del centro Italia, ma portatore di forti tematiche ambientalistiche e di libertà. CONCERTINO “BURRO E SALVIA” - Canzoni della nostra memoria tra ironia, leggerezza e commozione. Un altro gradito ritorno: quello dei  “Burro e Salvia”. In tre anni di attività il Gruppo ha partecipato a varie manifestazioni musicali, feste private o di piazza. Il Concertino si abbina bene, anche per rima, con buona cucina e buon vino. Il loro progetto musicale ci porta lontano ma… a ritroso. Infatti il Gruppo ricerca e colleziona un repertorio di canzoni italiane di cui il blocco consistente appartiene al segmento temporale 1920-1950. Ed è proprio il loro approccio tra ironia e commozione, la chiave per capire la loro operazione semplice e di buon gusto (da cui il nome “Burro e Salvia”). Punta di forza del Concertino, il “bravo” cantante Franco Fetta, e la sua bella voce tenorile, che condita con un pizzico di swing,  fa di questo Gruppo, uno dei più divertenti dell’attuale panorama musicale marchigiano.Un Burro e Salvia tutto da gustare, che tra l’altro si esibirà nel palco centrale con il tradizionale “Concerto Finale” delle 22,30.