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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Dicembre 2010
UE: FAMIGLIE SENZA FRONTIERE E PROBLEMI LEGALI DA RISOLVERE  
 
Bruxelles, 6 dicembre 2010 - Nascere, sposarsi, farsi una famiglia, qualche volta divorziare e morire sono spesso le esperienze emotive più importanti della nostra vita. Ma sono anche materie legali, regolate da leggi e pratiche sviluppate nel corso dei secoli. E con la sempre maggiore facilità a spostarsi di paese in paese le regole dei singoli Stati sono spesso troppo diverse le une dalle altre. Per questo deputati europei, parlamentari nazionali ed esperti si sono incontrati per discutere come è possibile facilitare la vita delle famiglie e dei cittadini europei. Facciamo un esempio. Se un bambino è figlio di genitori non sposati provenienti da due paesi diversi, chi ottiene la custodia del piccolo se uno dei due muore? Se un omosessuale è regolarmente sposato nel suo paese di origine, ma possiede una casa in una nazione che non riconosce il suo matrimonio cosa succede alla proprietà se uno dei due membri della coppia muore? Quali diritti ha un padre nei confronti dei suoi figli nel caso di divorzio di due persone originarie di paesi diversi se la ex moglie, per esempio, torna nello Stato di origine? Non sono casi rari, ma il pane quotidiano degli avvocati che si occupano delle questioni delle famiglie e dei diritti di successione. E la risposta non è semplice, vista la miriade di legislazioni diverse nei vari paesi europei. Una strada ancora in salita - Di questo e altro hanno parlato i deputati, tra cui il presidente della commissione giuridica, il popolare tedesco Klauss-heiner Lehne e la vicepresidente del Parlamento, la liberaldemocratica inglese Diana Wallis, nel corso del seminario. "Reagiamo alle conseguenze del movimento tra i vari Stati, lavoriamo insieme alla legislazione civile", ha chiesto Melchior Wathelet per la presidenza belga. Il senso è che è meglio lavorare più lentamente con tutti e 27 gli Stati membri che avanzare più velocemente con pochi, ma finora i risultati sono stati poco significativi. Un certificato di successione aiuterebbe i cittadini a esercitare i propri diritti con un documento identico in tutti gli Stati membri, per esempio. Legge di famiglia - Ci sono casi in cui i tribunali dell´Unione non possono legalizzare un divorzio sancito in un altro Stato membro perché non esiste concretamente una possibilità del genere nella loro legislazione nazionale, ha commentato Katharina Boele-woeki, docente in Legge. Alcuni partecipanti hanno invocato una legislazione comune europea specialmente per i matrimoni tra persone dello stesso sesso, per incoraggiare il loro riconoscimento e fare passi avanti nel dibattito. I diritti dei bambini - "Sarebbe utile rafforzare l´istituto del mediatore", ha commentato Roberta Angelilli (Pdl/ppe), scelta come mediatore del Parlamento europeo per i casi di sottrazione internazionale dei minori. "La regola generale è che, quando un bambino è rapito in uno Stato membro, lo Stato d´origine dovrebbe continuare ad avere la giurisdizione su quel caso, lasciando alla seconda nazione interessata la possibilità di occuparsi soltanto di circostanze specifiche", ha affermato l´avvocato Christina Blacklaws. Costruire un´Europa per le famiglie - "Non vogliamo avere legislazioni uguali", ha precisato Luigi Berlinguer (Pd/s&d), vicepresidente della commissione giuridica del Parlamento. "Qui stiamo parlando di fiducia reciproca e reciproci riconoscimenti". I prossimi passi saranno ora le proposte della Commissione per una nuova legislazione sui diritti di proprietà matrimoniali (nel 2011), sul riconoscimento dei documenti di status civile (nel 2013) e sulle decisioni sulle responsabilità dei genitori.  
   
   
UE: INIZIATIVA POPOLARE: UNO STRUMENTO UTILE E FACILE DI DEMOCRAZIA DIRETTA  
 
 Bruxelles, 6 dicembre 2010 - La prima proposta di legge popolare potrebbe atterrare sul tavolo della Commissione fra poco più di anno, se le proposte della commissione Affari costituzionali del Parlamento troveranno il sostegno della plenaria e dei governi europei. Ieri sera si sono tenuti i negoziati con il Consiglio, in cui i deputati hanno ottenuto molto di quello che chiedevano. Aggiornamento: martedì sera (30 novembre) il Parlamento ha incontrato Commissione e Consiglio per abbozzare un accordo in prima lettura. Ecco il link al comunicato stampa che riferisce di quest´incontro: http://www.Europarl.europa.eu/en/pressroom/content/20101129ipr02728 L´articolo qui sotto si riferisce, invece, al voto parlamentare di ieri mattina, è quindi meno aggiornato. Ieri 30 novembre la commissione Affari costituzionali ha dato il suo via libera alle proposte di Alain Lamassoure (Ppe, Francia) e Zita Gurmai (S&d, Ungheria) per rendere le regole che reggeranno la presentazione di una legge popolare europea semplici e accessibili. No alle 300.00 firme prima di verificare l´ammissibilità - Il primo punto in cui il Parlamento ha modificato la proposta della Commissione è abolire il requisito delle 300.000 firme prima della verifica di ammissibilità. Questo significa che la Commissione dovrà decretare l´ammissibilità della proposta al momento della registrazione, e non solo una volta che le prime 300.000 firme sono state raccolte. I parlamentari propongono invece di mantenere i 12 mesi massimi previsti dalla Commissione per la raccolta delle firme. Sei paesi, e niente carte d´identità - Le altre modifiche introdotte per semplificare i meccanismi, sono il numero minimo di paesi da cui il milione di firme deve arrivare (sei invece di "un quarto dei paesi Ue", ovvero nove, come voluto dalla Commissione), e l´abolizione del requisito del numero di documento. I parlamentari ritengono infatti che, per ragioni di privacy e di semplicità, i cittadini non debbano essere obbligati a dare il loro numero di carta d´identità. Iniziativa popolare, che cos´è? Si tratta di una novità introdotta dal Trattato di Lisbona, grazie alla quale un milione di cittadini potranno presentare una proposta di legge europea, che la Commissione avrà poi il diritto di tenere in conto (o no). L´obiettivo, secondo la relatrice Gurmai, è "di avere più iniziative popolari possibili". Prossimi passi - Il Parlamento e la presidenza belga del Consiglio hanno dichiarato che vorrebbero chiudere l´iter legislativo in prima lettura, perché l´iniziativa possa entrare in vigore entro l´anno prossimo. La plenaria, dunque, dovrebbe votare a dicembre: se ci fosse già un accordo con i governi, lo strumento potrebbe funzionare da dicembre dell´anno prossimo. I paesi membri, infatti, hanno chiesto un anno di tempo per trasporre le nuove regole nella normativa nazionale.  
   
   
"VOLONTARI! FACCIAMO LA DIFFERENZA!": LA COMMISSIONE EUROPEA INAUGURA L’ANNO EUROPEO DEL VOLONTARIATO 2011  
 
 Bruxelles, 6 dicembre 2010 - "Se non vogliamo che le nostre speranze di costruire un mondo migliore e più sicuro restino vane, ci servirà sempre più l´impegno dei volontari" ha dichiarato Kofi Annan. È con questo spirito che 100 milioni di europei mettono a disposizione il loro tempo e la loro esperienza per aiutare chi ha bisogno e contribuire allo sviluppo delle proprie comunità. In un museo, un professore di storia dell’arte in pensione illustra i capolavori europei a visitatori stranieri. In un ospedale, uno studente delle superiori legge per i bambini ammalati. Un ex calciatore della nazionale allena una squadra di quartiere. Ci sono mille modi di fare la differenza. Per dare risalto a queste iniziative e incoraggiare un maggior numero di cittadini a impegnarsi a loro volta, la Commissione europea ha inaugurato il 2 dicembre l’Anno europeo del volontariato 2011. La vicepresidente Viviane Reding, commissaria Ue responsabile per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, unitamente a Jean-marc Delizée, segretario di Stato per gli affari sociali del Governo federale belga, e a Marian Harkin, parlamentare europea, ha presentato lo slogan dell’Anno del volontariato: "Volontari! Facciamo la differenza!". "Voglio rendere omaggio ai milioni di europei che si adoperano per migliorare il nostro mondo" ha dichiarato Viviane Reding, commissaria Ue responsabile per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. "Ciascuno di noi ha dentro di sé la capacità di farsi avanti e assistere chi si trova in difficoltà. Il volontariato rafforza i nostri valori europei fondamentali: la solidarietà e la coesione sociale. Inaugurando l’Anno europeo del volontariato, voglio invitare a sostenere quanti contribuiscono a fare la differenza. È tempo di condividere e di restituire, di impegnarci ad aiutare chi aiuta!" Da un’indagine Eurobarometro del maggio 2010 risulta che 3 europei su 10 dichiarano di essere impegnati in attività di volontariato. Esistono molte definizioni e tradizioni diverse in materia, ma c’è un aspetto che accomuna tutte queste attività: ogniqualvolta le persone si incontrano per aiutarsi a vicenda e sostenere chi ha bisogno, l’intera società e i singoli volontari ne escono avvantaggiati. Il volontariato permette alle persone di acquisire conoscenze, sfruttare le proprie capacità e ampliare le proprie reti sociali e spesso questo comporta nuove o migliori opportunità di lavoro, oltre a contribuire allo sviluppo personale e sociale. La Commissione aiuta i giovani a partecipare ad attività di volontariato. Attraverso il Servizio volontario europeo, migliaia di adolescenti e di giovani si recano all’estero per insegnare, promuovere la sensibilizzazione culturale e sviluppare importanti competenze di vita. Ad esempio, nella residenza Verahus di Copenaghen, i volontari assistono gli ospiti disabili nella loro vita quotidiana, organizzando con loro attività ricreative quali pittura, musica, giochi e sport e accompagnandoli nelle gite. Per mettere in luce il lavoro dei volontari, incoraggiare altri a unirsi a loro e sormontare le difficoltà che essi devono affrontare, l´Anno europeo del volontariato 2011 persegue quattro obiettivi principali: •ridurre gli ostacoli al volontariato nell’Ue; •conferire autonomia e responsabilità alle organizzazioni di volontariato e migliorare la qualità del volontariato; •premiare e riconoscere le attività di volontariato; •sensibilizzare al valore e all’importanza del volontariato. Per conseguire tali obiettivi, la Commissione incoraggerà lo scambio di buone pratiche tra le autorità degli Stati membri e le organizzazioni di volontariato. Verrà rivolta particolare attenzione alla formazione dei volontari, all’accreditamento e alla certificazione della qualità e a un collegamento efficiente ed efficace tra i potenziali volontari e le opportunità di volontariato. La Commissione incentiverà nuove iniziative europee per la costituzione di reti onde favorire gli scambi transfrontalieri e le sinergie tra le organizzazioni di volontariato e altri settori, segnatamente le imprese. Nel corso dell’Anno del volontariato saranno poste in evidenza e promosse centinaia di attività e progetti. A livello di Ue, esse comprendono: •tour Aev2011: i volontari viaggeranno per un anno nei paesi dell’Ue, presentando il proprio lavoro e incontrando i responsabili politici e i cittadini in ogni tappa del viaggio; •rete Aev: 27 reporter volontari della rete seguiranno le attività di 54 organizzazioni di volontariato elaborando relazioni audio, video e scritte che saranno trasmesse dai media. Alla fine dell’anno, le diverse relazioni serviranno per realizzare un documentario sull’Anno europeo e sul suo tour, di qualità adatta alla trasmissione; •quattro conferenze tematiche da organizzare nel 2011 per affrontare questioni fondamentali in tema di volontariato: l’8 gennaio, a Budapest, sul riconoscimento del volontariato; maggio/giugno: omaggio ai volontari e al loro prezioso contributo; ottobre: conferire autonomia e responsabilità alle organizzazioni di volontari; dicembre: conferenza conclusiva sulle sfide future. • La Commissione lavora a stretto contatto con l’“Alleanza” delle organizzazioni di volontariato, il Parlamento europeo, gli Stati membri, il Comitato delle regioni, il Comitato economico e sociale europeo, il Consiglio d’Europa e i volontari delle Nazioni Unite. Ulteriori informazioni Sito internet ufficiale dell’Anno europeo: www.Europa.eu/volunteering  (comprende il calendario del Tour Aev) Sito internet dell’Alleanza: www.Eyv2011.eu/    
   
   
NON CI SONO CITTADINI EUROPEI DI SERIE B: UN´AUDIZIONE SULL´INTEGRAZIONE DEI ROM SONO OLTRE 12 MILIONI I ROM CHE VIVONO IN EUROPA PER MIGLIORARE LA LORO SITUAZIONE SERVE UN MAGGIORE CONTROLLO SULL´EFFICACIA DEI FONDI UE  
 
Bruxelles, 6 dicembre 2010 - Sono i rom la più grande minoranza etnica dell´Europa. In 12 milioni vivono dentro i confini Ue, continuando a subire discriminazioni sistematiche per educazione, alloggi e occupazione e avendo spesso dei limiti di accesso al sistema sanitario e a altri servizi pubblici. "I rom sono cittadini europei come tutti gli altri", ha commentato la socialdemocratica ungherese Kinga Göncz, relatrice del testo sull´integrazione dei rom della commissione occupazione. Proprio del problema rom si è discusso la scorsa settimana, il 30 novembre e il primo dicembre, in un´audizione organizzata dai deputati della commissione per le libertà civili. Un´occasione per ascoltare l´intervento della relatrice Lívia Járóka, popolare ungherese e unica parlamentare di origine rom, e dei due commissari Viviane Reding e László Andor, entrambi membri della task force sui rom che dovrebbe presentare entro fine anno il proprio rapporto. Alle loro voci si sono poi unite quelle di molti esperti, di altri eurodeputati come la relatrice Kinga Göncz, di rappresentanti della presidenza belga e ungherese e di quelli delle organizzazioni della società civile per dare un quadro completo della situazione attuale e dei possibili cambiamenti per costruire un futuro diverso. Su un punto c´è stato un totale consenso: nonostante la complessità del problema, l´integrazione dei rom nella società europea è una delle priorità assolute dell´Unione e in particolare dell´entrante presidenza ungherese, rappresentata all´audizione da Zoltán Balog. Educazione e occupazione: i due punti chiave dell´integrazione - Sono educazione e opportunità lavorative i due punti chiave per integrare i rom. "La povertà tra i rom viene trasmessa di generazione in generazione. Dobbiamo aumentare le loro possibilità lavorative migliorando il loro livello di educazione scolastica", ha commentato Andor, commissario per l´occupazione, gli affari sociali e l´inclusione. Anche perché, come ha sottolineato Járóka, l´inclusione dei rom sarebbe un investimento nel lungo termine. In 20 o 30 anni sarebbe più proficuo integrarli che sostenere le loro condizioni di vita estremamente disagiate. Lavorare dalle radici... Sono stati compiuti dei passi avanti, hanno ammesso i partecipanti all´audizione, specialmente in confronto a un passato in cui non c´erano né strategie né politiche indirizzate ai rom. Tuttavia servono ancora azioni concrete. "Dobbiamo cominciare a lavorare dalle radici, dalle realtà locali", ha suggerito il rapporto di Járóka, accolto con favore dal commissario alla giustizia Reding. Quest´ultima ha anche sottolineato l´importanza dell´impegno di tutti e 27 gli Stati membri per risolvere il problema della mancata integrazione dei rom e ha invocato una maggiore cooperazione con la task force della Commissione. "L´integrazione dei rom è nell´agenda, ma non nella pratica di molti Stati membri", ha accusato. I rom stessi dovrebbero essere chiamati a prendere parte alle decisioni e così le autorità locali dei luoghi in cui vivono. Più controllo sui finanziamenti Ue - Ci devono essere più controlli sui finanziamenti dell´Ue, per capire se davvero stanno arrivando ai rom. Tra i suggerimenti è stato proposto che gli Stati scrivano dei rapporti su come le misure a favore dell´integrazione sono state messe in campo. "Un sesto delle risorse del Fondo sociale europeo - pari a oltre 10 miliardi di euro - è stato speso in misure a sostegno dell´inclusione dei rom. Molti Stati membri usano già i fondi europei, ma spesso non in modo efficace", ha affermato Andor. Una critica a Italia e Francia - Le critiche della relatrice Járóka e dei rappresentanti della società civile non hanno risparmiato Italia e Francia per il trattamento riservato in passato ai rom. "Non è cambiato niente dall´estate, i rom vengono ancora espulsi", ha accusato Marilisa Fantacci del Collettivo dei rom in Europa. "In queste condizioni come potrebbe la Francia sviluppare una strategia a favore dell´integrazione?". Un ramo di olivo è invece stato teso dalla Reding che ha ammesso come la Francia abbia accolto tutte le richieste della Commissione. "Continueremo a monitorare", ha però aggiunto, sostenendo che alcune regole fondamentali dovrebbero essere messe in atto non soltanto in Francia ma in ogni altro Stato membro. "E l´applicazione della direttiva sulla libertà di movimento in Europa è la migliore salvaguardia che abbiamo a disposizione".  
   
   
FISCALITÀ: LA COMMISSIONE AVVIA IL DIBATTITO SUL FUTURO DELL’IVA  
 
Bruxelles, 6 dicembre 2010 -  Lo scorso 1 dicembre  la Commissione europea ha avviato un’ampia consultazione pubblica sul modo in cui il sistema d’imposta sul valore aggiunto (Iva) dell’Ue possa essere rafforzato e migliorato, a beneficio dei cittadini, delle imprese e degli Stati membri. L´obiettivo è di dare a tutte le parti interessate la possibilità di esprimere le proprie opinioni e punti di vista sui problemi attualmente esistenti in materia di Iva e su come sia possibile affrontarli. I risultati della consultazione serviranno alla Commissione per decidere l’approccio migliore nella creazione di un futuro sistema dell’Iva più stabile, solido ed efficace. Algirdas Šemeta, commissario responsabile per la fiscalità, ha detto: “Abbiamo bisogno di un sistema dell’Iva adatto al 21° secolo: semplice, moderno ed efficace. L’iva è pagata dai cittadini, riscossa dalle imprese ed è una delle principali fonti di entrate degli Stati membri, per cui interessa tutti. Vorrei esortare chiunque a fare sentire la sua voce in questa consultazione, affinché possiamo garantire che il futuro sistema dell’Iva funzioni meglio per tutti. Perché il sistema dell’Iva va rivisto? L’iva è stata introdotta nell’Ue più di 40 anni fa, in un momento in cui il mercato era molto diverso da oggi. Nonostante gli sforzi compiuti negli anni per modernizzare e semplificare poco per volta il sistema dell’Iva, è chiaro che il regime non risponde più alle esigenze di un’economia moderna, orientata al servizio e basata sulla tecnologia. La complessità dell’attuale sistema genera costi e oneri inutili per contribuenti e amministrazioni e ostacola il mercato interno. Inoltre, alcune debolezze insite nel sistema lo rendono vulnerabile alla frode e all’evasione. Il sistema dell´Iva va pertanto fondamentalmente rivisto. Perché ora? L’attuale situazione economica ha messo in luce l’importanza del ruolo svolto dall’Iva nel garantire la stabilità e la crescita economiche. Essa rappresenta un’importante fonte di entrate per gli Stati membri (fino al 20% del totale delle entrate fiscali) e potrebbe diventare ancora più importante, dal momento che la recessione e l’invecchiamento della popolazione incidono su altre fonti di reddito. Studi economici dimostrano inoltre che le imposte sui consumi sono tra quelle che maggiormente favoriscono la crescita, ed un sistema dell’Iva più solido potrebbe contribuire a rigenerare l’economia europea. È pertanto di grande importanza garantire che il sistema dell´Iva dell´Unione europea sia pienamente funzionante ed esprima tutto il suo potenziale. Cos’è il Libro verde? Il Libro verde pone interrogativi suddivisi per tematiche generali, mantenendo al tempo stesso la consultazione il più possibile aperta a tutte le idee e opinioni. Innanzitutto viene chiesto se i fondamenti dell’attuale sistema dell’Iva vadano rivisti e se i beni e i servizi vadano tassati nello Stato membro di origine o in quello in cui sono venduti o prestati. Successivamente, il Libro verde si interessa a questioni specifiche che si sono poste negli anni, quali, ad esempio, se le aliquote Iva ridotte siano ancora pertinenti, se le norme in materia di detrazione siano sufficientemente neutre, se e come il sistema possa essere reso più impermeabile alla frode, o ancora come si possa semplificare la burocrazia per le operazioni assoggettate all’Iva. Infine, viene chiesto ai partecipanti alla consultazione se e come sia possibile migliorare la riscossione dell’Iva al fine di ridurne l’attuale divario nell’Ue, pari a 100 miliardi di euro. Il Libro verde incita tutti i punti di vista e la consultazione non si limita alle domande poste: i partecipanti sono infatti incoraggiati a sollevare qualsiasi altra questione che essi ritengano potenzialmente rilevante per il futuro dell’Iva. Prossime fasi La Commissione invita tutte le persone interessate a partecipare alla consultazione pubblica, aperta fino al 31 marzo 2011. Sulla base delle risposte ricevute, essa presenterà le priorità per il futuro sistema dell’Iva in una comunicazione che pubblicherà alla fine del 2011. Per la nota informativa, vedasi: MEMO/10/633 Maggiori informazioni sul Libro verde e sul suo allegato tecnico sono disponibili sul sito internet: http://ec.Europa.eu/taxation_customs/index_en.htm    
   
   
INTERREG: A LUBIANA INCONTRO FVG CON VICE MINISTRO ESTERI SLOVENIA  
 
Udine, 6 dicembre 2010 - "Procederemo senza indugi lungo la linea intrapresa a sostegno delle iniziative legate al programma Interreg Italia-slovenia, dando al contempo molta attenzione anche alle minoranze slovene in Friuli Venezia Giulia, soprattutto nel campo della cultura". Sono state queste le due assicurazioni fornite il 3 dicembre a Lubiana dall´assessore regionale alla Cultura e Rapporti internazionali Elio De Anna, nel corso dell´incontro svoltosi al ministero degli Esteri, alla presenza del viceministro Dragoljuba Bencina. Un segnale forte, quello dato oggi, e che di fatto è servito anche per riattivare - dopo quasi tre anni di stand by - la commissione bilaterale Fvg-slovenia, che ora è quindi pronta a rimettersi al lavoro. Un primo risultato concreto è già stato ottenuto, poiché Regione e Ministero hanno concordato che la prima riunione plenaria della commissione si terrà il 26 gennaio, in una località ancora da definire. In merito all´attenzione che il Friuli Venezia Giulia ha rivolto agli sloveni in regione, De Anna ha intanto assicurato che sarà lui stesso il referente politico all´interno della sottocommissione per le minoranze istituita in seno alla bilaterale. E proprio su questo versante l´esponente dell´esecutivo Tondo ha ricordato che ieri la giunta ha stanziato nuove poste di bilancio a sostegno dell´attività della lingua slovena, a cui si accosta una seconda iniziativa. A partire dal 2011, infatti, verranno avviati tre incontri nelle province di Trieste, Gorizia e Udine con i rappresentanti delle minoranze, per ascoltare i loro suggerimenti e poi stilare insieme un programma di iniziative da sostenere in futuro. Ma c´è stato poi un altro importante settore sul quale si è riscontrata piena condivisione di intenti tra il Ministero degli Esteri sloveno e l´assessore regionale De Anna. Le parti hanno convenuto di procedere senza indugi lungo la strada intrapresa nell´utilizzo dei fondi Interreg, che vedono coinvolti il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia unitamente a Veneto ed Emilia Romagna. De Anna ha ricordato che attualmente per i fondi strategici - per i quali sono previsti 40 milioni di euro - il bando è stato chiuso e completato. "Quindi - ha proseguito l´assessore regionale - saranno sbloccati i 60 milioni del bando degli standard, per i quali è stata portata a termine la valutazione di ammissibilità dei progetti e sui quali ora si sta stilando la graduatoria. Infine stiamo definendo le linee per le iniziative che riguardano il confine terrestre, dove potranno essere impegnati 22 milioni". Da parte sua, il vice ministro è rimasto molto soddisfatto delle informazioni ricevute dall´assessore De Anna. "Le preoccupazioni che avevo all´inizio - ha detto Bencina - sono state tutte dissipate dalle buone notizie fornite durante l´incontro di quest´oggi. Il modo in cui la Regione Friuli Venezia Giulia si è attivata sia per riattivare la bilaterale sia per dare una accelerata ai fondi Interreg, ci fa ben sperare per il futuro".  
   
   
EUROREGIONE ADRIATICA: SICUREZZA INTERNAZIONALE, UN COMITATO TECNICO PRESIEDUTO DA PRIORE  
 
Campobasso, 6 dicembre 2010 - Sarà il Giudice Rosario Priore a presiedere il Comitato tecnico di un´importante iniziativa che la Regione Molise, insieme ad altri prestigiosi partner, sta portando avanti sulla sicurezza internazionale con particolare attenzione all´Euroregione adriatica e ai Balcani. Lo ha annunciato il Presidente della Regione, Michele Iorio, partecipando nella serata del 3 dicembre alla presentazione del libro di Giovanni Fasanella e del Giudice Rosario Priore dal titolo "Intrigo internazionale", che ha avuto luogo nell´Auditorium della Scuola" I.petrone" di Campobasso. L´importante progetto verrà presentato ufficialmente il prossimo gennaio in un evento che si sta preparando e che vedrà la presenza, oltre che del Dott. Priore, anche di rilevanti personalità esperte in diritto internazionale, criminologia e altre specifiche branche riguardanti la tematica tanto vasta quanto complessa della sicurezza". "L´iniziativa che vedrà l´impegno diretto del giudice Priore -ha detto Iorio- si inserisce in una politica di alta formazione e di cooperazione internazionale che come Governo regionale stiamo portando avanti da molto tempo e che ci ha visto operare in rete con importanti personalità e prestigiosi istituti di ricerca, oltre che istituzioni nazionali e sovranazionali. Un´attività che ad esempio ha prodotto la prossima apertura in Molise di un punto di riferimento per l´intera Italia dell´Eipa, il famoso Centro di alta formazione di respiro europeo".  
   
   
CONSEGNATI GLI ATTESTATI A 9 AMBASCIATORI D´EUROPA LA TOSCANA RICONOSCE I PIÙ BRAVI AD ATTUARE I PROGRAMMI UE  
 
Firenze, 6 dicembre 2010 - Un premio ai funzionari e ai dirigenti delle Regioni italiane e delle amministrazioni pubbliche che negli ultimi anni si sono distinti nella gestione dei Fondi strutturali. E’ il premio “Ambasciatori d’Europa”. L’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, il 3 dicembre, ne ha consegnati nove in occasione della giornata-evento dedicata al programma europeo Por Creo 2007-2013 finanziato dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) che si è svolta alla Fortezza da Basso di Firenze. Lanciato nel 2006 dalla Regione Toscana il premio “Ambasciatori d’Europa” è giunto quest’anno alla terza edizione. «Con questi riconoscimenti - ha spiegato l´assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini - la Toscana intende valorizzare e portare in primo piano quelle eccellenze della macchina burocratica che con impegno, professionalità e competenza hanno permesso di raggiungere ottime performance nell’attuazione dei programmi europei». Ambasciatori d’Europa sono tutti coloro che lavorano per attuare al meglio gli obiettivi indicati dai fondi strutturali e per il buon impiego delle risorse finanziarie contenute nei programmi approvati da Bruxelles e gestiti dalle Regioni. Il riconoscimento di quest’anno è stato accompagnato da un piccolo manufatto artigianale con il simbolo del Pegaso della Regione Toscana e con l’immagine dell’origami che caratterizza la nuova campagna di promozione del programma Por Creo Fesr. Ecco l’elenco dei premiati e le motivazioni: Francesco Forte, Regione Friuli Venezia Giulia Categoria “giovani promesse”. Da poco designato autorità di gestione, rappresenta una delle novità della nuova fase di programmazione, distinguendosi per competenza, capacità decisionale e significativa preparazione. Patrizia Minardi, Regione Basilicata. New entry del Fesr, con esperienza di gestione del Fse, oltre che per la giovane età, è uno degli esempi di come i Fondi strutturali nel mezzogiorno costituiscono un mezzo per creare “sacche di competenza” nel ceto della burocrazia pubblica. Capacità e rigore in una regione che si è da anni distinta per le sue buone performance. E’ autorità di gestione del Fesr Basilicata. Rosanna Bellotti, Regione Lazio. Capacità di mediazione, modi garbati, competenza, conoscenza profonda della materia, disponibilità al dialogo con le altre Regioni e le istituzioni ministeriali; una delle colonne della comunità delle Autorità di gestione. Dopo anni di Fesr, negli ultimi mesi è stata assegnata al altro prestigioso incarico. Salvatore Orlando Il più bravo e preparato delle Autorità di gestione, tecnico capace, rigoroso, instancabile, conoscitore della macchina dei fondi strutturali, ha operato in molte regioni e nella Dg Regio. Grande umanità e determinatezza anche in ambienti ad alta complessità istituzionale. In attesa di un ritorno diretto sui Fondi strutturali è dirigente in un ente locale. Virgilio Martins, coordinatore progetto Jessica – Ue Coordina i lavori riguardo al progetto Jessica, questo nuovo strumento di ingegneria finanziaria che tutti auspicano possa a breve crescere e svilupparsi come strumento di crescita delle economie regionali nel quadro dei fondi strutturali. Alessandro Rainoldi, esperto Fondi strutturali-Ipts, Siviglia Dalla gestione dei fondi allo studio dei fondi, e per di più a Siviglia. Più che alla “carriera” questo premio va alla competenza e al contributo fornito al miglioramento delle politiche di coesione. Paolo Giannarelli Regione Toscana. Prima come assessore regionale poi come consigliere della presidenza per le politiche europee, ha lavorato per la divulgazione delle politiche di coesione e dei fondi strutturali nel corpo della regione. Ha supportato gli uffici regionali informandoli puntualmente sui processi decisionali dell’Unione grazie al mix di competenze tecniche e di capacità di lettura della dimensione politica dei fenomeni istituzionali. Laura Landini Regione Toscana. Esperienza pluriennale nella gestione di misure di aiuto e poi nell’ufficio dell’autorità di gestione dove per 10 anni ha lavorato per tenere a posto i conti dei programmi con il bilancio regionale e ha strutturato il sistema dei controlli, tenendo a debita distanza gli audit. Premio alla carriera. Daniela Doveri, Regione Toscana. Una colonna dell’autorità di gestione della Toscana per 22 anni. Pazienza, silenzioso lavoro quotidiano, qualificata capacità di lavorare nell’ombra in un ruolo strategico nella gestione dei programmi: l’assistenza tecnica e il coordinamento dei procedimenti, che nel tempo sono divenuti sempre più complessi. Ultima, o quasi, presenza di una lunga storia di funzionari regionali che negli ultimi 20 anni ha prodotto un ceto burocratico di qualità.  
   
   
CROAZIA, INFLAZIONE ALL´ 1,4% AD OTTOBRE  
 
 Zagabria, 6 dicembre 2010 - Secondo i dati diffusi dall´Istat della Croazia, lo scorso ottobre il tasso di inflazione annuo è stato pari all´1,4 per cento ed è rimasto allo stesso livello del mese di settembre dell´anno in corso. A livello mensile invece, i prezzi sono aumentati dello 0,1 per cento, mentre lo scorso ottobre hanno registrato un lieve aumento dovuta alla crescita dell´abbigliamento e delle calzature (+3,1 per cento). Sull´aumento dei prezzi al consumo a livello mensile ha influito in prima linea l´abitazione, l´acqua e l´energia, che sono saliti del 6,7 per cento, l´aumento dei prezzi del gas saliti del 16,6 per cento e soprattutto l´aumento del riscaldamento cresciuti dell´ 80,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell´anno scorso. Al rallentamento del tasso d´inflazione ha contribuito la discesa dei prezzi delle telecomunicazioni (-1,1 per cento) e dei prezzi dell´istruzione (-10,8 per cento) a livello annuo.  
   
   
BANCHE: SABATINI, CON FATTURA ELETTRONICA RISPARMI PER IL PAESE FINO A 60 MILIARDI L’ANNO  
 
Roma, 6 dicembre 2010 - “La piena diffusione della fattura elettronica comporterà minori costi per il Paese stimati tra 10 e 60 miliardi di euro l’anno, pari ad una quota di Pil tra l’1% e il 4%. Anche per questo è importante favorire la maggiore diffusione di questo strumento che, se adottato in modo capillare, può far risparmiare alla sola Pubblica Amministrazione circa 3 miliardi di euro l’anno e altrettanto ai fornitori della Pa”. Lo ha detto oggi il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, aprendo la seconda giornata di lavori del convegno “Corporate banking e fattura elettronica: i servizi a valore aggiunto per imprese e pubblica amministrazione”, organizzato da Abi col Consorzio Cbi. Nel corso dell’incontro si è fatto il punto sullo stato di implementazione nazionale e internazionale della fattura elettronica e sulle principali iniziative, già avviate in Europa e in corso d’adozione anche in Italia, per supportare l’informatizzazione e la dematerializzazione di processi e documenti. Ogni anno in Europa circolano 32 miliardi di fatture e di queste solo il 5% sono elettroniche. Recentemente, tuttavia, il livello di adozione di questo strumento è cresciuto sensibilmente: tra il 2008 e il 2009 la fatturazione elettronica è aumentata in media del 41%. “Per proseguire in questa direzione – ha aggiunto Sabatini - è importante completare prima possibile l’iter legislativo avviato con la Finanziaria 2008, che ha stabilito l’obbligo di fatturazione elettronica per gli operatori che lavorano con Amministrazioni ed enti pubblici, ed il primo Decreto Attuativo. Solo l’emanazione del secondo Decreto Attuativo, infatti, fornirà le indicazioni definitive sui tempi e le modalità tecniche per lo scambio di fatture elettroniche tra imprese e Pubbliche Amministrazioni”. La dematerializzazione dei documenti ed il passaggio alla fattura elettronica significa non solo diminuire del 60%-90% i costi di gestione a carico di imprese e Pa, ma anche ridurre sensibilmente l’utilizzo di carta e le emissioni di anidride carbonica. Secondo i dati della Commissione Europea, infatti, sarebbe sufficiente aumentare dell’1% l’uso della fattura elettronica per evitare l’abbattimento di circa 800 mila alberi. L’adozione complessiva di questo strumento, invece, consentirebbe di ridurre di oltre 3 milioni di tonnellate l’emissione annuale di Co2 in Europa.  
   
   
THALASSEMIA: IN SICILIA DIAGNOSI ALL´AVANGUARDIA  
 
Roma, 6 dicembre 2010 - "Talassemia: arriva la celocentesi, diagnosi prenatale entro il 2° mese", e´ stato l´argomento di cui si e´ parlato il 2 dicembre a Roma, nella sede della Regione siciliana. Un´innovazione siciliana in campo medico per la prevenzione della talassemia attraverso una diagnosi prenatale. La celocentesi permettera´ alle coppie a rischio di avere un figlio affetto da talassemia di conoscere gia´ dal secondo mese di gestazione lo stato di salute del feto. "Abbiamo presentato - ha spiegato l´assessore alla Salute della Regione siciliana, Massimo Russo - un´iniziativa che da´ il senso concreto del cambiamento che e´ in atto nella nostra regione. Questo studio candida la nostra terra a diventare centro di eccellenza di livello mondiale in queste tecniche diagnostiche." A realizzare lo studio e le ricerche e´ stata l´Azienda ospedaliera Villa Sofia-cervello di Palermo in collaborazione con University hospital of Ioannina (Grecia) e con la Fondazione Piera e Franco Cutino. I risultati dello studio saranno pubblicati sul British journal of haematology. Alla presentazione hanno partecipato, oltre all´assessore Russo, il direttore di Ematologia Ii dell´ospedale Cervello, Aurelio Maggio, George Makrydimas dell´University hospital of Ioannina, Renzo Galanello, direttore della struttura complessa microcitemie dell´ospedale Microcitemie di Cagliari, Lucio Luzzatto, direttore scientifico dell´Istituto toscano dei tumori, e Giuseppe Cutino, presidente della Fondazione Cutino. La Sicilia e´ l´unica Regione italiana ad avere un registro della malattia che consente un monitoraggio preciso e costante. La Regione eroga contributi in favore delle associazioni di volontariato di talassemici e di genitori o parenti di talassemici. Il sistema di assistenza ai talassemici ha certamente dei margini di miglioramento e la Regione non si sottrarra´ allo sforzo di dare un´assistenza migliore e piu´ uniforme sul territorio. E´ stato aperto un tavolo tecnico, al quale siedono medici e rappresentanti dei malati, ed e´ stato finanziato un progetto sperimentale per attivita´ di ospedale a domicilio. La Talassemia ha colpito in Italia piu´ di settemila persone e di queste 2.306 sono in Sicilia. "La Sicilia - ha continuato l´assessore Russo - cambia con un´organizzazione che vuole consentire ai professionisti di lavorare al meglio, di curare le persone, ma anche di sviluppare nuove cure attraverso l´innovazione che da questo assessorato e´ sostenuta in modo prioritario. Sottolineo con orgoglio come questo eccellente risultato sia stato possibile grazie a una fattiva collaborazione tra la Regione, l´ospedale Cervello di Palermo e la Fondazione Franco e Piera Cutino. Ma questo e´ anche il segno di un´amministrazione che ha chiaro che il sistema sanitario e´ al servizio del cittadino, un´amministrazione che ha cambiato l´andazzo delle cose scontrandosi con mille pregiudizi e scetticismi. Questa eccellenza in campo medico e´ il miglior sintomo di una Sicilia che cambia, di una Sicilia che punta all´eccellenza come normalita´."  
   
   
INNOVAZIONE P.A. FORMIGONI-BRUNETTA, NUOVO COLPO DI GONG SANITÀ, AZIENDE, GARE: AVANTI CON ACCESSO ELETTRONICO VELOCE LOMBARDIA APRIPISTA PER TICKET, BANDI E AVVIO IMPRESE ON-LINE  
 
Roma, 6 dicembre 2010 - Una nuova intesa per proseguire in sinergia l´innovazione della macchina amministrativa è stata firmata oggi a Roma, a Palazzo Vidoni, dal ministro Renato Brunetta e dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Quest´ultimo, accompagnato dall´assessore alla Semplificazione e Digitalizzazione, Carlo Maccari. Il precedente accordo triennale, sottoscritto nel 2008, è stato ampiamente attuato da Regione Lombardia; quello giunto oggi al varo ("Protocollo d´Intesa Regione Lombardia e Ministero per la Pubblica Amministrazione e l´Innovazione Tecnologica per la realizzazione di un programma di innovazione per l´azione amministrativa") "completa e potenzia - spiega il presidente Formigoni - concrete innovazioni già messe in atto e apre nuovi fronti e nuovi progetti, sempre con l´attenzione puntata al beneficiario finale, cioè il cittadino e l´impresa. L´innovazione nei diversi campi d´azione della pubblica amministrazione - dalla sanità alla scuola, dai servizi alle aziende alla sburocratizzazione è fondamentale per ottenere rapidità, efficienza e semplificazione, e quindi evitare alle famiglie, agli artigiani, agli imprenditori perdite di tempo e di denaro". "L´intesa di oggi - aggiunge Maccari - è un nuovo punto di partenza per dare ulteriore impulso alla volontà di offrire ai cittadini e al mondo economico una Pubblica Amministrazione sempre più attenta alla qualità dei servizi erogati. Qualità che passa necessariamente da regole chiare, da una burocrazia snella, dall´uso capillare degli strumenti tecnologici e informatici per velocizzare le procedure. Tutti fattori sui quali Regione Lombardia ha già da tempo mostrato di voler puntare con decisione". Il Protocollo indica precisi campi di intervento. Servizi P.a. - L´obiettivo è agevolare e modernizzare l´utilizzo dei servizi della pubblica amministrazione: accesso telematico, pagamenti elettronici, posta certificata/Pec). E dematerializzazione: basta carta per i cosiddetti atti formali (decreti, delibere, bollettino ufficiale)e "intercomunicabilità" delle banche dati della P.a. - In questo ambito la Lombardia ha già compiuto un bel pezzo di strada: ha distribuito caselle di Posta Elettronica Certificata e firma digitale a tutti gli enti locali. Il Burl cartaceo va in soffitta dal 1 gennaio. Le comunicazioni e le pratiche della Regione sono attualmente per l´80% "dematerializzate"; entro il 2012 si conta di abolire la carta al 100%. E-government - Regione e Ministero intendono collaborare per incrementare l´accessibilità dei sistemi di e-government, facilitare le relazioni amministrative con i cittadini e le imprese. - Nel campo dell´e-procurement, la Regione Lombardia ha finora realizzato una piattaforma digitale "Sintel", la Centrale Regionale Acquisti, per gli acquisti di beni e servizi nel territorio regionale, con risparmi di decine di milioni di euro, e un sistema integrato di gestione dei bandi online. Sanità - La collaborazione indicata dal Protocollo riguarderà lo sviluppo della sanità elettronica e, anche qui, la dematerializzazione e l´utilizzo e lo sviluppo della Cns (Carta nazionale sanitaria) - Crs (Carta regionale dei servizi). - Base di partenza per la Lombardia è la Crs già in uso a 10 milioni di cittadini. Sono stati messi in atto il Fascicolo Sanitario Elettronico, la gestione elettronica delle fatture del sistema socio-sanitario, la prenotazione online tramite Crs di visite specialistiche, il pagamento online del ticket. Inoltre sono stati attivate esperienze di health-presence (visite a distanza) e i-clinic (cartelle cliniche touchscreen su iPad). Scuola - Per adeguare la scuola allo sviluppo delle nuove tecnologie dell´informazione il Protocollo indica l´introduzione delle Lavagne Interattive Multimediali. - Anche in questo settore la Lombardia ha iniziato avviato esperienze pilota. Aziende - Il Protocollo prevede a questo proposito una collaborazione per sviluppare e ammodernare lo sportello unico per le imprese. - In questo ambito la Lombardia ha realizzato un sistema per l´interscambio telematico delle informazioni e per la gestione delle dichiarazioni di inizio attività produttive on line (Sistema Muta) con tutti gli enti coinvolti nel procedimento. Inoltre, prima in Italia, ha messo in atto (a Varese) la sperimentazione completamente digitalizzata di pratiche in attuazione del Dpr n. 160/2010 sullo Sportello Unico Attività Produttive (Suap) Reti - Previsto lo sviluppo e la diffusione servizi in banda larga e ultra larga. - La Regione ha già avviato sperimentazioni in entrambi i settori ed ha programmato l´estensione della banda larga a tutto il territorio regionale entro il 2012. Infine, come già annunciato dal presidente Formigoni, Regione Lombardia sta per dotarsi di un´Agenda Digitale Lombarda per lanciare una nuova fase di progetti e iniziative di innovazione e digitalizzazione, in coerenza con la Strategia Europea 2020, l´Agenda Digitale Europea e il piano di e-Gov 2012 e i2012 del Ministero dell´Innovazione. Regione Lombardia considera prioritario investire nell´economia digitale, fattore fondamentale per la crescita economica e il recupero di competitività. L´agenda individuerà perciò azioni e interventi per lo sviluppo delle infrastrutture, la ricerca e l´innovazione, la riduzione del digital divide, la crescita dell´Ict in settori strategici.  
   
   
GIBELLI: LA LOMBARDIA CE LA FARÀ, NONOSTANTE LA MANOVRA  
 
Lomazzo/co, 6 novembre 2010 - "Nonostante la manovra finanziaria di luglio sia pesante, la Regione Lombardia ce la farà, così come annunciato qualche giorno fa al Tavolo per lo Sviluppo. Ora più che mai occorre andare avanti con il federalismo. Le imprese, davanti alla crisi economica, chiedono manovrabilità sull´Irap". Lo ha dichiarato il vice presidente di Regione Lombardia Andrea Gibelli, commentando da Lomazzo (Co), dove è impegnato nella decima tappa dell´iniziativa ´Assessorato itinerante´, gli esiti del Tavolo di confronto tra Stato e Regioni.  
   
   
SERVE UN NETWORK DI RICERCA LOMBARDO DECIMA TAPPA DELL´ASSESSORATO ITINERANTE A COMONEXT  
 
Lomazzo/Co, 6 dicembre 2010 - "Bisogna puntare a un network a livello lombardo, che riunisca tutti i poli di ricerca e di innovazione della nostra regione, perché la Lombardia è ritenuta un luogo fondamentale per fare investimenti, con un territorio caratterizzato da elementi che lo rendono attrattivo. Inoltre, i parchi tecnologici devono essere sempre più connessi con un numero di aziende sempre maggiore anche rispetto allo spazio fisico esistente". Lo ha detto il 2 dicembre Andrea Gibelli, vice presidente della Regione Lombardia e assessore all´Industria e Artigianato, visitando il parco tecnologico di Lomazzo (Co) ´Comonext´, nel corso della decima tappa dell´Assessorato Itinerante, in provincia di Como. "Sul tema dell´innovazione la Regione Lombardia - ha proseguito Gibelli - si è giocata molto, perché ritiene che dentro l´evoluzione dei mercati c´è tanta conoscenza e tanto da valorizzare, per quanto riguarda il lavoro degli imprenditori". "Sono qui per rilanciare la cultura del fare rete tra le imprese - ha spiegato ancora il vice presidente -. La mia presenza è anche funzionale al fatto di valutare come le imprese recepiscono gli strumenti che la stessa Regione Lombardia mette a loro disposizione. Quali difficoltà esistono. Quali debbano essere i modi per rendere più efficace l´intervento regionale accanto alle piccole e medie imprese che devono intercettare la domanda sui mercati internazionali". "I nostri imprenditori - ha aggiunto Gibelli - spesso anonimi, sono, sui mercati internazionali, dei piccoli Leonardo per la loro preparazione e per i loro prodotti e serve aiutarli in queste sfide. Il capitale umano fa sempre la differenza, perché è questo che distingue il nostro prodotto, il quale non ha solo una connotazione economica ma è anche frutto di una passione". Gibelli è tornato a sottolineare l´impegno della Regione anche per quanto riguarda la sburocratizzazione a favore delle aziende e delle imprese con il tavolo voluto dalla Giunta e dalla Presidenza.  
   
   
TERZO SETTORE IN LOMBARDIA: ECCO LA RIFORMA ALLENZA PROFIT-NON PROFIT PER DARE PIU´ SERVIZI AI CITTADINI  
 
Milano, 6 dicembre 2010 - Una ancora più stretta collaborazione tra privati e organizzazioni non profit per superare l´esiguità delle risorse economiche prodotte dai tagli della Finanziaria, semplificazione e informatizzazione delle procedure con progressiva eliminazione dei supporti cartacei, istituzione di un osservatorio che monitori i rapporti di collaborazione tra Enti non profit e Pubblica Amministrazione con individuazione delle esperienze più innovative e replicabili come best practice. Queste le linee guida della "riforma" del Terzo Settore inserite nella delibera approvata dalla giunta regionale su proposta dell´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli e del vice presidente Andrea Gibelli, assessore all´Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione. Il provvedimento, prima di diventare esecutivo, dovrà acquisire il parere favorevole della terza Commissione regionale. Allenza Tra Profit E Non Profit - "Obiettivo di questo provvedimento - commenta Boscagli - è quello di introdurre il concetto di ´sussidiarietà circolare´: il mondo del profit e del non profit alleati con la Pubblica Amministrazione rispondono ai bisogni delle persone e delle famiglie in un momento in cui le risorse sono state ridotte". Fino ad oggi con la legge regionale 3/2008 esisteva il principio della sussidiarietà orizzontale: gli enti non profit partecipano alla erogazione di servizi e alla programmazione e realizzazione del sistema del welfare. "Con questa ´riforma´ - prosegue Boscagli - vogliamo acquisire e valorizzare risorse e capacità progettuali del non profit e metterle in sinergia con le disponibilità di società profit in modo da operare con ancor maggiore efficacia superando le criticità determinate dalla ristrettezza delle risorse". Esiste già una società che ogni anno partecipa alla realizzazione del progetto ´Custode socio sanitario´, sviluppato con il Comune di Milano, attraverso una donazione di denaro che consente di offrire servizi agli anziani nei momenti di particolare emergenza come, ad esempio, nelle giornate afose d´estate: persone spesso sole, avanti con gli anni, possono contare sulla presenza pressoché quotidiana di operatori che prestano loro assistenza. L´apporto dei privati non solo in termini di risorse economiche ma anche e soprattutto per i contributi di idee e di organizzazione di fatto anticipa la riforma legislativa del welfare lombardo, attualmente in fase di elaborazione, e che sarà pronta nel 2011. Semplificazione - Altro elemento che qualifica il provvedimento è la semplificazione, sia in termini procedurale che informatici a favore del Terzo Settore, riducendo il cartaceo. Si vogliono informatizzare i registri in modo che gli enti possano compilare schede on line e contemporaneamente uniformare i procedimenti e le scadenze dei diversi registri. Prospettive - Gli enti del Terzo settore oggi devono fornire documenti a una serie di enti tra i quali Agenzia Entrate, Agenzia per le Onlus, Comuni, Province, Istat. Regione Lombardia intende creare un´unica banca dati in modo che un´associazione, quando vi inserirà i dati, possa farlo in un´unica soluzione evitando ripetizioni e il rispetto di scadenze differite nel tempo. Trasparenza - Il provvedimento mette ordine nei rapporti di collaborazione tra Pubblica Amministrazione e Terzo settore per rispettare i principi di parità di trattamento, pubblicità, imparzialità e trasparenza: quando la P.a. Ha necessità che un ente del Terzo settore svolga un servizio, a volte si riscontra una mancanza di uniformità nei criteri di affidamento e questo comportamento potrebbe generare discriminazioni. Il provvedimento approvato dalla Giunta regionale dà le linee guida a Comuni, Asl, Province e aziende di servizi alla persona, affinché sul territorio tutti i soggetti del Terzo settore abbiano le stesse opportunità di collaborare con la P.a. I Comuni, spesso, tendono ad agire singolarmente; a livello di Piano di Zona, invece, sarebbe opportuno definire i rapporti con la P.a. Per rendere omogenee modalità e procedure. Osservatorio Su Best Practice - "Un altro dei punti qualificanti del nostro provvedimento - sottolinea ancora Boscagli - è l´istituzione dell´Osservatorio di monitoraggio: in molti casi la Pubblica Amministrazione finanzia progetti altamente innovativi ma, per mancanza di finanziamenti, rimangono sulla carta. Con questo osservatorio vogliamo si valutino i rapporti di collaborazione attivati dalla P.a. E che quelli più significativi si trasformino in buone prassi o in pubblicazioni che le divulghino o in nuovi tipi di servizi". "Questa delibera di riforma del Terzo Settore - prosegue Boscagli - troverà attuazione in decreti successivi e in un´azione formativa diffusa a livello territoriale". Con i decreti dei direttori generali dell´Assessorato regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale e all´Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione si andranno ad approvare schemi di convenzioni o di accordi che le P.a. Interessate dovranno stipulare con Enti del Terzo Settore. Il provvedimento di riforma prevede anche uno sviluppo dell´utilizzo degli strumenti informatici, per far sapere a chi opera nel Terzo Settore chi e su cosa sta lavorando. Per questo, sarà potenziata la piazza virtuale del Volontariato: il sistema delle imprese potrà conoscere il mondo del non profit e così anche i cittadini che avranno l´opportunità di acquisire informazioni sulle organizzazioni iscritte nei registri regionali (con profili simili a quelli del social network Facebook). Contemporaneamente le stesse organizzazioni potranno conoscersi, scambiare esperienze e ideare, elaborare e realizzare progetti in rete.  
   
   
FEDERALISMO, FINO AD APRILE LA PAROLA AI CITTADINI PRESENTATO IL PROGRAMMA DELLA BIENNALE DEMOCRAZIA. GIURIE E DIBATTITI SUL WEB E LA REGIONE TOSCANA HA INTANTO AVVIATO IL PROPRIO OSSERVATORIO  
 
Firenze, 6 dicembre 2010 - Il federalismo diventa oggetto di larga discussione, grazie alla Biennale della Democrazia di Torino. Giurie di cittadini, estratte a sorte un po´ come avviene nelle giurie dei tribunali, a Torino, Firenze e Lamezia Terme inizieranno a lavorare dalla prossima settimana. Nel capoluogo toscano saranno probabilmente un paio. Contemporaneamente sarà aperta la discussione anche sul web, sul sito www.Biennaledemocrazia.it/federalismo. Il 3 dicembre a Palazzo Strozzi Sacrati è stato presentato il programma della Biennale della Democrazia 2011, in videconferenza con Torino, Lamezia Terme e Firenze appunto che sono le altre due città partner. “Sarà una discussione interessante su un tema caldo” ha detto l´assessore al bilancio e alle finanze della Toscana Riccardo Nencini, dopo i saluti dell´assessore all´università e alle politic he giovanili del Comune di Firenze Cristina Giachi. “Un tema caldo – ha spiegato Nencini - non solo perchè di questa riforma annunciata ma su cui ancora manca la quadratura ne discute in questi mesi il Parlamento, ma perchè tocca il portafoglio della gente”. Federalismo, e in particolare federalismo fiscale, significa infatti decidere dove ad esempio finiranno le tasse pagate dai cittadini e vuol dire con quale autonomia enti locali e Regioni potranno ridurle o aumentarle. Intanto il 2 dicembre, sempre sul federalismo, la Regione ha messo a punto la base del proprio Osservatorio: un´idea lanciata in estate, per costruire anche dal basso, assieme a Comuni e Province e con l´aiuto di esperti di università o di istituti di ricerca come l´Irpet toscano, un proprio modello di federalismo. Lo ha annunciato, nel corso della conferenza stampa di presentazione del programma della Biennale, sempre l´assessore al bilancio e alle finanze Riccar do Nencini. Con l´Osservatorio la Regione studierà il federalismo fiscale e simulerà l´impatto sui conti della Regione, dello Stato e degli enti locali dei modelli di federalismo fiscale che il governo prenderà a riferimento. Ma potrà avanzare anche proposte autonome. Giurie di cittadini e dibattiti sul web, da dicembre ad aprile E´ la seconda volta consecutiva che la Regione Toscana partecipa alla Biennale della Democrazia di Torino: un ´gemellaggio´ rinnovato che coincide con i 150 anni dall´Unità d´Italia, di cui tanto Torino quanto Firenze sono state capitali. Due anni fa fu organizzato un town meeting sul testamento biologico. La discussione informata stavolta riguarderà il federalismo. La prima giuria di cittadini, estratta a sorte con un campionamento casuale un po´ come avviene per le giurie popolari dei tribunali, si riunirà il 10 e 11 dicembre a Torino. Per Firenze ancora un calendario non è stato definito. I lavori proseguiranno fino ad aprile e si potrà votare e partecipare al dibattito anche sul web, sul sito internet della Biennale. Le discussioni saranno condotte a distanza di circa un mese l´una dall´altra e serviranno anche anche i temi e gli argomenti da dibattere.  
   
   
TAVOLO ALLEANZA PER SVILUPPO: IL PRESIDENTE DELL’ UMBRIA MARINI ILLUSTRA OBIETTIVI PRIMO DOCUMENTO ANNUALE DI PROGRAMMAZIONE “DAP” LEGISLATURA  
 
 Perugia, 6 dicembre 2010 – Stimolare la crescita e la ripresa del Pil pro capite; mantenere, per quanto possibile, inalterato il livello di coesione sociale, soprattutto per i servizi ad anziani e infanzia, pur in un quadro di pesantissimi tagli dei trasferimenti di risorse statali; proseguire nell’azione di riforma della pubblica amministrazione per ridurre i costi della politica e semplificarne il funzionamento. È questo l’obiettivo strategico, ed ambizioso, che si pone il Documento annuale di programmazione, il primo di questa legislatura. Il “Dap” è stato presentato ed illustrato il 3 dicembre dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, al tavolo generale dell’Alleanza per lo sviluppo, presenti i membri della Giunta regionale. “È questo il nostro primo ‘Dap’ e contiene la declinazione degli obiettivi strategici che abbiamo indicato nelle linee programmatiche di legislatura – ha sottolineato - consapevoli che la straordinaria difficoltà dell’attuale momento storico, ci impone politiche che devono per un verso tenere conto dei pesantissimi tagli ai trasferimenti dallo Stato alle Regioni, e per un altro verso al mutamento che l’attuazione del federalismo fiscale determinerà nei prossimi due o tre anni”. “Sarà ambizioso – ha proseguito -, ma il nostro obiettivo è quello di contribuire, con le nostre politiche pubbliche, a favorire la crescita e arrestare il lento e progressivo diminuire del Pil pro capite nella nostra regione. Per questo tutte le risorse comunitarie, quelle nazionali e quelle che riusciremo a reperire nel nostro bilancio, saranno indirizzate verso azioni che stimolino il sistema delle imprese ad investire in innovazione e ricerca, che creino maggiore occupazione, che elevino il loro livello di competitività. Aiutare le imprese a crescere significa creare più occupazione e dunque maggior benessere”. “I tagli decisi dalla manovra di luglio da questo Governo – ha rilevato la presidente Marini - per la sola Umbria significano una diminuzione di oltre 100 milioni di euro a disposizione del nostro bilancio. Ma nonostante ciò, non intendiamo mettere in discussione l’attuale libello di coesione sociale. I settori maggiormente colpiti saranno sanità, trasporto pubblico locale, infanzia e politiche attive del lavoro. Ed è in questi settori – ha aggiunto - che concentreremo la nostra azione affinché le risorse disponibili e quelle che riusciremo a recuperare da interventi di razionalizzazione e risparmio, possano attenuare le ripercussioni che comunque si determineranno, soprattutto nei prossimi esercizi finanziari del 2011 e 2012”. “Abbiamo definito questo ‘Dap’ cercando anche di prefigurare quale sarà lo scenario istituzionale dei prossimi anni – ha detto ancora la presidente della Regione Umbria -, in riferimento all’attuazione del federalismo fiscale, con tutte le incertezze che ciò comunque comporta. Non sappiamo ancora con precisione, infatti, come cambierà la fiscalità regionale, quali saranno i costi standard dei livelli essenziali dei servizi pubblici, dalla sanità ai trasporti”. “Nonostante questo incerto scenario – ha concluso -, per ciò che ci riguarda intendiamo anche proseguire nell’azione di riforma complessiva della pubblica amministrazione regionale, sia per determinare una sua maggiore efficienza e semplificazione, sia in un’ottica di riduzione dei costi della politica e di funzionamento. Abbiamo già, in questi primi mesi, effettuato la riforma delle ‘Ater’ e costituito l’azienda unica regionale della mobilità. Stiamo mettendo mano alla riforma delle Comunità montane, che ci porterà entro breve al loro superamento, e presto trasmetteremo al Consiglio regionale il disegno di legge per la semplificazione amministrativa”. La Scheda. Incertezza, tagli, difficoltà, coraggiosa riforma, cambio di passo: in questa sequenza di termini si possono leggere, in estrema sintesi, i contenuti del “Dap” 2011 - 2013 presentato alla riunione del Tavolo generale dell’Alleanza per lo sviluppo. Circa 100 milioni di minori entrate dovute ai tagli dei trasferimenti statali, una profonda crisi economica “tuttora in corso” e uno stato di “confusione istituzionale” convergono, si legge nel Dap, nel connotare, per la Regione, un quadro “denso di incertezze, come mai era avvenuto nel passato”. “La Regione – si legge ancora - tenta lo stesso di impostare un coraggioso percorso di riforma nel solco delle linee tracciate dal Programma di legislatura presentato in Consiglio regionale”. Semplificazione amministrativa e istituzionale, l’idea dell’Umbria come “laboratorio di sviluppo per l’economia della conoscenza e la green economy che porti a una profonda revisione delle politiche per il sistema delle imprese”, la conferma e il “ridisegno” di un welfare sostenibile, un assetto di bilancio concepito col sistema dello “spending rewiew” costituiscono i capitoli principali delle innovazioni da introdurre al fine di produrre un “cambio di passo” nella marcia dell’Umbria. Alla “green economy” è dedicata nel testo del Dap una enfasi particolare: “Occorre mettere in campo – si legge - azioni fortemente innovative, orientate a diffondere l’interesse e l’attenzione per le opportunità di nuovi business derivanti dalla ricerca, dalla sua applicazione e dalla combinazione delle diverse “tecnologie verdi”, costruendo in tal modo un orizzonte prospettico per il sistema produttivo regionale, la cui connotazione manifatturiera può costituire un punto di forza per uno sviluppo dell’economia verde in un’ottica di sostenibilità e di valorizzazione del patrimonio e delle competenze produttive esistenti e potenziali”. L’obiettivo è quello di aggiungere qualità al settore manifatturiero umbro e sviluppare attività, collegate ai servizi, a più alto valore aggiunto al fine di avere “occupazione di qualità” e “redditi più elevati”. Il Dap, che conferma i programmi di sviluppo e ammodernamento strutturale e infrastrutturale dell’Umbria contenuti nei Documenti precedenti e l’impegno per la loro realizzazione, contiene le previsioni circa gli scenari evolutivi, nei prossimi anni, delle più significative grandezze economiche. Il Pil umbro, nel 2010 segnerà un aumento dell’1,2%. Il Prodotto interno lordo aumenterà ancora dello 0,7% nel 2011 e dell’1,1 e dell’1,4, rispettivamente nel 2012 e nel 2013. Il tasso di disoccupazione tenderebbe ad aumentare passando dal 6,8 del 2010 al 7,2 del 2011, al 7,8 del 2012 e al 7,7 del 2013. Si tratta, avverte il Dap, di previsioni più che nel passato suscettibili di “revisioni e aggiornamenti”. La Regione intende dotarsi di un “quadro di controllo” per monitorare costantemente l’evoluzione della situazione anche attraverso l’adozione di un “indicatore multidimensionale” composto da oltre 40 indici riferiti a tutte le aree (economiche, sociali, sanitarie, ambientali ecc.) che danno la misura della generale qualità della vita e coesione sociale. “Investire nell’Umbria come risorsa”, in riferimento ai suoi valori identitari, culturali, artistici e ambientali, costituisce altra scelta di fondo della programmazione regionale. Le riforme istituzionali finalizzate alla efficienza, riduzione dei costi e semplificazione amministrativa costituiscono, è detto nel Dap, un “passaggio essenziale”: saranno affrontati i temi riguardanti le Comunità Montane, le Agenzie regionali e l’integrazione con e tra i diversi livelli del sistema delle autonomie locali; si proseguirà nella modernizzazione della pubblica amministrazione con l’adozione e la sperimentazione di sistemi informatici e “digitali”; continuerà il processo di contenimento e riduzione dell’organico regionale e delle spese correnti e di funzionamento dell’ente. Il modello dello spending rewiew (derivato dal largo uso che se ne fa nei Paesi anglosassoni) intende introdurre, si legge nel Dap, una “forte discontinuità” e consentire una gestione ancora più efficace e “trasparente” dei capitoli di bilancio e una migliore integrazione sinergica delle risorse a disposizione. La manovra finanziaria 2011 – 2013 dovrà fronteggiare gli “effetti pesantissimi” del “taglio” nei trasferimenti statali alle Regioni. Sono esclusi, “come - è scritto - scelta politica”, aumenti delle tasse e dei tributi regionali. C’è l’intendimento (da verificare con le compatibilità esistenti) di promuovere un incentivo fiscale per le imprese che assumano dipendenti. Si vuole proseguire una politica sociale ampia e inclusiva a cominciare dalla tutela dei più deboli. L’emergenza finanziaria sarà fronteggiata con il suesposto contenimento delle spese, la ricerca e l’impiego coordinato di eventuali risorse straordinarie comunitarie o nazionali, la valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale. Il bilancio della Regione nel 2011 (valore tendenziale) sarà pari a 2 miliardi e 189 milioni di euro. Le spese a “libera destinazione” ammonteranno a poco più di 400 milioni di euro, quelle a “destinazione vincolata” a circa 1 miliardo e 700 milioni. Di queste ultime oltre un miliardo e 500 milioni saranno destinate alla sanità.  
   
   
LAZIO: FINANZIARIA 2011, VIA LIBERA DALLA GIUNTA POLVERINI  
 
Roma, 6 dicembre 2010 - Via liberail 4 dicembre, della giunta regionale presieduta da Renata Polverini alla proposte di legge relative al bilancio di previsione 2011-2013, alla finanziaria 2011 e al collegato alla finanziaria. Una manovra di 25,2 miliardi illustrata dal presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e l´assessore regionale al Bilancio, Stefano Cetica. Per la parte corrente: 700 milioni di euro per la rimodulazione di fondi e 500 milioni di euro di fondi non impegnati e sbloccati grazie al patto regionalizzato. La parte capitale, invece, prevede 1,5 miliardi di euro di investimenti (850 nuovi e 750 già impegnati); rimodulazione di 200 milioni di euro di investimenti, azzeramento dei capitoli di anticipazione fondi Fas a valere sul 2011 per 250 milioni, 800 milioni di dismissioni patrimoniali e 750 milioni di euro di mutuo per abbattere il disavanzo sanitario. Casa, rifiuti, sociale, acqua oltre a cultura, ricerca e infrastrutture, alcuni degli interventi. E, rispetto a quanto anticipato nel corso della giunta ´in trasferta´ a Fiuggi, ci sono alcune novita´. ´´Copriremo con risorse regionali quei programmi che rischiavano di essere sospesi per il venir meno del cofinanziamento statale Fas 2007-2013, anticipato in modo azzardato dalla giunta precedente - ha spiegato Polverini - per un totale di 320 milioni´´. Nel dettaglio, 235 milioni per il servizio idrico, anche, ha spiegato, alla luce del caso arsenico; 50 milioni per non fermare i lavori dell´A24; 26 milioni per i piccoli teatri del Lazio e 9 milioni per sanità elettronica. Altra novità, 60 milioni per il Fondo unico della ricerca. Polverini ha poi annunciato uno stanziamento triennale di 25mila euro per il Museo della Liberazione di Via Tasso. "Per la prima volta -ha spiegato il presidente - la Regione si impegna con una norma strutturale non una tantum- ha aggiunto- per sostenere una realtà importante per la nostra storia". "Sono molto soddisfatta- ha detto Polverini - il Lazio è tra le prime regioni ad aver presentato la manovra finanziaria 2001. Si tratta di un provvedimento importante in cui nonostante le difficoltà finanziarie che abbiamo ereditato ci sono tutti gli interventi per rispondere alle esigenze dei cittadini e del territorio". Polverini ha inoltre sottolineato come, nonostante i tagli del ´decreto Tremonti´ "siamo riusciti comunque a garantire tutte le risorse, pari a 100 milioni di euro, destinate al sociale". Quanto alla questione del trasporto pubblico locale, il presidente ha ricordato che "è ancora aperta la discussione con il governo che potrebbe portare a buone governo se il governo riflette sulle proposte che abbiamo presentato nei giorni scorsi. Sapremo comunque garantire il servizio". "Quella varata oggi non è una manovra difensiva considerando il contesto e la situazione di emergenza. C´è anche una grande parte di espansione", ha aggiunto l´assessore Cetica spiegando che "nel 2009 il disavanzo sanitario è stato di 1 miliardo e 429 milioni di euro. Nel 2010, grazie al lavoro iniziato a maggio da questa Giunta, è sceso a 1 miliardo e 108 milioni di euro, ma speriamo di farlo scendere ancora entro la fine dell´anno a 1 miliardo e 50 milioni di euro".  
   
   
FVG: AGLI ALTRI I PRIVILEGI, A NOI TAGLI E SACRIFICI  
 
Trieste, 6 dicembre 2010 - "Alla faccia del federalismo e del premio per le regioni virtuose". Enio Agnola, consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia dell´Idv, commenta duramente le misure della Finanziaria nazionale che mette sullo stesso piano le Regioni a statuto speciale suddividendo tra di loro una poco appetitosa torta di 500 milioni di euro di risparmi forzati per un "generico contenimento della spesa pubblica e quindi un freno alle regioni allegre, che ben si calza alla Sicilia e Sardegna che abusano regolarmente della spesa pubblica o di Val D´aosta e Trentino Alto Adige che mantengono privilegi in termini di compartecipazione alle entrate tributarie largamente superiori ai nostri e senza il peso del Servizio sanitario tutto sulle spalle del contribuente regionale". I dati forniti da Agnola nel corso di una conferenza stampa - alla quale hanno partecipato anche il capogruppo Alessandro Corazza, il segretario regionale dell´Italia dei Valori Giovanni de Lorenzi e il vicesegretario Giorgio Ellero - dimostrano come in cambio di 196 milioni di euro che era il valore dei due decimi di compartecipazioni sull´Iva otto anni fa, la Regione abbia speso fino a oggi oltre 800 milioni per la sanità. Per rendere bene l´idea, Agnola ha descritto l´Italia come "un condominio di 20 appartamenti dove 15 di essi - le Regioni a statuto ordinario - hanno il riscaldamento centralizzato e pertanto consumano senza inibizioni; gli altri 5 appartamenti - le Regioni a statuto speciale - hanno il riscaldamento autonomo, ma in quattro di esse lo Stato riempie sistematicamente la caldaia, e in uno (il Friuli Venezia Giulia) le forniture sono centellinate e quindi si battono i denti dal freddo". "Nelle precedenti leggi finanziarie - continua Agnola - la Regione aveva chiesto a tutti sacrifici per mettere al riparo la capacità di intervento e accompagnare la ripresa senza ricorrere al debito. Ora, in presenza di una Finanziaria realizzabile senza ulteriori tagli, il Governo ci impone una riduzione di 77 milioni che la Giunta, invece di ribellarsi con tutte le forze attivabili, ha già passivamente individuato nelle infrastrutture, tipico settore che accompagna la ripresa economica e nella cultura, ambito già largamente sforbiciato nelle precedenti finanziarie e che, evidentemente, viene considerato talmente poco da costituire una specie di fondo di salvezza di bilancio buono per ogni occasione". "Dopo aver presentato come una grande conquista l´ottenimento di quanto spettante sulla compartecipazione all´Irpef delle pensioni - conclude Agnola - peraltro ben bilanciato dalla partecipazione al fondo perequativo su un federalismo fumoso negli obiettivi ma tristemente chiaro nel chiedere, vediamo una incomprensibile debolezza nei confronti delle scelte del ministro Tremonti, che dagli uffici romani toglie alla nostra regione risorse fondamentali per accompagnare quella ripresa che i cittadini meriterebbero dopo due finanziarie lacrime e sangue". Agnola ha annunciato che la prossima mossa dell´Italia dei Valori su questo tema sarà il coinvolgimento della Commissione paritetica Stato-regione e le forze economiche e sociali del Friuli Venezia Giulia per impedire che la nostra regione perda la possibilità di continuare a essere proprietaria delle proprie scelte di sviluppo.  
   
   
GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA, FRA I PROVVEDIMENTI : ENERGIA DERIVANTE DA FONTI RINNOVABILI, SCUOLA REGIONALE DI POLIZIA  
 
Napoli, 6 dicembre 2010 - Si è riunita il 3 dicembre a palazzo Santa Lucia la Giunta regionale della Campania, presieduta da Stefano Caldoro. Su proposta del presidente, è stato approvato il piano operativo-economico di gestione della Scuola regionale di Polizia locale, che si occupa dell’aggiornamento del personale addetto alla polizia municipale e della formazione integrata tra le varie forze della Polizia di Stato. Sempre su proposta del presidente, sono state approvate modifiche allo statuto della fondazione Donnaregina, volte a consentire la partecipazione e l’apporto di capitali da parte dei privati. Su proposta del presidente e dell’assessore al Bilancio Gaetano Giancane, sono state acquisite le risorse stanziate dalla Conferenza Stato-regioni per l’attuazione del Regolamento europeo sulla restrizione delle sostanze chimiche e dalla Protezione Civile per il contrasto alla brucellosi nel territorio della provincia di Caserta. Su proposta dell’assessore all’Agricoltura Vito Amendolara, la Giunta ha approvato il progetto “Enoteca regionale, Sistema dei Territori del Gusto” per la promozione del comparto vitivinicolo, e il programma per migliorare la produzione e la commercializzazione dei prodotti dell’apicoltura. Su proposta dell’assessore ai Trasporti e alle Attività produttive Sergio Vetrella, è stato deciso di dar via libera alla convenzione con il ministero dello Sviluppo Economico e con Enel Distribuzione per il potenziamento della rete elettrica ai fini dell’utilizzo di energia derivante da fonti rinnovabili. Sempre su proposta di Vetrella, è stato autorizzato il potenziamento dell’elettrodotto Benevento – Foggia e la costruzione dei raccordi aerei alla stazione di Bisaccia della linea Bisaccia-calitri. Infine su proposta del presidente è stato nominato il commissario straordinario Asl di Caserta dott. Paolo Menduni.  
   
   
ILLUSTRATA IN COMMISSIONE BILANCIO DELLA CALABRIA LA FINANZIARIA DELLA REGIONE PER IL 2011  
 
 Catanzaro, 6 dicembre 2010 - L’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione Giacomo Mancini ha illustrato, in commissione Bilancio del Consiglio, la finanziaria della Regione per il 2011. “Nella definizione dell’atto più importante di indirizzo dell’azione di governo abbiamo voluto confermare che la nostra priorità è la lotta all’ndrangheta finanziando la realizzazione di strutture e infrastrutture utili al suo contrasto. E insieme abbiamo fissato quattro linee di intervento: le famiglie, le imprese , le nuove opere pubbliche e l’offerta di migliori servizi ai calabresi”. “Per le famiglie – ha aggiunto Mancini - abbiamo stanziato 10 milioni di euro: il nostro obiettivo è quello di consegnare mille euro in servizi ai diecimila nuclei familiari più numerosi e che hanno più bisogno. Per le imprese abbiamo previsto un meccanismo che consenta di riscuotere in tempi rapidi i crediti vantati dagli operatori e, per coloro che vivono una fase di difficoltà, abbiamo istituito un fondo di garanzia”. “Inoltre – ha detto ancora l’assessore al Bilancio -, abbiamo accelerato sulla costruzione della casa di tutti i calabresi, la Cittadella regionale, autorizzando l’apertura di un nuovo mutuo di 34 milioni per la sua realizzazione. Una volta ultimata, la nuova sede darà decoro alla Regione e farà risparmiare 15 milioni all’anno in spese di fitti, vigilanza e manutenzione. E insieme – ha concluso -abbiamo finanziato la realizzazione di opere pubbliche di interesse regionale da distribuire su tutto il territorio calabrese”.  
   
   
SUI CONTRATTI DERIVATI, L´ASSESSORE DELLA REGIONE PUGLIA PELILLO È INTERVENUTO AL SEMINARIO ANCI  
 
Bari, 6 dicembre 2010 - L’assessore al Bilancio e alla Programmazione Michele Pelillo è intervenuto il 3 dicembre al seminario sul tema “I contratti derivati in Puglia: profili giuridici e contrattuali, dimensioni del fenomeno, diagnostica ed analisi quantitativa, criticità e soluzioni” organizzato dalla sezione regionale dell’Anci, dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, dal Comune di Corato e dall’I.p.r.e.s.. Le due sessioni della giornata di studi , articolate in modo da esaminare tutti gli aspetti dei contratti derivati,hanno comportato relazioni di rappresentanti del mondo accademico e della magistratura. All’assessore Pelillo il compito di trattare “ Il caso Regione Puglia” .  
   
   
FUNZIONI E SERVIZI ASSOCIATI DEI COMUNI:IN VENETO UN GRUPPO DI LAVORO INDIVIDUERA’ GLI AMBITI OTTIMALI  
 
Venezia, 6 dicembre 2010 - Nell’applicazione della normativa in materia di stabilizzazione finanziaria e competitività economica la Regione del Veneto non perde tempo e per non trovarsi nei prossimi mesi a dover fare i conti con scadenze troppo ravvicinate, ha deciso nell’ultima seduta della Conferenza permanente Regione – Autonomie Locali, svoltasi nei giorni scorsi, la costituzione di un gruppo di lavoro che affronti la problematica della definizione degli ambiti ottimali per l’esercizio associato di funzioni e servizi comunali. “E’ uno dei principali elementi di innovazione riguardanti gli Enti locali – spiega l’assessore veneto Roberto Ciambetti, che ha presieduto i lavori della Conferenza –. La norma, in sintesi, stabilisce che talune funzioni debbano essere obbligatoriamente esercitate in forma associata per i Comuni con popolazione fino a cinque mila abitanti. Per quelli con popolazione compresa tra i cinque mila e i centomila abitanti, spetta invece alla Regione individuare con propria legge, previa concertazione con i soggetti interessati, la dimensione territoriale ottimale e omogenea per lo svolgimento di tali funzioni, al fine di ottenere efficienza ed economicità dei servizi e la riduzione delle spese. Ed è quello che noi abbiamo iniziato a fare, pur in attesa del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dovrà stabilire i termini temporali e il limite demografico per l’esercizio delle attività in forma associata”. Il gruppo di lavoro chiamato ad affrontare questo tema, la cui costituzione verrà formalizzata nella prossima seduta della Conferenza, sarà formato da un rappresentante della Regione, dell’Anci Veneto (Associazione dei Comuni), dell’Urpv (Unione delle Province) e dell’Uncem (Unione delle Comunità Montane), con la possibilità di integrarlo successivamente con un rappresentante degli istituto universitari e con esperti delle materie trattate. “Stiamo parlando di funzioni importanti – conclude Ciambetti – che vanno dalla gestione del territorio e dell’ambiente alla polizia locale, dall’istruzione alla viabilità e trasporti, al sociale, incidendo sensibilmente sull’assetto funzionale e organizzativo degli enti interessati. Per questo dobbiamo individuare un percorso che offra in questo periodo sicuramente difficile per gli amministratori degli Enti Locali, reali opportunità per ottimizzare le sempre più risicate risorse umane e finanziarie, magari anche individuando forme incentivanti che premino l’impegno all’associazionismo”.  
   
   
PRESENTATA LA RICERCA “MEGLIO MILANO”. VERGA: “IL COMUNE RISPONDE ALLA CRISI INVESTENDO SULLA CASA, I SERVIZI SOCIALI, L’AMBIENTE E I TRASPORTI”  
 
Milano, 6 dicembre 2010 - “La ricerca di ‘Meglio Milano’ mette in evidenza che la crisi generale ha toccato e tocca la nostra città in modo rilevante e che il danno della crisi sul piano imprenditoriale, commerciale e occupazionale è grave. La città, però, ha reagito bene e, in particolare, i dati mettono in evidenza che gli interventi sviluppati dal Comune di Milano negli ambiti dei servizi sociali, dell’abitazione, dell’ambiente e dei trasporti sono stati positivi. Gli interventi nei servizi sociali hanno creato un argine a favore dei più deboli, è migliorata la qualità dell’aria e la gente usa di più i mezzi pubblici”. Così l’assessore alla Casa Giovanni Verga è intervenuto alla presentazione del rapporto di ‘Meglio Milano’ sulla qualità della vita. “Per quanto riguarda la casa – ha proseguito l’assessore Verga – Milano ha fatto più di tutte le altre città e dei Governi che si sono susseguiti”. Milano ha innovato sul piano concettuale: la casa come servizio sociale e la messa a disposizione di aree di proprietà del Comune per realizzare abitazioni; scelta che è diventata poi di livello nazionale. Milano ha messo a disposizione ingenti risorse proprie, derivanti sia dalla parziale privatizzazione dell’Aem (150 milioni di euro) sia della valorizzazione del suo patrimonio immobiliare (200 milioni di euro) per l’edilizia residenziale sociale. Milano ha, con Meglio Milano, creato e reso operativa l’Agenzia Uni per facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta nel comparto dell’edilizia per studenti universitari. Milano sta sviluppando il progetto foyer per il cosiddetto co-housing e sta promuovendo il fondo immobiliare per l’Edilizia Privata Sociale. “Milano – ha concluso Giovanni Verga – sperimenta ogni nuovo strumento e auspica che si attivi concretamente dal 1° gennaio la cedolare secca per rilanciare tutto il mercato dell’affitto”.  
   
   
ALLUVIONE IN VENETO: AGGIORNAMENTO NUMERO IMPRESE CON FERMO ATTIVITÀ E CITTADINI EVACUATI  
 
Venezia, 6 dicembre 2010 - Alla data del 3 dicembre, il Commissariato per l’emergenza alluvione in Veneto, sulla scorta delle documentazioni presentate, ha quantificato in 14.113 il numero di cittadini costretti a lasciare temporaneamente le proprie abitazioni e in 3.931 il numero delle imprese che hanno subito il fermo dell’attività, come effetto di allagamenti, smottamenti o frane. I dati e la relativa documentazione sono tra l’altro finalizzati alla messa a punto del provvedimento definitivo di slittamento delle scadenze fiscali e contributive; saranno inoltre elementi utili alla individuazione dei Comuni di prima fascia ai quali dare priorità negli interventi pubblici di supporto. Questo il dettaglio delle persone evacuate e delle imprese fermate, distinte per Provincia e Comuni Provincia di Belluno, 18 evacuati, 2 imprese con fermo di attività nei seguenti Comuni: Sappada 5 evacuati; Mel 6 evacuati, 1 impresa con fermo; Farra d’Alpago 7 persone evacuate, Seren del Grappa una impresa con fermo attività Provincia di Padova, 8.315 evacuati, 1.355 imprese con fermo di attività nei seguenti Comuni: Albignasego 22 persone evacuate, 3 imprese con fermo di attività; Bovolenta 386 persone evacuate, 46 imprese con fermo di attività; Cartura una impresa con fermo di attività; Casalserugo 3.360 persone evacuate, 354 imprese con fermo di attività; Cervarese Santa Croce 38 persone evacuate; Este 70 persone evacuate, 7 imprese con fermo di attività; Maserà di Padova 14 persone evacuate, 2 imprese con fermo di attività; Megliadino San Fidenzio 568 persone evacuate, 71 imprese con fermo di attività; Megliadino San Vitale 130 persone evacuate, 6 imprese con fermo di attività; Montagnana 116 persone evacuate, una impresa con fermo di attività; Ospedaletto Euganeo 349 persone evacuate, 46 imprese con fermo di attività; Padova 30 persone evacuate, 3 imprese con fermo di attività; Ponte San Nicolò 1.606 persone evacuate, 385 imprese con fermo di attività; Saccolongo 14 persone evacuate; Saletto 768 persone evacuate, 291 imprese con fermo di attività; Selvazzano Dentro 4 persone evacuate; Veggiano 840 persone evacuate, 139 imprese con fermo di attività. Provincia di Treviso, 146 cittadini evacuati, 140 imprese con fermo di attività nei seguenti comuni: Borso del Grappa una impresa con fermo attività; Cison di Valmarino 7 persone evacuate; Gorgo al Monticano 6 persone evacuate; Follina 3 persone evacuate; Fonte 2 persone evacuate; Mansuè 3 persone evacuate; Meduna di Livenza 23 persone evacuate, 129 imprese con fermo di attività; Motta di Livenza 10 persone evacuate, 2 imprese con fermo di attività; Pederobba una impresa con fermo di attività; Ponte di Piave 66 persone evacuate; Portobuffolè 3 imprese con fermo di attività; San Pietro di Feletto 7 persone evacuate; Tarzo 3 persone evacuate; Valdobbiadene 8 persone evacuate, 4 imprese con fermo di attività; Zenson di Piave 8 persone evacuate. Provincia di Venezia, 20 cittadini evacuati, una impresa con fermo di attività nei seguenti comuni: San Donà di Piave 16 persone evacuate, una impresa con fermo di attività; Noventa di Piave 4 persone evacuate. Provincia di Verona, 5.146 cittadini evacuati, 245 imprese con fermo di attività nei seguenti comuni: Roncà 15 persone evacuate, una impresa con fermo di attività; Monteforte d’Alpone 1.908 persone evacuate, 143 imprese con fermo di attività; Malcesine 14 persone evacuate, una impresa con fermo di attività; Soave 3.202 persone evacuate, 84 imprese con fermo di attività; San Bonifacio 7 persone evacuate, 16 imprese con fermo di attività. Provincia di Vicenza, 468 cittadini evacuati, 2.188 imprese con fermo di attività nei seguenti comuni: Altissimo 3 persone evacuate, 2 imprese con fermo di attività; Arcugnano 6 persone evacuate, 10 imprese con fermo di attività; Breganze una persona evacuata, una impresa con fermo di attività; Caldogno 168 persone evacuate, 274 imprese con fermo di attività; Calvene una impresa con fermo di attività; Castelgomberto una impresa con fermo di attività;Chiampo 6 persone evacuate; Cornedo Vicentino 24 persone evacuate; Dueville 2 persone evacuate, 3 imprese con fermo di attività; Longare una persona evacuata, 3 imprese con fermo di attività; Lusiana 16 persone evacuate; Malo una persona evacuata; Montegalda 12 persone evacuate; Montegaldella 3 persone evacuate; Nogarole Vicentino 3 persone evacuate; Pianezze 5 persone evacuate; Posina 3 persone evacuate; Rosà una impresa con fermo di attività; San Vito di Leguzzano una impresa con fermo di attività; Schio 5 persone evacuate, 6 imprese con fermo di attività; Solagna una impresa con fermo di attività; Torrebelvicino 40 persone evacuate, 5 imprese con fermo di attività; Valli del Pasubio 66 persone evacuate, 3 imprese con fermo di attività; Valstagna una impresa con fermo di attività; Vicenza 101 persone evacuate, 1.874 imprese con fermo di attività; Villaverla 2 persone evacuate, una impresa con fermo di attività.  
   
   
GOVERNO PROROGA SCADENZE FISCALI E CONTRIBUTIVE PER ALLUVIONATI VENETI AL 20 DICEMBRE.  
 
 Venezia, 6 dicembre 2010 - “Il sottosegretario Alberto Giorgetti mi ha comunicato che è stato firmato stamani un decreto che rinvia al 20 dicembre gli adempimenti relativi alle contribuzioni fiscali di carattere nazionale e a quelle previdenziali da parte delle persone e delle imprese colpite dalla alluvione che ha devastato il Veneto a partire dal 31 ottobre scorso”. Così il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, Commissario delegato dal Governo per l’emergenza alluvione. Il decreto in questione – ha aggiunto Zaia – comprende dunque sia il precedente del 26 novembre, sia quello di martedì 30 novembre: ciò consente alle imprese e ai cittadini alluvionati di perfezionare con gli uffici comunali e della Protezione Civile gli adempimenti burocratici riguardanti questa essenziale partita”. “Non posso che ringraziare il ministro Tremonti, il sottosegretario Giorgetti e il Ministero dell’Economia per un passaggio che mi conferma quanto alta sia la sensibilità del Governo per le popolazioni sulle quali si è abbattuto il disastro. Auspico, naturalmente – ha concluso Zaia – che entro il 20 dicembre il Governo provveda a prorogare alle naturali scadenze fiscali del 2011 gli obblighi di pagamento per coloro che in questo momento hanno bisogno della serenità e delle risorse per recuperare la normalità”.  
   
   
ARTIGIANATO IN SARDEGNA: ASSESSORATO STANZIA 17 MILIONI PER CONCESSIONE CONTRIBUTI AD IMPRESE  
 
Cagliari, 6 Dicembre 2010 - Per la concessione di contributi in conto capitale e in conto interessi ad imprese artigiane, saranno destinati 17 milioni di euro. L’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna ha infatti pubblicato la graduatoria provvisoria delle domande relative alle agevolazioni finanziarie destinate alle imprese artigiane ( L.r. 19.10.1993, n.51 – procedura a sportello Bando 2009). "L’obiettivo - ha detto l’Assessore Luigi Crisponi - è quello di consentire alle imprese artigiane che operano in Sardegna, iscritte nell’apposito Albo, di beneficiare delle agevolazioni per lo svolgimento di una delle attività ammesse dal bando, proponendo un Piano di Investimenti produttivi e organici. E’ evidente l’interesse della Giunta Cappellacci nell’incentivare gli investimenti sia per creare nuovi stabilimenti che per l’ampliamento di quelli già esistenti, diversificando la produzione con nuovi prodotti”. Hanno presentato domanda di agevolazione 876 imprese e 749 sono state valutate positivamente per l’inserimento nella graduatoria di merito per il provvedimento di concessione. L’importo dell’investimento ammesso alle agevolazioni ammonta ad almeno 10.000 euro e non può essere superiore a 70 mila euro. Il contributo in conto capitale ( a fondo perduto ) viene concesso nella misura massima del 30% della spesa ammessa nelle province di Cagliari, Sassari, Olbia-tempio e del 35% nelle province di Nuoro, Oristano, Ogliastra, Carbonia-iglesias e Medio Campidano. Il beneficiario delle agevolazioni deve garantire a suo carico, almeno il 25% delle spese di investimento. Gli interventi che verranno realizzati grazie a questa sinergia tra pubblico e privati – osserva Crisponi - genereranno un programma di investimenti di oltre 31 milioni di euro.  
   
   
CRISI AZIENDE, REGIONE MOLISE E SISTEMA BANCARIO INSIEME  
 
 Campobasso, 6 dicembre 2010 - La crisi che si sta facendo sentire in tutta la sua forza proprio in questi mesi necessita più che mai di un intervento deciso da parte delle istituzioni e del mondo creditizio. Ciò al fine di sostenere le imprese in un percorso virtuoso di riorganizzazione e di mantenimento di spazi di mercato. Il Governo regionale si sta fortemente impegnando in tal senso, come ha sottolineato il Presidente della Regione Iorio intervenuto in serata al convegno "Banca Universale - regole e dimensione in un sistema socialmente responsabile e partecipativo", organizzato dalla Segreteria regionale del Molise di Ugl Credito presso il "Centro Fonte del Benessere Resort" di Castelpetroso. Com´è noto, la Regione Molise ha dato vita ad uno specifico Fondo anticrisi, finanziato con 50 milioni di euro, che prevede la garanzia, per ogni azienda del Molise che ne vorrà usufruire, fino all´80% del credito chiesto al sistema bancario per ristrutturare la propria attività e superare il momento critico congiunturale. "Un Fondo - ha detto il Presidente - che in un primo momento ha avuto qualche problematicità burocratica e organizzativa per partire, ma che ora è pienamente attivo e in grado di dare una risposta concreta alle aziende in uno dei periodi più difficili e complessi di questa crisi internazionale". Iorio ha quindi ricordato come il Molise, tra le sue peculiarità, sconti anche la mancanza di una banca regionale capace di operare con maggiore incisività sul territorio, confrontandosi quotidianamente con le particolarità che esso dimostra. "Di qui la volontà del Governo regionale -ha evidenziato - di dare il proprio contributo leggendo le necessità riscontrate ed evidenziate dalle aziende e dai cittadini, e affiancando quindi il sistema bancario presente nell´intervento in aiuto al tessuto socio-economico del Molise. Un percorso questo in cui crediamo e che intendiamo continuare a seguire nella certezza che il Molise, e le sue imprese, possono uscire più forti e più moderne da questo momento di difficoltà".  
   
   
FVG: VOUCHER LAVORO OCCASIONALE ACCESSORIO, CONTINUA IL SUCCESSO  
 
 Udine, 6 dicembre 2010 - Continua il trend ampiamente positivo del Friuli Venezia Giulia nella vendita dei voucher del lavoro occasionale accessorio che raggiunge, nel mese di novembre 2010 la quota di 73.352 voucher. Nel mese di novembre la quota di voucher venduti in Friuli Venezia Giulia è corrispondente al 11,3 per cento di quelli complessivamente venduti a livello nazionale. "Il dato del mese di novembre 2010 - sottolinea l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi - è una conferma dell´efficacia e della tenuta dello strumento del lavoro occasionale accessorio: è il quarto mese consecutivo che supera la soglia dei 70mila voucher venduti e, rispetto ai precedenti, a novembre la vendemmia è da considerarsi conclusa". Sul piano provinciale al primo posto si conferma la provincia di Udine con 43.452 voucher, seguita da Pordenone con 14.573, da Trieste con 9.009 voucher venduti ed infine da Gorizia con 6.318. Tra le diverse categorie di vendita dei voucher al primo posto troviamo i giovani studenti sotto i 25 anni, i pensionati, i percettori di sostegno al reddito con 29.356 voucher venduti, al secondo posto il comparto del commercio e turismo (17.426), seguito dai servizi (14.527); al quarto posto si colloca il settore agricolo (9.076) seguito, ad una certa distanza, dal lavoro domestico (2.967). Si segnala inoltre che 2.889 voucher sono stati venduti presso 53 tabaccherie regionali che hanno aderito fino ad oggi alla convenzione. "In questo senso" - sottolinea l´assessore Brandi - il ruolo delle tabaccherie rappresenta un fattore di grande utilità per la diffusione sul territorio: un servizio che speriamo possa rafforzarsi ulteriormente in futuro". Negli ultimi 17 mesi in Friuli Venezia Giulia sono stati venduti 842.005 voucher, con una crescita particolarmente significativa negli ultimi sette mesi la cui vendita si colloca sempre al disopra dei 50mila voucher venduti con gli ultimi quattro mesi che superano abbondantemente il numero delle 70mila unità; si tratta di un risultato conseguito anche grazie alla campagna di informazione svolta dall´Agenzia regionale del lavoro e dall´Inps regionale.  
   
   
INFORTUNI SUL LAVORO: “NEL 2009 VENETO E’ REGIONE DOVE DIMINUISCONO DI PIU’ INFORTUNI - 14% SU 2008, GRAZIE ANCHE A FORTE OPERA PREVENZIONE”  
 
Vicenza, 6 dicembre 2010 - “Nel 2009 il Veneto è stata la regione con la più alta diminuzione degli infortuni (-14% rispetto all’anno precedente), in senso assoluto e in percentuale, record che si spiega per l’aver sviluppato una forte consapevolezza su questo tema, e per un lavoro fatto di comune accordo tra Regione, forze sociali, enti di categoria, enti bilaterali, mondo della formazione”. Lo ha detto il 3 dicembre a Vicenza, nella sede provinciale delle Acli, l’Assessore regionale alle politiche del lavoro Elena Donazzan intervenuta alla presentazione del libro di Marco Monaco “Infortuni sul lavoro carenze e prospettive di tutela in merito all’articolo 13 del decreto legislativo 38/2000”. Erano presenti oltre all’autore del libro, anche il consigliere regionale Andrea Causin, il Presidente regionale Acli del Veneto Andrea Luzi, il Presidente della Fondazione Alvise Marotta Umberto Marotta. “Da anni la Regione Veneto – ha continuato l’esponente del governo regionale - ha realizzato in questo settore, anche su mio esplicito impegno, iniziative fortemente innovative: dalle campagne di informazione nelle scuole in collaborazione con l’Inail, all’individuazione di una sorta di cabina di regia con una delibera regionale che fa capo all’assessorato alla sanità ma fatta in stretta collaborazione con l’assessorato regionale al lavoro, all’istituzione di un corso di laurea con Cà Foscari, i chimici, i vigili del fuoco”. Arrivando ai dati, Donazzan ha ricordato che il calo infortuni nel Veneto è del 14% (89.403 casi contro i 104.174 del 2008) mentre per gli infortuni mortali si è passati dai 112 del 2008 ai 75 del 2009. Questo anche per effetto della crisi che ha portato a un calo dell’occupazione (-170 mila posti lavoro persi, aumento cig in particolare nell’ industria settore dove diminuiscono di più gli infortuni, c’è anche una buona diminuzione nell’edilizia, mentre diminuiscono meno in agricoltura). La provincia più virtuosa è Vicenza con un calo del 18% degli infortuni in generale; parlando di lavoratori stranieri c’è una riduzione importante di quasi il 23%, dovuta anche a una forte opera di prevenzione fatta in particolare nei loro confronti. Significativo calo anche degli infortuni mortali: dei 75 casi del 2009 47 sono stradali (soprattutto camionisti) e 26 in itinere (cioè avvenuti in spostamenti tra casa e lavoro). Le malattie professionali aumentano “ma perché è aumentata la cultura della prevenzione degli infortuni – ha sottolineato Donazzan – grazie all’informazione proveniente dai medici di base, dai sindacati, dei datori di lavoro ha permesso di ‘far uscire’ anche queste malattie. Gli infortuni sul lavoro sono un argomento delicato che ha altissima valenza sociale e non solo economica, basti pensare che l’Inail del 2007, sotto la direzione di Castro, mise a disposizione molte risorse per premiare le aziende che dimostravano di aver ridotto gli incidenti e gli infortuni. L’inail è un tesoretto importante, e deve avere un modello assicurativo non di impronta privatistica; ma la cosa importante è che ha incominciato a premiare le aziende con soldi veri, sia risorse dirette sia sgravi fiscali, le aziende che vedono in diminuzione gli infortuni e in questo senso è aumentata molto la prevenzione fatta soprattutto nelle grandi aziende”.  
   
   
MILANO, 6 DICEMBRE 2010 - ESAURITI IN POCHI GIORNI I BUONI LAVORO PER IL PERIODO NATALIZIO VERIFICA SULLA POSSIBILITÀ DI NUOVI FINANZIAMENTI”  
 
Milano, 2 dicembre 2010 - Sono 68 i ragazzi assunti attraverso i voucher dell’Assessorato alle Attività produttive e Politiche del lavoro, per un finanziamento pari a 65.000 euro. È questo il bilancio per il Natale 2010 dell’iniziativa “buoni lavoro”, che dall’estate del 2009 si rivolge ai giovani studenti tra i 16 e i 25 anni che svolgono lavoro occasionale nei periodi cosiddetti “di vacanza”, presso gli esercizi commerciali, grazie al ruolo di Promoter – Unione Confcommercio Milano. “Ancora una volta – commenta l’assessore alle Attività produttive e Politiche del Lavoro Giovanni Terzi – l’iniziativa ha dimostrato la sua doppia valenza: incentivare i giovani a lavorare nell’ambito della legalità e, contemporaneamente, sostenere i commercianti nel periodo natalizio che, da sempre, rappresenta per loro un’imperdibile occasione di guadagno”. “Proprio per questi motivi, visto il successo dell’operazione, stiamo verificando la possibilità di nuovi finanziamenti per aumentare le opportunità di lavoro per i giovani e le imprese” ha concluso Terzi. “I voucher sono uno strumento efficace e flessibile che contrasta il lavoro nero e favorisce l’incontro fra la domanda di occupazione dei giovani e l’offerta delle nostre imprese - rileva Adalberto Corsi, vicepresidente vicario di Unione Confcommercio Milano -. Lo sportello predisposto in Unione con Promoter – sottolinea Corsi – ha ancora una volta pienamente risposto alle aspettative”. I giovani assunti, in maggioranza ragazze (61%), hanno un’età media di 20 anni e un periodo medio di lavoro pari a 23 giorni. Dei 49 esercizi commerciali che, in poco tempo, hanno aderito al bando (piccole imprese fino a 20 dipendenti), 18 appartengono alla categoria bar/tabacchi, 9 sono pizzerie/ristoranti, 6 temporary shop (no food), 4 cartolerie. Gli altri sono negozi di elettronica (2), casalinghi (1), abbigliamento (4), librerie (3), gelaterie (2), rivendite di pane (2) e un’edicola. Il successo dell’iniziativa si aggiunge a quelli registrati nelle precedenti occasioni (agosto 2009, maggio-luglio 2010, agosto 2010), per un finanziamento complessivo di oltre 250.000 euro. I voucher destinati agli studenti hanno un valore di 10 euro lordi per ora di lavoro, coperto all’80% dal Comune di Milano. Ogni buono incorpora sia l’assicurazione infortuni Inail (pari al 7%) che il contributo Inps (13%). Il corrispettivo netto è di 7,50 euro.  
   
   
MERCATO DEL LAVORO COOPERAZIONE IN SRDEGNA: STRUMENTO STRATEGICO DI SVILUPPO ECONOMICO E OCCUPAZIONALE  
 
 Cagliari, 3 Dicembre 2010 - "L´appuntamento odierno è un´opportunità per confrontarsi e migliorare la consapevolezza del ruolo e della funzione sociale ed economica della cooperazione in Sardegna, con l´obiettivo di costruire insieme agli attori del sistema un percorso condiviso che ponga al centro la valorizzazione delle persone, rilanciare il sistema cooperativistico sardo e superare una legge di settore ormai obsoleta". L´assessore Francesco Manca ha così riassunto i temi del seminario tenutosi il 3 dicembre a Cagliari, nella sede dell’ex Cisapi, dal titolo ´La cooperazione come valore economico e sociale in Sardegna’, organizzato dall’assessorato regionale del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale, in collaborazione con le centrali della cooperazione sarda (Legacoop, Confcooperative, Agci, Unci e Unicoop). "L´amministrazione regionale - ha aggiunto l’esponente della Giunta Cappellacci - offre piena disponibilità ad accompagnare e sostenere questo percorso con al centro il capitale umano e a trovare le risorse necessarie per attuarlo. Nel contempo, è consapevole che le cooperative devono fare la loro parte: hanno, infatti, una grande opportunità di crescita sfruttando settori quali ambiente, ´gren economy´, turismo, industria manifatturiera, in particolare quella agroalimentare". "Le cooperative - ha precisato l’assessore Manca - sono un segmento importante dell’economia regionale e nazionale e possono incrementare i livelli occupazionali, specie quelli giovanili. Nel mondo cooperativistico si valorizza una sfera, spesso trascurata dal mercato globale, quella della solidarietà, della coesione sociale, un valore etico unitario vero valore aggiunto del comparto". "Il seminario - ha concluso l’assessore regionale del Lavoro - è la prima tappa di un processo di analisi e di studio, dal quale ci si attende che vengano delineati i capisaldi su cui fondare la nuova normativa, frutto di un lavoro di concertazione e dialettica tra gli attori li del sistema. La legge di settore (L.r. N. 5/1957) ha 53 anni di vita, è stata pensata per una Sardegna completamente diversa da quella attuale. È uno strumento non adeguato alle esigenze delle imprese cooperative che devono lavorare nel mercato e affrontare le sfide del sociale sempre più decisive". Durante i lavori sono state focalizzate e approfondite le evoluzioni e le criticità del sistema, a livello regionale, ma anche a livello nazionale con la relazione di Luciano Morlupi, dirigente della Terza divisione (Politica e programmazione dello sviluppo cooperativo, promozione ed educazione cooperativa) del ministero dello Sviluppo economico, che ha posto l’accento sul fatto che "Nonostante un momento di crisi internazionale, in Italia negli ultimi 6 mesi le cooperative sono passate da 86 a 90 mila". All’organizzazione della manifestazione hanno partecipato attivamente e con entusiasmo le centrali della cooperazione regionale. Da loro oltre che la condivisione sui punti essenziali e le proposte per successivi seminari, sono arrivati i contributi per delineare la cooperazione nel quadro delle politiche europee e per mettere in evidenza le novità e i bisogni dell’impresa cooperativa in Sardegna. La buona salute del mondo cooperativistico isolano è testimoniata da alcuni dati che ne quantificano la consistenza: con 3.257 cooperative attive la Sardegna è la sesta regione in Italia nel settore, rispetto alla popolazione residente, cioè 1,9 ogni mille abitanti. Secondo le stime del 2008 tra le prime 20 società regionali per fatturato ci sono 4 cooperative.  
   
   
POLITICHE SOCIALI - "A FIANCO DI FAMIGLIE E BAMBINI": INCONTRO LUNEDÌ 6 DICEMBRE, SALA POLIVALENTE DELL´ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELL´EMILIA-ROMAGNA. LE CONCLUSIONI CON L´ASSESSORE MARZOCCHI  
 
Bologna, 6 dicembre 2010 – Il perdurare della crisi economica, i tagli delle risorse statali. Una situazione difficile e complessa, ancora più difficile e complessa per le fasce più fragili e deboli della popolazione. A tutto questo si sommano importanti cambiamenti, sociali e culturali, che richiedono più flessibilità, più qualificazione e innovazione nell’offerta dei servizi. Se ne parla, a un anno dall’attuazione del Programma straordinario infanzia, adolescenza e genitorialità, lunedì 6 dicembre nella sala polivalente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-romagna, in viale Aldo Moro 50. L’appuntamento è con “A fianco di famiglie e bambini” (dalle 9.15 alle 13.30), iniziativa organizzata dall’assessorato Politiche sociali della Regione: un’occasione di dialogo e confronto sul welfare locale con la partecipazione di amministratori ed esperti. Chiuderà i lavori l’assessore regionale Teresa Marzocchi.  
   
   
CONVEGNO: IL BAMBINO IPERATTIVO  
 
Aosta, 6 dicembre 2010 - L’assessorato Sanità, Salute e Politiche Sociali informa che sabato 11 dicembre 2010, a partire dalle ore 9.00 ad Aosta, nel Salone delle Manifestazioni di Palazzo regionale, si svolgerà il convegno Il Bambino iperattivo - tra relazione e contesti, dalla diagnosi agli interventi, evento finanziato dall’Assessorato Sanità, Salute e Politiche sociali, ed organizzato da Etnos s.C.r.l. In collaborazione con l’associazione filantropica Matrix e dell’Azienda U.s.l. Valle d’Aosta, della Fondazione Ollignan e dell’Associazione di volontariato “Girotondo”. L’incontro ha come finalità il miglioramento della qualità socio-relazionale del bambino affetto da Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, attraverso la sensibilizzazione e la promozione culturale nei confronti della popolazione adulta valdostana. L´adhd (Attention Deficit and Hyperactivity Disorder) si configura, infatti come un disordine dello sviluppo neuropsichico che può interessare sia i bambini che gli adolescenti ed è una tra le più frequenti disfunzioni che si possono manifestare durante l’età evolutiva. Tuttavia, malgrado la significativa incidenza, il riconoscimento dell’Adhd risulta essere ancora particolarmente difficile ed insufficientemente puntuale, complice un certo atteggiamento volto ad ignorare o a sottovalutare questo genere di disturbo. La società odierna, inoltre, così caotica e iperstimolante, si configura come co-fattore nell’esacerbazione dei sintomi associati. Interverranno, per gli aspetti bio-psicologici, il neuropsichiatra infantile, Giovanni Voltolin, e lo psicologo, Fabio Tognassi, mentre per la dimensione socio-relazionale del disturbo, apporteranno le loro testimonianze dirette, la dirigente scolastica Marina Pompameo e l’educatore territoriale, David Catani. «Il convegno si caratterizza – spiega l’assessore Lanièce - per la pluralità dimensionale con la quale si incroceranno gli interventi degli ospiti invitati a relazionare sul tema in oggetto. Il discorso che si verrà a costruire, infatti, non si configurerà nel linguaggio e nei contenuti come una manifestazione riservata esclusivamente ai tecnici della sanità, ma, al contrario, assumerà la forma di una agorà accessibile a tutti i membri della comunità locale interessati all’argomento».  
   
   
LA REGIONE SOSTIENE L´APERTURA DELLE “PRIMAVERA UNA SCELTA PER AIUTARE IN CONCRETO LE FAMIGLIE TOSCANE CON 320 MILA EURO PUÒ PROSEGUIRE L´ESPERIENZA DI QUESTO SERVIZIO PER PRIMA INFANZIA  
 
Firenze, 6 dicembre 2010 - La Toscana conferma le “sezioni primavera”. E´ stata infatti sottoscritta una nuova intesa tra Regione e Ufficio scolastico regionale per attivare ancora questo servizio educativo destinato alla primissima infanzia (bambini tra i 24 e i 36 mesi). Per l´anno scolastico 2010-2011 i fondi statali sfiorano i 950 mila euro: insufficienti per garantire tutte le necessità. Ecco il motivo per cui Regione Toscana ha confermato la scelta di mettere sul piatto risorse aggiuntive (320 mila euro) in modo da far salire la disponibilità complessiva a 1.268.690 euro, coprendo i bisogni. “In teoria – spiega Stella Targetti, vicepresidente regione Toscana con delega all´istruzione – come Regione non avremmo obblighi di cofinanziamento, ma la scelta è stata comunque adottata per consentire a tutte le sezioni già operanti di proseguire anche per quest´ anno un´attività decisamente utile ai bambini e alle famiglie”. Nell´anno scolastico precedente sono state attivate 65 sezioni “primavera” (49 finanziate dal Miur e 16 dalla Regione): adesso potranno essere rifinanziate. Nel triennio trascorso la Regione ha investito, su questa sperimentazione, circa 900 mila euro cui adesso si sommano gli ulteriori 320 mila. Circa metà delle “primavera” sono attivate presso scuole paritarie: le altre in scuole comunali, statali e nidi convenzionati.