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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Giugno 2006
Politica
UE: FINANZE PUBBLICHE NEL 2006: BUON AVVIO PER IL NUOVO PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA MA TEST FONDAMENTALI DA SUPERARE IN FUTURO  
 
Bruxelles, 14 giugno 2006 Il bilancio del primo anno di applicazione del patto di stabilità e crescita riformato è nel complesso positivo, ma restano altri test fondamentali da superare in futuro. Il nuovo patto ha determinato una maggiore adesione nazionale alle regole di disciplina di bilancio grazie ad un rafforzamento dell’impianto economico che consente di prendere maggiormente in considerazione le differenze tra le economie dei singoli paesi. Gli sforzi di risanamento sono più strutturali, duraturi e di qualità. Ma la valutazione del braccio preventivo del patto, che consiste nel raggiungimento di saldi di bilancio solidi a medio termine, presenta luci e ombre. Ciò è tanto più preoccupante considerato che la ripresa economica in atto nell’Unione europea, compresa l’area dell’euro, dovrebbe indurre a maggiori e non minori sforzi di risanamento. Queste conclusioni sono contenute in una comunicazione al Parlamento e al Consiglio adottata oggi e basata sulla relazione annuale sullo stato delle finanze pubbliche nell’Unione europea. “Introducendo maggiori spazi per la valutazione economica, la riforma ha stimolato un dialogo più costruttivo e trasparente in materia di politica economica a livello della Ue. Essa ha rafforzato il sostegno e la pressione tra pari e ha contribuito al funzionamento efficace del patto. Ma la sfida più difficile resta quella di andare oltre la correzione dei disavanzi eccessivi e di assicurare una posizione di bilancio confortevole a medio termine, grazie al potenziamento degli sforzi di risanamento reso possibile dall’attuale miglioramento della situazione economica”, ha detto il commissario per gli affari economici e monetari Joaquin Almunia. “Non possiamo ripetere gli errori del passato se vogliamo disporre di un margine di manovra sicuro da usare nei periodi difficili e rispettare nel contempo il nostro obbligo di ridurre il debito eccessivo”. Oggi la Commissione ha adottato una comunicazione che contiene le principali conclusioni politiche della sua relazione del 2006 sulle Finanze pubbliche nell’Uem. Tale comunicazione fa inoltre un primo esame dell’attuazione del patto di stabilità e crescita quale rivisto nel giugno dello scorso anno e delle sfide future. La riforma del patto di stabilità e crescita del 2005 ha determinato un miglioramento significativo nell’applicazione della procedura per i disavanzi eccessivi. Essa ha consentito di tenere maggiormente conto di considerazioni specifiche ai singoli paesi riguardanti la crescita economica e la situazione delle finanze pubbliche, pur continuando ad assoggettare tutti i paesi con disavanzi superiori al 3% alla procedura per disavanzi eccessivi. Sono stati fissati dei termini realistici per la correzione dei disavanzi eccessivi in modo da tenere conto delle fasi di scarsa crescita economica, ma l’aggiustamento strutturale di bilancio raccomandato è significativo, tanto più se si considera che l’aggiustamento è espresso al netto di effetti una tantum e temporanei, il che assicura una correzione più permanente dei disavanzi eccessivi. È importante sottolineare che la maggiore flessibilità e i maggiori spazi di valutazione non hanno pregiudicato il sistema di regole per la politica di bilancio che garantisce il trattamento equo di tutti gli Stati membri. In base ai risultati di bilancio del 2005, il disavanzo nominale nella Ue è sceso al 2,3% del Pil a fronte del 2,6% nel 2004 (i due dati per l’area dell’euro sono rispettivamente il 2,4% e il 2,8%). In termini strutturali ciò rappresenta un miglioramento di circa ¾ di punto percentuale del Pil, ovvero il più consistente aggiustamento di bilancio dal 1997 ad oggi. Braccio preventivo Ma certamente il patto non è solo la correzione dei disavanzi eccessivi: il suo obiettivo principale è assicurare solidi obiettivi a medio termine per le finanze pubbliche. Gli obiettivi raccomandati sono ora compresi in una forchetta che va da -1% del Pil per i paesi con basso debito ed elevata crescita potenziale al pareggio o all’attivo per i paesi con debito elevato e bassa crescita potenziale. L’esame della prima serie di programmi di stabilità e di convergenza presentati dopo la riforma del patto dimostra che gli Stati membri si sono posti obiettivi a medio termine che sono ampiamente in linea con i principi concordati. Un altro sviluppo positivo è che le proiezioni di bilancio sono quasi sempre basate su ipotesi di crescita realistiche e scarso ricorso a misure una tantum e ad altre misure temporanee. Ciò nonostante, in taluni casi i piani di bilancio a medio termine mancano dell’ambizione necessaria per ridurre il differenziale tra le attuali posizioni di bilancio e gli obiettivi di bilancio a medio termine. Aggiustamenti di bilancio più ampi dovrebbero essere fatti in particolare nel 2006 e nel 2007, in un contesto di ripresa economica. La relazione del 2006 sulle finanze pubbliche nell’Uem contiene inoltre due sezioni analitiche dedicate a) al ruolo delle regole (ad esempio massimali di spesa, “patti nazionali”) e delle istituzioni nazionali in materia di politica di bilancio quale utile complemento a quello del patto di stabilità e crescita; b) alla politica di bilancio in “periodi favorevoli”. I recenti sviluppi e le previsioni della primavera 2006 della Commissione confermano che una ripresa economica è in corso nell’area dell’euro e nella Ue. Gli Stati membri devono evitare gli errori del passato ed approfittare dei periodi favorevoli per rafforzare l’impegno in materia di risanamento del bilancio. Background Il patto di stabilità e crescita è composto dalle disposizioni sulla politica economica e monetaria (Titolo Vii) del trattato Ue nonché da due regolamenti del 1997 sulla sorveglianza delle posizioni di bilancio e sulla correzione dei disavanzi eccessivi. Tali regolamenti sono stati modificati nel giugno del 2005. La relazione sul miglioramento dell’attuazione del patto di stabilità e crescita, adottata dai ministri delle finanze della Ue nel marzo del 2005, è anch’essa parte integrante del dispositivo per la sorveglianza dei bilanci nella Ue. La relazione completa è disponibile all’indirizzo seguente: http://europa. Eu. Int/comm/economy_finance/publications/publicfinance_en. Htm .  
   
   
CON LA PRESIDENZA DELL’ITALIA CRESCONO I MEMBRI E IL CAMPO D´AZIONE DI EUREKA  
 
Bruxelles, 14 giugno 2006 - Dal 1° luglio l´Italia presiederà Eureka, dopo il passaggio di consegne formale avvenuto a Praga il 9 giugno durante l´incontro dei ministri Eureka. Sotto la presidenza italiana Eureka si orienterà verso importanti nuove aree, grazie alle basi poste nel corso del mandato della Repubblica ceca. Un aspetto chiave della presidenza italiana sarà una più stretta collaborazione con il programma quadro comunitario per la ricerca in diversi ambiti. A Eureka hanno inoltre aderito due nuovi importanti membri, l´Ucraina e Malta. Eurostars sarà la più importante delle nuove iniziative Eureka. Al pari di tutte le iniziative Eureka, il programma si rivolgerà alle piccole e medie imprese (Pmi), ma Eurostars rappresenta comunque un importante passo avanti in quanto opererà in collaborazione con il programma quadro e i paesi membri Eureka, attingendo a nuove fonti di finanziamento. Anche se rivolti alle Pmi, i programmi Craft del programma quadro comunitario sono destinati alle imprese che acquistano ricerca all´esterno, senza svolgerne in proprio. "[Eurostars] è un nuovo programma adottato circa un anno fa durante le giornate dell´industria tenutesi nei Paesi Bassi", ha spiegato il direttore di progetto Luuk Borg in un´intervista con il Notiziario Cordis. "Abbiamo scoperto che a livello comunitario mancavano programmi di ricerca specifici per le Pmi, nonostante esistessero programmi all´interno dei singoli Stati membri e grazie al capitale privato", ha affermato. Eureka ha riscontrato che i criteri di finanziamento delle Pmi variavano tra i vari Stati membri e che il programma quadro aveva affrontato non poche difficoltà per attirare le Pmi; si è quindi impegnato riuscendo a coinvolgere un numero di Pmi fino a dieci volte superiore a quello del programma quadro, cogliendo così una straordinaria e ambiziosa opportunità. - "Vogliamo armonizzare e sincronizzare le strategie di finanziamento. La nuova agenda di Lisbona si fonda sulla cooperazione dei programmi nazionali. Abbiamo deciso che per raggiungere le Pmi dovevamo ricollegarci al programma quadro e combinare le strategie nazionali. Questo amplia l´accesso alle risorse su misura per le regioni", ha spiegato Borg. Eurostars utilizzerà particolari finanziamenti nell´ambito del programma quadro, con il beneplacito della Commissione europea, che dovrebbe essere pari a circa 100 milioni di euro, oltre ai fondi provenienti dai paesi di Eureka e al capitale di rischio. In totale Eureka prevede un fondo di circa 400 milioni di euro, da impiegare nei prossimi sette anni. L´aspetto importante è che il programma sarà gestito da Eureka, che vanta una lunga serie di comprovati e straordinari successi nel sostegno alle Pmi, affinché sia possibile portare rapidamente ed efficacemente la ricerca sul mercato. Ma se siete una Pmi e state cercando dei finanziamenti occorre aspettare ancora un po´. "Gli Stati membri si sono formalmente impegnati", ha spiegato Borg. "Ciascun paese può avere determinati vincoli legali circa l´assegnazione dei fondi, e questo aspetto andrà risolto. L´agenda di Lisbona stabilisce un´armonizzazione", ha aggiunto. Dato che i progetti Eureka sono necessariamente collaborativi e internazionali, le leggi andranno probabilmente riscritte o adattate. Per quanto la cosa possa sembrare scoraggiante, 21 paesi si sono impegnati formalmente, mentre altri cinque paesi hanno accettato in via non ufficiale. I restanti paesi devono ancora fare i conti con problemi burocratici, ma hanno comunque l´incentivo del guadagno. "C´è uno stimolo a innovare. Il denaro rimarrà all´interno dei singoli paesi membri di Eureka, il che permetterà a ciascuno Stato di finanziare le proprie imprese", ha affermato Borg. Ciò è importante dal punto di vista politico, dal momento che i paesi potrebbero avere qualche difficoltà a giustificare il fatto di finanziare l´innovazione all´estero, e questa misura garantisce che ciascun paese sostenga la propria. Inoltre c´è un vantaggio: se un paese finanzia l´innovazione attraverso Eurostars, i fondi gli saranno restituiti. La vera forza del progetto è comunque l´armonizzazione. "Alla fine di questo processo, una volta che il sistema sarà stato fissato, i paesi membri di Eureka dovranno dichiarare se hanno o meno un problema, e accettare o rifiutare. Ma il progetto è probabilmente troppo importante e la quantità di denaro trascurabile perché i singoli Stati membri debbano preoccuparsi. Al momento anche gli scettici sono positivi al riguardo", ha dichiarato con entusiasmo Borg. "Ma se i paesi non firmano, non potranno partecipare". Come già ricordato, il progetto gode dell´appoggio solido e oltremodo favorevole della Commissione europea, tanto che la relazione sull´innovazione elaborata dal gruppo di esperti Aho menziona in modo specifico Eureka quale efficace strumento di innovazione. L´approccio dal basso di Eureka è efficace anche per portare sul mercato i prodotti, altro dispositivo essenziale per migliorare l´innovazione europea. "La nostra intenzione è distribuire 400 milioni di euro su sette anni, e riteniamo che sia l´importo giusto. Se, come auspichiamo, le proposte passeranno in prima lettura al Parlamento europeo, il lancio potrebbe avvenire già la prossima estate, addirittura a maggio. Vi saranno due date limite, e chiunque potrà presentare domanda. Inoltre puntiamo a prendere una decisione sul finanziamento entro tre mesi; questo è il nostro obiettivo", ha aggiunto Borg. Un´altra delle iniziative stabilite da Eureka riguarda i raggruppamenti (da non confondere con i raggruppamenti regionali) che stabiliranno legami più stretti con alcuni progetti di piattaforme tecnologiche europee (Pte) nell´ambito del programma quadro. Mentre le Pte sono vasti progetti con obiettivi a lunghissimo termine, i raggruppamenti hanno un approccio più legato al mercato e dunque obiettivi a più breve termine. José Jiménez, coordinatore del raggruppamento Celtic, che si occupa di innovazione nelle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic), ha dichiarato al Notiziario Cordis: "Se [le Pte] hanno progetti a breve termine, in quel caso i raggruppamenti potrebbero fungere da strumenti. Abbiamo già instaurato buoni rapporti con loro, in particolare con quattro: eMobility, Isi, Nessi e Nem, in quanto tutti sono nel campo delle tecnologie dell´informazione. Ci incontreremo tutti a Helsinki il mese prossimo. Sarà un´occasione per discutere e trovare equivalenze a breve termine, per le imprese commerciali attraverso Eureka, o per gettare le basi per altre azioni in futuro". Comunque, i legami fra i raggruppamenti Eureka e le Pte non sono una novità, e hanno anzi prodotto collaborazioni proficue. "Il progetto Pan European Laboratory sta per cominciare a giugno. Si tratta di un progetto nell´ambito del 6Pq che mira a trovare un luogo in cui testare e provare le applicazioni di servizi prima di essere immesse sul mercato, e dove le Pte possano incontrarsi e discutere. Vi prendono parte tutte le imprese di Celtic, oltre a partner di Israele e Canada", ha dichiarato. Celtic è essenziale in questo progetto proprio in ragione della sua forza nel portare nuovi prodotti sul mercato. Jiménez spera che nell´ambito del 7Pq l´esame dei progetti avvenga all´insegna di una maggiore attenzione al mercato rispetto a quanto avvenuto con il 6Pq. "La selezione del 6Pq è nelle mani del mondo accademico. Quest´enfasi accademica allontana il progetto dal mercato, e il sistema varia, così che le analisi dipendono da chi ha condotto l´indagine. Ci auguriamo che nell´ambito del 7Pq ci sia una maggiore collaborazione con i raggruppamenti, nonché una più grande attenzione per progetti destinati al mercato", ha affermato. Eureka punta a immettere prodotti sul mercato entro un anno. Jiménez non crede tuttavia che le Pmi costituiscano la risposta a tutto. "I programmi delle grandi imprese vanno presi nella dovuta considerazione, ma ciò richiede un certo adeguamento", ha concluso. Per gli ultimi inviti a presentare proposte per le Pmi visitare sul sito Cordis: http://cordis. Europa. Eu/fp6/dc/index. Cfm?fuseaction=usersite. Fp6activitycallspage&id_activity=529 Per consultare il sito del raggruppamento Celtic, che riporta informazioni sul Pan European Laboratory: http://www. Celtic-initiative. Org/ Consultare il sito Eureka all´indirizzo http://www. Eureka. Be/ .  
   
   
UNIONE EUROPEA: SIGLATA UNA DICHIARAZIONE SULL´E-INCLUSION (ESTENDERE I BENEFICI CHE L´USO DELLE ICT A TUTTI I CITTADINI EUROPEI)  
 
 Bruxelles, 14 giugno 2006 - Una strategia Pan-europea che coinvolga tutti i cittadini nell´uso delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione e che contribuisca ad arginare i divari di natura economica, sociale e fisica. Il proposito è emerso a Riga, Lettonia, durante la prima giornata della conferenza "Ict for an Inclusive Information Society", alla quale hanno partecipato 34 ministri di Paesi europei. Nel corso dei lavori è stata siglata una Dichiarazione ministeriale che stabilisce le priorità da affrontare per rendere la Società dell´Informazione accessibile a tutti i cittadini europei. Per agevolare la crescita dell´inclusione ed stendere i benefici che l´uso delle Ict comporta nella vita dei cittadini, i ministri partecipanti alla conferenza hanno individuato delle specifiche linee strategiche sulle quali concentrare le opportune azioni d´intervento. Nel corso della conferenza , i ministri dei Paesi Ue e i rappresentanti Efta/eea, hanno quindi sottoscritto una Dichiarazione che identifica gli obiettivi da perseguire per l´immediato futuro: aumentare l´estensione nel territorio della Larga Banda al 90%. Nel 2005 la copertura si attestava al 60% nelle aree rurali e remote e al 90% nelle aree urbane. Rendere accessibili tutti i siti Web delle amministrazioni pubbliche entro il 2008 rendere operative azioni nel campo dell´alfabetizzazione (digital literacy) volte a ridurre il divario delle categorie a rischio di "esclusione digitale" valutare la necessità di misure legislative nel campo dell´accessibilità (anche nell´ambito della revisione del quadro regolamentare per le comunicazioni elettroniche che sarà presentato a fine giugno) Mancanza di conoscenza e di motivazione, oltre che di accesso e accessibilità, carenze infrastrutturali e alti costi sono barriere che si innalzano invalicabili per una considerevole fetta di popololazione europea (30-40%), esclusa dalla rivoluzione digitale. Nonostante la diffusione della Larga Banda proceda a ritmi elevati a livello di sottoscrizioni, l´indice di penetrazione (misurato sul numero di sottoscrittori ogni 100 abitanti) si attesta solamente al 13% della popolazione dell´Unione europea (25% delle famiglie), con significative differenze tra aree urbane e rurali/remote. In questo ambito la Commissione punta a rinforzare la concorrenza del mercato interno e, in termini numerici, all´incremento dell´indice di penetrazione tra le famiglie (50% per il 2010). Nell´unione europea, solo il 10% delle persone con più di 65 anni usa Internet. Solamente il 3% dei siti Web pubblici rispetta standard minimi di accessibilità, che è un ostacolo rilevante per il 15% della popolazione europea, costituita da cittadini con problemi di disabilità. Un impiego mirato delle Ict può, secondo la Commissione, rendere partecipe anche questa parte di cittadini europei al mercato del lavoro arrecando un beneficio in termini economici e sociali. Il Commissario Viviane Reding ha rimarcato la necessità per le Autorità pubbliche a tutti i livelli, l´industria e gli utenti, "di cooperare insieme a un approccio coerente e sistematico per realizzare una Società dell´Informazione accessibile e fondata sull´inclusione". .  
   
   
AIUTARE LE AZIENDE AD ACCEDERE AI FONDI RSTI  
 
Bruxelles, 14 giugno 2006 - Il 29 giugno si terrà a Lione (Francia) un seminario sul finanziamento e sulle misure di sostegno a disposizione delle aziende per la promozione della ricerca e dell´innovazione. Quattro seminari presenteranno le varie fonti regionali, nazionali e comunitarie di finanziamento e le misure di sostegno per la ricerca, la competitività e l´innovazione. Lo studio dei casi abbinato alle lezioni individuali darà ai partecipanti l´opportunità di mettere alla prova i loro progetti e le loro idee. La giornata formativa è rivolta in particolare alle aziende, comprese le piccole e medie imprese (Pmi). È previsto inoltre un mentorato individuale per le parti interessate, svolto in forma di studio di casi, affinché queste possano testare i loro progetti e le loro idee. Http://www. Interfaceurope. Net/index. Php?lang=fr .  
   
   
“LE POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA A SOSTEGNO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE”  
 
Milano, 14 giugno 2006 - In occasione della Giornata europea delle piccole e medie imprese, la Camera di Commercio di Milano e la Rappresentanza della Commissione europea organizzano un incontro con la stampa sul tema: “Le politiche dell’Unione europea a sostegno delle piccole e medie imprese” Partecipano: Renato Mattioni, Direttore della Comunicazione della C. C. I. A. A. Di Milano Roberto Santaniello, Direttore della Rappresentanza della Commissione europea L’incontro, allargato anche a tutti coloro interessati a temi economici dell’Unione europea, avrà luogo giovedì 15 giugno, alle ore 12,00 presso la sede milanese della Commissione Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 59. La Giornata europea delle piccole e medie imprese fa parte integrante della campagna di comunicazione lanciata della Commissione europea sulle politiche dell’Unione europea in favore delle piccole e medie imprese nel quadro della strategia comunitaria per l’occupazione e la crescita (“The Eu is good for Smes – Smes are good for Europe). “Siamo orgogliosi di quanto facciamo per le Pmi” ha dichiarato il Commissario europeo responsabile della politica delle imprese, Günter Verheugen, nel presentare la vasta campagna di sensibilizzazione sviluppata in tutta Europa. Le Pmi costituiscono il nerbo dell’economia europea e la migliore fonte potenziale di occupazione e di crescita. “E’ per questo che la Commissione europea – ricorda Verheugen - ha dato impulso ad una politica europea per le imprese di medie e piccole dimensioni, ponendole al centro dei suoi impegni ed adoperandosi per fornire loro un contesto finanziario e normativo più favorevole”. . .  
   
   
CONVEGNO SUI FINANZIAMENTI COMUNITARI DESTINATI ALLA RICERCA IN PREPARAZIONE AL 7PQ  
 
Bruxelles, 14 giugno 2006 - Il 21 e 22 giugno si svolgerà a Weimar (Germania) una convegno sul prossimo Settimo programma quadro (7Pq), durante il quale i partecipanti riceveranno informazioni concrete sul 7Pq da una prospettiva tedesca. L´ampia gamma di oratori, tra cui rappresentanti della Commissione europea e funzionari ministeriali, garantirà ai presenti una buona comprensione delle opportunità di finanziamento e delle norme che regolano la partecipazione al nuovo programma. Durante il convegno saranno inoltre discussi gli ultimi sviluppi dello Spazio europeo della ricerca, il programma del 7Pq dedicato a "Persone: mobilità" e l´istituzione di un Consiglio europeo della ricerca. Http://www. Kowi. De/services/veranstaltungen/buta/default. Htm .  
   
   
LOBBYING: L’EUROPA VISTA CON OCCHI NUOVI IL 7 E IL 10 LUGLIO DUE INCONTRI A ROMA ORGANNIZZATI DALL´ UNIVERSITA’ DI TOR VERGATA IN COLLABORAZIONE CON IL CIPI  
 
Roma, 14 giugno 2006 - Un nuovo modo di vedere l’Europa cercando di entrare nei suoi meccanismi decisionali verrà proposto nel corso di una Tavola Rotonda che si terrà a Roma il 7 luglio e che sarà seguita da una giornata di formazione il 10 luglio all’Università di Roma Tor Vergata, Dipartimento di Economia e Istituzioni (Dei). Le due iniziative sono il frutto di una convenzione stipulata dall’Università di Tor Vergata e dal Centro Italiano Prospettiva Internazionale (Cipi) di Bruxelles per sviluppare programmi innovativi di formazione e di ricerca sul lobbying e gli affari europei. Alla base di questa collaborazione c’è la necessità di unire le forze per integrare la conoscenza pratica con quella teorica e di superare le certezze tradizionali fornendo gli strumenti operativi e i riferimenti culturali necessari per reagire con rapidità ed efficienza di fronte alle novità. Comprendere, possibilmente in anticipo, i cambiamenti in atto, e riorganizzarsi per intervenire sui processi decisionali richiede una conoscenza tecnica approfondita e multidisciplinare per agire sui punti critici del sistema europeo. Condividendo il bisogno di promuovere una visione aggiornata dell’Europa ma anche di formare le classi dirigenti italiane, la collaborazione inizia con due programmi: una Tavola Rotonda il 7 luglio 2006 sul tema “Lobbying è strumento democratico e di crescita economica”, e una Giornata di Formazione il 10 luglio 2006 sul tema “Capire e gestire la complessità del lobbying in Europa”. .  
   
   
RAGGRUPPAMENTI DI COMPETITIVITÀ FRANCESI: UN MODELLO DI PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO?  
 
Bruxelles, 14 giugno 2006 - L´europa deve moltiplicare le iniziative di ricerca basate sulla collaborazione fra il settore pubblico e quello privato se vuole rimanere competitiva a livello mondiale. È questo il messaggio lanciato da numerosi partecipanti al Salone europeo della ricerca e dell´innovazione, svoltosi a Parigi dall´8 all´11 giugno. Da qualche tempo, ormai, i partenariati pubblico-privati sono considerati il punto di partenza per intervenire in quei settori dell´economia europea dove è necessaria una massa critica per lo sviluppo di "mercati leader" innovativi. Nel 2005 la Commissione europea ha rilanciato la strategia di Lisbona, chiedendo, fra l´altro, un incremento degli investimenti nella ricerca e sviluppo (R&s) da parte dell´industria e l´eliminazione delle barriere che si frappongono ai partenariati fra i settori pubblico e privato. Ma quali sono gli ostacoli che impediscono un´effettiva collaborazione fra questi due settori? "La ragione principale è di natura culturale", ha dichiarato al Notiziario Cordis Jean Audouze, direttore del comitato scientifico del salone. "Non rientra nella mentalità di molti laboratori di ricerca pubblici confrontarsi direttamente con l´industria. Ritengono di dovere svolgere soltanto attività di ricerca di base". La situazione è diversa negli Stati Uniti, dove i laboratori pubblici hanno una cultura ben radicata di collaborazione stretta con il settore privato, ha aggiunto. Il 7 giugno Audouze ha diretto un dibattito nell´ambito di un gruppo di esperti, che ha analizzato ulteriormente la questione. Uno dei partecipanti, Philippe Garderet di Areva, società francese del settore dei combustibili nucleari, ha parlato dell´esigenza per l´industria di cambiare a propria volta la prospettiva e di prepararsi a lavorare con istituti di ricerca pubblici. "Anche se l´industria decidesse di intraprendere in proprio la ricerca, se nutre un´ambizione seria riguardo a innovazione e progresso, è importante che la ricerca realizzata dal settore pubblico sia di qualità sufficiente", ha dichiarato Garderet. "Perché è nel settore pubblico che reperirà nuova conoscenza che forse le sarà utile nel lungo periodo". Yves Bamberger, direttore della ricerca e sviluppo presso l´Edf, il gruppo francese fornitore di energia elettrica, e altro esperto del gruppo, ha affermato di essere d´accordo al riguardo. Negli ultimi 20 anni ha assistito allo sviluppo di diversi partenariati fra attori pubblici e privati, in particolare quelli costituiti dalla sua società e la commissione francese per l´energia atomica (Cea). "Queste partnership si sono rivelate particolarmente efficaci perché ciascun partner ha contribuito con le proprie competenze, complementari le une alle altre", ha dichiarato. "Tuttavia, se l´industria intende creare legami più stretti con gli istituti di ricerca pubblici, il settore pubblico deve essere stabile e facilmente accessibile all´industria nel lungo periodo, perché tutti sappiamo bene che occorre del tempo per concretizzare i contatti", ha osservato Bamberger. "Esso dovrebbe inoltre preoccuparsi di concentrare le forze nei settori della ricerca in cui eccelle maggiormente". Bamberger ha accennato alle recenti iniziative intraprese dal governo francese al fine di raggiungere una massa critica e l´eccellenza nella ricerca e nell´innovazione. Il progetto più importante riguarda la creazione, nel 2005, di 66 raggruppamenti di competitività. Si tratta di reti a livello regionale cui partecipano operatori sia pubblici che privati, incentrate sullo sviluppo di tecnologie e attività industriali in cui la Francia è specializzata o ha dimostrato di possedere un potenziale. Con un bilancio complessivo di 1,5 miliardi di euro per un periodo di tre anni, i raggruppamenti cercheranno di rafforzare la competitività dell´industria francese. Nella sola regione dell´Ile de France sono già stati istituiti cinque poli, che lavorano in settori quali software e sistemi complessi, alte tecnologie per la salute e la medicina, prodotti multimediali, trasporto su gomma e trasporto collettivo ed ambiente. Tra loro spicca il raggruppamento Town and Mobility (Città e Mobilità), finalizzato a migliorare la sostenibilità a lungo termine degli alloggi della regione e della mobilità dei cittadini, e la cui attività è incentrata su settori quali l´energia, i consumi, l´inquinamento acustico, le risorse idriche e la qualità dell´aria. Pur essendo prematuro parlare di risultati tangibili, dato che il raggruppamento ha cominciato a essere operativo solo all´inizio del 2006, molti nella regione lo considerano un esempio riuscito di partenariato pubblico-privato, che riunisce, concretamente, un insieme estremamente eterogeneo di operatori, fra cui gruppi industriali di livello mondiale, come Suez, gruppi di imprese di servizi, e Psa Peugeot Citroën; la casa automobilistica di livello mondiale, gli istituti superiori di ricerca e di ingegneria più rinomati della regione, nonché tutta una serie di piccole e medie imprese e le autorità pubbliche della regione. "Per noi, la sfida è riunire quanti più attori possibile di due mondi opposti: l´industria, interessata principalmente alla ricerca applicata, e il settore pubblico che continua a concentrarsi sulla ricerca di base", ha dichiarato al Notiziario Cordis Daniel Royer, direttore generale di Town and Mobility. Siamo riusciti nel nostro intento, ha affermato Royer, grazie in parte ad alcuni incentivi finanziari messi a disposizione dal governo per favorire la creazione dei raggruppamenti. Tali finanziamenti coprono le spese dei partner del settore pubblico e fino al 35 per cento delle spese dei partner del settore privato, sostenute nell´ambito di ogni progetto di R&s proposto. Le imprese partecipanti beneficeranno anche delle esenzioni delle imposte sulle società e della riduzione dei contributi di previdenza sociale. Inoltre, a titolo del programma, i raggruppamenti riceveranno finanziamenti per la gestione amministrativa e le infrastrutture dei raggruppamenti stessi, ad esempio nuovi edifici per i partner e l´accesso ultraveloce ad Internet a banda larga. Il successo della collaborazione è dovuto, in parte, anche alla natura "locale" dei raggruppamenti. "Le regioni si trovano nella posizione migliore per fornire condizioni di continuità all´innovazione, perché offrono un ambiente perfetto per il dialogo permanente, necessario fra gli operatori coinvolti nel processo", ha affermato Marc Lipinski, vicepresidente della regione Ile de France, durante una presentazione dei raggruppamenti della sua regione. "Ciò, ovviamente, non interrompe il dialogo che si sta svolgendo in altre sedi, ad esempio a livello europeo". Questo esempio di partenariato riuscito fra pubblico e privato non è passato inosservato alla Commissione europea. "La Commissione europea sta seguendo gli sviluppi di questi raggruppamenti con grande interesse e incoraggia la diffusione di tutte le iniziative intese a promuovere l´innovazione e la crescita", ha dichiarato Emmanuelle Maincent, funzionario politico presso la Dg Imprese e industria, osservando che altri Stati membri, quali l´Ungheria e la Lituania, stavano elaborando strategie analoghe al modello francese. Http://www. Competitivite. Gouv. Fr .  
   
   
PA: ZOFFOLI (CNIPA), “LA RIFORMA DIGITALE PER RECUPERARE LA PRODUTTIVITÀ E LA CRESCITA DEL SISTEMA PAESE” IL PERCORSO D’INNOVAZIONE TECNOLOGICA SOSTENUTO DAL CNIPA HA ASSUNTO CARATTERISTICHE DI IRREVERSIBILITÀ E DI CRESCENTE VISIBILITÀ  
 
Roma, 14 giugno 2006 - La riforma digitale, definita e disponibile su tutti i suoi strumenti, può consentire il recupero di produttività della Pubblica amministrazione, la più grande struttura produttiva del Paese, e di conseguenza sostenere la crescita del Sistema Italia, ma a condizione che si investa nel fattore umano. È quanto emerge dalla Relazione annuale sull’attività nel 2005 del Cnipa, il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, che il suo presidente Livio Zoffoli ha illustrato alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, dell’apparato pubblico e del mondo dell’imprenditoria. La fotografia mostra luci ed ombre del complesso processo di modernizzazione della Pubblica amministrazione ma, soprattutto, pone in evidenza che, come ha detto Zoffoli, “il percorso di innovazione tecnologica sostenuto dal Cnipa ha assunto caratteristiche di irreversibilità e di crescente visibilità, come confermano la diffusione delle applicazioni di e-Government sul territorio nazionale, la maturità raggiunta in termini di consapevolezza diffusa del loro valore da parte delle istituzioni e della società civile, la crescente domanda di servizi pubblici disponibili in rete”. Dopo aver citato un passaggio delle considerazioni finali del Governatore Mario Draghi (“la rivoluzione digitale di fine secolo apre una gara di efficienza fra sistemi produttivi: adeguarsi è necessario”), il presidente del Cnipa ha posto l’esigenza di “un salto di qualità, a partire da quello culturale e umano, dal quale dipende la piena affermazione dell’e-Government come strumento capace di migliorare l’efficienza e l’economicità dei servizi ai cittadini e alle imprese e, in definitiva, la competitività del Sistema Paese”. Secondo Zoffoli, quindi, occorre agire “sia sul versante dell’offerta di e-Government, affinché tutti i dirigenti pubblici comprendano appieno le potenzialità della digitalizzazione; sia su quello della domanda, affinché cittadini ed imprese si avvalgano delle semplificazioni e dei benefici, anche economici, indotti dall’e-Government”. Dalla Relazione 2005 emerge che l’ormai diffusa disponibilità, negli uffici pubblici, dei personal computer in rete costituisce la premessa per un uso abituale della posta elettronica, risorsa basilare del nuovo modello di pubblica amministrazione digitale. Nelle amministrazioni e negli enti centrali il rapporto tra caselle di posta elettronica e dipendenti informatizzabili negli ultimi tre anni è quasi raddoppiato: dal 48% del 2002 all’86% del 2005. Lo scorso anno sono state avviate 30 iniziative di applicazione di posta elettronica in 300 procedimenti amministrativi, con un investimento di 50 milioni di €, innescando un risparmio a regime di 150 milioni di € l’anno. Cresce la diffusione e l’utilizzo della posta elettronica: il numero di caselle di posta da 392 mila nel 2004 è diventato di 471 mila nel 2005; il numero dei messaggi scambiati all’interno passa dai 280 milioni nel 2004 a 335 milioni nel 2005; come pure cresce il numero dei messaggi scambiati con l’esterno della Pa: da 170 milioni nel 2004 a 240 milioni nel 2005. L’italia si pone ormai al primo posto in Europa per la firma digitale, di cui sono stati diffusi oltre 2,3 milioni di smart cart. Il nostro Paese è in posizione avanzata anche per la nuova applicazione di posta elettronica certificata-Pec, con dieci gestori certificati, che contano di rilasciare oltre mezzo milioni di caselle nel corso del 2006. Zoffoli ha ricordato che “firma digitale e Pec si applicano anche ai rapporti fra privati, ponendo in evidenza il ruolo della Pubblica Amministrazione di volano nel promuovere tecnologie digitali ad ambiti più ampi e, di conseguenza, una ricaduta delle attività del Cnipa oltre il perimetro dell’e-Government, a sostegno della ‘cittadinanza digitale’”. Dopo aver citato i 134 progetti di e-Government, che hanno visto il coinvolgimento di ben 4 mila amministrazioni locali, Zoffoli ha reso noto che il loro stato di avanzamento ha raggiunto il 92%, ma già 62, ossia poco meno della metà, sono già conclusi e ci sono quasi 2 mila servizi disponibili in rete. A tale proposito, ha detto che “le amministrazioni locali coinvolte hanno valutato in circa 700 milioni di € i risparmi annui realizzabili a regime”. Dal marzo 2005 è attivo il Portale nazionale delle Imprese, promosso dal Cnipa, la prima esperienza europea di piattaforma trasversale di cooperazione applicativa. Ai 19 servizi già fruibili on-line se ne stanno per aggiungere altri 80. “Una disponibilità che va sostenuta con una utilizzazione più diffusa da parte delle imprese. Per cui ci attendiamo un impegno decisivo da parte delle loro associazioni”, ha precisato Zoffoli. Nonostante i molti progressi fatti, “risulta carente o mancante la fase finale del pagamento on-line: aspetto condizionante la diffusione dei servizi di e-Government”, per cui è stata auspicata “una maggiore collaborazione ed un impegno chiaro dal mondo bancario”. Ribadito che l’obiettivo è di “essere utili ai cittadini”, il presidente del Cnipa ha reso noto che per misurare la soddisfazione degli utenti è stato costituito un Centro di competenza sulla customer satisfacion, vera innovazione organizzativa nella Pa italiana. Accanto alle luci anche qualche ombra. Zoffoli ha rilevato che “lo sviluppo dei servizi di e-Government risulta limitato dalla scarsa diffusione degli strumenti digitali di accesso per il riconoscimento in rete del cittadino”. Così, “l’originale disegno di sostenere tale fondamentale obiettivo attraverso l’emissione della Carta d’Identità Elettronica è stato vanificato da una visione corporativa, da veti e incomprensioni, che hanno causato una situazione tecnicamente insostenibile e non positiva per il Paese”. Per questo, ha aggiunto, “serve saggezza e un ripensamento in chiave politica che promuova un’azione tempestiva per assicurare un quadro di riferimento chiaro, coerente, efficace, indirizzato alla rapida diffusione e integrazione fra i vari strumenti di accesso in rete disponibili, ossia Carta d’Identità Elettronica, Carta Nazionale dei Servizi e Tessera Sanitaria”. Il presidente del Cnipa ha poi rammentato che il lancio dell’applicazione della televisione digitale terrestre per veicolare servizi pubblici innovativi “costituisce un’altra frontiera in cui l’Italia si pone come leader in Europa”. Il Cnipa ha co-finanziato 29 progetti e 15 amministrazioni hanno già in onda i nuovi servizi; ad un secondo bando, chiuso a maggio, “hanno risposto 22 amministrazioni, a dimostrazione dell’elevato interesse di questa applicazione”. Zoffoli ha sottolineato che “il principio di collaborazione tra Stato e Autonomie locali è stato concretamene attuato anche con la realizzazione del Sistema Pubblico di Connettività-spc”, ossia la superstrada digitale che collegherà tra loro tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e locali, del nostro Paese. La Rete telematica pubblica si estende all’estero: già collega oltre 250 uffici pubblici (ambasciate, consolati, uffici Ice, etc. ) ed entro l’anno ne annetterà altri 200. “Grazie all’attivazione di meccanismi di concorrenza adottati per la prima volta, come la gara multifornitore, si sono conseguiti importanti miglioramenti della qualità dell’offerta e risparmi che per le amministrazioni centrali si aggirano, rispetto ad oggi, sul 50% della spesa complessiva”, ha sostenuto Zoffoli, auspicando che “il nuovo Governo assicuri stabilità e continuità a queste infrastrutture dal punto di vista organizzativo, gestionale e finanziario”. Proprio 50 anni fa, ha ricordato il presidente del Cnipa, “veniva firmata la prima convenzione per la realizzazione dell’Autostrada del Sole e oggi, come allora, le superstrade digitali sono le nuove infrastrutture del nostro tempo, motore e al tempo stesso veicolo di componenti intangibili dell’economia moderna, come i servizi, la finanza e la ricerca”. Per questo Zoffoli ha lanciato la proposta di “aprire l’Spc anche all’uso dei cittadini: ciò può rappresentare un atto concreto per ridurre il divario digitale e rendere più facile l’accesso al crescente numero di servizi in rete della Pa, sia centrale che locale, consentendo una miglior utilizzazione di questa nuova risorsa”. In sostanza, ha aggiunto, “l’enorme capacità di banda larga pubblica, il cui costo è fisso, potrebbe essere resa disponibile ai cittadini nelle ore in cui gli uffici pubblici non la usano”. Altro elemento qualificante dell’attività del Cnipa è il protocollo informatico, ormai a regime. In particolare al servizio in Asp aderiscono oltre 30 amministrazioni centrali e locali. Ad esso e alla diffusione della posta elettronica, nell’ambito di una sfida centrale per il recupero di efficienza, si associa l’obiettivo della dematerializzazione della documentazione amministrativa. Il costo di gestione della carta valore oltre 2 punti del Pil ed una digitalizzazione di appena il 10% della documentazione cartacea comporterebbe risparmi per 3 miliardi di € l’anno. Zoffoli ha sostenuto che “in Italia abbiamo ormai un quadro normativo completo e tra i più avanzati in Europa, a partire dal Codice dell’Amministrazione Digitale; le risorse tecnologiche sono disponibili e mature: è quindi possibile affrontare la digitalizzazione della carta che circola negli uffici pubblici rendendo telematica la sua trasmissione, la sua archiviazione immateriale e la ricerca di una pratica”. Di rilievo anche il progetto del mandato informatico, sostenuto dal Cnipa, che è ormai a regime: nel 2005 sono state gestite in rete oltre 22 milioni di atti ed impegni di pagamento. Soffermandosi sulla qualità della domanda pubblica, il presidente Zoffoli ha rilevato che “la dinamica della spesa pubblica di informatica è componente importante del mercato e contribuisce alla capacità dell’industria di promuovere la ricerca e sostenere con soluzioni adeguate e innovative i piani per la digitalizzazione delle amministrazioni”. In particolare nel 2005 si è registrato un incremento della spesa informatica delle amministrazioni locali e degli enti pubblici nazionali, mentre quella delle pubbliche amministrazioni centrali ha messo in evidenza una contrazione di oltre il 6%. Secondo Zoffoli “desta preoccupazione il taglio rilevantissimo che la Finanziaria 2006 riserva alla spesa informatica nella Pa centrale, di cui si lamentano le amministrazioni stesse e il mercato. Pur non ignorando i problemi della finanza pubblica, è evidente che non si possono ottenere risparmi con l’uso delle tecnologie digitali se non dopo aver effettuato gli investimenti necessari”. Del resto, ha aggiunto, “il Cnipa ha dimostrato con progetti concreti che è possibile ottenere cospicui risparmi a fronte di investimenti contenuti con un uso sapiente delle tecnologie: è un’esperienza che mettiamo a disposizione”. A tal fine si rende sempre più necessario un “completo raccordo fra le manovre di bilancio e la programmazione degli interventi e degli investimenti nell’Ict, ossia nelle tecnologie dell’informazione e comunicazione”. Sempre sul fronte della spesa informatica pubblica, un ruolo rilevante, anche se meno appariscente, il Cnipa lo ha svolto con l’emissione di pareri, con autonomia e indipendenza di giudizio, sulla congruità tecnico-economica dei contratti delle amministrazioni. Nel 2005 sono state trattate 245 richieste di parere, per un valore complessivo di 2. 761 milioni di €, con una rimodulazione della spesa che, tra l’altro, ha consentito risparmi per le amministrazioni di almeno 158 milioni di €. A proposito della soluzione dei problemi fondamentali, all’attenzione del Governo, che richiedono un presidio tecnologico forte e riguardanti grandi sistemi nazionali in rete, ricchi di prospettive come la sanità, il lavoro, la giustizia, la scuola, il turismo e i beni culturali, il presidente Zoffoli ha offerto il contributo del Cnipa, che può mettere in campo la propria capacità realizzativa e le conoscenze acquisite nella pluriennale attività consultiva. Insomma, ha concluso Zoffoli, “il Cnipa crede nell’innovazione e punta sulla tecnologia come motore di sviluppo. Ma non basta credere nell’innovazione: occorre viverla. Ciò richiede il coraggio di aprire nuove strade e di assumere dei rischi, cui far fronte con l’esperienza e la competenza. Questi due valori non si improvvisano, ma si sviluppano con un percorso basato sul confronto e sulla dialettica che conduce al consenso”. - .  
   
   
BANCHE: ABI SICILIA,, BASILEA2 OPPORTUNITÀ PER LO SVILUPPO REGIONALE  
 
 Roma, 14 giugno 2006 - Maggiori vantaggi per i settori produttivi e una migliore erogazione del credito, con l’obiettivo di favorire il rilancio dell’economia regionale e la crescita della competitività sul territorio. In questa direzione, le nuove regole di Basilea2 rappresentano un’occasione in più per rafforzare ulteriormente il rapporto banche-imprese e innescare una nuova fase di sviluppo. È quanto emerso oggi, nel corso del convegno organizzato dalla Commissione regionale Abi Sicilia e dalla Camera di commercio di Siracusa su “Basilea2. Ruolo e prospettive dei Confidi nelle nuove dinamiche dei rapporti banche-imprese”, che si è tenuto a Siracusa. “Banche e imprese – ha detto il Vice presidente della Commissione regionale Abi Sicilia, Fulvio Cherubini - sono due fattori inscindibili per lo sviluppo ed il progresso dell’economia”. “La strada della ripresa e della crescita, nonché quella della competitività – ha aggiunto Cherubini - passa inevitabilmente attraverso una sempre più stretta collaborazione tra banche e imprese. Soprattutto in una regione come la Sicilia, che gioca un ruolo sempre più strategico nel Mediterraneo, anche sul fronte dell’internazionalizzazione dell’economia del Paese”. Basilea2 – si è detto nel corso dell’incontro – offre a tutti i protagonisti economici del territorio l’opportunità di dialogare in modo più trasparente, approfondito e costante. La collaborazione sempre più attiva tra le imprese bancarie e il sistema produttivo può garantire una più ampia conoscenza delle regole e degli strumenti operativi, con il risultato di un aumento del grado di efficienza complessivo e di una risposta più efficace alle sfida globale dell’allargamento dei mercati. “Con le nuove regole di Basilea2 il rapporto tra banche e imprese sarà incentrato ancora di più sulla trasparenza e sul reciproco scambio di informazioni. Con questo nuovo scenario di riferimento – ha concluso il Vice presidente della Commisione regionale Abi Sicilia Cherubini - anche i consorzi di garanzia fidi possono e devono fare la loro parte perché rappresentano uno strumento importante per favorire l’accesso al credito”. Che cos’è Basilea2 e chi riguarda? È il nuovo accordo sui requisiti patrimoniali delle banche, stabilito dal Comitato di Basilea che riunisce i rappresentanti delle banche centrali dei maggiori paesi europei. L’accordo fissa le nuove metodologie che le banche devono adottare per calcolare i propri requisiti patrimoniali minimi, in relazione ai rischi inerenti la loro attività, e riguarda anche le imprese perché ogni volta che una banca effettua un finanziamento deve accantonare una somma per far fronte al rischio di credito, cioè alla possibilità che il prestito non venga rimborsato. A cosa serve e come cambiano i rapporti banche-imprese? Basilea2 garantirà maggiore solidità ed efficienza al sistema bancario con una migliore valutazione del rischio di ogni singolo prestito. Innesta perciò un circolo virtuoso nei rapporti tra banche e imprese: da un lato le banche saranno incentivate a classificare e valutare le imprese in modo più rigoroso, dall’altro le imprese saranno spinte ad una maggiore trasparenza e migliore organizzazione perché quelle più meritevoli otterranno credito a condizioni migliori. Il rapporto banche-imprese dunque è destinato a migliorare con un dialogo più intenso, basato su maggiori informazioni e sul confronto basato sui progetti e sul futuro dell’impresa stessa. Le Pmi saranno penalizzate dai nuovi criteri? Le Pmi non saranno penalizzate con Basilea2. Tutte le ricerche, comprese le più recenti effettuate dalla Commissione europea, confermano che con Basilea2 le banche dovranno effettuare accantonamenti di capitale in media inferiori rispetto a quelli attuali per i finanziamenti alle Pmi. Questo vuol dire, oltre alla possibilità di concedere anche più finanziamenti rispetto ad oggi, soprattutto condizioni più vantaggiose per le imprese con le carte in regola. .  
   
   
FITCH RATINGS ALZA IL RATING INDIVIDUALE DI BANCA POPOLARE DI MILANO A "B/C" DA "C"  
 
Milano, 14 giugno 2006 – Ieri Fitch Ratings ha innalzato il rating individuale di Banca Popolare di Milano a "B/c" da "C" ed ha confermato l´Issuer Default rating - Idr (long term rating) ad ´A-´ (A meno), lo Short-term rating a ´F2´ ed il Support rating a ´3´. L´outlook dell´ Idr (long term rating) si mantiene "stabile". .  
   
   
SYNTHESIS BANK, BANCA ONLINE MIGLIORA ULTERIORMENTE LA PROPRIA OFFERTA E LE CONDIZIONI OPERATIVE ABOLENDO GLI IMPORTI MINIMI E LE COMMISSIONI FORFETARIE PER LE OPERAZIONI SU CFD (CONTRACTS FOR DIFFERENCE)  
 
Ginevra, Svizzera, 14 giugno 2006 - Synthesis Bank indicata come una competitiva banca online dalle redazioni di pubblicazioni quali Bilan, Cash, Stocks e Tagesanzeiger è anche l´unica banca svizzera a non fatturare alcuna commissione di custodia e amministrazione. Nonostante ciò, Synthesis Bank ha deciso di offrire agli investitori in borsa condizioni operative e tariffe ancora più competitive e vantaggiose, abolendo gli importi minimi e le commissioni forfetarie su acquisti e vendite di Cfd. Commissioni di brokeraggio sul mercato svizzero (studio comparativo) : http://www. Tradingfloor. Com/images/press/tableaubilan. Jpg
Synthesis Bank
Acquisito di Cfd Acquisito di Cfd
Acquisito commissioni minime prima comissioni minime ora
Eur 1000 di Telecom Italia 15 0
Eur 5000 di Bulgari 15 0
Eur 10000 di Unicredito 15 0
I Cfd (Contracts For Difference), classe di titoli ancora poco conosciuta in Svizzera, permettono di puntare sul rialzo o ribasso delle azioni senza detenerle direttamente o prenderle a prestito, sfruttando così un effetto leva considerevole. Inoltre, si tratta di un formidabile strumento di copertura dei rischi di portafoglio. Synthesis Bank ha anche ridotto ulteriormente il margine di garanzia richiesto per le operazioni in valuta estera, che passa dal 2 all´1% (sui primi 100. 000 franchi svizzeri). Ad esempio, con un investimento di 1. 000 franchi svizzeri, l´effetto leva opera su 100. 000 franchi svizzeri (invece dei precedenti 50. 000 franchi svizzeri). Charles-henri Sabet, fondatore e amministratore delegato di Synthesis Bank, osserva: <<Grazie alla nostra tecnologia avanzata, puntiamo più ai volumi di scambi trattati che ai margini sulle singole operazioni. I nostri clienti, grandi e piccoli, ormai ricevono tutti lo stesso trattamento, che permette di risparmiare considerevolmente sulle commissioni d´intermediazione e sui costi di back-office, beneficiando nel contempo di una gestione del rischio molto efficiente>>. Infatti, la piattaforma online di Synthesis Bank è in grado di gestire automaticamente le esposizioni e i margini di garanzia di ogni cliente sulla base del patrimonio totale, comunque sia investito. Se l´effetto leva è eccessivo, il cliente viene immediatamente avvertito. Un altro vantaggio notevole consiste nella possibilità per i terzi gestori di monitorare sul proprio terminale le posizioni dei clienti, garantendo un controllo costante dei rischi. Infine, Synthesis Bank lancia una nuova versione della piattaforma Tradingfloor, ancora più intuitiva e di facile utilizzo. È il primo passo verso il lancio di una nuova piattaforma proprietaria profondamente innovativa, che dovrebbe essere operativa all´inizio del 2007. Nella stessa logica, Synthesis Bank ha potenziato il servizio di consulenza operativo 24 ore al giorno, che consente agli investitori di avvalersi dei consigli di grandi esperti dei mercati. .
 
   
   
CREDITO VALTELLINESE: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE NOMINA ENZO ROCCA NUOVO VICE DIRETTORE GENERALE  
 
Sondrio, 14 giugno 2006 - Il Consiglio di Amministrazione del Credito Valtellinese, completando il disegno di revisione dell’assetto di governance della Capogruppo approvato nella seduta consiliare dell’11 maggio 2006, ieri ha nominato Enzo Rocca nuovo Vice Direttore Generale. Rocca, 42 anni, laureato in Economia e Commercio presso l’Università La Sapienza di Roma, è iscritto all’Albo dei Revisori contabili dal 1995 e all´Albo dei Dottori Commercialisti dal 1991 e ha maturato una significativa esperienza, con incarichi di responsabilità, presso primarie banche italiane. Al Gruppo Credito Valtellinese dal 1999, dove ha ricoperto posizioni con crescenti livelli di responsabilità nell’area amministrazione, pianificazione e risk management, dal 2001 è responsabile della Direzione Amministrativa della capogruppo. Rocca ricopre altresì importanti incarichi amministrativi nell’ambito di Deltas S. P. A. – Società cui sono attribuite attività di corporate center a supporto della capogruppo nella definizione e controllo del disegno imprenditoriale unitario –, Aperta Sgr S. P. A. E Mediocreval S. P. A. , tutte appartenenti al Gruppo bancario Credito Valtellinese. Autore di numerose pubblicazioni in tema di gestione e bilancio delle banche, Rocca andrà ad affiancare gli altri membri della Direzione Generale della Capogruppo Credito Valtellinese, già costituita da Miro Fiordi, Direttore Generale , Giovanni Paolo Monti, Vic e Direttore Generale Vicario e Franco Sala, Vice Direttore Generale . .  
   
   
MERRILL LYNCH INVESTMENT MANAGERS : MERCATI AZIONARI GLOBALI: PREMATURO METTERSI SULLA DIFENSIVA  
 
 Londra - 14 giugno 2006 - Secondo Merrill Lynch Investment Managers (Mlim), sui mercati azionari globali è ancora possibile conseguire dei buoni rendimenti, ancorché non nello stesso ordine di grandezza rispetto a quanto si è assistito a partire dal 2003. E´ dunque prematuro per gli investitori adottare un atteggiamento difensivo. Richard Urwin, Responsabile Asset Allocation & Economics di Mlim, ha reso note quelle che ritiene essere le principali tematiche di investimento per il resto del 2006: "L´economia globale gode ancora di condizioni discretamente propizie, coerenti con ulteriori opportunità per chi investe in azioni. All´ inizio del 2006, ritenevamo che il rischio inflazione non si sarebbe rafforzato e che il rialzo dei tassi di interesse Usa avrebbe avuto fine, prevedendo anche prospettive favorevoli per le materie prime e per i mercati azionari del Giappone e dei Paesi Emergenti. A nostro avviso, si tratta di tematiche non ancora esaurite: pur avvicinandosi alla fase matura e aumentando la propria volatilità, il mercato rialzista non è compromesso. Anche se non assisteremo nuovamente ai vigorosi rendimenti azionari che hanno caratterizzato gli ultimi tre anni, è ancora prematuro per gli investitori riposizionare i propri portafogli in maniera difensiva". Tematiche per la seconda metà del 2006 - Tassi di interesse ancora in graduale aumento. A livello globale, i tassi di interesse sono in fase di normalizzazione, in risalita da livelli bassi piuttosto anomali. La politica restrittiva della Federal Reserve Usa è sul punto di terminare e riteniamo che i tassi aumenteranno in Europa, in Giappone e in altri Paesi Asiatici, anche se questo si verificherà lentamente e in modo da evitare che la politica monetaria diventi restrittiva ovunque. Le aspettative sono per una bassa inflazione, limitando così la necessità di interventi più aggressivi da parte delle banche centrali. Trend rialzista nelle materie prime. All´origine degli aumenti dei prezzi delle materie prime vi sono dei solidi fondamentali: le tendenze della domanda e dell´offerta. Non si tratta di un terreno speculativo: la domanda resta alta a causa di una vigorosa crescita economica globale, in particolare in Cina e in India, mentre il prezzo del petrolio resta sostenuto in virtù dei vincoli della capacità produttiva e dei rischi geopolitici. Anche se per la seconda metà dell´anno un rallentamento e un periodo di consolidamento sono probabili, non prevediamo una marcata correzione dei prezzi delle materie prime. Dollaro nuovamente sotto pressione. Con i tassi di interesse Usa ai massimi e con aspettative di crescita dei tassi anche nel resto del mondo, è probabile che l´assottigliarsi del differenziale di interesse a favore degli attivi Usa possa portare a un ulteriore deprezzamento del dollaro. Bassi rendimenti obbligazionari. I rendimenti dei titoli obbligazionari sono aumentati al punto tale da ridurre la loro scarsa appetibilità, sia se considerati quale investimento a sé sia relativamente ai titoli azionari. Riteniamo tuttavia che l´acquisto di titoli obbligazionari sia ancora prematuro, poiché le valutazioni relative e la situazione incoraggiante degli utili sottintendono ancora a rendimenti migliori per quanto concerne le azioni. Crescita rallentata per gli utili aziendali. I mercati azionari globali sono stati spinti da tre anni consecutivi di forte crescita degli utili aziendali. Nonostante sia probabile che la crescita rimanga positiva, a nostro avviso subirà un rallentamento, visto che i margini di utile sono già alti. Sui mercati azionari i titoli vengono scambiati sulla base di valutazioni adeguate, mentre i mercati caratterizzati da multipli più bassi, come ad esempio il Regno Unito, potrebbero dare rendimenti migliori in un contesto di crescita più contenuta. Ricerca di opportunità locali. I mercati emergenti sono ancora appetibili e negli ultimi anni il rischio "Macro" si è ridotto. Riserve valutarie più consistenti, una migliore gestione economica, nonché il ridimensionamento del rischio geopolitico hanno portato a un apprezzamento delle valute e a un miglioramento del merito di credito. Davanti a una crescita degli utili piuttosto significativa, il differenziale di valutazione dei mercati emergenti rispetto a quelli sviluppati potrebbe non essere più completamente giustificato. *I1 Giappone mostra ancora delle potenzialità di crescita. Le famiglie giapponesi tendono a detenere in liquidità oltre la metà della propria ricchezza, rispetto al 13% degli Usa. Parimenti, in Giappone solo il 10% della ricchezza è investito in azioni, contro il 34% degli Usa. Anche un piccolo cambiamento verso il modello di investimento azionario Usa potrebbe fornire ai titoli giapponesi una forte spinta interna. .  
   
   
GRUPPO GENERALI: SEMPLIFICATA E RAZIONALIZZATA LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA E DI BUSINESS IN ITALIA FUSIONE DI GENERALI VITA IN ASSICURAZIONI GENERALI SOTTO IL BRAND UNICO ASSICURAZIONI GENERALI  
 
Milano, 14 giugno 2006. Il Consiglio di Amministrazione di Assicurazioni Generali, riunitosi ieri sotto la presidenza di Antoine Bernheim, ha approvato un’ampia riorganizzazione delle attività assicurative del Gruppo in Italia, i cui elementi chiave sono: • fusione per incorporazione di Generali Vita in Assicurazioni Generali per costituire una compagnia che avrà come unico brand Assicurazioni Generali • le linee guida dell’integrazione tra Ina e Assitalia per costituire una compagnia che avrà come unico brand Ina Assitalia. Il Consiglio ha inoltre approvato la fusione di Sia - che opera nella loss prevention e nella risk analysis per i clienti corporate del Gruppo in Italia - in Assicurazioni Generali e le linee guida dell’integrazione tra Ggl (Gruppo Generali liquidazione Danni) - operante nella liquidazione sinistri per le società del Gruppo in Italia - e Datel, società specializzata nella gestione di call center sinistri per il Gruppo. Tutte le società interessate dalle operazioni sono interamente controllate, direttamente o indirettamente, da Assicurazioni Generali. Tali iniziative sono passaggi chiave nel programma del Gruppo volto ad aumentare l’eccellenza operativa, così come indicato nelle linee strategiche del Piano Industriale 2006/2008, presentato alla comunità finanziaria nel marzo scorso. In maniera più specifica, in seguito alle fusioni le due reti distributive, prima facenti capo ciascuna a due società – Generali Vita e Assicurazioni Generali da un lato, Ina e Assitalia dall’altro - faranno capo ognuna a una sola società – Assicurazioni Generali da un lato e Ina Assitalia dall’altro - con maggiore semplicità ed efficienza. L’ottimizzazione del business di supporto del Gruppo viene perseguita, a livello territoriale, anche attraverso la centralizzazione dei servizi di Gruppo quali It, asset management e back office titoli, gestione sinistri, acquisti, amministrazione del personale. Giovanni Perissinotto, Amministratore Delegato di Generali, ha dichiarato: “Le iniziative approvate oggi sono il culmine di anni di duro e proficuo lavoro, in particolare in Ina e Assitalia. Dopo aver riportato in buone condizioni il business, è ora il momento di unire, sotto unici brand, danni e vita, al fine di offrire un servizio sempre più integrato ai nostri clienti, supportato da un back office comune. ” “In uno scenario caratterizzato in particolare da una domanda crescente di prodotti previdenziali e assistenziali integrati – ha proseguito Perissinotto – la nostra sfida sarà quella di offrire un servizio di alta qualità, facendo leva su una rete di consulenti sempre più qualificati e riconoscendo al cliente i vantaggi che derivano da un’organizzazione sempre più efficiente”. La fusione di Assicurazioni Generali e Generali Vita darà luogo in Italia a un’unica società, operante nel vita e nel danni, sotto il brand Assicurazioni Generali. L’operazione comporterà una semplificazione della struttura organizzativa dell’attività assicurativa italiana di Assicurazioni Generali, che vedrà concentrate le funzioni di business in tre macro aree: danni, vita e commerciale. Dopo l’operazione la Compagnia potrà contare su un monte premi complessivo di € 9,4 miliardi, una base di 3 milioni di clienti serviti da una rete di circa 700 agenzie e 2. 000 produttori. La gestione più efficace della rete e una più spinta politica di cross selling tra clienti vita e clienti danni consentirà sinergie di ricavi per € 50 milioni annui. Sotto il profilo finanziario, sulla base dei dati 2005 il patrimonio netto complessivo sarà pari a € 9,9 miliardi, il totale attivi pari a € 57,7 miliardi e le riserve tecniche pari a € 40,4 miliardi. E’ stata data inoltre prosecuzione all’attuazione del disegno strategico di riassetto del Gruppo sul mercato italiano, finalizzato a razionalizzare ed integrare, oltre che le singole strutture organizzative e societarie, anche i servizi comuni. In questo contesto il Gruppo ha ritenuto opportuno accelerare il processo di accentramento dei servizi amministrativi già in buona parte realizzato con il precedente piano industriale, concentrando in Gsa, società preposta ai servizi amministrativi comuni del Gruppo in Italia, l’area contabilità e bilancio della capogruppo. L’integrazione, di cui il Cda ha delineato le linee guida, darà vita ad un’unica società mista che assumerà la denominazione Ina Assitalia, e che svolgerà la sua attività sia nel vita che nel danni. La fusione semplificherà la struttura organizzativa concentrando le funzioni di business della nuova compagnia in tre macro aree: danni, vita e commerciale. La nuova compagnia Ina Assitalia potrà contare su un monte premi complessivo di circa € 5,3 miliardi, con quasi 3 milioni di clienti, serviti da una rete di circa 200 agenzie generali, con circa 2. 800 punti vendita e 8. 000 venditori. La gestione più efficace della rete e una più spinta politica di cross selling tra clienti vita e clienti danni consentirà sinergie di ricavi per € 52 milioni annui. Per quanto riguarda gli aspetti finanziari, sulla base dei dati aggregati relativi al bilancio 2005, il patrimonio netto complessivo della nuova società sarà pari a € 2,1 miliardi, il totale attivi pari a € 30,3 miliardi e le riserve tecniche pari a € 27 miliardi. Sia, società detenuta da Assicurazioni Generali al 48% e da Assitalia al 52%, opera nel campo della loss prevention e della risk analysis per i clienti corporate del Gruppo Italia. Attraverso la fusione della società in Assicurazioni Generali verranno internalizzate le competenze specifiche nei campi suddetti. Le attività svolte oggi da Sia saranno affidate ad una nuova divisione nell’ambito dell’area danni di Assicurazioni Generali, che opererà sia a favore della clientela di Assicurazioni Generali, che come service per le altre società del Gruppo. Datel, detenuta al 51% da Europe Assistance Italia (a sua volta controllata da Assicurazioni Generali) ed al 49% da Ggl, operante nella liquidazione sinistri per le società del Gruppo in Italia, è una società specializzata nella gestione di call center sinistri per il Gruppo. L’integrazione tra Datel e Gruppo Generali liquidazione Danni è volta ad internalizzare l’attività di gestione del call center per la liquidazione dei sinistri, semplificando la struttura societaria del Gruppo Generali in Italia, al fine di migliorare ulteriormente il servizio al cliente, anche nel quadro della riforma della liquidazione sinistri diretta Rc auto. Le operazioni, ottenute le necessarie autorizzazioni di legge, saranno portate a termine entro la fine dell’anno. .  
   
   
CEMBRE: NEI PRIMI CINQUE MESI FATTURATO CONSOLIDATO A + 20,7% RICAVI IN CRESCITA SIA SUL MERCATO ITALIANO SIA SUL MERCATO ESTERO.  
 
Brescia, 14 giugno 2006 – Cembre S. P. A. , Società quotata al segmento Star della Borsa Italiana (Cmb. Mi), che produce e distribuisce connettori elettrici ed accessori per cavo, ha chiuso i primi cinque mesi del 2006 con ricavi consolidati pari a 34 milioni di euro, in crescita del 20,7% rispetto ai 28 milioni di euro dei primi cinque mesi del 2005. Le vendite consolidate in Italia nei primi cinque mesi 2006, pari a 15,1 milioni di euro, sono aumentate del 20,8 per cento mentre quelle estere, pari a 18,9 milioni di euro, sono aumentate del 20,6 per cento. Nel periodo considerato i ricavi delle vendite sono stati realizzati per il 44,5 per cento in Italia e per il 55,5 per cento all’estero, distribuzione geografica analoga a quella dei primi cinque mesi del 2005. .  
   
   
UNIONCAMERE: ANDREA MONDELLO È IL NUOVO PRESIDENTE  
 
Roma, 14 giugno 2006 – Andrea Mondello, presidente della Camera di Commercio di Roma, è il nuovo presidente di Unioncamere. Succede al presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, che lascia il vertice dell’Unione alla scadenza del secondo mandato. Mondello è stato eletto ieri all’unanimità dai 103 presidenti delle Camere di Commercio italiane, riunitisi in occasione della 123ª Assemblea di Unioncamere. Nei sei anni di presidenza, Sangalli ha rafforzato la posizione istituzionale del sistema camerale, impegnandosi affinché le Camere di Commercio venissero inserite nell’architettura costituzionale e venisse completato il percorso di autonomia fiscale delle Camere attraverso l’uscita dalla Tesoreria unica. Tra il 2000 e il 2006, l’Unioncamere ha ampliato la rete delle alleanze con i ministeri delle Attività produttive (ora Sviluppo economico), degli Esteri, della Giustizia, delle Politiche agricole, dell’Istruzione e dell’Innovazione ed ha stretto accordi di collaborazione con gli organismi di rappresentanza di Regioni, Province e Comuni, con l’Ice, con gli ordini professionali e con le associazioni di categoria, che hanno consentito di potenziare l’attività delle Camere di Commercio, soprattutto in materia di internazionalizzazione, tutela dei consumatori, promozione dei territori e sviluppo locale. Tra le principali innovazioni introdotte in questi anni, si ricorda, fra l’altro, l’entrata a regime della firma digitale per la comunicazione telematica tra imprese e Camere di Commercio; la realizzazione di impresa. Gov, il portale che integra i servizi online degli archivi di Camere di Commercio, Inps e Inail; l’apporto fornito all’avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro, attraverso l’alternanza scuola-lavoro; l’impegno per la sensibilizzazione delle imprese in materia di responsabilità sociale; il rafforzamento e messa in rete degli uffici studi e statistica delle Camere di Commercio per potenziare il monitoraggio dell’economia locale; l’istituzione della Giornata dell’Economia; il forte impulso alla diffusione degli strumenti di giustizia alternativa; l’avvio dell’Università telematica. Andrea Mondello è presidente della Camera di Commercio di Roma e presidente dell’Unioncamere Lazio. Vicepresidente vicario di Unioncamere fino ad oggi, Mondello ricopre numerosi incarichi: è fra l’altro presidente della Fiera di Roma Spa e vice presidente della Fondazione Musica per Roma Spa (Auditorium). Siede nei consigli di amministrazione di Banca di Roma Spa, Fondazione Censis, Società per il Polo Tecnologico Industriale Romano Spa. E’ componente di Giunta di Confindustria Lazio e dell’Unione degli Industriali di Roma. In passato è stato, fra l’altro, presidente degli industriali di Roma e del Lazio, vicepresidente di Confindustria e ha svolto la sua attività imprenditoriale come azionista ed amministratore delegato della Birra Peroni Spa. . .  
   
   
PREVISIONI MANPOWER SULL’OCCUPAZIONE: CONTINUA A CRESCERE IL LIVELLO DI FIDUCIA DEI DATORI DI LAVORO ITALIANI NEL TERZO TRIMESTRE DEL 2006 PREVISTE NUOVE ASSUNZIONI NEL NORD OVEST, NORD EST E NEL CENTRO ITALIA  
 
 Roma, 14 giugno 2006 - Sale il livello di fiducia dei datori di lavoro italiani che anticipano una propensione all’occupazione cautamente positiva e fanno registrare incrementi delle previsioni di assunzione in sei settori industriali su dieci. L’80% dei datori di lavoro ha dichiarato di voler mantenere inalterato il proprio staff aziendale, mentre il 9% ha anticipato di voler effettuare nuove assunzioni nel periodo Luglio-settembre 2006. E’ pari al 7% la percentuale degli intervistati che anticipa di voler ridurre il proprio organico. Il 4% risponde di non essere in grado di fare alcuna previsione. A livello complessivo, quindi, la Previsione Netta sull’Occupazione è pari a +2%(*), il primo risultato positivo dopo tre trimestri caratterizzati da aspettative di segno negativo. Al netto dei fattori stagionali la previsione è pari a 0%, in crescita di 4 punti percentuali rispetto allo scorso trimestre. E’ quanto emerge dalle Previsioni Manpower sull’Occupazione, l’indagine condotta su un campione rappresentativo di 1. 000 datori di lavoro italiani per individuare il trend dell’occupazione nel periodo tra Luglio e Settembre 2006. Rispetto allo scorso trimestre aumenta il livello di fiducia in tre delle quattro aree geografiche italiane: Nord Est, + 4 punti percentuali, Sud e Isole, + 3 punti percentuali, e Centro, +5 punti percentuali. Dei dieci settori di attività monitorati, sei anticipano un incremento del livello di fiducia ma, nonostante questo, solo quattro registrano un valore di previsione positivo. “Registriamo un leggera ripresa delle dinamiche occupazionali iniziata lo scorso trimestre e spinta dal diffuso miglioramento del livello di fiducia dei datori di lavoro italiani. Seppure ancora in una fase preliminare, il nostro Paese sta recuperando spazio di crescita e di sviluppo” commenta Stefano Scabbio, Amministratore Delegato di Manpower Italia. “I primi segnali arrivano proprio dal mondo delle imprese in cui si prevedono nuovi investimenti e che anticipano un incremento della propensione a creare nuovi posti di lavoro dopo nove mesi di incertezza e cauto pessimismo. La nostra indagine rileva un atteggiamento di cautela da parte degli imprenditori ma allo stesso modo segnala una seppur lieve crescita dell’ottimismo nelle regioni del Centro Italia, del Nord Est e del Mezzogiorno”. Confronto tra aree geografiche - Significativa l’inversione di tendenza nel Centro Italia con un valore di previsione positivo (+2%), dopo quattro trimestri consecutivi caratterizzati da una propensione negativa alla creazione di nuova occupazione. Sale anche il livello di fiducia dei datori di lavoro del Nord Est che esprimono una previsione pari a + 4%, contro i valori negativi o neutri espressi negli ultimi tre trimestri. Il Sud e le Isole anticipano incertezza sul fronte delle nuove assunzioni nonostante l’incremento di 3 punti percentuali rispetto allo scorso trimestre, comunque in flessione di 4 punti percentuali rispetto allo scorso anno. I risultati dell’indagine depurati dai fattori stagionali indicano una Previsione Netta sull’Occupazione positiva in due regioni. I datori di lavoro del Nord Ovest sono i più ottimisti (+4%), mentre nel Mezzogiorno si registra il livello di fiducia più negativo (-3%). Confronto tra settori - Sono quattro i settori nei quali i datori di lavoro anticipano di voler incrementare il livello di occupazione: Servizi finanziari (+9%), Ristorazione/alberghi (+12%), Costruzioni (+5%) e Attività Manifatturiere (+5%). Il più alto livello di pessimismo è espresso nel settore dei Trasporti/comunicazioni (-8%). Sul piano congiunturale di evidenzia un incremento della fiducia in sei dei dieci comparti di attività, mentre rispetto allo scorso anno la variazione positiva ha riguardato quattro settori. Al netto dei fattori stagionali il settore dei Servizi Finanziari esprime la migliore propensione ad effettuare nuove assunzioni (+6%), mentre il comparto della Ristorazione fa segnare un -10% e quello dei Trasporti crolla a -34%. Confronto internazionale - I datori di lavoro di 23 dei 25 Paesi coinvolti nell’indagine a livello mondiale anticipano di una propensione positiva alla creazione di nuova occupazione. Sono 11 su 25 i Paesi in cui si registra un incremento del livello di fiducia. Giappone, Costa Rica, Taiwan, Hong Kong e Stati Uniti esprimono le più elevate aspettative in termini di nuove assunzioni nel periodo Luglio-settembre, mentre Germania, Italia e Paesi Bassi registrano i risultati di previsione meno ottimisti. In Europa 6 Paesi sui 12 intervistati esprimono una propensione all’occupazione più alta rispetto allo scorso anno, laddove le migliori aspettative si registrano in Norvegia, Irlanda e Gran Bretagna. Sul fronte Americano, questo trimestre segna l’ingresso nell’indagine del Costa Rica che anticipa una forte propensione a creare nuovi posti di lavoro nel periodo di riferimento. Si mantengono alte sui livelli dello scorso anno le previsioni in Messico e Stati Uniti. Le Previsioni Manpower sull’Occupazione per il quarto trimestre 2006 saranno diffuse il 12 settembre prossimo. Il file in formato pdf con i dati della ricerca per l’Italia è disponibile sul sito www. Manpower. It, cliccando su “Previsioni Manpower sull’Occupazione”. I risultati relativi agli altri 24 Paesi e territori sono consultabili sul sito www. Manpower. Com/meos. .  
   
   
ECONOMIA: ARGENTINA E FVG SI INCONTRANO A PORDENONE  
 
Pordenone, 14 giugno 2006 - Le gravi difficoltà che solo pochi anni sembravano aver messo l´Argentina in ginocchio sono i via di superamento: lo dicono i dati macroeconomici forniti al seminario su "L´argentina incontra il Friuli Venezia Giulia", svoltosi ieri a Pordenone per iniziativa della Regione a Palazzo Montereale Mantica, sede di rappresentanza della locale Camera di commercio, in occasione della visita del ministro incaricato d´affari presso l´Ambasciata argentina in Italia, Daniel Oscar Deodato. Ai lavori sono intervenuti anche l´assessore regionale alle Relazioni Internazionali e altri esponenti regionali, mentre i saluti sono stati portati dal sindaco di Pordenone, dal presidente della Provincia di Pordenone e dal vicepresidente della Camera di commercio, che hanno messo in risalto i legami e le relazioni esistenti tra il territorio e le comunità friulane in Argentina. Quei dati - forniti dallo stesso Deodato - dicono che al 2005 il tasso di disoccupazione in Argentina è del 10,1 per cento, il tasso di crescita del Pil è del 9,2, le esportazioni ammontano a 40. 013 milioni di dollari, le importazioni a 28. 692 milioni di dollari, l´inflazione è al 12,3 per cento, il tasso di investimenti è del 27 per cento, il rapporto debito/Pil, in costante discesa, è al 72 per cento. Dati positivi, dunque, a fronte dei quali l´Argentina si pone come partner privilegiato per molti Paesi, anche come "piattaforma di lancio" verso le Nazioni asiatici e della stessa America Latina, ma paradossalmente sembra che l´Italia e il Friuli Venezia Giulia non siano particolarmente attenti a quel mercato. Forse - è stato osservato - perché i legami storici tra i due Paesi (per Deodato - riferendosi all´emigrazione - "gli italiani hanno fatto l´Argentina"), il rapporto viene dato per scontato, mentre invece va costruito e consolidato. In ogni caso i rapporti tra Friuli Venezia Giulia e Argentina non sono all´anno zero, merito anche del ruolo svolto dalle comunità di corregionali in quel Paese, che vanno considerate una risorsa attiva, ovvero come "ambasciate" dell´economia, delle istituzioni, del sociale, della cultura del Friuli Venezia Giulia in Argentina. Bisogna però passare da una dimensione di solidarietà a un rapporto di partenariato tra sistemi istituzionali ed economici locali, tra sistema delle Regioni italiane e sistema della Province argentine. Il Governo italiano ha appena dato il via libera al protocollo d´intesa tra Friuli Venezia Giulia e Provincia di Mendoza; ha avuto successo la formazione di tecnici argentini nel settore vitivinicolo portata avanti dall´Ersa; verrà sostenuto l´avvio di un ufficio per la cooperazione nella Provincia di Misiones; vanno esportate le nostre eccellenze (anche nel campo della conoscenza e della ricerca, oltre che nell´imprenditoria) e va favorita l´internazionalizzazione delle nostre imprese. Nello specifico dei vari temi sono poi entrati sia dirigenti della Regione (Attività Produttive, Relazioni Internazionali, Corregionali all´estero) sia dell´Ambasciata argentina a Roma, che di enti, istituti e aziende direttamente interessati alla problematica. Obiettivo per tutti: è finito il tempo dei gemellaggi, è iniziato quello dei rapporti concreti che consentano uno scambio paritario e utile a tutti di risorse, esperienze e quant´altro sia utile allo sviluppo. .  
   
   
FIRENZE, SI CHIAMA PIANO STRATEGICO IL FUTURO DELLA CITTÀ IL SINDACO DOMENICI CON MINISTRI, PARLAMENTARI, STUDIOSI INTERNAZIONALI A CONVEGNO A VERONA SULLA GOVERNANCE URBANA. NENCINI: “UNA NUOVA ERA NEL RAPPORTO TRA GOVERNO E TERRITORIO”  
 
 Firenze, 14 giugno 2006 – Dedicato alla Governance Urbana, uno dei grandi problemi del nostro tempo, si tiene a Verona il 15 e 16 giugno il primo convegno annuale della Rete delle Città Strategiche (www. Recs. It), l’associazione delle città italiane che adottano il Piano Strategico come strumento innovativo per governare i processi di sviluppo del territorio. Tra i protagonisti annunciati anche Firenze con il sindaco Leonardo Domenici. La città è infatti tra i fondatori della Rete di cui oggi fanno parte altri 18 centri: Verona, Torino, Venezia, La Spezia, Trento, Pesaro, Lecce, Catania, Bolzano, Barletta, Perugia, Piacenza, Jesi, Carbonia, Cuneo, Terni, Caserta e i Comuni copparesi (Ferrara). Il 15 giugno ne entreranno formalmente altre 8: Napoli, Bari, Cagliari, Asti, Ferrara, Olbia, Brindisi e Prato. Numerose altre stanno perfezionando l’adesione. “L’evento”, dice Riccardo Nencini, assessore al Piano Strategico fiorentino, “inaugura una nuova era nello sviluppo delle città e un nuovo rapporto con il governo centrale basato su una maggiore cooperazione tra Stato e territorio in tema di scelte strategiche, politiche urbane e distribuzione delle risorse per realizzarle. Come noto, il Piano Strategico è un processo di governance, che aggrega attori e politiche, seleziona obiettivi, avvia progetti concertati di trasformazione territoriale e mobilita gli investitori in un quadro di competitività sovra locale. Ma soprattutto costruisce per le città un´idea di futuro, di lungo periodo e di area vasta, in cui tutti si riconoscono, e per realizzare il quale tutti si impegnano”. Sede al Palazzo della Gran Guardia, il convegno di Verona ha per protagonisti sindaci e amministratori regionali, parlamentari italiani ed europei, funzionari di Stato e testimonial di esperienze internazionali, progettisti e docenti, italiani e non. A tre noti docenti il compito di coordinare le sessioni tematiche. Apre e chiude i lavori Paolo Zanotto, sindaco di Verona e presidente della Rete. Organizzato in collaborazione con Banca Intesa, il convegno, è patrocinato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci). Tre le sessioni tematiche. La prima, Le città e i livelli di governo (giovedì 15 giugno, ore 14,30, coordinatore Fabio Rugge, Università di Pavia), è dedicata alle nuove configurazioni dei rapporti tra i livelli di governo, che vedono città, regioni, stati nazionali e Unione Europea impegnati a definire nuove regole di interazione. Previste relazioni di Bruno Dente (Politecnico di Milano) e Patrick Le Galès (Sciences Politiques, Parigi), e interventi di Fabrizio Barca (Dps, Ministero dell’Economia), Franco Bassanini (presidente dell’associazione Astrid), Luigi Gilli (assessore alla Programmazione e Sviluppo territoriale della Regione Emilia-romagna), dell’onorevole Bruno Tabacci. Alle 18,30, il workshop Piani Strategici: strade per il futuro, un gioco in rete per la comunicazione, un’iniziativa del comune di Verona: per coinvolgere maggiormente i cittadini, soprattutto i giovani, nel dibattito sui Piani Strategici. La sessione Città e città-regione: i progetti, le risorse e le esperienze apre i lavori di venerdì 16 giugno (ore 9). Obiettivo: analizzare le risorse che pubblico e privato possono mobilitare in vista dei progetti urbani da realizzare: risorse europee, nazionali e regionali; leve fiscali; project financing; uso delle rendite fondiarie; partnership. Presiede Paolo Perulli (Università del Piemonte Orientale), relaziona Allen Scott (University of California Los Angeles), massimo studioso al mondo delle cosiddette città-regione, le macro unità territoriali disegnate dai flussi economico-sociali reali, che stanno ormai sconvolgendo i tradizionali confini amministrativi. Si inserisce in questo quadro la presentazione di alcune qualificanti esperienze europee, con le relazioni di Francesc Santacana, coordinatore del Plan Estratégico Barcelona 2000, di Sandy Taylor (Birmingham). Intervengono al dibattito Gaetano Fontana (ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), Renzo Marangon (assessore all’urbanistica della Regione Veneto), Paolo Verri (Torino Internazionale), Michele Emiliano, sindaco di Bari. Sintesi di Giorgio Pagano, sindaco di La Spezia. Alle 14,30, infine, sessione plenaria diretta da Carlo Trigilia (Università di Firenze). Tema: Le città, la pianificazione strategica e il governo urbano. Scopo: discutere della pianificazione strategica delle città europee come metodo innovativo di coordinamento, nel quadro di una nuova concezione degli strumenti di governo urbano miranti a regolare le azioni dei soggetti privati, a stimolare lo sviluppo e a indicare visioni e mete collettive condivise. Due i relatori: Roberto Camagni (Politecnico di Milano) e Pierre Veltz (Ecole Nationale des Ponts et Chaussées di Parigi). Poi interventi, tra gli altri, di rappresentati delle città di Leeds (Uk) e Praga, di Jan Olbrycht (parlamentare Europeo polacco), Klaus Illigmann (Piano Strategico di Monaco di Baviera), Maurizio Carbognin, direttore generale del comune di Verona, di Massimo Cacciari (sindaco di Venezia), di Leonardo Domenici (sindaco di Firenze e presidente dell’Anci). Durante il convegno, da visitare sotto il Loggiato della Gran Guardia la mostra sull´Urban Center e il Piano Strategico di Verona. .  
   
   
PIANIFICAZIONE: 19 COMUNI SIGLANO PROTOCOLLO BASSA FRIULANA  
 
Trieste, 14 giugno 2006 - La Bassa Friulana fa da battistrada in materia di pianificazione territoriale di are vasta. Lo annuncia l´assessore regionale alla Pianificazione Territoriale Lodovico dando notizia che il protocollo d´ intesa Regione-comuni in materia di sviluppo strategico è stato sottoscritto da ben diciannove sindaci. Si tratta dei sindaci dei Comuni di Aquileia, Gonars, Cervignano del Friuli, Chiopris Viscone, Torviscosa, Santa Maria La Longa, San Giorgio di Nogaro, Ruda, Latisana, Ronchis, Bicinicco, Campolongo, Lignano Sabbiadoro, Marano Lagunare, Aiello del Friuli, Visco, Villa Vicentina, Tapogliano e Bagnaria Arsa. Il protocollo promuove la redazione di uno studio finalizzato all´individuazione delle politiche di governo del territorio, sviluppo economico, tutela e promozione del patrimonio ambientale, storico, culturale, archeologico e monumentale della Bassa Friulana. Il protocollo d´intesa ha una durata di tre anni e il Comune di Aquileia svolgerà la funzione di capofila con il supporto di un apposito comitato di coordinamento. Lo studio strategico consentirà la definizione condivisa e di area vasta delle più significative opzioni di governo del territorio: viabilità e infrastrutture in genere, valorizzazione e tutela del patrimonio archeologico e monumentale, sviluppo economico con riferimento particolare alla portualità, alla logistica e all´agroalimentare. Si tratta solo di alcuni degli assi di intervento. La Regione, ha affermato l´assessore, guarda con molto interesse al progetto della Bassa perché si tratta della prima esperienza di pianificazione territoriale di area vasta e dimostra che i Comuni possono davvero svolgere quella funzione. .  
   
   
UNA SETTIMANA DI STATISTICA A TORINO  
 
Torino,14 giugno 2006 – Oggi alle ore 9. 45, presso il Centro Congressi Torino Incontra (via Nino Costa 8, Torino), si aprirà la 43a edizione della Riunione Scientifica biennale della Sis ( Società Italiana di Statistica), un importante appuntamento di riflessione, studio e confronto tra specialisti e utenti del dato statistico, probabilistico e demografico. Dal 14 al 16 giugno la Riunione Scientifica proseguirà con sessioni di lavoro su argomenti di grande attualità, come il rapporto tra statistica e politica, la sostenibilità del processo di invecchiamento della popolazione, la statistica e la spiegazione dei comportamenti riproduttivi e familiari, la misurazione dei prezzi. In tale occasione studiosi, ricercatori e imprenditori faranno il punto sui metodi statistici più avanzati e le tecniche di analisi dei dati in ambito politico-amministrativo, socio-economico, ambientale, aziendale, medico. Parteciperanno inoltre diversi esperti stranieri, relatori sugli ambiti di ricerca più innovativi e di maggiore attualità a livello mondiale. Saranno presentati oltre 200 lavori, organizzati in 35 sessioni tematiche di lavoro. Il programma dettagliato delle giornate è disponibile all’indirizzo www. Sis2006. Unito. It. “Per la Sis la valorizzazione e la correttezza dell´informazione statistica sono obiettivi preminenti”, dice il Presidente del Comitato Organizzatore “Sis Torino 2006”, Prof. Mario Montinaro dell´Università di Torino, “e sono obiettivi che possono essere raggiunti solo con un confronto diretto e costruttivo tra studiosi, produttori e utilizzatori del dato statistico. E´ per questo che quest´anno abbiamo aperto le porte della Riunione Scientifica agli imprenditori, ai medici, ai dirigenti delle aziende di credito e di assicurazione, con specifiche giornate di studio”. . .  
   
   
CORSO BREVE SULLA TECNOLOGIA DEI FORNI INDUSTRIALI  
 
Bruxelles, 14 giugno 2006 - Il 28 e 29 giugno si svolgerà a Lisbona (Portogallo) un corso breve sulla tecnologia dei forni industriali organizzato da Cenertec, il "Centro de Energia e Tecnologia". Il corso verterà principalmente sul miglioramento delle prestazioni energetiche e ambientali di forni a combustione ad alta temperatura, consentendo quindi una migliore comprensione dei principi e delle pratiche legati all´efficienza della progettazione e del funzionamento di questo tipo di impianti. Le lezioni interesseranno aspetti fondamentali e pratici dei processi di combustione e di trasferimento di calore alla base delle prestazioni dei forni ad alta temperatura. Il recente incremento del prezzo dei combustibili, associato alle crescenti preoccupazioni sui legami tra le emissioni di carbonio e il cambiamento climatico globale, hanno accentuato la necessità di conservare l´energia. L´efficienza del funzionamento dei forni è pertanto uno degli argomenti principali del corso. Sarà inoltre discussa la riduzione al minimo degli inquinanti (soprattutto dell´ossido di azoto) derivanti dai processi di combustione. La progettazione e il controllo dei forni si basano spesso sulla tradizione e sull´esperienza, malgrado i recenti sviluppi delle tecniche teoriche e sperimentali concernenti le prestazioni di tali impianti. Un altro tema fondamentale sarà quindi la modellizzazione dei forni. Http://www. Cenertec. Pt/index. Php .  
   
   
ENERGIA ELETTRICA: EMANATE LE CONDIZIONI REGOLAMENTARI PER IL “DISPACCIAMENTO” PER L’ANNO 2007  
 
Milano, 14 giugno 2006 - L’autorità per l’energia elettrica e il gas ha deliberato una riforma rilevante delle vigenti condizioni del dispacciamento di merito economico (in vigore dall’avvio del mercato elettrico nell’aprile 2004) che consentirà uno sviluppo ordinato delle cd. Contrattazioni “a termine” dell’energia elettrica. Tale sviluppo potrà completarsi solo a seguito dell’approvazione dei nuovi provvedimenti legislativi recentemente approvati dal Consiglio dei Ministri in materia di energia; tuttavia, sin da gennaio 2007, sarà possibile per gli operatori avvalersi di alcune nuove possibilità. Infatti, la riforma delle condizioni di dispacciamento - indipendentemente dal fatto che ci si riferisca a negoziazioni concluse liberamente su mercati organizzati con consegna fisica o con natura finanziaria (forward, future, option e swap) ovvero su piattaforme over-the-counter al di fuori delle piazze organizzate – consente il coordinamento con la fase di esecuzione fisica delle posizioni in acquisto/vendita negoziate attraverso una disciplina ordinata, certa e dotata delle necessarie flessibilità per rendere eseguibili i diversi tipi di transazione stipulate sui mercati “a termine”. La deliberazione, di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è disponibile sul sito internet www. Autorita. Energia. It I contenuti del provvedimento Come noto, il dispacciamento dell’energia elettrica è una funzione complessa e di fondamentale importanza per il funzionamento sicuro ed affidabile del sistema elettrico nazionale (infatti, è anche l’attività che dà disposizioni per l’utilizzazione e l’esercizio coordinati e contestuale degli impianti di produzione, della rete di trasmissione e dei servizi ausiliari: da un lato rende compatibili i programmi di immissione e prelievo di energia liberamente definiti dagli operatori con i vincoli della rete, e dall’altro lato garantisce l’equilibrio tra immissioni e prelievi effettivi) e per il buon esito delle transazioni di Borsa e della contrattazione bilaterale (cioè rende fisicamente eseguibili le contrattazioni stipulate e registrate). Il provvedimento odierno costituisce una riforma assai importante del dispacciamento in quanto consente di dotare il sistema elettrico italiano, a far data dall’1 gennaio 2007, di meccanismi, procedure e piattaforme informatiche in grado di gestire in sicurezza e con le adeguate garanzie - anche finanziarie - i c. D. “conti energia a termine” che rappresentano i registri delle posizioni in acquisto e vendita di energia elettrica contratte dai singoli operatori di mercato nel momento in cui chiedono l’esecuzione delle medesime posizioni per dar luogo a immissioni ed a prelievi di energia elettrica nelle/dalle reti elettriche. Ciò consentirà che possano svilupparsi una o più sedi di contrattazione a termine, con l’indubbio vantaggio di una migliore gestione del rischio prezzi e quantità nel mercato all’ingrosso, in cui gli operatori potranno costituire i propri portafogli acquisti/vendite e potranno scambiarsi le relative posizioni in un contesto di liquidità e di trasparenza aumentate. La disciplina riformata del dispacciamento coinvolge diversi soggetti che ne danno attuazione. In prima istanza Terna, titolare concessionario della funzione, ha la responsabilità dell’intero servizio anche avvalendosi – per alcune parti del medesimo – del Gestore del mercato elettrico. Tra i due soggetti sarà definita un’apposita convenzione che regolerà i termini di tale rapporto e che sarà nota agli operatori del settore, una volta verificata dall’Autorità. Dall’avvio del mercato elettrico al 1° aprile di due anni fa sono state già operate alcune modificazioni della disciplina del dispacciamento di merito economico in quanto servizio che ha riflessi determinanti sull’intera filiera elettrica (produzione, reti e domanda di energia). L’esperienza applicativa ha dimostrato la fondatezza dell’approccio evolutivo “graduale” sul dispacciamento che ha consentito di far progredire il sistema elettrico dal regime di prezzi amministrati a quello di mercato, dall’assetto in cui i consumi erano espressi per via intermediata da Grtn/terna al contesto attuale in cui la domanda elettrica esprime se stessa e partecipa alle negoziazioni di Borsa, dall’approvvigionamento delle risorse necessarie al dispacciamento per via amministrata e pre-definita ad una selezione delle risorse effettuata tramite un mercato organizzato e dedicato al dispacciamento. Il prossimo intervento evolutivo sulla disciplina di dispacciamento sarà operato nel corso del 2007 per l’implementazione graduale, ai sensi della deliberazione dell’Autorità n. 226/05, di meccanismi incentivanti lo svolgimento del dispacciamento al fine di ridurre ulteriormente i costi del servizio in un’ottica di efficienza generale del sistema elettrico. La procedura adottata per il provvedimento - La disciplina riformata del dispacciamento viene emanata in esito ad un iter di consultazione con gli operatori avviato nel 2005 (due documenti di consultazione ed uno di ricognizione emanato dalla Direzione energia elettrica dell’Autorità); e ad un processo istruttorio in cui la disciplina medesima è stata oggetto, dal 2005, dell’Analisi di Impatto della Regolazione (Air) promossa dall’Autorità in via sperimentale. L’air, prevista dall’art. 12 della legge di semplificazione n. 229/03, è una procedura che ha come principale obiettivo il miglioramento della qualità complessiva della regolazione, dando pubblicità alle esigenze e agli obiettivi che stanno alla base dell’atto amministrativo, esplicitando le motivazioni dell’opzione adottata rispetto ad altre ipotesi di intervento, coinvolgendo nel procedimento tutti gli interessati. A corredo del provvedimento odierno (che – di fatto – costituisce un Testo Integrato del dispacciamento 2007), viene pubblicata anche la relativa Relazione Air che illustra in maniera dettagliata i presupposti e le motivazioni alla base delle scelte operate dall’Autorità. Infatti, sulla base della procedura Air il provvedimento approvato dell’Autorità viene accompagnato da una relazione che ha il compito di illustrare l’iter seguito, evidenziando in particolare: i riferimenti normativi generali ; l’ambito di intervento del provvedimento; le ragioni di opportunità dell’intervento; gli obiettivi dell’Autorità; le opzioni di intervento, i risultati delle consultazioni e le valutazioni delle opzioni; la descrizione dell’opzione preferita e la motivazione della scelta effettuata. .  
   
   
ENERGIA, ACCORDO TRA AEM E L´ALBANESE KESH CATTANEO: "POSSIBILI ULTERIORI COLLABORAZIONI CON LA REPUBBLICA BALCANICA"  
 
Milano 14 Giugno 2006 - Un accordo tra l´Aem e la compagnia elettrica nazionale albanese Kesh in tema di energia è stato siglato al termine del seminario: "Albania un mercato vicino da conoscere, opportunità e strategie per operare con successo sul mercato albanese", svoltosi ieri a palazzo ai Giureconsulti. L´accordo è stato reso possibile dai proficui rapporti che intercorrono tra Albania e Lombardia, che si sono concretizzati con la recente missione del sottosegretario alla Presidenza della Regione, con delega alle Relazioni internazionali, Raffaele Cattaneo. "Ed è proprio dal tema dell´energia - ha commentato Cattaneo - che abbiamo voluto incentivare e avviare con la Repubblica albanese la collaborazione di Aem e delle altre ex Municipalizzate lombarde che sono viste come modello di successo nella prospettiva di sviluppare ulteriori rapporti". "L´albania - ha aggiunto Cattaneo - è cresciuta ed è piena di opportunità per i nostri imprenditori in settori quali, oltre all´energia, le infrastrutture, le public utilities, il tessile e l´abbigliamento, senza dimenticare il settore bancario e finanziario, la cui crescita e apertura rappresentano la condizione necessaria per lo sviluppo di tutte le relazioni comuni". La prossima missione in Albania delle imprese lombarde è prevista per ottobre. La Lombardia è la seconda tra le Regioni esportatrici in Albania dopo la Puglia e prima di Emilia-romagna e Marche. I principali prodotti importati dall´Albania in Lombardia nel 2005 sono stati i metallurgici, che hanno rappresentato oltre il 50% del totale, seguiti da abbigliamento e pellicce. Le esportazioni verso l´Albania sono invece macchine e apparecchi meccanici, macchine e apparecchi elettrici e abbigliamento. .  
   
   
TENARIS ACQUISISCE MAVERICK TUBE CORPORATION  
 
 Lussemburgo, 14 giugno, 2006. - Tenaris S. A. E Maverick Tube Corporationhanno congiuntamente annunciato di avere stipulato un accordo di fusione definitivo in base al quale Tenaris acquisirà Maverick per Us$65 per azione in contanti. Il valore dell’operazione è di Us$ 3,185 milioni, e comprende l’indebitamento netto di Maverick. Il prezzo delle azioni rappresenta un sovrapprezzo di circa il 42% del prezzo delle azioni di Maverick al 12 giugno 2006, ed un sovrapprezzo di circa il 24% della media del prezzo di contrattazione di 90 giorni. Tenaris finanzierà l’acquisizione in parte utilizzando liquidità e in parte tramite finanziamenti, per cui sono già stati assicurati gli impegni con le banche. L’operazione è soggetta all’approvazione degli enti regolatori, all’approvazione degli azionisti di maggioranza di Maverick e ad altre condizioni d’uso. Maverick è leader in Nord America nella produzione di oil country tubular goods (Octg), line pipe e coiled tubing da utilizzare nei pozzi petroliferi e di gas naturale. La divisione prodotti elettrici produce tubi saldati per condotti elettrici. Grazie all’attività svolta negli Stati Uniti, in Canada ed in Colombia, la società ha una capacità totale annuale di due milioni di tonnellate americane (short tons) di tubi d’acciaio saldati con una gamma di dimensioni da ¼ a 16 pollici. Con circa 4. 650 dipendenti, Maverick ha registrato un fatturato nel 2005 nell’ordine di Us$ 1,8 miliardi, di cui l’82% derivanti dalla divisione Energia. .  
   
   
OPA ERG: CONSOB RICHIEDE PRECISAZIONI SUGLI STRUMENTI FINANZIARI  
 
Genova 14 giugno 2006 - Erg S. P. A. (“Erg”) rende noto che in data 9 giugno 2006 la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (la “Consob”), ha comunicato l’incompletezza della comunicazione relativa all’intenzione di procedere ad un’offerta pubblica di acquisto volontaria avente ad oggetto la totalità delle azioni ordinarie rappresentative dell’intero capitale sociale di Enertad S. P. A. Depositata presso la Consob in data 5 giugno 2006. In particolare la Consob ha richiesto che fossero precisati gli strumenti finanziari oggetto dell’Offerta con particolare riferimento all’estensione della medesima alle azioni rivenienti dalla eventuale sottoscrizione di aumenti di capitale deliberati dal Consiglio di Amministrazione di Enertad e che non fossero presenti elementi di modificabilità del Corrispettivo dell’Offerta. Erg ha pertanto provveduto in data 12 giugno 2006 ad integrare la bozza di Documento di Offerta allegata alla comunicazione ex art. 102 del Tuf depositata presso la Consob in data 5 giugno 2006 precisando che le condizioni di cui al documento di offerta e riportate nel proprio comunicato stampa del 5 giugno 2006 sono tutte rinunciabili ad eccezione della condizione sub paragrafo 1. 8 (iii) relativa alla sottoscrizione di un eventuale aumento di capitale ove ammissibile ai sensi della normativa vigente deliberato dal Consiglio di Amministrazione di Enertad in esecuzione della delega conferitagli dall’Assemblea straordinaria del 30 agosto 2002 nel periodo compreso tra il 5 giugno 2006, data della comunicazione a Consob ai sensi dell’articolo 102 del Tuf, e la data in cui sarà diffuso il comunicato di cui all’art. 41 del Regolamento Emittenti. E’ stato altresì specificato nella bozza di Documento di Offerta che, nell’ipotesi in cui un eventuale aumento di capitale sia comunque deliberato dal Consiglio di Amministrazione di Enertad in esecuzione della delega conferitagli dall’Assemblea straordinaria del 30 agosto 2002 ed, allo spirare del Periodo di Adesione come definito nel Documento di Offerta, il termine per la sottoscrizione delle nuove azioni non sia ancora scaduto, il Corrispettivo dell’Offerta si intende riferito alle azioni comprensive del diritto di opzione alle stesse spettante. .  
   
   
LO SVILUPPO DELLE BIOENERGIE: UN’OPPORTUNITÀ PER L’AMBIENTE E LA CRESCITA DEL PAESE.” CONVEGNO NAZIONALE A ROMA IL 20 GIUGNO PROMOSSO DA CONFAGRICOLTURA, CIA E MPS BANCA PER L’IMPRESA SPA  
 
Roma, 13 giugno 2006 - L’energia è una questione critica per il Paese, chiamato a diversificare le fonti e tutelare l’ambiente, senza sacrificare la crescita. Le bioenergie possono, in questo contesto, svolgere un ruolo di primaria importanza. Ma come sfruttare al meglio questa risorsa? Quali gli strumenti da adottare? Quali misure per incentivare l’agrienergia? A questi interrogativi cercherà di dare risposte il convegno “Lo sviluppo delle bioenergie: il ruolo dell’agricoltura e delle imprese agricole” che si svolgerà a Roma il prossimo 20 giugno, a partire dalle ore 9. 00, presso la sede dell’Abi a Palazzo Altieri. L’iniziativa, promossa da Cia-confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura e Mps Banca per l’impresa Spa, vedrà la presenza di numerosi esperti del settore agricolo, energetico, bancario, dei sindacati e delle istituzioni nazionali e locali. E’ prevista la partecipazione dei ministri delle Politiche agricole Paolo De Castro, dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani e del coordinatore degli assessori regionali all’Energia Gianni Giaccaglia. Interverranno i presidenti di Confagricoltura Federico Vecchioni, di Cia Giuseppe Politi, di Mps Banca per l’impresa Spa Saverio Carpinelli. I lavori saranno moderati dal giornalista de “Il Corriere della Sera” Franco Foresta Martin. .  
   
   
ENERGIA/AMBIENTE: 4,15 ML. EURO DA ACCORDO REGIONE FVG E MINISTERO ECONOMIA  
 
Trieste, 14 giugno 2006 - E’ stato sottoscritto negli scorsi giorni a Roma, in sede Cipe, è stato un accordo di programma quadro tra il ministero dell´Economia e delle Finanze e la Regione Friuli Venezia Giulia in materia di infrastrutture energetiche e viarie connesse alla realizzazione della filiera foresta-legno. Grande soddisfazione per l´intesa raggiunta è stata espressa dall´assessore regionale alle Risorse Agricole, per il quale si conferma così il ruolo guida della Regione nel sostegno allo sviluppo della filiera foresta-legno ed alla gestione ecosostenibile del sistema forestale. Il finanziamento ottenuto riguarda due distinte serie di interventi. Il primo, per 2,74 milioni di euro, è destinato alla realizzazione di sei mini-reti di teleriscaldamento, con impianti a biomassa legnosa, che saranno localizzati nei territori dei Comuni di Treppo Carnico, Forni Avoltri, Prato Carnico, Ampezzo, Lauco e Verzegnis. Le mini-reti, che saranno realizzate dalla Comunità montana della Carnia, saranno dotate di strutture tecnologiche per scambio calore e telecontrollo del funzionamento degli impianti, oltre a sistemi automatici di calcolo dell´energia prodotta, distribuita e contabilizzata. L´altro piano d´intervento, finanziato per 1,414 milioni di euro, consentirà di adeguare la viabilità forestale e antincendio boschivo nei territori della montagna friulana (nelle province di Udine e Pordenone). I 1. 645 chilometri di strade forestali presenti attualmente sulle montagne del Friuli Venezia Giulia, un vero e proprio patrimonio a disposizione delle popolazioni, ha dichiarato l´assessore regionale, necessitano di interventi che consentano di esboscare contemporaneamente quantità consistenti di legname grazie a macchine operatrici di grandi dimensioni ma a basso impatto, oltre che di agevolare il rapido intervento delle forze antincendio anche nei boschi di accesso più difficile. Le due serie di interventi previsti, in sinergia tra di loro, daranno modo di incrementare in misura significativa la produzione di biomasse legnose, attivando una filiera territoriale legata all´utilizzo dei boschi del Friuli Venezia Giulia. . .  
   
   
IN OCCASIONE DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI, IL FORUM PER LA FINANZA SOSTENIBILE ORGANIZZA UN WORKSHOP SU “RISCHI E OPPORTUNITÀ DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI PER IL SETTORE DEGLI INVESTIMENTI”  
 
Milano, 14 giugno 2006 - Il 20 giugno 2006, dalle 15. 30 alle 17. 30, al Palazzo dei Giureconsulti – sala del Parlamentino - in piazza Mercanti, 2 a Milano, un workshop dedicato all’influenza che i cambiamenti climatici possono avere sui modelli di business delle imprese e degli investitori. Un momento di dibattito su un tema che nel nostro Paese è praticamente assente e ha coinvolto la comunità finanziaria solo marginalmente. Un’occasione per sentire dal vivo i diversi stakeholder del panorama economico italiano che si interrogano vicendevolmente sui riflessi che i mutamenti del clima del pianeta avranno su interi settori economici, determinandone il successo o il fallimento. Il Forum per la Finanza Sostenibile, associazione senza scopo di lucro nata per promuovere in Italia la cultura della responsabilità sociale nella pratica degli investimenti finanziari, organizza un workshop su questi aspetti, riunendo attorno a un tavolo i protagonisti del mondo imprenditoriale, associativo e finanziario. Il Forum per la Finanza Sostenibile persegue la propria mission attraverso la diffusione di informazioni e di conoscenza, l´elaborazione di proposte innovative rivolte agli operatori, agli utenti dei servizi finanziari e ai decisori politici, così da incentivare una crescita culturale e professionale tra gli operatori del settore, utilizzando sempre lo strumento del dialogo tra i diversi portatori di interesse. Per questi motivi l’attività del Forum per la Finanza Sostenibile è rivolta a tutti gli attori del mercato finanziario, a partire dagli investitori privati e istituzionali e dalle istituzioni finanziarie, per finire con i consulenti e reti di vendita. L´obiettivo dell’Associazione è quello di far aumentare la massa degli asset investiti secondo criteri di responsabilità sociale e di accrescerne l´efficacia: solo così l´investimento socialmente responsabile diventa uno strumento di cambiamento, di sviluppo economico e di progresso civile. L’assemblea annuale dei Soci dà l’occasione per organizzare un workshop ambientale e finanziario che in Italia è una novità, così come originale è la formula di lavoro prevista: saranno presenti i rappresentanti dei principali stakeholder del mercato che avranno modo di scambiarsi domande e di rispondere in un tempo limitato a ogni interrogativo, così da permettere al pubblico presente di approfondire le problematiche in gioco. Programma: Ore 15. 30-15. 50 Introduzione al tema di Marzio Galeotti - Università Statale di Milano e Fondazione Eni Enrico Mattei; Ore 15. 50-17. 10 Domande e risposte tra i rappresentanti dei diversi stakeholder presenti: Per la categoria Investitori Gianluca Manca – Sanpaoloimi Asset Management Gestore fondo Sri Azionario Internazionale. Per la categoria Associazioni Ambientaliste Matteo Leonardi – Wwf Italia Responsabile Settore Energia. Per la categoria Imprese Quotate Roberto Zangrandi – Enel Responsabile Csr. Per la categoria Agenzie Rating Sociale Cristina Daverio – Avanzi Sri Research Responsabile della Ricerca. Ore 17. 10-17. 30 Dibattito con il pubblico e conclusioni Per informazioni: Forum per la Finanza Sostenibile: Silvia Nidasio, 347 9726996 news@finanzasostenibile. It .