Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Marzo 2010
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE BARROSO SULLA GRECIA E I MERCATI FINANZIARI  
 
Bruxelles, 11 marzo 2001 - Il governo greco ha adottato le misure necessarie per ridurre il proprio disavanzo pubblico di quest´anno, dimostrando di essere determinato ad affrontare i problemi strutturali. Nel contempo, stiamo facendo il necessario per garantire la stabilità finanziaria dell´intera area dell´euro. La Commissione ha collaborato fattivamente con gli Stati membri dell´area dell´euro allo scopo di individuare un meccanismo di cui la Grecia possa avvalersi in caso di necessità.Tale meccanismo sarebbe conforme all´attuale Trattato di Lisbona, in particolare alla clausola di "non salvataggio" e sarebbe condizionato a rigorose condizioni. La Commissione è disposta a proporre un quadro europeo per un´assistenza coordinata, che richiederebbe il sostegno degli Stati membri che hanno aderito alla moneta unica. Parallelamente la Commissione sta preparando una comunicazione sul rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche e di vigilanza sui singoli paesi. Benché si riconosca che gli attuali problemi della Grecia non sono stati causati dalla speculazione sui mercati finanziari, è anche vero che tale speculazione costituisca un fattore aggravante. Ciò dimostra l´importanza di una riforma fondamentale nel mercato dei derivati e la rilevanza delle azioni già intraprese dalla Commissione. Con la comunicazione del 20 ottobre 2009, la Commissione ha avviato un programma d´azione a favore di mercati dei derivati efficienti, sicuri e solidi. Le proposte legislative, e segnatamente quella riguardante la direttiva sui derivati che il Commissario Barnier presenterà entro l´estate, così come quella sulla direttiva sugli abusi di mercato che sarà presentata entro fine anno, aumenteranno la trasparenza del mercato e limiteranno i rischi . Oltre a questa risposta complessiva, si impone una nuova riflessione ad hoc sui credit default swap (Cds) per quanto riguarda il debito sovrano. In tale contesto occorre prestare particolare attenzione al problema delle operazioni allo scoperto (naked practices): è infatti difficile giustificare il fatto che alcuni operatori acquistino assicurazioni contro rischi ai quali essi stessi non sono esposti, vale a dire per scopi puramente speculativi (un Cds è in sostanza un’assicurazione). Nel breve periodo dobbiamo far sì che gli Stati membri agiscano in modo coordinato, soprattutto per quanto riguarda le operazioni allo scoperto. Pertanto la Commissione esaminerà approfonditamente l’opportunità di vietare le vendite allo scoperto puramente speculative di credit default swap relativi a debito sovrano. Allo stesso tempo la Commissione spingerà per un coordinamento internazionale. Questi mercati sono tanto instabili quanto opachi. La Commissione solleverà la questione con i nostri partner internazionali, in particolare nell’ambito del G20. Inoltre, nei nostri contatti bilaterali (in particolare con gli Stati Uniti), merita di essere sollevata la questione della trasparenza tra le autorità di regolamentazione, soprattutto per quanto riguarda l’accesso alle informazioni sulle operazioni allo scoperto. Infine, dobbiamo procedere ad un’analisi approfondita dei mercati Cds per capire meglio come funzionano e per stabilire se in essi vengano poste in essere pratiche discutibili. Aggiungo che la Commissione è pronta ad esercitare, se necessario, i suoi poteri nell’ambito della politica della concorrenza.  
   
   
RAFFORZARE LA LEGITTIMITÀ DEMOCRATICA DELLA POLITICA ESTERA E DI SICUREZZA DELL´UE  
 
Strasburgo, 11 marzo 2010 - L´unione deve rafforzare la propria autonomia strategica e portare avanti una valida ed efficace politica estera di sicurezza e difesa. E´ quanto sostiene il Parlamento esprimendo la propria determinazione ad esercitare il suo potere di bilancio e il suo controllo democratico per vigilare su queste politiche, incluse le modalità di finanziamento del servizio di azione esterna dell´Unione europea. Approvando con 592 voti a favore, 66 contrari e 11 astensioni la relazione di Gabriele Albertini (Ppe, It), i deputati sottolineano che, con l´entrata in vigore del trattato di Lisbona, emerge la necessità di accrescere la legittimità democratica delle attività svolte nell´ambito della politica estera e di sicurezza comune (Pesc), attraverso, per esempio, una sistematica consultazione del Parlamento prima di avviare qualsiasi missione della politica comune di sicurezza e difesa (Pesd). Il Parlamento, inoltre, chiede maggiori poteri di controllo sulla nomina e sul mandato conferito ai rappresentanti speciali dell´Ue (Rsue), sottolineando la necessità di tenere conto di una adeguata rappresentanza di entrambi i generi. Ritiene inoltre che la commissione competente dovrebbe essere consultata dall´Alto rappresentante in merito alle nomine dirigenziali del Servizio europeo per l´azione esterna (Seae). Annuncia, peraltro, che intende invitare alcuni Rsue e capi delegazione a comparire dinanzi alla commissione parlamentare in occasione della loro nomina. Visti gli accresciuti poteri di bilancio del parlamento, i deputati chiedono di rivedere e ampliare i vigenti accordi interistituzionali al fine di garantire la corretta ed efficace applicazione delle procedure di bilancio e di consultazione per la Pesc e la Pesd. Sollecitano inoltre un ampliamento dell´accesso alle informazioni sensibili (classificate come "top secret", segrete o confidenziali). I deputati esprimono preoccupazione per le conseguenze del sottofinanziamento della Rubrica del bilancio "L´ue come attore globale" e, dunque, sulla sua capacità di portare avanti una politica estera "credibile e proattiva". Il Parlamento sottolinea poi la necessità di dotare l´Unione dei mezzi finanziari necessari ai fini di una risposta "coerente ed adeguata alle sfide globali impreviste". A questo proposito, auspica di essere consultato in merito alle procedure per la concessione di un rapido accesso agli stanziamenti del bilancio dell´Unione destinati al finanziamento urgente di iniziative Pesc e di prendervi pienamente parte. Tra alcune delle tematiche specifiche affrontate dalla relazione figura quella dell´approvvigionamento energetico in Europa. In proposito, dicendosi "preoccupato" in merito al ripetersi delle crisi del gas, il Parlamento si compiace della firma posta al progetto Nabucco. Sottolinea poi l´importanza di "garantire la sicurezza energetica dell´Unione europea mediante la promozione di un corridoio meridionale per la fornitura di greggio, anche attraverso l´oleodotto paneuropeo Costanza-trieste". La relazione di Arnaud Danjean (Ppe, Fr) - adottata con 480 voti favorevoli, 111 contrari e 64 astensioni - illustra come il trattato di Lisbona influirà sulla Pesd. Il Parlamento chiede una maggiore autonomia strategica dell´Unione europea e sottolinea la legittimità e l’utilità di istituire un Consiglio della difesa nel quadro del Consiglio degli affari esteri, e reitera la richiesta di creare un centro operativo permanente dell’Unione, posto sotto l’autorità dell´Alto rappresentante/Vicepresidente, incaricato della pianificazione operativa e della condotta delle operazioni militari. Insiste infine sulla necessità di istituire "quanto prima" l´Accademia europea per la sicurezza e la difesa, come deciso dal Consiglio nel dicembre 2008. Scudo antimissile nel dialogo continentale - I deputati ritengono che la nuova versione dello scudo antimissile prospettata dall´amministrazione americana debba essere studiata e verificata in modo approfondito e debba tenere in considerazione una visione comune dei paesi europei per la protezione dell´Europa dalle minacce balistiche, favorendo la partecipazione dell´industria di difesa europea alla realizzazione dello scudo. Il Parlamento ribadisce poi la sua preoccupazione di fronte alla situazione in Iran e nella Corea del Nord e rammenta l´impegno assunto dall´Unione "di utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per prevenire, scoraggiare, sospendere e, ove possibile, annullare tutti i programmi di proliferazione che sono fonte di preoccupazione a livello mondiale". Esorta il Consiglio e la Commissione ad accrescere sostanzialmente le risorse per la partecipazione civile in Afghanistan "ai fini della credibilità e della visibilità della priorità civile dell´Unione europea agli occhi sia dei cittadini afgani sia dei partner internazionali". Più rapido dispiegamento delle missioni Ue - Il Parlamento accoglie con favore i progressi compiuti in termini di capacità militari e civili e sollecita rapidi miglioramenti per quanto riguarda i progetti intesi a una più rapida dislocazione delle missioni Pesd e delle forze dell´Unione (inclusa la creazione di una flotta europea di trasporto aereo), i progetti finalizzati a una migliore informazione dei reparti militari dispiegati dall´Unione europea (compresa la nuova generazione di satelliti di osservazione) e la creazione di una sistema di monitoraggio marittimo sulla base del modello baltico (Subcas).  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: SANZIONI E INCENTIVI PER GARANTIRE L´ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA UE 2020  
 
Strasburgo, 11 marzo 2010 - Il Parlamento europeo sollecita un approccio ambizioso alla crisi attraverso un maggior coordinamento delle politiche economiche nazionali, unito a sanzioni e incentivi per garantire l´attuazione della "strategia Ue 2020". Chiede poi di assicurare la stabilità dell´euro, intensificare la vigilanza finanziaria, completare il mercato unico e sostenere le Pmi. Occorre promuovere la formazione, riformare i sistemi di sicurezza sociale e aumentare la flessibilità dei lavoratori e dell´età pensionabile. Approvando con 462 voti favorevoli, 140 contrari e 58 astensioni una risoluzione sostenuta da Ppe, S&d e Alde, il Parlamento rileva anzitutto che la caduta del Pil del 4%, il crollo della produzione industriale e un totale di più di 23 milioni di disoccupati "rappresentano un disastro sotto il profilo umano ed economico". La strategia di Lisbona, pertanto, "non ha dato i risultati auspicati", anche a causa dell´assenza di incentivi efficaci e di strumenti vincolanti a livello comunitario. Ritenendo quindi che la strategia Ue 2020 dovrebbe fornire un approccio alla crisi economica "ambizioso, più coerente e mirato", il Parlamento esorta l´abbandono del "metodo aperto di coordinamento" e chiede di ricorrere a tutte le pertinenti disposizioni del trattato di Lisbona "per coordinare le riforme economiche e i piani d´azione degli Stati membri". Invita poi la Commissione a proporre nuove misure e "possibili sanzioni" per gli Stati membri che non attuano la strategia Ue 2020 e incentivi per quanti invece lo fanno. I governi dovrebbero anche indicare come utilizzano i fondi Ue per conseguire gli obiettivi stabiliti, mentre i finanziamenti dell´Unione "dovrebbero essere subordinati ai risultati e alla compatibilità con gli obiettivi della strategia". Coordinare le politiche economiche e intensificare la vigilanza finanziaria - Il Parlamento rileva che il consolidamento di bilancio e le politiche economiche devono essere "strettamente coordinate" al fine di rafforzare la crescita, creare occupazione e assicurare la futura stabilità dell´euro. Giudicando "inopportuna" l´assenza di meccanismi per salvaguardare la stabilità dell´euro, ritiene che gli Stati membri debbano conformarsi ai criteri del patto di stabilità e di crescita, "cercando al contempo un equilibrio tra la riduzione dei disavanzi nazionali, gli investimenti e le esigenze sociali". I deputati sottolineano poi la necessità di un supervisore europeo unico per assicurare un´efficace vigilanza micro e macroprudenziale, "prevenendo in tal modo crisi future". Rilevano inoltre l´esigenza di istituire un sistema bancario europeo efficace, "in grado di finanziare l´economia reale e di assicurare che l´Europa rimanga a livello mondiale uno dei maggiori centri finanziari e una delle principali economie". Completare il mercato unico e sostenere le Pmi - Mettendo in luce come il mercato unico contribuisca considerevolmente alla prosperità europea, i deputati chiedono al Consiglio e alla Commissione di presentare proposte ai fini del suo completamento. Plaudono, peraltro, all´assegnazione a Mario Monti del compito di proporre idee nuove ed equilibrate per spronare il mercato comune europeo. Il Parlamento ritiene inoltre che la Commissione avrebbe dovuto porre maggiormente l´accento sulla promozione e il sostegno delle piccole e medie imprese e giudica necessarie ulteriori proposte volte a ridurre il carico burocratico e promuovere idee innovative. Sottolinea poi che, per avere successo, la strategia 2020 dovrebbe concentrarsi sulla promozione delle Pmi e sull´occupazione "non solo nel settore del commercio e dei servizi, ma anche in quelli industriale e agricolo". Occorre poi una legislazione che incoraggi l´imprenditorialità e un migliore accesso delle Pmi ai finanziamenti. Piena occupazione ed economia sociale di mercato - I deputati esortano l´attuazione delle riforme necessarie per perseguire "l´obiettivo della piena occupazione sostenibile e di elevata qualità". In tale contesto, ritengono che l´Ue debba mettere in atto un programma sociale ambizioso volto, tra la l´altro, a conciliare l´occupazione con le responsabilità di assistenza, ridurre l´abbandono scolastico precoce, favorire l´apprendimento permanente, prevenire la "fuga di cervelli", promuovere l´eccellenza e sviluppare una rete di università di primo piano. Esortano poi la Commissione a presentare una strategia per combattere la disoccupazione giovanile. L´ue dovrebbe inoltre "creare mercati del lavoro inclusivi e competitivi mediante la ristrutturazione dei sistemi di sicurezza sociale e una maggiore flessibilità per i lavoratori, in combinazione con adeguate indennità di disoccupazione a breve termine e un appropriato sostegno al reinserimento professionale". Al contempo, occorrono politiche in materia di apprendimento permanente e un´età pensionabile più flessibile (se i lavoratori così scelgono) per far fronte all´invecchiamento della popolazione. Promuovere l´innovazione per favorire la crescita - Il Parlamento sollecita la Commissione a presentare una proposta di bilancio ambiziosa per portare a buon fine la strategia Ue 2020, ritenendo che quello attuale "non rifletta adeguatamente il fabbisogno finanziario per affrontare le sfide del Xxi secolo". In tale contesto, chiede anche di mantenere nella nuova strategia, sia per il bilancio dell´Ue che per i bilanci nazionali, l´obiettivo della strategia di Lisbona del 3% del Pil a favore della R&s. La Commissione è poi invitata a presentare una proposta "per accrescere l´efficienza della ricerca europea semplificando le strutture esistenti, riducendo il carico burocratico e creando un clima di investimenti più favorevole alla ricerca e all´innovazione nel settore pubblico e in quello privato". Implicare il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali - I deputati ritengono infine necessaria l´elaborazione di un accordo interistituzionale che includa l´impegno da parte del Consiglio di non modificare la strategia 2020 nei prossimi anni senza prima aver consultato il Parlamento. Sottolineano poi la necessità di una cooperazione migliore con i parlamenti nazionali e la società civile.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: UNA TASSA SULLE OPERAZIONI FINANZIARIE PER COPRIRE I COSTI DELLA CRISI  
 
Strasburgo, 11 marzo 2010 - Il Parlamento europeo sollecita una posizione comune dell´Ue in ambito G20 riguardo a una tassa sulle operazioni finanziarie volta a coprire i costi della crisi, per l´economia reale e per stabilizzare il sistema bancario. Invitando la Commissione a valutare le possibili opzioni, precisa che tale tassa non deve ridurre la competitività dell´Ue od ostacolare la crescita. Rileva poi l´esigenza di garantire al settore bancario la capacità di finanziare investimenti nell´economia reale. In una risoluzione adottata con 536 voti favorevoli, 80 contrari e 33 astensioni il Parlamento europeo rileva che i leader del G20 "hanno la responsabilità collettiva di attenuare l´impatto sociale della crisi" e che una tassa sulle operazioni finanziarie "potrebbe contribuire a coprire i costi generati dalla crisi". Ritiene quindi che l´Unione europea debba concordare una posizione comune in ambito del G20 riguardo alle modalità con cui "il settore finanziario potrebbe fornire un contributo equo e sostanziale alla copertura degli eventuali oneri da esso generati per l´economia reale o che sono associati agli interventi governativi finalizzati a stabilizzare il sistema bancario". Valutare vantaggi e svantaggi della tassa - Nell´intento di giungere a una posizione coerente dell´Ue, i deputati chiedono alla Commissione di elaborare, con sufficiente anticipo rispetto al prossimo vertice del G20, una valutazione d´impatto della tassazione delle operazioni finanziarie a livello mondiale, "esaminandone vantaggi e svantaggi". In tale contesto, la Commissione è invitata a considerare attentamente una serie di parametri come, ad esempio, le esperienze passate in materia - "soprattutto in termini di evasione fiscale e migrazione di capitali" - e il loro impatto sui singoli investitori e sulle Pmi. Dovrebbe inoltre valutare i vantaggi e gli svantaggi dell´introduzione di una tale tassa nella sola Unione europea, rispetto a una sua introduzione a livello globale e alla situazione attuale. Il Parlamento ritiene inoltre che la Commissione dovrebbe analizzare il potenziale di generare entrate sostanziali rispetto ad altre fonti di gettito fiscale, i costi di riscossione e la distribuzione dei ricavi tra i paesi, quantificando l´aumento dei costi di transazione in tutti i mercati potenzialmente interessati. Ritiene anche necessario concepire la tassa sulle operazioni finanziarie in modo da attenuare gli effetti collaterali negativi solitamente associati alle imposte indirette sulla raccolta di capitali. La tassa, inoltre, dovrebbe "contribuire alla stabilizzazione dei mercati finanziari" e prevenire una futura crisi finanziaria prendendo di mira alcuni tipi di operazioni "indesiderabili", che dovrebbero essere definite dalla Commissione. Non minare la competitività e la capacità di finanziamento delle banche - Il Parlamento sottolinea, comunque, che qualunque soluzione "deve assolutamente evitare di ridurre la competitività dell´Unione europea o di ostacolare gli investimenti sostenibili, l´innovazione e la crescita, che sono vantaggiosi per l´economia reale e la società". Rileva poi l´importanza di tenere conto della necessità che il settore bancario "crei capitali sani, garantendo la sua capacità di finanziare investimenti nell´economia reale, nonché di prevenire l´eccessiva assunzione di rischi". Infine, i deputati invitano la Commissione e il Consiglio a valutare il potenziale di diverse opzioni fiscali per le transazioni finanziarie "ai fini del contributo al bilancio dell´Unione europea" e in quale misura le opzioni in esame possano essere utilizzate anche come meccanismi finanziari innovativi per sostenere l´adattamento ai cambiamenti climatici e la loro attenuazione nei paesi in via di sviluppo, nonché per finanziare la cooperazione allo sviluppo.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, CONFLITTO DI GAZA: RISPETTO DEI DIRITTI UMANI E ACCERTAMENTO DELLE RESPONSABILITÀ  
 
Strasburgo, 11 marzo 2010 - Il rispetto dei diritti umani è condizione essenziale per una pace giusta e duratura in Medio Oriente. E´ quanto afferma il Parlamento chiedendo all´Ue di sostenere l´attuazione delle raccomandazioni della relazione Goldstone sul conflitto di Gaza e l´accertamento delle responsabilità per i presunti crimini di guerra. Sollecita anche le parti a svolgere indagini indipendenti e a non ostacolare l´attività delle Ong. A fronte della crisi umanitaria chiede l´apertura dei valichi di frontiera. Approvando con 335 voti favorevoli, 287 contrari e 43 astensioni una risoluzione sostenuta da S&d, Alde, Verdi/ale e Gue/ngl, il Parlamento sottolinea nuovamente l´importanza "di raggiungere una pace giusta e duratura in Medio Oriente, e tra israeliani e palestinesi in particolare". In proposito, i deputati rilevano che il rispetto del diritto umanitario internazionale e del diritto internazionale sui diritti umani da parte di tutti e in qualsiasi circostanza è elemento essenziale "di un processo di pace che porti a due Stati che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza" e costituisce un prerequisito "per il conseguimento di una pace giusta e duratura nel Medio Oriente". Il Parlamento reitera l´invito rivolto alla Vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e agli Stati membri a impegnarsi affinché l´Unione europea "adotti una ferma posizione comune sul seguito da dare alla relazione sulla missione d´inchiesta" del giudice Goldstone sul conflitto a Gaza e nel sud di Israele iniziato il 27 dicembre 2008 e terminato il 18 gennaio 2009. A suo parere, Ue e Stati membri dovrebbero chiedere pubblicamente "l´attuazione delle sue raccomandazioni e l´accertamento della responsabilità per tutte le violazioni del diritto internazionale, tra cui i presunti crimini di guerra". La Vicepresidente della Commissione/alto rappresentante Ue e gli Stati membri dovrebbero inoltre "monitorare attivamente l´attuazione delle raccomandazioni contenute nella relazione Goldstone mediante la consultazione delle missioni esterne dell´Ue e delle Ong del settore". I deputati esortano entrambe le parti a svolgere, entro cinque mesi, indagini "che soddisfino gli standard internazionali di indipendenza, imparzialità, trasparenza, tempestività ed efficacia", in linea con le risoluzioni dell´Assemblea generale delle Nazioni Unite adottate il 5 novembre 2009 e il 26 febbraio 2010. Rilevano poi che "la responsabilità e la credibilità dell´Unione europea e dei suoi Stati membri richiedono che l´Unione controlli in modo esauriente tali indagini". Sottolineando l´importanza della cooperazione tra le autorità ufficiali e le organizzazioni non governative nelle indagini di follow-up e nell´attuazione delle raccomandazioni contenute nella relazione Goldstone, i deputati invitano le autorità di tutte le parti ad "astenersi da qualsiasi azione che possa avere un impatto negativo sulle attività di tali organizzazioni". Infine, il Parlamento rileva che la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza "si è ulteriormente aggravata a causa dell´embargo, che è in violazione del diritto internazionale umanitario". Accoglie pertanto con favore l´invito fatto dal Consiglio, in data 8 dicembre 2009, "per un´apertura immediata, sostenuta e incondizionata dei valichi".  
   
   
UE: RIDURRE GLI ONERI AMMINISTRATIVI CHE GRAVANO SULLE PICCOLE IMPRESE  
 
Strasburgo, 11 marzo 2010 - Le piccole imprese potrebbero essere esentate dall´obbligo di redigere conti annuali. E´ quanto sostiene il Parlamento in merito alla proposta di revisione della direttiva sulle norme contabili applicabili alle ´microentità´. Spetterebbe a ogni Stato membro concedere tali esenzioni, tenendo presente l´impatto che avrebbe la direttiva. Le piccole imprese mantengono comunque l´obbligo di tenere un registro delle loro operazioni commerciali e della situazione finanziaria. Approvando con 445 voti a favore, 196 contrari e 21 astensioni la relazione di Klaus-heiner Lehne (Ppe, De), il Parlamento si è pronunciato sulla proposta di direttiva che consentirebbe agli Stati membri di semplificare gli obblighi in materia di informativa finanziaria a carico delle microentità, al fine di accrescerne la competitività e realizzare il loro potenziale di crescita. Le modifiche intendono ridurre gli oneri amministrativi, garantendo allo stesso tempo una tutela adeguata e l´informazione delle parti in causa. Le microentità, infatti, sono attualmente soggette alle stesse norme che si applicano alle grandi imprese e, col tempo, è emerso che le complesse norme in materia di informativa finanziaria a esse applicate non sono proporzionate alle loro specifiche esigenze contabili e generano oneri finanziari, oltre a ostacolare l´uso efficiente dei capitali a fini produttivi. Il raggio d´azione delle microimprese commerciali, secondo il relatore, "è generalmente limitato al mercato regionale e locale e non hanno alcun impatto transfrontaliero sul mercato unico europeo, sarebbe quindi logico non vincolarle al rispetto delle norme sul mercato interno". Circa 7,2 milioni di imprese dell´Ue sono soggette a regole di informativa ai sensi delle direttive contabili dell´Unione europea. Di queste, 5,4 milioni (circa il 75%) sono "microentità", quali fiorai o fornai. L´esenzione dall´obbligo di redigere conti annuali si applicherebbe alle aziende che soddisfano due dei seguenti criteri: bilancio totale inferiore a 500.000 euro, fatturato netto inferiore a 1.000.000 di euro e/o media di 10 dipendenti nel corso dell´esercizio in questione. Per il Parlamento europeo gli Stati membri dovrebbero avere la possibilità di scegliere o meno di esentare le micro-imprese, "tenendo conto in particolare della situazione a livello nazionale riguardante il numero di società" che rientrano in questi criteri. Per rispondere alle preoccupazioni secondo cui tale esenzione potrebbe ostacolare l´organizzazione interna e ridurre la trasparenza e l´accesso alle informazioni, il Parlamento precisa che sulle microentità dovrebbe continuare a incombere l´obbligo di mantenere registrazioni che indichino le transazioni commerciali e la situazione finanziaria della società "quale criterio minimo", cui gli Stati membri potrebbero aggiungere ulteriori obblighi. Nel corso del dibattito il relatore ha sottolineato che la proposta è rimasta bloccata in sede di Consiglio ed ha quindi rivolto un appello alla minoranza di blocco affinché riconsideri la sua posizione. Il Parlamento chiede comunque che, nel 2010, venga effettuata una revisione generale della quarta e della settima direttiva sul diritto societario.  
   
   
CAMBIAMENTI CLIMATICI: LA COMMISSIONE EUROPEA DEFINISCE LA STRATEGIA PER DARE NUOVO IMPULSO ALL ´AZIONE GLOBALE DOPO COPENAGHEN  
 
Bruxelles, 11 marzo 2010 - La Commissione europea ha definito il 9 marzo una strategia per mantenere l ´impulso delle iniziative globali volte ad affrontare i cambiamenti climatici. La comunicazione propone che l´Ue cominci a mettere in atto in tempi brevi il testo approvato lo scorso dicembre a Copenaghen e soprattutto l´assistenza finanziaria "rapida" ai paesi in via di sviluppo. Parallelamente l´Ue dovrebbe continuare a insistere per concludere un accordo valido e giuridicamente vincolante che coinvolga tutti i paesi in una vera azione per il clima. Per fare ciò sarà necessario inserire il testo di Copenaghen nei negoziati delle Nazioni Unite e affrontare i punti deboli del protocollo di Kyoto. Un´azione di coinvolgimento attivo dell´Ue verso l´esterno sarà il fattore determinante per promuovere il sostegno ai negoziati Onu. La Commissione s´impegnerà in tal senso in stretta collaborazione con il Consiglio e con il sostegno del Parlamento europeo. Il p residente della Commissione, José Manuel Barroso, ha dichiarato: " La Commissione è decisa a mantenere l´impulso a favore dell´azione di lotta ai cambiamenti climatici in tutto il mondo. La comunicazione di oggi definisce una strategia chiara riguardante le fasi successive necessarie per dare nuovo vigore ai negoziati internazionali e coinvolgere i nostri partner in questo percorso. Intendo chiedere al prossimo Consiglio europeo di sostenere la strategia, anche sulla base di ulteriori consultazioni che la Commissaria Hedegaard avvierà, su mia richiesta, con i principali partner internazionali ." Connie Hedegaard, c ommissaria incaricata dell´Azione per il clima, si è così espressa: " I cambiamenti climatici potranno essere contenuti solo con l´intervento di tutti i principali emettitori. Naturalmente, nessuno più di me si augura di poter giungere a risultati conclusivi in Messico; tuttavia, i segnali che giungono da varie capitali dei principali emettitori non rendono questo obiettivo molto probabile. A Copenaghen il mondo ha avuto un´opportunità unica e non l´abbiamo sfruttata nella sua interezza. Adesso dobbiamo garantire l´impulso necessario e fare del nostro meglio per ottenere dei risultati specifici e importanti a Canc ú n e per garantire il raggiungimento di un accordo sulla forma giuridica al più tardi in Sudafrica. Copenaghen ha rappresentato un passo avanti. E anche se il testo approvato in quella sede non corrisponde agli obiettivi ambiziosi che l´Europa si è fissata, il sostegno sempre maggiore che tale testo sta ricevendo in tutto il mondo offre all´Ue la possibilità di ispirarsi ad esso e tradurlo in azione. L´esempio più convincente di leadership che ora l´Europa può dare è l´adozione di interventi concreti e decisi per trasformare l´Ue nella regione più compatibile con il clima al mondo; ciò ci permetterà anche di rafforzare la sicurezza energetica, di stimolare una crescita economica più ecocompatibile e di creare nuova occupazione." Tabella di marcia per i negoziati - La comunicazione propone una tabella di marcia per il processo negoziale che ripartirà ad aprile. Le linee politiche contenute nel testo approvato a Copenaghen (il cosiddetto "Copenhagen Accord") – che non sono state formalmente adottate come decisione Onu – dovranno essere integrate nei testi oggetto di negoziato in ambito Onu che conterranno la base del futuro accordo globale sul clima. L´ue è pronta a sottoscrivere un patto giuridicamente vincolante a livello mondiale nel corso della conferenza Onu sul clima di Cancún, in Messico, alla fine di quest´anno. La Commissione è tuttavia consapevole che le divergenze di vedute tra i paesi potrebbero ritardare l´adozione di un accordo al 2011. L´ue è pronta ma il resto del mondo potrebbe non esserlo e per questo dovremo adottare un approccio graduale. Il testo di Copenaghen - Il testo approvato a Copen aghen rappresenta un passo in avanti verso l´obiettivo che l´Ue si è fissato di arrivare ad un accordo sul clima di portata mondiale e giuridicamente vincolante che entri in vigore nel 2013, cioè al termine del primo periodo di impegno previsto dal protocollo di Kyoto. Il testo accoglie l´obiettivo principale sostenuto dall´Ue, ossia il mantenimento del surriscaldamento globale al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli preindustriali, per evitare le ripercussioni peggiori dei cambiamenti climatici. Finora i paesi indust rializzati e in via di sviluppo che producono oltre l´80% delle emissioni di gas serra a livello planetario hanno inserito i rispettivi obiettivi di emissione o azioni in materia nel testo di Copenaghen. Questo dato significa che la maggior parte dei paesi intende intensificare la lotta contro i cambiamenti climatici. Integrità ambientale - I negoziati internazionali dovranno garantire che il futuro accordo globale sul clima abbia un ´elevata integrità ambientale e serva realmente a mantenere il riscaldamento al di sotto dei 2 °C. Il protocollo di Kyoto rimane l´elemento attorno al quale ruota il processo Onu, ma è necessario affrontarne i problemi, in particolare il numero limitato di paesi cui è destinato e i punti deboli più seri, che riguardano le norme per la contabilizzazione delle emissioni prodotte dalla silvicoltura e il trattamento dei diritti di emissione nazionali in eccesso riportati dal periodo 2008‑2012. Se tali punti deboli permanessero si rischierebbe di annullare del tutto gli attuali impegni dei paesi industrializzati ad abbattere le emissioni. La leadership dell ´Ue - La Commissione ritiene che l ´Ue debba dare dimostrazione di leadership adottando azioni concrete nell´ambito della sua strategia Europa 2020 presentata il 3 marzo (vedi Ip/10/225 ) per trasformarsi nella regione mondiale più compatibile con il clima. L´ue si è impegnata a ridurre le emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020 e ad arrivare al 30% se altre economie importanti accetteranno di partecipare equamente allo sforzo globale di abbattimento. In vista del Consiglio europeo di giugno la Commissione preparerà un´analisi delle strategie pratiche che potrebbero essere necessarie per ottenere una riduzione delle emissioni del 30%; successivamente la Commissione provvederà a delineare un percorso di transizione che porti l´Ue a diventare un´economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050. In linea con la strategia Ue 2020, si tratta di proporre soluzioni intelligenti che favoriscano la lotta ai cambiamenti climatici ma anche la sicurezza energetica e l´occupazione. Finanziamenti "rapidi" - L a Commissione propone che l´Ue inizi a dare applicazione al testo di Copenaghen. Per tutelare la propria credibilità e rafforzare le capacità dei paesi beneficiari di far fronte ai cambiamenti climatici l´Ue dovrebbe concretizzare in tempi rapidi l´impegno a stanziare 2,4 miliardi di euro nell´ambito dell´assistenza finanziaria "rapida" annua ai paesi in via di sviluppo nel periodo 2010-2012. La Commissione è disposta a garantire il coordinamento dell´assistenza Ue. Sviluppare ulteriormente i mercati del carbonio La comunicazione sottolinea che l ´Ue dovrebbe impegnarsi per portare avanti lo sviluppo del mercato internazionale del carbonio, elemento fondamentale per dare impulso agli investimenti a basse emissioni di carbonio e ridurre le emissioni planetarie in maniera economicamente efficace. Il mercato del carbonio può inoltre creare importanti flussi finanziari verso i paesi in via di sviluppo. Intensificare le attività di coinvolgimento - L ´Ue dovrà lavorare di più per creare fiducia sulla possibilità di giungere ad un patto globale ed esaminare quali decisioni specifiche orientate all´azione potranno essere adottate a Cancún. La Commissione avvierà queste iniziative di coinvolgimento e sensibilizzazione in stretto contatto con il Consiglio e con la presidenza e intende incoraggiare e assistere il Parlamento europeo affinché coinvolga attivamente i parlamentari dei principali paesi partner.  
   
   
SLOVACCHIA, VERIFICA SUI FONDI EUROPEI  
 
Bratislava, 11 marzo 2010 - Il controllo di 211 soggetti slovacchi relativo all´utilizzo dei fondi dell´Unione Europea ha rivelato 1.021 irregolarità. Gli sbagli sono stati di varia specie, dagli errori formali fino alle insufficienze di sistema che potevano avere un´influenza negativa sul pieno utilizzo delle risorse che l´Ue ha destinato alla Slovacchia. È quanto emerge dai risultati dei controlli di utilizzo dei fondi Ue nel 2009 che l´Ufficio Superiore di Controllo (Nku) della Slovacchia ha realizzato nell´ambito di 47 interventi. I soggetti di tali verifiche sono stati ministeri, agenzie d´implementazione, regioni, città, comuni e diverse persone fisiche e giuridiche, afferma l´Ice. L´ufficio di Controllo si è concentrato sul controllo della direzione e gestione leale dei soggetti, sull´utilizzo delle risorse pubbliche e sul rispetto delle regole degli appalti pubblici. Ha verificato anche i contratti per i contributi a fondo perduto nell´ambito dei singoli programmi operativi. Ha verificato inoltre l´adempimento della legge sulla contabilità e una serie di altri fattori, ad esempio il pagamento di fatture, il prolungamento del periodo per la realizzazione del progetto, le spese di viaggio e i finanziamenti per la formazione. Il controllo seguiva l´utilizzo delle fonti nell´ambito degli aiuti comunitari prima dell´entrata nell´Ue, Fondi Strutturali e Fondo di Coesione nel periodo di programmazione 2004-2006 e anche in questo periodo di programmazione 2007-2013. L´ufficio di Controllo ha riscontrato 136 irregolarità in 14 soggetti sugli aiuti prima dell´entrata nell´Ue e 678 irregolarità in 160 soggetti nel periodo di programmazione 2004-2006. Per quanto riguarda il periodo di programmazione attualmente in corso, l´Ufficio ha controllato solo 8 soggetti, riscontrando 37 irregolarità.  
   
   
UNGHERIA, CRESCE NUMERO DI AZIENDE IN LIQUIDAZIONE  
 
Budapest, 11 marzo 2010 - Le procedure di liquidazione coatta e volontaria sulle compagnie ungheresi sono cresciute nel mese di febbraio del 12 per cento rispetto al volume riscontrato nel corso dello stesso mese dell´anno precedente. In termini assoluti, il numero di società interessate da tali provvedimenti coattivi è stato pari a 1.216 unità, con il numero di liquidazioni volontarie salito dell´11 per cento, a 1.374 unità. Lo riferisce il "Budapest Business Journal". Sempre nello stesso mese di febbraio, il numero di nuove società registrate in Ungheria è stato del 7 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2009.  
   
   
"L´ITALIA IN UNO SCENARIO INTERNAZIONALE CHE CAMBIA: FRA RISCHI DI MARGINALIZZAZIONE E NUOVE RESPONSABILITÀ"  
 
Roma, 11 Marzo 2010 - Il prossimo 18 marzo, alle ore 17.00, Ispi e Iai presenteranno il rapporto introduttivo dell´Annuario Ispi-iai sulla politica estera italiana (edizione 2010), realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cariplo, edito da Il Mulino: "L´italia in uno scenario internazionale che cambia: fra rischi di marginalizzazione e nuove responsabilità" L’incontro, che si terrà nella Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva (Piazza della Minerva, 38 - Roma), è organizzato in collaborazione con le fondazioni Farefuturo e Italianieuropei.  
   
   
AMMONTARE DI BTP IN EMISSIONE MARZO 2010  
 
Roma, 11 marzo 2010 - Il Mef, facendo seguito al comunicato stampa del 5 marzo 2010, comunica l´ammontare dei Btp che verranno offerti nell´asta del 12 marzo. - Buoni del Tesoro Poliennali in corso di emissione: - decorrenza - scadenza: 15 gennaio 2010/15 aprile 2015; quinta tranche ammontare nominale dell´emissione: da un minimo di 2.500 milioni di euro a un massimo di 3.500 milioni di euro decorrenza - scadenza: 1º settembre 2009/1º settembre 2040; sesta tranche ammontare nominale dell´emissione: da un minimo di 1.000 milioni di euro a un massimo di 1.500 milioni di euro.  
   
   
COMUNE DI MILANO: ALLO STUDIO NUOVO DERIVATO PER RIPORTARE INDEBITAMENTO A TASSO FISSO  
 
Milano, 11 marzo 2010 - Il Comune di Milano sta studiando un meccanismo compensatorio sul fronte derivati. La tipologia dell’operazione al vaglio del Direttore Generale Giuseppe Sala, che coordina una task force con l’appoggio dell’Assessore al Bilancio Giacomo Beretta, riguarda la copertura dei rischi con un nuovo derivato di segno contrario che riporti l’indebitamento del Comune di Milano a tasso fisso. Tale operazione appare opportuna in previsione di un possibile aumento dei tassi di interesse e consentirebbe di determinare con maggiore certezza l’onere annuale per l’Amministrazione. Si ritiene, inoltre, che questa iniziativa non avrebbe riflessi negativi sulla causa civile in corso con alcune banche in quanto non pregiudicherebbe le ragioni risarcitorie del Comune di Milano. La task force è aperta al contributo anche di quella parte della minoranza che ha manifestato idee e proposte al riguardo.  
   
   
FVG: INCONTRO COMMISSIONE PARLAMENTARE SLOVENA  
 
Trieste, 11 marzo 2010 - Un tavolo congiunto Slovenia-friuli Venezia Giulia, una commissione bilaterale da istituire entro l´anno dove esplorare le problematiche comuni e proporre soluzioni agli Esecutivi. È questa la proposta che il presidente del Consiglio della Regione Friuli Venezia Giulia Edouard Ballaman ha accolto e sostenuto ieri durante l´incontro con i rappresentanti della Commissione parlamentare per le relazioni con gli Sloveni nel mondo, della Repubblica di Slovenia, proposta che era stata formulata dai consiglieri Igor Kocijancic (Sa-prc) e Igor Gabrovec (Pd-ssk). "La politica estera - ha detto Ballaman - è diretta competenza degli Esecutivi, ma a fini consultivi, per conoscere e approfondire le questioni comuni, individuando le possibili soluzioni, uno o più tavoli bilaterali possono essere utili e il Consiglio regionale vuole fare la sua parte. Le questioni da discutere sono molteplici, spesso di natura estremamente concreta e riguardano entrambe le comunità. Entro l´anno dovremo ricambiare la visita e sancire, in quell´occasione, la nascita di questo momento permanente di incontro e confronto". Molto soddisfatto di questa proposta, immediatamente accolta, il presidente della Commissione per gli sloveni nel mondo Miro Petek, che è giunto a Trieste accompagnato dal vice presidente Mirko Brulc, e dalla presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento sloveno Jasna Klasinc. Anche la presidente Klasinc, figlia di triestina e molto legata a queste terre, ha rimarcato l´opportunità di istituire un tavolo bilaterale, per migliorare i rapporti tra i due popoli, anche con l´ausilio delle rispettive minoranze, e trovare soluzioni sistemiche alle questioni ancora aperte. Durante l´incontro si sono toccati anche i temi riguardanti strettamente la minoranza slovena in Friuli Venezia Giulia. Il presidente Petek ha sottolineato gli ottimi rapporti tra Italia e Slovenia, l´alto e qualificato livello raggiunto dalla comunità slovena in Friuli Venezia Giulia, lamentando però l´incertezza dei finanziamenti erogati. Il presidente Ballaman, dopo aver ribadito l´importante ruolo svolto dalle minoranze nella determinazione della specialità della Regione, ha offerto il proprio sostegno alla richiesta della Commissione slovena e dei consiglieri regionali appartenenti alla comunità slovena in Italia, di garantire stabilità ai finanziamenti portandoli a sistema. "Il momento non è certo dei più floridi - ha detto il presidente - ma se ci devono essere dei tagli, questi devono essere uguali per tutti e non colpire selettivamente un gruppo piuttosto che un altro. Se c´è la necessità di dirimere questioni politiche, su tutte va sempre privilegiata la via del dialogo". Una soluzione permanente, riattivando i finanziamenti regionali alla minoranza slovena durante la prossima sessione di assestamento di bilancio, è stata richiesta da Igor Kocijancic (Sa-prc), che ha anche rimarcato l´opportunità di ripristinare gli incontri dei consiglieri regionali con i deputati del Parlamento sloveno eletti nella zona del litorale. La richiesta di riaprire i confronti e gli incontri è stata sostenuta anche da Igor Gabrovec (Pd-ssk), tavoli che dovrebbero includere entrambe le minoranze, quella slovena in Italia e quella italiana in Slovenia. All´incontro hanno preso parte anche la vicepresidente del Consiglio Annamaria Menosso (Pd), il console generale della Repubblica di Slovenia a Trieste Vlasta Valencic Pelikan, e il console sloveno a Trieste Bojana Cipot.  
   
   
CALABRIA: PRESENTA LA RELAZIONE ANNUALE DELLA S.U.A. STAZIONE UNICA APPALTANTE  
 
Reggio Calabria, 11 marzo 2010 - E’stata illustrata ieri mattina dal Presidente del Comitato di Sorveglianza della Stazione Unica Appaltante (Sua) Ivan Cicconi la Relazione dell’attività svolta nel 2009. Erano anche presenti il Commissario della stessa Sua Salvatore Boemi Saverio Regasto e Paolo Severini ed il Segretario generale della Giunta regionale Nicola Durante. Il presidente del Comitato Cicconi ha evidenziato l’importante ruolo che ha l’organismo e che non si esaurisce nel controllo degli appalti e dei bandi di gara degli enti che fanno riferimento alla Regione ma “deve diventare il soggetto certificatore di qualità”. “D’altra parte, secondo Cicconi l’avvio a regime della S.u.a. Significa voler definire le regole che le consentano di esercitare un controllo puntuale delle attività degli enti e delle società partecipate dalla Regione´´. Cicconi ha, quindi, sottolineato l’importanza dei protocolli che saranno sottoscritti con i soggetti obbligati a comunicare alla S.u.a. Gare ed appalti, con particolare riferimento alle società partecipate che avendo, per loro natura, dei soci privati hanno un diverso profilo rispetto agli altri enti. Ha, quindi preso la parola il Commissario della Stazione Unica Appaltante Salvatore Boemi per il quale non vi possono essere ritorni al passato. “Sono certo – ha detto – che i meccanismi introdotti consentiranno alla Regione di fare dei piccoli ma importanti passi in avanti. La Sua deve essere considerata una realtà, un´autorità amministrativa concreta, presente ed operante, seppur tra qualche criticità. Sin dalle prossime settimane la Sua opererà affinchè risulti evidente che ogni tentativo ulteriore di rallentare o di frenare il processo di rinnovamento voluto dalla legge 26/2007 in Calabria non potrà sortire effetto alcuno e, comunque, sarà destinato all’insuccesso. La Stazione opererà affinchè sia evidente a tutti che il percorso intrapreso, finalizzato ad aumentare i profili di legalità e trasparenza negli appalti pubblici calabresi, non potrà essere in alcun modo frenato nè tantomeno interrotto”. Il Commissario Boemi ha fatto riferimento, poi, ai problemi legati alle carenze di personale. ´´E´ un problema che esiste – ha detto - ma, usando una metafora calcistica, dico che undici giocatori da mandare in campo ce li ho e so anche come utilizzarli, non per la salvezza ma per giocare il campionato. E dico anche che stiamo giocando e non stiamo perdendo. Sarà compito di chi è al vertice della società intervenire per rafforzare la squadra´´. In conclusione, ha preso la parola il segretario generale della Giunta regionale Nicola Durante, cui si deve la stesura della legge istitutiva della Sua. Durante ha sottolineato gli aspetti salienti della normativa. In primo luogo ha evidenziato il ruolo di autentica centrale di committenza per gli enti della Regione; poi la sua funzione di monito per l’utilizzo di buone pratiche. Infine, la possibilità che la Sua possa essere impegnata nell’ambito della certificazione di qualità. “Tutto questo - ha concluso Durante - con l’ unico obiettivo di rendere la Regione e le amministrazioni di riferimento il più possibile normali´´.  
   
   
IL TAR SI È PRONUNCIATO. VIA LIBERA DELLA REGIONE ALLA STAMPA DI SCHEDE E MANIFESTI TOSCANA AL VOTO, RESPINTO IL RICORSO DEI RADICALI SENZA LISTE PROVINCIALI COLLEGATE NON CI PUÒ ESSERE CANDIDATO PRESIDENTE  
 
Firenze, 11 marzo 2010 - Il Tar della Toscana ha respinto la richiesta del candidato dei radicali, che chiedeva che il suo nome fosse presente anche sui manifesti e nelle schede delle quattro province (Grosseto, Livorno, Lucca e Prato) dove la lista Bonino-pannella non è riuscita a raccogliere firme sufficienti e non avrà liste provinciali. I radicali avevano presentato una diffida il 4 marzo e depositato il ricorso lunedì, il decreto del Tar (n. 177/2010) è del 9 marzo. I giudici del Tribunale amministrativo scrivono che affinchésulla scheda ci possa essere il nome del candidato “deve ritenersi quale requisito indispensabile il collegamento tra la lista e la candidatura alla carica di Presidente della giunta regionale” e che “tale collegamento non può ritenersi riferito alla sola fase di ammissione delle liste provinc iali e delle candidature a Presidente della giunta, ma deve permanere fino alla successiva fase delle votazioni”. I radicali si erano appellati alla possibilità di voto disgiunto, ammessa dalla legge elettorale toscana. Ma proprio la legge elettorale toscana, a differenza di altre regioni e delle norme nazionali, non prevede il cosiddetto “listino” del Presidente e non prevede, di conseguenza, nemmeno un’autonoma raccolta di firme a sostegno di una candidatura a presidente. Sono le liste provinciali che, raccogliendo le firme per la propria presentazione, dichiarano di collegarsi ad un candidato presidente. E sono i delegati delle varie liste provinciali a presentare congiuntamente, in caso di coalizione, una candidatura alla presidenza. Per questo non è possibile avere candidati-presidente che non siano sostenuti da almeno una lista provinciale e se questa lista si presenta solo in sei province, la soglia minima prevista dalla legge toscana, solo in quelle province potrà comparire il candidato presidente da loro espresso. “La necessità del collegamento tra lista e presidente risponde ad una strategia istituzionale precisa – aveva scritto la Regione Toscana in una memoria inviata al Tar - , quella di favorire il collegamento partito-programma-candidato in antitesi ad una diversa strategia che valorizzasse esclusivamente il candidato presidente a prescindere dalle liste”. Acquisito il parere del Tar, la Regione procederà ora a stampare schede e manifesti.  
   
   
BOLZANO: DISPONIBILI ANCHE ONLINE I MANUALI DELLA PROVINCIA SULL´AUTONOMIA  
 
Bolzano, 11 marzo 2010 - È stata completata la prima consegna ad enti, associazioni e scuole delle edizioni aggiornate dei tre opuscoli editi dalla Provincia e dedicati all’autonomia e allo statuto: si tratta del “Manuale dell’Alto Adige”, della pubblicazione “L’autonomia dell’Alto Adige” e dell’opuscolo “Il nuovo statuto di autonomia”. I tre volumetti possono essere richiesti gratuitamente all´Ufficio stampa della Provincia, in via Crispi 3 a Bolzano e sono consultabili anche in Internet alla webpage www.Provincia.bz.it/usp Hanno raggiunto nei giorni scorsi i molti richiedenti le edizioni aggiornate delle tre pubblicazioni sulla realtà politica e amministrativa dell´Alto Adige, curate dall´Ufficio stampa della Provincia, che rappresentano da anni un prezioso strumento di informazione e consultazione per enti e istituzioni, scuole, associazioni e cittadini. Il Manuale dell´Alto Adige contiene - nelle sue 260 pagine - dati sugli eventi storici che riguardano la Provincia autonoma, le sue competenze, la composizione del Consiglio provinciale dal 1948 ad oggi, le funzioni del Consiglio e della Giunta provinciale, gli ultimi aggiornamenti in materia di autonomia speciale. Non mancano sezioni riservate alla Regione, ai rappresentanti dell’Alto Adige al Parlamento italiano e nell´Ue, all’Amministrazione statale in Alto Adige, ai Comuni e alle Comunità comprensoriali. I testi fondamentali dell´autonomia della Provincia di Bolzano e della Regione, l´Accordo di Parigi, le norme di attuazione aggiornate, la riforma del Titolo V della Costituzione avviata nel 2001, sono invece alcuni dei temi contenuti nell´ultima edizione del volume "Il nuovo Statuto di autonomia". Infine l´opuscolo "L´autonomia dell´Alto Adige" illustra nelle sue 380 pagine, in maniera semplice ma esauriente, l´autonomia provinciale e le sue istituzioni, i rapporti con il cittadino, i vari settori in cui la Provincia esercita le proprie competenze, la tutela giuridica e le garanzie linguistiche. Il testo originario di Ivo Winkler è stato aggiornato con le modifiche intervenute negli ultimi anni. I tre volumi sono ancora a disposizione gratuita e possono essere richiesti all´Ufficio stampa della Giunta provinciale a Bolzano, Palazzo provinciale I, in via Crispi 3, fax 0471 412 220, e-mail usp@provincia.Bz.it oppure ritirati direttamente al pianterreno del palazzo.  
   
   
FVG: TRE BANDI DA 56 MILIONI PER INDUSTRIE E PMI  
 
Udine, 11 marzo 2010 - La Regione Friuli Venezia Giulia ha presentato ieri tre bandi che destineranno un totale di 56 milioni a favore delle imprese artigiane, industriali e del settore commerciale, turistico e dei servizi, "per dare una concreta risposta alla situazione di crisi che attraversa il sistema economico regionale". Le iniziative, che si inseriscono all´interno del Programma operativo regionale Por Fesr "Innovazione, ricerca, trasferimento tecnologico e imprenditorialità" con una dotazione finanziaria complessiva di 303 milioni, sono state illustrate oggi nei dettagli dall´assessore regionale alle Attività produttive, Luca Ciriani e dall´assessore regionale alle Relazioni internazionali e comunitarie, Federica Seganti, nel corso di un convegno nell´auditorium della Regione. "I tre bandi che presentiamo oggi - ha spiegato Seganti - sono una fase del processo di investimento sul territorio che vedrà, entro il 2010, la pubblicazione di ulteriori bandi finalizzati a garantire, per le imprese, da una parte occasioni di investimento materiale ed immateriale, sviluppo competitivo, innovazione e ricerca e dall´altra l´erogazione di contribuzioni a sostegno dell´accesso al credito". In particolare i tre bandi, la cui scadenza è fissata per il 30 aprile, finanzieranno progetti di ricerca e di sviluppo sperimentale e di innovazione dei processi produttivi e dell´organizzazione dell´impresa. "La novità di questi bandi è che renderanno finanziabili per la prima volta anche i costi di industrializzazione dei progetti, quindi la loro realizzazione pratica", ha spiegato Ciriani, aggiungendo che "gli investimenti in ricerca e sviluppo sono fondamentali soprattutto per passare dalla fase di difesa dalla crisi ad una nuova stagione di reattività economica". Dei 56 milioni, ha precisato Ciriani, 40 saranno destinati alle industrie, 9 al settore commercio e servizi, 7 alle imprese artigiane. In pochi mesi, dal 23 settembre 2009 ad oggi, con i fondi europei del programma Por Fesr sono stati finanziati, oltre a questi 3 bandi, altre 9 iniziative per promuovere investimenti in settori strategici quali la ricerca nel campo della domotica, nella cantieristica navale, la biomedicina molecolare, l´archeologia industriale, l´albergo diffuso, l´utilizzo di risorse geotermiche. "In poco tempo - ha notato Seganti - dunque sono stati attivati circa 100.000.000 di euro a cui si aggiungono altri investimenti già attuati, o in fase di completamento, che elevano il controvalore delle risorse utilizzate a circa la metà della dotazione complessiva del programma, ovvero circa 150 milioni di euro". Si tratta di una operazione complessa che ha visto coinvolte 7 direzioni centrali e 17 servizi dell´Amministrazione regionale. Attività di cui si può avere una visione integrale visitando il sito della Regione www.Regione.fvg.it/  sotto il banner Por Fesr, sito che, da oggi, proprio per rendere più vicino e più evidente il lavoro svolto per il rilancio economico ha acquisito nuove capacità di interattività: chiunque voglia essere informato sulle date di scadenza dei bandi potrà, infatti, ricevere un messaggio a mezzo e-mail o sms registrandosi sulla piattaforma informatica della Regione.  
   
   
BOLZANO.IRAP: RINNOVATA LA CONVENZIONE TRA PROVINCIA E AGENZIA DELLE ENTRATE  
 
Bolzano, 11 marzo 2010 - È stata rinnovata a tutto il 2010 la convenzione tra Provincia di Bolzano e Agenzia delle entrate per la gestione dell’Irap e dell’addizionale regionale all’Irpef in Alto Adige. L’assessore provinciale alle Finanze Roberto Bizzo e il direttore provinciale dell’Agenzia delle entrate Goffredo Piscopo hanno siglato lo specifico rinnovo. Tra le prime in Italia, la Provincia di Bolzano ha affidato nel 2003 all´Agenzia delle Entrate la gestione dell´Irap, l´imposta regionale sulle attività produttive, che in Alto Adige rappresenta il tributo provinciale con il maggior gettito (317 milioni di Euro per l’anno 2009), coprendo circa il 5,8 % del bilancio complessivo provinciale. Nel servizio rinnovato con l´Agenzia delle entrate è compresa anche la gestione dell´addizionale regionale Irpef, che porta alle casse della Provincia circa 65 milioni di Euro. "Questa esternalizzazione del servizio comporta per la Provincia minori spese rispetto ad una gestione effettuata in proprio", sottolinea l´assessore Roberto Bizzo, che ha siglato il rinnovo della convenzione con il direttore dell´Agenzia Goffredo Piscopo. "Inoltre l´Agenzia delle entrate garantisce un servizio professionale e rappresenta un interlocutore competente per i contribuenti", aggiunge Bizzo. Su proposta dell´Assessorato provinciale alle Finanze, ci si è accordati per l´espletamento del servizio alle stesse condizioni dell’anno precedente. La convenzione ha validità sino al 31 dicembre 2010 e prevede l´affidamento all´Agenzia delle entrate - nelle sue sedi locali - del servizio di assistenza ai contribuenti, della liquidazione, dell´accertamento e della riscossione delle imposte, nonché della gestione del contenzioso e dei rimborsi. La Provincia attraverso il proprio Ufficio tributi mantiene le funzioni di indirizzo e di controllo sull´intero servizio. "Il prolungamento della convenzione consente di sfruttare sinergie e di rafforzare la collaborazione tra Provincia e Agenzia delle entrate verso l´obiettivo di un costante miglioramento del servizio", conclude Bizzo.  
   
   
TRENTO: POLITICHE DELLA FAMIGLIA, FIRMATA UNA CONVENZIONE CON IL COMUNE DELLE MARCHE  
 
 Trento, 11 marzo 2010 - Le politiche familiari messe in campo in questi anni dalla Provincia autonoma di Trento continuano a fare "scuola". E´ di ieri la firma di una convenzione, a Fano, nelle Marche, tra la Provincia, rappresentata dall´assessore alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi, e il Comune di Fano, rappresentato dall´assessore con delega alla famiglia, Giovanni Maiorano. Con la sottoscrizione del protocollo le due amministrazioni attiveranno a breve un gruppo di lavoro congiunto che dovrà definire un piano all´interno del quale saranno individuate una serie di azioni concrete che l´amministrazione marchigiana metterà in campo proprio sulle politiche familiari. Nel pomeriggio l´assessore Rossi è poi intervenuto presso il consiglio comunale di Fano, su invito della giunta comunale, per illustrare la politica familiare attuata dalla Provincia autonoma di Trento. Il dibattito politico è stato intenso ed i consiglieri molto interessati all´esperienza trentina. Rossi ha ribadito come l´esperienza trentina sia prima di tutto esperienza di rete, di forte coinvolgimento di tutti gli attori locali, tanto sociali quanto economici, per dare concretezza e qualità, tutti insieme, alle politiche pubbliche messe in campo dalla Provincia per far sì che il territorio sia "amico della famiglia". Quel "family in Trentino" che è sempre più marchio e slogan riconosciuto al di fuori dei confini provinciali.