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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 03 Dicembre 2009
UE: IL TRATTATO DI LISBONA È ENTRATO IN VIGORE  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2009 - Il nuovo trattato è volto ad adeguare il funzionamento di un´Unione con 27 Stati membri e la prospettiva di ulteriori allargamenti. Crea strutture istituzionali più efficienti e razionalizza le norme decisionali, con l´obiettivo di far fronte alla sfide future e adattare l´Unione europea a un mondo sempre più globalizzato. Sono state introdotte importanti modifiche. Le Comunità europee hanno cessato di esistere poiché l´Unione europea diventa una persona giuridica, competente a rappresentare gli Stati membri dell´Ue nelle organizzazioni internazionali. I metodi di lavoro e le procedure decisionali sono semplificati mediante l´estensione delle decisioni a maggioranza qualificata. Il Parlamento europeo svolgerà un ruolo più importante, in quanto un maggior numero di settori politici formerà oggetto della procedura di codecisione. Il Consiglio europeo, che riunisce i capi di Stato o di governo per definire l´orientamento politico generale dell´Unione, è diventato un´istituzione. Il suo primo presidente a tempo pieno è Herman Van Rompuy. Il presidente è segnatamente incaricato di presiedere le riunioni del Consiglio europeo, animarne i lavori e facilitare il consenso. Al suo livello e in tale veste, assicura parimenti la rappresentanza esterna dell´Unione per le materie relative alla politica estera e di sicurezza comune. Il mandato del presidente ha una durata di due anni e mezzo, rinnovabile una volta. Il Consiglio "Affari generali e relazioni esterne"- la riunione periodica dei Ministri degli affari esteri - è stato suddiviso in due diverse formazioni. Il Consiglio "Affari esteri" è presieduto dall´Alto Rappresentante dell´Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton. Il Consiglio "Affari generali", che prepara le riunioni del Consiglio europeo, continua ad essere presieduto dalla presidenza semestrale a rotazione. L´alto rappresentante è anche uno dei vicepresidenti della Commissione. Nella sua duplice funzione, sarà assistito da un nuovo Servizio europeo per l´azione esterna . .  
   
   
COMMISSIONE, ORA MANCA SOLO IL VIA LIBERA DEL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2009 "Congratulazioni al presidente Barroso, che ha stabilito rapidamente le deleghe dei commissari-designati", ha commentato il presidente del Parlamento Jerzy Buzek venerdì 27 novembre, quando Barroso ha annunciato la sua nuova squadra e lo spacchettamento di alcuni"ministeri" europei, come quello per il Clima, separato dall´Ambiente, e gli Affari interni, separati dalla Giustizia. Il Parlamento valuterà in gennaio le competenze dei 26 candidati. Ecco il profilo di ognuno di loro. La nuova Commissione europea è composta da 27 membri: uno per Paese, inclusi il presidente Barroso e la rappresentante per gli Affari esteri Catherine Ashton, come previsto dal Trattato di Lisbona. La settimana scorsa i governi hanno indicato il loro candidato, e José Manuel Barroso - il presidente - ha assegnato le deleghe. La sorpresa? Nessuno dei vecchi commissari manterrà il suo portafoglio, tutti devono cambiare. Ora ognuno di loro deve passare al vaglio del Parlamento europeo, che ne valuterà competenze personali e professionali durante una serie di audizioni. Organizzate dalle commissioni parlamentari rilevanti, queste "interviste" si terranno fra l´11 e il 19 gennaio. Il Parlamento potrà così votare la fiducia all´insieme del collegio dei commissari il 26 gennaio, durante una seduta plenaria speciale. Catherine Ashton, Alto Rappresentante per gli Affari esteri, Regno Unito - Oltre ad essere donna, è la prima a occupare la posizione di Alto Rappresentante per gli Affari esteri e la politica di Sicurezza dell´Ue e di primo vice-presidente della Commissione. Laburista, affiliata alla famiglia politica dei Socialisti e Democratici, la Ashton è nata nel 1956, ha studiato sociologia, ed è stata presidente della Camera dei Lord e Commissaria europea al Commercio per un anno e mezzo. Viviane Reding, vice-presidente, Giustizia, Diritti fondamentali e cittadinanza, Lussemburgo - La Reding è una presenza familiare a Bruxelles: al suo terzo mandato come commissaria europea, Barroso l´ha scelta come seconda vice-presidente. E´ nata nel 1951, appartiene alla famiglia dei Popolari europei, ed è stata europarlamentare dal 1989 al 1999. I suoi portafogli precedenti: Educazione e Cultura (1999-2004) e Società dell´informazione e Media (2004-2009). Joaquin Almunia, vice-presidente, Concorrenza, Spagna - Anche lui al secondo giro come commissario: fino a oggi si è occupato di politica economica e monetaria. Prima di sbarcare a Bruxelles Almunia, 61 anni, è stato due volte ministro in Spagna e segretario del Psoe, il partito socialista spagnolo. Siim Kallas, vice-presidente, Trasporti, Estonia - Dal 2004 Mister Trasparenza a Bruxelles. Prima di essere commissario in carico all´Amministrazione, Kallas è stato Primo ministro, Ministro degli Esteri e Ministro dell´Economia in Estonia. Ma anche leader del suo partito "Riforma", affiliato al Gruppo Liberale (Alde) al Parlamento europeo. Neelie Kroes, vice-presidente, Agenda digitale, Olanda - Un´altra riconferma, quella di Neelie Kroes, già commissario alla Concorrenza. Prima di arrivare a Bruxelles, è stata Ministro dei Trasporti. Classe 1941, è membro del "Partito popolare per la Libertà e la Democrazia", che fa parte del Gruppo Alde. Antonio Tajani, vice-presidente, Industria e Imprenditoria, Italia - Anche Tajani è stato confermato commissario e vice-presidente, ma passa dai Trasporti all´Industria. Classe 1953, Tajani ha studiato legge, è stato Ufficiale dell´Aereonautica, giornalista e portavoce di Berlusconi durante il suo primo governo. Eletto parlamentare europeo nel 1994, prima di passare alla Commissione è stato capo della delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo . Maroš Ševčovič, vice-presidente, Amministrazione e Relazioni interistituzionali, Slovacchia - Commissario per l´Educazione e la Cultura negli ultimi mesi del mandato Barroso I, Ševčovič, classe ´66, ha un passato da diplomatico, e non appartiene ad alcuna famiglia politica. László Andor, Affari sociali e inclusione, Ungheria - Ex-membro della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, Andor è un economista nato nel 1966. Non è membro di alcun partito, ma ha ricoperto diversi incarichi per il Partito socialista ungherese. Michel Barnier, Mercato interno e Servizi, Francia - Una figura nota a Bruxelles: è stato commissario per la politica regionale dal 1999 al 2004, poi è tornato in Francia per fare il Ministro (prima agli Esteri, poi all´Agricoltura). Nato nel ´51, Barnier ha un background economico ed è stato anche Ministro dell´Ambiente e delle Politiche comunitarie. A luglio è stato eletto europarlamentare nelle liste dell´Ump, ed è vice-presidente del Partito Popolare europeo. Dacian Cioloş, Agricoltura e Sviluppo rurale, Romania - E´ stato Ministro dell´Agricoltura in Romania fino all´anno scorso. E´ il più giovane fra i nuovi commissari (1969) e non appartiene ad alcuna formazione politica. John Dalli, Salute e politica dei consumatori, Malta - Più volte ministro a Malta, Dalli è nato nel 1948 ed è membro del partito nazionalista (Ppe). Maria Damanaki, Affari marittimi e pesca, Grecia - E´ una parlamentare greca del partito socialista. E´ nata del ´52 e ha studiato ingegneria chimica. Karel De Gucht, Commercio, Belgio - E´ stato per qualche mese commissario europeo allo Sviluppo dopo essere stato Ministro degli Esteri. Nato nel 1954, ha guidato il Partito Liberale fiammingo ed è stato deputato europeo nel Gruppo Alde. Štefan Füle, Allargamento e Politica di vicinato, Repubblica Ceca - Fino a oggi Ministro delle Politiche comunitarie, Füle (1962) ha un background diplomatico e nessuna affiliazione partitica. Máire Geoghegan Quinn, Ricerca e Innovazione, Irlanda - Classe 1950, ex-insegnante, ex-ministro dell´Educazione, dei Trasporti e della Giustizia, la Quinn è membro della Corte dei Conti irlandese dal 1999. E´ associata al partito Fianna Fáil, che a livello europeo appartiene al Gruppo Liberale (Alde). Johannes Hahn, Politica regionale, Austria - E´ Ministro della Ricerca dal 2007, è nato nel 1957 e il suo partito è l´Övp, ossia il Partito Popolare austriaco. Connie Hedegaard, Azione per il clima, Danimarca - La ministra che sta giocando un ruolo chiave nei negoziati di Copenaghen, ha la delega sul Clima e sull´Energia in Danimarca ed è stata ministro per l´Ambiente. Fa parte del Partito Popolare conservatore (Ppe). Rumiana Jeleva, Cooperazione internazionale, aiuti umanitari e risposta alle crisi - Sociologa, Ministro degli Esteri per un anno, europarlamentare del Ppe per il partito "Cittadini per uno sviluppo europeo" dall´accesso della Bulgaria nell´Ue. A 40 anni, è una delle commissarie più giovani della nuova formazione. Janusz Lewandowski, Bilancio e programmazione finanziaria, Polonia - Classe ´51, economista, europarlamentare dal 2004, si è occupato di bilancio per tutta la legislatura passata. Si trova ora a fare i conti. Dell´ue. E´ membro del partito "Piattaforma civica", affiliato al Ppe. Cecilia Malmström, Affari interni, Svezia - Dopo essere stata eurodeputata (dal 1999 al 2006), la Malmström è stata promossa al ruolo di Ministro per le Politiche comunitarie. Ora fa un altro passo avanti, ottenendo il portafogli che dovrà seguire il "programma di Stoccolma" per la giustizia e la cittadinanza. Figura di spicco della presidenza svedese del Consiglio dell´Ue, è del 1968 e appartiene alla famiglia politica liberale. Günther Oettinger, Energia, Germania - Presidente della regione del Baden-württemberg dal 2005, ha un background economico-giuridico. E´ nato nel 1953 e fa parte della Cdu, il partito di maggioranza tedesco affiliato al Ppe. Andris Piebalgs, Sviluppo, Lettonia - Fisico, commissario per l´energia dal 2004, ex-ministro dell´Economia e dell´Educazione. Era associato al partito liberale, ora fa parte del Ppe. Ha 52 anni. Janez Potočnik, Ambiente, Slovenia - Ex-commissario per la Scienza e la Ricerca, Potočnik è un economista e non è affiliato a nessun partito politico. E´ nato nel 1958 ed è stato Ministro per le politiche comunitarie nel suo Paese. Olli Rehn, Affari economici e monetari, Finlandia - Un´altra faccia nota: Rehn, 62 anni, è stato commissario all´Allargamento fino a oggi, e prima era deputato europeo nel Gruppo liberale. Algirdas Šemeta, Tassazione e Unione doganale, Audit e Antifrode, Lituania - Due volte Ministro dell´Economia, anche Šemeta non è completamente nuovo a Bruxelles: è stato per qualche mese commissario al Bilancio. In origine è matematico ed economista. Ha 47 anni e appartiene al Partito Popolare europeo. Androulla Vassiliou, Educazione, cultura, multilinguismo e giovani, Cipro - Vice-presidente del Partito europeo dei Liberal-democratici fra il 2001 e 2006, la Vassiliou è stata commissario europeo per la Salute e i consumatori dal 2008. Ha 65 anni e un background giuridico. .  
   
   
UE: CONSULTAZIONE SULLA FUTURA STRATEGIA UE 2020  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2009 - La Commissione europea invita tutte le parti interessate - in particolare quelle coinvolte nella ricerca - a formulare osservazioni e suggerimenti sulla futura strategia Ue 2020. A tale scopo è stata avviata una consultazione pubblica. Nel suo programma per la nuova Commissione, il presidente José Manuel Barroso ha delineato la sua visione degli obiettivi che l´Unione europea dovrebbe raggiungere entro il 2020. Barroso è del parere che l´uscita dalla crisi dovrà consentire l´ingresso in una nuova economia di mercato sociale e sostenibile, un´economia più intelligente, più verde, che produca prosperità facendo leva sull´innovazione, su un uso migliore delle risorse e sulla conoscenza quale principale fattore di crescita. Per realizzare questa trasformazione occorre un´agenda comune per l´Europa: la strategia Ue 2020. Tale strategia dovrebbe permettere all´Unione europea di uscire dall´attuale crisi economica, rafforzando al contempo l´evoluzione verso un´economia più intelligente e più verde. L´ue 2020 prenderà il posto dell´attuale strategia di Lisbona - basata sulla crescita e l´occupazione - completandone gli obiettivi. Il Consiglio europeo di primavera del 2010 dovrà varare la nuova strategia per i prossimi cinque anni sulla base di una proposta che la Commissione presenterà nei primi mesi dell´anno. La Commissione ritiene che questa proposta formale potrebbe trarre grande vantaggio dal coinvolgimento della ricerca, in particolare dai ricercatori nela campo delle scienze socio-economiche e umanistiche. È possibile partecipare alla consultazione attraverso il seguente indirizzo: http://ec. Europa. Eu/dgs/secretariat_general/eu2020/consultation_en. Htm . .  
   
   
MEDIATORE EUROPEO: I CANDIDATI RISPONDONO ALLE DOMANDE DEI DEPUTATI  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2009 - Lunedì 30 novembre, durante un´audizione della commissione per le petizioni, i tre candidati alla carica di Mediatore europeo hanno risposto alle domande dei deputati. I quesiti erano incentrati sul modo di aumentare la trasparenza delle istituzioni Ue, sulla cooperazione tra il Parlamento e il Mediatore e su come migliorare la comunicazione sul lavoro del Mediatore. Le due principali priorità evidenziate da Vittorio Bottoli (It) sono state la protezione dei diritti umani e il miglioramento della cooperazione tra i mediatori a livelli Ue, nazionale e regionale. Il candidato ha promesso, in caso di elezione, di voler essere un Mediatore europeo "forte", garantendo un servizio "dinamico". Infine, ha rilevato che l´operato del Mediatore attualmente non è più "sottovalutato" dai governi come avveniva in passato. Il Mediatore attualmente in carica e secondo candidato, Nikiforos Diamandouros (Gr), ha difeso il lavoro fin qui svolto, facendo riferimento alla propria "esperienza personale" e all´"indipendenza". Si è quindi concentrato sui tre temi principali: assicurarsi che l´Unione sia in grado di fornire ai cittadini i benefici promessi con il trattato di Lisbona, rafforzare il dialogo costruttivo con le istituzioni comunitarie e migliorare il servizio ai cittadini, utilizzando le risorse in maniera più efficiente. In conclusione, ha sottolineato l´importanza della cooperazione con i mediatori nazionali e regionali e della comunicazione più efficace con i cittadini. Il terzo candidato, Pierre-yves Monette (Be), ha promesso "rinnovamento" e "innovazione". Un bravo Mediatore deve "difendere i diritti tradizionali affrontando le nuove sfide". Inoltre, ha sottolineato la necessità di garantire la trasparenza all´interno di tutte le istituzioni comunitarie, suggerendo la creazione di un posto di "funzionario per la trasparenza" per ogni istituzione. Si è poi impegnato a seguire da vicino l´attuazione della Carta dei diritti fondamentali, facendo rilevare che l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona renderà il ruolo del Mediatore più "importante". Infine, ha dichiarato di voler combattere per ridurre la durata delle inchieste svolte dal Mediatore. Migliorare la cooperazione tra il Parlamento e il Mediatore - Pascale Gruny (Ppe, Fr) ha chiesto ai tre candidati come intendano migliorare la cooperazione tra il Mediatore e il Parlamento, specialmente con la sua commissione per le petizioni. Per Bottoli "ci sono regioni nell´Ue dove il ruolo del Mediatore è stato abolito per legge" e "i Mediatori europei a tutti i livelli sanno di poter contare sul Parlamento e, in particolare, con la sua commissione per le petizioni, per risolvere il problema". Diamandouros ha sottolineato che la sua cooperazione con la commissione per le petizioni "è stata molto fruttuosa ed importante", aggiungendo poi: "avrò più possibilità di portare a termine i miei compiti se manterrò il sostegno di questa commissione". Per Monette, "la cooperazione tra il Mediatore europeo e la commissione per le petizioni è migliore rispetto a molti casi nazionali", sebbene siano necessari più sforzi per evitare la sovrapposizione di mandati e la duplicazione del lavoro. Come migliorare la trasparenza? Victor Boþtinaru (S&d, Ro) ha invitato i candidati a esprimersi sulle misure che intendono prendere per promuovere la trasparenza all´interno delle istituzioni comunitarie. Bottoli ha confermato che, in caso di elezione, l´accesso ai documenti pubblici sarà una delle sue priorità. Ha quindi sottolineato che "il Mediatore europeo ha il diritto di richiedere l´accesso ad ogni documento Ue, senza violarne la confidenzialità". Diamandouros ha rilevato che il Trattato di Lisbona spingerà il Consiglio a diventare un´istituzione più trasparente. "La cooperazione tra le istituzioni e la consapevolezza costituiscono la chiave per migliore la trasparenza", ha aggiunto sostenendo che per un mediatore la trasparenza debba essere la principale priorità. Migliore informazione sulle attività del Mediatore - Diana Wallis (Alde, Uk) ha interrogato i candidati sul numero di istituzioni alle quali i cittadini europei possono rivolgersi per presentare una denuncia. Per Bottoli "il servizio del Mediatore è gratuito e veloce e i cittadini dovrebbero esserne informati". Inoltre, "il Mediatore deve assicurarsi che tutti i cittadini siano a conoscenza dell´esistenza di questo istituto e delle sue competenze". Diamandouros ha ricordato di aver "lavorato ad una guida interattiva per informare i cittadini ad aiutarli a rivolgersi all´istituzione competente", aggiungendo inoltre di aver "cooperato con Europe Direct" su tale materia. Monette ha proposto diversi modi per migliorare la consapevolezza della gente sul ruolo del Mediatore, come ad esempio la promozione di contatti con i media, l´organizzazione di conferenze e seminari e la creazione di una "rete decentralizzata di rappresentanti del Mediatore europeo in tutti gli Stati membri". Nota di background - Il Mediatore europeo è eletto a scrutinio segreto dal Parlamento europeo all´inizio di ogni legislatura. Il prossimo Mediatore europeo sarà eletto a gennaio 2010. "Con il trattato di Lisbona, in vigore dal 1° dicembre 2009, il Parlamento europeo dispone di nuovi importanti poteri legislativi. Quasi tutta la legislazione dell´Ue sarà d´ora innanzi decisa congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei Ministri, inclusa quella relativa all´agricoltura, all´immigrazione, all´energia e al bilancio dell´Ue. In quanto sola istituzione dell´Unione eletta a suffragio universale diretto, anche la funzione del Parlamento volta ad assicurare che l´Ue sia responsabile nei confronti dei cittadini è rafforzata: ad esempio, i deputati avranno maggiore voce in capitolo per le nomine in numerosi posti chiave dell´Ue. " .  
   
   
IL MONDO DELLA AZIENDE SI TINGE DI VERDE GREEN ECONOMY, ITALIA. IDEE, ENERGIA E DINTORNI  
 
Milano, 3 dicembre 2009 - In coincidenza con la Conferenza di Copenhagen sul clima, la Rappresentanza a Milano della Commissione europea e la Fondazione Istud, dopo l’iniziativa dello scorso maggio sulle energie rinnovabili come incentivo alla ripresa economica, propongono un secondo appuntamento chiamato “Green economy, Italia. Idee, Energia e dintorni”, Mercoledi 16 dicembre 2009 Ore 9. 45 Centro svizzero – via Palestro 2 Milano, con la partecipazione di esponenti di aziende attive nel settore delle energie rinnovabili e attente a modelli di crescita sostenibili. L’evento sarà a “Impatto Zero” e le emissioni di Co2 generate saranno compensate con la creazione di nuove foreste in Sud America. Al convegno parteciperanno Carlo Corazza (Commissione Europea), Stefano Corti (Lifegate), Carlo Montalbetti (Comieco), Sergio Tomasino (Cofely Italia), Sergio Tonfi (Philips), Luciano Zeni (gruppo Acsm), Enrico Albizzati (Pirelli Labs), Andrea Di Stefano (Novamont), Maurizio Ferrario (Ace European Group), Enrico Bruschi (Unendo Energia), Roberto Longo (Aper), Giuseppe Recchi (General Electric) e Francesco Zucchelli (Ibm). Un comportamento, uno stile di vita, ma anche una straordinaria opportunità di creare nuovi posti di lavoro. La Green economy – cioè l’economia “verde”, motore di uno sviluppo sostenibile e sensibile al rispetto dell’ambiente – è ovunque ed è utilizzata nelle sue più diverse declinazioni, anche perché il rapporto di noi tutti rispetto all’ambiente sta cambiando in modo importante e veloce. L’unione Europea si è data per il 2020 obiettivi molto ambiziosi: riduzione delle emissioni di Co2 del 20%, almeno il 20% di produzione dell’energia da fonti rinnovabili (solare, eolica, geotermica), riduzione dei consumi del 20%. L’italia è il secondo Paese importatore di energia al mondo, perché non riesce a produrne a sufficienza per le proprie esigenze. Le fonti rinnovabili – grazie allo sfruttamento del sole, di cui siamo ricchi, ma anche del vento e delle fonti geotermiche – contribuirebbero in modo significativo al riequilibrio della nostra bilancia energetica. Inoltre, l’economia verde non serve solo al minore impatto ambientale: può anche creare nuovi posti di lavoro, rimettendo in moto l’economia. Da qui al 2020, secondo le stime degli economisti, nel settore saranno creati in Europa 2,8 milioni di posti di lavoro. . .  
   
   
UE: CONSUMATORI, ATTENTI AGLI ADDOBBI DI NATALE  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2009 - Secondo una relazione pubblicata ieri dalla Commissione europea, il 30% delle ghirlande natalizie presenta rischi evidenti e diretti di incendio e di scosse elettriche. La relazione presenta i risultati di un progetto comune di sorveglianza del mercato che coinvolge autorità competenti di 5 Stati membri (Ungheria, Germania, Slovacchia, Slovenia e Paesi Bassi) e la Commissione europea. Tra novembre 2007 e maggio 2009, a vari intervalli, sono state effettuate prove su 196 campioni aleatori di ghirlande luminose, appartenenti a tutte le classi di prezzo. I campioni sono stati analizzati rispetto a 20 requisiti tecnico-amministrativi. Alcuni addobbi elettrici non hanno superato questi test. “Se vogliono i lumi natalizi, i consumatori devono essere sicuri che la loro sicurezza non sia in pericolo” – sostiene il commissario Meglena Kuneva - “I consumatori sono disposti a spendere e a scegliere in occasione degli acquisti natalizi, ma mai a scapito della sicurezza. Questa relazione è un campanello d’allarme. Le autorità nazionali e l’industria intensificheranno gli sforzi per colmare le carenze e i difetti che una serie di prodotti scadenti fanno entrare nei negozi e nelle nostre case. Ma per ridurre al minimo i rischi di sicurezza occorre anche la collaborazione dei consumatori: bisognerà che essi siano vigili, attivi e consapevoli in modo che tutti possano trascorrere un Natale sicuro e sereno”. Risultati principali - Seri problemi di non conformità, comportanti maggiori rischi di scosse elettriche e/o d’incendio, sono stati riscontrati nel 30,4% delle ghirlande luminose esaminate. In genere, problemi gravi di non conformità significa inosservanza di requisiti tecnici di sicurezza nella costruzione, per esempio, delle spine, degli ancoraggi dei cavi, dei fissaggi, dell’isolamento, della protezione contro le scosse elettriche. Problemi meno seri di non conformità, carenze cioè che non compromettono immediatamente la sicurezza degli utenti, sono stati riscontrati in un altro 40% delle ghirlande luminose esaminate. Si tratta di carenze nell’etichettatura, nelle istruzioni o di tipo amministrativo. I 3 principali problemi riscontrati sono stati: 1. Il 25% delle ghirlande luminose non ha superato le prove di sicurezza per gli ancoraggi dei cavi. Ancoraggi inadeguati possono provocare un distacco dei cavi elettrici con alti rischi di scosse elettriche (non conformità grave). 2. Il 23% delle ghirlande luminose non soddisfa il requisito della superficie della sezione trasversale. Ciò significa che il cavo è troppo sottile per le correnti elettriche che è destinato a sopportare, con conseguente aumento del rischio di surriscaldamento e di incendio (non conformità grave). 3. Il 28% non ha superato le prove di sicurezza riguardanti i cavi. Ciò significa che l’isolamento e le caratteristiche costruttive della ghirlanda sono tali da presentare rischi di scosse elettriche (non conformità grave). Inoltre: Anche se meno frequenti, anche altri requisiti tecnici restano insoddisfatti, come problemi meccanici di base che possono provocare lesioni per la presenza di spigoli taglienti. Il 15% circa dei campioni non reca correttamente i “segnali tecnici” prescritti. Più grave ancora, nel 41% dei campioni mancavano le avvertenze e in quasi il 35% mancavano adeguate istruzioni per l’uso. Di solito, le ghirlande luminose sono “bocciate” in più prove di sicurezza. Alcune non riescono a superare quasi nessuna prova tecnica; molte non superano da 4 a 7 prove. Il livello di non conformità varia da uno Stato membro all’altro. In Ungheria, il 95,7% delle ghirlande esaminate presentava rischi seri per i consumatori ma, nei Paesi Bassi, solo il 56% presentava carenze di un tipo qualsiasi. Ciò si deve in parte al fatto che i Paesi Bassi per 8 anni hanno attuato una sorveglianza di mercato sulle ghirlande luminose, riuscendo con ciò a dimezzare il numero dei prodotti pericolosi presenti sul mercato. (v. Memo/09/532 per maggiori dettagli) Riguardo all’origine dei prodotti pericolosi, la Cina rappresenta il 41% circa dei 196 campioni esaminati. Prossime fasi - Dato l’elevato livello di non conformità riscontrato dalle autorità, sorveglianza e attività repressive riguardanti specificamente le ghirlande luminose continueranno a essere considerate prioritarie e saranno oggetto di iniziative coordinate da parte di quanti più Stati membri possibile. Anche l’industria deve aumentare i controlli. Secondo la legislazione della Ue, i fabbricanti, i distributori, i dettaglianti e gli importatori sono giuridicamente responsabili della sicurezza dei prodotti che immettono sul mercato. Consigli ai consumatori - I consumatori devono essere vigili e prendere precauzioni fondamentali per ridurre al minimo i rischi. Esiste una forte pressione sui fabbricanti e sui dettaglianti perché producano e vendano lumi natalizi ai prezzi più bassi possibile: i consumatori spesso non vogliono spendere molto per decorazioni che sono temporanee. Ciò provoca pesanti violazioni delle norme di sicurezza. Acquistate lumi natalizi presso rivenditori di fiducia, capaci di far rispettare le norme fondamentali di sicurezza. Non lasciate mai lumi natalizi in funzione quando uscite di casa o di notte, mentre dormite. Se sospettate la presenza di un problema elettrico o meccanico di qualunque tipo, con lumi nuovi o ghirlande luminose che avete già usato, non correte rischi. Non utilizzateli, riportateli al negozio, reclamate. .  
   
   
CRACK PARMALAT, BORGHEZIO : L´UE CHIEDA ALLA SVIZZERA DI ACCERTARE L´ESISTENZA DEL TESORETTO DI TANZI NELLE BANCHE  
 
Bruxelles, 3 dicembre 2009 - L. On Borghezio ha presentato al Parlamento Europeo un´interrogazione scritta in merito all´occultamento nelle banche svizzere di beni mobili da parte di Callisto Tanzi (crack Parmalat) . "Recenti investigazioni hanno fatto emergere che il presidente della Parmalat, all´epoca dei fatti sopradescritti, Callisto Tanzi, sia in possesso di un vero e proprio "tesoretto -gioielli e soprattutto opere d´arte- del quale però gli inquirenti non sono riusciti a venire in possesso, in quanto fatto scomparire; alcuni testimoni parlano di un possibile occultamento nelle banche della Repubblica elvetica"-scrive l´On Borghezio- Borghezio chiede che l´Ue "nell´interesse diffuso di decine di migliaia di risparmiatori italiani ed europei, rimasti vittime del crack Parmalat, chieda formalmente alla Svizzera di impegnarsi nello scoprire e nel denunciare se il tesoretto in questione sia presente sul suo territorio" .  
   
   
OGGI APRE IL IV MEETING DEL MEDITERRANEO LA REGIONE ABRUZZO STIPULERA´ INTESE CON LA BOSNIA E IL MONTENEGRO  
 
Pescara, 3 dicembre 2009 - Il vice presidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, apre questa mattina alle 11. 30, il Iv Meeting del Mediterraneo, organizzato dalla Sms Grandi Progetti. L´incontro si svolge presso il Foro Boario di Chieti scalo. Il Meeting prosegue l´impegno avviato dalla Regione con il Forum del Mediterraneo. Nei mesi scorsi, nell´ambito di questa iniziativa, venne firmata dal vice presidente Castiglione una lettera d´intenti con il governo della Bosnia. Questa lettera d´intenti sarà ratificata nella mattinata di domani con la sottoscrizione di un protocollo economico, mentre nel pomeriggio sarà siglato un altro protocollo con il Montenegro. "Queste iniziative hanno lo scopo di creare nuove opportunità per gli imprenditori abruzzesi - ha spiegato il vice presidente Castiglione - infatti la maggior parte dei Paesi del Mediterraneo guarda all´Italia con particolare interesse, soprattutto per la modernizzazione delle infrastrutture ed un nostro obiettivo è anche quello di creare distretti produttivi ed esserne parte attiva". Il Meeting che si apre domani mattina si concluderà nella giornata di sabato. .  
   
   
CROAZIA: SCENDE DEL 30,6% A/A IL DEFICIT NEL COMMERCIO ESTERO  
 
Zagabria, 3 dicembre 2009 - Il deficit del commercio estero è sceso del 30,6% a/a 5,1 mld Hrk (697,6 mld Eur) in ottobre, dopo il calo del 33% a/a registrato il mese precedente, secondo quanto riportato dall’Ufficio statistico. Le esportazioni sono scese del 20% a/a a 4,6 mld Hrk (630,9 mln Eur) ad ottobre, dopo un calo del 22,4% a/a nei mesi precedenti. Le importazioni sono scese del 25,9% a/a a 9,6 mld Hrk (1,3 mld Eur) ad ottobre, dopo il calo del 28,2% a/a del mese precedente. Da gennaio ad ottobre le importazioni e le esportazioni sono scese rispettivamente del 21,6% a/a e del 27,2% a/a. Il deficit commerciale nei 10 mesi ha raggiunto 47,8 mld Hrk (6,5 mld Eur), che si è trasformato in un deficit del 14,3% del Pil a fronte del 16,2% del Pil di un anno fa. La classificazione per gruppi industriali ha mostrato che le importazioni sono determinate da beni capitali, che hanno registrato un calo del 36,9% a/a da gennaio ad ottobre e dall’energia, scesa del 31,1% a/a. Le esportazioni sono state condotte da beni intermedi, eccetto energia e beni capitali, scesi rispettivamente del 20,7% a/a e 33,9% a/a. La classificazione per settore ha rivelato che le importazioni sono state determinate principalmente dal manifatturiero, sceso del 27,9% a/a da gennaio ad ottobre. Allo stesso tempo, la fornitura di elettricità, gas, vapore ed aria condizionata è aumentata dell’1,5% a/a. Nel manifatturiero, le diminuzioni più forti sono state registrate nei prodotti della raffinazione petrolifera (52,7% a/a) e metalli base (41,1% a/a). Per le esportazioni, i cali maggiori sono stati registrati nella fornitura idrica e fognature, nella gestione dei rifiuti e attività di bonifica e nel manifatturiero scesi rispettivamente del 46% a/a e del 23,6 a/a rispettivamente da gennaio ad ottobre. I cali nelle esportazioni sono stati elevati soprattutto nei settori delle altre apparecchiature di trasporto (43,3% a/a) e nel settore chimico e dei prodotti chimici (36,9% a/a). .  
   
   
SLOVACCHIA: AVVIO DELLA COSTRUZIONE DI UN NUOVO PARCO INDUSTRIALE A TRNAVA  
 
Bratislava, 3 dicembre 2009 - Il Ministro dell’economia Lubomir Jahnatek ha annunciato che il 30 novembre è stata avviata costruzione di un nuovo parco industriale a Trnava. Il parco occuperà un’area di 27. 935 mq e si impegnerà ad attrarre investimenti nella ricerca e sviluppo e tecnologie della costruzione. Offrirà lavoro a 450 dipendenti altamente qualificati. La municipalità ha già siglato contratti con otto investitori per collocare la loro attività nel parco, relativamente ai settori delle costruzioni, energia e It. Sono in corso anche dei negoziati con ulteriori investitori. Il costo totale dell’investimentio per la costruzione del parco è stato stimato in 10,4 mln Eur e dovrebbe essere quasi completamente finanziato dalla Agenzia slovacca per lo sviluppo del commercio e degli investimenti (Sario). La costruzione del parco dovrebbe essere completata a settembre 2011 e le sue attività inizieranno a gennaio 2012. .  
   
   
"FUORI DA QUALE CRISI? LA NUOVA COMMISSIONE, I GOVERNI E GLI AIUTI ECONOMICI"  
 
Torino, 3 dicembre 2009 - Il prossimo 14 dicembre, alle ore 10. 30, l´Ispi e il Centro Einaudi, in collaborazione con La Stampa e Compagnia di San Paolo, promuovono una Conferenza Internazionale dal titolo: "Fuori da quale crisi? La nuova Commissione, i governi e gli aiuti economici" L´incontro, che si svolgerà presso il Centro Congressi Unione Industriale Torino (Via Fanti, 17 - Torino). Segreteria (tel. 02 86 93 053, e-mail: ispi. Eventi@ispionline. It, sito: www. Ispionline. It) .  
   
   
FISCO: BANCHE, ISTITUZIONI E ORGANISMI INTERNAZIONALI A CONFRONTO SU LOTTA AI PARADISI A ROMA CONVEGNO DELL’ABI SULL’EVOLUZIONE DELLO SCENARIO REGOLAMENTARE. SABATINI “L’USCITA DALLA CRISI PASSA ANCHE DAL SUPERAMENTO DEI PARADISI FISCALI E LEGALI”  
 
Roma, 3 dicembre 2009 - Il quadro normativo è in evoluzione, i più importanti organismi internazionali hanno dato un forte impulso al processo di contrasto ai paradisi fiscali. L’attenzione internazionale è, infatti, da mesi concentrata sulla lotta agli ordinamenti fiscalmente opachi, considerati causa di gravi disequilibri nell’allocazione delle risorse finanziarie internazionali, a danno non solo delle finanze dei principali paesi industrializzati. Questo clima ha trovato conferma nel recente summit di settembre del G20, che ha individuato in marzo 2010 il termine ultimo per la permanenza in giurisdizioni non disponibili a garantire lo scambio di informazioni fiscali, pena l’applicazione di sanzioni condivise dalla comunità internazionale. Il convegno organizzato ieri dall’Abi ha creato un’occasione di raccordo tra la teoria e la realtà operativa, facendo il punto sulle discussioni ancora aperte e sull’efficacia delle misure finora adottate dai singoli Governi. “La lotta ai Paradisi fiscali - ha sottolineato Giovanni Sabatini, Direttore Generale dell’Abi - ha ricevuto un impulso decisivo dall’impegno comune di tutte le economie industrializzate. E ciò anche in stretta connessione con l’obiettivo di superare la crisi finanziaria. I paradisi sono infatti causa di disequilibri nella allocazione delle risorse finanziarie internazionali, a danno non solo dei principali paesi industrializzati ma soprattutto di quelli in via di sviluppo. L’idea di fondo è che la via d’uscita dalla crisi passi necessariamente anche attraverso la soluzione di tale questione”. Nel corso del convegno un focus è stato dedicato alle prospettive future, caratterizzate da scenari nei quali l’azione coordinata dei Governi, a livello Ue come pure extra Ue, appare destinata ad assumere sempre maggiore rilevanza, a fronte di un progressivo venir meno del segreto bancario. I Paesi che in passato hanno fatto affidamento soprattutto sulla capacità di fornire un ombrello di riservatezza agli investitori stanno ora rivedendo le proprie politiche, alla ricerca di un nuovo ruolo nello scenario finanziario internazionale. Approfondimenti sono stati svolti anche con riferimento alla definizione stessa di “paradiso”, che non sembra più oggi possibile circoscrivere solo all’area dei paesi che offrono garanzie di tipo fiscale: particolare attenzione va infatti rivolta anche ai c. D. Paradisi “legali”, caratterizzati principalmente da bassi livelli di controllo. .  
   
   
MILANO – PAESI ARABI: BOOM DI SCAMBI LA SOLA CRESCITA DELL’IMPORT 2008 BASTEREBBE A MANTENERE OLTRE 65 MILA PERSONE NELL’AREA  
 
 Milano, 3 dicembre 2009. Con la crisi Milano si riscopre più autarchica: l’import nel 2008 cala del 4,9% e l’export tiene con +0,8%. Mentre cambia lo scacchiere dei rapporti economici. Così l’Unione Europea perde (-7,1% import, -4,5% export), l’America cala (+0,8% import, -1,6% export), l’Asia dopo il boom degli anni scorsi subisce una battuta d’arresto (+0,7% import, +2,9% export). Con la Cina che arretra (export – 2,5%). Unica eccezione il Mediterraneo, forse indice di un’onda lunga che emerge proprio in tempi di crisi (+5,6% import, +8,8% export). Senza protagonisti visti dall’export milanese: Emirati Arabi (19% sul totale), Egitto (13%), Iran (11%), Israele (9%), Algeria (9%), Tunisia (9%). Con boom verso Egitto +54,8%, Marocco +32,7%, Libia +41%. Un rapporto sempre meno legato al petrolio e che tocca settori come moda, carta, legno, alimentari, gomma e plastica per l’export milanese. E per l’import agricoltura, legno, carta, prodotti chimici e fibre sintetiche. Emerge da un rapporto della Camera di commercio a cura dell’ufficio studi (Paesi esaminati: Emirati Arabi, Arabia Saudita, Egitto, Iran, Israele, Algeria, Tunisia, Marocco, Libia, Libano). Import da record: si potrebbero mantenere 65 mila arabi nei loro Paesi. Se includiamo anche Paesi come Turchia, Siria e Giordania, l’incremento di un solo anno di import, pari a 230 milioni di euro dal 2007 al 2008, basterebbe a mantenere più di 65 mila cittadini della sponda sud, se si considera il reddito medio dell’area. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat, registro imprese e World Bank (elaborazione su Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Turchia, Libano, Siria, Israele, Territorio palestinese occupato, Giordania). Un futuro, quello di Milano sempre più Mediterraneo: sorpasso italiani nelle ditte al 2045. Sono oltre 66 mila i residenti e 13 mila le cariche detenute in imprese milanesi da stranieri provenienti dai Paesi del Mediterraneo, tra titolari, soci, amministratori, altre cariche. Dal 2045 se il trend continua come ora ci sarà il sorpasso nelle ditte degli stranieri sugli italiani, guidati da una carica di egiziani. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano e da una stima su dati registro delle imprese dal 2000 al 2009. Al via l’Istituto per la Promozione dell’Arbitrato e della Conciliazione nel Mediterraneo. È stato presentato oggi in Camera di commercio, Palazzo Giureconsulti. “Milano è da sempre una città aperta ed internazionale – ha commentato Marco Accornero, membro di giunta della Camera di commercio di Milano – ed è il nodo tra Europa e Mediterraneo. Servono strutture, con questa iniziativa arriva un nuovo strumento concreto per le imprese che operano in quest’area, convinti come siamo che proprio sul Mediterraneo si giocano le grandi contraddizioni, economiche e sociali, del nostro tempo”. “Lo strumento per aiutare le imprese, specie le piccole e medie – ha dichiarato Giorgio Schiavoni, presidente dell´istituto per la promozione dell´arbitrato e della conciliazione nel mediterraneo -, è un network di centri arbitrali del Mediterraneo, che condividano pratiche e standards comuni di affidabilità”. "Sostengo pienamente - ha dichiarato Adolfo Urso, Vice Ministro, Ministero dello Sviluppo Economico - il ruolo che il nuovo Istituto per l´Arbitrato svolgerà in particolare nello spazio mediterraneo e balcanico. L´istituto è già membro del Foro Economico Italo-albanese e del Foro Economico Italo-croato, che ho istituito lo scorso mese di ottobre con i rispettivi ministri dell´Economia. Inoltre, l´Istituto concluderà con l´Associazione imprenditoriale indiana un accordo di collaborazione durante la missione congiunta governo regioni a metà del prossimo dicembre. Vedo in questo la conferma di come il nuovo istituto sia già pienamente attivo sulla scena internazionale". L’istituto per la Promozione dell’Arbitrato e della Conciliazione nel Mediterraneo. Per facilitare il possibile contenzioso contrattuale per le piccole e medie imprese che scelgono il Mediterraneo come luogo dei loro scambi. L’ Istituto concreta un progetto di qualche anno fa della Camera arbitrale, azienda speciale della Camera di commercio di Milano: l’idea che ne sta alla base viene in questi giorni condivisa da altre istituzioni arbitrali dell’Egitto, Algeria, Tunisia, Marocco, fino alla Turchia, grazie a rapporti di collaborazione siglati negli ultimi anni. L’istituto è un’associazione non riconosciuta, della quale, oltre la Camera di Commercio di Milano, fanno parte altre importanti Istituzioni italiane. Lo scopo principale è quello di facilitare il ricorso alla giustizia privata amministrata anche da altre istituzioni arbitrali oltre quella milanese, promuovendo, attraverso una lavoro di coordinazione che per ora viene svolto all’interno di un network, valori e regole condivise. Le imprese, soprattutto quelle piccole e medie che operano nel Mediterraneo, potranno ricorrere con più fiducia all’arbitrato amministrato per dirimere eventuali controversie, evitando possibili inconvenienti legati a tribunali locali, con minori costi e tempi ridotti. Litigare per affari esteri costa settantatre milioni di euro all’anno. È questo il conto per l’economia milanese per la gestione del contenzioso internazionale. A litigare col partner straniero circa 700 imprese ogni anno, il business si intoppa. Una su venti circa tra quelle che commerciano con l’estero, 14. 000 circa su un totale di circa 300 mila imprese attive nell’area milanese. Per il solo Mediterraneo il costo si aggira invece sui 7 milioni di euro e sono una settantina all’anno le imprese milanesi coinvolte nelle liti. È questa la stima della Camera di Commercio di Milano sul costo annuale delle controversie estere per area geografica delle piccole e medie imprese che commerciano con l’estero. Costo annuale delle controversie internazionali per le imprese milanesi (in euro)
Totale costo Europa America Asia Africa Oceania Mediterraneo
72. 999. 418 51. 358. 925 5. 535. 007 10. 639. 239 5. 142. 239 324. 007 6. 932. 794
Imprese considerate
14. 036 9. 875 1. 064 2. 046 989 62 1. 333
Stima Camera di commercio di Milano su dati registro imprese e Istat Cariche nelle imprese milanesi detenute da stranieri provenienti dai Paesi del Mediterraneo
provincia di Milano Titolare 2008 Socio 2009 Socio 2008 Amministratore 2009 Amministratore 2008 Altre cariche 2009 Altre cariche 2008 Totale 2009 Totale 2008 variaz. 08-09
Titolare 2009
Egitto 4. 498 4. 555 679 608 2. 290 2. 125 380 381 7. 847 7. 669 2,3%
Marocco 1. 596 1. 518 106 98 399 364 77 79 2. 178 2. 059 5,8%
Tunisia 409 454 51 49 242 231 43 45 745 779 -4,4%
Libia 83 83 62 66 363 359 88 99 596 607 -1,8%
Turchia 145 130 64 55 296 289 35 35 540 509 6,1%
Libano 64 63 29 29 213 201 19 16 325 309 5,2%
Siria 161 146 21 21 101 96 15 14 298 277 7,6%
Algeria 83 92 15 10 99 104 59 64 256 270 -5,2%
Giordania 51 58 6 6 59 51 6 7 122 122 0,0%
Tot. Da Paesi mediterranei 7. 090 7. 099 1. 033 942 4. 062 3. 820 722 740 12. 907 12. 601 2,4%
Tot. Stranieri 21. 421 20. 914 3. 931 3. 703 23. 152 22. 466 4. 619 4. 567 53. 123 51. 650 2,9%
% principali Paesi musulmani presenti a Mi su tot. Stranieri 33,10% 33,14% 4,82% 4,40% 18,96% 17,83% 3,37% 3,45% 60,25% 58,83%
Elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al Ii trim. 2009 e 2008
totale settori Ditte individuali con titolare italiano Ditte individuali con titolare straniero
2000 138. 461 7. 121
2001 138. 052 8. 911
2002 138. 007 11. 355
2003 137. 518 13. 418
2004 137. 817 15. 351
2005 137. 904 17. 744
2006 136. 867 20. 038
2007 132. 099 21. 089
2008 128. 999 23. 137
2045 circa 96. 800 circa 98. 900
Ditte individuali con titolare arabo Ditte individuali con titolare italiano
2000 2. 414 138. 461
2001 3. 196 138. 052
2002 4. 255 138. 007
2003 5. 184 137. 518
2004 5. 952 137. 817
2005 6. 832 137. 904
2006 7. 675 136. 867
2007 8. 167 132. 099
2008 8. 774 128. 999
2045 circa 39. 200 circa 96. 800
Ditte con titolare dai diversi Paesi Quota sul totale
Afghanistan 4 0,0%
Algeria 101 1,2%
Arabia Saudita 3 0,0%
Egitto 4. 718 53,8%
Giordania 63 0,7%
Iran 137 1,6%
Iraq 9 0,1%
Israele 41 0,5%
Kuwait 12 0,1%
Libano 63 0,7%
Libia 102 1,2%
Marocco 1. 910 21,8%
Senegal 664 7,6%
Siria 163 1,9%
Somalia 93 1,1%
Sudan 11 0,1%
Tunisia 546 6,2%
Turchia 134 1,5%
totale 8. 774 100,0%
Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese 2008 .
 
   
   
LOMBARDIA/AMERICA LATINA. FORMIGONI: RAPPORTO STRATEGICO L´INTERVENTO ALLA IV CONFERENZA A MILANO IL RUOLO DEI GOVERNI SUBNAZIONALI NEGLI SCENARI DOPO-CRISI  
 
Milano, 3 dicembre 2009 - Il rafforzamento di una rete di relazioni e di accordi con l´America latina, in cui protagonisti siano l´Europa, gli Stati ma anche "i sistemi sub-nazionali", cioè le Regioni: è la prospettiva indicata dal presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, nel suo intervento alla sessione inaugurale della Iv Conferenza Italia-america latina e Caraibi, in svolgimento ieri e oggi a Milano, a Palazzo Mezzanotte. Regione Lombardia, insieme al Governo e al Ministero degli Affari Esteri in particolare, è organizzatrice di questo appuntamento, che "testimonia - ha sottolineato Formigoni parlando alla presenza, tra gli altri, del premier Silvio Berlusconi, del ministro Frattini, del sindaco Moratti, del presidente della Repubblica di Panama, Ricardo Martinelli - la bontà di un metodo di lavoro avviato nel 2003 e su cui Regione Lombardia ha investito con convinzione fin dall´inizio, ospitando a Milano l´annuale assemblea del Banco interamericano di Sviluppo (Bid), a cui fece seguito la prima Conferenza Italia-america Latina". Per Formigoni "il continente latinoamericano si sta riaffacciando sul palcoscenico della storia", manifestando "un nuovo protagonismo, che neanche la crisi economica globale di questi tempi ha avuto la forza di abbattere". Ora, questo "risveglio latinoamericano è una grande opportunità da cogliere" da parte dell´Italia e dell´Unione Europea, le quali debbono vedere "mobilitati tutti gli attori presenti in ciascun Paese: la società civile e imprenditoriale, le università e il mondo della cultura, le regioni e gli enti locali". Ambiti Prioritari - Piccole imprese, capitale umano, ricerca, infrastrutture, sviluppo sostenibile, sanità: sono questi gli ambiti che Formigoni indica come prioritari per le opportunità di cooperazione. Per il presidente lombardo, innanzitutto "è fondamentale investire sullo sviluppo delle attività delle piccole e medie imprese, sostenendole con misure specifiche per l´internazionalizzazione e realizzando esperienze pilota di integrazione fra aziende profit e settore non profit". Ma è di "importanza strategica la valorizzazione del capitale umano", con progetti educativi, collaborazioni tra le migliori università per la ricerca e l´innovazione. Un terzo ambito di lavoro è lo sviluppo sostenibile (ambiente, energia, infrastrutture e mobilità): "Anche qui è importantissimo - ha detto Formigoni - mettere in comune conoscenze, eccellenze, best practices". E poi "anche il superamento del ritardo infrastrutturale dell´area latinoamericana è un fattore chiave per la crescita economica e competitiva e per la promozione di strategie di integrazione economica di quest´area. Anche in questo campo intendiamo avviare iniziative di collaborazione per mettere a disposizione degli enti nazionali e subnazionali dell´area il know how della Lombardia per lo sviluppo di progetti di collaborazione pubblico-privato con attività di capacity building e di assistenza tecnica". Infine la sanità, "su cui vogliamo continuare a implementare progetti di cooperazione e gemellaggi tra strutture ospedaliere". Governi Subnazionali - In questo processo, Formigoni ha detto di ritenere che "gli Stati possono contare sempre di più sull´apporto determinante dei grandi sistemi sub-nazionali. Come universalmente riconosciuto dagli analisti, la competizione ormai avviene anzitutto tra questi sistemi, sia in campo economico, sia rispetto ai modelli di sviluppo sociale e culturale. E il quadro che si disegnerà nel dopo-crisi vedrà ulteriormente incrementato proprio il ruolo dei grandi sistemi regionali e sub-nazionali". In questo il presidente lombardo ha riecheggiato temi dibattuti e condivisi nel corso del World Regions Forum che si è svolto due settimane fa a Milano e ha visto la partecipazione delle 15 regioni più importanti del mondo (tra cui, per l´America latina, il Nuevo Leon per il Messico e San Paolo per il Brasile). Questa mattina, un Accordo Quadro di Cooperazione Interistituzionale tra Lombardia e Corporacion Andina de Fomento (Caf), è stata firmata dai rispettivi presidenti, Formigoni e Garcia (vedi "Ln-lombardia/america Latina. Formigoni, firmata intesa con Caf" delle ore 16. 13). E in serata Formigoni incontrerà i rappresentanti delle Banche Mondiali presenti alla Conferenza per discutere progetti concreti di collaborazione". .  
   
   
LOMBARDIA/AMERICA LATINA. FORMIGONI, FIRMATA INTESA CON CAF  
 
Milano, 3 dicembre 2009 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha firmato ieri con il presidente della Caf (Corporacion Andina de Fomento), Enrique Garcia, un´intesa per sviluppare la collaborazione tra le due realtà. La Corporacion Andina de Fomento, nata nel 1970, è una istituzione finanziaria multilaterale che offre vari servizi a clienti pubblici e privati movimentando capitali e promuovendo idee all´interno di progetti di sviluppo sostenibile dell´area latino-americana. "Si tratta di un accordo molto importante - ha dichiarato Formigoni - che rafforza i legami tra Regione Lombardia e i Paesi rappresentanti dalla Caf proprio nel giorno dell´apertura della Quarta conferenza internazionale su America Latina e Caraibi". "Questa intesa - ha aggiunto Formigoni - farà crescere gli scambi tra la nostra realtà e quelle delle aree aderenti alla Caf, che è una realtà di eccellenza e che ora sarà un punto di riferimento anche per le nostre relazioni e aprirà per la Lombardia nuovi mercati e interessanti collaborazioni per il futuro". Il presidente Enrique Garcia ha sottolineato l´importanza della partnership tra i 18 Paesi della Caf (che includono anche due nazioni europee con l´ingresso dell’altro ieri del Portogallo che va a far compagnia alla Spagna) e una realtà altamente sviluppata, ricca di industrie, di cultura, di sedi universitarie e scientifiche quale è la Lombardia. .  
   
   
FORMIGONI: FISCO LEGGERO E LOTTA ALL´EVASIONE DISCORSO AI COMMERCIALISTI DI MONZA. SI´ A RIDUZIONE IRAP VERSO LA TRACCIABILITA´ DEI TRIBUTI: "VEDO, PAGO E VOTO"  
 
Monza, 3 dicembre 2009 - Un fisco "leggero" ma con sanzioni "pesanti". Sì, dunque, alla riduzione (graduale) dell´Irap. Sono concetti espressi dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel suo intervento all´assemblea dell´Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Monza e Brianza. Assemblea significativamente coincidente con l´apertura della direzione provinciale di Monza e Brianza dell´Agenzia delle Entrate che, di fatto, ha detto Formigoni, "aggiunge un nuovo tassello al processo di riorganizzazione delle Entrate in Lombardia avviato lo scorso giugno con l´attivazione della prima direzione provinciale a Lecco, a cui hanno fatto seguito quelle di Lodi, Cremona, Sondrio, Mantova, Varese e Como". "I commercialisti - ha detto Formigoni - rappresentano alleati preziosi nel promuovere la cultura del ´pagare tutti per pagare meno´. L´obiettivo comune è quello di un fisco leggero con sanzioni pesanti: un fisco, cioè, leggero negli adempimenti e nel suo peso ma rigidissimo con chi decide di stare dalla parte dell´illegalità". Formigoni non ha dubbi: "Bisogna combattere l´evasione, che in Italia raggiunge livelli molto elevati. Bisogna unire le forze". La pubblica amministrazione deve da parte sua impegnarsi a ridurre la pressione fiscale e a garantire gli investimenti a favore dello sviluppo e del rilancio del sistema economico. "È questo - ha spiegato Formigoni - l´obiettivo raggiunto dalla manovra di bilancio della Regione Lombardia con cui, nonostante il generale quadro di crisi e i vincoli imposti dal Patto di stabilità, abbiamo previsto 876 milioni di investimenti, un Fondo per la ripresa economica da 1,2 miliardi e nessun aumento della pressione fiscale. Anzi, nel corso degli anni la pressione fiscale in Lombardia ha registrato una diminuzione, come riconosciuto anche da un recente studio della Cisl". "In questa stessa direzione - ha aggiunto il presidente lombardo - ho accolto con favore la proposta del Governo di rimodulare l´Irap: siamo consapevoli che lo Stato destina i proventi dell´Irap alla sanità e che non si può pensare di cancellare all´improvviso un´imposta da circa 40 miliardi di euro. È pensabile, tuttavia, una sua riduzione graduale nel tempo sia per quanto riguarda le imprese sia per quanto riguarda i professionisti". L´orizzonte rimane più che mai quello della piena attuazione del federalismo fiscale, "tappa fondamentale di una sempre più forte alleanza tra la pubblica amministrazione e la comunità civile". Si tratta di archiviare la stagione delle "istituzioni a responsabilità limitata" e ottenere la "tracciabilità dei tributi", così che "i cittadini - ha spiegato Formigoni - possano sapere come e perché sono spesi i loro soldi e giudicare l´operato dei politici". In altri termini, è l´introduzione del sistema virtuoso del "pago, vedo e voto": pago le tasse, vedo le realizzazioni e voto gli amministratori che hanno fatto bene. In questa prospettiva "sarà necessario sviluppare una sempre maggiore sinergia tra la pubblica amministrazione e i commercialisti, intermediari ufficiali tra le istituzioni pubbliche, i cittadini e le imprese". .  
   
   
EXPO 2015: IL PIEMONTE POTREBBE ACCOGLIERE IL 30% DELLE PRESENZE PREVISTE E INTANTO LA REGIONE SI CANDIDA A OSPITARE UNO DEI FORUM UFFICIALI. TEMA: IL CIBO  
 
 Torino, 3 dicembre 2009 - L’expo 2015 una risorsa per il Piemonte. Il Piemonte una risorsa per l’Expo 2015. Al di là del gioco di parole, si può riassumere così il contenuto del dossier con cui il territorio piemontese offre la propria collaborazione agli organizzatori del grande evento mondiale, per il quale sono attesi circa 21 milioni di visitatori. Per il Piemonte una straordinaria occasione di crescita turistica e di promozione del territorio. Per il team dell’Expo, innanzitutto, l’opportunità di decongestionare l’area urbana e peri-urbana milanese, convogliando la domanda in eccesso sulla regione limitrofa. Delle indiscusse potenzialità ricettive e di tutte le altre opportunità di valorizzazione delle province piemontesi in prospettiva dell’Expo 2015 si è parlato, ieri a Novara, nel primo di una serie di incontri sul territorio, organizzati dall’Assessorato al Turismo della Regione Piemonte insieme a Unioncamere, Confindustria e Confcommercio Piemonte, la Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Novara, l’Associazione Industriali di Novara, con la collaborazione degli Enti Locali. Presenti, a Palazzo Borsa, l’assessore al Turismo della Regione Piemonte Giuliana Manica, i presidenti di Confindustria e Unioncamere Piemonte Mariella Enoc e Ferruccio Dardanello, la Vice Presidente di Confcommercio Piemonte, Maria Luisa Coppa, Paolo Rovellotti, presidente della Camera di Commercio della Provincia di Novara, il sindaco di Novara Massimo Giordano e i presidenti delle Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, Diego Sozzani e Massimo Nobili. A portare il proprio contributo, moderato da Francesco Antonioli, responsabile Il Sole 24 Ore Nord Ovest, anche Fabrizio Grillo, responsabile dei Rapporti Istituzionali di Expo 2015, accanto a esperti ed esponenti del sistema turistico piemontese, pubblico e privato. Con 11 milioni di posti letto disponibili nei 183 giorni di apertura, il Piemonte è pronto ad assorbire il 30%, circa, dei 34 milioni di pernottamenti previsti per tutta la durata dell’evento. Inoltre a parità di qualità ricettiva, il territorio piemontese presenta un livello di prezzi decisamente competitivo, sia per le strutture di lusso in grado di soddisfare, con tariffe molto interessanti, una clientela di alto livello sempre più esperta ed esigente, che per la ricettività di media categoria, adatta a una clientela di vario tipo (famiglie, giovani, comitive, ecc. ) non necessariamente interessata a pernottare nella città di Milano. Tra i numerosi elementi di appeal che rendono il Piemonte un bacino interessante per gli organizzatori dell’evento, da non sottovalutare, anche, la possibilità di convogliare verso l’Expo 2015 i flussi turistici presenti già normalmente sul territorio piemontese nei sei mesi di svolgimento della manifestazione: in media oltre 7 milioni di presenze. Si tratterebbe cioè di turisti in viaggio in Piemonte per motivazioni leisure o business, ma che pur non essendo primariamente interessati all’Expo sarebbero, con ogni probabilità, disponibili a una visita in quanto molto vicini fisicamente all’evento. Il territorio piemontese può, inoltre, mettere a disposizione dell’Expo ben 300 strutture congressuali e oltre 700 sale per meeting ed eventi, distribuite sull’intero territorio regionale (moderni centri congressi, ma anche location suggestive come le residenze storiche e le regge reali, fino alle avveniristiche venues olimpiche) e offrire un’ampia gamma di prodotti turistici di alto livello ed eventi, strutturabili in pacchetti da abbinare ai temi Expo: · Expo Arte (Regge Sabaude, Musei e itinerari religiosi, come il tour dei Sacri Monti patrimonio Unesco; Italia 150-2011, grandi mostre sui temi Expo, celebrazioni per il bicentenario della nascita di Don Bosco, mostra sugli Expo di Torino nel 1911 e nel 1961) · Expo Musica (Itinerari musicali con partecipazione a eventi quali Mito Settembremusica, Traffic Torino Free Festival, Settimane Musicali di Stresa e altri) · Expo Laghi (Itinerario del Lago Maggiore con le Isole Borromee e l’isola dei Pescatori e del Lago d’Orta con l’Isola di San Giulio, il Lago di Mergozzo. Possibilità di percorsi a piedi e in bicicletta, sport acquatici come vela, canoa, surf, sci d’acqua e immersioni subacquee, ed il golf. ) · Expo Relax (Itinerario naturalistico/enogastronomico nelle aree del Canavese, Monferrato e Langhe e Roero e campo estivo per il turismo scolastico con percorsi educational legati al tema Expo “Feeding the Planet, Energy for Life” in termini sia di food safety che food security. ) · Expo Sport (campo estivo per il turismo scolastico con stage sportivi -calcio, tennis, basket, canoa, ecc. - che possono essere organizzate sia da club sportivi di carattere locale, sia in collaborazione con grandi società; itinerari golfistici e cicloturistici abbinati alla scoperta delle ricchezze paesaggistiche e monumentali del territorio piemontese, eventi come l’Open di Golf, il Giro d’Italia ed altre manifestazioni sportive organizzate da Top-torino Olympic Park) · Expo Montagna (itinerari legati alle attività sportive estive come escursioni, passeggiate ed alpinismo; percorsi in mountain bike, cicloturismo e bike park; arrampicate, vie ferrate e bouldering. ). Inoltre il Piemonte è disponibile a contribuire all’organizzazione di eventi di accompagnamento dell’Expo, che si inseriscano nel palinsesto di 7. 000 eventi in sei mesi, destinati a integrare l’offerta culturale, artistica, musicale,sportiva e di intrattenimento. Tra le proposte: · Expo Teatro (Torinodanza, Vignaledanza, Rassegne Teatrali e cartellone ordinario, rievocazioni storiche) · Expo Cinema (Torino Film Festival e altri festival locali minori, accordo con il Festival di Locarno per location sui laghi, rassegna di giovani autori sui temi expo) · Expo Creativity (Fiera Internazionale del Libro, Rassegna del design piemontese legato all’alimentazione) · Expo Food (Salone Internazionale del Gusto, Terra Madre, Borsa Internazionale del Turismo Enogastronomico) · Expo Science ( Uniamo le Energie, ciclo di grandi eventi scientifici) «Queste sono solo alcune delle proposte che desideriamo condividere con tutto il territorio, a partire da questa prima tappa che coinvolge le province più vicine, il Novarese e il Verbano Cusio Ossola – dichiara l’assessore regionale al Turismo, Giuliana Manica – In particolare, per quest´area, finanzieremo percorsi "slow" non solo enogastronomici, ma anche cicloturistici e naturalistici. Potenzieremo le mostre di Villa Giulia ed eventi come le Settimane Musicali di Stresa. Porteremo la Biteg sui laghi e un´edizione speciale della Fiera del Libro tra le colline di Ghemme e Romagnano. Pensiamo anche a momenti di avvicinamento nel campo della ricerca e dell´innovazione, dalla rubinetteria al casalingo, fino all´idrogeno e in generale al design. Nei prossimi mesi – conclude Manica – continueremo il tour sul territorio, creando tavoli permanenti che ci permettano di sviluppare insieme le strategie e le azioni di partecipazione all’evento. Con gli operatori lavoreremo a pacchetti attrattivi e competitivi, mentre con le società locali di trasporti pensiamo a una proposta diretta di collegamento verso l’Expo che preveda, magari, anche biglietti integrati con l’acquisto del prodotto turistico. Abbiamo, anche, dato disponibilità agli organizzatori per prendere parte, con nostre delegazioni, alle tappe internazionali che la Società Expo 2015 organizzerà per incentivare la partecipazione dei paesi. E, infine, ci siamo candidati a ospitare uno dei forum di avvicinamento sul tema “Il Cibo come occasione di dialogo fra culture e valorizzazione della storia dei popoli: la salvaguardia delle bio-diversità”. ». Il Piemonte punta a rendere la propria enogastronomia una protagonista dell’Expo, usandola come leva promozionale e di immagine dell’intero evento. Oltre all’organizzazione del forum tematico si pensa al coinvolgimento di storici marchi piemontesi in chiave di “best practice” e del team di chef pluripremiati “Le Stelle del Piemonte”, fino alla fornitura ufficiale di prodotti locali, la presenza delle tipicità piemontesi nel “paniere” di prodotti d’eccellenza, in fase di costruzione con la consulenza di interlocutori importanti quali Slow Food, e una vera e propria presenza a tavola, all’interno dell’area espositiva, con un “menu Piemonte” variabile periodicamente. .  
   
   
APPALTI PUBBLICI, IN TOSCANA IL PATTO FUNZIONA UN IMPORTANTE PASSO AVANTI NELLA LEGALITÀ E NELLA TRASPARENZA PRESENTATI IERI I DATI DELL´OSSERVATORIO REGIONALE SUI CONTRATTI  
 
Firenze, 3 dicembre 2009 - Comincia a produrre i suoi primi significativi effetti l´applicazione del Patto regionale per la sicurezza e la regolarità del lavoro, firmato nel 2007 da Regione, associazioni di enti locali e organizzazioni di categoria, per introdurre negli appalti toscani controlli e tutele che non potevano essere previste dalla legislazione regionale. Patto che riguarda, per esempio, l´estensione al subappaltatore degli stessi obblighi dell´appaltatore, il progressivo superamento delle gare al massimo ribasso e il subentro del soggetto appaltante (con successiva rivalsa) in caso di mancato o ritardato pagamento delle retribuzioni ai dipendenti. Da un´indagine realizzata dall´Osservatorio regionale sui contratti pubblici – presentata ieri a Firenze, al Convitto della Calza, al convegno “Gli appalti pubblici in Toscana: vincoli e opportunità” - risulta infatti che del Patto si è tenuto conto nel 56,5% dei bandi e dei capitolati di gara (percentuale che sale al 72,8% escludendo i casi – 22% - in cui è stata la stessa stazione appaltante a non ritenere pertinente l´applicazione dello stesso). In particolare risultano utilizzate come cause di risoluzione le violazioni degli obblighi assicurativi, previdenziali e retributivi (86%) e la violazione delle prescrizioni contenute nei piani di sicurezza (84%). Altri elementi fanno invece più fatica a essere recepiti, per esempio la causa di esclusione per violazione dell´obbligo di informazione in caso di intimidazione (espressamente riportata solo nel 39% delle gare) e per impiego di lavoro nero (nel 57,5%). Quanto alla clausola relativa alla possibilità di subentro e di rivalsa in caso di mancato pagamento delle retribuzioni èstata rilevata nel 47% delle gare. «Sono dati di assoluto interesse – sottolinea il vicepresidente Federico Gelli - perché misurano la strada fatta in questi due anni e dimostrano che era giusto affidarci a uno strumento volontario come il Patto per le materie che non potevano essere introdotte con legge regionale. Certo la strada è ancora lunga, ma sono convinto che dal 2007 a oggi abbiamo fatto un significativo passo avanti in materia di legalità e trasparenza degli appalti, con importanti ricadute in termini di diritti e sicurezza dei lavoratori. E di questo va dato atto a tutti i soggetti pubblici e privati». L´osservatorio ha anche monitorato l´utilizzo del criterio di aggiudicazione dell´offerta economicamente più vantaggiosa. Ancora nel 2000 su 100 gare di importo superiore a 150 mila euro ben 98 erano aggiudicate al massimo ribasso. Nel corso del 2008 sono stati affidati con il criterio dell´offerta economicamente più vantaggiosa l´8% dei lavori, corrispondenti al 21% degli importi. Con lo stesso criterio sono affidati il 35% dei serviz i. «Anche questo è un risultato di grande significato – aggiunge Gelli – Questo criterio è certamente più faticoso per chi appalta e tuttavia permette di premiare le imprese più virtuose dal punto di vista della legalità, della sicurezza, della qualità, della sostenibilità ambientale. In questo senso potrebbe anche far crescere la quota di mercato delle imprese toscane, che oggi si aggiudicano solo il 40% dei lavori in regione e che sono tradizionalmente più attente a questi aspetti rispetto a imprese che vengono da fuori. E comunque non dimentichiamo che ogni anno in Toscana le amministrazioni pubbliche spendono circa 5 miliardi di euro per l´acquisto di beni e servizi e per l´esecuzione di lavori. È un dato da cui è necessario partire soprattutto in un momento in cui, nonostante le rassicurazioni del governo nazionale, la crisi sta investendo pesantemente la nostra economia. Nostro compito è sostenere questa spesa e qualificarla nell´interesse di tutta la comunità» .  
   
   
LOIERO SULLE PRIMARIE IN CALABRIA  
 
Reggio Calabria, 3 dicembre 2009 “Le primarie in Calabria sono una cosa seria, molto seria. Non per nulla, si è deciso di istituirle con legge, come è avvenuto in una sola altra regione, la civilissima Toscana. Ma visto che ci viene rivolto un invito alla trasparenza e viene sollevata impropriamente una questione di ‘conflitto d’interessi’, è bene sgomberare il campo da argomenti pretestuosi”. E’ quanto afferma il Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, replicando ad alcune obiezioni mosse tra l’altro dall’on. Doris Lo Moro del Pd che ha annunciato la sua candidatura alle primarie che si svolgeranno il 10 gennaio 2010 (il decreto viene pubblicato sul Burc oggi). “Nel sistema delle primarie, l’unico potere attribuito al Presidente della Regione Calabria – aggiunge Loiero – riguarda la fissazione della data per le elezioni. Non si tratta di un potere senza limiti, perché la legge prescrive rigidamente il periodo entro il quale le elezioni si devono tenere. Tale potere io l’ho esercitato due volte. Infatti, con un primo decreto del 14 novembre, sentito sul punto anche il Presidente del Consiglio regionale Bova, avevo fissato la data il 20 dicembre 2009, ultima domenica utile dell’anno, salvo che non si volesse portare i cittadini alle urne tra Natale e Capodanno. E però, l’impossibilità materiale di pubblicare il decreto sul Burc nei 35 giorni precedenti la data delle elezioni, come impone la legge, ha comportato l’adozione di un secondo decreto, in rettifica del precedente, con lo slittamento al 10 gennaio 2010, prima data utile successiva. Tengo a precisare che prima della fissazione di entrambe le date, ho interpellato la Giunta, che ha condiviso la scelta”. “Non si capisce, dunque, in che cosa possa configurarsi un conflitto di interessi – afferma ancora Loiero – in quanto ognuno può liberamente partecipare alle primarie e concorrere democraticamente alla candidatura, con tutte le garanzie di legge”. “Voglio chiarire, infatti, ove mai fosse necessario essendo già nero su bianco – dice ancora Loiero – che il procedimento elettorale, dopo la presentazione delle liste e dei candidati, è tutto in mano ai sindaci dei 409 comuni della Calabria, i quali devono nominare un responsabile dell’ufficio elettorale che, a sua volta, individuerà i seggi dove si andrà a votare e nominerà per sorteggio i Presidenti dei seggi stessi, attingendo dalle liste della Corte d’appello. Gli scrutatori, invece, sono individuati dai rappresentanti delle liste e quindi dai partiti o dalle coalizioni in competizione. Non vedo, quindi, dove risiederebbe il conflitto d’interessi del Presidente della Regione o addirittura del Presidente del Consiglio regionale”. “Il procedimento di voto – sostiene, infine, il presidente della Regione – a partire dalla individuazione dell’elettorato passivo, ricalca interamente quello delle elezioni regionali e nazionali, cui l’on. Lo Moro ha partecipato, senza sollevare particolari obiezioni. Per quanto riguarda, in particolare, il divieto di propaganda elettorale per i mafiosi, che – come l’on. Lo Moro ricorderà – la Giunta di cui anche lei allora faceva parte, sin dal 2005 ha chiesto di introdurre al Parlamento nazionale, esso potrà essere applicato solo una volta che esso sia diventato legge nazionale, posto che si tratta di norma che incide su diritti soggettivi individuali, che possono essere conculcati solo da una legge di rango statale”. .  
   
   
A JESI LA IV CONFERENZA REGIONALE SULLA SICUREZZA NELLE MARCHE. ´L´ISOLA FELICE NON TIENE PIU´. OCCORRONO NUOVI STRUMENTI E NUOVI MODELLI CULTURALI´ .  
 
 Jesi, 3 Dicembre 2009 - ´ Le Marche non sono piu` un Eden di tranquillita`, anche se persistono valori radicati della cultura della legalita` molto forti che ci mantengono tra le regioni italiane nelle posizioni piu` virtuose (15 nel 2008) delle graduatorie degli indici di criminalita`. C´e` poi un aspetto tristemente attuale, come l´incertezza economica che alimenta la percezione di insicurezza nei cittadini. Un concetto quest´ultimo, affrontato anche dal vicepresidente della giunta regionale, Paolo Petrini aprendo i lavori della Iv Conferenza regionale della sicurezza , tenutasi ieri a Jesi, al Teatro Moriconi. Per Petrini la consapevolezza di non essere piu` l´´Isola felice´ deve spingere ´a costruire e potenziare una cultura della sicurezza che si fondi su una nuova condivisione tra soggetti, scevra da contenuti ideologici. ´ . ´La domanda di sicurezza ´ ha proseguito Petrini- si interseca con la qualita` di vita sempre piu` richiesta nei centri urbani e in una societa` dell´informazione, anche la definizione di sicurezza e` in continuo mutamento. Bisogna approcciare il tema della sicurezza con nuovi modelli teorici e strumenti pratici, partendo dalla multidimensionalita` del problema. ´ Secondo il vicepresidente comunque ´bisogna puntare sul ruolo dei Sindaci a cui i cittadini si rivolgono sempre piu` per risolvere i problemi e la Regione ha gia` compreso da tempo la necessita` di lavorare insieme. Sono nate cosi` diverse e interessanti progettualita`: 70 progetti cofinanziati con 1 milione e 800 mila euro dalla Regione, mettendo in moto circa 6 milioni di risorse. ´ Petrini ha anche sottolineato la pericolosita` del lavoro sommerso, ricordando a tale proposito il dramma accaduto a Corridonia dove e` morta folgorata una bambina cinese, probabilmente in un laboratorio clandestino. Anche il Prefetto di Ancona, Claudio Meoli ha evidenziato l´importanza del ruolo dei Comuni nel processo di definizione di un modello istituzionale di sicurezza intesa nell´accezione piu` ampia di vivibilita`. ´ ´ La sicurezza urbana ´ ha detto ´ e` una porzione di sicurezza pubblica come funzione di polizia spettante allo Stato, ma che per il principio di sussidiarieta`, puo` essere esercitata anche dall´ente locale. Quindi in una logica di partnership occorre adottare modelli operativi ispirati ai principi di collaborazione e di coordinamento istituzionale. ´ Per Vito D´ambrosio, in veste di Sostituto Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, al quale e` stata affidata la relazione introduttiva, ´ i Comuni, invece, devono assumersi le responsabilita` e le loro competenze, ma non sostituirsi allo Stato che deve assicurare un apparato di controllo del territorio efficace e che rimane essenziale, dotando anche le forze dell´ordine di mezzi e attrezzature idonee, cosi` come tenere in collegamento il sistema della giustizia con quello dell´ordine pubblico e non depauperare le Procure. Siamo in un´epoca di proclami e sul tema della sicurezza ´ ha detto ´ e` ora di vedere la realta`, anche quella scomoda e scivolosa, anche se nelle Marche si vive bene, la situazione e` provvisoria e il modello ´isola felice´ e` superato dai fatti: allora non ci si puo` piu` adagiare alle visioni ottimistiche solo perche` stiamo in posizioni arretrate nelle classifiche. Lo sforzo deve essere quello di non diffondere sicurezza o insicurezza a seconda del momento politico, ma far avanzare la societa` in un´idea di convivenza davvero civile e non di semplice tolleranza dell´altro. Se un tempo l´ordinata convivenza si poteva raggiungere in virtu` del contenimento di certi fenomeni criminosi, oggi la situazione e` completamente diversa, come ad esempio nella diffusione dell´economia sommersa. Ci sono fenomeni con espliciti segnali di pericolo in alcune zone (come il Porto di Ancona) che affievoliscono il diritto di cittadinanza. Dobbiamo guardare piu` lontano della nostra regione, per prevenire le situazioni che potrebbero aggravarsi in virtu` delle infiltrazioni della criminalita` organizzata che sceglie zone fertili dove proliferare. Non mi interessano le ronde che sono una pessima risposta alla domanda di sicurezza´ ha concluso D´ambrosio ´ mi interessa che cresca la coscienza civile perche` le comunita` non chiedano la presenza delle ronde, perche` cio` significherebbe assenza dello Stato. ´ Il docente universitario e componente dell´Osservatorio regionale sulla sicurezza, Giovanni Boccia Artieri ha illustrato una ricerca sulla definizione di sicurezza, condotta su quaranta amministrazioni locali marchigiane ( Province e Comuni) confrontando gli anni 2001 e 2009. Il report ha messo in luce che c´e` una crescita della cultura della sicurezza e che esiste una certa parte di sindaci che ha una ´visione nostalgica dell´Isola felice e la volonta` di tornare a questa condizione, che - secondo Boccia Artieri - e` profondamente mutata come e` mutata la societa`, per cui i problemi vanno affrontati con strumenti piu` avanzati culturalmente. Si e` inoltre passati dal 2001 ad un concetto di insicurezza imputato al fenomeno dei flussi migratori, ad uno ´ nel 2009 ´ imputabile alla violenza dei messaggi dei mass media. Ma ogni fenomeno diverso dall´ ordinarieta`, per una aumentata consapevolezza dei cittadini e` produttore di insicurezza. ´ Ma e` ancora un valore forte il senso di legalita` insito nei marchigiani, in un tessuto sociale sano ( Giorgio Jacobone- Questore di Ancona) che ci permette di vivere ´senza preoccuparci se andiamo al cinema che ci rubino la macchina. Tuttavia bisogna prestare la massima attenzione alle infiltrazioni della criminalita` organizzata e per questo soprattutto al fenomeno della prostituzione e al riciclaggio di denaro sporco (un imprenditore che apre una nuova attivita` comporta ha perdita sostenibilissima di solo il 10%) , senza lasciare spazi vuoti di controllo del territorio, nemmeno nel commercio abusivo e nella contraffazione. Una delle cause di diffusione dell´insicurezza ´ ha concluso Jacobone ´ sta anche nell´aver perso la possibilita` di conoscenza diretta e di relazione fra le persone. ´ Grazie alla collaborazione tra Prefettura di Ancona e Regione marche ´ Dipartimento politiche di sicurezza e Protezione civile e` stato possibile avere un quadro aggiornato all´ultimo anno degli eventi criminosi nella nostra regione, raffrontati negli anni tra il 2005 e 2008 e per la prima volta anche i dati disaggregati di tutti i 246 Comuni della Marche. Un compendio che pone le Marche all´avanguardia come disponibilita` di informazioni rispetto ad altre regioni. I dati sono stati illustrati da Riccardo Pagani dell´Osservatorio regionale sulla sicurezza. In linea con cio` che accade in Italia, c´e` una diminuzione lieve dei reati commessi ( - 1,79%), inferiore pero` alla media nazionale che e` diminuita del 7,61%. Cio` perche` si partiva da una situazione positiva e la variazione e` quindi inferiore. In una logica di tendenza e` la prima diminuzione a distanza di anni, ma occorrera` aspettare i prossimi dati per vedere il consolidamento o se rimane episodico. Il furto resta il reato piu` commesso (45,24%), anche se nel 2008 sono diminuiti di 5 punti percentuali dai 4 anni precedenti, seguono i danneggiamenti 15,03% , le truffe e frodi informatiche 4,53%. In diminuzione le violenze sessuali ´ 7,94 (che nel 2007 avevano raggiunto un picco di 115 , calate poi a 107 nel 2008); in calo anche gli omicidi colposi (da 54 nel 2007 a 14 nel 2008 ) con un - 74,35% , probabilmente dovuto anche ad una maggiore sicurezza ed educazione stradale. Gli omicidi volontari sono calati di oltre il 43% con 4 nel 2008 a fronte di 7 nel 2007. Dal compendio emerge anche che l´incidenza di reati e` maggiore sul profilo costiero della regione e minore nell´entroterra. Le province dove il calo di reati rispetto al 2007 e` stato piu` sensibile sono Ancona ( - 3,98 con 18. 603 reati commessi); Ascoli Piceno ( -2,60% e 13. 427 delitti); Macerata ( -4,94% e 11. 297 delitti). In controtendenza negativa Pesaro-urbino dove dagli 11. 575 reati del 2007 si e` passati a 11. 888, con un aumento dell´1,25%. .  
   
   
BOLZANO, AUTONOMIA: COME CAMBIA IL FINANZIAMENTO DOPO L´INTESA GOVERNO-PROVINCIA  
 
Bolzano, 3 Dicembre 2009 - Il presidente Durnwalder ha firmato il 30 novermbre a Milano con i ministri all´economia Giulio Tremonti e alla semplificazione Roberto Calderoli l´intesa che apre la strada al federalismo fiscale in Alto Adige e al conseguente nuovo modello di finanza provinciale. I vari aspetti dell´accordo e il nuovo sistema di finanziamento dell´autonomia. Con le cifre, sono stati illustrati il 1° dicembre a Bolzano dall´assessore alle finanze Barbara Repetto e dal direttore della Ripartizione finanze Eros Magnago. L’intesa Governo-provincia era necessaria per poter procedere alla modifica del Titolo Vi dello Statuto in tema di norme finanziarie. Il titolo Vi dello Statuto di Autonomia, infatti, può essere modificato (a differenza delle altre parti dello Statuto) solo da una legge "rinforzata", un provvedimento cioè dello Stato, di natura non costituzionale, adottato previa intesa con la Provincia autonoma. L´accordo siglato a Milano rappresenta appunto l´intesa in questione, e fissa i "cardini" su cui si baserà la modifica del titolo Vi. Spetta adesso al Governo inserire l´accordo - come emendamento - nella nuova Finanziaria e poi alla Commissione dei 12 elaborare le norme di attuazione conseguenti alle modifiche dello Statuto per concretizzare la revisione degli assetti finanziari. Secondo il nuovo modello di finanziamento dell’autonomia, da un lato spariranno la quota variabile (300 milioni €), la somma sostitutiva dell´Iva all´importazione (330 milioni) e la possibilità di partecipare alle leggi di riparto nazionali (leggi di settore, 60 milioni), ad eccezione dei fondi comunitari; per contro la Provincia si vedrà innanzitutto estendere il principio del ritorno dei 9/10 delle imposte alle voci finora non previste: le accise per gasolio per il riscaldamento (stimata in 23 milioni), l´imposta sulle assicurazioni anche fuori dal territorio provinciale (21 milioni di maggiori entrate), l´imposta sui giochi (21,8 milioni), il contributo sanitario sui premi assicurativi, non più versato al fondo nazionale (15,5 milioni), l´Iva sui prodotti importati, calcolato ora sul rapporto tra consumi nazionali e provinciali (147 milioni in più), Ires e imposte sostitutive su rendite finanziarie (incremento di 75 milioni all´anno) con la regionalizzazione del gettito nel rapporto tra Pil locale e nazionale. Un totale di oltre 303 milioni €. Lo Stato inoltre ha sbloccato la corresponsione degli arretrati delle quote variabili, che inizieranno ad essere pagati con rateizzazione a partire dal prossimo anno. Previsto anche il rimborso annuale delle funzioni delegate: i costi della scuola (250 milioni €), gli arretrati sempre della scuola (100 milioni), le altre funzioni delegate (50 milioni per strade, motorizzazione, lavoro, catasto). "Sono stabiliti tempi certi per l’erogazione, in tranches, delle somme spettanti, con notevoli vantaggi in termini di programmazione di bilancio - ha sottolineato l´assessore Repetto - e inoltre lo stesso Patto di stabilità verrà calcolato a saldo anziché sulle previsioni di spesa. " Con queste misure è stato recuperato, secondo l´assessore provinciale, lo spirito originario dello Statuto, "togliendo le incognite legate alla quota variabile e portando certezze sulle entrate. " Il nuovo modello finanziario conferma il concorso finanziario della Provincia al riequilibrio della finanza pubblica mediante l’assunzione di oneri relativi all’esercizio di funzioni statali, anche delegate, definite d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché con il finanziamento di iniziative e di progetti per i territori confinanti. La somma complessiva a bilancio è di 100 milioni, a decorrere dal 2010: deleghe sono previste in tema di università, conservatorio, convenzione Rai, spedizione e recapito delle Poste, finanziamento di strutture di competenza dello Stato (come il carcere di Bolzano). "L´accordo complessivo potrà essere modificato solo d´intesa fra le parti, ponendo quindi le finanze provinciali al riparo da eventuali altre richieste di rinegoziazione da parte dello Stato con le prossime Finanziarie", ha sottolineato il direttore Magnago. L´assessore Repetto ha ricordato la nuova competenza sugli ammortizzatori sociali, "che consente al lavoratore in difficoltá di avere un interlocutore unico, la Provincia. " Ulteriori punti qualificanti del nuovo modello finanziario sono da un lato il rafforzamento dell´autonomia tributaria, con l’ampliamento dei margini di operatività della Provincia (variazione delle aliquote, deduzioni, agevolazioni ed esenzioni), anche sui tributi compartecipati, e conseguente possibilità di ridurre od incrementare l’imposizione in base alle politiche fissate a livello locale, rispettando la soglia massima statale; dall´altro la certezza che il contenimento degli obiettivi della finanza pubblica verrá determinato dalla Provincia, che a cascata diventa responsabile di definire e monitorare gli obiettivi degli altri enti locali sul territorio. .  
   
   
FVG: BANDI FESR PER INCREMENTO OCCUPAZIONE  
 
Trieste, 3 dicembre 2009 - La Regione ha individuato i settori della biomedicina molecolare e della nautica-navalmeccanica, facenti riferimento ad altrettanti distretti tecnologici del Friuli Venezia Giulia, quali beneficiari, assieme alla domotica, di tre bandi abbinati al Fondo europeo di Sviluppo regionale (Fesr - azione di sistema 1. 1b) per il periodo 2007-13. "Abbiamo puntato su progetti che abbiano potenziali ricadute sul territorio anche in termini di incremento dell´occupazione", ha spiegato l´assessore ad Università e Ricerca, Alessia Rosolen, intervenendo a Udine alla Giornata di presentazione dei Bandi Fesr che finanziano la realizzazione di progetti integrati di ricerca industriale. L´intento, illustrato da Rosolen, è quello di stimolare la partecipazione delle Università regionali anche se dovranno mettersi in competizione con gli altri atenei italiani e con gli enti di ricerca. Tra gli obiettivi, anche la collaborazione ad ampio raggio tra enti gestori dei parchi scientifici del Friuli Venezia Giulia. "Biomedicina molecolare e cantieristica navale-nautica da diporto sono due settori ad alto potenziale di innovazione - ha ricordato l´esponente della Giunta regionale - e sono indubbiamente un punto di forza della nostra economia". Entrando nel dettaglio, Rosolen ha spiegato che, per quanto riguarda la biomedicina molecolare, si è scelto come riferimento le aree internazionalmente riconosciute di eccellenza, ovvero le patologie cardiovascolari, i tumori e le malattie neurodegenerative. La domotica, invece, ha la potenzialità di creare reti trasversali di innovazione coinvolgendo i più importanti cluster regionali, dall´elettronica ai mobili-arredo, dagli elettrodomestici alla componentistica fino ai sistemi ed impianti energetici e di illuminazione. .  
   
   
LA CRISI E OLTRE: IL RUOLO DEI SERVIZI PER IL LAVORO E LE POLITICHE ATTIVE UN CONVEGNO ORGANIZZATO DALL´AGENZIA PIEMONTE LAVORO E DALLA REGIONE PIEMONTE  
 
Torino, 2 dicembre 2009 - Il ruolo dei servizi per il lavoro, pubblici e privati, e il loro contributo nel sostenere, nell’ambito della programmazione regionale, i lavoratori colpiti alla crisi, è stato l’argomento al centro del convegno “La crisi e oltre: il ruolo dei Servizi per il lavoro e le politiche attive”, organizzato ieri, presso l’Hotel Jolly Ambasciatori di Torino, dall’Agenzia Piemonte Lavoro e dalla Regione Piemonte. Hanno partecipato ai lavori l’assessore regionale al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso, gli assessori al Lavoro della Provincia di Torino, Carlo Chiama, della Provincia di Asti, Marco Versé, della Provincia di Biella, Michele Mosca, il vicesindaco della Città di Torino, Tom Dealessandri, il direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro, Aldo Dutto, i rappresentanti delle Regioni Lombardia, Lazio, Emilia-romagna, Toscana, Assolavoro, Italia Lavoro e le parti sociali. Nell’ambito del convegno sono stati presentati dati recenti sulla situazione dell’occupazione in Piemonte, da cui risultano 111. 675 le persone coinvolte dalla crisi da gennaio a settembre 2009. Di queste il 35% non percepisce indennità, né fruisce di politiche attive, mentre il 65% è percettore di ammortizzatori (circa 49. 000 beneficiari di disoccupazione ordinaria, 7. 500 lavoratori in mobilità indennizzata). A questi si aggiungono i disoccupati iscritti negli scorsi anni presso i Centri per l’Impiego e ancora alla ricerca di un lavoro (158. 000) e si stima che altri 70. 000 lavoratori siano coinvolti da Cigo (Cassa integrazione guadagni ordinaria) e Cigs (Cassa integrazione guadagni straordinaria). Nell’ultimo anno si sono rivolti ai servizi pubblici per l’impiego oltre 87. 500 persone in cerca di lavoro. I 30 Centri per l’impiego piemontesi ne hanno favorito attivamente l’inserimento lavorativo. Sono state circa 5. 000 le imprese che si sono rivolte ai centri per la ricerca di personale, offrendo circa 15. 000 posti di lavoro. I servizi hanno effettuato 66. 000 segnalazioni. In questi ultimi anni i Centri per l’impiego, anche in collaborazione con i soggetti privati, hanno coinvolto 9. 000 persone in percorsi di ricollocazione, il 47% delle quali hanno poi trovato un nuovo contratto di lavoro. “Oltre alla presa in carico dei lavoratori e alla gestione delle politiche attive, attività consolidata da oltre 10 anni - ha affermato l’assessore regionale al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso - i Centri per l’Impiego dovranno sempre più indirizzare i loro sforzi, al fine di evitare la frammentazione degli interventi, per realizzare interventi realmente efficaci. Inoltre è diventata essenziale la costruzione di un sistema a rete fra i Servizi pubblici, le Agenzie per il lavoro private e del privato sociale, che assegni ruoli di reciprocità e interazione fra differenti attori. La collaborazione fra servizio pubblico e privato potrebbe avere come risultato anche la modernizzazione del nostro mercato del lavoro, che, superando i tradizionali sistemi informali di incontro tra domanda e offerta, potrebbe favorire lo sviluppo di modalità di ricerca e selezione fondate su competenze e professionalità di operatori specializzati”. .  
   
   
BOLZANO: VERTICI DEGLI ARTIGIANI DA WIDMANN: DISCUSSI APPALTI E CONTRIBUTI  
 
Bolzano, 3 dicembre 2009 - La nuova regolamentazione sugli appalti pubblici, i contributi alle spese di investimento e i campionati del mondo dei mestieri sono stati i temi principali discussi dall´assessore provinciale Thomas Widmann con i vertici dell´Associazione provinciale artigianato. Con l´assessore Widmann e il direttore dell´Ufficio provinciale artigianato, Erwin Pardeller, i vertici Apa (il presidente Walter Pichler e il direttore Hanspeter Munter) hanno discusso della certificazione Soa, d´ora in poi necessaria a un´impresa per poter concorrere ad appalti pubblici superiori ai 150mila €. Widmann ha confermato l´intenzione di concretizzare l´introduzione di un contributo per gli artigiani che conseguano la certificazione. "Per arrivare a questa misura dovremo rielaborare le direttive sugli incentivi economici, in modo da rendere disponibile la nuova forma di sostegno entro gennaio", ha detto Widmann. Appoggio è giunto dall´assessore anche su altre due questioni importanti per gli artigiani: da un lato la proroga fino a fine 2010 del finanziamento straordinario per i macellai che devono realizzare investimenti nel settore dell´igiene pubblica, sulla base delle prescrizioni Ue; dall´altro il mantenimento del monte ore minimo statale previsto al momento per la formazione nel settore della sicurezza sul lavoro. Il prospettato aumento delle ore da 16 a 48 comporterebbe, secondo l´Apa, effetti negativi per l´attività delle piccole imprese locali. Nell´incontro si é parlato anche dei campionati del mondo dei mestieri nel 2011. Widmann ha assicurato il sostegno della Provincia alla partecipazione altoatesina e ha confermato che in futuro intende favorire ulteriormente progetti mirati e sostenibili dell´Associazione. Queste iniziative saranno oggetto di approfondimento in un prossimo incontro. .  
   
   
POTENZA, I COMUNI E LE STRATEGIE D´INTERVENTO PER IL SUD  
 
Potenza, 3 dicembre 2009 - Oggi, con inizio alle ore 10:00, a Roma, presso la sala delle conferenze dell´Anci di via dei Prefetti, 46, si terrà un seminario su " Il ruolo dei Comuni nella definizione e attuazione delle strategie di intervento nel Mezzogiorno" promosso dal sindaco del capoluogo lucano, Vito Santarsiero nella sua qualità di responsabile Mezzogiorno dell’Anci. La relazione introduttiva su " L’impatto della crisi sui divari territoriali italiani: fra emergenze storiche e nuovi rischi per la coesione sociale" sarà svolta da Luca Bianchi, vice Direttore Svimez. Seguirà la tavola rotonda su "Quale politica per il Mezzogiorno in vista dell’attuazione della riforma federalista dello Stato?". Farà da moderatore Maddalena Tulanti, viice Direttore del Corriere del Mezzogiorno. Partecipano: Micaela Fanelli – Responsabile Politiche Comunitarie Anci; Massimo Lo Cicero, economista docente Università di Roma Tor Vergata; Raffaele Vanni - Coordinatore del Comitato di coordinamento della Consulta per il Mezzogiorno del Cnel; Giuseppe Fioroni, Coordinatore Area Welfare – Lavoro del Pd e Mario Valducci, presidente della Ix Commissione Trasporti Poste e Telecomunicazioni della Camera del Pdl. Le conclusioni saranno tratte dal sindaco Vito Santarsiero. Un confronto che dovrà servire per : Fare una seria riflessione sulle politiche a favore del Mezzogiorno e sul ruolo decisivo che gli enti locali possono avere tanto a favore del sistema paese quanto in particolare della ripresa del Sud. Sulla portata delle politiche pubbliche a favore del Mezzogiorno e sulla dimensione del coinvolgimento dei soggetti rappresentativi delle comunità locali, ed in particolare dei Comuni . Sull’avanzamento dei provvedimenti messi a punto da Governo per fronteggiare la crisi nel nostro Mezzogiorno nonché misurarsi su possibili ulteriori interventi o strumenti utili a indirizzare a soluzione i numerosi e persistenti problemi che, a 150 anni dall’Unità, attanagliano una gran parte del nostro Paese. .  
   
   
LA REGIONE CALABRIA PER LA SEMPLIFICAZIONE DELLA BUROCRAZIA FAVORE DELLE IMPRESE  
 
Reggio Calabria, 3 dicembre 2009 - Una burocrazia al passo con le esigenze delle imprese e con i tempi dell´economia. E´ l´obiettivo che si pone la Regione Calabria con l´accordo siglato con il Formez e presentato ieri a Palazzo Alemanni dall´assessore alle attività produttive Francesco Sulla e da Francesca Ferrara responsabile del Formez, il centro di formazione che fa capo al Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le imprese, soprattutto al Sud, anche quando beneficiano, a vario titolo, di fondi pubblici, scontano forti ritardi e di conseguenza anche gravi danni economici a causa della lentezza e della farraginosità dell´iter burocratico autorizzativo. L´ Unione Europea si è proposta di ridurre del 25% entro il 2012 gli oneri amministrativi a carico delle imprese, in termini di tempi e di costi. Nel 2008 Regione aveva avviato un processo di semplificazione della burocrazia con la creazione degli sportelli informativi. Un servizio che ha funzionato a scartamento ridotto a causa spesso della mancanza di know how da parte delle varie amministrazioni. E qui entra in gioco il Formez. Il centro infatti offre supporto e assistenza alle amministrazioni pubbliche in ambito organizzativo, tecnologico e della comunicazione. L´accordo con la Regione prevede il potenziamento degli sportelli informativi, che dovranno essere davvero, e fino in fondo, di supporto agli imprenditori. Quindi il Formez si occuperà di formare il personale che dovrà interfacciarsi con gli utenti e la Regione provvederà a dotarlo di attrezzature tecnologiche efficienti. Ma prima degli sportelli, il centro effettuerà un censimento di tutte le imprese calabresi e un´analisi di tempi e costi delle attuali procedure nel primo semestre del 2010. Poi assisterà la Regione nella stesura di un testo unico di norme per la semplificazione degli iter autorizzativi. “E´ necessario – ha detto la responsabile del Formez, Francesca Ferrara – uniformare i regolamenti e la modulistica di Regione, Comuni e Province . Non è pensabile che un´impresa debba di volta in volta effettuare procedure differenti, anche con moduli completamente diversi” “Dover rincorrere gli uffici amministrativi – ha dichiarato l´assessore Sulla – non aiuta le imprese a portare avanti i propri obiettivi, anzi le ostacola. E in un momento di crisi economica non possiamo permettercelo. Se l´Unione Europea ha sentito la necessità di emanare una direttiva per ridurre i tempi e i costi delle pubbliche amministrazioni sulle imprese, vuol dire che questi pesano effettivamente sull´economia e sullo sviluppo. Ma non potremo imporre questa riforma dall´alto – ha proseguito l´assessore – perché si perderebbe in delibere senza nessuna efficacia. Per cui avvieremo questo processo di semplificazione amministrativa anche assieme ai soggetti coinvolti vale a dire i Comuni, le Province, le Asi e i rappresentanti dell´imprenditoria”. .  
   
   
PUGLIA, COMUNI DAUNIA MERIDIONALE : MIGLIORAMENTO DELLA VIABILITÀ E A FAR FRONTE ALLE PROBLEMATICHE DI DISSESTO IDROGEOLOGICO  
 
 Bari, 3 dicembre 2009 - Gli interventi da eseguire nei territori dell’Appennino Meridionale devono mirare al miglioramento della viabilità da un lato e a far fronte alle problematiche di dissesto idrogeologico, difesa del suolo e mitigazione del rischio idraulico dall’altro; le opere saranno finanziate sulla base delle necessità e delle priorità indicate dai comuni stessi che renderanno note le rispettive esigenze dopo essersi confrontati con la Provincia di Foggia. Questo intendimento è stato reso noto dall’assessore regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati durante i sopralluoghi eseguiti ieri nei comuni della Daunia Meridionale. Dopo aver visitato i comuni di Troia, S. Agata di Puglia e Anzano di Puglia, l’assessore Amati ha incontrato, nel corso di una tavola rotonda a cui ha partecipato anche l’assessore alle Opere Pubbliche della Provincia di Foggia Vito Guerrera, i sindaci dei Comuni dauni che hanno avuto la possibilità di evidenziare le singole priorità dei territori. “Le risorse a disposizione non sono tantissime – ha detto Amati durante l’incontro – devo quindi attivare, come ogni buon padre di famiglia farebbe, politiche di distribuzione equa dei fondi in tutta la regione. Abbiamo 80 milioni di euro da destinare alle province – ha spiegato l’assessore - per la sicurezza e l’ammodernamento delle strade ex Anas e mi preme sottolineare questo dato perché credo che la questione viaria rappresenti la vera partita della Daunia attraverso cui sarà possibile creare buoni collegamenti tra i Comuni e conseguentemente generare l’appetito turistico, così da permettere a molti di visitare queste terre straordinarie. La Regione Puglia ha anche previsto lo stanziamento di 100 milioni di euro per la mitigazione del rischio idrogeologico con i fondi Par Fas che potranno essere utilizzati non appena il Cipe approverà il piano”. “Sono venuto in questi comuni- ha detto Amati – per fare una vera e propria ricognizione visiva, per concentrare l’attenzione su dati di contesto e per raccogliere il maggior numero di informazioni utili per attivare una programmazione di interventi sull’intero territorio basata su reali problematiche e criticità. Alla fine di questa visita e dopo aver ascoltato le esigenze dei comuni – ha concluso - posso confermare la mia ipotesi di partenza, ovvero che queste terre necessitano di interventi per far fronte a problematiche legate alla tipica conformazione geomorfologia della Daunia. Sulla base dell’esperienza acquisita con la Daunia settentrionale, sono perfettamente consapevole delle modalità con le quali raccordarci con i comuni di questo territorio e con la Provincia di Foggia per quanto riguarda anche la messa in sicurezza delle strade ex Anas che sembra essere una delle priorità di queste zone”. .  
   
   
GIUNTA PUGLIESE: OLTRE 17 MIL. PER INTERVENTI URGENTI DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO.  
 
Bari, 3 dicembre 2009 - La Giunta Regione della Puglia ha stanziato € 17. 308. 000,00 per realizzare 13 interventi urgenti di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico sul territorio regionale. Lo ha reso noto l’assessore regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati che ha spiegato che la somma è parte di residui di stanziamento di risorse attribuite, negli anni scorsi, alla Regione Puglia dal Ministero dell’Ambiente. La lista delle opere urgenti, condivisa con l’Autorità di Bacino, è stata stilata considerando la programmazione del P. O. Fesr 2007-2013, quella del Fas e le segnalazioni pervenute da parte degli enti locali competenti per territorio che hanno subito gravi danni a seguito di eventi calamitosi. In particolare, i comuni interessati dalle opere urgenti saranno Campi Salentina (Le), Castelnuovo Monterotaro (Fg), Diso (Le), Fasano (Br), Locorotondo(ba), Massacra (Ta), Orsara di Puglia (Fg), Orta Nova(fg), Otranto(le), Rutigliano(ba), San Marco la Catola (Fg), Tricase(le), Ostini - Villanova (Br). “E’ importante che le risorse che abbiamo già a disposizione e su cui siamo sicuri di poter contare – ha detto l’assessore Amati - siano destinate ad interventi utili a fronteggiare le criticità più urgenti del nostro territorio. A volte – ha concluso - anche opere di dimensioni ridotte che sfruttano al massimo le risorse a disposizione, possono essere molto utili per eliminare o quantomeno ridurre notevolmente i rischi a carico dei cittadini”. .  
   
   
ARTIGIANATO IN SICILIA: BENE ARS SU BANDI PER CREDITO AGEVOLATO  
 
Palermo, 3 dicembre 2009 - “ E’ positivo il segnale che giunge dalla commissione Attività produttive dell´Ars, che ha espresso parere favorevole sui bandi e i decreti per gli interventi in materia di credito agevolato, leasing agevolato e fondo di garanzia, riservati alle imprese artigiane e predisposte dal nostro dipartimento”- Lo ha affermato l’assessore regionale alla Cooperazione, Titti Bufardeci. “E’ l’ennesima dimostrazione dell’attenzione del governo regionale – ha continuato – che punta a qualificare lo sviluppo con il sostegno alle imprese artigiane che rappresentano la spina dorsale della nostra economia”. Il voto della Commissione attiva risorse per 350 mila euro e di raggiungere la cifra di seicento mila euro grazie all´attivazione dei cofinanziamenti. “Sul piano delle misure anticrisi, ma più in generale riflettendo su quelle che sono le armi a disposizione dell’assessorato per contribuire allo sviluppo economico – ha concluso Bufardeci – va ricordato che sono state attivati i decreti per liberare tutte le misure della programmazione comunitaria, così come è stato fatto per ogni regime di aiuto previsto dalla normativa regionale”. .  
   
   
BOLZANO: ELABORATE DALLA PROVINCIA LE DOMANDE DI SUSSIDIO PER DISOCCUPAZIONE O CASSA INTEGRAZIONE.  
 
 Bolzano, 3 Dicembre 2009 - Per combattere la crisi economica la Giunta provinciale dell’Alto Adige ha approvato nel settembre 2008 una vasta serie di provvedimenti, uno dei quali nel corso della scorsa estate è divenuto legge regionale. Si tratta di un ulteriore contributo economico per persone che, a causa della crisi attuale, hanno perso o rischiano di perdere il proprio lavoro. Le domande devono essere presentate all’Ufficio Previdenza ed assicurazioni sociali entro il 31 gennaio 2010. I mezzi finanziari sono erogati dalla Regione, ma le domande sono elaborate dalla Provincia. “La durata di questo provvedimento va dal 1° settembre 2008 al 31 dicembre 2010. Invitiamo pertanto tutti gli interessati, che abbiano i requisiti necessari per tale contributo, a presentare la domanda entro i termini”, sottolinea l’Assessore alle Politiche Sociali Richard Theiner. Il primo termine per la presentazione delle domande è il 31 gennaio 2010. Sino a quella data si può quindi presentare domanda per un contributo speciale riguardante il periodo di disoccupazione compreso tra il 1° settembre 2008 ed il 31 agosto 2009. Gli interessati possono richiedere informazioni presso i vari Patronati o presso la Ripartizione politiche sociali, Ufficio previdenza ed assicurazioni sociali, dove si possono rivolgere alla responsabile del servizio, signora Paola Naclerio. I requisiti per i lavoratori subordinati che hanno perso il lavoro sono la residenza ed il domicilio nella regione Trentino-alto Adige, aver instaurato l´ultimo rapporto di lavoro in provincia di Bolzano, con un contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato (inclusi anche apprendisti e persone con contratto di somministrazione) con un´anzianità lavorativa presso l´ultimo datore di lavoro di almeno 180 giorni immediatamente antecedenti la cessazione del rapporto di lavoro. Per i dipendenti di agenzie di somministrazione il computo dei 180 giorni può realizzarsi anche mediante il cumulo di più rapporti di lavoro attivati nell´arco degli ultimi 12 mesi dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, disponibilità ad accettare offerte lavorative o formative. Per i lavoratori subordinati che sono sospesi dal lavoro (Cassa integrazione guadagni): residenza e domicilio in regione Trentino-alto Adige, aver instaurato, in provincia di Bolzano, il rapporto di lavoro per il quale si è beneficiato della Cassa integrazione guadagni, si deve aver maturato un periodo minimo di cassa integrazione: 320 ore nell´ultimo semestre o 480 ore negli ultimi due semestri antecedenti la domanda. Per i lavoratori co. Co. Pro (contratto a progetto) e gli associati in partecipazione con esclusivo apporto di manodopera: residenza e domicilio in regione, ultima sede di lavoro in provincia di Bolzano, almeno 6 mesi lavorati, di cui necessariamente 3 consecutivi negli ultimi 24 precedenti la cessazione, regime di mono - committenza riguardante l´ultimo rapporto lavorativo, ultimo contratto con un reddito fra i 600,00 e i 3. 000,00 Euro mensili, disponibilità ad accettare offerte lavorative e formative. Per ulteriori informazioni gli interessati possono consultare il sito https://www. Egov. Bz. It/service_detail_it. Aspx?servid=1015281 .  
   
   
COMUNI ALL´OSSO PER IL PATTO DI STABILITA´, LA LETTERA DELL´ANCIVENETO AI SINDACI IN ESSA IL PRESIDENTE DAL NEGRO CHIEDE DI RIVEDERE I CRITERI D´INDEBITAMENTO. CON PROPOSTE NUOVE E CONCRETE PER IL REPERIMENTO DELLE RISORSE.  
 
Rubano, 3 dicembre 2009 - Ai Comuni mancano le risorse primarie, la possibilità di fare investimenti e di amministrare la spesa corrente. Anciveneto è passata all´azione, con il suo presidente Giorgio Dal Negro. Il quale ha inviato una lettera a tutti i sindaci, dove spiega la posizione dell´Associazione Regionale dei Comuni e nuove proposte. <Il Patto di Stabilità ormai non ha significato, tanto lo sforeremo> afferma Dal Negro <E´ impossibile che i nostri Comuni, dopo il miglioramento di due miliardi imposto gli anni scorsi, possano “migliorare” i propri saldi di altri quattro miliardi, con decise diminuzioni di spesa per il 2009, il 2010 e il 2011. Superiamo quindi certe regole del Patto, almeno per quel che riguarda gli investimenti, e ragioniamo piuttosto su stock di debito. Poi controlleremo a livello triennale, l´avanzo o il disavanzo, la giacenza di cassa e, appunto, lo stock di indebitamento: le municipalità indebitate oltre la media dovranno ridurre il debito, mentre quelle sotto la media potranno contrarre nuove mutui; il che vuol dire interessi, lavoro, ricchezza e imposte>. Oltre alla modifica del Patto sulla questione degli investimenti, vengono pertanto ribadite le linee d´indirizzo: -cessione, da parte dello Stato, dei beni demaniali con la possibilità ai sindaci di cambiarne la destinazione d´uso -autorizzazione a pagare le opere realizzate o in fase di realizzazione -costituzione di un osservatorio regionale assieme alla Regione Veneto sui bilanci dei comuni Nella lettera vengono incluse nuove proposte operative. Dove Anciveneto diventa il principale mezzo per raggiungere gli obiettivi: -un servizio per la conoscenza e l´accesso ai finanziamenti dell´Unione Europea -la promozione e lo sviluppo di una politica energetica e ambientale sostenibile, con indicazioni concrete per il risparmio energetico -formazione accessibile per tutti i dipendenti pubblici con programmi verificati e catalogati -accesso alla Cassa Depositi e Prestiti per esigenze comuni e progetti similari. Visto che le singole amministrazioni comunali non possono sostenere i programmi di investimento minimi richiesti dalla cassa, lo possono fare attraverso Anciveneto stessa, a tassi molto bassi e con la sicurezza di ritorno di capitale. .  
   
   
ABRUZZO: 3MLN PER IMPRESE E FAMIGLIE IERI PRESENTATI DUE BANDI REGIONALI  
 
Pescara, 3 dicembre 2009 Due bandi regionali, per circa tre milioni di euro, da destinare al microcredito e al sostegno alle famiglie in difficoltà nel pagamento delle rate di mutuo per l´acquisto, la costruzione ed il recupero della prima casa, sono stati presentati ieri dal vice presidente della Regione e assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione. I due bandi, fondati sull´accordo della Regione con l´Associazione bancaria italiana, saranno pubblicati entro il mese di dicembre sul Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo. Il programma per il microcredito si avvale di un fondo di 960. 000 euro. Scopo del bando è quello di stimolare la creazione di nuove imprese e consolidare le imprese esistenti. Beneficiari del bando sono i lavoratori disoccupati, inoccupati, liberi professionisti, lavoratori autonomi e microimprese attive. Liberi professionisti, lavoratori autonomi e microimprese attive devono aver conseguito nel 2009 un reddito inferiore a 15. 000 euro. La Regione si farà garante del 50% del singolo finanziamento, che non dovrà superare la somma di 10. 000 euro e che avrà durata massima di cinque anni. La società Finanziaria regionale (Fira)è l´ente gestore del programma. "Il valore del microcredito consiste nell´innescare meccanismi virtuosi di intraprendenza e responsabilità nei soggetti che stimolano la cooperazione nel territorio in cui operano - ha spiegato il vice presidente Castiglione - il fine è quello di permettere di ottenere piccole somme di denaro a chi può offrire solo garanzie personali come l´impegno, la passione e la voglia di mettersi in gioco". Per Castiglione "la Regione in questo modo dà un segnale per trasformare la negatività del momento di crisi in positività, con l´obiettivo di sostenere il lavoro". Il programma di sostegno alle famiglie in difficoltà si avvale di un fondo di 1. 920. 000 euro. Beneficiarie del bando sono le famiglie in difficoltà economiche indotte dalla perdita del lavoro di almeno un componente del nucleo familiare e queste difficoltà devono essere tali da incidere sul reddito complessivo in misura non inferiore al 30%. La condizione della perdita del lavoro deve essere anteriore di sei mesi alla pubblicazione del bando e persistere alla data di presentazione della domanda. In ogni caso possono accedere alle agevolazioni i titolari di mutui la cui situazione economica familiare non superi il valore Isee (Indicatore di situazione economica equivalente) di 15. 000 euro. La Regione corrisponderà la quota interessi per un massimo di 22 mesi e gli istituti di credito sospenderanno il pagamento della quota capitale per 12 mesi. Ente gestore di questo secondo programma è la società Abruzzo Sviluppo. "La sfida di queste due misure risiede nella necessità, da parte delle banche, di valutare le condizioni di coloro che non hanno facile accesso al credito. Accade infatti che in tempo di crisi le famiglie sono costrette a tagliare le spese per sostenere gli studi dei figli, visite mediche o periodi di vacanza - ha precisato il vice presidente Castiglione - si cerca con queste misure di evitare che un´idea malintesa di risparmio familiare ponga a rischio il diritto, costituzionalmente garantito, di giovani meno abbienti di realizzarsi nella società". .  
   
   
SALARI DELLE DONNE, LA PARITÀ ANCORA NON ESISTE ANCHE IN TOSCANA A UGUALE LAVORO NON CORRISPONDE UGUALE RETRIBUZIONE VENERDÌ 4 PRESENTAZIONE DI UNA RICERCA  
 
Firenze, 3 dicembre 2009 - Possono fare lo stesso lavoro degli uomini, ma guadagnano comunque meno. Anche in Toscana, insomma, per le donne a uguali mansioni non corrispondono uguali retribuzioni: una realtà di fatto, ma anche un terreno di sfida per la piena realizzazione della parità di genere. Tutto questo viene ora documentato nella ricerca “Uguale salario per uguale lavoro? Ricerca sui differenziali retributivi tra donne e uomini in Toscana” che, promossa dalla consigliera di pari opportunità della Toscana Marina Capponi e curata dalla sociologa Mirella Giannini e dalla giurista Roberta Bortone, sarà presentata venerdì 4 dicembre (ore 15. 30) presso la sala Pistelli di palazzo Medici Riccardi (via Cavour 1). Alla presentazione parteciperà, tra gli altri, il vicepresidente Federico Gelli, che tra le sue deleghe ha anche quella alle pari opportunità. Saranno presenti esperti del diritto ed economisti. .