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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Settembre 2010
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA LA NUOVA ARCHITETTURA FINANZIARIA, DAL 2011 NUOVI CONTROLLI SU BANCHE, ASSICURAZIONI E MERCATI AZIONARI CON TRE AUTORITÀ DI VIGILANZA (AVE)  
 
Strasburgo, 23 settembre 2010 - Dopo aver lottato per più di un anno in favore di una riforma radicale della supervisione finanziaria europea, il Parlamento europeo ha approvato mercoledì un pacchetto legislativo che modifica sostanzialmente, dal 2011, il modo in cui banche, assicurazioni e mercati azionari sono controllati. Tre autorità di vigilanza europee (Ave) saranno create per sostituire gli attuali comitati con poteri consultivi, e maggiori responsabilità potranno essere acquisite in futuro grazie alle forti clausole di revisione previste dal pacchetto approvato. Un comitato europeo per il rischio sistemico (Cers) si occuperà invece di sorvegliare i mercati al fine di allertare in caso di rischio per l´economia europea. Il nuovo sistema dovrebbe garantire una protezione più efficace e evitare il ripetersi di un altro weekend d´incertezze come quello vissuto dalla banca Fortis, le decisioni unilaterali come quella presa dal governo tedesco sul divieto delle ´naked short sales´ e le forti perdite sostenute da chi possedeva un assicurazione sulla vita in Gran Bretagna, Irlanda e Germania dopo il collasso di Equitable Life. Allo stesso tempo, le nuove regole dovrebbero rafforzare il mercato interno per i servizi finanziari e garantire miglior protezione per gli investitori. Una riforma di superficie o profonda? Un certo numero di Stati membri, in particolare quelli con grandi centri finanziari, aveva sostenuto una riforma limitata che aveva portato a una sostanziale riduzione della portata iniziale della proposta della Commissione, a sua volta giudicata come non sufficiente dal Pe. I relatori del Parlamento, sin dall´inizio, si sono invece espressi in favore di un cambiamento radicale del sistema, in primo luogo attraverso una migliore comunicazione fra le autorità di controllo nazionali. L´accordo finale sul nuovo Sistema europeo di vigilanza finanziaria (Esfs) vede pertanto la trasformazione dei comitati consultivi in veri organismi di controllo con poteri effettivi. Le autorità di vigilanza avranno nuovi poteri per dirimere gli eventuali conflitti fra i supervisori finanziari nazionali e per adottare un divieto temporaneo su specifici prodotti finanziari. Se l´autorità nazionale non agisce, quelle europee hanno di conseguenza il potere di imporre direttamente le loro decisioni sulle istituzioni finanziarie, come le banche, per rimediare a violazioni del diritto comunitario. Il lavoro quotidiano delle Ave sarà invece di garantire il coordinamento del sistema, già esistente, dei collegi delle autorità di vigilanza nazionali, creato per supervisionare le istituzioni finanziarie transnazionali. Autorità europee con poteri di mediazione - Nel caso di disaccordo tra autorità di vigilanza nazionali, le Ave avranno la possibilità di imporre una mediazione e, nel caso questa non porti a un accordo all´interno del collegio delle autorità di vigilanza nazionali, potranno applicare decisioni vincolanti direttamente all´istituto finanziario in questione. Le autorità europee inoltre potranno intervenire per mediare le dispute su propria iniziativa, senza dover essere invocate da quelle nazionali. Le Ave saranno in grado di monitorare l´implementazione da parte delle autorità nazionali delle regole comunitarie e, nel caso ciò non avvenga correttamente, possono anche trasmettere all’autorità competente interessata una raccomandazione in cui si illustra l’azione necessaria per conformarsi al diritto dell´Unione. Se l´autorità nazionale continua a non rispettare le norme europee, le Ave possono adottare una decisione nei confronti di un singolo istituto finanziario, imponendogli le misure da prendere per rispettare gli obblighi. L´obiettivo è la protezione dei consumatori - Per fronteggiare un mondo finanziario sempre più complesso, i deputati hanno chiesto con successo che la protezione dei consumatori sia al centro del lavoro delle nuove autorità europee. Pertanto, le Ave avranno il potere di investigare tipologie diverse di istituzioni finanziarie, prodotti finanziari - inclusi quelli "tossici" - o attività finanziarie come le “naked short sales”, per valutare il livello di rischio e se necessario emettere segnalazioni al riguardo. Nei casi in cui la legislazione finanziaria lo prevedeva, le autorità europee possono anche proibire temporaneamente o ridurre le attività finanziarie o i prodotti che pongono un rischio, e chiedere alla Commissione di proporre una legislazione per rendere permanente tale divieto. Cers: segnalare i rischi in modo rapido e efficace - I deputati hanno inserito norme per permettere al Comitato europeo per il rischio sistemico di comunicare rapidamente e in modo chiaro. Il Cers avrà anche il compito di sviluppare un insieme comune di indicatori quantitativi e qualitativi ("quadro operativo dei rischi") al fine di individuare e misurare un rischio sistemico. L´ente dovrà anche predisporre un sistema basato su un codice cromatico corrispondente a situazioni con diversi livelli di rischio, da utilizzare quando emette le segnalazioni di rischio. Per migliorare la capacità del Cers di prevedere e valutare la formazione di un rischio per i mercati, l´organismo sarà assistito da un comitato scientifico consultivo composto di esperti che rappresentano un ampio ventaglio di competenze e di esperienze. Infine, per assicurare visibilità e credibilità al Cers, è stato deciso che, per i primi 5 anni di attività, sarà presieduto dal Presidente della Bce. I poteri delle autorità potrebbero aumentare in futuro - Sia le Ave sia il Cers potrebbero in futuro vedere i proprio poteri aumentati. Infatti, i deputati hanno ottenuto che la Commissione presenti una valutazione delle nuove regole ogni 3 anni e si esprima sulla possibilità di integrare le autorità di supervisione, ora separate per banche, assicurazioni e mercati finanziari, sul vantaggio di aver le sedi delle 3 autorità in una unica città e sulla possibilità che le Ave abbiano maggiori poteri di supervisione. Il ruolo del Parlamento europeo - I deputati sono anche riusciti a migliorare il controllo democratico del sistema di supervisione finanziaria. Il Pe avrà potere di veto sulle candidature a Presidente delle autorità europee e potrà dire la sua sullo sviluppo degli standard tecnici e sulle misure di applicazione delle nuove norme. Inoltre, il Presidente del Cers aggiornerà periodicamente il presidente e i vicepresidenti della commissione per gli affari economici e finanziari del Pe sulle attività del Cers in incontri confidenziali. Le nuove regole permettono infine alla Commissione, alle Ave e al Cers di chiedere al Consiglio di dichiarare un´emergenza. Tuttavia, il Parlamento avrà anche il diritto di chiedere al Consiglio di dichiarare un´emergenza, attraverso risoluzioni e interrogazioni, cosi come ha il potere di formulare richieste al Consiglio e alla Commissione su qualsiasi altro argomento.  
   
   
UN TOCCO FEMMINILE ALL´EUROPA: LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UNA NUOVA STRATEGIA SULLA PARITÀ DI GENERE  
 
 Bruxelles, 23 settembre 2010 - La Commissione europea ha adottato il 21 settembre una strategia quinquennale per la promozione della parità fra uomini e donne in Europa. La strategia mira in particolare a sfruttare meglio il potenziale delle donne, contribuendo così a realizzare gli obiettivi socioeconomici generali dell´Ue, e traduce i principi definiti nella "Carta delle donne" della Commissione europea (cfr. Ip/10/237) in misure specifiche che puntano tanto ad aumentare la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle società quanto a combattere la violenza di genere. Da una nuova indagine Eurobarometro emerge che l´87% dei cittadini europei sostiene l´azione dell´Ue contro la violenza domestica. Una persona su quattro conosce qualcuno che ne è stato vittima. Per quanto riguarda la parità di genere, l´Europa ha dato un esempio al mondo intero inserendo il principio della parità salariale per uno stesso lavoro nel trattato di Roma del 1957. Oggi possiamo fare la stessa cosa per quanto riguarda la partecipazione delle donne al processo decisionale e la lotta contro la violenza di genere," ha affermato Viviane Reding, Commissario per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza e vicepresidente della Commissione europea. "Per rilanciare il motore della crescita, l´Europa dovrebbe usare meglio il talento delle donne. In passato non sono stata una fautrice delle quote rosa per i posti di responsabilità nelle imprese, ma considerati gli scarsi progressi in questo settore, in futuro potremmo dover pensare ad iniziative di questo tipo a livello europeo. Nella primavera del 2011 intendo incontrare i responsabili delle principali società europee quotate in borsa per discutere sulla situazione e sulla possibilità di una decisa autoregolamentazione. In funzione dei risultati di questo dialogo con l´industria, deciderò se prendere altre iniziative nel 2012." La strategia sulla parità di genere adottata oggi dalla Commissione europea prevede una serie di azioni basate su cinque priorità: l´economia e il mercato del lavoro, la parità salariale, la parità nei posti di responsabilità, la lotta contro la violenza di genere e la promozione della parità all´esterno dell´Ue. Queste misure consistono, tra l´altro, •nell´attirare più donne nel mercato del lavoro e nel contribuire a realizzare l´obiettivo di un tasso di occupazione complessivo del 75% per uomini e donne fissato nella strategia Europa 2020 (cfr. Ip/10/225); nel proporre iniziative mirate affinché più donne occupino posti di responsabilità nel settore economico; nel promuovere l´imprenditorialità femminile e il lavoro autonomo; nell´istituire una Giornata europea per la parità salariale per sensibilizzare l´opinione pubblica sul fatto che in Europa le donne continuano a guadagnare in media circa il 18% in meno degli uomini; nel collaborare con tutti gli Stati membri per combattere la violenza contro le donne, e specialmente per eradicare le pratiche di mutilazione genitale femminile in Europa e nel mondo. La Commissione europea si impegnerà inoltre in un dialogo annuale sulla parità di genere ad alto livello, a cui parteciperanno il Parlamento europeo, le presidenze del Consiglio europeo, i partner sociali europei e la società civile per valutare i progressi compiuti nell´attuazione della strategia.  
   
   
PORTARE LA RICERCA SOCIALE ALLE PARTI INTERESSATE  
 
Bruxelles, 23 settembre 2010 - In un periodo di grande austerità, i governi europei stanno prendendo importanti decisioni in campo economico e di politica sociale. Più che mai, i responsabili delle politiche hanno bisogno di avere accesso a delle ottime e affidabili ricerche in campo economico e sociale per riuscire a garantire l´attuazione di decisioni quanto più possibile ben informate. Un nuovo progetto finanziato dall´Ue, intitolato Scoop, mira a ridurre quella che è per molti una preoccupante distanza comunicativa tra questa comunità di ricerca e coloro che detengono il potere. Il progetto Scoop ("Socio-economic sciences: communicating outcomes oriented to policy"), partito a ottobre del 2009, collega la ricerca nel campo delle scienze socio-economiche e umanistiche (Ssh) con i responsabili delle politiche a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Il progetto facilita inoltre il flusso di informazioni verso gruppi chiave come le organizzazioni della società civile e la comunità economica. Scoop riconosce che allo scopo di migliorare le comunicazioni è necessaria una appropriata piattaforma di comunicazione per la ricerca, oltre allo sviluppo delle capacità comunicative dei ricercatori. Il progetto è composto da due strumenti chiave per affrontare queste preoccupazioni. Il primo è un servizio mensile di notizie per divulgare le scoperte dei progetti di ricerca finanziati dall´Ue mediante il sesto e settimo programma quadro. Il secondo è una serie di corsi di comunicazione per aiutare i ricercatori Ssh ad aumentare gli effetti della loro politica e dei loro sforzi comunicativi. Il servizio mensile di news alert si basa su un modello attualmente usato con grande successo dal Dg Ambiente. Il servizio di news alert della Science for Environment Policy fornisce dei sommari facili da leggere e lunghi appena 100 parole sulla ricerca, ed è progettato per tenere i responsabili delle politiche e le parti interessate al corrente sugli ultimi sviluppi della ricerca ambientale. Scoop ha preso questo strumento già rodato e testato e lo ha applicato alla ricerca Ssh. Gli articoli sulle ultime notizie sono integrati in una e-mail, mentre un archivio con i vecchi articoli è ospitato su un sito dedicato del progetto ( www.Scoopproject.org.uk/ ). Il servizio di news alert è gratuito e gli abbonamenti vengono accettati sul sito web. Le Communications Masterclass sono state sviluppate mediante discussioni sia con i coordinatori del progetto che con i responsabili delle politiche. In totale si terranno sette Masterclass. Dei pacchetti formativi di successo dipendono anche dal reperimento di partecipanti, e per raggiungere con successo questo obiettivo sarà necessario un efficace programma di promozione. La prima Masterclass si è svolta nel mese di luglio del 2010 ed è stata accolta positivamente dai delegati. Le prossime Masterclass sono pianificate per il mese di ottobre del 2010 e di febbraio del 2011. Queste utime sono pubblicizzate sul sito web del progetto. In conformità alle buone pratiche, il progetto triennale Scoop, programmato per durare fino a settembre del 2012, viene continuamente valutato allo scopo di migliorare il servizio. Questa valutazione si concentra sulla efficacia del servizio di news alert e sulla qualità dei programmi delle Masterclass.  
   
   
REPUBBLICA SERBA DI BOSNIA COOPERA CON SERBIA  
 
Belgrado, 23 settembre 2010 - Si è svolta nei giorni scorsi la visita di una delegazione della Repubblica Serba di Bosnia (Republika Srpska) in Serbia: nell´occasione, le autorità dei due Paesi hanno ribadito la necessità di sviluppare ulteriormente la cooperazione, nell´ambito delle speciali relazioni da cui sono legati. Nel vertice si è discusso anche dello status della Republika Srpska, che la Serbia ha ribadito dovrà essere preservata come entità indipendente nell´ambito della Bosnia - Herzegovina, così come stabilito dagli accordi di Dayton, una modifica dei quali potrà intervenire solo con l´accordo unanime dei tre popoli e delle due entità amministrative coinvolte.  
   
   
SLOVENIA, CRESCONO IMPORT ED EXPORT  
 
Lubiana, 23 settembre 2010 - L´istituto nazionale di statistica della Slovenia ha pubblicato i nuovi dati ufficiali e consuntivi sull´andamento della bilancia commerciale del Paese. Le esportazioni del mese di luglio sarebbero cresciute a quota 1,59 miliardi di euro, con un incremento del 14,9 per cento su base annua. Le importazioni avrebbero invece riscontrato una crescita a 1,62 miliardi di euro, con uno sviluppo dello 10,9 per cento su base annua.  
   
   
MANOVRA. LINEA UNANIME REGIONE-PROVINCE-COMUNI LOMBARDI-1 SI´ ALLA FINANZIARIA, MA SENZA PENALIZZARE CHI E´ VIRTUOSO PATTO DI CONSULTAZIONE PERMANENTE. FORMIGONI:URGE FEDERALISMO  
 
 Milano, 23 settembre 2010 - Sulla manovra finanziaria del Governo e le sue ricadute, come pure sull´attuazione del federalismo fiscale, Regione Lombardia, Province e Comuni lombardi hanno una valutazione e una strategia unanimi. Basate su tre punti fondamentali, che il presidente della Regione Roberto Formigoni ha riassunto come segue. 1) La manovra 2010, e anche la sua entità, è necessaria, ma occorre una ridistribuzione più equa di tagli e sacrifici, distinguendo tra enti virtuosi ed enti non virtuosi; 2) Con la manovra 2011 le risorse disponibili dovranno andare alle Regioni virtuose e non a pioggia anche a chi ha dimostrato di non saper gestire i bilanci; 3) I tagli della manovra non devono incidere sull´attuazione del federalismo fiscale. In altri termini, l´attuazione della legge 42/2009 deve svolgersi facendo riferimento ai fabbisogni e ai trasferimenti prima dei tagli. Tutto questo è stato messo nero su bianco in un documento approvato oggi, al Palazzo della Regione, dai vertici della Regione stessa, delle Province e dei Comuni della Lombardia, in un incontro che ha anche dato vita a un "patto permanente" di consultazione e di azione proprio sui temi della manovra e del federalismo. La riunione è stata convocata dal presidente Roberto Formigoni e ha visto la partecipazione anche del vicepresidente Andrea Gibelli, dell´assessore al Bilancio Romano Colozzi e di altri esponenti della Giunta lombarda. Attilio Fontana ha messo la sua firma in calce al documento come presidente dell´Anci Lombardia, mentre Vittorio Poma l´ha apposta come vicepresidente dell´Upl. "Il criterio della virtuosità - ha sottolineato Formigoni - affermato nel testo della finanziaria, deve essere effettivamente riconosciuto. I tagli cioè devono avere una incidenza differenziata, distinguendo tra Regione e Regione, Provincia e Provincia, ecc. Il tempo delle vacche grasse è finito per tutti, su questo non v´è dubbio. Ma deve essere applicato un criterio di premialità e di non ulteriore penalizzazione per chi un cammino virtuoso ha già imboccato e percorso". I soggetti sottoscrittori, pur condividendo la necessità e l´entità complessiva della manovra: - concordano sull´indispensabilità di una più equa distribuzione dei tagli con una distinzione fra gli enti virtuosi e non; sottolineano l´insostenibilità per il sistema degli Enti locali dell´effetto dovuto da una parte agli obiettivi imposti dal Patto di Stabilità e dall´altro dai tagli ai trasferimenti; esprimono particolare preoccupazione per le difficoltà che si avranno nella gestione dei servizi sociali alla persona e alla famiglia e del Trasporto Pubblico Locale; In particolare ritengono che il criterio proporzionale di riparto dei tagli, così come previsto dal comma 2, art. 14, legge 122/2010, non sia adeguato e che si debba perseguire la strada prevista al medesimo articolo richiamato, seguendo anche i seguenti principi: A) il principio di premialità, in virtù del quale i tagli siano ridotti per Regione Lombardia e per gli Enti locali del territorio lombardo che: - abbiano rispettato il patto di stabilità; abbiano garantito l´erogazione dei livelli essenziali di prestazioni in condizione di equilibrio economico nel settore sanitario - per le Regioni; registrino una minore incidenza percentuale della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente complessiva, tenendo conto delle eventuali esternalizzazioni dei servizi, nonché del numero e della qualità dei servizi erogati, ovviamente al netto dei disavanzi (nel settore sanitario e nel settore dei Trasporto pubblico locale per le Regioni) e al netto dei surplus di spesa rispetto agli obiettivi programmati dal Patto di stabilità o una spesa di personale procapite inferiore alla media nazionale; registrino un livello di indebitamento al di sotto della media nazionale, ovvero che abbiano già avviato un´efficace azione di rientro; annualmente trasferiscono fondi propri allo Stato e segnatamente le Province di Mi, Bs, Bg, Va, Mb e Co. B) il principio di differenziazione degli obiettivi del patto di stabilità, migliorativo per gli enti virtuosi, anche in ragione delle diverse capacità di riscossione delle tariffe e delle imposte dei medesimi. Anche per quanto riguarda l´adozione di misure per il contrasto ai falsi invalidi si chiede che le misure siano concentrate in quelle realtà in cui sia più alta la spesa per disabili in rapporto alla popolazione. Sottolineano inoltre che: - siano sbloccati i residui passivi presenti negli Enti Locali in modo da poter sostenere concretamente la possibile ripresa economica; - il patto di stabilità possa essere declinato a livello regionale anche destinando agli Enti locali l´eventuale surplus di risparmio dovuto al rispetto degli obiettivi. I soggetti sottoscrittori auspicano che in occasione della definizione della legge finanziaria 2011 si aprano ulteriori spazi finanziari a favore delle Regioni e degli Enti locali, da ripartirsi in base al criterio della virtuosità, tenendo conto di una distribuzione più equa per livelli istituzionali. I soggetti sottoscrittori: - rinnovano l´esigenza di attuare la delega del federalismo fiscale (legge 42/2009) attraverso l´emanazione dei decreti legislativi attuativi in maniera da premiare la responsabilità nella gestione delle risorse e nell´erogazione di servizi e sanzionare le inefficienze attraverso una riduzione delle risorse, affinché si superi la spesa storica a favore di quella standard; - manifestano la necessità che sia altresì attuata la norma prevista nel Dl 78/2010 (convertito nella legge 122/2010) sulla non applicazione dei tagli in sede di attuazione della legge 42/2009 e di definizione del monte trasferimenti da fiscalizzare; - nella definizione dei fabbisogni standard siano introdotti criteri relativi alla qualità dei servizi erogati; - concordano sulla necessità di proseguire la collaborazione istituzionale, facendo della Lombardia un esempio della realizzazione di un federalismo basato sulla pari dignità istituzionale dei livelli di governo. "Da oggi si affronterà una nuova fase di confronto con il governo, mettendo finalmente alle spalle le polemiche estive". Ad affermarlo è il vice presidente di Regione Lombardia, Andrea Gibelli, a margine dell´incontro tra Regione, Comuni e Province lombarde, che si è tenuto ieri a Palazzo Pirelli, per fare il punto sulla manovra economica. "L´incontro di quest´oggi - prosegue Gibelli - è particolarmente importante, perché è avvenuto all´insegna del pragmatismo e della responsabilità, testimoniando il valore e la necessità di un confronto aperto e costante fra Regione Lombardia, Province e Comuni lombardi. Tutti gli enti hanno auspicato che il percorso del federalismo, che non ha evidentemente trovato alcuna battuta d´arresto, prosegua rapido e spedito. Da ora si affronterà con il governo il confronto sulla finanziaria, che ha ottenuto questa mattina il sì da parte di tutti gli enti coinvolti, pur tuttavia con una serie di distinguo. In questo senso, diventa quindi imperante sia per Regione Lombardia che per gli enti locali che i criteri di virtuosità, che le amministrazioni pubbliche della nostra regione hanno già saputo raggiungere, diventino termine di paragone per le altre Regioni nel dibattito dei prossimi mesi".  
   
   
FVG, RAPPORTI ESTERNI: VISITA ISTITUZIONALE TONDO IN MONTENEGRO  
 
Trieste, 23 settembre 2010 - Il presidente della Regione Renzo Tondo è da oggi a sabato in visita istituzionale in Montenegro, dove il Friuli Venezia Giulia è presente da almeno una decina d´anni con numerosi progetti di collaborazione nei settori istituzionale, economico, sociale e culturale finanziati grazie anche alle risorse della legge regionale 19 del 2000 sulla cooperazione allo sviluppo. Il programma della visita prevede una fitta serie di incontri, sia nella capitale Podgorica sia a Cattaro sulla costa adriatica, che culmineranno con un colloquio, nella Palazzo del Governo, con il Primo ministro Milo Djukanovic. Tondo sarà accolto a Podgorica giovedì dall´Ambasciatore d´Italia in Montenegro Sergio Barbanti. Venerdì è previsto un incontro dei rappresentanti del mondo economico del Friuli Venezia Giulia (presenti Finest, Informest, Insiel, Camere di commercio, Associazioni industriali, cooperative, Ersa, Agemont) con una delegazione economico-istituzionale montenegrina, guidata dal ministro dell´Economia Branko Vujovic. Seguirà la consegna di un automezzo per la raccolta differenziata dei rifiuti a una cooperativa di Podgorica, presente il sindaco della capitale Miomir Mugosa. La cerimonia si svolge nell´ambito di un progetto di collaborazione con il Montenegro avviato da tempo dal movimento cooperativo del Friuli Venezia Giulia. Nel primo pomeriggio di venerdì è previsto l´incontro con il Primo ministro Djukanovic e, successivamente, la firma di un Accordo di programma nel settore del legno tra aziende della Carnia e del Montenegro. La visita istituzionale si concluderà sabato a Cattaro, dove il presidente Tondo avrà un incontro con la locale Comunità degli italiani e inaugurerà, assieme al ministro dell´Agricoltura Milutin Simovic, un nuovo impianto di ostricoltura nato da un progetto di cooperazione finanziato dalla Regione e realizzato con la collaborazione della Federazione Italiana Maricoltori di Trieste. Risale al 2001 la presenza del Friuli Venezia Giulia in Montenegro. In quell´anno la Regione sottoscrisse a Niksic l´atto di adesione alla neo costituita Agenzia della democrazia locale (Adl), uno strumento messo a punto dall´Assemblea delle Regioni d´Europa (Are) per permettere alle istituzioni locali e regionali dell´Europa di offrire assistenza alle aree che avevano subito le gravi conseguenze della guerra nella ex Jugoslavia. Nel 2007 il Friuli Venezia Giulia è diventato "lead partner" dell´Agenzia di Niksic. Da allora a oggi sono state sviluppate numerose iniziative con fondi regionali (in particolare con quelli della legge 19 del 2000 sulla cooperazione allo sviluppo), nazionali ed europei, in una visione organica di ampio respiro intervenendo non solo nel campo economico, ma anche in quello sociale e culturale. Questo disegno sarà ora rafforzato con nuovi progetti, presentati dal Friuli Venezia Giulia per concorrere alle risorse messe a disposizione dai programmi europei Ipa (cooperazione adriatica) e Sudest Europa. Tra le iniziative già realizzate si segnala il primo impianto di miticoltura del Montenegro, inaugurato nel marzo del 2003 a Cattaro dal presidente della Regione Renzo Tondo, ma iniziato ancora dal suo predecessore Roberto Antonione. Questa iniziativa viene adesso ulteriormente sviluppata con un impianto per l´ostricoltura, la cui inaugurazione è prevista sabato, sempre a Cattaro. Tra gli interventi in campo sociale, da segnalare la ristrutturazione a Niksic dei locali destinati a ospitare un ufficio del lavoro per il collocamento obbligatorio dei disabili, secondo una legge approvata di recente dal Governo montenegrino. Ora questo programma continuerà con l´assistenza per avviare l´attività operativa dell´ufficio. Lo scorso anno la Regione ha anche organizzato nel Teatro nazionale della capitale Podgorica, in collaborazione con l´Ambasciata d´Italia, una rassegna del cinema italiano che ha avuto un grande successo di pubblico, soprattutto giovanile.  
   
   
FVG: PROVVEDIMENTI CONTRO LA DELOCALIZZAZIONE  
 
Trieste, 23 settembre 2010 - "I soldi investiti dall´amministrazione regionale in Sviluppo e Anticrisi devono necessariamente garantire occupazione e produttività sul territorio regionale, e ciò deve essere un punto fermo della politica regionale in tema di economia e finanza". Lo ha dichiarato ieri il vicepresidente della regione e assessore alle Attività produttive, Luca Ciriani, intervenendo all´incontro con i sindacati sulla situazione economica regionale. "Per questo motivo - ha detto il vicepresidente - abbiamo realizzato negli ultimi mesi una serie di clausole legate alla concessione di finanziamenti. In questi momenti di crisi infatti non possiamo permettere che fondi della Regione vengano utilizzati dalle imprese per sviluppare il business fuori dal territorio regionale". Le clausole a cui si riferisce Ciriani riguardano i finanziamenti all´Industria, le partecipazioni di Friulia, gli interventi del Frie, ma anche i finanziamenti oltre i 100 mila euro concessi agli artigiani: "Le norme impongono agli imprenditori di restituire il finanziamento qualora delocalizzino la produzione prima di un termine fissato nella norma, di circa dieci anni". Per quanto riguarda in particolare Friulia, la clausola introdotta al momento della partecipazione riguarda non solo il mantenimento della produttività sul territorio regionale, ma anche un limite minimo di occupati negli impianti: "L´occupazione è l´anello centrale di tutto il meccanismo - ha detto Ciriani -. Al momento della partecipazione Friulia ha il compito di valutare il business plan dell´azienda con una proiezione futura e vincolare la propria presenza e il proprio sostegno economico a una garanzia diretta che si pesa anche in posti di lavoro".  
   
   
NUOVA CONCERTAZIONE, G. R. UMBRIA PROPONE "ALLEANZA PER LO SVILUPPO"; MARINI: "AUSPICO PRESTO PIENA OPERATIVITA´"  
 
 Perugia, 23 settembre 2010 - “Così come ci eravamo impegnati a fare, oggi discutiamo del documento che riforma il precedente Patto per lo sviluppo. Spero che potrà essere presto sottoposto alla firma di tutti i componenti il Tavolo della concertazione”. Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, aprendo ieri mattina i lavori del Tavolo generale sui contenuti del nuovo documento di concertazione. La presidente ha inoltre annunciato che il documento sarà oggetto di discussione e confronto in una specifica seduta del Consiglio regionale, convocata per il 19 ottobre. Entro la prima metà di ottobre, quindi, il Tavolo generale potrà essere formalmente operativo sulla base delle nuove linee della concertazione e potrà essere avviato un primo confronto su tre grandi questioni annunciate dalla presidente: le misure ed i provvedimenti per la ripresa economica, per fronteggiare la crisi e favorire l’occupazione e per definire nuove politiche del credito. Marini ha poi accennato, come secondo punto, al pacchetto di riforme sulle quali sta lavorando la Giunta regionale, relative agli enti e agenzie che si occupano di politiche agricole (Comunità montane, Arusia e Parco tecnologico agro-alimentare), e a quelli che si occupano di politiche di sviluppo e promozione (Sviluppumbria, Apt e Agenzia per l’innovazione): “queste riforme – ha detto la presidente – dovranno essere approvate entro fine anno”. Il terzo tema sul quale il Tavolo generale sarà chiamato a discutere sarà quello del Documento annuale di programmazione che – ha ricordato Marini – “sarà il primo della legislatura e sarà elaborato sulla base delle nuove politiche di bilancio, tenendo conto sia della manovra finanziaria del Governo dello scorso mese di luglio, che della nuova legge Finanziaria dello Stato”. L’assessore allo sviluppo economico, Gianluca Rossi, ha successivamente illustrato il contenuto del documento sul quale sta lavorando l’esecutivo regionale sulle nuove politiche industriali e sulle politiche attive del lavoro. “Va premesso – ha affermato Rossi – che le nuove politiche sia industriali che per il lavoro non potranno non considerare l’azzeramento del Fondo unico per le imprese che, per la sola Regione Umbria, significano 22 milioni di euro in meno per i prossimi due anni. Inoltre, alla fine dell’anno scadrà l’accordo tra Governo e Regioni sulla Cassa integrazione in deroga e ad oggi non è possibile sapere cosa il governo intenderà fare successivamente. Una “Alleanza per lo sviluppo dell’Umbria” è la proposta della Giunta regionale contenuta nel documento discusso nel corso della odierna riunione di istituzioni e parti sociali, riunione destinata ad inaugurare un nuovo periodo della concertazione regionale contrassegnato, si legge nel documento, “dalla apertura di una nuova fase politica in Umbria proprio nel bel mezzo di una profonda crisi economica che ha messo in discussione i paradigmi di crescita e sviluppo degli anni passati”. La nuova proposta si muove sulla scia del Patto per lo sviluppo e l’innovazione di cui intende raccogliere “i punti di forza e superare le criticità”. Il principio generale della “Alleanza per l’Umbria” deve essere quello di stabilire un percorso che, “con un chiaro ancoraggio al Programma di Governo”, stabilisca, per tutti i contraenti, “un accordo formale con reciproca assunzione di responsabilità, impegni e modalità di verifica del grado di raggiungimento degli stessi”. Si punta ad “un cambio di passo” nella metodologia a cominciare dalle modalità di partecipazione e svolgimento delle riunioni (meno formali e dispersive, più concentrate, concrete e puntuali, soprattutto sul piano di suggerimenti, critiche e proposte) e dalla istituzione di Tavoli tematici e settoriali, più ristretti e specifici. In questo modo si potrà evitare di “appesantire” il Tavolo generale con questioni non di competenza. Alla concertazione saranno associati nuovi soggetti come la Confederazione delle libere professioni, le organizzazioni dell’associazionismo e del volontariato e quelle di tutela dei consumatori. Su temi di specifico interesse saranno coinvolti i singoli ordini professionali. Saranno utilizzate pratiche di e-democratcy, per favorire la massima informazione del pubblico e stimolare e permettere la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Sulla “partecipazione dal basso” si vuole realizzare una svolta includendo tra i protagonisti delle decisioni “non solo i corpi intermedi come è accaduto sin qui, ma anche i cittadini e le imprese”. Gli organi della Alleanza per l’Umbria sono il Tavolo generale, i Tavoli tematici e i Tavoli settoriali. Quelli tematici saranno i seguenti: Efficienza della Pubblica amministrazione e Semplificazione amministrativa; Sviluppo economico, economia della conoscenza e green economy; Sostenibilità e sviluppo del territorio; Valorizzazione della risorsa Umbria; Investimento sul capitale umano; Salute e coesione sociale. Saranno inoltre operanti, come “settoriali”, il Tavolo del credito, il Tavolo verde e il Tavolo delle costruzioni. Il documento approvato contiene anche indicazioni di dettaglio sul funzionamento e le modalità operative dei Tavoli. Il Tavolo generale sarà presieduto dalla Presidente della Regione, quelli settoriali dagli assessori regionali competenti. Il ruolo della “struttura regionale” (Area della programmazione, Direzioni di settore) è valorizzato nella funzione di supporto e coordinamento degli organi della Alleanza e della costituenda Segreteria tecnica. Entro quattro mesi dalla firma formale del documento, gli aderenti “si assumono la responsabilità reciproca di definire degli impegni concreti e misurabili con l’obiettivo di convergere tutti nell’ambito di una strategia globale per l’Umbria e di verificarne l’attuazione sia a livello regionale che in ambito territoriale”.  
   
   
DE FILIPPO: COL POR DIECI ANNI DI CAMBIAMENTI PROFONDI “OPERE E DATI TESTIMONIANO LA BONTÀ DELLE SCELTE. NEGARLO È FRUTTO DI UNA LETTURA MIOPE O STRUMENTALE DELLA BASILICATA”  
 
Potenza, 23 settembre 2010 - “La sessione di verifica del Por non è solo un adempimento formale, ma l’occasione per fare il bilancio di quanto fatto. E vedendo dati e progetti realizzati sono tranquillo nel dire che la strada presa è quella giusta e che facciamo bene d andare avanti, come abbiamo scelto di fare, con la programmazione Por 2007/2013” E’ questo il commento del Presidente De Filippo agli elementi presentati dalla Regione alla Sessione di verifica del Por. “Ci sono una serie di opere, infrastrutture, realizzazioni che oggi sono così integrate nella nostra quotidianità da chiederci come fosse possibile prima, appena 10 anni fa, farne a meno. Ma accanto a infrastrutture ed edifici che vediamo ed è possibile toccare con mano, ci sono altri interventi e investimenti realizzati che considero importanti quanto se non più degli altri. Parlo degli aiuti di cui hanno beneficiato 15mila imprese, nei settori industriale, agricolo e dei servizi, parlo delle borse di studio, dei master di alta formazione e corsi di laurea, dei dottorati di ricerca destinati ai tanti giovani lucani che hanno investito sulla propria crescita professionale e che anche grazie a questo patrimonio di formazione si sono inseriti nel mondo del lavoro, parlo delle iniziative di promozione e sviluppo culturale che hanno consentito a tutti i nostri centri di restare vivi. Fatti, questi, che ciascuna azienda conosce, che ciascuna famiglia e ciascun giovane ha ben presente, che ciascun paese lucano vive nella quotidianità, che sono stati possibili con un impegno capillare che ci consegna un indice di attuazione degli interventi del 111%. Interventi che hanno consentito alla Basilicata, in questi 10 anni, di andare avanti, di progredire, di affrontare il difficile periodo della crisi globale con indici di controtendenza, riuscendo a uscire dalla fascia delle regioni in ritardo di sviluppo, traguardo non agganciato dalle altre italiane dell’”obiettivo 1”. Ci sono opere che testimoniano quanto fatto, ci sono dati che segnano il miglioramento e c’è ancora tanto da fare anche perchè ai vecchi problemi se ne aggiungono di nuovi. Ma utilizzare i problemi esistenti, i nuovi giovani disoccupati che sostituiscono quelli che hanno trovato una collocazione, per sostenere che nulla è cambiato, che nulla è stato fatto, può essere solo il frutto di una lettura miope o strumentale della realtà della Basilicata”.  
   
   
IL POR 2000/2006 TIRA LE SOMME:COME È CAMBIATA LA BASILICATA TUTTI GLI INTERVENTI FATTI COI FONDI EUROPEI IN QUEL CICLO DI PROGRAMMAZIONE. PROGRAMMI REALIZZATI AL 111%.  
 
Potenza, 23 settembre 2010 - Il ponte attrezzato che ha fatto di Potenza la città d’Europa col più lungo impianto di scale mobili, le serre, i laboratori e le aule dell’Università di Basilicata, che hanno consentito all’ateneo lucano di essere all’avanguardia in numerosi settori di ricerca. E ancora la riqualificazione di piazza San Francesco di Matera, il completamento della Strada Statale 655 “Bradanica” - Lotto “Santa Maria d’Irsi”, la realizzazione delle reti irrigue dei consorzi di bonifica nel Vulture Melfese e nel Metapontino. Sono evidenti i segni di quanto la Basilicata ha fatto con i fondi europei del programma operativo relativo al periodo 2000/2006 per il quale oggi si svolge la sessione aperta del Comitato di sorveglianza chiamato, alla presenza di rappresentanti della Commissione europea e del Ministero dello sviluppo, a prendere atto delle forme di Intervento comunitario in Basilicata attuate in quel ciclo di programmazione. Un programma, quello del Por Basilicata 2000/2006 che può dirsi riuscito al 111 per 100. Questo perché, a fronte della difficoltà registrata da altre regioni (e non solo quelle meridionali) di completare i programmi mettendo a frutto l’intero plafond di somme a disposizione, la Basilicata ha effettuato investimento proprio per il 111% delle somme attivate con i fondi europei, superando l’obiettivo del 100% (e quindi finanziando la restante parte con fondi propri) in ciascun singolo fondo, a partire dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fers – dove sono stati rendicontati interventi per il 124% di quanto finanziato dall’Unione europea), al Fondo Europeo Orientamento e Garanzia in Agricoltura (Feoga – realizzato al 101%) e al Fondo Strutturale Europeo (Fse, anche in questo caso attuato al 101%). Obiettivi tutti raggiunti anche per quel che riguarda i singoli “assi” (ossia le linee programmatiche di intervento) del programma. Quello per le Risorse Naturali è stato attuato al 122%, quello per le Risorse Culturali al 131%, quello sulle Risorse Umane registra spese ammissibili per il 104% del finanziamento europeo, quello per i Sistemi Locali per il 105%, l’asse per le Città ha visto investimenti pari al 132% di quanto finanziato dal programma, quello per le Reti e Nodi Di Servizio per il 115% e, infine, i finanziamenti per erogare assistenza tecnica all’attuazione dei vari programmi hanno raggiunto un indice di attuazione del 101%. In totale, come visibile dalle schede economiche, nell’arco dei dieci anni dal 2000 ad oggi (il programma è finito nel 2007 ma vanno aggiunti i tempi per l’ultimazione degli interventi attuati) supera un miliardo e 880 milioni di euro. Fondi che hanno lasciato opere grandi e visibili, come quelle evidenti, ma che sono serviti anche a sostenere le imprese (15.000 le aziende coinvolte), migliorare la formazione (decine di migliaia i corsi e i master finanziati) migliorare le condizioni di accesso alle informazioni (con le reti a banda larga e il notissimo programma del “computer in ogni casa che ha dotato 78.178 famiglie di un personal computer.  
   
   
REGIONE SICILIA: LOMBARDO PRESENTA NUOVI ASSESSORI GIUNTA  
 
Palermo, 23 settembre 2010 - Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ieri mattina ha presentato alla stampa due dei nuovi assessori della giunta di governo: Giosue´ Marino e Andrea Piraino. Lombardo ha spiegato che per altri due assessori designati, i dirigenti generali Gian Maria Sparma e Letizia Di Liberti, gli uffici della presidenza della Regione stanno compiendo delle verifiche tecnico giuridiche per definirne la posizione. Assenti, perche´ fuori Palermo, gli ultimi due nuovi assessori, Elio D´antrassi e Sebastiano Messineo. Martedi´ prossimo, 28 settembre, in Assemblea regionale, il presidente Lombardo a conclusione del dibattito parlamentare, rendera´ note le deleghe dei 12 assessori.  
   
   
SU.PA.: UN PROGETTO PER FAVORIRE UN RITORNO DA IMPRENDITORI DI MIGRANTI SENEGALESI NEL LORO PAESE D’ORIGINE  
 
Venezia, 23 settembre 2010 - Favorire la creazione di nuove attività d’impresa da parte di migranti di ritorno nei loro Paesi d’origine. E’ questo, in sintesi, l’obiettivo del progetto Su.pa. (Successful Paths – Percorsi di Successo), cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del “Programma tematico di cooperazione con i Paesi terzi nelle aree della migrazione e dell’asilo”, del quale è leader la Regione del Veneto e a cui partecipano la Regione Marche e quella senegalese del Kaolack. Concretamente il progetto si propone di sostenere i percorsi di “ritorno produttivo” di migranti senegalesi, rafforzando la cooperazione istituzionale nel campo dell’immigrazione tra le Regioni di origine e di destinazione, superando le difficoltà di accesso al credito per i migranti, consentendo il ritorno del capitale umano ed economico in Senegal. Ieri a Venezia si è svolto un incontro operativo tra i soggetti che aderiscono al progetto per definire soluzioni e modalità di attuazione dello stesso, soprattutto in riferimento alla possibile introduzione di uno strumento innovativo quale un fondo di garanzia alimentato dalla Regione del Veneto e gestito attraverso la società finanziaria Veneto Sviluppo, che prevedrebbe l’erogazione di credito in Senegal attraverso la rete degli istituti bancari presenti nel nostro Paese e in quello africano. Il principali beneficiari dell’iniziativa sarebbero gli aspiranti imprenditori che fanno parte delle comunità di migranti di Veneto, Marche e Francia, e le comunità in Senegal destinatarie delle rimesse, ma di fatto il progetto è indirizzato anche agli operatori finanziari che operano in Italia, Francia e nell’area africana di intervento. “Vorremmo che questo fosse un progetto pilota da riproporre ad altri partner e per altre realtà – ha detto l’assessore veneto al bilancio, Roberto Ciambetti, intervenendo all’incontro –, nella convinzione che sia il metodo più giusto e corretto non solo per sostenere i Paesi le cui potenzialità imprenditoriali debbono ancora esprimersi, ma anche in una logica di reciproco vantaggio, prefigurando la costituzione di proficui rapporti economici tra il Veneto e altre regioni del mondo che sono in via di sviluppo”. “L’unione Europea guarda con grande interesse all’iniziativa – ha concluso l’assessore Ciambetti – e il Veneto è l’unica Regione d’Europa selezionata all’interno di questo programma di cooperazione per condurre tale esperienza di co-sviluppo. Una scelta che ci onora e che carica di responsabilità tutti i soggetti partecipanti, i quali dovranno indicare percorsi operativi con attenzione e prudenza, individuando interlocutori efficienti e affidabili affinché le risorse messe a disposizione siano utilizzate con efficacia e trasparenza”.  
   
   
IMMIGRAZIONE IN VENETO: LA III COMMISSIONE CONSILIARE APPROVA IL PIANO TRIENNALE.  
 
Venezia, 23 settembre 2010 - “Ringrazio la Iii Commissione consiliare per la velocità e per il voto unanime dato al piano triennale approvato dalla Giunta e ora mi auguro che altrettanto velocemente faccia il Consiglio”: Questo il commento dell’assessore ai flussi migratori, Daniele Stival, all’approvazione, da parte della competente Commissione consiliare, del Piano triennale regionale degli interventi nel settore dell’immigrazione, che ora passerà all’esame del Consiglio. “Si tratta – precisa Stival - di un provvedimento già approvato a larga maggioranza dalla Consulta dell’immigrazione, che ora attende la sua piena operatività”. A questo proposito l’assessore ricorda che il Piano ha tra i suoi obiettivi quelli di favorire l’integrazione degli immigrati regolari come risorsa nella fase di passaggio dalla crisi economica a quella della ripresa; l’integrazione sociale e scolastica, puntando con forza alla conoscenza della lingua italiana e della cultura veneta; il rientro volontario con la costruzione di reti di cooperazione; la formazione personale e professionale. Più in particolare, per quanto riguarda il lavoro, il Piano indica la via di concentrarsi di più sull’integrazione degli stranieri presenti, piuttosto che sulla gestione di nuovi ingressi, alla luce dell’attuale non facile situazione economica. In questo senso saranno promosse azioni che mirano alla sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte alle associazioni di migranti per aumentare la loro capacità di trasferire informazioni ai lavoratori; all’informazione alle imprese con titolare straniero per aumentare le loro capacità di accedere alle opportunità offerte dal mercato del lavoro regionale; alla sperimentazione di modalità per attestare le competenze possedute dai lavoratori immigrati e rafforzarne il grado di occupabilità; al rientro volontario attraverso la costruzione di reti di cooperazione tra Italia e Paesi d’origine, in raccordo con il Ministero competente. Sul fronte dell’integrazione sociale e scolastica, gli interventi del Piano si pongono alcune priorità: inserimento scolastico, insegnamento della lingua italiana e promozione di interventi educativi per i minori; informazione sulle leggi nazionali e regionali, sulle regole di soggiorno e in materia di lavoro; aggiornamento degli insegnanti e degli operatori scolastici; valorizzazione della mediazione linguistico-culturale; inserimento delle donne immigrate; promozione del dialogo tra la cultura veneta e le altre culture. Il Piano prevede anche il consolidamento dell’Osservatorio Regionale Immigrazione e della Rete Informativa Immigrazione. “L’immigrazione regolare – sottolinea Stival – è un fenomeno che va accompagnato e regolato in maniera attenta e collegata all’attuale congiuntura. Per questo abbiamo deciso di puntare su aspetti legati all’economia, al lavoro, e ad un’integrazione a 360 gradi, che non può prescindere, ad esempio, dalla conoscenza della lingua italiana e della cultura veneta, essenziale perché agevola l’inserimento lavorativo, favorisce la partecipazione alla vita sociale, previene situazioni di disagio sia per l’immigrato, sia per la comunità d’accoglienza. Quanto più forte sarà l’integrazione degli immigrati regolari – conclude Stival – tanto più facile sarà anche combattere l’immigrazione clandestina, che non siamo disposti a tollerare in alcun modo”.  
   
   
BOLZANO: DIFFERENZE RETRIBUTIVE DA ELIMINARE: NUOVO STUDIO  
 
 Bolzano, 23 settembre 2010 - Fornire dati, indicazioni e strumenti ai soggetti interessati sul territorio e incidere sugli aspetti culturali che contribuiscono a determinare le discriminazioni di genere: questo l´obiettivo del manuale divulgativo “Differenziali retributivi di genere", presentato il 22 settembre a Bolzano. Gli assessori provinciali Roberto Bizzo e Christian Tommasini hanno ribadito l´impegno a promuovere azioni volte a superare le disparità di genere e a migliorare la condizione lavorativa delle donne. Il progetto “Di.re. - Differenze Retributive, Differenze da eliminaRe” è stato realizzato dalla Formazione professionale in lingua italiana in partnership con il Centro di studi interdisciplinari di genere dell´Università di Trento, l’Afi/ipl Istituto per la promozione dei lavoratori e l’associazione Rete donne-lavoro, ed è stato cofinanziato dall´Ue - Fondo sociale europeo, dal Ministero del lavoro e dalla Provincia. Paola Villa, docente di Economia all’Università di Trento, ha presentato nella Casa Kolping di Bolzano il manuale divulgativo "Differenziali retributivi di genere: come misurare e come leggere il differenziale salariale tra uomini e donne", un utile strumento informativo per l’approfondimento della complessa tematica della differenza retributiva tra uomini e donne a parità di lavoro svolto. Il tema è stato poi analizzato nelle sue diverse sfaccettature da Barbara Poggio, sociologa e coordinatrice del Centro di studi interdisciplinari di genere dell’Università di Trento, e da Silvia Vogliotti, ricercatrice dell’Afi/ipl Istituto per la promozione dei lavoratori, che hanno presentato il rapporto conclusivo della ricerca qualitativa "Oltre il gender pay gap: una ricerca sulla (s)valutazione del lavoro femminile in Alto Adige", che fornirà i dati indispensabili per comprendere le dinamiche che concorrono a determinare il gender pay gap anche a livello locale. "Il progetto ha affrontato il problema dei differenziali retributivi tra uomini e donne nel mercato del lavoro - spiega l´assessore provinciale alla formazione professionale italiana Christian Tommasini - con l´analisi delle cause che determinano le differenze retributive di genere. Obiettivo è fornire dati, indicazioni e strumenti ai soggetti territoriali interessati e incidere sugli aspetti culturali che contribuiscono a determinare le discriminazioni di genere, indirette e dirette." L´assessore provinciale al lavoro e alle pari opportunità Roberto Bizzo ricorda che la parità tra uomini e donne "è un diritto fondamentale e uno dei principi comuni dell’Unione Europea: è impegno della Provincia, anche attraverso l´Assessorato alle pari opportunità, promuovere a vari livelli azioni volte a superare le disparità di genere e migliorare la condizione lavorativa delle donne."  
   
   
AL VIA "MILANO PER LE DONNE”. MORATTI: “UN OMAGGIO ALLA CREATIVITA’ FEMMINILE CHE RENDE VIVA LA CITTÀ”  
 
Milano, 23 settembre 2010 - “Per la prima volta abbiamo pensato di dedicare questa iniziativa, che durerà tre mesi, alle donne dai 40 ai 60 anni, la fascia d’età di maggiore impegno e coinvolgimento nella vita e nel lavoro. Vogliamo essere vicino alle donne, per manifestare loro la nostra stima e la nostra ammirazione per lo spirito con cui affrontano gli ostacoli della vita di tutti i giorni in una città e in una società in continuo cambiamento”. Lo ha detto il Sindaco Letizia Moratti, a Palazzo Marino, in Sala dell’Orologio, intervenendo, insieme con l’assessore alla Scuola, Famiglia e Politiche sociali, Mariolina Moioli e Antonio Calbi, direttore Spettacolo - Assessorato Cultura, alla presentazione dell’iniziativa culturale gratuita dal titolo "Milano per le Donne - Un autunno d´arte e cultura", dedicato alle donne che vivono in città. Alla manifestazione hanno collaborato l’Assessorato alla Cultura, in particolare il Settore Spettacolo e l’Assessorato a Famiglia, Scuola e Politiche Sociali. Il programma delle iniziative è frutto, inoltre, della collaborazione con le Fondazioni e gli enti culturali, le numerose realtà milanesi dell’arte e del sociale, gli operatori del settore. Sono circa 22 mila gli inviti a disposizione. “Sono molto soddisfatta - ha proseguito il Sindaco - del progetto studiato su misura per le donne, per la loro sensibilità, per il loro divertimento, per nutrire le loro passioni e il loro bisogno di apprendimento”. Il calendario prevede 75 proposte culturali e di svago che si terranno in 22 diversi luoghi culturali della città. In programma un cartellone di 24 film delle due ultime stagioni cinematografiche al cinema Gnomo e all’Auditorium Lattuada. Film di cui sono protagoniste le donne, tra famiglia e nuovi percorsi di vita. Gli appuntamenti musicali prevedono concerti delle tre grandi orchestre cittadine, la Filarmonica della Scala, l’Orchestra Verdi e I Pomeriggi Musicali. Gli spettacoli teatrali spaziano da Samuel Beckett a Shakespeare, dall’omaggio alla poesia di Alda Merini alla prosa di Alan Bennett. Infine, i musei: dalle collezioni del Castello Sforzesco, al Museo del Risorgimento, al Museo di Storia Naturale, all’Archeologico, fino al nuovo Museo del Novecento. E le mostre: l’arte di Francesca Woodman e di Shirin Neshat al Palazzo della Ragione e al Pac, mentre a Palazzo Reale si potranno vedere Salvador Dalì, la mostra il Sacro Lombardo e quella dedicata all’arte delle civiltà islamiche. “Andando in giro per la città, insieme con il Sindaco, - ha detto l´assessore Moioli - ci siamo accorte che mancava un’offerta culturale di svago per le donne che rientrano in questa fascia di età. E questo è un modo per ringraziarle per tutto quello che fanno per la nostra città”. Le modalità di ritiro dei biglietti - Per assistere alle iniziative è possibile ritirare gli inviti gratuiti a partire da sabato 2 ottobre per i concerti e gli spettacoli teatrali (7.187 inviti), domenica 3 ottobre per le visite alle mostre e ai musei (3.500 inviti) e lunedì 4 ottobre per il cinema (10.680 inviti). Per il ritiro degli inviti, è necessario presentarsi con la lettera ricevuta per posta oppure con una delega e in allegato la fotocopia del documento di riconoscimento. Gli inviti sono distribuiti presso gli Info Point di largo Treves,1, a Palazzo Reale, in piazza Duomo 14, nei seguenti giorni: sabato 2 ottobre dalle ore 9.00 alle ore 13.00 in largo Treves e dalle ore 14.00 alle ore 18.00 a Palazzo Reale; domenica 3 ottobre dalle ore 15.00 alle ore 19.00 in entrambi i punti di distribuzione e lunedì 4 ottobre, per i film in cartellone, dalle ore 12.00 alle ore 16.00 negli Info Point e dalle ore 16.00 alle ore 20.00 a Palazzo Reale. Tra i 75 appuntamenti proposti, se ne potranno scegliere fino ad un massimo di 3. Per ogni manifestazione prescelta, si ha diritto a 2 inviti, fino ad esaurimento della disponibilità, per un totale di 6 biglietti gratuiti.  
   
   
VIOLENZA SESSUALE, A MILANO IN 4 ANNI STUPRI CROLLATI DELL’80%. E DELINQUENTI NON LA FANNO FRANCA  
 
 Milano, 23 settembre 2010 - “L’arresto effettuato dalla Squadra Mobile del pregiudicato marocchino accusato della brutale aggressione e tentata violenza sessuale a danno di una barista italiana 25enne in corso Lodi segue quello di due romeni fermati dai carabinieri una settimana fa in via Fabio Massimo, al Corvetto, accusati di violenza su connazionali. A conferma che a Milano i violentatori non la fanno franca. Va poi sottolineato che si tratta della decima aggressione in città da inizio anno. Un numero in picchiata. Perché nel 2007 erano state 61 le violenze sessuali ‘da strada’ che hanno destato allarme sociale, 5 al mese. E nel 2010 sono scese a una decina, 1 al mese”. Lo afferma il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato dopo il fermo di un pregiudicato marocchino per tentata violenza sessuale commessa in corso Lodi a danno di una ragazza di 25 anni. “I due ultimi episodi accaduti in area Lodi-corvetto, con autori romeni e marocchini – spiega De Corato - conferma la necessità di proseguire con le ordinanze in questo quartiere e dunque con una costante presenza delle forze dell’ordine. Un’area dove solo l’immigrazione regolare negli ultimi dieci anni è cresciuta del 93% (6.636 su 34.292 residenti ), sfiorando oggi il 20%. E non è un caso che ancora una volta i responsabili siano stranieri. Nel 2009 in 39 casi su 45 gli autori non erano italiani, l’89%”. “Che poi – aggiunge De Corato – nel caso specifico l’autore sia un pregiudicato con alle spalle gravi reati e che abbia beneficiato del patteggiamento la dice lunga sulla mancanza di certezza della pena in Italia”.  
   
   
MINORI ALLONTANATI DA FAMIGLIA. OGGI A PADOVA ALL’ULSS 16 ORE 11,30 ASSESSORE SERNAGIOTTO INCONTRA ANCI SU MANTENIMENTO SERVIZI TUTELA E PROTEZIONE  
 
 Venezia, 23 settembre 2010 - Sono circa 2000 nel Veneto i bambini/e e i ragazzi/e tra gli 0 e i 21 anni allontanati dalle famiglie d’origine e ospitati in famiglie affidatarie o in comunità di protezione e tutela dei minori. Le tante problematiche legate al mantenimento e buon funzionamento dei servizi - i cui costi sono proibitivi per le finanze dei comuni di piccole e medie dimensioni - e le proposte per affrontare questa delicata situazione in tempi di ristrette risorse economiche pubbliche, saranno al centro dell’incontro tra l’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto e il Presidente dell’A.n.c.i. Veneto Giorgio Dal Negro (affiancato dal consiglio direttivo) che si terrà giovedì 23 settembre a Padova, alle ore 11.30, nella sede dell’Azienda Ulss n.16 (Sala Riunioni) in via degli Scrovegni n. 14.  
   
   
NAPOLI, ORATORI: SUBITO LA LEGGE REGIONALE  
 
 Napoli, 23 settembre 2010 - L´assessore regionale ai Rapporti con le Autonomie locali Pasquale Sommese ha inviato una lettera al presidente della Vi Commissione del Consiglio Antonia Ruggiero con cui la sollecita a richiamare in Assemblea il disegno di legge sugli oratori, già approvato all´unanimità a dicembre scorso dai componenti della precedente Commissione. Il testo riconosce la funzione sociale ed educativa svolta dalle parrocchie attraverso gli oratori e gli organismi similari di enti di altri culti e confessioni religiose che hanno stipulato intese con lo Stato italiano, e fissa finanziamenti per la realizzazione di programmi finalizzati alla promozione sociale, al contrasto dell’emarginazione e della discriminazione razziale, alla diffusione delle attività sportive e del tempo libero realizzate in favore dell´infanzia, dell´adolescenza, della gioventù e della famiglia. "Solo per una questione di tempi tecnici - sottolinea Sommese, firmatario della proposta nella scorsa legislatura - non è stato possibile rendere definitiva la norma. Poiché la stessa ha già trovato il consenso di tutte le forze politiche, è possibile procedere rapidamente al sì del Consiglio e dispiegarne gli effetti. Perciò ho chiesto al presidente della Commissione di attivarsi per richiamarla in aula. Con essa finanziamo la riqualificazione delle strutture esistenti, l´acquisto di attrezzature e strumenti didattici, la formazione degli operatori, progetti anche interdiocesani. E´ un provvedimento importante e molto atteso, che ci auguriamo venga approvato in tempi brevissimi", conclude Sommese.